ANNO XXI NUMERO 40-41 GIUGNO 2014 ISSN 2038-1735

www.misinta.it

INDICE EDITORIALE di Mino Morandini ...... pg, 2

UNA RARA CARTA DA GIOCO SETTECENTESCA RAFFIGURANTE “” ED IL “BRESCIANO” di Giuseppe Nova ...... pg. 4

UNA RARA DESCRIZIONE DELLE DIECI GIORNATE DI FELICE VENOSTA di Pietro Lorenzotti ...... pg. 7

MISINTA, anno XX, supplemento: BRESCIA CONTESA. Libro del ventennale dell’Associazione Bibliofili Bresciani di Angelo Brumana ...... pg. 9

LE LEGATURE DI LUIGI LODIGIANI, LEGATORE DI CORTE A MILANO NEL PRIMO OTTOCENTO. LEGATURE NELLA BIBLIOTECA DI CREMONA di Federico Macchi ...... pg 14

LA COLLEZIONE ARCHEOOGICA DEL MUSEO ARTISTICO INDUSTRIALE DI NAPOLI di Corrado Genovese ...... pg 25

BIBLIOTECHE NAPOLETANE E DI MONTECASSINO di Klaus Kempf e Francesco Radaeli ...... pg 32

IL DITTICO DI BOEZIO di Ennio Ferraglio ...... pg 46

DA SARAJEVO ALL’ENTRATA IN GUERRA: storia del I° conflitto mondiale nei giornali dell’Emeroteca Queriniana di Antonio De Gennaro ...... pg 48

VISTI IN LIBRERIA. RECENSIONI LIBRARIE. di Mino Morandini ...... pg 51

UN APPUNTAMENTO: LE LEGATURE PROVVISTE DI MARCHE TIPOGRAFICHE LIBRARIE di Federico Macchi ...... pg 54 1 EDITORIALE

di Mino Morandini Professore di Lettere Ginnasiali al Liceo Classico “Arnaldo” da Brescia, Membro dell’Ateneo di Brescia

Gentili e pazienti lettori di libri-), che collabora con Go- produzione open access? Misinta, dove eravamo rima- ogle Books ed è un’autorità Frutto dell’epoca digita- sti? di livello mondiale per questa le, open acces ne mette in Con l’ormai lontano nu- disciplina. crisi il principale ostacolo, la mero 38 avevamo aperto il Klaus Kempf, presente a proprietà del diritto d’autore, discorso sulla crisi, continua- Brescia l’11 aprile 2014 per e la pratica connessa della to con il numero 39 e soprat- presiedere i lavori del conve- revisione paritaria («peer tutto con il maestoso «bivo- gno «La comunicazione tra reviewing o peer review»), lume» di «Brescia contesa», utenti e biblioteche nell’era garanzia di qualità, ma con il una galoppata bresciana at- digitale. Tradizione e innova- rischio di chiusure autorefe- traverso i secoli, le crisi e gli zione», ci ha concesso que- renziali; si annullano di fatto strumenti per venirne fuori, sta intervista, pubblicata con i filtri tecnici ed economici che poi sono sostanzialmen- minimi mutamenti sul «Gior- dell’editoria classica; per te uno -e bino-: l’impegno, la nale di Brescia» del 9 aprile ora l’open access riguarda volontà di agire per il bene, 2014: quasi soltanto l’informazione nelle sue due dimensioni scientifica, divenuta gratuita sinergiche della cultura e del Come si stanno evol- per tutti su internet, grazie lavoro. vendo biblioteche e biblio- all’autoarchiviazione («green Le recenti elezioni eu- tecari di fronte alla digita- road») e alla pubblicazione ropee segnano una svolta, lizzazione? ad accesso aperto («gold carica di segnali negativi, ma Un tempo il concetto di road»), applicate nel 2013 al anche positivi, per ora non biblioteca coincideva con il 17% degli articoli scientifici facili da decifrare; nell’attesa suo patrimonio bibliografico, mondiali (tra 10-12 anni, si che si traducano in eventi, e il bibliotecario mediava arriverà al 90%). La gratuità appunto, economici e politi- tra l’utenza e la potenzialità connota anche altre forme ci, la pausa di questa estate informativa dei libri a sua di- crescenti di emancipazione 2014 sia per noi una pausa sposizione. L’informatizzazio- dell’utente: l’autopubbli- di riflessione, sempre parten- ne e internet hanno cambia- cazione («self publishing») do dal libro o da oggetti che to il paradigma dell’utente, di opere nuove o di riviste del mondo del libro, della fruitore autonomo di inter- («newsletter») e soprattutto stampa e della carta parte- net (i tramiti principali sono i siti web tematici, spesso di cipano, oltreché, in alcuni Google e Amazon, che ha gran qualità e di livello pari casi, da certe nostre recenti e messo in crisi il cuore pul- alle bibliografie scientifiche. belle iniziative, come vedrete sante della vecchia bibliote- Quale futuro hanno l’e- nelle pagine seguenti. ca, il prestito a domicilio), e ditoria e la pubblicistica Se mai il problema, reso quindi del bibliotecario, che locale? più stringente dal tempo deve aiutare l’utente a sop- Come dicevo, l’editoria di crisi, è il futuro di questi pesare criticamente il valore scientifica ha già reagito con contenitori e trasmettito- delle informazioni presenti l’open access o altre forme ri di cultura, di fronte alla in rete, ma può ora anche ibride per gli articoli (pubbli- sfida del digitale; proprio su allargare l’orizzonte dei libri cazione prima cartacea per questo interrogativo, voglio fruibili grazie al prestito gli abbonati, poi sul server affidare l’onore e l’onere interbibliotecario (inseren- della biblioteca universita- di dare consistenza a que- dovi, con la digitalizzazione, ria); per le monografie non sto editoriale ad un grande anche pezzi unici e collezio- esiste finora un modello amico della nostra associa- ni specialistiche altrimenti convincente, alternativo zione, Klaus Kempf, direttore introvabili) e soprattutto è in all’editoria tradizionale. della Biblioteca Nazionale grado di inventare un «servi- Per i quotidiani, si re- di Monaco di Baviera (o più zio su misura» a livelli cultu- gistrano grosse perdite di precisamente del Diparti- rali e umani inarrivabili per inserzioni pubblicitarie per mento dell’organizzazione e la Rete. la versione stampata, con fruizione patrimoniale -cioè Quale ruolo ha e avrà la relativo calo di finanziamen- 2 ti, anche per la concorrenza venute in suo possesso e di Brescia di cui ha seguito pubblicitaria on line, e non ne ha fatto dono ai soci in le orme del padre Tebaldo. è quindi certo se il giornale occasione delle cene degli Come il padre ha pubblicato cartaceo riuscirà a trasferirsi auguri di Natale. E’ stato a diversi libri sulle stampe di nel nuovo mondo del total- lungo tesoriere dell’Associa- Brescia e del lago di Garda mente digitale; d’altro canto zione fintanto che l’età non dei quali fanno tesoro molti non è sicuro che la versione ha fatto sentire il suo peso. collezionisti per le detta- elettronica, ormai con un La sua passione per i libri gliate informazioni in esse proprio carattere e sempre lo ha portato ad occuparsi contenute. La sua casa ha le meno parallela alla versione anche del loro restauro che pareti di ogni stanza total- stampata, riuscirà a lungo spesso lo portava generosa- mente tappezzate di stampe termine a crearsi un mercato mente a rimettere in “buone che non solo dimostrano con clienti stabili, disposti a condizioni di leggibilità” i un pregevole gusto esteti- pagare per servizi altrimenti libri dei soci. Ha lasciato una co, certamente condiviso accessibili gratis. importante collezione di libri con la moglie, ma sono un Come sarà la biblioteca stampati dal ‘500 al secolo meraviglioso colpo d’occhio privata del futuro? scorso di cui è stato fatto un sui luoghi e fatti della storia La biblioteca privata accurato inventario e che bresciana. come punto di partenza in- sono a disposizione di chiun- Molte delle sue stampe formativo non occorre più a que desideri acquistarli*. sono state messe a disposi- nessuno, se non come pura zione della nostra Associazio- fonte di ispirazione o come Carla Mazzola Pancie- ne per essere riprodotte ed uno sfondo davanti al qua- ra di Zoppola è stata una inserite nel libro commemo- le il politico o l’intellettuale colonna portante della nostra rativo del ventennale Brescia si fanno immortalare dalla Associazione. Costantemente contesa. La storia della città telecamera. presente alle conferenze ha e del territorio attraverso se- E il collezionismo, la dato impulso e consiglia- coli di dominazioni, assedi, bibliofilia? to anche altre iniziative. In battaglie e lotte fratricide. Pur essendo un’eredità del particolare si è adoperata L’intenso spirito collezioni- mondo analogico, originali molto per promuovere l’e- stico ed il legame alla nostra e pezzi unici, manoscritti e vento che avrebbe caratte- Associazione lo portava ad a stampa, avranno anche in rizzato il nostro decennale apprezzare e conservare ogni futuro il loro valore; anzi, un (2003) e che ha portato alla numero della nostra rivista gran futuro, con i prezzi in mostra “Dalla pergamena al MISINTA e le locandine illu- salita. monitor” ed alla compilazio- strate che annunciavano le ne dello splendido catalogo nostre conferenze. A conclusione di questo (oggi oggetto di studio per la editoriale, ricordiamo i tre presenza di accurate e qua- Tutte le persone che soci bibliofili scomparsi nel lificatissime schede riguar- hanno avuto la fortuna di frattempo: Stelio Santino danti manoscritti e libri a conoscere questi nostri soci Gusmitta, Carla Mazzola Pan- stampa prodotti nel territorio hanno mostrato per loro ciera di Zoppola e Francesco bresciano e/o gelosamen- simpatia, apprezzamento ed Sinistri, tutti e tre associati te custoditi nella Biblioteca affetto e siamo desolati della fin dai primi anni dalla fonda- Queriniana ). Generosamente loro scomparsa non solo zione. ci ha spesso ospitati presso perchè ci mancano ma anche la sua accogliente abitazione perchè non hanno avuto Stelio Santino Gusmitta di Collebeato per le nostre modo di gioire con noi nel è stato un grande collezioni- assemblee mostrando il suo ventennale e nella lettura del sta e ricercatore di curiosità grande interesse per i libri nostro libro commemorativo. di ogni tipo, grande esplora- e le stampe antiche. Non da A loro e alla loro attività tore di mercatini dove sape- meno è stata la sua compe- in favore dell’associazione e va sempre trovare oggetti tenza ed abilità gastronomica dei suoi nobili fini è dedica- e soprattutto libri di pregio che abbiamo potuto apprez- to questo numero 40-41 di o libretti modesti ma con zato. «MISINTA». un grande valore per i bi- bliofili appassionati. Spesso Francesco Sinistri è sta- ha fatto copia-fotostatica di to il vero grande collezioni- * Contattare per e-mail: alessan- vere curiosità bibliografiche sta soprattutto delle stampe [email protected] oppure [email protected]. 3 UNA RARA CARTA DA GIOCO SETTECENTESCA RAFFIGURANTE “BRESCIA” ED IL “BRESCIANO”

di Giuseppe Nova Bibliofilo

Tra le numerose illustrazioni serita in un corpo di uno strano che nel corso dei secoli hanno rapace (Paolo Petrini, 1702); e raffigurato i contorni della città le numerose vedute romantiche di Brescia od i confini del suo tipiche dell’Ottocento3. territorio, ve ne sono alcune Tra le curiosità riscontrabili particolarmente curiose ed in questo particolare campo alquanto originali da essere, a della rappresentazione grafica tutt’oggi, considerate non solo ve n’è una che, inserita come come bizzarri esempi del- seme in una carta da gioco, la creatività di un artista, ma raffigura nell’apposito contesto soprattutto come stravaganti territoriale (“Bressan”), la città testimonianze del tempo in cui di Brescia4. Si tratta di un rara furono realizzate. Tra i più noti veduta iconografica della nostra esempi di quelle che nel mondo città che fu concepita a Parigi, anglosassone venivano accom- per scopi puramente ludici, da pagnate dal termine “odd or Nicolas-Jean-Baptiste de Poilly eccentric view” e che in lingua nella seconda metà del Sette- tedesca, proprio per la loro spe- cento. cifica natura, venivano associate all’aggettivo “absonderlich”, Nicolas-Jean-Baptste, ram- Figura 1 Lombardie: raffigurazione dobbiamo segnalare l’anonima pollo della famosa famiglia De fisica. veduta monumentale1 di Brescia Poilly5, noti mercanti ed incisori che illustrava il volume Le Me- parigini originari di Abbeville, morie Bresciane di Ottavio Rossi 3. Ricordiamo le varie vedute nacque nella capitale francese (Bartolomeo Fontana, 1616); la panoramiche (G. Elena, L. nel 1707 e, una volta rimasto pianta perimetrale della città2 Cherubin, A. Centenari, H. Payne, solo all’età di ventuno anni delineata in controparte ed in- J. Carter, ecc.), gli idilliaci paesaggi (il padre, Jean Baptiste, figlio (P. Filippini, F. Gandini, P. Bertotti, ecc.), ma anche le “Guide cittadine” orafa del padre Charles, dove 1. Si tratta di una ricostruzione che, figlie dell’epoca, risentono di di fantasia della città in epoca apprese l’arte di fondere ed incidere un coinvolgimento sentimentale di i gioielli. Il giovane Nicolas dimostrò romana, intitolata Parte del sito di carattere affettivo (emblematico, Brescia antica, basata solo su studi una precoce predisposizione per il per esempio, l’invito dell’Odorici disegno e per l’ornato, tanto che il e documentazioni antiche, visto rivolto al lettore-viaggiatore a che nel XVII secolo gli scavi non padre decise di raffinarne la tecnica soffermarsi a pregare sulla tomba affidandolo prima ad un maestro erano stati ancora iniziati, ma che del figlio morto). si può comunque considerare come di Rouen e, successivamente, sintomatica dell’impegno storico- 4. La città, denominata in francese iscrivendo il figlio alla scuola scientifico dell’epoca. “Bresse” (accompagnata da altre parigina di Pierre Daret. Nicolas de pur errate indicazioni: “Gazza Poilly arrivò nella capitale francese 2. Si tratta di una rappresentazione R[ivière]”, per Garza e “Isolella” per tra la fine degli anni Quaranta e schematica della città che risulta Isorella), completa la carta “X” del l’inizio degli anni Cinquanta del inserita in una grande carta seme nominato “Republique de XVII secolo e, insieme con il fratello topografica d’Italia realizzata a Venise” e facente parte di un mazzo maggiore François, aprì un proprio Napoli e che aveva, probabilmente, da gioco a contenuto storico- “atelier” in rue Saint Jacques. La il precipuo scopo di esaltare la forza geografico molto in voga nella bottega, registrata all’insegna e la potenza della cinta muraria, Francia del XVIII secolo. “A l’Experience”, iniziò l’attività visto che all’interno del perimetro, come laboratorio di riproduzione, oltre alla scritta “Brescia”, compare 5. Il capostipite, Nicolas, nacque nel specializzato soprattutto in opere soltanto il castello, imprendibile 1626 ad Abbeville, nel Dipartimento desunte da maestri francesi, tra i baluardo e sede della guarnigione della Somme, e, fin dalla più quali ricordiamo De Champaigne, armata. giovane età, frequentò la bottega Mignard, Le Brun e Bourdon. 4 opere d’invenzione che egli ese- guì di sua specifica iniziativa se- guendo le particolari tendenze e le pressanti richieste non solo degli editori, ma soprattutto dei collezionisti dell’epoca: erano, in sostanza, veri e propri lavori “commerciali” che avrebbero trovato un sicuro ed immedia- to sbocco di mercato, come le Vedute di Parigi, le Figurine alla moda, le Corse dei cavalli, i Santini e le Carte da gioco.

