LaVoce di CasaVerdi

Trimestrale - Nuova serie - N. 35 - Aprile 2021 LaVoce di CasaVerdi

Periodico trimestrale la Voce di Casa Verdi

Nuova serie N.35 Aprile 2021 Distribuzione gratuita

Fondato da Stefania Sina e altri Ospiti

Registrazione Tribunale di Milano n. 482 del 2009

Direttore responsabile Danila Ferretti

Comitato di Redazione Marta Ghirardelli, Ada Mauri

Hanno collaborato Biancamaria Longoni, Giuliano Delli Paoli, Ferdinando Dani, A Marisa Terzi, Mirella Abriani BUON Sede Casa di Riposo per Musicisti Fondazione a Giuseppe Verdi squ Piazza Buonarroti, 29 20149 Milano Pa

Tel. 02.4996009 Fax 02.4982194 www.casaverdi.org [email protected]

Progetto grafico e impaginazione Lorenzo Benassi

Stampa lalitotipo via Enrico Fermi, 17 20019 Settimo Milanese LaVoce di CasaVerdi SOMMARIO

BUON COMPLEANNO, LUCIANA! 4 La Redazione 6 27 GENNAIO... 120 ANNI FA Biancamaria Longoni e Ferdinando Dani 11 POESIE Marisa Terzi

IN COPERTINA Elaborazione ALBERTO NEPOMUCENO grafica 12 Mirella Abriani

I NOSTRI OSPITI: TECLA CATALANO 14 La Redazione 17 VI PRESENTO UN AMICO Marta Ghirardelli 18 I NOSTRI GIOVANI STUDENTI: MASSIMO ALBANESE La Redazione 22 MARISA TERZI. CANZONI DELLA MALINCONIA Giuliano Delli Paoli 28 TERZETATTIVA DI CASA VERDI ONLINE Ada Mauri 29 RICORDO DI ANGELO BONAMORE La Redazione

30 CARTOLINE LIEBIG LaVoce di CasaVerdi

Buon compleanno, Luciana! La Redazione

Mercoledì 10 febbraio abbiamo festeggiato i 100 anni della nostra Ospite Luciana Lar- gura, musicista che per tutta la vita si è dedicata con passione all’insegnamento del pianoforte. Nata a Milano il 10 febbraio 1921, ancora bambina chiese di poter iniziare a studiare pianoforte e si diplomò a vent’anni al Conservatorio di Milano, allora diretto da Pig Mangiagalli. Dopo il diploma iniziò a insegnare pianoforte e successivamente, quando venne introdotta l’educazione musicale obbligatoria alle scuole medie, svolse per trent’anni attività didattica. Prima che la pandemia fermasse tutta l’attività concer-

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In piedi da sinistra, alle spalle della festeggiata, dott. Massimiliano Nencioni (Responsabile Area Socio Assistenziale), dott.ssa Daniela Gastaldi (Responsabile Servizio Sanitario), dott.ssa Jarisi Ribeiro (Assistente Sociale), dott.ssa Danila Ferretti (Direttore Gestionale e Consigliere Delegato). tistica organizzata in Casa Verdi nell’ambito del programma di animazione riservato agli anziani Ospiti, Luciana non perdeva un concerto e, dopo avere ascoltato ogni artista con la massima attenzione e grande competenza, esprimeva il suo giudizio che – se particolarmente positivo – poteva spingerla ad avvicinarsi all’esecutore per compli- mentarsi e richiedere un autografo! Ha fatto parte della giuria del concorso per gio- vani musicisti intitolato a Sergio Dragoni e organizzato a Casa Verdi dalla prestigiosa e storica Società del Quartetto di Milano fino alla sospensione un anno fa a causa della pandemia. Lucidissima, sensibile e attenta ad ogni dettaglio, un giorno ringraziò appa- rentemente senza motivo una persona che le passava accanto; alla richiesta del perché di tale cortesia, Luciana rispose: “Perché ogni volta che mi incontra, lei mi sorride e alla nostra età ricevere un sorriso è sempre bellissimo!”. Cara Luciana, ti auguriamo ancora 100 anni di bella musica e di tanti sorrisi colmi di affetto.

5 LaVoce di CasaVerdi 27 gennaio... 120 anni fa

di Biancamaria Longoni e Ferdinando Dani

Il 27 gennaio 1901 moriva Giusep- prio funerale, Verdi scrisse: “Espri- pe Verdi e questa data – qui in Casa mo il vivo desiderio d’essere sepolto Verdi – è sempre vissuta con parti- in Milano con mia moglie nell’orato- colare commozione e profondo rico- rio che verrà costruito nella Casa di noscenza. Riposo per musicisti da me fonda- Ogni anni abbiamo il piacere di ri- ta”. A tale scopo, Verdi aveva pre- cevere delegazioni del Comune di cedentemente chiesto e ottenuto la Busseto, di Roncole Verdi, del Club dispensa dalle leggi napoleoniche le dei 27 di Parma, oltre a numerosi vi- quali proibivano la sepoltura al di sitatori che - proprio nel giorno della fuori dei cimiteri. Ma è la parte fi- sua morte – desiderano onorare con nale del testamento che, redatta con un fiore, un ricordo, una preghie- rigorosa sobrietà, lascia ammutoli- ra uno degli uomini più importanti to ogni lettore nel quale suscita una non solo della storia della musica, profonda ammirazione: “Ordino che ma della vita del nostro Paese. i miei funerali siano modestissimi, e Ovviamente quest’anno la pande- siano fatti o allo spuntar del giorno, mia ha impedito ogni festeggia- o all’Ave Maria di sera senza canti e mento aperto al pubblico e le visite suoni. Non voglio nessuna parteci- alla Cripta. Ci sembra quindi l’oc- pazione della mia morte colle solite casione adatta per ricordare a tutti formule. Si distribuiranno ai poveri i nostri lettori cosa accadde esatta- del villaggio di S. Agata lire mille nel mente quel 27 gennaio 1901 perché giorno dopo la mia morte”. descrivere quei momenti può aiuta- Giuseppe Verdi morì il 27 gennaio re anche il pubblico meno esperto a 1901 all’Hotel et de Milan dove al- comprendere quanto sia stata stra- loggiava abitualmente negli ultimi ordinaria la figura del Maestro di anni della sua vita quando si reca- Busseto. va a Milano. L’albergo aveva dovu- Innanzi tutto, è veramente incre- to apporre all’esterno un taccuino dibile leggere con quale dovizia di nel quale venivano descritte con co- particolari Verdi avesse redatto il stanti aggiornamenti le condizioni proprio testamento senza tralascia- del Maestro, in modo che i cittadi- re indicazioni precise anche per i ni potessero essere costantemente piccoli dettagli. A proposito del pro- informati. Si racconta che le strade

