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GLI SPETTACOLI l’Unità2 7 Domenica 30 novembre 1997

Magari, per il titolo, ci si poteva scrittura cinematografica. sforzare un po‘ di più. «Eccezzziu- Abatantuono Ma insisto: chi comincia a fare nale veramente» non è proprio questo lavoro purtroppo è molto un’originalità, anche perché il si racconta condizionato - nel bene e nel ma- quarantenne Diego Abatantuono le,maèpiùnelmalechenelbene ha smesso da tempo di indossare i dalla A alla Z - dal giudizio della critica, dai pre- panni del «terrunciello» milanista mi, dai festival. Anche molti pro- dalla parlata maccheronica e dai in un libro duttori, a dire il vero, lo sono. Da capelli alla Jimi Hendrix. Ma tan- sempre, ma soprattutto dagli anni t’è: così Zelig Editore ha voluto autobiografico Settanta in poi, il film dove c’era battezzare l’autobiografia dell’at- una risata automaticamente non tore appena uscita in libreria con L’infanzia poteva partecipare a un festival o la prefazione di Gino & Michele. non poteva comunque vincerlo. 222 pagine di agile lettura nelle al Giambellino, Non è vero? Basta guardare i Leoni quali l’attore prediletto di Salvato- di Venezia. Non hanno fatto piaz- res si racconta con una discreta do- il Derby, amori za pulita i Manfredi, i Sordi, i Gas- se di sincerità, mischiando fatti sman, come avrebbe potuto e do- privati e pubblici, ed esibendo tal- e sconfitte vuto accadere. Hanno al contrario volta l’aria saggia (ma non troppo) fatto piazza pulita quelli che poi, di chi è sopravvissuto a una crisi magari, dopo aver vinto un pre- professionale uscendone più forte E un capitolo mio non erano neanche più in gra- che pria. Ha ragione Fofi quando do di fare un film. scrive che le sue memorie sono un molto polemico Hanno dato il Leone alla carriera po‘ insipide, anche perché Aba- a , peraltro tra qual- tantuono non si porta dietro un che polemica, solo dopo La voce bagaglio di esperienze infantili pa- della luna di Fellini e il preannun- ragonabili, che so, a quelle di un ciato film con Olmi. In uno non Kirk Douglas o di un Burt Lanca- aveva neanche un accenno di co- ster. Ma sono divertenti le pagine mico, nell’altro - Il segreto del bosco che l’attore riserva alla sua infan- vecchio - parlava con gli alberi. Co- zia al Giambellino, «quartiere sto- sì di fatto sono stati in grado di rico della periferia sud-ovest mila- sminuire il suo contributo impor- nese»: figlio di Rosa, guardarobie- DiegoDiego tantissimo al cinema comico in ra al Derby Club, il piccolo Diego Italia. Perché sembrava che il Leo- passa le notti al cinema o al bar in- ne fosse stato dato (e forse è la ve- sieme al padre Matteo. Vitale, ego- rità!) soltanto per questi ultimi centrico, cazzone, ma anche lam- due film. Anzi, proprio il premio bito da un senso di sotterranea alla carriera era forse il meno indi- malinconia, la stessa che tanti an- cato. Perché in una carriera, so- ni più tardi avrebbe trasfuso in prattutto lunga come quella di Vil- uno dei suoi film più riusciti, quel laggio, è facile imbattersi in qual- «Regalo di Natale» di Avati che se- che «boiata pazzesca», come dice gnò il suo rilancio dopo l’insucces- sfidasfida lui. Mentre invece il primo Fantoz- so di «Attila». Oggi, più magro e zi meritava di partecipare a Vene- consapevole, Abatantuono è di- zia. E magari anche di vincere. ventato un attore capace di met- È come dire: io sono un educato- tersi al servizio dei film che fa: non re e ho davanti dei bambini - mi si fa più l’«one man show», i fasti del perdoni l’accostamento «pubblico- Derby e le sbornie vanziniane so- bambini»: è forzato ma non casua- no un ricordo, e anzi l’uomo tende le-efacciounalezionechenon a differenziare le proposte, indos- ii critici critici concede piacere e coinvolgimento. sando ora i costumi dell’uomo ot- Ma perché? I bambini devono di- tocentesco («Il testimone dello vertirsi, devono partecipare venen- sposo», ancora di Avati), ora quelli do coinvolti, devono essere messi traslucidi dell’eroe virtuale del fu- nella condizione di apprendere, se turo prossimo («Nirvana» di Salva- lo vogliono, dati, idee, proposte, tores). Nel brano che pubblichia- «Registi italiani, intuizioni, ma divertendosi, riden- mo qui sotto, Abatantuono, sot- do, piangendo, avendo paura. Il traendosi al flusso autobiografico, più grande maestro qual è? Chi si dice la sua sulla situazione attuale non abbiate paura fa comprendere o chi sbatte addos- del cinema italiano rivelando so il contenuto delle proprie sedu- un’inedita dote da polemista. te analitiche a una classe che non lo capisce? Se ritiene noiosa la le- Mi.An. di essere popolari» Diego Abatantuono in «Puerto Escondido». In alto, l’attore (irriconoscibile) negli anni Settanta zione, la gente non ci va più, a scuola come al cinema. (...) Signori e signore è un capolavoro Il cinema mi è sempre piaciuto. Da nari che la gente comprende e ap- re di essere il più possibile com- di Sordi, mi viene in mente una zioni (e non soltanto loro): solo a momento in cui sto scrivendo: ho dove si ride in molti casi e poi si spettatore, dico. Andavo a vedere prezza. Se vai a vedere un film di prensibile. In fondo non ci vuole caterva di altri film, perché il cine- pensare di fare una cosa con den- la netta sensazione che