Proprio tra le “Carte da gioco” dobbiamo segnalare un particolare mazzo che ci interessa da vicino. Si tratta di Figura 3 Figura 2 un divertente mazzo di carte, Republique de Venise: Lombardie: probabilmente destinato ad un descrizione del territorio descrizione del territorio. dilettevole ed erudito gioco di società dove, al posto dei tradi- di Nicolas, scomparve infatti zionali semi (cuori, quadri, fiori improvvisamente nel 1728), e picche), compaiono invece Seguono poi due carte decise di lasciare la bottega di Regioni, Territori, Paesi ed altre intitolate “Republique de Veni- famiglia e di mettersi al servizio indicazioni geografiche che, se”: la prima, con al centro uno delle dinamiche società editrici proprio per l’originalità dell’intu- scudo con il leone di San Marco, parigine, per le quali realizzò izione e l’insolito concetto, sono riporta la parte descrittiva del diversi lavori grafici di ripro- diventati oggetto di collezioni- territorio: “Cette republique duzione, soprattutto fogli tratti smo e, perciò, si sono conserva- la plus Ancienne de l’Europe dalle opere dei maestri francesi ti giungendo fino a noi7. est des plus florissante et des Le Brun e Mignard, e dei mae- Nel mazzo che ci riguarda, plus riches tant par sa posi- stri italiani Maratti, G. Romano e purtroppo incompleto (abbia- tion avantageuse et la Sages- Domenichino. mo soltanto 5 carte, tutte con se de son Gouvernem.t que commenti realizzati in modo par la grande fertilité du pais Nicolas-Jean-Baptiste, che spiccio e spesso scorretto), qui en rendent le Commerce non era così dotato come il non- troviamo innanzitutto le due Extremem.t Considerable. Son no Nicolas, né particolarmen- carte intitolate “Lombardie”: la territoire propre abonde en te abile come lo zio François, prima è una raffigurazione fisica Bled, Vins, Excellents fruits de apprese l’arte dal padre, Jean del territorio, mentre la secon- toutes sortes, huille, paturages, Baptiste6, il quale gli insegnò i da è puramente descrittiva, in Bestiaux, Gibier, Poisson, sel, segreti dell’arte calcografica e lo cui si legge: “La Lombardie Marbre, Jaspe. Venise est la introdusse negli ambienti edito- nouvelle qui compr.d plusieurs capitale de toute la Republique riali dell’epoca. Duchés souverains, est bornée ces une Ville superbe dans la au Septentrion par les Suisses Mer du Golfe de son nom par- Tra la produzione di Nicolas- et les Grisons, a l’Orient par la tagée en 72 Isles. On y fabrique Jean-Baptiste de Poilly, per la Republique de Venise, le Fera- de belle Etoffes et des Glaces maggior parte realizzata su rois et la Boloneze, au Midy par renomees”. commissione, esistono alcune la petite republique de Luque et celle de Genes, a l’Occident par La seconda riporta inve- ce brevi riferimenti politico- 6. Il padre, diventato titolare della le M.t Ferrart, le et le bottega in rue Saint Jacques nel Valais”. geografici: “La republique de 1696, non fu certo considerato Venise compr.d dans son Etat come un grande maestro, ma fu 7. Noti, per esempio sono gli d’Italie quatorze prov.ce sçavoir apprezzato per le sue indubbie esemplari di mazzi di carte da le Dogado ou Duché de Venise, qualità tecniche: gli fu, infatti, gioco del De Poilly conservati nel le Bergamasc, le Cremase, le riconosciuta una speciale perizia, Gabinetto di Disegni e Stampe del soprattutto nella traduzione su British Museum, i cui semi sono Bressen, le Veronois, le Vicen- lastra di opere di maestri italiani e rappresentati da quattro Continenti: tin, le Pardovan, la Polesine de francesi. Europa, America, Asia e Europa. 5 Figura 4 Republique de Venise: descrizione politico-geografica.

Rovigo, la Marche Trevisane, le Trioul, et l’Istrie Venitiene. Les dependences de cette repu- blique son très considerables, comprenent une partie de la dalmatie, les Isles de Corfu, et de Zante, de Carzola, de Brazza, de grande de Pago, Darbe, de Vegia, en a joint la Rep.que de Raguse”.

L’ultima carta, contrasse- gnata dal numero dieci (“X”), riporta, oltre ad altre località fa- centi parte della Republique de Venise, l’indicazione del territo- Figura 5 rio (“Bressan”), la raffigurazione Republique de Venise: carta X. schematica della città (“Bresse”), accompagnata dall’indicazione della nota famiglia di mercanti nella capitale francese per circa di capoluogo (“cap”) e del fiume ed incisori francesi8 che operò mezzo secolo, fino al 1780, Garza (“Gazza R”); la raffigu- anno della sua morte. razione schematica di Isorel- la (“Isolella”), accompagnata 8. Altri componenti della famiglia De Poilly furono François II anch’essa dall’indicazione del (1671-1741), Antoine (XVIII lui si estinse anche la tradizione fiume Garza (“Gazza”). Un’ulte- secolo) e Nicolas II (1675-1747), artistica in campo incisorio della riore indicazione presente sulla dei quali, però, non si conosce casata che era iniziata con l’orafo carta riguarda la distanza in mi- esattamente il grado di parentela Charles de Poilly quasi tre secoli prima, attorno alla fine del XVI glia da Roma: 103 per Brescia, con i componenti già citati. L’ultimo membro conosciuto della casata fu secolo. 98 per Isorella. Edouard de Poilly, il quale nacque ad Abbeville nel 1811 e fu non solo Le carte raffigurate, che un ottimo disegnatore, ma anche misurano mm. 60 x 80, proven- un discreto intagliatore che realizzò gono da un mazzo pubblicato a alcune tavole desunte dal vero, a contenuto soprattutto paesaggistico Parigi nel 1763 da Nicolas-Jean- e pervase da forti toni romantici, Baptiste de Poilly, componente tipici dell’epoca. Edouard morì a Boulogne-sur-mer nel 1879 e con 6 UNA RARA DESCRIZIONE DELLE DIECI GIORNATE di Felice Venosta

di Pietro Lorenzotti Bibliofilo, esperto in Bibliografia bresciana.

Panteon dei Martiri della zione delle cerimonie funebri - dopo pag. 12, tav. 2. Don Libertà Italiana. Il martirio in onore dei caduti, la ban- Pietro Boifava curato di Serle; di Brescia, narrazione do- da di Breno la migliore nel - dopo pag. 28, tav 3. Li cumentata, seconda edizio- corteo e la scritta “Riti so- avrebbero inseguiti se non si ne con illustrazioni. Milano, lenni per l’inumazione delle fosse arreso Tito Speri; 1863, presso l’editore Carlo ossa dei nostri fratelli che - dopo pag. 38, tav. 4. Barbini, via Larga. l’austriaca rabbia assassinò Nugent cadeva mortalmente Un volume in 16°, cm e seppellì a guisa di belva in ferito. 9x14,5, legatura in brossura poca terra scavata dalle mani Non erano conosciute, di carta leggera rosata, 157 stesse dei miseri.” Segue l’e- pur figurando il Castello, pagine numerate, 4 tevole lenco dei “Martiri di Brescia.” dall’Avv. Sinistri (1930-1990) fuori testo con nitide incisioni Dopo pagina 112 docu- e pertanto non figurano nella a piena pagina in litografia. menti di parte austriaca, del- meritoria Brescia nelle stam- Il titolo in copertina, in- la municipalità di Brescia, del pe, Grafo, Brescia, I edizione quadrato da filo e angoli, al Comitato di pubblica difesa. 1971 e II edizione, 1991. centro grande vignetta con Dopo pagina 148 Estratto Questa “seconda edizio- bandiere e corone di allo- del rapporto del Feldmare- ne con illustrazioni” fa par- ro, una tavola fotografica, sciallo Haynau sulla presa di te della raccolta “Panteon frontespizio con indicazione Brescia comunicata al Ra- dei Martiri della libertà” in dell’autore Felice Venosta, al detzky. cui figurano altre opere del retro l’editore riserva i suoi Note a piè di pagina. Felice Venosta, è rara, poco diritti e lo stampatore “Tip. Le quattro tavole fuori conosciuta, quasi introvabile, Gernia e Erba, Piazza S. Vito testo cm 14x8 si riferiscono anche per la sua apparizione al Pasquirolo.M.2. ad episodi del testo e quindi come un libretto di rapido Dedica al prode bergama- sono inserite senza indicazio- uso, come anche le prime sco Francesco Nullo morto ne degli autori: che sembra sia stata pub- in Polonia l’ 8 maggio 1863 - dopo pag. 1, tav. 1. Ac- blicata nel 1861 o 1862 a combattendo per la libertà. corsero loro addosso da tutte Milano presso S..... e G.... , Testo suddiviso in V capi- le strade cittadini e Valligia- tipografi ed editori, che per toli. Dopo pagina 94 descri- ni; ragioni temporali non poteva 7 Enciclopedia bre- vi aggiunge di suo soltanto sciana, vol. XX pag. la forma alquanto sciatta; in 342 lo definisce complesso un piccolo libretto “scrittore popolare, popolare di facile lettura che divulgò alle masse ha avuto fortuna in quella la conoscenza degli letteratura propagandista avvenimenti del rivolta con efficacia a tener Risorgimento con viva il sentimento patriottico accentuata tendenza nel popolo italiano. Non è repubblicana”. quindi il caso di soffermarci a Riprende quanto scritto da fare un esame critico di que- contenere la dedica a France- mons. Paolo Guerrini (1880- sto racconto perchè sarebbe sco Nullo. 1960): il poligrafo bresciano superfluo. Vi sono alcune Felice Venosta (1828- a pag. 86 del suo I narratori ingenue illustrazioni.” 1889) milanese di famiglia della Dieci Giornate profili bi- Cesare Correnti (1815- nobile della Valtellina a solo bliografici inserito nel volume 1888) I Dieci Giorni dell’in- vent’anni partecipò alle pubblicato Nel Centenario surrezione bresciana, 1849 e Cinque Giornate di Milano della Dieci Giornate, Brescia, diverse riedizioni ove riferisce nel 1848, scrisse diverse Pavoniana, 1949, “Il Veno- di quanto detto da altri. opere di carattere storico- sta non ha pretese critiche, Carlo Cassola (1814-1894) risorgimentale, ma per il suo ma soltanto un facile scopo Insurrezione di Brescia, approccio repubblicano e divulgativo. Tutto quanto 1849, uno dei responsabili liberale che non ebbe for- narra è preso dalle relazioni del disastro! tuna tra i bresciani: Fappani del Correnti e del Cassola e

8 anno xx, dicembre 2013, supplemento alla rivista misinta. libro commemorativo del ventennale della associazione bibliofili bresciani “bernardino misinta”

Brescia contesa. La storia della città e del territorio attraverso secoli di dominazioni, assedi, battaglie e lotte fratricide, a cura di A. Brumana, E. Ferraglio e F. Giunta, Brescia, Edizioni Misinta, 2013, 2 volumi, pp. 661, illustrato.

