Roman Polanski
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[ VISIONI 154 ] Roma 26 febbraio 2019 Blog . https://incontridicinema.wordpress.com m@il [email protected] “Il coltello nell’acqua” Triangolo in alto mare Titolo originale: Nóz w Wodzie Regia: Roman Polanski Soggetto: Roman Polanski, Jakub Goldberg Sceneggiatura: Roman Polanski, Jerzy Skolimowski, Jakub Goldberg Fotografia: Jerzy Lipman Scenografia: Boleslaw Kamykowski Montaggio: Halina Prugar-Ketling Costumi: Interpreti e Personaggi: Leon Niemczyk (Andrea), Jolanta Umecka (Cristina), Zygmunt Malanowicz (ragazzo) Musiche: Krysztof Komeda Origine: Polonia Anno: 1962 Durata: 94 minuti 1 Sinossi Intenzionati a passare il fine settimana sulla loro barca, un giornalista e sua moglie incontrano uno studente autostoppista lungo la strada per il porticciolo. Gli offriranno di trascorrere con loro la breve vacanza. Con due attori alle prime armi figura femminile, dapprima (Jolanta Umecka che interpreta ininfluente oggetto della contesa la moglie del giornalista e alla pari d’un coltello, si erge a Zygmunt Malanowicz nei panni catalizzatrice unica delle bieche del giovane) e un curriculum pulsioni d’una società maschilista, personale di una decina scarsa di nonché (sola in grado di esserlo) a cortometraggi, Roman Polanski, giudice del confronto; così il regista e attore polacco, bagna il suo tradimento con lo studente diventa debutto dietro la cinepresa con una la più violenta affermazione di sé nomination all’Oscar come miglior possibile, nonché l’embrione d’un film straniero e col premio tentativo di fuga dalle falsità e FIPRESCI alla miglior regia. cecità coscienti che regolano i La storia de “ Il coltello nell’acqua ” (1962) è rapporti umani (confesserà tutto al marito, che quella del confronto tra due mondi opposti (il non le crederà). giornalista, il giovane) sostenuti però dallo stesso Ad una mezz’ora finale thrilling, con tanto di comune denominatore (la dimostrazione della presunto morto (il giovane), si arriva tramite un superiorità insita nel proprio modo di vivere) e uso sorprendentemente sapiente, quindi maturo, basati sulla nevrosi del possesso (il coltello del dei tempi e della suspense da essi scandita, in un giovane per il giornalista, la moglie di gioco ironico con cui Polanski ci annuncia quest’ultimo per il giovane). La trama, che l’esplosione del conflitto, il suo punto di non narrativamente funge da pretesto, è in realtà ritorno, ma poi ce lo proroga, lo nasconde, lo indissolubile dalle implicazioni culturali e sociali: riallaccia alle pieghe appena percettibili dei nervi la Repubblica Popolare di Polonia è da pochi anni e delle maschere delle tre anime in barca. Le entrata nella fase “liberale” del regime comunista geometrie perfette che regolano gli equilibri delle (il giovane autostoppista che rompe l’equilibrio inquadrature (gli angoli acuti dello scafo e della “totalitario” dell’uomo borghese) e le correnti che vela, la costanza dell’orizzonte, gli la attraversano portano con sé la frustrazione del attraversamenti improvvisi dello spazio da parte compromesso e della propria conseguente dei protagonisti), assecondate da uno splendido incompletezza (l’elastico delle tensioni tra i due contrasto bianco/nero, sono il compendio visivo uomini). Il lago, segno costante ed “indefinito” del primo atto d’una carriera, quella di Polanski, sulla cui immobile superficie si animano e destinata a segnare, con molti acuti e qualche riflettono le vicissitudini umane, è un non-luogo di perdonabile caduta, il cinema mondiale della impressionante quanto semplice efficacia, e la seconda metà del novecento. testo copiato da www.debaser.it/roman-polaski/il-coltello-nellacqua/recensione 2 Trama Approfittando di un weekend libero, il giornalista André decide di trascorrerlo sulla sua barca a vela presso il lago Masuri, insieme alla moglie Christine. Lungo il tragitto in auto i due incontrano un giovane autostoppista, del quale non si conosce il nome. Nonostante i primi segni di tensione tra i due uomini, André e Christine concedono un passaggio al giovane. Arrivato al lago dove è ormeggiata la barca di André , il giovane viene alla fine invitato a trascorrere il weekend con i due. Inizia così la competizione tra i due verso Christine ; entrambi si impegnano nel mostrare la propria persona, da una parte André che non può fare a meno di sfoggiare la propria posizione sociale raggiunta, e la sua presunta superiorità intellettuale rispetto al ragazzo, il quale, invece, affronta André da una condizione sociale inferiore, senza gli stessi mezzi, ma con l’audacia e sana noncuranza tipica dei giovani. Il culmine dello scontro arriva quando il coltello del giovane cade in acqua, dal quale si genera il confronto aperto tra i due, in un crescendo di tensione ed azione. Due uomini e una donna in una barca Siamo solo agli inizi e attraverso Il coltello nell’acqua Polanski dimostra già la sua propensione ad un certo tipo di storie che avvengono in determinati luoghi e gravitanti intorno ad un centro gravitazionale. Queste storie raccontano di personaggi, i quali vengono scavati a