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Da sinistra Irena Domowicz, Iolanda Vischi, Beniamino Trevisi, Stefania Sina, Francesco Mazzolani, Ada Mauri intorno all’albergo erano state co- S. Francesco di Paola, il corteo per- perte di paglia per impedire che il corse Via Manin e i bastioni fino al passaggio delle carrozze e dei tram Monumentale dove Verdi venne se- potesse disturbare gli ultimi giorni polto accanto alla seconda moglie, di vita del grande compositore e che Giuseppina Strepponi, scomparsa il in città si vivevano giorni di profon- 14 novembre 1897. Ben presto ci si da apprensione collettiva. Quello accinse a rispettare il desiderio di che ufficialmente risulta dagli atti Verdi e si concordarono preventi- del Comune di Milano è l’aumento vi di spesa e lavori per sistemare la del numero di vigili all’inizio e alla Cripta e renderla degna di accoglie- fine di via Manzoni per invitare car- re le due tombe che, il 27 febbraio rozze e tram a rallentare ed attutire 1901, furono finalmente traslate nel- quindi il rumore provocato dal loro la Cripta della Casa con una cerimo- passaggio. nia di Stato alla quale parteciparono Le volontà del Maestro furono scru- centinaia di migliaia di cittadini. Le polosamente osservate e il 30 gen- cronache del tempo ricordano con naio, dopo una semplice Messa in particolare commozione il momento

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e affidò il lavoro allo scultore Lodo- vico Pogliaghi, già scenografo del Teatro alla Scala, che preparò me- ravigliosi disegni allegorici poi re- alizzati a mosaico dalla prestigiosa Compagnia Venezia – Murano. La Cripta, inaugurata il 19 marzo 1903 senza la presenza della benefattri- ce prematuramente scomparsa nel 1902 all’età di 68 anni, è meta ogni anno di migliaia di visitatori da tut- to il mondo che ci auguriamo pos- Da sinistra Ada Mauri, Beniamino Trevisi sano tornare quanto prima a rende- re omaggio al nostro ineguagliabile in cui i due feretri uscirono dal Ci- Fondatore. mitero Monumentale sulle note del La pandemia non ha però fermato il “Va, pensiero” diretto da Arturo To- desiderio degli Ospiti di Casa Verdi scanini e interpretato da 800 coristi. di commemorare – almeno con ini- Le stampe dell’epoca riportano sce- ziative esclusivamente private – una ne di cittadini aggrappati ai monu- ricorrenza così importante. Prima menti, agli alberi, stipati sui balconi della tradizionale celebrazione di lungo il percorso del corteo poiché una S. Messa in suffragio del Ma- tutti volevano rendere omaggio a un estro, alcuni Ospiti hanno quindi uomo che per gli italiani non fu mai dato vita ad un emozionante mo- soltanto un musicista, ma una sorta mento musicale molto apprezzato di eroe nazionale. dai loro colleghi radunatisi rigoro- Gabriele D’Annunzio scrisse una samente a distanza nel Salone d’O- lunga poesia in morte di Verdi dal- nore. Ricordiamo almeno i brani la quale è stata tratta la frase scelta più apprezzati a cominciare dalla per la Cripta “pianse ed amò per tut- “Danza rituale del fuoco” di De Fal- ti”, che ben sottolinea con sintetica la interpretata magistralmente dal efficacia quella tensione alla respon- pianista Raimondo Campisi (ancora sabilità sociale alla quale si ispira- in carriera) che ha poi regalato ai rono la vita e l’opera del composi- presenti la propria personalissima tore. Il soprano Teresa Stolz decise “Suite verdiana”. Si sono poi esibiti di sostenere le ingenti spese (circa il violista Hiroshi Terakura e la mo- 28.000 lire dell’epoca, una somma sufficiente ad acquistare un intero Nella pagina a fianco: da sinistra Irena Domowicz, Iolanda Vi- palazzo) per il decoro della Cripta schi, Beniamino Trevisi, Stefania Sina, Francesco Mazzolani, di spalle al centro Ada Mauri

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9 LaVoce di CasaVerdi glie, il soprano Hisae Fuji Terakura, il mezzosoprano Irena Domowicz, coppia di musicisti giapponesi re- il tenore Francesco Mazzolani e la centemente entrati in Casa Verdi. signora Iolanda Vischi, vedova del Hiroshi Terakura, che ha alle spalle M° Mario Cicogna. L’ensemble, nato una prestigiosa carriera trentennale durante i lunghi mesi di clausura nell’Orchestra del Teatro alla Scala, imposti dalla pandemia purtrop- ha eseguito tre danze di Bach, men- po ancora diffusa, ha eseguito “Ave tre la moglie ha cantato due brani Maria” di Monteverdi, “Jesu Rex” tradizionali giapponesi molto noti e di Palestrina, un Canone a 3 voci a apprezzati dal pubblico internazio- cappella di Mozart; Irena Domowi- nale: una Ninna nanna e la celeber- cz ha poi eseguito “O mio Signor” di rima Sakurà. Insieme a Raimondo Haendel, mentre Beniamino Trevisi Campisi, i signori Terakura hanno ha cantato una sua romanza dedi- poi commosso i colleghi presenti cata alle mamme di tutto il mon- con la toccante esecuzione del Panis do. L’ensemble ha infine coinvolto i angelicus di Franck. A chiudere la colleghi presenti in un’emozionante breve performance è stato il picco- esibizione del “Va pensiero”, saluto e lo coro recentemente costituito da omaggio sovente scelto dagli Ospiti alcuni Ospiti di Casa Verdi: diret- di questa Fondazione per rivolgere to dalla prof.ssa Ada Mauri il coro a Giuseppe Verdi il loro più grato e comprende il tenore Beniamino affettuoso pensiero! Trevisi, il contralto Stefania Sina,

Da sinistra Raimondo Campisi, Hiroshi Terakura, Hisae Fuji Terakura

10 LaVoceLaVoce didi CasaVerdiCasaVerdi Poesie • di Marisa Terzi •

I tetti La Festa Bianchi, grigi, rossi pazienti indifesi dai capricci del cielo, La festa carichi di neve, non è mai lucidi di pioggia, completamente una festa caldi sotto il sole se manca qualcuno li amo tutti sempre e quel qualcuno come ogni primavera ti manca. prepotente e nuda Gioli Guitar davanti al mio sguardo. Perle di rugiada i suoi occhi. Fra i capelli d’argento onde di mare, nelle mani un cuore immenso. Non appenaDi giorno mattone e cemento, al chiar di luna serenate Non appenatristi come il suono della sua chitarra, l’aria si farà tiepida un tango argentino, e il vento aspro e consottile gli amici un po’ di baldoria. troverà ruvideDi Berceto primo musicante poeta, le tue mani e le tuefiore labbra, di una terra forte, bizzarra, saranno le mie mani e generosale mie labbra e discreta l’altra sera, a proteggere le tuescendendo a fatica le scale, e nell’odore di primaveraelegante e dignitoso come sempre confonderemo ilGioli tuo sentìe il mio d’aver profumo ancora un’anima da bambino la mia e la tua voglia cosìdi amare. di colpo si fermò e sereno cedeva il passo a Nicola, il nipotino.