Non è stato facile trova- re la formula più adatta per celebrare venti anni di attività della Associazione Bibliofili Dopo un ricco e proficuo Bresciani “Bernardino Mi- scambio di opinioni e di con dieci giornate di con- sinta”. Dal 1993, anno della competenze, si è deciso di troverso eroismo, con una sua costituzione “ufficiale”, dar corpo e anima ad una ripetuta pioggia di bombe fino ad oggi l’Associazione impresa, che non è azzarda- “amiche”, per finire con un ha operato, con la più grande to definire “monumentale”: ordigno artigianale, che ha apertura culturale, in sinergia una selezione ragionata di falciato inermi cittadini in con la città e il territorio e ha fatti, ambienti, suggestioni, una mattinata umida di un proposto una serie ricchissi- personaggi, testi, cronache, maggio a noi molto vicino. ma di approfondimenti, volti documenti e situazioni che Ne è nato un volume di a scavare non solo nel mon- testimoniassero l’importanza quasi settecento pagine, nel- do del collezionismo librario che Brescia e il suo territo- le quali sono scanditi i rintoc- di qualità e di eccellenza, ma rio hanno sempre avuto agli chi di un orologio millenario, più in generale in diversi am- occhi dell’Italia e dell’Europa. biti disciplinari (arte, lettera- Attenzioni che nel corso dei tura, storia, biblioteconomia, secoli si sono materializzate musica) di interesse non solo con l’impeto delle armi, con locale, ma anche italiano ed l’assalto alle mura, con scor- europeo. ribande di lanzichenecchi,

9 che ricorda a tutti i bresciani efficiente sistema editoriale. cose di cui, in ordine spar- Ogni studioso ha individuato so, si è parlato in molti altri alcuni testi da riproporre in contesti, ma che ora trovia- lingua originale e in efficace mo comodamente adagiate, traduzione moderna, e ha in- tutte insieme, in una prezio- quadrato l’ambito di propria traverso le testimonianze sa teca: ci fanno compagnia, competenza con contributi archeologiche (pp. 63-68), possono arricchire le nostre originali, che danno un va- seguito dal documenta- silenziose e private letture, lore aggiunto di qualità e di to contributo di Ermanno possono, lo speriamo, di- aggiornamento bibliografico, Capretti dal titolo Da Brixia venire il sale di interessanti tali da accontentare anche i Colonia Civica Augusta alle conversazioni tra amici. palati più schizzinosi. “Am-Lire”. Monetazione me- L’idea ha preso forma L’opera si apre con due tallica e cartacea presente grazie al robusto e generoso contributi di Umberto San- sul territorio bresciano fra sforzo di un piccolo esercito soni dedicati rispettivamente ipotesti e certezze (pp. 69- di specialisti di varie disci- ad Armi ed armati nell’arte 91). I medaglioni che seguo- pline, che hanno lavorato rupestre della Valcamonica no sono dedicati ad Attila a titolo assolutamente gra- (pp. 15-28) e a Il simbolismo (pp. 92-93), a Visigoti, Unni, tuito, con la loro ben speri- delle armi (pp. 29-34). Se- Goti, Bizantini, Longobardi mentata competenza e, lo gue uno sguardo sintetico su (pp. 94-101). Angelo Giorgi diciamo assai riconoscenti, La monetazione delle genti ci ha regalato un bellissimo con una puntualità da far celtiche a nord del Po (pp. e documentato saggio dal invidia al più organizzato ed 35-41), un efficace profilo titolo A peste, fame et bello... storico di Bre- Giustificazione del potere scia e le sue politico e religione, morte armi affidato e destino dell’anima, intor- alla competen- no alla Rocca di Breno (pp. za di Mariano 103-125). Simona Gavinelli, Signorini (pp. con un saggio di notevole 43-54). Leg- impegno critico, ha tracciato giamo poi, in suggestivi Percorsi evolutivi successione, della storiografia bresciana note sulla (pp. 127-132) e ha scritto di Alleanza tra Brescia dai Franchi ai Visigo- Cenomani e ti (pp. 133-138). Si leggono Romani (pp. poi brevi note su Le origini 55-56), Le del Comune di Brescia e le fàlere a Maner- Crociate (pp. 139-141), La bio, ornamenti battaglia di Rudiano o della in argento “mala morte” (pp. 142-146), per cavalli, Le lotte tra i bresciani guelfi un dono tra e ghibellini fino agli Svevi ed capi di genti Angioini (pp. 147-151). Velut celtiche (pp. leena rugiens. Brescia asse- 57-62). Entria- diata da Federico II è il titolo mo poi nell’era dell’interessante contributo romana grazie di Paolo Grillo (pp. 151-159). al contributo Non poteva mancare all’ap- dedicato a pello un ritratto di Albertano Brescia at- da Brescia (pp. 159-161), prima che Pierfabio Panazza 10 295). Vittima del sacco fu il studiasse con un approfon- e alle intramontabili pagine notissimo matematico Nic- dito studio La Sala Picta del su Guerre e ammazzamen- colò Fontana detto Tartaglia Broletto: la cacciata dei Ma- ti in Pandolfo Nassino (pp. ferito nel Duomo, soggetto lesardi e la pace di Berardo 243-259). La competenza di di un breve e intenso saggio Maggi (pp. 163-171). Seguo- Giuseppe Nova ci suggerisce di Pierluigi Pizzamiglio (pp. no articoli sul periodo Da Be- un percorso dedicato a La 297-301), mentre Letizia Ba- rardo Maggi a Pandolfo Ma- stampa a Brescia “in tempo rozzi ha illustrato magistral- latesta (pp. 172-175), sulle di guerra” (sequestri, censu- mente Uomini in arme alla Cronache di Ghedi (pp. 176- ra e torchi clandestini)(pp. Pieve della Mitria. Il segno 177), su Enrico VII assedia 261-267). Si giunge così al del sacco di Brescia in un Brescia (pp. 178-186), Enrico famigerato “Sacco di Brescia” affresco bresciano (pp. 302- VII e l’assedio di Brescia nel del 1512, illustrato dai diversi 305) e Alberto Zaina ci offre Codice Balduino (pp. 187- contributi I congiurati bre- un contributo su Il Sacco di 193). Elisabetta Conti ci offre sciani (pp. 268-271), Il sacco Brescia: un assedio nell’as- un intenso ritratto di Pan- di Brescia nella narrazione di sedio. Nel mezzo di otto anni dolfo Malatesta signore di Innocenzo Casari (pp. 272- di passione nasce la “Scuola Brescia (pp. 197-199), segui- 276), Del Saco de Bressa bresciana del Cinquecento” to da alcune pagine dedicate del Nassino (pp. 277-291), (pp. 307-319). E con questo a La battaglia di Maclodio Resoconto della conquista si chiude il primo volume. (pp. 200-206) e al periodo della città di Pressa (pp. 292- Il secondo volume, in tutto Dai primi anni della veneta dominazione alla Lega di Cambrai (pp. 207-212), al truce racconto Tra scaramuc- ce e bombardamenti nella Cronaca di Cristoforo Soldo (pp. 213-217). Le Memo- rie della famiglia Ronchi di Valle Camonica di Pier Pao- lo Ormanico (pp. 218-220) precedono il bel contributo di Paola Bonfadini, Forte il braccio, fiero il guardo. Immagini di eroi in preziosi codici miniati e arredi lignei bresciani rinascimentali (pp. 222-237). Arriviamo così a La pace di Bagnolo conchiusa alle Chiaviche (pp. 239-241) 11 (pp. 406-410). Una apertura originale sull’aspetto assi- stenziale della storia bre- sciana offre Chiara Benedetti nel contributo Verso l’unità d’Italia: storie di cittadini, di guerre, di ospedali (pp. 411-419). Con grande do- vizia di dettagli e grande competenza Marcello Berluc- chi ha illustrato gli episodi del Risorgimento bresciano: L’Ottocento bresciano: fatti e battaglie (pp. 420-421), in cui trovano spazio il 48 e 49 bresciani (pp. 422-431), Organizzazione ospedaliera bresciana (pp. 432-439), Una relazione di C. Maselli sulla difesa di Brescia (pp. 440- 447), La partecipazione della Valle Sabbia (pp. 448-453), equivalente al primo, si apre e della Riviera vissuta dalle L’insurrezione di Brescia del con una efficace sintesi di monache del monastero del- 1848 (pp. 454-464), Relazio- Ennio Ferraglio Dal sacco di la Visitazione (pp. 385-393, ne Boifava intorno alle cose Brescia alla fine della domi- che comprende a p. 389 un da esso operate durante i nazione veneziana (pp. 325- contributo di Riccardo Barto- mesi di marzo e aprile 1848 330), scandito da estratti da I letti su un ex-voto del 1796). (pp. 465-469), Continuazio- Diari dei Pluda di Castenedo- Alberto Redaelli ha illustrato ne del ragionamento sulla lo (pp. 334-335). Una pagina La battaglia di Lonato del 3 storia di Brescia dal 1848 al di interessante microstoria agosto 1796 (pp. 396-399). 1849 (pp. 470-478), Le dieci gardesana ci illustra Claudio Segue un contributo tratto giornate di Tito Speri (pp. Povolo, che scrive di Bandi- dalla Cronaca di Desenza- 479-485), Le dieci giornate ti sulla riviera del Benaco no di Giacomo Manerba dalla parte degli Austriaci (pp. 337-343). Nel XVI-XVII (pp. 400-405), così come (pp. 486-492). Luigi Amedeo secolo Brescia fu coinvolta si è dato spazio al Diario Biglione di Viarigi, notevole nelle beghe tra Signoria e di Brescia di Pietro Bocca esperto di storia risorgimen- Santa Sede che scatenarono l’Interdetto di Paolo V sulla Repubblica di Venezia (pp. 344-346). Note di cronaca narra magistralmente Ennio Ferraglio, trattando di Violen- ze nelle strade bresciane (pp. 347-350), di Lontani fronti di guerra (pp. 351-359), de La battaglia di Chiari, com- battuta il 1 settembre 1701 (pp. 361-367), de I tedeschi a Castelcovati (pp. 368-369), di Eserciti in transito (pp. 370-371), di Uno sbarco fallito (pp. 372-375), de La battaglia di Montichiari e Calcinato (pp. 376-383), di come Gli abitanti delle valli occupano Brescia (p. 383). A Gabriele Archetti tocca ap- profondire La storia di Salò 12 sa accelerazione l’amico e grande esperto Klaus Kempf ci proietta nella modernità del Novecento bresciano, che salutò agli albori del secolo la nascita dell’avventura avia- toria: Aeroplani su Brescia. Esaltazione della tecnica e della letteratura (pp. 551- 557). Il Novecento conobbe la grande devastazione della Prima Guerra Mondiale, qui ampiamente studiata nei della Loggia e il sistema di contributi di Paolo Corsini informazione (pp. 657-661). tale, si prodiga in un bel La Grande Guerra (pp. 558- Prestigiosi patrocini sono saggio su Lettere da Brescia 569), di Salvatore Flavio esibiti nel controfrontespi- a Teodoro Lechi in esilio (pp. Mucia Gli aerei nella prima zio non come i ritratti degli 492-493). Si parla poi della Guerra Mondiale (pp. 570- antenati manzoniani, ma Battaglia di Virle Treponti del 577), Primo bombardamen- come testimonianza viva di 15 giugno 1859 (pp. 495- to a Brescia (pp. 576-579), simpatia e di riconoscimen- 499), per giungere alle più Bombardamento su Brescia to culturale all’attività della famose Battaglie di Solferino e il territorio bresciano (pp. Associazione: il Presidente e San Martino (pp. 500-503). 580-581). Fatti d’arme cruen- della Repubblica ha concesso Abbiamo anche testimonian- ti sono narrati da Alberto Re- alla Associazione una me- ze di voci straniere, che nar- daelli nei saggi Il massacro daglia di congratulazione, ravano ai paesi europei gli del battaglione “Val d’Intelvi” mentre il Comune di Brescia, avvenimenti militari e politici (pp. 582-587) e Battaglia la Fondazione Ente Universi- italiani: France et Sardaigne. del Tonale (pp. 588-593). La tario Lombardia Universita- Guerre d’Italie (pp. 505-513), storia ci conduce in pieno ria, l’Università degli Studi di The war in Italy (pp. 514- periodo fascista con l’ampio Brescia, l’Università Cattolica 523), mentre Filippo Giunta e documentatissimo saggio del Sacro Cuore di Brescia, illustra un efficace Ricordo di di Paolo Corsini Le violenze l’Ateneo di Brescia, l’Ate- Solferino e la nascita della fasciste (pp. 594-623), auto- neo di Salò e la Fondazione Croce Rossa (pp. 525-533). re anche del saggio dedicato Civiltà Bresciana hanno dato La presenza di Garibaldi nel a La guerra e la resistenza il loro appoggio culturale bresciano è stata indaga- (pp. 628-643), intervallato all’iniziativa. ta nei contributi dal titolo da un agile contributo su Gli Una tale ricchezza di Garibaldi in Valsabbia e sul aerei nella seconda Guerra contenuto esigeva una ade- lago di Garda (pp. 535-543), Mondiale (pp. 625-628). In guata veste tipografica: due La battaglia di Vezza d’Oglio, un libro pensato da biblio- volumi in elegante brossura, combattuta il 4 luglio 1866 fili non poteva mancare il coloratissime copertine, un (pp. 545-549). Con deci- triste resoconto dedicato a apparato iconografico straor- La Biblioteca Queriniana dinariamente ricco e difficil- bombardata (pp. 645-647), mente recuperabile altrove completato dal saggio di Car- (ci riferiamo in particolare lotta Coccoli, “Il patrimonio alle fotografie aeree dei artistico bresciano distrutto bombardamenti subiti du- dalle bombe dei “liberatori”. rante le incursioni del 1944) La cronaca dei danni e della fanno di questi due volumi, ricostruzione monumentale gemellati in un essenziale attraverso la stampa perio- cofanetto, un dono elegante dica (pp. 648-655). Dalle e sicuramente gradito. bombe dei “liberatori” alle bombe della eversione, con Angelo Brumana cui si è scelto di chiudere la Socio dell’Ateneo di Brescia rassegna dedicata a Brescia contesa: Mirco Dondi ci in- forma su La strage in piazza 13 LE LEGATURE DI LUIGI LODIGIANI, LEGATORE DI CORTE A MILANO NEL PRIMO OTTOCENTO. LEGATURE NELLA BIBLIOTECA DI CREMONA di Federico Macchi Bibliofilo, esperto in Legature Storiche.

