- Paese Nostro - Rivista italo-albanese di cultura e di attualità REVISTË ARBËRESHE PËR KULTURË DHE AKTUALITET

I - 87010 CIVITA - ÇIFTI (CS) Anno XXXIX - n. 132 - 2008 /3 e-mail: [email protected] sito web: www.museoetnicoarbresh.it

RROFSHIN KATUNDET TONA! VIVANO I NOSTRI BORGHI!

ek viti 197 2 prof. Golleti ka komplik ime, të hapet zëmra dhe el 1972 il prof. Vincenzo Golletti colo dell’estinzione della lingua e degli Tli nduar rubriken omonime, mendja ndienjetë të thellë virt etë dhe Ncreò la rubrica omonima, pensan- stessi paesi allocati in zone interne. mendonij parë se më parë gjuhin e do soprattutto alla lingua avita che si parla I nostri piccoli comuni posti sul dorso rrimendo het cilësin të lartë e gjelli s, sempre di meno specialmente da parte dei degli Appennini diventano sempre più pic- prindëvet çë folej dhe folet nga herë per merit a të shquar dhe roli t i ragazzi. La lingua non è il solo problema coli di abitanti, mentre registrano un sor- më pak ndir trimat e sotme. përgjegjes dhe natyris mjer ëzare që ç- ma è connesso all’aspetto socio-economi- prendente flusso di visitatori nel periodo e- Po gluha nëng është problemi i do burrë dhe grua mundinj dhe kat ket co che si ripercuote nell’esodo incessante stivo e durante le festività importanti. vetim i cili është i mbishk artur me si- di forze giovanili che sono costrette ad e- Da tutta Italia ed anche dall’estero dhe jep! tuaten shoqerore ekonomik sepsè tri- migrare in cerca di un “posto al sole”. giungono gruppi di visitatori che restano Dhimitri Manuelli Oggi si avverte sempre di più il peri- incantati dalle caratteristiche ambientali, mat lën katundin i varfër e nisen e ven abitative e ricettive. ndir qitetet e mëdha ose te k atundet të Le case tradizionali, il vicinato, le huaj pir të g jejin “vendin tek dìalli”. piazzette, i borghi, le scale esterne con il Sot trëmbemi se mund biret g luha terrazzo fiorito, rivelano un connubio per- dhe katundet. fetto tra territorio, necessità pratiche e Katundet Tona çë gjënden ndir ma- qualità estetiche. Il primo comandamento in ordine alla let ose ndir rehjet bëhen nga herë më costruzione di un edificio è stato verso la të vog ëlë me njerëzë, po regjistr ohet comunità. një mjedha turistik çë na jep shumë Ancora oggi si scoprono i frutti affa- gëzim po jo i p aprit ur pir ne. scinanti dell’intimo rapporto tra l’uomo e Shpitë tradicionale, gji tonit ë, il territorio. Ma ci chiedono se si continua ad ave- sheshthi, shkalli t me lloxh at të lulë- re tale cultura... zuare janë gjit hënjë me territorin dhe I più pensosi e responsabili si pongo- bukuria estetike çë ruan bashkësin. no il drammatico problema quale possa es- Po lipmi ndose edhe sot mbahet sere la strategia migliore ed efficace per kjò kulture. arrestare l’esodo. Ata njerezë me mendjen e urt sh- Molti pensano alla creazione di posti di lavoro idonei ad attirare le giovani cop- trojin prob lemin cilj a mund jetë stra- pie a risiedere in loco, procreare, vivere fe- teg ja më e mirë pir të mbajim esodhin lici ed in armonia con la comunità. e trimavet. Certo sarebbe bello ritrovare tutta la Puna dhe një gjell e gëzuar pir të comunità sotto i campanili e discutere co- jetojin ndë katund... me organizzare una sagra, una festa tradi- zionale o sedersi, tutto il vicinato, a parte- Sigurt ish shumë bukur të shihej cipare alla vita di tutti; lasciare le finestre gjith bashk iza nën kambanarin ture aperte alle canzoni popolari, ai profumi di disk utuar pir organiximi n e njej feste una cucina fragrante di sapori ed aromi an- tradizjonale e të ulej gjithë gjit onìa tichi con i comignoli fumanti. dhe mirr pjes gjelles e gjithëve me Si tratta, allora, forse più semplice- dritaretë hapëtë kënga vet popullore, mente, di aprire il cuore e la mente ai sen- timenti genuini e ripensare alla qualità del- erëvet të mirë e të ngrënit plot gjellë la vita, ai meriti ed al ruolo di responsabi- me shije çë pilqeji n shumë, çimineret lità ed umanità che ciascuno di noi può e me kamnua. deve avere e dare. Është trajt im, atmotë, ndosh ta pa Demetrio Emmanuele

SOMMARIO (Ç’MBAN REVISTA JONË)

LETTERE AL DIRETTORE Miss Arbreshe 2008 (J. Fusca) ” 20 Collaborazione con “Elbasani” (S. Hasa) Pag 2 FOLK-LORE Perla editoriale (G. Chimisso) ” 2 Këndime Djàlit (N. Elmo) ” 21 Lettera aperta all’On. Damiano Guagliardi ” 2 Oj e Bukura Morè... (L. Nushi) ” 21 ATTUALITA’ ROMANZO Le minoranze e la democrazia (F. Fusca) ” 3 Papadhesha (P. N.) ” 23 Papa Giovanni Paolo II ai giovani (T. Guarino) ” 4 I giovani questi sconosciuti (P. Borgia) ” 5 JETA E KRËSHTERE RICORDI Roma e Costantinopoli nel segno della pace (E. F. Fortino) ” 24 L. Filardi: pioniere industria della lana (A. Mirabelli) ” 4 “Tre giorni” eparchiale (P. Pisarro) ” 25 RROFSHIN SA MALET Incontro: Chiesa d’Oriente e d’Occidente (Theseus) ” 26 Kabaresh-Kalimere (G. Schirò Di Maggio) ” 7 POESIA DEL PASSATO Projekti: “Psè jemi Arbëreshë” (V. Bruno) ” 9 Incontro con un vecchio amico (P. Napoletano) ” 27 ECOTURISMO LIBRI ” 28-30 Qualità dell’ambiente per un turismo di qualità (S. Emmanuele) ” 10 POEZI (M.A. e D. Manna, M. Parapugna,L. Stamati, B.Guido) ” 31 Il valore incompreso del territorio (A. Carlomagno) ” 11 ARTE I GRIKI Omaggio a I. Kodra (A. Mazziotti) ” 32 G. A. Crupi: “Greki, ambrò” (F. Violi) ” 12 CRONACHE CULTURALI ” 32-36 LETERSÌ F. Candreva: letterato e patriota spezzanese (F. Marchianò) ” 13 UMANITÀ VARIA HISTORÌ Gjuhëtarë gjyqtarë: kush e di? ” 37 Dall’archivio della Parrocchia di Mezzojuso (G. e P. Di Marco) ” 14 Finestra d’Albania: Tirana (A. Bega) ” 38 La Chiesa di S. Maria Assunta in Civita (V. B.) ” 15 L. Vincenzi: pianista di talento ” 38 DAL MONDO DELL’ARBËRIA Centro Medico dei Colpi (P.B.) ” 39 Festivali i këngës arbëreshe (G. De Cicco) ” 17 Moti fluturon ” 40-43 L’albanese, lingua indo-europea (R. Lazzeroni) ” 19 Incentivare la qualità e destagionalizzare il turismo (M.S.E.) ” 44 2

LETTERE - OPINIONI noi albanesi di oggi sparsi leggere gli importanti arti- tante altre cose ancora, non nel mondo. coli contenuti, i quali di- meno importanti, di cui, o- Cordiali saluti vengono preziosi per chi, Genti li signori della d’Italia. In questa città c’è ra che non posso usufruire S. Hasa dt.06.09.08 come me, vive lontano dal- redazi one del K. Ynë . anche una fortezza costruita della lettura, sento la man- *** l’Arbëria; Katundi Ynë rap- Da un po’ di tempo mi è da i romani e ricostruita do- canza, forse perché è dive- Gentile redazione, presenta quell’importante venuta l’idea di proporvi u- po dai bizantini. All’inter- nuto lo strumento che con- ho ricevuto ancora una vol- cordone ombelicale che per- na collaborazione tra il no- no delle mura di questa for- tinua a trasmettermi quella ta il numero di Katundi mette finalmente di “respi- stro caro “Katundi Ynë” tezza, nel quartiere antico, linfa che alimenta, con gar- Ynë, quella che definisco u- rare” un poco e farci sentire ed il mio caro giornale del- si trova una bella chiesa or- bo ed intelligenza, il mio na vera perla editoriale del- legati al proprio mondo la città di Elbasan (mio todossa con una parte delle senso di appartenenza. l’Arbëria, ma ahimè, questa lontano. Katundi Ynë è paese d’origine), paese nati- icone famose de l grande Vi ringrazio per quanto an- vo del grande scrittore e volta mi è giunta strappata quella finestra sui fatti, sul- maestro, Onufri. drete a fare. studioso Dhimitër Shuteri- e non leggibile, sono qui a le problematiche culturali Realizzare e mandare avanti Un saluto sincero ed un au- qi, ed altri personaggi noti chiederVi, di conseguenza, di alto livello, sulle pole- questa collaborazione non gurio all’infaticabile De- della cultura e storia alba- solo può portare vantaggi se avete la bontà e la corte- miche anche ardite, sulla metrio Emmanuele. nese come Aleksandër Xhu- per tutti e due i giornali, sia di inviarmene una copia nostra letteratura e poesia, vani, Aleks Buda, Ylli Po- ma forse può legare e avvi- supplementare affinché sulla antica tradizione reli- pa ecc. cinare di più i nostri fratel- possa avere il piacere di giosa delle nostre genti e su Giuse ppe Chimi sso Di questa mia idea ho già li arbëresh con l’Albania, parlato con il redattore capo dunque più visitatori anche LETTERA APERTA AL NEO-ASSESSORE CON DELEGA ALLE sig. Tomor r Joll dashi per la città di Elbasan. del giornale “Elbasani ”il Contento di avervi espresso MINORANZE LINGUISTICHE ON. DAMIANO GUAGLIARDI quale ha accolto con molto la mia idea, e profondamen- Caro Assessore, Invi tiamo alla discussione e rifles sione sen- interesse tale iniziativa e te riconoscente per i miei za preconcetti e rivalse al fine di non creare con sig.Vincenzo Br uno scritti pubblicati nel K. siamo lieti dell’incarico che Le è stato re- i soliti carrozzoni che tanto danno hanno ar- condirettore del K. Y. Ri- Ynë, vi ringrazio cordial- centement e conf erito. recato ed arrecano alla nostra regione. tengo utile a dirvi che ulti- Rilevi amo che l’evento poss a rappresenta re - Chiediamo che venga avviata una poli tica mente e vi auguro altri suc- mamente io sono molto le- veramente una svolt a nei riguardi della po li- di sana e fattiva programm azione con inter- gato e attivo con il giorna- cessi. tica pro-minor anze della Calabria (Albane- venti mirati, pote nziando l’esiste nt e secon- le “Elbasani” come ormai A termine di queste righe si, Griki e Occitani). do meriti obie ttivi e situazioni di presenze sono molto affezionato da vorrei esprimervi la mia Finora nulla è stato fatto - purtroppo - in di- effetti ve, operative e consolidate nel tem- otto anni con K. Ynë. continua simpatia per il rezione della tutela delle minoranz e, alle po. quali non è stata rivolta alcuna attenz ione. - Disponga qualche mili one in più per la cul- Elbasan è una città famosa nobile lavoro svolto da par- te Vostra, nel conservare e Se doves simo assegna re un punt eggio, sa- tura, ma non da spendere cifre esorbit anti in per il festeggiamento del remmo abbond antemente sotto lo zero! eventi che durino lo spazio d’un mattino, coltivare la lingua e le anti- “Giorno della Primavera”, Per ciò che riguarda la legge 2003/15 da Lei bens ì per risolvere i problem i quotidiani di nata fin dai tempi del pa- che tradizioni della piccola fortemente voluta, è stata ritoc cata soltanto sopra vvi venza degl i organis mi di tutela e di ganesimo, che può suscita- Arbëria, portando così un per togliere ruolo, dignità e finanz e. sviluppo. re interesse tra gli arbëresh eccellente esempio per tutti Ora tutti noi siamo pieni di speranza, pur - Assicurare risorse adeguate per le Associa- con senso di cautela e realism o per la com- zioni storiche, vitali ed operative, per i mu- “Demokracia e vërtet i ndihmon pakicat” ples sa e compli cata situazione che vive la sei aperti ed attivi, pe r le bibli oteche ed i la- “La vera democrazia protegge le minoranze” Calabria e l’Italia. boratori didattici e verso tutto ciò che regi- Ci cons enta - on. Assessore - di chiederLe i stri alti tassi di creativi tà ed operatività. seguent i impegni (pur speranzosi e convin- - Promuovere e soste nere le atti vità teatrali ti che poss a realizzare più di quanto noi stes- ed i gruppi folk che facciano autentico recu- - Paese Nostro - si possia mo desiderare ed immagi nare): pero delle avit e tradizioni , che rapprese nta- Rivista italo-albanese di cultura e di attualità - Ripristini la legge così come vot ata con no il veicolo più idoneo ed attraente per i REVISTË ARBËRESHE PËR KULTURË DHE AKTUALITET cons apevolezz a da tutta l’Assembl ea e non giovani al fine di recuperare la lingua madre 87010 CIVITA - Tel. 0981.73032/333.6350919/73150 - Fax 0981.73193 come fatto da un blitz estivo inse rito occul- che tende - ahi mè - a scomparire presso le e-mail: [email protected] tamente nella finanz iaria. (A tal proposito, nuove generazioni. Periodico di battaglia politico-culturale delle “Culture minacciate” alla luce di quanto non fatto in questi ultimi Molti pavent ano la scomparsa della nos tra trimestrale fondato nel 1970 tre anni, pens iamo che il famoso blitz non lingua nel giro di pochi decenni. “Quando rappres enti il peggi o del peggio). muore una lingua , muore con essa un pezzo Reg. Trib. di Castrovillari n. 35 del 19/1/1977 Sped. abb. Post. aut. Dir. Prov. (Cs) n. 58 del 4/3/1977 Per ben intende rci il famoso blitz ha modifi- di umani tà. Si perde la memoria di un popo- Rinnovo aut. del 06/03/2003 cato e scon vol to il ruol o e la composiz ione lo, di una cultura, di una vis ione del mondo”. N. iscrizione R.O.C. - R.N.S.: 10201 del 29-08-01 del Coremil che ha perduto l’autonomia ed Così ha dichiarato il famoso drammaturgo Direttore responsabile aumentato i suoi componenti. ungherese Miklos Hubay. Demetrio Emmanuele Vorrei anche segnala re che la “nuova natura Grazie dell’attenzione, onorevole Assesso- Condirettore giuridica degli istit ui regionali” sembra che re, con l’augurio che la discussione resti Vincenzo Bruno vada assumendo la dimens ione di “mostri” i- sempre aperta e costruttiva. Redazione nutili, dannos i e voraci che divorano gran Cordiali saluti e auguri di buon lavoro. Flavia D’Agostino, M. Stefania Emmanuele, parte delle risorse economiche al solo fine M. Antonietta Manna, Ciro Bruno di mantene rne la struttura. d. e. Quote associative: Ordinario: € 20,00; Sostenitore: € 30,00; € AVVISO - Si comunica che il presen te numero è il penultimo che ricevono anche quei Benemerito: € 50,00; Enti Min. Ass.: 100,00; lettori “distratti” che - di sol ito - non sosteng ono concretamente le nost re iniziat ive. Estero: € 50,00; Conto corrente postale n. 10764876 intestato al Circolo di Cultura In caso di reiterato “silenzio”, con l’anno nuovo, sarà so speso l’invio della nostra rivista. “GENNARO PLACCO” - 87010 CIVITA (CS) Ricordiamo, altresì, ai nostri cortesi collaboratori di mantenersi nei limiti di tre cartelle. Stampa: Print Design - e-mail:[email protected] Via del Pino Loricato - Castrovillari - Tel. 0981.491785 Si prega, infi ne, di inviare gli articoli tramite l’e-mail scrivi@m useoetnicoarbr esh.it. Scritti, fotografie e disegni pubblicati restano di proprietà esclusiva e riservata di KATUNDI YNË. I manoscritti non pubblicati non vengono restituiti. Grazie Il contenuto degli articoli non redazionali non impegna il pensiero della Direzione, ma solo degli autori. 3

ATTUALITA’ DAMIANO GUAGLIARDI NUOVO ASSESSORE AL TURISMO CON Le Minoranze e la Democrazia DELEGA ALLE MINORANZE STORIA E LINGUA DEGLI ALBANESI D’ ITALIA di Francesco Fusca i è ufficialmente inse diato nel ruolo di as- are il punto! Di quando in quando è necessario riflett ere sullo stato dell’ arte Ssessore regionale a l Turismo l’on . Damia- Fdi qualcosa che diviene (perché vivo e palpitante!) , che è nel Tempo, che no Guag l i ardi . Il con sigl iere region ale passa da ‘politi che’ ad altre ‘polit ich e’ e, dunque, da certe “mani umane” ad al- (PRC) entra nella squadra di gov erno calabres e tre… con deleghe al turismo, alle migrazioni cala- Stiamo parlando dell’ Arbëreshità e , cioè, di u na consapev olezza e di uno stato bresi, alle culture locali e alle minoranze lin- d’ animo, di un orgoglio e di una passi one, che, o ci sono o non ci sono e, se guistic he. non ci son o, a v oglia di p redicare, d’ imbonire, di imporre… Molte sono le attes e e le speranze nell’Arberia Insomma, occorre passare dall’ attuale (e soprattutto di ieri) diffusa condizione di élite e di arist ocrazia alla co ndizione di diffuso, conv into s enti mento popo- per la nomi na dell’as sessore arbëreshëche è il lare, di diffusa coscienz a da parte delle Famiglie delle Comunità Italo-albanesi primo italo-a lbanese a ricevere la delega alle del Valore vero, profo ndo, scientifi camente fondato e dimostrat o dell’ essere minoranze . Minoranza p er Lingua e Cultura, Storia e Civilt à. Nella ridente e svettante Plataci (Cosenza), nell’ ambito della presentazione del Cosa l’ Arberi a dovr ebbe chiede re al Progetto sto rico-linguistico “ARBASHKUAR” sulle parlate arbëreshe di Co- ne o asse ssor e stan tino Bellusci e di Flavia D’Agostino (giugno 2.008 ), un grupp o di studio- si ha fatto il punto su come vanno ogg i le cose delle Mino ranze: delle dodici L’incarico ricevuto dall’as sessore Guagliardi è, in generale, gravoso specie “Minoranze storico li nguisti che” ricono sciute, tutelate e finan ziate dallo Stato per quanto rigu arda la delega alle minoranze per cui nulla è stato fatto sino a d italiano, in nome e per conto dell’ art. 6 della Costit uzione repubbli cana e, in ora dalla giunta regional e. La compagin e di Loiero, infatti, ha blocc ato il fi- particolare, della Mino ranza arbëresh e. nanziamento della legge region ale sulle minoranz e ling uistic he dimostrando, La bella serata di Plataci -musicale e canora, dolce e floreale- ha raccolt o i inoltre , la totale mancanza di lucidità e program mazione politica in un setto- pensieri colti , profondi, sentiti di: Emanuele Gio rdano, papàs, autore tra l’ al- re che pure potrebbe e dovrebbe essere propulsivo per l’intera regio ne. La pri- tro di un importantissim o Fjalor (Dizion ario ) Italo-Al banese (1963 e 2.000 ); Donatella Laudadio, assessore alle Minoranze della Provincia di Cosen za; Ma- ma priorità è, dunque, quella di far ripart ire i fi nanziame nt i per ridare di- rio Brunetti, già parlamentare e Cons ole onorario albanese in Italia; Franco gnità e strumenti alle tante associazioni che operano nel settore con attività Laratta, parlamentar e italiano; G iann i Mazzei, scrit tore; C . Bellusci, autore t ra di volontariat o. Come detto in precedenza, non è solo il denaro a mancare. È l’ altro dell’ Arbas hkuar; Francesco Tursi, sindaco di Plataci; Robero Rizzuto, necessario che si definisca una poli tica regionale per le minoranz e con coordinatore dei lav ori della serata, vice-si ndaco; chi scrive. obbiettivi tra sparenti e c ondivis i da chi op era nel terri torio e non solo dal- In sintesi è emerso, sostanzialm ente, che: l’universit à. L’Arberia (e gli altri territori di ling ua minoritaria ) non può più • La ricerca di D’ Agostino e Bellusci è in teressan tissima ed in linea con la ri- essere un’entità astratta viva s olo nel cuore degli a rbëreshë ma deve acquisire cerca universit aria, anche se non mancano lievi frizion i o gelosie tra i due forma ed essere visibile e ricono scibile come patrimonio turistico e culturale ‘mon di’; di tutta la region e. Ci si attende, inoltre, che sia attuata la misura del Pi ano • Dopo cinque secoli di n on scrittura, ogg i si registr ano i primi tentativi in tal Opera tivo Regionale con obiettivo lo sviluppo econo mico dei paesi di senso -grazie alla Legge n. 482 /99- e ciò è fondamentale se davvero si vuole te- lingua mino ritaria. Questi ter rito ri e, quindi, la lo ro cultura si salvano solo se nere in vit a una Comunità e farla interagire meglio col mondo circostante e lon- l’economia di questi luoghi è s ana e viva. Infine, u n appello alla traspar en- tan o; za affinché tutto non si riduca a una corsa alla ricerca dell’assessore con l’o- • Quella delle Min oranze è la più significati va e riuscit a opera d’ inclusione po - sitiva di una Gente, di un Popolo, in una socio-cultura ‘altra’, in Pace e senza bie ttivo di strappargli qualche soldo per il proprio picc olo orto. spargimento di sang ue, in collab orazione e con prospett iv a democratica e ci- vile unitaria: Arbëreshë (Albanesi d’ Italia) e Italiani (Italiani d’ Italia) insieme, Profi lo di Damiano Guagli ardi in tutti i sensi, da o ltre cinq ue secoli…; Nato a San Demetrio Coron e, il 27 settembre 195 0, Damiano Guagliardi è fun- • Se è vero che la Storia l’ hanno scritta e la continuano a scrivere i vincitori zion ario di partito; già Segretario della Federazione di Cosenza e segretario (sic!): i detentori del potere tout court, è altresì vero che c’ è diffusamente una regio nale di Rifondazione Com unista attualmente è compon ente la Direzione crescen te consapevo lezza di ciò e che, pertanto, si vanno viepp iù smussando le nazionale dal 2000. Sposat o, con due figlie, risiede a Spezzano Albanes e. punte acute e stridenti della po litica dell’ uno e dei pochi con tro tutti, del ditt a- Torna in Consi glio regionale anche nell’ottava legisla tura (era stato eletto to rello di turno contro il Po polo o comunque la maggioranza… ; nella settima otte nendo nella Circoscrizion e di Cosenza 2.153 preferenze). • Dentro la vigente Legge n. 53/0 3, che ha ri-diseg nato il Sistema scolastico Fino al 31 gennaio 2008, ha ricoperto la carica di segretario della V Com- del nostro Paese, e il Rego lamento attuativo della Legge n. 59/97, art. 21 (“Au- miss ion e consilia re “Riforme e Decentramento ”. Attualmente , è segretario to nomia delle ist ituzioni scolastiche”), la Scuola italiana delle Minoranze ha della Commissione c ontro il fenomeno della mafia in Calabria . Alle elezioni spazi reali d’ implementazion e (pedagogico-didattica) e grandi potenziali tà o- dell’aprile 200 5 ha riportato circa tremilaottoce nto voti. Guagliardi è presi- perative (di organizzazione), per il recupero, la valorizzazione e il ri-lancio del- le dodici so cio-culture, e della l oro Economia anche come ‘misura’ per combat- dente del gruppo di Rifondazione Comunista in Consi glio regionale. Gua- tere la ‘fuga’ dalle Comunità pov ere; glia rdi si è formato nel Ginnasi o Liceo di San Demetrio C orone e completan- • Parafrasando si può affermare: fatta la legge, si t ratta di fare i docenti delle do- do i suoi studi univers itari ad Urbino con la Laurea in Sociolog ia. Il suo im- dici li ngue minoritarie che ‘viaggiano ’, nel Tempo, con rim i e consap evolezze pegno politico iniz ia nel 1969 con l’is crizione nel Psiup, e dopo aver essere diversi. Se alcune Mino ranze viaggiano su eurostar veloce e sicuro (a mo’ stato dirigente regionale e nazionale del PdUP e di DP, ha aderito al Pci nel d’ esempio, la Mino ranza socio-culturale friulana), e se altre invece su treno 1981 . Tra il 1976 e il 1982 è stat o consiglie re comunale a San Demetrio Co- merci incerto (a mo’ d’ esempio, la Mino ranza socio-cultural e arbëreshe), la rone, coprendo brevemente anche l’inca rico di assessore. Fin dalla costitu- colpa è di tutti e di nessun o! Epperò, benedetto Iddio, lo Stato (Cost. , art. 6) e zion e, ha aderito a Rifondazione comunista (febbraio 1991). Per la sua appar- il Min istero P.I. (L. 482/9 9) po tevano e dovevano fare di più…; tenenza all’area albane se di Calabria, ha dedicato gran parte della sua attività • Sicché, in un mondo -il Pianeta Terra- nel quale si parla tan to (e si documenta profes sionale e del suo impegno c ulturale alla questio ne delle minoranze lin- moltissimo) del Valore civile, culturale e sociale delle Minoranze (pens iamo, guistic he in Italia , pubbli cando testi e saggi frutto di ricerche storiche e an- un solo atti mo, alle tantissi me Mino ranze dei ventisett e Stati-membri dell’ U- tropolog iche. nione Europea…), n oi assi stiamo, pressoch é impo tenti, all’ impov erimento e Da “Jem i ” allo sv uotamento, al degrado e alla morte di al cune di esse, t ra le quali, ahimè! , la Minoranza Italo-alban ese; • Tentativi e prov e, per fronteggiare il l etale feno meno della sparizione (che c’ Ricordiamo ai corrispondenti e lettori il nostro sito ufficiale: è sicuramente, a sapere/volere ben vedere…) e per arginare almeno la deriva e-mail: scrivi@muse oetnicoa rbresh.i t - web: www. museoe tnicoarbre sh. it spostando la nel tempo futuro (speriam o lontan o), se ne trovano …; • Questo di Plataci oggi, come la tre giorni di C osenza 29 -31 maggio u. s., vo- luta dalla Provincia di Cosenza e dalla sua assessora Laudadio, son o fatti con - I gentili collaboratori sono pregati di inviare gli articoli esclusivamente per e-mail o su creti per esorcizzare una ‘bianchificazi one’–omo logazione che è tuttaltro che supporto digitale. Grazie di cuore per la preziosa collaborazione. immaginaria… 4 A proposito del monito del CIVITESI DA RICORDARE Papa Giovanni Paolo II ai giovani: LORENZO FILARDI (1878 - 1937) “ Guai a quei popoli che recidono di Antonio Mirabelli certamente doveroso parlare del le proprie radici “ È personagg io nel titolo, mentre di Tommasa Guarino mi sento a disagio per il fatto di non a- verlo conos ciuto personalmente, credo però che i Civi tesi, specialmente i più iorni fa, leggend o sul Vostro giornale l’artico lo del dr. Nicola Alfano, anziani me compreso sapp iamo tramite Gricercatore Alba presso l ’unive rsità degli studi della Basili cata – Poten- gli eredi chi è stato, cosa ha fatto e cosa za,” guai ai pop oli ch e recidono le proprie radici “, mi è venuto in mente tutto ha lasciato in piedi il sig. Filardi. l’excursus vissuto per potere inseg nare la lin gua albanese nella scuo la di Con- Intanto, sen za ombra di du bb io, tessa Entell ina, rivedo le varie lotte affrontat e nei diversi consigli di classe e pos si amo sicuramente dire che è stato nei colleg i dei docenti, le umiliazi oni provate di fronte a certe espressioni più un " Pioni ere " dell'industria laniera, per o meno approp riate p ronunciate dal p ersonale docente in g enerale e dall’al lora Civita e larga parte di territori o della direttore didatti co o dal preside co n l’autono mia. provi ncia di Cosenza, per quei tempi. La frase che mi colpiva maggiormente e quasi quasi mi sto rdiva era: ma a Il sig. Filardi, prove niente da S. Lo- Con tessa pochi alunni ormai parlano l’alban ese. renzo Bellizzi dove ebbe i suoi natali, A che cosa serve l’albanese? venne nat uralizzato Civitese e, dopo Foto dell’archivio un'espe rienza di lavoro i n Argentina do- Megli o l’inglese. prof. Dina Filardi Tante v olte, io e la collega Giusepp ina Cuccia, pionieri dell ’inseg namento ve ha potuto accumulare i suoi rispa rmi, arbëresh, cercavamo di fare capire e dimos trare che: ( ancora molt o gi ovane, appena 28 anni ) nel 190 6 nel Comune di Civi- - la lingua albanese è una lingua a pari dign ità delle altre; ta crea una piccola industria ( o industria legge ra, come dir si vogl ia ) per - conoscere l’albanese è una forma di arricchimento della cultura; la lavorazione della lana da pecora, nella zona di " Sotto la Fontana " - perdere la ling ua, le tradizi oni, le usan ze ed i costumi significa perdere la nell'i mmediata periferia di Civit a ( adiacente all'ex strada mulattiera che dignit à arbëreshe ed avviarsi, incons apevolmente, all’uniformità ed alla mas- porta al " Ponte del Diavolo " ) direzione S. Lorenzo Bellizzi. Ha fatto cost ruire due grandi vasche per la raccolta delle acque della o- sificazione; monima " Fontana di Sotto " ed ingrandendo adeguatamente il fabbr ica- - dimenticare le prop rie origin i è come essere un albero senza radici desti- to ha i mpiantato delle macchine " cardatrici " ed una macchina " filatrice nato a morire; " ( vecchio si stema manuale ), atte alla trasformazione della grezza lana - chi n on ha memoria storica non ha futuro, non sa da dove viene nè dove tosa ta alle pecore dei pastor i della zona in altrettanto grezzo filato, det- deve andare; to a " sistema cardato ". - bisog na valorizzare il nostro patri monio etnico-cultur ale, in quanto la Da precisare che, le due vasche di carico dell e acque rappresentava no diversità, nei confronti dei paesi viciniori, ci differenzia, ci arricchisce e ci dà la forza potenz iale che doveva alimentare un sistema idro/meccanico pe r un ton o culturale non indifferente. l'azioname nto delle macchine instal late che nel compless o, appunto, A chi sott olin eava di non esse re arbëresh e, quindi, di non potere dare un costi tuivano l'industria. contri buto al mantenimento del nostro corredo tradizion ale, spiegavamo che la Un gruppo di operai, appos itamente istruiti, costi tuivano la forza la- ling ua è uno degli aspetti più importante, ma non il so lo, perchè nella cultura voro per la produzione e confezione del prodotto fini to ( le famose ca- di un popo lo concorrono altri fattori no n meno validi, come la storia, la lett e- ratterist iche matasse di lana ). ratura, la musica, la p ittura ( icon ografia ), la dan za, il rito ed altro an cora. Anche il vecchio mulino da cereali, già a suo tempo esist ente, ven- Si parlava al vento. ne adeguatamente restaurato e, utilizzando anch'es so la forza dell'acqua Una volta ebbi a dire in un collegio dei docenti che anche con il computer delle vasche, ha contemporanea mente conti nuato a macinare grano e si può fare albanese. granagli e fino alla fine degli anni trenta, condotto da un operaio " mu- Mi son o vista puntare gli occhi addosso come se avessi detto una delle più gnaio ". grosse co rbellerie. Due prestigi osi ricono scimenti ufficiali ott enne il " Lanificio Lo- Tutto sembrava irrealizzabile, tutto era astratto, tutto era una meta irrag- renzo Filardi e figli " nel 1932 per la partecipazione alla terza Fiera del giungibile. Levante di Bari: Dopo anni ed anni di evidenziare l’util ità di approfondire la propria cono- - una " Medaglia dI Bronzo " rilasciata dal Comit ato Nazionale Fore- stale per la partecipazione alla Most ra Forestale e Montana ; scenza linguistica, di espri mere determinati e validi punti di vista, di cercare di - un " Diploma di Benemerenza " rilasciato dalla Direzione della Fie- mantenere vive quelle caratteri stiche che ci contraddistinguo no, di usare tutte le ra del Levante di Bari. strategie necessarie per conv incere gli increduli al prob lema, nel settem bre del Per queste eccezionali caratteristi che che danno onore e segnano st o- 2005 all’Isti tuto Comprensivo di Con tessa Entell ina viene nominato dirigen- ria al Comune di Civit a, il sig. Lorenzo Filardi, credo , meriti di essere te il prof. Nico lò Monte, non arbëresh, che, data la sua cultura umanisti ca, ha ricordato con un gesto Civi le/Ci vico, facendo leva sulla sensibi lità del vist o, sin dal primo momento, le ricchezze inestimabili della nostra etnia e si Consigl io Comunale, della Giunta e del sig. Sindaco, ai quali porgo un è prodigato affinché tutto l’isti tuto di Contessa, non solo la scuola elementa- deferente ossequio e raccomando che non sfugga loro una stori ca occa- re, av esse un’impron ta ed un indiri zzo arbëresh e, quindi, ad inserire nel P.O.F. sione. tutte quelle attività volte ad evidenziare, n elle varie forme didattiche, le nostre Il sig. Filardi, alla sua morte avven uta prematuramente nel 1937, la- peculiarità locali. scia l'eredità industriale alla vdova signora Diana ed ai suoi tre figl i, nel- Riferendomi a quanto detto sop ra, non solo la scuo la elementare, in quanto l'or dine: Vincenzo, Francesco e Caterina, anch'es si ormai passati a mi- proprio in essa, mo lto tempo prima della 482 del ’99, precisamente dal lon ta- glior vit a per i quali mi propongo una prossima cons iderazione. no 197 7, facendo ricorso a leggi varie, adattate al caso, come la 820 del T.P., Quell'albero/ indust ria, piantato/i mpiantato d al sig. Filardi all'inizio gli ex articoli 2 e 3 del D.P.R. 4 19/74 e al 6° comma art.14 del 270/82, al vo- del secolo scorso, a distanza di olt re cento anni, ancora produce frutti ed lo ntariato e al supporto del collega Nicolò Graffagnini, si è dato largo spazio è destinato a produrre sempre di più e di migliore qualità. ai corsi di “ Lingua e cultura albanese “. Quì però, ormai non parleremo più del prodotto " lana o farina " ma Si attua, finalmente, il desiderato sog no: l’albanese investe tutti i sett ori di prodotto " Cultura " in virtù di un progett o di: " Allesti mento Ecomu- del campo scolasti co. seale di Archeologia Industriale, Sistema Filanda Storica di Civit a " co- I progett i inerenti la cultura arbëreshe, nell’ approvazio ne, h anno la prece- me recita il front espizio del grandioso libro " Una Storia Un Museo -La denza e non viene asseg nato loro l’ulti mo posto, come è successo , qualche vol- Filanda Filardi di Civi ta ", stampato nel gen naio 2006 d al CRACE di Pe- ta, n el passato, e, poi, n on portat i a compimento per mancanza di fondi. rugia a cura di Renato Covino e Antonio Monte della Facoltà dei Beni Culturali dell'Universit à di Lecce, per la " Comunit à Montana Italo-Ar- Il gruppo folclorist ico “ Brinjat “, superando magari delle difficoltà di ordi- bereshe del Pollino dove comprende: la storia, la metamorfosi e le fina- ne finanziari o, parteci pa ogn i anno , in Calabria, alla rasse gna per la valori z- lità proi ettate nel futuro. zazione delle mino ranze etniche. La suddetta Comunità Montana ha acquistato già nel 1995 t utto il si- Facendo fede alla mia esperienza famili are e didattica, concludo affermando to : immobil i e macchinari di propr ietà degli eredi Filardi per pot er rea- che, og gi come ogg i, più di ieri, con la sop raggiunta in vadenza dei media, im- lizzare l'ambito progetto. portanti ssimo è il ruolo della scuola, affiancata dalle altre agenzie educative, Infine, bisogna anche dire per poter sapere, l'i mport anza stor ica che per tenere desto il tessuto sociale di queste picco le comunità, che costit uisco no ha coinvolt o l'Uni one Europea per il finanz iamento del " Progett o " ero- un prezioso elemento di ri ferimento etno-antrop ologico ne lla storia del l’Ital ia gato alla Regione Calabria per la gesti one economi ca. meridionale, ma che tendon o a scomparire, sopraffatte da una terrificante glo- balizzazio ne. 5 Të rinjtë. Këta të panjohur? I giovani. Questi sconosciuti? di Paolo Borgia di Paolo Borgia

am he, as you are he, as you are me, and we are all together am he, as you are he, as you are me, and we are all together “I (u’ jam aì, si ti je ai, si ti je unë, e na/e jemi gjithë bashkë)” “I(io sono lui, come tu sei lui, come tu sei me, e noi siamo tut- (Beatles, I am the Walrus, Northern Songs, 1967). Ky margaritar-kën- ti insieme)” (Beatles, I am the Walrus, Northern Songs, 1967). Questa dim i Beatles-vet shpreh mirë koralsinë njerëzore. Fjalìa e thjeshtë por perla-canzone dei Beatles esprime bene la coralità umana. La proposi- e tërë, po ajo e vetme vlen më shumë se disa libre/a filozofike “të mer- zione semplice ma completa, da sola vale molto di più di certi ‘matto- zitshme” për të shprehur “konkretësìnë relacionale” (e marrëdhënievet), ni’ filosofici per esprimere la “concretezza relazionale”, percepita dai perceptuar nga të rinjtë, të të duhurit të vetëlindur të hapjes ndaj botës. giovani, dell’innato bisogno di apertura al mondo. I giovani, anzi, so- Ose më mirë, të rinjtë janë hapja ndaj botës dhe orvatja e pashmang- no l’apertura del mondo e il tentativo ineluttabile della sua conquista. shme e pushtimit (/zënies) të saj. Ma il mondo oggi ha un rapporto difficile e contraddittorio con i Por bota sot ka një marrëdhënje të vështirë dhe kontradiktore me të giovani. Da un lato insegue una visione di sé come espressione di mi- rinjtë. Nga nje/ëra anë ndjek një vizion të vetes si shprehje të mitikes tica eterna giovinezza e da un altro lato soffre della presenza quasi fa- të së përjetshmes rinì dhe nga një tjetër anë vuan nga pranìa pothuajse stidiosa dei problemi che i giovani pongono. E’ come se si sia arreso shqetësuese (e bezdishme) e problemevet çë të rinjtë shkaktojnë. Ë’ di fronte ai problemi esistenziali a cui non sa porre rimedio. Così cer- s(i)kurse të jetë dorëzuar përpara problemevet ekzistenciale çë ngë di t’i ca di rimuovere la sofferenza della sconfitta esorcizzandola con effime- vërë të vendi. Kështu kërkon të heqë vuajtjen e shpartallimit (mundjes) ri riti e liturgie alienanti e costose. Penso ai reiterati pellegrinaggi fe- tue e yshtur me rite të pafuqishme dhe liturgji tjetërsuese dhe të sh- stivi nei centri commerciali, alle spasmodiche frequentazioni di pale- trenjta. stre, piscine, body center, scuole di ballo, al culto devozionale degli Mendoj të përsëriturat pelegrinazhe festive te qendrat tregtare, spaz- hobby, ecc. E’ un continuo inseguimento di perfezione di sé – del cor- modiket frekuentime palestrash, pishinash, s(h)kollash vallëzimi, po-oggetto –, della casa, della macchina, che poi sottrae il tempo oc- mendoj kultin devocional për hòbi, etj. Ë’ një e vazhdueshme ndjekje corrente per avere normali rapporti relazionali. përsosurìe të vetës – të kurmit-send –, të sh(të)pìsë, të makinës, çë pra Inevitabile nasce l’isolamento, la depressione e lo stress delle per- vjedh qëròin e duhur për të pasur normale marrëdhënie relacionale. sone e non solo nelle città. Inevitabile allo stesso tempo l’enucleazio- I pashmangshëm lehet (/lind) veçimi, depresioni dhe stresi i vetavet ne dei giovani in se stessi o nei propri gruppi. Persino nel mondo del e jo vetëm në qytete. E pashmangshme në të njëjtin qërò tkurrja e të lavoro, come quello dei centralini telefonici, i giovani sono soli, iso- lati, non ci sono anziani con loro. rinjvet në vete ose në grupet të veta. Edhe te bota e punës, si ajo e qen- Occorre perciò girare pagina. Ad iniziare dagli adulti. dr avet thirrje (centralevet) telefonike, të rinjtë janë vetëm, izoluar, ngë Un primo passo degli adulti dovrà essere quello di considerare i gio- ka të moshuar me atà. vani non come realtà settoriale, altra, ma in modo avvolgente, come a- Prandaj duhet të kthejmë qëndrim. Tue nisur nga të mëdhenjtë. dulti sempre, come persone appunto, come coloro che condividono il Një hap i parë i të mëdhenjvet ka të jetë ai çë përfill të rinjtë jo si comune cammino verso la comune meta. Sapendo che essi hanno una realitet sektorial, tjetër, por në mënyrë pështjellëse, si të mëdhenj marcia in più, quella della forza rivoluzionaria necessaria, della certez- përherë, si veta pikërisht, si ata çë bashkëndajnë udhën e përbashkët n- za, della vittoria, del bene. daj qëllimit të përbashkët. Tue dijtur se atà kanë një marsh më shumë, Quale relazione c’è tra giovani e adulti? In che misura gli adulti si ajo e forcës revolucionare së duhur, ajo e sigurìsë, e fitores, e së mirës. lasciano coinvolgere dai giovani, dal futuro, dalla prospettiva? Sì! Per- Cila lidhje ka ndër të rinjtë dhe të mëdhenjtë? Sa – në cilën masë – ché oggi gli adulti specie del mondo culturalmente bianco-occidentale- të mëdhenjtë lëhen të përfshihen nga të rinjtë, nga e ardhmja, nga per- cristiano hanno generato molte “verità” – cioè nessuna – (M. Weber spektiva? Ëj! Sepse sot të mëdhenjtë sidomos të botës kulturorsisht së- parlava di società “politeistica”), in uno spazio vuoto in cui opera un bardhë-perëndimore-së-krishterë kanë gjinuar shumë “të vërteta” – do- mercato sovrabbondante di proposte tra le quali è quasi impossibile sce- methënë mosnjë – (M.Weber flisjë për shoqërì “politeistike”), në një gliere e che fa crescere un “disagio” nei giovani – e negli altri –. Disa- hapësirë të zbrazët në të cilën vepron një treg të mbibollshëm propo- gio a sviluppare una identità versatile e una determinazione complessi- zimesh ndër të cilat pothuajse ngë mund të zgl/gjidhet e çë bën të rri- va esistenziale della persona, che ha fatto nascere anche una nuova ca- tet një papërshtatje (parehatì) në të rinjtë (dhe në tjerët). Papërshtatje çë tegoria psicosociale: “i giovani adulti”. Ecco l’endemica omologazio- pengon të zhvilluarit të njëi njëjtësìe të shumanshme dhe të njëi ven- ne, il declassamento dell’uomo da persona ad individuo! dosmërìe të përgjithshme ekzistenciale të vetës, çë ka bërë të lehet një Gli adulti hanno rimosso – cercano di rimuovere – dalla vita la mor- kategorì e re psikoshoqërore: “të rinjtë të mëdhenj”. Shi endemiku ho- te, le ferite, le sofferenze, le sconfitte. Hanno ridotto l’economia a mer- mologim, degradimi i njeriut nga vetë në individ! ce, mercato, contratto: senza considerare che il benessere non è la feli- Të mëdhenjtë kanë hequr – kërkojnë të heqin – nga jeta vdekjen, pla- cità. Hanno rimosso l’economia dei rapporti umani: la famiglia, il vi- gosjet, vuajtjet, shpartallimet. Kanë katandisur ekonomìnë në mallra, cinato, il paese – o il quartiere –, ecc. sono forme economiche che re- treg, kontratë: pa marrë parasysh se mirëklënia ngë ë’ lumturìa. Kanë golano i rapporti umani. L’economia si è autolimitata nel mondo con- hequr ekonomìnë e lidhjevet njerëzore: familja, gjitonia, hora – ose temporaneo – salvo la scuola napoletana – a considerare una sola for- lagjja –, etj. janë forma ekonomike çë rregulojnë lidhjet njerëzore. ma, quella assimilabile all’eros, considerando non di rilievo la philia ed Ekonomìa u vetëkufizua te bota e ditëvet tona – me përjashtim të escludendo completamente l’agape. s(h)kollës napolitàne – të mi/errjë parasysh një formë e vetme, ajo a- La fiducia se oggi non è completamente scomparsa è circondata dal - similueshme me eros-in, tue përfillur jo e rëndësishme philia-n dhe tue la diffidenza, dalla insicurezza. Sì ! Quando al di qua “del bene e del ma - lënë tërësisht jashtë agape-n. le” “la volontà di potenza” pervade l’intero tessuto sociale. Quando Besimi nëse sot ngë ë’ tërësisht i zhdukur është i rrethuam nga dy- chiunque può essere ridotto in schiavitù. Quando si supera nella vio - shimi, nga pasigurìa. Ëj! Kur këtej “të mirëtit dhe të ligtit” “vullimi lenza il violento ma normativo “kanun” balcanico. Quando “la proce - fuqìe” mbush të tërën pëlhurë shoqërore. Kur cilido (kush çë të jetë, ku- dura” – non solo protocollar e ma addirittura di galateo – non è più il shishtishtë) mund të jetë marrë si skllav. Kur kapërcehet në dhunë të criterio fondativo del rispetto umano, né si vedono in prospettiva “pro - dhunshmin por normativin “kanun” ballkanik. Kur “procedura” – jo cedure sovranazionali”. Su che cosa può appoggiarsi la fiducia? vetëm protokollare por ngjera edhe e mirësjelljes – ngë ë’ më kriteri continua a pag. 6 continua a pag. 6 6 segue da pag. 5 segue da pag. 5 themelues i respektit njerëzor, as shihen në perspektivë “procedura In questo contesto, in cui si avverte una opprimente “suprema “ma - sipërkombëtare”. Mbi çfarë mund të mbështetet besimi? no” invisibile” e in cui le virtù civili paiono non essere più fondative, Te ky konktest, në të cilin ndihet një e padurueshme “ më të lartë i giovani si affacciano alla vita. “dorë” të padukshme” dhe në të cilin virtytet civile duken të mos jenë I giovani portano con sé valori espressivi e di solidarietà. Sono pie - më themeluese, të rinjtë dalin në jetë. ni di energie e di esigenze profonde. Hanno una apertura e una sempli - Të rinjtë kanë me vete vlera shprehëse dhe solidarësìe. Janë plot me cità mentale più disposte alla spiritualità che all’intellettualismo. So - energji e me ekzigjenca të thella. Kanë një hapje dhe një thjeshtësì no affrancati dai preconcetti nell’accettare valori, sensibili ai temi del - mendore më të gatshme për shpirtërorsìnë se për intelektualizmin. Janë la mondialità, aperti alle diverse culture e ai comportamenti diversi dai të çliruar nga paragjykimet në të pranuarit vlera, të ndjeshëm temavet loro. Hanno l’onestà mentale per riconoscere i propri limiti e il corag - të botërorsìsë, të hapur tjeravet kultura dhe sjelljevet të ndryshme nga të tyret. Kanë ndershmërìnë mendore për të pranuar ngushtësimet e ve- gio di ricominciar e. Accettano con fiducia l’aiuto dell’altro. Credono ta dhe zë/emrën trime për të rifilluar. Pranojnë me besim ndihmën e nell’amicizia e hanno più considerazione del ruolo e della dignità del - tjetrit. Kanë besë te miqësìa dhe kanë më shumë përfillje për rolin dhe l’altro sesso. Attendono il dialogo col mondo degli adulti, anche se për dinjitetin e tjetrit seks. Presin dialogun me botën e të mëdhenjvet, spesso non è corr isposto in modo congruo né in quantità né in qualità. edhe në kloftë se shpesh ngë i ji/epet një përgje/igje të përshtatshme Penso a G. che ho visto con un medagliere al petto da vero com - as në sasì as në cilësì. battente – come un generale! –: stava elogiando e benedicendo, dopo Kam parasysh G. çë pash me një mbajtëse medaljesh në gjoks si quindici anni, chi lo aveva rimproverato per la sua slealtà nei confron - luftëtar i vërtetë – si një gjeneral! –: ish e lavdërojë dhë bekojë, pas pe - ti dei suoi compagni. Come pure R. , che aveva chiesto al padre di in - sëmbëdhjetë vjet, atë çë e kish qortuar për pabesìnë e tij ndaj shokëvet segnar gli i segreti dello stesso mestiere ricevendone un secco: «io mi të tij. Si edhe R., çë i(/e) pyejti të atit(/n) t’i mësojë të fshehtat e son fatto da solo!» e che sarebbe diventato un provetto professionista ar tës/it së njëllojshme tue marrë për këtë një të prerë: «u’ u bëra grazie alla sua ferrea volontà e all’incontro con un caposettore-maestro vetëm!» dhe çë pra kish të bëhej një profesionist të vlerësuar në sajë che lo guidò nel proprio mestiere senza gelosia. O come il giovane A. , të vullimit të hehurt të tij dhe të përpjekjes me një përgjegjëssektor- che agli ar resti domiciliari, dopo un breve e sincero scambio di parole mësues çë e prijti te arta e vet pa xhelosì. O si i riu A., çë në heqje li - con un amico del padre, iniziò a leggere, a divorare libri su libri, che rie te shpia, pas njëi të shkurtër dhe të sinqertë shkëmbim fjalësh me lo avrebbero trasformato. Divenne un altro uomo, meritando la consi - një mik të të atit, zuri fill të lexojë, të përcilljë libre mbi libre, çë ki - shin t’e ndryshonin. U bë një tjetër njerì, tue merituar ngjera edhe për - derazione persino dal comandante dei carabinieri, che lo aveva in sor - filljen e komandantit të karabinierëvet, çë e kish në mbikëqyrje. Dhe veglianza. E mi chiedo, anche, dove sia finito quel dovere al reinseri - lypem, edhe, ku të jetë va(j)tur e sosur (/u futur) ajo detyrë për riven - mento dopo la pena che C. Beccaria già duecento anni fa attribuiva al - dosjen pas dënimit çë C. Beccaria çë nga dyqint/d vjet prapa ia caktojë la istituzione pubblica e che oggi è svolto, come si p uò, dalla sola so - institucionit shtetëror e çë sot ë bërë (/zbatuar, plotësuar, kryer), si lidarietà spontanea nei rapporti interpersonali. mirë mund, nga i vetmi solidaritet spontan në marrëdhëniet ndërveto - Diversamente, il qui e l’ora, la normale condizione dell’esistenza re. vecchia maniera, oggi è da essi aggirata con una seconda vita, quella Ndryshe, të klënit këtù e n/tanì, të ndodhurit (/kushti) normal të ek - nell’universo virtuale, per andare incontro alla esigenza di relazioni, di zistencës së qëroit të lashtë, sot ë’ kapërcyer nga ata me një tjetër jetë, spazi, di svago ma che porta in sé il rischio di perdere il contatto con atë në botën virtuale, për të vatur dr ejt ekzigjencës për relacione la realtà, che è delusione e incertezza, che è ferita e sofferenza per l’in- (/marrëdhënie), hapesira, dëfrim por çë sì/jell në vete rrezikun të llar - tera sociètà. gohesh nga realiteti, çë ë’ zhgënjim dhe pasigurì, çë ë’ plagosje dhe Ma l’ombra caduta sulle mete e sulle potenziali energie senza spa- vuajtje për të tërën shoqërì. zi di concretizzazione non sopprime, anzi esalta l’esigenza prorompen- Por hjeja (/hija) e rënë mbi qëllimet dhe mbi të mundshmet energjì te di “deificazione”, che trova spesso come via di sfogo il ricovero nel pa hapësira konkretizimi ngë heq, përkundër përforcon ekzigjencën e vrullshme (/shpërthyese) “hyinizimi”, çë gjen shpesh si rrugëdaljeje delirio di onnipotenza o nel nichilismo suicida, nello stacanovismo ze- strehimin te përçartja gjithëfuqìe ose te nihilizmi vetëvrasës, te staka - lante o nell’assenteismo passivo, nell’estasi pseudo-mistica o in quel- novizmi i zellshëm ose tek absenteizmi pasiv, tek ekstaza pseudo-mi - la del sabato sera. O peggio nella aumentata “reificazione” (bullismo, stike ose tek ajo e të shtunës mbrëma. O më keq tek i rrituri vandalismo) dell’altro, nel disprezzo dell’altro, nel gioco ebete della “g jë(/sendë)zim” (poshtërizëm, vandalizëm) i tjetrit, te përbuzja e tje - prepotenza del branco. Sì ! Aldilà dell’apparente particolare dedizione ad trit, te loja mendjepulë e prepotencës së bandë. Ëj! Mbatane të veçan - essi dedicata dallo stato, dal mercato, dalla scuola, dalla famiglia, in tit të dukshmit kushtim ku shtuar atyre nga shteti, tregu, s/shkolla, fa - realtà nella travolgente trasformazione del mondo e del largo dispiega- milja, në realitet te transformimi i rr ëmbyeshëm i botës dhe të mento dei “media” a loro disposizione, ma senza poli di rifermento shpërhapjes së gjerë të mjetevet masive komunikimi n ë dispozicion të spaziale e temporale, senza linee guida di pensiero (magari antagoniste tyre, por pa pole referimi te hapësira dhe te qëroi, pa vija prijëse men - ma sensate) i giovani non possono individuare “un” qualsivoglia “ab- dimi (makar antagoniste por me mend) të rinjtë ngë mund të gjejnë solute concern”(P. Tillich) personale. “n jë” çfarëdoshme “vetëpërkatësì absolute” (P. Tillich) vetjake. Credo che allora sia maturo il momento di accingerci tutti ad una Kam besë ahierna të jetë arritur momenti të bëhemi gjithë gati për grande sfida di civiltà in grado di riportare fiducia nei rapporti umani një të madhe sfidë qytetërimi në gjë/endje të sjellë përsërì besim te che non sono solo contrattuali ma anche di amicizia e fratellanza. Ciò marrëdhënjet njerëzore çë ngë janë vetëm kontraktuale por edhe miqë- richiede l’approfondimento del principio di sussidiarietà anche in quan- sìe dhe vëllazërìe. Kjo kërkon thellimin e parimit ndihmësìe edhe si ndërveprim universal jo falas por çë pret rinjohje dhe shpërblim sho- to interazione universale non gratuita ma che attende riconoscimento e qëror, tue luftuar kundër zotëruesit “monofizizëm” kontraktual (krh. L. gratificazione sociale, combattendo il dominante “monofisismo” con- Bruni, La ferita dell’altro, Ed. Il Margine). trattuale (cfr. L. Bruni, La ferita dell’altro, Ed. Il Margine). Këshù më në fund do të ketë ndëlgim shprehja “zhvillim i përdor- Così finalmente avrà senso l’espressione “sviluppo praticabile per shëm për brezat të ardhshme”. le future generazioni”. Kështù mund të ketë ndëlgim të flitet për ekologjìnë. Così potrà avere senso parlare di ecologia. 7

