CONFERENZA STAMPA 6 febbraio 2020, ore 14:00 Fire Station

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OPENING TALK E VERNISSAGE Arno Brandlhuber, Joseph Grima e Johanna Agerman Ross in conversazione con Jochen Eisenbrand 6 febbraio 2020, ore 18:00 Fire Station

FINISSAGE Tell me how you live and I will tell you who

you are! 23 agosto 2020, ore 18:00 Fire Station

Home Stories 100 Years, 20 Visionary Interiors Dall’8 febbraio al 23 agosto 2020,

La casa esprime lo stile di vita personale, plasma la vita quotidiana e determina il benessere di ognuno. Con l’esposizione «Home Stories: 100 Years, 20 Visionay Interiors» il Vitra Design Museum avvia un nuovo dibattito sull’arredamento d’interni domestico, sulla sua storia e sulle sue prospettive future. La mostra conduce i visitatori in un viaggio nel passato e mostra come i cambiamenti sociali, politici e tecnici degli ultimi 100 anni si riflettano sugli ambienti abitativi. La mostra si concentra sulle grandi cesure che hanno caratterizzato il design e l’impiego degli interni nel mondo occidentale: partendo da temi attuali quali la crescente scarsità di spazi abitativi e la scomparsa dei confini fra lavoro e vita privata, attraversando la scoperta del loft negli anni Settanta così come il successo di forme di convivenza più informali negli anni Sessanta, si risale ai moderni elettrodomestici degli anni Cinquanta fino ad arrivare ai primissimi appartamenti open space degli anni Venti. Queste cesure saranno illustrate da 20 famosi arredi d’interni fra cui si contano progetti di architetti quali Adolf Loos, Finn Juhl, Lina Bo Bardi o Assemble, di artisti quali Andy Warhol o Cecil Beaton e di leggendarie arredatrici quali Elsie de Wolfe.

La progettazione e produzione di mobili, tessuti, elementi decorativi e accessori per la casa si avvale oggi di una gigantesca industria globale. Le ultime tendenze in ambito di arredamento coinvolgono l’intero panorama mediatico, da riviste a trasmissioni televisive, da blog a social media. Mentre, però, alcuni temi sociali e architettonici, come ad esempio la questione riguardante spazi abitativi accessibili a tutti, danno adito ad accese discussioni, non sembra esserci alcun serio dibattito

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sociale sull’arredamento d’interni. La mostra «Home Stories» intende cambiare questo stato di cose. Gli oggetti scelti dimostrano in quale misura la progettazione degli ambienti abitativi non sia solo influenzata da singoli arredatori di spicco, ma prenda anche spunto dal mondo dell’arte, dell’architettura, della moda o della scenografia. Se oggi alcuni arredamenti interni sfoggiano una monotonia esemplare, spesso condizionata da fornitori di mobili o da Instagram, la mostra, grazie all’ampia scelta di oggetti esposti, illustra quanto possa essere ricco e stimolante l’interior design e va così a riscoprire la storia più recente del vivere domestico.

Spazio, economia, atmosfera: dal 2000 a oggi

L’esposizione «Home Stories» si apre con interni moderni che meglio descrivono il drastico cambiamento attualmente in corso in ambito abitativo. Ne è un esempio lampante l’appartamento micro «Yojigen Poketto» (Sacca 4D, 2017) dello studio madrileno Elii che riesce a sfruttare una superficie minima grazie all’estrema versatilità dei mobili ad incasso. L’architetto Arno Brandlhuber, per contro, dimostra con la «Antivilla» (2014) vicino a Potsdam come un’ex fabbrica possa essere riqualificata ad ambiente domestico. L’impiego di pareti in tessuto rende flessibile la divisione degli ambienti e, puntando sulla riduzione e sull’impiego mirato di determinati materiali, ridefinisce il concetto di confort e lusso. Il progetto «Granby Four Streets Community Housing» a Liverpool (2013- 2017) dimostra invece come la cosiddetta «Sharing Economy» si rifletta sull’architettura d’interni. Il collettivo britannico Assemble, in stretta collaborazione con gli abitanti, ha salvato dalla distruzione un insediamento di case a schiera risalente all’epoca vittoriana eliminando gli ambienti interni e riconvertendo gli spazi affinché si adattassero alle esigenze abitative contemporanee. In un laboratori appositamente costruito in loco, sono staiti realizzati nuovi elementi d’arredo dai materiali estratti dalle case.

