(Allegato 1)

SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

ENTE

1) Ente proponente il progetto:

PROGETTO IN COPROGETTAZIONE

ENTE CAPOFILA Comune di Muro Leccese – Provincia di NZ00233 Via salentina,126 – Tel. 0836.443209 www.comune.muroleccese.le.it [email protected]

Enti Partecipanti NZ03400 Comune di P.zza Cito, 1 – Tel. 0836.992100 www.sancassiano.le.it [email protected]

NZ01048 Comune di Via Aldo Moro,1 – Tel. 0836.909815 www.poggiardo.com [email protected]

NZ03653 Comune di P.zza Indipendenza – Tel. 0836.992213 www.botrugno.comune.le.it [email protected]

NZ01341 Parrocchia SS. Annunziata P.zza Del Popolo – Tel. 0836.341990 www.parrocchiamuro.anet.it [email protected]

NZ03307 Parrocchia Visitazione Maria Vergine P.zza V. Emanuele II – Tel. 0836.954651 www.parrocchiacerfignano.it [email protected]

(Allegato 1)

2) Codice di accreditamento: NZ00233

3) Albo e classe di iscrizione: Albo Regionale della Puglia 3a

CARATTERISTICHE PROGETTO

4) Titolo del progetto:

STUDIARE PER CRESCERE

5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):

Settore E - Educazione e Promozione culturale 09 Lotta all’evasione scolastica 10 . Attività di tutoraggio scolastico

6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili:

Premessa Il presente progetto riguarda l’attivazione di posizioni di servizio civile volontario aventi le seguenti caratteristiche comuni: • Territorialità: provincia di Lecce in particolare i Comuni di Muro Leccese, Comune di Poggiardo, Comune di Botrugno, Comune di San Cassiano, Parrocchia SS. Annunziata di Muro Leccese, Parrocchia Visitazione di Maria Vergine di Cerfignano; • Sede di attuazione del progetto: locali pubblici gestiti da enti locali, e da enti del terzo settore. ed intende affrontare il nodo della dispersione scolastica in quanto espressione di un più amplio problema di disagio giovanile .

Il disagio giovanile

Durante l’adolescenza e gli anni seguenti il giovane si trova costretto ad affrontare situazioni complesse, connesse all’età specifica ed al modo in cui affronta il proprio sviluppo E’ in questa delicata fase che i giovani, soprattutto nella società occidentale, incontrano il maggior numero di difficoltà per affermarsi e possono scegliere di dare un significato “diverso” alla loro esistenza attraverso condotte devianti o criminali. E’ il momento particolare della crescita, nel quale le attese dell’adolescente sono fortemente influenzate dai processi di socializzazione e dal modo in cui egli intende le aspettative degli altri nei suoi confronti. La maggior parte dei giovani, fortunatamente, pur sperimentando quotidianamente un contesto sociale che offre strumenti di supporto e di sostegno alla loro crescita spesso insufficienti, non si r ifugia in comportamenti di violenza o di devianza in genere, ma tende a sviluppare comunque l’accettazione della struttura sociale in cui vive. In alcuni casi però, talvolta a seguito di dinamiche complesse e di difficile valutazione, le medesime situazioni si traducono in contesti di disagio giovanile e in comportamenti ad esso correlati, quali condotte di tipo deviante o condotte collegate all’abbandono scolastico e all’interruzione degli studi . La nozione di disagio giovanile si mescola così all'idea di devianza e diviene un problema sociale prevalentemente quando rimanda a questioni d’ordine pubblico, cioè quando in sostanza si evidenzia come un problema per la collettività ed esce dalla schiera dei comportamenti cosiddetti "normali", per entrare nel cam po dell’infrazione alla norma o, addirittura, alla legge. Riguardo alle condotte devianti, il disagio giovanile può anche essere correlato ad un consumo di droga e di alcol occasionale o abituale, al bullismo, a varie forme di crimine contro il patrimonio, ai comportamenti violenti, ai comportamenti autodistruttivi suicidari e, come si osserva da qualche anno a questa parte, anche ad un uso distorto della rete internet, ad esempio nell’ambito delle intrusioni clandestine e dei danneggiamenti di siti web operati da giovani hackers Nelle società attuali, peraltro, le forme che il disagio assume sembrano

sfuggire alle tradizionali categorie di analisi e, da un punto di vista sociologico, rimandano ad una problematizzazione del rapporto individuo/società. L'evo luzione del fenomeno della tossicodipendenza nel nostro paese può essere esemplificativo in questo senso. Mentre fino ai primi anni '70 la tossicodipendenza era collegata ad un preciso stile di vita del tossicomane, in quanto era considerata un vero e prop rio modello alternativo di vita, scandito da ritualismi definiti e ancora inquadrabile nella categoria generale della devianza, progressivamente la concezione della tossicodipendenza è andata qualificandosi sempre più come manifestazione di disagio, cioè d ’incapacità dell’individuo di costruire un rapporto sintonico ed equilibrato con la realtà e con il contesto sociale in cui è inserito, già dalla primissima adolescenza. L’analisi, contenuta nel 4° Rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza (Agosto 2004), realizzato dall’Eurispes in collaborazione con Telefono Azzurro, riporta che il 28% di adolescenti italiani consuma sostanze stupefacenti di diversa natura e pericolosità . Una cifra che, tradotta nella realtà, significa che un rag azzo su quattro fa uso di droghe e alcolici e che il problema della droga è ormai stabilmente inserito nella vita di circa 700mila famiglie del nostro Paese. Inoltre, si registra con preoccupazione il diffondersi di nuove espressioni del disagio: particola ri malattie psicosomatiche, disturbi alimentari quali anoressia e bulimia e, più in generale, ad un mutamento delle forme di devianza ed emarginazione. In sintesi, le possibili origini del disagio giovanile, l’eventualità del suo manifestarsi, sembrano in scritte nella traiettoria di vita di ogni adolescente e rendono necessaria l’adozione di strumenti in grado di individuare e prevenire l’insorgere delle sue espressioni, in modo precoce ed efficace.

La dispersione scolastica come espressione del disagio giovanile

Parlando di disagio giovanile rapportato al mondo della scuola, il dato che più di altri è in qualche modo correlato al disagio è quello dell'insuccesso scolastico per cui è ragionevole pensare che per quegli studenti che vanno molto bene a scuo la i livelli di disagio sono molto più gestibili e fronteggiabili. Il nostro Paese, almeno in Europa, è agli ultimi posti rispetto ai tassi del livello di istruzione medio: una ricerca condotta tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni illustra c he il 45,84 % degli studenti nella scuola secondaria e nell’università (dati del Ministero della Pubblica Istruzione) non giunge al conseguimento del titolo di studio perseguito . L’elevatissima percentuale di dispersione scolastica italiana non è confrontabile con i cosiddetti partners europei e a maggior ragione con partner come il Giappone ed altri che hanno livelli elevati di risultati scolastici. La dispersione scolastica è un fenomeno complesso legato profondamente

al contesto storico, sociale, culturale ed economico. Il fenomeno non si manifesta ed identifica unicamente con l’abbandono, che tuttavia resta sempre il fenomeno più drammatico e culminante di un processo di rottura (culturale, sociale, esistenziale) a lungo preparato, ma è anche, e spesso prima di tutto, una forma d’insuccesso scolastico, che si verifica quando gli studenti non riescono a dispiegare pienamente il loro potenziale d’apprendimento, soddisfacendo i propri bisogni formativi. In moltissimi casi la dispersione scolastica assume diverse forme, a volte più mascherate, ma comunque gravi quali:

– disaffezione, disinteresse, demotivazione, noia, disturbi comportamentali, mancati ingressi, evasione, ritardi rispetto all’età regolare, proscioglimento dall’obbligo senza conseguimento del titolo, ripetenze, bocciature, frequenze irregolari, assolvimento formale dell’obbligo, qualità scadente degli esiti.

Tali manifestazioni si basano spesso su difficoltà d’apprendimento (soprattutto sul terreno linguistico espressivo, logico – matematico e del metodo di studio) e su una carriera scolastica vissuta più come obbligo esterno (familiare, sociale), che interno (bisogno di affermazione, crescita, acquisizione di saperi, capacità, cittadinanza) per realizzarsi come persona.

Effetti della dispersione scolastica L’irregolarità del curriculum formativo e soprattutto l’abbandono scolastico si configurano come potenziale e reale marginalità. Le situazioni di insuccesso scolastico si intrecciano spesso alla condizione di disagio giovanile, di rischio, emarginazione e devianza. Ma in primo luogo, la dispersione scolastica rimanda alla mancanza di istruzione e ai problemi della partecipazione al mondo del lavoro e della disoccupazione. Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio Regionale per l’Università e per il Diritto allo Studio Universitario del Piemonte, tassi di partecipazione al mercato del lavoro differiscono fra i paesi europei per molteplici ragioni (tra cui l’organizzazione economica, sociale e territoriale del mercato del lavoro e l’attitudine culturale riguardo allo stesso), ma sono strettamente legati all’età e al livello di istruzione: i più anziani e i meno istruiti hanno una probabilità maggiore di essere inattivi sul mercato.

Cause della dispersione scolastica Per leggere ed affrontare in modo adeguato il problema della dispersione scolastica, è indispensabile un’analisi delle principali variabili connesse con il fenomeno. Dalle diverse prospettive di analisi che tendevano a dare peso ad un fattore piuttosto che ad un altro (al soggetto, alla sua intelligenza, al suo sviluppo cognitivo, alla famiglia, alla mancanza di mezzi economici, all’ambiente, alla povertà di stimoli culturali) si è giunti oggi a condividere una lettura che coglie le relazioni e gli intrecci tra i vari fattori.

