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Sandro Volpe 1film00 2002-2004

Edizioni ETS testo_ok 10-12-2004 9:51 Pagina 4

Questo volume viene pubblicato con il consenso del quotidiano «la Repubblica»

Edizione fuori commercio

© Copyright 2004 EDIZIONI ETS Piazza Carrara, 16-19, I-56126 Pisa [email protected] www.edizioniets.com

Distribuzione PDE, Via Tevere 54, I-50019 Sesto Fiorentino [Firenze]

ISBN 88-467-1143-2 testo_ok 10-12-2004 9:51 Pagina 5

Premessa

Questo volume raccoglie cento brevi articoli apparsi sull’edizione di Paler- mo del quotidiano «la Repubblica» tra il settembre del 2002 e il novembre del 2004: una piccola rubrica, il giovedì, per parlare di un film scelto tra quelli in programmazione. Cento recensioni? Ho una certa riluttanza a im- piegare il termine abituale, e non solo per l’esiguità dello spazio a disposi- zione, imposta dal contenitore settimanale: un limite, del resto, percepito quasi sempre come una piacevole sfida. Penso che si tratti invece di cento esercizi di scrittura giornalistica, divagazioni tematiche a partire da uno o più titoli, riflessioni su registi, attori e sceneggiatori che hanno quasi sempre coinvolto altre opere: per questo mi è sembrato opportuno aggiungere in chiusura un indice completo dei film citati. Non ci sono stati interventi rile- vanti sui testi pubblicati, solo rare correzioni di refusi, l’eliminazione dei ri- ferimenti alla programmazione nelle sale e una generale omologazione dei criteri redazionali. Se la brevità è stato l’imperativo di un rito ebdomadario, la premessa di questo Centofilm non può che rispettarne lo spirito.

Vorrei ringraziare quanti hanno contribuito alla nascita di queste pagine: in- nanzitutto Giustino Fabrizio e Angelo Melone, avvicendatisi alla guida della redazione palermitana di “Repubblica” e Mario Di Caro, responsabile degli spettacoli, per la fiducia che mi hanno accordato in questi due anni; Michele Cometa, direttore del Dipartimento di Arti e Comunicazioni, che ha accolto

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con entusiasmo l’idea del volume e ne ha seguito, passo dopo passo, la realizza- zione; e in modo particolare Vincenzo Barbarotta e Donatella Messina che hanno discusso per tante settimane con me, film dopo film, pazienti interlocu- tori e, molto spesso, acuti suggeritori. Concepito per spettatori e lettori distratti, questo libro è però dedicato a quelli più attenti.

Palermo, dicembre 2004

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Hubert (Jean Reno) è Wasabi (qui perfettamente clo- un ispettore francese nato in Michel Mul- dai metodi un po’ bru- ler), un po’ come Don schi ma dal cuore tenero. Quando Chisciotte e Sancho Panza, nel se- una telefonata dal Giappone gli an- condo (sulla scia di Gloria di Cassa- nuncia la morte di Miko, la donna vetes) proteggeva la piccola Natalie che ha amato e che lo ha abbando- Portman. Dietro tutta l’operazione nato molti anni prima, si precipita a Wasabi c’è appunto il talento di- Tokyo dove scopre di avere una fi- scontinuo di Luc Besson: nei panni glia quasi maggiorenne, Yumi del produttore, delega a Krawczyk (Ryoko Hirosue), braccata dalla (Taxxi 2) la regia e decide di scrive- malavita locale: con il suo ex collega re lui stesso la sceneggiatura. Pecca- Maurice (Michel Muller) riuscirà a to. Geniale, però, il titolo. In una se- tirarla fuori dai guai? Se Wasabi di quenza rivelatrice Hubert assapora Gérard Krawczyk vi dà la sensazio- il piccantissimo Wasabi (è un rafano ne di déjà vu fidatevi della prima verde giapponese che serve per con- impressione: è quella giusta. Perfet- dire il pesce crudo) senza alcuna to esempio di «2 al prezzo di 1» me- reazione: e lo spettatore con lui. scola gli ingredienti di (almeno) due film delle scorse stagioni, I visitatori di Jean-Marie Poiré e Léon di Luc Besson, accomunati peraltro dalla presenza di Jean Reno. Nel primo faceva coppia con Christian Clavier 5.09.2002

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Nella Francia del Clan Magdalene di Magdalene, premia- dei Siciliani, correva to a Venezia con il l’anno 1969, i panni Leone d’oro tra molte sporchi si lavavano in famiglia. Nel- polemiche, è un volto noto al pub- la più cattolica Irlanda (pure in In- blico dei cinefili: già interprete di ghilterra e in Scozia) ragazze madri Riff Raff e My Name is Joe di Ken o violentate o anche soltanto carine Loach e di Trainspotting di Danny ma potenziali seduttrici venivano Boyle (si ritaglia anche un piccolo rinchiuse nei conventi Magdalene ruolo di padre padrone nel suo (dal nome di Maria Maddalena, la film), è qui alla sua seconda opera peccatrice del Vangelo), grandi la- dopo l’eccellente esordio nel ’97 vanderie gestite con forte senso del con Orphans. Scozzese e cattolico, profitto dalla gerarchia ecclesiastica Mullan costruisce su testimonianze dove larga e spaziosa era la strada dirette – è anche sceneggiatore del d’ingresso – le ragazze erano state film – una storia che è un violento ripudiate dalle famiglie – e ben più atto d’accusa. Forse, laicamente, stretta la porta per uscirne: così in anche troppo: se la memoria man- Magdalene di Peter Mullan, Marga- zoniana ci ha abituati alla presenza ret (Anne-Marie Duff), Rose (Do- e alla coesistenza di una buona e di rothy Duffy) e Bernadette (Nora-Ja- una cattiva Chiesa, il cinema (un ti- ne Noone) approdano nel ’64 in tolo tra tutti: Mission di Joffé) ha già uno di questi conventi a Dublino e fatto altrettanto. il film racconta con forte tensione civile tutto il loro calvario. Il regista 12.09.2002

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A un anno esatto 11 settembre 2001 leno per Loach, la dall’attentato alle pulizia etnica di Twin Towers, e ac- Srebrenica per Ta- compagnato da forti polemiche su novic) o altra violenza (Gitaï), chi in un suo presunto antimericanismo, è una dimensione poetica (Imamura, uscito 11 settembre 2001, opera col- Penn) chi in chiave grottesca (Oue- lettiva in undici episodi di undici draogo). E chi, infine, ha scelto di minuti, nove secondi e un foto- ricordare nel silenzio il fragore della gramma dove ogni regista (in ordi- tragedia: nel minuto di raccogli- ne di apparizione: Samirah Makh- mento che la maestra tenta inutil- malbaf, , Youssef mente di imporre ai bambini afgha- Chahine, Danis Tanovic, Idrissa ni (Makhmalbaf), negli «undici mi- Ouedraogo, Ken Loach, Alejandro nuti di silenzio visivo» dell’omaggio González Iñárritu, Amos Gitaï, Mi- di Iñárritu – così simile e così diver- ra Nair, e Shohei Ima- so da Blue di Jarman – e soprattutto mura) ha lavorato senza alcun con- nella felpata intimità dell’episodio tatto con gli altri. Ne è venuto fuori di Lelouch dove c’è anche spazio uno strano film – con alti e bassi co- (l’immagine è di Olivier Joyard) per me in tutti gli esempi del genere – chi ignora il furore del mondo ma che propone undici punti di vista non quello dei sentimenti. molto diversi sull’avvenimento: echi, associazioni di idee, aneddoti. C’è chi racconta l’11 settembre at- traverso altri anniversari (il golpe ci- 19.09.2002

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Il repertorio shake- O come Otello colore e grande pro- speariano, si sa, è un messa del basket, for- serbatoio inesauribile ma con Dasy/Desde- per il cinema e Al Pacino in Riccar- mona (Julia Stiles, ormai specializ- do III - Un uomo, un re suggerisce zata in ruoli shakespeariani dopo addirittura che il Bardo sia più Hamlet 2000 e 10 cose che odio di adatto al grande schermo che al te) un’invidiabile coppia, e questa palcoscenico. E Otello non poteva non va proprio giù al perfido Hu- mancare: da Zeffirelli a Iutkevicˇ a go/Iago (Josh Hartnett, impegnato Parker, con variazioni inconsuete a correggere la sua immagine dopo come il Pasolini di Che cosa sono le lo stucchevole Pearl Harbor), figlio nuvole. Nella moda delle attualizza- dell’allenatore (Martin Sheen, un zioni, nobilitata dal Romeo + Juliet veterano), e anche compagno di di Baz Luhrmann, s’inserisce ades- squadra e amico – se così si può di- so O di Tim Blake Nelson, O come re – di Odin. Farlo ingelosire di Mi- Otello nella versione italiana, titolo chael/Cassio (Andrew Keegan)? astuto che strizza l’occhio a Welles Un gioco da ragazzi. Il finale è noto (attraverso il suo F come Falso), il e gli scarti rispetto alla trama, nei li- regista del più importante Otello ci- miti imposti da un teen movie, piut- nematografico. Nel film di Nelson, tosto contenuti: ben girato, insom- ambientato in un college del South ma, ma senza quell’inventiva che Carolina, Odin/Otello (Mekhi Phi- una vera rivisitazione shakespearia- fer, visto in Clockers e apparso negli na reclama. ultimi episodi di E.R.), studente di 26.09.2002

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Sono rimasti sol- Asterix e Obelix palazzo reale in soli tanto Christian Missione Cleopatra tre mesi, per una Clavier (Asterix) e scommessa tra Ce- Gérard Depardieu (Obelix) del cast sare e Cleopatra (Monica Bellucci, del fortunato Asterix e Obelix con- cercasi doppiatrice) sulla grandezza tro Cesare diretto tre anni fa da del popolo egiziano: non gli resta Claude Zidi: con Asterix e Obelix: che cercare aiuto dagli amici Galli, Missione Cleopatra il regista Alain con la magica pozione del druido Chabat confeziona un sequel di Panoramix (Claude Rich, una gloria qualità, tratto dal fumetto Asterix e del cinema francese), per avere ra- Cleopatra, sesto dei trenta episodi gione degli intrighi di corte e del- della serie creata da René Goscinny l’immancabile assedio romano. Due e Albert Uderzo, e fortunata paro- sequenze da ricordare: il balletto dia, a suo tempo, della Cleopatra di con le musiche di James Brown e Mankiewicz. Girato a Malta, in Ma- soprattutto Clavier/Asterix amma- rocco e in Francia, il film di Chabat liato dalla bella cortigiana sulle note (anche attore di successo, già visto di Ti amo di Umberto Tozzi. Un nel Gusto degli altri e qui nei panni cult. Da non perdere – e da leggere di Giulio Cesare) è una produzione fino in fondo – i titoli di coda. faraonica che descrive argutamente la missione impossibile affidata al- l’architetto Numerobis (Jamel Deb- bouze, il giovane ortolano di Amélie) di costruire nel deserto un 3.10.2002

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Di Jean-Pierre e Luc Il figlio disti Francis (Morgan Dardenne il pubblico Marinne, quasi un italiano conosce già esordiente, ha avuto Rosetta, premiato a Cannes nel ’99. un piccolo ruolo qualche anno fa in Con Il figlio, film da loro scritto, di- La vita sessuale dei belgi di Jan Buc- retto e prodotto, la Palma d’oro è quoy), sedicenne che ha scontato andata quest’anno, meritatamente, cinque anni di reclusione, lui prima al protagonista Olivier Gourmet, rifiuta, poi comincia a pedinarlo e attore belga che dal teatro è appro- infine lo prende con sé. Pietà, ven- dato al cinema nel ’96 proprio con i detta? La camera a mano pedina fratelli Dardenne (La promessa) e Olivier, descrive con esattezza i suoi che recentemente – con Sulle mie gesti: irrequieta, ossessiva, inesora- labbra di Audiard e Laissez-passer di bile, non oltrepassa l’opacità del Tavernier – si è affermato come uno personaggio, ne scruta il volto, lo degli interpreti più interessanti del segue verso un inevitabile sciogli- cinema di lingua francese. Olivier mento drammatico. Uno stile auste- Gourmet è, nel film, Olivier: di lui ro, senza concessioni spettacolari: sappiamo che insegna i segreti della un cinema che resta nella memoria. falegnameria a ragazzi usciti dal riformatorio e poco alla volta in- tuiamo che c’è un doloroso segreto nella sua vita, la morte del figlio, uc- ciso alcuni anni prima. E quando si tratta di prendere fra i suoi appren- 10.10.2002

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Aveva inaugurato Can- Le grand bleu sanna Arquette (arri- nes nel 1988, poi per vata alla notorietà con quattordici anni la sua Cercasi Susan dispera- uscita in Italia è rimasta bloccata da tamente, ha poi lavorato con Scor- un’azione legale: è Le grand bleu, sese, Tarantino, Cronenberg ed è terzo film dell’allora ventinovenne recentemente approdata alla regia) Luc Besson, figlio di sub professio- e un giovane Sergio Castellitto. nisti del Club Méditerranée, che ri- Film di culto in Francia, sì, ma visto trae appunto la sfida subacquea tra sul versante italiano Le grand bleu l’italiano Enzo Maiorca (nel film possiede un interesse più aneddoti- Enzo Molinari) e il francese Jacques co che cinematografico. Besson è Mayol. Maiorca lo riteneva lesivo un regista discontinuo: da un lato nei suoi confronti, e non gli si può gli ottimi Subway, Nikita e Léon, dar torto: viene descritto infatti co- dall’altro titoli più discutibili come me lo stereotipo del siciliano tron- Il quinto elemento e, appunto, Le fio, tutto mamma e spaghetti, una grand bleu. Per lui, di diritto, un po- vera macchietta. sto nella woodyalleniana accademia La sceneggiatura è imbarazzante, dei sopravvalutati. ed è un vero peccato visto l’ottimo cast con Jean Reno (tra i suoi ultimi film I fiumi di porpora e Wasabi) e Jean-Marc Barr (interprete predilet- to di Lars von Trier) nei panni di Maiorca e Mayol; comprimari Ro- 17.10.2002

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Philip K. Dick, morto Minority Report paradossale: se il pre- nel 1982, non ha potu- sunto assassino è al to vedere i film tratti corrente del suo futu- dalle sue opere, da Blade Runner al- ro omicidio l’informazione stessa lo spielberghiano Minority Report, invalida il dato di partenza. Nelle ispirato all’omonimo racconto pub- mani di Dürrenmatt, anni dopo, l’i- blicato nel 1956. Nel film, ambien- dea produrrà un effetto diverso: tato nella Washington del 2054, proprio la profezia della Pizia è la Tom Cruise è John Anderton, capo causa del parricidio e dell’incesto di del corpo di polizia Pre-crimine che Edipo. Il film esita, poi sceglie la arresta i futuri assassini prima che strada del thriller: opera di grande commettano i delitti, grazie alle impatto visivo, ma splendidamente profezie di tre preveggenti immersi irrisolta. Cosa ne avrebbe fatto in una piscina e collegati a compu- Tarkovskij di una storia del genere? ter che ne registrano le visioni. Forse se lo è chiesto anche Spiel- Quando lui stesso viene indicato berg: la sua ultima inquadratura, in come omicida il sistema che credeva un film che non risparmia le citazio- infallibile gli si rivolge contro: sco- ni, è un omaggio al finale di Solaris. pre comunque l’esistenza di un rap- porto di minoranza (una delle pro- fezie) che sembra scagionarlo. L’a- spetto filosofico del racconto è sug- gerito ma non sviluppato da Spiel- berg. Dick insisteva sull’elemento 24.10.2002

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Otto donne chiuse in 8 donne del regista. O Emma- una villa e il cadavere e un mistero nuelle Béart che mo- di un uomo assassinato stra il ritratto di Romy al primo piano: una di loro è colpe- Schneider, proprio lei che ne ha rac- vole. È l’apparente intrigo polizie- colto l’eredità negli ultimi film di sco di 8 donne e un mistero, che il Sautet. O ancora Danielle Darrieux, regista François Ozon ha tratto da attrice simbolo di tutta una stagione una commedia di Robert Thomas. del cinema francese. Dopo Sitcom, Ma il film è soprattutto l’occasione Gocce d’acqua su pietre roventi e per mettere insieme otto attrici Sotto la sabbia François Ozon cam- francesi, invitando lo spettatore ad bia registro e si diverte a mescolare un sofisticato gioco di cooperazione un po’ di tutto: numeri musicali, testuale. E così Catherine Deneuve look e colori anni ’50, atmosfere alla ripete a Virginie Ledoyen la stessa Agatha Christie e citazioni da Dou- frase – «Guardarti è una gioia. E glas Sirk. E, a suggello di tanti in- una sofferenza» – che in due diversi gredienti, anche un corpo a corpo film di Truffaut le rivolgevano Jean- con bacio tra Fanny Ardant e Paul Belmondo e Gérard Depar- Catherine Deneuve: dopo Lynch fa dieu: sarebbe già un saggio di me- tendenza. moria cinefila se non si aggiungesse inoltre, nella successiva inquadratu- ra, il primo piano di una commossa Fanny Ardant, compagna di Truf- faut nell’ultimo periodo della vita 31.10.2002

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Siamo a metà degli an- Angela da tragedia greca». Nel ni ’80 e Angela è la mo- ruolo della protagoni- glie di Saro, trafficante sta, l’esordiente Dona- di droga: è lei a dirigere il negozio di tella Finocchiaro (premiata come scarpe che serve come copertura ed migliore attrice al Festival interna- è ancora lei, con freddezza, a conse- zionale del cinema di Tokyo) ha l’in- gnare le scatole che contengono l’e- tensità delle grandi interpreti; Masi- roina. Ma con l’arrivo di Masino, no è Andrea Di Stefano, che molti nuovo uomo di fiducia del boss, la ricorderanno nel Principe di Hom- passione che irrompe nella sua esi- burg di Bellocchio. Il film, che ha stenza finisce per sconvolgere quel- avuto un’ottima accoglienza a Can- l’equilibrio. Girato interamente a nes alla Quinzaine des réalisateurs, Palermo, Angela è il terzo lungome- deve molto alla splendida fotografia traggio di Roberta Torre, regista mi- di Daniele Ciprì, ora “sporca”, ora lanese da anni trapiantata in Sicilia, elegante: agli antipodi di tanta fic- e segna un suo vistoso cambio di re- tion televisiva finalmente “quella” gistro: dopo la coralità di un cinema Sicilia raccontata con stile. musicale e grottesco (Tano da morire e Sud Side Story) ecco l’approdo a toni più intimisti e a una narrazione di forte drammaticità: «la mafia in realtà non mi interessa» ha dichiara- to, «ma nel suo mondo ci sono tipi antropologici e situazioni laceranti 7.11.2002

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Takeshi Kitano è uno Dolls suicidio), un vecchio strano personaggio: at- boss della yakuza – fi- tore, regista, ma anche gura crepuscolare che scrittore, pittore, giornalista e com- si ritrova costantemente nella filmo- mentatore sportivo. Fin dai tempi grafia di Kitano – ritrova la donna di Sonatine (1993) può contare an- che lo ha atteso per tutta la vita, il che in Italia su un consistente drap- fan di una popstar sfigurata si acce- pello di estimatori che si è via via in- ca per poterla incontrare. Film di grossato con i suoi film successivi, grande impatto visivo, elegante ai li- da Hana-bi a Brother; uno stile che miti del calligrafico, Dolls indugia alterna e sovrappone generi e temi forse in modo eccessivo su un pae- fino a produrre un bizzarro risulta- saggio sentimentale, porta uno to che sembra collocarsi a metà stra- sguardo persistente su ciò che po- da fra Antonioni e Tarantino. Riesce trebbe soltanto suggerire: soffre in- tuttavia a stupire il suo ultimo Dolls, somma di una sovraesposizione che offre un originale accostamento poetica. La vera emozione, come tutto giapponese tra il bunraku (tea- l’immagine del passato, si coglie so- tro classico di marionette) e i costu- lo di sfuggita. mi di Yohji Yamamoto (il più fran- cese dei loro stilisti) per raccontare tre storie di amore e morte: due amanti vagano silenziosamente le- gati da una corda rossa (lui l’aveva abbandonata e lei aveva tentato il 14.11.2002

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I detective Will Dor- Insomnia del protagonista dai mer (Al Pacino) e Hap metodi piuttosto disin- Eckhart (Martin Do- volti richiama il classi- novan) giungono da Los Angeles in co L’infernale Quinlan di Orson una cittadina dell’Alaska per aiutare Welles. Se Following, il primo film la polizia locale a risolvere il caso di di Nolan, aveva una struttura tem- una ragazza assassinata; li accoglie porale complessa, e il successivo la giovane collega Ellie Burr (Hilary Memento procedeva a ritroso (un Swank) e presto i sospetti si indiriz- po’ come nel romanzo La freccia del zano verso lo scrittore Walter Finch tempo di Martin Amis), con Insom- (Robin Williams), mentre la luce nia il giovane regista inglese appro- ininterrotta dell’estate boreale fini- da ad una narrazione lineare dram- sce per alterare l’equilibrio psicolo- maticamente incalzante dove Al Pa- gico di Dormer: è la trama di Insom- cino e Robin Williams rivaleggiano nia di Christopher Nolan, che è, sì, in bravura, trascinando lo spettato- l’esplicito remake di un film del ’97 re nel pantano di un torbido duello diretto da Erik Skjoldbierg, ma so- morale, nell’estenuante crepuscolo prattutto una sapiente rielaborazio- di una notte artica. ne dei migliori plot del genere, ri- solta in un perfetto modello di noir. La scenografia naturale e alcuni aspetti della storia ricordano infatti quelli del recente La promessa di Sean Penn, mentre il personaggio 21.11.2002

