IL GIORNALINO DI ENRICO N.1- Giugno 2020 1
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IL GIORNALINO DI ENRICO N.1- Giugno 2020 1 IL GIORNALINO DI ENRICO N.1- Giugno 2020 Il tempo non si trattiene; la vita è un compito da fare e che ci portiamo a casa. Quando uno guarda...e sono già le sei del pomeriggio. Quando uno guarda ed è già venerdì. Quando uno guarda ed è finito già il mese. Quando uno guarda ed è già finito un anno. Quando uno guarda e sono già passati 50 o 60 anni. Quando uno guarda e si accorge di aver perso un amico. Quando uno guarda l'amore della propria vita andarsene e accorgersi che è tardi per tornare indietro... Non smettere di fare qualcosa che ti piace per mancanza di tempo, non smettere di avere qualcuno accanto a te o di goderti la solitudine! Perché i tuoi figli subito non saranno più tuoi e dovrai fare qualcosa con questo tempo che ti resta. Prova ad eliminare il “dopo”... dopo ti chiamo ... dopo lo faccio ... dopo ti dico ... dopo lo cambio ... ci penso dopo ... Lasciamo tutto per dopo come se il dopo fosse il meglio, perché non capiamo che: dopo, il caffè si raffredda... dopo, la priorità cambia... dopo, l'incanto si perde... dopo, il presto si trasforma in tardi... dopo, la malinconia passa... dopo, le cose cambiano... dopo, i figli crescono... 2 IL GIORNALINO DI ENRICO N.1- Giugno 2020 dopo, la gente invecchia.... dopo, le promesse si dimenticano... dopo, il giorno è notte... dopo, la vita finisce... Non lasciare niente per dopo perché nell'attesa del dopo puoi perdere i migliori momenti, le migliori esperienze, i migliori amici, i migliori amori... Ricordati che il dopo può essere tardi. Il giorno è oggi. Magari avrai tempo per leggere e condividere questo messaggio o altrimenti, lascialo per … “dopo.” 3 IL GIORNALINO DI ENRICO N.1- Giugno 2020 1. L'ANGOLO DELL'ATTUALITA' 1.1 IL VIRUS “BLASONATO” Il Coronavirus è un virus che, con la sua mania di grandezza, sta livellando tutti. Prendo spunto dal principe Antonio De Curtis, in arte Totò. Infatti, il principe della risata, come veniva chiamato, nella sua poesia in dialetto napoletano, 'A livella, paragona la morte ad una livella, appunto, che pone tutti sullo stesso piano. Il Coronavirus, sta facendo la stessa cosa. Anche se – per fortuna – sono sempre di più le persone che guariscono. Ne risente l'economia e il turismo, due pilastri per l'Italia, che è uno dei Paesi più visitati e più belli del mondo. Oggi, mi alzo presto, prendo il mio caffè e leggo le solite notizie, ma con una sorpresa in più: “Gli americani cancellano i voli per Milano!” Bene, io dico agli italiani: “Comprate italiano, cominciate a disdire i vostri viaggi all'estero, e riempite i nostri alberghi. Vestiamoci con i nostri bei capi d'abbigliamento, la moda è sempre “uptodate”, e mangiamo le nostre eccellenze culinarie: il pecorino sardo, il parmigiano e le arance siciliane. Comprate il nostro pesce e bevete il nostro vino. Aiutiamoci, non facciamo post disfattisti! Noi italiani, siamo una forza! Le nostre nonne ci hanno insegnato a risparmiare e magari anche ad amare la nostra nazione. Ragazzi, qui non siamo di fronte solo a un'epidemia pericolosa, ma anche ad uno sciacallaggio mediatico senza pari. Non assecondiamo i sciacalli! Seguiamo con fiducia le direttive del nostro sistema sanitario che, in Italia, è il primo per eccellenza. Medici specialisti, infettivologi ed immunologi, lavorano instancabilmente giorno e notte per vigilare sulla nostra salute e dare una spdranza ai pazienti, positivi al Coronavirus. Non sappiamo quanto questa “peste bubbonica” durerà né che sviluppi avrà. Il segreto per affrontarla senza traumi, è la “santa pazienza.” E la pazienza, è la virtù dei forti. Ehi tu, Coronavirus, COVID-19, stammi bene a sentire! Sono nato sul finire degli anni Quaranta e sono venuto alla luce in una sala da parto dove medici e infermieri mangiavano panini col salame e fumavano una sigaretta dietro l'altra nell'attesa che mia madre partorisse. Senza mascherine, e senza guanti. 4 IL GIORNALINO DI ENRICO N.1- Giugno 2020 Sono sopravvissuto a tutti i vaccini, e ho resistito a tutte le malattie infettive che, per fortuna, ho fatto da bambino (morbillo, varicella, scarlattina), e chi più ne ha, più ne metta. Mi sono imbattuto in influenze ad alto rischio come l'Asiatica, la Filippina e altre peggiori di te. Mi sono vaccinato contro la Tubercolosi e ho voluto sapere se fossi positivo all'aids (esito negativo). Ho vissuto la pericolosità della diossina di Seveso e per fortuna, non sono stato contaminato dalle radiazioni di Chernobyl. Mi sono disinfettato le ferite delle cadute in bicicletta e sono cresciuto mangiando cibi che non avevano ancora la scadenza per legge. Ho attraversato il boom economico con l'incoscienza e la tranquillità di un ragazzo di sedici anni. E