Nel 19 90 venne pubblicata una ricerca commissionata dal Ministero della P.I. al CENSIS su "Analisi della dispersione scolastica in Italia in aree di rischio e disagio educativo". Dall’analisi dei dati emerse che, accanto alla conferma di una forte correlazione t ra i dati di riuscita scolastica e gli indicatori tradizionali di classe sociale, reddito, professione, titolo di studio, disagio scolastico e rischio educativo, nuove sfumature del fenomeno riguardavano l’incidenza della deprivazione culturale. A distanza di dieci anni, un’indagine parlamentare della VII Commissione della Camera del 2000, rileva come le variabili del 1990 risultano oggi ancora più fattori che incidono sul drop-out scolastico sono:

• condizione socio – culturale della famiglia;

• dinamiche biografiche dello studente;

• modalità didattica e pedagogica dell’insegnante;

• realtà extrascolastica nei suoi vari aspetti sociali e territoriali.

Rispetto alla condizione socio-culturale della famiglia, l’analisi del 1990 osservava un’interrelazione tra condizione socio-culturale della famiglia e insuccesso scolastico, anche se non con stretta correlazione di causa- effetto. Nell’analisi della VII Commissione della Camera assume importanza il titolo di studio dei genitori correlato al reddito, soprattutto se riferito alla dispersione scolastica nel Nord piuttosto che a quella del Sud, dove si rileva una distanza tra il livello del reddito e il livello della cultura della popolazione adulta: una cultura familiare che non considera risorsa importante un alto livello culturale incoraggia l’abbandono.

Per quel che riguarda le dinamiche biografiche dello studente, si rileva un’interrelazione tra disadattamento scolastico e disadattamento personale. I problemi legati alle biografie degli alunni rivestono un peso n otevole soprattutto se si considera che il disagio personale dell’alunno talvolta si manifesta anche in forme di patologie comportamentali, auto- emarginazione e demotivazione. I fattori personali che sembrano incidere sulla dispersione scolastica sono:

– il livello di autostima – il livello di autoefficacia personale

L'autostima è una dimensione fondamentale nel processo di costruzione della propria identità e personalità e rappresenta la capacità di apprezzare il valore e l'importanza della propria person a nella consapevolezza di poter fare affidamento su se stessi. L'autostima è il vaccino sociale indispensabile per combattere le gravi forme di disagio esistenziale, l'emarginazione scolastica, la dipendenza, molte forme di violenza e di devianza giovanile, l'aggressività, la prepotenza e l'insuccesso scolastico.

Formarsi un solido senso di autostima è fondamentale per tutti gli individui e soprattutto per gli studenti in situazioni di disagio (emotivo, socio-affetivo e relazionale) responsabili di comportamenti inaccettabili e di prestazioni scolastiche carenti. Sentirsi bene, riguardo a quello che si è, consente di apprendere in modo più efficace, aiuta ad affrontare meglio i problemi e le tensioni della vita e spinge a crearsi un futuro migliore. L'autoefficacia è una componente dell'autostima, la quale, a sua volta, rappresenta un’importante dimensione della personalità. Il "senso di autoefficacia" cioè le convinzioni sulla propria efficacia personale rispetto all'affrontare con successo le richiest e della vita, permette di migliorare il self-control nell'azione intenzionale e promuove l'assunzione di comportamenti positivi che aiutano a prevenire varie forme di disagio. Le convinzioni di efficacia influenzano il modo in cui le persone pensano, si sentono, trovano delle fonti di motivazione personale e agiscono. La persona con un senso di autoefficacia alto ha un pensiero positivo, è motivata, sceglie obiettivi notevoli e ottiene risultati più soddisfacenti di chi ha un senso di autoefficacia basso e percepisce in modo negativo le proprie possibilità. I giovani che vivono l’abbandono scolastico hanno bassi livelli di autostima e autoefficacia. Pertanto, la scuola e i servizi che si occupano della formazione e dell’educazione dei giovani dovrebbero programmare ed avviare una serie d'interventi educativi in grado di promuovere e favorire negli alunni lo sviluppo dell'autoefficacia personale, non dimenticando che il viaggio di ricerca dentro di noi, il guardarci con occhi nuovi ci permette di scopri re potenzialità nascoste inimmaginabili.

Se il disadattamento rimanda a cause esterne alla scuola, è indubbio che esso può trovare origine o rafforzamento dentro la scuola stessa, in quelle disfunzioni interne che in misura relativamente autonoma produco no le condizioni della dispersione. Un ruolo fondamentale è giocato dalle modalità didattiche e pedagogiche adottate dagli insegnanti talvolta basate su rigidità dei curricoli formativi, su un’organizzazione poco flessibile, sulla carenza di strategie indi vidualizzate per rispondere alle difficoltà del singolo alunno . Gli insegnanti spesso non sono in grado di prestare attenzione agli aspetti del processo formativo che risultano inadeguati alla condizione di ingresso degli alunni e la scuola stessa, per le sue caratteristiche organizzative, ha difficoltà ad individuare i meccanismi che accelerano i fenomeni di dispersione e ad interpretare preventivamente quei comportamenti che, accumulandosi tra loro, portano al rifiuto e quindi all’abbandono.

Rispetto alla realtà extra-scolastica, una variabile di fondo è lo sviluppo socio-economico delle aree di residenza dell’alunno, che non riguarda solo il Sud, poiché anche aree sviluppate presentano sacche di povertà e di emarginazione. Le possibilità economiche, l’es istenza e la qualità di infrastrutture, di servizi, di offerte formative, culturali e ricreative sono

pertanto fortemente correlati al fenomeno della dispersione scolastica. In questo senso, un basso livello di incentivazione sociale allo studio e alla formazione è causa dell’abbandono scolastico .

Per una migliore comprensione del progetto, anche da parte degli aspiranti volontari, per ogni sede di attuazione di progetto si entrerà nel dettaglio della descrizione del contesto territoriale, degli ob iettivi e della descrizione delle attività, nonché degli altri elementi utili inerenti risorse finanziarie, strumentazioni, formazione specifica

COMUNE DI MURO LECCESE- CONTESTO TERRITORIALE

Comune di MURO LECCESE

Stato : Italia Regione : Puglia Capoluogo : Lecce Superficie : 16,54 km² CITTA’ MURO LECCESE panorama e Abitanti : piazza del popolo 5.219 Densità : 315 ab./ km² La storia di Muro Indirizzo : Via Salentina 126 Leccese sembra iniziare tra il CAP : 73036 VIII e l’VII secolo a.C. i E-mail [email protected] ritrovamenti di reperti dell'età Tel /Fax 0836443211 - 0836443226 del bronzo e di età neolitica Sindaco: sig. Antonio DE IACO appartengono a una comunità indigena (japigia) e confermano la presenza di insediamenti precedenti l'epoca messapica. I primi abitanti storicamente accertati furono però i Messapi, popolo proveniente dall'Illiria che, a partire dal VI secolo a.c., trasformarono l'abitat o in un centro a carattere urbano con case regolarmente allineate lungo le strade. Una delle caratteristiche ricorrenti delle città messapiche è la presenza di una cinta muraria.

CINTA MURARIA MESSAPICA

La cinta muraria di Muro costituita da blocchi squadrati e lunga 4 chilometri, racchiude un'area di poco superiore a 100 ettari. Questa cinta, che diede il nome alla cittadina, risulta ancora visibile in ele vato per lunghi tratti. Nella zona Sitrie si può vedere la "Porta Nord", scavata negli anni 1986 e 1988: la strada presenta ancora le tracce delle carreggiate antiche; la Porta è del tipo cosiddetto "a tenaglia", cioè si apre in una rientranza rispetto all a linea delle mura; un bastione di forma trapezoidale è stato aggiunto in un secondo tempo nell'angolo più sporgente della porta, per rinforzare la difesa. Sui lati a blocchi squadrati del vano della porta sono presenti gli incastri che ricevevano i batten ti di chiusura; un po' prima ci sono due intagli verticali che fanno ipotizzare la presenza di una saracinesca manovrata dall'alto della porta. Nella "Zona Palombara" gli scavi hanno riportato alla luce resti di capanne dell'età del Ferro, tracce di strutture abitative risalenti al IV - III secolo a.C., e i resti della cosiddetta "cinta interna", un muro difensivo costruito in maniera molto frettolosa che protegge solo una parte della città e sembra posteriore alla cinta esterna, databile alla seconda metà dei IV secolo a.C. Accanto ad Oria, Rudiae e , Muro Leccese fu dunque una delle città maggiori della Messapia, e certamente la più grande nel comprensorio occupato da Vaste, e Castro, da cui dista pochi chilometri. Le iscrizioni di lingua me ssapica e i materiali antichi, provenienti da Muro Leccese e conservati al Museo Provinciale di Lecce, danno un'ulteriore conferma sul ruolo rivestito da questa città apparentemente anonima nel Messapico, rasa al suolo dalle truppe romane nel III s ec. a.C. Le vicende del casale fortilizio ricostruito dopo questa devastazione, sono insignificanti, se si eccettua la notizia, non del tutto verificata, che vuole Muro distrutta nel 924 dai Saraceni nelle loro scorribande in territorio Salentino. Il Sale nto subì profondamente l'influsso della civiltà bizantina, abbracciandone usi e costumi, Fra le attestazioni di questa profonda ellenizzazione si possono ricordare due chiese che sorgono nel territorio di Muro Leccese: le Chiese di Santa Marina e di Santa Maria di . La Chiesa di Santa Marina è una delle più antiche di Terra d'Otranto: edificata intorno al IX-XI secolo, è una delle espressioni artistiche più importanti e interessanti dell'architettura bizantina. La struttura muraria è stata in parte realizzata utilizzando i grandi blocchi squadrati della vicina cinta muraria messapica; l'edificio è a navata unica con abside semicircolare: i recenti lavori di restauro hanno messo in luce,

