L'archivio Dei Doria Di Montaldeo
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QUADERNI DEL CENTRO DI STUDI E DOCUMENTAZIONE DI STORIA ECONOMICA «A RCHIVIO DORIA » I L’Archivio dei Doria di Montaldeo Registri contabili, manoscritti genealogici e pergamene a cura di LIANA SAGINATI Genova 2004 Presentazione Il patrimonio storico genovese è per molti aspetti visibile e fruibile dalla collettività e dagli studiosi, ma grandi tesori documentari sono an- cora poco noti o addirittura nascosti, sia in sedi istituzionali che in contesti privati. È da salutare quindi con grande interesse ogni circostanza ed ogni mezzo che introduce una migliore conoscenza di questa ricchezza. Questo volume si propone come il primo atto di un processo che vuole allargare ad un numero sempre maggiore di utenti la possibilità di indagine storica su un segmento del nostro passato costituito dalle vicende politiche, sociali ed economiche di un prestigioso gruppo familiare. Le manifestazioni per Genova 2004, città europea della cultura, so- no sembrate l’occasione opportuna per aggiungere un tassello ad un quadro che si sta componendo intorno alla storia delle grandi famiglie aristocrati- che genovesi. Nello stesso tempo, il volume vuole essere l’espressione della gratitudi- ne che la Facoltà di Economia e l’Ateneo genovese vogliono testimoniare a chi, con grande generosità, ha voluto metterci a disposizione questa ric- chezza documentaria. L’augurio è anche quello che il patrimonio che il Centro di studi possa essere ulteriormente incrementato da chi vorrà se- guire con altri lasciti questo illuminato esempio. Paola Massa Professore ordinario di Storia economica Preside della Facoltà di Economia Genova, maggio 2004 Introduzione UN ARCHIVIO PER LA STORIA ECONOMICA « Il signor Giorgio Doria dichiara di donare come irrevocabilmente dona all’Istituto di Storia Economica dell’Università degli Studi di Genova - Facoltà di Economia e Commercio: l’Archivio di Famiglia della Nobile Famiglia Do- ria, già attualmente ordinato, raccolto e custodito nei locali dell’Istituto di Storia Economica ». Il brano citato è tratto dall’atto, rogato nel 1965, con cui si costi- tuiva il Centro di documentazione presso la Facoltà di Economia, che prende il nome proprio da questo primo cospicuo dono. Nel giro di po- chi anni si sono aggiunti ad esso altri versamenti: il fondo Salvago Raggi, consegnato in comodato dalla marchesa Camilla Salvago Raggi nel maggio 1970 e, a breve distanza, il fondo Grendi, donato dal prof. Edoardo Grendi. Recentemente è stata depositata anche la documentazione atti- nente la Scuola Superiore di Commercio di Genova, dalla sua costitu- zione, avvenuta alla fine del XIX secolo, fino al 1935. Attualmente, all’interno del DIEM (Dipartimento di Economia e Metodi quantitativi) in cui è confluito l’Istituto di Storia Economica, è in attività « l’Archivio Doria - Centro di studio e documentazione di Storia economica », istituito ai sensi del D.P.R. 11.7.1980 n. 382, retto in base a proprio Statuto. La nuova sede della Facoltà in Darsena ha for- nito una sistemazione ottimale per la conservazione dei documenti e per la loro fruizione da parte degli studiosi. Va, infatti, ricordato che la collocazione in un contesto universitario della ricca documentazione di uno dei più cospicui archivi privati aperti al pubblico, fa sì che l’Archivio Doria unisca alla funzione di contenitore di documenti al servizio degli studiosi quella di materiale didattico di alto livello a disposizione dei docenti e degli studenti dell’Ateneo genovese. Per agevolare la consultazione e lo studio dei documenti, da qual- che anno si è dato inizio alla stesura di nuovi inventari particolareggiati e all’informatizzazione dei dati, cominciando dal fondo Doria, costi- tuito da circa tremila unità archivistiche, e precisamente: 1460 registri contenenti scritture contabili e scartafacci di fiera, vari manoscritti di genealogie e notizie storiche relative alla nobiltà genovese, un migliaio di fascicoli a stampa e manoscritti di carattere legale, 600 scatole di filze e pacchi di lettere e di documenti di famiglia, nonché una ventina di pergamene. X Archivio Doria Da questo breve cenno appare subito l’ampiezza e la varietà della documentazione del fondo, tipica di un archivio di una famiglia patrizia. Questa tipologia di archivi privati riveste particolare interesse in Italia, perché spesso le vicende delle famiglie nobili si sono intrecciate indis- solubilmente con la storia dei luoghi su cui estendevano la loro influenza, al punto da conservare talora anche carte relative alle funzioni di governo esercitate dai loro membri, nonché archivi di altre famiglie unitesi ad esse in conseguenza di matrimoni ed eredità. A Genova gli archivi di famiglia presentano un ulteriore interesse, perché contengono sia documenti d’impresa, dal momento che i nobili genovesi non hanno mai disdegnato gli affari, sia documenti relativi all’amministrazione di feudi, preziosi non solo per la storia economica ma anche per quella politica e sociale. L’archivio Doria conserva, racchiusa nelle sue carte, la storia di una famiglia che si è conservata viva e vitale dal XV secolo ai giorni nostri, con