RROFSHIN SA MALET KALIMERE 2008 NË ULQIN (MALI I ZI) KUSHTUAR POETIT ARBËRESH K A B A R E S H ZEF SKIRO DI MAXHO di Giuseppe Schirò di Maggio para mbrëmje, 2 gusht, e “Kalimereve 2008” (quarta parte) Enë Ulqin (Mali i Zi), u kushtua poetit arbëresh Zef Skiro Di Maxho. Me ftesë të presidentit të ma- nifestimit, Haxhi Shabani, autori mori fjalë e u sh- preh si vijon. ‹‹ SAVIJARDAT 5 ›› JAKINI, REGJISORI JAKINI – (Hyn me shpejtës i) Manku te Murtilat i kishë n sa- PËR ULQININ E KALIMEREVE vi jardat... Më dhanë këtë kop me umberte! REGJISORI – (Qaset me shpejtes i, zë pë’ njëi krahu Jakinin Unë sonte jam i gëzuar se ndodhem midis jush. e kërkon t’e shoqëronjë jashtë skenës ) Mi...: e sa i rrijte te Falënderoj presidentin Haxhi Shabanin për ftesën veje t e Murtilat! që më bë. JAKINI – Më dhanë passaggiu. Ma savij ardat ngë i ki shën; Falënderoj për praninë e tij shkrimtarin Nasho Jor- më dhanë però këto kop me umberte. Mend i ha te “’u kaba - gaqin, mikun e çmuar të arbëreshëve. re”? Në ju hapni hartën gjeografike të Sicilisë, afërsisht REGJISORI – E jo, caro amico, ti the se kish haje sa vi jardat ndo njëzet kilometra në jug të Palermos, gjeni shk- e savijardat ka hash. I ke savijardat? ruar: Piana degli Albanesi; thënë në gjuhën tone JAKINI – Jo, ma kam umbe rtet! Ngë e paraç? tingëllon: Hora e Arbëreshëvet. Emri vet na jep REGJISORI – Jo, o savijard at o mosgjë! lajmin kryesor: aty para pesë shekujsh u strehuan JAKINI – E allura umbertet t e ku ka i ha? disa mijëra arbëreshë të shpërngulur nga Morea, REGJISORI – Vuhe këtje te një angonë, makari prapa la- Labëria, Çamëria e nga treva të tjera ku flitej gjuha trinës , e i ha! jonë e embël. - për gjithë katundet arbëreshe këtej e andej Ngu- JAKINI – E te “’u kabare”? shticës së Mesinës; REGJISORI – Kumpa’, lena kujetu se ka shurbejëm! Unë jam bir i Horës së Arbëreshëvet. Dhe vij këtu - për Italinë dhe Sicilinë të të cilave ne arbëreshë JAKINI – Mënd ha po një? Po një! Se ashtù femijët spi- me kredencjale të larta, sepse Hora e Arbëreshëvet jemi bij dhe ndërmjetës të urtë kulturorë tani ka është nënë e disa e disa bijve të shkëlqyer në tërë narjën! pesë shekuj; botën shqiptare me mbiemra si Matranga, Guxeta, - për Evropën, që është nëna e të gjithë popujve që REGJISORI – Mosgjë! Jec i ha ku të thas hë! (E shoqëron ja- Brankato, Kamarda, Guidera, Petrotta, e gjithë ajo shtë) thithin qytetërim nga gjiri i saj e që do t’jetë atdheu radhë Skiro: Zef Skiroi, Pal Skiroi, Gjergj Skiroi. i madh i përbashkët; Në pra do të themi edhe për kolonitë e tjera në - për të Bukurën More, dje ndoshta si tokë e cak- REGJIS ORI: “Çançanelj a” Prima tokën siciliane, si Kuntisa, Pallaci Adriano, tuar gjeografikish, sot si tokë mendore e përrallo- ‹‹ ÇANÇANELJA 1 ›› Munxifsi e Sëndastina, të gjitha brenda krahinës së re, ku në çdo rast eksistonte dhe eksiston përsosu- JAKINI 1 , JAKINI 2 Palermos, duhet të shtojmë mbiemra si Filja, Keta, ria; JAKINI 1 – (Hyn me një çançanele te duart) Më dhanë këtë Krispi, Dara. Një traditë letrare të shkëlqyer jona - për Shqipërinë si vendi kryesor i të gjithë shqip- çançanele. ‘Oce (thot se), ti e di çë ka bësh. U invec i ng’ e di dhe njëkohësisht juaja. tarëve; propriu çë ka bënj. ‘Omse (thomse) m’e dhanë sa te ja rrigal- - për shpërnguljet antike e ato moderne, për të ci- Edhe sot tradita letrare në Horën e Arbëreshëvet lar vajës time. Xa, këtu ke çançanelen, vre’ ku ka e vësh. lat kemi vuajtur: ikjet tona nëpër dete me anije me vazhdon e rritet. Aty bëhet poezi, behet teatër, mu- vela a me motor; Mënd t’jete kurrë se ka i thom kësht u?! Ajo perlomenu m’e zikë, art. çançanelar mbi krye çançanelen. ‘Omse (thoms e) ka ja vë - për Kosovën e viteve 1981 e 1998 e për Kosovën e sotme; qenit të vajës ti me. Ai ë një qen i butë, ma një herë çë ish e i Cilat janë motivet kryesore që frymëzojne punën e - për Tetovën e Strugën, ku shkova në fund të pril- vëja kularin, më partirti të më sfixharëj. Figuramuci në shkrimtarit arbëresh: lit të sapokaluar dhe bëra poezi; kerkonj t’i vë çançanelen! Kush e di në ju mënd më thoni - ruajtja e gjuhës, në vend të parë; - e do të bëj poezi edhe për Ulqinin, këtu të bukur kujt i vëhe t çançanelja! Ma pran, përçë m’e dhanë mua? Kujt - ruajtja e identitetit, sot më problematike se dje e të pranishëm, me të cilin takohem për të parën ka ia vë? për shkak të globalizmit; herë e ku më duket se ndodhem te shtëpia ime. JAKINI 2 – (Hyn me kënishën gji thë e shqerrë) Oè, Jaki. E - kujtimi i shpënguljes së vjetër e prandaj sheh si u rrituxhirta! Më thanë se ti më prisje këtu: kis h të - nostalgjia letrare per dheun e të parëve të brakti- Edhe dy fjalë për teatrin tim. sur; bi ja një maçe, se ‘oce (thotse ) ki sh i vëje një shërbes. Ma si Kam shkruar dhe shfaqur teatër për gjinden time e - situatat e shqiptarëve ku do të ndodhen edhe janë: me gjinden time duke përdorur mënyrat e dramës kërkova t’e zëja maçen, ajo m’u sul te fixha ; menu mali se e Shqiperi, Kosovë, e te minoritetet në disa shtete të pararta e më shqorri vetëm këmishën... dhe të komedisë deri te kabareti, që për dallim nga afërme. kabaretet e tjera, quaj “kabaresh”, dmth. kabare JAKINI 1 – Maçja t’e shqorri këmishë n? - jeta e përditshme e arbëreshit me hallet, gëzimet, arbëresh. JAKINI 2 – Ajo çë maçe isht, ajo tigri ë! Sarvaxhe! Si kur lipet, ëndrrat, fantazitë, zhgënjimet. Temat e teatrit janë edhe ato lidhur me ruajtjen e thuhet: një maçe e egër! gjuhës, me ruajtjen e të qenit arbëresh vërejtur sh- JAKINI 1 – E përçë të dërguan tek u? Ashtu edhe unë kam kënduar dhe këndoj peshherë me sy ironik e me ca komicitet, me JAKINI 2 – Ngë t’e thashë ? Më thanë se ti... çë di.. . ki sh i > në përgjithësi: ruajtjen e dinjitetit të njeriut që ka të bëjë me ve- vëje... çë d i, një kular... o si m’e thanë ... ng’e ku jtonj më ... - për temat themi kështu universale: si ardhja e çu- shtirësitë e jetës së përditshme dje si edhe sot. JAKINI 1 – Një çançanele! ditshme midis të gjallëvet; si dhembja e shkëputjes nga të gjallit; si liria; si të drejtat e njeriut sidomos JAKINI 2 – Mi... precisu! Si e nxurtarte!? Mbyll, me një nderim ndaj një poeti që me poezinë minoritar; etj. e tij ka hapur gjithmonë përmasa të çuditshme tek JAKINI 1 – Vje’ më rar se u ki’t’i vëja këtë çançanele maçes! > në veçanti: JAKINI 2 – O, nani e ndëlgova: ki ’t’i vëje propriu çançane- unë lexues: them për poetin , mikun e - për Gjinden time, për agimet e perëndimet e saj; vjetër dhe gjithmonë të ri, dhe nëpërmjet tij mbyll len maçes! për bukurinë e saj; për ndjenjën e nostalgjisë së me një nderim Kosovës: të cilëve u kushtoj këtë JAKINI 1 – E kush ë ky skahtrun çë t’e tha? kohës që kalon; për përjetësinë e vlerave tona; poezi me titull “Te Hora e Arbëreshëvet mora një JAKINI 2 – Yt kushë ri Jaki ni. - për mbrojtjen e gjuhës si pasuri të gjallë jo vetëm zarf”: JAKINI 1 – U çë kam kusherinj ç’i thonë Jaki’? monumentale, ku të vjen lehtë të përdorësh ironinë JAKINI 2 – E allura ndonjeri çë të do mirë. e sarkazmin për disa sjellje joarbëreshe të vendë- Te Hora e Arbëreshëvet mora një zarf JAKINI 1 – Xa mbaje ti, çançanelen! (I shti e çançanelen e sve; me brenda dy libra. Punë DEL) krejt normale thua. Por JAKINI 2 – (Merr çançanelen, e Publikut:) E nani m’e thoni ai që më dërgon librat është ju kush ka ja vënjë çanç anelen maçes? Ali Podrimja, poeti. Gëzim krejt normal thua. Por nën adresën e tij për të parën herë REGJISO RI: “Oroskopodipendent i” Prima me natyrshmëri shoh shkruar ‹‹OROSKOPODIPENDENTI›› REPUBLIKA E KOSOVËS. Hare JAKINI, E SHOQJA, DY BIJTË krejt normale thua? JAKINI - (Ka shpatullën lidhur me një fashë sa të kalmarënj dullurin) – Dje menatë, si u ngrëjta ka shtrati, gj egjesha la Të jesh vërtet arbëresh është para së gjithash një mënyrë e shpirtit, një praktikë e jetës. Shoh se continua a pag. 8 edhe ju jeni të vërtetë arbëreshë. 8 segue da pag. 7 ë tek “e shtrëmbra” duket se ka shtrëmbu ar gjith- JAKINI 2 – Vre’ këtu. Prirem tek e shtrëmbra (Pri- qish e kush ë tek “e drejta” duket skuna ka nxur- ret tek e drejta): Jaki’, kjo çë jam e ngas çë ë? (N- radiu, jo pë’ “le notizie poli tiche o di cronaca ne - tartur gjithqish: “Non sappia la destra quel che fa ra”, ma pë’ “l’oroscopu”. Kur ë “l’oroscopu” mi- get të shtrëmbrë n) la sinistra e viceve rsa”. Ma te Hora ‘un vali. Sa zat e dinë e ngë tunden, mosinò i vras; në jime JAKINI 1 –E shtrëmbra! mos ndëlgone mi lik, i thomi litisht: “sinis tra” e shoqe pipit as e llav, në tim bi j flasjën i lë pa fru- JAKINI 2 – Allura jec u mbyll: e sheh se u prora “destra”. Nanì ju dimostrar se te Hora kemi le idee ta a colazione , pranzu e cena, ashtu i pinca rjën tek e shtrëmbra: finalmenti jemi dakordu! (Pu- gj ithë ditën. Dje menatë “l’oroscopu” më tha: nj ë skaj confus e kur flasjëm di destra e di sini stra. bl ikut:) Ë o ngë ë e shtrëm bra kjo! (Mban të sh- “Oggi state attenti alla corrente, perchè i colpi a Marrjëm një abi tant i të Horës, një qualunqui. Eja trëmbrën) Nani prirem tek e drejta. (Priret tek e freddo fanno male!” E u i rrijta attentu: u mbyl la te këtu, Jaki ’. (JAKINI 2 hyn) Rri këtu nëmestë. shtrëmbra e nget të drejtën) Çë ë kjo çë jam e n- ‘u soggiornu e ngë dolla më. Rrijta gjithë mati- (Jakini e bën) Jaki’, ti je këtu përpara meje: gas, Jaki? natën mbyllur! Jime shoqe më therrisëj të bëja thuam çila ë la destra jote! JAKINI 1 – E drejta! kullacjonë ? (Skena merr vërtetim) JAKINI 2 – (Ngrën të shtrëm brën) Kjo! JAKINI 2 – E sheh: e drejta! E SHOQJA – (Me nj ë fshies ë te duart) Jaki ’, eja JAKINI 1 – Jaki’, ajo l a destra ë? JAKINI 1 – O, ma ti u prore tek e shtrëmbra! bëj kullacjonë! Jaki’, eja se kullacjona ë prontu! JAKINI 2 – (Mban ngrëjtur krahun e shtrëm bër) JAKINI 2 – Mi... ngë ke ndëlguar mosgj ë! JAKINI - Tim bij dej ishën kumpanjartur te skol- Kjo ë la destra jime! Përçë? Çë ng’i ke besë?! JAKINI 1 – (Sheh se hyn JAKINI 3) Ti burrë eja la. Sikund u juve u dolla ka ‘u soggiornu? JAKINI 1 – Jaki’, ajo l a sinis tra ë! këtu. DYBIJTË – Ta’, ka na kumpanjarë sh te skoll a! Na JAKINI 2 – (Mban ngrëjtur krahun e shtrëm bër) JAKINI 3 – Mua më thrrit e? jemi prontu! Nga çë thua, kjo la destra ë! JAKINI 1 – Vuru këtu nëmestë. JAKINI 1 – Ajo ë la sinistra! JAKINI - Jime shoq po t upulljarëj e më thës hëj: JAKINI 3 – E çë ka bës h! JAKINI 2 – Ka më marrësh pë’ fis? Ti je këtu për- E SHOQJA - Çë ke Jaki : Ngë ndihe mirë!? Ke ndo JAKINI 1 – Mos u trëmp! Ti nani ka më thuash nj ë para meje: ky krah këtu (qaset e i nget krahun e prokupacjonë! Ndo dhullur? Ndo pince r i lik? shurbes importa nt i pë’ Horën! drejtë Jakinit 1) ë la destra o la sinistra jot e? JAKINI - E tim bij: JAKINI 3 – Important i pë’ Horën? DY BIJTË - Çë ke ta? JAKINI 1 – La destra! JAKINI 2 – E sheh! JAKINI 1 – Rri fermu e mos u tund.. . Ti ka më JAKINI - E u mpasma. Jime shoqe, çë zgleth libr et thuash.. . di psikologia: JAKINI 1 – E çë i hyn! Kjo ë la destra jime, jo la destra jote! JAKINI 2 – (Jakinit 3) Mos u tund! E SOQJA – Jaki’, do kunfidaresh? Në mënd të jap JAKINI 3 – E kush tundet! ndihmë, ‘na manu d’aiutu, më mirë se jot shoqe JAKINI 2 – Jo, mio c aro, në ky krah ë la destra jo- te, edhe krahu jim çë ë in corrispond enza me tën- JAKINI 1 – Çila ë dora jote e shtrëmbë r, la sini - kush? stra, vah! JAKINI - E u mbyll ur te stanca. E shkoi gjithë ma- din ë vidhe la destra jime! Më duket qaru! JAKINI 1– E allura la sinistra jot e çila ë? JAKINI 3 – Dora e shtrëm bër? La sinistra? (Vren tinata. Si ish hera të hajëm ‘u pranzu, pameta jime duart) shoqe: JAKINI 2 – (Ngrën krahun e drejtë) Kjo këtu! JAKINI 2 – Pincari mirë, më para se të flaç! E SHOQJA – Nga, kunfidaru! Çë ke, çë ndien! Ka JAKINI 1 – Nga çë thua! La sinistra jot e ë kjo! JAKINI 1 – (Jakini t 2) Mos infl uencar ‘u candida - thërres jatroin? Nga zbyl lëm almenu, se shoh çë (Vete i nget krahun e shtrëmbë r) tu! ke! JAKINI 2 – Mi.. . e ‘nsistir ankor a! Mba, mba. Ti JAKINI - Pra kur gjegja se ish e spaçincjare j ndu- je këtu përpara meje: çila ë la sinis tra jote? JAKINI 3 – Dora e sht rëmbër? La sinistra? (Jaki- tu shumë, me nj ë fill zëri i thas hë: “L’oroscopu” JAKINI 1 – (Ngrën krahun e sht rembër) Kjo! ni t 1: ) Pë’ forca nani ka e thom? Ngë mënd... somenatë më tha “Oggi state attenti alla corrent e, JAKINI 2 – E sheh: ajo! E allura e thashë gjus htu: JAKINI 1 – Nestrë? Jo, nani . perchè i colpi a freddo fanno male!” Jime shoqe si la sinis tra jime ë kjo! JAKINI 2 – Do qellënj ‘u compitu a casa, te shpia, gj egji asht ù u çel e ng’i pa më ka syt ë. Zgardhul- JAKINI 1 – Nga, çë mënd jetë kurrë! se asht ù e ndih e jëma! loi derën e... JAKINI 2 – Nga, si ngë mënd jetë kurrë! JAKINI 3 – Dora e shtrëm bër? La sinis tra! Mba, E SHOQJA – Disgracjat: e u çë ndëlgoja se kishe JAKINI 1 – Mba, se të bënj un espe rimetu. Bëj dy nani e thom, ngëse sa marr e shkr eh! (Vren duart) gj agjë! Xa “l’oroscop u”! (E i jep me fshies ën një pase e priru a sinistra. JAKINI 1 – Però ka spudhjaresh! fshiesa të te shpa tulla) JAKINI 2 – Bënj dy pase e prirem a sini stra! (E JAKINI 2 – (Jaki nit 3) Mirr qëroin ç’i duhet, mos JAKINI - E më dha një fshies atë te shpa tulla se priret t ek e drejta) ki sh mpreshë! m’e ndajti. Somenatë “l’oroscopu” më foli e më JAKINI 1 – Jo, jo: ma çë kuminar! Ka prires h kë- JAKINI 3 – Dora e sht rëmbër? La sini stra! ... La tha: “Le cons eguenze si pagano: ieri avresti dovu - tei, a sini stra! (E bën të priret tek e shtrem bra) sinistra! ... La sinistra! (Ngrën kryet lart skurse to accettare il confort o di tua mogl ie!” Skuna dje Tek e shtrëm bra jote. kërkon të kujtonjë) ngë mënd m’e thëshëj! JAKINI 2 – (Imiton zërin e Jakinit 1) Jo, jo: ma je JAKINI 1 – (Me gjes tet ç’i duhen:) Dorën ka vre- kryethatë: u jec, bënj dy pase e prirem tek e sh- sh! Çë kërkon këtje lart! REGJIS ORI: “Çançanelj a” Secon da trëmbra (Priret tek e drejta) JAKINI 2 – (Jaki nit 1) Mos i bëj mpreshë al can - ‹‹ÇANÇANELJA 2 ›› JAKINI 1 – Vabe’, ti je tricijar! didato! JAKINI 1, JAKINI 2 JAKINI 2 – Ti, je tricjar!. JAKINI 3 – Dora e shtrëmbë r? La sinistra! La si - JAKINI 1 – (Hyn me një maçe te duart) Njëment JAKINI 1 – Ah, perçò u ka prirem tek e shtrëmb ra ni stra! (Po vren duart e ca herë këtu e ketje skurse ki sha çançanelen e ngë kisha maçen. Nani kam e prirem kës ht u tek e drejta! kërkon sugjerime) maçen e ngë kam çançanelen. Thashë më mirë t’i JAKINI 2 – Asht ù ka priresh. JAKINI 1 – (Jakinit 2) Ti mos suxherir! vë maçen çançaneles se t’i vë çançanelen maçes. JAKINI 1 – Ma jec ja rrëfyej. .. Eh, mba: nani pri- JAKINI 2 – E kush suxherir! Mos flasjë m më: kur U kam maçen: ju e kini një çançanele se ka i vë ru tek e drejta, a destra! ë comodu flet ai! maçen? E di, e ka Jakini çançanelen, ma ai po sa JAKINI 2 – (Priret tek e shtrëm bra) Çë e gjagjë di JAKINI 3 – E sht rëmbra! La sinistra! E shtrëmbra! sgarrartur? vëhet m proqu e pra ngë di né si i vëhe t çançanelja La sini stra! (Në heshtj e të përgjithshm e - nel si - JAKINI 1 – Gjithqish ë sgarrartur! Ma ftet ngë a- maçes né si i vëhet maçja çançaneles. lenzio totale , vren pa folë pë’ ndo gjymsë minuti dunare?! JAKINI 2 – (Hyn me çançanelen te koci) E vura u ca herë dorën e drejtë e ca herë dorën e shtrëmbër; JAKINI 2 – Allura mba, se t’e spjegha r më mirë. çançanelen. Përçë ti t’i vësh maçen çançaneles pra gjithnji bashku ngrën të drejtën e thotë:) K jo! kushedi sa qëro ka zbiersh e këtu organiz atorët më (Merr krahun e drejtë të Jaki nit 1 e e shoqëron te JAKINI 2 – E sheh? (I lurin Jakini t 1) Kisha ligj o thanë se ngë mënd zbierjën qëro të presjën se ti ka lëvizjet) Ti bën dy pase e ka priresh t ek e sht rëm- jo? i vësh maçen çançaneles! bra. Këtë e ndëlgove? JAKINI 1 – (Pjerrë te publ iku) E ndëlguat o jo JAKINI 1 – Nga, almenu m’e kishë n thënë , manku JAKINI 1 – E ndëlgova . qëroin çë zbora t’i këndoja një kancune me “i JAKINI 2 – E sheh se gjagjë e ndëlgon! përçë la sinistra zbori le elezioni te Hora? Basta, ciancianeddi” maçes sa të qëllonej! JAKINI 1 – Je ti çë ngë ndëlgon! pë’ sont e ngë thom më gjë! JAKINI 2 – Pameta isht e e zë. Bëj si të thom u: dy REGJISOR I: “E drejta e e sh trë mb ra: përçë la si - paset i bure, nani ka prir esh tek e shtrëm bra. (I lë ‹‹ SAVIJARDAT 6 ›› nistra zbo ri le elezion i te Hora” Prima krahun) Priru. JAKINI, REGJISORI ‹‹E DREJTA E E SHTRËMBRA: PËR ÇË LA SINI - JAKINI 1 – (Priret vërtet tek e shtrëmbra) U pro- JAKINI – (Hyn me shpejtës i e ndërsa ha) Savijar- STRA ZBORI LE ELEZIONI TE HORA›› ra! dat ng’i kam, me edhe një umbert ka t’e ha te ‘u JAKINI 1, JAKINI 2, JAKINI 3 JAKINI 2 – Jo, jo: tek e drejta u prore! Mi.. . ma kabare! JAKINI 1– Ju, ka më ndjeni, ka më skusarrni, ma trutë të thata i ke! REGJISORI – (Qaset dal’e dalë e i thotë:) Pameta u diskurs in polit iku te një festë si kj o ka e bënj! JAKINI 1 – Ti i ke të thata: më the të priresha tek këtu je, ëh? Ju e dini përçë la sinistra zbori le elezioni te Ho- e shtrëmbra e u u prora tek e shtrëmbra. JAKINI – Edhe një umbert ka t’e ha te ‘u kabare! ra? U e di se e dini. Ma këtë çë ka ju thom u ngë e JAKINI 2 – Vrejëm mua, se t’e mësonj. U jec e REGJISORI – Mënd hash çë do e sa do, nani çë pe’ dini! Si thuhet la sinis tra te Hora? Thuhet: “e sh- bënj dy pa se. Pran ka prirem tek e shtrëmbra (Pri- sonte ‘ u kabare... trëmbra”; e la destra “e drejta”. Sa mos ndëlgone - ret tek e drejta). E pe? mi lik, ë më mirë t’i thrres jëm litisht, përçë kush JAKINI 1 - Jo, jo, ti u prore tek e drejta. ...SOSI! 9 Projekti : “Psè jemi Arbëreshë?” Progetto : “Perchè noi siamo Arbëreshë?” di Vincenzo Bruno di Vincenzo Bruno

Vende katun dit : skol la Luog hi del pa es e : la sc uola ella scuola di un paese italo-alb anese erano arrivati i soldi della legge ek skoll a e njëj katundi arbëresh kis hi n arrivuar turresët e lexhis pi r Nsulle min oranze. Qu indi si doveva realizzare un progetto per potere Tpakic at. Poka kish të bëjin një shortë proj ekti pir të losjin s a më nj i- consum are quanto pri ma quegli euri. ze atà eure. Nella circostanza il dirigente scolastico riunì in consiglio i profess ori; a Ahina dirigjenti i skollis mbl odh profeso rët dhe atirve i tha se me krje- loro disse che con gli alunni av rebbero dovuto attuare una ricerca sulla ‘condi - turët kish të vëjin mbë udhë një rriçerkë mbi “la condizione della diversità ar - zio ne della diversità arbreshe’. breshe”. Un insegn ante tra di essi in seguito propose ai ragazzi di effettuare un’in - Një profes or ndër atà pra i tha krjeturëvet se ki sh të bëjin një int ervistë tervista con la gente e con le persone a loro più vicin e; ...un ’interv ista che a - me gj indjat dhe me njerëzit më afir; .. .një int ervistë, e cila ki sh rrethonij m- vrebbe ruotato s u di una sola domanda : “Perchè noi siamo Arbëreshë?”. bi një përgjegjë je vetim : “Perchè noi siamo arbëreshë?”. Anton ietta fece ritorno a casa tutta eccitata, perchè in questo modo ora a - Ndoneta u pruar ndë shpit gjit hë e çelur, psè kështù nanì mund zbulonij vrebbe avuto l’opp ortunità di scoprire perchè diavo lo questo suo paese si defi - psè ki djashkal katundi i saj thërritej “arbresh”. niva “arbresh”. Pertanto all’i nizio si r ecò presso zia Giovanna, una vicin a vechiarella, e a Ndunka më nj ë here vate tek cjè Nxhana, një gj itonez ë plakarele, dhe a- lei chiese : “...zia Giovanna, ...p erchè noi siamo arbëreshë?” . Ella abbandonò saj i piajti : “.. .zia Giovanna , ...per chè noi siamo a rbëreshë?”. Ajò la picje- su un angolo del tavolo il lavoro del merletto e le ris pose : “...figlio la, ...no i tin mbë nj ’anë dhe ju përgjegj : “... bilaruqe, ...noi siamo arbëreshë, .. .ps è siamo arbëreshë, ...perchè pregh iamo diversamente!”. parkalesmi ndrys he!”. Anton ietta la ringraziò e si allon tanò; ... però nella sua mente andavano Ndoneta e falëndroi e iku; ...po ndër trutë e saja i ziajin atà dy fjala fermantando quelle due parole ‘preghiamo diversamente’, il c ui sign ificato lei “parkalesmi ndryshe ”, çë ajò s’kish kapirtur fare fare! ...ndë buzë të shkallis non avev a colto affatto! ...alla base della scala dell’abitazio ne incontrò la fi - pi rpoq të bilin e cje Nxhani s dhe kësaj i piajti : “comare Lucrezia, ...per chè glia di zia Giov anna e a costei chiese : “comare Lucrezia, ...perchè no i sia mo noi siamo arbëreshë? .. .e soprattutto perchè noi ‘parkales mi ndryshe’?”. arbëreshë? ...e, soprattutto, perchè noi preghiamo diversamente?”. Krexja pënxoi një çikëzë, ... pra asaj ju përgjegj : “nuj simu breshi, pikkì Lucrezia riflettè un attimo, ...p oi le ribattè : “nuj simu breshi, pikk ì pre- pregamu diversamenti!”. gamu diversamenti!”. Krjeturës, ture u pjerrur ndë shpi t, i erdh mend se zoti katundit, ...kur ki- Alla ragazza, mentre ritornava a casa, venne in ment e il fatto che il sacer - dote del paese, ...qu ando era venuto a benedire la casa di suo padre, ...si era se - sh ardhur të bekonij shpin e të jatit , ...kish bënur kriq ture ngar më pirpara gnato per la croce toccando prima la spalla destra e poi la spalla sinistra; shpatu llin e djathët dhe pëstaj shpatu llin e majtë; ...e me kët intuicjonë e ... con questa intuizio ne sottile spense quel pressante problema, che le ronza - hol lë shuajti probll emin e madh, ç’i rrutarnij ndë kocët dhja si një arëzë rru- va dentro la testa proprio come l’ape ronza attorno ad una splendida rosa. Gli tarin prëzë njëj trondofile e bukurë. Arbëreshët parkale sjin ndryshe, psè Arbëreshë pregavano diversamente, per chè facevano la croce diversamente! bëjin kriq ndryshe! In seguito Anto nietta an dò dalla nonna e a lei domandò : “nonnin a, ...p er- Pra Ndoneta vate ka mëmatacë dhe asaj i piajti : “nonnina , ...per chè noi chè noi siamo arbëreshë?” . La vecchia pensò un momentin o e a lei poi rispo - si amo arbëreshë?”. Plaka rrifllekt oi një thër rimezë dhe pëstaj asaj ju se : “...figlio la mia, noi siamo arbëreshë, ...p erchè abbiamo una tradizion e di- përgjegj : “...bil za ime, ...noi siamo arbëreshë, psè na kemi një tradhit ë n - versa!”. dryshme !”. La ragazza custodì gelo samente la spiegazion e della nonna e intanto anda - Krjetura vloi mirë mirë përgjegjë jen e mëmëstacë dhe ndanka veni j ture va chiedendosi che cavolo fo sse questa ‘tradizion e diversa’! pi ajtur çë rrotulli n ish kjò ‘tradhi të ndryshme’! Così si trasferì dalla madre e la interrogò : “mammina, ...p erchè noi siamo arbëreshë? ...e cosa s ignifi ca che noi abbi amo ‘una tradizione diversa’? . Kështù vate ka e jëma dhe asaj i lipi : “.. .mammina, ...per chè noi siamo La madre, la quale stav a preparando le prov viste con l’aceto che le aveva in arbëreshë? ...e cosa significa che noi abbi amo ‘një tradhitë ndryshme ’?”. parte into ndito il cervello, ...comunque alla figl ia disse : “.. .figg ja mija, E jëma, e cila ish e bëni j skapixhatë me uthulli n ç’ì kish trubulluar një ... nuj simu breshi, pik kì avimu nu kostume diversamenti!”. çikë trutë, së bili s i tha : “.. .figgja mija, ...nuj simu breshi , pikkì avimu nu La ragazza si recò imme diatamente nella sua stanza, aprì il tiretto della kostume diversamenti! ” scriv ania sulla quale studiava e vi rov istò per un lungo periodo, ...fin o a quan - Krjetura vate mbjatu tek s tanxja sa j, hapi taratu rin e triasis mbi cilin ajò do ritrovò una sua fotog rafia sulla quale durante l’estate scorsa si trovav a ri - studionij dhe shkararti një copë herë, ...njera kur gjet nj ë fotografì e saj ku presa in riva al mare in comp agnia della famiglia. In quella immagine lei si ve - tek vera prapë is h e marr me fëmilin tek z alli i dejtit. T ek aì rri trat ajò shihej deva vestita con un costume ‘ad un pezzo intero all’ulti ma moda’: dunque mise e veshur me ‘un pezzo int ero all’ulti ma moda’; .. .poka vu mbë nj’anë atë fo- da parte la fotog ra fia per portarla in gio rno seguente a scuola ‘come prov a di tografì pi r t’e qellnij ndë skol lit ‘come prova di diversità’. Tek një jetë me diversità’! In un mon do di donne ormai tutte ‘in due pezzi’, ...lei che era arbë - reshe indossava un pezzo inter o! gratë gjithë ‘in due pezzi’, ... ajò çë ish arbëres he ki sh një copë e tërë! In seguito Anton ietta fece vi sita al nonno, il quale col sigaro in bocca era Pra Ndoneta vate ka tatëmadhi, çë me cikarrin ndë grikët ish e loznij një imp egnato in un solitario con le carte napoletane, e a lui chiese : “...no nnino , solli tar me kartazit napullitane , dhe atij i pi ajti : “...nonnino, .. .perchè noi ... perchè siamo arbëreshë?”. siamo arbëreshë?. L’anziano raccolse la domanda e le carte e, mentre riprendeva a mis chiare Plaku mblodh kartazit dhe, ture i rrumënartur pir nëndë qindin soll itar e quelle per imp ostare il nov ecentesimo solitario della sua gio rnata, le rispose ditës, asaj ju përgjegj : “...N donetëz a ime, ...ti ka të dish se na kemi një : “...An ton ietta mia cara, ...devi sapere che noi abbiamo una lin gua diversa!”. gl uhë ndryshme !”. La ragazza lo salutò, lo lasciò con il mazzo di carte tra le mani; ...in tanto Krjetura e falëndroi, e la me kartazit ndër duarët; ... dhe veni j ture rrithë- andava ripeten do dentro di sè mediante parole s enza suono cosa cacchio fosse nur mbrënda tek mendja me fjala pa frymë çë vrokullin ish kjò ‘gluhë ndry- quella ‘ling ua diversa’! ...dunque si trasferì dal padre e a lui, che stava tra va - shme’! ...poka vate ka i jati dhe atij, çë ish e rrimutarnij verin, i pi ajti : sando il vino , domandò : “...p aparino , ...perch è noi siamo arbëreshë? ...e per- “... paparino, ...perchè noi siamo arbëreshë? ...e perchè abbiamo ‘një gluhë chè abbiamo una ‘lin gua diversa’?. Il padre, il quale mentre travasava il vino andava anche assaggiandolo, ndryshme ’?. ... posò da parte il b icchiere a metà con quel dolce miele, e a lei disse solamen - I jati, çë ture rrimutartur verin ish edhè e pirvonij, ... la mbë nj’anë qelqin te due parole senza commento : “...fi ggj a mija, ...nuj simu breshi pik kì avimu mbë gji mës me atà mjal të ëmbël, dhe asaj i tha vetim dy fjalë : “.. .figgja na lin gua diferenti !”. mij a, ... nuj simu breshi pikkì avi mu na lingua diferenti! ”. Anton ietta, fuggendo in fretta e furia, andò a chiudersi immediatament e nel Ndoneta, ture rrangartur, vate mbjatu tek banji dhe pirpa ra pasiqiarit bagno e di fronte allo specchio tirò fuori la lingua, per quanto più potè, in tut - nxuar jashtë sa më e glatë gluhin e saj, psè duaj të shih dhja si ish kjò gluhë ta la sua lunghezza, perchè vo leva davvero osservare e verific are come fosse e Arbëreshëvet! ...kjò s’ju duk aq ndryshme! ...po s’u llav fare; pënxoi ëh o codesta lin gua degli Arbëreshë! ... questa non le apparve tanto diversa! ...ma jo : ‘... menat u ja buthëtonj profes orit dhe aì sikuru adunaret, psè gluha jonë non si preoccupò affatto : allora pensò più o meno ‘...domani la mostrerò al është ndryshme’! professore ed egli di certo s coprirà perchè la nostra ling ua è diversa’!