Le legature di Luigi Lo- no essere destinate per l’ac- carte di guardia e il confronto digiani, legatore di Corte quisto dei volumi mancanti con gli esemplari di accertata a Milano nel primo Otto- provvisti di legature correnti:1 provenienza. Ci troviamo di cento nell’esposizione Fra pura follia quindi acquisire fronte ad una materia osti- libro antico e moderno: quelle riccamente decorate e ca, sfuggente, che richiede Luigi Lodigiani e la lega- provviste di preziosi orpelli. approfondite conoscenze tura del primo ‘800 della Nata per la necessità di pro- in ogni campo e che non si Biblioteca statale di Cre- teggere il contenuto del libro, improvvisa per non cadere mona la legatura si è andata tutta- in errori grossolani, come ad via trasformando nel corso esempio ritenere di origine In occasione della XII set- dei secoli per dare lustro ai veneziana o romana una le- timana della cultura dal 16 libri stessi, seguendo via via gatura solo in quanto il libro al 30 aprile 2010, grazie alla mode e stili: si è così passati è stato stampato rispettiva- disponibilità e all’interesse dalle severe legature tardo mente a Venezia o a Roma, del Direttore Stefano Cam- gotiche ornate a secco, non osservato che i volumi non pagnolo, si è svolta presso la in oro quindi, alle classiche erano legati tranne eccezio- Biblioteca statale di Cremo- decorazioni rinascimentali in ni dall’editore, ma nel luogo na una mostra delle proprie oro, ai fastosi decori barocchi di vendita, generalmente a legature storiche ottocente- a ventaglio, a quelli a mer- cura dello stesso acquirente. sche. Diversi fattori, in parti- letti del Settecento e a quelli Il luogo di stampa e quello colare l’opera di un legatore romantici dell’Ottocento. di produzione della legatura milanese Luigi Lodigiani, Fatta eccezione per le potevano così non coincide- hanno contribuito a far co- coperte che recano impres- re. In particolare, il trasporto noscere i manufatti di questo so il nome del possessore, di libri non legati poteva es- periodo: un motto, un’impresa, uno sere eseguito solo da impor- stemma o la firma del lega- tanti editori, per libri che non 1) l’impostazione mono- tore (in generale non prima fossero in genere di ampio tematica dell’esposizione del Settecento tranne in area formato, in numero relativa- con esclusivo riferimento alla nordica), il loro riconosci- mente limitato in rapporto al legatura, disciplina ancora mento è spesso arduo. La ri- resto della loro produzione, in gran parte ignorata dai cerca per una loro collocazio- assorbita dai librai dei pa- bibliofili. Se molto si scrive ne cronologica, topografica o esi d’origine e delle regioni e si discute di libri, poco e stilistica, può tuttavia avvaler- vicine; inoltre, fatta eccezio- non sempre benevolmente si di alcuni elementi indica- ne per i classici greci, latini si discorre di legature. In tivi quali i ferri e gli schemi e per i libri di teologia, quelli effetti se il libro ha valore per compositivi del decoro, la in lingua volgare, di storia, di il contenuto, di poco conto tecnica esecutiva, i materiali diritto e di religione a ca- sembra essere la sua veste, utilizzati, la filigrana delle rattere locale, non erano di generalmente ignorata (grae- solito esportati. cum est, non legitur). Sin dal 1. Gabriel Naudé, Advis pour L’attenzione degli studiosi 1627 il celebrato biblioteca- dresser une bibliothèque, Présenté italiani nei riguardi della sto- rio Gabriel Naudé ammoniva a Monseigneur le Président de ria della legatura, primo fra che per creare una buona Mesme, Paris, François Targa, 1627 tutti Tammaro De Marinis nel biblioteca le risorse doveva- (ristampa, Leipzig, VEB, 1963, pp. secolo scorso, è rimasta con- 80-81). 14 finata al periodo rinascimen- sedere legature fa riscontro questo studio, anche i nomi tale: non esiste infatti ancora l’insoddisfazione di non po- di legatori dei quali si era uno studio sistematico di terle conoscere; persa la memoria: così Luigi legatori e botteghe del Sei-, Lorenzo Valle, tipografo e le- Sette- e Ottocento, attivi ad 2) la possibilità di usufrui- gatore in Cremona in relazio- esempio a Venezia, Bologna, re di un censimento di lega- ne con un altro stampatore Firenze, Roma e Napoli. ture del secolo XIX, custodite locale, Giuseppe Feraboli, e Da una ventina d’anni, si nella Biblioteca statale cre- il milanese Giuseppe Pozzoli, è manifestato un risveglio di monese, eseguito tra il 2009 entrambi fornitori di Giusep- studi da parte di singoli ricer- e il 2010, compendiato nella pe Sigismondo Ala Ponzone. catori. Ne fanno fede i lavori pubblicazione dal titolo Fra Non mancano poi alcuni pubblicati o patrocinati da libro antico e moderno: Luigi inaspettati riferimenti al no- alcune importanti biblioteche Lodigiani e la legatura del bile cremonese, sembra, non quali la Braidense di Milano, primo ’800, Biblioteca stata- particolarmente attento ai la Riccardiana di Firenze, la le di Cremona, Mostre XXXI, termini di pagamento, tanto Casanatense e l’Angelica di Cremona, Monotipia Cre- che i solleciti di Lodigiani Roma, oltre alla Nazionale di monese, 2010 che consta di erano oramai diventati co- Napoli e alcune importanti oltre 200 pagine ed è prov- stanti. Dai carteggi, il mar- ma isolate pubblicazioni a visto di 93 tavole a colori, chese risulta anche piuttosto carattere monografico. delle quali 57 dedicate alle attento alle spese, come Completano il quadro legature di Lodigiani, 10 ai attesta una sua lamentela dello stato attuale della le- suoi ferri (40 rotelle, 40 pun- nei confronti di Luigi, reo di gatura in Italia, l’avviato ma zoni, 24 palette, 10 placche) pretendere ben 60 lire au- non concluso censimento e 26 alle rimanenti legature striache per l’approntamen- delle legature medioevali ottocentesche artigianali ed to di un Album, spesa che conservate nelle biblioteche editoriali custodite in Biblio- malgrado tutto è disponibile italiane promosso dall’ICR- teca. a sostenere purché il lavoro PAL (Istituto Centrale per il Il catalogo introdotto da sia all’altezza della fama di Restauro e la Conservazione Stefano Campagnolo con una cotanto fornitore e la conse- del Patrimonio Archivistico e prefazione2 che illustra lo gna in tempi brevi. Librario) di Roma, la fonda- scopo della mostra, è segui- Questo nuovo, fino ad zione dell’ARA (Associazione to da una nota3 di Raffaella oggi sconosciuto commit- amici della Rilegatura d’Arte) Barbierato che ha conferma- tente, si affianca quindi alla e alcune iniziative in campo to la corrispondenza tra le nutrita schiera di altri com- accademico, quali le istitu- committenze del cremonese missionari o destinatari quali zioni di insegnamenti sulla marchese Sigismondo Ala ad esempio Eugène de Be- storia della legatura presso Ponzone (1761-1842), an- auharnais (1781-1824), Vice- le Università di Pisa, Udine e che grazie ad una recente ré d’Italia, il suo consigliere di Viterbo. Tali studi tendono e provvidenziale riorganiz- inviato da Napoleone il conte ad avvalorare anche il lato zazione del suo carteggio Étienne Méjan, il bibliofilo tecnico quali il materiale di (2010), a Lodigiani e alcuni milanese Conte Gaetano Mel- copertura, il tipo di suppor- dei manufatti4 esposti, e ha zi (1783-1851), la famiglia to, di fermagli, di cucitura. I anche fornito delle prezio- Manzoni, la Regia Stamperia cultori della legatura italiana, se informazioni in merito al e la Biblioteca Braidense di tributari da sempre di pub- non indifferente costo delle Milano, l’Imperatore d’Austria blicazioni di origine inglese operazioni di legatoria quali Francesco I (1768-1835), l’Ar- e tedesca, da anni attendono la «lavatura» e lo «stiraggio», ciduca Ranieri (1783-1852) una volgarizzazione di que- l’utilizzo del cuoio di Russia e Viceré del Lombardo Veneto sto sapere unico, pubblicato di seta per i contropiatti e le dal 1818 fino al 1848, la mo- in riviste specializzate, note carte di guardia. glie di Napoleone Bonaparte, pressoché esclusivamente Emergono, sempre in Maria Luisa d’Austria (1791- in ambiente accademico. Un 1847), duchessa di Parma dal aggiornato compendio gene- 2. Tra libro antico e moderno: le 1816 al 1831. rale della legatura a carattere ragioni di una mostra, pp. 9-15. Nobile illuminato, Sigi- divulgativo e monografie ben 3. Luigi Lodigiani e la committenza smondo affiancò l’interesse documentate, avrebbero il Ala Ponzone: appunti per una per la storia naturale con plauso dei bibliofili a molti ricerca, pp. 17-20. quello per l’antiquariato, la dei quali al piacere di pos- 4. Schede del catalogo 21, 26, 31, bibliofilia e l’amore per l’arte. 33, 42, 46. 15 Intrattenne frequenti e natu- generale (pp. 199-202). Dal mentre limitate sono quelle rali rapporti con Milano città censimento si apprende che in lussuosa veste su libri di che accoglieva membri della il maggior numero di volumi presentazione o per esigenti sua famiglia. Le edizioni è custodito nella Biblioteca bibliofili. patrocinate e appositamente Ambrosiana di Milano (140 Al repertorio dell’esposi- provviste di tipi bodoniani e circa), nel Musée Condé di zione, si affianca un catalogo la scelta di Lodigiani come Chantilly, in Francia (115 cir- illustrato in versione elettro- legatore, testimoniano l’at- ca) e nella Biblioteca statale nica di circa 1400 pagine, tenzione dedicata alla sua di Cremona (85 circa). ricco di oltre 500 esemplari biblioteca. Dopo il 1807, si Di numerosi esemplari eseguiti in diverse nazioni indirizzò prevalentemente a oggi conservati in biblioteche europee - Francia, Germania, ricerche numismatiche, come straniere, è stato possibile Italia, Paesi Bassi, Polonia, attestano una coppia di vo- ricostruire il percorso legato Spagna - tra il XV e il XX lumi esposti. Scomparso nel alle tumultuose vicende stori- secolo, raffigurati, descritti e 1842, tutte le sue collezioni, che intervenute in Europa commentati grazie all’utiliz- libri inclusi, confluirono nel nella prima metà del secolo zo di una vasta bibliografia patrimonio civico cremonese, XIX. di riferimento, agli analoghi all’origine dell’esposizione. In particolare, una cin- esemplari spesso inediti Non è peraltro l’unico quantina di legature Lodigia- presenti in biblioteche italia- membro della casata ad ni, comprese nella collezione ne ed estere, alle numerose essersi avvalso dell’opera del di Étienne Méjan acquistata riprese digitali di dettagli maestro. Filippo Ala Ponzone dopo la morte nel 1864 da strutturali e ornamentali: (1814-1885) che subentrò Federico Guglielmo IV di esso sarà verosimilmente nel titolo a Giuseppe Sigi- Prussia, è ora presente nella disponibile nella primavera smondo, non tuttavia nel Staatsbibliothek-Preußischer 2015 sul sito della Biblioteca patrimonio, donò i propri vo- Kulturbesitz di Berlino. Un’al- (www.bibliocremona.it); lumi all’Accademia di Brera. tra importante raccolta si tro- Il censimento nel Fondo Ala va alla Biblioteca del Musée 3) il reperimento nel corso Ponzone recentemente effet- Condé di Chantilly (Francia), del censimento di un gruppo tuato nella Biblioteca nazio- proveniente dalla collezione di legature (87 esemplari), nale Braidense, ha consenti- del milanese Gaetano Melzi, realizzate dal legatore mila- to oggi di individuare alcune in parte acquistata nel 1821 nese del primo Ottocento, decine di esemplari aggiunti- dal bibliofilo inglese Frank Luigi Lodigiani, e non ancora vi riferibili a Lodigiani. Standish Hall, e donata poi, oggetto di un sistematico Infine a cura del presen- nel 1840, a Louis-Philippe di studio. Questa circostanza ha te estensore, uno scritto5 e Francia in seguito alla disper- fornito allo scrivente, l’occa- il catalogo6 vero e proprio sione della biblioteca che sione di inserire nel catalogo degli esemplari esposti con Eugène de Beauharnais ave- informazioni e immagini, le schede e le immagini di va portato con sé in esilio a così da costituire nel catalo- quelli prodotti dalla bottega Monaco di Baviera nel 1814, go, un saggio monografico. in parola e separatamente, le effettuata da un suo discen- Luigi Lodigiani nacque il 7 rimanenti legature ottocente- dente, Georgi Maximiliano- gennaio 1778 a Pontremoli, sche custodite in Biblioteca. vich, Conte di Leuchtenberg, figlio di Giuseppe e di Rosa Completano la pubblica- mediante aste tenutesi a Galloni e fu ivi battezzato con zione sotto forma di appen- Berlino il 22 ottobre 1928, a il nome di Luigi. La città alla dici, i documenti d’archivio Zurigo il 23 maggio 1935 e a fine del Settecento era un dedicati alla corrispondenza Milano il 20 novembre 1935. importante borgo dell’Appen- tra Luigi Lodigiani, l’ammi- Numerose altre legatu- nino tosco-ligure, di 14.000 nistrazione italiana e quella re sono state prodotte da abitanti circa, noto per aver francese (pp. 179-189), il Luigi nel corso della vita: si dato origine ad un importan- censimento delle sue lega- trovano prevalentemente in te flusso di emigranti diretti ture (pp. 191-198) ad oggi biblioteche lombarde. Alcu- verso l’Italia settentrionale 800 circa, e la bibliografia ne, provenienti da collezioni come venditori ambulanti di private, sono comparse re- libri e insediatisi poi come 5. Fra libro antico e moderno: Luigi centemente nel mercato an- librai. A Milano, andò ad Lodigiani e la legatura del primo tiquario: gran parte di esse, abitare al Vicolo dei Facchini ‘800, pp. 21-58. presentano la tipica decora- (parrocchia di S. Francesco 6. Catalogo, d’ora in avanti zione a cornice rettangolare, da Paola) al n. 1498 della Lodigiani 2010, pp. 59-178. 16 numerazione pre-teresiana, cese che ha consentito di far per la mia istruzione ».11 La e prese in moglie Maddale- luce su un breve ma impor- sovvenzione gli avrebbe dato na Ferrario da cui ebbe due tante periodo della vita del la possibilità di eseguire dei figli. I nomi loro attribuiti che legatore, dal 1807 al 1811. Si lavori perfetti. Non presen- non rispecchiano la tradizio- tratta di un carteggio costitu- tandosi occasioni di lavoro nale onomastica del tempo, ito da 559 documenti ufficia- bastanti al suo sostentamen- possono già essere conside- li, della Regia Stamperia di to, è costretto a rinnovare la rati un segno di una sua non Milano, dell’Amministrazione richiesta di un sussidio stra- comune vivacità intellettuale: del Regno d’Italia e di quella ordinario, «da scontare sui Scipione, incisore e pittore, francese che si alternano a primi lavori che verranno fatti nato nel 1807 e Antigone nel lettere autografe di Lodigiani per la Regia Stamperia».12 1811. Il maestro aprì bottega in qualità di postulante. Esso Con questa missiva ha fine in contrada di Santa Rade- rivela il complesso percorso la corrispondenza ufficiale di gonda 964. Comparve con il burocratico volto ad ottenere Lodigiani, allora poco più che solo cognome di Lodigiani, i fondi per un suo soggiorno trentenne, con l’Amministra- per la prima volta nel 1823 di perfezionamento a Parigi: zione del Regno. L’indagine nella lista dei legatori di libri, comprende la corrispon- condotta non ha evidenziato ne L’interprete Milanese:7 il denza tra S. E. Marescalchi alcuna altra documentazione suo nome fu affiancato fino Ministro delle Relazioni con riferibile a un qualche legato- al 1828 a quello di un socio, l’estero a Parigi e l’Ammini- re milanese coevo, a testimo- Panighi, e figurò per l’ultima strazione del Regno a Milano, niare l’inusuale personalità di volta da solo, sempre col le attestazioni del Direttore questo artigiano. solo patronimico, nell’anno della Stamperia Regia, le Il carteggio ha messo in 1838 ne l’Utile Giornale.8 richieste di sovvenzioni da luce il periodo iniziale della Va ricordato tuttavia che le parte di Lodigiani per l’acqui- sua attività di legatore: un numerose legature firmate sto di ferri, il funzionamento tribolato avvio, segnato da Lodigiani Relieur de S.A.I. a di una scuola dilegatori e l’at- ricorrenti difficoltà econo- , eseguite nel periodo tività bibliopega. miche e da una sofferta ma napoleonico, documentano Nei documenti compaiono fruttuosa esperienza a Parigi. la sua affermata presenza ripetutamente, lusinghieri In questa corrispondenza nella legatoria milanese sin riconoscimenti dell’arte sua si è delineata con chiarezza dal 1805. da parte del Direttore della anche l’immagine del giova- Le notizie biografiche su Stamperia Reale, della Biblio- ne Lodigiani: è quella di un Lodigiani provengono da teca di Brera e di varie perso- volitivo e intelligente lega- personali ricerche archivisti- ne «conoscitrici ed avvezze a tore, consapevole delle sue che. più pregiati di questo genere capacità e del suo lavoro. L’Archivio storico civico asserire che meglio non si Nella ossequiosa scrittura del e Biblioteca Trivulziana di sarebbero legati né a Parigi tempo, egli difende e giusti- Milano ha fornito un estrat- né a Londra».10 Non sembra fica le suppliche con passio- to parrocchiale che informa peraltro che questi favorevoli ne e risolutezza: non per se sulla data di nascita, di morte giudizi abbiano molto aiutato stesso, ma per la perfezione del legatore (3 ottobre 1843) il pur volitivo e intelligente della sua arte e la sopravvi- e sul nome, Luigi, preceden- Lodigiani, all’inizio dell’atti- venza della sua scuola. Non temente ignoto. vità di legatore. Ne fa fede si hanno notizie dirette sulla L’Archivio statale sempre l’ultima lettera inviata qual- residua biografia: è noto che di Milano, ha rivelato un altro che tempo dopo il rifiuto del in questo periodo disponeva importante supporto alla bio- sussidio per recarsi a Parigi. e usava con l’abituale ma- grafia: la fortunata scoperta In questa egli afferma che estria, di un gran numero di una sua corrispondenza «Avrei creduto rendermi col- di ferri di alta qualità. Non con l’Amministrazione del pevole di arditezza se avessi gli saranno mancati fama e Regno d’Italia e quella fran- domandato ulteriori sussidi benessere.