Negli ultimi anni, un cambiamento profondo nel modo di percepire l’ambiente domestico è stato causato da piattaforme internet come Airbnb, Instagram o Pinterest: grazie ad esse possiamo pubblicizzare il nostro appartamento e considerarlo sempre più come un bene da commercializzare. Tuttavia, le immagini e la messa in scena di molti interni contemporanei ricorrono, ancora oggi, a motivi tradizionali o conservatori. Lo dimostra il designer britannico Jasper Morrison in un saggio fotografico appositamente creato per la mostra in cui egli esamina il significato e la disposizione di singoli oggetti al fine di creare l’atmosfera e il carattere di un appartamento.

La reinvenzione degli interni: 1960–1980

La seconda parte della mostra è dedicata alle radicali rotture con la tradizione che si ebbero nell’interior design dagli anni Sessanta agli anni Ottanta. Sotto il crescente influsso del postmodernismo, i designer – in particolare il collettivo italiano Memphis – iniziarono a riflettere sull’importanza e sulla valenza simbolica di mobili, motivi e decorazioni. All’inizio degli anni Ottanta lo stilista Karl Lagerfeld, un appassionato collezionista di progetti firmati dal Gruppo Memphis, trasformò il suo appartamento di Monte Carlo in un santuario del postmodernismo in cui veniva portato agli estremi lo strano clima abitativo pop dell’epoca. Già nei due decenni precedenti i cambiamento sociali avevano influenzato l’architettura d’interni: all’inizio degli anni Settanta l’architetto Claude Parent e il filosofo Paul Virilio avevano introdotto il concetto del «vivre à

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l’oblique» (vivere l’obliquo) per contrastare gli anonimi edifici cubici del tempo. Nel 1973 Parent dotò il suo appartamento a Neuilly-sur-Seine di superfici oblique polivalenti che, a scelta, potevano essere utilizzate per sedersi, mangiare, lavorare o sdraiarsi. La «Silver Factory» (1964–1967) di Andy Warhol a New York, invece, fu uno dei primissimi esempi di un edificio industriale abbandonato riconvertito in ambiente domestico e scatenò un entusiasmo per il «loft living» ma più sopito.

La mostra illustra la voglia di sperimentazione in ambito di arredamento d’interno negli anni Sessanta e Settanta anche con due installazioni accessibili e situate all’esterno dal Museo. Nella Feuerwehrhaus di Zaha Hadid è esposta una ricostruzione del leggendario «Fantasy Landscape» (1970) di Verner Panton, una casa-tunnel simile ad una grotta composta da elementi imbottiti di colori diversi. Di fronte al museo, invece, la micro-casa «Hexacube» (1971) di George Candilis testimonia come già in questo periodo si sperimentasse con unità abitative modulari mobili.

Negli anni Settanta, l’ascesa mondiale del produttore di mobili IKEA comportò un radicale cambiamento dei nostri interni: da un lato IKEA ha permesso a molte persone di arredare la propria casa con mobili moderni a prezzi accessibili; dall’altro lato, però, questo sviluppo ha contribuito a far sì che i mobili e gli altri pezzi per l’arredamento vengano considerati oggetti di consumo intercambiabili e di breve durata – un atteggiamento, questo, le cui negative conseguenze per l’ecologia si stanno ora facendo strana nelle nostre coscienze.

Natura e tecnica: 1940–1960

Un’altra fase decisiva sulla strada dell’interior design moderno ebbe luogo nell’immediato dopoguerra, quando il linguaggio formale dell’avanguardia si fece strada in un numero sempre maggiore di appartamenti dell’emisfero occidentale. Con il progetto «House of the Future», creato per l’Ideal Home Exhibition di Londra del 1956, Peter e Alison Smithson crearono arredi futuristici con materiali di ultima generazione, elettrodomestici da cucina e con un bagno auto-pulente. Per contro, Jacques Tati, più scettico rispetto al progresso tecnologico e al design funzionale, nel suo film «Mon Oncle» (Mio zio, 1958) mise in scena la Villa degli Arpel alla stregua di una casa-macchina asettica e arbitraria che sottomette i propri abitanti. In questi decenni, l’unione fra forme e materiali moderni e una certa «Gemütlichkeit», un comodo ed intimo benessere, si dimostrò essere una ricetta di successo del design scandinavo. Già nel 1942, ce ne danno prova l’appartamento e la casa di Ordrup in Danimarca dell’architetto Finn Juhl. Ma anche la fluidità dei confini fra ambienti interni ed esterni divenne tema di molti sogni e spazi abitativi: l’esposizione lo dimostra sull’esempio di Casa de Vidro (1950/51) di São Paulo, creata dall’architetta brasiliana Lina Bo Bardi.