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Alberto Nepomuceno

di Mirella Abriani

Alberto Nepomuceno (Fortale- samente e lui rispondeva quasi mec- za,1864 - Rio de Janeiro,1920) è stato canicamente. Sotto le sue scure e compositore, direttore d’orchestra folte sopracciglia, uno sguardo pro- ed ha svolto un’importante attività fondo e quando faceva vaghi saluti a culturale e organizzativa come di- destra e a manca, si poteva notare il rettore dell’Orchestra dei concerti suo profilo severo e nobile. Diceva- popolari, dell’Orchestra della So- no che fosse irascibile, impaziente, cietà dei Concerti Sinfonici e ricoprì sarcastico e pieno di fisime. per dieci anni l’incarico di diretto- Trascorse sette anni per studio in re dell’Instituto National de Musica Europa. Dopo Roma, si preparava a di Rio de Janeiro. È autore di varie ritornare in patria quando vinse il opere teatrali e sinfoniche ed è con- terzo posto nel concorso per l’Inno siderato l’uomo che ha rivoluzionato della Repubblica. Il Governo brasi- e inaugurato la musica erudita bra- liano gli conferì una borsa di due- siliana dalle radici, cosa che Nepo- centomila reali mensili per quattro muceno riteneva una esagerazione. anni prorogati per altri quattordi- Nel ritratto che lo scrittore Silvéro ci mesi. Fu così che poté studiare Trevisan ne fa nel suo libro “Ana em a Berlino e a Parigi. Amò molto la Veneza” Nepomuceno appare come Germania. Quando tornò in Brasi- un signore più che cinquantenne le incredibile come avesse già allora di statura media, dall’aspetto deca- un considerevole prestigio. Maestro, dente e malaticcio, dai folti capelli pianista, organista, professore, spo- castani già incanutiti e dalla barba sato con una pianista norvegese. Al bianca che gli conferiva un’aria fra suo primo concerto erano presenti il saggio e il vetusto. Nonostante il vice-presidente della repubblica, fosse nativo di Fortaleza, era un tipo senatori e deputati che alla fine lo più del sud che del nord, forse per- applaudirono calorosamente. Le sue sino un po’ mozarabo. Il portamen- opere erano frequentemente bissate. to era elegante, però camminava un Al termine dei concerti gli manda- po’ curvo. Evidente il suo disagio vano mazzi di fiori. Dopo le stagio- nell’essere riconosciuto in pubblico, ni teatrali, riceveva regali e inviti a le persone lo salutavano cerimonio- pranzo nei migliori ristoranti. Ave-

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va amici e ammiratori fra i politici e dovuto anche alle interferenze non gli intellettuali di tutte le aree. autorizzate dell’impresario. Subì Nepomuceno aveva fatto del canto attacchi dai critici italiani, alcuni in portoghese il ritornello di tutta lo invitarono a scrivere opere che la sua vita. Credeva fermamente in riguardassero solo il popolo brasi- una musica caratteristica brasilia- liano. Come se la musica brasilia- na considerata la varietà incredibile na non dovesse essere influenzata della musica popolare e folcloristi- da Wagner, Verdi e altri. E che ne ca con le sue componenti di origine sarebbe di Mozart senza l’influenza indigena e africana. Contava molto dell’opera italiana? sul giovane compositore Heitor Vil- Nepomuceno ammise che Abul pre- la-Lobos: la sua opera stava pren- tendeva di essere una cosa e finì dendo corpo, maturando, andando coll’essere un’altra. Un’opera wa- nella direzione giusta. Tentò di fon- gneriana con atmosfera italiana in dare una rivista per pubblicizzare un contesto nazionalista. Suo mal- questi studi. grado promosse ciò che ricusava: Pensava che fosse imprescindibi- l’opera italiana. Teatralmente era le il rinnovamento della musica in più Aida che Parsifal. Finì coll’an- Brasile e pertanto cercò di far co- dare a bussare alla porta di Verdi, il noscere il “Tratado da harmonia” di magnifico Verdi il cui Falstaff tanto Schönberg, che avrebbe cambiato la amava. musica, una cosa veramente rivolu- Artêmis, a ben vedere, era troppo zionaria. Lui stesso cominciò a tra- wagneriana, un’opera comica con durre dal tedesco quel trattato tanto quella specie di tradizionalismo che importante e urgente gli pareva. Ma gli interessava per indagare le radi- poi tale fu il dissenso di insegnanti ci della musica brasiliana burlesca: e allievi che fu obbligato a desiste- maxixes, lundus, modinhas. re. Però la musica del Brasile doveva Aveva intenzione di finire questo pur entrare nel secolo XX. Amava lavoro per il 1922 e farlo debuttare discutere di musica con il suo amico come parte delle commemorazioni medico. Tutte le settimane portava del centenario dell’Indipendenza brani nuovi e li eseguiva al piano. del Brasile. L’amico lo aiutava nell’adattamento. Di certo si sa che, pochi giorni pri- Fra le opere teatrali citeremo Abul e ma di morire, compose una canzo- Artêmis. La prima, dopo il clamoro- ne in omaggio alla sua terra nativa. so successo al Coliseo di Buenos Ai- Era tornato alle origini. res, registrò a Roma un vero fiasco Nepomuceno non raggiunse il 1922.

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NOSTRI OSPITI Tecla Catalano

La Redazione

Gentile Signora Catalano, dove è prova, poi all’ultimo anno restammo nata? solo in quattro. A Napoli. Quando decise che la danza sareb- Come è nata la passione per la be diventata la Sua professione? musica? Più studiavo e più mi appassionavo Quando ero bambina ero attratta, alla danza tanto da decidere che sa- come altre bambine, dalla danza. rebbe diventata la mia professione. Quest’arte è stata fondamentale an- Una mia amica si iscrisse alle se- che per la mia vita privata. Conobbi lezioni del Teatro San Carlo quando infatti Aldo Cristini, figlio del celebre uscì il primo bando, ma non venne direttore della scenografia Cesare presa. Chiesi allora a mia madre di Mario Cristini che insieme a Benoit iscrivermi alla selezione, ma il bando era il più famoso dell’epoca. Aldo era chiuso; riuscii tuttavia ad essere Cristini un giorno scese nelle sale ammessa alla scuola di danza tramite prova del San Carlo perché doveva l’interessamento del senatore Mori- realizzare alcuni bozzetti di ballerine sani che era l’ostetrico della regina di mentre facevano lezione. Ci siamo Napoli. conosciuti e ci siamo sposati!