le sue vicende intrinseche di nascite e morti, alleanze matrimoniali ben assortite, affari condotti con perizia e lungimiranza, insieme ad echi della vita politica della Repubblica di Genova, sempre presente negli in- teressi dei capifamiglia, e alle vicende di un piccolo feudo, che collegava in qualche modo la vita della “Famiglia” a quella di molte altre famiglie di agricoltori e di piccoli borghesi ad essa indissolubilmente legate. Le vicende dei Doria di Montaldeo, inoltre, tra la fine del Cinque- cento e la prima metà del Settecento si sono intrecciate, attraverso le- gami matrimoniali, alle nobili famiglie genovesi dei Di Negro, dei De Mari, dei Gentile e degli Spinola detti di Vergagni. La successiva estin- zione di alcuni rami di queste casate ha fatto sì che una parte dei loro archivi pervenisse per eredità o ad altro titolo ai Doria, e finisse mesco- lata alle loro carte in modo talora non facilmente districabile. Quando l’Archivio Doria è pervenuto alla Facoltà di Economia, che all’epoca aveva sede in via Bertani, il materiale documentario è stato og- getto di un primo sommario riordinamento e, dopo la stesura di un in- ventario, prescritto in queste occasioni dalla legge, è stato riposto in scatole per assicurarne una buona conservazione. Questo inventario, che per anni ha peraltro rappresentato un utile strumento per la con- sultazione, è assolutamente inadeguato a fornire una visione complessi- va della ricchezza e della varietà della documentazione conservata nell’Archivio: dopo un’elencazione dei registri abbastanza particolareg- giata, anche se non immune da gravi pecche, l’estensore, spaventato dalla notevole quantità dei documenti in filze o sciolti che rimanevano, Un Archivio per la Storia Economica XI si è limitato ad enumerare le scatole che li contenevano con le generiche indicazioni di “Atti processuali”, per le prime ventotto, e di “Atti vari” per le altre. Quando si è deciso di dotare l’“Archivio Doria” di una schedatura informatica e, poi, di dare inizio ad una serie di cataloghi a stampa, co- minciare il lavoro, – che si presentava lungo e arduo – con la schedatura delle scritture contabili della famiglia Doria, procedendo lungo la strada tracciata a suo tempo dal catalogo iniziale, è parsa una scelta quasi ob- bligata. Si è così iniziato lo studio dei 1460 registri che coprono un lungo arco di tempo, dal quindicesimo al ventesimo secolo, e sono appartenuti non solo ai Doria ma anche alle altre famiglie a loro collegate. Separati dalla grande mole delle carte sciolte al momento della donazione, se non prima, i registri sono contrassegnati con un numero progressivo im- presso con un grosso timbro a inchiostro sulla legatura e sul frontespi- zio, numero corrispondente all’inventario predetto. Al momento di procedere ad una schedatura più scientificamente accurata, è sorto il problema di razionalizzare l’elenco, riunendo tutti i registri di ogni intestatario e procedendo, per quanto possibile, in ordine cronologico. Nel corso del lavoro, però, si sono evidenziati numerosi problemi, come i timbri già esistenti di notevole impatto e impossibili da cancellare, la necessità di armonizzare serie e datazioni, ecc., che, alla fine, hanno indotto a intervenire con maggior cautela nello spostamento delle unità archivistiche prese in esame. Si dovrà, pertanto, attribuire a questa scelta conservativa il fatto che la serie presenti tuttora delle incongruenze – tuttavia facilmente supera- bili con un po’ di attenzione – e che faccia precedere al gruppo più con- sistente e più esteso nel tempo dei registri Doria, quelli più esigui delle altre famiglie. Non va inoltre dimenticato che la serie dei registri abbraccia un lungo arco di tempo (almeno cinque secoli) e che in questo periodo le regole della contabilità hanno subito un’inevitabile evoluzione, creando il problema della terminologia da usare per classificare i vari tipi di regi- stri. Questi si presentano con una varietà incredibile di tipologie, dovuta anche al fatto che, trattandosi di una contabilità familiare, non esisteva- no precisi canoni a cui attenersi, come avveniva invece per i libri di scrittura degli uffici pubblici. È risultato quindi necessario scegliere tra il rinchiudere la maggior parte dei registri in rigidi schemi, usando una ristretta terminologia applicata a tutte le epoche e a tutti i diversi casi, XII Archivio Doria oppure cercare di fotografare le diverse realtà contabili usando una vasta gamma di definizioni, che ne rendesse immediatamente percepibile la grande ricchezza. Alla scelta di quest’ultima opzione si deve il fatto che, in certi casi, accanto a libri mastri e giornali compaiano, per gli stessi anni, notulari, brogliacci, ecc., per indicare la varietà dei libri contabili all’epoca usati. Cinque secoli non sono trascorsi senza evoluzione storica, anche se la famiglia Doria e i suoi documenti sembrano, a prima vista, non averne subito il devastante impatto. L’alternarsi ininterrottamente degli stessi nomi dei titolari (Giorgio e Ambrogio), la persistenza degli stessi am- biti territoriali e degli stessi interessi economici, sembrano conservare immutato il panorama nonostante lo scorrere del tempo.