“Mor ale dell a favo la” : ...t ek lloku e tre gj eneracjona të fundit u r- “Morale dell a favola” : ...n ello spazio delle ultime tre generazioni si è attuato un delitto perfetto! ...l a vittima ris ulta essere stato il mon do arbëresh, reallizua një dellikt perfekt ! ...vikti ma kle jeta arbëreshe, çë buar shumë il quale ha perso m olte delle sue ricchezze e, particolarmente, la sua lin gua. shurbise të bukura dhe më shpejt gluhin e saj. Per concludere proprio così come affermavano i nostri vecchi : “...h anno E dhja si thoji n pl eqët e tanë : “...bua rtin qetë dhe nanì ...ven ture gjetur perso i buoi e adesso ...van no cercando le corna!”, britë!”, similmente si potrebbe oggi anche affermare : “...gli Arbëreshë hanno per - kështù mund vinj edhè m’e thonur : “Arbëreshët buartin faqen, humbëtin so la loro identità, gli Arbëreshë hanno disin tegrato il loro cuore e ...adess o zëmërin dhe nanì ...ven ture gj etur diversitetin e tire!”. vanno scoprendo la diversità!” 10

ECOTURISMO QUALITÀ DELL’AMBIENTE PER UN TURISMO DI QUALITÀ di Stefania Emmanuele

el mercato turistic o mondiale, forte- guardia degli equilibri ecolog ici e dall’altro all’in- “N mente concorrenzia le, il valore aggiun- centivaz ione controllata di iniz iative in grado di to è rappresenta to dalla qualità dell’ambiente che assecondare lo s viluppo delle economie locali s e- si è in grado di offrire. Non possiamo dunque con- condo stretti re quisiti di sostenibilità ambientale: siderare il turismo nei parchi come un prodotto di è il nuovo modello di parco laboratorio. Questa nic chia, luogo dove chi abita in città trascorre il rinnovata c oncezione di parco naturale rappresen- fine settima na, ma una concreta poss ibilità di svi- ta un elemento penetrante di pers uasion e per quel- luppo locale e nazionale” . le comunità che non hanno visto di buon occhio, anzi osta colato spesso apertamente, la costi tuzio- Il Turismo Natura è destinato a crescere e ad ne a parco del proprio territorio. Non di rado il inc idere alla radice sulla qualità dell’of ferta. Sem- parco è stato considerato alla stregua di una cami- pre più i potenzia li turisti nello scegliere le loca- cia di forza per le limitazioni che i vinc oli di tute- li tà dove trasc orrere le proprie vacanze preferisco- la imporrebbero alle attività produttive. Il parco no quelle con condizioni ambientali valide. È, naturale rappresenta una fonte di opportunità per questo, u n fenomeno di notevole valore che per la l’i niziativa imprendi toriale, specie quella di ma- sua natura composita è di difficile rilevabil ità sia tri ce gio vanile, per i flussi turistic i che potrebbe- per quantità che per qualità. Adire il vero i Tour O- ro derivare da questa nuova concezione di parco e perator più importanti, italia ni ed europei , hanno quindi per l’occupazione, dato il carattere labour- ins erito nelle loro politiche le question i ambien- inte nsive dei settori attivat i dalla spes a turistic a. tali avendo compreso che il destino di una località Si tratta di cambiamenti ben sintetiz zati dal pen- turisti ca sta nella qualità dell’of ferta e non solo siero di Jeremy Rifkin, famoso econo mista ameri- nella quantità dei serviz i. Il Turismo Natura o “tu- cano, allorc hé afferma che “se negli anni passati rismo verde” è formato da una miriade di compo- il dibattito sul turismo sostenibile ha sempre so - nenti di difficile individuazione come si evince stenuto l’in compatibilità tra profitto delle impre - dalla stessa definizione data dall’Organizzazione se e sostenibilità dell’ambiente, ora siamo giunti Mondia le del Turismo (WTO) che lo riferisce a: a una svolta: la n ost ra epoca sta passando dal con - Gole del Raganello - Civita (ph R. De Marco) “tutte le tipo logie di turismo basato sulla natura cetto di mercato al concetto di rete, dove la merce per il quale la motivaz ione principale dei turisti è scambiata non è più la proprietà di un oggetto, ma ta tra la condotta delle amminis trazioni locali, in l’osservazione e l’apprezzamento della natura e l’accesso e il tempo di fruizione dello stes so. Al collaborazione con i privati, e lo svilu ppo econo- delle culture tradizionali” . Il Turista Natura privi- centro di questa rivoluz ion e c’è il turismo, ponte mico e distintiv o delle attiv ità turistiche. Questo legia gli aspetti immateriali , ama la libe rtà, è au- tra cultura e comm ercio: spetta alle imprese turi - in quanto l’attratti vità di un luogo è fortemente tonomo, valuta la qualità dell’aria, del paesaggio, stiche, che non vendono materie prime ma l’ac - correlat a alla qualità dei serviz i promoss i dalle la flora e la fauna. La legge-quadro 394 /91 s ulle a- cesso a esperienze e culture div erse, impegnars i di stesse amministra zioni e oggi, final mente, dalla ree protette, con la quale l’Italia si è dotata di una concerto con le amminis trazioni locali per una so - qualità dell’ambiente di un territorio. Ne gli ultimi legisla zione efficace per la salvaguardia, la ge- stenibilità sia turistic a sia ecologica in sens o anni poi è avvenuto un forte cambiamento nelle stion e e lo sviluppo delle aree naturali, aiuta il stretto del mondo e delle sue biodivers ità”. Asseri- “abitudini” del turista con soggio rni sempre più conseguimento di tale obie ttivo dato che im prime to che la capacità attrattiva di un area turistic a di- brevi in contrappos izione però ad un’offerta di una svolta decisiva alla concezione stessa di par- pende dalla concertazione di diversi attori e fatto- servizi maggiorme nte ampia e particolare ggia ta. co naturale. Da una concezione essenzialmente ri, i Comuni ricopro no una funzione primaria in Questo fenomeno ha determinando un maggiore protez ion istica delle belle zze naturali che privile- questo senso. Le azioni intra prese dai Comuni, turn over di presenze, che comporta un aumento gia prima di tutto il valore estetic o-paesaggistic o infa tti, sono vere e proprie p rerogative per la pro- dell’im pegno di energie, sia umane che ambienta- (il modello o ramai superato di parco santuario), si duzione di servizi turistic i e concorrono diretta- li, e dunque un incremento di inquinamento e usura passa ad una concezion e ambiental ista ed econo - mente alla loro capacità di penetr azione del mer- del luogo di vacanza. E’ in tale c onte sto che il Co- mico-s ociale. Il parco serve da un lato alla salva- cato. Esis te appunto una corre lazione molto stret- mune attua i principi del Marketing Territoria le e in par ticolare del Turismo Sostenibile. La corretta gestione dell’impatto ambientale, che un tale sur- plus di pres enze prov oca sul territorio, è un impe- gno da condivide rsi tra pubbliche amministr azio- ni ed operatori turis tici privati, s upporta ti però da una coscienza largamente diffusa nel singolo cit- tadino, che contribuisce anch’esso alla qualità dell’accoglie nza: tutti, in definitiva, contribui- scono alla percezione che il prodotto turistico e- serciterà sul fruitore. Sarà dunque il Comune, o un ins ieme di comuni limitro fi tra loro facenti parte di un distre tto , ad essere guida ed esempio per i propri c ittadini a ffinché , in un contesto glo baliz- zato, si ritorni all’esperie nza del prop rio territo- rio sentendolo parte della propria vita quotidiana e dunque proteggend olo e valoriz zandolo. Ed è pro- prio questo principio della valorizzazione dell’ i- dentità che concorre alla qualifica zione dell’im- magine del luogo che servirà poi al consolid a- mento dell’of ferta turistica locale e alla conse- guente tutela del territorio stesso.

L’Ecomuseo del Paesaggio Valle del Raganello ha tra i suoi obiettivi que llo di sollec itare il dialo- go tra istitu zioni, enti e comunità al fine di con- tri buire ins ieme alla crescita culturale ed economi- ca del proprio territorio se condo princ ipi di parte- cipazione democratica e di sost enib ilità ambien- Sopralluogo master Ecopolis - Cerchiara di Calabria (ph S. Emmanuele) tale. 11 IL VALORE INCOMPRESO DEL TERRITORIO di Antonio Carlomagno l Parco Nazionale del Pollino è tra i pi ù Igrandi parchi d‘Italia e d’Europa, ed interes - sa due regioni de l meridione d’Italia: la Calabria e la Basilicata. Si tratta di un territori o selvaggio, affascinante, sugge stivo e a ncora poco conosc iu- to e pubbli cizzato in Europa, dove il vis itatore può contemplare quello che gli asceti orientali de- finisc ono il “respiro del cosmo” , oss ia quell’in- sieme di sensazioni che rimandano il visitatore ad una forza creatrice primordiale invisibile ma on- ni presente in questi luoghi ricchi di spiri tualit à. La popola zione che abita il comprens orio del par- co è raggruppa ta per lo pi ù in piccol i borghi, molt i dei quali di origine arbëresh, e per la mag- gi or parte di essi l ’agricolt ura, intes a come colti- vazione del fondo ed allevament o del bestiame , costituisc e l’attività economica principale, a te- stimonianza del forte legame con il territorio d’appartenenza. Il Pollino è terra di sapori e pro- fumi, rileva bil i nei numerosi prodotti tipici frut- to dell’attività agricola e delle diversità culinarie correlate a quelle culturali, fra i quali spicc ano il vi no a DOC “Pollino”, l’oli o extra vergine d’oli- va a DOP “Bruzio-fascia prepoll inica ” ed il famo- so pa ne di Cerchi ara di Calabria a DOP. Gli scena- ri naturalistici in cui nascono questi prodotti so- Itinerario Mater Chiesa - Civita (ph S. Emmanuele) no di indis cusso fascino, e fanno da sfondo alla deggiano sulle dolci colline, e filari di vigor osi te depos itato sui bordi delle strade, mi rendo con- “Strada del Vino e dei Sapori del Pollino” della vign eti che guidano l’occhio dell’osservator e to che forse il vero ignor ante sono io, perché Calabria. I piccoli cent ri di Frascineto ed Ejani na, verso le alte vette del massiccio, si pos sono no- probabilmente non riesco a comprendere questa arroccati alle dolomiti omonime , rappresenta no tare cumuli di immondizia. Ma questa vol ta la re- forma d’arte cont emporane a tipica di un’era basa- l’eccellenza della produzione enologic a locale, sponsa bil ità non è delle istituzioni locali, a cui ta sul consumismo, e non contr ibuisco a rendere con un buon numero di aziende vi tivinicole (in siamo sol iti affidare le respon sabilità, poi ché in la mia campagna un’opera d’arte. Poi c’è chi non proporz ione alla popolazione !) che stanno inve- questo caso i prot agonisti dello scempio siamo si accontenta di aggi ungere solo rottami a questo stendo sul migliorame nt o tecnologico e qualitati- noi . Ciò accade perché proba bi lmente s iamo così macabro paesaggio artistico, ma vuole fare di più, vo. Il vino de rivante d alla tras formazione delle u- ignora nt i da non c omprendere il valore del nostro tentando addirittura di modificare la composizio- ve Magliocc o canino, diffusamente coltivate nel territorio, non riusciamo a capire che altre regio- ne dell’aria che respi riamo, magari rendendol a territorio frascinetes e e nell’intero areale della ni d’Italia o Nazioni europee sono in grado di pro- pi ù salutare. Allora ecco che si inizia no a bruciare DOC, meriterebbe maggiore attenz ione e valori z- curarsi introit i economici semplicem ente pro- copertoni e quant’altro c’è di tos sico su pezzetti zazione, in quant o contrad distinto da fini caratte- muovendo e pubblicizz ando il loro territ orio, poi di terra destinati, il più delle volte, alla coltiva- ristiche organole ttiche che esaltano la simbi osi poco import a se il prodot to è di pregio o meno. zione di ortaggi e pascolo del bestiam e; ma l’a- con il territori o d’origine. Ma il probl ema è rap- Basta pens are che i francesi sul valore del territo- spetto che più mi preoccupa è che i prodotti deri- present ato proprio dal territor io, in quanto la sua rio sono stati in grado di svil uppare una comple s- vanti da queste “violenze ambien tali”, verranno naturalezza è deturpata dall’imperizia e incivil tà sa filos ofia, racchiudibile nel termine “Terroir”. consid erati un autentico esempio di genuinità. dell’uomo. Passeggia ndo fra le campagne frasci- Osservando più attentame nte questi frigorife- Tralasciando queste conside razioni ironic he, netes i oltr e ad ammirare gli ulivi s ecolari che ver- ri, televi sori e tutto ciò che viene tranquillamen- sarebbe opport uno educare maggiormente la po- pol azione locale, infondend ogli il rispetto del territorio che li ospi ta che non merita questi atti incivil i. La genuinità dei nos tri prodotti non è mini- mamente legata alla nostra persona , cioè un pro- dotto non è genuino semplicem ente perché è il frutto del nostro lavoro, ma sarà sano se l’am- bi ente in cui lo produciamo è realmente inconta- minato. L’impatto vi sivo di queste microdis cariche a cielo aperto sparse su tutto il comprens orio rura- le e le colonne di fumo nero che si producono dal- la combustione di vari materiali, non rappres en- tano un buon bigl ietto da visita per il consumato- re che si appresta ad acquistare i nos tri prodott i. Pertanto l’ec onomia locale potr à crescere sol- tanto se noi sare mo in grado di sfruttare le risorse del nos tro territ orio, badando bene che “sfruttare” non è sinonimo di “degradare”. Ciò che vogl io dire è che sol o una miglior e gestione del territor io sa rà in grado di dare valore aggiunto ai nostri prodotti, c he si traduce in mag- gi or reddito per le aziende agricole operanti nel territorio, nonché minore abbandono e degrado Pollino orientale delle campagne . 12

LE ALTRE MINORANZE: I GRECANICI LA CONSAPEVOLEZZA DEI VALORI POSITIVI DELLA GRECITÀ CALABRESE GIOVANNI ANDREA CRUPI: “Grèki, ambrò” di Filippo Violi

iov anni Andrea Crupi nasc e a Bova Mari- spess o ben oltre i confini della Boves ìa: in alcune si vedono riemergere cre- Gna il 9 gennaio del 194 0. Laureatosi in denze e miti pre-c ristia ni (come la metempsic osi, la narada, la nicena ), in al- Lettere presso l’Unive rsità di Messina, diviene tre, che ci ric ordano il grande Esopo, agis cono come protagonis ti gli anim a- docente di Storia e Filosofia e fondatore del Cir- li. Essi parla no all’uomo e per l’uomo, del mondo delle esperienz e mutuabili colo greco di Cultura “Cosmo Cinùrio” (Mondo in ogni tempo ma non sempre valide sotto ogni la titudine. Nuovo). Spiri to liberta rio, fu tra i primi ad avere cons apevolez za dei valori La tendenza alla descrizione psicologica si arricchisce di motivi eterni e positi vi che assumeva l’apparte nenza alla comunità grec anica, e tra i prim i a di alcuni top oi essenziali in una struttura sintat tica che nel Crupi - non era coniugare la lingua e la cultura grecanica con la question e socia le. Ricordo stato così negli anon imi autori del passato- non sempre risente della ele- ancora quando, all’in izio di un nuovo anno scolas tico, lanciava un messag- mentarità sintattic a che aveva caratterizzato la vena creativa delle prime com- gio in grecanico ai suoi alunni e lottava affinché, soprattutto quelli che ve- posiz ion i. Non c’è l’approfon dimento dell’as trazion e, ma i respiri sono alti nivano dalla zona grecanica, passassero dalla vergogn a di parl are greco, al- e i temi si calano in quella realtà che aveva caratteriz zato le favole esopiche l’orgoglio delle proprie radici. “Greki, ambrò!”, amava scrive re spesso su o di Fedro. qualche muro; “Greki, ambrò!”, ripeteva nei convegni ovunqu e andasse. Egli si era riappropriato della sua lingua e voleva che i suoi inte rlocutori, solita- Appare subito evidente che il Crupi ric onduce le sue brevi nov elle ai mo- mente vecchi contadini analfabeti, avessero coscienza di gruppo, la consa- tivi topici essenziali, ma ne vede anche i segni capovo lti . L’eterna lotta tra pevole zza cioè del valore positivo che assumeva la loro appartenenza alla co- il bene (la Verità) e il male (la Menz ogna) sono gli stess i motiv i che gli in- munità greca. travede nella lotta che la sua lingua porta avanti per sopravvivere . Relegata Tenace assertore della teoria rohlfis iana sulla arcaicità della lingua, non tra quelle montagne, costrett a a nascondersi perché la gente prova vergo gna smise mai di ricercare ogni più piccolo fatto linguis tico e di consegnarlo ai suoi legit timi proprieta ri, mai dimentic o del monito kantiano se condo cui la a parlarla, ridotta a brandelli, e ssa sa che la gente orm ai le preferisce una lin- scienza per sé è inutile, se non serve a mettere in valore l’umanità. Si accin- gua nuova, diversa , no n quella dei padri (la Verità), ma quella dei nuovi domi- geva a dare alle stampe le sue ultime ricerche, quando un male incurabile, che natori (la Menzogn a). Non si ferma all’evocaz ion e dei fatti il Crupi, all’ade- lo domina va ormai da due anni, cerc ò di vincerlo, ma egli lo precedette. Era il sion e spontanea propria del mondo rustic o, ma traduce i suoi versi con la me- 7 dicembre del 1984. diazione metaforica ed essi acquistano s ign ificato esemplare. Non rinuncia a Da secoli ormai non compariva più un epigrafe in greco, e sulla sua tom- lotta re affinc hé la lingua ritorni ad essere strumento di “Verità” e quindi, al ba lasciò scritto in grecanico quello che era stato da sempre il suo prog ram- postu tto, d i civiltà, della propria identità culturale. ma di vita: Altri motivi riconducibili alla lo tta per il riscatto socia le si avverton o in G.A. Crupi in a lcune brevi favole in cui all’uomo subentra l’anim ale, piccoli Eplàtezza ‘zze filo sofìa, Ho parlato di filosofia , eroi della fatica eterna e bestia le, che non aiutano il ricco, ma son o costretti ègrazza stin glossa tu Vua, ho scrit to nella lingua di Bova, a farlo. agàpia tin anarchìa. ho amato l’a narchia. C’è tutta un’umanità agropastora le, ferita dal silenzio e dalla solitu dine, C’è al fondo dell’op era di G.A. Crupi la vic enda individ uale e collettiva di dal bis ogno, che non sa pia ngere, che non ha te mpo per piangere , che accet- una umanità impas tata di dolore e di miseria; un’umanità che nel la propria ta gli insegnamenti quando sono preceduti dalla pratica quotidiana, ma che re- li ngua vede una poss ibilità, l’unica, di riscatto e di elevazion e social e. Egli spin ge le censure anche se vengono dalle persone più ca re. E’un’umanità che è riuscito a porre “ la question e” nei termini giusti. Vale a dire: non si tratta rifiuta gli sperim entalis mi sofistic ati dal morbo di Narciso c he, se pur tocca- di salvare solta nto una lin gua, ma una cultura; e va da sé che la difesa di que- ta o sporca ta dalla storia, sa che l’uomo possiede un suo mondo e lo rivela sta cultura non può non presupporre un’azione organic a di risanamento eco- nelle sue potenz ialità e, più ancora, nelle sue capacità. Non ha bis ogno di nomic o e socia le. E’ una civiltà su cui è calato spes so infetto il respiro della scimmiottar e altri per non sentirsi vinto, gli bas ta essere quello che è, e non omologaz ion e culturale, estraniand ola dalla storia e, nel conte mpo, permet- quello che potrebbe o vorrebbe apparire . E’ un’umanità rassegnat a che sem- tendo all’uomo grecanico i soli esiti storici di una vita disumanizzante. Non bra predicare la rassegnazione e sembra legarsi ai luoghi comuni, ma in realtà è un atteggiam ento quello del Crupi, un impulso, che lo spinge a tentare di “si traduce più giustamente e più modernamente in una ragione del vivere do- sciogliere le visceri aggro vigliat e del mondo grecanico, è resiste nza soffer- lente, riconfortata dalle inta tte poss ibilità di continua re ad essere se stessi in ta, è letter atura di denuncia. un contes to s torp iato e deformante1”. Come si fa a parlare di quella che in fondo è una grammatica ed il lessico di una ling ua che sta scomparendo, come sentimento di un gruppo socia le, Anche la disputa filolo gic a sull’origin e della lingua gre canica vide impe- sentim ento collett ivo, s trumento di l otta? Ciò è possibile perché l’op era del gnato G.A.Crupi in prima persona. Egli soste nne che anche pochi arcaismi Crupi - al contrario di tutti i lavori che si andavano svolge ndo dall’Ottocen- nella lingua grecanica erano sufficienti a dimostrare la continui tà mai inter- to in poi - non è solo un fatto ling uistic o, ma l’emersione di una condizione rotta della ling ua della Magna Grecia, e spie gò gli innumerevoli elementi di del vivere , una “quasi storia ” della popolaz ione grecanica, un insiem e di rap- modernità presenti nel grecanico con l’azion e livella trice della Koinè che a- porti s ociali e di cultura largamente presenti nella realtà calabrese. Il t entati- veva uniformato gli antic hi dialet ti del mondo gre co. vo di invera re la storia della grecità unicamente nel fatto ling uistic o, trascu- ra le sollec itazion i a cercare - nel disfacimento socia le voluto e p rocurato - la vera storia dei Greci di Calabria che non appart iene solo al mondo delle dit- La “Glossa” di Bova non è comunque tutta nelle favole e nella disputa fi- tongaz ioni o dei fatti ling uistic i, s iano e ssi megaloe llenici o biza ntin i. lologica . Essa è la prima grammatica grecanica di un grecanico, il primo ve- Egli per primo die de voce ai Bronzi di Ria ce, così c ome lottò p er dare vo- ro strumento di lotta che i grecanici hanno poss eduto, e che si completa con ce ai Greci di Calabria. I bron zi, al loro apparire, gli erano apparsi gli anti- un buon lessico finale che contie ne molti vocaboli orm ai scompars i e che il chi custodi della sua lingua e della sua civiltà. Crupi recupera dall’oas i della memoria di molti contadini ed anziani elle- nofon i. L’opera del Crupi è sicuramente il lavoro più com pleto di racconti in gre- Se chiudessimo con consid erazioni nostre credo che faremmo un grande co-calabro. In essa trovano posto ce nto favole esopiche ed alcune favole vu- torto alle parole con cui G.A.Crupi concludeva la prefazione al suo lavoro e tane in parte scritte dallo stes so autore. Sono immagin i di vit a paesana, di un che non poteva essere se non quel messaggio politico e socia le che veniva mondo che ruota spes so attorno all’ingenuità o alle piccole astuzie. Nelle sue fuori da ogni pagine d ell’opera del nos tro autore . Documento di denuncia e di favole parlano gli animali e parlano lo stes so lingua ggio degli uomini nel speranza insi eme, la sua fatica non può prescindere dalle stesse cons iderazio- mentre accompagnano la loro quotidiana fatica. Un mondo che viene dalla ni che chiudevano la “Glossa ”: «Ieri il poss esso di quell’unic o codice lin- montagna e che, al di fuori di quei confini, si disumanizza: conta dini senza guistic o impediva di alzare lo sguardo oltre i ristre tti confini del borgo natio, terra, braccianti ana lfabeti l egati a lle code dei buoi, ge nte che ha avuto come oggi quel dialetto, coltivato attrave rso lo studio, potrebbe servire per ricol- unica scuola il m essaggio de lla zappa, gente cui manca l’esperi enza della più legarsi ad un popolo fra terno, a quella Grecia di Panagulis in cui sembra riar- vasta storia degli uomini. Ingenui psic ologica mente, non toccati da espe- dere quell’antico fuoco che generò le prime associazioni libe re di uomini li- rienze allotrie, non corrott i e non guastati dalla miseria né dalla povertà , e- beri e, con la libert à, vide fiorire le arti, le scienze ed una fil osofia di cui si sprimono tutti i loro sentimenti in una lingua che non può essere magnilo- nutre ancora il pensie ro umano. La lenta “strage di Stato” che sta attuando il quente e sono parte integrante di quella totemica civiltà contadina con la qua- tota le sterminio culturale della grecità di Calabria è una barbarie che non cal- le sono nati gemellati. E’ lo stesso giudizio critico che il Crupi aveva asse- pesta solta nto i diritti umani degli Ellenofon i, ma distrugge anche un “vi- gnato alla raccolta di favole pubblic ate nei Testi Neogreci di Calabria, defi- vente monumento” di quella grec ità pere nne alla quale la civiltà lati na e la ci- nendole la testimonianza più commovente di quel mondo sommerso dal tem- viltà del mondo s ono immensamente debitric i». po su cui fino ad oggi si è andato esercitando solta nto l’occhio freddo dello scienziato alla ricerca di arcaismi linguisti ci. Assai vario è il conte nuto di 1 P. Crupi, La letteratura calabrese contemporanea, D’Anna, Messina-Firenze, 1972, p. queste favole nelle quali si riflette il nostro cuore antico e che sopravvivono 118 13

LETERSI’ Francesco Candreva: letterato e patriota spezzanese di Francesco Marchianò

a oltre un lustro si è concluso l’anno in modo particolare quella che attualmente col- pro di una fanciulla intenta ai lavori nei campi. Dde radiano de dicato al centenario de lla lega la chiesa parrocchiale con quella di S. M a- Il giorno successivo il Candreva inoltra scomparsa di Gerolamo De Rada (1814-1903), ria di Costantinopoli, chiamata allora Spasja - un’altra missiva al Ribotti chiedendo l’istitu- vate della lingua albanese, che nel corso de lla turi (il passeggio) perché i notabili del paese vi zione di una ronda armata per garantire l’ordine sua lunga e travagliata esistenza si de dicò ad recavano a fare rilassanti passeggiate e conver- pubblico ed “ovviare ai possibili disordini pres - un’instancabile attività politico-letteraria che sazioni .5 so le bettole de ’ venditori, da obbligarsi a far lo portò più volte ad intrattenere rapporti con Intanto gli avvenimenti politici de l 1848, nuovi provvedimenti per le truppe nazionali, gli intellettuali di Spezzano Albanese.1 con le conseguenti rivoluzioni, hanno il loro assistere allo smercio de lle carni e de lla neve Fin da giovane De Rada aveva legami con riflesso nella cittadina che il Comitato di Salu- per l’eq ua distribuzione …”12. cospiratori spezzanesi, infatti nella sua Auto - te Pubblica di Diamante individuerà come luo- Dopo una settimana il Ribotti risponde biologia egli narra di aver preso parte ad un ten- go di concentramento delle forze rivoluzionarie comprendendo le preoccupazioni del sindaco e tativo insurrezionale nel 1837 assieme ad alcu- e quindi uno dei campi di battaglia de lla Cala- lo invita a costituire un comitato al quale, ni di loro. Il moto fallì poiché alcuni di questi bria citeriore.6 però, ad eriranno soltanto “i Signori Magnoca - congiurati perirono nel colera che imperversava Per la sua posizione strategica nel paese, vallo, Rinaldi, Roviti , Nemoianni e Clero” 13. in quel periodo nel Regno.2 nella metà del mese di giugno 1848, giungono Alla fine del giugno 1848 gli avvenimenti Ma i legami fra De Rada e gli intellettuali reparti calabro-siculi del numero di oltre 2mila non volgono a favore della Rivoluzione cala- spezzanesi non erano solo di carattere politico volontari dotati di 18 pezzi di artiglieria cam- brese ed i suoi dirigenti allora invitano i sinda- ma anche culturale come si evince da lla corri- pale al comando del generale piemontese Igna- ci a fornire un’aliquota di Guardie Nazionali da 7 spondenza epistolare che egli scambiava con zio Ribotti . inviare al valico di Campotenese per contrasta- loro. I volontari bivaccano nel paese, ospiti di fa- re le truppe del Lanza e de l Busacca penetrati, Fra questi emerge la figura del dott. F rance- miglie o accampati con tende negli spiazzi in- rispettivamente da Rotonda e Sapri14. sco Candreva (1813-1872), una personalità fi- terni, e posizionano i cannoni nel Ponte del- Ai principi di luglio, fallita la Rivoluzione, nora poco nota del quale noi tenteremo di rico- l’Intavolato da cui dominano la Piana di Sibari i Borboni died ero inizio alla repressione ed ai struire e quindi de lineare, per la prima volta, la e le strad e che collegano la Calabria con Puglia processi che colpirono tutte le categorie socia- figura politica e culturale per farlo assurgere al e Basilicata, dove erano concentrate le truppe li. Si istruì anche il processo contro Francesco novero di coloro che hanno da to un contributo borboniche. Candreva al quale furono contestate le seguenti notevole alla cultura arbëreshe ed al Risorgi- Il sindaco Candreva, che aveva aderito senza imputazioni: “Di attentati ad oggetto di di - mento. esitazione alla Rivoluzione, si prodiga ad ap- struggere e ca mbiar e il Governo, ed eccitare gli Francesco Candreva nacque nel 1813 da provvigionare i volontari e nel contempo vuo- abitanti de l Regno ad armarsi contro l’Autorità Giovanni Andrea e Caterina Mortati, entrambi le evitare disagi e pericoli alla popolazione pre- rea le; per essersi riunito in Comitato, in mag - appartenenti a famiglie altolocate e benestanti. gando il generale Ribotti di istituire ronde ar- gio 1848 in Castrovillari, Saracena, Cassano, La madre era la figlia del “dottore di legge” D. mate, per il mantenimento dell’ordine pubbli- Amendolara, Santa Sofi a, San Demetrio, San - co, ed un Comitato di Salute Pubblica per af- Angelo Mortati (1771-1817), massone, rivolu- ta Domenica emettendo a somiglianza del Co - zionario filo-francese ed appaltatore della pol- frontare il problemi relativi al mantenimento mit ato centrale, disposizioni governative”.15 vere da sparo. delle forze irregolari presenti nel paese.8 Non sappiamo se il Tribunale lo condannò Terminati gli studi primari, come tutti i fi- Ma l’acume politico del Candreva ed il s uo al carcere ma di sicuro il Candreva venne desti- gli appartenenti alle famiglie abbienti del pae- fervore rivoluzionario si erano già manifestati tuito da lla carica di sindaco esercitando la pro- se, si recò a studiare presso il Collegio Italo- nel febbraio del 1848 quando, per evitare gravi fessione di medico. greco di S. Ad riano in S. Demetrio Corone do- dissidi fra la popolazione che parteggiava per Ma dopo circa un decennio nuovi eventi si ve, tenendo conto de lla data di nascita, fu com- gli esponenti delle solite famiglie locali, pro- preparano in Italia ed anche in questo piccolo pagno di studi di Gerolamo De Rada. pose in un’affollata assemblea come coman- lembo di terra che non era affatto avulso dalla Studi che entrambi poi proseguirono a Na- dante de lla Guardia Nazionale il giovane Vin- realtà politica e culturale nazionale ed interna- poli, capitale del Regno, in cui i due giovani a- cenzo Luci. 9 zionale. mici, Francesco e Gerolamo, si formeranno po- Preso totalmente da lla lotta il Candreva par- Nel luglio 1860 a Spezzano Albanese, Vin- liticamente e laurearono rispettivamente in me- tecipa alla compagna militare e politica in cor- cenzo Luci ed altri patrioti tornati da l carcere dicina e lettere. so procede ndo al disarmo de lle gendarmerie di borbonico disarmano la gendarmeria borbonica Francesco, ritornato a Spezzano Albanese, Cosenza, Santo Stefano di Rogliano, Paola, ed organizzano un comitato che de ve fornire i nel febbraio 1844 convola a nozze con la bene- Castrovillari, Carpanzano, Montalto Uffugo e stante D. Rachele Tarsia da lla quale ebbe le fi- Spezzano Albanese.10 nominativi de lla costituenda Guardia Naziona- glie Letterina Saurella Amalia (1853) e Letizia Nel frattempo i soldati borbonici, dopo aver le. Uno di questi è il medico Francesco Can- 16 Rosina Lucrezia (1856).3 occupato Castrovillari, tentano una sortita ver- dreva! Nel paese il Candreva si ded ica alla profes- so le alture di Spezzano Albanese all’alba del Il suo nominativo in seguito non comparirà sione medica ed all’attività politica diventando- 22 giugno ma, scoperti dalle sentinelle, vengo- più in comitati politici o cittadini, perché altri ne sindaco negli anni ’40. Durante la sua am- no respinti a colpi di cannone mentre le donne personaggi, imposti dal nuovo ordine, erano ministrazione il dott. Candreva provvede alla ed giovani de l paese accorrono coraggiosamen- apparsi sulla scena e che certamente non da va- costruzione del cimitero e, nel 1843, essendo te a dar manforte ai siciliani con spied i e forco- no più spazio alle vecchie generazioni pur an- insufficienti le sorgenti attorno il paese che si ni11. cora ricche di nobili ideali e di progetti! ingrandiva, faceva sistemare la fontana de lla L’euforia de lla vittoria nel campo di batta- Ma il nome di Francesco Candreva appare contrada Prato dotandolo di tetto e lavatoio.4 glia spezzanese, che impressionò allora tutta spesso nelle lettere che De Rada invia a d. Pao- Inoltre, nel 1847, il sindaco Candreva, “c he l’opinione pubblica del Regno, provocò il sac- lo e G. A. Nociti ed in cui traspaiono i senti- aveva tanto a cuore il bene de l paese”, si inte- cheggio della masseria de l Marchese Gallo e menti di stima ed affetto che il Vate nutriva per ressa a sistemare le strad e interne del paese ed scene di entusiasmo che sfociarono nello stu- continua a pag. 14 14 segue da pag. 13 STORIA il suo compagno di studi e di lotta.17 Ma il Candreva non era solo un medico ed un politi- Archivio della Parrocchia di San Nicolò di Mira di Mezzojuso co! In una serie di lettere, reperite dal prof. Ahmet Kon- Cartella n. III – Carpetta n° 1 – Fascicolo n° 3 do negli archivi statali di Tirana, risulta che il De Rada a- veva corrispondenza con tutti gli intellettuali arbëreshë. Trascrizione a cura di Giuseppina e Pietro Di Marco Mezzojuso Nell’elenco viene citato anche il nostro illustre com- Relazione del Rev. Papàs Andrea Figlia da Mezzojuso diretta al Rev.mo Papà s Paolo Parr ino, Ret- paesano che sembra essere stato il primo traduttore de l tore del Seminario Greco-Albanese di Palermo e Parroco della Parrocchia Greca della medesima Milosao come si evince da una sua lettera indirizzata al città, sugli albanesi stanziati si nell a Capit anata di Puglia. De Rada il 25 febbraio 1841: “ Carissimo amico […] Voi Scritta da Napol i il 12 giugno 176 4. mi ringraziate della mia soddisfacente traduzione delle vo - stre prime poesie albanesi de l Milosao, ed io di ricambio Napoli 12 giugno 176 4 nel quale anco vi regnò il Re Ferdinando I chia- ve ne rendo i miei debiti ringraziamenti del vost ro nobile mato i l Re Ferrante avendo os servato un diplo- gradimento. ….”18 R.mo Sig. re Sig. re e Pre.mo Golemmo ma concesso a Campomari nesi i n detto tempo, La lettera continua con una serie di considerazioni e che per brevità non lo trascrivo, volendolo apprezzamenti critici del Candreva sulle poesie de l Vate: In sequela de’ venerat i cenni di V.S. R.ma però, lo farò subit o coppiare ed autenti cato in più sue carte nelle quali mi comanda far ac- dalla Regia Camera gl’elo rimetterò. “In esse vi trovo molta fantasia poetica, nobile scopo di curate diligen ze della venuta di nostr e Colonie Nell’anno poi 1495 – 31 – di ott obre nell a liberi sentimenti patriotici, ed ingenuità di stile patetico Albanesi che in Capit anata di Puglia si rattro- Camera della Summaria vi si legge un privi le- originale. Ecco un esempio alla mia osservativa […] non vano stabil ite, e con ispec ialità di quelle, che gio concesso da Ferdinando II a sopradetti esistono nell a Provincia d i Lucera, cioè Chieu- Campomarinesi l a di cui copia si con serva ne l- vi è poeta al mondo, che non avesse toccato le fibre a - ti, Ururi, Portocann one, Campo marino , S. l’Archivio dell’Universi tà e principia del te- morose del cuore. Eppure, tranne i pochi grandi originali, Croce di Magli ore, San Paolo, Montecil fone, nor seguente: gli altri non hanno fatto e non fanno che essere pedisse - non essendomi stato permesso, prima di que- «Robe rtus Picciola de Neapoli Regiae Ca- sto tempo, per le gravi cure di mia carica usare merae Summariae ordinari us Scriba, et subti tu- qui schiavi ella imitazione. Ma voi nel primo ca nto di ogn i attenzione, non rispa rmiando ne fatiga, tus Magnif ici Regii Cons ervator is quaternio- Serafina scriveste de ll’innamoramento di una maniera o - ne denaro, mi è riuscit o solamente per ora ave- num dictae Regiae Camerae, quoniam perquisi- riginalissima; e quei che lo consider a bene, in quell’az - re le quì sottoscri tte notizie, quali in righetto tis dictis regist ris in registro int itulato quater- notate gl’e le rimetto con il suo Alunno D. Giu- nionum primo foli o 62 extat registratum privi - zurro fazzoletto ca gione prima dell’innamoramento vi tro - seppe Mandalà, in atto di quell’attenzione , che legium expeditum per Serenissimum quondam va quanto mai di bello, di de licato, di nuovo e di patetico fin da tenera mia età Le sono tenuto. Regem Ferdinandum II sub datum in felicibus si puote immaginare …”.19 Principiando di Chieuti, stà egli situato due cast ris ad Sarnum 30 ott obri s 1495 super vero miglia distante dalla Serra Capriola, e tre mi- …» mi riserbo anche rimetterLe la copia di det- Purtroppo, per mancanza di documenti e per la sua gli a dall’Adriatico, in pianura, e pe r ogni parte to privi legio, se a premura d’averLa. Esi stono prematura scomparsa avvenuta nel 1872, null’altro pos- aperto, gode la vista dell’Adriatico sudetto, ed anche privil egij per l’altre respett ive Coloni e siamo dire su questa limpida figura di intellettuale spez- altre Terre vici ne, d’aria perfetta: come sono, nell ’istessa maniera e nell ’istesso tempo, e si gl’altri luoghi da nostr i Albanesi abitati . Vie- rattrovano regist rate in Camera. zanese, sul dott. Francesco Candreva, che ha saputo fon- ne questo Paese circondato delle sue muraglia Al secondo, che mi ricerca, cioè se l e fami- dere in un unicum coerente la professione di medico, di a- sufficienti per guardarsi dalle scorrerie, che gli e vennero tutt’insieme, o alcuni prima, altri bile amministratore, di uomo politico, di combattente, di fanno i Turchi, nel mare Adriatico, e piene doppo. Non è da dubitare, che le famiglie non (n. d.r.: tiene) due Porte, una a mezzo giorno, e vennero tutte nell’istess o tempo, ma sicco me poeta e critico. l’altra a Settentrione; il suo territori o è frutti- venivano vessate dalla Tirannide inva si one de fero a produrre grano, ed’ogn’al tra sort e di bia- Turchi per la loro Provincia, così queste pi- ______da. Conservan o gl’abitatori lo spir ito di veri gli avano partito, e si risolvevano di darsi alla 1 Per avere un quadro dettagliato sull e relazioni fra De Rada e gli Albanesi ed in quanto allo rito sono stati del fuga raccogli endo per quanto di prezioso gli intell ettuali spezzansi si cons igli a di leggere tutti i numeri di nos tro rito Greco, ma ora pochissimi , che riusciva di poter seco loro condurre, e per que- “URI” dell’anno 2003 o coll egarsi con il sit o www.arbit alia.it l’osservano al numero d’anime 300. E quantun- sto abbiamo famigl ie, che furono le prime quì 2 G. De Rada, Autobi ologia, I periodo, pag, 22, Cosenza, que da me si fosse usata ogni attenzione per po- giunte nell’anno14 68, come quelli di Chieuti , 1898. terli mantenere nell’antico costume; pur tutta Ururi, Portocan none, Campomarino, S. Croce volt a non mi è riuscit o doppo tante liti distur- di Magli ano, e ciò si rileva, e dalle capit ola- 3 Archivio parrocchial e dei SS. Pietro e Paolo in Spezzano Al- bi, e d’omicidij per la malissima condott a de zioni da loro fatte, e dai privilegij a loro con- banese (Cs). 4 nos tri Preti, che di mantenere injus nell a Chie- cessi. A. Serra, Spezzano Albanese nelle vicend e sue e dell’Italia sa col titol o d’Arcipret e; essendovisi però in- Altre famigl ie vennero nell ’anno 1583. (147 0-1945) , Spezzano Albanese 1987. trusi i Latini da 20 anni a questa parte, ivi am- Tale fu la famigli a dei Sassi, che oggi mi si as- 5 G. A. Nocit i, Platea, 186 0, ms. inedito. ministrano li loro Sagramenti. sicura dagl’Officiali del mio Regimento con vi- 6 Documenti storici riguardanti l’insurrezione calabra preceduti In quanto all’anno dell ’arrivo di quest a Co- cini alla Terra dei Sassi nella Provincia di Ci- dalla storia degli avvenimenti di Napoli del 15 maggio, Stab. loni a non mi è ri uscito d’appurare propriamen- marra presso ai monti Acroceraunij, che si ri- Tip. Dell’Araldo, Napoli 1849. te il tempo de primi abitator i stante molte cordano anche in quel luogo il tempo della fu- 7 Ibid em, pag. 543. Il dato è desunto da una lettera mutila di G. scritture anti chissi me che si rattrovano nel- ga de loro Compatriotti essendosi fatti capi l’Archivi o di questa Universit à furono date alle delle famigl ie fuggi asche Giorgio Sasso, e A. Nociti al suo amico spezzanese Alessandro Nemoianni di fiamme per l’incuria e la poco cogn izione de Mercurio Sass o, che vivea no in quel tempo, ed Francavilla. 8 Cancellieri pro tempore, che le conse rvavano; ora si conservan o detti nomi de Progen itori Ibid em, pag. 320 ma però fondatamente bisogna dire che foss e nell e persone di mio Zio, e mio Socero l’uno 9 G. A. Nocit i, op. cit. stata n ell’anno 1468 e ciò si ricava, come Pao- col nome di Giorgio, e l’altro di Mercurio, ol- 10 Giuseppe Carlo Si cil iano, Gli Arbërshë per lItalia , in lo II fù Papa dall’anno 1464 fin’al 147 0. In u- trediche anche li loro stabil i si rattrovano pos- “URI”, organo del Bashkim Kulturor Arbëresh di Spezzano Al- na sua lettera a Filippo Duca di Borgogna, si seduti dalla gente di loro fazione , avendo per la banese (Cs), A. III, n° 1, nuova serie, Gennaio- Febbraio 1999 . legge presso il Cardinal di Pavia Epistola 163, mancanza di questi rest ato desolato con poche 11 F. Cas siani - L. Cucci, Gli Spezz anesi ne la Rivoluzi one «Albane nses partim, regi gladio sunt, partim famigli e il sudetto Paese dei Sassi se bene col- Italiana, Castrovil lari, 1907, pag. 7. in miseram servitutem abducti ; oppidaque ante l’andar del tempo si è popolato ma però la 12 Documenti storici… , pag.234. hac pro nob is Turcarum substi nuerunt impetus, maggior parte da Maumettani essendosi quasi indit ione eorum venerunt, vi cinae gentes, quae persa l’idea del Cristi anesimo; vi sono soldati 13 Ibidem, pag. 461. 14 Adriaticum mare attingunt, propinquo metu ex- del Regim ento di detto luogo che per tradizio- Ibidem, pag. 363. Il comandante della GN Luci era impegna- territae tremunt, ubique meror, ubique luctus, u- ne mi anno di ciò ben infor mato. Quest a fami- to in Sila mentre il sott ocapo rimasto nel paese era G. Luci che bique mors, et capti vit as ante oculos sunt. Au- gli a nel suo arrivo si è divisa porzione con il partì per Campotenese con 37 volontari . dire miserum est quanta omni um rerum si t con- Mercurio, e Giorgio, si è stabil ita in Chieuti , 15 G. C. Sic ili ano, op. cit. turbatio, lacrimabil e inspicere navigia fugien- altri in Portocannone . Nell’anno 1680 capitò 16 G. A. Noci ti, op. cit. tium, ad Italos portus appellare, familias quo- nell ’Adriatico la famiglia di Giorgio di nazio- 17 Ibi dem. que Egentes pulisas sedibus suis pass im sedere ne Greca fuggit a dal braccio di Maina guidata 18 Cfr. Ahmet Kondo, Aspekte të lëvizj es kombëtar e, Shte- per littora manus que in totum tendentes la- da due Sacerdoti Giorgio, e Macario Sevastò, e pia botuese “8 Nëntori”, Tirana, 1988; Michel angel o La Lu - mentati onibus cuncta implere». perchè non vi era rito Greco in altre Coloni e na, : il vate albanese, in “Zjarri- Rivist a di Maggior mente mi vado a persuadere, che fosse st ato in detto tempo l’arrivo de nostr i continua a pag. 15 cultura albanese”, Anno XXIX, n° 38, pag. 63 e seg. 15 segue da pag. 14 termini, ma cons ervano la Chies a Greca con tutte le sue sacre supellettili dedicata alla solo chè nell a nos tra di Chieuti in questa da SS.ma Croce, e si celebrano di precetto le due La Chiesa matrice di Monsi gnor Ferdinando a Picell a fu stabil ita festivi tà della S. Croce tanto de 3 di Maggio detta famigl ia. per l’Invenz ione, quanto de 14 di Settembre S. Maria Assunta in Civita Qui mi si presenta occasione di rapport arLe per l’Esaltazione. -Nuova ed ulteriore ipotes i di datazione- come la maggior parte delle famigl ie venne ro Vi è inol tre Campomari no; che li primi a- dalli cantoni dell’Epiro adiacenti ai monti A- bitatori furono condott i da un Cavaliere Coro- di Vincenzo Bruno croceraunij dove la Provi ncia di Cimarra è neo Dimitri Mega Duca e questi doppo la sor- compresa , st ante dalla medesima si rattrovano presa di Cost antinopo li, per mantenere la Re- spopo lati li Paesi, come del Paese de Golemmi ligione con quante famigl ie gli riuscì racco- nche a Civit a dai profughi albanesi furono edificati ex venne questa famigli a Golemmo, che ogg i si gliere, venne in Napoli ed al Re di casa d’Ara- novo edifici religi osi oppure furono restau rati i prece- rattrova in Chieuti, anzi chè questa famigl ia è A gona, che in quel tempo regnava gli fu beni- denti già esistenti , qualora ve ne foss ero stati da essi rin- st ata contradisti nta per li privil egij avuti per il gnamente concesso Campomarino, che dal su- venuti. valor e di due Capit ani addetti al servizio di que- detto Signor di Mega dati li primi edificij fa- st a Corona, e conse rvano le Patenti, e privile- Si è più volt e dibattuto sull’epoca della edificazione della bricò detto l uogo in f orma di Castell o, come si nostr a Chiesa, dedicata a S. Maria Assunta. gij li loro successori in Chieuti. osserva che poi per la venuta delle forzze Otto- Già altre volte, casualmente così come la r icerca permette, Dal Paese de Figli ati, così chiamato, che mane avendo di fatto Otranto, Brindisi, ed altri oggi si vede spopolato da qualche era nel 1400 luoghi della Puglia al lido dell’Adriati co, non si amo riusciti a scoprire uno o più dati i quali indiretta- essendo stato un paese grandiss imo, e di no- essendo lui sicuro in detto Castell o, che sta si- mente ci hanno illuminato e ci hanno suffragato ulteriori biltà che sempre ha prodott o, e produce all’Al- tuato sopra un pendìo che per Occidente cave ipotes i. bania buona, e bellicosa Gioventù, lo chè da- (cade) nel luogo, dove entra il Biferno nel ma- Oggi possiamo arrisch iare l’affermazione che la costru- gl’Officiali del Regimento a lor o confi nanti vi re Adriatico; come pure da Settentr ione hà un zione della Chiesa matrice è da riport are nella seconda si attesta. Ne venne dunque la detta famigli a altro pendìo, che cade al lido del mare, onde per metà del secolo XVI. oggi di Figli a, che la maggior part e di loro si è isfuggir e da ogni pericolo, che ma i potess e es- Essa presentand o nel suo aspett o int erno definit ivo vari e st abilita in Mezzojuso, porzione nell a Piana, sere per le scorrerie de Turchi lasciate le fami- ed altri anche in Puglia. Così dal luogo dei Cuc- appariscenti elementi barocchi, è stata da sempre datata glie in abandono n el Castel lo pensò di pas sare nell a seconda metà del seicento; ciò anche perché non si e- ci che si vede anche questo spopo lato ebbe o- in Venezia luogo più si curo per la sua persona ; rano mai avute in posse sso prove documentali, che atte- rigi ne la nost ra de Cucci bastantemente gr ande ma appena giunto in Ancona, che aggr avato da e diramata in più Paesi in Sici lia; e nel mio Re- male finì di vivere; cosicc hè le famigl ie Coro- st assero delle date precise. gimento in quantità vi si recluta in detto Paese, nee restate vedove per la morte del loro Duce ri- Ultimamente è stato recuperato dall’archivio di Stato di onde è che vi sono molt i Cucci. corsero alla protezione del Sovr ano, dalla qua- Castrovillari un documento di notevole import anza, che a- Nell’anno 1743 dalla Terra di Pichierni le ott ennero molti privil egij, che anche adesso pre un nuovo squarcio sulla stor ia anti ca e segreta di Santa Provincia di Cimarra per forte attacco avuto conse rvano, e ne ànno prodotti documenti, in Maria Assunta in Civi ta. coi conf inan ti Golemmi, e Borsci un tempo Regia Camera per mantenere li loro jussi, ed Crist iani oggi però ridott i la maggior parte di infat ti li riuscì guadagnare la gran lite di loro loro al Maumettismo, furono costr etti li Pi- tenenza col loro Barone e con quest a recupera- chier ni doppo sa nguinose , e lunghe zuffe fra di Il documento si trova registrato qui avanti . rono molte difese all’Università spet tant i. Esso redatto a Cassano il 19 marzo 1573 ricorda che loro per i monti Acrocerauni finalmente perchè Passò questo feudo poi in persona di Andrea di “Giorgio Bizz a sindaco di Civi ta, Giorgio Belluscio di di minor numero, e quelli di più forzze darsi al- Capua per concessione fatta dal Re Ferrante cuni in fuga, ed altri nelli cont igui Paesi di Lu- nell’anno 1495 in ricompe nza di fedeltà a ca- Lazzaro, Iallo Belluscio, Dimit rio e Rev. Pietro Blumett i, rovo , e Cimarra rifuggiarsi Li primi appr odaro- gione della ribell ione del Conte Cola di Mon- cappellano della Chiesa di San Salvator e, Ciriaco e Ion no in Brindisi, dove compit a la loro cont uma- tagano, e con esso di casa Calenda, e di molti Buono tutti del Casale di Civi ta, fanno quietanza a favore cia furono dalla Maestà del Re benignamen te altri feudi appart enenti al detto Cont ado di di Giorgio di Dimitri Belluscio, per i legati del fu Giovan - accolti, ed ordinati tre Officiali del nost ro Re- Montaga no. Il Capocelatr o è ed’il Sumonte ni Belluscio e in particolare per il legato riguardante la co - gimento, cioè due Capitani D. Costanti n Blas- ampiamente ne parlano su quest o particolar e. st ruzione di una cappella situata presso la Chiesa di Santa si , e D. Pati Gini, una con l’Aggiutante Mag- Nell’anno 1641 fu venduto ad Orazio Marullo Maria del suddetto casale”. giore di quel tempo Capitan D. Demetrio di Mi- di nobil issima famigli a della Città di Barletta cheli , dalla fede de quali è buona cond otta ne a- Deduciamo che, se si desiderava costruire una cappell a nel- col titolo di Marchesato, ed è registr ato nella la Chiesa di Santa Maria, …o l’edificio suddetto era in co- veva la Corte bastanti prove, da questi dunque situazione del Regno dell’anno 166 9. Ora però st ruzione, …o era stato solt anto da poco tempo già edifi- furono condott i per li feudi, e di loro piacere i Marulli ànno il solo titolo di Marchesi, e di scelsero il luogo detto la Badessa membro del- essa Terra ne tiene la Signori a il Sig. Duca di cato. la Terra di Pianella, ed ivi proveduti di bestia- casa Calenda trasferita a lui col titol o di com- Propendiamo per la prima ipotesi. mi, st rumenti Rurali, e tutt’altro necessario a pra da 40 in circa anni da questa parte. Probabil mente, nel 1573, i lavo ri erano in corso : per- fabricare case, e coltivare terreni. Eresse, e Vi sono molte altre Coloni e di Coronei in tanto tale richiesta era piename nte ammiss ibil e. dotò il Re la Chiesa in cui dovessero profess a- Puglia, che per brevità li tralascio riserbando- L’essere stato il testo redatto o registr ato a Cassano pote- re il rito Greco senza punto essere moles tati mi con miglior tempo darLe altre notizie. dai Vescovi pro tempore, so tto la cura de Sacer- va signif icare che “l’operazione” avveniva sotto il con- Con sommo nost ro dolore, ed afflizione è trollo almeno giurisdiziona le del Vescovo locale, da cui al- doti da loro condotti D. Macario Nica, D. De- giunta qui nell e mani del nostr o Sig. Marescial metrio Atanasi, D. Giuani Nica, D. Spiridione lora dipendeva la parrocchia di Civit a, pur avendo essa Carafà Coronell o del Regimento l’opera del- piena autono mia nell’espletamento del rito greco. d’Andrea, D. Micheli Spiro d’Andrea; e fra que- l’Abbate D. Pompi lio Rodotà, ma sicco me il st i fu prescelto il Padre D. Macario Nica Basi- medesimo non ave avuto i dea d’illustrare la na- Nel documento in ogg etto si registr a ancora la presenza liano, al quale datali la cura di Paroco continua zione, ma per suoi privati fini da pertutto op- del Sindaco : ciò potr ebbe avvalorare ancora di più che sia- tuttavia con zelo, ed amore a coltivare il pic- primerla e trombettarla, così non poc o scanda- mo in presenza della costruzione della Chiesa di Santa Ma- colo grege alla sua cura commess o. Qui è da no- lo, e rancore nell ’animo di tutta la nazione ave ria, un edificio grande e decoroso, il quale era finalizzato tarsi, che non piccola ammirazione e divozio- dato, e qual Giuda ave tradito la nazione per l’a- all’utilità pubblica e doveva servire all’intera popolazio- ne anno concepit o quei convicini Paesi osser- vidità di rapportar guiderdoni di pensi oni e be- ne di Civit a, che di una simile st ruttura era priva, essendo- vando dei prodigij grandi che da una Immagine nemerenze dalla Corte di Roma che Egli serve: ci allora in loco solamen te alcune cappell e. della Vergine S.S.ma detta di Cremevova da lo- ma è costume di questa nazione di Calabria ro condotta con somma venerazione, e rispet- Sempre nell o stesso documento si ricorda la presenza tra i vantar e lo spir ito di cont radizione per l’odio, relator i della richiesta del reverendo Pietro Blumetti, cap- to servendogli di guida alla loro intrapresa fu- che int ernamente conservano al rito Greco pell ano della Chiesa di San Salvatore. ga. Vi ci concorrono a foll a a visitare questa danno in gravissimi errori; così molt i Preti, Venerabile Immagine, e invasati da Spiriti Ma- che capit ano qui in quest a dominante con non Pure questo dato è fondamentale : abbiamo la certezza che ligni , e soopij , e da ogni male afflitti, quali poca ammirazione non dei Greci, che dei Lati- l’anti co edificio dell’Abbazia basil iana alla fine del mille- con fiducia invoca to il Santi ssimo Nome di ni istessi sparl ando per il rito s’ affolano per le cinquecento era ancora in uso e fisicame nte in piedi. Pro- Maria restano contenti , e cumulati di grazie, e Chiese per la paga di un miserabile carlino ce- babil mente quest a era retta da tal “reverendo Pietro Blu- favori ritornano sani, e salvi contenti nell e lo- lebrano la loro Messa col cerimoniale e vestir metti”, cognome che si ritrova anche in altri paesi italo- ro case. alla Latina, materia alla Greca, ed or con l’uno, albanesi. Se poi costui, in qualità di cappellano di San Sal- Al terzo che mi ricerca cioè se coi nos tri vi ed or con l’altro, si lasciano di fare una mesco- vator e, assicurava la sua presenza come autorità religiosa, furono de Greci Levantini Cor onei. Egli è mol- lanza di riti mettendo, quasi, in riddicolo la se- to certo, che con lor o o prima, o doppo vi ve n- unita all’autorità civil e de Sindaco e ad altri cittadini civi- rietà de nost ri sagri riti. Lo stess o ancora tesi, significa a maggior ragione che la Chiesa di Santa nero dei Coronei, e tali sono s tati quelli che fu- ad’insinuazion del suo suggetto, un villaggio, Maria era appunto in costr uzione ed i lavo ri erano in cor- rono ad abitare S. Croce di Magli ano osse rvan- pochi anni son o, tediati dal soave, e sacro gio- dosi dall’esenzione di gabell e che ancora go- go di nos tro rito lasciate le ormi de loro pro- so e che la stessa non era attiva per il culto. In caso con- dono come Coronei contutt ochè vi è in detto genit ori fecero la maggior parte lo scelerato trario sarebbe st ato coinvolt o il reggente della stessa luogo affatto perduta la memoria di Grecismo e Chiesa, per cui era stata prodott a la richiesta in questi one. d’Albanese, solo vi sono rimasti alcuni pochi continua a pag. 16 16 segue da pag. 15 silio Stassi e da D. Melchiorre Masi. to ridetto, di cui allora e Cappellano, ne ottenne in sua perso- na la grazia reale. transit o, con l’idea di perdersi la memoria del Greci- Annotazioni manoscritte presenti nella carpetta a cura di Ma poco dopo il medesimo essendo morto, li pianoti si ma- smo. Ma venendo in Napoli li più zelanti di loro con Papàs Lorenzo Perniciaro. neggiarono per via del di loro Tenente D. Antonio Manzoni, quelle tremende parole in bocca «exurge Domine, et ed ottennero che il loro papotto papàs Giorgio Stassi fusse judica causam nos tram» ricorse ro al Trono del nos tro • Il Rev. Papàs Paolo Maria Parrino, nacque a Palazzo A- prescelto per primo greco Vescovo delli albanesi Colonie di Sovrano, e fu ordinato per la Segreteria dello Stato driano (Palermo) il 25-I-1710. Fu diretto negli studi e nel- Sicilia, né convenne alle altre colonie opporsi per non arena- Ecclesiastico, che subit o avessero ripigl iato il rito la formazione spirituale del P. Giorgio Guzzetta, che poi re la fondazione del medemo Vescovado». Greco, e che li due Preti disturbator i subito esi liati lo nominò Rettore del Seminario da lui fondato. Egli fu il dal Regno, come eseguì. 1° Rettore del Seminario che resse dal 1746 al 1765 coa- 7. L’Arciprete Papàs Francesco Cuccia-Figlia, congiunto del L’istes so Abbate Rodotà, che con la bolla del ’42 diuvato da D. Basilio Stassi di Piana e da D. Melchiorre rev. Papàs Andrea Figlia, nel Registro dei Defunti di que- [n.d.r.: Boll a di S.S. Benedetto XV 1742] etsi pas to- Masi da Mezzojuso. sta Madrice (1727-1820) volle annotarne la morte per per- ralis tentò di int rodurre pregiudizij, che poi non eb- Il Parrino fu un prezioso collaboratore del P.G.Guzzetta a- petuare la memoria di uno che si era reso tanto benemeri- be effetto per il Regio ass enso, che il Re non ha vo- gli inizi della vita dello stesso Seminario. to delle nostre Colonie. Trascrivo per intero quanto in det- luto concedere; ritorna ora in Catedra, e con la sua I- Scrisse in latino un’opera, rimasta inedita, dal titolo “De to registro si legge a pagg. 293-294: st oria del rito Greco in Italia procura maggiorm ente Perpetua Ecclesiae Albanenses consensione cum Roma- «Die vigesima prima augusti millesimo septingentesimo adulare la Corte di Roma per li suoi privati fini, ma nam, che trovasi presso il Seminario Greco di Sicilia. octuagesimo primo-1781 non essendo stata accettata la sua opera anzi con Morì il 3-V-1765. (Cfr. Prof. P. Petrotta Gaetano «Popolo Reverendissimus Sacerdos D. Andrea de Figlia et Saraci- qualche impegno da Offiziali del nostr o Regimento Lingua e Letteratura Albanese» p. 475 – 476). no huius Terrae Dimidi jhussi aetatis suae annorum quin- vi si rispo ndè facendo conos cere palpabil mente le • Giuseppe Mandalà di Giorgio e di Laura Filippi battezza- ginta unius circiter dum post exacta Cappellania tot anno- sue impo st ure, cosi chè ne lo partecipo a V.S. to il 10 febb. 1742 (Cfr. Reg. Batt. Foglio 53 bis n. 501) rum in Exercitu Realis Macedoni Albanensis Neapoli de- Rev.ma per la venerazione che Le conservo, acciò sposò con Da Angela Milazzo di Giuseppe Antonio e di gent officii Parochi feliciter fungebat in Ecclesia Graeco- dovendo dar alla luce la sua Istoria, che è desi derata Susanna Masi il 30-I-1772. rum eiusdem Urbis; ac nam Deo in com. S.M.E. reddidit. con molto piacere, procuri prima di darmi qualche • Papàs Giuseppe Mandalà – Cappellano della Madrice S. Cadaver vero suum tumulatum fuit in eadem Ecclesia not izia del suo assunto, e delle sue not izie, perchè Demetrio di Piana (Cfr. Reg. Batt. 29-7-1772 pag. 289). Graeca die vigesima secunda eiusdem augusti. camini cons one con queste sopra ed io in rispos ta le • Papàs (Nicola Luca Rosario) di Francesco Is mimosinon eonion – (indi segue in italiano) «Costui fu communiche rò con Capitan Dandalo acciochè im- e Maria Schirò (battezzato dal Parroco Francesco Guzzet- alunno del Seminario albanese di Palermo, Cappellano del prest ate l’acque l’uno all’altro riuscirà di più gradi- ta il 27-3-1727 (Cfr. Rg. Batt. – Madrice Piana foglio Reggimento Real Macedone, e Parroco della Chiesa Gre- mento alla pubbli ca aspettazione; così si amo rima- 128). (Dott. in S. Theologia dell’Oratorio dei PP. Filippi- ca di Napoli, mentre a favore della Nazione greca cercava st i d’accordo col sudetto Capitan Dandalo, che si rat- ni di Piana). Morto il 17 luglio 1781 (foglio 86) a 54 anni la situazione di Vescovo greco albanese. Dopo tanti anni trova aver raccolta gran materia sull ’istesso ass unto circa – sepolto nella Chiesa di S. Giorgio. Successe al- di sua fatica senza che avesse avuto la sorte di vedere que- dell’Istor ia dell’Albani a, e loro origine. Se farà l’Arciprete Papàs Giorgio Stassi (Cfr. Rg. Batt. Del 6-I- sto nuovo Vescovado Greco per cui più volte parlò con il menzione nell a sua Storia del Regimento e del suo 1764 foglio 153). P. G. Stassi fu Rettore del Seminario, sovrano Re nostro, e Regina nostra Sovrana – morì con valor e in occasione dell’ultima Campagna di Veletri Parroco della Parrocchia di Palermo e quindi Vescovo Or- pleurite, costui fu amico di tutti i nostri albanesi di Sicilia. (n.d.r.: 11.08. 1744), anche me lo accenni, che li dinante. Fu parroco in Chieuti, dove vi è suo fratello Dn. Mercurio manderò distint a, e veridica relazione , lo chè non à Figlia-». fatto il Rodotà dando lode solamente alli due Greci Cartella XXI – Carpetta 2 – Fascicolo 1 Sezione I° - N° 2° - Corafà lasciando in si lenzio il valor e de nostr i Alba- 8. Il Figlia da Napoli il 12 giugno 1764 inviava al Rev.mo nesi; moti vo per cui strepitano , e da loro pot remo, Papàs Paolo Parrino, Rettore del Seminario Greco di Pa- Papàs Andrea Figlia – Parroco – anche avere l’aggiuto di Costa per la spesa della lermo (1746 – 1765) e Parroco della Parrocchia Greca S. st ampa, essendosi con me buona parte dei nos tri e- Nicolò della stessa Città una relazione sugli albanesi stan- 1. Il Rev. Papàs Andrea Figlia fu Carmelo e fu Saracino Lu- si biti. Quest e infine sono le noti zie, che per adesso ziatisi nella Capitanata di Puglia, di cui in questo archivio crezia, nato in Mezzojuso il 25 ottobre 1731, venne bat- mi è riuscito rimetterle riserbandomi dell ’altre e pre- parrocchiale esiste l’originale (cfr. Arch. Par. Cartella n° tezzato in questa Madrice di S. Nicolò il 27 ottobre 1731 III Carpet. I – Fasc. 3). gandola di voler compatire la tardanza, come anche e gli furono posti i nomi: Salvatore, Andrea, Michelange- la libertà m’ò preso nell ’accennarle quest’ultimo Ca- lo, Maria. L’Arciprete pitol o raccomandandole caldamente il Giovane esi- Padrino fu il rev.mo Arciprete Nicolò Figlia, suo congiun- Arcip. Papàs Lorenzo Perniciaro bitore D. Giuseppe Mandalà, il medesi mo per lo spa- to (cfr. Registro Battesimi 27 ott. 1731 fog. 140)1. zio di due mesi che à con meco abitato, non à man- ______cato cont inuamente all’applicazione sì di Lingua la- 2. Fu alunno del nostro Seminario Greco-albanese di Paler- 1 L’Arciprete Nicolò Figlia fu anch’egli a Chieuti dal 1721 al tina, come di Lingua Greca come anche con buona e- mo, che il 30 novembre 1734, pochi anni dopo la sua na- 1727 nella qualità di Economo Spirituale prima e di Arcipre- dificazione alla frequenza dei Sacramenti per ogni scita, fu fondato dall’Apostolo delle nostre Colonie, Padre te dopo (cfr. Cronologia degli Arcipreti di questa Colonia). otto gior ni a segn o tale che si ave guadagnato l’af- Giorgio Guzzetta. È da credersi che il Figlia sia stato sot- fetto di tutti; ed io se foss i certo del piacere dei suoi to il Rettorato dello stesso Padre Giorgio Guzzetta. 2 Cfr. Rivista «Roma e l’Oriente» - Anno II – 25 febbraio Parenti l’avrei trattenuto meco per mio soll ievo , La 1912 – n° 16 a pag. 252 – Articolo del Prof. Gaetano Petrotta prego dunque guardarlo con il suo occhio benigno e 3. Fu Parroco in Chièuti, colonia albanese della Capitanata della Colonia di Piana dei Greci. prevenendoLa di non far mai memoria col Signor (Foggia), successore dell’Arciprete Nicolò Figlia2. Ivi vis- 3 Cfr. Rodotà «Dell’Origine e progresso …», Lib. III, Cap. II, Merescialli di quanto da me viene avvisato, col bac- se pure col fratello Dn. Mercurio Figlia. pag. 38 e segg. e Opuscolo di A. Lek – «Cenno storico dei ser- cio delle sacre mani salutando il Signor D. Basilio, vizi militari prestati nel Regno delle due Sicilie dai greci, e- P. Luca, e mio Coggino D. Melchiore, così anche 4. Fu Parroco della Chiesa Parrocchiale Greca S. Pietro e piroti, albanesi e macedoni in epoche diverse» – Corfù 1843. tutti li suoi Allunni rest o, Paolo di Napoli. 4 Il Vescovado Greco di Sicilia fu istituito con Bolla del 6 di V.S. R.ma febbraio 1784 da S.S. Pio VI°. Napoli lì 12 Giugno 176 4 5. Fu ancora Cappellano, per lo spazio di molti anni, del 5 Mons. G. Schirò, nativo da Piana dei Greci, era monaco ba- Real Reggimento Macedone3 a Napoli; amico poi di tutti i siliano di questo Monastero di S. Maria di Tutte le Grazie, nel P.S. vi saranno degl’errori, compatirà alla poco nostri albanesi di Sicilia. Cercò molto insistentemente di 1716 fu Missionario nella Cimarra (albania meridionale) e nel avvertenza, e cognizi one del segretario, e le b. l. M. persuadere i Sovrani del Regno delle due Sicilie a che ve- 1736 fu consacrato Arcivescovo di Durazzo. [N.d.R.: le bacio le Mani] nisse istituito il Vescovado Greco per i Siculo-albanesi, 6 Il Sig. Conte Stratti Ghica era un potente signore e ricco a- ma non ebbe tale contentezza essendo egli cessato di vi- bitante dello Epiro (Albania Meridionale) (cfr. Opuscolo A. Umiliss imo Devotissimo vere in Napoli il 21 agosto 1781 all’età di anni 514. Lek a pag. 15 e Rodotà l.c. pag. 38 3 segg.). Egli fu Tenente ed Obbedienti ssimo Servitore Vostro Morì di pleurite ed il suo cadavere fu tumulato nella Par- Colonnello e poi Tenente Generale nel 1784 del Real Reggi- Andrea de Figli a rocchia greca di Napoli il 22 agosto 1781. mento Macedone, che nel 1734 venne ideato da Carlo di Bor- bone di Napoli, poi Carlo III° - Re delle due Sicilie, e nel 6. Nel noto manoscritto del rev. Papàs Nicolò Chetta (1740 1735 venne effettuato il Reclutamento a mezzo del Conte Annotazioni presenti nella carpetta (formata da un foglio uso – 1803) da Contessa Entellina, Rettore del Seminario Gre- Stratti con elementi presi dalla bassa Albania. Allo stesso bollo,) scritte con macchina da scrivere, a cura di Papàs Lo- co di Palermo, al foglio 199 – I° facciata, così leggiamo: Stratti successe il Sig. Giorgio Carafà, greco dell’isola di Ce- renzo Perniciaro. «Il medesimo (Mons. Giuseppe Schirò da Piana dei Gre- falonia, educato e domiciliato in Venezia ed impiegato al ser- ci5 essendo stato diciotto anni in Albania insinuò al Sig. vizio militare di quella Repubblica. Fu questi Colonnello e • D. Baslio Stassi, fratello di Mons. Giorgio Stassi, il quale Strati Ghica6 e al Sig. Pani7 di fondar il suddetto Reggi- poi nel 1775 Tenente Generale del medesimo Reggimento allora era Vice-Rettore del nostro Seminario Greco di Pa- mento, il quale per avere sparso prodamente il suo sangue Macedone (A. Lek l.c. pag. 17). lermo (Cfr. Manoscritto del Chetta foglio foglio n. 207 – nella guerra di Velletri8, fu la vera ragione per cui il Re 7 Cfr. Rodotà l.c. pag. 38 – Egli a sue spese formò una Com- 2^ facciata). Carlo9 fondò questo Seminario10 ed il di lui figlio Ferdi- pagnia di detto Reggimento. • D. Melchiorre Masi, zio pure dell’Arcip. Francesco Cuc- nando11 vi ha aggionto il greco Vescovado, proposto ed ot- 8 Detto Reggimento si distinse e si coronò di gloria nella bat- cia, il quale fu Economo Spirituale di questa Arcipretura tenuto dall’altrove mensionato Mezziosaro parroco Dn. taglia di Velletri – 10 agosto 1744 – sotto Carlo III° contro gli dal 18 novembre 1769 al 10 maggio 1775 in sede vacante Andrea Figlia, il quale più volte aveva scritto alle nostre Austriaci (Cfr. Rodotà l.c. pag. 39-45 e A. Lek l.c. pag. 19-20 dopo la morte dell’Arciprete Nicolò Figlia. Il medesimo Colonie d’avanzarsi una comune supplica al sovrano per e Cesare Cantù «Storia Universale» tomo X° pag. 403). Cfr. Masi fu anche Padre Ministro del nostro Seminario nello ottenere il medesimo Vescovado; non essendosi sempre anche G. Bennici «Un primo libro per mio figlio» pag. 16-17. stesso periodo di D. Basilio Stassi. (Cfr. Chetta, idem). approntate l’altre, sempre si era negata la Piana. 9 Carlo III°. • D. Paolo Parrino della Colonia di Palazzo Adriano fu Ret- Egli tuttavia facendo presente a S. M. li vantaggi provenuti al- 10 Nell’anno 1734 e poscia dotò di cospicua rendita. tore del Seminario dal 1746 al 1765 coadiuvato da D. Ba- la Corona ed al Regno dalle nostre Colonie e dal Reggimen- 11 Ferdinando IV°. 17

