ALPI GIULIE 1929 -2019 Anno 113 -N

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ALPI GIULIE 1929 -2019 Anno 113 -N 1929 - 2019 GLI ANNI DI SCUOLA 1929 - 2019 GLI ANNI DI SCUOLA . 2/2019 n - 113 Anno ALPI GIULIE - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbo- ALPI GIULIE - ANNO 113 - N. 2/2019 namento Postale - Tariffa pubblicazioni in- Semestrale ISSN 0391-4828 formative no-profi t - DL 353/2003 conv. in L. 27/02/2004 n. 46 art. 1, comma 2, DBC Trieste. ALPI GIULIE Società Alpina delle Giulie Via Donota 2 - 34121 Trieste Anno 113 - N. 2/2019 ALPI GIULIE - Anno 113 - n. 2/2019 1929 - 2019 GLI ANNI DI SCUOLA ALPI GIULIE Edita dal 1896 Anno 113 - N. 2/2019 Rassegna di attività della Società Alpina delle Giulie - Sezione di Trieste del Club Alpino Italiano - Direttore responsabile: Mario Privileggi • Redazione: Sergio Duda, Giorgio Sandri • Direzione, Redazione e Corrispondenza: Società Alpina delle Giulie (ISSN 0391-4828) - Via Donota, 2 - 34121 Trieste - Telefono 040 630464 - Fax 040 3491028 - E-mail: [email protected] • Registrato al Tribunale di Trieste al nr. 357 • Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 nr. 46) art. 1, comma 2, DBC Trieste • Tariffa pubblicazioni informative no-profit. - Poste Italiane S.p.A. • Tutti i diritti riservati • Fotocomposizione e stampa: F&G Prontostampa sas - Trieste 2 INDICE Presentazione 7 Introduzione 11 La scuola della Val Rosandra 14 L’Alpina delle Giulie e la storia dell’alpinismo 16 La costituzione del GARS 25 Sul Club Alpino Italiano 28 I luoghi della Scuola 39 Tra formale e informale 51 Una storia dell’alpinismo di parte 62 I verbali al tempo di Comici 66 Difendere la specificità della Scuola 76 Corsi fuori sede 87 La generosa Scuola di Emilio Comici 90 La scomparsa di Comici e le dimissioni di Stefenelli 93 I Bruti di Val Rosandra 98 La Scuola in tempi di guerra e dopoguerra 103 Berto 110 La crisi 114 Passione e tèchne 116 Passaggi e passato 121 Scuola di Sci Alpinismo Città di Trieste 127 La Scuola ingegnerizzata 130 Per una didattica del tempo 138 Antistoria della Scuola 144 Circolarità della storia 154 Quella classe lunga novant’anni… 159 Allievi della Scuola “Emilio Comici”con l’anno di frequenza ai corsi 161 Direttori e istruttori della Scuola “Emilio Comici” 181 3 1929 - 2019 GLI ANNI DI SCUOLA La storia di una scuola ha il volto di chi la vive non quello di chi la scrive PRESENTAZIONE Mauro Vigini Presidente della S.A.G. Ho sempre pensato l’ampio ventaglio delle attività della Società Alpina delle Giu- lie suddiviso in due grandi categorie - quella dei diversi Gruppi propriamente intesi, attori delle attività di punta e di massa, conviviali o di elité, che nell’esprimere le fi- nalità statutarie hanno come riferimento l’interno del sodalizio stesso, cui apportano esperienza, crescita, conoscenza e prestigio, - e quella delle Scuole, che pure nella nostra Alpina sono ben diramate e radicate, la cui missione intrinseca è di offrire un servizio esterno alla SAG che ha come orizzonte il territorio civile e sociale in cui la SAG è inserita: e la Scuola Nazionale di Alpinismo “Emilio Comici” ne è un esempio preclaro. Ovviamente siamo talmente abituati alla presenza delle Scuole da considerare la loro azione come una routine e darla per scontata – Comici, Finocchiaro, Pacifico, Città di Trieste, Arrampicata in età evolutiva, Sci CAI e mettiamo anche a buon titolo i corsi del TAM. Non riflettiamo mai abbastanza sul fatto che è un piccolo miracolo, rinnovantesi da decenni, che in una città (diciamo Trieste come in altre mille) ci sia una realtà (diciamo la SAG come altre mille) che metta anno dopo anno, sistematica- mente, a disposizione del pubblico e dei giovani, professionalità testate ufficialmente (eccome!), disponibilità, passione, entusiasmo per trasmettere competenze a chi lo richieda. E a