La selezione delle bambine veniva Quando ha debuttato? effettuata dal sovrintendente del A soli 8 anni ho debuttato ne “La teatro, Pasquale Di Costanzo, dal Sonnambula” di Bellini al Teatro San sindaco di Napoli, Domenico Moscati, Carlo ed è stato molto emozionante. e dalla prima ballerina della Scala Poi ho ballato molte volte in Aida sia Bianca Gallizzia. Entravamo in sala nella scena del trionfo quando ero indossando un costumino da bagno piccola che nella danza sacra e nella in modo che fosse ben visibile la danza trionfale quando ero adulta. È struttura corporea. Con mia grande stato molto interessante ballare nella gioia fui ammessa! All’inizio entram- stessa opera in età diverse e forse mo in ventiquattro per un mese di per questo motivo sono molto legata

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ad Aida, opera che mi ha accompa- Dove ha danzato? gnata in tutta la mia vita. A nove anni Sono stata molti anni al Teatro San ho avuto la fortuna e l’onore di condi- Carlo di Napoli e al Teatro Petruzzelli videre il palco con Ingrid Bergman, in di Bari e ho partecipato ad allesti- Giovanna d’Arco al rogo, per la regia menti veramente suggestivi. di Roberto Rossellini. Anche questo è un bellissimo ricordo.

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Lei e Suo marito avete lavorato perché fingevo di suonare l’arpa. Per insieme qualche volta? una bambina era un’emozione fanta- Durante la mia carriera di balleri- stica! Ho però ricordi indimenticabili na non è mai capitato, poi dopo la anche relativi alla mia carriera di in- nascita del terzo figlio, ho scelto di segnante. Ricordo che a Montella, in dedicarmi all’insegnamento accet- provincia di Avellino, avevo studenti tando un’opportunità che mi venne che, anche con la neve alta, venivano offerta dal Maestro Marzoni Sacco- ad aspettarmi alla corriera perché le naghi che dirigeva una scuola molto lezioni di danza rappresentavano l’u- nota a Napoli, in via Crispi di fronte al nica evasione possibile e riempivano Consolato francese. Mio marito non i ragazzi di emozioni e di sensazioni voleva, poi però accettò la mia scelta. mai provate. Forse in quella piccola Ho insegnato fino a 50 anni a Napoli, scuola ho vissuto le soddisfazioni più e in altre scuole gestite dal Maestro grandi! Marzoni a Isernia, Potenza e in varie città. Da insegnante chiedevo a mio Come si trova in Casa Verdi? marito di preparare bozzetti di scene Sono felice di stare qui! Quando mi e costumi per i miei saggi. sono trasferita fuori Milano ho ricon- tattato un amico di danza che cono- Si è dedicata in particolare ad un scevo da quando eravamo piccoli. Lui genere di danza? viveva da molto tempo a Milano per- Sia da ballerina che da insegnante mi ché era stato assunto al Teatro alla sono dedicata solo alla danza clas- Scala e quando sono rimasta vedova sica pura. In entrambi i casi voglio mi ha suggerito di trasferirmi a Casa ricordare a chi si accinge ad intra- Verdi. Lo ringrazio ogni giorno con il prendere questa carriera che sono pensiero per questo consiglio perché necessari tantissimi sacrifici, impe- in Casa Verdi ho trovato molte perso- gni, ore di prova e di allenamento: si ne che hanno i miei stessi interessi e rinuncia alla propria vita per la danza ho trovato molte amiche! e per questo occorre una passione straordinaria che aiuti a superare Cara Signora Tecla, grazie per fatica e difficoltà. questa chiacchierata ricca di bei ricordi, di musica, di danza e di Oltre ad Aida ricorda qualche meravigliosa simpatia! emozione indimenticabile? La mia passione per Aida dipende forse dal fatto che ero piccola ed ero in scena in un ruolo ben visibile

16 LaVoce di CasaVerdi Vi presento un amico di Marta Ghirardelli

Cari amici, finalmente dal lungo silenzio si è fat- sensibile, semplice, amante degli animali, buon ta viva “La Voce” per gridare al mondo intero la marito, buon padre, e buon amico. Faceva il gra- nostra rinascita. Rinascita vuol dire pensare po- fico pubblicitario ed ora svolge tutt’altro lavoro. sitivamente e ricordare tutto ciò che di più bello Quando ci troviamo durante le vacanze, parla di abbiamo vissuto nella nostra vita. argomenti diversi e tace della sua passione po- Se ci hanno tolto molto ci è rimasto il nostro etica. L’unica persona con la quale si manifesta cervello, la nostra fantasia e la voglia di bandi- sono io nonostante siamo in diciassette con- re le negatività. Ecco che miracolosamente ri- domini. È umile e non vuole esporsi. Ha vinto affiorano gli odori, i sapori, le emozioni, i gio- anche dei premi letterari. Ora mi raccomando a chi della prima infanzia, gli amori della nostra voi tutti: siate ottimisti e con la vostra fantasia i adolescenza, la conoscenza delle persone che ci vostri sogni diverranno realtà! hanno educato, insegnato, istruito e man mano ci hanno accompagnato fino a tarda età. Trovandomi ora ad ottant’anni, durante le feste natalizie in montagna, ho rivisto molti amici nel condominio dove abito e scambiandoci piccoli PAGLIACCIO pensieri augurali, ho ricevuto anche libri e una raccolta di poesie. Su queste ultime mi voglio Ridi pagliaccio... soffermare; sono scritte da GIACOMO URGO. fanfare e tamburi Ne ho scelte due da proporre a “La Voce” di scandiscono il tuo mimare Casa Verdi. Giacomo è un poeta, scrive di getto, là sul piedistallo della vita. Vesti d’arcobaleno... In mezzo a luci cristalline rincorri la tua ombra. Nel mondo squallido AMICI NOI delle finzioni…ti concedi. Destrezza e fantasia La vita…che storia meravigliosa racchiusa nel tuo io… noi, sognatori e poeti… nel tuo essere! noi, ladri di stelle… L’alba poi… noi, icone senza tempo ruberà i tuoi costumi diamo il meglio di noi stessi laverà la tua pelle senza nulla chiedere in cambio… il tuo viso. noi, amanti ed amatori… Non più attore… noi, che ci emozioniamo delle Non più applausi… cose semplici che il mondo ci regala Solo! noi, una pagina di memorie… Ma ora destati e ridi… un cantastorie senza nome… Ridi…ridi pagliaccio storie di vita racchiuse in uno scrigno. che la notte è ancora lunga…

