L'UNITÀ/ MARTEDÌ Il manifesto per illustrare 13 2 NOVEMBRE 1982 > : .< : .* <" il programma del Salone Margherita di Napoli e di Roma e a sinistra, Eduardo Scarpetta al San Carlino di Napoli Peppe e Barra: un attore e il suo doppio, magari la sua vera realta. Una storia esemplare di »figlio d'arte» — il padre can tante e prestigiatore, la madre nnta «canzonettista» insieme alle sorelle, poi attrice con Eduardo e con Roberto De Simone — che si fa teatro con quel tanto di autobiografia e di narcisi pcttucoli smo che hanno tutte le vicende di attori. Per Peppe Barra, ella Biennale di Venezia di quest'anno, tutti hanno gridato alla rivelazione, anche so la sua carriera d'attore è già lunga.Ora il • suo spettacolo, più grintoso e graffiente, è in scena al Teatro dell'Arte di Milano. Accanto a lui sua madre, chiamata in causa per una pelliccia di castoro non ancora ricevuta. Barra, cosa vuol dire essere figli d'arte? <,•'•-» - «Essere 6olÌ anche da bambini. E insieme, la felicità di vive 'ulti ira re dentro un mondo meraviglioso fra attori e cantanti. No, essere figli d'arte non è una gioia: però ti dà una dimensione in più, una possibilità di comunicare più profonda». In questa edizione completamente nuova di «Pcppc e Bar ra», reciti con tua madre Concetta: lo fai per sconfiggere il in imprenditore illuminato e complesso di Edipo? . in 'Operatore culturale». Intervista a «Ma no, è impossibile. Semmai metto in scena 1 altra faccia Non si poteva in tutto que deU'Edipo, quella più solare, liberatoria, ironica. Con una ve sto dimenticare le feste. Quelle _ Peppe Barra na di tristezza talmente "schiattata" che sei lì lì per commuo patronali e locali, pagane e cri verti. Poi vedi al tuo fianco tua madre, che ironizza perfino su Petito, Viviani, Di Giacomo, Totò, stiane. Impossibile enumerare di sé e allora tutto viene ribaltato, le cose si complicano. Io Eduardo: cinque secoli di tutti i Santi e le Madonne di metto in scena l'insicurezza». cui è ripieno il calendario dei «Ma Tota Come hai iniziato la tua carriera di figlio d'arte? napoletani, basteranno per A sei anni, vestito da bersagliere. Ero un bersagliere morto teatro napoletano in una mostra. tutti San Gennaro, grande che stava su una nuvola di cartone e cercava sua madre in protettore, e la Madonna di aradiso. Portavo un cappello enorme con un sacco di piume. A trionfare è sempre la maschera... Piedigrotta, la cui festa ancora è sempre Sul più bello il cappello mi cade, ma io continuo a recitare oggi fa tanto discutere la gente imperterrito. In platea ci sta Vittorio Viviani (figlio di Raffae semplice e gli amministratori le) che dice a Zietta Liù, la mia "maestra" di teatro: "Questo pubblici. Non. a caso Franco il più qui diventerà un bravo attore"». Mancini, che ha curato questa Peppe e Barra: che cosa significa il titolo di questo tuo sezione, ha collocato gli appa spettacolo? rati festivi 'tra potere e popo grande» «Vuol dire che l'unico personaggio che mi ossessiona vera lo». Infine, con uno stacco di mente è Peppe Barra, cioè io. Peppe è Barra perché è doppio: 500 anni di Pulcinella secoli e di profonde, laceranti .Jekill e Hyde, il buono e ileattivo, madre e figlio insieme. E una risposta a me stesso, alla mia vergogna di avere accettato mutazioni, si arriva a quel di fare certe cose. Ma non so di che cosa in realtà mi vergogno. 'Sentimento del drammatico» Nostro servizio Franco Mancini, Franco Car tano Esgangarato e capitato Maldacea appaiono i program' rivare a Napoli avevano gli oc Oppure non lo voglio sapere, che è lo stesso. In più tra i NAPOLI — Si chiude in questi melo Greco, Francesco Canes- descritto da Giulio Baffi, che fondalini di cartapesta della mia infanzia di figlio d'arte ci sta Cocodrillo, nella sezione cura mi del Salone Margherita, del chi e le orecchie carichi di bel da Mastriani e Di Giacomo ed giorni la mostra patrocinata sa. ta da Greco e Mancini sulla Teatro Bellini, di quella miria lezze. Ma, piuttosto che privi Concetta, mia madre, che è stata la persona più importante dall'Azienda Autonoma sog altri arriva fino a Eduardo De della mia vita. Mia madre come Cenerentola, come eterna I cinque settori ricostruisco Commedia dell'Arte. Danze de di caffè-concerto che faceva legiare l'aspetto 'alto», musi Filippo, Patroni Griffi, Rober giorno e turismo napoletana. no, giocando su un doppio bi carnevalesche quelle di Sfessa di Napoli un grande animatis bambina curiosa. Mia madre