7. L’interprete milanese ossia Guida Il gruppo di esemplari Generale de Commercio e dei prodotti da Lodigiani esposti Recapiti di Milano, Milano, Placido 9. Archivio di Stato di Milano, e riprodotti nel catalogo, è Maria Visaj, 1828, p. 95. Pezzo d’Archivio n. 189, Sezione

8 Commercio, Legatori di Libri, dal 10 . Utile Giornale ossia Guida aprile 1807 al 14 maggio 1811. 11. Lettera del 14 maggio 1811. di Milano, anno XV, Milano, Ed. Giuseppe Bernardoni, 1838, p. 406. 10. Lettera del 9 maggio 1811. 12. Lodigiani 2010, scheda 53. 17 costituito da un significati- cui inconveniente è comun- esemplari in vitello, nei quali vo numero di coperte, una que la loro frequente rottu- la coperta è avulsa dal blocco sessantina sulle 87 censite. ra in corrispondenza dello dei fascicoli. Queste ultime testimoniano snodo dei piatti, evenienza Il colore del cuoio è fre- l’evoluzione dei manufatti: legata al ripetuto utilizzo del quentemente nocciola, talora da quelli correnti in perga- volume. Il dorso mobile si rosso acceso. Tranne il verde mena e in cartoncino colora- riconosce a libro aperto per scuro imperiale e il vitello to, si sono via via succeduti lo spazio vuoto visibile tra fulvo, non sono stati indivi- gli esemplari più curati per dorso e fascicoli: il libro si duati gli altri colori tipici del giungere a quelli lussuosi, apre a piatto e, rispetto a una periodo: il blu notte, il rosso tutti provenienti quasi esclu- legatura classica, si mantiene ciliegia e il giallo limone. sivamente dalla casata cre- meglio in questa posizione. Ove osservabili, i rimbocchi monese Ala Ponzone. Essi Con questo sistema, secondo delle coperte possono anche rivestono sia manoscritti il quale sono oggi legati gran essere rifilati senza particola- redatti tra i secoli XV e XIX parte dei libri, si ottiene una re cura. (il 15% ca. 12 esemplari) migliore apertura del libro e A differenza di alcuni lega- del totale, sia testi a stampa una minore usura del cuoio tori transalpini coevi in grado prodotti dal XV al XIX secolo stesso. Spesso su dorsi lisci di approntare dei supporti che costituiscono quindi il si esegue una decorazione sottili ma estremamente rigi- rimanente (85% ca.) con una che rispetta la tradizionale di, quelli prodotti da questa spiccata prevalenza per quelli suddivisione a scomparti, e i bottega risultano più spessi, dell’Ottocento, pari a 28 nervi sono marcati da filetti. conformi all’usanza italiana manufatti (36%). I testi pro- Il materiale di copertura è del periodo. vengono da svariati luoghi prevalentemente rappresen- La presenza dell’unghia- di stampa: Bologna, Brescia, tato dal vitello caratterizzato tura che obbliga il peso del Cremona, città che registra da una nota fragilità in cor- blocco dei fascicoli a gravare un discreto numero di pro- rispondenza delle cerniere. interamente sulle estremità venienze (10 esemplari), a Non mancano peraltro alcuni esterne dei piatti e l’intrinse- testimoniare una particolare volumi in cuoio calandrato, ca debolezza del cartone, pur attenzione del committente oltre a mezze legature in realizzato in più strati pressa- per quanto poteva riguarda- pergamena o in cartoncino ti e incollati, hanno causato re la storia locale: Mantova, colorato, il cui dorso è rive- in diversi volumi cremonesi, Milano, Ferrara, Venezia. stito in cuoio. un arrotondamento in cor- Con riguardo alla struttu- In particolare, la mezza rispondenza degli angoli, ra, il fissaggio tra il blocco legatura, diffusasi in Francia oltre a una diffusa tendenza delle carte e la coperta av- per la mancanza di materie del materiale di copertura a viene mediante la tecnica del prime durante la Rivoluzio- sbrecciarsi in quelle porzioni. dorso mobile: questo con- ne e l’Impero (1800-1814), Al più, è da notare nei ma- sente un’agevole apertura del come legatura pratica ed nufatti correnti, una linguetta libro che una volta dischiu- economica, si contraddistin- vuota di foggia triangolare so, tende a rimane aperto a gue per la limitatezza del presente nel materiale di 180°. Secondo questa tecni- cuoio utilizzato, un terzo cir- copertura dalla quale emerge ca, il cuoio del dorso non è ca della superficie dei piatti; un lembo in tela o in per- più incollato direttamente sui decorato con due semplici gamena a protezione degli fascicoli, ma su un dorsino o filetti, grassi e magri. angoli. anima di cartone; le nervatu- Le mezze legature costi- Usuale è la foggia arroton- re il cui numero può essere tuiscono gran parte della sua data del dorso, determinata liberamente aumentato o di- produzione: ciò ha consenti- dalla ripiegatura dei fascicoli minuito, sono apparenti dato to alla bottega di proseguire sovrapposti e tra loro cuciti. che non fanno corpo con l’attività per almeno 35 anni I capitelli sono caratterizzati la cucitura, e sono ottenute circa, dato che le sole com- da un’anima circolare sul- mediante l’applicazione di mittenze di manufatti di pre- la quale sono avvolti dei fili strisce in cuoio o in cartone, gio, non avrebbero permesso grezzi o in tessuto general- trasversali rispetto al dorsino. la continuità di lavoro neces- mente di colore blu. Negli Ciò costituisce un’evolu- saria alla sopravvivenza. esemplari più tardivi, posso- zione rispetto alla tradizio- Fanno eccezione al buo- no essere in tessuto rosso. nale legatura su nervi, certo no stato di conservazione Le carte di guardia sono più solida ma più rigida, il generale dei volumi, alcuni bianche, prive di filigrana, 18 secco o in oro, oppure anche da una vistosa scritta riferita al contenuto del volume; il dorso a nervi rilevati, prov- visto nei compartimenti, di un punzone dorato entro uno sfondo a secco; carte di guardia e contropiatti in carta monocroma, questi ultimi dal margine ornato a rotel- la (Figura 1); D) piatti con o senza cornice; specchio «a mille punti» accantonati, ta- lora munito di una placchet- ta; dorso a coppie di nervi rilevati, dai compartimenti a seminato; carte di guardia in tessuto monocromo; contro- Figura 1. Legatura del primo piatti ricoperti in tessuto e Figura 2. Legatura del primo quarto del secolo XIX, eseguita a in cuoio monocromi, anche quarto del secolo XIX, eseguita a Milano da Luigi Lodigiani, Cremo- con lo stemma centrale Ala Milano da Luigi Lodigiani, Cremona, na, Biblioteca statale, Sul Dittico Biblioteca statale, Di una moneta eburneo de’ santi Teodoro e Acacio Ponzone (Figure 2, 3). anecdota di Cremona esistente nel esistente nel Museo Ponzoni di La cornice, semplice o museo cremonese esprimente un Cremona lettera dell’ab. D. Antonio multipla, sui piatti, rappre- giovanni conghietture al nobile e Dragoni, Piacentino, Parma, co’ tipi senta il tratto comune a gran reverendissimo prelato Don Anto- Bodoniani, 1810, 310x221x22 mm, parte delle legature: è costi- nio Dragoni, esposte dirette dedi- 32.F.269. cate dal possessore Don Giuseppe tuita da un filetto grasso e Sigismondo Ala Ponzoni, Milano, magro oppure caratterizzata marmorizzate in policromia, coi tipi di Giuseppe Borsani, 1818, da numerosi e multiformi fre- 356x225x21 mm, OO.1.381. del genere caillouté e in tes- gi. Si tratta di motivi floreali, suto monocromo. fogliati, neoclassici di gusto in cuoio conciato a colore Malgrado l’ampia varie- greco-romano (lire, trep- (verde e rosso), nella secon- tà della decorazione, è pur piedi, greche mutuati dagli da casella, mentre la città e arbitrariamente possibile elementi decorativi suggeriti l’anno di stampa si ravvisano sintetizzare i seguenti gene- dagli scavi di fine Settecento nella quarta; compare talo- ri proposti da Lodigiani, da a Ercolano e Pompei e dalla ra al piede, il tipografo. Essi quelli più semplici a quelli spedizione di Napoleone I in sono prodotti mediante la più elaborati: A) piatti prov- Egitto, quali sfingi, obelischi, ripetuta impressione di sin- visti o meno di un semplice palmette), vermiformi, oppu- gole lettere, circostanza. te- riquadro e dello stemma Ala re stilizzati che la ornano. stimoniata dalla base e dagli Ponzone impresso a secco; Le numerose placche spazi irregolari, senza l’uti- dorso ornato con un punzo- rinvenute in occasione del lizzo quindi del compositoio ne; carte di guardie e contro- censimento, possono forma- che si andava affermando sin piatti in carta marmorizzata re, impresse in sequenza, un dalla fine del Settecento. del genere caillouté; B) piatti riquadro. Nei compartimenti del provvisti di sottili oppure am- L’ornamento «a losanga- dorso compaiono delle car- pie cornici anche incrociate rettangolo», decorazione telle a piccoli ferri ripartiti alle estremità, ivi provviste di costituita da una losanga attorno ad un fregio centrale un fiorone o a filetti spezzati; inscritta entro un rettangolo, quale la losanga: fogliami, specchio muto; dorso talora nota sin dal VII secolo nelle palmette, lire, rosette do- a filetti filigranati; carte di legature copte, ricorrente rati oppure a secco su uno guardia in tessuto monocro- nella storia della legatura, è fondo interamente provvisto mo affiancato da un riquadro stata qui ripresa più volte. di cerchielli dorati. Questa dorato lungo il margine; C) Il dorso presenta da 3 a 5 moda, che durò diversi anni, piatti dal riquadro a cornice nervi apparenti, semplici o richiedeva tuttavia al dorato- semplice o multipla, di varia doppi, rilevati o meno. L’au- re un notevole impegno: si foggia; specchio caratteriz- tore e il titolo compaiono ge- arrivò persino a rendere più zato da una o più placche a neralmente entro un tassello complesso il lavoro, bucando 19 i singoli punti, creando così rato con riflessi cangianti un forellino al loro interno. e ondulati, verde o azzur- Nelle legature di pregio il ro, ornato a rotella lungo taglio è dorato e brillante, ca- il margine (caratteristica ratteristico di questo periodo; introdotta sembra, da Jean- in quelli correnti, è grezzo François Bozerian legatore oppure marmorizzato nei co- parigino di Corte attivo tra lori giallo, marrone e rosa. il 1795 e il 1810 circa), con Il labbro è decorato con delle palmette stilizzate, dei un filetto continuo, semplice gigli alternati, degli archetti o doppio, oppure interrotto sormontati da rami fronzuti, da ovali; agli angoli dei piatti delle volute fogliate, dei fregi si ravvisa frequentemen- ondivaghi continui e perlati. te un seminato di piccole Non è stata individuata in losanghe, oppure di filetti questo gruppo di esemplari obliqui continui alternati ad di cui numerosi di pregio con altri filigranati. Più raramente delle elaborate decorazioni, compaiono dei filetti verticali alcuna etichetta Lodigiani lungo l’intera lunghezza. Relieur de S.A.I. a Milan: Le carte di guardia e i questa circostanza, confer- Figura 3. Legatura del primo quarto del secolo XIX, eseguita a contropiatti sono costituiti ma anche qui, l’assenza di Milano da Luigi Lodigiani, Cremo- da un foglio di carta bianca e un qualche rapporto tra la na, Biblioteca statale, Discours de monocroma oppure marmo- presenza dell’etichetta e il la religion des anciens romains rizzata policroma, del genere genere di legatura. Va ricor- Escript par Noble Seigneur Guil- «a sassi» o caillouté, dal con- dato a questo proposito che laume du Choul, Lyon, De l’Impri- merie de Guillaume Rouille, 1556, trasto talvolta anche violento in difetto dell’etichetta, l’at- 330x214x40 mm, OO.1.347. nei manufatti correnti. tribuzione al legatore è stata Si tratta di carte decora- confermata dal carteggio Ala se si è rilevato l’utilizzo di 2 te realizzate con colori in Ponzone e dall’analogia dei rotelle a filetto, 74 decorate, sospensione d’acqua, così suoi ferri con quelli di com- 73 punzoni, 13 placche e 2 ottenute. Versando goccia a provata origine. palette a filetti e 33 a fregi goccia dell’inchiostro calli- La data di stampa dei te- ornamentali. grafico (con peso specifico sti, diversi tra i quali di epoca Ateliers di questo rilie- inferiore a quello dell’acqua) cinquecentesca, tranne ecce- vo dovevano possedere un in una bacinella d’acqua, si zioni, poco aiuta a precisare notevole campionario di ottengono dei tenui cerchi il periodo di esecuzione degli ferri, piuttosto costosi che, concentrici di colore che, al esemplari della serie cremo- a dispetto del nome sono in più lieve incresparsi della nese: l’impianto ornamenta- bronzo. Alcune rotelle sono superficie dell’acqua, dise- le caratterizzato dal decoro apparentemente le medesi- gnano irregolari e seducenti fitomorfo e neoclassico delle me utilizzate da almeno tre venature: è quindi sufficiente cornici orienta in generale botteghe attive nella ville appoggiare il foglio di carta verso il primo quarto dell’Ot- lumière, come suggerisce sull’acqua perché il colore tocento, mentre le placche, la particolare foggia non aderisca al disegno. qui largamente presenti, con- riscontrata in altri artigiani Negli esemplari di Lodigia- notano il secondo quarto del coevi parigini: l’Atelier de ni, compare la marmorizza- secolo. L’impianto ornamen- l’Imprimerie Royale,13Doll, zione semplice (o caillouté), tale rimane comunque nel Lesné;14una placca è inoltre con macchie irregolari globo- complesso legato al periodo riferibile al laboratorio di se, da cui derivano tutti i vari Impero, come testimonia un Charles Blaise.15Tra i decori 12 tipi che prendono il nome di tardo esemplare realizzato curiosi a rotella, ampiamente venati, granito, agata, pietra, nel 1839, pochi anni prima onda, occhio di tigre e altre della scomparsa di questo varie fantasie, compositive. artigiano. 13. Paul Culot, Relieurs et reliures décorées en France à l’époque Negli esemplari di pregio La varietà e il numero dei romantique, Bruxelles, Bibliotheca i contropiatti sono rivestiti fregi dimostrano l’importanza Wittockiana, 1995, d’ora in avanti da un foglio di carta bianca, di una bottega di accertata Culot 1995, n. 35.