nascosti per secoli sotto uno strato di intonaco a calce, la dec orazione pittorica che si articola lungo le pareti interne dell'edificio. Da un attento esame della superficie pittorica appare chiaro che essa si compone di una serie di strati di affresco contrapposti. Nonostante le modeste apparenze, la chiesa di Santa Marina occupa un posto significativo sia per le peculiarità architettoniche sia soprattutto per gli affreschi che accoglie, di una valenza storica e artistica eccezionale. In esso é conservato infatti il più antico ciclo di affreschi sulla vita di San Nico la, vescovo di Mira (Licia, Asia Minore, Turchia) in tutto l'arco del Mediterraneo. La datazione degli affreschi muresi é da ascriversi a prima del 1087. Se la chiesa di Santa Marina segna il periodo di più intensi rapporti con la pittura bizantina coeva a lla riconquista dell'Italia meridionale da parte di Bisanzio, la chiesa di Santa Maria di Miggiano rappresenta invece il tramonto di quella pittura. La chiesa è in aperta campagna, a circa due chilometri dal centro urbano: è un edificio a pianta rettangola re con tetto a doppio spiovente; i pochi residui iconografici si trovano nella zona presbiteriale e nel catino absidale. A partire dal 1156 il normanno Guglielmo Bosco fu il primo Principe di Muro; in seguito Ruggiero figlio di Tancredi conte di Lecce conc esse il feudo ad Alessandro Ghoti. La dominazione sveva e le feroci repressioni operate da Enrico VI durante la conquista dei territori normanni lasciarono Muro ed il Salento nella desolazione. Nel periodo angioino il feudo di Muro appartenne alla casata dei De' Monti marchesi di Corigliano d'Otranto, che scomparvero da Muro dopo oltre un secolo di principato, nello stesso tempo in cui si dileguava la meteora angioina. Alla fine dei Trecento, sotto Carlo III di Durazzo (1345/1386), Muro venne riservata alla Corona. All'indomani delle turbolente vicende dei Durazzo, Muro passò agli Orsíni Del Balzo principi di Taranto, che delimitarono i confini del feudo (1438), concedendolo ai Protonobilissimo, casata di origini tarantine. Costoro furono principi di Muro fi no al 1774, quando la città passò al demanio. Nel 1797 il feudo fu concesso da Re Ferdinando al principe Antonio Maria Pignatelli di Belmonte: questa casata terrà il feudo fino al 1854, quando poi la venderà al Cavaliere Achille Tamborino.

Muro Leccese, dal XVI secolo in poi, ha conosciuto un'espansione edilizia straordinaria: un'architettura civile e religiosa e una produzione scultorea e pittorica tanto fiorenti da far diventare questa cittadina una "piccola capitale dei Barocco salentino". I più importanti monumenti realizzati sono: Convento e Chiesa dei Domenicani , Chiesa del Crocefisso, Chiesa dell'Annunziata, Chiesa dell'Immacolata, Palazzo dei Principe, Colonna dei Quattro Evangelisti, Colonna Crocepinta, Palazzo Negri sede della biblioteca e archivio storico di Muro Leccese, Palazzo Papadia- Maggiulli, Frantoio Semipogeo dei Protonobilissimo .

Palazzo Negri sede della biblioteca, archivio storico e Centro Capsa

La Chiesa del SS. Crocefisso , una vera e propria delizia artistica, è situata in una delle zone più suggestive dell'agro murese, sulla via che da Muro Leccese conduce a Otranto, poco al di fuori della cinta muraria messapica, immersa nel verde di un meraviglioso parco. La costruzione, iniziata nel 1573, fu completata un quarantennio dopo (1613). L'opera è dovuta ad un voto di Cornelia delli Monti, vedova di Giovan Battista I Protonobilissimo. All'interno della chiesa di particolare im portanza è lo stupendo Crocifisso in legno che si ammira sulla pala dell'altare maggiore, opera autografa di Placido Boffelli, noto scultore salentino del '600. I locali a ridosso dell'abside hanno ospitato sino al 1632 un piccolo convento per i frati di San Francesco d'Assisi.

Chiesa e Convento dei Domenicani

Non si può avere un quadro completo del profilo storico religioso di Muro, prescindendo dalla presenza dei padri Domenicani i quali ebbero un'influenza particolare sulla popolazione. Sull'an tichissimo cenobio dei PP. Basiliani, dipendente dal gran Cenobio di Casole, fu eretto nel 1561, per volontà del Principe di Muro Giovan Battista I Protonobilissimo, un suntuoso monastero sotto il nome di S. Spirito. Fu lo stesso principe a chiamare i padr i Domenicani i quali, il 13/12/1562 presero possesso del convento nella persona del Vicario Generale dell'ordine Pietro d'Alicante. Nel 1583 Cornelia De Monti, moglie di Giovan Battista II Protonobilissimo, fece costruire la monumentale chiesa che ancora ammiriamo. Nel 1809, a seguito della normativa napoleonica sull'abolizione degli ordini religiosi, il convento fu soppresso.Il successivo governo dei Borboni invece di ripristinarlo, come fu fatto con tanti altri, sperperò il patrimonio e disperse i beni ch e si erano andati accumulando con le varie donazioni. Chiesa e Convento sono stati nel 1996 oggetto di restauro per ospitare la riunione del Consiglio dei Ministri dell'Agricoltura dell'Unione Europea, tenutosi nell'ambito dei Semestre italiano di Presiden za. San Domenico, convento e chiesa, è la sintesi dell'egemonia dell'arte rinascimentale nel Salento. Piazza del Popolo è sicuramente la "piazza più bella del Salento": una piccola bomboniera di pietra leccese, di quella più calda nel colore e più dolce ai virtuosismi degli scalpellini.

Chiesa dell’Annunziata – Palazzo Ducale – Palazzo del Principe (particolare)

Sulla piazza prospettano, con casuale assonanza, le splendide chiese barocche dell'Annunziata e dell'Immacolata , edificate la prima alla fine dei XVII secolo su una preesistenza bizantina e la seconda tra il 1778 ed il 1787 su una antica preesistenza, il palazzo del Principe , il palazzo Ducale e la colonna dei Quattro Evangelisti , posta al centro ed eretta nel 1607 .

ARCO CORTESPANO COLONNA MENHIR

PARROCCHIA SS. ANNUNZIATA – MURO LECCESE CONTESTO TERRITORIALE

Muro Leccese è un piccolo Comune delle Provincia di Lecce di circa 6.000 abitanti. Nel Comune esistono diverse tipologie di associazioni, oltre all’assessorato dei servizi sociali dello stesso Comune, che si occupano di cura e assistenza agli anziani e dei disabili. La Chiesa dell’Annunziata è nel cuore del centro storico di Muro Leccese ed è la Chiesa Matrice. Di qui passa gran parte della storia religiosa e civile del paese. Il titolo dell’Annunziata, che è frequente per altre chiese salentine a cominciare dalla Cattedrale di Otranto, è antico; risale, indubbiamente, al periodo del rito greco. L’attuale tempio fu costruito in tredici anni(1681-1693). Una lapide nell’arco della navata centrale indica i nomi degli autori: Francesco Milaqnese e Giovanni Battista de Bellis. Delle tre porte di ingresso, la maggiore, che guarda sulla piazza del Popolo, interessa di più sia per i toni decorativi che per la bella scultura in cui si raffigura il fatto dell’Annunciazione, commentato dalla iscrizione che si legge sull’architrave del portale. La pianta della chiesa è a croce latina. Oltre a quello maggiore, in marmo pregiato, il tempio contava altri otto altari. Di questi uno è stato demolito per destinarlo alla liturgia del Battesimo. Nell’interno della chiesa meravigliosa è la compostezza archi tettonica, ben coniugata con straordinarie tele. La nostra Parrocchia della SS. Annunziata, referente anche di altre chiese si te nello stesso Comune, è in prima linea , tra le altre cose, all’assistenza alle famiglie bisognose con anziani a carico e ai disabili. Il quadro della popolazione anziana del Comune è di un elevato invecchiamento sia per un fattore comune nazionale ma an che perché assistiamo ad una nuova emigrazione giovanile che riduce l’assistenza nelle stesse famiglie. Tra le varie strutture coordinate della Parrocchia c’è un folto gruppo di giovani che, con molti sforzi anche economici, cerca di sopperire alle enormi difficoltà che spesso trovano le amministrazioni pubbliche portando assistenza in primis agli anziani e ai disabili della parrocchia. A tal fine la Parrocchia della SS. Annunziata nel presentare il presente progetto in coprogettazione con il Comune di Muro Leccese , spera che questo sia approvato dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile al fine di utilizzare al meglio giovani destinati a fare da motore agli altri e rendere un servi zio molto sentito dai parrocchiani a cui spesso mancano sufficienti risorse per far fronte ai molteplici bisogni dei disabili in particolare.

