Idrogeologia Della Piana Di Aosta (Valle D'aosta)
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22 DOMENICO A. DE LUCA.* Idrogeologia della Piana di Aosta E-mail: [email protected] LUCIANO MASCIOCCO* E-mail: [email protected] (Valle d’Aosta) PIETRO CAPODAGLIO** E-mail: [email protected] CATERINA CAVIGLIA* E-mail: [email protected] MANUELA LASAGNA* E-mail: [email protected] *Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Torino **Arpa Valle d’Aosta 1 INTRODUZIONE che, permeabili per fratturazione, presenti morfogenesi (Fig. 2 a, b, c), non solamente nel- La confi gurazione idrogeologica della nel settore nordorientale (Valtournenche) e le zone poste a quote maggiori, ma anche nei Valle d’Aosta è strettamente legata alla mor- in quello sudoccidentale (tra la Valgrisenche settori di fondovalle sino alla confl uenza con fologia del territorio, caratterizzata da uno e la valle di Cogne) e le rocce evaporitiche la pianura piemontese. Dopo la fase di mas- stretto fondovalle circondato dai rilievi della (gessi), nel settore nordoccidentale. In bianco sima espansione würmiana, i grandi apparati catena alpina. Gli acquiferi più produttivi vengono riportati i diversi depositi quaternari: glaciali ancora formanti un unico complesso sono costituiti dai depositi ghiaioso-sabbiosi nel fondovalle principale, essi ospitano il più iniziano a scindersi in singoli corpi ritirandosi quaternari, presenti in quantità signifi cative importante sistema acquifero della regione. nelle rispettive vallate. Con il progressivo ritiro solo nelle zone più ampie del fondovalle, come del Ghiacciaio della Dora Baltea viene libera- la piana di Aosta. Le acque in essi contenute 3 IDROLOGIA E IDROGEOLOGIA DEL TER- ta la conca di Aosta, in corrispondenza della rappresentano le più importanti risorse idri- RITORIO VALDOSTANO quale si forma un ampio lago, esteso a valle che della regione. Il territorio valdostano appartiene intera- sino allo sbarramento formato da un rilevan- Obiettivo del presente lavoro è la rico- mente al bacino della Dora Baltea, affl uente te crollo roccioso tardi glaciale (denominato struzione idrogeologica della piana di Aosta, di sinistra del Po, che dalla sorgente, sul Mon- frana del Monte Avi). Contemporaneamente a partire dai dati ottenuti condotti da diversi te Bianco, fi no al confi ne con il Piemonte, nei al procedere della sedimentazione del baci- Enti, quali la Regione Autonoma della Valle pressi di Pont Sant Martin, percorre in totale no lacustre, l’alveo dell’emissario, scorrendo d’Aosta, l’Arpa Valle d’Aosta, il Comune di circa 100 km, e presenta un bacino piuttosto sull’accumulo di frana, lo erode progressiva- Aosta, l’Università di Torino, il Politecnico di complesso, costituito da numerosi torrenti mente, causando prima l’abbassamento della Torino e l’Università Bicocca di Milano. affl uenti di origine glaciale. superfi cie del lago e poi il suo svuotamento. 2 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E GEO- LOGICO DELLA VALLE D’AOSTA La Valle d’Aosta (Italia nordoccidentale) ha un territorio prevalentemente montuoso, con un’altitudine media di 2100 m s.l.m.. Es- so coincide col bacino idrografi co della Dora Baltea, il cui fondovalle è circondato dalle ci- me più elevate d’Europa: Monte Bianco (4.810 m), Monte Rosa (4.609 m), Cervino (4.478 m) e Gran Paradiso (4.061 m). La Valle d’Aosta è forse l’unico luogo delle Alpi in cui sia in cui sia possibile attraversare in uno spazio relativamente ristretto, tutti i grandi sistemi geologico strutturali (tranne il Sudalpino) in cui è suddivisa la catena alpi- na, in quanto questi sono incisi trasversal- mente dal solco della Dora Baltea (Bonetto & Gianotti, 1998). Da sudest verso nordovest (dall’interno verso l’esterno della catena) si incontrano infatti: Sistema Austroalpino, Zo- na Piemontese, Sistema Pennidico, Sistema Figura 1 – Carta geologica semplificata della Valle d’Aosta. Si tratta essenzialmente di rocce cristalline silicatiche indicate Ultraelvetico, Sistema Elvetico. con colore verde (prevalenti litotipi parametamorfici) e rosso (prevalenti litotipi ortometamorfici). Dal colore giallo si posso- no invece riconoscere i rari affioramenti di: rocce carbonatiche, presenti nel settore nordorientale (Valtournenche) e in quello Si tratta essenzialmente di rocce cristal- sudoccidentale (tra la Valgrisenche e la valle di Cogne); rocce evaporitiche (gessi) presenti nel settore nordoccidentale. In line silicatiche (poco o affatto permeabili), bianco vengono riportati i depositi quaternari di fondovalle e in blu gli apparati glaciali indicate in Fig. 1 (elaborazione ARPA) con colori verde (rocce prevalentemente ofi oliti- Il territorio della regione è tipicamente Il fondo della conca di Aosta diviene co- che o parametamorfi che) e rosso (rocce pre- glaciale, caratterizzato da una morfologia sì un fondovalle alluvionale, percorso dalla valentemente gneissiche e metagranitiche), a “U” della vallata principale. Nel corso del Dora e modellato principalmente dalla dina- mentre il giallo è riservato ai rari affi oramenti Pleistocene i fenomeni legati alla glaciazione mica evolutiva dei meandri fl uviali. In cor- di litotipi non silicatici: le rocce carbonati- hanno