17 LaVoce di CasaVerdi i N O S T R I giovanistudenti intervistati dalla Redazione

Quando hai deciso di dedicarti alla ha presentato questo strumento che musica e perché ? vagamente conoscevo. Io ero piccolo Mi sono avvicinato alla musica, in per capire in che problema mi stes- particolar modo al pianoforte, un po’ si cacciando e accettai! Ed è assurdo per gioco, come spesso accade, nel come una pura casualità sia diventata periodo in cui frequentavo le scuo- una necessità e si stia pian piano tra- le elementari. Durante il percorso di sformando in una professione! Non scuola media ho frequentato, per un prediligo un genere in particolare, ma avvenimento del tutto casuale, il cor- mi diverto a suonare e sperimenta- so musicale di clarinetto, una pas- re un po’ tutto ed è in questo che il sione che mi ha, poi, portato a una clarinetto mi asseconda: mi permet- scelta: il voler proseguire gli studi te di spaziare dal classico al jazz, dal musicali. Infatti, presso il Liceo musi- klezmer al blues... cale “Don L.Milani” di Acquaviva delle Fonti (BA), ho continuato lo studio del Come mai, invece, il pianoforte? clarinetto con la prof.ssa Anna Bava- Anche il pianoforte mi si è presentato ro e il pianoforte con la prof.ssa Iole un po’ per caso. Oggi é lo strumento Costa e, presso il Conservatorio di grazie al quale continuo a coltivare, Musica “Niccolò Piccinni” di Bari, ho nonostante gli studi terminati, un’arte intrapreso lo studio della composi- a me cara: la composizione. È lo stru- zione fino a quando, al termine degli mento con cui meglio riesco a rac- studi di scuola superiore, ho deciso contare ed esprimere emozioni. di iscrivermi al Conservatorio di Mu- sica “Giuseppe Verdi” di Milano dove, Quali generi musicali prediligi? tutt’ora, sono allievo del Maestro Lui- Come già dicevo, in realtà non pre- gi Magistrelli. diligo un genere in particolare. Con il clarinetto mi piace spaziare dal Come mai il clarinetto? classico al jazz e dal klezmer al In realtà non ho scelto io di inizia- blues. Mentre con il pianoforte, pur re a studiare il clarinetto, ma è stato avendo seguito studi classici, scrivo un docente di musica che, dopo aver e suono un genere che oggi defini- notato la mia attitudine musicale, mi rei “classico-­contemporaneo” (New

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MASSIMO ALBANESE

age): genere classico contaminato il Conservatorio “G. Verdi” di Milano dall’epoca moderna in cui viviamo, perché è una delle più importanti isti- dal pop e viceversa. tuzioni musicali a livello europeo che ospita, quindi, docenti di spessore. Ho Cosa ti ha spinto a trasferirti a Mi- scelto questo Conservatorio anche lano per studiare al Conservatorio perché qui insegna il Maestro Luigi “G. Verdi”? Magistrelli, docente con cui volevo Diversi sono stati gli elementi che mi proseguire i miei studi e con cui ho la hanno portato a scegliere Milano e il fortuna di farlo. Milano invece è una Conservatorio “G.Verdi” come luoghi città che sicuramente offre molto, so- dei miei studi. Innanzitutto ho scelto prattutto dal punto di vista culturale e

19 LaVoce di CasaVerdi musicale. Basta pensare ai numerosi ni per piano solo in chiave moderna teatri e musei che la città ospita. con con cui ho provato a condurre il pop (cioè, la musica popolare) nella Partecipi assiduamente a concorsi musica classica, e viceversa. Il libro di musica nazionali ed internaziona- si intitola “Ti racconto”, edito da Edi- li. Quali sono state le esperienze più zioni Momenti e lo si può trovare su importanti? tutti i digital stores (Amazon, IBS...) e Nel mio piccolo percorso musicale ho in tutte le librerie di Italia (Feltrinelli, partecipato e continuo spesso a par- Mondadori...). L’idea di questa raccol- tecipare a diversi concorsi di musica ta nasce dalla voglia di esprimere un nazionali ed internazionali. Tra i tan- concetto: l’arte è il mezzo attraverso ti, il concorso internazionale per cla- cui l’artista esprime sè stesso, i pro- rinetto “Saverio Mercadante” a Noci pri sentimenti, le proprie emozioni, (BA) che ha visto far parte della giu- i proprio stati d’animo... Oppure è lo ria clarinettisti di fama internaziona- strumento con il quale prova a de- le; sono stato vincitore del concorso scrivere ciò che gli accade attorno. La nazionale per clarinetto “I nuovi ta- musica, in quanto arte, ha come obiet- lenti del Clarinetto” a Fabriano (AN) tivo quello di raccontare qualcosa e, organizzato dall’Accademia Italiana attraverso ciò, suscitare emozioni. del Clarinetto di Camerino, il cui pre- sidente è il M° Piero Vincenti; ho par- Il “TiRaccontoTourPianoSolo”: dove tecipato alle audizioni per l’Orchestra ti sei esibito e come è stato l’impatto Europea Euyo alla RAI per il posto di con il pubblico? Primo clarinetto, ricevendo plausi dal Il “TiRaccontoTourPianoSolo” è stato M° Fabrizio Meloni (Primo clarinet- un piccolo tour che nella scorsa esta- to solista dell’Orchestra del Teatro e te mi ha portato in diverse città italia- della Filarmonica della Scala) e re- ne in cui ho presentato il mio nuovo centemente ho eseguito il concerto album e libro per piano solo “Ti rac- di Mozart per clarinetto e orchestra k conto”. È stato il mio primo tour e il 622 alla presenza del M° Alberto Ve- sapere quindi che un pubblico fosse ronesi, dopo il quale sono stato invita- lì per ascoltare la mia musica è stata to a suonare nell’ orchestra per il 65° un’esplosione di gioia, emozione... Festival Puccini di Torre del Lago. Che tipo di rapporto hai con i social Hai scritto e pubblicato il tuo primo network? libro “Ti racconto”. Cosa tratta? I social ricoprono un ruolo piuttosto Si, ho scritto e pubblicato un libro il importante nella società di oggi (se 1 settembre 2020. In realtà è una rac- utilizzati nel modo corretto): sono una colta di spartiti di mie composizio- sorta di vetrina virtuale attraverso cui

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lato della medaglia. A dirla tutta que- sta pandemia ha portato nella mia vita un’importante svolta. Tra l’altro è stato proprio il primo lockdown il periodo in cui ho terminato la stesura del mio libro “Ti racconto”.