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La voce fuori campo Arca russa qualcosa che ritorna di un narratore invisi- nella storia del cinema, bile a tutti tranne a un da Hitchcock (Nodo marchese ed entrambi – un regista alla gola) a De Palma (la sequenza russo di oggi e un diplomatico fran- iniziale di Omicidio in diretta), da cese del XIX secolo – proiettati in Jancsó ad Antonioni, ad Anghelo- un labirintico viaggio nel tempo at- pulos. Eppure Sokurov è un regista traverso le sale dell’Ermitage a San impermeabile alla teoria e restío alla Pietroburgo dove assistono via via a sperimentazione, la sua scommessa scene del passato dall’epoca degli è qui legata piuttosto alla ricerca del Zar ai giorni nostri. È lo strabiliante flusso temporale. Cannes, che lo unico piano-sequenza che compone scorso anno aveva rifiutato La nobil- Arca russa di Alexandr Sokurov, un donna e il duca di Rohmer, ha accet- film di 96 minuti senza montaggio, tato quest’anno in concorso Arca girato con la steadicam in digitale e russa: destini divergenti per due film poi trasferito su pellicola: nove mesi dove convivono un’ideologia fran- di prove con un migliaio di attori e camente reazionaria e un progetto comparse, tre orchestre e ventidue estetico assolutamente innovativo. assistenti alla regia, in cui tutto è stato pianificato meticolosamente per ridurre i rischi fino ad arrivare al giorno delle riprese, il 23 dicem- bre 2001. La tentazione del piano-sequenza è 28.11.2002

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Milan è un uomo di L’uomo del treno Hallyday in Mischka e poche parole. Ed è an- lo ha definito «l’angelo che un rapinatore. che sorvola la Francia Sceso dal treno in una cittadina di profonda da quarant’anni». provincia, s’imbatte in Manesquier, L’uomo del treno mescola felice- professore in pensione, eccentrico e mente una situazione da western – ciarliero. Due solitudini, una strana lo straniero che sbarca nella città coppia, ingredienti che si ritrovano fantasma – e il dialogo filosofico; spesso nei film di Patrice Leconte e Hallyday evoca Clint Eastwood, il che ritornano nel suo ultimo L’uo- suo attore preferito, mentre Ro- mo del treno: personaggi solitari co- chefort cita se stesso: un po’ il mar- me in Monsieur Hire, incontri im- chese illuminato di Ridicule e un probabili come nella Ragazza sul po’ il killer sentimentale di Cible ponte, dialoghi perfetti come in Ri- émouvante di Pierre Salvadori. Un dicule. E interpreti eccezionali: Jean vecchio professore in cerca d’av- Rochefort, al suo settimo film con venture e un rapinatore dalla sensi- Leconte (uno per tutti, indimentica- bilità letteraria: entrambi sognano, bile, Il marito della parrucchiera), o per un lungo istante, un’altra vita. Johnny Hallyday, non solo cantante ma anche attore di razza, dopo tan- te apparizioni al suo primo grande film. O, ancora, Jean-François Sté- venin, non solo attore ma anche re- gista: ha diretto da poco lo stesso 5.12.2002

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Ci sono tanti buoni La cosa più dolce con due amanti inopi- motivi per andare a ve- natamente incastrati; dere La cosa più dolce non è difficile immagi- se coltivate una visione trasversale narne l’aggiornamento al passo con del cinema. Vi interessa il regista? i tempi: ecco dunque rinnovata la Bene, è il terzo film di Roger Kum- tradizione orale – nell’accezione ble, autore segnalatosi per la sua clintoniana – con una fellatio ravvi- opera d’esordio, Cruel Intentions vata da un improbabile piercing (se (con relativo sequel), intelligente at- state pensando ad Amnèsia di Sal- tualizzazione delle Relazioni perico- vatores non siete sulla strada giu- lose di Laclos, romanzo epistolare sta), quanto basta per provocare del Settecento. Gli attori? Prendia- un’imbarazzante situazione analo- mo la protagonista Cameron Diaz, ga. Se poi cercate solo un film di così scellerata in tanti suoi film, e Natale con tanti buoni sentimenti e pronta a tutto in Cose molto cattive un pizzico di ironia, insomma una pur di raggiungere «quella fottuta commedia abbastanza romantica navata»: qui si è proprio addolcita, ma non troppo, potete tranquilla- anche se in fondo il fine è lo stesso. mente accomodarvi in sala. Cercate temi o sequenze che possa- no ancora stupirvi? Accontentàti. Qualche agguerrito cinefilo ricor- derà i simpatici eccessi erotici di Dusˇan Makavejev – magici, estrosi anni ’70 – e una celebre sequenza 12.12.2002

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Succede spesso che al- L’uomo Bourne Identity, il cui l’inizio di un film qual- senza passato punto di partenza è cuno scenda da un tre- analogo) è una favola no; così accade nell’Uomo del treno alla dove si respira l’at- di Leconte, così avviene anche nel- mosfera degli autori preferiti da l’ultimo film di Aki Kaurismaki, Kaurismaki – Ozu e Bresson – im- L’uomo senza passato, ma questa mersi in colori da film hollywoodia- volta lo attendono tre teppisti che lo ni degli anni ’50. I suoi film lasciano massacrano senza pietà: al suo risve- un retrogusto inconfondibile e sono glio M. (Marku Peltola) si ritrova il frutto maturo di un’ascesi esteti- privo di memoria, senza un nome, ca: «la base di ogni arte» – ha di- senza niente, ma grazie all’amore di chiarato – «è la sottrazione: partite Irma (Kati Outinen) riuscirà dap- da un’idea iniziale e riducetela pro- prima a restare a galla e poi a contri- gressivamente fino a renderla tanto buire alla nascita di una piccola co- spoglia da essere giusta. Allora, e munità felice. solo allora, siete pronti». Gran Premio della Giuria all’ultimo Festival di Cannes (Palma d’oro an- che alla protagonista come migliore attrice) L’uomo senza passato con- ferma il talento del regista finlande- se: la storia di quest’uomo senza memoria (provate a misurare tutta la distanza che la separa da The 19.12.2002

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Sweet Home Alabama, Tutta colpa Reese Witherspoon si celebre canzone dei dell’amore avvia ad ereditare il re- Lynyrd Skynyrd, viene pertorio di smorfiette riproposta da Jewel nell’ultimo film di Meg Ryan, senza tuttavia posse- di Andy Tennant, suggerendogli an- derne grazia e fascino: non se n’è che il bel titolo originale, infelice- accorto nessuno e i suoi film sono mente ribattezzato dal distributore campioni d’incasso. Ed è perfetta Tutta colpa dell’amore nella versione per la parte, lei che viene da Nash- italiana. Sì, dolce casa, perché la sti- ville, nel Tennessee, secondo il regi- lista Melanie (Reese Witherspoon) sta Andy Tennant (Anna and the per convolare a nozze con Andrew King, Cinderella, la leggenda di un (Patrick Dempsey), giovane ram- amore), suo sincero ammiratore. Se pollo del sindaco democratico di avete voglia di prolungare il clima New York (Candice Bergen), deve natalizio con una tirata antidemo- tornare nel nativo profondo sud per cratica, antidivorzista, antiabortista sciogliere un matrimonio preceden- questo è proprio il vostro film: de- te: ma lì viene travolta – parole sue – dicato a quanti desiderano che il dalla colonna sonora del suo passa- primo amore sia anche l’ultimo. to e ritrova il primo amore e marito Jake (Josh Lucas) e tutto un contor- no di vecchi amici. Dopo Cruel Intentions e soprattutto La rivincita delle bionde (di cui ha appena finito di girare il sequel) 2.01.2003

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Adrian Lyne, reso cele- L’amore infedele lettuale (ossimoro ci- bre da 9 settimane e nematografico) e Mar- 1/2 e Attrazione fatale, tinez (L’ussaro sul si sta specializzando nel remake tetto) è perfetto nel ruolo. La bella e morboso-patinato: dopo Lolita è brava Lane ritrova Gere dopo quasi ora la volta di uno Chabrol d’annata vent’anni (avevano lavorato insieme (magico ’68), Stéphane, una moglie in Cotton Club di Coppola) ed è infedele, riproposto con L’amore in- sempre un piacere rivederla, dopo fedele - Unfaithful, il solito doppio lunghe assenze e pochi felici ritorni. titolo della distribuzione italiana, Ma tutto questo purtroppo non ba- che sta diventando un’abitudine fa- sta e ciò che in Chabrol era crudel- stidiosa come il doppio cognome mente e deliziosamente implicito in degli snob e delle professoresse. Lyne è il triste trionfo dell’esplicito, Qui dunque l’infedele è Connie ciò che era condanna qui diventa (Diane Lane), che vive felicemente elogio: l’amore borghese in versione in campagna fuori New York con il americana giustifica tutto – la fami- marito Edward (Richard Gere) fino glia è salva – e l’omicidio sembra es- a quando, in città per acquisti, l’in- sere solo uno sgradevole effetto col- contro casuale e, in ogni senso, tem- laterale. pestoso con Paul (Olivier Martinez) spezza l’idillio e tutto scivola nel dramma. Per fare le corna a Gere ci voleva evidentemente un palestrato intel- 9.01.2003

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Siamo nel Connecti- Lontano lo scarto appare allora cut, è il Natale del dal paradiso ancora più vistoso, 1958, e Cathy (Julian- perché ci parla di qual- ne Moore) e Frank (Dennis Quaid) cosa che quel cinema avrebbe al sono una coppia perfetta, da roto- massimo lasciato nell’implicito. E calco: un buon lavoro, una bella ca- anche il politically correct della pro- sa, due bambini. Ma è un eden pre- tagonista (deliziosa Moore premiata cario perché lei scopre che il marito con la Coppa Volpi a Venezia) re- è gay ed è investita dai pettegolezzi spinge il razzismo ma è travolto dal- di un ambiente conformista, ostile l’omosessualità, che non compren- alla sua amicizia con Raymond de fino in fondo (ed evidentemente (Dennis Haysbert), il giardiniere di rimuove), in linea con i limiti cultu- colore, unica voce sensibile, un’iso- rali del periodo. È la gradazione del la di serenità: così, in Lontano dal perbenismo ipocrita, così politica- paradiso il regista Todd Haynes ri- mente trasversale e senza età, tanto costruisce gli anni Cinquanta sul spesso nascosto dietro il fard dei modello dichiarato dei melodram- buoni sentimenti: se il paradiso è mi di Douglas Sirk (Secondo amore lontano, benvenuti all’inferno. e Lo specchio della vita) in una sor- prendente miscela di precisione fi- lologica e di lucida trasgressione. E dunque colori, musiche, inqua- drature, titoli, tutto sembra perfet- tamente identico a un film d’epoca: 16.01.2003

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Fin dai suoi esordi Cé- L’appartamento Concepito come un dric Klapisch ha rivol- spagnolo romanzo di formazio- to il suo sguardo di ci- ne post-adolescenzia- neasta all’adolescenza: Le Péril jeu- le, il film suggerisce con leggerezza ne, girato per la televisione nel ’94, e buon ritmo narrativo l’attraversa- raccontava episodi indelebili di un mento della linea d’ombra, il passag- anno scolastico attraverso il filtro gio dalla spensieratezza – «quella della memoria di quattro ex compa- speciale intensità di vita che è la gni di liceo. Adesso, dopo i successi quintessenza delle aspirazioni gio- di Ognuno cerca il suo gatto e Aria vanili», diceva Conrad – all’auto- di famiglia, il regista francese si rial- consapevolezza. Siamo nell’antica- laccia a quel tema per proporci mera del grigiore e della monoto- L’appartamento spagnolo in cui il nia? Xavier esita per un istante tra giovane Xavier (Romain Duris, suo un futuro sicuro da bancario e l’in- attore feticcio) sbarca a Barcellona, certa vocazione di scrittore: come nell’ambito del progetto Erasmus, tutti sanno, e come Vigny riassume- per perfezionare gli studi di econo- va felicemente, «una bella vita è un mia: lascia la madre logorroica e la pensiero della giovinezza realizzato fidanzata Martine (Audrey Tautou: nella maturità». sarà sempre Amélie) per trovare una comunità di studenti di diverse nazionalità, ottimo pretesto per tante simpatiche gag sullo sfondo del quotidiano. 23.01.2003

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Anni ’70, stagione del- Prendimi l’anima in giardino aspettando l’impegno: Roberto l’ora di cena. Tra ten- Faenza cura il volume tazione biografica e bi- Senza chiedere permesso sulla televi- gnamino analitico il film propone sione alternativa e dirige un delizio- una cornice narrativa poco motivata so pamphlet antidemocristiano, – lo studioso e la sua interprete, nel Forza Italia! (sinistra premonizio- presente, cercano le tracce dell’altra ne), che sparirà dalla circolazione coppia, nel passato, e finiscono per dopo il caso Moro. Passano gli anni innamorarsi – e comunque meglio e i suoi film si succedono (Copkiller, sfruttata in Possession di Neil LaBu- Mio caro dottor Gräsler, Jona che te. Eppure sarebbe bastato concen- visse nella balena, Sostiene Pereira, trarsi sul caso di Sabina, ricostruirlo Marianna Ucrìa) mentre prende alla maniera dei casi clinici freudia- corpo progressivamente il progetto ni, narrazioni «avvincenti e belle» di un film sulla relazione tra Jung e scriveva Francesco Orlando, «come Sabina Spielrein, figura non troppo capolavori della letteratura del No- conosciuta del firmamento psicoa- vecento». Ma questa è un’altra sto- nalitico. ria e forse un altro film. Ne è scaturito Prendimi l’anima, un bel drammone pompato dalla stam- pa e fatto per piacere ad un vasto pubblico, quello che gode nel dare del tu ai grandi (e sì, erano uomini anche loro) e nel vederli passeggiare 30.01.2003

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Mettete uno studente Prova che esalta ancora una che si fa passare per a prendermi volta la versatilità di una settimana per il un regista camaleonti- supplente di francese, e i genitori co come il suo ultimo protagonista, convocati a scuola quando la burla capace di saltare con facilità da un viene scoperta: il ragazzo è Leonar- genere all’altro: forse più a suo agio do Di Caprio e il padre è Chri- nella fantascienza e nei film di guer- stopher Walken, e il sorriso che si ra o d’avventura, resta comunque scambiano vale da solo il prezzo del un ottimo artigiano della commedia biglietto. È solo l’inizio della grande e riesce a non sfigurare nella tradi- carriera di un falsario trasformista, zione dei film sulle grandi truffe (La Frank Abagnale jr., adolescente ri- Stangata, Stavisky, La casa dei giochi cercato dal ’64 al ’67 dall’Fbi, che e tanti altri), che da sempre raccol- riuscì a spacciare assegni falsi per gono il favore del pubblico. Vietato vari milioni di dollari negli Stati entrare a film iniziato: i titoli di testa Uniti e all’estero, assumendo via via in stile anni Sessanta sono un vero l’identità di pilota della Pan Am, di gioiello. chirurgo, di avvocato; aggiungete Tom Hanks, nei panni dell’agente Carl Hanratty che gli dà la caccia per anni, e l’inevitabile legame che viene a crearsi tra i due. È la storia di Prova a prendermi, l’ultimo film di Steven Spielberg, 6.02.2003

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I paragoni, si sa, sono Il gioco di Ripley glie e del figlio, il killer odiosi. E gli adatta- perfetto per un regola- menti da Patricia Hig- mento di conti. Fini- smith ne avevano già suggerito uno scono poi per aiutarsi a vicenda, tra il buon vecchio film di Clément confermando quella bella definizio- Delitto in pieno sole (con Alain De- ne dell’amicizia divulgata da André lon e Maurice Ronet) e il recente e Gide: «Un amico è qualcuno con il imbarazzante Il talento di Mr. Ri- quale si sarebbe felici di portare a pley di Anthony Minghella (con termine una losca impresa». Malko- Matt Damon e Jude Law), tratti dal- vich gigioneggia al suo solito, in una lo stesso romanzo. La storia si ripete deriva di autocitazione (un po’ Val- con Il gioco di Ripley di Liliana Ca- mont, un po’ Osmond), e lascia po- vani, che non indietreggia di fronte co spazio ai comprimari: impossibile al confronto con L’amico americano non rimpiangere Bruno Ganz, Den- di Wim Wenders, riambientato nel nis Hopper e tutti gli altri. Di wen- Veneto delle ville palladiane. dersiano è rimasto – piccolo cam- Ripley (John Malkovich) è adesso meo nel prologo – solo Hanns Zi- un mercante d’arte, sposato con una schler: nel corso del tempo, per così clavicembalista (Chiara Caselli), ma dire, le cose cambiano. il suo torbido passato torna a fargli visita. E allora individua nel suo vici- no Jonathan (Dougray Scott), un corniciaio malato di leucemia e preoccupato per il futuro della mo- 13.02.2003

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Jojo, Nathalie, Julien, Essere e avere vasto; anche Essere e Olivier e altri bambini avere è un viaggio che tra i quattro e i dodici coniuga intelligenza e anni sono gli allievi di una scuola si- partecipazione emotiva, un film che tuata in un piccolo villaggio nel rinnova il genere e si inserisce per cuore dell’Alvernia, Saint-Etienne tema in una tradizione illustre che sur Dôme, e al tempo stesso i prota- lega insieme opere diversissime co- gonisti di Essere e avere di Nicolas me Gli anni in tasca di Truffaut e Philibert: nel titolo nessun riferi- Dov’è la casa del mio amico? di Kia- mento a Fromm o ponderose allu- rostami, o ancora Ricomincia da og- sioni, solo due verbi ausiliari e nien- gi di Tavernier. La sequenza finale, te più, con il loro potere di evoca- con l’addio al maestro, è la magia di zione di una stagione della vita. Tut- un istante che si prolunga e si sedi- ti riuniti nella stessa classe attorno a menta nella memoria: di quei mo- un maestro, George Lopez, affet- menti essenziali che la storia pudi- tuoso e rispettato: dieci settimane di camente non celebra, lasciando al riprese tra inverno e primavera per cinema, alle arti l’onere del ricordo. un documentario che ci sorprende poco alla volta con la sua sempli- cità, ci conquista con la sua serenità e non ci abbandona. Di Philibert molti conosceranno l’ottimo Nel paese dei sordi, che die- ci anni fa lo rivelò a un pubblico più 20.02.2003

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A settantadue anni e Il fiore del male struzione chabroliana con una cinquantina di – qui forse un po’ più film alle spalle Claude macchinosa del solito Chabrol conserva una notevole vita- – mira a fornire tutte le chiavi di lità creativa. E allora con Il fiore del quella ripetizione che annulla il male ecco un altro thriller psicologi- tempo: due delitti, all’inizio e alla fi- co e ancora una volta il suo bersaglio ne, si specchiano, con due colpevoli preferito, una borghesia di provincia senza colpa e la rappresentazione con tanti scomodi segreti, tra omici- può continuare. Egualmente distan- di, incesti e rancori nascosti: qui, alla te dalla banalità seriale di tanto vigilia delle elezioni che vedono co- spettacolare cinema americano e me candidata a sindaco Anne Char- dalla noia compiaciuta di tanto in- pin-Vasseur (Nathalie Baye), un tellettualistico cinema europeo, anonimo volantino scoperchia anti- Chabrol ci suggerisce senza falsa che accuse di collaborazionismo e modestia la sua ricetta: «mi sembra non risparmia insinuazioni su inci- eccellente fare molti film commer- denti sospetti che affollano il passato ciali e mi sembra commerciale fare della sua famiglia. molti film eccellenti». E il passato, si sa, ritorna. O, in fon- do, non è mai passato: «il tempo non esiste, è un perpetuo presente», chiosa saggiamente l’anziana zia Li- ne (Suzanne Flon), che sembra ave- re qualche conto in sospeso. La co- 27.02.2003

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Breve divagazione in- Mia moglie un’attrice di successo: tertestuale, ovvero: la è un’attrice quando lei parte per vita è un film. Charlot- Londra per girare con te Gainsbourg e Yvan Attal recitano John (il grande Terence Stamp, qui insieme nel ’90 nel film di Eric Ro- relegato al ruolo di sex symbol un chant Aux yeux du monde e poco po’ attempato) la gelosia deflagra. dopo ne L’amoureuse di Jacques Ma il film non decolla – non basta la Doillon, dove Attal interpreta il luminosa protagonista – e le cose mi- ruolo di un regista. Passano dieci gliori escono da qualche simpatico anni e i due, che hanno girato insie- quadretto ebraico, in stile woodyal- me anche Love, etc di Marion Ver- leniano, insaporito dalla sorella di noux, sono adesso marito e moglie lui, Nathalie (Noémie Lvovsky), nella realtà e si ritrovano sul set di che, incinta, tormenta il marito sulla Mia moglie è un’attrice, diretto pro- necessità di circoncidere il nascitu- prio da lui: di casuale, però, c’è ben ro. Nel novembre scorso, dopo le ri- poco, visto che è stata proprio prese, Charlotte e Yvan hanno avuto Charlotte a sfruttare la sua notorietà la loro seconda figlia, Alice. Ovvero: per favorire l’esordio di Yvan dietro la vita non è un film. la macchina da presa. Ma se la mo- glie è una brava attrice, il marito di- venta per questo un buon regista? Il dubbio è legittimo. Nella finzione comunque Yvan è un giornalista sportivo e Charlotte 6.03.2003

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I destini di tre donne The Hours nizzando una festa. di epoche diverse, cia- Sceneggiato da David scuna colta in un’unica Hare, con musiche di giornata cruciale, s’intrecciano nel Philip Glass, The Hours vince una romanzo Le ore (The Hours) di Mi- splendida scommessa: trasporre un chael Cunningham, Premio Pulitzer romanzo totalmente interiore senza 1999, da cui è tratto l’omonimo film ricorrere ai consueti artifici – voci di Stephen Daldry: la scrittrice Vir- narranti, flashback – di un cinema ginia Woolf (un’incredibile Nicole “letterario”. Solo il dialogo e l’indi- Kidman), nei primi anni ’20, alle screto vagare di una macchina da prese con la creazione di Mrs. Dal- presa, intenta a carpire i moti dell’a- loway; Laura Brown (Julianne Moo- nimo e il segreto del tempo: le ore in re, così vicina all’ambientazione cui «le nostre vite sembrano, contro dell’altro suo recentissimo Lontano ogni probabilità e aspettativa, aprir- dal paradiso), una casalinga califor- si completamente e darci tutto quel- niana dell’immediato dopoguerra, lo che abbiamo immaginato». Poi le che fugge attraverso quel romanzo altre, «più cupe e difficili». E altre dal tedio quotidiano; e Clarissa ancora. Vaughan (, semplice- mente perfetta), editor newyorkese di oggi, soprannominata appunto «signora Dalloway» dall’amico Ri- chard (Ed Harris), scrittore malato di Aids, in onore del quale sta orga- 13.03.2003

