Valle Del Velino
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Il Cammino di Francesco e la valle del Velino 5° Pacchetto turistico Rieti – Valle del Velino - Santuario di Greccio Indirizzo: Santuario di Greccio - Via del Santuario 02045 Greccio (RI) Telefono 0746.750.127 Fax 0746.751.776 Orari d’apertura al pubblico: 9.00 - 18.00 (19.00 Orario Legale) http://www.provincia.rieti.it/ http://www.camminodifrancesco.it/ Greccio 1 ° G I O R N O Visita al Centro Storico di Rieti: la Cattedrale e il Vescovado, il Teatro Flavio Vespasiano, la cinta muraria romana e medievale, Rieti sotterranea, il Ponte Romano Città principale della Sabina e capoluogo di provincia è situata a circa 400 m. s. m. Il nucleo primitivo della città si sviluppò su un'altura calcarea che ne rappresenta attualmente la parte più elevata e centrale (intorno alla Piazza Vittorio Emanuele e al Teatro Comunale); questo nucleo originario si è andatovia via ampliando per poi estendersi in varie direzioni. L'antica Reate fu una delle più antiche e principali città dei Sabini. Non abbiamo notizie storiche della città prima della conquista romana; nel 211 a. C. Annibale passò sotto le sue mura sulla via di Roma; nel 205 Reate assieme con gli altri Sabini contribuì volontariamente ai rifornimenti di Scipione. Certamente fu mantenuta al grado di prefettura fino al tempo augusteo; in tempi imperiali fu elevata tuttavia a municipio, e sotto Vespasiano accolse un gran numero di veterani, senza avere però il titolo di colonia. Di Reate furono originarî l'erudito Varrone e l'imperatore Vespasiano. Il fertilissimo territorio reatino, bagnato dalle acque del Velino e dei suoi affluenti Turano e Salto, soggetto a lavori idraulici per la regolazione dei corsi dei fiumi sino dalla conquista della Sabina da parte di M. Curio Dentato, fu causa di gravi e secolari dispute fra la città e la vicina Interamna (Terni), dispute per le quali una volta fu chiamato a patrono di Reate Cicerone, che difese la sua causa davanti agli arbitri nominati dal Senato. Durante la dominazione dei Goti fu retta da un priore; dipese poi dal ducato di Spoleto e fu sede di un importante gastaldato. Nel sec. IX la devastarono i Saraceni. In quel secolo e fino alla prima metà del XII, Rieti è retta da un conte. Nel 1149 la città patisce assedio e distruzione ad opera di Ruggero di Sicilia; in quel periodo si colloca l'origine del comune (1171, prima menzione dei consoli). Nel 1198 Rieti fa atto di omaggio ad Innocenzo III (creazione del podestà) e da allora in poi resta sempre fedele alla Chiesa, e più volte sede e rifugio del papa. Durante il periodo avignonese subì in modo particolare le ingerenze dei sovrani angioini, data la sua vicinanza al regno di Napoli, e fu travagliata dalle lotte di parte. Non ebbe difficoltà a riaccostarsi alla Chiesa nel 1354, assoggettandosi al cardinale Alborno. Al tempo della guerra degli Otto Santi, pur non abbandonando le parti del papa, si diede in signoria temporanea a Cecco Alfani, la cui famiglia ebbe poi per vari decennî il predominio in Rieti. Rinaldo Alfani è nominato da Martino V vicario, ma nel 1425 la potente famiglia è bandita. La storia di Rieti non registra, da allora in poi, fatti di molto rilievo; la città appare spesso in contesa con le vicine città abruzzesi per ragioni di confine, e con Terni a causa della Cascata delle Marmore. Nel 1798-99 Rieti fa parte del dipartimento del Clitunno; nel 1809-1814 di quello del Tronto ed è sottoprefettura. Nel 1816 Pio VII la erige a capoluogo di delegazione. Da ricordare, nel 1821 la battaglia avvenuta al Colle di Lesta fra il Pepe ed il Frimont; nel 1831 il vano assalto del Sercognani; nel 1860 (23 settembre) l'ingresso delle truppe italiane. Rieti viene allora assegnata alla provincia di Perugia (fino al 1923), poi a quella di Roma, e nel 1927 diviene capoluogo di provincia. Della Rieti romana rimangono pochi elementi . Sono avanzi di mura in via Pescheria, in via Roma, in via Pellicceria e altrove, da cui si può ricostruire il tracciato della cinta romana. Altri avanzi cospicui di mura perimetrali di una vasta costruzione furono trovati, recentemente, a circa quattro metri di profondità, nei lavori di sbancamento compiuti sulla piazza Vittorio Emanuele e sono ancora visibili. Una costruzione romana d'importanza notevole è il ponte sul Velino, che costituiva la parte terminale di un viadotto ad archi rampanti che si svolgeva quasi in direzione dell'attuale via Roma terminando all'antica porta romana. Alcune parti di questo viadotto si possono osservare in sotterranei di abitazioni lungo la via Roma. Pagina 2 Tra le costruzioni medievali reatine, quella che domina il centro della vecchia Rieti, è tutto l'insieme pittoresco, che va dalla torre campanaria del 1252, dalla cattedrale, dal palazzo papale, fino all'arco di Bonifacio VIII. Del palazzo papale oggi sono restituiti alla luce i grandiosi portici a