come possibilità di ironia, di 'Itinerari del Teatro napoleta cale e lirico, del fenomeno San to De Simone. felicità». no dal 500 ad oggi; divisa in nario topografico e artistico, la nia, preferite dal popolo napo simo varietà. Miramar teatro, Carlo, il curatore Canessa ha storia e la tradizione del teatro letano, descritte fin nei detta Varietà Italia, Gran circo, E' preferito, intelligentemente Sono loro, i viventi, gli ulti In che modo un figlio d'arte apprende a fare l'attore? cinque sezioni, dislocate nei mi depositari di così ampia e «Ma non esistono dei canoni precisi, perché non c'è scuola. luoghi monumentali della cit a Napoli, toccando differenti gli da Del Tufo, nel suo 'Ri den Teatro, Arena Belvedere, addentrarsi nella storia mini aspetti, dalla nascita dei primi tratto o Modello delle Gran Eldorado Lucia, Excelsior, Le ma dei contratti di scena, nelle inestinguibile tradizione. Ra Potrei risponderti dicendo: respirando l'atmosfera. Io non ho tà. Da Castel dell'Ovo a Palaz pida 'dissolvenza» e si arriva mai imitato gli attori che vedevo. Stavo lì per cercare di capire zo Reale, al San Carlo, alla comici dell'Arte, fino alle e- dezze», ancora titolato, 'Deli Follie drammatiche, Arena O- lettere dei soprintendenti dei spressioni 'basse» della comi zie e meraviglie della Nobilissi limpia: sono solo alcuni nomi Teatri degli Spettacoli dell'e alla 'ricerca» che et appare tutto quello che stava dietro di loro, il meccanismo del teatro, Galleria Umberto I, al Conser piccola cosa di fronte a tali fa non il loro stile». vatorio di San Pietro a Majel- cità partenopea, come la mac ma città di Napoli». dei locali in cui agivano scian poca ai rappresentanti delle Peppe Barra, attore senza maestri? chietta e l'avanspettacolo, né tose e fini dicitori, acrobati e compagnie, nei documenti dei sti. Eppure, nuovi volti si so la. E le sezioni hanno titoli E le delizie e meraviglie ab vrappongono: quelli di attori «Il mio attore ideale è Totò. Perché aveva, una visione di suggestivi, come *Il sentimen tralasciando di documentare bondano in questa mostra, se, fachiri, nobili e plebei. Al comi vari appalti di stagione, spul Napoli nobile, aristocratica, comica ma non cialtrona. Quello la vitalità contemporanea. Può co, sia esso d'arte o di maniera, ciando nelle ferree norme dei come Isa Danieli e Mariano Ri- to del drammatico», o 'Il con con un salto nella Galleria gillo, Antonio Casagrande e che mi ha sempre affascinato è stato il cuore di Totò, il suo creto evanescente: o ancora capitare così, al turista che si Umberto, ritroviamo un Vivia si contrappone, in una conflit regolamenti, e nei guadagni e fantastico, la sua ricerca ossessiva del proprio cognome, della 'La Commedia dell'Arte e il Tommaso Bianco, fino alle raf aggira in questi giorni per Na ni alle prime armi, diretto ere tualità passionale mai estinta, nei borderò, carte dove com finate figure di Falso Movi sua identità. Poi c'è Carmelo Bene, perché na capito che l'arti teatro erudito», *Il melodram poli, di imbattersi nelle mille de in fondo, di quei comici an il fascino, la seduzione del me paiono protettori e virtuose, sta è un bambino che non vuole crescere. Anche Totò aveva ma a Napoli nell'Ottocento» e mento. Ma su questi possiamo facce dei Pulcinella, che emer tichi, subito «macchiato- dalle lodramma. avvocati e suggeritori, le paghe anche essere più avari di noti capito questa verità». infine 'La tradizione ed il co gono quasi d'improvviso nelle immagini di De Filippo e di Era allora, il San Carlo, una e le condizioni di alloggio, ecc. Progetti per il futuro? mico a Napoli dal XVIIIsecolo zie, visto che i loro spettacoli «Un grosso spettacolo inventato a quattro mani con Lam incisioni ad acquaforte sui Bal Totò, giù fino allo 'sboccato» cornice citata da tutti i repor Su tutte domina la figura dell' sono cronaca del presente. ad oggi»: sono state rispettiva li di Sfessania, insieme a Ber- impresario, che da losco traffi berto Lambertini. Uno spettacolo sul mondo napoletano visto mente curate da Giulio Baffi, Masteltoni, che viene 'cinque tage strabilianti degli infiniti novalla e Cucurucu, e a Capi foto dopo Maldacea». E con viaggiatori che già prima di ar chino si trasforma pian piano Luciana Libero da me, con la speranza che Concetta accetti di essere la mia prima attrice». |^arja Grazia Gregori Macché cinema, la vera Halloween fa più paura