oppure in tessuto moiré ad notorietà. 14 . Culot 1995, n. 16. imitazione della seta colo- Nel campionario cremone- 15. Culot 1995, n. 123. 20 rappresentati nell’Appendi- per non citare quelli a filari. seconda parte del catalogo. ce, spicca quello vermiculé Inaspettato ancora in questo Di tutte le legature esposte, o a serpentina. Costituisce periodo, il ventaglio, di sei- sono elencati i principali ge- un fregio caratteristico ma centesca memoria. Caratteri- neri decorativi: non esclusivo dell’atelier dei stici invece, il sole raggiante - ornamento di transizione fratelli Bozerian, legatori di dal centro muto, una coppia tra la fine del XVIII e l’inizio corte a Parigi. Consiste in di pentagoni e di palmette, la del XIX secolo, prevalente- un filamento filigranato con coppia di volute caudate. mente rappresentata delle andamento tortuoso come Un solo esempio di fregio legature del maestro, le più quello di un verme. à la rocaille è stato reperito. numerose, con schema e La presenza di 13 diverse Genere fiorito tra il 1825 e fregi di stile neoclassico e placche costituisce un im- il 1850, negli anni di regno impero; portante apporto, sia per il di Louis-Philippe d’Orléans - stile «neoclassico»: in numero sia per la qualità, (1830-1848), è caratteriz- voga tra la fine del XVIII e alla conoscenza del patri- zato da motivi derivati dai l’inizio del XIX secolo, in- monio dei ferri del legatore, sottili ferri «rococò» sette- fluenzato dai rinvenimenti variamente collocate: - a centeschi, stile che imita gli archeologici di Pompei della piatto pieno; - a piatto par- aspetti bizzarri e imprevedi- metà del Settecento, è ca- zialmente pieno; - angolari; bili del margine delle rocce: ratterizzato da greche, urne, - a funzione multipla, centra- sono costituiti da ampi ferri caducei, anfore; le e accantonata; - centrali. a volute, variazioni arricchi- - stile «impero»: contrad- L’impressione può avvenire te dell’acanto classico, pieni distinto tra l’altro da sfingi per la medesima piastra, sia e ombreggiati, il cui fondo, alate, trofei ed aquile. In a secco sia in oro. inciso con estrema finezza, questi due stili predomina Nel gruppo delle placche, conferisce all’immagine una la linea retta: in particola- spicca un inusuale esempla- gamma di differenti sfuma- re, le cornici settecentesche re, provvisto di due cammei ture. a contorni ondivaghi sono dorati in cui sono rispetti- Tra le palette, ferri da sostituite da inquadrature dal vamente, raffigurati il busto doratura a mezzaluna per tracciato rettilineo, contenen- di Enrico II di Francia, non l’ornamento del dorso, in ti dei motivi classici; censito, e una quadriga con evidenza, gli ovali alternati - stile «alla cattedrale»: la Fama, l’Abbondanza e la a cerchielli, il seminato di decorazione di gusto neo-go- Vittoria che ne celebrano il cartelle poligonali a cinque tico, in uso dal 1825 al 1850 trionfo: quest’ultima, ese- puntini interni, le corolle circa, in cui il piatto è occu- guita a Lione tra il 1556 e il rovesciate entro archetti fili- pato da una placca raffigu- 1558 circa, è conosciuta in granati, le frecce entro delle rante la facciata di una chiesa una decina di esemplari.16 greche; con guglie, ogive, trifore, ro- Tra i punzoni, alcuni sono soni e altri motivi medievali. presenti in esemplari unici, 4) il esposizione contrad- Sorto in Francia come risco- ad esempio caratterizzati da distinta dal ritrovamento del perta del Medioevo e sotto fregi fioriti e fogliati stilizzati, carteggio Ala Ponzone e del l’influsso di numerose opere piuttosto che di gusto ro- gruppo di legature Lodigia- che ne riabilitavano l’arte, fu mantico; non mancano quelli ni del primo Ottocento, ha utilizzato da quasi tutti i lega- curiosi quali una losanga inoltre proposto una trentina tori dell’epoca. Questo ge- entro un serpente oppure di manufatti ottocenteschi nere è uno degli effetti della una rosetta stilizzata dalle provenienti dalla Biblioteca riscoperta del Medioevo e dei estremità a volute caudate cremonese che arricchiscono suoi valori spirituali operata il quadro delle legature di dalla cultura romantica: le questo secolo. cattedrali gotiche, assurte 16. Anthony Hobson, Humanists and bookbinders: the origins Questi esemplari di origi- a simbolo di questi valori, and diffusion of the Humanistic ne locale, milanese e tran- fornirono ai legatori i motivi bookbinding 1459-1559, with a salpina, legati in cuoio, in architettonici delle facciate e census of historiated plaquette percallina, in mezza pelle, in delle vetrate, riprodotti per and medaillon bindings of the carta decorata, ornati nello mezzo di grandi placche a Renaissance, Cambridge-New York– Port Chester-Melbourne-Sidney, stile del tempo, documenta- secco, dorate o talvolta a mo- Cambridge University Press, 1989, no una parte dei numerosi saico, che occupano l’intero pp. 240-241, 97 French School. generi di legatura del seco- piatto del volume, ripro- Medal of Henri II, Lyons, c. 1556-8, lo XIX che compaiono nella ducendo la facciata di una a)- j). 21 chiesa gotica o utilizzando un rono molto comuni in Euro- singolo particolare: un roso- pa, sin dall’invenzione della ne, una bifora, una guglia; stampa a caratteri mobili; -stile «restaurazione» in - strenne (Figura 4), rac- vigore in Francia anterior- colte di poesie, poemetti, mente (1815-1825) a quel- epigrammi, racconti vari lo «alla cattedrale», adotta illustrati, offerte in omaggio delle placche impresse a in occasione del Natale e di secco e in oro. Queste ultime Capodanno in uso in Italia evidenziano delle volute di verso la metà dell’Ottocento. foglie stilizzate associate a Presso gli antichi romani le un gusto derivato da motivi strenne riguardavano i doni architettonici, a medaglioni, che venivano offerti a impor- fregi, posti in rettangoli o in tanti personaggi come augu- losanghe dai contorni talvolta rio nei giorni di festa, specie mossi, il tutto in un’ampia nelle Calende di gennaio. Si varietà di composizioni. presentano, di solito, sot- I cartonaggi romantici as- to forma di libri in-quarto sumono particolare rilevanza o in-ottavo le cui coperte tra le legature editoriali per editoriali sono in cartone, in Figura 4. Legatura del secondo l’ampia diffusione: essi im- tela, in velluto o in seta, più quarto del secolo XIX, eseguita a plicano delle legature molto raramente in cuoio. Sono Milano, Cremona, Biblioteca statale, leggere e di prezzo modesto riccamente decorate con Strenna romantica italiana, Milano, applicate a opere di consu- delle ampie placche in oro o presso Ripamonti Carpano, s.d., 204x127x21 mm, LL.8.6. mo generale oppure sono policrome munite dei più vari destinati ad essere legati più motivi floreali o geometrici seriamente in futuro. Mentre associati talvolta con illu- secco e in oro. Dopo il 1870, nel primo caso la legatura strazioni centrali sotto mica, sono abbellite tramite il pro- è fissata al volume tramite minerale sezionabile in fogli cedimento litografico. I libri degli spaghi, nel secondo la translucidi. In Francia negli più pregiati erano ricoperti in coperta è assicurata al blocco anni 1830-1840, ebbe suc- percallina e destinati ai libri dei fascicoli unicamente tra- cesso un analogo genere di di premio o di presentazione; mite l’incollaggio alle carte di libro-omaggio, ad imitazione guardia. L’espressione di car- di volumi inglesi, denominati 5) il collegamento con il tonaggio romantico è a rigor keepsake, destinati ad esem- salone Teresiano della Bi- di termini fuorviante, dato pio, a ricordare il donante o blioteca universitaria pavese che il genere compare solo il donatario. utilizzato per trasmettere in più tardi verso il 1840 per Per quanto riguarda i diretta non solo l’inaugura- estendersi, considerando le calendari, tra le pubblica- zione della mostra ma diffon- diverse varianti, fino al 1880 zioni di una certa notorietà, dere anche una visita gui- circa: è tuttavia rimasta, per la torinese Il Palmaverde e data registrata. L’Istituzione convenzione, per identificare quelle milanesi edite da Pao- cremonese è stata la prima un genere derivato dall’In- lo Carpano Ripamonti. Biblioteca statale italiana a ghilterra, mutuato dalla I fondi cremonesi propon- offrire al pubblico l’intera Francia, e a sua volta fonte di gono, oltre ai cartonaggi, copertura «Wi-Fi» per connet- ispirazione per la produzione anche delle legature edito- tersi a Internet; essa da oggi italiana. riali rivestite in percallina che inoltre, sfrutta le nuove tecni- La fabbricazione dei compaiono verso il 1840. Si che per costituire una rete di cartonaggi avveniva in se- tratta di una tela di cotone conoscenze con città vicine rie, tecnica che consentiva il lustrato di origine inglese che e lontane. Grazie all’utilizzo risparmio di tempo. In Italia esiste in più tinte. Il colore è della banda larga, l’accesso sono prevalentemente rap- prima nero o blu notte, poi alla storia e al dialogo con presentati da: rosso verso il 1860. Lavorata gli esperti viene favorito: - gli almanacchi, pubbli- con il cilindro, può assumere l’occasione quindi per poter cazioni a larga diffusione, di l’aspetto dello zigrino o del ammirare, anche a distanza e poco prezzo, contenenti il ca- cuoio di capra, essere ornata tramite la mediazione video, lendario, le feste, le partizioni di righe o di losanghe. I