crociera del 1283. La cattedrale fu iniziata nel 1109; nel 1157 fu consacrata la cripta che ancora si conserva integra, mentre la chiesa superiore, terminata nel 1225, fu internamente modificata nel 1639 quando già, in varî periodi precedenti, erano state aggiunte cappelle praticando aperture nelle due navate laterali. Nella cappella di Santa Barbara, protettrice di Rieti (il cui corpo è venerato, in una bellissima urna marmorea, nell'altare maggiore della cattedrale), la statua in marmo è su disegno del Bernini. Una caratteristica notevole della città di Rieti è quella di avere ancora, quasi completa, la cinta delle mura medievali, sia pure in varie parti restaurate più volte. L'arte della rinascenza e l'arte barocca sono testimoniate nell'architettura di alcune chiese e in diversi palazzi del centro storico. Palazzi degni di essere segnalati sono quello Vecchiarelli in Via Roma, di Carlo Maderno, quello Vincentini (oggi palazzo del governo) con la pittoresca loggia del VIgnola (sec. XVI), il palazzo Sanizi (oggi sede dei Tribunali), l'ex palazzo del Podestà (sec. XIV), ampliato e modificato nel sec. XVII per la costruzione del primo seminario istituito nel mondo dopo il Concilio di Trento, il palazzo comunale con la facciata principale del Brioni (sec. XVIII) con il fianco sulla Via della Pescheria che rimonta al sec. XIII con aggiunte del sec. XVI. Non vanno poi dimenticate per il particolare interesse alcune costruzioni medievali in Via S. Rufo, in via S. Carlo, in via Pellicceria. 2 ° G I O R N O La Salaria e la Valle del Velino Pagina 3 La Salaria è considerata in Italia la via consolare più antica in assoluto. La via attraversa la Valle del Velino e racconta la storia di un territorio ricco di testimonianze, tradizioni popolari e itinerari archeologici di grande valore. In origine con il nome "Salaria" si indicava solo il tratto che unisce la città di Roma a Rieti ma in seguito l’Imperatore Augusto estese il nome all'intero percorso Roma - Rieti - Antrodoco - Porto D'Ascoli (Castrum Truentinum). L'attuale via Salaria segue il tracciato della Salaria Nova, costruita ai tempi dell'imperatore Nerva (96-99 d.C.). Da molto tempo prima la via Salaria, nel suo percorso originario lungo la Valle del Velino, svolgeva già una funzione importantissima, essendo da sempre legata alle attività di trasporto e commercio del sale da cui trae il nome di Via Salaria. La sua importanza risale ai tempi dei Sabini, antichi abitanti del territorio, già dal II millennio a.C. quando era molto frequentata per il trasporto del sale dal Tirreno all'Adriatico. Il fondo stradale era largo circa 4 metri ed era costituito da ghiaia e piccoli ciottoli legati insieme con argilla e sabbia per uno spessore di 50 cm. In alcuni tratti del territorio di Posta (RI) sono visibili le tracce del percorso antico sopravvissute all’interramento causato da eventi naturali o per motivi legati all’intervento umano. Le testimonianze più significative sono emerse presso il comune di Antrodoco in uno dei tratti più angusti della valle del Velino dove la strada sorge incassata in grandi tagli nelle pareti rocciose a strapiombo sul fiume. Nella parte alta della Valle del Velino in prossimità del confine con le Marche, è stato rinvenuto il LXIX migliario della Salaria, risalente al IX secolo a.C. in epoca augustea. Sebbene i lavori di risistemazione abbiano adattato negli anni la strada alle nuove esigenze di scorrimento, la Salaria (SS4) non è cambiata sostanzialmente dall'epoca del suo primo tracciato ufficiale (IV secolo a.C.) e caratteristici rimangono i suoi monumenti e i suoi tratti antichi. Questa importante via di comunicazione fu uno dei principali assi lungo il quale si propagò il Cristianesimo a partire da Roma. Nei secoli VI e VII furono edificate lungo la Salaria una gran quantità di chiese ed abbazie, segno della presenza della chiesa in zone montane molto lontane da Roma. In seguito, a partire dal secolo VIII, si affermarono una serie di chiese e monasteri fondati dai monaci benedettini e dai longobardi convertiti. Nel secolo XIII, fuori dall'attuale centro abitato di Borgovelino, venne costruito il convento di San Francesco fondato secondo la tradizione dallo stesso San Francesco. Da allora, come ai tempi della dominazione romana, la Salaria tornò a ricoprire nuovamente un ruolo fondamentale come via di comunicazione dell'Italia centrale appenninica. Lungo l'antichissimo percorso della via del sale sono stati edificati gli antichi centri di Castel S. Angelo, Antrodoco, Posta, Accumoli, e poi oltre fino al Tirreno. In questa valle densa di boschi e banchi di roccia a picco sul percorso del Velino emerge agli occhi degli osservatori una tecnica costruttiva molto suggestiva. Laddove infatti si sporgeva un blocco roccioso naturale la carreggiata era ed è ancor oggi tagliata nella roccia, con effetti di grande impatto a livello scenografico e monumentale.