PARROCCHIA visitazione M.Vergine – CERFIGNANO CONTESTO TERRITORIALE

Il progetto da realizzare nel territorio di Cerfignano, in coprogettazione con il Comune di Muro Leccese, piccolo paese in Provincia di Lecce, situato sul versante adriatico del Salento su un ripiano dell’aspra e selvaggia

scogliera che si affaccia sul Canale d’Otranto a tre km da , rinomato centro turistico e termale, di cui Cerfignano è frazione. Origini di Cerfignano sono incerte. I primi abitanti di questa terra secondo lo storico Maggiulli, venivano dalla Grecia. In età romana, probabilmente, Cerfignano divenne passaggio obbligato nel lungo viaggio da Occidente ad Oriente e, a testimonianza di ciò, troviamo fuori dall’abitato una strada con basolato di epoca romana. Intorno all’anno mille, nelle campagne circostanti l’attuale abitato di Cerfignano si insediarono monaci orientali. A testimonianza di ciò sono le grotte rupestri scavate nella roccia. I primi documenti scritti ci dicono che Cerfignano fu un “casale” dipendente da Minervino, mentre da altri documenti si evince che fece parte del Principato di Taranto o della Contea di Castro. Cerfignano è Comune autonomo fino al 1829, precisamente fino a quando, il 21 agosto 1829, un regio decreto ne stabilisce con effetto dal 1 gennaio 1830, l’unione in amministrazione al Comune di Minervino al quale appartiene fino al 1921. Dal 1921 Cerfignano è frazione di santa Cesarea Terme. L’intero Comune di Santa Cesarea Terme conta una popolazione di 3019 anime, con 977 famiglie. La popolazione attiva è impegnata per il 26% nell’agricoltura. Le attività industriali sono costituite da una ottantina di aziende. Il ramo economico preponderante è quello dei servizi dai quali trae reddito quasi la metà della popolazione. L’andamento dell’occupazione generale e di quella giovanile è sotto la media provinciale, anche se risente fortemente del fenomeno della stagionalità. Le scuole esistenti nel paese sono la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di 1° grado. A Santa Cesarea Terme vi è un Istituto alberghiero. Le iniziative sportive e ricreative sono promosse in special modo dalla Parrocchia. La Commissione Cultura e Tempo Libero, promossa dalla Parrocchia, programma e realizza alcune attività di valenza culturale e sociale. Si registrano alcuni casi di dispersione del potenziale cognitivo in ragazzi che faticano ad acquisire conoscenze, abilità e competenze in linea con gli standars previsti dalle istituzioni scolastiche; esistono contesti familiari deboli e incapaci di affiancare in modo efficace e produttivo la scuola . A tal si rende necessario progettare interventi educativi di accompagnamento allo studio, accanto ad attività laboratoriale che offrano l’opportunità di apprendimenti significativi per i soggetti interessati . .

COMUNE DI BOTRUGNO – CONTESTO TERRITORIALE

Il Comune di Botrugno dista 37,7 Comune di BOTRUGNO chilometri da Lecce, capoluogo della omonima provincia cui il comune appartiene Il paesaggio intorno è quello caratteristico del Salento: una meravigliosa natura, caratterizzata prevalentemente da piante di ulivi. A Est ed a Ovest, poco distante, si possono raggiungere le meravigliose coste salentine adriatiche e ioniche. Posto Stato : Italia nel cuore del fantastico Salento, Regione : Puglia Botrugno sorge ad oltre 90 m. di Capoluogo : Lecce altezza s.l.m. Botrugno basa la sua Superficie : 9,54 km² economia prevalentemente Abitanti : sull'agricoltura e sull'allevamento, 3.046 con particolare attenzione alla Densità : 338 ab./ km² produzione del vino e dell' olio Indirizzo : Piazza Indipendenza extra vergine d'oliva . Le sue CAP : 73020 origini sono antiche: si fanno [email protected] E-mail risalire all'epoca della dominazione greca. La fondazione del paese Tel/Fax 0836 992213 – 0836 997205 risale all'epoca della distruzione di Sindaco: Dr. Silvano MACCULI Muro ad opera di Guglielmo il Malo , che spinse gli abitanti di Muro a trasferirsi a Botrugno. San Oronzo , festeggiato il 26 agosto, è il patrono di Botrugno

Palazzo marchesale di Botrugno : una piccola silenziosa, laboriosa comunità stretta attorno al suo maestoso palazzo, simbolo della storia e del prestigio delle famiglie feudali che lo avevano costruito ed abitato

COMUNE DI SAN CASSIANO- CONTESTO TERRITORIALE

San Cassiano è un comune di Comune di SAN CASSIANO circa 2.270 abitanti che si trova in Puglia, in provincia di Lecce . Posto nel cuore del magnifico Salento, questo paese sorge ad oltre 90 m. di altezza s.l.m. L'economia di San Cassiano è legata principalmente ad attività di tipo agricolo; notevole è la produzione Stato : Italia di olio extra vergine di oliva e vino Regione : Puglia locale. Le origini del paese sono Capoluogo : Lecce da far risalire al X secolo quando Superficie : 8,54 km² venne fondato dai profughi della Abitanti : vicina città di Muro Leccese . 2.386 Densità : 278 ab./ km² Indirizzo : Piazza Cito, 1 CAP : 73020 E-mail [email protected] San Rocco , Tel /Fax 0836.992100 – 0836.992397 festeggiato il 16 agosto, è il Sindaco: Dr. Gabriele PETRACCA patrono di San Cassiano

COMUNE DI POGGIARDO- CONTESTO TERRITORIALE

Poggiardo è un comune di circa Comune di POGGIARDO 6.000 abitanti che si trova in Puglia, in provincia di Lecce .Posto nel cuore del Salento, Poggiardo sorge ad oltre 85 m. di altezza s.l.m. L'economia di Poggiardo è legata principalmente ad attività agricole e alla produzione di olio extravergine di oliva. Le sue Stato : Italia origini sono molto antiche: sono Regione : Puglia riconducibili alla città vecchia Capoluogo : Lecce chiamata " Bastae " che venne Superficie : 19,04 km² distrutta da Guglielmo il Malo nel Abitanti : 6.170 1147. Sant'Antonio , festeggiato il 13 giugno, è il patrono di Densità : www.poggiardo.com Poggiardo Indirizzo : Via Aldo Moro, 1 Si dice che Poggiardo abbia avuto CAP : 73037 origine dopo la distruzione dei [email protected] E-mail casali Puzze, Soranello e Casicalvi, ubicati in prossimità di Vaste , Tel /Fax 0836.909815 – 0836.909863 quando gli abitanti superstiti, Sindaco: Geom. Silvio Maria ASTORE trovandosi in disaccordo circa il Assessore Politiche sociali e giovanili Dr.Giuseppe Luciano luogo da deputare per COLAFATI l'insediamento del nuovo abitato, assegnarono la scelta alla sorte: pungolato perciò un bue, essi decisero che dove l'animale si fosse fermato, lì sarebbe sorto il nuovo centro, circostanza che si tramanda nel gonfalone cittadino. La cinta muraria risale al XV sec., quando la superficie circoscritta misurava 1.7 ettari, uno spazio sufficiente per l'esigua popolazione dell'epoca. Nacque così la struttura dei "borgo", con le tipiche case organizzate "a corte", viuzze dotate di un unico accesso dalla strada principale. Il 1537 vide compiersi, per mano turca, la distruzione della vicina Castro, ed il trasferimento in Poggiardo, all'epoca feudo dei duchi Guarini , della sede vescovile; fu questo un fatto che accrebbe notevolmente l'importanza della cittadina, al punto di farne sede privilegiata per molta

parte della locale nobiltà e di alte cariche religiose. Ne deriverà una fioritura di ville e palazzi gentilizi riccamente decorati, i quali oggi ancora ne adornano le vie. E' in questo scenario che emergono i monumenti più rappresentativi, tra i quali, subito s'impone il castello o, più appropriatamente, il palazzo ducale Guarini . Ubicato al centro del paese ed esattamente in Piazza Umberto I° , il

Castello Guarini fu eretto, almeno la parte più antica, non oltre la metà del XIV sec.. Di proprietà di Marco Antonio Guarini di Lecce , l'ultimo Guarini vissuto nel palazzo fu il Duca Francesco Antonio con la moglie (1879). Per qualche periodo mobili, tele, quadri e suppellettili rimasero al loro posto per la gioia dei visitatori. In seguito a causa di deprecabili furti tutto fu trasferito a Lecce nella Villa delle Tre Colline di proprietà dei Guarini. Nel castello vi era un oratorio o cappella privata, in cui per privilegio concesso dalla Santa Sede si celebrava la messa nei giorni festivi e in altri feriali per tutti quelli che ci abitavano. Il fossato corrispondente fu recintato e convertito in "giardinetto d'agrumi ".

Chiesa Barocca - La facciata La prima data di costruzione risale al 1300, ma, l'aumento della popolazione, portò, tre secoli dopo, alla ricostruzione e ampliamento. E' la Chiesa Madre del paese , la più importante sia per dimensioni che per storia, si trova in Largo Chiesa nel centro storico del paese. La facciata risale al XVIII secolo, si sviluppa in senso verticale ed è divisa in due ordini da una cornice ornata di foglie di acanto con al centro una testa di angelo . L'ordine inferiore è costituito lateralmente da semplici lesene poggianti su plinti con al centro lo stemma coronato di Poggiardo ; il secondo ordine, invece, è candito da paraste coniche in corrispondenza delle corinzie inferiori, è composto da due zone laterali con due nicchie simili a quelle inferiori, e la zona centrale, che ospita una grande e sfarzosa finestra circolare .

La dispersione scolastica,sostegno e la disoccupazione giovanile a Muro Leccese, Poggiardo,Botrugno,San Cassiano INDICATORI

Più che in quelle centro-settentrionali è nelle regioni del meridione si riscontrano i tassi più elevati di dispersione scolastica causata da una disparità di sviluppo e di istruzione che continuano a rincorrersi a vicenda, e il fenomeno segna una ripresa preoccupante. Nel 2004, stando ai dati dell’ufficio scolastico regionale della Puglia, circa il 3,2% degli studenti pugliesi iscritti al primo anno di un istituto superiore ha scelto di interrompere gli studi . La punta massima della tendenza si registra negli isti tuti professionali dove la percentuale di allievi che non sono rientrati in classe è del 5%. Al di là del numero elevato di giovani che abbandonano la scuola secondaria di secondo grado, quello che rende particolarmente preoccupante il fenomeno nella provi ncia di Padova è la mancanza di valide motivazioni che possano spiegarlo .

