CRONACHE DAL LICEO ARTISTICO E MUSICALE EDIZIONE DI GENNAIO 2019 TESTATA AUTOPRODOTTA Prof.ssa Dalmasso Giorgia e allievi: Arcostanzo Pietro, Arese Anastasia, Barra Lisa, Barucco Michele, Bongioanni Matteo, Cagnoli Elisa, Capetta Elisa, Ca- vallera Maite Lucia, Cimmino Anastasia, Cottone Sophie, Galleano Martina, Marro Teresa, Muratore Gianmario, Musso Cristian, Origlia Caterina, Piacenza Giovanni, Pellandino Nicole, Pesce Marta, Rasetti Giulia, Rossi Beatice, Somà Anita e Tassone Elisa RUBRICHE PAG. 8, 9, 10 E 11 LASCIATEVI CRONACA PAG. 1, 2, 3 E 4 INTERVISTA PAG. 6 E 7 CONTAGIARE LA POSTA DI BOBO PAG. 15 LO SCHIAFFO Giorgia Dalmasso Epidemia di politicamente corretto “Operazione capace di cambiare il mondo, l’attività poetica è rivoluzio- Gianmario Muratore bito considerati come immorali, se non naria per natura”. peggio. Prendo in prestito le parole di Octa- Un briciolo di menefreghismo, su! vio Paz per dare voce ad una inizia- Necessiterebbe imparare, invece che a tiva che, a ben guardare, è tutt’altro dosare i vocaboli, a ridimensionare la che isolata. Che si tratti delle “Briga- considerazione che si dà alle uscite altrui. te di azione poetica” promosse da “Non ragioniam di lor, ma guarda e pas- Chiara Carminati a Scrittorincittà o sa” recitava qualcuno molto più ragguar- di #poeteppisti, ovvero il flashmob devole di me. (Dante Alighieri, Canto III di studenti che imbrattano le città di dell’Inferno) poesie inventato dal prof. più in voga E se proprio a star zitti non si riesce, si del momento (per chi ancora non co- risponda a tono, invece che vittimizzarsi. noscesse Enrico Galiano, consiglio la Ma questo “politicamente corretto” da lettura dell’articolo di Elisa Cagnoli dove è saltato fuori? nelle pagine interne), il concetto non Tutta questa pazzia è scaturita dagli irre- cambia. Il mondo ha bisogno di poe- movibili moralismo e buonismo che con- sia! Ha bisogno di riscoprire il proprio tinuamente bombardano i crani e le idee linguaggio interiore e primitivo. Per- degli sprovveduti. ché pochi codici come quello poetico Oggigiorno si è portati sempre più a do- Ma scagliamo un sasso contro questa ve- hanno la capacità di veicolare pensie- ver pesare sulla bilancia del politicamen- trata di ipocrisia e analizziamo meglio il ri ed emozioni sfruttando la densità te corretto ogni frase, parola e sillaba si significato di questo atteggiamento irri- semantica della lingua. E se le parole voglia dire. tante. hanno un peso, esso è sicuramente Che spropositata scocciatura! Il sacro dizionario spiega: il politicamente più percettibile là dove quelle stes- Non poter esser liberi di usare aggettivi corretto è l’atteggiamento di rispetto nei se parole non solo danno forma al e sostantivi appartenenti alla propria lin- riguardi dei diritti delle minoranze, e dei mondo, ma più spesso lo creano e lo gua è inconcepibile. gruppi, socialmente più deboli. liberano. Ebbene lettori, per alcuni è ritenuto op- Qui qualcosa non torna. Non stupitevi dunque se vedrete portuno, poiché determinate voci sul vo- Come sarebbe a dire “gruppi socialmente comparire nei corridoi del liceo testi cabolario possono risultare dispregiative. più deboli”? d’autore o di giovani scrittori in erba Le parole di per sé non hanno accezione Predicare rispetto per qualcuno che tu che null’altro vogliono dimostrare se negativa (a meno che non si tratti di con- stesso definisci inferiore, a parer mio, è non che la poesia è la “prova affasci- tumelie e ingiurie varie) ma siamo noi ad sinonimo di una forte incoerenza. nante della superflua grandezza di attribuirgliela. Sono sicuro che i “gruppi socialmente ogni opera umana”. Non è la pistola ad uccidere, ma chi la più deboli” si sappiano difendere al me- impugna. glio, senza necessitare della protezione Ad esempio deficiente, che letteralmen- di chi li denigra. te significa “colui che defice” - dal latino E infine, abolire termini di origine latina o greca, in nome di un qualcosa la cui ori- A.S. 2018-2019 deficere, ossia “mancare” - viene usato spesso e volentieri come offesa. gine si afferma al XX secolo, è incoscien- Ribadisco, la colpa non è della parola in te, balordo e deleterio e non risolverà il sé ma di come la si usa. problema. Veniamo al dunque, evitando ulteriori Trovo più politicamente scorretta questa ciance. censura, che adottare un “termine ingiu- La verità è che si è diventati tutti troppo sto”. puntigliosi. Non ripieghiamoci agli stolti! Non si può aprir bocca che si viene su-

1 CRONACA

IL LATO OSCURO DI FACEBOOK

Caterina Origlia ma anche delle loro amicizie. è detto che alcune aziende hanno avu- Contattato per rispondere alle accuse, il to accesso a messaggi, solamente dopo Eh già, anche uno dei social più famosi direttore della privacy di Facebook Ste- azioni esplicite dei proprietari degli ac- del mondo ha i suoi lati oscuri. ve Satterfield ha dichiarato che nessu- count. Un esempio molto semplice da Dopo l’ennesima accusa mossa dal na sorta di partnership con le suddette fare è quando un utente vuole leggere New York Times ai big della Silicon aziende avrebbe violato la privacy degli i messaggi su Facebook pur essendo su Valley, è stato accertato che il famoso utenti. Affermazioni confermate succes- un’altra app. social network diede per anni ad alcu- sivamente dal social sul proprio blog, Successivamente anche le società coin- ne tra la più importanti società esistenti dove si legge che nessun accordo è an- volte hanno smentito le accuse rivolte (come Spotify, Apple, Netflix ecc. ecc.) i dato a violare la privacy delle informa- loro dal giornale e non solo. dati personali dei suoi utenti. zioni senza permesso di accesso da parte “In nessun momento abbiamo avuto Per sostenere le sue tesi, la famosa te- degli utenti. accesso ai messaggi privati delle perso- stata giornalistica ha citato centinaia di Come spiegato dal NYT, ci sono stati ac- ne su Facebook o richiesto la possibilità documenti e una cinquantina di ex di- cordi di due tipi: il primo consente agli di farlo” commenta uno dei portavo- pendenti della piattaforma. utenti di accedere all’account o a funzio- ce di Netflix. “Bing non ha conservato Per fare degli esempi, alla Apple sareb- ni del social su più dispositivi e altrettan- i profili basati sui dati di Facebook per be stato dato l’accesso ai contatti ed te piattaforme di svariate compagnie, il scopi pubblicitari o di personalizzazio- al calendario degli utenti, ad Amazon secondo permette l’incremento dell’e- ne” ha replicato l’azienda Microsoft. invece sarebbero stati forniti i nomi e sperienza sui vari social (per esempio si “Utilizziamo le informazioni solo in con- le informazioni dei contatti e a Bing, ha la possibilità di vedere suggerimenti formità con la nostra politica sulla pri- invece, (motore di ricerca di Microsoft) degli amici di Facebook pur essendo su vacy” risponde Amazon. la possibilità di vedere i nomi e molte altre applicazioni e siti popolari). Nel post Negli ultimi tempi Facebook ha conti- delle informazioni non solo degli utenti della società capitanata da Zuckerberg si nuato a ribadire come tra i loro punti saldi ci sia la “non vendita” dei dati dei propri utenti. Tuttavia, nonostante le diverse inchieste e indagini, il proble- ma non cessa di esistere, soprattutto se prendiamo in considerazione le mo- dalità con cui per anni e anni le infor- mazioni degli utenti sono state girate e rigirate tra le varie aziende senza tener conto delle politiche sulla privacy mes- se in atto dalle società stesse.

ARCA FAMILY, ARTE A DOMICILIO Elisa Capetta e Marta Pesce Ryts Monet, ospite a casa Massimino-Provenzano in Via Sa- Venerdì 30 Novembre e Sabato 1° Dicembre, si è svolto, in luzzo, tratta l’arte contemporanea. Via Roma a Cuneo, un progetto dal titolo: “Arca Family”. Il progetto è stato utile per sensibilizzare all’arte e alla creati- Alcuni cittadini hanno ospitato a casa propria importanti ar- vità la popolazione e coinvolgere anche le persone più intro- tisti di diversa provenienza geografica e culturale. verse. Proprio per questo crediamo che si potrebbero propor- A questi ultimi veniva offerto vitto e alloggio, e loro, duran- re più frequentemente attività di questo genere. te il soggiorno, lavoravano ad un’opera che avrebbero poi donato ai loro ospiti. Gli artisti erano Paolo Gonzato, Irene Fenara, Calori&Mail- lard e per ultimo ma non meno importante Ryts Monet. Paolo Gonzato, ospitato a casa Capponcelli-Giuliano in Via Roma, si occupa di design e moda, che si fondono insieme in opere che esprimono il pensiero dell’artista secondo cui la creatività può essere evasa in infiniti modi. Una delle sue creazioni più celebri è il “pattern a rombi”. Irene Fenara è stata ospitata in Via Armando Diaz a casa Gallo (Grazia Gallo, professoressa di grafica del nostro Li- ceo, ci ha coinvolti come gruppo classe nel progetto). L’ar- tista, aiutata dalle telecamere di sicurezza, realizza video e foto sul tema horror. Calori&Maillard, risiedenti a casa Frusibrizio, si occupano di arte in ambito ambientale, più precisamente di rigenerazio- ne urbana.