Quando prevedi di uscire con un nuo- vo singolo o album? Dopo la pubblicazione del libro, il 31 ottobre 2020 ho pubblicato il mio pri- mo singolo per piano solo “C’era una volta” e circa un mese fa ne ho pubbli- cato un altro dal titolo “Sakura”. Nel frattempo sto scrivendo un album,- sempre per piano solo, che si tradur- è possibile mostrare a un pubblico ciò rà nella pubblicazione di un ulteriore che si fa nella propria vita quotidiana libro e disco entro la fine del 2021. e io li utilizzo molto seguendo que- sto principio. Sulla mia pagina Insta- 21 anni appena compiuti e già rico- gram, per esempio, che attualmente pri,da diversi anni, il ruolo di inse- conta più di 11mila seguaci, pubblico gnante in diverse scuole di musica. principalmente contenuti musicali. Per mia fortuna, già dall’età di 16 anni ho iniziato ad insegnare in alcune pic- Cosa ha significato per te la musica cole scuole del paese, vicino Bari, in durante questa pandemia e durante cui sono cresciuto. Anche qui a Mila- la fase del lockdown? no, appunto, insegno in diverse scuole La musica, come sempre d’altronde, tra cui la “Still Rocking” di Cernusco non ha fatto altro che sostenermi. Il sul Naviglio, la “Didatic Association of non poter uscire di casa era, purtrop- Music and Arts” di Sesto San Giovan- po, diventata un’abitudine che, però, ni e la “MassimoAlbaneseAcademy”. la musica non mi ha fatto pesare. L’insegnamento è una tra le cose più Con la musica non ci si ferma e non belle che la musica mi stia offrendo: ci si annoia mai: ho frequentato le le- in realtà mentre insegni, non solo pro- zioni universitarie online, ho studiato vi a trasmettere delle conoscenze,ma più del solito,ho seguito i miei allievi sono gli allievi stessi a trasmetterte- a distanza... Per quanto tragico pos- ne altrettanto. Insomma, la musica sa essere stato l’anno passato, io ho regala sempre emozioni. sempre cercato di guardare l’altro

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Marisa Terzi Canzoni della malinconia

intervista di Giuliano Delli Paoli

Dopo cinquant’anni di silenzio, Mari- l’altro, anche alcune cover di brani sa Terzi ha deciso di donare al mondo stranieri con testo italiano scritti da le sue canzoni perdute. Brani scritti lei insieme a tre canzoni destinate a nei lontani anni ’70 e custoditi gelo- diventare dei classici della musica samente nel proprio cassetto prima italiana: “E se domani”, “Mi dell’incontro con Jacopo Leone e l’eti- sono innamorata di te” e “Roma nun chetta Frittflacc. La Terzi è tra le più fa’ la stupida stasera”. Innumerevoli grandi cantautrici e poetesse nasco- i brani presentati al Festival di San- ste della storia del nostro paese; pri- remo e donati ad artisti del calibro ma di “abbandonare” la musica, de- di Orietta Berti, Peppino Gagliardi, dicandosi così soltanto alla poesia e Armando Savini, così come le can- alla narrativa, è stata un vero e pro- zoni scritte dalla Terzi e interpretate prio faro della nostra canzone. Nel nel corso degli anni dai vari Renzo 1963 ha partecipato al Burlamacco Arbore, Mina, Joe Sentieri, Salvatore d’oro con il brano “Federico”, una del- Vinciguerra, Tony Dallara, Nilla Piz- le prime canzoni italiane arrangiate zi, Luciano Tajoli, Iva Zanicchi, Bru- a bossa nova, e inclusa nel suo primo no Martino, Fred Bongusto, Peppino e unico album “In ricordo di una se- Gagliardi, Rosanna Fratello, Piero, rata indimenticabile”, contenente, tra Gilbert Becaud. Ma è soprattutto il

22 LaVoce di CasaVerdi rapporto d’amore grande e tormenta- chi diventarono lucidi tanto che non to con il celebre compositore e produt- poteron vederti”. tore discografico Carlo Alberto Rossi, poi diventato suo marito, a segnare Un sogno lungo vent’anni, ben profondamente la sua vita e la pro- tre per realizzarlo: com’è nato pria scrittura. L’abbiamo raggiun- questo disco e perché? ta per un’intervista esclusiva, nella Il disco è nato per caso mentre Jaco- quale si racconta con l’eleganza sen- po aspettava me e io aspettavo lui. za tempo che la contraddistingue da Avevo 50 anni e poco più e Jacopo sempre, tra successi mai festeggiati era a Milano per laurearsi in Archi- fino in fondo, tristi addii, improvvise tettura e io stavo per separarmi da fughe a casa dei Brera, ritrovate pas- Alberto, che sposai il 6 maggio del sioni, e l’amore incondizionato per la 1977 a Milano, nella cappella di Don musica jazz e, dulcis in fundo, la po- Paolo Liggeri, ma io avrei preferito esia, vettore supremo della propria il giorno 7 per scaramanzia, infatti infinita malinconia. dopo trentanove anni di convivenza accettai la separazione consensuale. All’interno dello splendido co- Carlo Alberto era vedovo con due figli fanetto del disco, ai piedi del di- già grandi e per arrivare al divorzio pinto “Cerere” di Giovanni La che lui voleva trascorsero sedici anni. Cognata, campeggia una poesia: Nel frattempo cercai una camera in “La malinconia colse di sorpre- affitto e per fortuna trovai alloggio sa i miei occhi, i pensieri tristi, da una mia amica, moglie del famo- le amarezze, le speranze, le illu- so giornalista sportivo Gianni Brera. sioni”. Ascoltando le canzoni del Dopo pochi mesi, Gianni morì in un disco la stessa malinconia/me- incidente stradale. I figli dei Brera lanconia funge come linfa vitale vivevano poco lontano; Rina era ri- dell’opera. Qual è il suo rappor- masta sola, così mi fermai da lei per to con la malinconia? un paio di anni. Più tardi trovai un È una sottile venatura del mio carat- appartamento in affitto per qualche tere che non mi abbandona mai, al anno ancora, ma diversi miei cari contrario mi fa sentire meno sola. Il amici erano già morti, morì anche rapporto con la malinconia, che per mia madre a Chiavari dove andava disposizione d’animo tende a un tem- da anni con mio padre per due mesi peramento triste, campeggia in una in inverno. Due anni dopo morì lo zio breve poesia che non avrei mai volu- dottore fratello di mia madre, medi- to scrivere: “Ti ho detto basta quando co condotto a Berceto; un anno dopo il meglio di te dovevo inventarlo io. E toccò a mio padre e io rimasi sola mi colse di sorpresa mentre i miei oc- a Milano; decisi quindi di tornare a