controllato in modo determinante la rispondenza della confl uenza tra le singole Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 2/2017 valli laterali e quella principale si formano acquiferi più signifi cativi sui quali insiste la l’uso delle acque estratte è ripartito abba- 23 conoidi alluvionali su cui sorgono molti centri quasi totalità dei pozzi esistenti, nonché alle stanza equamente tra quello civile (44%) e abitati valdostani, mentre sul fondovalle si zone più antropizzate, nelle quali è concreto quello industriale (47%), mentre solo il 9% forma una spessa coltre di depositi ghiaioso- il pericolo di contaminazione delle sottostanti dei prelievi è destinato all’uso irriguo. sabbiosi all’interno dei quali si sono imposta- falde idriche. Nel 2001, nella sola piana d’Aosta, sono te le principali falde della regione (Bianquin, I settori di fondovalle nei quali sono stati stati prelevati 6 milioni di metri cubi da 8 2010). individuati i corpi idrici sotterranei più signi- pozzi acquedottistici e 18 milioni di metri cubi Si possono distinguere due situazioni ben fi cativi sono: la piana di Morgex, la piana di da 9 pozzi dello stabilimento industriale Co- differenziate dal punto di vista idrogeologico Aosta, le piane di Verrès-Issogne-Arnad, e la gne Acciai Speciali (Regione Autonoma Valle nelle zone montane e nel fondovalle della Dora piana di Pont-Saint-Martin-Donnas (Fig. 3). d’Aosta, 2006). Baltea: In tali aree viene effettuato il monitoraggio la circolazione idrica in roccia è limita- delle acque sotterranee da parte dell’ARPA 3.1 RICOSTRUZIONE LITOSTRATIGRAFICA DELLA ta alle zone di frattura: in questo caso, gli Valle d’Aosta. PIANA DI AOSTA acquiferi produttivi, captati tramite sorgenti, Lo spessore dei sedimenti può variare Le indagini geofi siche effettuate tramite sono localizzati molto spesso in corrisponden- sensibilmente tra valori massimi di qualche stendimenti lungo l’asse vallivo tra l’abita- za delle coperture detritiche di versante. Gli centinaio di metri, in corrispondenza dei tratti to di Sarre e quello di Grand Pollein hanno acquiferi più produttivi sono comunque loca- dove il ghiacciaio ha notevolmente escavato il consentito di ricostruire l’andamento del sub- lizzati in corrispondenza dei principali settori substrato roccioso (ad esempio in corrispon- strato cristallino su cui si sono deposti i sedi- di fondovalle, caratterizzati dalla presenza denza della città di Aosta), e valori minimi menti che colmano la conca aostana (Arman- di depositi alluvionali quaternari ghiaioso- (poche decine di metri) in corrispondenza di do & Dal Piaz, 1970); il substrato si colloca ad sabbiosi. gradini glaciali di valle; di conseguenza sul una profondità variabile tra 100 e 200 m in Figura 2 – Schema concettuale delle fasi di ritiro del ghiacciaio della Dora Baltea, da 20000 anni fa in fase di avanzata a), al progressivo ritiro con formazione di un lago di sbarramento b), fino alla formazione del fondovalle alluvionale della piana di Aosta c) . Da Arpa Valle d’Aosta, (2016) Le aree di fondovalle della Dora Baltea, fondovalle le condizioni idrogeologiche pos- corrispondenza di Villeneuve e Gressan, si ap- pur rappresentando una porzione esigua del sono variare rapidamente in funzione della profondisce fi no a raggiungere i 270-300 m al territorio valdostano (circa 60 km2 su un natura e del diverso spessore del materasso confi ne comunale della città di Aosta per poi totale di 3200 km2), rivestono nella regione di depositi di ambiente glaciale e fl uviale. risalire più a valle presso Villefranche e Saint- un’importanza fondamentale dal punto di Condizionati dalla distribuzione e dalle di- Marcel. Lo studio ha portato alla defi nizione vista dell’approvvigionamento idrico; esse mensioni degli acquiferi di fondovalle, i pozzi di tre “strati” con caratteristiche diverse: 1) infatti corrispondono, in virtù della presenza sono concentrati prevalentemente nell’area di strato superfi ciale (“aerato”), identifi cato da- di potenti depositi alluvionali permeabili, agli Aosta e secondariamente in quella di Verrès; gli autori come alluvioni grossolane recenti della Dora Baltea; 2) strato profondo: sedi- menti fi ni di origine lacustre e/o glaciale; 3) substrato, compatibile con le proprietà fi siche dei calcescisti, delle metaofi oliti della Zona Piemontese e del basamento del M. Mary. Una ricostruzione grafi ca della sezione della piana di Aosta è stata elaborata da Bonetto & Gianotti (1998) con una prima ipo- tesi sulla natura dei depositi che colmano la conca (Fig. 4). I dati litostratigrafi ci derivanti dalla per- forazione di pozzi sono in genere limitati alle prime decine di metri di profondità e durante le perforazioni non è mai stato raggiunto il sub- strato roccioso, per cui la presenza di un ac- quifero profondo è stata fi nora solo ipotizzata. In base all’esame di numerose sezioni li- Figura 3 – Aree di fondovalle sede dei principali acquiferi della regione Val d’Aosta. In rosso la Piana di Aosta. Dati da tostratigrafi che di pozzi e piezometri è stato Arpa Valle d’Aosta (2014) possibile ricostruire l’assetto idrogeologico Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 2/2017 24 sovrastanti depositi lacustri (Fig.