2 CRONACA

LA DONNA CHE CAMBIÓ LA FACCIA DELLA TERRA

Anastasia Arese li che le viene generalmente La notizia, arrivata in ritardo “Com’è riuscita una donna attribuito (il nero) risulta im- a Cleopatra, le toglie ogni si- minuta e sola, in un mondo probabile ed è possibile che curezza: poche parole hanno antico dominato dagli uomi- fosse rosso/biondo, inoltre rotto tutte le sue certezze, i ni, a portare il regno d’Egit- esteticamente Cleopatra non progetti per il figlio Cesarione, to a una delle sue massime combacia con le sue rappre- ma si rialza subito, più forte e espansioni di tutti i tempi e sentazioni cinematografiche, agguerrita. La storia di Cleopa- a diventare una delle stel- icone di avvenenza e bellezza. tra è appena iniziata. le più brillanti della Storia?” Ciò non toglie che Cleopatra I capitoli che seguono rac- Esordisce così Alberto An- fosse una donna affascinante, contano il resto: il subbuglio gela, paleontologo, natura- come viene detto nel primo di Roma, l’incontro e la lunga lista, divulgatore scientifico capitolo: “Il fascino di questa storia d’amore fra Antonio e e giornalista, nel suo nuovo donna è impalpabile quanto Cleopatra, la conseguente bat- libro “Cleopatra”, presentato la scia di profumo che lascia taglia di Azio contro Ottaviano durante una conferenza te- dietro di sé. E proprio come vulgazione storica, rigorosa, e l’alba dell’impero. Il tutto si nutasi il 16 dicembre scorso accade per un profumo, il suo anche una piacevole lettura. conclude con la fine della sto- al teatro Toselli di Cuneo. vero segreto, più che nella L’opera inizia con un capitolo ria della regina d’Egitto, che vi Il testo tratta, come si può bellezza, risiede nelle sensa- dedicato alla descrizione di lascio scoprire da soli. dedurre dal titolo, le vicende zioni che evoca in chi le è ac- Roma a cui ne segue uno che “La regina che sfidò Roma e di una delle donne più vene- canto.” Cleopatra era dunque narra, minuziosamente, ora conquistò l’eternità” unisce rate e misteriose della storia, una donna colta, capace di per ora, il giorno 15 marzo tutti gli elementi che cono- Cleopatra VII, della dinastia usare le parole e di cambiare del 44 a.C., noto per l’assas- sciamo della storia di quella Tolemaica, e della sua fonda- le sorti di un impero, grazie sinio di Giulio Cesare, amante magnifica donna, in un - fan mentale presenza nella storia al suo fascino, specialmente di Cleopatra. tastico racconto completo e dell’Impero Romano, le cui quello della sua mente. Durante la conferenza, l’au- coinvolgente. Personalmente sorti, senza, sarebbero state Il libro è una sorta di roman- tore ha paragonato questo non so dirvi se è vero che se ben diverse. zo storico, in cui si affiancano capitolo alla sceneggiatura il naso di Cleopatra fosse sta- Viene descritta come “Cata- dati e aneddoti (il cui reperi- di un thriller. Credo che non to più corto, sarebbe cambiata lizzatore della storia” e affian- mento è stato tutt’altro che ci possa essere paragone più l’intera faccia della Terra, ma cata ad altri personaggi, in- facile, in quanto molti scritti adatto: Roma è fredda, vuota, so per certo che grazie, non fluenti a Roma, come Cesare, sono ostili a Cleopatra e a Cesare, nonostante il palpa- alla bellezza oggettiva, ma alla Marco Antonio e Ottaviano. Marco Antonio) alle sensa- bile clima d’ostilità, si presen- ricchezza e al fascino della sua La descrizione che ne fa Al- zioni dei personaggi, questo ta alla curia, le 23 pugnalate conoscenza, è stata quello che berto Angela differisce mol- per farci sentire più vicini e alla schiena e infine il corpo a è stata. E nonostante sia sta- to da quella a cui, per anto- coinvolti nelle loro vicende, terra, in una pozza di sangue, ta sconfitta, alla fine “è stata nomasia, abbiamo sempre perché, di fatto, la storia è an- che “Sembra stia cercando un sconfitta come regina, ma ha associato la figura della - re che un racconto. nuovo orizzonte, quasi fosse vinto come donna” ed è così gina d’Egitto: innanzitutto la Alberto Angela riesce per- la vita che abbandona il cor- che voglio ricordarla. sua provenienza è caucasica, fettamente in questo scopo po di Cesare in cerca dell’im- pertanto il colore dei capel- e rende quella che è una di- mortalità della storia”.

NESSUNO DORMA Anastasia Cimmino sua forma... e colore. e nessuno aveva più voglia di seguirle. Questo è stato il motto del Pride di Torino. Dobbiamo ringraziare Sylvia Rivera se Io vorrei ringraziarla, Sylvia Rivera, e A giugno, il consueto corteo è stato aper- oggi anche noi possiamo scendere in tutti quelli che come lei (e con lei) han- to da una banda, a ritmo dell’iconica strada a manifestare: durante gli anni no detto “basta”, perché quella che vie- “YMCA”, seguita da carri colorati e gente Sessanta, negli Stati Uniti, le persecu- ne definita una “carnevalata” è in realtà che si divertiva. zioni, i pestaggi e le retate contro gli qualcosa di rumoroso e gioioso, ed un Centoventimila. Eravamo centoventimila, omosessuali erano all’ordine del giorno. mezzo potente per alzare la voce. in piazza Castello, a Torino, per difendere Decenni di oppressione furono la mic- Questo mondo ha bisogno di persone ciò che è giusto. cia che fece accendere la prima rivolta. sveglie, attive e pronte a combattere. Disparati striscioni e messaggi politici Fu proprio lei a rispondere, per la prima Nessun dorma! Mai. sono comparsi per le strade della città, volta, alle violenze subite, scagliando la ovviamente in chiave provocatoria: dal- sua scarpa col tacco contro ad uno di le critiche verso il ministro Fontana (che quei poliziotti. professa la non esistenza delle “famiglie In onore a questo gesto di ribellione un arcobaleno”), alle indignazioni per la chiu- anno dopo fu organizzato il primo Gay sura di porti e frontiere. Famiglie, giova- Pride, in cui i partecipanti scesero in ni ed anziani, che sfilavano mostrando il strada indossando gli abiti più sgargian- loro orgoglio -”arcobaleno”, o no - con un ti che avessero. Il messaggio era chiaro: unico scopo: promuovere l’amore, in ogni le regole sociali erano regole oppressive 3 CRONACA