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Berceto dove ero nata. Io non guida- un taxi lo portò a Milano. Aspettai vo, così comprai un appartamentino molto prima di rispondere alla splen- nel cuore del paese che arredai con dida lettera che mi aveva scritto. Ero tanto amore perché non mi restava incerta se affrontare un’avventura altro e per fortuna ero molto casalin- così particolare per la mia età e dopo ga. Una sera Jacopo mi sentì cantare cinquant’anni che non cantavo più. Io e si ricordò le parole di una canzone sono sempre stata timida. Così decisi dal titolo: “La vacanza è finita”; così di fare solo il disco. mi contattò subito, ma io tardai più di un mese a rispondergli. Jacopo vi- Lei ha attraversato cinque de- veva a Catania, ma quando mi decisi cadi della musica italiana, defi- a telefonargli, lo chiamai sul cellulare landosi a un certo punto della e mi rispose da Parigi, dove viveva sua vita dalle scene. Suo marito, per qualche mese all’anno. Mi pre- Carlo Alberto Rossi, è stato il più sentai dicendo: “Sono Marisa Terzi, importante compositore, editore la signora che canta le canzoni della e produttore discografico italia- Malinconia”. Ci fu un lungo silenzio, no, nonché arrangiatore di molte poi ci accordammo per incontrarci a delle sue canzoni. Come mai de- Berceto. Era autunno, ma non ancora cise di abbandonare tutto, dedi- freddo. Accesi il camino e Jacopo per candosi solamente alla parola e fortuna aveva una giacca di cotone, alla scrittura? Com’era il rappor- ma riuscì ugualmente a prendersi un to artistico con suo marito? forte raffreddore. Berceto è un pic- Alberto aveva tre sale di incisione colo paese vicino al Passo della Cisa, all’ultimo grido. Arrivavano molti a circa dodici chilometri. Durante la dall’estero e io ho scritto tanti testi di cena con cappelletti in brodo alla Bo- canzoni per italiani e stranieri. Non lognese, il lesso con varie carni e sal- c’erano ancora i cantautori e io fui sine, mi accorsi di aver fatto la clas- tra le prime autrici di allora. La sala sica cena di Natale, ma si crepava di incisione era il mio habitat idea- dal caldo, così senza dire niente an- le, come lo era cucinare e ho sempre dai ad aprire tutte le finestre di casa, avuto la passione della cucina, da alle ore due di notte eravamo ancora brava parmigiana e figlia di una bo- a tavola: mi alzai in fretta, chiamai lognese. Mio marito era compositore, l’ascensore e accompagnai Jacopo editore e produttore discografico, ma al Room and Breakfast a pochi pas- non era arrangiatore. Abbandonai le si da casa mia. La mattina seguente scene per non entrare in competizio- andai all’albergo, alle dieci stava fa- ne artistica con lui che, in quanto ro- cendo colazione e io lo aspettai per magnolo doc, era molto geloso delle fargli visitare il nostro Duomo, poi sue musiche, ma io lo ero altrettanto,

24 LaVoce di CasaVerdi quindi pagando decisi di incidere in altre sale che conoscevo sia a Mila- no che in altre città e tutto sembrava risolto, ma non fu così: arrivò la se- parazione consensuale e dopo sedici anni anche l’annuncio del divorzio.

Ci racconti dei suoi esordi mu- sicali… Nel 1963 partecipai al Burlamacco d’oro, manifestazione carnevalesca a Viareggio dove cantai “Federico”, una delle prime canzoni italiane arran- giate a bossa nova da Renato Sellani e il suo trio e siccome scelsi io i brani, cantai anche “E se domani”, “Mi sono innamorata di te” e “Roma nun fa’ la stupida stasera”, tre colonne portanti della canzone italiana d’autore. Quel- lo fu il mio unico Lp che andò anche all’estero: “In ricordo di una serata indimenticabile”.

Molte sue canzoni sono state presentate al Festival di Sanre- mo in varie edizioni, che ricordi ha di quel periodo? Sì, diverse mie canzoni andarono a Sanremo: “Se tu non fossi qui” nel 1966 per l’interpretazione di Peppi- no Gagliardi e Pat Boone, succes- 1970, per l’interpretazione di Sonia e sivamente cantata anche da Mina. Armando Savini, poi Tom Jones, nel “Quando vedrò” nel 1967, cantata da disco “This is Tom Jones” e portata in Los Marcellos Ferial e The Happenin- tutto il mondo; eppure a noi compo- gs. “Tu che non sorridi mai” nel 1968, sitori non arrivò una lira. Avremmo interpretata da Pier Giorgio Farina potuto fare causa, ma era già più che e Orietta Berti. “Che vale per me” nel sufficiente la nostra. Vivevo il Festi- 1969, per l’interpretazione di Hearta val dietro le quinte, con l’accettazio- Kitt e Gagliardi. “Non c’è che lei” nel ne e con spirito di benevolenza verso

25 LaVoce di CasaVerdi mio marito. velocemente, ma io continuavo tut- to come prima. Dovevamo arrivare Altri brani scritti da lei sono assolutamente a Parigi (dove hotel e stati interpretati da Joe Sen- sala d’incisione erano già prenotati) tieri, Rossano, Salvatore Vinci- da Berceto e l’occasione di incidere un guerra, Tony Dallara, Nilla Piz- cd a Parigi dopo 50 anni mi sembra- zi, Luciano Tajoli, Iva Zanicchi, va ancora un sogno. Arrivate all’ho- Bruno Martino, Fred Bongusto, tel, andammo subito a cena. Eravamo Rosanna Fratello, Piero, Gilbert nel quartiere latino dove i ristoranti Becaud, Renzo Arbore e Mina; sono attaccati l’uno all’altro e noi sia- quest’ultima nel 1985 ha anche mo entrate nel più vicino all’hotel. Mi inciso una canzone di cui lei ha soffermai a guardare la lista e men- composto sia il testo che la mu- tre il cameriere attendeva l’ordine, sica: “You Are My Love”. Potreb- io mi fermai a guardare il menù per be raccontarci qualche aneddo- godermi un sottofondo musicale soft to relativo a queste sue svariate e mentre mi guardavo intorno, vidi collaborazioni? Cosa pensa di un apparecchio in terra con tanti cd Mina e di questa sua terza gio- e intanto il cameriere attendeva l’or- vinezza al fianco di Celentano o dine, ma fui costretta a farlo aspetta- come testimonial di brand come re i tre minuti della durata della mia la Tim? canzone “You Are My Love”, e non era Il musicista che io conosco più di tut- cantata da Mina ma da Augusta, che ti gli altri è Victor Bacchetta, al qua- io non conoscevo e che la interpretò le sono molto legata perché ha fatto in un perfetto inglese. Domandai alla tutti i primi provini dei brani che ho proprietaria di farmi vedere la co- scritto e lo considero quasi il mio ma- pertina di quel disco: era un doppio estro. Un aneddoto riguarda “You cd tutto in inglese e il mio brano era Are My Love”: arrivammo a Parigi primo della facciata A, incisa a Saint in treno da Milano all’ora di cena e il Tropez. Dall’emozione tremavo tut- viaggio fu rilassante, ma fui costret- ta, pensando a ciò che avrei perso se ta a tenere la gamba stesa sul sedile fossimo entrate dieci minuti dopo. Fu vuoto davanti a me, perché il giorno un’emozione dopo l’altra e credevo di prima nel fare ginnastica mi cad- svenire. I brani cantati da Mina e Ce- de la cyclette sul ginocchio sinistro lentano insieme mi piacciono tutti e e si ruppe il menisco e io non avevo non mi stanco mai di ascoltarli. Della il tempo per una visita e tantomeno terza giovinezza di Mina non saprei per una risonanza. Mi limitai a tene- cosa dire: ho un solo anno più di lei re d’occhio il livido che si ingrandiva ed essendo stata baciata dal destino