ARBERIA

VINCE LA CANZONE “ISHE NJË HERË - C’ERI UNA VOLTA”, CANTATA DA PINO CACOZZA, ERNESTO IANNUZZI E JESSICA NOVELLO

kartë ka Xhermania. A pari merito le canzoni ti, in rappresentanza di diverse località dell’Arbë- Vjersh e Ni, ni, ni di Monia Pelilli. Un tocco di ria. Dodici, invece, le canzoni che si sono conte- classe alla manifestazione di quest’anno è stato se la vittoria finale. A fare da cornice allo spetta- offerto da ll’ esibizione de l gruppo folk di Frasci- colo, organizzato dalla locale Amministrazione neto, ospite della rassegna canora. La serata fina- comunale e dall’Associazione Festival, lo storico le è stata preceduta da una serata di selezione, scenario della Chiesa e de l Collegio di Sant’A- svoltasi ad Acquaformosa al cospetto del pubbli- dr iano. co delle grandi occasioni. Venti i motivi pervenu- Gennaro De Cicco

S an Demetrio Corone - Pino Cacozza, Er- nesto Iannuzzi e Jessica Novello sono i vincitori della XXVII ed izione del Festival della Canzone Arbëreshe. I tre cantanti, provenienti da tre loca- lità diverse dell’Arbëria: San Demetrio Corone, Firmo e San Martino di Finita, hanno portato al successo la canzone “Ishe një herë” – C’eri una volta, scritta da Demetrio Luzzi e dallo stesso Pi- no Cacozza.. Un lamento straziante di un padr e che ha perso il proprio figlio. Una struggente me- lodia impreziosita da una rassicurante voce fuori campo che si leva sulle note del canto funebre Tek jam i thell … del poeta di San Giorgio Albanese. Al secondo posto Një mot i vjeter – Un t empo antico, cantata dalla bravissi- ma Maria Antonietta Marcovicchio. Al terzo po- sto, ex – aequo, Vjersh di Cosimo, Francesco, Damiano Scaravaglione ed Emiliana Oriolo e Spirti i Jetes – Lo spirito della vita di Letizia Ai- ta e Egert Pano. Il premio della critica, istituito per ricordare l’Avv. Giuseppe D’Amico, ideatore del Festival, è stato attribuito allo stesso motivo di Maria Antonietta Marcovicchio. Alla cantante di Spezzano Albanese è andato un quadro del pit- tore Vincenzo Aurelio. Ex – aequo anche per il premio della musica messo a disposizione dalla famiglia Baffa di Santa Sofia d’ Epiro per ricorda- re il compianto Antonio Baffa, autore de lla melo- dia della prima canzone regina de l Festival Një 18 19 UNIVERSITA’ L’ORIENTALE DI NAPOLI P r o f . R o m a n o L a z z e r o n i L’ A L B A N E S E , L I N G U A I N D O E U R O P E A

l Prof. Romano Lazzeroni, professore emerito dell’Università di Pisa, Si pone pertanto il problema a) della discendenza dell’albanese, b) del Il’8.5.2008 ha tenuto una lezione nel Dipartimento di Stu di dell’Eu - territorio dove si sia formato l’albanese. ropa Orientale dell’Università L’Orientale di Napoli, sul tema “L’al - a) Per quanto concerne la genealogia, sono state avanzate due ipotesi: banes e, lingua indoeurope a”. La lezione, seguita da docenti e stu - 1) gli albanesi sono i discendenti dei traci, 2) gli albanesi discendenti denti, rientra nell’ambito del Dottorato di ricerca in “Culture dell’Euro - degli illiri. pa Orientale”. Dei traci sono giunti a noi solo pochi nomi propri, insufficienti per un’attendibile deduzione. La rappresentazione dell’albero genealogico delle lingue si basa sul I rischi sono elevati nel proporre conclusioni: se ci si limitasse, ad e- principio “comodo” della successione cronologica e su affinità conside- sempio, ai soli nomi propri italiani, si rischierebbe di spiegare il no- rate eredità di una fase antecedente. me Fernando come gerundio di un ipotetico “fernare”. Dell’illirico la te- E’ questa l’idea del mutamento monodimensionale che discende lungo stimonianza più cospicua è in Puglia che conserva poche iscrizioni fu- un solo asse, quello del tempo. Oltre all’asse temporale, le affinità possono essere conseguenza della nerarie, anch’esse del tutto insufficienti per una seria definizione del contiguità di più lingue, ossia affinità che si sviluppano nello spazio. problema. La terza dimensione che incide nel mutamento linguistico è la dimen- Quindi da un punto di vista rigorosamente scientifico non si è in gra- sione socio-culturale dei parlanti. do di propendere né per l’una né per l’altra ipotesi. Da ciò deriva che, se si tratta di lingue di epoca preistorica, la terza di- b) Per quanto attiene allo spazio, gli studiosi si chiedono se gli alba- mensione non può essere presa in considerazione per mancanza di dati. nesi in epoca preistorica abbiano abitato nei territori che occupano tut- tora, ossia in una zona aperta al mare. 1. L’indoeuropeo Probabilmente no! Se ci si muove sulle tracce di alcuni toponimi al- Per lo studio dell’indoeuropeo, pertanto, si possono prendere in consi- banesi, essi sembrerebbero rivelare una fonetica slava, il che vorrebbe derazione solo le prime due dimensioni, non essendo possibile avere co- dire che prima degli albanesi ci sarebbe stato un popolo che parlava sla- noscenza degli aspetti socio-culturali. Va sottolineato che nella rico- vo. Ma il relatore argomenta che se è vero che alcuni nomi propri si struzione, in fondo, non si ricostruisce l’indoeuropeo, ma l’Indoeuropa; possano spiegare con la fonetica slava, è anche vero che altri toponimi si individuano, cioè, alcuni tratti linguistici rinvenibili nell’area in- e idronimi, quale Shkumbini, si spiegano bene con la fonetica albane- doeuropizzata. se. Va anche tenuto presente che i popoli nella loro storia non si sono mos- Se ci si muove sulla terminologia peschereccia, si nota che essa è es- si come in una piazza d’armi, mantenendo, cioè, statica la posizione senzialmente di origine latina e romanza. Questo presuppone il dato che successiva all’espansione, ma si sono mossi in uno spazio dinamico. quando un popolo prende a prestito una parola da un altro popolo vuol Da cui consegue la difficoltà di stabilire la posizione originaria delle dire che prima non conosceva l’oggetto designato da quella parola. lingue europee e l’impossibilità quindi di dare soluzioni attendibili ai problemi. In questa mancanza di dati fermi, appare accettabile, pertanto, la con- clusione di N. Jokl secondo cui la determinazione sull’origine trace o 2. L’albanese, lingua indoeuropea illirica è impossibile, anche perché non si può tracciare un confine tra- Sulla collocazione dell’albanese nel quadr o dell’indoeuropeo ha scritto cio-illirico. per primo Bopp, st udiando i numerali e i pronomi. Difficoltà si incon- E’ anche incerto se si sia trattato di lingue diverse o di un’arealità bal- trano nel lessico per la sua consistenza diversificata in quanto parte del canica preistorica tracio-illirica parallela (Pisani), simile a quella che patrimonio lessicale albanese è romanzo, parte turco, mentre rimane oggi lega i popoli balcanici. modesta la base autoctona ereditata. Allora appare chiarificatrice la domanda: se dell’albanese non ci rima- Un tratto estremamente conservativo per l’albanese è rappresentato dal nesse niente, se neanche dei popoli balcanici non ci rimanesse niente, mantenimento di tre serie di velari. Anche l’indoeuropeo si suppone che al di fuori di quei tratti che li accomunano, cosa si potrebbe conclude- ne abbia avuto tre: 1) velare palatalizzata, 2) velare pura, 3) labiovela- re? re. Tre serie di velari sono conservate anche in armeno (Pisani) e in to- Certo è che l’albanese è una lingua indoeuropea, ma è praticamente im- cario (Evangelisti). Ma in tempi recentissimi il glottologo Prof. Fran- possibile ricostruirne la preistoria. co Fanciullo ha messo in dubbio l’esistenza delle tre velari in indoeu- La scienza va avanti non solo per l’acquisizione di nuovi dati, ma an- ropeo. che per la correzione degli errori del passato. La tendenza a ricercare necessariamente le origini di un popolo è un gu- 2.1 Rapporti preistorici sto romantico di origine settecentesca, a cui vanno attribuiti anche i mi- Sono noti i rapporti storici tra l’albanese e le altre lingue balcaniche ti che sopravvivono ancora oggi. (E. Banfi), mentre quelli preistorici lasciano il problema insoluto per mancanza di dati sufficienti. Si può concordare con Vittore Pisani quando afferma che è un falso pro- I rapporti fra le lingue farebbero presupporre qualche affinità tra l’alba- blema chiedersi quale sia l’origine di una lingua, in quanto ciò presup- nese le lingue baltoslave e il greco. La posizione dell’albanese col gre- pone che quella lingua, o gli antenati di quella lingua siano sempre e- co si basa su dati concreti, in quanto si sa dove il greco si è sviluppa- sistiti. to, mentre il rapporto con le lingue baltoslave rimane incerto, in quan- Il problema diventa più reale se si t iene presente che le lingue non ven- to di queste si ignora la loro diffusione ed evoluzione in epoca preisto- gono generate, ma le lingue si formano attraverso una quantità di pro- rica essendo entrate nella storia solo nel X secolo con la loro cristia- cessi che magari possono avere origine fuori dalle loro sedi storiche e nizzazione. poi continuano nei propri territori. 20 Rossella Blaiotta di Frascineto Successo di colori e musiche è la nuova Miss Arbëreshe 2008 per la III edizione del di Johnny Fusca “Calabria Festival Internazionale ostumi e bellezze arbë- del Folklore” di Frascineto Creshë: un binomio vin- cente tra cultura, tradizione di Johnny Fusca e spettacolo. Potremmo sintetizzare in questa frase na cornice di pubblico da vvero imponente ha sancito -il 12 agosto il “succo” della XII ed izione Uscorso- la chiusura della III edizione 2008 de l Calabria Festival In- del Concorso-Rassegna Na- ternazionale de l Folklore svoltosi a Frascineto (Cs). L’evento, caratteriz- zionale di costumi Italo-Al- zato da lla partecipazione di ben 5 gruppi folk provenienti “d al mondo” è banesi denominato “Miss stato promosso e organizzato da ll’omonima associazione “Calabria Fe- Arbëreshe”, andato in scena stival Frascineto”, presieduta da Tonino La Rocca; con quest’ultimo han- sabato 30 agosto in quel di no lavorato a ritmo serrato l’ideatore de lla kermesse, Francesco Donato, Spezzano Albanese (Cs). In e il direttore artistico Leonardo D’Agostino. La manifestazione ha godu- passerella, poi, tra gli ap- to anche dell’appoggio de ll’amministrazione comunale, con il sindaco plausi de l numerosissimo Domenico Braile e l’assessore alla cultura Tonino Ferrari sempre in pri- pubblico presente e con ma linea sin da giorno 8 agosto, da ta d’apertura de l Festival. La manife- l’approvazione unanime stazione ha avuto inizio con l’arrivo dei primi gruppi stranieri, la visita della giuria, ha conquistato alla delegazione municipale e la sfilata successiva per le vie del paese; nei scettro e corona -e con essi giorni successivi, poi, c’è stato spazio per la moda, i gruppi folk italia- l’ambito titolo di “ragazza ni e arbëreshë, un’esposizione di lambrette d’epoce e tanto altro. L’ulti- più bella d’Arbëria”- la stu- mo giorno tutto lo spazio è stato lasciato al “Gran Galà di chiusura” del penda Rossella Blaiotta, Festival, con i gruppi stranieri di Senegal, Polonia, Armenia, Spagna e biondissima ventenne originaria di Frascineto (Cs). Brasile e tenere alta l’attenzione de i presenti a suon di musica, danze co- Alle sue spalle si sono classificate al secondo posto Paola Tarsia, di Spez- lorate e figure tradizionali ognuna de lla propria terra di provenienza. Pri- zano Albanese, e Martina Alessandra Cristiano, di Santa Caterina Alba- ma delle esibizioni, seguite da migliaia di persone in piazza Albania, c’e- nese (Cs), cui invece è toccato il terzo gradino del podio. La giuria tec- ra stata la sfilata per Via Roma, con un vero e proprio corteo colorato e nica, presieduta da Pino Cimenti, ha poi de cretato anche i seguenti rico- “rumoroso” a dar vitalità alle strade, solitamente tranquille, del piccolo noscimenti: “premio simpatia” a Caterina Della Motta di Mongrassano centro arbëresh ai piedi de l Pollino. Tornando alle compagini straniere, (Cs); “ragazza portamento” a Liberatore Giamaica di Montecilfone (Cb); da lla Polonia è arrivato il gruppo “Zanojszczyzna”; dall’Armenia quello “ragazza sorriso” a Maria Spata di Palazzo Adriano (Pa); “ragazza inter- nazionale di danza “Geghard”; dal Senegal il gruppo “Africa Djembe”; dal- pretazione” a Federica Ambrosiani di Plataci (Cs); “ragazza spettacolo” a la Spagna quello de ll’University dance Association “El Candil”. Infine, Federica Barbati di Spezzano Albanese. Il premio per il miglior costume da l Brasile -fuori programma- è arrivato il gruppo “Carioca do Brasil”. Da è andato a Francesca Saltaformaggio di Piana degli Albanesi (Pa). segnalare che al festival doveva essere presente anche il gruppo “Der- La serata è stata presentata con bravura e professionalità dalla bella attri- bent”, proveniente da Daghestan, bloccato alla frontiera per problemi bu- ce Ramona Badescu, coadiuvata perfettamente nel compito dal giornalista rocratici. Franco Lorenzo e dalla “Miss Arbëreshe 2004” Ilaria Parrino. Oltre a quelli stranieri, sul palco si sono esibiti anche alcuni gruppi lo- Soddisfatto, a fine serata, l’organizzatore e ideatore de lla kermesse Cosi- cali, come i “Castruviddari” di Castrovillari, il gruppo folk “Miroma- mo Montone, che ormai da l 1989 porta avanti questa bella iniziativa tra- gnum” di Mormanno, quello di Frascineto denominato “Arbëria”, il grup- mite l’ente da lui presieduto, ossia la Pro Loco di Spezzano Albanese. po folk “Minos” di Sala di Mosorrofa (Rc), quello pugliese di San Mar- L’edizione 2008, ad ogni modo, ha avuto un qualcosa in più rispetto al- zano di San Giuseppe (Ta), ecc. Gli organizzatori hanno premiato un po’ le precedenti, come testimoniato da quanti hanno preso parte all’evento a tutti i partecipanti al Festival, consegnando targhe ricord o con il logo del- vario titolo: la macchina organizzativa non ha lasciato sbavature, così co- la manifestazione; tra le personalità premiate, erano presenti il vescovo me la scenografia (curata da Maria Intorno), la coreografia (gestita da Ma- de lla diocesi di Cassano allo Ionio, Vincenzo Bertolone, e il senatore Ba- ria Toma) e il coordinamento audio-video (curato da Emanuele Armenta- silio Giordano, residente in Canada ed eletto alle ultime politiche nella no). Da segnalare la presenza di diverse emittenti tv, nonché quella della circoscrizione estera de l Nord America, ma originario di Frascineto. radio partner ufficiale dell’evento, Cometa Radio, che ha seguito in presa diretta l’evento catapultandolo in tutto il mondo grazie al proprio sito web. Tornando alla manifestazione, sono state ben 42 le ragazze che han- no sfilato al palasport spezzanese, provenienti da 20 comunità italo-alba- nesi d’Italia. Così come per le altre edizioni, l’alto numero di partecipan- ti ha permesso di ammirare la bellezza e la sfarzosità dei costumi tradi- zionali arbëreshë delle varie miss, ognuna in passerella con il costume an- tico tipico della tradizione del proprio paese di provenienza. Colori e or- namenti si sono miscelati anche agli ori di Stanislao Misurelli, che ha ornato le ragazze in gara con le sue creazioni. Durante la manifestazione, infine, si sono esibiti il gruppo folk di Greci (Av) de nominato “Katundi Zëmbra Jone”, i vincitori della XXVII edizione de l Festival della Canzo- ne Arbëreshe di San Demetrio Corone (Ernesto Iannuzzi, Pino Cacozza e Jessica Novello) e il gruppo spezzanese “Ata ka Spixana” (Emanuele Ar- mentano, Cenzino Barbati e Peppino De Marco). A tutto ciò bisog na ag- giungere la mostra fotografica “Immagini di una cultura Arbëreshe”, a cu- ra di Vincenzo Splendido, ammirata da tutti all’interno de l palasport spez- zanese. 21

FOLK-LORE ÇË KËNDOJIN ARBËRESHET KA FIRMOZA KUR VËJIN MË GJUMË NJË DJAL? nga Nando Elmo Tim nipi, Marcello Elmo, i cili sot bën dy muajë

ë vjen nxè nanì çë kam kët piçrupiqë me Ahirna kush doj të studhjonej vet Anapul (si e Kósmos, Theòs, Ánthropos) me kët ylë çë m- Mdorë, kët djalosh dymúajsh, çë ka arom k- shkruan Golletti Baffa) mund të vej. Ishë qiteti banj më dorë: “Aksjòn se en pási qerìs ymnísthe lumshti, borotalku e finjëje e sprasme; i njomthë më i afërm. Ja arrëjin me postallin njera Bilvidir fonès esíes”. Ose me fjalë akoma më të dreqta: si një nusez pellushi; çë me ruan pa kujdhes se i e pra me trenin. Anapul studjuesi vej e xënej të r- “Ësht mirë dhe dreqët të imnojim, të bekojim, të jam tatmadhi. Më vjen nxè nanì: sesì mëmat rinej sa më i afërm gjithë pregjikimevet e mesin- lëvdojim, të haristisjëm, të përmisemi në çë do arbëreshe vëjim më gjum djaloshrat? vris: bëhej zakonisht avukat, ose jatrua, ose far- vend” (si përkthen ka grekishtja Zefi ka Hora e Thom mëmat. macistë ose profesor e si i tilli xënej virtytat bor- Arbëreshvet ket njetër llok) atë Fuqì çë jep gjelle Po ng’ishin mëmat ç’i kishin kujdhes djaloshra- gezë, frymëmadhësin e borgesevet e cila dekla- (“zoìn o didus” – njetër Trinì: Fuqì eletromanje- vet. Atò punojin ndër dherat, ndër farnitat, ndër l- rohej ket përbuza ndaj të ultravet e ket sigurimi të tike, Botë, Mendje), e bëri se të dil ki piçrupiq ka lakat, ture skalisur grurët, ose ture vjelur, ose tu- zotërimit të vërtetjes. mosqënëja në të qënëjen (Zefi ka Hora e arbëresh- re lidhur vreshtat, e të tjera, sipàs stinat. Mirandolina ëndrënej Anapulin, edhè ajò, ture vet ka: “Ti ka mosklënia në të klënë na prure” Djaloshëravet i kishin kujdhes ose nanat (gjy- kënduar atà këndime pjot dhëshpërim për një da- :“ek tou me ontos eis to einai”), ture shkilqier hi- shat), ose ndonjë motër më e madhe, ose ndonjë shurì e ëndrur ç’i dheznej trutë: “A luna rossa me storìn e qënëjes (Om Mani Padme Hum – ulënj cie, ose sa më ndodhëshin te famila ose ket gji- parl’e te”, “Torn’a Surriento”, “Amado mio”, kryet përpara tij, bërllokë, çë zure vend ket lul’e tonia. “Parlano d’amore i tuli tulipan”. llotit të qënëjes). Po çë këndojin këtò gra? Mirandolina i shqirrnej zëmërin gjithëve. Kur Po më vjen nxè edhè se ditat time jan e shkurto- Kujtimet ngë më ndifjin. Më se një kandillen: herë e herë vej e skalisnej grurët ndër pandanat fen. Kam t’i lë vend këtij piçrupiqi, si fjeta e that “oò, oò,/ kët bir kush e do?/”, o nëmos: “oò,oò,/ gjegjej vet vuxh’e saj e hollë e e fortë si ajò e njëj lë llok sa të lefet pra fjeta e gjelbër. Ahirna i kën- bë kuç bir /e mos u zgjò” - arbërisht ngë kujtonj soprani. donj: “Nyn apolìs ton dulon su dhespota (...) oti të ndryshme këndime. idon i ofthalmì mu to sotirion su ...” Kujtonj kundraz një kandillenë litire, çë më vjen Nanì çë kam kët piçrupiq më dorë do të me nevo- Mos qeshni. Ju t’urtra ç’u bët të pabesëm, ose me nanì kënda t’ja këndonj tim nipi. nej një Mirandolin sa të më mësonej ndonjë vjer- shum besë ne kotësìtë e kësaj jetje, e këtij ko- Ish një kopile te gjitonia ime. Ja thojin Miran- sh arbërisht sa të vënja më gjum djalin, ç’ë e zë e smos-i i ndr equr sipas shprënzat t’ulta t’ulta e dollin. Kish një vuxhë të hollë e të fort me të ci- skujtofet. Sa t’i frinja ndër veshë qe tu qe tu për një mithologjisë ideologjike “piccoloborghese”. E lin nga dita harepsnej gjitonin ture kënduar kënga imprinting disà fjalë e kësaj gjufje e moçme. ju kurrivartit aq sa buartit gjithë më të mirat çë na napulitane ose kënga modherne çë kush e dì ka i Mund t’jet se të vluara ket i padishmi i tyj do t’i kishin lën etrat tanë. xënej, sigurisht ture gjegjur herë e herë ndonjë fjasjin, kur tatmadhi s’do tjet më, e njëj jetje mi- Mos jini pa ponì. “Odi profanum vulgus et ar- gramofon me pundinin. Ket shpia ime ish një tologjike, ket fjitej një gjufë e veçme ... ceo”. gramofon po ngë kishim si t’i bijin pse ish i lalë Kërkonj t’ja piksinj u një këndim për m’e vën më Mikucit i cili kish vdekur i ri, ka pak, në Afrik. gjum: “Fjë moj bilaruç/ e more fjë,/ se je Torin/ Piçrupiqi hapin sytëzit (Om Mani Padme Hum). Lipa na ndalonej të gjegjëjim muzika. Po te gji- e e liga ngë të zë ...”. Ruan kët tatmath të cilit i ka zën ndonjë lënsì tonia kish gramofoni i dhon Fatuçit i cili vënej Më vdesjin fjalët më gojë. pjakërije: “an te ludit amabilis/ insania?”. disqe “di moda”. Ahirna mejtonj se kam grekishtjen. Duket se do të qeshinj (ka vet dy muaj, i vogëli); Kur kish të vënej më gjum ndonjë nip (i lefej një Ki nip çë kam ësht për mua, për pjakerin time, me një ironì e madhe më bën një groksim të nga vit) Mirandolina e zënej ture kënduar: ket dhesperi im, një dritë. Ahirna i këndonj me tingëllorë ket i cili djovasinj: “Tatmà, ec u futir, “E zittuti figghiu miu ka nun e nenti një frymë e hollë e hollë: “Fos ilaròn agjias dok- ty e gjithë arbërishtja jote”. Che ti mandam’a Napuli a fa studenti sis” me atë çë vaxhdon ... ture konsideruar se ket Piçrupiqit i qëllon. Pa këndime arbërisht. E tat- Tarantinè ci cì mbarim’i ditës sime (elthóntes epì tìn ilìu d?sin) madhi qindron nga mon më i huaj e i babartur ket Tarantinè ci cià”. ësht mir të lavderonj nga mot me fjalë të dreqta kjò jetë. Ishin vitrat njëzeted hjet, dyzet e sekujit çë shkoj. Trinìn (çë do vjen me thën kjò fjalë, për shembul: Rivarolo Can.se, 08 - 09 – 08

“O E BUKURA MORÈ” HISTORIA E NJË KËNGE SHQIPTARE 600 VJEÇARE Përgatitur nga: Lirio Nushi.

Kjo këngë mërgimi, kaq e njohur dhe e dashur jo vetëm për Arbëreshët, por MORE” , memorizon kujtesën dhe mallin e një atdheu të humbur, është nji edhe për Avanitët e Greqisë dhe shqiptarët e të gjitha trevave, përmban në toponim i këtij vendi nga ku u larguan shumica e arbëreshëve të sotëm të vetvete pothuajse gjithë sekretin historik të krijimit të fshatrave të Italisë. arbërëreshëve të Italisë. Kjo është ndoshta kënga më e vjetër shqiptare që mbetet e gjallë akoma Por shumë pak e dinë se kujt i kushtohet kjo këngë... ! edhe në ditët tona e që vjen të na rrëfej nostalgjin e madhe por dhe sekretin historik të krijimit të komunitetit arbëresh të Italisë. MORE ! – është nji pasthirmë... ?, është nji vajzë e bukur... ? . Dokument i kësaj kënge për herë të parë gjendet në dorëshkrimin e Kieutit - JO! botim i vitit 1708, më pas këtë material do ta ribotonte në librin e tij filologu arbëresh Dhimitër Kamarda (1821-1882), në vitin 1866. Në këtë MORE, - është Peloponezi i sotëm i Greqisë! Nji trevë e madhe së cilës grekët i kanë ndryshuar emrin nga MORE në PELOPONEZ, dhe kënga “O E BUKURA continua a pag. 22 22 segue da pag. 21 madhe shqiptarësh dhe në kushte dramatike do të largoheshin për në Itali lëndë është publikuar teksti i kësaj kënge i shkruajtur në shqip, por me dhe do të vendoseshin në fshatrat tashmë të ngritur shqiptarë duke krijuar alfabet grek. njëkohësisht dhe fshatra të reja.

