Piano Strutturale Comunale
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COMUNE DI MESORACA (KR) PIANO STRUTTURALE COMUNALE DOCUMENTO PROGRAMMATICO PRELIMINARE (ex comma 2, art. 27, L. R. C. n. 19/2002) Progettista responsabile Ing. Antonio Capobianco Urbanista esperto Prof. Ing. Ferruccio Ferrigni Collaboratori Arch. Caterina Curto Ing. Andrea Della Pietra Ing. Antonio Parlato Assessore all’Urbanistica Responsabile del procedimento Sindaco Sig. Pietro Fontana Geom. Aldo Martino Ing. Salvatore Lonetto Febbraio 2008 2 SOMMARIO Pag Premessa 5 PARTE PRIMA L’INTRODUZIONE 1.1 - LA PROCEDURA PARTECIPATIVA: STORIA E CARATTERI 7 1.2 - I RIFERIMENTI NORMATIVI 9 1.2.1 - L’ORDINAMENTO REGIONALE 9 1.3 - LO SVILUPPO SOSTENIBILE 21 PARTE SECONDA L’ATTUALITÀ 2.1 - L’ASSETTO URBANISTICO 2.1.1 - IL QUADRO CONOSCITIVO 22 2.1.2 - LE CAPACITÀ INSEDIATIVE 23 2.1.2.1 - SETTORE RESIDENZIALE 23 2.1.2.2 - SETTORE PRODUTTIVO 23 2.1.2.3 - SETTORE INFRASTRUTTURALE 23 2.2 – L’ASSETTO STRUTTURALE 2.2.1 - IL TERRITORIO 2.2.1.1 - GENERALITÀ 24 2.2.1.2 - SPECIFICITÀ 24 2.2.2 - LA REALTÀ SOCIO-ECONOMICA 2.2.2.1 - POPOLAZIONE 2.2.2.1.1 - La dinamica insediativa nell’ultimo periodo 25 2.2.2.1.2 - La popolazione residente per classe di età 25 2.2.2.1.3 - Indicatori relativi la popolazione 26 2.2.2.1.4 - Popolazione residente per stato civile 26 2.2.2.1.5 - Numero di famiglie per numero di componenti 26 2.2.2.1.6 - Popolazione residente >6 anni per grado di istruzione 27 2.2.2.2 - EDIFICATO RESIDENZIALE 2.2.2.2.1 - Edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione 27 2.2.2.2.2 - Edifici ad uso abitativo per numero di piani fuori terra 28 2.2.2.2.3 - Abitazioni per tipo di materiale usato per la struttura portante 28 2.2.2.2.4 -Abitazioni occupate da residenti per numero di stanze 29 2.2.2.2.5 - Abitazioni occupate per titolo di godimento 30 2.2.2.2.6 - Stanze eabitazioni occupate non occupate per destinazione d’uso 31 2.2.2.3 - ATTIVITÀ PRODUTTIVE 2.2.2.3.1 - Occupati per attività economica 32 2.2.2.3.2 - Occupati per classi di età 32 2.2.2.3.3 - Occupati per sezione di attività economica 33 2.2.2.3.4 - Ripartizione della superficie aziendale per utilizzazione 33 2.2.2.3.5 - Occupati in agricoltura per posizione nella professione 33 2.2.2.3.6 - Aziende agricole per classe di superficie totale 33 2.2.2.3.7 - Aziende agricole per categorie di produzione 33 2.2.2.3.8 - Aziende agricole con allevamenti 33 2.3 – L’IDENTITÀ STRUTTURALE DELL’AMBIENTE 2.3.1 – L’ASSETTO STRUTTURALE DEL TERRITORIO COMUNALE 34 2.3.2 - IL SISTEMA AMBIENTALE 34 2.3.3 - LE TUTELE 35 A - INTERNAZIONALI E COMUNITARIE 35 B - NAZIONALI E LOCALI 36 2.4 – L’IDENTITÀ STORICA E CULTURALE 2.4.1 - LA STRATIFICAZIONE DELL’INSEDIAMENTO TRA LEGGENDA E STORIA 36 3 PARTE TERZA IL FUTURO 3.1 - IL SEGUITO DEL PERCORSO: I CRITERI DI REDAZIONE DEL PSC 3.1.1 - IL METODO DELLA TRASFORMAZIONE 36 3.1.2 - LE INNOVAZIONI TECNICHE 39 3.1.3 - LE REGOLE DELLA TRASFORMAZIONE 41 3.1.4 - IL DISEGNO DEL SUOLO 43 Appendice A - Densità edilizia e carico urbanistico 45 Appendice B - La questione dell’edilizia