TRAGEDIA MUSICALE Il concerto di Corinaldo? Disgrazia prevedibile ed evitabile. Pietro Arcostanzo Tra le centinaia di feriti ci o sicurezza? Ma quello che lascia senza pa- sono anche sei morti, di cui Nella vicenda sono molte le role è il commento di chi giu- Era circa l’una di notte a Co- cinque ragazzi minorenni e cose che non vanno. Il primo dica questo numero abbon- rinaldo, provincia di Ancona, una donna. errore viene commesso dallo dante “una cosa normale e che quando in un locale abba- Lasciando da parte i gusti staff organizzativo dell’artista, c’è da sempre” oltre ai migliaia stanza conosciuto, il “Lanterna musicali, nonostante un ge- che fa corrispondere due orari di commenti di coloro che pur Azzurra”, le persone ballava- nere non ci possa piacere, (e cioè le 22:00) per due con- di trovare un colpevole accu- no aspettando Sfera e basta, ognuno è libero di ascolta- certi: l’artista infatti la stessa sano l’artista dell’accaduto… probabilmente il trapper più re ciò che vuole, senza esser sera avrebbe dovuto esibir- conosciuto del momento. giudicato, o essere preso di si in un’altra discoteca, che Conseguenza Ad un certo punto, un odore mira… analizzando l’azione da Ancona dista circa un’ora Sfera, oltre alle scuse sui social, acre e fastidioso inizia a dif- in sé, non è la prima volta di macchina; come poteva- si è tatuato sulla tempia sei fondersi tra la gente, proviene che succede una cosa del no dunque coincidere i due stelle in ricordo delle vittime, da una bomboletta conte- genere. Spray urticante è già orari? Con quale guadagno cosa che sicuramente non le nente spray al peperoncino. stato spruzzato a concerti di stampare gli stessi coupon farà tornare in vita… Immediatamente si diffonde altri artisti, fortunatamente pubblicitari, uguali identici Intanto in ospedale c’è ancora il panico, la gente - che non senza gravi conseguenze, anche nell’ora, ma cambiando chi lotta per la vita e chi se ne riesce a respirare bene e ha questa volta invece il gesto per la metà di questi il nome esce con qualche osso rotto gli occhi in fiamme - inizia a irresponsabile e pericoloso del locale? Naturalmente il o qualche muscolo stirato, se cercare un’uscita. Le uscite (dato che una cosa del gene- tutto ha fatto tardare l’arrivo non con una prognosi peg- di sicurezza sono tre ma, a re non si può definire scher- del musicista di quasi 3 ore, giore come quella di sindrome detta di un testimone, una di zo) è costata la vita a sei per- e quando è accaduta la tra- da schiacciamento o trauma queste è bloccata, anche se sone. Davvero chi ha fatto gedia Sfera stava viaggiando cranico e toracico. Dell’acca- questa voce viene successiva- tutto ciò non aveva “messo verso Ancona. duto nessuno ha ancora par- mente smentita dal questore in conto” che potesse suc- Ma sono ancora più in fallo i lato, molti non se la sentono di Ancona. cedere questo? Davvero gestori del locale: lasciando di raccontare di quella sera: Una delle tre porte, collega- non aveva pensato a quanto stare la difficoltà nel rintrac- dei soccorsi che hanno tardato ta con una passerella, dà su dolore avrebbe potuto pro- ciare tra coloro che entravano ad arrivare e dei tre infermie- un parcheggio. Ebbene, l’im- vocare? E per cosa? Proba- un oggetto così piccolo quan- ri presenti di norma nel locale palcatura non dovrebbe co- bilmente per manifestare la to pericoloso in queste situa- che non erano sufficienti per stituire un pericolo dato che sua disapprovazione verso zioni, i posti venduti erano di soccorrere tutti, dei ragazzi la profondità è di appena un un certo genere musicale e molto oltre il limite (se il loca- che, aiutatisi a vicenda, hanno metro e la lunghezza di un chi lo ascolta… anche dopo le era stato costruito per con- visto morire sei persone… paio di metri, eppure l’agita- aver pagato un biglietto per tenere 900 persone, i biglietti E ora il carico più grave e pe- zione e la calca nella fuga ge- entrare… ma tutto questo venduti per quella sera erano sante resta a chi ha perso un nerale portano alla catastrofe. poteva esser evitato se solo quasi 1400…). figlio o un amico quella sera. Mentre all’esterno del locale le norme di sicurezza fossero Tutto ciò per guadagnare Come dice il padre di uno dei alcuni ragazzi si raggruppano state rispettate… qualcosa in più, fregandose- ragazzi: “Chi mi ridà mio figlio? e chiacchierano e la gente da E allora è questo che stiamo ne altamente della sicurezza e La mia vita è finita oggi”. dentro spinge per uscire, la diventando… animali dalla della vita altrui. balaustra ha un cedimento e mente chiusa e dalla visio- subito dopo crolla: urla, pani- ne distorta della realtà? Che co, una risata sguaiata, gente fanno di tutto per manifesta- che si aggrappa per rimanere re la propria opinione o per sopra, gente che finisce sot- guadagnare… anche sulla to… pelle degli altri? Quale brutto scherzo?

Tra quattro mura Matteo Bongioanni e Alice Caselli zionarsi con altri o di conoscere persone. Non si tratta però “Sono inadatta, incapace, stupida e di troppo.” di disturbo di panico o agorafobia, bensì di Hikikomori: una “Vorrei aprire quella porta, ma ho paura.” sindrome molto diffusa in Giappone tra i ragazzi che, nati “L’impotenza che provo davanti a determinate situazioni mi in famiglie opprimenti e asfissianti, decidono di rinchiudersi uccide.” nelle quattro mura della loro stanza interagendo con ester- A parlare, o meglio a scrivere sulla chat del blog Hikikomori Italia, è Andrea: una ragazza italiana che da sei anni ha deciso di vivere chiusa nella sua stanza per paura di uscire, di rela- Continuazione nella pagina seguente 4 CRONACA

ni solo per bisogni estremi. Solitamente questi ragazzi si considerano inadatti alla società in cui vivono e ancora più spesso creano attorno a loro una comfort zone composta da videogiochi, libri, fumetti e Internet. La concretezza che li circonda viene letteralmente sostituita da una realtà vir- tuale da cui dipendono e a cui sentono di appartenere. Il vero problema che risulta da alcune indagini condotte in Italia è che questo fenomeno si sta sempre più diffonden- do nel nostro Paese. Le cause non sono uguali per tutti, ma variano da soggetto a soggetto e le persone colpite possono anche essere adulti con famiglia e lavoro. Anche se gli hikikomori non se ne rendono conto, è molto impor- tante star loro vicini affinché non perdano il contatto con le persone che li amano ed è ancora più importante che, se presentano stadi avanzati di questa sindrome, siano seguiti da psicologi. L’Italia si sta lentamente mobilitando per diffondere infor- Il messaggio che queste associazioni vogliono diffondere in mazione e combattere questa sindrome: un esempio l’ab- tutto il mondo è semplice: a volte la realtà è difficile e perico- biamo qui a Cuneo dove l’associazione dei giovani Tom- losa e questi sono ragazzi che non hanno il coraggio di uscire masini porta avanti il “Progetto Hikikomori”. Una fitta serie dalla loro zona confortevole e mettersi in gioco in un mon- di iniziative che si prefissa di aiutare chi, nella provincia di do così grosso. In un mondo che invece di cercare di aiutarli Cuneo, è affetto dal disturbo: aprire una pagina Instagram punta loro il dito contro e li disprezza. Quello che chiedono a per diffondere il messaggio, stampare degli adesivi e fare tutti di fare è smettere di giudicare chi è meno coraggioso e propaganda sono solo alcuni esempi dell’attività del grup- provare a rendere il mondo più sereno e semplice. po.

UNO SCRITTORE AL GIORNO Enrico Galiano, quello che ascolta Elisa Cagnoli

Enrico Galiano nasce a Pordenone nel 1977, insegna in una scuola di periferia. È noto ormai il suo motto “Non ti ascolta- no, se tu per primo non li ascolti”. Quanti di noi, dalla parte degli studenti, e quanti di voi, dalla parte degli insegnanti, ci siamo sentiti poco capiti? Quante volte ci siamo persi nei nostri pensieri quando un professo- re ci illustrava la sua lezione, fregandocene, come se il no- stro compito non fosse quello di ascoltare. E quante volte i professori hanno sorvolato sui nostri problemi, senza darci peso, senza soffermarsi quei due secondi, giusto il tempo di capire che non siamo una banda di asini, ma che, se spronati, nella nostra mente c’è qualcosa di buono che vale la pena di ascoltare? Credo che il motto di Enrico Galiano sia quello che manca, la legge non scritta, per far sì che nella scuola ritto alzarsi in piedi e dire “Prof, ma dove ha preso la laurea!” non ci siano solo persone, ma voci che dialogano. L’unica condizione è che ogni volta che il professore sarà Continuando a parlare della sua carriera scolastica, voglio corretto, l’alunno dica la cosa giusta. Enrico racconta che per raccontarvi di una vicenda in particolare, giusto per farvi ca- un’ora di fila, senza pausa, tutta la classe era pronta a stanare pire chi vi trovereste davanti se un giorno (per fortuna vo- ogni minimo errore. “Tutti con un libro in mano” dice “e ci stra!) incontraste Enrico. godevano un sacco ad alzarsi e a far finta di sgridarmi!” Un giorno, nella sua classe, è entrato dicendo che avrebbe Grazie al suo metodo di insegnamento nel 2015 è stato in- fatto una “Lezione sbagliata”. Potete immaginarvi le espres- serito nella lista dei 100 migliori insegnanti d’Italia dal sito sioni degli alunni ad una esclamazione del genere. Qualcuno www.masterprof.it. Ha creato, inoltre, la webserie “Cose da rispose ridendo “Ci insegna a sbagliare prof? Perché io sono prof.” che ha superato i venti milioni di visualizzazioni su Fa- un genio in materia!” e diciamocelo, chi di noi non lo è? Ma cebook. Si può concludere la sua biografia di insegnante di- la lezione che Enrico ha proposto ai suoi alunni non c’en- cendo che ha dato il via al movimento dei #poeteppisti, ov- trava niente con l’idea dei ragazzi, anzi: la lezione sbagliata vero il flashmob di studenti che imbrattano le città di poesie. è una lezione in cui il professore spiega un argomento di- Ma oltre ad essere un grande insegnante, è anche un noto cendo un sacco di cose non vere, ad esempio - dice proprio Enrico - che Carlo Magno non aveva figli, o che la capitale del suo impero era Roma. Quando gli alunni si accorgeranno del fatto che le affermazioni non sono vere, dovranno di di- Continuazione nella pagina seguente 5 INTERVISTA scrittore. Diventato conosciuto come tale, specialmente provare qualsiasi cosa pur di trovare il loro motivo speciale dopo la pubblicazione nel 2017 del libro rivelazione “Eppure per cominciare a vivere senza incertezze. Quando si incon- cadiamo felici”. trano, la voglia di vivere che hanno dentro è tangibile ed im- La protagonista è Gioia, che è tutt’altro che allegra (come pressa nei loro volti; si scambiano una promessa: ognuno di invece indicherebbe il suo nome). Ha diciassette anni e a loro farà, accompagnato dagli altri, quell’unica fondamentale scuola si sente un’estranea, perché lei non è come gli altri. cosa che, da lì a vent’anni, si pentirebbe di non aver fatto. Clo Non è interessata all’attualità, alla moda. La sua felicità è le- sa come aiutarli: basta scrivere su un bigliettino cosa li ren- gata ad una passione speciale, quella di collezionare parole derebbe felici. Lei, ad esempio, ha uno zaino pieno di motivi intraducibili di tutte le lingue del mondo. Le parole intradu- per cui vale la pena vivere. Giorgio e Filippo dovranno tro- cibili sono parole che esistono solamente in una lingua, e che vare il loro motivo speciale, ma Clo non riesce a condividere per essere quindi tradotte hanno bisogno di giri di parole e con loro la sua più grande speranza per il futuro, perché a di frasi articolate. Come Komorebi, una parola giapponese, diciassette anni è difficile lasciarsi guardare dentro, e credere che viene tradotta con: l’effetto particolare della luce del sole che esista qualcuno pronto ad ascoltare i segreti che non si quando filtra attraverso le foglie degli alberi. Nessuno cono- è pronti a rivelare. Per riuscirci, non bisogna aver paura che sce questa sua passione fino a quando incontra Lo. Parlando arrivi la felicità ma bisogna afferrarla. con lui, si sente capita, ma la felicità a volte può durare solo Concludo dicendovi che Enrico scrive di ragazzi perché ogni un attimo. volta che li osserva, in classe o a ricreazione, gli viene da ur- Nel 2018 Enrico ha pubblicato un nuovo romanzo, intitolato lare quanta bellezza, quanta forza e quanto coraggio c’è lì “Tutta la vita che vuoi” i cui protagonisti rimangono degli dentro (sono parole sue). adolescenti, Filippo Maria, Giorgio e Clo, che decidono di