“O E BUKURA MORE” Të tjerë shqiptarë u vendosën në Italinë e Jugut me urdhërin dhe bekimin e Skënderbeut si dhe djalit të Joanit në dy feudet e Pulias që i pat dhuruar ‘O e bukura More Ferdinando në Galatina (1845).

çë kur të lje (lasçë) Një pjesë tjetër shqiptarësh ndoqën nga pas Irini Kastriotin e cila u martua me princin Bisingano në Kalabri. më nigjë të pe Numri i kësaj popullate duhet të ketë qenë shumë i madh pasi krijoji një atje kam unë zotin-tatë zonë përfundimtare me një fizionomi të vetën gjuhësore, kulturore dhe tradicionale duke krijuar kështu fshatrat e sotëm arbëresh të Italis. atje kam u mëmëm time Shqiptarët Katolik të ardhur nga Shqipëria e Veriut që u vendosën në atje kam u tim vëlla Italinë e Jugut, u përshtatën shpejt me gjuhën, kulturën dhe fenë e vendasve italjanë, ndërsa shqiptarët që kishin shkuar nga Shqipëria e ‘O e bukura More Jugut dhe Arvanitët-Arbërorë të Moresë që nuk ishin katolik por ortodoks, pavarësisht nga kundërshtimet dhe imponimet e peshkopëve vendas italjan, çë kur të lje (lasçë) ruajtën të veçantat e kulturës dhe të zakoneve të tyre dhe fenë e riatualin ortodoks bizantin, dallim i cili duket akoma edhe sot e kësaj më nigjë të pe. dite. Duke bërë që besimi fetar ortodoks bizantin ti dalloj ata nga vendasit.

Ky tekst burimor-popullor me ritëm tresh, është i vetmi version dhe tekst Gjuha e shumicës së Arbëreshëve të Italisë ka shumë ngjyrime dialektike origjinal i këngës “O E BUKURA MORE”, por nuk dihet se kush arbëresh i por si baz ka dialektin tosk që flitet në Shqipërinë e Jugut dhe me të këndoi për herë të parë këto vargje kaq të thjeshta por që mbeten gjallë njëjtën ngjashmëri të gjuhës që flasin Arvanitët-Arbërorë të Greqisë. dhe këndohen po me të njëjtën dhimbje edhe sot. Prezenca e fjalëve greke është e pranishme dhe kjo ndodh për kohën e madhe të bashkjetesës së tyre me grekët gjat perandorisë bizantine. Shumë prej këngëve arbëreshe përputhen me Moren, dhe shumë toponime të tjera në këto Botim i këtij libri u realizua në Itali në vitin 1866 nga shtëpia botuese zona sikurse Koroni, Nafplio, Korintho... etj. “F. ALBERGUETI E.C.” , i cili mban si titull: “Appendice al Saggio di Grammatologia Comprata Sulla Lingua Albanese”përgatitur me shumë kujdes Sot koha dhe ndryshimet kanë bërë të vetat dhe në mënyrë të pashmangshme nga filologu Arbëresh Dhimitër Kamarda (1821-1882), duke pasur për bazë hapa të mëdhenj, por nuk kanë mundur të zhdukin apo pluhurosin këtë të dorëshkrimin e Kieutit (1708). veçantë që ka ky minoritet shqiptarësh arbëresh, me gjuhën, traditat, kulturën, zakonet, legjendat e tyre, duke përbërë kështu tashmë një pasuri dhe turizëm laografik për këto zona. Por si dhe pse u larguan arbëreshët e sotëm nga trojet e tyre, nga Moreja (Peloponezi sot), dhe nga Arbëria, (Shqipëria sot) ,si u krijuan katundet Mbi 52 fshatra janë të regjistruara dhe të njohura institucionalisht nga arbëreshe në Italinë e Jugut? shteti italjan si minoritet shqiptar dhe dy gjuhësh. Emrat e ketyre fshatrave sipas vendndodhjes janë: Firmoza në Kalabri, Dandalli në Me rënien dhe pushtimin e Koronit (1534), kala që ndodhet edhe sot e kësaj Kalabri, Barilli në Baszilikat, Këmbarini në Molise, Garrafa në Kalabri, dite në More (Peloponezi i sotëm në Greqi), perandori Karli i tretë, i dha Karfici në Kalabri, Kazallveqi në Pulja, Kastërnexhi në Kalabri, Kejverici urdhër Kapitenit Andrea Doria të marri Grekë dhe Arvanit-Arbëror nga në Kalabri, Qana në Kalabri, Qefti në Pulja, Çivëti në Kalabri, Kuntisa në Moreja, dhe ti çojë ata në Italinë e Jugut. Kjo përbën në të vërtetë Siçili, Purçilli në Kalabri, Fallkunara në Kalabri, Farneta në Kalabri, fillimin e krijimit e fshatrave arbëreshe por edhe grekëfols të Italisë së Ferma në Kalabri, Frasnita në Kalabri (katundi arbëresh ku jeton Jugut. Në këto momente të shpërnguljes së tyre arbëreshët kënduan ndoshta studjuesi dhe patrioti i madh Antonio Belushi), Zhura në Bazilikat, për herë të parë këngën “O E BUKURA MORE” me mall dhe vajtim. Katundi në Kampanja, Ungra në Kalabri, Maqi (katundi i De Radës) në Kalabri, Marçidhza në Kalabri, Allimarri në Kalabri, Mashqiti në Shqiptarët e parë që vinin nga Arbëria-Shqipëria sot, u vendosën në Bazilikat, Munxhufuni në Molis, Puheriu në Kalabri, Hora e Arbëreshëvet në Kalabri dhe në Siçili, mbas ftesës së mbretit Alfonso i tretë të Aragonës, Siçili, Pllatëni në Kalabri, Porkanuni në Molis, Shën Vasili në Kalabri, bëhet fjalë për luftëtarë shqiptarë të cilët u vendosën përfundimisht dhe Shën Benëdhiti në Kalabri, Strigari (fshati i poetit të madh Arbëresh Zef me familjet e tyre në Kalabri dhe Siçili për të ndihmuar përforcimin Serembe) në Kalabri, Shën Konstandini në Bazilikat, Shën Mitri (qendra më luftarak të Mbretit Alfonso në përpjekjen e tij për të mbytur revoltat dhe e madhe kulturore e Arbëreshëve ku zhvillohet çdo vit festivali i këngës lëvizjet e Andegavnonit kundra tij. Pra krijimi i këtyre fshatrave kishte Arbëreshe) në Kalabri, Sënd Japku në Kalabri, Mbuzati në Kalabri, Shën karakter ushtarak. Mërtiri në Kalabri, Shën Marcani në Pulja, Shën Kolli në Kalabri, Shën Pali në Bazilikat, Picilia në Kalabri, Sëndastina në Siçili, Shën Sofia në Në vitin 1461 vetë Gjergj Kastriot Skënderbeu Kryezot dhe i plotëfuqishm i Kalabri, Spixana në Kalabri, Ruri në Moliz, Vakarici në Kalabri, Vina në Arbërisë (Shqipëria sot), me një trupërojë të madhe dhe të fortë Kalabri, Badhesa në Abruzo, Xingarona në Kalabri... etj. luftëtarësh shqiptarë, do të luftonte në përkrahje të Ferdinandit, djalit të mbretit Alfonso kundër Andegavnonit të Italisë së jugut dhe princit të Problematika që ngrihet në ditët e sotme është nëse arbëreshët duhet të Tarontos, dhe për këtë ndihmë dhe përkrahje ushtarake si shpërblim atij ju ruajnë të folmen e tyre të vjetër apo nji përshtatje me rikodimin e dhuruan dy feude në Pulia të Italisë. shqipes së sotme? Si, dhe kush mund të ndihmoj për mbrojtjen e këtyre vlerave dhe këtij thesari të pazëvëndësueshëm me origjinë dhe rrënje Kjo popullatë e pasuroi dhe populloi pjesën e shkretuar të kësaj zone dhe shqiptare. Pasi këto zona edhe pse gjenden në bashkjetesën e një vendi që njëkohësisht e rrethoi ate ushtarakisht duke krijuar kështu një pjesë ndodhet brenda komunitetit europjan sikurse është Italia, vazhdojnë të territoriale të mbrojtur. mbeten zonat më të varfra të Italisë dhe investimet për mbrojtjen e ketij thesari laografik nga shteti italjan janë të papërfillshme. Pak para vdekjes së Skënderbeut (1467), por kryesisht mbas vdekjes së tij (1468) dhe rënies e pushtimit të Krujës nga Turqit (1478), një turmë e Lirio Nushi 23

ROMANZO PAPADHÈSHA (segue dal n. 131 - 2008/2) Romanzo breve di Pietro Napoletano Mjèsht Abràmi kìsh àrdhur ka Merka e thòjin se ìsh pjòtë turrèsë (Mastro Abramo era tornato dall’America e si diceva che fosse molto ricco). A- L’americano si sentì orgogl ios o di essere te- rendo, verrò, perché questa è un’operazione buo- veva lavorato per anni come capomas tro alla rea- nuto in così gran conto dal papàs e dalla bella na! Perciò si dice che il pidocchio fa i pidocchi). lizzazione del tunnel che collega Manhattan al consorte e disse: “Voi mi piacete, don Basilio, “Sa mund vësh ti?” (Quant o puoi depos itare New Jersey, poi aveva realizzato la recinzione perché avete una mentalità all’americana. Per la tu?). metallica alla vi lla di una ricca petrol iera che, vostra mu ltiforme attività non vi af fidate alle tra- “Për nanì njëzètëmìlë” (Per ora vent imila ). presolo a benvole re, l’aveva tenuto alle sue di- dizionali conos cenze, ma vi aprite alle novità, “Tabàn të re çë vùre, masàr Nxhika ndò! Ësht pendenze, come uomo di fiducia, per una decina senza temere i pos sibil i rischi. Certo che ci sto! vërtèta i bùkur!” (Che pastrano nuovo indos si, d’anni e, alla sua morte, pare che gli abbia lascia- Come pot rei non fidarmi di uno che ha dato la lu- massaro Francescantonio! È davvero bello!), si to in eredità la cospicu a somma di cent omila dol- ce al paese e ha messo sù l’oleificio più moderno complime nt ò l’affascinante donna Rachele col lari. Tornato in Italia agli inizi del secolo vent e- della provi ncia?” nuovo arrivato, dandogli la mano e invitandolo simo, si era costruita una bella casa, aveva acqui- “Të fàlem, mjèsht Abrà! Po sa turrès mund ad entrare. Il massaro aveva indos sato il suo mi- stato una bella propri età e veniva guardato da tut- dëtyròsh? (Grazie, mastr ’Abramo! E quanto dena- gl iore abbigl iamento: calzoni di panno nero, at- ti con rispetto, perché conside rato uno dei più ric- ro potete i mpegnare ?) tillati, camicia bianca di lino, senza colletto, chi del paese. “Fòka kam turrèstë e mjesht Abrà - “In questo momento ho disponili centodie ci- gi ubbino di panno nero, di lana, e sul capo un mit ?” (Pare che ho il denaro di mastr ’Abramo?), si mil a lire, per questo bisniss ”, rispose senza esi- cappello a corno, detto “cervone” , che però non è diceva per giustifi care la propr ia imposs ibilità a tare l’americano. di origi ne albane se, ma calabres e. E di sopra, soste nere qualche spe sa eccessiva. Papadèsha gli afferrò la mano e gliela strinse gi acché faceva mol to freddo, s’era messo “tabà- Vestito elegantem ente, in modo eccessivo e a lungo , in affettuoso segno di riconosc enza. “Me ni n”. Tabàni era una sorta di pastrano fatto di pacchiano, “a ll’americana e harròj se vènej s i sh- gj ìndë si zotròte mund bëhen shërbìs et!” (Con bi anca pellicc ia di pecora. qerravjerr” (e ha dimentica to che andava come uno gente come voi si poss ono fare le cose!), gli dis- “Nëng mund vì ja prëzë strisà te, zònja Rrakè, straccione), sussurravano i suoi detrattor i. Indos- se, f issandolo con i suoi occhi luminosi. vèshur si kur jam ndë masarìt” (Non potevo veni- sava un abito gessato, con una cravatta sgargi an- re vicino a voi , donna Rachele, vestit o come te su una camicia bianc a; gemelli d’oro ai polsi, Me xufjùnin ngràh e dy milàrda vjerr ndë quando sono nella masseria), rispose galante il fazzol ettino al taschino, vistoso anello con to- bërròr et, papàs Vasìli, çë kì sh vàtur a kàça, ìsh e massaro, stringe ndo la bella mano di lei. pazio a l dito, una grossa catena d’oro a cui era ag- mbjì dhei e, tùre shkuar ka ràhji kaçulères, pà një “Hìr, hìr se t’jèrët jan mbrënda!” (Entra, entra gancia to un massiccio orol ogio d’oro che gli delàr çë kìsh rrëzùar mëndrin me dhènë, e i thërrì- che gli altri sono dentro!). gonf iava il taschino del panciotto e un enorme ti: “Xhakumì, qàsu!” (Con lo schi oppo a tracoll a Attorno al grande tavolo, nel salone del pa- bor salino in testa. Una chiara ostentazione di e due anatre folaghe appese alla sella, papàs Basi- lazzott o di papàs Vasìli , erano sedute venti tré per- sfarzos ità, perché, evidentemente, c’era in lui il lio, che era andato a caccia, passando nei pressi sone. Masàr Nxhikand òni era la ventiquattr esi- desiderio di far sapere a tutti che era mol to ricco. del “colle delle allodole” , vide un pastore che a- ma. Restava ancora vuota, accanto a quella di Anche pi ù di quanto no n lo fosse in realtà. veva por tato al pascolo una mandria di pecore e lo papàs Vasìli, quella della papadhèsha, occupata a “Gjìndjat të nderoji n për sa i bëgatë jè” (La gente chiamò: “Gi acomino, avvicinati!” disporre, su un tavolo all’angolo, bicchieri, bot- ti stima per quanto sei ricco), soleva ripetere, a Il pastore avanzò con passo lento verso la tiglie e vassoi con dolciumi vari, che sarebbero gi ustif icazione dell’ostentaz ione della sua ric- stradina ove il papàs s’era fermato, facendo on- serviti per il rinfres co finale . chezza. deggiare i larghi cosciali di pelle di capra, e por- “Èa, Rrakellì! Èa se zëmi!” (Vieni, Rachelina! “Mirëmbrëma, mjesht Abrà! Të lumtùar s?të tando sulla spa lla l’inseparabil e zampogna . Vieni che iniziam o!). tòna çë të shòhj in kës ht ù të hjèsh ëm!” (Buonase - “Mìrë se na èrdhe, zo’! (Benvenuto, reveren- Il papàs , imitato da tutti i present i, si alzò in ra, mast’Abramo! Beati i nostri occhi che ti vedo- do!) Shoh se të vàte mìrë gjàva , sod!” (Vedo che ti pi edi e si fece il segno della croce, recitando: no così elegante!), disse ro ins ieme la bella pa- è andata bene la caccia, oggi! ) “Dhòxa Patrì ke aì ke is tus eònas ton eònon” padèsha e suo marito, all’uomo che era andato ad “Si desh Ynzòtë, Xhakumì! (Come ha vol uto il (Gloria al Padre, al Figlio e allo Spir ito Sant o ora aprir loro il por tone di casa. Signor e, Giacomi no!) Po si e shkòn? E kar- e sempre, e nei secol i dei secoli). Gli altri rispo- “Gëzòn zëmëra ìme për ndèrën çë më jìpni ramùnxat nëng i lërèn kurràj! (Ma come te la pas- sero: “Amìn”. sònde!” (Gioisce il mio cuore per l’onore che mi si? E la zampogna non l a lasci mai!) “Oggi è un giorno fortunato! – incominciò date stasera!), rispose mastr ’Abramo, togliendos i “Karramùnxat më përgëzòjin dìtën e më poi – Un giorno fortuna to per noi, ma soprattutto il borsa lino e facendo un inchino a donna Rache- kujtòj in t ’Ynzòtë ndë shpè llët” (Le zampogne mi per Dibrea, per questo suo popolo e per il futuro le. rallegrano la gi ornata e mi ricordano Gesù nella dei nos tri figli. Sot to la spi nta dell’encic lica Re - Furono introdotti nel salott o, sovra ccarico di grotta). rum Novarum, che ha pos to organi camente sul ni nnoli e candelabri, e fatti accomodare sul sofà. “Ke lìgjë! Gëzòn edhè qìelli kur bìen kar- tappeto la vasta problema tica economico-soc ia- Il padrone di casa chiamò la ni pote e si fece por- ramùnxat e fishka ròlët” (Hai ragione! Gi ois ce an- le, un sacerdote di Morano Calabro, don C arlo De tare una bott iglia di wiski, poi riempì i bicchieri che il cielo quando suonano zampogne e zufoli). Cardona, come molti altri brillanti pensatori cat- e disse: “Thùmëni ndëse ju pëlqèn! E sòlla ka “Çë më thùa, zòti Vasì? Do të më nëmrèsh se tolici, propugna il sollevam ento morale della Merka” (Ditemi se vi piace! L’ho portato dall’A- nëng vi nj mbë qìshë të dìellti n? Po e dì se nëng condizione opera ia e contadina mediante un’azio- merica). kam si të lë, nanì çë ìm bìr vàte bëri shërbìmin u- ne di educazione delle coscienze e la fondazione di “Ësht e para hèrë ç’e përvòmi”, disse il papàs . shtaràk” (Che mi dici, don Basilio? Vuoi forse una struttura creditizia che cons enta la nascita, “Ëhst shumë të fort!”, disse Rachele, che ne a- rimprove rarmi perché non vengo in chi esa la do- possibilme nt e in ogni comune, di Casse Rurali veva as saggia to appe na una goccia. menica? Ma lo sai che io non pos so lasciare, ora federate che pos sano offrire i crediti necessari al- “Ësht Canadian Club, wiski di prima qualit à. che mio figlio è andato a fare il servizio milit are). la classe contadina, artigiana e piccolo-indu stria- Ne ho port ato una scorta dall’America, ma quando “Làjme të mìra, Xhakumì! Të shpëtònj ka mè- le. Molti artigiani, commercianti, agricoltori e sta per finir e me lo faccio spedire da New York. Ve sha të dìelltin për lypsje. Mos u llav! Po èa të gi ovani imprenditori riusciranno ad avere facil- ne voglio regalare una botti glia” , disse mastr ’A- shtùnë mbrëma mbë shpìt t’ìme, psè bëmi përm- mente i prestiti indispens abili per l’ammoderna- bramo. bl èdhjën e pjesë tàrëvet della Cassa Rurale. Të mento o la trasformazione delle loro piccol e a- “Èrdhëtim të ju mbitòmi tek përmblè dhja çë près” (Buone notizie , Giacomino! Ti esone ro dal- ziende e per l’acquisto dei macchinari. do të mbàmi të shtùnë mbrëma me t’àrdhëshmit la messa domenicale per necessità. Non ti preoc- Io ho una salda e affettuosa amicizia con quel pj esëtàrë della Cas sa Rurale. E zotròte ke të jesh i cupare! Ma vieni sbato sera a casa mia, perché coraggios o e genia le sacerdote che mi ha offerto pàri pjesë tàr” (Siamo venuti ad invitarvi alla riu- facciamo la riunione dei soci della Cassa rurale. Ti l’occasione di lancia re in modo signif icativo e ni one che terremo sabato sera con i futuri soci aspetto). concreto un messaggi o di soli darietà, di riscossa della Cassa Rurale. E voi dovete essere il primo “Vìnj, zo’, vìnj , psè ky ë një veprìm i mìrë! e di cristiana speranza al nos tro popolo, in que- socio). Mandàj thùhet se mòrri bën mòrra” (Verrò, reve- continua a pag. 24 24 segue da pag. 23 JETA E KRËSHTERE st’epoca di profondi e sos tanzia li sovvertimenti socia li. Noi ci ponia mo in prima linea. Ed anche qui, in un piccolo paese arbërèsh, sorgerà una ROMA E COSTANTINOPOLI Cassa Rurale, coll egata alla Lega di De Cardona, NEL SEGNO DELLA PACE che darà linfa vitale alla nostra economia. Grazie di Eleuterio F. Fortino al vos tro coraggi oso impe gno finanz iario, sia mo gi à pronti. La nostra c ooperativa a vrà un capit ale a festa dei Santi Pietro e Paolo, patro ni di Ro- dal diacono Kallin iko s. iniziale di trecentose ttantacinq uemila lire. Il no- Lma, nella seconda parte del secolo scorso, ha taio Falcone ha già preparato l’atto costitutivo, assunto una grande dimensione ecumenica. Da una In un telegramma di ring raziamento Paolo VI espri- che fra poco vi legge rà, abbia mo appr onta to an- parte questa dimension e viene es pressa dalla parte- meva questo auspicio: “Che il bacio di pace scam- che la sede, in pi azza, di front e al Municipio, che cipazion e di una delegazion e del Patriarcato Ecume- biato durante la litur gia sia s egno premonitore del- la celebrazione che verrà un giorn o come frutto del- il munifico mastr’Abramo ha messo generos a- nico , che ha come patron o S. Andrea, fratello di Pietro e dall’altra confermata dalla delegazion e cat- la piena unità che noi ardentemente desideriamo mente a dispos izione (era la s ua ant ica abitaz ione tolica che Roma inv ia al Fanar per la festa di S. An- vedere rista bilita nella piena fedeltà alla volon tà ora ristrutturata , costituita da tre stanze), ma, drea. del Sig nore” (Tomos Ag apis, 170). s’int ende, noi gli paghere mo l’affitto, e che alla Quest’an no 2008 si è aggiunto un elemento parti- Questo orient amento ispirò , nei mesi seguenti, lo fine della riunione andremo a visitare. Dopo la colare: l’indizion e di un Anno Paolin o (29 giugno storico scambio di visite fra il Papa Paolo VI, al lettura che adesso farà il notaio noi , soci fondato- 2008-29giugn o 2009), tanto da parte della Chiesa Patriarcato Ecumenico (25 luglio 196 7), ed il Pa- ri, fi rmeremo, brindere mo e poi andre mo a visita- di Roma, quanto da parte del Patriarcato Ecumeni- triarca Athenago ras, a Roma (26 otto bre 19 67). Dopo la morte del cardinale Bea (1968), veniva e- re la sede”. co, per il XX centenario della nascita di S. Paolo, u- gualmente celebrato in Oriente e in Occidente. E levato al cardinalato e nominato Presidente del Se- Un lungo appl auso e molti “Bravo!”, “Sei questo evento ha portato a Roma lo stesso Patriar- gretariato per l’Unione dei Cris tiani, Giovanni grande!”, “Dio te ne renderà merito!”, accolse ro le ca Ecumenico Bartol omeo I a presied ere la delega- Willebran ds (aprile 1969). Questi prendeva l’in i- parole del papàs. Donna Rachele gli si strins e al zione ortodossa e assie me al Papa l’in augurazione ziativa di far visita al P atriarcato Ecumenico p er un braccio, ostentando il suo legi ttimo orgog lio. dell’Anno Paolin o, dando alle celebrazio ni un in- primo contatto nella sua nuova funzion e. Si con si- “In seguito potrem o anche pens are alla costitu- tento chiaramente e cumenico. derò la festa (3 0 novembre) di S. Andrea, fratello di zione di una coope rativa di consumo”, propos e il “San Paolo ci ricorda che la piena comunion e tra S. Pietro e protetto re di Costantino poli, come l’occas ione pro pizia. rag. Camodeca, titolare , con i fratelli, di una for- tutti i cristiani t rova il suo fondamento in “un solo Signore, in una sola fede, in un solo battesimo” (Ef Il Segretariato per l’Unio ne dei Cristia ni info rma- nace per la fabbrica zione di laterizi. 4, 5). La fede comune, l’unico battesimo per la re- va il Patriarc a che il cardinale Willeb rands sarebbe “Ma non ho finit o. – riprese papàs Vasìli – missio ne dei peccati e l’obbedienza all’unico Si- stato accompagn ato dal Segretario p. Jerôme Ha- Entro la fine di questo mese, tutti i soci firmatari gnore e Salvato re, possano pertanto quanto prima mer, o.p., dal sotto segretario p. Pierre Duprey e devono recarsi dal nota io Falcone e versare le esprimersi appieno nella dimensio ne comunitaria dall’autore di questa nota, in quel tempo , officiale somme stabilite. Entro il quindici del mese en- ed ecclesiale: “Un sol o corpo ed un solo Spiri- della se zione orientale d ello stess o Segretariato. trant e potr emo riunirci per la nomina del diretto- to…come una sola è la speranza alla quale siete sta- Lo scop o di quella visita, oltr e a partecipare alla ce- lebrazion e ortodossa della fes ta di S. Andrea, come re, del cassiere, di un impie gato e di un ins ervien- ti chiamati (Ef 4,4)”. Questa riflession e è stata e- spressa dal Santo Padre Benedetto XVI ricevendo il scriveva il cardinale Willeb rands al Patriarca Athe- te, così saremo pronti per l’inaugurazione, la Patriarca Ecumenico Bartolo meo I in udienza il 28 nago ras, era quello di “fare il punto delle relazion i mattina dell’ ulti mo sabato del pross imo mese. Mi giugno. tra le nostre Chiese e di dare al nostro comune sfor- hanno già assic urato la loro presenza don Carlo “Questa gioio sa celebrazione è un’occasio ne per le zo un nuovo impulso” (Tomos Ag apis, 26 8). De Cardona, mons. Bonanno, S.E. il Prefetto, il nostre due Chiese Sorelle di pregare e celebrare in- Si delineav a la prassi del rego lare scambio annuale Direttore Generale delle Casse Federate, il Capita- sieme al fine di suggellare il nostro impegn o per la di delegazioni per la partecipazion e reciproca alle no del Carabi nieri e il Provveditore agli Studi, a ricon ciliazione e di rafforzare i nostri vin coli di so- feste patro nali. Una delegazione cattolica si reca al Patriarcato Ecumenico per la festa di S. Andrea e u- cui ho rivolto la richies ta dell’istituz ione, nel no- lidarietà”, rispo ndeva il Patriarca Bartolomeo, in serena sinto nia di sentimenti . na ortodossa a Roma per la festa dei Santi Pietro e stro comu ne, delle class i quarta e quinta, al fi ne di Lo scambio di delegazion i fra Roma e Costan tino - Paolo. Questa prassi si è con solidata d iventan do u- completa re il ciclo della scuola elementare. E per poli per le reciproche feste patro nali – a Roma per na “nuova tradizio ne”, come più volt e è stata defi- finire, prima di d are la parola al not aio, permette- la festa dei Santi Pietro e Paolo , proto troni degli A- nita. temi di ringra ziare la persona che mi dà la forza, il postoli, come canta l’in no della Ch iesa ortodossa, Questo scambio di visite (a giugn o ed a novembre) soste gno, l’entus iasmo e la carica necessaria per e di S. Andrea il p rotoclito , fratello di Pietro, al Fa- è andato progressivamente cres cendo di interes se e affrontare tutti questi gravos i impegni: mia mo- nar – è diventato un segno di pace, dando origi ne ad di utili tà per la concertazione delle iniziative fra una nuova testimon ianza di fraternità ecclesiale, Roma e Costan tino poli. gl ie!”, e così dicendo abbracciò la bella papadhè- ma anche l’occasion e di segnalare di volta in volta sha, sotto uno scros cio di applausi. le esigenze e gli svilup pi ecumenici. Vis ite degli ste ssi capi di Chies a Il pastore Giacomino, il massaro Francescan- tonio e qualche altro non avevano capito granc hé Iniz io dello sc ambio di delega zioni (196 7) In queste date hanno avuto luogo anche visite degli del discorso del papàs, ma erano felici di trovarsi stessi Capi di Chiesa. Papa Giov anni Paolo II ha insieme a tanti illustri “signori” e conte nt i di af- Questa prassi, unica nel mondo cris tiano così strut- fatto il suo primo viag gio ecumenico al Patriarc ato fidare il frutto dei loro sudori alla futura banca del turata e regolare, ha trov ato il suo inizio nella ce- Ecumenico proprio per la festa di S. Andrea (1979), lebrazion e del XIX centenario del martirio dei San- annunciando assieme al Patriarca Dimitrios I la popol o, come l’aveva definita il notaio Falcone, ti Pietro e Paolo (29 giugno 1967), dichiarato dal- composizione della Commiss ione Mista Interna- ma sopra ttutto godevano della poss ibi lità che si la Chiesa di Roma come “An no della fede”. In quel- zionale per il Dialogo Teolog ico fra la Chiesa cat- offriva loro di pot er gustare gli squisiti dol ci pre- la occasione, la Santa Sede aveva preso l’in iziativa tolica e la Chiesa orto dossa. parati dalla bella papadhèsha. di invitare il Patriarc ato Ecumenico ad invi are una Papàs Basilio era stato tra i primi sacerdot i a delegazione per la celebrazione romana. Il venera- S.S. Bartolo meo I è venuto a Roma, per la prima raccogl iere l’appello di don Carlo De Cardona il to Patriarca Athen agoras accogliev a l’in vito . Con volta come patriarca, per la festa dei San ti Pietro e quale, dalle colonne della “Voce Cattolica” tuona- lettera al Santo Padre Paolo VI (25 maggi o 1967) e- Paolo nel 1995. Nel discorso pronunciato nella gli annunciava “la nostra partecipazione a questa Basilic a Vaticana il Patriarca Bartolo meo ha affer- va contr o il cattolice simo in pantofole “… quei celebrazione, in unione con la nostra S anta Chiesa mato: “La festa dei Santi Aposto li ha condotto la reverendi che voglio ammuffire in sagrestia, veg - che venera in modo del tutto partico lare ed onora le nostra umile persona e coloro che ci accompagn a- gano che è necessario andare verso il popolo, per lotte ed il martirio di questi due grandi eroi della fe- no in questa città dei grandi martiri della Chiesa, salvarlo dalla fame e dalla barbarie”. In occasione de. Invieremo una delegazio ne patriarcale alle so- dei grandi trionfi dell’amore verso Dio … La nostra dell’inaugurazione , nel 1921, alla presenza delle lenn ità che avranno luogo” (Tomos Agapi s, 155). Chiesa della Nuova Roma festeggia qui con voi la maggiori persona lit à della provincia e di una fol- E venne a Roma una delegazion e composta da due festa patronale dell’antica Roma, il 29 giugno, la la in delirio, il vescovo, mons . Bonanno, lodò metropo liti, Chrysosto mos di Austria e Chryso - festa dell’ap ostol o S. Pietro, il protoco rifeo, fra- stomos di Mira, dall’arch imandrita Gennadios Zer- tello di Andrea, e quella di S. Paolo, l’Apostolo del- l’azione dell’i ntrapre ndente sacerdot e che definì vos, oggi metropolita d’Italia e membro del segui- le nazioni “ (Informatio n Servi ce, 19 95, p. 115). apostolo della solidarietà sociale. to che ha accompagnato il Patriarca Bartolomeo , e (6 - continu a - vijo n) continua a pag. 25 25 segue da pag. 24 invitare il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I a venire a Roma per la festa dei Santi Pietro e La dimensio ne ecumenica venne sottoli neata Paolo . da Papa Giovanni Paolo II nel discorso rivol- “Tre giorni” eparchiale Nella Basilica di S. Paolo fuori le Mura, il to a Bartolomeo I durante l’udienza concessa - Santo Padre ha presieduto i Vespri con la par- di Pasquale Pisarro gli assieme al suo seguito. Il Papa ha detto: tecip azione del Patriarca Bartolo meo I e di “Nella vostra person a, Santità, e in colo ro delegazion i di altre Chiese particolarment e che vi accompagnano, inten do salutare il roficuo svolgimento, negli ultimi giorni d’ago- legate ai viagg i di S. Paolo . Santo Sino do del Patriarcato Ecumenico e tut- sto, della XXI Assemblea diocesana e del Corso Il Papa, il Patriarca e il Rappresentan te del- P ti gli orto dossi del mondo. Ai miei occhi, la l’Arcivesc ovo anglicano di Canterbury han- di aggior namento teologico, organiz zati da parte vostra presenza manifesta il ricchissimo pa- no acceso una lampada che arderà per l’in tero dell’Eparchia di Lungro e tenuti ormai in modo con- trimon io culturale e la varietà dei doni delle anno, simbolo della luce che S. Paolo fa sueto nel Santuario e nella Casa del Pellegrino di S. Chiese ortodosse. Oggi e dopo i grandi cam- splendere sulla comunità cristiana e che illu- Cosmo Albane se. Il moment o chiave nei 3 giorni è biamenti di questi ultimi anni, le Chiese or- mina la via verso la pien a unità. todosse dedicano tutti i loro sforzi a riorga- stato l ’ascolto attento delle relazioni pr ogrammate, La celebrazion e eucaristica , presie duta dal nizza re la loro vita pastorale e la loro azion e del dibatti to in sala, delle discussioni nei Gruppi di Santo Padre con la partecipazione del Patriar- evangelizzatrice. Esse posson o essere sicure studio, sotto il vigil e squardo del vescovo , mons . ca Bartolomeo I che h a avuto luogo nella Ba- della nostra simpatia e della nostra dispo ni- Ercole Lupinacci, e la sua parola sapie nt e rivolta pu- silica di S. Pietro (29 giugn o), si caratteriz- bilità per una collabo razione al servizio del- re nei momenti di preghi era. Tema centrale di que- zava come caparra ed impegn o per il giorn o l’ann uncio dell’unico Evangelo” (Ibidem in cui catto lici e orto dossi celebrerann o in- st’anno è stato “L’Ecumenismo, una priorita nella 114)). sieme l’Eucaristia. Ed era questa la punta più Chies a”. La I relazione, calata nella realtà della Ca- Giovanni Paolo II ha rilevato anche il senti- avanzata della comunion e esiste nte fra catto- labria “terra d’incontr o e di dialogo con i cristiani mento di gioia fraterna che ne emanava l’e- lici e ortodossi, come pure, contemporanea- fratelli d’Oriente”, è stata tenuta “con grande com- vento . Al Patriarca Bartolomeo e al suo se- mente, la manifesta zione della tragicità de lla guito ha detto : “La vostra visita rende più ric- petenz a di storico ed apertura di vis ione contem po- division e. La prima parte della celebrazione, ca di gio ia la solenn ità dei Santi Pietro e Pao- ranea” da S.E. Mons. Lu igi Renzo, Vescovo di Mile- la Liturgia della Parola, veniva fatta insieme lo, festa patronale della Chiesa di Cristo che to-Nicotera-Tropea, giornalista. La II, “L’Ecumeni- dal Papa e dal Patriarca, mentre per la Liturgia è a Roma” (Ibidem). smo: priori tà nella chies a greco-cattolica ucraina” Eucaristica, evidentemente, non è stato pos- La presenza regolare a Roma di una delega- sib ile fare altrettanto . All’in izio della Prece impegno irrevocabi le basato sul reciproc o rispe tto zione ortodossa per la festa dei Santi Pietro e Eucaristica il Patriarca è sceso e si è allo nta- e sulla riconciliaz ione” è stata trattata dal Protopre- Paolo e di una delegazione cattolica al Fanar nato dall’altare. Un velo di mestizia è calato sbitero mitrato, Mons . Ivan Dacko, membro - tra per la festa di S. Andrea sotto lineano la vo- sugli animi dei present i. l’altro - di nomina ponti ficia della Commissione lon tà di inco ntro fra la Chiesa catto lica e la La proclamazion e del Vangelo è stata fatta dal Mista internaziona le per il dialogo teol ogic o tra la Chiesa ortodossa. diacono cattolico latin o e da quello ortodos- In seguito , il Patriarca Bartolomeo ha guida- Chies a Cattoli ca e la Chiesa Ortodos sa. Ha offerto so in lin gua greca, come da antico tempo si u- to nuovamente la delegazione ortodossa per all’ uditori o un quadro esauriente sia sulle viciss itu- sa nelle Cappelle papali a Roma. Al termin e la festa del 2004 e quest’anno per la solenn e dini, talvolta drammatiche, della Chiesa greco-cat- il diacono latino ha ricevuto la benedizion e apertura dell’Anno Paolin o che, pure il Pa- tolica di Ucraina nel tempo, sia delle esperienz e di- dal Patriarca mentre il diacono ortodosso dal triarc ato Ecumenico, celebrerà con un simpo- Papa. Quindi il P apa ed il Patriarca hanno be- rette sull’ecumeni smo tra ortodossi e greco-cattoli- sio, un pellegri nagg io ai maggio ri luoghi nedetto l’assem blea, il Papa con l’Evangelia- ci. La III relazione, “L’Ecumenism o: prior ità nella tocca ti da S. Paolo nei suoi viag gi ed una si- rio ortodosso e il Patriarca con quello cattoli- Chies a greco-cattolica romena” comunione sempre nass i in terortodossa. co. È seguita l’o melia del Patriarca, intro dot- pi ù profonda per superare gli ostac oli che ancora ri- Da parte sua lo stesso Papa Benedetto XVI, si ta dalla presentazione del Santo Padre e quin- è recato in visita al Patriarcato Ecumenico mangono” , è stata offerta da S.E. mons. Virgil Ber- di quella del Papa. nel 2006, scegliendo come data la festa di S. cea, Vescovo di Oràdea, che ha evidenziato le diffi- Elemento fortemente sign ificativo è stata la Andrea (30 novembre), conclusa con una im- coltà del passato che ancora permangono in Roma- profession e di fede. Il Santo Padre ed il Pa- pegn ativa dichiarazione comune. ni a nel conse guiment o della piena Comunione tra triarca hann o recitato insieme il Simbo lo Ni- I discorsi e i gesti che si compio no in queste cattolici ed ortodos si, ma ha pure rimarcato i pro- ceno Costantin opolitan o nella lin gua origi- occasio ni manifestan o la fede comune esi- nale greca, secondo l’uso lit urgic o delle gressi del dialogo intrapre so ed irreversibil e sopr at- stente fra la Chiesa catto lica e la Chiesa orto- Chiese bizantine e nella pronuncia bizanti- tutto tra le giovani generazioni. Al termine delle 3 dossa, il riferimento all’apo stolicità e alla na. Catto lici e orto dossi abbiamo lo stesso gi ornate il Vescovo Lupi nacci ha espres so a tutti in- successio ne aposto lica, l’impegn o condivi- Simbo lo di fede. distintame nt e i partecipanti il compiaciment o e la so per superare gli ostacoli che impedisco no Al moment o dello scambio del segno della la piena unità e quindi la concelebrazion e del- sua gratitudine per il contr ibuto di ciascuno allo pace il Patriarca è salito di nuovo sull’altare e l’Eucaristia, unico sacrificio salvifi co del Si- svolgimento della XXI Assemblea Diocesana sul te- con il Santo Padre ha scambiato il bacio di gnore. ma dell’ecumenismo, es presso in particolare nel lo- pace. Nel ringraziamento al patriarca Athena- Scorrendo la cronaca di questi inco ntri si go e nello spirito della nostra Eparchi a (sui generis goas per l’inv io della delegazion e alla cele- constata come le conversazion i abbiano se- brazion e del XIX anniv ersario del martirio et sui iuris) “Ut unum sint ” affinché (tutti i fedeli di guito in modo regolare ed attent o le relazioni dei Santi Pietro e Paolo (1967 ), Papa Paolo Cristo) siano una sola cosa”. generali fra catto lic i e orto dossi, in partico- VI aveva auspicato che “il segn o di pace Alla vigi lia dell’impo rtant e event o parrocchi ale lare la preparazio ne del dialogo (19 75 - scambiato durante la Liturgia” fosse “segn o S.E. Lupinacci aveva ricordato al clero, religiose e 1978), l’apertura del dialo go teolo gico uffi- premonitore” dell’attesa celebrazio ne piena- ciale (1979), il suo svol gimento con i suoi fedeli laici, chierici, inse gnanti di religione , cate- mente comune dell’Eucaristia. risultati e le avversità affrontate per le quali chisti, studenti dell’Istit uto di Scienze Religiose di in tali incon tri si è cercato di porre rimedio Lungro ed altri nell’ invito di partecipa re - tra l’altr o Bened izione pe r un camm ino comune coordinando azion i congiunte. Il cammino - quant o segue: “Espl icito è l’appe llo all’Unità dei verso l’unità, tra accelerazioni e ritardi, tra Cristiani che Benedetto XVI ha ripropos to con ap- Aconclusio ne della Divina Liturgia, prima il nuove difficoltà e tentativi di superamento, Papa e poi il Patriarca hanno benedetto l’as- pass ionato impeg no in questi anni di pontif icato e contin ua il suo corso sulla scia dei Santi fra- semblea, avviando si all’uscita in processio- che risuona con sempre maggiore vigore nel cuore telli Apostoli Pietro ed Andrea, che hanno ne, un cammino comune in mezzo al popolo dei credenti”. “Riguardo alla promoz ione dell’ ecu- coronato la loro vita con il martirio, asse- cristian o e verso l’umanità int era per annun- menism o il CCEO (Codice dei Canoni delle Chiese condati dal magistero di S. Paolo che nelle ciare l’Evangelo di salvezza. sue Lette re ha profondamente espo sto l’es i- Orientali) raccomanda le Chies e Orientali Cattoli- Riferendosi all’esigen za di unità per la testi- genza e la consistenza dell’unità della Chie- che alla collaboraz ione interecclesiale”. Sicché - monian za cristian a e al dialog o per appiana- sa. concludeva mons. Lupinac ci - un particolare compi- re le differenze, il Patriarca nell’o melia se- to spetta agl i Orientali Cattolici di promuovere l’e- gnalava il positivo cammino delle relazioni Il Papa e il Patri arc a Ecume nic o fra le Chiese. Egli ha detto: “Il dialog o teolo- cumenismo, come intes o dalla Chiesa, sia indivi- s ull ’alta re del la Confes sione gico fra le nostre Chiese “in fede, verità e a- dualmente per la propr ia diocesi, sia col legi almente more”, grazie all’aiuto divino , va avanti, al per tutta la Chiesa, con richia mo al Concilio Vatica- Proprio la solenn e apertura dell’Anno Paoli- di là delle notevo li difficoltà che sussisto- no II. no ha fornito al Santo Padre l’occas ione di no”. 26 Tra l'esotico e il conosciuto. L’incontro dell'Occidente con l'Oriente attraverso la Chiesa.