sono stato curato con farmaci non testati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Facevo le iniezioni con siringhe di vetro dagli aghi enormi che si sterilizzavano sul fuoco in un terrificante contenitore di latta, che ancora oggi mi fa venire gli incubi! Non ho mai avuto uno psicologo o un sostegno scolastico, e qualche volta le ho anche prese di santa ragione. E tu, COVID-19 pensi di farmi paura? Ti avverto: “Io sono un italiano vero, non farti illusioni! Siamo italiani, abbiamo conquistato il mondo due volte, abbiamo scritto la storia dell'arte, e l'Italia è la Patria dei poeti, dei santi e dei navigatori e del bel canto. In passato, abbiamo superato crisi anche peggiori. Non ti temiamo anzi, sai una cosa? Ci beviamo una buona birra in compagnia nella speranza che tu possa schiattare per primo e... alla svelta!”… Naturalmente la birra è una “Corona,” ghiacciata – perché abbiamo imparato ad essere consapevoli, guardinghi e, in qualche misura, anche un po' fatalisti. 1.2 “CHE BARBA CHE NOIA, CHE NOIA CHE BARBA!!” Ricordate “Casa Vianello?” Lui a letto con la moglie, leggeva il giornale mentre lei, sentendosi trascurata, sbatteva i piedi gridando: “Che barba, che noia!”… E' la stessa cosa che in questo momento particolare e molto delicato, stiamo dicendo noi, costretti, volente o nolente, a restare a casa. Ma quello che ci viene richiesto è un sacrificio tutto sommato sopportabile, soprattutto se rapportato a quello che i nostri nonni e bisnonni furono costretti a subire: una dittatura, la guerra, la fame e altre sofferenze immani. Ho sempre visto la tecnologia come il diavolo e l'acqua santa, ma se ci rifletto, mi devo ricredere. Grazie alle nuove tecnologie, infatti, siamo comunque interconnessi con amici, parenti, e con il resto del mondo. Possiamo parlare, vederci, inviare e guardare messaggi e video, ascoltare musica. Molte professioni contemplano la possibilità di lavorare, studiare e insegnare da casa e tantissimi lo stanno facendo con gli strumenti più svariati. La cosa oltretutto ha 5 IL GIORNALINO DI ENRICO N.1- Giugno 2020 l'indubbio vantaggio di ridurre il traffico privato e di conseguenza l'inquinamento in città. Certo, non tutti i lavori e non sempre si possono svolgere da remoto, ma questa emergenza può aiutare il mondo del lavoro a riflettere proprio su questo punto: per tante buone ragioni e quando ce ne sono i presupposti. Il lavoro agile è una via da percorrere. Giochi e ginnastica fai da te. Un'intera famiglia in un appartamento per tante ore rischia di trasformarsi in una faida: è importante scandire e gestire il tempo unendo l'utile al dilettevole. E' arrivato il momento di rispolverare quei giochi di società usati mezza volta a Natale e poi messi sullo scaffale in alto, oppure di dedicarsi insieme a una attività fisica. Esercizi e ginnastica senza attrezzi o con strumenti domestici riadattati, magari approfittando delle scale di casa o del giardino. Un po' di musica e tanta voglia di mettersi in gioco e magari prendersi un po' in giro e siamo pronti a tenerci in firma! Di grande aiuto può essere la lettura. Sfogliare un libro aiuta la mente a “evadere,” ma può rappresentare anche una preziosa occasione per studiare e approfondire, cosa sempre più difficile con i ritmi forsennati dell'oggi. In ogni caso, leggere fa passare piacevolmente il nostro tempo, ci arricchisce ulteriormente e ci fa crescere. Il gusto di scrivere è un'attività da riscoprire, non per forza con velleità da best seller. Ci si può cimentare nell'inventare una favola o un racconto per i figli o i nipoti, lo si può fare per gradi, magari in maniera partecipata e condivisa, leggendo un pezzo insieme, in chat o al telefono prefigurando i capitoli successivi. Anche da soli, scrivere storie, ripercorrere con la penna o la tastiera di un computer quel particolare evento che si voleva da tanto tempo mettere nero su bianco, è appassionante e coinvolgente, così come lo è tenere un diario: questo potrebbe essere anche un esercizio catartico per tutta la famiglia, si raccontano gli accadimenti, le ansie e le piccole gioie di questi giorni, in modo che tra qualche tempo, passata l'emergenza, resti traccia di questo momento che in ogni caso resterà indelebile nei nostri ricordi. Amando la musica e il pianoforte il modo per ammazzare il tempo lo trovo sempre. Mi manca la possibilità di andare 6 IL GIORNALINO DI ENRICO N.1- Giugno 2020 al cinema o a teatro? Stando in casa ho la possibilità di recuperare vecchi film dalla rete, ascoltare buona musica e magari suonare. Un mio grande amico mi diceva sempre di non abbandonare le mie passioni. Non so dipingere e scolpire, ma mi arrangio a “impapocchiare” qualcosa al pianoforte: il risveglio di questa passione mi aiuta non solo a passare il tempo, ma anche a distrarmi e pensare a cose belle.