de- una collezione di legature. dell’anno e le fasi lunari. Fu- cori sono realizzati a placca a Questa iniziativa ha dato 22 la possibilità a bibliofili e a è dal volume delle vendite ture: cioccolato, vinaccia, blu curiosi di partecipare all’inau- che deriva il profitto. Grazie notte, melanzana. gurazione e di fruire diretta- all’introduzione di innova- Il dorso liscio è separato mente dell’esposizione senza zioni tecniche, la produzione dal dorso della copertura, cir- la necessità di recarsi fisica- della legatura si serializza e costanza notata nei manufatti mente in loco. Storia e tecno- consente una realizzazione in di Luigi Lodigiani, e affianca- logia si sono fuse per aprire rilevanti quantità. La volon- to da esemplari caratterizzati la conoscenza della legatura tà di fornire un prodotto, se da nervi rilevati. Il capitello, ad un pubblico ben più vasto non di pregio, quantomeno dall’anima non più costituita di quello che in genere una gradevole e dignitosamente da sostanza vegetale o ani- biblioteca possa auspicare; decorato, a costi relativamen- male, diventa piatto, incol- te bassi e accessibili a un lato in testa e al piede della 6) il titolo dell’esposizione pubblico sempre più vasto, costa. Fra libro antico e moderno porta a ornare i piatti e i dor- Le carte marmorizzate suggerisce alcune considera- si con delle placche dorate o continuano a essere ampia- zioni sulla legatura del pe- policrome dai motivi floreali, mente utilizzate: registra- riodo di transizione del libro architettonici o figurativi. A no delle modifiche più nei dalla fine del Settecento agli Parigi, ad esempio, Jean En- disegni e nei colori che nella inizi dell’Ottocento attraverso gel crea la prima fabbrica di tecnica di realizzazione. la legatura. In questo pe- legature industriali e perfe- Le carte di guardia e i riodo, il libro si evolve man ziona numerosi macchinari. contropiatti sono contrad- mano dal tradizionale, solido La più nota è in Francia, la distinti da una carta moiré costrutto di fogli cuciti, anco- ditta Mame di Tours, dalle di aspetto simile al moerro, rati ai nervi, poi reso solidale dimensioni straordinarie. tessuto in seta colorata con con il materiale di copertura, La moderna concezione, riflessi cangianti e ondulati, al nuovo metodo del dorso l’accurata organizzazione più economica, e glacé, di mobile. Si afferma la con- del lavoro e la politica socia- aspetto liscio e lucido che vinzione secondo la quale le progredita, ne fanno un si ottiene mediante il tratta- l’unico genere di legatura in opificio modello. Nel 1855 dà mento a caldo con la pressa grado di assicurare il lavoro lavoro a circa 1500 operai e o la calandra. quotidiano, è quello corrente produce tra 10.000 e 15.000 Verso la metà del secolo e seriale, più economico e volumi al giorno. La com- compare un’apposita at- veloce da realizzare, esigen- mercializzazione delle ope- trezzatura che consente di za che la legatura a dorso re, denominate legature di effettuare meccanicamente mobile è in grado di soddi- edizione, avviene tramite dei il taglio del volume che si sfare. cataloghi che raggruppano i presenta alternativamente Nel corso del XIX secolo la titoli per temi e collezioni. rustico, goffrato, dorato, do- legatura da prodotto arti- La struttura del libro subi- rato e marmorizzato, talora gianale si avvierà, in tempi sce gli inevitabili riflessi del dorato e colorato. diversi a seconda del più cambiamento: è quasi intera- La decorazione è connota- o meno avanzato sviluppo mente realizzato a macchina ta da numerosi generi, alcuni industriale delle varie na- entro la fine del secolo. Tra i influenzati da motivi antichi, zioni, alla produzione della materiali di copertura, oltre altri da fregi di nuova con- legatura editoriale in cartone al cuoio di capra lavorato cezione che troveranno tutti rivestita di tela o di carta, a grana lunga e rilevata, si applicazione nelle legature in serie e in sempre mag- evidenziano il vitello, la baz- industriali del tempo. giori tirature. Questa nasce zana, il cuoio marmorizzato, per soddisfare l’esigenza lo zigrino, la tela e il cartone In occasione dell’inaugu- crescente di libri, dovuta lavorati a macchina tramite razione, il Direttore, dopo ai progressi dell’istruzione, un’impressione destinata a aver riferito sul ruolo dell’in- all’avvento di una nuova formare un seminato di righe novativa tecnica di collega- classe sociale, la borghesia. oblique incrociate. Prosegue mento, ha illustrato la ge- La legatura d’editore impli- l’utilizzo del tessuto, mai nesi della mostra: questa è ca delle ampie tirature, dei del tutto scomparso sin dal direttamente riconducibile prezzi contenuti e un ampio Medioevo. al sistematico censimento mercato. La differenza tra il Numerosi colori, mai o dei fondi della Biblioteca e prezzo di vendita e il costo raramente adottati in epoche ha costituito il viatico per la di produzione diminuisce: precedenti, rivestono le lega- pubblicazione di un ampio 23 catalogo in cui sono presen- serie di manufatti in vitello ciata, tutti opera dell’artigia- tate tutte le legature esposte. marrone decorati a secco e no milanese. Federico Macchi ha prov- in oro, entro i quali svettava Diverse visite guidate or- veduto ad informare sulla la legatura forse di maggior ganizzate hanno consentito biografia di Luigi Lodigiani, interesse (Figura 4), sia per il ad un pubblico numeroso, l’attività, le caratteristiche vistoso decoro à mille points di apprezzare le molteplici e strutturali e ornamentali dei negli angoli dello specchio spesso sorprendenti sfaccet- manufatti e di quelli editoriali sia per la rarità delle plac- tature della veste del libro: esposti, evidenziando la pro- chette centrali, orpelli che uno stimolo alla sua cono- gressiva transizione dal libro recano dei motivi figurati a scenza. antico a quello moderno: le rilievo, perlopiù scene mito- numerose immagini a questo logiche, allegoriche e ritratti, Lo studio delle legatu- scopo proiettate, hanno vero- talora colorati, ottenuti me- re di Luigi Lodigiani, fulcro similmente favorito la com- diante impressione a secco o dell’esposizione, ha confer- prensione degli argomenti in oro, di placchette bronzee mato l’affermazione di alcuni proposti. incise in cavo o in rilievo. studiosi stranieri che, pur Il dottor Francesco Mala- Alle estremità della se- considerandolo il migliore guzzi, noto esperto di lega- conda stanza hanno trovato legatore italiano della prima ture, ha concluso l’incontro spazio un paio di esemplari metà dell’Ottocento, hanno riferendo della sua attività di «a mille punti» e a placca a rilevato il notevole influsso ricercatore in Piemonte che delimitare un’intera serie di esercitato dai fratelli Boze- lo ha portato alla scoperta, di coperte in cuoio marrone, rian e da altri contemporanei legatori fino ad allora poco ornate a secco e in oro, tutte legatori d’oltralpe. Il giudizio conosciuti se non ignorati: opera di Lodigiani, di cui un su Lodigiani, pedissequo le notizie così reperite, come esemplare aggiuntivo prove- imitatore della decorazione per Lodigiani, evidenziano niente da una collezione pri- francese, sembra tuttavia l’importanza della ricerca, vata, ha consentito di esibire riduttivo: il legatore milane- specie archivistica: essa l’etichetta Lodigiani Relieur se, lo ha riscattato con non sostiene e affianca il tradi- de S.A.I. a Milan. Nella por- pochi esemplari di elevata zionale studio dell’impianto zione centrale della sala, una qualità, ricchi di invenzioni ornamentale, volto a deter- trentina di manufatti editoria- decorative. minare il periodo, il luogo li e artigianali ottocenteschi, Parte delle sue legature e la bottega di produzione hanno completato la mostra. sono state eseguite per per- della legatura. Tra essi, un esemplare ricor- sonaggi appartenuti alla sto- Il numero di relatori, volu- da l’esistenza, di botteghe ria: non poche di esse hanno tamente contenuto, ha con- cremonesi, delle quali difetta aggiunto all’importanza della sentito al pubblico di pren- ad oggi una documentazione provenienza, la testimonian- dere rapidamente possesso archivistica di rilievo, preva- za della sua capacità creativa. delle sale appositamente lentemente caratterizzata da L’Ottocento non è lontano. allestite nelle quali si è svolta un impianto ornamentale di Legature di Lodigiani posso- la mostra, allietata da mu- reminiscenza settecentesca. no ancora comparire in ano- siche di Mauro Giuliani e da Nell’ultimo salone, in evi- nimi cataloghi o in scaffali di ampie e suggestive immagini denza un fastoso esemplare librai, oppure trovarsi, igno- in dissolvenza dei manufatti a placca centrale dai contro- rate, in biblioteche pubbliche esposti. piatti foderati in cuoio, sovra- o in collezioni private: l’Espo- Nella prima sala, hanno stante una serie di bacheche sizione ha fornito informa- trovato posto vari documenti contenenti svariati manufatti zioni e immagini per poterle archivistici associati ad una in pergamena e in pelle con- riconoscere.

24 LA COLLEZIONE ARCHEOLOGICA DEL MUSEO ARTISTICO INDUSTRIALE DI NAPOLI

di Corrado Genovese Dottore specialistico in Archeologia e Storia dell’Arte Antica presso l’Università degli Studi di Napoli “Fe- derico II” e bibliotecario presso la Biblioteca SS. Annunziata dei Frati Carmelitani Scalzi di Maddaloni (CE).

