Relazione Tecnica Azioni A3-A4 Luglio 2012
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Progetto IBRIWOLF – Relazione Tecnica Azioni A3-A4 Luglio 2012 Progetto LIFE10NAT/IT/265 IBRIWOLF RELAZIONE TECNICA AZIONI A3 - A4 Lorenzo Mangi, Elisabetta Tosoni, Monica Masi Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin” Università di Roma “La Sapienza” Luglio 2012 11 Progetto IBRIWOLF – Relazione Tecnica Azioni A3-A4 Luglio 2012 INDICE 1. INTRODUZIONE …………………………………………………………………………………………………… 3 2. METODI ………………………………………………………………………………………………………………. 4 2.1 CAMPIONAMENTO GENETICO ………………………………………………………………………… 4 2.2 MONITORAGGIO FOTOGRAFICO …………………………………………………………………….. 9 2.3 DANNI SEGNALATI …………………………………………………………………………………………. 11 3. RISULTATI …………………………………………………………………………………………………………… 12 3.1 CAMPIONAMENTO GENETICO ………………………………………………………………………… 12 3.1.1 REPERTI BIOLOGICI RACCOLTI DA RESTI DI PRESUNTI LUPI, IBRIDI O CANI……………..15 3.2 MONITORAGGIO FOTOGRAFICO ………………………………………………………………….18 3.3 DANNI SEGNALATI ……………………………………………………………………………………….24 4. DISCUSSIONE ………………………………………………………………………………………………………… 25 22 Progetto IBRIWOLF – Relazione Tecnica Azioni A3-A4 Luglio 2012 1. INTRODUZIONE Una delle principali minacce per la conservazione del lupo è rappresentata dal problema dell'ibridazione con il cane domestico. Questo fenomeno sembra essere in aumento alla luce delle evidenze raccolte negli ultimi anni a livello nazionale, con punte di criticità più preoccupanti in regioni che presentano aree “marginali” rispetto all'areale attuale del lupo (Relazione Tecnica “Ibridazione con il cane come minaccia per la conservazione del lupo: status delle conoscenze e criteri per l’identificazione degli ibridi”, Ciucci 2012). Queste zone sono infatti caratterizzate da una elevata densità antropica e da una maggiore lontananza dai comprensori più idonei per la sopravvivenza del predatore, tutte condizioni che possono favorire il fenomeno dell'ibridazione tra lupo e cane. Inoltre la presenza dell'uomo determina una maggiore densità di cani vaganti, unitamente ad una rarefazione della presenza del lupo a causa della persecuzione antropica. Spesso il conflitto con la zootecnia è il movente di episodi di bracconaggio che inducono pesanti perturbazioni sulla struttura dei nuclei sociali di lupi, con la conseguenza che in queste aree aumenta la probabilità che vi gravitino esemplari solitari piuttosto che branchi. Oltretutto la distanza dalle zone di presenza stabile del predatore, come possono essere le dorsali appenniniche o alpine, rende meno probabile che esemplari erratici arrivino a colonizzare i settori distali dall'areale della specie. Un contesto ecologico di questo tipo aumenta la probabilità che si verifichino incroci misti lupo/cane nelle aree marginali in quanto una bassa densità di lupi congiuntamente ad un elevato numero di cani vaganti sono fattori che favoriscono il tasso d'incontro tra le due forme. Data l'elevata affinità genetica tra lupi e cani gli accoppiamenti sono possibili e generano ibridi fertili. Potenzialmente questi ibridi potrebbero incrociarsi con esemplari appartenenti alle popolazioni parentali (lupi o cani) o con altri ibridi, producendo comunque individui di origine mista di seconda generazione e successive. Lo scenario più allarmante, quello dell'ibridazione con introgressione, è rappresentato dall'accoppiamento di ibridi con lupi, in cui geni di origine canina vengono trasmessi al pool genico della popolazione lupina. Se questo processo fosse esteso e persistente si rischierebbe un completo rimescolamento di complessi genici di cani e lupi, con possibili alterazioni comportamentali, morfologiche, fisiologiche tali da mettere a repentaglio la 33 Progetto IBRIWOLF – Relazione Tecnica Azioni A3-A4 Luglio 2012 vitalità della popolazione italiana di lupo. Pertanto gli ibridi cane/lupo, oltre a rappresentare dei potenziali competitori, costituiscono una seria minaccia per l'identità genetica del lupo. In questo contesto nasce il Progetto LIFE "IBRIWOLF", finalizzato alla attuazione di "azioni pilota per la riduzione della perdita del patrimonio genetico del lupo in Italia centrale". L’obiettivo principale del progetto, oltre a promuovere la sensibilizzazione dell'opinione pubblica e dei soggetti istituzionali sulle problematiche dirette e indirette generate dal fenomeno dell'ibridazione lupo-cane, risiede nelle azioni incentrate sulla cattura e rimozione degli ibridi e dei cani vaganti. In questa prospettiva il progetto ha previsto una fase preliminare di monitoraggio della presenza di lupi/cani/ibridi in due aree campione (Azione A3), oltre che dell'intera Provincia di Grosseto (Azione A4), attraverso l’applicazione di due tecniche complementari, ovvero la raccolta di campioni genetici ed il monitoraggio fotografico. Le informazioni ottenute nel corso