INDICATORI SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI COMUNALI

Servizi offerti Rapporti con il Rapporti con le Attività nel territorio famiglie periodo scolastico E nel periodo estivo Assistenza alle Coinvolgimento e Realizzare in tempi L’azione dei volontari autonomie di base; collaborazione con i brevi un clima di in servizio civile, per Sostegno progetti fiducia reciproca; quanto nell’autonomia dell’Assessorato fornire in uno stile di esplicitamente personale ( igiene, all’assistenza e comunicazione attiene al piano di abbigliamento e cura dell’Assessorato alle efficace tutti i dati integrazione, si del proprio corpo); risorse giovanili e utili a rendere svolge nell’ambito di Supporto sport; contatto costruttiva aree disciplinari quali nell’acquisizione di costante e azioni di l’assistenza sia ai “educazione alla una certa autonomia programmazione con soggetti portatori di convivenza”, nel movimento l’Istituto handicap, sia ai “significato e (concezione Comprensivo scuola soggetti con difficoltà vantaggi dell’incontro spaziotempo; media di inserimento tra culture”, “la giochi di In particolare perché appartenenti legalità come corporeità); con gli insegnanti a culture diverse; garanzia nei rapporti Supporto designati dal giocare un ruolo individuali e sociali”, nell’inserimento nel Collegio dei Docenti dinamico di “elementi di gruppo classe; a seguire il progetto; intermediazione tra conoscenza Coinvolgimento nelle realizzazione di nuclei familiari ed indispensabili: usi, attività curriculari momenti di sinergia Ente pubblico o tradizioni, organizzate; con associazioni soggetti diversi con ricorrenze”. Affiancamento e locali che si cui si collabora in Nel periodo estivo i sostegno nello occupano della fase di realizzazione volontari in servizio svolgimento degli gestione del tempo del progetto; rendere civile possono impegni scolastici; libero e con l’oratorio consapevoli e utilmente proseguire Intermediazione tra parrocchiale. partecipi le famiglie nella organizzazione scuola e famiglia; delle iniziative di iniziative quali Intermediazione tra progettate per “estate ragazzi”in scuola ed enti migliorare le qualità di esperti per territoriali; condizioni di l’esperienza Partecipazione a tutti i partenza acquisita nell’ambito progetti inseriti nella delle dinamiche di programmazione di gruppo collaborazione tra la Scuola, l’Ente locale

Un valido aiuto all’attività si sostegno scolastico e di lotta all’evasione scolastica lo offre il Sistema Bibliotecario del Sud Salento le Amministrazioni Comunali coinvolte nel progetto. nell’ambito del programma P.I.S. n.14 “Turismo, Cultura e Ambiente nel territorio del Sud Salento” hanno inteso aderire, come sistema Sud Salento, al sistema Bibliotecario proposto dalla Provincia di Lecce Parallelamente ai servizi della biblioteca vengono infatti curati anche i servizi culturali, che consistono nell'organizzazione di mostre, rassegne teatrali, iniziative estive, spettacoli musicali, visite guidate ed ini ziative culturali in genere. All'interno di tale contesto si avverte l'esigenza di fare un salto di qualità nell'offerta generale dei servizi attraverso interventi mirati: da un lato si ritiene opportuno ampliare l'attività di promozione della lettura nei confronti sia dei giovani utenti, curando maggiormente la collaborazione con le scuole presenti sul territorio, che nei confronti degli adulti, creando dei percorsi di lettura "a tema" tramite la predisposizione di bibliografie legate ad una particolare r icorrenza o

all'approfondimento di temi di attualità; dall'altro lato si considera necessario migliorare la fruibilità della biblioteca attraverso una revisione delle collezioni e la creazione di un percorso che faciliti l'orientamento tra gli scaffali da parte degli utenti. La presenza dei volontari consentirà: - per quel che riguarda le attività più strettamente legate alla gestione della biblioteca, una miglior organizzazione dell'attività ordinaria, l'offerta di un servizio accurato agli utenti grazie all'attenzione specifica alle loro richieste, la possibilità di svolgere al meglio le attività di promozione della lettura di cui sopra. - Per le attività culturali, una promozione più capillare delle attività proposte oltre alla possibilità di increment are l'offerta sulla base delle richieste dei cittadini.

7) Obiettivi del progetto:

Comune a tutte le Amministrazioni e Parrocchie che partecipano alla coprogettazione.

OBIETTIVO GENERALE: L’obiettivo generale del progetto è quello di garantire ad ogni giovane in età scolare che sia portatore di abilità diverse per motivi psicofisici o sociali l’integrazione nella vita scolastica ed extra-scolastica, favorendone la crescita e la socializzazione con gli altri soggetti, operando in collaborazione con le famiglie e con gli altri servizi attivi sul territorio, per costruire percorsi di cittadinanza che permettano a ciascuno di trovare un proprio posto riconosciuto e positivo all’interno della comunità locale.

OBIETTIVI SPECIFICI, descritti utilizzando gli indicatori prima evidenziati:

INDICATORI OBIETTIVI PROGETTUALI CONCLUSIVI

Servizi offerti Rapporti con il Rapporti con le Attività nel territorio famiglie periodo scolastico E nel periodo estivo Ai volontari in servizio I volontari saranno Incrementare del Oltre ad affiancare i civile viene affidata inseriti nei lavori di 15% il tempo disabili in tutti i l’assistenza dei portatori gruppo previsti dal dedicato ai rapporti bisogni primari, di handicap sia per il progetto e avranno con i familiari verrà offerta ai tragitto da casa a quindi la possibilità per operare in modo volontari la scuola di intermediare e integrato ed possibilità di essere (con trasporto su un confrontarsi con tutti incrementare la inseriti nella mezzo idoneo fornito gli attori coinvolti per crescita del programmazione dei per migliorare soggetto. nuovi progetti l’esigenza specifica), sia l’inserimento del Il volontario previsti per tutto per coprire fino alla disabile. accompagnerà la l’arco dei 12 mesi. disponibilità del monte Saranno famiglia L’obiettivo sarà ore complessivo di Incrementati i coinvolgendola in quindi di aprire impiego l’assistenza momenti d’incontro e prima persona nuovi laboratori ed durante l’orario le occasioni di accompagnare i scolastico; viene estesa sinergie, in modo da minori disagiati e la loro competenza , mettere a permettendo loro di anche in senso disposizione della partecipare a tutte le qualitativo, affidando persona in difficoltà, attività scolastiche loro il compito di curare un numero più ed extrascolastiche

iniziative di integrazione elevato e articolato rendendoli attori dei ragazzi di risorse ed energie. nella realizzazione di extracomunitari iscritti ai . manufatti ed servizi scolastici del opuscoli offerti nella Comune. giornata di festa conclusiva , aperta a tutta la cittadinanza. L’attenzione dei volontari in servizio civile sarà soprattutto dedicata all’inserimento dei ragazzi con difficoltà in attività concordate con gli altri attori dei programmi comunali genericamente compresi nell’”estate ragazzi”.

8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile:

8.1 Piani di attuazione previsti per il raggiungimento degli obiettivi

I volontari saranno seguiti nel loro lavoro durante tutti i 12 mesi di servizio presso l’Ente sia dall’Operatore locale di progetto che dagli insegnanti con i quali collaboreranno, ottenendo dagli stessi l’aiuto e lo stimolo necessario per portare avanti in maniera fattiva e costruttiva gli obiettivi che il progetto si prefigge, nonché saranno stimolati ad apportare nuove idee per un eventuale miglioramento o correzione in corso d’opera delle modalità di intervento previste, al fine anche di acquisire professionalità e strumenti per loro spendibili in futuro sia nel campo della crescita personale che lavorativa. Fase 1 - La fase iniziale verterà sulla formazione e l’ inserimento e la conoscenza del contesto specifico. Si prevedono momenti di incontro (almeno 2 nelle prime due settimane) tra i volontari che saranno chiamati a realizzare il progetto, i referenti di progetto e l’Operatore locale di progetto per favorire la reciproca conoscenza, evidenziare aspettative, analizzare e fornire indicazioni sulla situazione nella quale il gruppo andrà ad operare. Successivamente l’operatore locale di progetto, li accompagnerà presso la sede dove i giovani saranno chiamati ad offrire la propria esperienza, per permettere un’ ottimale integrazione di tutti gli attori chiamati in causa. Nei primi mesi i volontari dovranno: familiarizzare con le strutture in cui svolgerà le sue attività, per conoscere perfettamente l’ambiente di lavoro. Questo per potersi muovere con disinvoltura e per trasmettere sicurezza al soggetto

disagiato che verrà loro affidato e che accompagneranno per tutto il periodo del loro servizio. Dovranno poi iniziare a conoscere l’ utente e con lui instaurare un rapporto di amicizia e di fiducia, per poter essere di stimolo e di aiuto nel graduale processo d’ inserimento nel gruppo classe e con gli altri operatori scolastici di riferimento. Sarà decisivo essere presente in aula per iniziare a facilitare il processo di integrazione scolastica e sociale, che gradualmente porterà al raggiungimento di una perfetta sintonia. Fase 2 - Affiancamento, instaurarsi delle relazioni con gli utenti e con la famiglia. Dopo i tempi d’inizio per gli approcci e la prima collaborazione, a partire dal terzo mese i volontari, perfettamente inseriti nell’ambiente di lavoro, approfondiranno la conoscenza con gli utenti e le modalità di relazione con loro. Oltre a supportare i disabili in tutti i bisogni primari di movimento, di alimentazione, di igiene personale, di sostegno negli impegni scolastici e ad approfondire le problematiche specifiche relative ad ognuno di loro, i volontari affiancheranno in “toto” il personale insegnante di ruolo in tutte le attività previste dalla programmazione scolastica curriculare di routine. La presenza costante dei volontari in servizio civile agevolerà i rapporti con la famiglia che verrà chiamata ad essere parte attiva nel progetto stesso, nella valutazione in itinere dei progressi ottenuti e nello studio di eventuali accorgimenti da porre in atto. Fase 3 – Raggiungimento della piena operatività e dose di autonomia nello svolgimento delle attività. La presenza del volontario, all’interno della programmazione dei progetti di partecipazione attiva, permetterà al disabile di essere presente in prima persona a tutte le attività che sono previste in itinere. Anche per l’estate saranno messe in campo attività legate al progetto, ma che saranno più strettamente connesse all’ambiente esterno e alla vita all’aperto mediante corsi, di nuoto, di gioco e di escursioni, di passeggiate,di visite guidate alle quali anche il volontario sarà chiamato ad affiancare il disabile. Il volontario si occuperà quindi di gestire attività di gioco, di manualità; di accompagnare gli utenti nei laboratori; di accompagnare i disabili permettendo loro la partecipazione ad attività extrascolastiche che si presenteranno durante il percorso scolastico; nel periodo estivo, a seguito della chiusura delle scuole, li seguiranno in attività organizzate per l’Estate Ragazzi nei vari Centri Estivi. Fase 4 - Raccolta dell’esperienza e verifica del raggiungimento degli obiettivi. Nell’arco dell’ultimo mese si procederà a raccogliere quanto emerso nei periodici momenti di incontro e monitoraggio con gli OLP e con i tutor, a fare una valutazione complessiva sul funzionamento del progetto: rispetto agli obiettivi che erano stati