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Comincia alla maniera The Ring fonte inesauribile di di Scream, con due versioni televisive, fu- adolescenti, in una metti, adattamenti ra- notte piovosa, che parlano di una diofonici – abilmente filtrato da una misteriosa videocassetta: la guardi, rete di rimandi e di citazioni (una su ricevi una telefonata e muori dopo tutte: Videodrome di Cronenberg) e una settimana. Ma non è una leg- proponendosi a sua volta per una genda metropolitana, è proprio catena di prequel, sequel e parodie. quello che succede a una di loro. Per i cultori del genere The Ring è Rachel Keller, giornalista e zia della un appuntamento da non perdere, vittima, indaga e trova ben presto il in equilibrio, secondo Verbinski, video assassino, un mix perturbante «tra pulp e avanguardia». Tra gli al- di immagini subliminali e di fanta- tri interpreti attenzione a Brian smi: è solo l’inizio di un incubo e di Cox: «recita l’horror come fosse un viaggio a ritroso nel tempo. Shakespeare», dice di lui Naomi Scoperta da Lynch in Mulholland Watts. E forse anche Vincent Price, Drive, Naomi Watts è la convincen- che era un’autorità in materia, le te protagonista di The Ring di Gore avrebbe dato ragione. Verbinski, che fa finalmente dimen- ticare il suo imbarazzante The Mexi- can realizzando un eccellente re- make del cult-movie giapponese Ringu di Hideo Nakata – tratto da un romanzo di Koji Suzuki, è già 20.03.2003

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8 Mile Road è la strada 8 Mile rap, in chiusura c’è la di Detroit che divide i prevedibile rivincita e quartieri bianchi da il meritato trionfo. È quelli neri, dove è una vera sfida, l’ennesima variazione sul tema non per un rapper bianco, volere affer- meno cinematografico che lettera- mare il proprio talento in un am- rio della seconda chance, che parte biente ostile. È la storia, appunto, di dal Lord Jim di Conrad e che affolla 8 Mile, ultimo film di Curtis Han- in modo particolare il cinema ame- son (La mano sulla culla), ispirato ricano. Qualche titolo a caso: molto liberamente alla figura del Cliffhanger, Rocky III, Un mercoledì suo protagonista, il rap Eminem, da leoni, Tempi migliori. E poi una del tutto convincente al suo esordio miriade di film di ambiente musica- sul grande schermo, accanto a Brit- le e coreografico e tanti western con tany Murphy (Don’t say a word), a vigliacchi e alcolisti redenti: c’è Mekhi Phifer (O come Otello) e so- sempre, da qualche parte, un ottavo prattutto a Kim Basinger, già porta- miglio da superare, una frontiera da ta all’Oscar da Hanson in L.A. Con- valicare, una seconda sfida che ci fidential. aspetta. E tutto il film è la traiettoria che unisce, con discontinua tensione, due sequenze chiave: se in apertura assistiamo alla crisi di panico del giovane Jimmy Smith jr. che gli im- pedisce di misurarsi in un duello 27.03.2003

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George Clooney, tra Solaris suo desiderio materia- un Martini e l’altro, è lizzato) alla dimora pa- diventato uno degli in- terna, lascia il posto ad terpreti preferiti di Steven Soder- un sobrio intimismo, vira verso la bergh, che dopo Out of Sight e dolorosa malinconia di un impossi- Ocean’s Eleven ne fa uno psicologo bile tempo ritrovato: «è un viaggio in prima linea con Solaris, riadattan- immobile», ha scritto Michael do l’omonimo romanzo di Stanislav Henry, «all’interno della psiche, ma Lem, già portato sullo schermo conferma miti antichi: Kelvin è un trent’anni fa da Andrej Tarkovskij. nuovo Orfeo, ossessionato dalla sua E, indossati i panni di Chris Kelvin, Euridice suicida». Privo dei cari- viene inviato sulla stazione spaziale smatici protagonisti tarkovskiani – che gravita intorno al pianeta Sola- Clooney non regge il confronto con ris per indagare su una una serie di Donatas Banionis e la McElhone è misteriosi eventi, comprendendone purtroppo priva dell’intensità di presto la ragione: il pianeta dà cor- Natalja Bondarcˇuk – Solaris resta po a emozioni e ricordi degli abitan- un remake personale, ben girato, ti della stazione, e tra i «visitatori» una sintesi singolare: il film molto appare Rehya (Natascha McElho- «europeo» di un regista americano. ne), la moglie suicidatasi alcuni anni prima. La meditazione metafisica del pri- mo Solaris, che culminava nello struggente finale del ritorno (o del 3.04.2003

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Gilles Deleuze, in Ma- Secretary serie di simpatiche pu- sochismo e sadismo, ci- nizioni, dall’immanca- ta la celebre storiella bile sculacciata alla più dell’incontro tra il sadico e il maso- elaborata barra metallica con ma- chista: «Fammi male», dice il maso- nette ai polsi che la sottomessa (ma chista, e il sadico risponde: «No». non troppo) segretaria “indossa” Per quanto stupida e totalmente con disinvoltura nella sequenza ini- ignara delle due perversioni, la bar- ziale. Dietro l’umoristico catalogo zelletta riaffiora irresistibilmente di situazioni masochiste Secretary durante la visione di Secretary, il cela in realtà una storia d’amore film di Steven Shainberg, ispirato a certo inconsueta, a suo modo coin- un racconto di Mary Gaitskill, che volgente, e con happy end: le strade ha ottenuto un premio speciale del- del sentimento sono molteplici e la Giuria «per la sua originalità» al- talvolta s’incontrano. Il titolo del l’ultimo Sundance Festival. primo film di Shainberg era l’elo- Lee Halloway (un’eccezionale Mag- quente Hit me (Picchiami), ora gie Gyllenhaal), dedita a pratiche aspettiamo altri film politicamente e autodistruttive e appena dimessa da deliziosamente scorretti. un ospedale psichiatrico ma anche eccellente dattilografa, viene assun- ta come segretaria dall’avvocato Edward Grey (James Spader, spe- cializzato in ruoli un po’ morboset- ti) che presto inizia a infliggerle una 10.04.2003

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Il 9 gennaio 1993 Jean- L’avversario anno fa lo splendido A Claude Romand ucci- tempo pieno di Lau- de la moglie, i figli, i rent Cantet. Finale di- genitori, poi tenta invano di suici- verso (poteva essere, per molti, il darsi. L’inchiesta rivelerà una tragi- suo difetto), in quel caso, ma tensio- ca menzogna durata diciotto anni: ne eccezionale. L’operazione di Ni- non era il medico che sosteneva di cole Garcia è più ambiziosa, per i essere, non lavorava a Ginevra al- condizionamenti dell’adattamento l’Organizzazione Mondiale della e per il tentativo di costruire il mo- Sanità, passava le sue giornate nei saico della vicenda attraverso l’al- parcheggi, nelle foreste. Sul punto ternanza dei diversi piani temporali: di essere scoperto preferisce soppri- ma ci voleva ben altro talento per mere quelli che ama per non dover rendere la sconvolgente impostura sentire su di sé il loro sguardo. Alla di Jean-Claude Romand (nel film il sua storia Emmanuel Carrère ha de- suo nome è Jean-Marc Faure), e la dicato un romanzo che ha ispirato il ben più sconcertante realtà di tutti film di Nicole Garcia L’avversario, gli amici e i parenti che non hanno che si avvale della magnetica pre- saputo intuire il suo segreto. senza di Daniel Auteuil nel ruolo del protagonista. Purtroppo c’è un precedente e sta lì il vero diabolico avversario di que- sta trasposizione: la stessa storia ha più liberamente ispirato circa un 17.04.2003

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Lo avete guardato con La finestra storia del cinema italia- sospetto, avete tergi- di fronte no che se n’è appena versato, gli avete pre- andato, e Giovanna ferito un film, poi un altro e un altro Mezzogiorno che da sola, tante vol- ancora. Siete fra quelli che non han- te, vale il prezzo del biglietto; c’è an- no mandato giù l’insuccesso de che Raoul Bova, peccato, ma le mu- L’uomo in più di Sorrentino per ve- siche di Andrea Guerra sono vera- dere osannato da tutti (o quasi) Le mente belle, e le parole di Giorgia, – fate ignoranti, con i suoi falsi senti- «le parole sono stanche», dice lei – menti e una sceneggiatura tanto le sue Gocce di memoria vi sono en- prevedibile e «telefonata» da darvi i trate nella testa, come in un film pa- brividi. Avete per questo litigato rallelo, aspettando «solo un segno, con metà dei vostri amici, troncato un destino, un’eternità». E così an- sul nascere delle simpatie, per rin- che voi, «uguali e fragili», decidete chiudervi in un silenzio sdegnato. che, sì, è arrivato il momento di en- Ma è sempre lì ad attendervi, con i trare in sala per vedere se è questo il suoi cinque David di Donatello, La film che avete immaginato insieme. finestra di fronte di Fernan Ozpetek e vi dite che in fondo il suo Harem Suaré non era poi così male, e anche il Il bagno turco aveva qualcosa di buono. Insomma, il trailer promette bene, c’è Massimo Girotti, e un pezzo di 24.04.2003

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Ricordate Charles Az- Ararat piacere, ma certamen- navour nei panni del te gli si deve riconosce- mite Kachoudas nei re uno stile inconfon- Fantasmi del cappellaio di Claude dibile: ogni suo racconto è come un Chabrol? Era un sarto di origine ar- puzzle, con tante tessere da inserire mena e seguiva come un ombra, fino al riconoscimento del disegno succube e affascinato, il suo dirim- completo. Sta in questa cifra espres- pettaio assassino. Venti anni dopo siva il fascino di Exotica – il suo film lo stesso Aznavour rende nuova- più riuscito – che ritroviamo con mente omaggio alle proprie radici, differenti dosaggi negli altri suoi ti- questa volta nei panni del regista ar- toli: Il dolce domani, Il viaggio di Fe- meno Edward Saroyan che sta gi- licia. E anche in Ararat la comples- rando un film epico sul massacro di sità del registro narrativo, anche se un intero villaggio armeno, stermi- attenuata da comprensibili conces- nato durante la prima guerra mon- sioni alla esplicazione storica, si ri- diale dall’esercito turco: film nel volge a un pubblico attento: un ci- film attorno a cui ruotano le diverse nema che può toccare il cuore ma storie raccontate in Ararat, con cui che si assapora con la mente. il regista canadese ri- prende a dieci anni di distanza il di- scorso intrapreso in Calendar sulle proprie origini armene. Egoyan è un autore complesso e le sue opere possono piacere o non 1.05.2003

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Monty (Edward Nor- La 25ª ora Fa’ la cosa giusta, alter- ton) è uno spacciatore nando frammenti di condannato a sette an- buon cinema a dialo- ni di prigione, che vive la sua ultima ghi non sempre altrettanto felici. giornata di libertà: incastrato, tradi- Qui il protagonista non cerca alibi to da qualcuno che gli è molto vici- (ha pagato i debiti del padre, ha fat- no. Amarezza, risentimento, voglia to vivere nel lusso la bella fidanzata) di sapere. E paura: della prigione e il regista non specula sull’appa- teme soprattutto la violenza, sa be- rente contraddizione dello spaccia- ne a cosa va incontro. Gli ultimi sa- tore buono, dato che Monty si è ar- luti agli amici – uno yuppie e un ricchito proprio sulla pelle dei de- professore universitario – e un cane boli. Non ha saputo fare la cosa giu- da sistemare, quel cane che lui stes- sta, certo, ma non ha nascosto la co- so ha raccolto, ferito e abbandona- caina nel crocifisso (come Sarah Mi- to, nella prima sequenza del film. È chelle Gellar in Cruel Intentions): La 25ª ora, l’ora in cui il padre lo ac- nel vuoto morale c’è spazio per i compagna al penitenziario e gli pro- rimpianti, non per l’ipocrisia. spetta la fuga e una nuova vita, l’ora in cui è ancora possibile sognare. Tratto da un romanzo di David Be- nioff, l’ultimo film di Spike Lee ri- trova quella concentrazione tempo- rale che aveva caratterizzato una delle sue prime e più riuscite opere, 8.05.2003

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Una moglie insod- La vita come viene incerti del mestiere, disfatta amata se- la turbolenta vicen- gretamente dalla da produttiva legata dirimpettaia bibliotecaria, una ho- al gruppo Cecchi Gori), al servizio stess e il marito dentista dediti a gio- di un cast disomogeneo: inguardabi- chi pericolosi, un musicista jazz che li Stefania Rocca e Daniele Liotti, ha sacrificato il suo talento per oc- improbabili Stefania Sandrelli e cuparsi del figlio malato, un geome- Tony Musante, ma eccellenti per in- tra appena licenziato, un professore tensità Valeria Bruni Tedeschi (ha di filosofia solitario e malato legato appena esordito nella regia con un al ricordo della figlia morta: dopo film autobiografico già uscito in due belle opere estreme e inconsue- Francia), Lorenza Indovina e Clau- te (Il verificatore e Prima del tra- dio Santamaria (anche più convin- monto) il regista napoletano Stefano cente nel film di Milani Il posto del- Incerti si misura con una storia più l’anima) e soprattutto un ammirevo- intima, ambientata in una periferia le Alessandro Haber, finalmente mi- del nord, analizzando i sentimenti surato e non sopra le righe, nella sua di un gruppo di persone, tutte colte interpretazione più dolorosa e com- in un week-end di crisi. movente. La vita come viene è un film corale, con più trame che si sfiorano senza intrecciarsi compiutamente, una co- struzione narrativa complessa e irri- solta (alla quale non è forse estranea, 15.05.2003

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Ci sono momenti nella Good Bye, Lenin! che diverte e commuo- vita in cui non ci si può ve, con ottimi inter- distrarre, ma entrare in preti (Katrin Sass e coma proprio alla vigilia della cadu- Daniel Brühl sono i due protagoni- ta del Muro, soprattutto per chi vive sti) e una sceneggiatura senza pause nella Berlino comunista, è proprio che amplifica progressivamente lo imperdonabile: è quanto succede spunto iniziale, tra argute trovate (i però alla compagna Christiane, ma- finti telegiornali dell’amico aspiran- dre di due figli, abbandonata dal te regista) e allusioni cinefile (la te- marito, un dissidente fuggito all’O- sta di Lenin trascinata dall’elicotte- vest tanti anni prima. C’è di più: ro, omaggio all’inizio della Dolce vi- Christiane nel socialismo reale ci ta felliniana), verso un epilogo che crede veramente, è una fervente at- si può riassumere – con meno ironia tivista e, quando si risveglia otto me- e più utopia – nel titolo geniale di si dopo, il figlio Alex vuole rispar- un film francese di alcuni anni fa: miare al suo cuore indebolito una non tutti hanno la fortuna di aver emozione fatale e decide di occulta- avuto genitori comunisti. re tutte le tracce dell’invasione capi- talista, ricreando per lei un’isola fe- lice e portando a compimento, in una escalation paradossale, il sogno di una riunificazione alla rovescia. Good Bye, Lenin! di Wolfgang Becker è una commedia deliziosa, 22.05.2003

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La giuria del festival di The Eye donatrice delle cornee Cannes ha premiato grazie alle quali la gio- Elephant di Gus Van vane Mann (Lee Sin- Sant, ignorando Il cuore altrove di Jie) può finalmente vedere, e lo di- Pupi Avati, a lungo applaudito dal venta ben presto anche lei. Non so- pubblico: il cinema di tendenza, ha lo chiaroveggente, dopo il trapian- commentato Avati, ha prevalso su to, ma costretta a vedere i morti e a quello che emoziona e commuove. rivedere immagini e circostanze già Nel suo film la provvisoria cecità vissute dall’altra: in un tripudio di della protagonista è certo un nodo déjà vu anche noi spettatori finiamo essenziale della storia: nel finale la per rivivere atmosfere e situazioni sua guarigione porterà fatalmente già viste (da Il sesto senso a The con sé gioie e dolori. Mothman Prophecies) ripagati tutta- Ben rappresentato cinematografica- via da uno scioglimento per niente mente (Luci della città di Chaplin) e scontato. Una domanda: nel cinema letterariamente (La sinfonia pastora- horror Tiresia non fa più tendenza? le di Gide), e carico di suggestioni melodrammatiche, quello della vi- sta ritrovata è un tema classico, ma l’abilità di un film horror come The Eye dei fratelli Oxide e Danny Pang sta nell’accostargli e sovrapporgli quello non meno classico della cas- sandra inascoltata: lo era infatti la 29.05.2003

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Tanino vive tra la My Name is Tanino mestiere suo e dei Sicilia e Roma, stu- suoi cosceneggiato- dente fuori corso la ri (Francesco Bruni cui grande passione per il cinema e Francesco Piccolo) e la simpatica non ne scalfisce minimamente la su- presenza dell’esordiente Corrado blime ignoranza: l’incontro estivo Fortuna (protagonista in Perduto con Sally, una ragazza americana in amor di Battiato), un nome che è già vacanza a Castelluzzo, scatena una tutto un programma. Forse conta- serie di avventure che lo porteranno giato dal suo personaggio (o travisa- oltre oceano, tra pochi successi e to dall’intervistatrice) Virzì parla di molte fughe, culminando in una se- Castelluzzo come di «un paese del rata con il suo filmaker preferito. tutto inventato» (bontà sua) e sac- Dopo tre anni e varie peripezie le- cheggia gli stereotipi sulla comunità gate alle note difficoltà finanziarie italoamericana: meno gioie che do- di Cecchi Gori approda nelle sale lori nel solco della commedia all’ita- My Name is Tanino di Paolo Virzì, liana, aspettando però fiduciosi il suo quinto film (dopo La bella vita, suo prossimo Caterina va in città. Ferie d’agosto, Ovosodo e Baci e ab- bracci) e certo non il migliore. «È un film buffo, strampalato, un in- no alla sfrontatezza e alla stupidità», ha dichiarato con ottime intenzioni il regista livornese, ma gli esiti non sono all’altezza malgrado l’indubbio 5.06.2003

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Bruce Nolan (Jim Car- Una settimana provocare una serie di rey) è un giornalista te- da Dio calamità naturali e so- levisivo carrierista ed ciali: niente paura, co- egocentrico, buon talento comico munque, la redenzione finale è ma un po’ sfigato. E quando un col- d’obbligo. lega ottiene il posto di anchorman, Un’idea abbastanza carina che porta a cui lui aspira da sempre, allora co- alle estreme conseguenze analoghe mincia a maledire l’Onnipotente, situazioni narrative: quante strego- insensibile ai suoi desideri. Stanco nerie cinematografiche e letterarie vi delle sue imprecazioni, Dio si palesa vengono in mente? Molte. In fondo sotto le rassicuranti sembianze di tutti ci accontenteremmo di molto Morgan Freeman (scelta politica- meno, come ben sapeva Stendhal mente corretta ma non troppo: per- nel redigere la lista dei suoi Privilegi. ché non Whoopi Goldberg?), gli Ma un’occasione sprecata, perché la consegna tutti i poteri e parte in va- presenza di Carrey (Ace Ventura, canza. Limiti? Solo due: il segreto Bugiardo bugiardo, The Truman sul suo ruolo divino e il rispetto del Show) non è del tutto supportata da libero arbitrio. È proprio Una setti- una sceneggiatura all’altezza. mana da Dio – l’ultimo film di Tom Shadyac – ma Bruce ne farà un pes- simo uso (nessuna regola sul conflit- to d’interessi), arrivando a mettere in crisi il suo rapporto con la fidan- zata Grace (Jennifer Aniston) e a 12.06.2003

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Snobbato dai David di Ricordati di me dell’Ultimo bacio: che Donatello (clamoroso il regista romano gira 5-0 dalla Finestra di molto bene, ha un fronte), Ricordati di me di Gabriele buon senso del ritmo (questa volta Muccino si è preso una parziale ri- un po’ meno felice del precedente), vincita con il salomonico verdetto sfrutta alla perfezione una colonna dei Nastri d’Argento consegnati sa- sonora incalzante; dall’altro lato l’a- bato scorso a Taormina: tre ricono- stuto dosaggio degli stereotipi gene- scimenti (al produttore Domenico razionali e una galleria di ritratti Procacci, alla sceneggiatura dello furbetti (le aspiranti veline, l’attrice stesso Muccino e di Heidrun Sch- nevrotica), di luoghi comuni di ri- leef, all’attrice non protagonista torno (il marito fedifrago e pusilla- Monica Bellucci) assegnati dal Sin- nime, le donne più coraggiose degli dacato Giornalisti Cinematografici, uomini) e di tormentoni (lo «sfigato alla pari con gli altri due film più ac- di sinistra»), insomma la collezione creditati alla vigilia (quelli di Salva- primavera-estate del prêt-à-penser tores e di Ozpetek), più il Premio ad un prezzo ragionevole. Guglielmo Biraghi, destinato alle giovani promesse, a Silvio Muccino e Nicoletta Romanoff. Riapparso in questo finale di stagio- ne nelle sale, Ricordati di me confer- ma quanto di buono e di meno buo- no era già stato detto all’epoca 19.06.2003

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Un paesino dell’A- Il posto dell’anima ni ha diretto e sce- bruzzo, uno stabili- neggiato con lo mento di pneuma- scrittore Domenico tici che una multinazionale chiude Starnone, ispirandosi a fatti real- per ragioni di mercato, calpestando mente accaduti proprio in Abruzzo le vite degli operai e delle loro fami- nel 1999. Dopo Auguri professore e glie: protesta, solidarietà, iniziative La guerra degli Antò Milani si con- imprenditoriali e accanto alla difesa ferma regista sensibile e ci propone del posto di lavoro la consapevolez- una commedia operaia in bilico tra za della sua devastante, accertata rabbia e sorriso che a molti ricor- tossicità, una macchina di morte. Si derà il migliore Ken Loach: un film intrecciano le storie di Mario (Clau- politico radicale e al tempo stesso dio Santamaria), che s’ingegna con brillante e ben dialogato che, come un commercio di gnocchetti fatti in suggerisce il titolo, ci parla anche di casa, di Salvatore (Michele Placi- un paesaggio interiore, della geo- do), sindacalista in conflitto genera- grafia dell’anima, di quel posto che zionale e ideologico con il figlio e di cerchiamo per tutta la vita. Antonio (), diviso tra lotta operaia, nostalgia dei suoi bo- schi e di una fidanzata (Paola Cor- tellesi) che ha scelto di trasferirsi a Milano. Sono le storie che attraversano Il posto dell’anima che Riccardo Mila- 26.06.2003