abitativa per le fasce a basso reddito 48 3.2 - LE PREVISIONI PROGRAMMATICHE 3.2.1 - IL PRELIMINARE DI PIANO 50 3.2.1.1 - MESORACA NELLA PROVINCIA* 50 3.2.1.1.1 - l’Analisi 3.2.1.1.1.1 - La dinamica demografica storica 50 3.2.1.1.1.2 - La dinamica demografica dal 1991 al 2001 52 3.2.1.1.1.3 - Il Pil nella Provincia 54 3.2.1.1.1.4 - La dinamica del Pil negli anni Novanta 57 3.2.1.1.1.5 - Il Pil pro-capite 58 3.2.1.1.2 - Il Sistema imprenditoriale 60 3.2.1.1.2.1 - Analisi storica della dinamica imprenditoriale 60 3.2.1.1.2.2 - Le sub-aree 67 3.2.1.1.2.3 - L’andamento congiunturale delle sub aree 67 3.2.1.1.2.4 - Esportazioni ed importazioni settoriale 69 3.2.1.1.2.5 - Analisi delle strategie di sviluppo Provinciali 70 3.2.1.1.2.6 - Punti di debolezza e strategie di sviluppo 70 3.2.1.2 - MESORACA NEL COMPRENSORIO* 3.2.1.2.1 - Elementi sulla struttura demografica del Comprensorio 3.2.1.2.1.1 - L’analisi storica 75 3.2.1.2.1.2 - La dinamica delle famiglie dal 1961 al 2001 75 3.2.1.2.2 - Elementi sulla struttura socio-economica del Comprensorio 77 3.2.1.2.2.1 - Analisi del contesto socio-economico 78 3.2.1.3 - LA CITTÀ E IL SUO TERRITORIO: PROBLEMI E POTENZIALITÀ 85 3.2.1.3.1 - Obiettivi strategici e criteri di governo della trasformazione 86 3.2.1.3.2 - Lo schema di Piano 3.2.1.3.2.1 - Il dimensionamento 89 3.2.1.3.2.2 - La struttura urbana 90 3.2.1.3.2.3 - La viabilità portante 90 3.2.1.3.2.4 - Il sistema produttivo 90 3.2.1.3.2.5 - Le strutture di vendita 90 3.2.1.3.2.6 - Il sistema delle attrezzature 91 3.2.1.3.2.7 - Il sistema del verde 91 3.2.1.3.2.8 - Il sistema delle risorse territoriali di pregio 91 3.2.1.3.2.9 - Le dotazioni di standards 91 3.3 - PREVISIONI STRUTTURALI 3.3.1 - POPOLAZIONE 3.3.1.1 - POPOLAZIONE RESIDENTE 92 3.3.1.2 - L’ANALISI STORICA 92 3.3.1.3 - LA DINAMICA DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE E PROIEZIONI DEMOGRAFICHE 97 3.3.2 - CORRELAZIONE FRA LA DINAMICA DEMOGRAFICA E GLI EVENTI DEL SISTEMA 106 3.3.2.1 - IL FABBISOGNO ABITATIVO 108 3.3.2.2 - IL SETTORE PRODUTTIVO 115 3.3.2.2.1 - LA POPOLAZIONE ATTIVA E LA DOMANDA DI LAVORO 115 3.3.2.3 - IL SETTORE INFROSTRUTTURALE 117 3.3.2.3.1 - I servizi alla popolazione 117 3.3.3 - DISCIPLINA DELLE AREE NON SOTTOPOSTE A PAU 3.3.3.1 - TERRITORIO AGRICOLO 117 3.3.3.2 - CENTRO ABITATO 117 3.3.3.3 – LOCALIZZAZIONE E DISCIPLINA DEI PAU 117 3.3.4 - DISCIPLINA DELLE AREE NON SOTTOPOSTE A PAU 117 * : PUBBLICAZIONI E DATI EDITI DALLA PROVINCIA DI CROTONE, COMUNITÀ MONTANA, POR CALABRIA 4 PREMESSA Il Documento programmatico preliminare di Piano (D.P.P.), contenente gli obiettivi ed i criteri di impostazione del Piano Strutturale Comunale (P.S.C.), nonché le previsioni contenute nel Piano pluriennale di sviluppo socio-economico della Comunità Montana dell’Alto Marchesato Crotonese (Cotronei, Mesoraca, Petilia Policastro, Roccabernarda, Santa Severina, San Mauro Marchesato, Scandale) e le indicazioni fornite dal Progetto Integrato Territoriale N. 12 Sila Crotonese (PIT 12: Caccuri, Castelsilano, Cerenzia, Cotronei, Mesoraca, Petilia Policastro, Roccabernarda, Santa