olo un mese addietro poi varcare la soglia della e dell'Odigitria, finestre sul deltà assoluta e nel "rito dei la speranza della prolifica Sè stato celebrato il chiesa arberesh e respirare la Cielo use ad ambienti illu- matrimonio" o "dell'incoro- relazione tra l'Oriente e matrimonio tra due persone misteriosa religiosità fami- minati spesso da tenui can- nazione" consistente nel- l'Occidente cristiani alla fi- sensibili a tutto quello che liare a Istanbul, a Atene, a dele, rifulgevano inondate l'incrociare per tre volte i gura e al pensiero di questo interessa l'uomo e l'evolu- Mosca! dalla luce delle grandi vetra- serti di fiori d'arancio attra- santo tumulato a Bari. L'in- zione dai tempi, Alessio e Certo, non si tratta della te policrome di questa chie- verso il quale il sacerdote contro tra Roma e Mosca, e Anna Maria, che mi sovvie- stessa Chiesa (e dissertare sa tarantina. Curioso il con- consegna gli sposi l'u n l'al- Atene, e Costantinopoli, ne piacevole il ricordo di co- sui dogmi alla base delle trasto che suscitavano: lo tra sotto forma di corone, carico di antiche fatalità e fi- me un’“ordinaria” funzione differenziazioni tra i cattoli- scopo dell'icona - com'è in- investendoli di dignità rega- no ad oggi incombente nel religiosa possa essere una ci e gli ortodossi sarebbe i- tesa da Andrej Rublev -, ti- le, rinnova i sempre un'ari- teatro della religione cristia- fucina di pensieri e rifles- nappropriato in questa se- pica dell'ortodossia, su le- stocratica suggestione. Chi na, assume un valore fonda- sioni, ora più che mai at- de), ma è innegabile che il gno, piatta, senza spessore non ricorda le indimentica- mentale per il futuro del tuali. quasi comune rito evochi e prospettiva, essenziale, ha bili immagini del matrimo- pianeta. Bisogna trasforma- A chi conosce la neo- sensazioni esotiche, soprat- un'importanza religiosa nio ortodosso "Il cacciatore" re le polarizzazioni tra O- sposa echeggiano ancora le tutto in chi e cresciuto al- fondamentale per i mistici di Michael Cimino, dove i riente e Occidente, facce del- parole di attesa e curiosità di l'ombra del campanili "lati- orientali ossia la liberazione protagonisti (tra cui Robert la stessa medaglia, nella lei e dei suoi parenti per la ni". Ecco da dove nasce l'o- dal soggettivo per svelare De Niro) seppur immersi reale sintesi del pensiero celebrazione del matrimo- riginale celebrazione de l quindi la purezza, ed è per- nel cuore del mondo occi- cristiano. Da secoli oriente nio. Curiosità entusiastica matrimonio di Alessio e ciò fonte di novità agli oc- dentale vivono delle loro e occidente si guardano co- nell'annunciare un matri- Anna Maria. chi dei "latini", abituati alla tradizioni ortodosse. Questo me una parte guarda l'altra monio da celebrare in un ri- Il matrimonio, come "carnalità" dei dipinti, ana- è il cuore della liturgia del di un unum. Per alcuni ver - to religioso dove le preci la- dappertutto, ha sempre un tomicamente perfetti, che a- matrimonio, che prosegue si quello che l'Oriente ha da tine si sarebbero intrecciate ruolo sociale centralissimo, dornano le chiese italiane, con la frantumazione del ca- offrirci ci risulta molto e- e fuse con i solenni canti in ma per gli arberesh costitui- basti pensare alla scuola ri- lice dove gli sposi hanno straneo ma proprio per que- greco. Il piacevole e origi- sce qualcosa di più. Dopo nascimentale del Caravag- bevuto per tre volte, simbo- sto ne sentiamo una grande nale progetto di far concele- oltre cinque secoli che li gio. lo della indissolubilità del attrazione. hanno visti lottare per so- Anche il coro costitui- sacramento e della totale ed brare la funzione ad un L'Uomo, dal suo avven- pravvivere e per conservare sce un pilastro della liturgia esclusiva fedeltà per poi ter- papàs e ad un don è matura- to, ha assistito allo svilup- le proprie tradizioni, i di- bizantina. Ha tutta una sua minare con il triplice giro ta nella volontà di far con- po di due culture parallele, scendenti di Skanderbeg de- centralità in questa funzione dell'altare dove e posto il vivere la tradizione, la fun- lontane e impermeabili, dal- positano la loro cultura, i religiosa, la voce umana. Vangelo, letto con antiche zione nella parrocchia della le quali inevitabilmente si loro principi e il lor o modo Infatti da ogni chiesa orto- melodie da parte di papàs sposa, con la novità, ossia sono generati due modi dif- di essere in questo sacra- dossa non verrà mai diffusa Randelli. la liturgia svolta secondo il ferenti di considerare la mento per consegnarli intat- musica, proprio per sottoli- La celebrazione del ma- rito greco-cattolico degli realtà, quindi modi di essere ti alle future generazioni. E neare che l'uomo e la sua trimonio è avvenuta in Pu- Arberesh. e concezioni del mondo. proprio per la forte caratte- voce sono già "strumento" glia, terra deputata per posi- Indubbio il fascino che Come sostiene Mario The- rizzazione etnica di un avve- di Dio, mentre uno stru- zione geografica ad essere vanaro, maestro buddhista: ha subito Anna Maria la nimento così importante, il mento musicale poiché un naturale ponte tra Orien- "Mentre la saggezza mille - prima volta che entrava in rito del matrimonio acquista creato dall'uomo perderebbe te e Occidente. Ponte fatto naria dell'Oriente ha indica - una chiesa dove i cori greci, fondamentale rilevanza so- l'essenza del divino. Teoria di tanti mattoni cui si e an- to di guardarsi dentro per le i bagliori dorati dell'Icono- ciale e culturale per cui vie- incomparabilmente empi- dato ad aggiungere quello risposte ai problemi dell'uo - stasi e l'inebriante incenso ne celebrato con la massima rizzata dal Coro dell'Epar- costituito da questo matri- mo favorendo così lo svi - invocavano il Paradiso in solennità, tra le regali fat- chia di Lungro che, diretto monio, "cementato" nel no- luppo dell'intuizione, della Terra. Ciò avveniva qualche tezze dei costumi femminili dal prof. Rennis, ha glorifi- me di san Basilio il Grande. sensibilità, della tendenza anno fa, quando da glavanis- - in questo caso di Frascine- cato - fuori le mura della Che coincidenza... la parrac- alla sintesi, del senso della sima neolaureata riceveva to e persino di Spezzano Al- Cattedrale di San Nicola di chia di Anna Maria, che ha globalità, l'occidente ha l'incarico di insegnante in banese - e gli affascinanti ri- Myra e per la prima volta in ospitato la festa, è consacra- guar dato prevalentemente una prestigiosa scuola ita- tuali di sapore orientale. occasione di un matrimonio ta a questo Dottore della fuori, ha approfondito la co - liana ad Istanbul. Sensazio- È commovente ricordare - l'unione degli sposi. Chiesa, proprio come quel- noscenza della dimensione ne che ha rivissuto quando come la amena chiesetta di La funzione, sebbene la di Alessio, a Eianina. Alessio la condusse per la San Basilio di Mottola ab- molto più lunga di quella Che questo Padre della materiale dell'uomo e della prima volta nella - più mo- bia accolto calorosamente prevista dal rito cattolico, Chiesa, primo de i Padr i realtà esterna a lui, favoren - desta - chiesa del paese dove l'ingresso dei due piccoli ancorché tradizionalmente Cappadoci, vada visto come do la ragione, la logica, l'a - è cresciuto, Eianina, duran- paraninfi annunciatori del incastonata nella santa mes- un araldo del tentativo di zione, la tendenza all'anali - te una funzione della Java e matrimonio e delle icone, sa, ha conquistato tutti i contatto tra le Chiese cri- si, il senso dell'individua - madhe (Settimana Santa). un simbolo ortodosso, presenti. La sudd ivisione stiane, cattolica e ortodossa, lità. Le stesse concezioni Che solennità le evocarono l'emblema per eccellenza. E del matrimonio nel "rito del e una teoria che ha un suo religiose, occidentale e o - le fonìe di quei cori! Che ie- proprio per il vasto e com- fidanzamento" o "degli anel- fascino. E facilmente la sua nentale, sono di riflesso di - raticità le ispirarono gli plesso simbolismo che ri- li", che sino al secolo scor- figura va ad accostarsi a versamente orientate." Ora, sguardi delle icone e i ricchi copre ogni gesto della litur- so si celebrava separatamen- quella di un altro grande del con la fine di ideologie che paramenti dei Sacerdoti! gia bizantina, questa picco- te, consistente nell'incrocia- cristianesimo, che ha legato hanno soffocato per decenni Che bella sensazione è at- la chiesa di campagna il 17 re per tre volte e scambiare il suo nome a questa terra, il bisogno di credere in qual- traversare la sonnacchiosa maggio rifulgeva di un'au- gli anelli simboleggianti la San Nicola di Myra, il nata- cosa di supremo, insito e i- piazzetta di un piccolo pae- rea esotica. vicendevole consegna del lizio Santa Claus. Eminen- neliminabile aspetto dell'a- se dell'Italia meridionale per Le icone del Pantokratar proprio destino e della fe- ti studiosi hanno ancorato continua a pag. 27 27 segue da pag. 26 POESIA DEL PASSATO nimo umano, si assiste alla migrazione di enormi masse di popoli dell'Est che con la loro sete di religiosità, ora- INCONTRO CON UN VECCHIO AMICO mai libera, apportano linfa di Pietro Napoletano vitale alla cristianità occi- dentale, erosa dal consumi- ancavo dalla casa di Mario sultato, perché all’epoca non posse- memoria: “Το σοµα, il corpo; η φλεψ, smo e dall'individualismo. Mda un mucchio di anni. Quan- devo dizionari; “Virtute e conoscen - la vena; ο οφθαλµοσ, l’occhi o…”. za”, un’antologia della letteratura ita- Il principio dei vasi comu- ti? Non so. Tanti e tanti . Da prima che Pagine e pagine di esercizi per lo stu- si spo sasse. Ed ora aveva già figli liana ad uso… ; “Liriche scelte – I se - dio della grammatica su cui avevo con- nicanti afferma che quando grandi. Non ci eravamo persi di vista, pol cri – Le Grazie” di U. Foscol o, edi- sumato ore ed ore di soddisfacent e im- in uno spazio si crea il vuo- ma ci eravamo sempre incontrati fuo- to da Signorelli; “Le ultime lettere di pegno. Per tali esercizi il volume por- to e in un altro c'e il pieno, ri. Acasa sua non avevo avuto motivo Jacopo Ortis”, romanzo episto lare di tava in appendice un vocabol arietto il travaso dal pieno verso il per recarmici. Avendo ora saputo che U. Fosco lo; “Nov ità di Vita”, antol o- Greco-Italiano e Italiano-Greco. Se- vuoto è inevitabile. Fatal- di recente aveva avuto gravi problemi gia italiana per il gin nasi o superiore, guiva poi un florilegio di prosa e poe- mente affiora la consapevo- di salute, son o andato a fargli visi ta. di F. Falcidia e C. Salomone, edito dal- sia tratta dai classici : un buon numero lezza che abbiamo bisogno Era seduto su una poltrona, vici- la SEI nel 1940, con sulla copertin a di favole esop iche e di racconti mito- l'uno dell'altro. Finalmente no alla finest ra, con una rivist a sulle un’osten tazione di fasci lit tori; “L’I - logici di Apollodoro, dieci capitoli l'Oriente cristiano così pure ginocchi a coperte da un plaid. Ci ab- talia medioev ale e moderna”, corso di scelt i dall’Anabasi e dalla Ciropedia l'Occidente hanno bisogno bracciammo e mi mise subito al cor- stor ia per il ginnasio inferiore e supe- di Senofonte, dodici dialoghi di Lucia- di abbracciarsi per rinvigori- rente delle traversie che avevano dan- riore, di Alfonso Manaresi – Casa Ed. no, quindici anacreontiche ed una se- re le comuni radici. Posso- neggiato la sua salute. Per i malati, Petrini, Torino ; una bisunta e sgualci- rie di epig rammi. Lo strinsi al petto narrare le vicende progressi ve della ta grammatica francese e due sussidia- no in ogni caso arricchirsi con tanta amorevolezza e commozio- loro infermità, nei minimi particola- ri, di IV e V elementare, di epoca fasci- vicendevolmente. Quale ne. ri, è quasi un linimento psico logico. sta; alcune copie della “Domenica del Continuai a sfogliarlo, soffer- migliore momento storico, Mi chiese poi notizie dei miei figli e Corriere” di prima e durante la guerra; quale migliore occasione mandomi a guardare i segni da me trac- della mia attività giornalist ica. Capii una squinternata copia del libro Cuore, ciati, oltre mezzo secol o prima, sulle per tentare in un ripensa- allora che era in via di guarigione, in una vecchia edizione di Treves; una favole (La tartaruga e l’aquila, Le rane, mento dei rapporti tra orto- perché l’interessamento dell’infermo pil a di vecchi gialli economici Mon- Il leone, l’asino e la volpe, L’ombra dossia cristiana e cattolice- per le cose altr ui è un buon segno. Do- dadori ed altri libri vari. Vicino ad un dell’asino) e sui racconti mito logici simo? Si pensi solo un atti- po una mezz’ora lo salutai e mi avviai unico tomo della “Storia universale” (Prometeo, Orfeo ed Euridice, Niobe, mo all'Invincibile Ecumene all’uscita. di Cesare Cantù, attrasse la mia atten- Deucalione e Pirra). Poi un’improvvi- che si innalzerebbe dalla In quell’ampio stan zone dal pa- zion e un vecchio libro, rilegato in sa concitazione: a pag. 235, un capi- cartone pesant e di un verde scolorito, dialettica tra i due atteggia- vimento ballonzolante ad ogni passo tolo della Ciropedia, “Ciro alla corte aleggiava il profumo di un’antica, col dorso marrone scuro, formato menti umani fondamentali: di Astiage”, che il professor e mi fece sincera amicizia. Ricordavo i vecchi 13x 18. Aveva un aspet to vagamente da un lato la antica e leggere e tradurre agli esami di quinta mobili : un vetusto tavolo al centro, o- familiare. Lo presi in mano. Un tuffo profonda spiritualità che al- ginnasial e e che io ricordo ancora a ve spesso , da ragazzi, avevamo fatto i al cuore e un’emozione intensa, vi- memoria: “Κυροσ ο Καµβυσου και berga nel cuore dei fratelli compiti , o giocato a dama; una creden- brante, come quando ci si present a da- Μανδανησ (chiedo di essere scusato orientali e dall'altro lo spiri- za, con ancora in bella mostra, tra le vant i improvvisamente un caro amico per la mancanza degli accenti che non to libero, la circolazione altre cose, un antico servizio da caffè d’infanzia di cui s’erano perse le trac- so come fare per metterli), µεχρι µεν delle idee, l’essenza cristia- in porcellana “cinese” fabbricato cer- ce e perfino la memoria. Sì! Era il vo- (Ciro, figlio di Kambì- na temprata dalle continue tamente a Capodimonte; in una bella lume di “esercizi greci” a cura di Luigi δωδεκα ετον... se e di Mandane, fino all’età di dodici sfide imposte dalla moder- foto a mezzobusto dei primi del Nove- Zenoni, pubblicato a Venezia nel anni…). nità. Con questa rinnovata cento, il ritratto di suo nonno, un sar- 192 4, che io avevo acquistato di se- Un’altra sosta evocativa a pag. forza il futuro non sarà in to che io ri cordavo vecchio e quasi pa- conda mano, da un adulto, il figlio del 284. Un segno a matita sul titolo di u- grado di nascondere antri ralitico in un lettino, che anche d’e- farmacist a che poi aveva interrotto state indossava a mo’ di pig iama una gli studi. Per poch e lire mi aveva dato no dei dialoghi di Luciano, “Menippo bui per il cammino dell'Uo- e Mercurio”. Ricordo perfettamente le mo. maglia di lana sucida, e ci narrava ap- uno scatol one di vecchi libri scol asti- prossimat ivi fatti storici collocati in ci, alcuni dei quali mai sfogliati. Si mie riflessi oni “filoso fiche” di allora E per concludere, ancora altre epoch e e in altri luoghi, e che so- trattava di un volume di 390 pagin e sulla corruttela della bellezza umana. in nome di San Basilio Ma- prattutto amava declamarci storpiati sul quale avevo studiato appassio nata- Menippo aveva chiesto a Mercurio di gno, Legislatore del mona- versi della “Divina commedia”, con mente per due anni: quarta e quinta mostrargli le bellezze del paese e so- chesimo orientale, il Papa arbitrarie aggiunte e aggi ustamenti: gin nasi o. Con Italiano e Storia, il prattutto la famosa Elena, la donna più polacco con queste parole “Lasciate ogn i speranza, voi ch’entra - Greco era tra le materie da me preferi- bella dell’antichità. Mercurio l’ac- auspicava l'avvicinamento te/ da questa porta più non uscirete”; u- te. Lo aprii con trepidazione. Sulla pa- compagna nell’Ade e, davanti ad un te- dei due emisferi cristiani: "i na credenza in legno intagliato , stile gin a bianca subito dopo la prefazion e schi o rotol ato in un angolo da un cu- forti tratti comuni che uni - inglese, con ripiani e con sportelli c’era la mia firma, ovvero un’esercita- mulo di ossa, gli dice: “Τουτι το κρα− scono l'esperienza monasti - vetrati, adibito a libreria: una mia vec- zion e un po’ goffa di firma svo lazzan- νιον η Ελενη εστιν” (Questo cranio ca d'Oriente e d'Occidente chia conoscenza che profumava di te. Poi la prima pagina: “Morfologi a qui è Elena). Rimasi co n l’indice tra le pagine 284 e 285. Lo stesso turba- fanno di essa un mirabile giovinezza e trasudava nostalgia… – Parte pratica” – Esercizi di lettura: mento di allora. ponte di fraternità, dove l'u - strano senti mento. Nostalgia per che “Ο πατηρ, il padre - η µητηρ, la madre Mi scosse la voce di Mario che, nità vissuta risplende persi - cosa? Nostalgia di giovinezza, - ο αδελφοσ, il fratello… Quanti nomi senz’altro! Ma non certo per l’ansi a appresi a memoria, sia per quanto ri- avendo osserv ata la mia commozione, no più di quanto possa ap - che, a quell’epoca, ci provo cava l’in- guardava la lettura che la scrittura e il mi disse: “Te lo puoi riprendere. È» parire nel dialogo tra le digenza esistenziale e, soprattutto, sign ificato! Poi la prima e la secon da tuo. Me l’avevi prestat o ed ora te lo Chiese" (Enciclica Orienta- l’incertezza del futuro. C’erano ancora declinazione e così via, con ancora i restituisco”. L’abbracciai. È» stato u- le Lumen, l995). i vecchi libri tante volte sfogliati: il segni degli esercizi da tradurre. Un no dei più bei regali mai ricevuti, ed o- “Nuovissi mo Melzi ”, in due volumi, e senso di eccitazione davanti alla no- ra sta in bella mostra nella mia libre- Siena, 17 giugno 2008 il vocabolario latino di “Campanini e menclatura del corpo umano che ave- ria, a ricordarmi il profumo dei tempi Theseus Carbon i” che tante volte avevo con- vo studiato con impegno e mandato a belli e dei sog ni di gioventù. 28

LIBRI GIORGIO CASTRIOTA SCANDERBEG NELLA STORIA E NELLA LETTERATURA Atti del Convegno Internazionale. Napoli 1-2 dicembre 2005, a cura di I. C. Fortino – E. Çali. Dipartimento di Studi dell’Europa Orientale. Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Napoli 2008, pp. 504. ono stati pubblicati presso ra tura polac ca de l Cinquecento, storiografia (secc. XV-XX I), pp. di Attilio Vaccaro , Giorgio Ca - S “Il Torcoliere” Officine pp. 127-152; Italo Costante Forti- 419-504. striota Sca nder beg (1405-1468): Grafico-Editoriali d’Ateneo dell’U- no (Università di Napoli “L’Orien- Il Convegno – attraverso il no- note di storiografia (secc. XV- niversità degli Studi di Napoli tale”), Un poema inedito su Scan - tevole numero di relazioni e inter- XX I), di Costantino Nikas , Gior - “L’Orientale” gli Atti de l Conve- de rbeg di Giuseppe Angelo N ociti, venti - ha messo bene in luce la fi- gio Castriota Scanderbeg nell’ope - gno Internazionale GIORGIO CA- pp. 153-194; Agostino Giordano gura dell’eroe nazionale albanese ra di Michele Kritoboulos, di fier- STRIOTA SCANDERBEG NEL- (Dire ttore Jeta Arbëreshe), La Scanderbeg ormai «assurto a una ban Turcufl, I rapporti tra Iancu De LA STORIA E NELLA LETTE- Sphata e Skanderbekut di B. Bilot - dimensione mitologica»(p.7), eroe Hunedoara e Scanderbeg nella sto - RATURA. ta, pp. 195- 219; Ymer Jaka (Uni- che si oppose alla penetrazione riografia romena, si soffermano Si tratta di uno splendido volu- versiteti i Prishtinës), Skënderbeu turca per ben venticinque anni; nel sul riesame di argomenti de l pas- me che reca in copertina a colori il në letërsinë frënge, pp. 221-242; Convegno si è tra l’altro sottoli- sato. ritratto di G. C. Scanderbeg di Marko Jaãov (Università di Lec- neato il rapporto tra Oriente e Oc- Un percorso con prospettive Cristofano Dell’Altissimo (1553- ce), L’idea scande rbeghiana nel cidente, argomento di grande attua- nello spazio del Med iterraneo è de- 1568) conservato nella Galleria de - contesto de lle relazioni diplomati - lità oggi come ha sottolineato il scritto nell’intervento di Giovanna gli Uffizi di Firenze la cui foto che tra la Santa Sede e l’Impero Magnifico Rettore Ciriello (p.7); Motta, Quel mare attraversato da dobbiamo a I. C. Fortino e pub- Ottomano, pp. 243- 244; Willy inoltre sono stati messi in eviden- Scanderbeg fra storia e mito. blicata su concessione del Mini- Gjon Kamsi (Già primo Amba- za i percorsi letterari che la figura Varie motivazioni hanno spin- stero dei Beni e delle Attività Cul- sciatore d’Albania presso la Santa dell’eroe Scanderbeg ha lasciato in to le potenze a modificare o a con- turali. Sede ), Vocazione cristiana ed euro - ambito letterario romeno, magia- solidare il preesistente a iniziare Il volume contiene oltre l’IN- pea di Giorgio Castriota Scander - ro, francese, croato e italiano : è dalle ragioni religiose come si leg- DICE, pp. 5-6 e il Saluto di Pa- beg , pp. 245- 254; Zef Mirdita in Italia presso gli arbëreshë che ge nella relazione di Willy Gjon squale Ciriello (Rettore de ll’Uni- (Universiteti i Zagrebit), “Lidhja si sono avute risonanze marcate Kamsi, Vocazione cristiana ed eu - versità degli Studi di Napoli “L’O- shqiptare” ose “Lidhja e Lezhës” , dell’eroe Scanderbeg. ropea di Giorgio Castriota Scan - rientale”), pp. 7-8, i seguenti con- pp. 255- 267; Giovanna Motta (U- Come è noto le ricerche sullo derbeg . tributi: niversità di Roma “La Sapienza”), Scanderbeg sono iniziate già da l Da qui si è ricorso alle alleanze Italo Costante Fortino (Uni- Quel mare attraversato da Scander - 1968 anno di celebrazione de l V interne all’Albania che richiama- versità degli Studi di Napoli “L’O- beg fra storia e mito, pp. 269-287; centenario della morte dell’eroe ma vano a unità i vari prìncipi come rientale”), Presentazione, pp. 9- Zeqirja Neziri (Faculteti Filo- ulteriori riflessioni – ha sottoli- appare dalle relazioni di Sergio 12; Imri Bada llaj (Universiteti i logjik “Blazhe Koneski” Shkup), neato I. C. Fortino - pongono le Bertolissi, Giorgio Castriota Prishtinës), Figura e Skënder beut Skënder beu në letërsinë kroate, pp. basi oggi per illuminare un perio- Scanderbeg, tra leggenda e realtà, në revistën Eskluzive, pp. 13-18; 289- 309; Costantino Nikas (Uni- do storico «per il quadro europeo e e di Zef Mirdita , “Lidhja shqip - Sergio Bertolissi (Università de - versità di Napoli “L’Orientale), non solo albanese» (p.9). tare” ose “Lidhja e Lezhës” . gli Studi di Napoli “L’Orientale”), Giorgio Castriota Sca nderbeg nel - Il Convegno è stato costruttivo Viceversa sulle alleanze ester- Giorgio Castriota Scanderbeg, tra l’opera di Michele Kritoboulos, e foriero di ulteriori sviluppi. I ne che tentavano di aggregare po- leggenda e realtà, pp. 19- 20; An- pp. 311- 319; Ad riano Papo e Gi- partecipanti hanno ben messo in e- tenze si sono soffermati Adriano tonello Biagini (Università di Ro- zella Nemeth (Università di Udi- videnza il ruolo e la forza di oppo- Papo e Gizella Nemeth, Giovanni ma “La Sapienza”), L’Indipenden - ne), Giovanni Hunyadi e Giorgio sizione al nemico di G. C. Scan- Hunyadi e Giorgio Castriota Scan - za albanese (1911-1912), pp. 21- Castriota Sca nderbeg. Da avversa - derbeg apportando nuova luce su derbeg. Da avversari ad alleati nel - 39; Pierfranco Bruni (Ministero ri ad alleati nella lotta antiottoma - un periodo storico che è apparso la lotta antiottomana, nonché fier- Beni e Attività Culturali), Scan - na, pp. 321- 345; Ignazio Parrino molto significativo nell’ambito ban Turcufl, I rapporti tra Iancu De de rbeg tra modelli identitari e ap - (Università di Palermo), Scander - della storia europea e non soltanto Hunedoara e Scanderbeg nella sto - punti letterari, pp. 41-51; Jorgo beg e Bessarione nella tradizione della storia albanese. riografia romena. Bulo (Istituto di Linguistica e Let- culturale greco-albanese d’Italia, L’opportunità è stata colta da l- Sono state messe in evidenza teratura di Tirana), L’epos roman - pp. 347-359; Gaetano Platania (U- l’Università degli Studi di Napoli poi figure che hanno lasciato trac- tico su Sca nderbeg-Sguardo tipo - niversità degli Studi de lla Tuscia), “L’Orientale” – come ha sottoli- ce notevoli come Bessarione evi- logico, pp. 53-57; Edmond Çali Unione de lle chiese, lotta anti-tur - neato Fortino – nella ricorrenza de l denziate dalle relazioni di Gaetano (Università di Napoli “L’Orienta- ca e idea di crociata in età moder - VI centenario della nascita de l Platania, Unione de lle chiese, lot - le”), Scanderbeg in Istorì e Skën- na. Da Gjergj Kastriot Skë nderbeg Principe albanese (1405). Il ruolo ta anti-turca e idea di crociata in età de rbeut di Naim Frashëri, pp. 59- al greco Bessarione, al suo emulo dello Scanderbeg ha avuto echi moderna. Da Gjergj Kastriot Skën - 74; Giorgio Castriota Scanderbeg seicentesco Paul De Lagny, pp. non solo sul piano storico ma an- derbeg al greco Bessarione, al suo (Discendente del Principe albane- 361-400; Shaban Sinani (Istituto che ha registrato notevoli tracce emulo seicentesco Paul De Lagny se), pp.75-78; Pietro De Leo (U- di Linguistica e Letteratura di Ti- sul piano letterario. e di Ignazio Parrino, Sca nderbeg e niversità de lla Calabria), Giorgio rana), Giorgio Castriota, una figu - Alla dimensione europea evi- Bessar ione nella tradizione cultura - Castriota Sca nderbeg tra oriente ed ra del Rinascimento europeo, pp. denziata da Shaban Sinani, Gior - le greco-albanese d’Italia. occidente, pp. 79-99; Amedeo Di 401-408; fierban Turcufl (Uni- gio Castriota, una figura del R ina - Giorgio Castriota Scanderbeg è Francesco (Università de gli Studi versità di Cluj), I rapporti tra Ian - scimento europeo, si aggiunge la stato interpretato fuori degli sche- di Napoli “L’Orientale”), Barlezio cu De Hunedoara e Scanderbeg nel - posizione “contra turcas” della re- mi trad izionali grazie a ricerche re- ed oltre. Scanderbeg nella letteratu - la storiografia romena, pp. 409- lazione di Pietro De Leo , Giorgio centi di archivio condotte da ra ungherese (secc. XVI-XV II), pp. 417; Attilio Vaccaro (Università Castriota Scanderbeg tra oriente ed Marko Jaãov, L’idea scander be - 101-125; Simone Di Francesco, de lla Calabria), Giorgio Castriota occidente. ghiana nel contesto de lle relazioni La figura di Sca nderbeg nella lette - Scanderbeg (1405-1468): note di Alcuni contributi quali quello continua a pag. 29 29 segue da pag. 28 stica è stato sottolineato da Imri diplomatiche tra la Santa Sed e e Bada llaj, Figura e Skënderbeut në Riflessioni su l’Impero Ottomano. revistën Eskluzive. In ambito più strettamente po- Le relazioni di Antonello Bia- “metamorfosi d’amore” di Gilda Ferrari gini, L’Indipendenza albanese litico-culturale la relazione di Si- di Vincenzo Bruno mone Di Francesco, La figura di (1911-1912) e Pierfranco Bruni, Sca nderbeg nella letteratura polac - Scanderbeg tra modelli identitari e appunti letterar i hanno rivolto uomo fa e sente, il poeta sente ed eterna. L’uomo cammina nel fini- ca del Cinquecento, mette in luce to, i l poeta vola tendendo all’i nfinito. l’attenzione a problemi de lla po- L’ la corrente de l disegno calvinista. Il senso di questo debutto? Le relazioni di Ymer Jaka, litica albanese. Per me appare scontato : leggendo la stupenda raccolta dei testi poetici Skënderbeu në letërsinë frënge, A- In conclusione un plauso va ai contenuti i n “metamor fo si d’amore” di G ilda Ferrari, si ha l’oppor tu- mede o Di Francesco , Barlezio ed colleghi Fortino e Çali de ll’Uni- nità di incontrare e di conosce re nel conte mpo una donna e un poeta ! oltre. Scanderbeg nella letteratura versità “L’Orientale” di Napoli Da lei la vi cenda umana è colta nei suoi mille rivoli e nelle sue mil le ri- ungherese (secc. XV I-XVII), Ze- che hanno ottimamente curato gli velazioni; ma contempora neamente la stes sa è ammantata dai nobil i ve- qirja Neziri, Skënderbeu në letër - Atti di un Convegno di estremo stiti della poesia. Quei magici indumenti che non sono legati alle futili mode, bensì permettono di ol trepass are il nero muro del mistero e di sinë kroate, hanno sottolineato interesse, Convegno in cui i re- squarciare tra le fiamme del sapere la verità o almeno porzioni di essa. gli echi de l mito dello Scanderbeg latori ad alto livello hanno de - scritto la figura di Giorgio Ca- Questo compi to di prendere per mano l’uomo e portarlo lungo i senti eri in letterature europee. dell’ess enza è sempre stato preroga tiva del poeta; ciò è avvenuto dal striota Scanderbeg da tutte le an- Inoltre Jorgo Bulo, L’epos ro - mondo ant ico fino a giungere alla poesia moderna e contemporane a. mantico su Scanderbeg - Sguardo golazioni ed hanno in tal modo Il novece nto, da pochi anni congedatosi, con le sue grandi int uizioni, tipologico e Italo Costante Forti- concorso alla collocazione dell’e- con le sue poetiche si ritrova per intero nell’arte di Gilda Ferrari di Fra- no, Un poema inedito su Sca nder - roe albanese nell’ambito euro- scineto. beg di Giuseppe Angelo Nociti, peo. Lei valorizza la parola, r ecuperandone i significa ti meno comuni e sc on- hanno trattato dell’epos romanti- Il Convegno è stato organizza- tati, utili zzandone i suoni, l a musicalità e le suggestioni. T ra i suoi vers i co, mentre sull’aggiornamento fi- to dall’Università de gli Studi di frequent i si affacciano le sines tesie , le quali regalano gioie appa gamenti improvvisi nel pot ere cogliere signifi cati logi ci e messaggi concreti che lologico tra storia e mito è inter- Napoli “L’Orientale”, d’intesa con trascinano poi con s é anche ogni s orta di emozioni u ditive vis ive tattili. venuto Agostino Giordano, La il Ministero per i beni e le atti- vità culturali ed il Comitato na- Il libro è strutturato in quattro parti : …e queste non mi sono tanto sem- Shpata e Skanderbekut di B. Bi - brate elementi di un percorso, d i un viaggio; … le ho, invece , immagina - zionale delle minoranze etnico- lotta. te come “quattro orizzonti” pos sibili e inte rscambiabili . linguisiche in Italia. Edmond Çali, Sca nderbeg in I- Perché l’uomo davvero tra gli spazi di tali orizzonti è sbattuto per ogni storì e Skënderbeut di Naim Fra - Addolo rata Landi dove dal fato, …spesso, senza vera consape volezz a, egli è spi nto a per- Università degli Studi di Salerno correre diversi contrad ditt ori sentieri nel cors o della sua breve esis tenza; shëri, ha riletto criticamente altre Facoltà di Lettere e Filosofia opere; l’interesse per la pubblici- Dipartimento di Scienze della Comunicazione …soltanto dopo di noi, a posteriori , forse si potrà rinvenire un sens o al mistero del progetto che ci ha riguardato. Infatti tanti e svariati sono i luoghi del corpo e i posti dell’ani ma che la poetess a ci rivela, ci dipi nge con la grazia semplice del cuore e con la lo- gica agile della ment e; …e tutti essi ci appaiono nos tri, perché l’autrice Violi, Filippo: vocabolario grecani- ce li apre, ce li dispiega, …non li cinge e non li serra. co-italiano / italiano-grecanico 2007 Così come l’autrice non ci nasconde le sue emozioni, i suoi senti menti, le sue passioni, perché sa che ognuno degli uomini ama e odia, …ognu- no è umiliato ed esaltato, …ognuno gioisc e e piange. Perché sa che la vi- l nos tro illustre amico e ott imo collabora tore ha pubbl icato ta non r isparmia alcunché all’ant ico pellegrino, che è stato scaraventa to Iun’opera fondamentale e preziosa ai fini della conosce nza, tu- su questo piane ta. tela e sviluppo della lingua grecanica che si rifà al greco anti co Un pianeta e un microcosm o, che si frantuma cont inuament e in infiniti e che perdura nell’area ellenofona del reggi no nei periodi di Bo- variegati mondi i quali vi vono dalla notte dei secoli ogni sorta di pro- va, Gallicianò, Roccaforte. blema, ogni sorta d i esperienza dentro la individualità della propria soli- Il prof. Filip po Violi che ha alle spalle una lunga e prestigi osa mi- tudine oppure nel vorti ce tormentos o delle dispera zioni, delle esaltaz io- litanza di cultura e propagatore della lin gua e cultura grecanica, ha ni coll ettive. assunto la veste dell’attento archeologo che porta alla luce i re- Aquei probl emi, a quelle esperienz e ognuno s i sforza di dare una soluzio- perti più prezios i che nella fattispecie sono i vocaboli, il lessico ne a sé confacente, spesso è solo una soluzione illusoria, quasi sempre ed i modi di dire di un popolo antico ricco di umanità e di cultura. ins ufficient e e non appagante. Pertanto la nos tra autrice tocca pure i co- Da uomo semplice e pratico, ma di profonda cultura ed attenzio- siddetti “grandi temi” dell’umanità; …e allora mostra equilibrio, …e al- ne, ha creato uno s trumento fluibil e per tutti in modo c he il “vo- cabolario” possa essere letto e gustato da ogni persona che sia lora intuis ce una strada, …e allor a crede nelle parole che vanno tutte ve r- dot ato da passione schi etta, non importa se “grecanico” , arbre- gate in maiuscolo, essendo parti infinites ime delle qualità eccelse del- sh, occitano o italiano. l’Assolu to. …Da cui tutti provenia mo e a cui tutti tendiamo! La sua sapie nza di uomo di cultura e di docente di materie classi- Altri nelle circos tanza parleranno forse dettagliatame nte dei testi, uno che gli hanno cons entito di predisporre uno strumento agile, più bello dell’ altro, uno più coinvolgente de ll’altro. punt uale ed utiliss imo sia per la ricchezza lessicografica che per Altri probabilmente reciteranno qualcuna delle poesie comprese nel vo- le note grammaticali e le differenze diatopiche. lume, una più significativa de ll’altra, una pi ù sugges tiva dell’altra. Il volume non è il classico, barbos o vocabolario, ma un’opera Ame dispiace non essere presente a questo rendez-vous di una serata ago- attraente che si fa legge re con curiosità e diletto e volti all’arric- stana nel salott o di Civit a. chi mento perché “restituis ce allintera c omunità c alabro-greca la Per interpos ta persona mi sono arrogato il diritt o di occupare uno spazio lingua madre”. per l’estri nsecazione di alcune brevi rifless ioni , che mi ha suggerito la Ci pi ace sottol ineare e ricordare il contributo che l’amico Pippo lettura appassiona ta ed appassiona nt e del testo gentilmente invia tomi offre alla nostra rivis ta che puntualmente pubblica i suoi pezzi, dall’autrice , donna di cultura, donna di anima arbëreshe. autentiche perle di tradizione e di cultura. Alei auguro anzitutto lo s tare bene con se stessa e con i l mondo; …quin- Grazie, caro amico, e complimenti. di, il merit ato riconos cimento per un lavor o ed un impegno - quello poe - d. e. tico o letterario in genere - che sono negletti, essendo conside rati inuti- li nella malandata malmessa Italia di questi nos tri tempi. 30

Presentazione del Libro Spezzano Albanese (CS), Santuario “Madonna delle Grazie” VACCARIZZO ALBANESE I VERSI DELLA PIETÀ Comunità albanofona della provincia di Cosenza (Dalle origini ai giorni nostri) E I LORO INTERPRETI di Giorgio Marano

omenica 10 Agosto, a Vacca- ello scenari o suggest ivo e te- Drizzo Albanese (CS), è stato Nnero del Santuario della Ma - presentato il libro di Giorgio Marano donna di carne: Shën Mëria mìshie (co- dal titolo VACCARIZZO ALBANES E. sì è nota l a bell a, verosimi le, dolci ssi- Comunità albanof ona della provincia ma st atua della Madre) è stato presenta- di Cosenza (dalle origini ai giorni no - to, il 12 agosto 2.008, l’ ultimo lavo - stri). ro di Francesco Fusca (Ispettore del Alla present azio ne del vol ume, Minist ero I. U. R. e “Poeta di Spezza- presieduta dal Sindaco di Vaccarizzo no Albanese – Poèt ka Spixana ” come Albanese Aldo Marino, e avvenuta si autodefinisce …), dal titolo i versi con grande partecipazione della co- della Pietà. munità di Vaccarizzo, sono i ntervenu - Ne hann o parlato -tra i canti e le ti Domenico Marano, Vincenzo Li- brandi, Prof. Francesco Perri, l’As- musiche di Emiliana Oriol o, Maria An- sessore Donatella Laudadio e l’On. tonietta Marcovicchio e Piro Pano- l’ Damiano Guagliardi. arcivescovo di Catanzaro-Squillace Il volume è stato pubblicato gra- Antonio Cilibert i, il senator e della Re- zie al sos tegno del Comune di Vacca- pubblica Francesco Pist oia e la profes- rizzo Albanese, e grazie alla tenacia e soress a Teresina Ciliberti. vol ontà del Prof. Francesco Perri, che ha sostenu to e inco raggiato l’autore du- La conduzione della serata, sobria rante la stesura dell’opera ed è riuscit o a portare avanti , non senza difficolt à, il e garbata, è stato della giovane Emilia Pisani, gior nalista dell a Gazzetta del Sud progetto di Giorgio Marano. e di Tele A 1 di Anna Aversente di Corigl iano Calabro (anche Rai 3 e TeleCassa - L’evento ha rappresentato, senza dubbio, un momento di grande commozio- no, con l’ attore Mario Caruso, hanno ripreso l’ evento…). ne per il ricordo e la memoria dell’autore, prof. Giorgio Marano, purtropp o ve- Ai saluti calorosi e ricono scenti del sindaco della città Ferdinando Nociti e nuto a mancare pochi mesi prima che la sua opera andasse in stampa, e ricorda- della vice-presidente dell’ Associazione MeEduSA di Spezzano Daniela Bosco to come figura di rilievo nel paese di Vaccarizzo Albanese, dove è stat o a lungo Sindaco e dove ha svolt o per molt i anni il suo ruolo di inse gnante. (che ha organ izzato, con il sito www.fuscapoesi a.it, tutta la manifestazione , Il volume su Vaccarizzo Albanese è il risultato di decenni di studio, di ricer- della quale Emanuele Armentano è stato il regista) hanno fatto seguito le rela- ca, di riflessioni e appunti che l’autore ha saputo raccogli ere, con passione e de- zioni. dizione, non solo scavando tra i testi storici e i documenti d’archivio, ma tra i Il senator e Pistoi a, dall’ alto della sua notevole cultura, ha sottol ineato tra ricordi e i pens ieri della gente e tra le st rade del suo paese. l’ altro come, nell’ Introduzione al libro di Fusca, monsi gnor Ciliberti spazi tra Il test o si divide in due parti: la prima parte spiega le origini del comune di elementi di escatol ogia e di teologia della liberazione. Rosminiano illuminato, Vaccarizzo, con notizie di tipo stor ico, economi co e culturale, addentrandosi in noto in tutta Italia, Pistoia ha individuato ne i versi della Pietà elementi signi- aspetti quali la lingua, il rito religi oso, i cost umi, gli usi e le credenze e anali z- ficativi di riflessione sul senso della Vita e della Morte. zando, inolt re, la toponomas tica e l’onomasti ca del paese. La profess oressa Cilibert i ha definit o il lavo ro di Fusca una “prova matura” La parte seconda, inve ce, affronta un discorso più prettamente storico sulla e, affermando che «ci troviamo di fronte a una Poesia permeata di tristezz a e dol- formazione del paese, attraverso l’analisi di documenti, e anali zza l’andamento cezza, a una compiuta elegia in chiaro sti le francescano», ha concluso dicendo demografi co e la cronografi a del paese. Il testo è complet ato dagli alberi genea- che: «il libro di Fusca è un’ arca di Noè su cui rifugiarsi…». logici di alcune famigl ie di Vaccarizzo, c ompi lati dal Prof. Francesco Perri, a cui Infine l’ arcivescovo di Catanzaro-Squillace che, riprendendo alcuni passi si deve anche il merito di aver portato avanti il proge tto di Giorgio Marano, e da un ultimo apparat o che contiene immagini antiche e recenti del paese. della sua Introduzione a i versi della Pietà, ha finemente e felicemente rimarcato Il libro, dunque, propone non solo un’anali si sull’aspett o stor ico ed econo- come «Fusca, il poeta della gioi a, ha presentato un argomento non popo lare e mico di Vaccarizzo, con lo scopo di chiarire l’origine e l’evoluzione del paese, spesso tabù, affrancandolo dai toni che sove nte lo connotano, come la tristez- dalle forti e ancora vive tradizioni arbëreshe, ma indaga l’aspetto più pretta- za e la disperazione…». mente antropol ogico, in un linguaggio accessi bile a tutti, soffermandosi su da- Defini re l’ int ervento di mons. Ciliberti una “lezione di Teologia” è dir po- ti interess anti e spesso curiosi, quali la topo nomasti ca, l’onomas tica, gli albe- co. Accattivante ed attraente, l a lectio magistralis ha incantato e commosso, si- ri genealogici, l’andamento demograf ico e la cronog rafia. no alla rifless ione più alta poss ibil e sulla spir itualità nella società odierna. Le Il volume su Vaccarizzo è certamente l’ultimo regalo che il prof. Giorgio citazioni, anche in latino, hanno avall ato la perla della Fede che non ammette Marano ha voluto lasciare al suo paese, facendo tesoro della sua esperienza in indugi od incertezze… qualità di amministratore, di professore, di s torico, ma trasmett endola, co me ac- Insomma, per concludere, si può dichiarare tranquillamente che il libro di cade nel libro, col l’animo di cittadino, che ha viss uto e raccontato il suo paese Fusca è stato un’ occasione culturale e spirituale di crescita umana e di matura- e che ha come unico scopo non la glor ia persona le, come lui amava precisare, zione esistenz iale, per il gran pubbli co convenuto dai più svariati luogh i della ma quello di fornir e alle nuove generazioni la memoria del passato, perché il ri- cordo e il legame con le origi ni sia sempre vivo. Calabria.

Nella foto il Prof. Giorgio Marano e il suo collaboratore Prof. Francesco Perri. 31

OEZÌ E PRËM TJA MADHE 1997 P Kok ti, ...e kok u Jam tek zalli S’e do ti, …e ha u! Sei nelle persone che incont riamo me trutë mendonj motin çë shkoj nelle strade che percorriamo rruenj suvalat e giegji nj dejtin Aì çë shkruajti kish t’jëmin Adhellin e t’jatin Viçenxin çë nëng rri një cikë qet nelle pareti senza cielo Anapul i thon Lluk, po ndë katund është Benijamin! nel silenzio profondo del cuore. Conos ci ie nostre vie * * * Kultonj atë vashe z e rri i mëritur quelle chi are e quelle oscu re psè syt ë e saja m’u stistin ndë këta tru ci circondi da ogni parte NËN G JE MË TI doj a të dija cili forxha r perché sei sempre tu il nostro sostegno. me kalli këtë goxhdë e nëng më shkule t më È incoraggiante pens are che il tuo sguardo Më njohe ç’isha krjetur accompagna i nos tri giorni e më ruje si nj ë pupez. Pitur çë pitar pse sytë e saja ti nëng m'i pitaren mirë e come un custode not turno Më pe ç’isha vasharele qielli e ylzit, hënze n e diellin ci vegl ia fino al matti no. e më mbete afir si një vëlla. È confort ante sapere che sei ancora ti m’i pitaren si do Ike…. ma puru ata di sy më thua pse jo la roccia sicura su cui poter appoggiare i pi edi Sot m’u pirpoqe papan quando vacillano e më ruajte me ata sy o sono stanc hi per un lungo viaggio. pl ot me hare dhe me hj idhí . Tue haraksur dita È ancora piu dolce alla f ine del gior no Më puthe nën qielli ylzor e dielli shke pten rrëmbet nd'ata male addormentarc i tranquille sotto il tuo sguardo sikur t’isha vetë u për tij… të mbushtruar me borë, ndë mest dejti t con i versi della poesia della vita Kush jam u nani? një tufë me skamandile të bardha che recitano una sola parola: Një pupez o nj ë motër? MAMMA. Më the ka veshi “të dua mire”… Ish pj ot me t rima e vashe z Edhe u të dua mire. e dalë dalë qasej tek jetra, navë vllore Mari a Anto niet ta e Dan iela Gjë ësht ë e na lidhi n faqe të barda gjithë helmuar po u nëng jam më u ma një dhe me shpres ë shtrëngoji n nd’ato duer * * * dhe ti nëng je më ti.

URIM PIR ALESS I0 E ANNA MARIA Ishin pa ngrën, ishi n pa pirë Është e gëzuar kjò ditë NON SEI PIU’ TU ma ndë mest atyre gjindie u pe di sy Se na bën nderë gjithë këta miq di koqez lotë i ranë ndër duer Është e bekuar kjo mbrëma Mi hai conosciu ta bambina ku mbani fort atë shpre së tue shtrëngu ar Se nusja e dhëndrri erth tek e jëma e mi guardavi come una bambola . Na i rrethomi me shumë mall Mi hai visto ragazzina Ëmrin e saja u nëng e dita maj E jami urime per një gjellën e mbarë e mi sei stato vicino da fratello. ma për gjithë jeten u shoh vet sytë e saj Jeta nani ë shumë e ngatrr iar, Te ne sei andato… nga dita u vinj tek zalli e pjot mëri Sa t’nxinë zë mëren pa rrefiar. Oggi mi hai incon trato di nuovo ma ndë mest atyre gjindë u shoh di sy. Po kin’ luftoni me atë Besen e mi hai guardato con quegli occhi Çë Prindi ju mësoj me parkales en pi eni di gioia e amarezza. Urtesìa, Puna edhè e Drèqta Mi hai baciata sotto il cielo stellato Kat’ju mbanj llargu ka e Keqta. come se per te esistes si solt anto io. VENERDI' SANTO 199 7 Kët bir u sot dua t’falendëronj Chi sono adesso? (E pra ka shpìa due të dergonj). Una bambol a o una sorella? Immobile sulla riva Psè çòko bëri, bëri me nderë Mi hai sussurrato all’orecchio “Ti voglio bene”… penso al passato Me fuqì e gëzim nga herë. Anch’io t i vogl io bene. guardo le onde ed ascol to i l mare Edhè kur ishe m shumë të llavur Qualcos a ci sta legando col suo ins tancabi le mormorio Vate përpara me sperënx të madhë. ma io non sono più io e tu non sei più tu. Kjò nuse e bukur çë i dhà Ynzot Tristeme nte ripens o a lei Èshtë e urtë, e butë e shumë lulëzoftë. ai suoi occhi i nchiodati nel mio cuore Qofshi t nj zëmer, nj e shpì , nje bashkì e nje lirì Maria Ant oni ett a Man na E runi shëndetën më se sy fucinati a fuoco da un fabbro Pir t’rritni bilë pj ot fuqì e bulerì. che non andran più via Pafshit per te nemurit një çikë li pis i * * * Ashtù jini t e bekuar ka Krishti e ka njarì. Oh! Pittore, i suoi occhi non mi ridai Qellni fjamurin e të Mires, lartë il cielo e le stelle, la luna ed il sole Çë Print e RRënj et ju dhàn ka Gjaktë. BENITO GUIDO li dipingi con mille sfumature “Mos trëmbi”, mbàni tek zëmëra te Madhën Besë ma i suoi occhi no... non sai Çë ju jèp Vangeli e aì Skanderbek. Beni to Guido autore della bella poes ia, già pre- miata, è un appassionato cultor e delle tradizioni Il giorno nasceva arbreshe . Egli è noto ed apprezzato come cantau- Ejanina, 24 lugl io 2007 il sole coi suoi raggi scaldava i monti Mariang el a Parapugna tore di successo (ha pi ù vol te vinto al festival di S. Demetri o). Ha compos to innumerevol i versi e in mezzo al mare * * * canzoni nella madre lingua , nonché appassiona o un agitar di fazzoletti bianc hi animatore di iniziative culturali e feste tradizio- Kok ti , …e kok u nali. Un cumulo di giovani spera nze lentamente accostava la nave amica S’na hanij fare ajò ime bilë e dukej se s’kish më u. volti bianc hi, sorrisi stanchi Rrinij keq e jëma e rrija keq u. ma un mondo di speranza tra le mani

Shkova dita të tëra ture thon u : “çë pat patirja u!” Distrutti dalla fame e dalla sete Pra u kujtova se, kur isha i vogil, kisha shkuar edhe u. in mezzo al cumulo i due occhi due lacrime di gioia tra le mani E se ca herë s’do jatroi, po duan tru. stringeva no invano la speranza Ashtù vashza nanì ha me harè e plotë me u.