INTERVISTA AL VICEPRESIDE MANDRILE Giovanni Piacenza

NOME: Fabrizio Mandrile

ETÀ: 46 anni

FAMIGLIA: Sono felicemente sposato dal 2000 e ho 2 figlie.

PERCORSO DI STUDI: Io mi sono diplomato geometra, poi mi sono iscritto a fisica, mi sono laureato con la laurea spe- cialistica in fisica teorica e dopo due anni di lavoro mi sono iscritto a una scuola di specializzazione in matematica che è durata 2 anni, in seguito a questi studi sono entrato di ruolo e dal 1998 faccio l’insegnante.

ORA PARLIAMO UN PO’ DI LEI DA GIOVANE, CHE TIPO DI RAGAZZO ERA? Ero un ragazzo che amava divertirsi, stare all’aperto, ho sem- pre avuto la passione dello sport e soprattutto per quelli di resistenza tipo il ciclismo e le corse in montagna. UNA COSA CHE NOI STUDENTI NON CI ASPETTEREMMO DA LEI UN EPISODIO CHE HA SEGNATO PARTICOLARMENTE LA Cucinare, mi tocca farlo perché in famiglia mia moglie ed io SUA GIOVENTÙ ci suddividiamo i compiti e purtroppo quando cucino non La prima volta che mio padre mi fece guidare il suo camion. sempre ho dei risultati straordinari, te lo possono conferma- re le mie figlie che sanno di dover mangiare soltanto ver- LEI È ABITUATO A VALUTARE GLI STUDENTI MA COME VA- dure crude, e quindi mi metto grembiule, capelli indietro e LUTEREBBE SE STESSO? cucino, non credo che la gente si immagini il sottoscritto in Molto spesso sento il bisogno di autovalutarmi ma dato che una situazione simile. non credo di essere così bravo nell’autovalutazione chiedo alle persone che amo, ma molto spesso sono proprio queste persone a dirmi che forse è il caso di essere valutato perché COSA NE PENSA DI QUESTA INIZIATIVA DEL GIORNALE non mi sto comportando benissimo; da solo è complesso ma SCOLASTICO? con l’aiuto di chi ci si fida si può fare. Penso che sia una bella scelta da parte vostra e che siate davvero ben supportati dall’insegnante Giorgia Dalmasso. È DIVENTATO CIÒ CHE AVREBBE VOLUTO ESSERE? Credo che faccia bene a tutti essere coinvolti da delle pas- Non ho mai saputo bene che cosa essere e non sioni, anche al di fuori della loro cerchia normale di amicizie lo so nemmeno adesso, diciamo che sono una persona che non ha ancora deciso bene cosa essere, ma questo per me Continuazione nella pagina seguente è un punto di forza perché mi permette di continuare una qualche ricerca. 6 INTERVISTA

e trovare delle passioni dentro la scuola ma che vadano Ho poi chiesto al professore di vedere la nuova aula di MNT e oltre le varie discipline scolastiche. così ho potuto fargli qualche altra domanda.

COM’È ESSERE VICEPRESIDE? COME E QUANDO SARÀ UTILIZZABILE LA NUOVA AULA? Questa mia esperienza da vicepreside è lunga perché ormai Allora, ci sono 28 computer che devono solo essere montati, 2 sono 7 anni. È sicuramente molto faticoso però posso dire postazioni per i docenti con sedia “extracomoda” quindi ogni di aver imparato molto perché, secondo me, facendo il vi- volta in cui il professore entrerà in ritardo vi potrete stendere cepreside ho potuto conoscere la scuola da molti punti di voi, banchi nuovi. Ora si procede con il collaudo ma di qua vista che prima ignoravo, la maggior parte dei miei colleghi a poco si parte. Tra questi lavori e altri è in ballo una cifra di lo fa tuttora, ma a me fa piacere aver visto tutto un mondo 150.000 Euro perché abbiamo comprato dei Mac, le televisio- che non immaginavo esistesse. ni touch costano care... Bisognerà poi provvedere a sistema- re anche altri aspetti dell’istituto, altre aule hanno bisogno di COM’ È L’AMBIENTE IN PRESIDENZA? tende, c’è bisogno di altre smart tv, il montaggio, il trasporto, Non si può dire che sia un ambiente leggero perché se- l’IVA, le tasse, tutte cose che portano appunto a quel costo. condo me il nostro preside ha delle pretese elevate, giusta- Questi soldi arrivano da un progetto che si chiama “Progetto mente, che coinvolgono il professor Formisano, il professor PON”. Questi soldi non arrivano da chissà quale fonte, sono Cioce e di recente anche la professoressa Albanese e la pro- fondi europei; quando noi pensiamo che l’Europa sia un clan fessoressa Parola e quindi lo staff subisce un certo ritmo di di incapaci, politici che pensano sempre alla loro poltrona ci lavoro che non sempre è facile sostenere. sbagliamo, non è sempre così, per esempio in questo caso è stata fondamentale. Oltre a tutti i lavori riguardanti l’aula è RIESCE A CONFRONTARSI BENE CON GLI STUDENTI? anche stato rifatto il tetto quindi in teoria non dovrebbe più Secondo me mi confrontavo meglio qualche anno fa poi piovere dentro. piano piano mi sono un po’ indurito e anche se a volte cerco un modo semplice di comunicazione con voi spesso QUANTO È PROBABILE IL TRASFERIMENTO DEL LICEO MU- vedo che non c’è una risposta positiva, mi rendo conto che SICALE? la colpa è mia che magari mi sono approcciato in una ma- Non sono in grado di rispondere a questa domanda, quantifi- niera non troppo corretta a quello che volevo fosse sempli- care tutto ciò con una probabilità precisa in questo momento cemente un momento di incontro. è impossibile perché ci sono degli organi come la Provincia o i miei superiori che devono riuscire a definire alcuni aspetti. Noi UN MESSAGGIO CHE VORREBBE INVIARE AGLI STUDENTI non vi spostiamo per chissà quale strano motivo, ma per un Auguro a tutti voi di diventare dei cittadini consapevoli del- unico fattore: il volume di questo istituto non è sufficiente per le responsabilità e del ruolo che avete e che avrete nella ospitare bene tutte le classi che sta ospitando, non abbiamo società. Vorrei che tutti sapessero che hanno un posto che aule libere, basta un piccolo contrattempo che un’aula abbia devono trovare nella scuola e nella società, che un po’ c’è e un problema. Il trasferimento del liceo musicale pertanto ri- un po’ devono creare. sulta essere l’unica soluzione.