IL SIGNORE DELLA MOR passa un minuto, infatti, che dell'orrore abbia scoperto una TE • Regia: Rick Rosenthal. vediamo il maniaco omicida, formula narrativa redditizia Sceneggiatura: John Car-, ripreso naturalmente in «sog buona per tutti gli usi-(e per. penter e Debra HilL Inter- gettiva», entrare di soppiatto tutti i seguiti). preti: Donald Fleasence, Ja- nella casa di due vecchietti Del resto, per tornare alla mie Lee Curtis, Charles Cy- (alla Tv danno, guarda caso, festa di Halloween che cadeva phers. Make-up: Frank Mu- La notte dei morti viventi di proprio l'altra sera, non è az noz. Horror fantastico. USA. George Romero) per rubare zardato dire che la realtà, or 1981. un coltellaccio. Àncora due o mai sta battendo clamorosa tré sgozzamene, poi Myers mente il cinema. Altro che Dice John Carpenten VIUUULENTEMENTE MIA — Regìa: Carlo drà. Meno abborracciato dei Fichissimi e di Ec Vanzina. Sceneggiatura: Carlo ed Enrico Vanii- cezzziunale veramente, questo nuovo filmetto di na e Cesare Frugoni Interpreti: Diego Abatan Carlo Vanzina (è Q figlio di Steno) ha fl pregio, se tuono, Laura Antonelli, Christian De Sica. Co» non altro, di raccontare una storia: c'è una pro mica Italia. 1982. gressione accettabile degli avvenimenti, i dialo- 5hi non sono volgari, si nota perfino il tentativo Gli ammiratori di Diego Abatantuono dovreb i satireggiare un po' su certo malcostume no bero essere soddisfatti. Siamo ormai a livelli da strano. Insomma, è un passabile prodotto medio overdose. A pochi giorni dall'uscita sugli schermi che prende le distanze — per quel che può — dal di Scusa se i poco e di Grand Hotel Excelsior, cosiddetto «film barzelletta». ecco arrivare questo Viuuulentemente mia, che Detto questo, però, un discorsetto a parte va già nel titolo si rifa al grido di battaglia più getto fatto per Diego Abatantuono. Il suo famoso gergo nato del comico milanese, quel cviuuulenza» che surreal-popolare, tutto doppi sensi, parole defor faceva fremere i tifosi milanisti di Eccezzziunale mate, pubblicità TV e neologismi, sta ormai ri veramente. Direbbe il cinéphile: a ciascuno la sua schiando di appiattire la sua vena di attore, per citazione. Del resto, se il «terrunciello» Abatan ridurlo ad una macchietta ripetuta meccanica tuono lavora, per onorare i contratti, a ritmi in mente di film in film. Il pubblico, soprattutto credibili, anche la partner Laura Antonelli non quello giovanile che lo imita fino alla stupidità, lo scherza: dopo Porca Vacca e Sesso e volentieri, vuole così: e con gli incassi non si discute. Ma Nel Paese. Era la gente. rieccola, meno bambolona del solito, a tessere le Abatantuono dovrebbe sapere che fl cinema nel sue trame maliziose, stavolta nei panni inconsue quale milita è un cinema che brucia subito, che Circa otto famiglie italiane su dieci usano ti di una esportatrice di capitali riparata in Spa spreme i «divi» fino all'ultima goccia, senza alcun doveri di casa, le tenere necessità e la realtà mi gna. Abatantuono è naturalmente il poliziotto ritegno. Già ora — dispiace dirlo — Abatantuono almeno due prodotti MiraLanza e questo avviene nuta di tutti noi. Si, la eente si fida molto di meridionale — tenero, fanfarone e pasticcione — pare diventato una caricatura di se stesso, un da molto tempo. che deve riportarla in Italia: una missione impe enonne, imbarazzante monumento alla logorrea: MiraLanza, come di una Duona vicina. gnativa che potrebbe avvalergli una promozione. eppure c'è del talento nella sua «interlingua», nel Da più di due generazioni MiraLanza è radi Questo rapporto speciale e privilegiato è, in E invece, al termine di un avventuroso viaggio di la sua affabulazione continua e smargiassa che cata nella realtà domestica, nella vita quotidia ritorno (tra attcrraggi di fortuna, naufragi, in mira al suono della parola, piuttosto che al si Italia, unico per intensità, dimensione e durata. contri pericolosi e intimità forzate), il nostro eroe gnificato. Per questo, si fermi un po' a riflettere: na, vicina e simile alla cerne. E' stato messo insieme coi fatti: scienza, ri si becca un bel trasferimento in Sardegna. La un film in meno non lo rovinerà di certo. bella finanziera era così potente da ricattare no mi an. Ha gli stessi valori, lo stesso modo di pensa cerca tecnologica, serietà e _ril *.«... tabili e ministri... Quanto all'amore, chi vivrà ve w Ai diMma Matr opoMtan a Maestoso di Roma. re, lo stesso modo di vedere i semplici e sereni rispetto per la consumatrice. U?llrc VINZ4