Un Mare D'amare
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A.S. 2012/2013 Concorso “A scuola nel Parco” UN MARE D’AMARE Giglio di mare, Pancratium maritimum, spiaggia di Case del Conte Raccolta di ricerche e studi, racconti, poesie, canzoni e ricette sul nostro mare A cura degli alunni della I II e III media Un mare d’amare La Baia di Trentova Anche quest’anno, come lo scorso, abbiamo deciso di partecipare al concorso “a scuola nel Parco”, il tema da noi scelto è il mare. Perché il mare? La verità è che pur abitando in montagna ci sentiamo molto vicini al mare e abbiamo voluto ampliare le nostre conoscenze su questo tema per essere informati non solo sulla nostra piccola zona, ma anche sulle nostre magnifiche coste, per guardarci intorno e studiare le bellezze che solo noi abbiamo. Inoltre, i nostri piccoli paesi di montagna sono anche terrazze che affacciano spesso sul mare, in particolare, il nostro comune, affaccia sia sul golfo di Policastro che su quello di Palinuro. Per tenerci al passo con le nuove tecnologie e rendere più usufruibile il nostro elaborato, abbiamo deciso di trasformarlo in ebook e lo abbiamo quindi elaborato sia in pdf che in epub, anche perché, la pubblicazione cartacea, dati i costi sarebbe stata impossibile. Il primo capitolo si intitola “Conoscere per amare” perché, è attraverso la conoscenza del territorio che si arriva ad amarlo e a rispettarlo in pieno. Se non si ha interesse non si conosce e se non si conosce non si rispetta, quindi per 2 Un mare d’amare prima cosa, ci si deve interessare al proprio territorio. Il mare è stato fonte di ispirazione da sempre per poeti e scrittori che hanno elaborato poesie e scritti traendo ispirazione dalle limpide acque del nostro mare e dalla bellezza delle nostre coste. "Angelo scusami, ma tu aldilá sei ancora il Sindaco Pescatore? Digli che un vecchio pescatore acciarolese ti insegnò a fare il pescatore ma tu ci hai insegnato a fare il Sindaco". Cit. Zio Achille Per approfondire il lavoro, insieme ai professori abbiamo svolto delle ricerche e abbiamo anche letto dei libri sul mare come: “ Il Vecchio e il mare”, scritto da Hemingway “ Ventimila leghe sotto il mare” di Jules Verne nonché effettuato ricerche sempre sul tema del mare. In particolare abbiamo approfondito la conoscenza su quegli scienziati, scrittori, poeti e cantanti del nostro territorio. Per strutturare questo progetto, noi ragazzi con l’aiuto dei professori e dell’esperto del Parco, abbiamo svolto delle ricerche e ci siamo impegnati molto a realizzare poesie e temi. Inoltre, siamo riusciti anche ad imparare, divertendoci, tutto quello che ci sembrava difficile da comprendere. Speriamo 3 Un mare d’amare che voi apprezziate questo lavoro: vi divertiate vi emozionerete allo stesso modo in cui questo progetto ha emozionato noi. CONOSCERE PER A Quando si pensa al mare di solito lo si vede solo come posto per il divertimento estivo e poco si riflette sul fatto che in realtà esso rappresenta non solo la nostra stessa origine ma anche il mezzo di sostentamento per tantissime persone nonché l’unica via di comunicazione che i greci, i romani e tutti gli altri popoli avevano in passato per viaggiare e commerciare. Inoltre se si pensa a studiosi del mare o a scienziati in genere, i primi nomi che vengono in mente sono sempre quelli più famosi, ma pochi sanno che anche il nostro Cilento ha dato i natali ad illustri scienziati come ad esempio: Carminantonio Lippi , (Casal Velino 6/10/1760) mineralogista che insieme ad altri scienziati ha contribuito alla creazione del museo mineralogico di Napoli, Donato Antonio Altomare , (Sessa Cilento nei primi decenni del XVI sec ) medico e scrittore che ha operato a Valle di Sessa Cilento, Giosuè Sangiovanni ( Laurino 15/01/1775) Illustre professore di zoologia e successivamente anatomia 4 Un mare d’amare comparata e tanti altri che hanno contribuito allo sviluppo delle conoscenze sia nel campo geologico che biologico. E ogni volta che viene condotto uno studio o una ricerca, il Cilento rivela grandi sorprese come, ad esempio, la recente scoperta della Kochia saxicula Kochia saxicula sulle rupi calcaree di Palinuro (dove cresce il più famoso endemismo Primula palinuri) avvenuta lo scorso anno e dedicato al compianto primo Presidente del Parco del PNCVD professor La Valva. 5 Un mare d’amare Altri endemismi, che riguardano l’ambiente marino e costiero del Cilento, sono: la già citata Primula palinuri, La Podarcis Klemmeri, lucertola che cresce sull’isola di Licosa, la Siriella castellabbatensis, piccolo crostaceo planctonico, scoperto negli anni settanta, alcune felci e orchidee e, sicuramente, il nostro territorio, tante altre sorprese ci riserverà il futuro. Siamo quindi convinti che solo attraverso la conoscenza saremo in grado non solo di rispettare noi stessi, ma di insegnare anche agli altri ad amare e rispettare il nostro territorio. 