IL MISANTROPO

G.M. Uff, detesto chi par non conoscere l’igiene personale. Perché il mio naso dev’esser costretto a soffrire tali pene? Gente che olezza a tal punto da sembrare non aver più visto Perché schifate a tal punto docciarvi? l’acqua dal battesimo. Rilassa, igienizza, reidrata e costa poco, non me lo farei dir Chiamasi panico da saponetta! due volte. Atteggiamento simile a quello dei vampiri con l’aglio, ma per- Correte sotto la gronda, ciò gioverà a voi e a me, esausto di lomeno i succhiasangue fuggono da ciò che puzza… aver conati per la vostra sciattezza.

PAROLA DESUETA DEL GIORNO

A.C. Eristico agg. italiano [e-rìs-ti-co: dal gr. eristiké techne (arte della disputa), da eris (contesa, lite)]

contenzioso, polemico, ingannevole.

7 RUBRICHE FOTOGRAFICHE

SCATTO MATTO Lisa Barra

“Se vuoi volare, rinuncia a tutto ciò che pesa”.

-Buddha-

JPEG Le calle dalla falce ed il martello Anastasia Cimmino

scontrarsi con la natura ed il clima di luoghi visitabili solo durante certi periodi dell’anno: ad esempio, il Polo Sud ha temperature accessibili solo in estate, mentre il Brasile è spesso vittima di inondazioni. Genesi è il racconto di questi viaggi, ma è anche un’ode alla bellezza e alla fragilità della Terra, o come la definisce Salga- do “una lettera d’amore per il pianeta”. Il suo approccio non è quello né di uno scienziato, né di un giornalista, ma di qualcuno con un desiderio – quasi – roman- tico di esplorare paesaggi e popoli incontaminati dall’uomo moderno. Genesi vuole far conoscere questa meraviglia, da “proteg- gere e conservare per le generazioni future”, ripete con spe- ranza Sebastião Salgado. “Perché il 46% del mondo è ancora com’era al momento della creazione”.

Sebastião Salgado, fotoreporter brasiliano, viene considerato uno dei più grandi fotografi contemporanei. Alla fine degli anni Novanta, dopo aver immortalato scene di guerra e disastri naturali, Salgado aveva perso la fiducia nell’umanità. Tornò a vivere in Brasile, nella fazenda (fattoria) di famiglia: un paradiso terrestre, che la deforestazione aveva lasciato senza vita. Assieme alla moglie Léila cominciarono a piantare migliaia di alberi, facendo ricomparire uccelli, fiori e farfalle... Così nacque l’idea di un nuovo progetto: raccon- tare, per la prima volta, la bellezza del pianeta. Un progetto “monumentale”, che rimandasse alla creazione del mondo, che parlasse dell’acqua, dell’aria, del fuoco e della terra. Per questo Salgado decise di dargli il nome di “Genesi”. Il fotografo si è spostato a piedi, in barca e su piccoli aero- plani, per immortalare vulcani, iceberg e deserti, costretto a

8 RUBRICHE MUSICALI

33 GIRI La musica che sfiora le corde del cuore

Nicole Pellandino volgente. Il tema principale, oltre alla musica, è l’amore. La loro musica è così colma d’amore e di emozione che, lo confesso, Cari lettori, in questo numero ho il piacere di presentarvi la sono uscita in lacrime dalla sala. Il film infine propone una scru- pellicola che racconta l’epopea di una delle band iconiche polosa e fedele riproduzione dell’apparizione al Live Aid del degli anni ’80: i Queen. 1985, una delle più grandi performance nel mondo del rock “Bohemian Rhapsody”, come potete immaginare, narra l’a- (ricostruisce perfettamente ad esempio la scena in cui Fred- scesa e la storia della band con tutto lo sfarzo, la gloria e die Mercury duetta con il pubblico). Non vi nascondo che mi il glam che hanno sempre contraddistinto il gruppo e la sarebbe piaciuto moltissimo essere in mezzo a quella folla im- loro musica. mensa, il classico granello di sabbia nel deserto... purtroppo Il film ha una storia molto travagliata alle spalle per via sarà un sogno irrealizzabile, ma “the show must go on”. Quindi, di vari e non indifferenti problemi produttivi (il cambio di cari lettori, vi auguro un buon anno pieno di ottima musica… al regista - da Dexter Fletcher a Bryan Singer - ha reso l’opera prossimo 33 giri! una sorta di lavoro a quattro mani). Le vicende ruotano intorno al personaggio di Freddie Mer- cury, dagli inizi all’aeroporto di Heathrow fino alla fonda- zione dei Queen. Possiamo assistere alla sua audizione in un parcheggio e poi seguirlo ai grandi concerti in giro per il mondo. Il film mostra un Freddie timido lontano dal pal- co e confuso dai suoi sentimenti. Ma quando si siede al piano e canta “Love of my life” ci comunica emozioni pure e genuine (anche grazie all’interpretazione di Malek). Per quanto mi riguarda, aspettavo questo film con molta impazienza dato che fin dall’infanzia i Queen fanno parte del mio bagaglio musicale. La loro musica mi riporta a mo- menti felici della mia vita, anzi potrei definirli direttamente la mia colonna sonora. La storia della band è raccontata in modo molto roman- zato, fin troppo per i miei gusti ma, alla fine, risulta coin-

ON TOUR Lucia Maite Cavallera Rieccomi! Anno nuovo, eh? Immagino sarete già tutti nel mood “Oh sì, anno nuovo vita nuova! Sarà fantastico!”... sono ironica, ov- viamente. Però oggi vi parlerò di una cosa che, almeno per me, renderà questo 2019 sicuramente un po’ più felice. Spero che vi piacciano i dread, molleggiare sulle gambe e ri- lassarsi perchè il tema è il Reggae, in particolare Alborosie, che sarà ospite a Venaria (TO) il 24 marzo prossimo. Il Reggae è da poco diventato Patrimonio dell’Umanità, poi- ché questo stile musicale, nato in Giamaica, ha “Contribuito al dibattito internazionale su ingiustizia, resistenza, amore e umanità.” Alborosie è uno dei più famosi interpreti di questo genere. Nato in Italia, il suo vero nome è Alberto d’Asola, trasferitosi in Giamaica nel 2000 è entrato a far parte della cultura Rasta- fariana, riuscendo a fondersi con la gente del posto. Il suo ultimo album “Unbreakable”, accompagnato dai “The Wailers” (ex gruppo di Bob Marley), è uno dei suoi lavori me- glio riusciti. Introdotto dal singolo “Contraddicton”, vuole tra- smettere alla gente e ai giovani un messaggio sulla vita quoti- diana e sul clima sociale e politico in cui viviamo attualmente. Quindi tutti pronti a ballare a Torino, nella nostra Kingston town, a ritmo di “Jamaica”!

9 RUBRICHE CINEMATOGRAFICHA E LETTERARIA

CIAK Il favoloso mondo di Amélie Beatrice Rossi

Distribuito nelle sale francesi il 25 aprile nel bar frequentato da Amélie raccon- ne talmente colpita che decide di dedi- 2001, arrivò in quelle italiane il 25 gen- tandole l’accaduto e che vorrebbe pro- care il suo tempo a “rimettere a posto le naio dell’anno successivo dove ebbe vare a ricucire i rapporti con la figlia, cose” che non vanno nelle vite di chi le grande successo. con cui non parla da anni, e il nipote, sta vicino. Durante le sue ricerche Amélie “Il favoloso mondo di Amélie” o “Le fa- che non ha mai visto. Amélie ne rima- incontra casualmente Nino Quincampoix, buleux destin d’Amélie Poulain” è un un ragazzo che per hobby colleziona fo- film scritto e diretto da Jean-Pierre Jeu- totessere mal riuscite che sono state get- net, regista e produttore cinematografi- tate via, e se ne innamora. co francese. Non vi svelerò nient’altro per lasciare in Il film racconta la storia della giovane voi la curiosità e spingervi a vedere se Amélie Poulain, cameriera in un bar di Amélie riuscirà nel suo intento di aiutare Montmartre, il “Café des 2 Moulins”. Ta- le altre persone e se il suo amore “a pri- scorre una vita serena fin quando, il gior- ma vista” sboccerà in qualcosa di più. no della morte della principessa Diana, Ho deciso di consigliare questo film per- nell’intento di raccogliere un tappo, sco- ché la storia è molto scorrevole ed intri- pre una scatoletta dietro una piastrella gante ed è divertente notare lo “strano” di un muro del suo appartamento e vi modo in cui è registrato. trova al suo interno dei piccoli ricordi e Un consiglio personale: andate ad ascol- giocattoli, probabilmente appartenenti tare la bellissima colonna sonora del film ad un bambino che abitava nello stesso composta da Yann Tiersen, compositore appartamento. Amélie decide di cercare e polistrumentista minimalista francese. il proprietario e dopo svariate ricerche e fallimenti riesce a trovare l’uomo che sta cercando e a restituirgli la scatola ano- nimamente. Casualmente l’uomo entra

CORNER LETTERARIO “Donne alla ricerca di una ragionevole felicità” di Laura Trossarelli