prefissati, rispetto al rapporto con gli utenti, rispetto al rapporto con il territorio, con la famiglia, rispetto all’organizzazione in cui il volontario era inserito. Si valuterà se le azioni realizzate hanno portato al raggiungimento degli obiettivi formulati in fase di progettazione, in modo da poter procedere – dopo l’analisi – ad eventuali riformulazioni di obiettivi utili alla riprogettazione.

.

8.2 Complesso delle attività previste per la realizzazione dei piani di attuazione.

Complesso delle attività da svolgere secondo il sopraccitato piano di attuazione:

• Fase 1 - Formazione e conoscenza del contesto : I volontari, dopo una formazione generale ed una specifica organizzata dall’Ente, saranno accompagnati dagli operatori nella conoscenza delle strutture e di tutte le offerte e le possibilità che la strutture contengono.

• Fase 2 – Affiancamento Oltre a supportare i disabili in tutti i bisogni primari di movimento, di alimentazione, di igiene personale, di sostegno negli impegni scolastici e ad approfondire le problematiche specifiche relative ad ognuno di loro, i volontari affiancheranno in “toto” il personale insegnante di ruolo in tutte le attività previste dalla programmazione scolastica curriculare di routine. La presenza costante dei volontari in servizio civile agevolerà i rapporti con la famiglia che verrà chiamata ad essere parte attiva nel progetto stesso, nella valutazione in itinere dei progressi ottenuti e nello studio di eventuali accorgimenti da porre in atto.

• Fase 3 – Piena operatività e dose di autonomia Il volontario si occuperà quindi di gestire attività di gioco, di manualità; di accompagnare gli utenti nei laboratori; di accompagnare i disabili permettendo loro la partecipazione ad attività extrascolastiche che si presenteranno durante il percorso scolastico; nel periodo estivo, a seguito della chiusura delle scuole, li seguiranno in attività organizzate per l’Estate Ragazzi nei vari Centri Estivi.

• Fase 4 – Verifica del progetto Nell’arco dell’ultimo mese si procederà a raccogliere quanto emerso nei periodici momenti di incontro e monitoraggio con gli OLP e con i tutor, a fare una valutazione complessiva sul funzionamento del progetto: rispetto agli obiettivi che erano stati prefissati, rispetto al rapporto con gli utenti, rispetto al rapporto con il territorio, con la famiglia, rispetto all’organizzazione in cui il

volontario era inserito.

8.3 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente.

• Oltre alle risorse umane previste dai nominativi accreditati in fase di accreditamento dell’Ente • prof.ssa Liliana GIARDINO Formatore formazione specifica ( volontaria) • dr.ssa Gabriella Elvira COLIZZI Formatore formazione specifica ( volontaria) • Dr. Pantaleo DE GIORGI Formatore formazione specifica (segretario comunale Comune di Muro Leccese) • Dr. Giampiero LEOMANNI Formatore formazione generale (volontario)

• )

8.4 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto.

Si prevedono momenti di incontro (almeno 2 nelle prime due settimane) tra i volontari che saranno chiamati a realizzare il progetto, i referenti di progetto e l’Operatore locale di progetto per favorire la reciproca conoscenza, evidenziare aspettative, analizzare e fornire indicazioni sulla situazione nella quale il gruppo andrà ad operare. Successivamente l’operatore locale di progetto, li accompagnerà presso la sede dove i giovani saranno chiamati ad offrire la propria esperienza, per permettere un’ ottimale integrazione di tutti gli attori chiamati in causa. Nei primi mesi i volontari dovranno: familiarizzare con le strutture in cui svolgerà le sue attività, per conoscere perfettamente l’ambiente di lavoro. Questo per potersi muovere con disinvoltura e per trasmettere sicurezza al soggetto disagiato che verrà loro affidato e che accompagneranno per tutto il periodo del loro servizio. Dovranno poi iniziare a conoscere l’ utente e con lui instaurare un rapporto di amicizia e di fiducia, per poter essere di stimolo e di aiuto nel graduale processo d’ inserimento nel gruppo classe e con gli altri operatori scolastici di riferimento. Sarà decisivo essere presente in aula per iniziare a facilitare il processo di integrazione scolastica e sociale, che gradualmente porterà al raggiungimento di una perfetta sintonia. La presenza costante dei volontari in servizio civile agevolerà i rapporti con la famiglia che verrà chiamata ad essere parte attiva nel progetto stesso, nella valutazione in itinere dei progressi ottenuti e nello studio di eventuali accorgimenti da porre in atto .

9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 29

10) Numero posti con vitto e alloggio: 0

11) Numero posti senza vitto e alloggio: 29

12) Numero posti con solo vitto: 0

13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 30

14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 6

15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:

I volontari sono tenuti a rispettare tutte le norme che regolano il lavoro della struttura in cui sono inseriti ed il segreto d’ufficio; ad adeguarsi allo stile comunicativo espresso dal servizio, alle modalità di lavoro e corretto rapporto con l’utenza, siano essi disabili o portatori di culture diverse; a mantenere altresì un corretto rapporto con i colleghi ed attenersi alle disposizioni impartite dal referente operativo. Disponibilità ad usare l’auto messa a disposizione dal settore di pertinenza .

CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE

16) Sede/i di attuazione del progetto ed Operatori Locali di Progetto:

Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Sede di Cod. N. vol. N. attuazione del Comune Indirizzo ident. per progetto sede sede Cognome e nome Data di nascita C.F.

COMUNE MURO TRZVNT82R67I549E 1 MURO VIA SALENTINA 126 22964 6 TRAZZA VALENTINA 27/10/1982 LECCESE LECCESE COMUNE MURO MURO 5 MONTEFUSCO MNTLNN81E69E815A 2 VIA SALENTINA 126 22964 29/05/1981 LECCESE LECCESE ELISENA ANGELICA

PARROCCHIA SS.ANNUNZIA MURO 3 CULIERSI 3 PIAZZA DEL POPOLO 20856 13/01/1979 CLRNNL79A53E815O TA LECCESE ANTONELLA

PARROCCHIA VISITAZIONE 3 CUCCODORO ENRICO CERFIGN CCCNRC52T09H501B 4 MARIA P.ZZA V.EMANUELE II snc 63269 9/12/1952 ANO VERGINE

COMUNE BOTRUG 5 BOTRUGNO PIAZZA INDIPENDENZA 2 70570 3 RESTA PATRIZIO 14/09/1966 RSTPRZ66P14Z133B NO

COMUNE SAN SAN PALMA GIUSEPPE 6 CASSIANO CASSIAN PIAZZA CITO, 1 65354 3 12/04/1979 PLMGPP79D12G751T O COMUNE POGGIAR LEINGL80B67Z133N 7 POGGIARDO PIAZZA UMBERTO I 3055 6 ELIA ANGELA 27/02/1980 DO

8 9

10 11 12 13 14 15 16 17 18

17) Altre figure impiegate nel Progetto:

TUTOR RESP. LOCALI ENTE ACC. Sede di Cod. N. vol. N. attuazione del Comune Indirizzo ident. per Data progetto sede sede Cognome e Data C.F. Cognome e di C.F. nome di nome nascita nascita COMUNE 11/08/ GRDLLN45M51 MURO 1 MURO VIA SALENTINA 126 22964 11 Giardino 1945 H501U Congedo 02/01/ CNGNLN48A02D862P LECCESE LECCESE Liliana Natalino 1948

2

3

4 5 6 7 8 9 10 11 12

13 14 15 16 17

18) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:

Sono previste: la pubblicizzazione sul siti di tutti Enti partecipanti al progetto, campagne stampa e radiofoniche, organizzazione di eventi nelle scuole e in diversi centri di aggregazione giovanile, spedizione di newsletters e di materiale informativo e coordinamento della pubblicizzazione con depliants e manifesti all’interno dei diversi punti informativi del territorio. Diffusione dell’iniziativa nelle scuole territoriali superiori, tramite Associazioni di Volontariato, Parrocchie; pubblicazione sul sito

internet degli Enti .