6 Un mare d’amare quanta gente ancora cerca di rompere e portarsi a casa una stalattite o una stalagmite solo perché non sa quanti millenni ci ha messo la natura per costruirne pochi millimetri o quanta gente estirpa magari il prezioso giglio di mare o la primula di Palinuro non sapendo che sono specie protette? E quanta gente non sa che anche una singola pila stilo riesce ad inquinare fino a 1 km cubo di mare, che le plastiche e gli altri materiali se non riciclati hanno bisogno di centinaia di anni per degradarsi? Ecco quello che abbiamo imparato dalle lezioni con l’esperto del Parco e da quelle del nostro Prof. Di Scienze e… adesso … siamo un pochino più consapevoli e saremo noi ad insegnare agli altri il rispetto per il nostro bel mare! 7 Un mare d’amare Di seguito quindi alcune indicazioni sulle piante animali e rocce del nostro Parco tratte da un lavoro del nostro prof. Di matematica e scienze. Il Cilento è costituito da un eterogeneo intreccio di ecosistemi in cui la natura a tratti è praticamente incontaminata ed in altri è stata plasmata dall’uomo che, sin dal paleolitico, dimora in questo territorio. E’ per questo che, fin dalla sua istituzione avvenuta nel 1991 il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è apparso come una sub regione con caratteristiche del tutto peculiari sia per la sua estensione (più di 180000 ettari), sia per la sua relativamente elevata antropizzazione (80 comuni ricadenti nel suo perimetro e 15 nelle aree contigue, con più di 270000 abitanti) e sia, infine per la molteplicità e varietà di ambienti che lo contraddistinguono. Esso è stato infatti definito il Parco che va dal corallo al faggio, intendendo con questo che al suo interno sono presenti tutti gli ecosistemi che si susseguono dall’ambiente marino mediterraneo all’ambiente montano propriamente detto passando attraverso ambienti costieri e dunali, fluviali e di foce, di pianura e collinari. 8 Un mare d’amare Ecco quindi che il parco assume le sembianze di un grande libro vivente scritto dalla natura e dall’uomo nel corso dei milioni di anni che hanno determinato la conformazione e l’aspetto che noi oggi conosciamo e che lo hanno fatto assurgere a Parco Nazionale, Patrimonio dell’UNESCO e riserva di Biodiversità. Proviamo allora a leggere questo libro semplicemente osservando gli aspetti geomorfologici e floro-faunistici scritti nelle sue pagine, cioè nelle sue rocce, piante e animali. ASPETTI GEOMORFOLOGICI Osservando una carta del Parco, o ancora meglio percorrendolo in lungo e in largo, vediamo che il Cilento si estende lungo un asse Nord-Sud, dalla Piana del Sele fino al Golfo di Sapri ed è delimitato ad Occidente da una lunga Costa, in cui si alternano spiagge sabbiose, rocciose, promontori pittoreschi e falesie di grande fascino. I massicci degli Alburni e del Cervati, il Vallo di Diano e gli altri rilievi fino a Sapri, cingono quasi come un’anello il Cilento propriamente detto, separando quest’ultimo dalla Lucania e, fra questi e il mare, quasi al centro e a sottolineare la loro importanza, il Gelbison (Monte Sacro) e il Monte stella (Cilento Antico); quest’ultimo, nonostante la sua modesta altezza (1131m.), rappresenta il “Cuore del Cilento” e con le sue “propaggini” si estende fino al mare con i bellissimi e caratteristici promontori meta di vacanze per tanti turisti. Quello che raccontano questi massicci e queste coste è una lunga storia, iniziata centinaia di milioni di anni fa, quando essi stessi non esistevano. E se i geologi ancora non sono perfettamente concordi sulle date precise, a noi basta sapere che le vicende che hanno portato alla formazione del Cilento così come noi oggi lo conosciamo sono le stesse che hanno portato alla costruzione della catena appenninica meridionale, dove, fra alterne vicende legate alla Tettonica delle placche, si accumulavano e si stratificavano i sedimenti strappati alle terre nel frattempo emerse dalle copiose acque piovane e dai fiumi, laghi e torrenti di queste ultime. 9 Un mare d’amare E’ questo il famoso Flysh del Cilento, facilmente riconoscibile dall’aspetto stratiforme che, testimonia lunghe storie di deposizioni che, ciclicamente, franavano perché superavano la massima pendenza possibile (angolo di riposo) causando un “nuvolone subacqueo” che poi le correnti portavano verso il largo (correnti di torbida). Questi minuscoli sedimenti si depositavano, cementificandosi (diagenizzando), formando nel corso dei millenni le rocce come oggi le conosciamo. Le enormi spinte tettoniche dovute agli scontri fra la zolla Europea e Slumping (frana sottomarina) Ripe Rosse Ph. Paolo Coscia quella Africana, ai movimenti delle stesse, agli sprofondamenti e al ritirarsi o avanzare dei mari, alle fratture della crosta e a tutti gli altri fenomeni geologici, hanno pian pianino riportato tutti questi sedimenti fuori dalle acque e, su questi, lentamente, sono iniziate a comparire piante, animali e, infine l’uomo preistorico (di cui ritroviamo tracce risalenti al paleolitico a Camerota e al neolitico a Polla, Castelcivita e Sassano) e infine l’uomo moderno, le cui tracce sono invece, purtroppo, ben più visibili dappertutto.