Anita Somà facendoci realizzare nel modo più sem- esistenza e come in poco tempo può plice possibile quanto una nostra picco- essere portata via e di quanto un er- La sesta fatica letteraria della Trossa- la azione possa cambiare totalmente la rore fatto in un momento di confusio- relli si rivela essere un insieme di storie vita di qualcun altro, ci fanno capire in ne possa condizionare tutta la nostra di donne, innamorate, infelici, odiose, modo chiaro che il dolore per la perdita vita futura. L’autrice ci pone davanti fortunate, avventuriere, sedotte e ab- di qualcuno non passerà mai veramen- un prospetto di vita quotidiana che si bandonate, sposate, vedove, matrone, te, ma che quel vuoto lo si può riempire sviluppa nel corso di 20 anni, in Italia, giovani, sagge e illuse, che si intreccia- di nuovo, con piccoli accorgimenti che toccando varie vite e vari personaggi, e no nella seconda metà dell’Ottocento, renderanno la vita più sopportabile. Ve- ci dimostra quanto il nostro mondo sia nelle Valli Valdesi e in Riviera. Il tutto diamo come le donne protagoniste di diverso da quello di solo due secoli fa. gira intorno a Estherina, la “protagoni- questa storia, giovani e vecchie, forti e sta” del romanzo: la vicenda inizia con deboli, riescano ad affrontare qualun- lei appena maggiorenne, il giorno delle que cosa si intrometta nel loro cammi- sue nozze con un borghese della zona e no. Ci dimostrano come chiunque può termina alla nascita dei suoi due bimbi decidere il proprio destino, non importa gemelli, tanto voluti che avevano tarda- se si è la figlia del contadino o la figlia to ad arrivare. Il libro ricopre la maggior del signore del paese; con la propria for- parte della vita di Estherina, facendocela za e il supporto di altre donne riescono a vedere alle prese con la tenuta, mentre dimostrarci la vera potenza delle donne si occupa della suocera e della sorellina in ogni piccolo gesto che esse compio- e nel contempo cerca di mantenere una no. Non tutte le vicende hanno però un reputazione solida nella valle. La storia lieto fine: la Trossarelli ci mette davanti si rivela semplice, ma intrigante perché agli occhi storie di famiglie corrotte o si vive il passare del tempo esattamente uomini malvagi che porteranno alla ro- come lo vive la protagonista, di giorno vina e in qualche caso anche alla morte in giorno, senza risultare però pesante delle ragazze protagoniste della propria e noiosa. I personaggi si intersecano e storia. Leggendo questo romanzo, com- intrecciano le proprie vicende umane, prendiamo quanto sia fugace la nostra

10 RUBRICA CULTURALE E CULINARIA

LA MACCHINA DEL TEMPO Anastasia Arese Cara Rita, Ha senso passare una vita intera alla ricerca di qualcosa, che spesso non sappiamo neanche cosa sia, per poi morire e finire nel dimenticatoio? Credo sia una domanda che tutti prima o poi si pongono, questo perché la morte, come la vita, è l’unica certezza che abbiamo, ma quello che c’è dopo spaventa: il paradiso? Il nulla? C’è un comune terrore della morte che porta alla ri- cerca dell’immortalità e dell’eterna giovinezza. Ed è proprio quest’ultimo obiettivo a lasciarmi perplessa: perché? Per- ché c’è quest’utopistica ricerca della giovinezza? Probabilmente è un modo per sfuggire alla vecchiaia che, ingiustamente, viene associata alla morte della vita. Credo che tu sia l’esempio che altera questa “regola”. Mi è capitata sotto gli occhi una tua intervista, e sono ri- talità, perché è solo quando smetti di cercare qualcosa, che masta colpita dal fatto che, nonostante i 102 anni, parlas- “quel qualcosa” trova te, e sono convinta che tutti possano si brillantemente e con saggezza. Nonostante il tuo corpo essere ricordati per una scoperta, una frase, un oggetto, basta stesse “perdendo colpi”, la tua mente era ancora attiva e semplicemente crederci. “L’immortalità non è il tuo corpo, che laboriosa, questo perché hai scelto di essere la mente e non un giorno morirà. Non mi importa di morire. La cosa impor- il corpo. tante è il messaggio che lasci agli altri. Questa è l’immortalità.” La morte era per te necessaria, ma non ne avevi paura, per- E tu cosa ne pensi dei metodi che si usano oggi per “fermare” ché per te l’immortalità è nel messaggio che si lascia di sé, i segni del tempo e che promettono l’“immortalità”? e questo rende il tuo ricordo, come quello di tante altre Io aspetto la tua risposta qui, nel 2019. figure influenti, immortale. Saluti dal futuro. Oggi l’immortalità la si cerca nei sieri anti-vecchiaia, nelle Tua, Anastasia bacche miracolose, nelle operazioni chirurgiche, in creme ringiovanenti, ecc. Siamo alla ricerca di un concetto spiri- P.S. Rita Levi-Montalcini (1909-2012) è la destinataria di que- tuale, ma usiamo mezzi materiali. Siamo ossessionati dal sta lettera. Neurologa e senatrice a vita, dopo aver approfon- nascondere i segni del tempo, e alla fine l’unica cosa che dito le sue ricerche, durante e dopo la seconda guerra mon- perdiamo davvero è proprio quest’ultimo. diale, identificò il fattore di accrescimento delle cellule o NFG, Credo che occorra smettere di cercare di “sanare” le ferite per cui ottenne il premio Nobel per la medicina, nel 1986. Morì del tempo e, di conseguenza, smettere di ambire all’immor- il 30 dicembre 2012, all’età di 103 anni.

MANGIARSI LE PAROLE Tatiana Shkondina e il cibo come arte Teresa Marro e Giulia Rasetti nista. Ha composto le sue opere per creata con funghi, melanzana, olive, rendere omaggio ai grandi pittori peperoni e spaghetti che danno forma del passato, utilizzando solo alimen- all’elemento centrale dell’opera. ti freschi. Le composizioni vengono Quella di Tatiana é un’arte dal sapore create, fotografate e subito scompo- unico! ste, perché l’artista ritiene che l’im- portante sia il concetto di bellezza effimera, che per quanto poco duri verrà sempre ricordata. Tra le tante composizioni ha realiz- zato “Il cielo stellato” di Vincent Van Gogh, utilizzando i mirtilli e i fagioli neri per lo sfondo e i chicchi di riso per la rappresentazione della co- stellazione, in modo da rendere al meglio la bellezza dell’opera. Inoltre La relazione tra cibo e arte è sempre più ha composto “ Il figlio dell’uomo” stretta, soprattutto da quando il cibo è di- di René Magritte, utilizzando mele, ventato materia di fotografia e design. La sale, melanzane, peperoni e formag- fotografa food stylist Tatiana Shkondina gio. ha realizzato delle riproduzioni di quadri Un’altra riuscita rappresentazione è famosi nei quali il cibo diventa il protago- “L’albero della vita” di Gustav Klimt

11 RUBRICA MATEMATICA

CONTACI Isaac Newton e la legge della gravitazione universale

Sophie Cottone Isaac Newton nacque il 4 Gennaio del 1643, orfano di padre. A soli 2 anni venne abbandonato dalla madre e affidato alla nonna. Gli piaceva isolarsi dal mondo, crearsi il vuoto attor- no per abbandonarsi alle sue riflessioni e alla natura e por- si domande come “Perché l’arcobaleno ha sempre gli stessi colori? Perché Venere si sposta più velocemente di Giove? Perché, quando i bambini giocano al girotondo, si inclina- no all’indietro come se venissero attratti da qualche forza?”... All’età di 12 anni iniziò a frequentare le superiori e venne ospitato dalla famiglia Clark. A 17 anni entrò al Trinity Colle- ge; conseguì la laurea di primo grado e ricevette una borsa di studio. Intorno al 1664, però, fu costretto a tornare dalla madre per assisterla. Durante una bellissima giornata, men- tre si trovava in giardino ad ammirare il calar del sole, venne turbato dal tonfo di una mela caduta da un albero vicino; nell’attimo successivo, apparve lentamente sull’orizzonte il bordo superiore di un’enorme luna piena. Questo avveni- mento lo portò a riflettere su queste due immagini: la Luna e la mela. Quindi iniziò a chiedersi: “Perché la mela è caduta perpendicolarmente sulla superficie e non obliquamente? E se fosse caduta da un punto più alto, per esempio dalla Luna? Sarebbe sempre caduta sulla Terra? E se fosse così, non significherebbe che la Luna si trova sotto l’influsso del nostro pianeta? Il che sarebbe una contraddizione perché la Luna apparterrebbe al regno celeste, molto distante da noi! E va alla sua forza centrifuga. Questo era determinato da tre perché allora la Luna non cade sulla Terra come una mela?”. fattori: la Massa (m), la Lunghezza (d), la velocità/tempo im- Ipotizzò che il tutto era dovuto alla forza centrifuga di Huy- piegata (T). gens, la quale trascinava la Luna lontano dalla Terra; e se le Forza centrifuga = (Costante*m*d): T² due forze contrapposte si annullavano, sarebbe stato chiaro La “T²” era già stata utilizzata da Keplero, il quale sosteneva perché la Luna rimaneva nella sua orbita. Da quel momento che i pianeti girassero attorno al Sole in orbite che obbedi- Isaac Newton iniziò a elaborare diversi calcoli che lo portaro- vano alla legge: no alla “formula della gravitazionalità”. T² = costante*d³ Dopo la morte della mamma si ripeté la scena vissuta la sera Quindi anche la Luna (che però non è un pianeta) avrebbe della caduta della mela. Newton dedusse che la Luna non potuto obbedire a questa legge. Di conseguenza: cadeva in quanto la forza gravitazionale terrestre si oppone- Forza centrifuga della Luna = (costante*m*d):(costante*d³)= nuova costante*m:d² La forza centrifuga che la Luna subisce dipende dunque da due fattori: la massa lunare (m) e la lunghezza (d) della corda immaginaria che la unisce alla Terra. Questa corda è la forza gravitazionale. Forza gravitazionale terrestre = forza centrifuga lunare = co- stante*m:d² Quindi l’attrazione gravitazionale della Luna si indebolisce con l’aumentare della distanza dalla Terra, esattamente del quadrato della distanza. Newton scoprì poi che la forza di gravità è una forza di attrazione esercitata reciprocamente da tutte le particelle di materia. Aggiunse così alla prima for- mula la “M” che indica la massa terrestre: Forza gravitazionale terrestre = costante*M*m:d² Alla costante venne affidato un valore indicato con la lettera G Forza gravitazionale terrestre = G*M*m:d² Newton riuscì così a descrivere la forza di gravità esistente tra due oggetti qualsiasi, la forza che tiene unito tutto.