vederla dalla parte dell’utente, a pensarci bene appare altrettanto stra- ordinario che chi desideri acquisire una competenza non banale, come il muoversi in sicurezza, efficienza e soddisfazione in ambienti non facili, poco favorevoli e spesso severi, debba solo riempire e firmare un modulo, informarsi sugli appuntamenti e versare una somma non esosa; oltre naturalmente rispondere con impegno, dispo- nibilità ed entusiasmo. Naturalmente una scuola del CAI è molto più di un asettico canale attraverso cui passano competenze tecniche da un soggetto (l’istruttore) a un altro (l’allievo); que- sto numero di “Alpi Giulie” sta a testimoniare e a dimostrare cosa ci sia sotto e oltre la mission formale e dichiarata della Comici. Nella presentazione generale di “Alpi Giu- lie” voglio sottolineare proprio questo, che le Scuole della SAG sono altrettante porte aperte su Trieste e per Trieste, attraverso le quali passano il dialogo, le aspirazioni e la vita fra la SAG e la città e cioè quello che intendiamo per cultura, ovvero, gli strumenti privilegiati che ogni associazione volontaristica (oggi si dice no profit), che si occupi di roccia e grotte come di arte, o di teatro o di assistenza, mette in campo, per offrire un servizio a una realtà più ampia. Bene, questo rapporto è ben vivo e dura, nel caso della Comici, da 90 anni. E mi piace pensare che l’ultimo Gruppo nato con felice intuizione nella famiglia della SAG – i Corsari delle Giulie – in definitiva costituisca la formalizzazione di un fenomeno che avviene da sempre, ancorché non sancito ufficialmente, cioè l’integrazione di tanti allievi nel tessuto della SAG, a dimostrazione che quelle porte sono ben aperte e il 7 flusso scorre bene nei due sensi, servizio e competenze in un verso, nuove energie e apporti originali nell’altro. Dal macro al micro, partendo dall’esperienza personale. Si diceva che “scuola”, anche nel linguaggio corrente, non è solo una struttura deputata alla trasmissione di competenze tecniche, come “maestro” non è solo un esperto o una figura professio- nale. Ma “scuola” è l’ambito in cui cresce una cultura comune a coloro che ne fanno parte e “maestro” è colui che favorisce questa crescita. Ebbene, se devo andare ai miei ricordi di giovane allievo del 1977, la parte più intrigante e sorprendente di que- sta cultura, la grande lezione e il valore più duraturo che mi hanno lasciato la Comici è avermi insegnato e fatto sperimentare in concreto la responsabilità: quella verso noi stessi, e quella verso gli altri; e che gli errori si pagano, in parete come nella vita. Ogni scuola forma uomini, prima di formare esperti. Legarsi, arrampicare assicurati dal compagno, assicurarlo, o anche tenere umilmente il copertone che vola sopra l’imbocco della galleria (le famose “prove di assicurazione dinamica”!), tutto questo fa crescere il giovane allievo in una misura e dimensione che non conosciamo, ma che va al di là del fatto che diventi o meno un forte arrampicatore. E nella società del disimpegno, scusate se è poco. Allora auguri, Scuola Comici, auguri per i tuoi primi 90 anni e grazie a tutti quelli che a ogni stagione rinnovano e incarnano questa tradizione di “scuola” non solo di roccia, auguri per la tua missione mai finita di formare ragazzi, alpinisti, uomini e cittadini migliori. “Le famose prove di assicurazione dinamica” a Trieste si effettuavano in Ferrovia. Poi l’accentramento della prova alla Torre di Padova, presso il Centro studi materiali del CAI. L’idea originaria era: insegnare oggi a tenere un copertone per tenere, domani un compagno che vola. L’attenzione “rosandriana” di Comici a fare Scuola. Poi il cosa lo decide il tempo, il resto gli uomini. 