Padre Michael Lapsley, Vittima Dell'apartheid in Sudafrica E Amico
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Ufficio Stampa Piazza Prampolini, 1 – 42121 Reggio Emilia tel. (+39) 0522 456390-456840 fax. (+39) 0522 456677 [email protected] Lunedì 23 gennaio 2012 Padre Michael Lapsley, vittima dell’apartheid in Sudafrica e amico di Nelson Mandela, sarà a Reggio Emilia domani e mercoledì In programma anche un incontro con gli studenti su ‘Memoria, guarigione, riconciliazione, perdono’ Nelson Mandela, premio Nobel per la pace e primo presidente del Sudafrica dopo l’apartheid, ha detto di padre Michael Lapsley: La sua vita rappresenta una metafora convincente su come un cittadino straniero che è venuto nel nostro paese ha contribuito a trasformarlo. La sua vita è parte integrante della vita e delle lotte del nostro popolo. E proprio padre Lapsley sarà ospite per la prima volta del nostro Paese, in un viaggio che inizierà a Reggio Emilia domani, martedì 24, e mercoledì 25 gennaio, e che proseguirà a Firenze e a Roma. L’iniziativa, condotta dal Tavolo di coordinamento Reggio Africa, è promossa dal Comune capoluogo in collaborazione con l’Ambasciata del Sudafrica in Italia e vedrà padre Michael Lapsley partecipare ad un nutrito programma di appuntamenti: domani, alle ore 16, nella sala dell’Archivio Reggio Africa (presso la sede di Istoreco in via Dante Alighieri 11), incontrerà i componenti del Tavolo di coordinamento per condividere, attraverso la ricca raccolta di documentazione, la storia delle relazioni tra la nostra città e il Sudafrica e per valutare nuove opportunità di cooperazione. Mercoledì, alle ore 9.30, al cinema AlCorso (corso Garibaldi 14), terrà una conferenza per gli studenti delle scuole superiori sul tema Memoria, guarigione, riconciliazione, perdono, e nel pomeriggio visiterà il Centro internazionale per l’infanzia ‘Loris Malaguzzi’. La presenza di Michael Lapsley nella nostra città rappresenta una testimonianza di particolare rilievo anche dal punto di vista umano, poiché lui stesso reca sul corpo i segni indelebili della propria esperienza di vita: nel 1990 è stato vittima di una lettera- bomba che lo ha sfigurato lasciandolo senza due mani e un occhio, con i timpani frantumati e ustioni sul 95% del corpo. Padre Michael Lapsley Padre Lapsley, 62 anni di origine neozelandese, è arrivato in Sudafrica nel 1973, dove è diventato cappellano dell'università di Durban nel pieno della repressione dell'apartheid. Il suo attivismo non ha tardato a farsi sentire quando, durante le rivolte di Soweto del 1976, le proteste degli studenti neri contro il National Party venivano represse nel sangue. Di qui l'espulsione dal Sudafrica e la presa di posizione a fianco dell'African National Congress, il partito di Nelson Mandela nella battaglia per la libertà. Nell'aprile del 1990, tre mesi dopo la liberazione di Nelson Mandela dalla prigione di Robben Island, riceve un pacco-bomba. Vittima del colpo di coda dell'apartheid, non solo è sopravvissuto all'esplosione, ma si è messo al servizio delle vittime della tortura del regime per combattere la cultura della violenza e della vendetta, in Sudafrica e nel resto del mondo. La sua storia, ripresa dal mondo del cinema è stata proiettata nel 2011 all'interno del prestigioso New York Academy Film Festival. Nonostante le gravi ferite riportate e i lunghi interventi, inizia una nuova battaglia per permettere la guarigione dalle tante violenze prodotte dall’apartheid. Nel 1993 opera a stretto contatto con la Commissione per la verità e la riconciliazione presieduta dall'arcivescovo e cittadino onorario di Reggio Emilia, Desmond Tutu. Poi nel 1998 con la fondazione dell'Istituto per la guarigione delle memorie, lancia programmi specifici per dare ai sudafricani la possibilità di elaborare gli effetti traumatici del passato di segregazione da un punto di vista emozionale, psicologico e spirituale. La gente mi chiede ancora come io sia riuscito a sopravvivere – ha detto padre Lapsley -. L'unica risposta è che, anche nel bel mezzo dell'esplosione, ho sentito la presenza di Dio. Oggi sento di essere un sacerdote migliore. Pur non avendo le mani. Tavolo Reggio Africa L’appuntamento con padre Lapsley è parte di una serie di iniziative che nel corso del 2012 rifletteranno sul rapporto tra Reggio Emilia e i popoli dell’Africa australe. Le attività che sono promosse dal ‘Tavolo Reggio-Africa’, nato nel 2011 per iniziativa del Comune di Reggio Emilia, hanno una duplice finalità: raccogliere la documentazione sull'esperienza delle