fortunata- piange. Film così non si scrivono Mandingo o Giordano Bruno con lo Stanley Kubrick non sarà meno molto. Basta essere un po‘ meno ma italiano ha dato moltissimo al tro delle risate li terrorizza. Sono in mente qualcosa stia cambiando. più. D’altra parte se non proponi stesso desiderio. Tornavo a casa e bello di un film incomprensibile di innamorati di sé e un po‘ più del cinema. Una americano a Roma, Un balia di questi signori della critica Un’altra cosa che in questi ultimi niente in alternativa non puoi an- mi appuntavo su un quadernino Ciciolovskij. Il Lettore Intrapren- pubblico, che rappresenta, non va giorno in pretura sono film che vor- per i quali se fai un lavoro dram- anni ha un po‘ penalizzato il cine- dare in giro a dire a priori che fa una specie di recensione. Una cosa dente si chiederà: chi è ‘sto Cicio- dimenticato mai, la vera vita del rei poter rifare tutti i giorni io, ma matico, involuto e brutto, al mas- ma italiano è che sono sparite le fi- schifo un film di Vanzina, non è scritta così, per me. Ho sempre vi- lovskij? E io gli rispondo: a me me cinema. (...) non oserei farlo. simo hai fatto un tentativo poco gure dell’attore, del regista e dello giusto, è immorale. Il film non fa sto tutto il cinema. Ma quello insi- lo chiedete? Telefonate a Fofi o a Per quanto mi riguarda, da sem- Cito questi capolavori e mi vie- felice di innalzare il livello del po- sceneggiatore, ognuno con il pro- schifo, fa lavorare il cinema italia- stentemente rigoroso mi crea po- Ghezzi.OaBuffon.OaBurnich,o pre ho amato la commedia, è il ge- ne rabbia. Penso al cinema italiano vero cinema italiano in crisi. Se in- prio ruolo ben distinto. Oggi se no per altri cinque anni, con quei che emozioni. Se vado a vedere a Facchetti, a Jair, a Mazzola... No, nere di film che come spettatore di oggi. Sembra impossibile che da vece - certo, può capitare e capita uno non fa tutte e tre le cose, o al- quaranta miliardi d’incasso. L’er- Kieslowski, dei Tre colori uno lo az- a Mazzola no, perché non la sa di mi ha tirato dentro di più. Andavo dieci anni non venga scritto quasi spesso - sbagli un film con risvolti meno due, si sente sminuito non è rore è quello di non fare film in al- zecco, ma gli altri due mi rompo- sicuro. Comunque Kubrick è più a vedere Gassman, Tognazzi, Sor- nessun film prettamente comico comici, sei un frivolo incapace, un contento. E questo ha inciso sulla ternativa. Fine della provocazione. no. Detto in tutta sincerità. bello e in più piace a tutti, e questo di, Mastroianni, Manfredi; Moni- di qualità, ma purtroppo è così o prezzolato in cerca di facili con- professionalità dei singoli, soprat- Voglio esagerare: ciò che dico èilmassimo.Amarcord,nonc’è celli e Scola; Germi... Mi piaceva quasi. Con una storia magari an- sensi. Ovviamente questo vale nel tutto di chi dovrebbe lavorare alla Diego Abatantuono magari ha il sapore della provoca- dubbio, è un film assoluto, e così Totò, tutto il «bloccone» dei film che tragici a far da collante, ma zione, ma se si tratta di muovere la produzione di Hitchcock. Sono di Totò... Quando penso al nostro con risvolti legati alla nostra tradi- un po‘ le acque, ben venga. E cioè, film che capisce anche mia mam- cinema, penso a un film sopra a zione cinematografica migliore, secondo me non esiste il cinema ma e vedendoli non si annoia tutti per il gusto del divertimento: che prevede caratterizzazioni di popolare e quello non popolare, neanche un minuto. Signore e signori. Avrei voluto esser- personaggi scritti e interpretati quello per tutti e quello per le co- Di getto dico questo. Poi, se mi ci. Ma non penso soltanto a quel- con autoironia, con disincantati siddette avanguardie. Quello per la fermo un attimo ad analizzare, cre- lo. In assoluto amo Una vita diffici- sguardi sulla nostra società. Ho gente e quello per la critica. Non do che lo sforzo debba essere co- le, formidabile affresco dell’Italia l’impressione che scrittori e sce- deve esistere. Perché l’unica cosa mune. Da parte del pubblico, che del dopoguerra di Dino Risi. Se pe- neggiatori abbiano avuto per mol- che deve esistere è il cinema,che dovrebbe essere disponibile a cre- rò mi immagino protagonista di to tempo (forse ora le cose stanno per sua natura è popolare. Tutto il scere senza lasciarsi troppo condi- quel film al posto di Sordi, ho pau- cambiando) troppa paura della cri- resto è un’altra cosa, ma non è ci- zionare da scelte eccessivamente ra che nemmeno a me piacerebbe tica, dell’influenza che certi intel- nema.Ilcinemaènatoedèdiven- facili. Da parte di Ciciolovskij di più così tanto e quindi non potrei lettuali della pellicola - magari po- tato con gli anni un mezzo di turno che, pur senza snaturare la citarlo. Perché Sordi ha fatto di chi ma ben piazzati - esercitano sul espressione rivolto alla gente. (...) propria creatività e il proprio estro, una grande sceneggiatura un capo- lavoro di chi il cinema lo fa davve- Ci sono dei capolavori straordi- potrebbe fare uno sforzo per cerca- lavoro irrepetibile. Ora, parlando ro. Gli autori delle nuove genera-

RITORNI Con un doppio cd il gruppo celebra 25 anni di carriera Un Banco di musica: libera e «nuda» La band rilegge in versione acustica i suoi successi e firma un inedito epico e crepuscolare: «È la nostra sfida».

