Paolo Pellegrin. Un'antologia
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Mar Mediterraneo di notte, nei pressi della costa libica, 2015 Paolo Pellegrin. Un’antologia sull’umanità e sull’oggi. Da Gaza a Beirut, da El Paso a Tokyo, da Roma a Lesbo, le fotografie in mostra La mostra nasce da due anni di intenso lavoro raccontano, il dolore, la guerra, la distruzione, ma anche sull’archivio del fotografo romano e ripercorre, attraverso l’intima bellezza dell’essere umano nell’espressione oltre 150 immagini, numerosi inediti e alcuni contributi delle sue emozioni più profonde. In fondo alla galleria video, vent’anni della sua attività, dal 1998 al 2017. figure evanescenti, ritratti “transitori” colti in momenti Vincitore di 10 World Press Photo Award e numerosi di passaggio, che affiorano appena dal buio come fantasmi altri prestigiosi riconoscimenti in tutto il mondo, come (“ghost” nella definizione di Pellegrin). il Robert Capa Gold Medal Award e il Premio Eugene Smith, A questo racconto dell’essere umano, calato nel buio, Paolo Pellegrin (Roma, 1964) coniuga l’esperienza del fa da contraltare l’immersione in un ambiente improv- testimone in prima linea con l’intensità visiva dell’artista. visamente luminoso, in una luce che sembra sublimarsi Nel suo lavoro la progettualità a lungo termine si intreccia nel candore del ghiaccio dell’Antartide, nello sguardo con la sensibilità estetica, allenata da lunghi anni di studio di una giovane donna rom, nella potenza degli elementi intorno all’immagine e alla visione. della natura e nella spiritualità del rapporto atavico Il risultato è un metodo di lavoro che rimanda all’idea dell’uomo con essa, come accade nel bagno di due giovani di un giornalismo lento, guidato dall’urgenza intellettiva palestinesi nel Mar Morto. dell’approfondimento piuttosto che dal desiderio di carpire Le due parti del percorso sono collegate da un un’immagine iconica, e si traduce in storie dai tempi passaggio che proietta il visitatore nel making of della di lettura dilatati, periodici ritorni su luoghi già fotografati, ricerca visiva di Pellegrin: disegni, taccuini, appunti, un’attenzione rivolta non solo al momento del conflitto fotografie, piccoli portfolio, danno conto della complessità ma a ciò che accade dopo. di un processo creativo che si fonda innanzitutto Il percorso di mostra si snoda tra due poli, il buio su ricerca, conoscenza e preparazione. Si entra così e la luce, metafora delle manifestazioni più estreme nel cuore del pensiero di un autore che considera dell’esistenza con cui Pellegrin si è confrontato nel corso la fotografia come una vera e propria lingua, fatta allo del tempo. Da un “antro” scuro dove la penombra e stesso tempo di regole e di istinto, in cui il soggetto il suono reiterato del mare introducono alle visioni di Gaza rimane comunque sempre l’essere umano, le sue relazioni e Guantanamo, si accede in uno spazio in cui domina con i luoghi, gli avvenimenti, gli altri esseri. il colore nero. Dalle gigantografie di tre prigionieri dell’Isis in attesa di essere processati, alla battaglia di Mosul, metafora di tutti i conflitti: nella prima parte dell’esposizione si dispiega senza soluzione di continuità un racconto Paolo Pellegrin. Un’odissea tra umano e disumano dei rifugiati, la ricostruzione di una vita nelle macerie Germano Celant e la fuga. È un indagare negli spazi interiori del comporta- mento umano, in Africa quanto in Europa, senza ambire Il reportage, per Pellegrin, non è un’operazione a definirli e a perimetrarli, cercando tuttavia di evidenziare, accelerata e veloce, distaccata e fredda, ma — come per attraverso il suo sguardo, ciò che c’è in comune. I tratti Walker Evans e Lee Friedlander — è una manifestazione somiglianti di un dolore, dovuto alla violenza di altri esseri dell’interpretazione personale, che si alimenta di estetica umani e ai suoi effetti perduranti nel tempo, che la e di espressività, di angoscia e di sofferenza. È la sintesi fotografia serve a rendere indimenticabili: “Il travaille certes di una posizione critica del fotografo rispetto alla visione dans l’immédiat, mais aussi pour la postérité; c’est pour impersonale della realtà: un racconto, scandito per lui un point crucial”. Uno sguardo soggettivo ma distaccato, momenti e per capitoli, che aiuta a mettere in contesto che è una riflessione e un’analisi, che coincide con la situazione affrontata e chi la documenta. “Non mi l’ampio atteggiamento di disponibilità, di rispetto interessa rubare una fotografia. Mi interessa, invece, per e di interesse verso i momenti della storia, di chi pratica quanto mi è possibile, vivere con le persone che fotografo una personale fotografia antropologica e compie un’odissea […] Ho un approccio antropologico: mi piace trovare nell’umano e nel disumano. temi e soggetti per raccontare le mie storie”. Le fotografie sono frammenti di una scrittura per immagini e riflettono un tempo storico, basato sulle fisionomie, singole e collettive, delle persone che vivono una tragedia. Esse diventano anche una storia privata di Pellegrin che sente la necessità