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Ci sono film che si im- 28 giorni dopo contaminate provo- primono indelebil- cando un devastante, mente nella memoria rapidissimo contagio) anche se non sono dei capolavori e dal risveglio dal coma in un’ospeda- uno di questi è certamente The le londinese del giovane Jim (Cillian Omega Man di Boris Sagal, uscito Murphy) che vaga in una Londra nel ’71 e tratto da un romanzo di Ri- deserta funestata da bande di infetti chard Matheson. Non vi dice nulla? dall’aspetto vampiresco. Con una Qualcuno ricorderà invece il suo ti- sapiente miscela di temi e situazioni tolo italiano, 1975: Occhi bianchi sul di varia cinefilia – da L’esercito delle pianeta terra, con il grande Charlton dodici scimmie a Il signore delle mo- Heston (anche se dopo Bowling for sche, passando per i «morti viventi» Columbine si fa fatica ad ammetter- di Romero e per i «demoni» di Bava lo) nei panni di uno scienziato tra i – e un abile uso della camera digita- pochi superstiti di una guerra batte- le il regista di Trainspotting e di The riologica, che si muove di giorno in Beach ci offre un horror d’autore una New York spettrale ed è circon- non privo di personalità. Finale bu- dato di notte da tremendi incappuc- colico non all’altezza, ma nessuno è ciati refrattari alla luce. perfetto. Se dal 1975 ad oggi sono passati ben ventotto anni, sono solo ventot- to i giorni che separano l’antefatto dell’ultimo film di Danny Boyle (un gruppo di animalisti libera scimmie 3.07.2003

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C’è un trio in ognu- La meglio gioventù e rapidamente av- na delle due parti in viato nelle sale per cui è stato diviso il gli ultimi scampoli film La meglio gioventù: i due fratel- di stagione. li Nicola e Matteo insieme a Gior- Saga familiare e viaggio attraverso gia, e poi, in momenti diversi, con l’Italia dell’alluvione fiorentina, del Mirella. A sottolineare un parallelo Sessantotto, dell’antipsichiatria, del- non troppo nascosto il tema musica- le lotte operaie, del terrorismo: Gior- le che ritorna, composto da Georges dana e i due sceneggiatori Sandro Delerue quarant’anni fa per il cele- Petraglia e Stefano Rulli (un sodali- bre Jules e Jim di François Truffaut, zio che si rinnova dopo Pasolini, un storia di un altro trio, con due amici delitto italiano) sono riusciti a co- mai separati dal loro comune amore struire un unico grande romanzo di per Catherine. E dura quasi qua- formazione e a offrire a tanti eccel- rant’anni la vicenda raccontata nel lenti attori – per tutti ricordiamo al- film di Marco Tullio Giordana – da meno , Fabrizio Gi- Maledetti vi amerò a I cento passi il funi, Sonia Bergamasco e Adriana suo nome è una certezza del nostro Asti – una meritata ribalta. cinema – che, accantonato dalla Rai in inverno (le sei ore dovevano esse- re trasmesse in televisione in quattro puntate), è stato accolto trionfal- mente a Cannes (come per Nuovo Cinema Paradiso: la storia si ripete) 10.07.2003

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Hitchcock aveva con- In linea Una buona idea quasi fidato una volta a Truf- con l’assassino sempre ne reclama faut il suo desiderio di un’altra e Cohen ne ha girare un intero film in una cabina trovato una ottima: il telefono squil- telefonica, paragonando una tale la, Stuart risponde e si ritrova sotto il possibilità alla pagina bianca dello tiro di un cecchino, il suo interlocu- scrittore di romanzi. E le idee, si sa, tore telefonico, che minacciandolo finiscono prima o poi per riaffiorare con un fucile ad alta precisione gli da qualche parte: «Erano vent’anni impone una lezione di morale e, do- che pensavo a come fare un film po aver provocato l’arrivo della poli- ambientato in una cabina telefoni- zia, un’adrenalica autoanalisi e un’u- ca», ha dichiarato infatti Larry miliante gogna. Ma ha ancora un Cohen, sceneggiatore di In linea con cellulare in tasca e saprà come ser- l’assassino in cui si rinnova, dopo virsene per fuggire da quella bara di Tigerland, la collaborazione tra il re- vetro. Sì, il presente incalza: affret- gista Joel Schumacher e Colin Far- tiamoci a guardare quelle cabine pri- rell, divo emergente (Minority Re- ma che diventino cosa del passato. port, Daredevil, La regola del sospet- to) qui nei panni di Stuart, pubblici- tario newyorkese egoista e bugiar- do, che utilizza le cabine, abbando- nando per un istante il suo surri- scaldato portatile, per organizzare piccoli tradimenti coniugali. 17.07.2003

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Alla cameriera madri- Lucía y el sexo un po’ pretenzioso au- lena Lucía (Paz Vega) tore de Gli amanti del l’ultimo romanzo di circolo polare, perché Lorenzo Álvarez (Tristán Ulloa) è dietro un puzzle da ricostruire – un piaciuto sul serio, tanto da contatta- po’ come nei film di Egoyan, ma re lo scrittore e dichiarargli il suo senza quella tensione morale che li amore. Vivono insieme per sei anni, giustifica narrativamente – ci sono con grande passione, poi lui scom- tentazioni melodrammatiche e diva- pare e lei parte per Formentera, l’i- gazioni surreali, qualche scena di sola dove finiscono per convergere sesso non indimenticabile (però Paz tutti quei destini che numerosi flash Vega è veramente bella e vale da sola back hanno via via sfiorato senza ri- il prezzo del biglietto) che non risve- velarne tutte le connessioni: Lucía e glia un ritmo piuttosto soporifero. E Lorenzo, ovviamente, e ancora Ele- il sospetto di assistere alla tormenta- na (Najwa Nimri), amante di una ta genesi di un romanzo: dietro la notte, e la piccola Luna (Silvia Lla- scrittura di un’avventura, il lieto fine nos), che in quella notte è stata con- allora è d’obbligo, è facile scorgere cepita; e poi Carlos (Daniel Freire), l’avventura di una scrittura. fuggiasco superdotato, e Belén (Elena Anaya) babysitter distratta ed erotomane. Ma lo si potrebbe raccontare in tanti altri modi Lucía y el sexo del regista basco Julio Medem, il talentuoso e 24.07.2003

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Se quella del mate- Confessioni di una stiamo fede, un inso- matico John Nash mente pericolosa spettabile agente se- (Russell Crowe) era, greto (sia pur smenti- nel film di Ron Howard, A Beauti- to dalla Cia) e uno spietato killer. ful Mind, quella del produttore tele- Sarà poi vera la sua doppia vita? visivo Chuck Barris (Sam Rockwell) Stupefacente lo è in ogni caso, se- è, nel promettente esordio registico condo Clooney, come realtà o come di George Clooney, A Dangerous invenzione. E per queste Confessio- Mind: due storie di schizofrenia ni raduna una squadra di tutto ri- tratte ora da una biografia, ora da spetto: coprodotto da Soderbergh un’«autobiografia non autorizzata», (che lo dirige, a buon rendere, in So- rime nascoste ma non troppo di due laris), sceneggiato da Charlie Kauf- stagioni cinematografiche. Più evi- man (Essere John Malkovich), inter- denti analogie legano del resto que- pretato oltre che da Rockwell (Orso sto strano Confessioni di una mente d’Argento a Berlino) da Drew pericolosa ai più recenti Autofocus Barrymore, Julia Roberts e dallo di e Prova a prender- stesso George, sempre in prima li- mi di Steven Spielberg, senza nulla nea. Con un simpatico cammeo di togliere alla piacevolezza e all’origi- e Matt Damon. nalità del film. Chuck Barris è stato certamente negli anni Settanta l’in- ventore di tanta televisione trash americana largamente copiata in tutto il mondo, ma anche, se gli pre- 31.07.2003

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L’anno scorso a Can- And now… Ladies tricia Kaas) s’incon- nes l’ultimo film di and Gentlemen trano: condividono Claude Lelouch ha improvvise allarman- ricevuto l’ennesima stroncatura dal- ti amnesie – tema di gran moda – la critica, ciò che non costituisce ma la disinvolta visione oncologica una novità per un regista che ha fa- lelouchiana (come in Uomini e don- ma di essere amato (non sempre) ne: istruzioni per l’uso) rimuoverà dal pubblico e detestato (quasi sem- agevolmente ogni ostacolo. Non pre) dagli addetti ai lavori. And può mancare, nel ruolo dell’ex fi- now… Ladies and Gentlemen è un danzata di lui, Alessandra Martines perfetto concentrato del suo cine- – e una fugace apparizione della sua ma: un po’ di jet-set, storie che s’in- videocamera, allusione a Per caso o trecciano, oceani e aeroporti, trage- per azzardo – moglie di Lelouch. die e rinascite. E tanti dialoghi pre- Nel cast anche Claudia Cardinale, tenziosi con oscillazioni dal miglior altra moglie di regista (Pasquale Marzullo – «se la vita è sonno, l’a- Squitieri) e Yvan Attal, attore-regi- more ne è il sogno» – alla citazione, sta sposato con un’attrice (Charlot- riveduta e scorretta, di definizioni te Gainsbourg), ovvero: la vita è un celebri – «la memoria è come la cul- set. tura, ciò che resta quando si è di- menticato tutto» – insomma un fe- stival della filosofia patinata. Un ladro gentiluomo () e una cantante delusa in amore (Pa- 4.09.2003

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Per tutta una gene- Buongiorno, notte dietrologiche che razione che è cre- percorrevano Il ca- sciuta nella rassicu- so Moro di Giusep- rante famiglia dell’ideologia quei 55 pe Ferrara e Piazza delle Cinque Lu- giorni del 1978 – la traiettoria che ne di Renzo Martinelli, ed evitando lega nello spazio e nel tempo l’asfal- i complottismi ricostruisce il mecca- to di via Fani e la Renault rossa di nismo di un delirio astratto che pro- via Caetani – sono una lunga linea duce concreta violenza. d’ombra e la morte di Aldo Moro Se nel ruolo dei brigatisti Luigi Lo una cesura irrimediabile: non a ca- Cascio e Maya Sansa sono eccellenti so, forse, proprio un regista simbolo conferme, Roberto Herlitzka inter- della rivolta come Marco Belloc- preta lo statista, così legato nell’im- chio, l’autore dei Pugni in tasca, ne maginario cinefilo alla figura di ha elaborato il lutto e, ritrovando gli Gian Maria Volonté, con toni più stessi accenti di genuina laicità che sobri ma altrettanto ispirati: l’altro abbiamo amato ne L’ora di religione, epilogo di questo film notturno, ci ha restituito la memoria di quella nella dimensione del sogno, ha il tragedia. suo volto felice e luminoso. Opera claustrofobica e intimista, filtrata dal punto di vista di una gio- vane brigatista, Buongiorno, notte alterna i riti della quotidianità e l’in- tensità di pochi magici dialoghi; Bellocchio respinge le tentazioni 11.09.2003

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Di film su truffatori, Confidence sempre camaleontico) grandi e piccoli, c’è so- e un ambiguo agente lo l’imbarazzo della federale (Andy Gar- scelta, con titoli che vanno dal Bido- cia) a complicare, ma solo in appa- ne di Fellini a Prova a prendermi di renza, un colpo da manuale. Spielberg, passando per Rischiose Accolto con favore al Sundance Fe- abitudini di Frears e, ovviamente, stival, Confidence è in effetti una per il più celebre e amato dal pub- buona occasione (cast notevole) blico: La stangata di George Roy sprecata perché Foley è tanto impe- Hill. A così illustri precedenti si ag- gnato a creare flash-back a ripeti- giunge adesso Confidence – La truf- zione e confondere lo spettatore da fa perfetta di James Foley, già autore dimenticarsi di essere un regista di di buoni noir e, una decina di anni talento: la sua insistente galleria di fa, dell’ottimo Americani. primi piani sarà forse un partito Se l’inizio del film è ambizioso – il preso, ma ha il gusto inconfondibile protagonista, morto, che racconta la – ha ragione Roberto Nepoti – dei sua storia è una fin troppo scoperta telefilm di seconda serata. allusione a Viale del tramonto – po- co alla volta il gioco continuo dei ri- baltamenti scivola sul prevedibile: un bel gruppo di bidonisti in azione (Ed Burns e simpatici comprimari), una bella ladra (Rachel Weisz), il pollo di turno (Dustin Hoffman, 18.09.2003

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Accolto con simpatia Piccoli affari gione – fa il portiere in al Festival di Venezia sporchi un albergo dove lavora del 2002, l’ultimo film la cameriera turca Se- di Stephen Frears ha impiegato un nay (Audrey Tautou), che ha chie- anno a raggiungere le sale italiane: sto asilo politico ma intanto subisce piccoli misteri della distribuzione se ricatti e umiliazioni per poter so- si considera che il regista britannico pravvivere. È un mondo dove non si è pur sempre l’autore di opere di esita a vendere un rene per un pas- successo come Le relazioni pericolo- saporto falso (ne sa qualcosa il per- se, The Snapper o Alta fedeltà. Con fido Sneaky, un bravissimo Sergi Piccoli affari sporchi ritorna all’am- Lopez), ma non sempre gli inter- bientazione londinese dei suoi esor- venti riescono: così lo sceneggiatore di – My Beautiful Laundrette e Steven Knight imbastisce una trama Sammy e Rosie vanno a letto – per multietnica carica di suspence, an- proporci un’immersione nel mondo che se a tratti un po’ inverosimile, dell’immigrazione clandestina. con un tocco sentimentale e un fina- Okwe (Chiwetel Ejiofor), medico le a sorpresa. nigeriano fuggito dal suo paese, porta con sé un doloroso segreto che non sarà svelato immediata- mente allo spettatore. Se di giorno guida il taxi, di notte – tutto sul filo di un’insonnia che è il motivo ricor- rente di tanti film della scorsa sta- 25.09.2003

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Forse sarà solo pi- Il genio della truffa son Lohman), che grizia ma Hol- porterà lo scompi- lywood ha una cer- glio nel suo contor- ta tendenza a sfruttare i filoni, così to e precario equilibrio. Le losche se siete in vena di bidonisti e avete imprese sembrano dapprima ce- già apprezzato Confidence non pote- mentare il loro rapporto, ma l’appa- te rinunciare a confrontarlo con Il renza, si sa, può ingannare (a partire genio della truffa del versatile Ridley dall’età della bravissima Alison che Scott, che non è proprio uno da di anni ne ha ventiquattro) e i colpi snobbare (I duellanti, Blade Runner, di scena non tarderanno ad arrivare. Il gladiatore) neanche quando ap- Se Confidence può far pensare a La proda alla commedia. stangata, qui il riferimento obbliga- Roy, imbroglione di turno in terra to è Paper Moon di Bogdanovich (e californiana, è un Nicolas Cage co- la storia si ripete: entrambi i film me sempre un po’ sopra le righe, che erano usciti nello stesso anno, il attraversa la quotidianità con un as- 1973), con Ryan e Tatum O’Neal, sortito repertorio di ossessioni e padre e figlia nella realtà, altra stra- compulsioni, ed è ben coadiuvato na e non meno ambigua coppia di nelle sue truffe da Frank (Sam soci. Rockwell, protagonista di Confessio- ni di una mente pericolosa), fin quan- do non emerge dal passato una sor- presa: perché lui non sa di avere una figlia quattordicenne, Angela (Ali- 2.10.2003

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«Amo i film che non Mio cognato anche se ovviamente la assomigliano agli altri Roma e la Castiglion- film», scriveva François cello del boom lascia- Truffaut nel settembre del 1960 al no il posto all’ambientazione barese regista Jean-Pierre Mocky. Si può contemporanea. condividere o meno una posizione L’esordio di Piva (La capagira) era del genere, ma in un’epoca come la stato notevole e accanto a quello di nostra in cui (quasi) tutto somiglia a Winspeare (Pizzicata, Sangue vivo) qualcos’altro e remake mascherati e aveva richiamato l’attenzione della citazioni camuffate fanno la gioia critica e del pubblico sul cinema dei critici, se ne deve almeno medi- pugliese: malgrado due eccellenti tare la lezione. attori come Rubini e Lo Cascio e E quarant’anni dopo Il sorpasso, uno sguardo acuto sul sottobosco originalissima commedia all’italia- malavitoso, Mio cognato resta inve- na, la visione di Mio cognato di ce al di sotto delle attese, offrendo Alessandro Piva colpisce proprio solo un pallido surrogato del ritmo, per l’imbarazzante somiglianza con della leggerezza e dell’inesorabilità il capolavoro di Dino Risi. Uno di un altro cinema. schema narrativo praticamente identico – il fanfarone e il timido che viene contagiato, e infine con- quistato dall’altro, poco prima del- l’epilogo drammatico, e tutto in una serrata concentrazione temporale – 9.10.2003

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È proprio un ritorno Elephant frendogli un puzzle di sulla scena del delitto. punti di vista, di traiet- Se avete visto il bellis- torie che s’intersecano, simo documentario di Michael di salti in avanti e indietro nel tem- Moore Bowling for Columbine, già po. Se si può parlare di violenza è premiato con l’Oscar, conoscete già solo all’interno di una totale stilizza- i fatti: quattro anni fa due studenti zione: una struttura complessa e del liceo Columbine, in Colorado, coerente che lascerà la morte quasi sono entrati nella loro scuola e han- fuori campo. Nessuna tentazione no compiuto un massacro (16 morti sociologica, nessun omaggio alla e 20 feriti) per poi suicidarsi. Ma concatenazione causale, in un film dove Moore cercava spiegazioni paradossalmente elegante dove la l’ultimo film di Gus Van Sant, forma è tutto. Che Van Sant fosse Elephant, si limita solo a descrivere un talento (Belli e dannati, Da mori- l’intreccio di tutte le piccole storie re, Will Hunting) si sapeva: il trionfo che convergono verso la strage fina- a Cannes (Palma d’oro e miglior re- le: Elias fa fotografie, Nate va a gia) ne è un’ulteriore conferma. pranzo con Carrie, mentre Brittany, Jordan e Nicole chiacchierano, John incrocia Alex ed Eric, i due fu- turi assassini. Uno sguardo lucido e distaccato ac- compagna lo spettatore con lunghi piani-sequenza, fluide carrellate, of- 16.10.2003

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Chi ha visto Il confor- The Dreamers dard, Chaplin e Kea- mista e Ultimo tango ton, e poi Hawks, Ma- sa quanto Parigi sia moulian, Sternberg. È una tappa obbligata nell’immagina- la primavera del ’68 e siamo proprio rio e nella filmografia di Bernardo – per citare un altro Bertolucci Bertolucci. Ed è un felice ritorno, d’annata – «prima della rivoluzio- allora, quello di The Dreamers dove ne»: mentre la realtà incombe sotto il regista parmense, ispirandosi a un le finestre, loro possono ancora so- romanzo dello scrittore inglese Gil- gnare, in bilico tra infanzia e ribel- bert Adair, ci racconta una storia di lione, possono muoversi, prima del- formazione: l’amicizia dello studen- la battaglia, in un paesaggio interio- te americano Matthew (Michael re. Un’opera per molti versi auto- Pitt) con i gemelli francesi Isabelle biografica che è la sintesi di una car- (Eva Green, figlia di Marlène Jo- riera: la tentazione claustrofobica e bert) e Théo (Louis Garrel, figlio di l’erotismo un po’ morboso, certo, Philippe, il regista di J’entends plus ma anche una lezione di stile, un la guitare) che lo ospitano nel loro film sul cinema e sulla passione per appartamento, approfittando di il cinema. una vacanza dei genitori. Sono tre assidui frequentatori della Cinémathèque e si divertono a mi- mare e a indovinare – le penitenze sono feroci – tante sequenze di un mondo di celluloide: Bresson e Go- 23.10.2003

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Per un distratto pub- Mystic River dopo Jimmy (Sean blico televisivo Clint Penn), ex galeotto, Eastwood sarà forse possiede un emporio, solo il pistolero dei film di Sergio Sean (Kevin Bacon) è diventato po- Leone, malignamente identificato liziotto e Dave (Tim Robbins) con- con le sue due celebri espressioni vive con il trauma di allora: i percor- (con e senza il cappello); per i cine- si dei tre amici s’incrociano nuova- fili è invece un regista di culto che è mente quando viene uccisa la figlia riuscito ad affiancare alla sua atti- di Jimmy, l’inchiesta è affidata a vità d’interprete una trentennale Sean e i sospetti convergono su Da- carriera dietro la macchina da pre- ve. Dietro il film di genere fa presto sa, realizzando opere come Bird, Gli capolino il racconto morale: il male spietati, Potere assoluto. Con il suo ritorna, si rinnova e si propaga, e in ventiquattresimo film da regista, una tragica deriva porta a termine il Mystic River, ispirato al romanzo La suo disegno. Non c’è speranza, né morte non dimentica di Dennis redenzione in quest’universo cupo, Lehane, Eastwood si muove ai con- dominato con perfetto equilibrio da fini del poliziesco per proporci so- un maestro di stile. prattutto una meditazione sul caso. Tre ragazzi giocano in un sobborgo di Boston e uno di loro viene rapito da due pedofili travestiti da poli- ziotti, riuscendo a fuggire solo dopo giorni di abusi. Venticinque anni 30.10.2003