relazioni tra Reggio e l'Africa, creare una sede di discussione tra i vari enti del territorio che sviluppano questi rapporti, elaborare nuovi spunti di collaborazione tra le comunità. Il Tavolo è composto da Comune di Reggio Emilia, Reggio nel Mondo, Boorea, Legacoop, Anpi, Istoreco, Arci Solidarietà, CGIL e CISL, Università di Modena e Reggio Emilia, Fondazione Mondinsieme e Centro Missionario Diocesano. Al tavolo collaborano anche altri soggetti del territorio, in quanto vuole essere una rete estesa a tutti i soggetti sensibili e impegnati nel confronto con l’Africa, allo scopo di coordinarne l'azione, di sviluppare sinergie, di realizzare iniziative di promozione delle esperienze e di sensibilizzazione sul tema, valorizzando la storia delle relazioni tra Reggio e il Sudafrica in particolare, e rilanciando con nuove prospettive gli scambi e le opportunità di relazione con i popoli africani, cooperando negli ambiti culturale, economico ed educativo e nella promozione dei diritti umani. Sechaba In occasione delle celebrazioni del centenario della fondazione dell’African National Congress (ANC) e del 35° anniversario della firma del Patto di solidarietà tra Reggio Emilia e ANC, nell’ambito delle iniziative predisposte dal Tavolo Reggio Africa, la Biblioteca Panizzi ha completato il progetto di digitalizzazione della rivista ‘Sechaba’, organo ufficiale dell’ANC, stampata, nell’edizione in lingua italiana, dal Comune di Reggio Emilia dal 1978 al 1984. La versione digitale della rivista può essere consultata sul sito della Biblioteca Panizzi , cliccando su “Biblioteca Digitale“. Storia Reggio-Sudafrica Negli anni ’70 Reggio Emilia ha avuto un ruolo di primo piano nel sostegno internazionale ai movimenti di lotta al colonialismo e alla segregazione razziale. La nostra città il 26 giugno 1977 sottoscrisse un ‘Patto di solidarietà’ con l’African National Congress, il movimento di liberazione per la creazione di un Sudafrica unito e democratico fondato da Nelson Mandela, Oliver Tambo e Walter Sisulu. Nel 1978, in occasione dell’anno internazionale contro l’Apartheid indetto dall’Onu, a Reggio si tenne la ‘Conferenza Nazionale di solidarietà per l’indipendenza e la sovranità dei popoli dell’Africa australe contro il colonialismo, il razzismo e l’apartheid’. Al Teatro ‘Valli’ di Reggio Emilia intervennero tra gli altri: Samora Machel leader del Frelimo, Oliver Tambo, presidente dell’ANC, Sam Nujoma, presidente della Swapo della Namibia e Iosian Chinamano, per il Ufficio Stampa Piazza Prampolini, 1 – 42121 Reggio Emilia tel. (+39) 0522 456390-456840 fax. (+39) 0522 456677 [email protected] Patriot Front dello Zimbabwe. Dopo la conferenza di Reggio Emilia, gli ospiti furono accolti a Roma dal presidente della Repubblica Sandro Pertini e da Papa Giovanni Paolo II. A partire dal 1978 il Comune di Reggio Emilia pubblicò l’edizione in lingua italiana dell’organo ufficiale dell’African National Congress, il periodico ‘Sechaba’. Sotto la direzione di Giuseppe Soncini, assessore ai Rapporti Internazionali del Comune di Reggio Emilia, le pubblicazioni continuarono fino al 1984. Sempre la tipografia comunale pubblicò nel 1982 il primo libro di Nelson Mandela tradotto in lingua italiana, ‘La lotta è la mia vita’. Queste pubblicazioni ora sono conservate nelle sezioni storiche delle biblioteche di tutto il mondo. Nel 1985, in occasione della II° Conferenza internazionale dell’ANC svolta in Zambia, la città di Reggio Emilia venne dichiarata ‘forza costituita contro il regime dell’Apartheid’ (fu l’unica città europea menzionata). In quel periodo Oliver Tambo intrattenne una fitta corrispondenza con il sindaco di Reggio Emilia, Ugo Benassi, e con l’assessore Giuseppe Soncini. Nel 1987 Reggio Emilia conferì la cittadinanza onoraria a Albertina Sisulu, una delle rappresentanti dell’ANC e moglie di Walter, ‘compagno di ergastolo’ di Nelson Mandela. Due strade di Reggio Emilia vennero dedicate alla lotta contro l’apartheid: via Alberto Luthuli e via Martiri di Soweto. Negli ultimi decenni grandi leader e personalità del mondo africano si sono recati in visita nella nostra città: Sam Nujoma presidente della Namibia, Marcelino Dos Santos, Joaquim Chissano, Steven Gawe, Miriam Makeba. Il 27 aprile 1994 in Sudafrica si tennero le prime elezioni democratiche. Il 10 maggio 1994 Reggio Emilia fu l’unica città invitata alla cerimonia di insediamento di Nelson Mandela alla Presidenza del Sudafrica. La formalizzazione del patto di gemellaggio tra Reggio e la città sudafricana di Polokwane risale al 2004. .