Nel dopoguerra, molti degli sviluppi avvenuti in ambito di arredamento d’interni erano strettamente legati all’ampio contesto politico del conflitto est-ovest. La mostra lo palesa grazie al famoso «dibattito in cucina» fra Richard Nixon e Nikita Chruschtschow del 1959, quando i due politici, in una casa prefabbricata costruita per l’Esposizione internazionale di Mosca, discussero della qualità abitativa e degli standard domestici nei due sistemi politici.

Gli inizi dell’arredamento moderno: 1920–1940

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La mostra identifica gli inizi dell’arredamento moderno nei lungimiranti concetti per la casa e per l’arredo degli anni Venti e Trenta, concetti che ancora oggi caratterizzano molti spazi domestici. Nel programma di edilizia popolare «Das Neue » (La nuova Francoforte, 1925–1930), diretto dall’architetto , si applicarono su larga scala i principi del Neues Bauen (Movimento Moderno). Fu così che entrarono a far parte della vita domestica sia la famosa «Frankfurter Küche» (Cucina di Francoforte, 1926) di Margarete Schütte-Lihotzky che i mobili a prezzi accessibili creati da Ferdinand Kramer e Adolf Schuster. Mentre Ernst May inseguiva un programma urbanistico di forte impatto socio-politico, altri architetti, come per esempio Ludwig Mies van der Rohe, ridefinirono completamente la struttura e la disposizione degli spazi domestici. Con la sua «Villa Tugendhat» (1928–1930) a Brno in Repubblica Ceca, Mies van der Rohe creò uno dei primi edifici residenziali caratterizzato da una pianta aperta e da ambienti che si fondono l’uno nell’altro. Con il concetto del «Raumplan» (progettazione dello spazio) Adolf Loos applicò un principio simile alle tre dimensioni dello spazio: «Villa Müller» di Praga (1929/30) è caratterizzata da una complessa coreografia di spazi con altezze diverse e su più livelli che trascende l’idea stessa di planimetria. L’architetto e designer Josef Frank, austriaco alla pari di Loos, sostenne invece il principio dell’«Akzidentismus» (accidentismo) secondo il quale gli arredamenti dovrebbero crescere organicamente col passare del tempo e agire come se fossero prodotti dal caso. In totale contrasto con questi approcci modernisti, vi erano molti contemporanei che continuavano a lodare ornamenti e decorazioni come forma espressiva; fra questi vi era l’americana Elsie de Wolfe, autrice del volume «The House in Good Taste» (La casa di buon gusto), pubblicato nel 1913, e considerata una delle prime arredatrici d’interni professioniste della storia. Secondo Elsie de Wolfe, lo scopo principale di un arredo è quello di rappresentare l’identità della persona che vi abita. Questo principio venne perpetuato anche dal fotografo, scenografo e interior designer britannico Cecil Beaton il quale prese ispirazione dall’arte, dal teatro e dal maneggio del circo per arredare la sua «Ashcombe House» (1930–1945).

Nella fase iniziale dell’interior design moderno, le questioni sugli spazi abitativi dettero adito a vivaci dibattiti, spesso a sfondo politico. Tali discussioni si protrassero anche nei decenni successivi e continuarono a riguardare i poli della funzionalità e della riduzione, da un lato, e i poli dell’individualità e dell’ornamentazione, dall’altro lato. Queste polarità caratterizzano l’arredamento di interni ancora oggi. La mostra «Home Stories» presenta punti di riferimento fondamentali di questo sviluppo e mostra come la questione principale di questo dibattito continui ad essere attuale, oggi come cent’anni fa: «Come vivere?»

In occasione della mostra sarà pubblicato un vasto catalogo con contributi di Joseph Grima, Alice Rawsthorne e Penny Sparke e interviste a Nacho Alegre, Adam Charlap Hyman, Ilse Crawford, Sevil Peach e altri. La mostra al Vitra Design Museum è accompagnata da un ricco programma di conferenze, dibattiti pubblici, workshop e altri eventi.

