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Timbro usato per le delibere del Decurionato di Stornarella, divenuto logo delle manifestazioni per il bicentenario del Comune REGIONE PUGLIA SETTORE DIRITTO ALLO STUDIO AMMINISTRAZIONE COMUNALE STORNARELLA Stornarella Immagini ricordi e storia di un paese a cura di Antonietta Ruggieri Seconda edizione Cerignola Centro Regionale di Servizi Educativi e Culturali 2008 Stornarella : immagini ricordi e storia di un paese. 2. ed. / a cura di Antonietta Ruggieri. Cerignola : Centro regionale di servizi educativi e culturali, 2008. 119 p. : ill. ; 21 x 23 cm. (La città ; 12). In testa al front.: Regione Puglia, Settore Diritto allo Studio. Amministrazione comunale Stornarella. 1. Stornarella-Fotografie 2. Stornarella-Vita sociale I. Ruggieri, Antonietta 779 Progetto grafico, impaginazione e cura editoriale: Nicola Pergola Impianti e stampa: L’Editrice, Foggia Questo volume viene riedito nell’ambito delle iniziative per il bicen- tenario del Comune di Stornarella, coordinate dal comitato composto dai signori: Giuseppe Acella Aldo Brancone Arcangelo Colangiuolo Michela Costa Anna Fiorilli Franco Luce Giuseppe Luce Giuditta Martino Antonietta Ruggieri Parte della documentazione fotografica proviene dalla mostra Luoghi e memorie, tenutasi nel 1989 e patrocinata dal Comune di Stornarella 4 Non è la prima volta – e speriamo nemmeno Se, a distanza di quasi vent’anni, ripubblichia- l’ultima – che proviamo a raccontare le tante “storie” mo questa ricerca di Antonietta Ruggieri, è evidente delle nostre città: utilizzando strumenti che, un tempo che crediamo in questo tentativo di fare storia “dal inconsueti, sono da tempo i “ferri del mestiere” degli basso”. storici di professione. Un tentativo che privilegia la storia “minore”, Utilizzando cioè la storia dell’alimentazione e la storia “non scritta” delle nostre piccole realtà, su quella delle malattie, il vissuto quotidiano e la cultura cui è sceso il silenzio semplicemente perché su di materiale, le tradizioni popolari e la dimensione re- esse la storia “ufficiale” non ha ritenuto di dover ligiosa, le fonti orali e il documento fotografico, per indagare. investigare un passato “prossimo” che ci appartiene, Eccoci così, ancora una volta, tutti impegnati in e per scoprire – come sottolinea Guido D’Agostino un progetto corale che si prefigge di scriverla questa negli atti del convegno I metodi della ricerca storica “piccola storia”: raccontando le condizioni di vita (Cerignola 1987) – “quanto passato c’è dentro il dei nostri progenitori, documentando le fasi di fati- presente”, e quanto possa poi condizionarlo. cosa crescita della città, rivisitando le consuetudini Vedremo così – nell’allestimento del Parco della matrimoniali e quelle funebri, ripercorrendo le più Rimembranza – piantare un albero per ogni caduto, diffuse pratiche devozionali. e vedremo i Decurioni alle prese con fave e ceci per Abbiamo raccolto ricordi e testimonianze, ab- esprimere il loro voto; vedremo una colorita squadra biamo fruttuosamente armeggiato con gli album che di venditori ambulanti in azione, e l’“avveniristica” custodiscono gelosamente le foto di famiglia; e sulla illuminazione pubblica ad acetilene; assisteremo al scia di questa esperienza il progetto “Bibliopolis” ha “miracolo” dell’arrivo dell’acqua, e ci stupiremo delle poi avviato una raccolta sistematica delle immagini “grotte”; scopriremo le regole che governavano la sulla città. preparazione del pranzo funebre ovvero quella del Abbiamo purtroppo anche registrato altre ingiu- corredo nuziale; rivivremo i riti della Settimana Santa rie del tempo, che hanno cancellato una parte signi- e quelli legati alla Madonna nera dell’Incoronata. ficativa del nostro piccolo patrimonio iconografico: E proveremo ancora una volta che Stornarella ma questo sarà per noi solo un ulteriore stimolo ad non è una città senza storia, e non è neppure una città operare per tempo perché la memoria non vada mai senza memoria. più perduta. Nicola Pergola Vito Monaco responsabile del CRSEC sindaco di Stornarella 5 Ringraziamo vivamente, per il contributo dato alla ricerca, i signori don Felice Bruno, Mariangela Ciccone, Enza Costa, Angela Potenza, Antonio e Angela Somma. Ricordiamo con simpatia Pasquale Buono, Serafina Cappiello, Luigi De Angelis, Anna Frisani, Pietro Grillo, Ignazio Moscaritoli, Antonio Ruggieri, Alfredo e Filomena Ruggiero, Franco ed Ermelinda Sarcina, Severina e Rosaria Stafano, Michele Zagaria, che hanno supportato questo lavoro con informazioni e documenti. Ringraziamo, per i documenti fotografici, Loredana Cappiello, Celeste Caprera, Francesco Ciccone, Arcangelo Colangiuolo, Angela e Giovanni Croce, Angela e Salvatore Curci, Angela e Milena De Finis, Antonio De Finis, Ma- ristella De Finis, Mauro e Laura De Finis, Rosa Di