Check-List Delle Briofite Del Friuli Venezia Giulia (Ne Italia)

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Check-List Delle Briofite Del Friuli Venezia Giulia (Ne Italia) GORTANIA. Botanica,GORTANIA Zoologia 32 (2010) Botanica, Zoologia 32 (2010) 17-114 Udine, 31.X.2011 ISSN: 2038-0402 Francesco Sguazzin CHECK-LIST DELLE BRIOFITE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA (NE ITALIA) CHECK-LIST OF THE BRYOPHYTES OF FRIULI VENEZIA GIULIA (NE ITALY) Riassunto breve - Nonostante il Friuli Venezia Giulia (Italia Nord-orientale) sia la quartultima regione italiana per superficie (solo km2 7856,48), essa presenta una grande varietà di ambienti e quindi anche una ricca flora. La presente Check-list delle Briofite vuole colmare una lacuna nella conoscenza del mondo vegetale della regione e della sua biodiversità. La Check-list si basa su vecchissimi, vecchi e nuovi dati pubblicati e sulle informazioni ricavate dall’esplorazione del territorio e dalla raccolta di campioni nel corso degli ultimi anni. Comprende 686 Briofite (140 Epatiche e 546 Muschi). Alcuni taxa sono nuovi per la regione. Sembra molto opportuna la creazione di una raccolta di dati regionali basata su esemplari d’erbario. Parole chiave: Briofite, Check-list, Friuli Venezia Giulia, Italia Nord-orientale. Abstract - Even if Friuli Venezia Giulia (North-eastern Italy) is, as for area, fourth from the last Italian region (only km2 7856.48), it presents a great variety of environments and therefore a rich flora. This Check-list of Bryophyte flora wants to fill a gap in the knowledge of the vegetable world and biodiversity of the region Friuli Venezia Giulia. The Check-list is based on very old, old and new published data and on information deriving from exploring territory and collecting through the last years. It includes 686 Bryophytes (140 Liverworts and 546 Mosses). Some taxa are new to the region. Creation of a data regional collection on Herbarium samples seems very opportune. Key words: Bryophytes, Check-list, Friuli Venezia Giulia, North-easthern Italy. Introduzione Un elenco delle specie presenti in un territorio è, inoltre, il primo passo verso una maggiore consapevo- Il presente lavoro nasce con lo scopo di dotare la re- lezza delle azioni da intraprendere per salvaguardare le gione Friuli Venezia Giulia di una Check-list riguardante sue preziose specificità e, in definitiva, la biodiversità le Briofite. generale. Questi piccoli vegetali, come sottolineano ricercatori di ogni regione della terra, svolgono un importante ruolo ecologico e in molti ecosistemi costituiscono la Le esplorazioni briologiche nella regione maggior parte della biodiversità. Possiedono una grande capacità di trattenere l’acqua e di rilasciarla lentamente, Le prime informazioni briologiche per il Friuli Venezia colonizzano suoli e rocce nude, contribuiscono all’ac- Giulia possono essere fatte risalire a Scopoli (1723-1788), cumulazione dell’humus, alla formazione della torba, medico e naturalista trentino, che operò per molti anni a all’aumento della biomassa e si relazionano con altri Idrija (Slovenia), allora nel Ducato della Carniola. L’Auto- organismi offrendo un habitat e una fonte di cibo. re, nella seconda edizione (1772) della sua Flora Carniolica Ricordiamo poi gli usi commerciali e medicinali exhibens plantas Carniolae indigenas et distributas in clas- delle briofite, il loro utilizzo come segnalatori di inqui- ses, genera, species, varietates, ordine linneano, elenca fra namento e indicatori di qualità dell’ambiente. Persino i luoghi erborizzati, rispettivamente nel 1761 e nel 1764 nel giardinaggio e nelle tecniche ornamentali possono anche “Gli asperrimi colli del Carso con l’Agro Triestino” entrare le briofite, come bene raccontanoHallingbäck e “L’Agro Goriziano, Duino, i monti vicini e i lidi marini”. & Hodgetts (2000). Descrive, con la nomenclatura binomia introdotta dal Da queste ragioni, unite forse anche alla scarsa attratti- suo contemporaneo Linneo (1707-1778), anche specie va delle Briofite fra i naturalisti stessi addetti ai program- attribuite ai generi Sphagnum, Fontinalis, Splachnum, mi di conservazione, scende quasi obbligatoriamente Polytrichum, Mnium, Hypnum, Jungermannia e Marchan- l’invito ad una maggiore conoscenza di questo finora tia, ma non vi sono citazioni riguardanti topograficamente un po’ trascurato gruppo di vegetali. l’attuale territorio del Friuli Venezia Giulia. 17 F. SGUAZZIN GORTANIA. Botanica, Zoologia 32 (2010) Interessanti ed accurate sono spesso le note ecologiche. una trentina di altre, basate su raccolte effettuate da amici Del Bryum hygrometricum (ora Funaria hygrometrica) o assieme al padre nei primi anni del 1900 e determinate vien detto ad esempio “Habitat in muris, et in sylvis, nel 1930 da Gola. uberius ubi ligna et frutices cremati sunt”. La caratteristica Segue nel 1967 un lavoro di Fornaciari sugli sfagni delle di crescere di preferenza in luoghi dove è stata bruciata Alpi Carniche, raccolti tra il 1890 e il 1925 per lo più da della legna viene a questo muschio riconosciuta anche M. Gortani e determinati da Bottini negli anni ’20. modernamente. Negli anni tra il 1972 e il 1976 compaiono alcuni arti- L’iniziatore della compilazione di una flora briologica coli di Sauli