8 …e qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure F. De Gregori Una ricorrenza può essere detta in molti modi: come realizzazione di finalità, come persistenza di valori, come cronologia di eventi, come sequenza del comparire e del- lo scomparire, come lotta contro le difficoltà e le contingenze, come scontro tra buoni e cattivi, tra giovani e anziani. Ma la ricorrenza richiede un percorso che mette alla prova idee e interpretazioni. Chiaramente più fonti, più documenti sono disponibili più le monoliticità interpretati- ve si sgretolano per far apparire il reale con la sua spietata complessità. Visto che si parlerà di scuola voglio sottolineare il ruolo pedagogico della do- cumentazione e come la struttura del pensiero sia fragile quando il contenuto do- cumentale si fa carente. Come accade nei responsi degli oracoli, quando una fonte diventa La Fonte, un’opinione ambigua diventa Verità. Macbeth e foresta di Birnam insegnano. È meglio complicarsi la vita attingendo a più fonti che slogarsi il pensiero attraverso gli slogan. Ho potuto scegliere la più complicata delle due alternative. Di questa esperienza son debitore all’Alpina delle Giulie e in particolare al bibliotecario, non perché un ringraziamento non si rifiuta a nessuno ma per il suo ultra-cinquantennale paziente, silenzioso lavoro di conservazione documentale che spesso diventa lotta per difen- dere gli spazi necessari alla conservazione del materiale. E questo per rendere possi- bili ricerche più documentate dove il suo nome non apparirà mai. Flavio Ghio 9 INTRODUZIONE n viaggio nel tempo, per rimanere viaggio, non dovrebbe schiantarsi Usugli scogli delle idee consolidate, sugli slogan ripetuti, sulle formule sempre vere. Non irrigidire il passato è una forma di rispetto per il passato e per la vita che lo ha attraversato; è un omaggio al tempo che ci offre la possibilità di assistere al cambiamento e rende bello e attraente il compito di raccontarlo. La Scuola Nazionale di Alpinismo Emilio Comici compie novant’anni. La denominazione risale al 1940. Dopo il tragico incidente del cordino accaduto a Comici in Vallunga, gli istruttori della scuola, dopo lo sconcerto iniziale, vollero dedicargli l’opera di cui era stato promotore e portaban- Emilio Comici, l’icona della Scuola. Forse la prima pop star dell’alpinismo. Tantissimo fotografato, raccon- tato e manipolato.
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    HANS KRAUS 1906-1996 Dr. Hans Kraus died on March 5, 1996, in his home in New York City. He had been a mem­ ber of the Club for 55 years. He was best known in the climbing world for his pioneering efforts in developing the Shawangunks. He also made early trips to the Wind Rivers, the Tetons and the Bugaboos. Bom in Trieste, Italy, he graduated from the University of Vienna Medical School in 1929 and emigrated to this country in 1938. Introduced to climbing by his father at a very early age, he was closely associated with two of the leading Italian climbers of their respective generations, Emilio Comici and Gino Solda. Having climbed with these outstanding climbers in the Dolomites, he was trained in the use of double rope and artificial aid and introduced these tech­ niques to the eastern climbing community after his arrival in the U.S. Shortly after he came to New York City, he met with the late Fritz Wiessner, an Honorary Member of The American Alpine Cub. Wiessner had recently “discovered” the “Gunks” and the two began a partnership and friendship that lasted for generations. Kraus, living in New York City, was the leading developer in the development of the ‘Gunks from before WW II until the mid ‘50s. He did High Exposure and the Directissima. Although High Exposure is now rated 5.6, it was an extremely bold lead when first done by Kraus, armed with a hemp rope and what today we would consider to be very primitive pitons. On the original ascent he placed three pins on the top pitch.
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