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Il gioco delle prospet- Io no Elisa (Myriam Cata- tive e la pluralità delle nia) sono i quattro voci narranti, tentazio- protagonisti, con i loro ni sperimentali in una letteratura or- destini incrociati. Da Rapina a ma- mai lontana, sono oggi ingredienti no armata di Kubrick fino al recente abituali della narrativa, variazioni Elephant di Van Sant anche il cine- più o meno ludiche e di calcolato ef- ma ha progressivamente perfezio- fetto. Di questa linea il romanzo di nato e copiosamente sfruttato la Lorenzo Licalzi Io no è un esempio stessa combinazione multiprospet- abbastanza tipico (ricorda un po’ tica temporalmente sfalsata: se La Amore, ecc. di Julian Barnes, portato terrazza di Ettore Scola, sceneggiato poi sullo schermo da Marion Ver- da Furio Scarpelli, ne è stato uno noux), con quattro punti di vista che dei più classici esempi nostrani, non si alternano, sfruttando al massimo è certo un caso che Diana e Tognaz- le situazioni di interferenza e il sa- zi siano stati un po’ i loro figli d’ar- piente dosaggio delle informazioni. te. E con il clan Izzo & Tognazzi, si Adattato da Graziano Diana e da sa, l’aria di famiglia non manca mai. Simona Izzo e da lei stessa diretto con il marito Ricky Tognazzi, il film Io no riprende abbastanza fedel- mente la struttura narrativa del li- bro e la sua storia: Flavio (Gianmar- co Tognazzi), Francesco (Francesco Venditti), Laura (Ines Sastre) ed 6.11.2003

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La si può racconta- Caterina va in città chiera sociologica re in vari modi, cer- sollevata dai film di to. Per esempio: Muccino, con auto- Caterina, tredicenne di Montalto di ri, critica e pubblico che ora s’inter- Castro, si trasferisce a Roma e fre- rogano gaberianamente su cos’è di quenta una scuola media del centro, destra e cos’è di sinistra, su città e legandosi successivamente alla zecca provincia, o sulla televisione: l’inge- Margherita (famiglia di intellettuali nua Caterina non vuole fare la veli- di sinistra) e alla pariolina Daniela na, ma suo padre cerca un attimo di (figlia di un deputato di An), ma re- celebrità al Costanzo Show, e chi ri- stando in fondo un’adolescente corda C’eravamo tanto amati di Sco- semplice, che guarda il mondo con la può immaginarne le conseguen- altri occhi e preferisce ascoltare ze. La commedia all’italiana si tra- Verdi con il walkman. O forse così: sforma e si rinnova e con tanti buo- Giancarlo Iacovoni è un insegnante ni attori (Sergio Castellitto su tutti, e uno scrittore frustrato, che si tra- ma anche Margherita Buy e Claudio sferisce con moglie e figlia dalla Amendola) e sceneggiatori (France- provincia alla capitale, coltivando sco Bruni) troverà sempre un pub- sogni di rivalsa presto delusi da una blico affezionato. realtà dominata dalle «conventico- le» che lo conferma nel suo ruolo di escluso. Con Caterina va in città di Paolo Virzì si è scatenata la stessa chiac- 13.11.2003

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Che un artista possa Dogville nepresa a spalla ma al preferire gli inconve- servizio di una virata nienti stimolanti di brechtiana, un prologo una regola alle virtù sedative della e nove capitoli ambientati in un libertà è fin troppo ovvio. E che hangar dove alcuni segni di gesso Lars von Trier sia un paladino di sul pavimento e pochi oggetti fanno questa scelta è risaputo: il voto di da scenografia ad una storia di umi- castità del suo manifesto «Dogma liazione e sacrificio – sulla linea ap- 95» si estrinseca in un corpus di li- parente delle Onde del destino e di mitazioni degli artifici tecnici, sce- Dancer in the Dark – che culmina nografici, fotografici e narrativi che invece in un’atroce vendetta. Per il rimescola una serie di partiti presi suo esperimento «fusionale» (cine- tutt’altro che originali, ma la moda ma+teatro+letteratura) ha forte- di quel «dogma» è diventata pur- mente voluto e lungamente atteso la troppo – oltre a un furbo ingredien- bravissima Nicole Kidman: accanto te pubblicitario – un luogo comune a lei un cast di notevole prestigio della cinefilia postadolescenziale, con Lauren Bacall, Ben Gazzara e perfetto prêt-à-penser per gli entu- James Caan. siasti dell’ultima ora. Con Dogville il perverso Lars spiaz- za adesso i suoi fans proponendo una nuova esperienza formale che è anche un delizioso ribaltamento del suo celebre decalogo: resta, sì, la ci- 20.11.2003

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Sarah Morton, una Swimming Pool te, molto brave e per- giallista londinese in fettamente comple- cerca d’ispirazione e mentari nei due ruoli tranquillità, si rifugia nella casa del principali. suo editore nel Lubéron in Proven- Ma il film è soprattutto un tessuto di za. La sua ordinata, metodica vita di citazioni, a partire dal titolo, rispet- scrittrice, alle prese con i fantasmi toso omaggio al celebre La piscina di della creazione, sarà ben presto tur- Jacques Deray: costeggia La colle- bata dall’imprevisto arrivo di Julie, zionista di Rohmer, allude a I diabo- figlia dell’editore, esuberante e lici di Clouzot, evoca Tristana di compulsiva con gli uomini, che fi- Buñuel. Ed è lo stesso Ozon a sug- nirà per renderla complice di un gerirne un’esplicita chiave di lettu- crimine: finale a sorpresa (ma non ra: «la piscina è come uno schermo troppo), dove la sua avventura, so- cinematografico sul quale le imma- spesa tra realtà e invenzione, tro- gini sono proiettate e nel quale pe- verà comunque il suo compimento. netra un personaggio; Sarah Mor- François Ozon (Gocce d’acqua su ton non vi entra finché Julie non è pietre roventi, Sotto la sabbia, 8 don- diventata una fonte d’ispirazione». ne e un mistero) è un regista colto, forse un po’ cerebrale, molto a suo agio con i ritratti femminili, e in questo suo ultimo Swimming Pool ritrova e Ludi- vine Sagnier, sue interpreti predilet- 4.12.2003

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Love Is All Around Love Actually sprecato: , sentenziava la celebre Emma Thompson, canzone di Quattro Alan Rickman, Laura matrimoni e un funerale e Richard Linney, , Billy Bob Curtis, sceneggiatore di quel film e Thornton, Rowan Atkinson. In un dei non meno famosi Notting Hill e tripudio di politicamente corretto, Il diario di Bridget Jones, se ne è ri- dove le idee latitano e la glicemia cordato al suo debutto da regista, aumenta, lo spettatore finisce per Love Actually – L’amore davvero, accontentarsi delle moine di Hugh che inizia proprio in una sala di re- Grant nei panni del primo ministro gistrazione, dove un’attempata inglese, un Tony Blair in formato rockstar tenta di replicare quel suc- scapolo, più intento ad assecondare cesso con un disco natalizio, Christ- i propri sentimenti che non il presi- mas Is All Around. Mancano infatti dente americano. Prove tecniche? cinque settimane al Natale (due sul Tra qualche anno lo aspettiamo nostro fuso orario) e le dieci storie contro Schwarzenegger. che s’intrecciano sullo schermo le attraversano fino in fondo dandosi appuntamento all’aeroporto londi- nese di Heathrow per un finale di copiosa melassa. Britannica la produzione, un po’ meno l’umorismo, con un cast di grande prestigio, vertiginosamente 11.12.2003

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Bob (Bill Murray) è Lost in Translation mestiere nel coniu- una star hollywoo- gare vari registri, diana di mezza età, dal comico al ma- Charlotte (Scarlett Johansson) è la linconico, e una felice sensibilità nel giovanissima moglie di un foto- descrivere il gioco di complicità che grafo: si trovano entrambi a Tokyo confina con il sentimento. per pochi giorni, lui per girare la Se, come ci suggerisce il titolo origi- pubblicità di un whisky, lei per ac- nale, c’è qualcosa che va sempre compagnare il marito. S’incontrano «perduto nella traduzione», il titolo in albergo e, complice l’insonnia, italiano, L’amore tradotto, ne propo- una crisi esistenziale e lo spaesa- ne una quasi paradossale chiave di mento comune, finiscono per fare lettura: ottimi interpreti – in ogni amicizia, per girovagare insieme senso – delle loro emozioni, i due nella metropoli notturna e, forse, protagonisti sanno parlare una lin- per innamorarsi. gua comune, e la regista riesce a Lost in Translation, secondo lungo- coinvolgere lo spettatore per tratte- metraggio di Sofia Coppola, è uno nerlo un momento, in un finale di dei film più interessanti della stagio- pudica delicatezza, nell’istante di ne, e solo un banale pregiudizio un bisbiglio rivelatore. contro i figli d’arte potrebbe porta- re a sottovalutarlo: dopo un interes- sante esordio con Il giardino delle vergini suicide, la figlia di Francis Ford Coppola dimostra qui buon 8.01.2004

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Che il regista canadese Le invasioni testare «gli effetti spe- Denys Arcand sia un barbariche ciali e il digitale». Ma è autore di talento baste- forse più corretto ac- rebbe il solo Jésus de Montréal a comunarlo a quei registi – come provarlo, anche se gli spettatori più Rohmer, come Stillman – che assu- attenti ricorderanno con maggiore mono tutti i rischi di un cinema so- probabilità un altro suo celebre tito- speso tra metafisica e pettegolezzo, lo della fine degli anni Ottanta, Il a tratti fastidioso, ostentato, ridon- declino dell’impero americano, otti- dante; poi, improvvisamente, magi- mo film di conversazione intorno al- co. Premiato a Cannes per la mi- la libertà sessuale: brillante, ben gi- glior sceneggiatura e per la miglior rato, con bravissimi attori. Gli stessi interpretazione femminile (Marie- personaggi, diciassette anni dopo, Josée Croze) ma stroncato feroce- tornano con Le invasioni barbariche mente da una parte della critica, Le riuniti intorno a uno di loro, Rémy, invasioni barbariche è un film che malato terminale, ed è l’occasione divide: può piacere o non piacere, per un bilancio delle loro vite, delle ma non passare inosservato. loro passioni, dei loro fallimenti. Non è un caso che il protagonista sia uno storico: lo stesso Arcand, oggi sessantaduenne, ha studiato storia a Montréal e non nasconde certo, a partire dai titoli, la sua for- mazione, dichiarando inoltre di de- 15.01.2004

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Lo spunto narrativo, È gia ieri banese il ruolo del semplice e folgorante, giornalista metereolo- risale a una decina di go, dapprima antipati- anni fa: un uomo condannato a rivi- co e arrogante e poi sempre più vere all’infinito, in un tempo incep- umanizzato dall’inusuale destino. pato, la stessa giornata. In origine Se il paradosso temporale è una su quest’idea di Richard Lupoff c’e- molla formidabile in chiave brillan- ra stato Mezzanotte e un minuto, la te – il protagonista può sfruttare a versione ricca di suspense di Jack piacimento i vantaggi di un sapere Sholder, poi il più celebre e leggero vertiginoso accumulato giorno do- Ricomincio da capo, sceneggiato da po giorno attraverso l’osservazione Danny Rubin, cosceneggiato e di- e il dialogo – la deriva buonista fini- retto da Harold Ramis con Bill sce per sprecare in parte le ottime Murray nei panni di un egocentrico potenzialità del soggetto, perfetta giornalista televisivo, inchiodato a miscela di commedia umoristica e quell’atroce ripetizione. filosofica, incanalandolo nei toni Ribaltando una consolidata abitudi- dell’apologo morale verso un preve- ne – gli americani riadattano molti dibile epilogo sentimentale. film europei per il loro mercato – questa volta il remake è tutto italia- no: l’opera seconda di Giulio Man- fredonia È gia ieri trasporta la scena dalla Pennsylvania alle Canarie, af- fidando al bravissimo Antonio Al- 22.01.2004

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C’è una cifra stilistica 21 grammi grammi - Il peso dell’a- che lega molti dei mi- nima il regista messica- gliori talenti delle ulti- no replica l’esercizio di me generazioni: il film puzzle, la stile del suo film precedente, appro- temporalità scardinata che richiede dando a un’esibizione parossistica la cooperazione di un attento spet- dell’artificio formale, con tre storie tatore per ricomporre le tessere che ancora una volta ruotano intor- sparse e per ristabilire la sequenza no a un incidente automobilistico e lineare e una concatenazione logica. tre interpreti eccellenti come Sean Le somiglianze sono evidenti ma Penn (premiato a Venezia), Benicio non devono suggerire sovrapposi- Del Toro e Naomi Watts. Si può zioni tra progetti radicalmente di- ammirare l’ambizioso congegno versi: nei film di Atom Egoyan senza estasiarsi – una volta svelato il (Exotica ma anche Il dolce domani) nucleo narrativo fastidiosamente c’era l’elaborazione del lutto, in melodrammatico – ma si resta pur quelli di Christopher Nolan (Me- sempre coinvolti, due ore ad alto mento in modo particolare) è la me- ritmo emotivo. E lo stretching me- moria, oggetto stesso della narrazio- tafisico è incluso nel prezzo. ne, a giustificare un inconsueto per- corso a ritroso. Anche nelle opere di Alejandro González Iñárritu, rivelatosi tre an- ni fa con Amores perros, ritroviamo lo stesso mosaico temporale; in 21 29.01.2004

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Prendete The Mother e a tutte le due donne A mia madre piacciono le donne implicazioni sopra i ses- drammati- sant’anni, una inglese, l’altra spa- che di un gruppo familiare in via di gnola. May, appena rimasta vedova, dissoluzione, e Fejerman si li- ha un figlio e una figlia; Sofia, divor- mitano a solleticare lo spettatore ziata da tempo, di figlie ne ha tre. imboccando presto la strada della La loro vita sessuale, un po’ assopi- commedia sentimentale dove il ses- ta, ricomincia all’improvviso con so, se c’è, è prudentemente confina- nuovi e ben più giovani (sulla trenti- to fuori campo. Lo scandalo sta tut- na) partner: May va a letto con Dar- to dalla parte delle figlie: sul piede ren, l’amante della figlia, mentre So- di guerra quando la madre minaccia fia s’innamora di Eliska, una ragaz- il loro territorio, riluttanti e poi con- za boema, pianista come lei. Non è vinte – servirà pure a qualcosa esse- la trama di un film, ma il semplice re educati a sinistra – quando riusci- accostamento di due storie diverse, ranno a capire dove porta il cuore. suggerito da una programmazione contemporanea: The Mother, sce- neggiato da Hanif Kureishi e diretto da Roger Mitchell, e A mia madre piacciono le donne, scritto e diretto da Inés Paris e Daniela Fejerman. Se Kureishi e Mitchell non indie- treggiano di fronte al sesso esplicito 5.02.2004

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La serialità al cinema La rivincita denza – per far invec- ci ossessiona ormai da di Natale chiare davvero i prota- decenni. Dai Rocky e gonisti, con il solo ma- dai Rambo fino a Matrix e al Signo- quillage del tempo trascorso. Ne sa- re degli Anelli, passando per tutti i peva qualcosa Truffaut che ha fatto Ritorni al futuro e per le saghe luca- crescere, innamorare, sposare e di- siane: dal sequel programmato alla vorziare il personaggio Antoine continuazione imprevista. Per non Doinel, ovvero Jean-Pierre Léaud. parlare del prequel di Lynch, che fa E ora, casuale ma non troppo, c’è rivivere un po’, dopo Twin Peaks, anche La rivincita di Natale: diciot- anche la povera Laura Palmer. Poi- to anni dopo il fortunato Regalo di ché si sa qual è il numero perfetto le Natale Pupi Avati ha deciso che per trilogie si sprecano, e anche ben ca- Diego Abatantuono è giunto il mo- denzate, come i tre Amici miei, con- mento di vendicarsi, di ritrovare al cepiti da Germi, portati avanti da tavolo verde i suoi avversari di un Monicelli e conclusi da Nanni Loy: tempo – Cavina, Haber, Eastman e tre atti in dieci anni. Delle Piane – amici e nemici riuniti E poi ci sono ritorni più autoriali: per la sfida finale. diciassette anni tra Il declino del- l’impero americano e Le invasioni barbariche (Arcand), diciannove tra L’ultimo spettacolo e Texasville (Bogdanovich); l’intervallo necessa- rio – non sempre previsto in prece- 12.02.2004

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Matteo Garrone è uno Primo amore san, scrittore e cosce- dei migliori registi del neggiatore del film, e giovane cinema italia- Michela Cescon, attri- no: ha esordito, non ancora trenten- ce teatrale che per questo esordio si ne, con Terra di mezzo e si è poi con- è dovuta veramente sottoporre a fermato con Ospiti e Estate romana, una dieta impressionante. trovando la definitiva consacrazio- Dall’ossessione de L’imbalsamatore ne grazie a L’imbalsamatore. C’è più alla patologia di Primo amore, dai di un legame tra quel film e la sua sobborghi meridionali alla provin- ultima opera, Primo amore: entram- cia veneta, Garrone prosegue il suo be partono da uno spunto di crona- itinerario marginale, periferico, una ca e propongono figure di manipo- nuova tappa di una discesa agli infe- latori, lì sugli animali, qui su un cor- ri: impone il suo stile, di eccezionale po di donna. qualità visiva, alla realtà che lo cir- Tramite un annuncio Vittorio in- conda, raffigurando con raro talen- contra Sonia: lei ha tutte le qualità to il lato oscuro dell’anima. Molto per piacergli ma non è abbastanza belle le musiche della Banda Osiris, magra. Lui è un orafo, sa come pla- premiate a Berlino. smare i materiali e poco alla volta, da folle alchimista, la spinge su una china anoressica, «perché così resta solo ciò che è prezioso, quello che conta veramente, l’oro». Bravissimi protagonisti sono Vitaliano Trevi- 19.02.2004

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Vermeer al cinema: La ragazza con cercatezza nell’uso perfetto argomento l’orecchino di perla del colore e della da tesi di laurea. luce (il direttore Harold Pinter, nel ’71, inizia e con- della fotografia è Eduardo Serra) clude la sua sceneggiatura proustia- ma non altrettanto riuscito narrati- na per Losey – mai realizzata – con vamente, con gli attori intenti a la piccola ala di muro giallo della mettersi in posa per ricreare i cele- Veduta di Delft, in omaggio a una bri dipinti. celebre pagina della Recherche. Mentre la moglie Catharina sforna Qualche anno dopo, nel ’77, il regi- bambini (saranno undici ma per sta svizzero Claude Goretta prende fortuna la storia s’interrompe pri- ispirazione per il titolo di un suo ma), Johannes (l’attore britannico film, La merlettaia, dall’omonimo Colin Firth) la trascura per la giova- quadro del pittore olandese, non ne servetta Griet, dando a Scarlett tralasciando peraltro, nell’ambien- Johansson, diciannovenne protago- tazione, gli echi proustiani. nista di Lost in Translation, la possi- Nel ’90 arriva poi l’esplicito Tutti i bilità di incrementare la sua galleria, Vermeer a New York, di Jon Jost, è proprio il caso di dire, di amori film dalle atmosfere rohmeriane, e platonici con partner più maturi. adesso giunge sugli schermi La ra- gazza con l’orecchino di perla, adat- tamento del best seller di Tracy Chevalier, diretto dall’esordiente Peter Webber. Film di notevole ri- 26.02.2004

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Jack Nicholson è Tutto può succedere cide di rincarare la Harry Sangborn, dose e così anche il dongiovanni ultra- sex symbol Keanu sessantenne, scapolo impenitente Reeves si innamorerà della madre, sempre accompagnato da fidanzate senza considerare granché la figlia, giovanissime. La sua ultima conqui- scartando anche la più banale possi- sta è Amanda Peet, bella, sì, anche bilità di assortire le coppie secondo se un po’ incolore: più affascinante, un approssimativo equilibrio ana- malgrado l’età, è la madre di lei, grafico. Già la commedia francese Diane Keaton, e dopo due ore di ci aveva provato in tutti i modi a scaramucce e di malintesi il grande cercare di stupire: basti ricordare, Jack si arrenderà definitivamente al tanto per fare un esempio, Troppo vero amore. Che qualche decennio bella per te di Bertrand Blier, dove dopo Il laureato si possa invertire la Gérard Depardieu preferiva – fatti direzione e preferire la madre alla suoi – la segretaria Josiane Balasko figlia non è poi così strano: Tutto alla moglie Carole Bouquet. In bre- può succedere recita infatti il titolo ve: dalla commedia degli equivoci italiano dell’ultimo film di Nancy agli equivoci della commedia. Meyers, che già con l’emblematico What Women Want ci aveva chiari- to il suo punto di vista sugli sciupa- femmine e sui desideri femminili. Per solidarietà generazionale con la bella Diane la regista americana de- 4.03.2004

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Il cinema francese pos- I sentimenti sembrare quella di un siede dei veri talenti e adulterio e che si rivela quando capita di ve- invece soprattutto una derli riuniti in uno stesso prestigio- meditazione sul matrimonio. Una so cast è opportuno non lasciarseli coppia matura (Jacques e Carole) e sfuggire. Per esempio Isabelle una più giovane (François e Edith): Carré, trentaduenne attrice di for- poi l’imprevista scintilla tra Jacques mazione teatrale, che alcuni anni fa e Edith che viene a sconvolgerne l’e- ha prestato il suo volto a un film quilibrio. Il titolo non mente, perché piuttosto ambizioso, La donna proi- proprio di sentimenti si parla in un bita di Philippe Harel, cronaca di film prima giocoso, senza l’ombra un adulterio girata integralmente in della colpa, poi drammatico, ma te- soggettiva attraverso lo sguardo del nuto prudentemente a distanza dalla protagonista maschile. E poi Natha- tentazione tragica: ed è un coro mus- lie Baye, icona truffautiana e godar- setiano, da commedia, quello che in- diana, Melvil Poupaud, che è già terviene a più riprese per osservarne stato l’insicuro seduttore del Rac- le vicende, a raccontarci il mistero conto d’estate rohmeriano, e Jean- dell’alchimia amorosa. Pierre Bacri, il formidabile protago- nista del Gusto degli altri di Agnès Jaoui. I sentimenti di Noémie Lvovsky ci propone questo quartetto di attori in una storia che solo a prima vista può 11.03.2004