di condividere, con la sua presenza e la sua testimonianza, la responsabilità della nostra cultura verso questi eventi drammatici. Non ha intenzione di farsi risucchiare dalle immagini e dalla loro casualità per mantenerne un controllo, perché intende esplorare i limiti e i confini dell’umanità. Ogni suo reportage tende a far emergere, all’interno di un paese, Uganda, Cambogia, Haiti, Kosovo, Libano e Iran, le elaborazioni su come gli esseri umani configurano una risposta agli eventi come le guerre e i massacri. Quali reazioni si sviluppano nelle rispettive comunità nei periodi successivi alle devastazioni militari, come l’esodo I peshmerga curdi piangono la morte di un compagno, ucciso da un cecchino dell’ISIS. Mosul, Iraq, 2016 Indice delle immagini Fumo nero si alza dai giacimenti petroliferi in fiamme intorno a Qayyarah, a sudest di Mosul. Soldati iracheni arrestano un Operazione dei peshmerga curdi Base navale e centro di Le fiamme sono state appiccate sospetto ISIS. Mentre la polizia per conquistare il villaggio di detenzione USA di Guantanamo. dai combattenti ISIS nel tentativo federale irachena combatteva Bashiqa, a nord di Mosul. Iraq, Cuba, 2012 Bandiere nere sciite. Mashhad, di ostacolare gli attacchi aerei l’ISIS nella città di Hamam 2016 Iran, 2009 della coalizione. Mosul, Iraq, 2016 al-Alil, a sud di Mosul, decine di migliaia di residenti fuggivano Mar Mediterraneo, nei pressi per salvarsi. Mosul, Iraq, 2016 della costa libica. 2015 Fumo nero si alza dai giacimenti Un uomo accusato di petroliferi in fiamme intorno collaborazione con l’ISIS viene a Qayyarah, a sudest di Mosul. bendato prima di essere portato Il punto di ingresso del missile Le fiamme sono state appiccate via per l’interrogatorio da parte nel tetto di una fabbrica nella dai combattenti ISIS nel tentativo Una divisione di soldati curdi Peshmerga, accompagnati dell’intelligence curda, nei pressi regione industriale a nord della Pochi istanti dopo che di ostacolare gli attacchi aerei da carri armati, veicoli corazzati di Omar Qamchi. Mosul, Iraq, città di Gaza. Gaza, 2014 un’incursione aerea israeliana ha della coalizione. Mosul, Iraq, 2016 e forze speciali USA, inizia 2016 distrutto numerosi edifici a una marcia di due giorni verso Dahieh, roccaforte Hezbollah a Bashiqa, l’ultima importante Beirut. Libano, 2006 roccaforte ISIS in territorio curdo. Prigionieri dello Stato Islamico Mosul, Iraq, 2016 sono trattenuti in una base di sicurezza per essere interrogati mentre aspettano il processo Questa cisterna a Beit Hanoun nella città di Kalar. Kurdistan, è stata colpita sette volte dagli Iraq, 2015 elicotteri d’attacco Apache I peshmerga curdi piangono Le forze curde Peshmerga durante l’operazione Piombo la morte di un compagno, ucciso affrontano i combattenti ISIS nel fuso. Gaza, 2009 da un cecchino dell’ISIS. Mosul, villaggio di Omar Qamchi. Fumo nero si alza dai giacimenti Iraq, 2016 Mosul, Iraq, 2016 petroliferi in fiamme intorno a Qayyarah, a sudest di Mosul. Le fiamme sono state appiccate dai Dimostranti protestano contro il combattenti ISIS nel tentativo di disimpegno israeliano da Gaza. ostacolare gli attacchi aerei della Ofakim, Israele, 2005 coalizione. Mosul, Iraq, 2016 I palazzi del Governo Palestinese a Gaza, bombardati dall’aviazione Israeliana Un salafita in preghiera in un durante l’operazione Piombo cimitero Islamico. I musulmani Un poliziotto federale iracheno Persone in fuga dalle zone fuso. Gaza, 2009 salafiti pregano di notte nella nel quartiere di Samah nella zona controllate dall’ISIS vengono convinzione che questo li est di Mosul effettua dei controlli caricate su furgoni militari avvicini agli spiriti dei defunti. per individuare i movimenti iracheni. Mosul Est. Iraq, 2016 Mansura, Egitto, 2014 dell’ISIS. Mosul, Iraq, 2016 Il fumo nero si alza dai campi petroliferi incendiati intorno Rifugiati provenienti dal villaggio Le forze curde Peshmerga a Qayyarah, a sudest di Mosul, Catturato dietro le linee Un uomo in fuga dalle zone Civili fuggono dalle zone di Bajurbuk, vicino a Bashiqa. affrontano i combattenti ISIS incendiati dai combattenti dell’esercito iracheno, questo controllate dall’ISIS, visto alla controllate dall’ISIS durante un Avendo ricevuto dall’ISIS nel villaggio di Omar Qamchi. dell’ISIS nel tentativo di evitare ragazzo era sospettato di periferia di Mosul Est. Iraq, 2016 violento scontro a fuoco tra forze la notizia che sarebbero stati Iraq, 2016 gli attacchi aerei della coalizione. essere uno spotter dell’ISIS. armate irachene e militanti ISIS. spostati a Mosul il giorno Mosul, Iraq, 2016 Periferia di Mosul, Iraq, 2016 Mosul Est, Iraq, 2016 seguente, i residenti del villaggio sono fuggiti dalle proprie case nel cuore della notte, per rifugiarsi dietro le linee Peshmerga. Iraq, 2016 La popolazione in fuga dalle zone Fumo nero si alza dai giacimenti Soldati iracheni ingaggiano controllate dall’ISIS porta con sé petroliferi in fiamme intorno i militanti dell’ISIS nel distretto Un soldato iracheno spara Un soldato iracheno spara i propri beni; i contadini prendono a Qayyarah, a sudest di Mosul.