Ju dun të dini se ç’jan keto tru? Il nome non ho mai conosc iuto Ndë kini një çikë paçenxë, ju e thom u. di chi scorta per sempre la mia vita ogni giorno ritor no a quel dolore Si me thonij mëma, kur isha i vogil u. Benito Guido con il compianto e tra le onde del mare, annegati per Ashtù s’ime bilë nani i thom u. P. Archimandrita Giovanni Capparelli l'ete rnità i suoi occhi. 32

CRONACHE CULTURALI PRISHTINA: 27° Seminario per la Lingua,

l 2008 per la Repubblica della Kosova è un la Letteratura e la Cultura Albanese Ianno particolare in quanto ha segnato la sua indipendenza come stato con l’aspirazione a di- lità del livello dei corsi di lingua, indirizzati a go in uno standard linguistico rivisitato è ogget- ventare membro dell’Unione Europea. studenti e a quanti desiderino approfondire le pro- to di dibattito anche a livello di commissioni L’Università di Prishtina, che dal 1974 ha or- prie conoscenze linguistiche. I corsi si svolgono dell’Accademia d’Albania e dell’Accademia della ganizzato, con scadenza annuale, il Seminario in lingua albanese e si sviluppano su tre livelli, Kosova, ma finora con pochi risultati. Internazionale per la Lingua, la Letteratura e la sulla base delle conoscenze di partenza dei parte- b.2 La sezione letteraria, che ha avuto come Cultura Albanese, ha voluto quest’anno celebra- cipanti. tema “La Kosova e la letteratura albanese”, ha re l’evento con una presenza più numerosa del I corsi di lingua sono integrati da una serie di visto la partecipazione di 65 studiosi con altret- solito di partecipanti, 200 persone tra studenti e conferenze tenute da studiosi di albanologia di tante comunicazioni. Era atteso un tema del ge- studiosi. varia provenienza, su tematiche che vertono sul- nere quest’anno, perché si celebrava il grande e- Albanologia provenienti da tutto il mondo – la lingua, la letteratura, l’antropologia, la storia, vento dell’indipendenza della Kosova, sentita a- USA, Russia, Francia, Germania, Italia, Polo- l’economia, il folklore. Quest’anno, nell’ambito spirazione di tutta la popolazione albanese koso- nia, Giappone, Cina, Grecia, Albania, Spagna, di queste conferenze, sono state affrontate nello vara e di tutti gli intellettuali. Il tema della Ko- Macedonia, Montenegro, Slovenia ecc. – hanno specifico tre tematiche relative a 1) “La Lega di sova è stato affrontato dai 65 studiosi da varie partecipato, con relazioni, sia alle attività del Se- Prizren”, 2) “L’attività di ricerca del linguista al- angolazioni nell’ambito della creazione lettera- minario vero e proprio, che ha avuto luogo dal banese Eqrem Çabej”, 3) “Il Congresso di Mo- ria, sia da un punto di vista teorico connesso al- 18 al 27 agosto 2008; sia alla Sessione scienti- nastir”. Dalle relazioni è emersa la tendenza, pur la critica letteraria e ai giudizi di valutazione, sia fica che ha fatto seguito (28-29 agosto). trattando tematiche legate al mondo albanese, ad da un punto di vista della presenza tematica nei • Corsi di lingua albanese allargare lo sguardo al di là dell’ambito territo- vari autori. Nel primo punto è emerso anche il E’ ormai un dato di fatto la riconosciuta qua- riale e a seguire echi e riflessi in uno spazio che problema di una letteratura albanese kosovara ri- abbracci l’intera Europa. Questa dimensione è spetto a una letteratura albanese che abbracci tut- ARTE frutto anche della partecipazione di studiosi che te le realtà geopolitiche, mentre nel secondo si rifanno a metodologie e tradizioni di studi di punto i relatori hanno presentato uno spettro diversa impostazione e di respiro più ampio. molto ampio: dalla “Kosova” nell’opera di Ka- L’integrazione dei corsi di lingua con momenti dare, a quella degli arbfireshfi Giuseppe Schirò di “OMAGGIO A di dibattito su importanti tematiche rappresenta Maggio, Pino Cacozza, Vorea Ujko e altri; e an- IBRAHIM KODRA” uno stimolo di notevole portata anche per gli cora la “Kosova” nell’opera di M. Kuteli, di J. stessi studenti impegnati negli approfondimenti Xoxa, di K. Trebeshina, di A. Podrimja, di D. A- linguistici. Il corso ha assunto questa configura- il titolo della mostra allestita nelle sa- golli, di A. Spahiu ed altri. E’ stato un apporto zione sulla base dall’esperienza maturata degli le esposizioni del Collegio di Sant’A- estremamente interessante e dettagliato, con ri- È anni, a partire dal 1974, e per l’apporto degli stu- driano dal 18 al 26 agosto, che l’artista pa- flessioni che hanno messo in luce il tema cen- diosi albanologi di varia provenienza. lermitano Lorenzo Maria Bottari ha dedi- trale, che di volta in volta vedeva intrecciarsi la • Sessione scientifica cato al maestro albanese deceduto due an- ragione politica con quella letteraria con apprez- La sessione scientifica, che segue ai Corsi di ni or sono a Milano. L’iniziativa è stata zati risvolti estetici. concertata dall’Amministrazione comuna- lingua albanese, affronta temi di linguistica e te- mi di letteratura. le di San Demetrio Corone e dalla Fonda- Conclusioni b.1 La sezione linguistica, che quest’anno a- zione Ibrahim Kodra. Il Seminario di Prishtina di quest’anno ha se- veva come tema: “L’albanese e le conseguenze Si è trattato di un forte desiderio del pitto- gnato il massimo dell’organizzazione e della fun- re siciliano per ricordare un uomo che è della globalizzazione”, ha registrato la presenza di 61 studiosi con altrettante comunicazioni. Co- zionalità sia rispetto al numero dei partecipanti, stato “padre, maestro e amico fraterno”, sia rispetto alla qualità e alle spinte innovative. realizzato nel contesto della XXVII^ ed i- me si sa, la lingua albanese standard si è andata affermando dal 1952, ma i n maniera più incisiva Coronava 34 anni di attività con l’indipendenza zione de l Festival della canzone arbëreshe della Kosova, per la quale indipendenza il Semi- , manifestazione che nel passato ha visto dal Congresso di Tirana del 1972, quando sono nario Internazionale ha svolto un ruolo non se- Kodra più volte presente come ospite. state stabilite le norme ortografiche. Fino agli condario. I legami internazionali che ha saputo Un soggetto de i quadri esposti (Albania anni ’90 del secolo scorso l’albanese è stato creare sono stati tantissimi, i centri di ricerca che in musica) è stato inserito nella brochure scritto seguendo con rigore le regole dello stan- si interessano di albanologia sono stati tutti e nei manifesti della rassegna canora, e in dard imposto dal Congresso di Tirana. Con la fi- molti lavori il pittore siciliano si è ispi- ne del regime comunista e con l’avvento del fe- messi a contatto con possibilità di scambi e di rato agli elementi artistici più significati- nomeno della globalizzazione, anche la lingua confronti. In sintesi ha creato una rete interna- vi de lla chiesa di Sant’Adriano. albanese ha avvertito una sensibile accelerazione zionale, un network, che ha attivato settori al- Nel corso della presentazione della mo- dei mutamenti linguistici, dovuti a fattori ester- trimenti isolati e di poco respiro e ch e ha segna- stra, lo stesso Bottari ha ricordato l’ami- ni e fattori interni. to profondamente la stessa storia politico-cultu- cizia con il pittore albanese, la frequenta- Sulla base degli influssi esterni, l’albanese rale della Kosova. zione nel suo studio di Milano e i tanti e ha visto accelerare il fenomeno dei cambiamenti In questo senso il Seminario ha concluso po- preziosi consigli ricevuti. a causa dell’incidenza dei mass media e degli spo- sitivamente una fase importante della storia re- Lorenzo Bottari è nato a Palermo nel stamenti sempre più frequenti delle persone. cente della Kosova. Ora si prospetta una nuova 1949. Vanta significativi incontri con De L’inglese e l’italiano aggrediscono con più fre- fase, quella che potremmo chiamare della rico- Chirico, Guidi, Guttuso, Cagli, Lam e al- quenza il lessico albanese, mentre nelle nuovis- struzione, con prospettive molto interessanti tri artisti annoverati tra i più noti espo- sime generazioni e in ambiente migratorio l’al- perché puntano sul rinnovamento delle stesse nenti dell’arte contemporanea. Numerose banese cede con facilità di fronte alle lingue di potenzialità. sono le mostre al suo attivo, organizzate nuova acquisizione. Forse lo hanno già capito gli stessi organiz- in Italia e all’estero. Nel 2002 interpreta Per quanto riguarda i fattori interni, si regi- zatori, nel momento in cui, quest’anno, hanno pittoricamente alcune poesie del premio stra la tendenza ad aprire agli apporti delle varietà messo in gioco, con la loro partecipazione alle Nobel Salvatore Quasimodo e l’anno do- dialettali, soprattutto al ghego, estromesso dal attività del Seminario, un nutrit o numero di stu- po la poetessa Alda Merini gli dedica il Congresso di Tirana del 1972 nella formazione diosi di nuova generazione dotati di competenza dello standard. Il problema dell’apporto del ghe- e grinta. 33

a festa di Sant’ Atana- Santa Sofia d’Epiro spazio alla figura dell’archi- Lsio il Grande nell’o- mandrita Zoti Giov anni Cap- biett ivo di Francesco Paolo “FESTA JONË” ATTRAVERSO LE IMMAGINI parelli, indiscussa guida spi- Lavriani . Si tratta di oltre di Adriano Mazziotti rituale e maestro nella carità, duecento cin quanta foto , la sacerdote e “padre” di tutti i maggior e parte a color i, di Sant’ Atanasio, dando prova va”. Il volume, realizzato in sofiot i. A Lui, “per il valore otti ma esecuzione, scattate di profonda fede e devozione, Non mancano immagini e collabora zione con Pierluigi che ha saputo dare e trasmet - da un fotogr afo che con disin- che si manifesta sopra ttutto momenti signifi cativi della Zicaro, Luigi Francesco Go- tere alle tradizioni sofi ote”, teressato impegno e grande a- attraverso la festa, sponta- miti ca banda musicale “Bell i- dino e numerosi sofioti , i il libro è dedicato. more per il suo paese ha reso nea, coinvolgent e e dai con- ni”, vanto della comunità e quali hanno soste nuto la Francesco Lavrian i, do- possi bi le la pubbli cazion e no tati fortem ente pop olari, simbolo della sua radicata tra- pubbl icazione con un contr i- cente di materie tecniche ne- del volume “Festa Jonë”. Un dove sacro e profano si in- dizione m usical e. L’ampio al- buto econo mico, vanta due gli isti tuti superiori, si occu- lavoro fatto davvero con il contr ano, con la fede in pri- bum fotogr afico present a una presentaz ioni, rispet tiva- pa di fotografi a e di antiqua- cuore. mo paino. ricca documentazion e dell a mente dell’archimandrita pa- riato fotografi co. Le sue foto In duecentoci nquanta pa- “Una raccolt a di imm agi - chiesa dedicata al Patrono e dre Emiliano Fabbri catore, e- sono apparse in diverse testa- gine il volume riporta imma- ni che – come scrive l’autore del suo spl endido ciclo di af- sarca del monaste ro di Grot- te di gior nali regionali e na- gini scattate in occasio ne nell a premessa – vuole ripor - freschi. Il lavoro di Lavriani taferrata e dell’archimandrita zionali . I suoi interessi sono della ricorrenza religiosa più tare alla luce il grande patri - è anche un omaggio ai tanti Donato Oliverio, vicario ge- vari, ma egli predilige la ri- senti ta e partecipata in Santa monio culturale della tradi - prot agonisti della festa, che nerale della eparchia di Lun- cerca sugli aspetti storico - Sofia d’Epiro, quando l’inter a zione Arbëreshe e off rire il l’autore coglie in vari mo- gro. antropologi ci della fotogra- comunità si stringe attorno contributo per riannodare le menti della processione e in La valida pubblicazion e fia. alla stat ua del suo Patrono , fila della memoria collett i - aspet ti davvero intensi . fotograf ica riserva un ampio Adriano Mazziott i

Mortati e il 60° della Costituzione Il gruppo “DITA e RE” di Ciro Bruno innova to il gruppo “Dita e Re” che ha alle l 19 lugl io 2008, presso il Museo Etnico Arbresh di Civi ta,si è tenuto un convegno pa- Rspalle lunga e qualificata attivi tà. Molti i Itrocina to dall’Istituto Mezzogi orno Mediterraneo e dal Comune di Civi ta nell’ambi to nuovi elementi e qualcuno della “vecchia guardia”. degli “Itinerari Gramsciani”, conce rnente i l 60° della Costituz ione Italiana , il contributo ad Tra i nuovi spicca la presenza del M° Andrea Micieli, essa apport ato dall’arbres h Costantino Mortati e l’articolo 6 della stessa riguardante l a sal- noto I violinista dell’or chestra Vessicchio che fa vaguardia delle minoranz e linguis tiche. Moderatore della serata di studio,press o la Sala Con- parte dell’equipe della trasmissione televi siva “Ami- tadina del Museo Etnico Arbresh di Civi ta, è stato l’on. Brunetti , che ha insis tito sull’im- ci” di Maria De Filippis.Al mand ol ino Vincenz o Ro- por tanza degl i Itinera ri Gramsciani , i quali ogni anno hanno luogo a Plataci, specificando vit ti, mentre Veronica voce solista, Mercurio, voce e però che è importante altresì che la stessa rassegna pl atacese preveda anche dei momenti chitarra battente. Al la batteria c’è Giuseppe Vincen- culturali itineranti oltre al cuore della manifes tazione , la quale si svolge a Plataci, affinché zi, voce corista Tiziana Filardi, voce e tamburellista la stessa comunità possa crescere ulterior mente. Cristian Cariati, alla fisarmonic a Camil lo Maffia, L’imprimatur degli interve nt i è giunto dal Sindaco della cittadina arbereshe, ing. Vitt o- rio Blois, che ha ringr aziato tutti i presenti e ha ricordato quanto queste manifesta zioni sia- contr abass o Renato Colantuoni, voce e Chitarra no importanti,au spica ndo che tutte le componenti della società civile lavorino ad un com- Gianni Giliberti. Il direttore artistico, cant autore e pl eto svilupp o economico e cultura le; ha inolt re ricordato quanto rileva nt e sia l’importante suonatore è l’avv. Enzo Filardi. Ballerine: Roberta figura del costit uzionalista Costantino Mortati per Civit a, dove è ancora presente Filardi, Imma Camodeca, Giorgia Zuccaro, Teresa la sua casa paterna e dove la pia zza principale da poco è intitolata allo ste sso giurista. E ’ Bruno, Adriana Perrone, Carolina Sancineto e Fran- intervenuto dopo il sindaco l’assessore Stefania Emmanuele, che in maniera molt o chiara e cesco Sanc ineto. convince nt e ha ricordato varie inizia tive dell’Amministrazione , tra le quali quella del pro- getto ecocompatibil e della Valle del Raganello, che ha coinvolt o anche i paesi limitrofi. L’assessore Emmanuele ha voluto altr esì proporre l’avvi o di un concorso riguardante la fi- gura del Mortati, che si ponga come obie ttivo quello di realizzare alcuni murales sulla super- Guagliardi incontra ficie del muro in cemento che si trova ai margini della brinja del rione Sant’Ant onio. Dopo l’assessore è stata la vol ta dell’avv. Caterina B runetti , espe rta in diritto il comitato per le minoranze delle minor anze, che ha evocato l’opera fondamentale del Mortati nell’ ambito della Co- assesso re regionale al Turismo Damiano Gua- stit uzione, allor quando ha fatto inserire nella carta fondamentale l’articol o 6 riguardante la gliardi, ha presieduto, nell a sede del dipartimen- tutela delle minoranze linguistiche , compl etato di recent e dalla legge 482. L’ to, la prima riunione ufficial e del Comit ato regiona le per Ha relazionato quindi l’avv. Francesco Tocci,giudice di pace a Corigliano Calabro e pre- le minoranze linguistiche e st oriche della Calabri a. sident e della Fondazione Mortati, presente nella città jonic a che ha dato i natali all’ill ustre «Oggett o dell’incont ro sono state le prospe ttive di costituz ionalista. L’avv. Tocci ha ribadito l’import anza della Fondazione , molt o attiva nel- attuazione della legge regionale 15/ 2003 istitutiva del l’organizz are di convegni e di studi sulla Costituzione e sulla figura di Costa tino Mortati, Coremil nonc hé l’opp ortunit à di revisionare alcuni arti- riuscendo di volta in vol ta a coinvolgere il lustri persona ggi. coli, definizi one degli stat uti degli ex istituti regiona li Molto corposo e chiaro è stato l’int ervento del prof. Franco Altimari, prorettore dell’U- oggi convertiti in Fondazione, la progr ammazione della ni cal, che nel sot tolinea re gl i anni bui del fascis mo durant e i quali non erano certo favorite desti nazione delle risorse all’uopo dispon ibil i a copertu- le minoranze linguistiche , ha voluto r imarcare i molt i progetti che anche grazie all’unive r- ra di tutte le attivit à previste dalla legisl azione regionale, sità della Calabria sono volti alla valorizz azione delle culture linguistiche minoritarie, qua- l’avvio della verifica con il Corecom Calabri a per la mes- li la lingua arbereshe. A tal proposito il profes sore ha menzionato il proficuo e fecondo in- sa in onda sui canali Rai delle trasmissi oni televisi ve in contro recentemente svoltosi press o l’unive rsità della Macedonia, nell’alve o quindi di una lingua madre, così come previsto dalla legge naziona le di collaboraz ione euro - mediterranea. tutela delle minoranze linguisti che, l’inse gnamento della lingua nell e scuole, la riqualificazione degli spor tell i lin- I lavori sono sta ti conclus i dal gi udice emerito avv . Giovanni Plac co, nostro concittad i- guistici attraverso iniziati ve serie ed autorevol». no, che ricordando la bontà e attualità della nos tra Costituz ione e il prezios o contributo ad Al proficuo primo incontr o, dopo lungo assordante essa apport ato dal Mortati, ha invit ato i nostri Parlamentari alla mas sima prudenza e lungi- silenzio, sono intervenu ti tutti i componenti i CORE- miranza in materia di riforma dello s tesso atto c ostit utivo dello Stato. Atal proposito es pli- MIL, tra cui la prof. Donatell a Laudadio, assessore pro- cativo è stato il riferiment o fatto a un metafori co navigar tra Scill a e Cariddi. Il giudice ha vinciale alle minoranze, il prof. Filippo Viol i per i Griki infine rimarcato l’orgoglio della sua origine arbreshe, che spesso manifes ta nel quotidiano e papas Anoni o Bellusci per gli Arbreshe ed il nostr o Di- con i coll eghi romani, spiegand o loro la peculiarità della Calabria vi sta quasi come un con- rettore. tinent e crogiolo di tante culture . 34 Nicolò Chetta: LEKSIKO LITI KTHIELLE ARBERISHT di Tommasino Guarino iorno 08 agos to 2008, pres- altr i tre manoscrit ti del papas di 2003, in occasione del bicentena rio mologico" Gso la sala consiliare del Co- Cont essa "De Creatione Mundi", della morte dell'autore. Il Mandalà conclude che l'edizio- mune di Contes sa Entelli na, è stato "Urtsia e Kershte" ed i testi di due Il prof. Matteo Mandalà, nel ne critica del "Leksiko" s'ins erisce present ato il testo del Chetta "Lek- sonetti . riaffermare quanto espos to dai pre- in un fatti vo proge tto di ricerca e di si ko liti kt hiel lë arbërisht ", alla E' risaputo che, ini zialmen te, è cedenti relatori in mento all'unione recupero della tr adizione lessicogra- presenza del Sindaco e dell'am mini - stato lo stesso Chetta a donarlo ad "Besa" ed al Chetta, fa presente il fica si culo-albanese, che prevede un suo amico di Palazzo Adriano strazione comunale. non indifferent e lavoro che ha com- anche l'u tilizzo delle pote nt i risorse Trattas i di un dizionario bili n- mons . N. Sulli e che molti studiosi por tato la pubbl icazione del "Lek- informatiche messe a disposiz ione gue, i taliano- albanes e. italo-albane si hanno avuto modo di siko" e del "Tesoro" . Coglie, inol - dalle moderne tecnologie, per dare Tale merit evole i niziativa, come consultarlo e d i util izzarlo, per la ri- tre, l'occ asione per complimentars i, dei validi contri buti scienti fici nel il convegno s u padre Lorenzo Tardo, cerca di alcuni termini impieg ati per ancora una vol ta, con le due trascrit - un altro illustre figlio di Contess a la prima volta dal Chetta, come trici presenti in aula ed, infi ne, ne campo della albanologia. Entellina, svolt osi nei giorni 6 - 7 - mons . Giuseppe Crispi ed il lingui- approfi tta per richi edere collabora- La ricerca, la storia e la cultura, 8 marzo 2008, rient ra tra le attività sta Demetrio Camarda. zione ed aiuti agli ammini stratori evi denzia il docent e, non si fanno intrapres e dall'unio ne dei Comuni Il prof. del- affinché si poss ano port are alla lu- con i falsi idealismi o con le pseudo- arbëreshë "Besa" per il corrente an- l'Università della Calabria, nel fare ce, al più presto, tutti gli altri scrit - interpretaz ioni , senza che esse sia- no. un excursus della vita e delle opere di ti Chettiani di inestimabile valore, no sorrette da verificabili fonti e Numerosa è stata la partecipazio- N. Chetta, evidenzia che il "Lek- come ad esempi o il: " Dizionario e ti- ben valide testimoni anze. ne dei Conte ssioti che hanno ascol - siko" è stato scritto dal papas di tato con attenzione la parola dei va- Contess a in età giovanile, 22 anni, ri relatori e, nel contem po, si sono quando in Lui ferveva quel grande de- sentiti orgogliosi per avere avuto siderio di recarsi in Albania come Si è conclusa la 3° edizione come paesano un sì famoso perso- missionario ed è stato questo il mo- “La Giornata del Sommelier 2008” naggio, che ha dato lustro alla sto- tivo per cui ha cercato di approfon- del convegno nazionale sul tema ria, alla lingua, in particolare alla dire gli studi relativi alla zona balca- “la cultura del bere per il rispetto della vita” less icografia, ed alla letteratura nica. arbëreshe. Il relatore sot tolinea ancora che rgani zzata dalla delegazione fisar provi ncia di Cosenza , con il Nicolò Chetta è nato a Contess a il Chetta nel "Leksiko" usa una for- Opatrocinio del presidente della giunta regi onale, assessorato al Entellina il 12 luglio del 1741, ha ma prettamente democratica, cioè si turismo provincia di Cosenza,i l comune di Cassano allo ioni o. frequentato il seminario greco-alba- avvale non solo di vocaboli arbere- Si è svolt a presso il club Resort Golf Minerva a Marina di Sibari, do- nese di Palermo, fornace di forma- she cont essioti, ma anche di parole po il sa luto del sindaco Gianluca Gallo e l’as sessore al turismo della zione cultura le arbereshe. della lingua shqipe, grazie ad alcuni provinc ia di Cosenza Rosetta Console e del proprieta rio Ing. Luigi E' stato allievo di padre Giorgio informatori shqiptare ed alla lettura Sove. Guzzetta di Piana degli Albanesi e di delle opere degli anti chi scrit tori Il dibattito entra nel vivo con i vari relatori,C laudia Marinelli pre- Paolo Maria Parrino di Palazzo A- gh eghi , come Pietro Bud i Pietro sident e fisar di Ponted era che a parlato dei corsi di formazione per un driano. Bogdani , Nikolle Pagzues Kazazi. bere consa pevole, Piero La Piana segretario fisar della Versili a ha La dott .ssa Tiziana Musacchia, Per merito della ricerca e della parlato dell’incontro sul tema della cultura del bere per il rispetto presidente dell'unione "Besa", isti- raccolta dello st udioso calabrese della vita che si è svolto in Versilia,Franc esco Mitidieri della fisar di tuita il 15 ot tobre 2005, dà inizio Giuseppe Ganga le le altre sue opere, Cosenza ha parlato del vi no tra stori a e cultura dove è stato molto alla manifesta zione e, nel salutare i anch'e sse conside rate disperse, so- apprezzato dal pubblico present e per aver ill ustrato la storia della relatori , gli ammini stratori ed i par- no state riunite in un apposito fondo Magna Grecia,Pietro Tarasi presidente Coldiretti provinc ia di Co- tecipanti, illus tra la validità e l'im- "Albans k Samling", presso la bi- senza ha illustrato il comparto vi tivinicolo della regione Calabria, por tanza della giornata culturale. blioteca reale di Copenaghe n. Magda Garufi Wine food Consulting della Campa nia ha pa rlato della Passa la parola al neoeletto sin- Inolt re, l'Altimari asseris ce che cultura del bere corretto abbina mento al cibo,le conclusioni del daco dr. Sergio Parrino, il quale rin- presso l'unive rsità della Calabria fi- convegno sono s tate della Pia Donata Berlucchi Pres idente naziona- grazia gli intervenu ti e si augura che gurano alcuni manos crit ti Chetti a- le dell’associazione donne del vino,che ha incant ato la platea del incontr i di tale enti tà poss ano ripe- ni, facent i parte della bibli oteca pri- pubblico presente . tersi nel tempo. vata del menzionato ricercatore, re- La serata si è conclusa nel tipico ristorante del club Resort Golf Mi- Il dr. Pietro Manal i, diretto re galati dalla moglie all'ateneo cala- nerva con la cena di gala e gli spumanti della fratelli Berlucchi ,ser- della biblioteca comunale "G. brese. vi ti dai sommelie r fisar. Schirò" di Piana degl i Albanesi e L'importante attivit à del Ganga- Ufficio stampa promot ore di tutte le iniziative per le ha dato la pos sibil ità ai docenti Delegazione fisar provincia di Cosenza la tutela delle minoranz e lingu isti- dell'univers ità di Palermo e della Ca- che siculo-albanes i, espone la fun- labria di riscoprir e le opere del Chet- zione di "Besa", l'operato fino ad ta e, successiva mente, c on il contri- oggi e, sulle linee generali, i pro- buto di alcuni enti locali, di procede- grammi da svolgere nell'imme diato re alla pubbli cazione. avvenire. Tra le opere già pubblica te, olt re La dott .ssa Giusep pin a Cerni - la "Autobi ografia", ritrovata dalla gl ia, che ne ha curato l'edizione cri- dot t.ss a Maria Colletti presso l'ar- tica, presenta l'opera, sot tolinea ndo chivio parrocchiale della Chiesa che il manoscritto, ritenuto perduto, Madre di Cont essa Entellina, e la è stato trovato, integro ed in buone "Creazione del mondo sino al dilu- condizioni, presso la biblioteca pri- vio", edizione critica del bi zantino- vata di Giuseppe Schirò di Piana de- lo go di Con tessa prof. Giusepp e gl i Albane si. Non si sa, continua la Schi rò-Clesi (1992), è da ricordare Cerni gli a, come il "Leksiko" sia il manosc ritto "Tesoro di notizie de' pervenuto presso l'archi vi o dello Macedoni '', trascritto dalla dott. ssa Schirò, forse con le stesse modalità Giuseppina Fucarino e presentato a con le quali il poeta ha acquisito gl i Contessa Entel lin a nel novembr e 35

SETTIMANA DELLA CULTURA PER SEMPRE AMICI di Pasquale Pisarro uando si dice che l'amicizia è veramente forte e ben radicata, accade untuali conti nuano le ini ziative a Lungr o dell'Assessorato alla P.I. e Cultura, Qche un gruppo di ex ragazzi si riunisce dopo 26 anni e si scopre che Pretto dal prof. GiovanBa ttista Rennis. L'ultima è la I Settimana della Cultura a tutto ( o quasi ) è rimasto come allora. Be parliamo del famoso gruppo di Lungro promossa da Rennis medesimo sott o il patrocinio dell'Ammininirazione Co- amici degli S.S.S. cioè della Società Sportiva Sbandati. Sempre insieme, munale di cui è sindaco il Prof.Giusepp ino Santoianni. Per 8 giorni moltissimi visi- e pronti all'amicizia, questo gruppo ha lasciato un'impronta forte a Por- tatori locali e turisti hanno ammir ato i grafici e i quadri del M° Nando Elmo, profess o- tocannone ci si muoveva tutti insieme, si lavorava insieme, e si viveva ad- re nativo di Acquaformosa, residente ed operante a Rivarol o Canavese (To) da alcuni dirittura insieme dentro a quel club che ancora oggi vive nei ricordi di decenni. quell'adolescenza che è scomparsa sotto l'aspetto dell'età, ma che vive nei ricordi di tanta gente anche in chi non era affiliato e ben lontano da quel- Egli, sabato 9 agosto, durante l’inaugurazione della Mostr a, nell a piazza vici na al la realtà.Questo vuole essere un elogio, ma sopratutto un ringraziamento Municipio, ha tenuto una vera lezione d’arte; attraverso le immagini sullo schermo che parte dal profondo del cuore verso uomini che oggi brizzolati e con delle sue opere ha spiega to la sua evol uzione ar tistica, ha ricordato i suoi maestri, co- qualche capello in meno ricordano un passato che dopo 26 anni non sem- me Giuseppe Rondini, ed ha sott oli neato alcuni aspett i del "pens iero filosofico e teo- bra essere andato via. logico" calato nei colori e nelle fattezze dei suoi lavori. La serata inaugurale è stat a av- I ragazzi di ieri sono : Gallo Claudio, Francesco Bisceglie, Antonio De viata con i saluti e le motivazioni dal Sindaco e dall'Asse ssore suddetti.Un’"emozio- Carlo classe 1967 oggi 41 anni, Antonio De Santis, Antonio Spagnoletti, nante" c oncerto musicale del prof. Alessandro Rennis ( fisarmonica e pianiforte) e del- Adamo Martelli, Antonio Vigliotti, Adamo Gallo, Lorenzo Angeloro, Vin- la violi nista shqipetara Albana Yrsheku ha concluso brillantemente la serata. La mo- cenzo Occhioinero, Giuseppe Piperni, Mario Ludovico, classe 1966 oggi st ra di Elmo è stat a visitata per tutta la settimana da più di 600 visitator i. Di poi , Do- 42 anni, Ernesto Viola, classe 1965 oggi 43 anni, Antonio Becci, classe menica 10 agost o, è stata inaugurata la nuova sede della Bibli oteca Comunale, inti to- 1964 oggi 44 anni, e come ospiti Luigi Mascio Sindaco, e Don Marino lata nell 'occasione ad un grande intel lett uale di Lungro, Alberto Straticò (1860-1925), Parroco di Portocannone.Un grazie di cuore a tutti voi cari amici, vi vo- ispettore delle Scuole di Sicil ia e dirigente delle Scuole di Roma. Anch'es sa è stata vi- glio veramente bene. si tata per tutta la settimana; nell e intenz ioni di G.B.Rennis la stes sa dovrà diventare Antonio De Santis, luogo di cultura e di studio e punto d'incont ro tra i giova ni universitari ai fini della ri- giornalista e uno di loro nascita socio-culturale di Lungro. (Si ha il bisogno ). Lunedì, 1l agos to, presentata l'o- pera storica della prof.ss a Maria Franca Cucci, Il Ponti ficio Collegio Co rsini degli Al- banesi della Calabria; ha relaziona to il prof. Attilio Vaccaro, docente di Stori a Me- dioevale all'UNICAL, ed è inter venuto il prof. Italo Costante Fortino dell'Orientale di SULLA CHIUSURA DELLA CASERMA Napoli . Ha concluso l'autr ice esort ando "le nuove generazioni a man tenere saldi ed in- tegri i valor i dell'etni a "arbëreshe ". Interessante lo spazio petico con la declamazio- ' arrivata la data fatidica, e oggi ( 09/09/2008) la caserma dei Carabi- ne di alcune compo si zioni del poeta "popo lare" di Acquaformosa ,Simeone Orazio Enieri di Portocannone chiude i battenti. In tanti hanno promesso aiuti, Capparelli (1852- 1930) da parte del prof. Nicola Corduano, apprezzate dal pubbli co, hanno predicato ha favore di questa comunità e questa caserma, ma nes- mentre il duo musicale lungrese , fatto da Gargaglione e Giovann i Cervell era, si è esi- suno si è veramente mosso, afferma Antonio De Santis, mi ricordo, "con- bitò con brani dal repertorio di Fabrizio De Andrè. tinua De Santis" che nel consiglio comunale avuto sulla questione caser- Martedì 12 è stato il "clou" della Settimana della Cultura; è stato cons egnato il Pre- ma monotematico, in tanti hanno sfilato sulla passarella, il Presidente del- mio Città di Lungro a personali tà lungresi distint esi in vari campi professi onali . I pre- la Provincia D'Ascanio, l'assessore regionale Vitagliano, il consigliere miati erano l'on. Cost antino Belluscio, g iornali sta opinionist a della Gazzetta del Sud, provinciale Di Narzo, e l'allora presidente dell'unione dei comuni Belloc- il prof. ing. Giuseppe Frega (ex Rettore UNICAL) il dr.Giuseppe Martino, Primario or- chio, e non solo, oltre a loro che si sono presentati in paese, altri perso- topedico, già medico social e del Catanzaro di Serie A e seguenti , il dr.Raffaele Sergio naggi politici hanno dichiaratoai quattro venti, e in altre sedi aiuto sulla Rio (Eurispes) l'attore, dr. Andrea Bove. Nell'occasi one alcuni giornalist i, come il questione, come il Presidente della regione Iorio, il consigliere regionale dr.Nicola Bavasso, e corrispondenti locali di gior nali, come le universit arie Menina Pietraroia, e non per ultimo, l 'illustrissimo Ministro delle Infrastrutture di Pavon e e Francesca Di Pace, hanno inter vistato i rispettivi premiati insieme con lo allora, Antonio Di Pietro. st esso Assessore G.B. Rennis. Infine il complesso The Cunning Raskal, costi tuito da Tutte queste persone hanno profondamente deluso, infatti grazie al giovani universitari lungresi, ha offerto alcuni pezzi musi cali del momento e del pas- loro non interessamento la caserma dei carabinieri di Portocannone non sato con notevol e successo . Assai seguita è stata, infine, l'espos izione di oggett i ar- esiste più, i cittadini delusi e offesi, chiedono ora tanti chiarimenti e tan- tist ici lavo rati a mano (disegni , quadri, ricami, bambole in cost ume, artigianato) vi- te giustificazioni a tutti questi personaggi politici, noi non ci fermeremo, si tati da molt iss imi, tra cui turisti . Hanno esposto Franco Senise, Antonio Pignata, afferma Antonio De Santis promotore assoluto del Comitato Uniti si Rie- Valeria Frega, Filomena Gesualdo, Maria Provenzano, Angelo Schiavone , Carolina sce, infatti è pronto un documento che nei prossimi giorni sarà recapitato Lotito. direttamente al Ministro della Difesa Ignazio La Russa, e al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dove si chiederà uno studio specifico sui territori dove vi è presente una caserma dei Carabinieri ( 33 comuni in Molise ) sulla questione sicurezza almeno degli ultimi 5 o 10 anni, per di- mostrare a tutti che la caserma dei carabinieri locale non doveva essere e- Senigallia - Festa internazionale del pane liminata, ma potenziata, e questa volta, conclude Antonio De Santis, non vogliamo l'interessamento di nessun politico, di ogni grado e livello, visto al 18 al 21 settem bre alla interessante festa, ha partecipato una nu- che gli stessi fino ad ora hanno solo strumentalizzato la notizia senza fa- Dtrita rappr esentanza di Civita, a cura della locale Pro-Loco che ha e- re nulla per i cittadini, declassando però il nostro paese. spos to una serie di “prodot ti” civi tesi mettend o in risa lto le bellezz e ed i Antonio De Santis vari “sapor i e saperi”. Molta ammirazione hanno suscitato le ragazze in ps. chiedo scusa, ma la delusione è tanta verso tutti coloro che hanno det - costume, mentre un successo straordinario ha cons eguito la panetteria to di aiutarci, e che poi non hanno fatto nulla, in fede e con stima, Anto - “Mario Vito e figli ” che ha esaurito tutto il prodot to, meritandosi, per- nio De Santis tanto, una targa di riconos cimento.

GITA DI PORTOCANNONE

unedi 07-luglio, il parroco di Portocannone Don Marino in colla- Lborazione con l'Unitalsi locale ha organizzato una gita dove vi han- no preso parte circa 150 fedeli suddivisi in tre pulman. Tanta è stata la commozione in questo pellegrinaggio, infatti dopo la visita della tom- ba di San Padre Pio, a San Giovanni Rotondo, i pulman si sono spostati alla volta di Monte Sant'Angelo, per passare a visitare l'Abbazia di Santa Maria di Pulsano centro gestito in proprio da un gruppo di mo- naci, e finire nel tardo pomeriggio alla volta della Beata Vergine di In- coronata in prossimità di Foggia. Nonostante la calda giornata, tutti i fedeli si sono entusiasmati per l'iniziativa svolta sopratutto ad un pel- legrinaggio fastto di credo e al fine di nutrire l'anima dei fedeli. Foto di Rosanna La Cattiva I fedeli di Portocannone 36 Il cognome De Padova

a tempo cerco di capire da dove vengono i e San Giovanni Rotondo ...e lo stes so re sostituì provinc e..alcu ni nella capi tale del regno. ..altri si Dmiei antena ti; purtroppo con scarsi risulta- nel 1485 la donazione del 1464 (Monte S.A ngelo unirono ai profughi già stabilit i da circa 60 anni ti,sia per la modestia dei miei mezzi di indagi ne, e S.Giovanni Rot ondo) con quella di Sol eto e di in Calabria ,i ncrement ando specialmente le co- che per le obbietti ve difficoltà derivanti dalla San Pietro in Galatina al figlio di Scanderbeg lonie di S.Demetrio e di S.Benedetto Ullano...al- mancanza di documenti . Per cui sono giunto alle Giovanni Castriota con il titol o di Duca... ””” (In - tri furono diretti in Basilicata -Maschito e Bari- seguenti modeste conclusioni,sinteticam ente e- nocenz o Mazziot ti :Immigrazioni albanesi in Ca - le-...” ””(citato Mazziot ti). spres se. labria nel xv°se colo) Così come è document ato Cons iderato,come inna nzidetto,che il territorio che il feudo di San Marzano, all’epoca spopola - di S. Marzano è stat o acquist ato nel giugno Ipote si relativa alla provenienza del cognome De to, fù acquistato nel 15 30 dal Capitano albane - 1530,quind i ripopol ato successivam ente, è mol- Pado va. se Demetr io Capuzzim at i e ripopolato con to probabile che gl i “avi -De Padova” vi siano ( Dati all’ott obre 2 005) profughi albanesi . gi unti per migr azione interna da S.Giovanni Ro- tondo,Mont e S.Angelo e da Manfredonia,all’e- poca marina di detti paesini. Distribuz ione cognom e : (secondo ricerche effet- 3 . Presenza in altre realtà italo-albane si e migra- tuate su int ernet - telefono. libero.it ) Tale ipot esi potr ebbe trovare conferma ,consid e- zioni. rato che il cognome pratica mente è presente ,in 1 .1: per Regione ,ambito nazionale. sens ibil e quantità, solo a San Marzano, Manfre- E’ assodato che il cognome De Padova - in base donia,Monte S.Angelo e S.Giovanni Rotondo. all’ elenco telefonic o- non è present e in nes- Piemonte 31 - Lomba rdia 74 - Veneto 13 - Liguria suno dei 52 paesi e/o frazion i “arbere- 2 - Emilia Romagna 16 - Toscana 4 - Marche 9 - 4 . Cognomi magg io rment e presenti a San s he”,con una po polazione complessi va di Lazio 31 - Umbria 3 - Abr.Molise 6 - Marzano. 1 014 00 abit anti (dati al 1991), distri buiti nelle Campania 15 - Puglia 3 22 - Calabria 4 - Sarde- Oltre 100 : De Padova (116 = 4,6% ) Regi oni di Calabria (33),B asili cata (5),Sicili a gna 2 - To tal e 5 3 2: fra 71 e 100 : n.n. (5), Molise (4) ,Puglia (3), Abruzzi (1), Campania 61 e 70 : Franco (1) . Esso,i nvece,è ben presente in Pugli a ,come 1 .2: per Provincia ,ambito Regione Puglia . 51 60 : Rochira – Talò detto in precedenza; ed esattament e (trascurando 41 50 : Bianchini – Leo – Zaccaria le presenze inferiori a 20 unità) : Taranto 17 3 + B rindis i 16 + Lecce 6 + Bari 12 31 40 : Gallo – Vecchi o - nella provincia di Tarant o (in massima parte a + Foggia 115. - Tot . 322 . 21 30 : Barbuzzi – Capuzzimati – Cavallo S.Marzano) e – D’Angela – Erario – Gigante – - nella provincia di Foggi a (in maggior parte a Greco - Lono ce – Margh erita – 2 . Prevalenz a della pr esenza. Manfredonia e Monte S.Angelo). Mazza – Miccoli – Prete. Come è noto, le numerose migrazioni dall’Alba- La maggiore presenza è a San Marzano di San ni a verso l’Italia si sono localizzate in Calabria Gli altri hanno pr esesenza i nf erio re a 20 . Tota- Giuseppe (Ta) – 116 ; Seguono :Manfredonia (per la maggior parte),in Sicilia,in Abruzzo ,in le cognomi presenti : circa 2 .50 0 – (Fg) – 49 ; Taranto – 2 1; Monte S.Angelo (Fg) – Basili cata. Per quanto riguarda la Puglia,d opo 2 0. Nelle altre localit à la presenza è min ore di che nel 14 78 la fortezza di Croia fu espugnata dai (p.m. : Ma nfredonia :49 / 15010 = 0, 3 % ; Mont e 2 0. Turchi , “...... a capo dei 3 0.0 00 profughi vi era S.Angelo :20 / 4520 = 0,4% ; S.Giovanni Roton- C’è motivo di ritene re che , per migrazione inter - il figli o del Castriot a,Giovanni,ac compagnato do : 20 / 6450 = 0,3% ). na, le presenze in Taranto,B rindisi, Lecce e Bari dalla Madre Donika,che condusse molti dei suoi (in parte)siano provenienti da S.Marzano. Men - connaz ionali nei feudi paterni in Puglia... ” (V.za 5 . Origine del Cognome De Padova. tre quelle in Foggi a e Bari (in parte) siano prove - Musardo-Talò in “Tracce storiche su San Marzano ni enti da Monte S.Angelo, Manfredonia e S. Gio - di San Giuseppe” pag.65) .Alt ri studiosi fissano Il cognom e è di sicura origine “arbereshe” ( Car- vanni Rotond o. E’ noto che Giorgio Castriora, la data di questo evento ancor prima,com unque do- mine De Padova :” San Marzano di San Giusep- con i suoi soldati, cont ribuì validamente alla po la morte di Scanderberg (genna io 1468) . La pe..”. - pag. 15 e 25 ) .Da alcune trascrizioni a na- sconfitta degli Angioi ni da parte di Re Ferdinando differenza sembra indifferente . grafiche presso il Comune e la Parrocchia di I° (figlio di Alfonso di Aragona) nel conflit to de - V’è poi la migrazione degli anni 153 3-1 534 a S.Marzano , esso risulta essere stato nel t empo: gl i anni 1460-62 e che ,come ricompe nsa, il Re seguito della caduta in mano turca della fortezza di De Padova - Depadova - Depadola - Depato- donò a Scanderbeg “” ”... con diritti e privil egi Corone,c ittà mista greca-albanes e della Morea. la - De Padua - de Padua - di Padua. eccezionali i feudi pugliesi di Monte Sant’A ngelo “””.. .I Coronei furono distribuiti nelle diverse Le prime regi strazioni del cognome sono del 1733; mentre i registri della Parrocchia partono dal 1730. Negl i anni pass ati, in alcuni vecchi appunti di mio Padre ho trova to il cognome scritto “.. .de- patoglia... ”; ho pensato a qualche errore,anche perchè mio Padre legge va e scriveva con diffi- coltà. Successivament e mi sono tornati alla men- te vecchi ricordi di fanciullez za ed espressioni d el tipo “... atò d’ patoglia...”, per dire “...i D e Pa- dova ...”- Ciò mi induce a pensare che nel lonta- no passato il cognome possa essere stato “ ap- punto “ DE PATOLA “ . Infatti, ho appres o dal compia nt o prof. Menino De Padova, in una del- le tante chiacchierate sull’argomento, che la let- tera “ L “ si leggeva “gl”,come in “agli o”; quin- di, mi piace pensare che mio Padre a volte, im- merso in pens ieri del pass ato, abbia scritto “... depatogl ia...”,pe nsando a “de...patola... ”. Spero che qualche giovane De Padova vogli a con- tinuare questa ricerca con miglio re fortuna di me.Per quel che mi riguarda,la sola ragione di es- sa consis te nella s peranza di riuscire a stabil ire la località o, almeno,la zona geogra fica da cui i lon- tani avi degli odierni “De Padova“ nel XV sec. (?) sono partit i per approdare sulla sponda oppos ta dell’Adriatico. Cosimo De Padova 37 GJUHËTARË GJYQTARË: KUSH E DI ?