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Gli esordi di Silvio Agata e la tempesta in giro per il nord Soldini, da L’aria con la sua Volvo serena dell’ovest a arancione a vende- Un’anima divisa in due, lasciavano re vestiti: è innamorato della moglie presagire una carriera da cineasta invalida, ma la tradisce continua- difficile, tormentato. Poi Le acroba- mente. Destini che s’incroceranno te ha segnato il suo incontro con Li- perché ben presto Gustavo sco- cia Maglietta, l’attrice – sua compa- prirà, e noi con lui, di non essere gna anche nella vita – che ne ha mu- fratello di Agata ma di Romeo. tato completamente l’ispirazione: Film sceneggiato dallo stesso Soldi- prima come Rosalba nel trionfale ni con la sua abituale collaboratrice Pane e tulipani, e adesso come pro- Doriana Leondeff e con lo scrittore tagonista di Agata e la tempesta, che Francesco Piccolo, Agata è soprat- ci racconta una storia piena di rico- tutto un film di colori, di atmosfere, noscimenti, in un registro esplicita- di citazioni: procede per accumula- mente fiabesco. zione, trascina lo spettatore in un Agata gestisce una libreria, mentre mondo parallelo. E per queste ma- suo fratello Gustavo (Emilio Sol- giche fughe ci vuole talento. frizzi) è un architetto di successo: lei è innamorata di Nico, infaticabi- le lettore (Claudio Santamaria), lui è sposato con Ines, instabile psico- loga (Marina Massironi). E poi c’è Romeo (Giuseppe Battiston) che va 18.03.2004

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Dopo aver esordito Non ti muovere vissuto, costeggiato – nella regia con Libero poi è stato travolto da Burro, Sergio Castellit- una passione impreve- to si misura adesso – come protago- dibile, e, nei suoi esiti, tragica. nista, sceneggiatore e regista – con Una scommessa difficile, per la l’adattamento di Non ti muovere, struttura stessa del testo: il romanzo tratto dall’omonimo romanzo della è infatti un lungo monologo in cui il moglie Margaret Mazzantini, pre- protagonista racconta alla figlia mio Strega nel 2002. quel ricordo rimosso. Se Castellitto Timoteo (Castellitto), affermato ne rispetta la sostanza drammatur- chirurgo con una bella moglie, Elsa gica, ne sconvolge invece la più vi- (Claudia Gerini), ha sepolto in sé il stosa cifra formale, rinunciando con ricordo di un amore che riaffiora felice intuizione proprio a quella mentre la figlia Angela (Elena Peri- voce che avrebbe potuto accompa- no), in coma dopo un incidente gnare, nel più ovvio dei fuori cam- stradale, viene operata da un colle- po, tutta la rievocazione: il passato ga. Un’estate di tanti anni prima la ritorna sullo schermo in un sapiente sua auto ha avuto un guasto in pie- gioco di flashback ed è vero cinema. na periferia e ha incontrato Italia (una bravissima Penélope Cruz): con lei, Timoteo ha scoperto dap- prima i suoi istinti – l’ha violentata per distruggere una miseria e uno squallore che lui stesso ha, se non 25.03.2004

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Un film francese, cora- Il costo della vita tità, Helena (Géraldine le, con storie che s’in- Pailhas) una prostituta trecciano e la presenza di lusso che mescola di due attori come Fabrice Luchini abilmente denaro e sentimenti, con e Vincent Lindon: ci sono tutti gli una vocazione da terapeuta: figure ingredienti per farvi pensare a Clau- tipiche che si muovono in una Lione de Lelouch, ma Il costo della vita è dall’apparenza opulenta eppure mi- un film scritto e diretto da Philippe nacciata da una crisi incombente. Le Guay, che a dispetto di una pub- Il titolo originale francese propone blicità fuorviante – «la prima vera un gioco di parole tra costo (coût) e risata da quando c’è l’euro» – si col- gusto (goût) che è più di un sugge- loca, sì, sul versante della comme- rimento: dietro il denaro ci sono dia, ma con una sfumatura più mo- sempre altre questioni, e le nevrosi rale che brillante. che il film descrive ne offrono un Brett (Luchini) è un irriducibile tac- esteso catalogo. Psicoanalisi e so- cagno che soffre di costipazione, ciologia a buon mercato, certo, ma Coway (Lindon) un ristoratore fin l’ottimo cast ce le fa piacevolmente troppo generoso che si avvia alla dimenticare. bancarotta, Maurice (Claude Rich) un anziano imprenditore che dopo un infarto ha venduto le sue fabbri- che e sogna un viaggio al sole, Lau- rence (Isild Le Besco) una giovane ereditiera che nasconde la sua iden- 1.04.2004

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Ci sono registi che san- L’odore tenne che ha conserva- no arrivare al cuore del sangue to una forte compli- della scrittura lettera- cità, trasferendo altro- ria. Mario Martone c’era già riuscito ve il coinvolgimento sessuale. Se alcuni anni fa con L’amore molesto, Carlo vive una storia consolidata esemplare adattamento del roman- con la giovane Lù (Giovanna Giu- zo di Elena Ferrante: un film bellis- liani), Silvia ha incontri più saltuari, simo, nato da una felice ispirazione ma proprio in uno di questi finisce e cresciuto, in fase di sceneggiatura, per restare preda di un’ossessione in una stimolante conversazione masochista, per «avviarsi fatalmen- epistolare (pubblicata su «Linea te verso la catastrofe», come scrive d’ombra» nell’estate del ’95) con la Parise, «con la ineluttabilità che è scrittrice. Da un altro corpo a corpo tipica del destino». Martone rispet- testuale scaturisce adesso L’odore ta la crudezza del dialogo – la pagi- del sangue, tratto dal romanzo po- na scritta conteneva già un consi- stumo di Goffredo Parise, autore stente repertorio erotico – e ne ac- più volte trasposto al cinema (L’as- centua ulteriormente la sensualità: soluto naturale, Il fidanzamento, Il oggetti, odori, immagini di un cine- prete bello) e coinvolto in prima ma completo. persona nel soggetto dell’Ape regina di Marco Ferreri. Carlo (Michele Placido) è un gior- nalista, Silvia (Fanny Ardant) una gallerista: sono una coppia cinquan- 8.04.2004

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Dopo il buon esordio A/R ovvio, e poi corsa con- di Santa Maradona Andata + Ritorno tro il tempo per resti- Marco Ponti era atteso tuire i soldi: la soluzio- da molti al suo secondo film. Di cer- ne è una surreale rapina con l’ap- to A/R Andata + Ritorno ne delu- poggio di una improbabile banda di derà alcuni, ma è comunque la pro- amici, su cui spicca il padre spiri- va che il regista piemontese un certo tuale di Dante, Tolstoj (Kabir Bedi, cinema lo sa fare, forse un po’ da vi- il mitico Sandokan), facchino d’ho- deoclip, ma che importa. E così ci tel e animo da filosofo. Il risultato è propone un incrocio di destini, tra un film corale, scoppiettante, non un pony express sempre in biciclet- proprio «tutto in una notte» ma ta che non è mai uscito dalla sua To- quasi, con un protagonista che si rino e una hostess spagnola che a chiama come il Totò de I soliti igno- forza di stare tra le nuvole soffre di ti (Dante Cruciani) e va più veloce strane amnesie sentimentali: Dante di Franka Potente, la Lola di (Libero De Rienzo), che si è indebi- Tykwer, grazie alla sua bici d’ordi- tato con la malavita del quartiere, nanza. Pensiero a dieta, sì, però fugge a Barcellona ma è costretto a spettacolo assicurato. tornare indietro, dove l’aspetta Ni- na (Vanessa Incontrada), bloccata a Torino da uno sciopero durante le vacanze natalizie e indotta da una serie di circostanze a dormire pro- prio a casa sua. Notte d’amore, è 15.04.2004

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Stephen King è uno Secret Window turro, un camaleonte), degli scrittori più adat- prima lo accusa di tati al cinema, anche avergli rubato una no- da grandi autori come Stanley Ku- vella e poi inizia a perseguitarlo. Un brick (Shining), Brian De Palma plagio, in effetti, c’è davvero nel (Carrie), David Cronenberg (La zo- passato di Mort e sembra proprio na morta); Rob Reiner, poi, ci ha che i fantasmi, in una pericolosa preso gusto (da Stand by me a Mi- oscillazione tra realtà e immagina- sery) e l’elenco potrebbe continuare zione, tornino a visitarlo. Se il colpo a lungo. Buon ultimo arriva adesso di scena finale non troverà certo im- David Koepp, già sceneggiatore di preparati gli spettatori più accorti, buon livello (Carlito’s Way, Panic risveglierà forse l’attenzione dei let- Room, Spider-Man), e alla sua terza tori del romanzo, proponendo l’ul- prova come regista con Secret Win- tima di una serie di variazioni, dove dow, tratto dal romanzo breve Fine- si può scorgere il talento dello sce- stra segreta, giardino segreto, che of- neggiatore dietro una regia piutto- fre la sponda dell’horror ad una me- sto anonima. ditazione sull’invenzione letteraria. A Mort Rainey (Johnny Depp, sem- pre all’altezza), scrittore di succes- so, le cose non vanno per niente be- ne: sta divorziando dalla moglie, è in piena abulia creativa, e uno sco- nosciuto, John Shooter (John Tur- 22.04.2004

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«Forse sono i luoghi Dopo mezzanotte food, e fidanzata con che raccontano le sto- l’Angelo (Fabio Troia- rie meglio dei perso- no), ladro d’auto che naggi»: con queste parole, che sci- non le è troppo fedele; e quando volano leggere nel film, Dopo mez- Amanda, inseguita dalla polizia, en- zanotte di Davide Ferrario, già ac- trerà nel mondo di Martino, tutto si colto con favore al Festival di Berli- mescolerà fino a un finale dal sapo- no, svela forse la formula della sua re chapliniano. magia. Film di citazioni esplicite ed impli- La voce fuori campo di un narrato- cite – da Jules e Jim al Favoloso mon- re (Silvio Orlando) ci accompagna do di Amélie – ma impermeabile al- e ci introduce con tono affettuoso la cinefilia (niente di più lontano da in una fiaba metropolitana – Tori- Bertolucci e dal suo The Dreamers), no, il museo del cinema dentro la atto di amore per il cinema attraver- Mole Antonelliana e, dal lato oppo- so un cinema che parla d’amore, sto della città, il quartiere della Fal- Dopo mezzanotte è un film a basso chera – dove assistiamo a un incro- costo e ad alta tecnologia, una cio di destini: Martino (Giorgio Pa- scommessa produttiva per un pic- sotti), custode notturno, è felice colo gioiello che parla al cuore e alla dentro il Museo, circondato dai mente. suoi prediletti film muti – Buster Keaton su tutti – e segretamente in- namorato di Amanda (Francesca Inaudi), cameriera in un vicino fast 29.04.2004

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Da un lato c’è un serial Identità violate giungere un’ulteriore killer che ruba l’iden- connotazione seriale tità delle sue vittime, alla trama. Il «sini- dall’altro l’agente Fbi Illeane Scott, stro», si sa, si presta alle più diverse convocata a Montréal per aiutare la accezioni, e forse quella freudiana polizia locale a dargli la caccia: non viene del tutto a sproposito in Identità violate, tratto dall’omoni- questo caso: l’emozione del «sini- mo romanzo di Michael Pye e diret- stro», qualcosa di spaventoso che ci to da D.J. Caruso, già regista di The è stato familiare e che ha cessato di Salton Sea, sfrutta abilmente con esserlo, qualcosa di rimosso che ri- l’ammaliante presenza di Angelina torna. «Mio figlio è un uomo molto, Jolie il filone della tenace e intuitiva molto pericoloso», dice un’anziana profiler – Jodie Foster e Ashley madre agli investigatori, intuendo Judd lo hanno già consolidato – che il figlio, dato per morto da anni, metà psichiatra, metà detective, per è proprio il killer che loro stanno anni sulle tracce di un camaleontico cercando. E se quella donna ha il assassino. volto di Gena Rowlands dobbiamo Salta agli occhi il casting del film con darle ascolto. quattro mancini – tutti nella realtà o qualcuno solo nella finzione? – nei ruoli principali: Angelina Jolie, Jean- Hughes Anglade, Tchéky Karyo e, con un po’ di pazienza, anche l’am- biguo Ethan Hawke sembrano ag- 6.05.2004

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Il regista inglese Mi- Codice 46 causata da un virus, chael Winterbottom non gli è difficile indi- dopo un’intensa atti- viduare tra i dipenden- vità televisiva ha realizzato il suo ti la falsaria, Maria (Samantha Mor- primo lungometraggio nel ’95, l’ec- ton), ma se ne innamora e finisce cellente Butterfly Kiss, e ha poi di- per infrangere le regole. La presen- retto moltissimi film, tra i quali Go za della Morton non può non far Now, Jude, Benvenuti a Sarajevo, pensare a Minority Report: se lì era With or Without You, Cose di questo uno dei tre precogs, mutanti chiaro- mondo. La sua versatilità si confer- veggenti, qui si limita ad un sogno ma in Codice 46, approdo alla fanta- ricorrente, carico di presagi. Tra scienza, o, se si preferisce, thriller manipolazioni genetiche e memorie sentimentale ambientato in un futu- cancellate, tra oppressione e libertà, ro realistico, senza effetti speciali il film fa i conti con la tradizione: ma con strane lingue meticce, dove per i cinefili c’è la godardiana le città sono abitate solo da chi ha Alphaville, per tutti l’immancabile coperture assicurative, mentre gli Orwell. altri vivono all’esterno in poverissi- me baraccopoli. E proprio per indagare su un traffi- co di false coperture William (Tim Robbins), ispettore della compa- gnia assicurativa, si reca a Shanghai e, grazie a una particolare empatia 13.05.2004

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A sei anni di distanza Kill Bill Liu): restano dunque da Jackie Brown è arri- le altre tre vittime desi- vato il primo volume gnate, cioè Budd (Mi- di Kill Bill: il secondo, sei mesi do- chael Madsen), Elle (Daryl Han- po, soddisfa infine la curiosità dei nah) e ovviamente il sadico Bill (Da- numerosi estimatori di Tarantino. vid Carradine), che le riserva co- Avevamo seguito gli iperbolici duel- munque una felice sorpresa. Cam- li di Uma Thurman, sposa in giallo e biano, rispetto alla prima parte, i re- non in nero come , gistri delle citazioni – è ora la volta ma non meno metodicamente ven- delle arti marziali e degli spaghetti dicativa dell’altra: come la protago- western – e s’infittiscono le dotte di- nista del film di Truffaut, ispirata al- squisizioni sulla cultura pop; resta l’ossessiva eroina di Woolrich, an- però invariato il gusto per una nar- che la sposa del talentuoso Quentin razione temporalmente non lineare, ha cinque nomi sul taccuino – la lo- ricca di parentesi esplicative. Il lieto candina del film ne riproduce fedel- fine è prevedibile, certo, ma non so- mente lo scarno programma omici- no da escludere ulteriori puntate. da – da depennare strada facendo. Sopravvissuta al massacro della chiesa di El Paso, compiuto da quella che fu la sua gang, Black Mamba (l’affascinante Uma) ha già regolato i conti con Vernita Green (Vivica A. Fox) e O-Ren Ishii (Lucy 20.05.2004

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Almeno per una volta Troy (senza lifting?) deve nessuno contesterà l’op- essere veramente un portunità di aver la- semidio: concluse le sciato il titolo originale: la traduzio- prove generali, fa il permaloso, ma ne italiana avrebbe suggerito una dopo la morte di Patroclo s’incazza collocazione in un genere diverso, davvero – è proprio un gay after – e tra commedia brillante ed erotica, fa secco Ettore (Eric Bana). Orlan- anche se non si può escludere un fu- do Bloom, con quel nome che oscil- turo kolossal in questa chiave tratto la tra Virginia Woolf e James Joyce, dal testo omerico. Del resto Troy di è un Paride belloccio, tombeur pa- Wolfgang Petersen mantiene un’i- vido e viziato, che la fa franca co- spirazione piuttosto approssimativa munque. Scenografie naturali vera- a quell’Iliade che grazie all’infedele mente notevoli con spiagge e tra- Elena ha sempre autorizzato per- monti in offerta last minute; se la corsi interpretativi di popolare sag- critica è divisa il pubblico giovanile gezza e riletture un po’ pecorecce. è unanime: quest’estate tutti a Troia. La storia è nota, ma le licenze ab- bondano, a partire dalla rapidità del conflitto, ed è meglio non sottilizza- re: le contaminazioni con l’Odissea e l’Eneide sono poi assolutamente scontate. Bel cast, questo sì. L’ormai quarantenne Brad Pitt, nei panni di Achille, con la faccia che si ritrova 27.05.2004

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Certo, l’ideale è rivol- Pontormo gna (, gersi all’artista in carne doppiato da Omero e ossa, come ha fatto Antonutti) è davvero Henri-Georges Clouzot per Il Mi- un delizioso corto circuito – come stero Picasso. Fortune che capitano, lo è Lo sguardo di Michelangelo, ti- e non sempre, solo ai contempora- tolo del documentario sul restauro nei. Quando l’artista non è più lì già del Mosé, ultima opera di un altro s’impone una scelta, più o meno mi- Michelangelo: Antonioni – per un metica: Ed Harris è Pollock, Jeffrey film dei più seri che descrive, a metà Wright e David Bowie sono Ba- del Cinquecento, gli ultimi anni del- squiat e Warhol. Per i grandi mae- la vita di Jacopo Carrucci, impegna- stri del passato, poi, i registi vanno to nella realizzazione degli affreschi in cerca di volti noti, non troppo in per il coro della chiesa fiorentina di conflitto con l’immaginazione degli San Lorenzo, poi terminati dal spettatori: ricordate il recente Colin Bronzino ma raschiati via due secoli Firth nei panni di Vermeer? Mentre dopo, e il suo rapporto con Anna Francisco Rabal è Goya (per Saura), (una bravissima Galatea Ranzi), tes- Nigel Terry diventa Caravaggio (per sitrice muta delle arazzerie medicee. Jarman) Jacques Dutronc e Martin Scorsese incarnano Van Gogh (per Pialat e Kurosawa). Ma affidare il ruolo del protagoni- sta, come ha fatto Giovanni Fago nel suo Pontormo, proprio a Mante- 3.06.2004

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I fratelli Ethan e Joel Ladykillers Poe ma progetta una Coen hanno abituato grande rapina: prende da tempo il pubblico in affitto una stanza al loro gioco preferito, la reinven- dalla signora Munson, gagliarda ve- zione cinefila dei generi, dal noir al- dova di colore (la bravissima Irma la commedia sentimentale: sempre P. Hall, premio della giuria a Can- ispirati nel mescolare i registri – rea- nes), e riunisce in cantina alcuni fal- listico, macabro, grottesco – lo han- si musicisti, in realtà ladri piuttosto no deliziato con Barton Fink, Fargo, sprovveduti. Sulla comicità scatolo- Il grande Lebowski. Dopo il godibi- gica della banda, a dominante diar- le Prima ti sposo e poi ti rovino si mi- roica, incombe la profezia dell’an- surano adesso con il remake di una ziana protagonista: «il mondo si di- commedia britannica del ’55, quel vide tra quelli che hanno le emor- concentrato di umorismo nero che roidi e quelli a cui verranno». Per uscì in Italia con il titolo La signora smentirla l’inquilino e i suoi amici omicidi: Ladykillers trasporta nel si affretteranno a raggiungere l’e- Mississippi l’originaria ambienta- terno riposo nell’immondizia di zione londinese del film di Alexan- una chiatta da discarica. der Mackendrick e propone Tom Hanks nel ruolo che fu di . Ecco dunque Hanks nei panni del professor Dorr, sedicente insegnan- te di latino e greco che ama citare 17.06.2004

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I «Cahiers du cinéma» È più facile per un famiglia ha lasciato l’I- le hanno dedicato lo cammello… talia quando lei era scorso anno la coperti- bambina e il passato na del numero di aprile, salutando riaffiora, con l’approssimarsi della con entusiasmo il suo debutto come morte del padre (Roberto Her- regista. Per i francesi, d’altronde, litzka), mentre la sua vita sentimen- l’attrice Valeria Bruni-Tedeschi è tale e professionale è in crisi. proprio una di loro, avendo recita- In un autoritratto dove l’oscillazio- to, tra gli altri, con Chabrol e Ché- ne temporale è anche linguistica – reau; da noi il pubblico ha comin- l’italiano dell’infanzia e il francese ciato a conoscerla con i film di Bel- dell’età adulta – è una geniale inter- locchio (La balia) e soprattutto di ferenza creativa aver affidato il ruo- Calopresti (La seconda volta, La pa- lo della sorella (la modella e cantan- rola amore esiste), che le ha trasmes- te Carla Bruni) a Chiara Mastroian- so – lo ha dichiarato lei stessa – la ni, figlia di e semplicità e l’interrogazione morale Catherine Deneuve, sfruttando lo del suo cinema. scarto tra due distinte biografie per Il titolo È più facile per un cammel- liberare altre risonanze esistenziali. lo… definisce senza fronzoli, attra- verso la citazione dal Vangelo, l’in- quietudine della protagonista, ruolo interpretato dalla Bruni-Tedeschi: Federica è ricchissima e vive quella ricchezza con senso di colpa; la sua 24.06.2004

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Gli ingredienti di un L’alba del giorno dopo è il de- déjà vu catastrofico ci del giorno dopo cimo lungometraggio sono tutti, dal climato- di , logo che cerca di avvertire del peri- autore di Independence Day e am- colo incombente la comunità scienti- miratore dichiarato de L’avventura fica e politica al vicepresidente ottu- del Poseidon. Americano d’adozio- so e incurante della minaccia ecolo- ne ma tedesco di nascita, il regista gica e che, ovviamente, alla fine do- regala agli spettatori un finale che vrà chiedere scusa. Il cataclisma pre- richiama la deliziosa trovata del visto da Jack Hall (Dennis Quaid) – Good Bye, Lenin! di Wolfgang una glaciazione un po’ accelerata – si Becker: lì era la grande fuga da Ber- verifica, ma, si sa, i milioni di morti lino Ovest con la riunificazione ro- sono cifre da bollettino perché solo vesciata, qui sono gli yankees bloc- le storie individuali interessano al ci- cati alla frontiera messicana e poi nema e c’è sempre un soldato Ryan accolti dopo la cancellazione del de- da salvare in qualche posto: tanto bito. Magari non sarà d’essai come meglio se è proprio Sam – nome ben Michael Moore ma dice pur sempre scelto – il figlio del protagonista qualcosa di sinistra. (Jake Gyllenhaal), rifugiatosi con al- cuni compagni di scuola nella Bi- blioteca pubblica di New York. Preceduto dal forte impatto visivo del suo trailer, forse meno spettaco- lare di quanto non prometta, L’alba 1.07.2004

