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Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea Musée de la Résistance et de la Déportation de l’Isère Association des Amis du Musée de la Résistance et de la Déportation de l’Isère I Musei della seconda guerra mondiale nelle Alpi occidentali tra passato e futuro 23, 24, 25, 26 NOVEMBRE 2005 TORINO/GRENOBLE Articolato in sei sedute consecutive, il convegno si è svolto in due tempi: • 23-24 novembre a Torino, presso il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà. • 25-26 a Grenoble, presso la Maison des Sciences de l’Homme, nel campus universitario. Sedi del Convegno TORINO 23-24 novembre Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà Palazzo dei Quartieri Militari Corso Valdocco, 4a (angolo via del Carmine) GRENOBLE 25-26 novembre Maison des Sciences de l’Homme-Alpes 1221 Avenue Centrale Domaine universitaire 38400 Saint-Martin-d’Hères 2 A sessant’anni dalla fine del secondo conflitto mondiale tre Paesi della regione alpina occidentale, l’Italia, la Francia, la Svizzera, mettono a confronto la rispettiva elaborazione della memoria di quegli eventi e le forme della sua rappresentazione. Dal confronto risultano realtà molto diverse: in Francia, dove si riscontra una fitta presenza di musei della Resistenza e della Deportazione, già da tempo è stato posto il problema del loro futuro e delle loro trasformazioni, dopo la fine dell’“era dei testimoni”. In Svizzera si supplisce in questi ultimi tempi, con frequenti e pregevoli mostre documentarie, a quella che può essere definita una “lacuna della memoria”. In Italia, dove i rari musei della Resistenza hanno sempre avuto vita stentata, si assiste in questi ultimi anni ad un infittirsi di iniziative, che mettono a frutto l’esperienza di ricerca e di formazione didattica degli Istituti storici della Resistenza e della società contemporanea. In tutte queste realtà ci si deve confrontare con i problemi legati al futuro di musei, centri di documentazione e luoghi di memoria dedicati alla Resistenza, alla Deportazione e più in generale alla storia della Seconda guerra mondiale: problemi di rinnovamento dei contenuti e delle forme di comunicazione, nonché di disponibilità politica ed economica dei governi e delle comunità locali. Intorno a questi interrogativi è stato organizzato il convegno internazionale che ha avuto luogo dal 23 al 26 novembre a Torino ed a Grenoble. In collegamento con queste sessioni, il 13 e 14 dicembre 2005 si è svolto a Modena il seminario Luoghi per la memoria, luoghi per la storia a cura dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Modena. Sono state discusse, in tre sessioni, le esperienze di valorizzazione dei luoghi di memoria della Seconda guerra mondiale realizzate in alcuni Paesi europei, con un’attenzione specifica alla loro valenza formativa e alla promozione del territorio e delle culture locali. 3 GRENOBLE 25-26 novembre 2005 4. TAVOLA ROTONDA - I MUSEI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE, ATTORI E PARTNER 5. IL FUTURO DEI MUSEI DELLA RESISTENZA E DELLE DEPORTAZIONE 6. TAVOLA ROTONDA - LE RESISTENZE DI OGGI. QUALE POSTO NEI MUSEI? 4 GRENOBLE 25-26 novembre 2005 Seduta inaugurale Presiede Christine Crifo, vice-presidente del Conseil général de l’Isère, incaricata delle attività dipartimentali sulla memoria venerdì 25 novembre, ore 9 4. TAVOLA ROTONDA I MUSEI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE, ATTORI E PARTNER venerdì 25 novembre, ore 9,30 Testimoni, storici, museografi, associazioni, insegnanti, politici e comunicatori: il ruolo di ciascuno di questi attori varia da un museo all’altro, in funzione della loro storia e del messaggio che essi trasmettono. Qual è il loro peso nelle diverse realtà? In che modo il loro ruolo è cambiato nel tempo e come è possibile valorizzare le sinergie favorite dal museo, quando questi diversi tipi d’interesse s’incontrano? Presiede Anne-Marie Granet-Abisset, Università Pierre Mendès-France, Grenoble Thérèse Cousin, membro dell’ufficio dell’Association des professeurs d’histoire et de géographie de l’Académie de Grenoble Christine Crifo, vice-presidente del Conseil général de l’Isère, incaricata delle Attività dipartimentali sulla memoria Isabelle Doré-Rivé, direttrice del Centre d’Histoire de la Résistance et de la Déportation de Lyon Pascal Estadès, presidente dell’Association des Amis du Musée de la Résistance et de la Déportation de l’Isère Valter Giuliano, assessore alla Cultura della Provincia di Torino Jean-Marcel Humbert, conservatore generale del Patrimonio, Inspection général des Musées (DMF), incaricato dei musei di storia 5 Presentazione del seminario da parte di Anne-Marie Granet Il museo è il punto centrale, l'interfaccia che collega tutti gli operatori e i partner