ROMA. Venticinque anni di musi- classico, oltre alla sua storia, lo sco Di Giacomo. dabile i portali del tempo, la- ca: alcuni buoni, altri meno, ma prova questo doppio cd che po- Poi, dopo questo «intro» da sciandosi dietro le prime scape- tutti nella libertà.Ecco il Banco del trebbe essere inserito nella mira- Guerre stellari, il disco procede strate velleità giovanili. Mutuo Soccorso dal Salvadanaio bolante girandola di compila- in maniera rigorosamente acu- Il secondo cd è, invece «live». del 1972 a Nudo del 1997. Liber- tion, greatest hits e antologie stica (pianoforte, due chitarre e Dopo Capolinea del 1980, Nudo tà di correre lungo i generi e fra del momento, ma che invece, voce). Strada nuova per il grup- è la seconda prova dal «palco». gli accordi. Ineluttabilmente at- proprio per la sua «classicità», po: «È stata una sfida. Musica Realizzato in gran parte nel tirato dal palco, in barba agli merita un’attenzione diversa. veramente nuda. Nata per gio- maggio del 1997 a Tokyo, dove studi di registazione, agli effet- Un’opera intensa, musica ed co, una sera di febbraio in cui il gruppo gode di una straordi- tacci, all’immagine. «Ma chi emozioni a cascata. Il primo cd abbiamo suonato R.I.P., Il Ra- naria popolarità, il cd somma ai l’ha detto che se non appari non contiene l’inedito «racconto»- gno, Metamorfosi e ci è sembrato due concerti nipponici, registra- esisti?», dice Vittorio Nocenzi. composizione in tre movimenti sorprendente il risultato». In ef- ti su multitracce digitali, una re- Il rock progressivo è morto, intitolato Nudo, quindici minuti fetti la sfida unplugged , così di gistrazione del 1995 fatta a Pa- viva il rock progressivo. La pen- di accordi e parole che non la- moda ultimamente, è molto az- dova (concerto al Ciclodromo, sano così anche tanti giovani sciano la mente tranquilla e che, zardata per un gruppo che di ba- su dat) e una serata del 1989 ad che affollano i concerti del Ban- come volevano dimostrare No- se, a parte chitarre, basso e bat- Avigliana (To) riprodotta su cas- co, un gruppo che, anche nel cenzi, Maltese e Di Giacomo, teria, ha anche organi, moog, setta in diretta dal mixer. In lungo periodo di afasia discogra- rappresentano il termometro tastiere e campionatori vari ov- questa fine secolo dominata da fica (da metà anni Ottanta più o per valutare lo stato di salute vero un humus sostanzialmente una creatività a passo ridotto, meno fino ad oggi), non ha mai della creatività del gruppo. Mo- elettrico, lontano da ballate ori- Nudo non rappresenta forse una smesso di macinare chilometri menti epici e raccoglimenti cre- ginariamente acustiche blues o grande eccezione. Ma aspettan- in tournée. «Ad un certo punto puscolari intorno alla ritmica, country. do un album completammente si diventa “classici”. Credo che straordinarie aperture alla melo- Scommessa, comunque, vinta nuovo, fa piacere ascoltare delle sia anche il nostro caso», ha det- dia, accompagnano l’ascolto co- perché le versioni che sentirete vecchie volpi del rock italiano to ancora Nocenzi. Classici. Ma me due rette parallele che si in- in questa spoglia veste non han- che hanno sempre qualcosa di sì, Nudo, in fondo, ne è la con- contrano all’infinito e lì, all’in- no niente da invidiare ai brani buono da dire. O da ridire. ferma. Non bisogna aver paura gresso di quell’infinito, pulsa la originali. Anzi. R.I.P. , ad esem- delle parole: che il Banco sia un voce inconfondibile di France- pio, sembra oltrepassare inossi- Antonella Marrone