Archivio Notarile Mandamentale Di Alatri 1445-1928
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ARCHIVIO DI STATO DI FROSINONE SEZIONE NOTARILE INVENTARIO ARCHIVIO NOTARILE MANDAMENTALE DI ALATRI 1445-1928 Inventario a cura di: Maria De Sorbo Archivista di Stato Silvia Lombardi Franco Ricci Frosinone 2003 ARCHIVIO NOTARILE MANDAMENTALE DI ALATRI L’Archivio Notarile Mandamentale di Alatri è stato ubicato per anni presso la sede del Palazzo comunale di Alatri, nella stessa stanza ove era conservato l’Archivio della Pretura. E’ pervenuto all’Archivio di Stato di Frosinone con il versamento effettuato il 25/02/1980, a seguito del quale è stato redatto un elenco dei notai che avevano rogato nel Mandamento di Alatri, con gli estremi cronologici e il numero dei pezzi che comprende il versamento. Il fondo è composto, complessivamente, di 1328 unità archivistiche e testimoniano l’attività notarile di circa 235 notai, che hanno esercitata la loro professione nel Circondario di Alatri, provincia di Campagna e Marittima; ad esse si aggiungono due unità non scritte. Sono presenti, nel fondo, atti originali del periodo compreso tra il 1445 – 1865, e copie degli atti conformi all’originale dei notai Lorenzo Mangili (1841 – 1881) e Ignazio Martini (1849 – 1919), i cui originali sono stati versati, successivamente, dall’Archivio Notarile Distrettuale di Frosinone (III versamento). Nel fondo, oltre alla normale produzione degli atti notarili, stipulati su richiesta dei privati cittadini (sono atti tra vivi e di ultima volontà), sono presenti anche gli atti privati, non sottoscritti dai notai, gli atti privati delle Comunità di Alatri, di Collepardo e di Trevi. Vi sono gli inventari, i registri delle esibite ed apoche, i registri d’archivio, mentre altri documenti testimoniano le visite apostoliche e i repertori degli atti; altri ancora attestano la corrispondenza dell’ufficio notarile, le spese e gli onorari, tasse d’archivio, diritti sulle copie dei notai defunti, atti sottoscritti dagli archivisti responsabili dell’archivio. Oltre tale materiale vi sono 190 buste, più una cartella che contengono le copie degli atti (inventariate separatamente). Le unità archivistiche inventariate sono di tipologie diverse e si identificano quali Protocolli o Volumi, Registri, Filze, Fascicoli e Atti sciolti. Il Protocollo o Volume: E’ una raccolta di atti redatti singolarmente, poi rilegati, con o senza coperta (coperta o involucro che avvolge e protegge gli atti). Il Registro: E’ un insieme di carte bianche, rilegate, per essere compilate successivamente. La Filza: E’ caratterizzata da un modo singolare di raccogliere gli atti sciolti: questi sono tenuti uniti da uno spago che, infilato in ogni carta, tramite un foro praticato al centro, le tiene unite. Il Fascicolo: Comprende atti rilegati e non, ed è il sistema (dei fascicolati) che tiene uniti gli atti, uno dentro l’altro, seguendo un loro ordine. Gli Atti sciolti: Come la stessa parola dice sono atti singoli non rilegati. La produzione degli atti presenti sono, prevalentemente, contratti di compravendita, di locazione di immobili e beni rurali, censi, costituzione di dote, prestiti in denaro, di lavoro, di baliatico, inventari, testamenti, arbitrati, permute. Premesso quanto sopra, che ci fa comprendere il contenuto del fondo e quali sono le ricerche che vi si possono effettuare, si passa ad analizzare le fasi scientifiche d’intervento sul fondo stesso per renderlo fruibile all’utenza. Il primo intervento effettuato è stato quello di assegnare a tutte le unità archivistiche un numero di corda progressivo provvisorio; è seguita la schedatura che identifica, attraverso la raccolta di elementi significativi, ogni unità archivistica. I dati identificativi riportati nella scheda sono: il numero di corda progressivo, il nome del notaio in originale, sia nella forma latina che italiana, nonché la presenza del signum tabellionis che lo contraddistingue, (il timbro del notaio e la sottoscrizione dell’atto), il numero della carta, se si trova all’interno del protocollo. Ove è possibile, è significativo evidenziare la piazza (o luogo) dove il notaio ha esercitato la propria attività oppure ha rogato gli atti. Sono segnalati anche gli atti rogati da altri notai e fuori piazza, (cioè un luogo diverso da quello in cui il notaio titolare esercita). Sono annotati (se ci sono) testamenti ancora chiusi e sigillati; l’ordine cronologico degli atti; la descrizione fisica del pezzo e il tipo di coperta (copertina esterna che raccoglie e protegge gli atti), se è pergamena o cartone e cartulazione. E’ evidenziata la presenza della “rubricella” (come la parola stessa dice è un elenco alfabetico dei nomi propri dei contraenti), oppure delle diverse tipologie di atti (testamenti, compravendita, censo enfiteusi, etc.) con il numero della carta corrispondente