fondo attraverso primi piani, attraverso i movimenti e soprattutto attraverso i dialoghi. In questo film infatti, ad eccezione del momento clou, lo scontro tra André e il giovane non è mai fisico, ma è sopratutto verbale, dialettico; ma ciò che vediamo non è semplicemente lo scontro tra due uomini dai caratteri e dalle esperienze differenti, le loro parole e le loro vite sono espressione di una società che è cambiata e che sta cambiando, ciò che Polanski fa quindi non è solo un’analisi psicologica dei personaggi: la barca diventa il luogo di un’analisi psico-sociologica. La Polonia vive in quegli anni una fase di cambiamento e come ci ha ben mostrato l’arte in passato, durante i periodi di cambiamento possono emergere le pulsioni recondite dell’essere umano. Queste pulsioni, che girano intorno alla volontà di acquisire il potere, di prevalere, si manifestano ne Il coltello nell’acqua intorno alla figura femminile di Christine. La donna sarà un personaggio fondamentale nella filmografia di Polanski , sia come personaggio visto in sé, sia in relazione all’uomo in un continuo gioco di potere e di sopraffazione, in storie dai tratti sadomasochistici (che troveranno il culmine nell’ultimo capolavoro Venere in pelliccia ), e ancora in relazione alla società e a ciò che la circonda. In questo lungometraggio Christine diventa un oggetto conteso tra i due uomini, insieme al coltello; un oggetto però che acquisisce sempre più importanza, diventando in un crescendo di tensione sottesa, una sorta di giudice delle prestazioni dei due uomini. La donna fa emergere le pulsioni dei due uomini, che nel mostrarsi sfoggiano il proprio bagaglio comportamentale, sociale e psicologico. 3 Il tutto avviene all’esterno e all’interno di una barca: uno dei primi microcosmi del cinema di Polanski . La barca, nella sua ristrettezza e mancanza di spazio, diventa la lente d’ingrandimento sui personaggi, cosicché tutto ciò che accada, ogni parola, ogni gesto, avvenga in un faccia a faccia che non lascia scampo (così come accadrà in Repulsion dove Carole si ritroverà a fronteggiare le sue stesse paure tra le mura di casa, e in Cul-de-sac dove tre persone diverse si ritrovano intrappolate in una trappola illusoria senza via d’uscita). Il luogo ristretto della barca va ad influenzare anche il ritmo del film, che risulta lento per ovvie ragioni spaziali. Nonostante ciò, Polanski rimedia a questa staticità con una macchina da presa che cambia spesso punto di vista, dando all’immagine una certa varietà. L’ultima mezz’ora però rivela tutta la capacità del regista polacco di creare quella suspence che tanto caratterizzerà i suoi film, dopo un’intera ora passata in una tensione che sembra non sfociare mai in nulla, l’azione prende improvvisamente piede e le pulsioni smettono di giocare a nascondino. Nonostante l’evidente povertà di mezzi e la non ancora piena padronanza del mezzo cinematografico (se confrontata alle sue successive opere), Il coltello nell’acqua risulta un esordio sorprendente, tagliente e assoluto anticipatore di una poetica cinematografica destinata a fare storia e a porre le basi del cinema polanskiano. 4 Analisi In un nero vinilico, tra larghe pennellate di grigi corposi e stratificati, si delineano due figure, un uomo e una donna, marito e moglie; in sottofondo scorrono le note gelide di un sassofono, il jazz di Komeda , che introduce lo spettatore nell’algida atmosfera di Il Coltello nell’acqua . Corpi vicini, avvolti da glaciali silenzi, volti che si palesano lentamente emergendo dall’oscurità; da subito si avverte una forte tensione psicologica, sottolineata dal mutismo e dallo stridere delle note in sottofondo. Una quiete apparente cela tempeste e uragani, pari a quelle che gonfiano i mari in Snow Storm: Steam-Boat off a Harbour's Mouth (1842) o in The Shipwreck (1805), di Joseph Mallord William Turner. La tensione affiora dalle prime scene e mette in all’interno della coppia: come un coltello che si luce un rapporto di coppia in cui gli equilibri sono insinua tra i due squarcerà il velo di Maya, palesemente sbilanciati: la supremazia dell’uomo gettando luce su frustrazioni e stati emotivi nei confronti della moglie, notevolmente più repressi, spesso taciuti. giovane, è sottolineata da un atteggiamento quasi dittatoriale, riflesso di una dialettica tipica della Il giovane, come in Teorema di Pasolini , famiglia medio borghese dei primi anni ‘60. sovverte le regole preesistenti all’interno della Andrea (Leon Niemczyk), giornalista sportivo, e coppia, è un elemento esterno affascinante ed sua moglie, Cristina (Jolanta Umecka), sono anarchico, metafora della libertà e della diretti in macchina verso i laghi Masuri; il loro leggerezza, l’esatto contrario di ciò che viaggio è inaspettatamente interrotto da un rappresenta Andrea . Spesso Polanski lo ritrae, giovane autostoppista (Zygmunt Melanowicz), soprattutto nelle sequenze sulla barca, come che trascorrerà con la coppia le successive elemento di spartizione e divisione della coppia, al ventiquattro ore, a bordo del loro yacht. centro della scena, mentre la sua figura si staglia contro il cielo.