della fase di monitoraggio costituiscono la base conoscitiva per impostare l’attività di cattura degli ibridi e dei cani vaganti all’interno dell’area di studio (Azioni C1 e C2), che verrà effettuata al termine delle attività di monitoraggio. L'azione A3 si è sviluppata principalmente nel Parco Regionale della Maremma e sul Monte Amiata, zone dove in passato sono stati raccolte evidenze di presenza di ibridi e quindi maggiormente idonee alla tipizzazione genetica e fenotipica degli esemplari campionati. Nel resto della Provincia di Grosseto (Azione A4) l'obiettivo delle attività è consistito nella valutazione, in termini relativi, della presenza di lupi/cani/ibridi sul territorio. Ad oggi sia le analisi genetiche che fenotipiche sono in corso di valutazione, pertanto dettagli più aggiornato in merito ai risultati di tali analisi verranno forniti successivamente. Per quanto riguarda le analisi preliminari degli aspetti morfologici degli esemplari osservati si è fatto riferimento alla Relazione Tecnica “Ibridazione con il cane come minaccia per la conservazione del lupo: status delle conoscenze e criteri per l’identificazione degli ibridi”, Ciucci 2012, prodotta nell'ambito dell'azione A2. 2. METODI 2.1 CAMPIONAMENTO GENETICO Il campionamento genetico dei lupi/ibridi è stato effettuato attraverso la raccolta di campioni di resti biologici sull'intero territorio d'interesse (Provincia di Grosseto) e aree periferiche, tramite il 44 Progetto IBRIWOLF – Relazione Tecnica Azioni A3-A4 Luglio 2012 recupero di reperti su carcasse di animali trovati morti (muscolo-pelo-pelle-ossa) o la raccolta di frammenti di resti fecali rilevati sul campo (Figura 1). Figura 1. Escremento di lupo/ibrido. Progetto LIFE IBRIWOLF (Gennaio-Giugno 2012). Per la ricerca di escrementi idonei alle analisi genetiche sono stati definiti dei circuiti (transetti) tali da coprire le zone ritenute più idonee per la presenza dei predatori. I transetti sono stati tracciati lungo strade sterrate, sentieri e mulattiere; tutte vie di comunicazione potenzialmente utilizzabili dagli esemplari studiati negli spostamenti sul loro territorio. I circuiti sono stati percorsi opportunisticamente con una cadenza variabile (circa 1-2 volte al mese) in base ai progressivi risultati delle attività di monitoraggio, in funzione della massimizzazione della raccolta di reperti da inviare in laboratorio. Per selezionare i settori territoriali più idonei alla presenza di lupi/ibridi, dove poi ideare i percorsi a piedi, è stata esaminata nel dettaglio la cartografia disponibile 55 Progetto IBRIWOLF – Relazione Tecnica Azioni A3-A4 Luglio 2012 dell'area di studio (IGM e CTR ecc.) al fine di valutarne principalmente le caratteristiche topografiche e la presenza o meno di aree soggette a prelievo venatorio. Le zone individuate sono state successivamente perlustrate in automobile attraverso la rete di strade asfaltate e sterrate, alla ricerca di segni di presenza (fatte, animali predati ecc.) indicatori di una possibile stabile presenza di lupi e/o ibridi. L'attenzione degli operatori è stata rivolta verso i potenziali siti di marcatura individuati lungo i tragitti veicolari, in particolare gli incroci di strade e sentieri e i valichi. Una volta rilevati dei punti di marcatura, questi sono stati controllati periodicamente, anche in funzione di altre attività di campo (foto-trappolamento), alla ricerca di resti fecali freschi. Complessivamente sono state individuate 11 aree di monitoraggio per una copertura complessiva di circa il 30-40% del territorio provinciale. Oltre alle 2 zone già interessate dall’azione A3, ovvero il Parco Regionale della Maremma e la zona del Monte Amiata (Vivo d'Orcia, Arcidosso, S.Fiora, Abbadia S.Salvatore), sono stati selezionati altri 9 comprensori nella Provincia di Grosseto, in particolare (Fig. 2): Belagaio – Situato nella Riserva del Farma compresa tra i centri abitati di Casale di Pari, Roccastrada e Monticiano; Marsiliana – Localizzato nell'omonima tenuta di caccia (Marsiliana-Vallerana- Capalbio); Massa Marittima – Compreso tra i centri di Massa Marittima, Montieri, Monterotondo, Suvereto e Follonica; Montauto- Nell'area limitrofa alla discarica di Montauto (sud della Provincia); M.te Bottigli – Aree di pertinenza del Monte Bottigli (Montiano-Motorgiali- Rispescia); Penna – Nelle Riserve Naturali del M.te Penna e Pigelleto e aree limitrofe (Sorano- Sovana-S.Fiora-Piancastagnaio-Castell'Azzara); Rocconi – Oasi di Rocconi e aree limitrofe (Roccalbegna-Sempronioano-S.Martino sul Fiora-Montemerano-Scansano); Rosaio-Leoni – Zona compresa tra i Monti Rosaio e Leoni (Paganico-Campagnatico- Arcille-Roselle-Montepescali-Sticciano Scalo); Stribugliano – Area del paese di Strbugliano e zone limitrofe (Arcidosso-Cinigiano- Roccalbegna). 66 Progetto IBRIWOLF – Relazione Tecnica Azioni A3-A4 Luglio