19) Eventuali autonomi criteri e modalità di selezione dei volontari:

NO

20) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

NO

21) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati del progetto:

Nell’ideare e realizzare il piano di monitoraggio s’intende: 1. Favorire il coinvolgimento dei diversi attori presenti nel percorso (i volontari, gli operatori locali, i destinatari dell’azione) 2. Raccogliere elementi utili alla riprogettazione (in itinere e finale) del progetto Metodologia e strumenti utilizzati Il piano di monitoraggio intende valutare periodicamente cosa funziona e cosa non funziona nel progetto, e verificare – al termine dei 12 mesi – la realizzazione dei risultati previsti dal progetto ed il raggiungimento degli obiettivi, nonché la qualità percepita dai diversi attori coinvolti (volontari, operatori locali, destinatari finali del progetto). S’intende dunque valutare: l’efficacia: intesa come il raggiungimento degli obiettivi previsti; l’efficienza: intesa come il rispetto dell’articolazione delle attività previste in sede progettuale e la qualità percepita. Ciò avviene con i seguenti step:

Tempistica Azione Strumento

In fase di progettazione All’interno della scheda progetto vengono Scheda progetto individuati per ciascun obiettivo specifico degli indicatori che consentiranno di valutare lo stato di realizzazione dei risultati previsti dal progetto

5° mese verifica in itinere delle Questionario di attività che vengono svolte; delle relazioni con Monitoraggio l’Ente, con l’OLP, con i destinatari del progetto con un questionario di “Monitoraggio”

7° mese Contatto con i sing oli volontari: verifica in Intervista itinere delle attività svolte; verifica della qualità percepita dai volontari rispetto alla realizzazione del progetto 10° mese incontro Monitoraggio volontari: Colloqui Raccolta di elementi utili alla verifica dell’andamento del progetto (attività, relazioni, risultati attesi e inattesi, qualità percepita…)

12° mese Nell’ambito dell’ultimo incontro di Monitoraggio, Questionario valutazione verifica finale dell’andamento del progetto con finale somministrazione di un questionario di Valutazione Finale Contatto con i destinatari finali del progetto per Questionario valutazione valutare il loro grado di soddisfazione e la gradimento qualità percepita. L’ Operatore locale, con la supervisione del Scheda Progetto responsabile del Monitoraggio,raccoglieranno i dati relativi agli indicatori previsti in fase progettuale. Tali elementi costituiranno la base attraverso cui valutare il raggiungimento degli obiettivi previsti.

Per la valutazione dei risultati del progetto si utilizzeranno i seguenti criteri: quantitativi • Numero dei ragazzi partecipanti e relativo aumento • Numero dei volontari coinvolti e relativo aumento • Numero di nuove iniziative della comunità locale che coinvolgono persone svantaggiate qualitativi • La qualità delle relazioni venutesi a creare tra ragazzi/e, operatori, volontari, famiglie e persone singole della comunità • Il grado di coinvolgimento della comunità locale e la sua disponibilità verso le iniziative a favore dell’handicappato • Sollievo e sostegno percepito dalle famiglie

22) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

No

23) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:

• Diploma di scuola media s uperiore (sarà fattore preferenziale essere iscritti a facoltà umanistiche o a scienze dell'educazione); • Buona predisposizione al contatto con il pubblico; • Interesse verso esperienze in campo animativo ( sarà fattore preferenziale avere già avuto esperienza in questo campo); • Possesso di patente B; • Conoscenza di base del sistema operativo Windows e del pacchetto Office. .

24) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto:

PIANO DI FINANZIAMENTO progetto “ Studiare per crescere “

Quantità Specifica Costo orario Numero ore Costo totale 3 Formazione 50 € 115 17.250,00 € 1 Aule attrezzate 30 € 115 3.450,00 € 1 Materiale cancelleria e promozione 1.500,00 € Laboratori informatici e d’Italiano – costi di attrezzature, strumentazione, costi di gestione, costi internet 10 € 180 1.800,00 € Costo a persona Giorni 6 Viaggi volontari 50 € 10 3.000,00 € 6 Vitto Volontari 25 € 10 1.300,00 € 1 Viaggio e Vitto docenti formatori 100 € 10 1.000,00 € Pubblicazione, dispense , materiale informativo, depliants 2.000,00 € Risorse strumentali, Pc, Stampanti, software, collegamenti internet, ecc. 2.000,00 € Studio progettazione 5.450,00 € Totale 38.750,00

25) Eventuali copromotori e partners del progetto con la specifica del ruolo concreto rivestito dagli stessi all’interno del progetto:

Associazione FRATRES – Via D.Aligheri – Muro Leccese per trasporto portatori di handicaps

26) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:

COMUNE DI MURO LECCESE, COMUNE DI SAN CA SSIANO, COMUNE DI BOTRUGNO, COMUNE DI POGGIARDO, PAROCCHIA SS.ANNUNZIATA, PARROCCHIA B.VERGINE Ogni volontario avrà a propria disposizione: Attrezzature ludico- sportive, materiale di consumo per attività artistiche, strumenti musicali, laboratori di arte-terapia e di globalità, piscina, laboratori tematici, telefono, fotocopiatore. stampanti, attrezzature informatiche. Contatti con professionisti per progettazione e verifiche. Automezzo idoneo al trasporto di portatori di handicap

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI

27) Eventuali crediti formativi riconosciuti:

Libera Università Maria SS. Assunta - Facoltà di Scienze della Formazione sita in Taranto Piazza S. Rita attribuisce allo svolgimento completo del servizio civile volontario fino a N0. 11 crediti formativi, purchè svolto secondo le modalità amministrative ed operative previste dai vigenti ordinamenti di Facoltà Si allega copia del Protocollo di Intesa Tra la Libera Università Maria SS. Assunta di Taranto e il Comune di Muro Leccese sul riconoscimento del servizio civile ai fini dei CFU(comma2

Università degli Studi di Lecce – sede in Lecce considera l’attività di servizio civile assimilabile ad una attività lavorativa. Pertanto, sulla base di quanto previsto per i tirocini curriculari, ciascun corso di laurea riconosce un esonero, totale o parziale, in funzione degli obiettivi che il servizio civile propone. Si allega copia del Protocollo di Intesa L’Università degli Studi di Lecce e il Comune di Muro Leccese prot.33928-III/5 del 6 novembre 2006 sul riconoscimento del servizio civile ai fini dei CFU di tirocinio(comma2)

Università degli Studi di Bari - sede in Bari p.zza Umberto I

Il Consiglio di Classe ovvero il Consiglio di Corso di Studio interessato valuta la congruità delle attività formative e delle competenze acquisite durante il Servizio Civile con gli obiettivi formativi del percorso curriculari e formativo previsto dall’Ordinamento didattico e potrà riconoscere o fino a un massimo di 9 CFU, da imputare alle attività formative a libera scelta dello studente. o Ulteriori CFU, comunque sino a un massimo di 9, per le altre attività formative( abilità informatiche,linguistiche o tirocini)

Si allega convenzione quadro tra l’Università di Bari e il Comune di Avetrana per il riconoscimento dei crediti e del tirocinio per il servizio civile volontario

28) Eventuali tirocini riconosciuti :

Libera Università Maria SS. Assunta - Facoltà di Scienze della Formazione sita in Taranto Piazza S. Rita considera l’attività di servizio civile assimilabile ad una attività lavorativa. Pertanto, sulla base di quanto previsto per i tirocini curriculari, ciascun corso di laurea riconosce un esonero, totale o parziale, in funzione degli obiettivi che il servizio civile propone. Si allega copia del Protocollo di Intesa Tra la Libera Università Maria SS. Assunta di Taranto e il Comune di Muro Leccese sul riconoscimento del servizio civile ai fini dei CFU di tirocinio(comma3)

Università degli Studi di Lecce – sede in Lecce considera l’attività di servizio civile assimilabile ad una attività lavorativa. Pertanto, sulla base di quanto previsto per i tirocini curriculari, ciascun corso di laurea riconosce un esonero, totale o parziale, in funzione degli obiettivi che il servizio civile propone. Si allega copia del Protocollo di Intesa L’Università degli Studi di Lecce e il Comune di Muro Leccese prot.33928-III/5 del 6 novembre 2006 sul riconoscimento del servizio civile ai fini dei CFU di tirocinio(comma2)

Università degli Studi di Bari - sede in Bari p.zza Umberto I Il Consiglio di Classe ovvero il Consiglio di Corso di Studio interessato valuta la congruità delle attività formative e delle competenze acquisite durante il Servizio Civile con gli obiettivi formativi del percorso curriculari e formativo previsto dall’Ordinamento didattico e potrà riconoscere o fino a un massimo di 9 CFU, da imputare alle attività formative a libera scelta dello studente.

o Ulteriori CFU, comunque sino a un massimo di 9, per le altre attività formative( abilità informatiche,linguistiche o tirocini)

Si allega convenzione quadro tra l’Università di Bari e il Comune di Avetrana per il riconoscimento dei crediti e del tirocinio per il servizio civile volontario

29) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae :

Il Servizio Civile rappresenta un’esperienza significativa di formazione culturale e professionale per i giovani, che permette loro di ampliare e consolidare un sistema di competenze - caratterizzato da conoscenze e capacità, motivazioni e valori e immagine di sé - utile per prospettive di lavoro future. L’Amministrazioni comunali provvederanno –così come previsto dal percorso di formazione generale di cui al punto 34 – alla certificazione delle competenze acquisite dai singoli volontari . In particolare, si ritengono competenze acquisibili con la partecipazione al progetto: 1. competenze di carattere relazionale. 2. competenze relative alla positiva gestione della comunicazione in ambito lavorativo. 3. competenze relative alla gestione delle attività di accompagnamento delle persone disagiate 4 competenze relative all’approccio alla persona portatrice di handicap 5 competenze relative alle tecniche animative

Formazione generale dei volontari

30) Sede di realizzazione:

Locali del Comune di Muro Leccese

31) Modalità di attuazione:

La formazione è realizzata in proprio, presso l’Ente, con formatori dell’Ente.

32) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:

No

33) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

La formazione generale dei volontari in servizio civile nazionale consiste in: un percorso di formazione iniziale : il corso si articola in 4 giornate a carattere semiresidenziale,suddivise in moduli tematici; si rivolge a gruppi di volontari n on superiori alle25 persone. In aula è prevista la presenza dell’ Olp che assiste e introduce i formatori; un percorso di lettura e decodifica degli apprendimenti : 3 moduli formativi nell’arco dell’anno (ad inizio, metà, fine servizio); si rivolge a gruppi di volontari non superiori alle 25persone. I diversi moduli formativi utilizzano metodologie didattiche partecipative: lavoro a gruppi,plenaria, lezione frontale, role-play, analisi di testi, tecniche animative, narrazione, ascolto attivo e restituzione.