26 LaVoce di CasaVerdi non posso avere rimpianti. Forse uno miei testi a quello musicale delle note, l’avrei: sola da trent’anni e senza un ma poi capisco che per svincolarmi figlio avrei voluto risposarmi. da quel particolare linguaggio sotto- messo alla musica, mi trovo a espri- “Amore, amore mio” è a mio av- mermi con l’ambizioso passaggio alla viso una perla senza tempo, una poesia e al racconto. canzone che racchiude nelle sue parole e nella sua struttura la Ad accompagnarla nel disco tro- natura più candida ed emozio- viamo musicisti di primissimo nante della canzone italiana. ordine, come Josè Luis e Victor Com’è nata questa canzone? Herrero, Cheneaux, Neilson, “Amore amore mio” fu il primo brano Gravner: un arrangiamento di che scrissi per Carlo Alberto che se- stampo “Jazz” composto e pari- gnava emotivamente il primo grande menti vibrante. Come ha trovato amore, mentre “Avevo vent’anni” fu questi musicisti? l’ultima canzone d’amore, sempre per I quattro musicisti che mi accompa- Carlo Alberto, che purtroppo segna- gnano nel disco li ha scoperti il ge- va definitivamente la fine del nostro nio catanese Jacopo Leone: mago del amore. pennello e di tutta l’arte fuoriclasse.

Dall’esperienza musicale è suc- Che cosa ascolta oggi Marisa cessivamente passata alla poe- Terzi? Segue le nuove leve can- sia, dando prova già con le pri- tautorali? Quali sono i consigli me raccolte (“Profilo di donna”, che darebbe a una giovane can- “Autografo”, “Lasciatemi pensa- tautrice? re” ed “E la sigaretta brucia…”) Marisa Terzi è rimasta a Frank Si- di autentici valori d’arte che la natra, Nat King Cole, Ray Charles, critica ha più volte riconosciuto Sarah Vaughan, Diana Krall, Gilbert e che le sono valsi il Premio Le- Becaud e continuerei all’infinito. A rici – Pea nel 1984, per passare una giovane cantautrice consiglierei in seguito anche alla narrativa di studiare solo quello che le piace o con “La cugina”. Che rapporto che sente di poter cantare bene. Ma ha con la scrittura e la poesia in per me è una questione di atmosfere generale? che si affacciano improvvisamente e Mi sembra di avere sempre ispirato i mi trascinano inevitabilmente a scri- testi delle mie canzoni più che a situa- vere e lo stesso succedeva a George zioni stravaganti o fantastiche alla Simenon, capace di scrivere un libro mia vissuta e concreta esperienza in un solo mese. A me successe con umana, adattando il linguaggio dei “La cugina”.

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Terzetattiva di Casa Verdi online: avvisi per i naviganti

Ada Mauri

Alice Cappagli, Ricordati di Bach In questo numero segnalo ai naviganti il libro “Ricordati di Bach” di Alice Cappagli, che tratta un argomento a me par- ticolarmente caro: gli anni dell’apprendistato di una giova- ne musicista, dalla prima infanzia, all’approdo nell’orchestra della Scala... La protagonista della vicenda è la scrittrice stessa che affronta difficoltà e disagi, soddisfazioni e de- lusioni, diffidenza e fiducia in situazioni che mostrano pur sempre una venatura di sottile sarcasmo mettendo in luce un ambiguo contesto di personaggi diversissimi, a volte di- vertenti a volte persino un po’ mostruosi...comunque sem- pre intrecciati alla basilare vicenda della formazione artisti- ca e professionale sorretta da una passione musicale forte e indomabile. Il libro si legge d’un fiato....trascinati dalla cu- riosità e dalla personalità della giovane protagonista!

Benedetto Marcello, Complete Keyboard Music Merita una segnalazione anche un cofanetto di Sonate per clavicembalo di Benedetto Marcello, eseguite con gusto e virtuosismo da Ottavio Dantone, esperto interprete e ri- cercatore del genere barocco. Le musiche fanno parte del ricco patrimonio di sonate, in parte manoscritte, conser- vate a Venezia nella biblioteca nazionale Marciana. Straor- dinarie e sorprendenti sono le variazioni che trasformano elementi geometrici in cascate di scale cromatiche...quasi mostrassero già un’insofferenza verso gli schemi fissi e un desiderio di esplorazioni infinite... Non a caso G. Verdi vol- le che a lui fosse dedicato un affresco alle pareti del salo- ne d’onore di Casa Verdi, fra i maestri padri del bel canto e dell’innovazione musicale.

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Ricordo di Angelo Bonamore

La Redazione

Aveva 86 anni ed era in Casa Verdi felici di poter godere di un interval- dal 2016. lo musicale dal vivo! Il suo reperto- rio spaziava dal cantautorato, alle Autore di numerosi brani di musica canzoni napoletane fino alle colonne leggera, ha esercitato la professione sonore più celebri di cui era parti- di pianista in gruppi di musica leg- colarmente appassionato e che ese- gera ed è stato a lungo musicista e guiva sempre con piacere e nostalgia cantante di piano bar iscritto conti- poiché gli ricordavano i molti anni nuativamente - dal 1979 al 2006 - alla trascorsi sulle navi da crociera o nei SIAE come autore musicale. celebri alberghi della Riviera ligure Proprio l’attività legata al piano bar è o adriatica dove tornava ancora per quella che abbiamo potuto conoscere qualche serata estiva. meglio durante la sua permanenza in A volte la nostalgia si trasformava Casa Verdi poiché, in occasione delle in malinconia, ma bastava invitarlo numerose visite guidate, non rifiuta- a suonare una canzone qualsiasi e va mai di eseguire qualche brano per subito la meravigliosa potenza della i turisti italiani o stranieri, sempre musica lo rasserenava.

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In queste pagine e sul retro copertina: Justus von Liebig (1803-1873), il chimico che fondò la famosa compagnia tedesca produttrice di estratto di carne, utilizzò queste cartoline per com- mercializzare il proprio prodotto. Riprodotto sul fronte o sul retro della confezione, Verdi fece la sua comparsa nel 1891.

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