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Publication

Our homes are an expression of how we want to live; they shape our everyday routines and fundamentally affect our well- being. Interior design for the home sustains a giant global industry and feeds an entire branch of the media. However, the question of dwelling, or how to live, is found increasingly to be lacking in serious discourse. This book sets out to review the interior design of our homes. It discusses 20 iconic residential interiors from the present back to the 1920s, by architects and designers such as Assemble, Arno Brandlhuber, Lina Bo Bardi, and Josef Frank and by artists such as Cecil Beaton and Andy Warhol. Home Stories 100 Years, Including historic and recent photographs, drawings and plans, 20 Visionary Interiors the book explores these case studies as key moments in the Editors: history of the modern interior. Penny Sparke provides a concise Mateo Kries, history of the discipline of interior design, Alice Rawsthorn Jochen Eisenbrand investigates the role of gender, and Mark Taylor discusses the discourse on interior design in the twenty-first century. Adam Softcover with flaps Štěch offers insights into the use of colour in residential interiors Inside pages with paper and Matteo Pirola offers a detailed and richly illustrated cut-outs chronology of significant events in the history of interior design. 25 × 25,5 cm In a portfolio of photographs selected exclusively for this book, 320 pages, approx. 500 images Jasper Morrison explores what makes a good interior. In 02/2020 addition to interviews with contemporary interior design practitioners, experts in the fields of the sociology of living and 978-3-945852-38-5 (English) psychology provide further insight. This book a valuable Art.-No. 200 226 02 resource for anyone interested in interior design. 978-3-945852-37-8 (German) Art.-No. 200 226 01 With contributions by Jochen Eisenbrand, Joseph Grima, Anna- Mea Hoffmann, Jasper Morrison, Matteo Pirola, Alice 59,90 € (DE) Rawsthorn, Timothy Rohan, Penny Sparke, Adam Štěch, and Mark Taylor; interviews with Nacho Alegre, Charlap Hyman & Herrero, Ilse Crawford, Sevil Peach, among others.

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TALKS | EVENTS | WORKSHOPS

How to Live? Johanna Agerman Ross, Arno Brandlhuber and Joseph Grima in conversation with Jochen Eisenbrand OPENING TALK (EN) | 7 February 2020 6 pm, Fire Station To mark the opening of the exhibition »Home Stories: 100 Years, 20 Visionary Interiors«, curator Jochen Eisenbrand will talk with Johanna Agerman Ross, curator at the V&A and founder and director of design journal Disegno, as well as architect Arno Brandlhuber and Joseph Grima, Creative Director of the Design Academy Eindhoven. They will discuss key questions raised by the exhibition and concerning interior design in general: How are we influenced by the interiors we live in? What are the challenges confronting interior designers today? And what are the marks of a good interior, anyway? Free admission, registration required by 31 January at [email protected]

Ilse Crawford – The Interior as a Collage? TALK (EN) | 20 February 2020 6:30 pm, Vitra Schaudepot The British interior designer Ilse Crawford has had a significant influence on contemporary interiors. Her designs famously include »Soho House« in New York and the »Ett Hem« hotel in Stockholm, but she also created concepts for Airbnb. Crawford’s work is characterized by her nuanced use of colours and textiles and an eclectic approach to styles and epochs yielding warm, welcoming environments. In her talk, she will discuss her work as an interior designer. Free admission

Interior Design or DIY? How Interiors Are Made TALK (DE) | 19 March 2020 6:30 pm, Vitra Schaudepot Nowadays it is rare for domestic interiors to be designed by a professional – in the era of IKEA and Pinterest we can all be interior design experts. How has this development affected our private interiors? Host Oliver Herwig will speak with interior designers Ester Bruzkus and Peter Greenberg, designer Van Bo Le-Mentzel, who developed the famous »Hartz IV Furniture« series and Enie van de Meiklokjes, presenter of a home makeover reality TV show. Free admission

Koolhaas Houselife Film screening and talk with film directors Ila Bêka & Louise Lemoine SPECIAL (EN) | 26 March 2020 6:30 pm, Vitra Schaudepot The »House in Bordeaux« (1998) is one of leading contemporary architect Rem Koolhaas’s most important works. In their film »Koolhaas Houselife« (2013), directors and artists Ila Bêka and Louise Lemoine meticulously document the house's architecture and interiors – from a housekeeper’s perspective. One of the best-known architecture films of the last decades, their work offers a subversive and amusing homage revealing both the harmony and the clashes between architecture and reality. The directors will be present to introduce their work before screening; popcorn will be provided. Free admission, registration: [email protected]

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Edwin Heathcote – The Meaning of Home TALK (EN) | 9 April 2020 6:30 pm, Vitra Schaudepot Edwin Heathcote is the design and architecture critic of the »Financial Times« and author of a number of books about architecture and design. In »The Meaning of Home«, he examines the semiotic history of interior architecture and the symbolism of domestic objects. In his talk, Heathcote will draw on mythology, film, and psychoanalysis while searching for clues to the meaning of the places we live in. Free admission