sulla flora briologica dei magredi friulani e del Friuli è il francese de Suffren (1753-1824), che pro- sulla componente briologica delle associazioni vegetali duce un primo elenco di briofite nell’opera Principes de del Carso. botanique extraits des ouvrages de Linné et suivis d’un Sempre negli anni ’70 del secolo scorso, in lavori di catalogue des plantes du Frioul et de la Carnia, avec le Poldini (1973), Poldini & Rizzi Longo (1974-75), nom des lieux où on les trouve (1802), lavoro che raccoglie Poldini & Martini (1976) dedicati alla flora e alla ve- 1.140 specie vascolari friulane e 86 specie di crittogame getazione vascolare della regione, sono citate briofite. cellulari. Principes de botanique è considerato il primo Degli anni ’80 sono degli studi di Gerdol sulla vege- tentativo di stesura di una flora del Friuli. L’Autore elenca tazione degli ambienti umidi della Valle di Aip (Alpi una quarantina di specie tra muschi ed epatiche raccolte Carniche, 1981), sulla vegetazione briologica epifitica per lo più a S. Daniele e dintorni durante il suo peregrinare nell’Ostryo-Carpinion orientalis (1982), sulla scoperta di nella nostra regione. Anisothecium squarrosum in Friuli (1986). Abbiamo in seguito vari contributi fra i quali ricorde- Nel 1987 vede la luce un contributo di Tosco sulla flora remo quelli di Pollini (1824), Sendtner (1848; 1857), carnico-friulana nel quale l’Autore presenta una sintesi fra Molendo (1865; 1875), Juratzka (1867; 1882), Saccardo le citazioni degli Autori che lo hanno preceduto e le pro- & Bizzozero (1883), Bizzozero (1885), Wallnöfer prie, ricavate dalla determinazione di reperti collezionati (1888), De Toni (1889), Del Torre (1890), Höhnel da L. e M. Gortani e affidati al Museo di Storia Naturale (1893-94), Breidler (1894) e Matouschek (1900). Fra di Udine. Oltre 300 sono le citazioni riportate. questi il lavoro più ricco di citazioni inerenti il territorio Negli anni ’90 e, a seguire, nella prima decade del nuovo regionale è quello di Wallnöfer, che riporta oltre 200 ri- secolo vi è una ripresa degli studi di indagine briologica, trovamenti di muschi interessanti le Alpi Giulie. Seguono, volti ad un miglioramento delle conoscenze sulla reale per quantità di riferimenti - talvolta però molto vaghi - consistenza del patrimonio briologico della regione e all’attuale regione Friuli Venezia Giulia, Höhnel con una quindi della sua biodiversità. sessantina di citazioni, Sendtner con circa 45, Bizzozero Possiamo ricordare le ricerche di Sguazzin relative con circa 45, Del Torre con circa 30, Saccardo & Bizzozero alla bassa pianura friulana (1991; 1999; 2000; 2003), al con circa 30, Molendo, Matouschek, Juratzka e De Toni litorale alto-adriatico (2002), alle Prealpi Giulie (2002 con circa 15, Breidler con una decina. in coll. con Polli; 2007), alle Dolomiti Carniche (2004; I lavori più consistenti, riguardanti le Alpi Carniche, le 2007 in coll. con Aleffi), alle Alpi Giulie (2004; 2007), Alpi Giulie e il Carso, si debbono ad autori i cui contri- al Carso (1998 in coll. con Polli; 2000; 2005). Questo buti sono usciti tra il 1888 e il 1913. Wallnöfer (1888) Autore dedica al Friuli Venezia Giulia diverse centinaia esplorò la Carinzia, toccando il Tarvisiano, la zona di Pon- di citazioni e riporta ritrovamenti nella regione, non tebba, di Cave del Predil, con i loro gruppi montagnosi; pubblicati, per oltre 140 specie, alcune delle quali nuove, Loitlesberger (1905; 1909) studiò i territori costieri sempre per la regione. dell’impero austro-ungarico; Kern (1908) indagò la flo- Compaiono in questi anni i lavori di Codogno sul- ra briologica delle Alpi e Prealpi Carniche; Głowacki lo strato muscinale delle cenosi forestali (1993), di (1908; 1910; 1913) esplorò la Carinzia, le Alpi Giulie e il Codogno & Di Montegnacco (1995) sulla biogeogra- Carso; Zodda (1912) riportò le briofite, raccolte anche fia dell’Alta Valle del Torre, di Codogno & Mazzolini da altri studiosi italiani, in zone soprattutto collinari del (2004) sul significato ecologico delle briofite del suolo Friuli. A Głowacki dobbiamo una mole notevole di dati, nelle formazioni forestali, di Codogno & Vidoni (2004) consistente in quasi 500 citazioni per il nostro territorio sulle briofite del Parco Naturale delle Prealpi Giulie ed regionale, a Kern ne dobbiamo quasi 220, a Loitlesberger altri minori. circa 170, a Zodda circa 140. Vanno registrati ancora, nella prima decade del nuovo Dopo il 1913 la ricerca briologica nel Friuli Venezia secolo, la pubblicazione, a cura di Martini et al. (2004), di Giulia subisce, per circa una quarantina d’anni, un no- un’analisi della vegetazione dei tetti di Trieste, contenente, tevole rallentamento. Il primo contributo di una certa a cura di Codogno, anche un contributo sulle briofite; un consistenza è un lavoro di Gortani (1955) sulle epatiche articolo di Poldini & Bressan (2007) sui boschi ad abete del Friuli, lavoro che riprende le già note citazioni per il bianco ed abete rosso in Friuli, con la citazione di briofite Friuli di Bizzozero (1885), Loitlesberger (1905), Kern e infine l’uscita di una ben documentata check-list delle (1908), Głowacki (1910), Zodda (1913), aggiungendone briofite carsiche ad opera di Tacchi (2007).
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