Chiara, Francesco Di Feo, Cosimo Dilaurenzo, Eva Fede, Anna Fiorilli, Michele Golia, Nina e Vincenzo Lusuriello, Filomena Monaco, Maria, Michelina e Rosaria Monaco, Maria e Teresa Picca, Franco Rivellino, Ada Ruggieri, Gerardo, Giuseppe, Luigi e Mario Ruggieri, Veronica Ruggiero, Rosaria Sarcina, Iolanda Tummolo, Nenella Tum- molo. Grazie infine al personale dell’Ufficio Tecnico del Comune di Stornarella, ad Antonio Tummolo addetto all’archivio, e al bibliotecario Giuseppe Luce. Nella trascrizione dei termini e delle espressioni dialettali è stato utilizzato un alfabeto fonetico semplificato che, tuttavia, restituisce con buona approssima- zione i suoni linguistici originari, e le cui regole essenziali sono le seguenti: • la e di corpo minore è muta come in grotte • la å esprime la a velarizzata di parole come påne • la ü esprime la u turbata di parole come lüpe L’abitato Le prime indicazioni sull’esistenza di una piccola cappella, costruita in zona masseria di Stornarella ad opera dei Gesuiti del Collegio Romano, risalgono al 1600. A seguito della cacciata dei Gesuiti, la chiesa, divenuta parrocchia nel 1774, fu asse- gnata alla diocesi di Ascoli Satriano. Nella chiesa si celebrava la sola messa, e mancavano il ciborio, il fonte battesimale, il presbiterio e la sagrestia; inoltre la costruzione aveva bisogno di varie e continue riparazioni. Infatti nel 1826 fu necessario chiedere aiuti finan- ziari al re, poiché né la popolazione né il bilancio comunale potevano permettersi di sostenere spese. La chiesa rimase in uno stato di abbandono sino al 1829 circa, allorché un gruppo di abitanti con uno slancio spontaneo decise di affrontare i primi lavori di restauro che, per vari motivi, erano stati nel corso degli anni iniziati ma subito interrotti. L’impresa che portò a termine il restauro e l’ampliamento della chiesa fu quella del- l’appaltatore Giuseppe Petrosillo di Foggia. L’inaugurazione avvenne il 12 giugno 1836: il vescovo mons. Francesco Iavarone consacrò la chiesa e l’altare dove celebrò la messa. Fra gli oggetti presenti, elencati in un inventario redatto nel 1831 dall’arciprete Giovanni Montemarano, troviamo: Una pianeta con le rispettive tonicelle fiorite con fondo bianco ... Una pianeta negra consumata ... Un’Ombrello insignificante per l’accompagnamento del S:° Viatico ... Due Pisside, una grande, ed una piccola con piedi di ottone indorati. Uno incensiere d’argento colla rispettiva navetta. Uno sicchietto d’argento coll’aspersorio di foglio di ottone. Due corone d’argento, una grande, ed una piccola per la statua di Santa Maria della Stella. Una collana d’oro, ed un paio di orecchini d’oro con pietre anche di detta Protettrice S: Maria della Stella. Un paio di orecchini d’oro con tre anelli di S: Maria del Carmine. Un diadema d’argento con canna simile pel Protettore S: Francesco di Paola. Una sfera piccola intiera d’argento per l’esposizione del SS:° Venerabile. Da allora, la costruzione esterna e quella interna della chiesa hanno subito alcuni interventi: oltre lavori di ripristino e dipintura, attorno al 1971 sono stati abbattuti il pulpito, poiché inutilizzato, e la balaustra centrale. 8 Anni 60. Interno della Chiesa Beata Vergine Maria della Stella Anni 60. Interno della chiesa Beata Vergine Maria della Stella 9 Accanto all’antica chiesetta si trovava il cimitero. Scrive don Michele Pistillo Si accedeva da una scala di pietra che immetteva in una stanza interrata di solida costruzione, intonacata e imbiancata. Dietro questa stanza nella quale venivano deposti i cadaveri chiusi in casse, vi era una fossa coperta in mura- tura a forma di imbuto con buco terminale che serviva da ossario. Quando col tempo anche questo unico ossario si riempì, vennero adibite all’uopo altre fosse naturali ... Il tutto venne colmato e chiuso nel 1837-38 con l’entrata in esercizio del nuovo cimitero.1 A seguito degli ampliamenti e delle ristrutturazioni della costruzione primitiva della chiesa, le fosse cimiteriali vennero a trovarsi proprio nei sotterranei della costruzione attuale. Negli anni successivi all’ultima guerra il parroco di Stornarella, lo stesso Pistillo della citazione, decise di sistemare la chiesa e rifare la vecchia pavimentazione. Nel corso dei lavori, accanto all’altare di san Michele il pavimento sprofondò. La buca fu allargata e il parroco, assieme al geometra De Finis, scese con delle candele per l’antica scaletta venuta alla luce. Ovviamente lo spettacolo fu desolante: furono trovati scheletri alla rinfusa e casse mortuarie accatastate. Per motivi tecnici si decise di richiudere la buca; ma, come sotto- lineava don Michele, quello che allora non fu possibile diventa una consolante realtà oggi.2 Da qualche anno, infatti, è possibile a chiunque scendere per quella scaletta e accedere agli antichi sotterranei ripuliti e sistemati.