Private or Public? Interiors and the Media TALK (EN) | 30 April 2020 6:30 pm, Vitra Schaudepot Ranging from glossy magazines like »House Beautiful« or »Apartamento« to social media platforms publicizing the private, media play a central role in the emergence and spread of interior design trends. How do media impact our personal taste? Do they foster variety, or do they serve, mostly, to boost the turnover of the furniture industry? How much influence do »influencers« and bloggers really have on today’s interior design? These are the questions Nacho Alegre, photographer and co-founder of »Apartamento«, Antje Wewer, lifestyle journalist and editor for the »Salon« magazine, and Oliver Jahn, editor-in-chief of the journal »AD«, will discuss. The talk will be hosted by curator Jochen Eisenbrand. Free admission

»Home Stories: 100 Years, 20 Visionary Interiors« WEDNESDAY MATINEE (DE) | 27 May 2020 10 am, Vitra Design Museum Curator Jochen Eisenbrand guides visitors through the exhibition »Home Stories«, explaining its fundamental idea, background, preparation, and development. € 10.00 per person

Sabine Marcelis – Fashioning the Interior TALK (EN) | 4 June 2020 6:30 pm, Vitra Schaudepot The Dutch designer Sabine Marcelis is one of the shooting stars of the design scene. Her poetically purist style is characterized by colours and transparent materials which she combines in pieces of furniture, installations, lamps, and commercial interiors. One of her best-known designs is »Dawn Lights« (2015), a series of lamps for which Marcelis drew inspiration from the natural light of early morning. In her talk, Marcelis will discuss her design approach and her work as a designer of objects and interiors. Free admission

Adam Nathaniel Furman – Joyful Deviance! TALK (EN) | 16 July 2020 6:30 pm, Vitra Schaudepot Breaking with the conventions of interior design, the London based artist and designer Adam Nathaniel Furman describes his spaces as being filled with passion, wit, and queerness. Furman’s opulent, extravagant spaces and objects show the influences of pop and postmodernism as well as integrating colourful folk art elements. Furman will talk about his work and his inspiration and discuss contemporary trends and developments in interior design. Free admission

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The Dandy Dinner Exhibition Tour and Dinner in the Style of Cecil Beaton SPECIAL (DE) | 1 August 2020 6 pm, Vitra Design Museum The English interior designer, stage designer, and socialite Cecil Beaton was a notorious dandy, one of the Bright Young Things startling 1920s London. The exhibition »Home Stories« also presents the extravagant interior of his home, which became an icon of interior design. The evening begins with a tour of the exhibition and fascinating insights into the world of Cecil Beaton, followed by a stylish dinner at the Depot Deli. Enjoy the tasty offerings of American and English cuisine, accompanied by strains of music from the 1920s and 30s! € 65.00 per person Registration here

Finissage: Tell me how you live and I will tell you who you are! SPECIAL (DE) | 23 August 2020 6 pm, Fire Station Our home is the mirror of our personality. Taking this truism literally, we will mark the end of the exhibition »Home Stories« with a playful blend of psychoanalysis, home makeover consultation, and platform debate. Two expert professionals will analyse images of interiors and domestic objects which guests can submit prior to the event or bring along to it. If you are interested in an analysis, please send photos of your home to [email protected] prior to 25 July. Spatial psychologist Uwe Linke and Till Weber, Creative Director VitraHaus, will conduct a strict (or humorous) analysis of your home. To recover from all these Jungian insights, we will conclude the evening with drinks and music. Free admission

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Informazioni generali

Titolo della mostra: Home Stories: 100 Years, 20 Visionary Interiors

Curatore: Jochen Eisenbrand

Aiuto curatrice: Anna-Mea Hoffmann

Allestimento Space Caviar

Conferenza stampa: 6 febbraio 2020, ore 14:00.

Inaugurazione: 7 febbraio 2020, ore 18:00.

Durata: 8 febbraio – 23 agosto 2020

Orari di apertura: 10:00 – 18:00, ogni giorno

Hashtag: #VDMHomeStories

Fotografie: www.design-museum.de/press_images

Contatto stampa: Vitra Design Museum Lara Schuh, Head of Communications T +49.7621.702.3153 E [email protected]

BUREAU N Stefanie Lockwood T +49.30. 62736.104 E [email protected]

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