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Un giorno, a New Nudisti per caso alza prestissimo per York, un ragazzo in impastare il pane nel metropolitana prende forno di cui sono pro- la linea sbagliata e si ritrova ad Har- prietari – lo ha completamente ane- lem: «Per la prima volta mi sono re- stetizzato. Quando, ignari ma non so conto di essere bianco: già sapevo troppo, acquisteranno a buon mer- di esserlo, ma quel giorno l’ho capi- cato una villetta in un’isola che si ri- to dentro, ho sentito su di me l’in- velerà ben presto una colonia di nu- tolleranza degli altri, perché non ero disti, la bella Sophie – che con i due come loro». Da questo germe auto- figli ha preceduto in vacanza Oli- biografico è nato il film di Franck vier, rimasto a lavorare in città – Landron Nudisti per caso, dove pre- sentirà su di sé altri sguardi: lei, co- valgono toni più lievi e la diversità me recita il titolo originale, tessile, e razziale si attenua in un’opposizione per questo desiderata, rimprovera- culturale, anche se gli integralismi ta, insultata. Ritroverà comunque sono sempre in agguato. l’attenzione del marito: finale agro- Per farne una commedia bisognava dolce per un film un po’ didascalico trovare un’altra idea in cui scioglie- e, in ogni senso, molto francese. re quel conflitto ed ecco il più linea- re dei pretesti narrativi: Sophie (Barbara Schulz) è molto bella ma il marito Olivier (Alexandre Bras- seur) non la guarda più come pri- ma, perché un lavoro faticoso – si 8.07.2004

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Non occorre arrivare The Call abbastanza coerente. agli invadenti cellulari Ora il giapponese di oggi per incontrare Takashi Miike, versati- al cinema storie di omicidi diaboli- le e instancabile allievo di Shohei camente legati al telefono: più di Imamura, si spinge ben oltre con vent’anni fa Squilli di morte di Mi- The Call – Non rispondere collocan- chael Anderson – con le sue ormai do i suoi personaggi dentro un dise- obsolete incursioni via cavo – inau- gno di predestinazione, con messag- gurava un genere. Il terrore, e non gi vocali che giungono dal futuro era una novità, correva sul filo. Poi informando le vittime designate del- il telefonino è apocalitticamente en- la data e delle circostanze della loro trato nella nostra vita e ha ereditato morte: le ultime parole, registrate anche quell’idea. Presto sospettato, nelle segreterie, vengono puntual- ma provvisoriamente riabilitato dal mente ribadite nella realtà. Tensione finale di In linea con l’assassino di rispettata sino alla fine, ma epilogo Joel Schumacher – dove contribui- non proprio cristallino. Compiti per va a salvare il protagonista, bloccato le vacanze: innovazione tecnologica da un cecchino dentro una cabina al servizio dell’horror. telefonica – l’immancabile portatile ha avuto la definitiva consacrazione di strumento assassino nel sudco- reano Phone, che il mestiere di Byeong-ki è riuscito a mantenere entro i confini di una costruzione 15.07.2004

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Il viaggio nel tempo è Timeline cheologi, tenuti all’o- uno dei temi prediletti scuro degli effetti col- della fantascienza ci- laterali, organizzano nematografica, ma lo si trova anche una bella spedizione a ritroso in un al di fuori di quella ben definita col- villaggio francese, proprio alla vigi- locazione di genere. Eccolo dunque lia di una battaglia decisiva. Ineludi- declinato in chiave di commedia bile il paradosso temporale: se nel brillante (Kate & Leopold di James modello più semplice si modifica il Mangold) o in un registro esplicita- passato per cambiare un elemento mente comico (I visitatori di Jean- del presente – ricordate Frequency Marie Poiré): da qualche parte, in- di Gregory Hoblit? – nelle versioni somma, c’è sempre un buco, una più estreme il passato chiede aiuto porta, un ingresso cercato ma più al futuro per compiersi pienamente. spesso trovato per caso, e Timeline Il film di Donner, pur scenografica- di Richard Donner, tratto dall’omo- mente accattivante, resta narrativa- nimo romanzo di Michael Crichton, mente indeciso, alludendo a tutte le non fa eccezione. possibili interferenze, ma scivolan- Per tornare al futuro è d’obbligo do verso un epilogo astutamente una puntata nel passato, tanto me- fiabesco. glio se nel medioevo e nel pieno del- la guerra dei Cento Anni: così alcu- ni scienziati senza scrupoli scopro- no l’ennesimo varco e approfittan- do della competenza di alcuni ar- 22.07.2004

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Di idee originali, nel ci- Out of Time no il regista Carl nema hollywoodiano Franklin e il protago- di oggi, ne circolano nista Denzel Washing- pochine. E allora Dave Collard, sce- ton (già insieme nell’interessante Il neggiatore esordiente ma evidente- diavolo in blu), ripropone quello mente buon cinefilo, ha ben pensato schema: il detective Matt è legato a di rivolgersi al passato cercando ispi- una donna sposata, malata di can- razione in una felice catena di rifaci- cro, che preferisce intestestare a lui, menti espliciti e impliciti che risale e non al marito violento, una cospi- fino al lontano Il tempo si è fermato, cua assicurazione sulla vita; ma diretto da John Farrow nel 1948, in- quando marito e moglie vengono globa Police Python 357 di Alain uccisi, Matt capisce ben presto di Corneau, uno dei più bei film fran- essere rimasto incastrato. Finale a cesi degli anni Settanta, e arriva fino sorpresa ma non troppo: come ci in- agli anni Ottanta con Senza via di segna Hitchcock, alcune donne non scampo di Roger Donaldson: con proprio affidabili possono vivere una serie di varianti resta costante l’i- due volte. dea dell’investigatore che deve inda- gare su un delitto, mentre tutti i so- spetti convergono su di lui, coinvol- to in un ingranaggio che ha contri- buito ad attivare e braccato da testi- moni che potrebbero riconoscerlo. Anche Out of Time, dove si ritrova- 29.07.2004

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Che la frontiera tra il Storia di Marie Marie, suicida per mondo dei vivi e quel- e Julien amore e condannata a lo dei morti possa di- ritornare tra i vivi, nel- ventare provvisoriamente permeabi- la speranza di essere tanto amata da le non è certo una novità per chi si qualcuno da consentirle di morire occupa di miti, ma al cinema, so- di nuovo e raggiungere la pace: e Ju- prattutto negli ultimi anni, il transito lien (Jerzy Radziwilowicz, molti lo si è fatto quasi caotico. A Jacques Ri- ricorderanno come L’uomo di mar- vette, l’intransigente regista francese mo di Wajda), orologiaio solitario, definito dagli amici «il Saint Just pur di non perderla è veramente di- della Nouvelle Vague», quelle fre- sposto a tutto. In una storia in cui la quentazioni avevano suggerito negli chiave sta nel passato nessun flash- anni Settanta il progetto di quattro back rompe la linearità del presente: film legati dal tema dell’eterno ritor- rinunciando a voltarsi indietro il no: il terzo doveva avere come pro- tempo può infine ricominciare a tagonisti e Leslie Ca- scorrere. E anche i film, come i per- ron, ma dopo pochi giorni di riprese sonaggi, possono rivivere. la lavorazione venne interrotta. Con gli sceneggiatori Pascal Bonit- zer e Christine Laurent, Rivette ha ripreso quell’idea in Storia di Marie e Julien ritrovando dopo dodici anni Emmanuelle Béart, la protagonista della Belle Noiseuse, qui nel ruolo di 2.09.2004

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La Palma d’Oro a Mi- Fahrenheit 9/11 d’affari della Casa chael Moore a Cannes Bianca i compagni di è un tributo di cui è le- merende di Arcore cito esultare politicamente ma che sembrano quasi dei buontemponi, può anche far sorridere, e non solo ma (purtroppo) non sono personag- gli addetti ai lavori. Quentin Taran- gi di un romanzo. Vale comunque la tino, presidente della Giuria, si è af- pena di vederlo: discontinuo nei to- frettato a dichiarare che Fahrenheit ni, qualche volta semplicistico e 9/11 è stato premiato «non per ra- qualche altra un po’ furbetto (a par- gioni politiche ma perché è un bel tire dal titolo, come ben sanno i let- film»: Jean-Luc Godard ha ironica- tori di Bradbury), ma carico di mente ribattuto che Moore non fa informazioni, di curiosità e animato film, solo discorsi. Resta il proble- da quella passione civile che moltis- ma di un riconoscimento attribuito simi spettatori hanno già apprezza- a un pamphlet che si presenta pur to in Bowling for Columbine. Riu- sempre come un documentario (a scirà dunque il nostro eroe a scon- monte la provocazione, molto fran- figgere la lobby dei cattivi? Prima o cese e molto antiamericana, viene poi gli americani ci faranno un film. soprattutto dai selezionatori) e non a un’opera di finzione. Fatte le debite proporzioni, sarebbe come se il libro di Travaglio su Ber- lusconi vincesse il Premio Strega: è vero che al confronto del comitato 9.09.2004

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Nei confronti del cine- Le chiavi di casa glio disabile – che ma Giuseppe Pontig- Amelio rimodella al- gia è sempre stato un l’interno di un suo per- attento spettatore, molto sensibile corso poetico facilmente riconosci- alle dinamiche di scambio tra scrit- bile: un viaggio (come nel Ladro di tura letteraria e filmica, e coinvolto bambini), la paternità e più in gene- anche in prima persona nell’adatta- rale i rapporti tra adulti e adole- mento di un suo romanzo, Il gioca- scenti (da Colpire al cuore a Così ri- tore invisibile, diretto da Sergio devano); il romanzo riappare co- Genni nel 1985. Dieci anni dopo munque quando Nicole (Charlotte Mario Monicelli ha portato sul Rampling) ne consiglia la lettura a grande schermo con Facciamo para- Gianni (Kim Rossi Stuart), che sta diso uno dei racconti delle sue Vite iniziando un difficile dialogo con il di uomini non illustri e adesso, a po- figlio Paolo (Andrea Rossi), rifiuta- co più di un anno dalla scomparsa to alla nascita e appena incontrato dello scrittore, esce Le chiavi di casa ormai quindicenne. Un cinema che di Gianni Amelio, liberamente ispi- misura le parole e i silenzi, che ci rato a Nati due volte, l’opera che più parla di scelte e sa raccontarne le di ogni altra lo ha avvicinato al esitazioni. grande pubblico. Più che di una trasposizione si tratta in realtà di una rimeditazione molto personale sul tema principale del te- sto narrativo – il rapporto con un fi- 16.09.2004

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C’è un’evidente conti- Mare dentro riuscì nel ’98 a togliersi nuità nella filmografia la vita con l’aiuto di un di Alejandro Amená- gruppo di persone che bar: fin dagli esordi di Tesis e poi evitarono comunque l’incriminazio- con Apri gli occhi e The Others il re- ne. Cineasta giovane e di consolida- gista spagnolo ha dimostrato il suo to mestiere, Amenábar è fedele alle talento muovendosi abilmente nei sue ossessioni e non rinuncia alle territori del thriller e del fantastico immancabili incursioni oniriche, e non perdendo mai di vista quel ma il suo sguardo sa cogliere anche confine tra la vita e la morte che re- la commozione e lo strazio degli ad- sta il suo tema privilegiato. Con Ma- dii. Il congedo dalla vita in una gal- re dentro, Gran Premio della Giuria leria di immagini: dopo la silenziosa e meritatissima Coppa Volpi al pro- intesa tra Stéphane e Lachaume (in tagonista all’ultimo Un cuore in inverno di Sautet) e il Festival di Venezia, vi ritorna traen- loquace commiato di Rémy (nelle do spunto da un episodio reale e Invasioni barbariche di Arcand) c’è proponendo una lucida riflessione ora il volto di Ramón e la sua ultima sulla libertà di fronte alla morte: ri- battaglia. percorre dunque la vicenda di Ramón Sampedro, tetraplegico a causa di un incidente, che dopo aver combattuto invano per 30 anni con i tribunali spagnoli per ottenere l’autorizzazione al suicidio assistito, 23.09.2004

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C’è un cinema che si Le conseguenze con la giovane barista occupa di vincenti e di dell’amore Sofia, che va avanti da momenti di gloria e un anni, s’interrompe: altro che ama invece gli sconfitti «forse», le dice, «sedendomi su della vita. Al suo esordio, con L’uo- questo sgabello, sto facendo la cosa mo in più, Paolo Sorrentino ci aveva più pericolosa della mia vita». raccontato le storie genialmente in- L’atmosfera di silenziosa attesa, trecciate di due uomini che avevano qualcosa tra Kieslowski e Wong conosciuto il successo e che non Kar-wai, lascia il posto a una accele- riuscivano ad accettare il declino; razione grottesca, con sapienti ellis- nel suo secondo film, unica opera si e dosati flashback, e viene a com- italiana in concorso all’ultimo festi- pimento il destino del protagonista: val di Cannes, affronta in modo an- il film può infine decelerare e al mo- cora più radicale il fallimento di nologo interiore di Titta – che non un’esistenza. ci ha mai abbandonato per tutta la Le conseguenze dell’amore descrive narrazione – spetta l’ultima parola. dapprima la tediosa quotidianità di Una conferma per il regista napole- Titta Di Girolamo, uno sbalorditivo tano, tra i migliori talenti del cine- Toni Servillo, una routine che na- ma italiano. sconde la realtà di un uomo legato alla mafia e da questa confinato in un anonimo albergo svizzero per in- trattenere i rapporti con le banche; e all’improvviso il gioco di sguardi 30.09.2004

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Sono passati trent’anni La vita che vorrei treccia i percorsi esi- dall’uscita di Effetto stenziali di un attore notte di François Truf- affermato e di un’attri- faut, eppure quando si parla di ci- ce esordiente con il film in costume, nema nel cinema – si pensi a La don- di ambientazione ottocentesca e dai na del tenente francese di Reisz o a toni fortemente melodrammatici, Lo stato delle cose di Wenders – la che loro stessi stanno recitando: memoria ritrova sempre i capricci fuori da ogni tentazione di backsta- di Jean-Pierre Léaud, le crisi di Jac- ge, il regista coglie le interferenze e queline Bisset e le amnesie di Valen- le sovrapposizioni tra realtà e fin- tina Cortese: forse perché quel film zione – in questo senso il riferimen- offriva per la prima volta un’imma- to più vicino è il racconto Cinema di gine nitida, frizzante, e non troppo Tabucchi – non racconta il mondo edulcorata del set cinematografico, del cinema ma una storia d’amore moltiplicando i parallelismi tra l’ar- che in quel mondo trova il suo luo- te e la vita. go ideale, il territorio in cui le emo- E, non a caso, già nei mesi scorsi Ef- zioni sono più esposte e i sentimenti fetto notte è stato più volte citato a più minacciati. proposito dell’imminente uscita de La vita che vorrei, dove Giuseppe Piccioni ripropone Luigi Lo Cascio e Sandra Ceccarelli, ottima coppia d’interpreti da lui già diretti in Luce dei miei occhi, in una storia che in- 7.10.2004

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Quando uscite CinquePerDue dal divorzio al- dal cinema con Frammenti di vita amorosa l’innamoramen- una sensazione to. E proprio di déjà vu non vi sbagliate: le stesse quella struttura ha suggerito a Em- storie ritornano. Qualche volta manuel Burdeau, sulle pagine dei però la ripetizione sembra proprio «Cahiers du cinéma», un’altra pos- messa lì per solleticare la memoria sibile derivazione: il riavvolgimento cinefila: è certo il caso di Cinque- temporale di Irréversible di Gaspar PerDue – Frammenti di vita amoro- Noé. Hanno ragione entrambi ma il sa, l’ultimo film di François Ozon, riferimento più ovvio resta invece che riassume ed esplicita fin dal ti- quello della commedia di Pinter tolo la storia di una coppia in cin- Tradimenti, portata venti anni fa sul que episodi. Scene da un matrimo- grande schermo da David Jones: nio, insomma, anche se ben lontane scene da un adulterio e, natural- dal clima bergmaniano. mente, in sequenza rovesciata. Uno Roberto Nepoti ha giustamente ri- schema ben collaudato allora – an- cordato sul nostro giornale le analo- che le stesse forme ritornano – che gie con il bel film di Gianluca Tava- non annulla la perplessità dello relli Un amore: stesso procedimen- spettatore e non gli impedisce la to, ma con l’essenziale differenza semplice, maliziosa domanda: sono che nel film di Ozon i cinque mo- solo astuzie narrative? menti della vita di Marion (Valeria Bruni Tedeschi) e di Gilles (Stépha- ne Freiss) sono raccontati a ritroso, 14.10.2004

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François Truffaut li Nathalie… primo incontro tra aveva uniti in una tragi- Nathalie e Bernard, il ca storia d’amore nella racconto si sostituisce Signora della porta accanto, si erano all’immagine, in una serie di flash- poi ritrovati dieci anni fa nel Colon- back verbali carichi di ambiguità e nello Chabert di Yves Angelo: con perfettamente in linea con lo scam- Nathalie… di Anne Fontaine si ri- bio pattuito: non soldi per atti ma compone adesso la coppia Ardant & per la loro descrizione, e il colpo di Depardieu, qui nei panni di Catheri- scena finale non troverà imprepara- ne e Bernard, sposi maturi e ormai ti gli spettatori più attenti. Si resta senza desiderio. Un ménage tran- comunque alla periferia del morbo- quillo, dopo tutto, se lei non scopris- so, perché Fanny Ardant, già rodata se per caso l’infedeltà di lui, e per nella parte con L’odore del sangue di spiarne l’intimità non decidesse di Martone, ne fuga i rischi con un’in- ingaggiare l’entraîneuse Marlène terpretazione intensa e malinconica. (Emmanuelle Béart), con la missione Niente sesso e poco desiderio: mol- di sedurlo e riferirle tutti i dettagli. te parole, però, e una buona dose di Così Emmanuelle/Marlène cambia cerebralità. identità e diventa Nathalie: e per re- citare – strana coincidenza – ripren- de proprio il nome che aveva nella Répétition di Catherine Corsini do- ve interpretava appunto il ruolo di un’attrice. Dopo la sequenza del 21.10.2004

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Alla coppia di sceneg- Così fan tutti sovrappeso e infelice, giatori Bacri & Jaoui, si specchia nel giudizio marito e moglie nella altrui, mal ripagata vita, il cinema francese degli ultimi dalla distrazione del padre scrittore anni deve molto: si pensi a Smoking; (Bacri), non troppo considerata No Smoking per Alain Resnais e neanche dalla sua maestra di canto Aria di famiglia per Cédric Klapi- (Jaoui) e disillusa dall’opportuni- sch. Un cinema di matrice esplicita- smo degli amici. mente teatrale, con dialoghi impec- Un film doppiamente «corale» poi- cabili e attori di classe. Anche nel ché descrive le prove e il debutto di godibile Il gusto degli altri, che ha un coro – per una singolare coinci- segnato il passaggio alla regia di denza è contemporaneamente in Agnès Jaoui, il teatro resta un luogo programmazione Les choristes di essenziale dove si produce la rivela- Christophe Barratier – e propone zione – durante una rappresentazio- una ronda di personaggi e situazio- ne della Bérénice raciniana – che ni: satira feroce degli ambienti intel- cambierà la vita del protagonista. lettuali, che può anche dividere la C’è un’evidente continuità tra quel critica, ma è fatta per piacere al film e la sua seconda opera da regi- pubblico. sta, Comme une image, premio per la miglior sceneggiatura all’ultimo festival di Cannes, Così fan tutti nel- la versione italiana: la protagonista Lolita (Marilou Berry), ventenne 4.11.2004

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Quando un autore di 2046 zione possibile», una talento raggiunge mol- cifra che è una data – to presto il suo punto un orizzonte politico e di equilibrio in quella che tutti (o un’ambientazione per romanzi ero- quasi) ricorderanno come la sua tici di fantascienza – ma soprattutto opera migliore ogni prova ulteriore, lo spazio mentale di uno scrittore per quanto riuscita, nasconderà ossessionato dai ricordi e il ben più sempre le insidie del confronto e concreto numero della stanza in cui della nostalgia: ne sanno qualcosa risiedono alcune delle donne nelle Almodóvar e Tornatore. Forse lo quali il protagonista cercherà di ri- stesso discorso vale anche per Wong trovare l’unica che ha veramente Kar-wai, rivelatosi nel ’94 con il fol- amato. Zhang Ziyi, , Faye gorante Hong Kong Express, poi di- Wong e Carina Lau non riusciranno scontinuo, ma sempre interessante, però a fargli dimenticare Maggie e tornato alla sua vena più felice so- Cheung – che farà anche una brevis- lo una volta, quattro anni fa, con In sima apparizione sul filo della me- the Mood for Love, elegante varia- moria – e resteranno solo prodotti zione sul tema delle affinità elettive, scaduti del grande catalogo dell’a- dove Chow (Tony Leung) e Su Li- sincronia amorosa. zhen (Maggie Cheung) vivevano porta a porta nello stesso hôtel una casta storia d’amore. Di quel film 2046 non è tanto il sequel quanto, secondo il regista, «una continua- 11.11.2004