12 ARTE CONTEMPORANEA E NARRATIVA

CONTROCORRENTE L’evoluzione della pittura corporale Elisa Tassone varie classi sociali. Questa pratica venne La pittura corporale, nota come body abolita dall’imperatore Meiji nel XIX seco- painting, è un’arte che consiste nel di- lo, ma tornò legale al termine della Secon- pingere il corpo umano in modo non da Guerra Mondiale. permanente. Può avere una funzione Gli Indiani d’America sono ancora oggi puramente estetica e ornamentale, op- chiamati “pelle rossa” proprio in seguito pure, come avveniva nell’antichità, ri- alla loro tradizione di dipingere di rosso i tuale e propiziatoria. Si ricorreva al body volti dei cadaveri, per nasconderne il pal- painting in molti ambiti, ad esempio in lore. quello religioso, per permettere agli Per molti secoli questa pratica venne del sciamani di essere riconosciuti; in quel- tutto abbandonata. La nascita della pittu- lo sessuale, per attirare l’attenzione sul ra corporale moderna risale agli anni ’30, proprio corpo grazie all’uso del colore; quando l’azienda di cosmetici Max Factor in quello intimidatorio, per spaventare espose una modella truccata completa- nemici e predatori e in quello cerimo- mente con un suo nuovo cosmetico alla niale, per celebrare un matrimonio o Fiera Mondiale di Chicago, venendo suc- il passaggio dall’età infantile a quella cessivamente condannata per disturbo adulta, che nelle femmine spesso cor- alla quiete pubblica. Da quel momento rispondeva all’arrivo delle mestruazioni. in poi tornò di moda l’arte di dipingere I pigmenti erano ricavati da materie il corpo, soprattutto grazie al progresso di origine vegetale o minerale che va- scientifico che permise di inventare colori riavano in base alla zona geografica anallergici e non dannosi per la pelle. An- e venivano applicati sul corpo con le che le tecniche di applicazione oggi sono mani, oppure servendosi di rudimentali al viaggio verso l’aldilà. più precise e sofisticate e danno la possi- pennelli e di stampini in vari materiali Nel 550 d.C., in alcune zone dell’Asia bilità di creare sfumature e dettagli, che a chiamati pintaderas. Ad ogni colore era come il Giappone, la pittura corporale volte formano vere e proprie opere d’arte. associato un significato: il rosso indica- serviva per identificare e distinguere le va coraggio e perciò veniva sfoggiato durante le battaglie, il giallo la speranza ed era portato dai giovani mentre il gri- gio dagli anziani in quanto simbolo di saggezza. Gli aborigeni australiani, decine di mi- gliaia di anni fa, furono tra i primi a uti- lizzare quest’arte, spesso accompagna- ta da cicatrici e scarificazioni. Le donne egizie, nel 4000 a.C. circa, ave- vano l’abitudine di “truccarsi” coloran- do con il verde, derivato dal carbonato di rame, la linea inferiore dell’occhio e utilizzando il carbone per pitturare ciglia, sopracciglia e palpebre. Vi era inoltre l’usanza di dipingere delle linee sull’addome dei defunti, per prepararli NERO NATALE Storia scritta e corretta sulle note del “Silenzio” di Ludwig Van Beethoven. A.P. Quel giorno non era come gli altri, quel giorno… era diver- alzato in piedi, il contatto con il pavimento gelido mi aveva so… fatto rabbrividire, avevo raggiunto l’interruttore e, accesa la Come sempre, mi ero svegliato presto, o almeno questo mi luce, la stanza si era presentata come sempre, in disordine, faceva pensare il fatto che la stanza fosse immersa nell’o- immersa nel candido bianco delle pareti e del soffitto, mac- scurità. Dopo qualche momento di confusione, in cui avevo chiati solamente da qualche fascicolo colorato sulla scrivania cercato ci capire dove mi trovassi, mi ero alzato sorreggen- e dalla copertina di qualche libro sugli scaffali della libreria. domi sulle braccia: gli occhi semichiusi, i capelli scompigliati, Assonnato, avevo rifatto il letto in modo molto distratto, per avevo allungato una mano verso il comodino in cerca degli poi recarmi in bagno; entrato, mi ero ritrovato davanti una occhiali e, dopo qualche tentativo, li avevo trovati e inforcati, persona diversa dal solito, la mia faccia… era cambiata, era ma la situazione non era cambiata un granché; mi ero quindi gonfia, rossa, un occhio violaceo e una ferita che si stava ri-