jë luzmë njerëzish të rrymave të n- përkatësive, edhe tërthorazi, fshihet prishja Ndryshme (s’i emëronj për asnjë arsye) (mbase vetëm me fjalë e pa të bëma) : përça prej kohe po flet trash’e gjerë mbi gjuhën e e sundo. Veçoritë për ne ruhen pa ngulur shqiptarëve tue dalë jashtë lëndës. Ç’thonë? hunj jashtë mureve tanë. Asgjë tjetër. Një pyejtje e dëtyrueshme : a janë gjuhëtarë o Zef Sc hirò ‘3 8* gjyqtarë ? Si përzierje është prirje e ligë. Në shkrimet e tyre bëhet ngaherë një proces (piq *G. Schir ò Di Modi ka (1938), già Se- e rrungull) mbi ndërtimin e socializmit të të gretario del Centro regionale per le tradizioni ndjerit Enver si për të thënë se pa atë ajo për- arbëreshe in Sicilia (1969) e Direttore respon- vojë në Shqipëri do të kish qënë e pamundsh- sabile del ‘Lajmtarii Arbëreshëvet’ (1972/75) me, e shmangshme. Ne kemi një bindje të n- e di ‘Radhua i hapët’ (2006-2007-2008) è un dryshme, pothuaj të veçantë e pandehim se arbëresh profondamente radicato nella cultura një Napoleon i vetëm s’vë në rrëmujë tërë Eu- e nella lingua di appartenenza alla cui tutela e ropën e kohës së tij pa mbështetje të tjera. promozione ha umilmente dato un prezioso Kështu natyrisht flasim për politikë ( një contributo come poeta, scrittore e pubblici- fjalë m’e rëndë se Mali i Pelave nën të cilin sta. Una vita di operosità in solitudine Fusha e Arbëreshëve kumb iset), pra ndodhe- farcita di idee e proposte che però con il tem- mi te një rrëshqitë plot kthesa e kryqëzime. po si sono materializzate in benefiche isti- Tri pika : një për mua, një për ‘gjuhëtarët’, tuzioni e in proficui incontri tra soggetti di a- një për gjithë të tjerët. E para: duhet folur ge- ree geografiche diverse accomunati da un solo gishtja se Buzuku kish prejardje nga veriu, progetto: il riconoscimento giuridico del loro duhet folur toskërishtja se Lek Matrënga ish particolarismo etno-linguistico ( L. 482/99 ). tetto del primo stato democratico in Europa di nga jugu (Arbëria)? Për të mesmit më lipsen S. Rizaj 3- La lingua di Luca Matranga di L. njohuritë e duhura. Por lëmë mënjanë ata ç’- Li bri pubbli cati: Terzo mondo (1979), Mulaku 4- Costrutti della lingua arbëreshe di prëhen te varresat e dheut të brëndshëm e të ja- Valutare come… vol.II (1995) • Udhëtimi, O. Bukolz 5- La poesia contemporanea nel shtëm . Mos i zgjojmë nga gjumi, mos i tra- gramatika – pjesa e pare (2000) • Ujë lumi Kosovo di A. Podrimja 6- Il poema romanti - zojmë më. Shqiptarëve u duhet vetëm njësi, (poesie 2002), Udhëtimi paralel (2002 ) • co di G. Dara di A. Desnikaja 7- Alcune que - një gjuhë për të gjithë. E Kongresi i drejt- Arbërishtja për të gjithë (manuale) 2005…È stioni demografiche di H. Islami in (Ati de l 2° shkrimit të vitit 1972 na përfaqësoi të gjithë autore di monografie su vari temi : Giu - Congresso internaz. Vol.I ’89)] • L’emigra - pa përjashtime e pa bërë llogaritjet e sotme lio Variboba, poeta illuminista (Zgjimi zione albanese in Italia nel tardo Medioevo di (3/4 gegë…), me një pamje të përgjithshme. 1971) • L’albanesità nell’idea interecclesiale di S. Dedja in (Biblos 2003). Vendimet ç’u morën atëherë, jashtë çdo Papa Tani (Zgjimi 1972) • Le forzature esege - Con le sue liriche è presente in Zgjimi, ndërhyrjeje fetare, na qasën patjetër pa ndali- tiche di L. Sciascia nella morte dell’inquisito - Katundi ynë, Lidhja, Mondo Albanese (Ita- me. Nani i përgjigjem një miku të panjohur. re ( Lajmtari 1975) • G. Costantini storio - lia), Drita, Nëntori (Albania), Fjala, Kalenda- Në çd o shkrim përmbajtja përputhet me grafo italo-albanese ( Lajmtari75 ) • Note ri letrar, Zëri (Kosova) e nelle antologie ita- formën por e para ka më rëndësi se e dyta e storiche sull’esodo degli albanesi in Italia liane ed estere: Dega e blertë (Albania 1989), kjo bën diferenën ndër autorët pa pengje të tje- ( Notizie Se.r.e.s 198 2) • Per l’Italia un fu - Antologji e poezisë bashkohore arbëreshe (I- ra si mund jetë vendlindja ndaj aftësive. Pika turo denuclearizzato (Bollettino di pace ’82) • e dytë : ne arbëreshët po mundohemi të lë- L’attività del poeta Zef Schirò Di Maggio talia 1999, Albania 2001). È anche autore di vrojmë me qëndrueshmëri ç‘na lidh, jo ç’na n- (Pranvera ’87) • Lembi d’Albania in Italia - testi musicali su CD nati dal sodalizio con il dan në hapësirë të gjerë. Mos harrojmë në të La Pasqua a Piana degli Albanesi ‘Ipotesi’ compositore M. Lascari: alcune canzoni (Eu - njëjtën kohë se jemi pak e të shpërndarë : edhe E.I.T.Scuola) ‘85• I canti della culla (Atti 2° ropa, Europa – Sono sereno quando (inno kjo është histori e gjeografi. Kur u morën Congr. internaz. P.d. A. 1988) • Presenza de - I.C.S. di Piana degli Albanesi) - Nuvola bian - vendimet në Kongresin e mësipërm përfaqë- gli arbëreshë in Sicilia (Lidhja 1988) • Vorea ca – Airone - Sola…) e l’inno Sol di maggio suesit e kulturës sonë ishin gjithë atje e me Ujko, poeta della memoria tra neorealismo e per i caduti di P. d. Ginestre (Gryka e sparta- të drejtë i miratuan pa vënë përqindjet mbi sperimentalismo (Bliblos 2001) • Un asteri - ve) nel cinquantenario della strage kandar. Mbase mundën bolshevikët? Nënkup- sco su Ismail Kemal oltre lo spazio dell’apo - (1947/1997). tohet se kështu u bë politikë kulturore si gjy- dittico (Biblos 2003) •Un manuale per l’inse - Incarich i per docenza a corsi di sma e së keqes. Sot edhe Kosova hap krahë gnamento dell’Arbëresh (Skanderbeg 3000’) ling ua arbëreshe : shqiponje e Shqipëria e parapriu por, e them 1999 • Metafora di un viaggio della memoria -Corso di lingua arbëreshe per i dipenden- hapët, në të dy(j)a duhet ndërtuar demokracia, - Un arbëresh da non dimenticare ( Biblos ti comunali ( L.482/99) – Piana degli Alba- ajo e vërtetë ku janë në radhë të parë njerëzit 2005 ) nesi 2004 të thjeshtë, pa lidhje të fshehta, në ujë të tej- Commedia in tre atti Mbyll derën : -1°corso di lingua e cultura arbëreshe per a- dukshëm, të pijshëm, me anë të punës së për- Chiudi la porta 2005. dulti (laureati, diplomati, universitari) prog. ditshme. E demokracia brumoset me drejtësi, Numerose le sue traduzion i dallo shqip barasi, mirëqenie, përparime në kulturë, buj- all’italiano tra cui il recente volume I canti di finanziato dal M.I.U.R. ai sensi della L. qësi, shkencë e industri. Pika e sprasme : për Milosao – Skanderbeg sfortunato • L’opera 482/99 – I.C.S. di Piana degli Albanesi 2004 botën e huaj gjegrafia pajtohet me historinë e letteraria di Dushko Vetmo in ‘Vepra letrare’ ( -2°corso di lingua e cultura arbëreshe per a- dikurshme, me kulturën e stërgjyshërve, me a cura di A.N.Berisha) 2007•E bukura More in dulti (laureati, diplomati, universitari) prog. demokracinë e vërtetë. Kujt ha bukë me djer- (Last exit to bukura Morea di M. Bellizzi- finanziato dal M.I.U.R. ai sensi della L. së e me nder në mbyllje i thom : hap sytë. Te 2003), [1-Dalla Bukura More ancestrale verso 482/99 – I.C. S. di Piana degli Albanesi pasqyra e zbukurimeve të të folmeve e të la Morea atopica 2- Gj. K. Skanderbeg, archi - 2005. 38 UNA FINESTRA DALL’ALBANIA PER VOI TIRANA LUCIA VINCENZI A cura di Anduena Bega PIANISTA DI TALENTO ari lettori ,ritorniamo con la di pastorizia Cnostra rubrica a portarvi in In molti ritengono che Tiraneum La giovanissima Lucia Vincenzi, a soli 13 anni è viaggio nelle diverse città dell’Alba- fosse il vecchio nome della città e di già pianista di grande bravura, dotata di eccezionale talento. nia. Stavolta ,in prossimità della visita conseguenza che il nome odierno de- Ha iniziato lo studio de l pianoforte con il M° Leo- del Presidente Bamir Topi nei nostri rivi da esso. nardo Saraceni di Castrovillari. paesi arberesh ,abbiamo scelto il viag- Tutto cio dimostra Tirana dinamica Dopo solo un anno di propedeutica inizia a parte- gio per la capitale Tirana. da sempre .Infatti Tirana è in continua cipare a vari concorsi, tra i quali “Oriolo-Musica”, Posizionata sul fiume Ishem, rapida crescita sotto tutti i punti di vi- “Città di Castrovillari-Pollino” dove riscuote subito Tirana è il principale centro politico sta economico,demografico, infra- apprezzamento e successo. Continua, con impegno e industriale e culturale dell’Albania. strutturale, artistico e culturale. Tirana passione a studiare e frequentare corsi di Alto Perfe- Le industrie principali sono quelle dei è il cuore del paese anche perché ulti- zionamento. Ha l’occasione così di conoscere il gran- de pianista statunitense Rodolfo Ponce Montero che settori di costruzione edile, alimenta- mamente sta arrivando a un milione di dimostra di apprezzare le spiccate qualità interpretati- re, elettro-meccanico, tessile, farma- abitanti (cifra non ufficiale quasi un ve della giovane pianista. ceutico, e metallurgico. Tirana ha spe- terzo della popolazione di tutta l’Al- Nel 2006 partecipa alla selezione de ll’Accademia rimentato una rapida crescita, con la bania. Pianistica Internazionale E.P.T.A. Italy (Roma-Lon- nascita di numerose industrie, a parti- Gli ultimi anni Tirana ha regalato dra) presieduta dalla grande pianista Marcella Crudeli. re dagli anni ‘20. alla nazione grossi cambiamenti. È Viene, quindi, ammessa nella classe de l M° Leonardo Tirana è una città millenaria; alcu- stata la città dove si sono svolte tutte Saraceni, dove lo scorso mese di maggio, presso il ni resti archeologici si possono vedere le manifestazioni degli anni novanta Centro Culturale della Banca d’Italia in Roma, supe- ra brillantemente l’ammissione al terzo anno accade- in diversi siti, tra cui il castello del Pa- che portarono l’Albania verso la de- mico che avrà inizio il prossimo mese di novembre. lazzo dei Pionieri “Pallati i pioniere- mocrazia . ve” (oggi residenza della famiglia Altra bella notizia: ha conseguito con il massimo Uno dei monumenti culturali al de i voti la Licenza di Teoria di Solfeggio presso il Zog, regnante sull’Albania dal 1924 al centro di Tirana è la moschea di Etem Conservatorio “F. Cilea” di Reggio Calabria. 1939). Bei, la cui costruzione venne iniziata Siamo veramente lieti per l’affermazione di questa Tirana è una città relativamente da Molla Bey nel 1789, e terminata bella e simpatica ragazza, dal viso dolce e sorridente, nuova costruita nel 1614 da Sulejman nel 1821 dal figlio, Haxhi Ethem Bey, alla quale auguriamo tanto successo e fortuna. Pasha i Mullet. Fino al 1920, anno in bisnipote di Sulejman Pasha . Un altro Ci complimentiamo innanzitutto con la gentile cui si decise come capitale, era una Sig.ra ins. Anna Tarantino, docente di estrema bravu- luogo d’interesse, situato vicino alla città non molto importane, ma con u- ra didattica e grande impegno moschea, in Piazza Skanderbeg, è la no sviluppo economico discreto. Fu professionale, mamma affettuosa e premurosa, nel torre dell’orologio (Kulla e Sahatit) scelta come capitale per la sua posi- ricordo imperituro de l suo caro papà, scomparso pre- costruita nel 1830. Nel 2001, venne zione geografica nella linea di mezzo maturamente, che è rimasto nel cuore di quanti ebbe- terminata la più grande chiesa di Tira- ro il bene di conoscerlo. tra i gegi e i toschi. Architetti italiani na, la Chiesa Cattolica di San Paolo. Le congratulazioni vanno anche al fratello Dome- costruirono il centro di Tirana poco La città è sede dell’Università di nico, ai nonni Leonardo, Rosina e Lucia, agli zii Ins. dopo del 1920 e che ancora oggi è Tirana, fondata nel 1957, e di molti e- Carla, rag. Giuseppe, Vincenzo e Pasquale. Noi acca- l’orgoglio e il cuore della vita della difici governativi e culturali, come rezziamo il desiderio che presto possa esibirsi a Civi- città ta per la gioia di tutti. L’origine del nome è discussa. l’Accademia delle Scienze Albanese, Una delle tesi è che viene dal nome l’Istituto di Ricerca, l’Accademia del- “Theranda” che gli abitanti lo pronun- le Arti, l’Università dell’Agricoltura, ciavano” Te ranat” e che significa ca- l’Accademia Militare, l’Istituto del duto:Tutto cio che l’acqua aveva por- Ministero degli Interni, l’Assemblea tato nella valle dalle montagne intor- del Popolo e l’Alta Corte Costituzio- no. nale. Un altra tesi è che il nome provie- Tutto ciò non esclude grandi pro- ne dal nome” Tirkan” del castello sot- blemi che la città vive insieme al bel- to la montagna di Dajti . I resti del ca- lo e moderno .Problemi come l’inqui- stello ci sono ancora oggi. namento per il supertraffico di mac- Spesso si parla del nome “Tehran” chine vecchie,la sovra popolazione e come nome originario in onore della la gestione dei rifiuti ,l’elettricità e vittoria militare a Teheran in Persia l’acqua potabile sono priorità da risol- (oggi Iran), del generale ottomano Su- vere e che naturalmente si lavora tutti lejman Pasha, il quale rifondò Tirana i giorni verso il miglioramento . nel 1614, costruendovi una moschea, un forno e un bagno turco. Tirana è una grande bella città in- Un’altra tesi ancora è che il nome credibile . Descrivere e parlare di Ti- proviene dal greco antico” Tyros” che rana ci vorrebbero molte pagine ,mol- significa prodotti di pastorizia visto ti libri forse .Naturalmente solo an- (Roma - 28.5.2008) Lucia Vincenzi mentre ritira il che anticamente la valle di Tirana era dando a Tirana si può scoprire il suo Diploma di Compimento dal M° Marcella Crudeli famosa per il commercio dei prodotti vero tesoro : la sua Gente. 39 Centro Medico dei Colpi Qendër Mjekësor i Goditjes di Paolo Borgia di Paolo Borgia

l settantenne Curicchio (Mercurio) lavorava troppo per la sua htatëdjetëvjeçari Kuriqi (Mërkuri) punojë tepër shumë pë Ietà. Inevitabile venne il giorno, in cui ebbe un ictus cerebrale. Svjeçtë (/shtë) çë kish. E pashmangëshme erdhi dita, ne të cilën Stava tenendo un’infuocata arringa in tribunale quando, in preda al- pati një goditje apoplektike. Ish e mbajë një e zjarrtë ligjëratë në la concitazione, improvvisamente stramazzò al suolo come morto. gjykatë kur, viktim i afshit, befas ra te dheu si i vdekur. Ambulanca L’ambulanza giunse subito e in un attimo portò il nostro malcapitato arriti shpejt e në një çast mbarti të shkretin të(/o)në tek i afërmi al vicino Centro Medico dei Colpi (Stroke Medical Centre). Qendër Mjekësor i Goditjes (Stroke Medical Centre). Dopo le cure intense, specifiche ed efficaci e lo scampato perico- Pas kuravet të forta, specifike e të vlefshme dhe të shpetuamit r- lo di morte, restarono delle amare conseguenze: la parte destra del rezik vdekje, qëndruan pasojat të hjidhëta: pjesa e djathtë e kurmit i- corpo era insensibile, udito e vista comprese, e l’attivita cerebrale e- sh e pandjeshme, gjegje (dëgjim) dhe të parët përfshira, dhe aktivite- ra ridottissima, un semicoma. ti i truvet ish në gjëndjë të vajtueshme, një gyjmsëkomë. Sceva (Venere) non si staccava mai dal marito, gli parlava e par- Sheva (Parashqeva,Venera) ngë ndahej kurrë nga i shoqi, i flisjë e lava senza stancarsi, cercando di suscitare in lui una qualche emo- flisjë pa u lodhur, tue kërkuar të ngjalljë në atë një farë emocion, dhe zione, e lo pregava di rispondergli almeno con un cenno della mano i lutej t’ i përgjegjej në mënd me një shenjë me dorën o me këmbën. o del piede. Kuriqi ngë mënt t’e gjegjej. (›)ndërrijë një ëndërrë çë ish të rilu- Curicchio non la poteva sentire. Sognava un sogno che era il ri- fiorire della sua mente, il ricostituirsi della rete neuronale. Riviveva lezuarit të mendjes së tij, të rithemeluarit të rrjetit neuronal. Ripër- con la mente la sua vita come in un film. L’infanzia gli si ripresentò shkojë me mendjen gjellën i tij si te një film. Fëmijërìa u paraqit për- in tutta la sua meravigliosa bellezza romantica. Vide con dovizia di sërì te gjithë të çuditshmen bukurì romantike. Pa me shumë hollësì particolari le persone e i luoghi, le situazioni normali e di festa. Vide veta e vende, gjëndje të përditshme dhe feste. Pa dre dhe rrezike të le paure e i pericoli superati. Ma la più forte emozione la provò nel kapërx(/c)yera. Por emocionin më e madh e ndiejti në të ripërshkua- rivivere la presenza del nonno, il calesse delle loro passeggiate per la rit pranìnë e gjyshit, kaloshìnin (karrocìnin) e shëtitjevet të tyre campagna e il loro continuo e prolungato parlare. L’adolescenza e la përjashta dhe të folurit të tyre të vazhduam e të nglatur. Pa djalërinë successiva gioventù, la scoperta comunitaria delle pulsioni erotiche e (adoleshencën) e pra rinìnë (kopilërinë), zbulimin e përbaskët të poi il suo primo incontro con Sceva, che sarebbe diventata sua mo- shtyjtjevet erotike e pra të parën përpjekje me Shevën, çë kish të glie. Il loro cammino esistenziale e la dolorosa partenza dal paese per bëhej e shoqja. Udha e tyre jetësore e nisja e dhë(/i)mbshme nga ho- cercar lavoro. E poi i due figli. ra për të kërkuar punë. E pra dy bijtë. Nel suo lungo sogno letargico, durante la riscoperta del passato e Te ëndrra e glate e tij slipore ( sllipore, zllibore = letargjike), glatë la rinascita della memoria, il lavoro giunse dopo, marginale. rizbullimit e të kaluarës dhe glatë rilindjes së kujtimit, puna arrijti Intanto, però, Curicchio incominciò a sentire una voce lontana pastajna, anësore. che sempre più distintamente lo chiamava. Sentiva anche una mano Por ndërkaq Kuriqi zuri fill të ndiejë një zë të llargët çë gjithnjë e a contatto con la sua. më shumë dallueshëm e thërrisjë. Ndiejë edhe një dorë ngjitur me të Un giorno sentì distintamente:«Curì muovi la mano!» e inconsa- tijën. pevolmente mosse il pollice della mano sinistra. «Sì! Sì! Ancora!» Një ditë ndiejti qartë: «Kurì tund dorën!» e pa dijtur tundi glish- urlava di gioia Sceva. tin e madh të dorës së majtë. «›j! ›j! Pameta!» ulërijë gëzimi Sheva. Poco per volta Curicchio riuscì a muovere anche il piede sinistro. Dal’e dalë Kuriqi ia bëri të tundjë edhe këmbën e majtë. Qualche tempo dopo la Dottoressa Röterloch chiamò da una par- Disa qëro pastaj Doktoresha Röterloch thërriti më nj’anë Shevën te Sceva per parlarle. Le disse che ormai bisognava rassegnarsi, che se kish t’i flisjë. I tha se nanimë’ ngë kish çë t’i bëhej, se i shoqi ngë il marito non faceva nessun progresso, che probabilmente non si sa- bëjë mosnjë përparim, se thomse ngë kish të tundej më, se de(/o)jë të rebbe più mosso, che avrebbe avuto una vita vegetale. Di scatto Sce- kish një gjellë vegjetative. Gjithnjibashku Sheva, si furturë, e mori va, come un turbine, la prese per mano tirandola verso la stanza e le për një dorë tue e tërhequr ndaj dhomës e i thë(/o)sh se jo, se i shoqi diceva che no, che suo marito la sentiva e che si muoveva. e ndijejë e se tundej. «Curì, cuore, muovi la mano!» disse e la mano sinistra del mari- «Kurì, zëmbra, tund dorën!» tha e dora e majtë e të shoqit u tund. to si mosse. «Curì muovi il piede!» e il piede si mosse. «Kurì tund këmbën!» e këmba u tund. A quella vista la Röterloch si mise a piangere senza ritegno lacri- Si pa atë gjë Röterloch-a u vu të klajë pa turp lotë gëzimi por edhe me di gioia ma anche perché aveva imparato una cosa nuova, che mai avrebbe potuto immaginare. pse kish mësuar një gjë të re, çë kurrë mënt t’e kish marrë me Sì! Perché Sceva parlava al marito in arbërsh, la loro lingua, e Cu- ment(d). ricchio la capiva mentre invece si era dimenticato completamente ›j! Pse Sheva flisjë me të shoqin arbërisht, gluha e tyre, e Kuriqi dell’italiano. e ndëlgojë kurse përkundra kish harruar tërësisht italishten. Sceva continuò a parlare al marito ma da questa volta in poi gli Sheva vazhdoi t’i flisjë të shoqit por nga kjo herë e pastaj i foli n- parlò dalla parte destra, dalla parte dell’orecchio spento finchè que- ga ana e djathtë, nga ana e veshit të shuar ngjera çë ky mori pameta sto riprese a funzionare, come anche l’occhio. të punojë, si edhe syu(/ri). Ora Curicchio, se lo vedi, è un attempato e distinto signore. Ma Nanì Kuriqi, nëse e sheh, është një i moçëm dhe i shquar fisnik. ancora per i prossimi sei mesi, ogni giorno e per tre ore Sceva fa leg- Por edhe për të afërmit gjashtë muaj, nga ditë e për tre orë Sheva i gere al marito il giornale, ad alta voce, per esercitare il muscolo del- bën të zgledhë (djavasë, lexojë) gazetën, me zë të lartë, për të ush- la lingua e quelli delle labbra, gli fa scrivere il dettato e lo fa parlare truar mushkullin e gluhës dhe ata të buzëvet, i bën të shkruajë dikti- parlare parlare… min dhe e bën të flasë flasë flasë… 40

MOTI FLUTURON

Moti fluturon edhe vapëza gushtit na shkon: kush ndë dejtit kush ndë malt kirkojin ftohëtin pa rrëçet djerstë kullojin si valtë. Ndìajitim vjeshtin me të parin ajirith, e ndiajitim më shumë me të parin shi çë lagji botin t’afsh. U fëtohëtim një çik dhe u rrikirjartim na u dukë se u rringjaltim. Na erth vjeshti me githë të mirat, dita e nata u bën të njejtë* po bìe shi e bën të tim çlmi zjarrin e rrimi nd’shpi * njejtë= uguale (la giornata è uguale alla nottata nell’equinozio d’auunno, ossia il 23 settembre).

* * * Fjalë të urta edhe me gjë...

Jemi një katund tek njeriu thot shurbise çë nëng bën dhe bën shurbise çë nëng thot!

Siamo un paese Ripubblichiamo la classica e notissima “‘O sole mio” tradotta in arbrisht da dove la gente dice Pasquale Pisarro, perchè la precedente non era perfettamente leggibile. le cose che non fa e fa le cose che non dice.

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Shpresa ka dy bil të bukurë shumë: zëmërimin per shurbiset të keqë dhe zëmër pir t’i ndërronj

La speranza ha due figlioli bellissimi lo sdegno per le cose brutte e il coraggio per cambiarle

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Dual morri kalùar t’i benj dritë valles

Uscì il pidocchio a cavallo per rendere onore alla ridda... 41 DITARI I VERIS (Diario d’estate: dal 21 giugno al 23 settembre)

l turismo estivo a Civita è stato in controtendenza rispetto all’anda- è stato guida sobria e discreta, mentre i due dirigenti scolastici hanno a- Imento in Calabria che ha visto diminuire la presenza dei visitatori del vuto espressioni di alto valore educativo ed umano: le parole pace, tol- 30%. leranza e fratellanza sono risuonate con accenti toccanti. Il mese di agosto - in s pecie - ha fatto registrare il pieno sia a livello di ristorazione che di ricezione. Merito senz’altro, della qualità dei servizi e delle numerose attrattive del paese. Nota lieta anche circa l’erogazione dell’acq ua che è stata costante. Si potrà e dovrà fare di più per il de coro de l paese (che comunque riscuote apprezzamenti da parte de i visitatori) nonché del campo dell’accoglienza e nella qualità delle manifestazioni ricreativo-culturali. ma ecco le presenze più importanti e significative che ci sembra di do- ver segnalare, con tante scuse per qualche involontaria omissione.

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21 giug no. PR OGETTO “ECOPOLIS” Conclusione de l progetto “Ecopolis”’ con la presenza per una settimana di ben 30 professionisti del sud-america che hanno partecipato al “work- shop” del Master Internazionale sulle politiche territoriali per lo svilup- po sostenibile, curato da ll’assessore Stefania Emmanuele, ideatrice del progetto “Ecomuseo de l paesaggio de lla Valle de l Raganello” con i do- centi dell’UNICAL Franco Rossi, Paola Cannavò, Fabrizia Ippolito e *** Gianfranco Franz dell’Università di Ferrara, con il coordinamento di Massimo Zupi. S ono intervenuti anche il prof. Gabrio Celani e l’artista FERR UCCIO D’ANGELO Andrea Masu. Hanno concluso i lavori il preside nte de l Parco del Polli- L’artista civitese, che vive ed opera in Piemonte fra Combiano, Monca- no on. Mimmo Pappaterra e il direttore de l “Quotidiano di Basilicata” lieri e Torino, con significative ed importanti puntate all’estero, anche Davide Leporace. quest’anno ha scelto Civita per un periodo di riposo e distenzione unita- mente alla sua gentile consorte e la dolce e splendida figliuola. Dal 1 al 15 agosto tuffato nell’atmosfera paesana con amici e parenti. Ci ha fat- to dono di un prezioso volumetto curato dal critico d’arte Edoardo De Mauro, ed edito dall’Assessorato alla Cultura di Moncalieri. In esso vie- ne messo in luce il progetto “Moncalieri Porta dell’Arte” di cui “magna pars” è l’opera artistica di Ferruccio che offre un contributo qualificante all’arricchimento del territorio. I “fiori incantati” fanno parte del quel fi- lone artistico detto oggettualismo pop italiano che ha in Ferruccio D’An- gelo uno dei maggiori interpreti.

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26 giug no. Tra le migliaia di visitatori del Museo Etnico, si registra la presenza di 4 israeliani.

*** Ferruccio D’Angelo e la sua gentile sig.ra prof. Renata DALLA RUSSIA CON AMORE Il 10 luglio una giornata importante e significativa. Giunge inaspettata- *** mente una comitiva di 80 persone per ammirare le 7 meraviglie di Ci- vita. Si tratta dei componenti delle scuole di Taranto “Galilei” e la scuo- CARMINE ABATE, il noto ed apprezzato scrittore, originario de l pae- la 4 di Mosca che hanno sugellato il gemellaggio. se arbresh di Carfizzi, anche quest’anno non ha trascurato una, seppur ra- Li ha accompagnati una brava guida Josè Carlos Sassone ed un altrat- pida, visita a Civita. tanto bravo interprete che ha veramente agevolato la conoscenza recipro- La passione sua e della famiglia sono le gole del Raganello, dove ha tra- ca. Visita d’obbligo al Museo e in Chiesa. accolti da l nostro direttore che scorso parecchie ore. 42

La sua partecipazione ad eventi culturali in Calabria è stata intensa. Tra lodiche de l violino di Anduena Bega mentre Veronica Rovitti, accompa- le tappe significative quelle di Vaccarizzo ed Acquaformosa. gnata dall’estroso Mercurio ha dimostrato ancora una volta di essere in- Si è impegnato ad essere a Civita per la prossima estate per presentare terprete fedele e straordinaria de lla canzone arbreshe. la sua ultima opera che sta per vedere la luce. “Last but not least”: Vittorio Visciglia un amico civitese che vive da 42 Saremo lieti di ospitarlo, unitamente alla sua simpatica famiglia. anni in Germania, dove ha svolto lavoro di qualità, unitamente alla sua mai sopita passione per il canto classico, senza disdegnare il tradiziona- *** le, si è esibito in sue interpretazioni che esaltano il bel canto. Una serata ricca e varia che ha riscosso unanimi consensi del pubblico 13 ago sto. IL GRU PPO “DRITA” (numerosi gli amici di Frascineto) che è rimasto attento ed interessato fi- Debutto del nuovo gruppo folk “Drita” che si è esibito nel contesto del- no al termine dello spettacolo. l’estate civitese, alla presenza di pubblico numeroso ed interessato. Intensa la tournee che lo ha visto impegnato in numerose sagre calabre- *** si dove ha riscosso un buon successo. Ecco i componenti del gruppo “Drita”: Alessandro Rennis, fisarmonica- 24 agosto. “SIRIN ATA RRAKELLES ” La serenata a Rachele tastiere; Albana Yrsheke, violino; Franco Chiodi, chitarra solista, chi- La dottoressa Rachele Pittelli, di Civita, vive e lavora a Roma in uno tarra battente; Maria Barletta, voce solista; Salvatore Mondera, voce so- studio commerciale. In occasione del suo matrimonio ha realizzato il de- lista; Emiliana Oriolo, voce solista; Gino Di Minco, chitarra, basso, siderio di sposarsi nel suo paese natio secondo il rito bizantino-greco. controbasso; Antonio Marmondi, chitarra ritmica, armonica; Pietro Car- Ma non solo: ha anche voluto che si ripetessero i riti di un tempo, che lomagno, batteria acustica; Lino Manna, percussione, suoni elettronici. si svolgevano i giorni preced enti lo sposalizio. La “serenata”, innanzitutto, che organizzavano i “compari”. Davanti al- *** lo spiazzale de lla casa de l suo caro fratello “Micuzzo” è stato organizza- to un ricco buffet, cui hanno partecipato gli amici e parenti ed anche per- 15 ago sto. OLIMPIADE ARBRESH E sone di passaggio, il tutto allietato da musica e canti che ancora durano I tradizionali giochi ferragostani detti anche piccola olimpiade arbreshe, grazie alla competenza e passione de ll’avv. Enzo Filadi, Vincenzo e Mer- hanno rinnovato il fascino di sempre suscitando interesse ed entusiamo curo Rovitti e le giovani Veronica e Roberta. Si è rinnovata la sugge- specialmente tra le giovani generazioni che hanno partecipato alle varie stione ed il romanticismo antichi che toccano il cuore e che rendono la competizioni: corsa nei sacchi, 100 e 200 metri, lancio de l formaggio, cerimonia del matrimonio più toccante ed indimenticabile. tiro alla fune, gara del cocomero. La novità: la gara de l “d olce più” con la partecipazione di numerose signore che hanno confezionato de lle tor- *** te super che sono state “assaggiate” con grande gusto dal pubblico che in breve ha esaurito le pur fornite scorte. Alla manifestazione ha dato im- “Cose nza Calcio 5” pulso il Comitato Vivi-Civita e la Pro-Loco che ha curato i dettagli. Una novità assoluta per Civita è stata la presenza per una settimana dei giocatori del Cosenza Calcio 5 che milta in serie B, che ha inteso tra- *** scorrere il “ritiro” a Civita, in un’atmosfera di tranquillità e distensione che ha prodotto buoni risultati al corpo ed allo spirito degli atleti e dei 16 ago sto. METAMORFOSI D’AMOR E di Gilda e Ferra ri dirigenti che hanno goduto dell’ospitalità de lla cittadina arbreshe che of- L’apprezzata poetessa di Frascineto, che da anni opera e vive a Bari, ha fre anche un campo di calcio perfettamente in regola con il regolamento. presentato a Civita le sue composizioni poetiche che hanno suscitato nu- La presentazione de lla squadra è stata fatta dal patron storico Paolo Bar- merosi consensi. Il filo conduttore della poesia di Gilda Ferrari è lo stes- barossa e dal presidente delegato Lorenzo Perrone, da Franco Marleo e dal so che si appoggia essenzialmente sulla famosa canzone di gentilezza e dj Natale Esposito. L’area marketing è curata da lla dr.ssa Eliana Bruno, amore che esalta appunto la gentilezza e nobiltà come dono individuale con il saluto porto de l sindaco ing Vittorio Blois, dell’ass. dr. Stefania e celebra l’amore come condizione prima della gentilezza d’animo. Emmanuele e dalla dr.ssa Rosetta Console, assessore provinciale al turi- La nostra poetessa si incammina istintivamente e naturalmente sull’i- smo, nonché sponsor della squadra. deale viaggio de ll’anima che celebra la natura, il ricordo e l’amore. La squadra de l Cosenza si è allenata con i giovani della squadra locale, Emerge, pertanto, una nobile lezione di umanità e di stile che scaturisce tra cui si è distinto Carmine Sbordone che ha avuto parole di elogio da dalla purezza e schiettezza di forma e contenuto. parte de i tecnici che hanno preconizzato un fututo per il giovane talento La serata si è arricchita della presenza di Peppino Marchese che ha pre- civitese. sentato con cimpatica verve e le voci narranti di Teresa Bruno, Susanna Buon cammino alla squadra de l Cosenza che punta alla serie A e com- Di Turi e Liliana Forte che hanno dimostrato disinvoltura e bravura ec- plimenti ai giovani atleti di Civita. cezionale; Maria Antonietta Manna, un gradito ritorno, che ha letto ed interpretato le poesie con tanto sentimento accompagnate da lle note me- *** continua a pag. 43

Foto di Rosanna La Cattiva 43

HKURTIMEZ ai nonni le nos tre felicitazioni c on gl i augu- ve e lavora, al loro piccolo, ai nonni e pa- S (Lule dhe Glëmba) ri di splendido avvenire. renti tutti, tantissimi augu ri. *** Mario è il nome imposto al primoge ni to dei DËRRUAN ETË LAUREE coniugi Giuseppe Vito e Loredana Purja, ve- N J La gentile sig.na Cristina Mazziotti da San Demetrio, ha nuta alla luce il 14/ 08/08. Al neona to, ai conse guito la Laurea in lingue e cultura del mondo moderno giovani geni tori ed ai nonni i nostri com- È scomparsa la sig.ra Elis a Rugiano all’età di presso la “Sapienz a” di Roma, rela tori il ch.mo prof. Mattia plimenti con gli auguri di ogni felicità. 78 anni. Al marito Pasquale, già dipendente Bilardello. Si tratta di un’analisi linguistica dei testi redatti in ingle se dai non pochi viaggia tori-sc rittori ingl esi che comunale, ed estroso suonatore dell’organet- negli ulti mi tre secol i hann o vis itato alcuni centri calabro- NOZZE to e tamburello, ai figli Giuseppe, Angelo, albane si, e, soprattutto, di un lavoro di confronto tra gli Rosa ed ai nipot i le nostre sentite condo- La dott.ss a Letizia Passarelli si è uni ta in scritti da essi lasciati e le tradizioni italiane. La direzione e glianze. redazione di “Katundi Ynë” esprime le più vive congr atula- matrimonio con Vincenz o Martino, nostro tecni co sta mpatore, pres so la Chies a del Ri- *** zioni alla neo-dottor essa con il fervido augurio di uno splen- tiro in Cetraro. Alla simpatica e distinta Apprendiamo con vi vo rimpianto che la dido avvenire. Le nos tre felicitazioni si estendono ai fami- liari e, in pa rticol are al papà prof. Adriano, nos tro caro ami- coppia , ai genitori ins. Maria Zaccaro no- sig.ra prof.ss a Lieselotte, chiarissima do- co e prezios o collabora tore, alla cara mamma ed ai parenti stra amica e prof. Carmine Passarelli e cent e universitaria, adorata consorte del no- tutti. Sig.r a Francesca Fioravante e Sig. France- stro illustre amico e redattor e esimio prof. sco Martino i nostri cordiali auguri di una Vincenz o Golletti è scomparsa in Germania. ULLE vita ricca di ogni bene. C *** Siamo affettuos amente vicino al caro pro- fessore, maestro di cultura e grande conos ci- Dai coniugi d ot tori Domenica Rugiano e Agostino Armenta- Il dott. Emanuele Placco si è spos ato a Roma no è nato il se condoge nit o cui è stato imposto il ome d i An- il 26 luglio con la dott.ss a Maria Giovan na tore della lingua albane se (e di tante altr e tonio. Al neonato, ai felici genitori, alla sorellina Teresa ed Frega. Alla cara e distinta coppia , ai genito- lingue). ri dott.ri Felicita Smilari e Giuseppe M. (gi- *** necologo- ostetrico), nos tri lettori e stimati Ci è stato comunicato che il Barone Amato segue da pag. 42 amici auguriamo di cuore tanta felicità ed un mondo di bene. Campolongo, stori co ins igne e nostro va- *** loroso collaboratore, è scomparso lo scorso 19 settemb re. LA CULTURA AL FEMMINILE I dottori Alessio Maestripieri e Anna Maria 6 maggi o. Nel com piangere la dolorosa per- Nell’ambito del settembre culturale francavillese Valle de l D’Onghia si sono uniti in matrimonio, sa- dita, esprimiam o le sentite condoglianz e ai bato 17 maggio, nella Chiesa di San Basilio familiari. Raganello, il Musagete di cui è presidente il bravo e sim- Magno press o Mottola. A celebrare la Divi- patico Bonifacio Vincenzi, è stato promosso un incontro na Liturgia e il rito del matri moni o è stato il *** culturale presso la sed e del Museo Etnico di Civita sulla Papàs Domenico Randelli , accompagnato Lo scorso 6 giugno è scomparso all’età di figura e l’opera della poetessa cilena Gabriel Mistral dal coro dell’Eparchia di Lungro, diretto dal 94 anni Rocc o Moccia , papà adorato del no- prof. G. Battista Rennis. (1898-1957), nobel 1945 che passo da l tema “de ll’amore stro amico Alfio, noto ed ammirato cantau- Alla cara distinta c oppi a auguriamo ta nt a fe- tore arbresh. Nel ricordare la figura simpati- tragico a quello della sublimazione religiosa”. licità ed ogni bene. Congra tulazione ed au- ca, saggia, sobria e laborios a, esprimiam o a La serata condotta dalla prof.ssa Angela Lo Passo ha vi- guri anche alla mamma dello spos o ins. Ma- tutti i familiari le nos tre sentite condoglian- sto gli apprezzati interventi di note professioniste che riangela Parapugna, nos tra col labor atrice, ed ai parenti tutti. ze. hanno recitato e commentato poesie della Mistral. Ales- *** *** sandra Bruno, Anna Letizia Candelise, Maria Rosaria Ca- Il 6 agos to Federica e Marsio Frascino si so- La sig.ra Maria Russo in Guarini è scompar- valiere, Katia De Marco, Antonia De Simona, Franca no spos ati a Schiavone a, corona ndo il loro sa a Chieti. Alla figlia Nina, al marito Pep- Franco, M. Teresa Laino, Alessia Perla, Claudia Russo, sogno d’amore. Ai giovani sposi, a i genito- pino ed al fratello Francesco ed ai parenti le ri Carmela Vena ed Angelo, alla sorella d ello nostre sentite condoglianz e. A, Maria Furiano e Claudia Zicari. Ha concluso con due spos o dot t.ss a Emilia i nostri cordiali augu- poesie (una in spagnolo) la nostra cara Maria Antonietta ri di pot er godere a lungo ogni bene. Manna che ha interpretato con il solito g usto ed efficacia. *** PREMIO Non sono mancati gli interventi istituzionali de i sindaci Il dott. Angelo Luci, nostro caro amico e let- tore, si è unito in matrimonio con la gentile Paolo Munno, Vittorio Blois e dell’assessore Stefania Ancora un riconoscimento per il giovanissi- sig.na Cesira Vaccaro a Rossano presso la mo Carmine Marcacci. In occasione del con- Emmanuele. Una bella serata, indubbiamente, con preva- Chiesa di S. Maria delle Grazie, il 27 set- corso “Vivi il Museo”, promosso dal gruppo lenza del gentil sesso. tembre. Alla distinta e cara coppia, alla mamma dello s poso sig.ra Lillina Zuccaro di archeolog ico del POllino, ha conseguito il Civita spos atasi a Spezzano Albanese, augu- primo premio. Complimenti vivis simi anche riamo un mondo di bene. ai genitori. *** Il 24 agosto la dott.ss a Rachele Pitt elli e il RICORDO dr. Antonio Aloi s i sono sposa ti a Civita s e- condo il rito bizant ino-grec o. Alla distinta DI COSIMO VIGNA coppia , ai genit ori ed ai parent i i nostri af- fettuos i auguri di tanta felicità. (1933-2008) *** I dottor i Caterina Pellica no e Francesco Sca- La scomparsa del prof. Cosimo Vigna, gior- brini si sono uniti in matrimonio a Valle d’Elsa (Si). All a distint a coppia ed ai paren- nalist a-gentiluomo, ci ha lasciato un ti tutti i nostri fervidi auguri di vi ta lunga e profondo vuoto perché egli seppe sempre di- felice. stingue rsi sia nei rapporti u mani che profes- *** siona li, con raro senso di stile, affabili tà e Rosanna Rugi ano e Francesco Palazzo si so- rispetto. Egli sepp e sempre dare esempi no uniti in matrimonio il 13 settem bre pres- concreti di educazione e di umana toll eranza so la Chies a di S. Maria Assunta di Civita. Alla giovane c oppia ed ai parenti auguriamo nella sua impeccabil e eleganza formale e so- tanta felicità e bene. stanz iale pur dotata di sott ile humour e saga- *** cia. Presso la Chiesa di S. Maria Assunt a di Civi- La sua indimenticabile figura lascia vera- ta il Protopapa s Antonio Trupo ha benedetto mente un’eredità di affetti e di amicizia in l’unione di Antonio Mas saro, già vic esinda- tutti col oro che ebbero il bene di conosc erlo co tra i più giovani, e di Loredana che hanno ed apprezzarlo. felicemente festeggiato con il loro meravi- glioso bambi no, il piccolo Domenico che Alle adorate figl ie Rita e Rosalia ed ai pa- nello stes so giorno è stato battezzato. Alla renti tutti la nostra umana soli darietà con le coppia , che è parti ta per la Svizzera,dove vi- più sentite condoglianz e. 44

Incentivare la qualità e destagionalizzare il turismo di Stefania Emma nuele

estagional izzare il turismo attraverso l’offerta di “turismi diversi” Dsignifica uscire dagli schemi tradizionali e oramai superati del mondo dei viaggi e delle vacanze. Il sett ore, infatti, registra una crescita esponenziale a livello mondiale e, grazie alle nuove tecnologie (int ernet, portal web, multimedialità), si candida ad occupare il primo posto risp etto agli altri sett ori produttivi. La Calabria non vuole essere sol tanto il mare d’estate, ma int ende proporre i- tinerari turistici integrati in tutte le stag ioni, propon endosi come obiet ti- vo un modello di sviluppo turisti co che sia l’espressi one di tutte le realtà culturali presen ti sul proprio territorio. L’ambient e in sé è cultura e da questo assio ma nasce l’imperativo di cu- stodire, conserv are e promuovere il patrimonio culturale, uno stimolo ul- teriore affinché si concretizzi una sinergi a tra il mondo della cultura e quel- lo dell’econo mia. Le compatibili tà economiche e finanziarie con il concet to di “sosteni- bilità” del turismo dovranno contribuire a far nascere l’incontro tra cultura e impresa nel rispetto del patrimonio ambientale e segn are il passaggio «dalla cultura dell’economia all’economia della cultura». Civita sta registrando un incremento considerevole della nascit a di bed&breakfast (altri 5 nel giro di 2 anni), questo sig nifica che si percepi- sce la possi bilità di investi re nel mercato turist ico. Tuttavia, alla ricetti- vità e alla risto razione devono aggiungersi servizi int egrati di fruizione del territorio. E’ richiesto spi rito imprenditoriale, capacit à di “fare rete” con altre realtà territoriali che già operano in questo versante. Anzitutto deve nascere il dialog o all’interno del territorio e del sing olo Comune in cui bi- sogna intendersi ch e stare insieme v uol dire essere più forti e non essere u- guali; anzi ognuno deve esprimere la propria identità in termini di offerta, cercando di accontentare un pubblico il più eterogeneo possi bile (non tut- ti voglion o dormire tra lenzuola ricamate e aria condizionata, ad alcuni è sufficien te un letto e un bagno purché l’ambiente sia pulito e il proprieta- rio cortese e accogl iente). Un esempio? Date un’occhiata al sito int ernet www.altracalabria.co m. Alcuni borgh i tra Amantea e Paola stan no mettendo a sist ema le loro ri- sorse proponendo una destagion alizzazione del turismo. Quindi non sol o d’estat e, ma anche d’inverno, allog giando in case tradizionali e acquistan- do pacchetti/it inerari dedicati di volta in volta alla gastr onomia, alle feste Vallje - Civita (ph S. Emmanuele) tradizionali, ecc. stica, bolognese di nasci ta, ha deciso di trasferirsi in Calabria, per l’esat- Perché è di “nuovo turist a” che oggi si parla. Un turista curioso, che a- tezza a Belmonte Calabro, dove ha acquistato una casa sto rica, l’ha rist rut- ma scoprire luoghi fuori dalla massa, in cui assap orare l’autenticità di una turata adibendola a bed&breakfast e si è inventato un sistem a turisti co: “la cultura autoctona ricca di sapor i, riti e tradizioni. riviera dei borghi antichi ” per valorizzare un int ero territorio ed offrire ai Ma la “riviera dei borghi antichi” è questo il nome con cui si presenta visi tatori opportunità di visi ta tra le più disparate. L’ultimo passo è stat o il territorio tra Amantea e Paola, cost ituito dai comuni di Fiumefreddo Bru- l’acquisto di una navetta di 8 post i con cui i visi tatori vengono accompa- zio, Belmonte Calabro, Falcon ara Albanese, San Lucido, Longobardi, La- gnati in itinerari affascin anti, alla scoper ta di paesag gi mozzafiato, azien- go, Aiello e Cleto, è stata lanciata da un sig nore che di turismo ne sa per de agricole che lavorano davanti ai loro occhi formaggi, salumi, ecc. Per- passio ne e professi one. Sergio Zanardi, noto giornalist a della stamp a turi- sino l’uccisione del maiale è una propost a di itinerario che sembra abbia già attratto parecchi turist i. Quindi non è vero che la Calabria è il fanalino di coda del sett ore turist ico; ci sono persone che hanno il coraggio di in- vesti re e sepp ure in mezzo a tante difficoltà, riescon o a fare apprezzare la nost ra regione. Monitorare le riso rse, metterle in rete e, partendo da esse, creare dei prodotti turist ici tematici, coinvolgendo gli attori del territorio, atti vando processi virtuosi di produzione di nuove attivi tà d’impresa e di nuove pro- fessio ni, deve essere l’obietti vo della nostra azione congiunta verso la conquista di una posizi one privi legiata nel contesto delle destinazio ni eu- ropee. Nel risp etto dei biso gni del turista cont emporaneo, sempre più esigen- te, capace di scegliere e sempre più facilitato a farlo, nella consapevo lezza che la tutela e la messa a valore delle riso rse è fondamentale, proprio per- ché sono elementi fondanti di ogni prodotto turisti co capaci di renderlo fortemente identitario e magari unico. Ciascun setto re turist ico diviene così p romozionale per altri setto ri (e- no-gast ronomia, artigianato , produzioni local i, ecc.) di cui si nutre per creare prodotti turisti ci tematici, valorizza beni e realizza un’offerta diver- sificata ed integrata, fruibile in diversi periodi dell’anno. Un settore quindi fortemente trasversale, un meta-settore che comporta processi di concertazio ne, condivisio ne e partecipazio ne. Falò di maggio - Civita (ph S. Emmanuele)