Severina, San Mauro Marchesato) nell’ambito del Programma Operativo della Regione Calabria, costituendo, ai sensi della L.R. 19/2002, la prima fase dell’avvio del procedimento per la formazione del Piano Strutturale Comunale, è il primo prodotto da porre a base delle consultazioni pubbliche che in seguito vedranno Tecnici ed Amministratori confrontarsi con gruppi di cittadini, con gli Enti preposti, con le Associazioni di categoria, con i Gruppi imprenditoriali, così come indicato ex comma 2, art. 27, L.R. 19/2002, per cercare di mettere a fuoco i problemi e di trovare insieme le possibili soluzioni. Il ruolo di questo documento è quello di indicare gli obiettivi di sviluppo durevole da perseguire attraverso il Piano Strutturale, in coerenza con gli atti della pianificazione sovraordinata, e l’insieme delle linee guida attraverso le quali strutturare la metodologia delle analisi da svolgere per la costruzione del quadro conoscitivo. La L.R. n. 19 del 2002 introduce innovazioni sostanziali nel modello di pianificazione dl territorio, definendo le competenze regionali, provinciali e comunali e i relativi strumenti di governo del territorio. In particolare il nuovo Piano presenta innovazioni significative, sotto il profilo procedurale-operativo, dei contenuti e della struttura. Il Piano Strutturale è dunque lo strumento che esprime le grandi scelte per il governo del territorio (visione al futuro) nel lungo periodo, che sviluppa, e nello stesso tempo verifica, i propri indirizzi in un quadro di coerenza con il quadro conoscitivo delle risorse territoriali e lo Statuto dei luoghi che rappresenta la struttura identitaria del territorio. Il Piano Strutturale, come innanzi detto, si confronta e deve risultare coerente ai contenuti di programmazione e di indirizzo dei Piani e dei Programmi sovraordinati. E’ dunque compito del Piano Strutturale rispondere a cinque requisiti fondamentali: • Rappresentare la struttura identitaria del territorio; • Definire le regole per lo sviluppo sostenibile ricomponendo sul territorio le strategie di settore; • Avere una forte capacità di generare progettualità; • Dettare indirizzi al Regolamento Edilizio ed Urbanistico per l’attuazione delle azioni necessarie a conseguire gli obiettivi strategici; • Definire la capacità di carico del territorio ai fini del dimensionamento che deve rispondere, quest’ultimo, al principio della sostenibilità dello sviluppo; Si può dunque definire “sviluppo sostenibile” lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere quelli del futuro, preservando le condizioni di riproduzione delle risorse e garantendo la partecipazione diffusa alla loro utilizzazione. Per risorse si devono intendere non solo quelle naturali (acqua, aria, ambiente, paesaggio, sistemi vegetazionali, flora, fauna ecc.), ma anche quelle trasmesse dalle generazioni precedenti (beni storici e culturali, insediamenti, assetti territoriali ecc.). Ogni azione di trasformazione sarà valutata, in sede di Valutazione Ambientale Strategica, in base agli effetti che determina nei luoghi e sulle risorse.