interessati all'argomento, al periodo o alla tematica. Esso ha il compito di custodire i supporti della conoscenza di questo periodo e, soprattutto, di divulgarla presso categorie di pubblico diverse per età, qualità ed esperienza. Trattandosi specificatamente del tema della Resistenza e della Deportazione, il museo deve soprattutto garantire la trasmissione della memoria verificata dei protagonisti del periodo, missione assegnatagli proprio da questi ultimi. Occorrerà quindi riflettere congiuntamente sul ruolo sociale dei musei della Resistenza e della Deportazione, nei confronti delle varie categorie di pubblico che ne sono i fruitori diretti oppure nei confronti di quanti non vi si recano mai, per ciò ch'essi rappresentano nella sfera sociale. In quanto luogo di convergenza della rappresentazione delle diverse conoscenze del periodo, il museo è indotto a presentare i risultati della ricerca storica che fanno evolvere la comprensione. Quale spazio deve occupare il museo nel mettere la storia in divenire a disposizione del pubblico? Come deve agire, sapendo che esiste anche una normale perennità delle esposizioni o delle presentazioni museografiche? Un altro tema riguarda il ruolo della testimonianza e del testimone nel discorso tenuto nei musei così come nell'ambito dell'istituzione museale ma anche, in maniera più generale, nell'incontro che avviene tra il testimone, la memoria e la storia. Questo interrogativo diventa tanto più importante quanto i protagonisti diretti si fanno sempre meno numerosi e che la loro testimonianza di prima mano tende ad essere sostituita da altre modalità o da altri supporti di trasmissione della memoria. Proprio a proposito della testimonianza e della memoria, quale posto occupa, deve occupare e occuperà il museo? Analogamente, attraverso il discorso tenuto nelle sue mostre, il museo stesso contribuisce a modellare una memoria. Si potrà anche riflettere su questa « responsabilità » scientifica, nella trasmissione della memoria e nel ruolo che sarà portato a svolgere con la scomparsa dei testimoni diretti. Ciascun partner o protagonista dei musei intrattiene un rapporto particolare con questi ultimi; elabora pratiche e rappresentazioni del ruolo che deve svolgere; gli attribuisce una funzione precisa in base alla sua posizione, alle aspettative, alle pratiche e alle rappresentazioni, che sono nel contempo complementari e contraddittorie. In che modo i responsabili dei musei devono gestire tutto questo? Sarà altresì interessante interrogarsi sul ruolo specifico del museo rispetto ad altri vettori della conoscenza (altri mezzi di comunicazione e supporti,…). Thérèse Cousin L’insegnante di storia è uno dei principali fruitori di questi musei e per il fatto stesso di incentivare – o di obbligare – i suoi allievi a recarsi al museo, è responsabile di una larga parte del pubblico "forzato". Da cosa dipende il fatto che un insegnante si rechi o meno in un museo per affrontare un suo argomento didattico? Cosa vorrebbe trovarvi? Quali sono le specificità della visita del museo rispetto all'invito di un testimone in classe? Esiste un'evoluzione nella pratica del museo da parte degli insegnanti? E perché? Isabelle Doré-Rivé Come funziona un museo che dipende da una grande città come Lione? Quali sono i suoi rapporti con gli insegnanti, gli storici (l'Università) e le associazioni? Qual è la sua libertà di manovra nel programma scientifico e nella scelta delle tematiche delle mostre temporanee? Come avviene il rinnovamento di una tale istituzione, a dieci anni dalla sua inaugurazione? Quali sono le nuove sfide? 6 Valter Giuliano Perché i politici scelgono di sostenere e di finanziare istituzioni di questo tipo? Quali sono le loro motivazioni? Come concepiscono il loro ruolo nei confronti della politica scientifica e culturale, tra memoria e storia? In altre parole, dove finisce il ruolo del conservatore o dell'équipe scientifica e cultuale e dove inizia quello del politico? Quale ruolo desiderano che il museo svolga in materia di educazione civica rispetto ad altre istituzioni (in particolare, la scuola)? In che modo i politici percepiscono e considerano gli altri protagonisti e partner, in particolare i testimoni, le associazioni e gli insegnanti? Jean-Marcel Humbert, conservatore generale del Patrimonio presso l'Ispettorato Generale dei Musei (DMF), incaricato dei Musei di Storia. Qual è la situazione dei musei in Francia e quale è stata la loro evoluzione nel corso degli ultimi 10 anni? A che tipologia museale (storia, guerra, società, sito, memoriale, persona, ecc.) possono (o devono) essere ricollegati? In che modo questi musei si organizzano rispetto alla nuova legge in materia? In che modo lo Stato percepisce il ruolo di tali musei e, a tale proposito, qual è la funzione