all’atto, se la rubricella si trova all’inizio del protocollo ed è impaginata con i numeri romani. Ancora sono evidenziati repertori, elenchi, varie annotazioni dei notai, le note dorsali (lato della rilegatura) e del piatto (parte frontale della coperta), nonché lo stato di conservazione. La raccolta degli elementi elencati hanno comportato, per l’archivista, un lavoro meticoloso e scientifico, indispensabile a conferire alla scheda la sintesi scientifica necessaria all’accesso dei dati: più elementi si raccolgono e più facile risulta la identificazione del pezzo. Portato a termine tutto il lavoro di schedatura, e dopo accurate verifiche dei dati raccolti, per ogni singolo pezzo, le schede sono state assemblate e ordinate, cronologicamente, per ogni notaio, seguendo l’ordine crescente rispetto alla data del primo atto, pervenuto all’Archivio di Stato di Frosinone. Con lo stesso criterio cronologico, le schede, completate con tutti i loro dati, sono state ordinate consecutivamente e contrassegnate con il numero definitivo. Di seguito sono state informatizzate, per avere l’accesso e la fruibilità, sia da parte del funzionario che dell’utente, snello e proficuo. Tutti i dati sono stati organizzati anche nell’inventario cartaceo, consultabile in sala secondo uno schema di lettura che rispecchia quello informatico, con i dati significativi all’identificazione del pezzo archivistico quale: • il numero di corda della singola unità, • il nome del notaio e la presenza del sigillo (con il simbolo S.T.), • gli estremi cronologici e relative informazioni nel caso di non consecuzione; • la descrizione dell’unità e la tipologia, la coperta e il numero delle carte; • la rubricella (elenco dei nomi propri dei contraenti in ordine alfabetico) con le relative carte, • la piazza di rogazione, • atti di altri notai, atti fuori piazza, testamenti ancora sigillati, atti particolari e annotazioni del notaio. Importante nella raccolta dati, da non perdere, è la descrizione esterna dell’unità e il suo stato di conservazione, la rilegatura, e se ha subito interventi di restauro in passato o necessita al momento; se emergono le vecchie segnature, oppure note o annotazioni, sia sul piatto (parte frontale della copertina) che sul dorso (lato della rilegatura), riportate in genere, tra virgolette. Tra le annotazioni è segnalato anche se è stata staccata la “coperta” originale, (soprattutto se questa è in pergamena), e dov’è collocata, con il numero d’ordine relativo all’inventario. In passato, dai protocolli notarili sono stati staccati molti frammenti di pergamene con testi “liturgici-musicali” dei secoli XI – XVII, molto importanti ai fini degli studi delle scritture, che hanno prima creato e poi arricchito una prestigiosa raccolta, la “Collezione delle Pergamene”. Infine, dopo aver controllato accuratamente l’ordine definitivo delle schede e dei pezzi archivistici, si è proceduto al “condizionamento” delle unità (ordinare cronologicamente e/o sostituire il numero provvisorio con quello definitivo) inserendoli in buste di cartone dove, sulla parte dorsale sono stati annotati i numeri dei pezzi in esse contenuti. Il fondo archivistico ha una consistenza di 1330 pezzi, inseriti in 532 buste, più tre registri di grande formato. E’ collocato al Deposito A, scaffale n. 10 A, ml. 83. Per rendere ancora più agevole la consultazione dell’inventario sono stati inseriti anche i seguenti indici: • Ordine alfabetico del nome del notaio e gli estremi cronologici di tutto il periodo di attività, le piazze di rogazione e i numeri di riferimento dei pezzi prodotti; • Ordine cronologico per anno iniziale di rogazione al quale seguono i nomi dei notai, le piazze di rogazione e i numeri di riferimento dei pezzi prodotti; • Ordine alfabetico del nome della piazza di rogazione (per ciascuna di esse figurano in ordine cronologico crescente rispetto alla data del primo atto pervenuto all’Archivio di Stato di Frosinone), gli estremi cronologici di rogazione, i nomi dei notai e i numeri di riferimento dei pezzi prodotti. Bisogna aggiungere, inoltre, che per evitare una sovrapposizione di dati con quelli già pubblicati precedentemente, nell’inventario è stata inserita una tavola di raffronto tra i numeri provvisori e quelli definitivi. E’ presente, anche, un indice delle “coperte” originali in pergamena, staccate dalle vecchie legature e separate dai protocolli notarili, ma riporta anche tutti gli estremi che permettono di ricondurre la pergamena al pezzo originale, dal quale è stata estratta, nonché agli inventari di riferimento. Di particolare importanza archivistica è da rilevare la presenza, tra i protocolli degli atti, di tre inventari delle “pubbliche scritture”. Il primo è il protocollo n. 1276 ed è relativo alla “documentazione dell’archivio notarile Centrale di Alatri”, 1445 – 1836, a cura di Carlo Triulzio