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Indice dei film citati

Ace Ventura: l’acchiappanimali (T. Shadyac) 46 Attrazione fatale (A. Lyne) 24 Le acrobate (S. Soldini) 78 Auguri professore (R. Milani) 48 Agata e la tempesta (S. Soldini) 78 Autofocus (P. Schrader) 53 L’alba del giorno dopo (R. Emmerich) 92 Aux yeux du monde (E. Rochant) 32 Alphaville (J.-L. Godard) 86 L’avventura del Poseidon (R. Neame) 92 Alta fedeltà (S. Frears) 57 L’avversario (N. Garcia) 38 Gli amanti del circolo polare (J. Medem) 52 Americani (J. Foley) 56 Baci e abbracci (P.Virzì) 45 A mia madre piacciono le donne (D. Fejerman, I. Paris) 72 Il bagno turco (F. Ozpetek) 39 L’amico americano (W.Wenders) 29 La balia (M. Bellocchio) 91 Amnèsia (G. Salvatores) 21 Barton Fink (J. e E. Coen) 90 Un amore (G.Tavarelli) 103 The Beach (D. Boyle) 49 L’amore infedele (A. Lyne) 24 A Beautiful Mind (R. Howard) 53 L’amore molesto (M. Martone) 81 La bella vita (P.Virzì) 45 Amores perros (A. González Iñárritu) 71 La Belle Noiseuse (J. Rivette) 97 L’amoureuse (J. Doillon) 32 Belli e dannati (G.Van Sant) 60 And now… Ladies and Gentlemen (Cl. Lelouch) 54 Benvenuti a Sarajevo (M.Winterbottom) 86 Angela (R.Torre) 16 Il Bidone (F. Fellini) 56 Un’anima divisa in due (S. Soldini) 78 Bird (C. Eastwood) 62 Anna and the King (A.Tennant) 23 Blade Runner (R. Scott) 14, 58 Gli anni in tasca (F.Truffaut) 30 Blue (D. Jarman) 9 L’Ape regina (M. Ferreri) 81 The Bourne Identity (D. Liman) 22 L’appartamento spagnolo (C. Klapisch) 26 Bowling for Columbine (M. Moore) 49, 60, 98 Apri gli occhi (A.Amenábar) 100 Brother (T. Kitano) 17 A/R Andata + Ritorno (M. Ponti) 82 Bugiardo bugiardo (T. Shadyac) 46 Ararat (A. Egoyan) 40 Buongiorno, notte (M. Bellocchio) 55 Arca russa (A. Sokurov) 19 Butterfly Kiss (M.Winterbottom) 86 Aria di famiglia (C. Klapisch) 26, 105 L’aria serena dell’ovest (S. Soldini) 78 Calendar (A. Egoyan) 40 L’assoluto naturale (M. Bolognini) 81 The Call (T. Miike) 94 Asterix e Obelix contro Cesare (C. Zidi) 11 La capagira (A. Piva) 59 Asterix e Obelix: Missione Cleopatra (A. Chabat) 11 Carlito’s Way (B. De Palma) 83 A tempo pieno (L. Cantet) 38 Carrie - Lo sguardo di Santana (B. De Palma) 83

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La casa dei giochi (D. Mamet) 28 Da morire (G.Van Sant) 60 Il caso Moro (G. Ferrara) 55 Dancer in the Dark (L. von Trier) 65 Caterina va in città (P.Virzì) 45, 64 Daredevil (M.S. Johnson) 51 I cento passi (M.T. Giordana) 50 Il declino dell’impero americano (D.Arcand) 69, 73 C’eravamo tanto amati (E. Scola) 64 Delitto in pieno sole (R. Clément) 29 Cercasi Susan disperatamente (S. Seidelman) 13 I diabolici (H.-G. Clouzot) 66 Che cosa sono le nuvole (P.P. Pasolini) 10 Il diario di Bridget Jones (S. Maguire) 67 Le chiavi di casa (G.Amelio) 99 Il diavolo in blu (C. Franklin) 96 Les choristes (Ch. Barratier) 105 10 cose che odio di te (G. Junger) 10 Cible émouvante (P. Salvadori) 20 Dogville (L. von Trier) 65 Cinderella, la leggenda di un amore (A.Tennant) 23 Il dolce domani (A. Egoyan) 40, 71 CinquePerDue – Frammenti di vita amorosa (F. Ozon) 103 La dolce vita (F. Fellini) 43 Il clan dei Siciliani (H.Verneuil) 8 Dolls (T. Kitano) 17 Cleopatra (J. Mankiewicz) 11 Don’t say a word (G. Fleder) 35 Cliffhanger (R. Harlin) 35 La donna del tenente francese (K. Reisz) 102 Clockers (S. Lee) 10 La donna proibita (Ph. Harel) 77 Codice 46 (M.Winterbottom) 86 Dopo mezzanotte (D. Ferrario) 84 La collezionista (E. Rohmer) 66 Dov’è la casa del mio amico? (A. Kiarostami) 30 Il colonnello Chabert (Y.Angelo) 104 The Dreamers (B. Bertolucci) 61, 84 Colpire al cuore (G.Amelio) 99 I duellanti (R. Scott) 58 Confessioni di una mente pericolosa 2046 (K.Wong) 106 (G. Clooney) 53, 58 Confidence (J. Foley) 56, 58 Effetto notte (F.Truffaut) 102 Il conformista (B. Bertolucci) 61 È gia ieri (G. Manfredonia) 70 Le conseguenze dell’amore (P. Sorrentino) 101 8 mile (C. Hanson) 35 Copkiller (R. Faenza) 27 Elephant (G.Van Sant) 44, 60, 63 La cosa più dolce (R. Kumble) 21 È più facile per un cammello… (V. Bruni Tedeschi) 91 Cose di questo mondo (M.Winterbottom) 86 L’esercito delle dodici scimmie (T. Gilliam) 49 Cose molto cattive (P. Berg) 21 Essere e avere (N. Philibert) 30 Così fan tutti (A. Jaoui) 105 Essere John Malkovich (S. Jonze) 53 Così ridevano (G.Amelio) 99 Estate romana (M. Garrone) 74 Il costo della vita (P. Le Guay) 80 Exotica (A. Egoyan) 40, 71 Cotton Club (F.F. Coppola) 24 The Eye (O. e D. Pang) 44 Cruel Intentions (R. Kumble) 21, 23, 41 Il cuore altrove (P.Avati) 44 Facciamo paradiso (M. Monicelli) 99 Un cuore in inverno (C. Sautet) 100 Fahrenheit 9/11 (M. Moore) 98 Fa’ la cosa giusta (S. Lee) 41

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I fantasmi del cappellaio (Cl. Chabrol) 40 Independence Day (R. Emmerich) 92 Fargo (J. e E. Cohen) 90 L’infernale Quinlan (O.Welles) 18 Le fate ignoranti (F. Ozpetek) 39 In linea con l’assassino (J. Schumacher) 51, 94 Il favoloso mondo di Amélie (J.-P. Jeunet) 11, 84 Insomnia (C. Nolan) 18 F come Falso (O.Welles) 10 In the Mood for Love (K.Wong) 106 Ferie d’agosto (P.Virzì) 45 Le invasioni barbariche (D.Arcand) 69, 73, 100 Il fidanzamento (G. Grimaldi) 81 Io no (S. Izzo, G.Tognazzi) 63 Il figlio (J.-P. e L. Dardenne) 12 Irréversible (G. Noé) 103 La finestra di fronte (F. Ozpetek) 39, 47 Il fiore del male (Cl. Chabrol) 31 Jackie Brown (Q.Tarantino) 87 I fiumi di porpora (M. Kassovitz) 13 J’entends plus la guitare (Ph. Garrel) 61 Following (C. Nolan) 18 Jésus de Montréal (D.Arcand) 69 Frequency (G. Hoblit) 95 Jona che visse nella balena (R. Faenza) 27 Jude (M.Winterbottom) 86 Il genio della truffa (R. Scott) 58 Jules e Jim (F.Truffaut) 50, 84 Il giardino delle vergini suicide (S. Coppola) 68 Il giocatore invisibile (S. Genni) 99 Kate & Leopold (J. Mangold) 95 Il gioco di Ripley (L. Cavani) 29 Kill Bill (Q.Tarantino) 87 Il gladiatore (R. Scott) 58 Gloria (J. Cassavetes) 7 L.A. Confidential (C. Hanson) 35 Gocce d’acqua su pietre roventi (F. Ozon) 15, 66 Il ladro di bambini (G.Amelio) 99 Good Bye, Lenin! (W. Becker) 43, 92 Ladykillers (J. e E. Coen) 90 Go Now (M.Winterbottom) 86 Laissez-passer (B.Tavernier) 12 Le grand bleu (L. Besson) 13 Il laureato (M. Nichols) 76 Il grande Lebowski (J. e E. Coen) 90 Léon (L. Besson) 7, 13 La guerra degli Antò (R. Milani) 48 Libero Burro (S. Castellitto) 79 Il gusto degli altri (A. Jaoui) 11, 77, 105 Lolita (A. Lyne) 24 Lontano dal paradiso (T. Haynes) 25, 33 Hamlet 2000 (M.Almereyda) 10 Lost in Translation (S. Coppola) 68, 75 Hana-bi (T. Kitano) 17 Love Actually (R. Curtis) 67 Harem Suaré (F. Ozpetek) 39 Love, etc (M.Vernoux) 32 Hit me (S. Shainberg) 37 Luce dei miei occhi (G. Piccioni) 102 Hong-Kong Express (K.Wong) 106 Luci della città (C. Chaplin) 44 The Hours (S. Daldry) 33 Lucía y el sexo (J. Medem) 52

Identità violate (D.J. Caruso) 85 Magdalene (P. Mullan) 8 L’imbalsamatore (M. Garrone) 74 Maledetti vi amerò (M.T. Giordana) 50

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La mano sulla culla (C. Hanson) 35 Nuovo cinema Paradiso (G.Tornatore) 50 Mare dentro (A.Amenábar) 100 Marianna Ucrìa (R. Faenza) 27 Ocean’s Eleven (S. Soderbergh) 36 Il marito della parrucchiera (P. Leconte) 20 O come Otello (T. Blake Nelson) 10, 35 La meglio gioventù (M.T. Giordana) 50 L’odore del sangue (M. Martone) 81, 104 Memento (C. Nolan) 18, 71 Ognuno cerca il suo gatto (C. Klapisch) 26 Un mercoledì da leoni (J. Milius) 35 Omicidio in diretta (B. De Palma) 19 La merlettaia (Cl. Goretta) 75 Le onde del destino (L.Von Trier) 65 The Mexican (G.Verbinski) 34 L’ora di religione (M. Bellocchio) 55 Mezzanotte e un minuto (J. Sholder) 70 Orphans (P. Mullan) 8 Mia moglie è un’attrice (Y.Attal) 32 Ospiti (M. Garrone) 74 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra (B. Sagal) 49 The Others (A.Amenábar) 100 Minority Report (S. Spielberg) 14, 51, 86 8 donne e un mistero (F. Ozon) 15, 66 Mio caro dottor Gräsler (R. Faenza) 27 Out of Sight (S. Soderbergh) 36 Mio cognato (A. Piva) 59 Out of Time (C. Franklin) 96 Mischka (J.-F. Stévenin) 20 Ovosodo (P.Virzì) 45 Misery (R. Reiner) 83 Mission (R. Joffé) 8 Pane e tulipani (S. Soldini) 78 Il Mistero Picasso (H.-G. Clouzot) 89 Panic Room (D. Fincher) 83 Monsieur Hire (P. Leconte) 20 Paper Moon (P. Bogdanovich) 58 The Mother (R. Michell) 72 La parola amore esiste (M. Calopresti) 91 The Mothman Prophecies (M. Pellington) 44 Pasolini, un delitto italiano (M.T. Giordana) 50 Mulholland Drive (D. Lynch) 34 Pearl Harbor (M. Bay) 10 My Beautiful Laundrette (S. Frears) 57 Per caso o per azzardo (Cl. Lelouch) 54 My Name Is Joe (K. Loach) 8 Perduto amor (F. Battiato) 45 My Name Is Tanino (P.Virzì) 45 Le Péril jeune (C. Klapisch) 26 Mystic River (C. Eastwood) 62 Phone (A. Byeong-ki) 94 Piazza delle Cinque Lune (R. Martinelli) 55 Nathalie... (A. Fontaine) 104 Piccoli affari sporchi (S. Frears) 57 Nel paese dei sordi (N. Philibert) 30 La piscina (J. Deray) 66 Nikita (L. Besson) 13 Pizzicata (E.Winspeare) 59 La nobildonna e il duca (E. Rohmer) 19 Police Python 357 (A. Corneau) 96 Nodo alla gola (A. Hitchcock) 19 Pontormo (G. Fago) 89 Non ti muovere (S. Castellitto) 79 Possession (N. LaBute) 27 Notting Hill (R. Michell) 67 Il posto dell’anima (R. Milani) 42, 48 9 settimane e 1/2 (E. Zwick) 24 Potere assoluto (C. Eastwood) 62 Nudisti per caso (F. Landron) 93 Prendimi l’anima (R. Faenza) 27

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Il prete bello (C. Mazzacurati) 81 Sammy e Rosie vanno a letto (S. Frears) 57 Prima del tramonto (S. Incerti) 42 Sangue vivo (E.Winspeare) 59 Prima ti sposo e poi ti rovino (J. e E. Coen) 90 Santa Maradona (M. Ponti) 82 Primo amore (M. Garrone) 74 Scream (W. Craven) 34 Il Principe di Homburg (M. Bellocchio) 16 La seconda volta (M. Calopresti) 91 La promessa (J.-P. e L. Dardenne) 12 Secondo amore (D. Sirk) 25 La promessa (S. Penn) 18 Secretary (S. Shainberg) 37 Prova a prendermi (S. Spielberg) 28, 53, 56 Secret Window (D. Koepp) 83 I pugni in tasca (M. Bellocchio) 55 I sentimenti (N. Lvosky) 77 Senza via di scampo (R. Donaldson) 96 Quattro matrimoni e un funerale (M. Newell) 67 Il sesto senso (M.N. Shyamalan ) 44 Il quinto elemento (L. Besson) 13 Una settimana da Dio (T. Shadyac) 46 Lo sguardo di Michelangelo (M.Antonioni) 89 Racconto d’estate (E. Rohmer) 77 Shining (S. Kubrick) 83 La ragazza con l’orecchino di perla (P.Webber) 75 La signora della porta accanto (F.Truffaut) 104 La ragazza sul ponte (P. Leconte) 20 La signora omicidi (A. Mackendrick) 90 Rapina a mano armata (S. Kubrick) 63 Il signore delle mosche (H. Hook) 49 Regalo di Natale (P.Avati) 73 Sitcom (F. Ozon) 15 La regola del sospetto (R. Donaldson) 51 Smoking; No smoking (A. Resnais) 105 Le relazioni pericolose (S. Frears) 57 The Snapper (S. Frears) 57 La répétition (C. Corsini) 104 Solaris (A.Tarkovskij) 14, 36 Riccardo III - Un uomo, un re (Al Pacino) 10 Solaris (S. Soderbergh) 36, 53 Ricomincia da oggi (B.Tavernier) 30 I soliti ignoti (M. Monicelli) 82 Ricomincio da capo (H. Ramis) 70 Sonatine (T. Kitano) 17 Ricordati di me (G. Muccino) 47 Il sorpasso (D. Risi) 59 Ridicule (P. Leconte) 20 Sostiene Pereira (R. Faenza) 27 Riff Raff (K. Loach) 8 Sotto la sabbia (F. Ozon) 15, 66 The Ring (G.Verbinski) 34 Lo specchio della vita (D. Sirk) 25 Ringu (H. Nakata) 34 Spider-Man (S. Raimi) 83 Rischiose abitudini (S. Frears) 56 Gli spietati (C. Eastwood) 62 La rivincita delle bionde (R. Luketic) 23 Squilli di morte (M.Anderson) 94 La rivincita di Natale (P.Avati) 73 Stand by Me (R. Reiner) 83 Rocky III (S. Stallone) 35 La stangata (G.R. Hill) 28, 56, 58 Romeo + Juliet (B. Luhrmann) 10 Lo stato delle cose (W.Wenders) 102 Rosetta (J.-P. e L. Dardenne) 12 Stavisky (A. Resnais) 28 Stéphane, una moglie infedele (Cl. Chabrol) 24 The Salton Sea (D.J. Caruso) 85 Storia di Marie e Julien (J. Rivette) 97

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Subway (L. Besson) 13 L’ussaro sul tetto (J.-P. Rappeneau) 24 Sud Side Story (A.Torre) 16 Sulle mie labbra (J.Audiard) 12 La 25a ora (S. Lee) 41 Swimming Pool (F. Ozon) 66 28 giorni dopo (D. Boyle) 49 21 grammi (A. González Iñárritu) 71 Il talento di Mr. Ripley (A. Minghella) 29 Il verificatore (S. Incerti) 42 Tano da morire (R.Torre) 16 Il viaggio di Felicia (A. Egoyan) 40 Taxxi 2 (G. Krawczyk) 7 Viale del tramonto (B.Wilder) 56 Tempi migliori (R. Spottiswoode) 35 Videodrome (D. Cronenberg) 34 Il tempo si è fermato (J. Farrow) 96 I visitatori (J.-M. Poiré) 7, 95 Terra di mezzo (M. Garrone) 74 La vita che vorrei (G. Piccioni) 102 La terrazza (E. Scola) 63 La vita come viene (S. Incerti) 42 Tesis (A.Amenábar) 100 La vita sessuale dei belgi (J. Bucquoy) 12 Texasville (P. Bogdanovich) 73 Tigerland (J. Schumacher) 51 Wasabi (G. Krawczyk) 7, 13 Timeline (R. Donner) 95 What Women Want (N. Meyers) 76 Tradimenti (D. Jones) 103 Will Hunting (G.Van Sant) 60 Trainspotting (D. Boyle) 8, 49 With or Without You (M.Winterbottom) 86 Tristana (L. Buñuel) 66 Troppo bella per te (B. Blier) 76 La zona morta (D. Cronenberg) 83 Troy (W. Petersen) 88 The Truman Show (P.Weir) 46 Tutta colpa dell’amore (A.Tennant) 23 Tutti i Vermeer a New York (J. Jost) 75 Tutto può succedere (N. Meyers) 76

L’ultimo bacio (G. Muccino) 47 L’ultimo spettacolo (P. Bogdanovich) 73 Ultimo tango a Parigi (B. Bertolucci) 61 11 settembre 2001 (S. Makhmalbaf, Cl. Lelouch,Y. Chahine, D.Tanovic, I. Ouedraogo, K. Loach,A. González Iñárritu, A. Gitaï, M. Nair, S. Penn e S. Imamura) 9 Uomini e donne: istruzioni per l’uso (Cl. Lelouch) 54 L’uomo del treno (P. Leconte) 20, 22 L’uomo di marmo (A.Wajda) 97 L’uomo in più (P. Sorrentino) 39, 101 L’uomo senza passato (A. Kaurismaki) 22

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Indice

Wasabi 7 Ararat 40 Magdalene 8 La 25a ora 41 11 settembre 2001 9 La vita come viene 42 O come Otello 10 Good Bye, Lenin! 43 Asterix e Obelix: Missione Cleopatra 11 The Eye 44 Il figlio 12 My Name is Tanino 45 Le grand bleu 13 Una settimana da Dio 46 Minority Report 14 Ricordati di me 47 8 donne e un mistero 15 Il posto dell’anima 48 Angela 16 28 giorni dopo 49 Dolls 17 La meglio gioventù 50 Insomnia 18 In linea con l’assassino 51 Arca russa 19 Lucía y el sexo 52 L’uomo del treno 20 Confessioni di una mente pericolosa 53 La cosa più dolce 21 And now… Ladies and Gentlemen 54 L’uomo senza passato 22 Buongiorno, notte 55 Tutta colpa dell’amore 23 Confidence 56 L’amore infedele 24 Piccoli affari sporchi 57 Lontano dal paradiso 25 Il genio della truffa 58 L’appartamento spagnolo 26 Mio cognato 59 Prendimi l’anima 27 Elephant 60 Prova a prendermi 28 The Dreamers 61 Il gioco di Ripley 29 Mystic River 62 Essere e avere 30 Io no 63 Il fiore del male 31 Caterina va in città 64 Mia moglie è un’attrice 32 Dogville 65 The Hours 33 Swimming Pool 66 The Ring 34 Love Actually 67 8 Mile 35 Lost in Translation 68 Solaris 36 Le invasioni barbariche 69 Secretary 37 È già ieri 70 L’avversario 38 21 grammi 71 La finestra di fronte 39 The Mother - A mia madre piacciono le donne 72 testo_ok 10-12-2004 9:51 Pagina 114

La rivincita di Natale 73 Primo amore 74 La ragazza con l’orecchino di perla 75 Tutto può succedere 76 I sentimenti 77 Agata e la tempesta 78 Non ti muovere 79 Il costo della vita 80 L’odore del sangue 81 A/R Andata + Ritorno 82 Secret Window 83 Dopo mezzanotte 84 Identità violate 85 Codice 46 86 Kill Bill 87 Troy 88 Pontormo 89 Ladykillers 90 È più facile per un cammello… 91 L’alba del giorno dopo 92 Nudisti per caso 93 The Call 94 Timeline 95 Out of Time 96 Storia di Marie e Julien 97 Fahrenheit 9/11 98 Le chiavi di casa 99 Mare dentro 100 Le conseguenze dell’amore 101 La vita che vorrei 102 Cinque per Due - Frammenti di una vita amorosa 103 Nathalie… 104 Così fan tutti 105 2046 106

Indice dei film citati 107 testo_ok 10-12-2004 9:51 Pagina 115

Collane del Dipartimento di Arti e Comunicazioni dell’Università degli Studi di Palermo Direttore Michele Cometa

DIAGONALI I. Rita Calabrese (a cura di), Dopo la Shoah. Nuove identità ebraiche nella letteratura, 2004. II. Roberta Coglitore, Pietre figurate. Forme del fantastico e mondo minerale, 2004. III. Elio Di Piazza, Daniela Corona, Marcella Romeo (a cura di), Maschere dell’impero, 2005 (in preparazione). IV. Sandro Volpe, Adattamento: istruzioni per l’uso, 2005 (in preparazione).

QUADRANTI I. Sandro Volpe, Centofilm, 2004. testo_ok 10-12-2004 9:51 Pagina 116

Finito di stampare nel mese di dicembre 2004 in Pisa dalle EDIZIONI ETS Piazza Carrara, 16-19, I-56126 Pisa [email protected] www.edizioniets.com