34) Contenuti della formazione:

Finalità generale della formazione iniziale è quella di offrire ai giovani volontari uno spazio dove riflettere e ri-costruire il significato della loro scelta; s’intende introdurre i volontari all’esperienza di servizio civile, fornendo loro stimoli, spunti di riflessione, informazioni, strumenti concettuali e metodologici utili ad affrontare l’esperienza e costruirne il significato. Nello specifico s’intende: • illustrare il contesto teorico di riferimento (legislazione, storia, istituzioni) ed il contesto pratico del servizio (disciplina del rapporto enti/volontari, obblighi di servizio) • illustrare il contesto in cui si svolgerà il servizio (enti, organizzazioni, servizi), favorendo la rappresentazione della sede operativa come organizzazione complessa e la percezione del volontario come individuo inserito al suo interno • aprire uno spazio di esplicitazione, confronto, dialogo, sui significati dell’esperienza di servizio civile (a livello personale, professionale, sociale) • evidenziare ed elaborare la dimensione della partecipazione attiva alla società civile attraverso la scelta di un’esperienza istituzionale

• sottolineare la centralità del progetto, fornendo spunti e prospettive per analizzarlo • offrire strumenti per valutare e riconoscere le proprie competenze

La formazione ha come contenuto generale l’elaborazione e la contestualizzazione del significato dell’esperienza di servizio civile e dell’identità sociale del volontario, in relazione ai principi normativi ed ai progetti da realizzare. Nello specifico, le giornate di formazione affronteranno i seguenti temi: • il contesto teorico: quadro di riferimento normativo e culturale all’interno del quale si sviluppa il servizio civile volontario, principi che lo ispirano, storia del servizio civile • il contesto pratico: informazioni pratiche sulla gestione e sullo svolgimento del servizio, diritti e doveri dei volontari, persone di riferimento • la storia individuale: motivazioni, attese, percorsi individuali • il vocabolario di servizio civile: confronto ed elaborazione sui possibili significati dell’esperienza di servizio (sul piano personale, professionale, sociale), a partire dalle parole che usiamo • Laboratorio cittadinanza attiva • La progettazione sociale: quali elementi caratterizzano un progetto, individuazione degli elementi caratterizzanti un orientamento progettuale • I progetti: analisi dei progetti in cui sono inseriti i volontari • il contesto organizzativo: modelli organizzativi, ruoli e individui, obiettivi formativi e professionale, processi comunicativi • analisi delle competenze acquisite : percorso individuale e collettivo finalizzato a far riconoscere ai volontari le competenze acquisite nel corso dell’esperienza di servizio civile

35) Durata:

4 giornate a carattere semiresidenziali: 28 ore 3 moduli ad inizio, metà, fine percorso (analisi delle competenze): 15 ore

totale: 43 ore

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari

36) Sede di realizzazione:

Comune di Muro Leccese

37) Modalità di attuazione:

La formazione verrà effettuata in proprio presso l’Ente con il formatore dell’Ente.

38) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:

• prof.ssa Liliana GIARDINO Formatore formazione specifica ( volontaria) • dr.ssa Gabriella Elvira COLIZZI Formatore formazione specifica ( volontaria) • Dr. Pantaleo DE GIORGI Formatore formazione specifica (segretario comunale Comune di Muro Leccese) • Dr. Giampiero LEOMANNI Formatore formazione generale (volontario)

39) Competenze specifiche del/i formatore/i:

prof.ssa Liliana GIARDINO • Professore Associato di Topografia antica presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Lecce (Facoltà di Beni Culturali); • Docente di Urbanistica del mondo classico presso la Facoltà di Beni Culturali dell’Università di Lecce; • Docente di Storia dell’Urbanistica e dell’architettura greca e romana presso la Scuola di Specializzazione in Archeologia Classica e Medievale dell’Università di Lecce; Membro del Collegio dei Docenti del Dottorato di Ricerca in Topografia Antica , con sede amministrativa presso la Facoltà di Beni Culturali dell’Università di Lecce; dr.ssa Gabriella Elvira COLIZZI • in scienze dei Laurea specialistica servizi sociali

Università degli studi di Trieste .

• Dr. Pantaleo DE GIORGI • Laurea in Economia e commercio conseguita i presso l’Università degli Studi di Bari Segretario Generale dei Comuni di Muro Leccese, e (LE);

Dr. Giampiero LEOMANNI • Laurea in giurisprudenza università degli studi di Lecce, avvocato, docente di diritto di cittadinanza e partecipazione attiva in Europa e Italia, docente di etica del Lavoro, responsabilità sociale e pari opportunità

40) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

Lezione frontale teorica e quindi applicazione pratica con affiancamento.

41) Contenuti della formazione:

Affiancamento (24 ore) : presentazione delle caratteristiche dell’Ente ed in particolare di assessorati, settori e uffici che seguono in maniera diretta i rapporti con le Scuole presso le quali i Volontari andranno ad operare. Presentazione delle realtà scolastiche (personale addetto, locali) in cui si andrà ad operare. Presentazione degli alunni con cui si presterà servizio, tramite la conoscenza del profilo dell’alunno e quella diretta dell’alunno stesso, nonché dei suoi genitori o parenti di riferimento

Modulo 1 (18 ore): Comunicazione e relazione • Accoglienza, ascolto e attenzione all'altro, analisi della domanda e capacità di ascolto. • Gli ostacoli alla comunicazione. • L'ascolto passivo. L'ascolto attivo e l'empatia. • Come ottenere ascolto e attenzione dagli altri. I messaggi in prima persona. Il confronto e l'assertività. • Gli atteggiamenti relazionali in funzione alla situazione e del servizio che si vuole offrire: front office, relazione di aiuto, relazione di assistenza

• Role play al fine di analizzare le dinamiche psicologiche della comunicazione in una relazione, stili di comportamento • Strumenti per sviluppare relazioni di tipo costruttivo evitando le negatività da e per l’altro • Il comportamento verbale e non verbale in una relazione

Modulo 2 (12 ore): la relazione con i soggetti disabili • Rapporti per persone efficaci • L’approccio alla persona portatrice di handicap • Interventi per lo sviluppo dell’autonomia personale e la realizzazione di una soddisfacente integrazione sociale

Modulo 3 (18 ore): la relazione con i soggetti appartenenti ad altre culture • Dalla multicultura all’intercultura: società complesse e culture de-territorializzate • Stereotipi e pregiudizi: gli ostacoli al dialogo interculturale • L’educazione interculturale nella Scuola italiana dagli anni 80 ad oggi • L’integrazione scolastica del bambino immigrato • La motivazione allo studio e la progettazione di interventi per il suo consolidamento negli allievi con difficoltà di apprendimento

42) Durata:

72 ore (3 moduli formativi per complessive 48 ore e 24 ore di accompagnamento da parte degli Operatori locali di progetto)

Altri elementi della formazione

43) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:

Il piano di rilevazione delle attività di formazione predisposte intende verificare l’andamento del percorso formativo iniziale generale e specifico; monitorare e valutare periodicamente l’apprendimento e la crescita dei volontari, nonché la qualità percepita dai diversi attori coinvolti (responsabile della formazione, staff di formazione, tutor, volontari). Si vuole aprire ai volontari uno spazio per valutare – riconoscere ed attribuire significato e valore - l'esperienza di servizio civile nelle sue diverse fasi; si ritiene prioritario l’obiettivo di evidenziare l'esperienza di servizio come esperienza di apprendimento e opportunità di empowerment individuale. Metodologia e strumenti utilizzati In considerazione della valenza formativa dell’esperienza da questi

svolta, l’attività di monitoraggio / valutazione prevede i seguenti step :

Tempistica Azione Strumento

Termine del percorso Somministrazione ai volontari a Questionario Formativo generale cura dell’Olp presente in aula del questionario di valutazione della “Formazione Generale” Modulo formativo attraverso il metodo della Individuazione degli obiettivi

Termine dei diversi Somministrazione ai volontari a incontri cura del Olp/formatore presenti in aula del questionario di valutazione della “Formazione specifica 2° mese Incontri di Monitoraggio con i Incontro 5° mese volontari. Obiettivo degli incontri: Colloquio personale 7° mese accompagnare i volontari a 10° conoscere meglio le loro competenze (competenze tecniche, professionali; competenze “antropologiche”, di adultità). Seguendo quest’ipotesi di lavoro, 3 piani vengono indagati nei diversi incontri: • servizio civile come esperienza con autonomia (crescita del soggetto esperienza di crescita, di adultità Tecniche della narrazione; • servizio civile come individuazione delle esperienza che fa strategie individuali • crescere competenze, che contribuisce a costruzione di un’ identità professionale (analisi delle esperienze e decodifica degli apprendimenti) servizio civile come esperienza di lavoro dentro e a servizio della collettività; esperienza di lavoro che è cittadinanza, che mette in relazione il soggetto con la collettività

12° mese Nell’ambito dell’ult imo incontro di Questionario Monitoraggio, verifica finale Tabella di analisi e dell’esperienza svolta con Tabella di sintesi delle somministrazione del questionario competenze di “Valutazione Finale” Modulo formativo sull’ Analisi delle competenze acquisite.

Nella specifica sede di progetto verrà somministrato un questionario prima della formazione e uno dopo le 43 ore di formazione iniziale per capire quale sarà stata l’efficacia dell’intervento formativo. Verrà pure somministrato un questionario al termine del servizio per valutare le competenze pratiche e le conoscenze acquisite .

Data 15 ottobre 2007

Il Progettista Natalino CONGEDO

Il Responsabile legale dell’ente Antonio DE IACO