13 NARRATIVA chiudendo a fatica sullo zigomo sinistro. Dopo aver fissato Davanti ai miei occhi, una trentina di teste chine sui propri quell’immagine per alcuni istanti, avevo cercato di capire… di appunti, intente a stare dietro alla spiegazione del professo- ricordare cosa fosse successo la notte precedente, il giorno re, che alla lavagna, continuava il proprio discorso disegnan- prima, ma… niente, assolutamente niente, il nero: assoluto e do e scrivendo, senza dare il minimo peso al rumore della infinito, come un sogno dimenticato… porta, qualche ragazzo si era voltato distrattamente, ma era Nonostante la mia faccia fosse ridotta come non l’avevo mai tornato immediatamente a guardare davanti a sè… vista, non provavo il minimo dolore o fastidio. Presi quindi posto tra due banchi vuoti e iniziai a prendere Raggiunsi il salotto collegato alla cucina, anche lì sembrava appunti; dalla bocca di quell’uomo calvo sulla sessantina, tutto a posto, diedi una rapida controllata al resto della casa, dalla colta barba bianca uscivano fiumi di parole incontrol- niente… sembrava tutto in ordine, tornai quindi attonito in cu- lati, che si spargevano nella stanza, disperdendosi ovun- cina ed iniziai a prepararmi la colazione. Mentre l’acqua per il que: sul pavimento sul soffitto sulle pareti sui banchi sulle tè si scaldava, il mio sguardo si perse oltre le grandi vetrate del finestre… gli altri come me provavano ad afferrare- icon salotto, nell’oscurità ove a contrastare con il lucido nero del cetti chiave o almeno le parole più significative, cercando nulla vi era il manto bianco che si stendeva su strade e tetti, di appuntare il tutto su un foglio, ma finita di appuntare rendendo il tutto un po’ meno triste… una frase il professore ne aveva già dette altre e ormai il filo In quell’anno il Natale era arrivato in modo particolarmen- del discorso era perso… come un bambino che - munito di te veloce: prima il sole, il caldo, le camminate; poi tutto era retino - insegue le farfalle più belle per vederle più da vici- precipitato… il buio, il freddo, la neve ed il gelo… Nel giro no e per farle sue, così noi inseguivamo le parole fuggevoli di una settimana si era passati dall’estate all’inverno: dell’au- dell’insegnante, fino alla fine dell’ora, quando la campanella tunno neanche l’ombra… eppure nessuno aveva accennato a suonò e in modo disordinato ci alzammo per raggiungere tutto ciò, i notiziari avevano continuato con la loro cronaca la porta dell’aula percorrendo il corridoio fino all’uscita, per nera, le fabbriche con il loro ritmo febbrile, la neve con le sue respirare meglio… ciò che sembrava una boccata di liber- tempeste... sì… quell’inverno non aveva smesso di nevicare un tà per gli altri, per me voleva dire un’altra corsa: quando momento, dal giorno alla notte, dalla notte al giorno, i fiocchi gli altri potevano tornare a casa, io avevo un turno di la- scendevano lenti ma irrefrenabili… E così, in poche settimane, voro, per cui inforcavo nuovamente la bici e prendevo la la città si era trovata sommersa sotto un soffocante strato di via principale; ero un fattorino. Raggiunta la pizzeria, ogni neve, ma… niente, nessuno sembrava dar importanza neanche volta era la stessa storia: ad aspettarmi sul bancone vi erano a questo, i politici continuavano ad urlarsi addosso, i poveri già almeno cinque pizze, da consegnare a cinque indirizzi a sussurrare la propria elemosina, la stampa a raccontare la diversi, per cui infilavo il tutto nell’apposito contenitore e propria cronaca nera, e così fino all’ultimo giorno autunnale… partivo… per alcuni potrebbe sembrare un bel lavoro, ma Proprio in quel momento la teiera aveva iniziato a fischiare, più che sottopagato altro non era, ci si accontentava di quel tolta dal gas e versato il contenuto in una tazza avevo inizia- che c’era… mentre pensavo a tutto ciò mi avvicinai ad un to a sorseggiare il tè appoggiandomi ad un mobile a gambe incrocio, la testa tra le nuvole, la gente che attraversava sulle incrociate ancora nel mio pigiama a righe, mentre il vapore strisce, le auto ferme… era rosso o verde, no no no asp… in mi scaldava il viso. Dopo aver scrutato le luci all’orizzonte, quel preciso istante da dietro l’angolo arrivò un suv, a tutta che con il diradarsi dell’oscurità scomparivano pian piano, il velocità, istintivamente provai a frenare la bici in qualsiasi mio sguardo cadde sull’orologio appoggiato al tavolino del modo, ma l’unica cosa che sembrò rallentare era il tempo, salotto. Un sorso di tè mi andò di traverso, ero in ritardo; con sembrò quasi fermarsi, poi… il rumore di una brusca frenata la gola in fiamme appoggiai la tazza sul piano della cucina mentre l’auto mi prendeva in pieno…la bici venne scagliata e mi precipitai in camera, mi cambiai di corsa, raggruppai i via, io mi fermai pochi metri dopo, sul cemento, il caschetto libri indispensabili per la lezione e, messi in disordine nella a qualche metro da me, mi sentii come addormentato… mi sacca, inforcai la mia bici, e mi buttai a gran velocità in strada. alzai a fatica da terra, il silenzio era fuori e … mi Mentre la città si svegliava, il freddo veniva meno e la strada guardai attorno, la gente mi osservava in modo spaventato, diventava più luminosa. in effetti non guardavano me, guardavano ai miei piedi, nes- Raggiunsi l’università con qualche minuto di ritardo e, legata suno si muoveva, poi, dall’auto scura ferma parecchi metri la bici al posto più sicuro possibile, mi fiondai dentro. Passata più avanti scese un uomo abbastanza anziano, che in modo la segreteria - stranamente vuota - percorsi il lungo corrido- goffo e zoppicante si avvicinò a me, aveva una ferita sulla io piastrellato dove l’unica compagnia era quella dell’eco dei nuca, anche lui guardava ai miei piedi… si avvicinò, sussur- miei passi, avevo poi girato a destra, altro corridoio deserto rando qualcosa come “oh mio Dio… oh mio Dio…” mentre si e per lo più oscuro. Mi ero guardato attorno perplesso ed portava le mani tra i pochi capelli rimasti sulla nuca. Provai a inquieto, magari avevo sbagliato giorno… fosse stata la pri- dirgli che era tutto a posto, che non c’era nessun problema, ma volta… eppure… presi l’agenda, feci scorrere le pagine… che non mi sentivo male e che invece lui stava sanguinan- venerdì… il mio ultimo giorno di lezioni... l’unica cosa che non do, ma lui iniziò a singhiozzare e ad ansimare… continuava andava era l’atmosfera… a ripetere “oh mio Dio… l’ho ammazzato… oh mio Dio…”. Percorsi quindi il corridoio a testa bassa cercando di raggiun- Solo a quel punto, mi girai, e lo vidi, lì, nel punto da cui mi gere l’aula il prima possibile, a metà strada un soffio gelido ero rialzato giaceva una persona, con i miei stessi indumen- mi fece rabbrividire; accelerai il passo guardando solo le tar- ti, la mia stessa giacca, il mio stesso volto ma sfigurato, e ghette di ottone che campeggiavano a fianco di ogni porta, un fiotto di sangue che gli cadeva dalla bocca. Solo a quel aula 11, vuota… aula 12, sì, quella inagibile… aula 13, si stava punto capii, mi guardai le mani… niente… non ho niente… tenendo un’altra lezione… il fiato si fece affannoso e freddo, NIENTE… niente mani, niente gambe, niente busto… guar- mi venne la pelle d’oca, posi la mano sulla maniglia, aprii la dai le altre persone, provai ad urlare, nessuno mi sentiva… porta e… nessuno mi vedeva… continuavano tutti a guardare il centro

14 LA POSTA DI BOBO dell’incrocio dove giaceva il mio corpo, e dove alcuni uomini mato venir rinchiuso in una cassa, vidi i miei funerali, la gen- si era chinati per accertarsi delle mie condizioni. L’uomo an- te che piangeva, i miei compagni d’infanzia, i miei parenti, ziano continuava ad urlare e a balbettare nella disperazione gente a me sconosciuta… senza poter fare niente, senza po- “ch-chiamate qualcuno, vi-vi pr-prego… qual-cuno chiami i ter dir loro le mie condizioni, senza poter manifestare la mia soccorsi… oddio o-ddio”. Si accasciò a terra in lacrime e tre- presenza… senza poter sentire il vento gelido, il sole caldo, mante venne soccorso da qualcuno che lo portò via. Avrei la pioggia tranquilla. voluto piangere, ma non ci riuscii… mi avvicinai alle vetrine Poi, pian piano, tutto ritornò alla normalità, dopo i funerali, dei negozi, cercai di specchiarmi, ma non vedevo nulla, se pian piano tutti mi dimenticarono, prima gli sconosciuti, poi non qualcuno che provava a rianimare il mio corpo alle mie gli amici più lontani, poi quelli più stretti, fino a diventare spalle, mentre arrivava un’ambulanza a sirene spiegate… un pensiero saltuario tra i parenti, e gli amici più intimi, che Qualcuno che sussurrava che non c’era più niente da fare, ricordandomi si rattristavano, e piangevano per poi tornare altri che provavano con il massaggio cardiaco, i paramedici alla loro vita quotidiana… che correvano verso il mio corpo… Oggi sono passati alcuni anni da quell’incidente, la solitudi- Cosa furono i mesi dopo? Non furono niente… non provavo ne mi affligge più che mai, non ho nessuno con cui parlare, alcuna emozione, non riuscivo a piangere, non riuscivo a ve- nessun posto da visitare, nessuna emozione da provare, a dermi, riuscivo a spostarmi e a pensare, se parlavo mi sentivo volte torno ancora a trovare mia madre… dopo tutti questi da solo… anni non è cambiata molto; a parte i capelli bianchi e la pelle Vidi ciò che non avrei mai voluto vedere, vidi i miei genitori raggrinzita, passa le giornate a guardare il paesaggio che che increduli apprendevano la notizia del figlio morto da un cambia in base alle stagioni… in una camera del manico- medico dell’ospedale, vidi il mio corpo grigio freddo e inani- mio…

LA POSTA DI BOBO M.B.

Cari ragazzi e ragazze, ci terrei a farvi il resoconto di quanto la posta di Bobo sia stata riempita in questo mese... Diciamo poco! Considera- to quanto sia noioso per voi scrivere una mail, ho deciso di venirvi incontro piazzando una bellissima cassetta di le- gno all’ingresso, ma anche quella noto che non vi ha molto incuriosito. Io il mio mestiere l’ho fatto, ma finchè alla fine del mese, aprendo la scatola, trovo due bibliettini, per carità simpatici, ma un po’ poco interessanti, non posso fare più di tanto. Reinvito tutti quanti leggano il nostro giornalino a scrivere un pensiero, una domanda, una curiosità, di con- tribuire al nostro giornalino con le voltre idee e le vostre proposte. Veniamo, come promesso, alle vostre domande

“SECONDO TE, PERCHÉ NON HANNO ANCORA TOLTO “MA QUANDO L’AUTISTA DEGLI AUTOBUS SCENDE DAL PRO- L’ALBERO DI NATALE? PRIO BUS, CHI CHIUDE LA PORTA?

Io una teoria ce l’ho. Visto che a Natale puoi fare quello che Sono andato a documentarmi. Alcuni autobus hanno una por- non puoi fare mai, temo che chi ha il compito di togliere ticina a sinistra, per chiudere quelli che non hanno questa se- l’albero non lo faccia per mantenere una sorta di onnipo- conda porta, l’autista, una volta sceso dall’autobus, pigia un tenza conquistata durante le festività! bottone, solitamente nascosto a chi come voi andrabbe sicu- ramente a schiacciarlo per vedere cosa potrebbe accadere. E cosa succede? Si chiudono le porte.

Ora che avete avuto risposta ai vostri questiti esisten- ziali potete dormire sonni tranquilli. [email protected]

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