Ars longa, vita brevis. L’ar- giovani, capaci di attuare una prodotti artistici. Si unì, così, te è lunga e la vita è breve. rinascita della società loca- l’utile al bello, affinché l’arte Con Ippocrate, tale sentenza le, gravemente danneggiata non fosse un privilegio di po- indicava che la sola vita di dalla diffusione dell’epidemia chi, ma a servizio di tutta la un uomo è insufficiente a colerica del 1884, che colpì comunità, attraverso articoli raggiungere la perfezione la popolazione partenopea. di serie realizzati da artisti dell’arte, ma presuppone che con spiccato gusto esteti- sia ottenuta solo attraverso Durante la Restaurazio- co e per attuare un simile l’esperienza di più genera- ne, mentre in Europa quasi programma fu necessario zioni. Tale giudizio, però, tutti i governi attuavano una inserire all’interno di tali isti- comincia a non aver più politica doganale e prote- tuti grandi depositi di opere ragione d’essere se applica- zionistica, i Borbone, con i d’arte, definiti Musei Artistici to al progresso scientifico e trattai commerciali del 1816 Industriali, al fine di racco- tecnologico offerto dalla Ri- e del 1817, aprivano le porte gliere numerosi campioni voluzione Industriale e dalle del Regno delle Due Sicilie ai delle diverse testimonianze nascenti fabbriche. prodotti esteri, indebolendo artistiche, usati dagli studen- In linea con tale sviluppo le produzioni locali. ti-artigiani come modelli per emersero, prima in Europa, La grave crisi economica e le loro riproduzioni2. nel 1765, e poi in Italia, nel il mutato panorama politico L’esempio pratico di tale 1861, scuole d’arti industria- italiano, colpì il capoluogo istituto in Campania è il li, che ebbero lo scopo di partenopeo, anche nel set- Museo Artistico Industriale formare giovani artigiani alla tore artistico. Realtà confer- (M.A.I.) con le annesse Scuo- produzione d’oggetti d’uso mata dalle parole di Maxime le-Officine di Napoli, fondati quotidiano, peraltro finemen- Du Camp (1822-1894), che dal principe Gaetano Filan- te decorati. Per attuare tale descriveva Napoli e il regno, gieri nel 1882, ed inaugurati programma fu necessario in- come “la terra dalle uova il 7 febbraio 1889 con so- serire, all’interno di tali istitu- d’oro”, con la consapevolezza lenni parole3 e divenuto poi zioni, grandi depositi d’opere che “ci vorrà molto tempo d’arte, definiti Musei Artistici per elevare quel popolo alla 2. A tal proposito, Cf. G. Arnaudon, Gli Istituti Tecnici ed il Museo Industriali, al fine di racco- vita sociale, alla vita civile, Industriale Italiano, Falletti, Torino gliere numerosi campioni alla vita politica. La borghe- 1816. delle diverse testimonianze sia dovrà svolgere una parte 3. Cf. G. FILANGIERI, Il Museo artistiche dalla preistoria importante, ed è abbastanza Artistico Industriale e le Scuole- all’arte contemporanea, con intelligente per cavarsela con Officine di Napoli. Relazione a lo scopo di essere usati dagli onore”1. S.E. il Ministro della Pubblica studenti come modelli per Prima in Europa e poi in Istruzione, Giannini, Napoli 1881, nuove produzioni. Italia, i progressi scientifici e 9 : «L’arte è ovunque entri linea, disegno, modellato, rilievo, colore. Questo studio non vuole tecnologici, offerti dalla Rivo- L’industria, ossia arte maggiore, ricostruire la sola storia del luzione Industriale e dalle na- ha nella pittura, scultura ed Museo, bensì porre l’atten- scenti fabbriche, gettarono i architettura per suo fine il bello. zione di alcuni nobil’uomini presupposti per la formazio- L’industria per suo fine l’utile. Napoletani, i quali sentirono ne di giovani operai specia- Quindi l’arte che viene ad ausiliare le industrie è il bello nell’utile»; ID., il dovere di elargire i proprio lizzati nella realizzazione di Inaugurazione del Museo Artistico beni e di investire le loro Industriale e delle Scuole-Officine proprietà nella formazione di 1. Cf. Du Camp, La spedizione delle di Napoli, Accademia Reale delle Due Sicilie, Firenze 1963, p. 373. Scienze, Napoli 1889. 25 Istituto Statale d’Arte “Filippo comprendono tutta l’umana tanto in occasione del Terzo Palizzi”, nella sede dell’ex attività: l’industria si prefigge Congresso Artistico Naziona- Collegio della Marina Borbo- l’utile; l’arte, la ricerca del le, tenutosi a Napoli nell’a- nica, già convento di Santa bello. Donde l’arte addirizza prile del 1877 ed in conco- Maria della Soledad, situato all’industria è l’utile nel bello. mitanza dell’Esposizione di in Piazzetta Salazar, imme- È questo l’enunziato del Belle Arti9, comprendente diatamente a ridosso della problema che a’ nostri giorni l’Esposizione di Arte Antica storica Piazza del Plebiscito4. intendesi risolvere a mezzo Napoletana10, il gran pubbli- Un primo sviluppo si avrà dei Musei Artistici Industriali co ebbe modo di apprezzare solo tra gli anni ’70 e ’80 con le loro officine”5. gli straordinari oggetti d’arte dell’Ottocento, quando il Passo utile per restituire i appartenenti alle raccolte Positivismo s’imponeva come meritati elogi alla produzione reali e alle notevolissime col- nuova dottrina sociale ed artistica, fu il Primo Congres- lezioni private. espressione culturale delle so Artistico Nazionale6, che si Risultò, così, che il sugge- speranze e degli ideali degli tenne a Parma, dall’11 al 18 rimento del pittore prendeva artisti. Tra questi si distinsero settembre 1870. In quell’oc- forma e grazie all’appoggio Carlo Santangelo, membro casione molte città italiane del Ministro della Pubblica del Real Istituto d’Incoraggia- mandarono le opere dei loro Istruzione, Francesco De mento e Giuseppe Novi, ar- migliori artisti e furono getta- Sanctis, col decreto ministe- cheologo napoletano, i quali te le basi del nuovo program- riale del 14 ottobre 1880, fu studiarono soluzioni per la ma di formazione artistica. deliberata “la fondazione in rinascita della ceramica na- Nel 1871, durante il Set- Napoli di un Museo industria- poletana, delle industrie della timo Congresso Pedagogico le artistico, col fine di servire seta di San Leucio e delle Italiano, il presidente della alla istruzione dei giovani, porcellane di Capodimonte. commissione per l’insegna- che vogliono attendere allo Tra le proposte del Novi, c’è mento del disegno7, Dome- studio delle arti decorative ed da ricordare l’organizzazio- nico Morelli, (Napoli 1826-ivi ne di mostre per esporre e 1901)8, avanzava la proposta confrontare i diversi prodotti di fondare a Napoli un Museo 9. Presidente del Comitato generale regionali, collegate all’istitu- Artistico Industriale, ma sol- dell’Esposizione fu il Senatore zione di Scuole d’Arte Indu- Giuseppe Fiorelli, archeologo di chiara fama, mentre le cariche striale. 5. Cf. G. FILANGIERI, Il Museo di vicepresidente e di segretario Risollevato, così, il pen- Artistico Industriale e le Scuole- generale furono affidate, siero che l’arte è unica e non Officine di Napoli, op. cit., 1. rispettivamente, dal principe esistono sorelle maggio- 6. Durante il Congresso fu stabilito Gaetano Filangieri e dal Comm. ri o minori, anche in Italia di trasformare le Accademie di Demetrio Salazar. Del medesimo Belle Arti in Istituti d’Arte (anche se Comitato facevano parte anche si attuò un programma di Domenico Morelli, Filippo Palizzi revisione generale dell’isti- in seguito riprenderanno l’antica denominazione); di ospitare, e il Duca Gaetano del Pezzo di tuzione artistica nazionale, almeno per gli studenti delle scuole Caianiello. che restituiva onori ed oneri elementari, la classe dei giovani 10. I maggiori collezionisti, fra alle arti applicate. Da qui operai; di promuovere l’Istituzione i quali primeggiava il Duca di l’idea che “l’arte e l’industria di Musei Artistici Industriali. Martina, Placido de Sangro, avevano 7. Di tale commissione facevano prestato per la prima volta le loro 4. Un primo studio della sezione parte Enrico Alvino, Tito raccolte. Tra le opere esposte si archeologica del museo è stato Angelici, Gioacchino Toma e Luca contavano ben 1584 oggetti di esaminato dallo scrivente nella Cementano. collezionisti privati, contro i soli 125 propria tesi di laurea dal titolo di proprietà della Real Casa, oggi La collezione archeologica del 8. Primo direttore del M.A.I. di visibili al Museo di Capodimonte. Museo Artistico Industriale di Napoli, fu la figura dominante Quasi tutte le porcellane esposte Napoli. I materiali provenienti dell’ambiente artistico della città. nel 1889, fanno oggi parte del da Cuma, con relatore il Prof. Allievo, dell’Accademia delle patrimonio nazionale. La raccolta Carlo Rescigno, discussa presso Belle Arti di Napoli, di Costanzo del Duca di Martina occupa l’intero la Seconda Università degli Studi Angelici e di Camillo Guerra, riesce edificio della Villa Floridiana, di Napoli, nell’Anno Accademico a farsi notare nel 1861, quando mentre quella del Principe Gaetano 2006/2007. La ricerca ha portato a espone a Firenze «Gli iconoclasti», Filangieri è sistemata nel Palazzo significativi risultati ed è doveroso un dipinto che nel 1855 già gli Como. Molti altri esemplari, sono ringraziare il prof. Ciro Ruju, già conferì l’incarico di insegnante passati allo Stato attraverso le preside dell’Istituto d’Arte Filippo all’Accademia di Napoli, educando posteriori donazioni di Marcello Palizzi di Napoli, e il prof. Francesco un’intera generazione di pittori. Le Origlia al Museo di S. Martino, Tanasi, responsabile del museo, per sue principali opere sono ospitate di Mario de Ciccio al Museo di l’attenzione e la disponibilità nei nelle Gallerie di Milano, Firenze, Capodimonte e la donazione riguardi di tale lavoro. Roma e Napoli. Pignatelli. 26 industriali”11. Obiettivo di tale istituzione toncelli orientali dalle linee Più che orgoglio munici- fu, infatti, produrre un’arte arabescate a tinte calde, al- palistico, il M.A.I. fu motivo non chiusa a un’èlite aristo- cuni venuti dalle moschee di di vanto personale del suo cratica, ma aperta a tutti; Damasco e del Basso Egitto, fondatore, poiché rispec- un’arte utile per il sociale, altri riproducenti il purissimo chiava l’ideale filangeriano di dove l’artista ha il compito stile dell’Alhambra o portanti promozione e sviluppo indu- di inserire una creazione l’aquila di Carlo V e le iniziali striale, valido per il rinnova- artigianale in un sistema di Filippo II. Vi sono matton- mento della società e dell’e- mercantile, creando così una celli persiani ed altri prove- conomia del Mezzogiorno12. nuova unione tra arte, indu- nienti dall’antico monastero stria e società13. angioino di Donnaregina e 11. ASN. M.P.I., busta n.1, cart. II, Il Filangieri riteneva che dalla chiesa di S. Angelo a fasc. 7, f. 19. Copia del decreto per la formazione della Nilo. Vi è un enorme vaso, di istitutivo fu inviata al Comm. singolare categoria artisti- prodigiosa finezza di colori Demetrio Salazar con nota del 15 artigiana, fosse indispensa- e di patina, formato e dipin- ottobre 1880, ASN, M.P.I., busta n.1, bile una conoscenza dell’arte to nel 1830 nella fabbrica cart. II, fasc. 7, f. 17. antica e, piuttosto che por- Giustiniani, che rivaleggiò un 12. Cf. G. FILANGIERI, Il Museo tare gli allievi nei musei, era tempo con quella di Capodi- Artistico-Industriale di Napoli. più proficuo instituirne uno monte. Vi è una porta araba, Relazione di Gaetano Filangieri Principe di Satriano con una all’interno della scuola. La venuta dal Cairo, ad intarsio ministeriale e lo statuto, Giannini, magnificenza e lo stupore in avorio: vi sono bronzi, Napoli 1879; ID., Il Museo Artistico della ricca collezione del mu- gioielli, legni scolpiti, coppe Industriale di Napoli e le Scuole- seo è confermata dalle paro- cinesi e giapponesi, un’in- Officine di Napoli, op. cit.; M. le di Onorato Fava, il quale finità di piccole meraviglie SANTILLO, Laboratori dello sviluppo. L’esperimento filangeriano del descrivendolo dichiara che: d’arte, davanti alle quali si Museo Artistico Industriale di “vi sono coppe, piatti, trofei, resta a lungo ad ammirare e Napoli (1878-1900), Università mattonelle delle fabbriche a sognare”14. degli Studi di Napoli “Federico II”, più antiche e più rinomate Per avere una visione Napoli 2000. Numerose sono le d’Italia e dll’Estero, vi sono completa del ricco nucleo pubblicazioni relative al M.A.I.: Cf., ad esempio, G. FORNARI, Il Museo migliaia di oggetti di cera- collezionistico del museo Artistico-Industriale e le Scuole- mica, dove non sai se più costituitosi nel tempo, è officine di Napoli, Accademia Reale ammirare la purezza delle stato necessario prendere in delle Scienze, Napoli 1889; O. FAVA, linee e del disegno, o la deli- esame i tre diversi inventari «Il Museo Artistico Industriale», catezza mirabile delle tinte e d’immissione degli oggetti. Il in Napoli d’oggi, Pierro, Napoli 1900, 404-410; C. TROPEA, Il delle sfumature più tenere. E primo denominato Inventario Museo Artistico Industriale ed il poi mattoncelli invetriati delle 1M, datato 1897, permette Regio Istituto d’Arte di Napoli, Le fabbriche inglesi e francesi, di stabilire in ordine cronolo- Monnier, Firenze 1941; P.O.GERACI, e “biscuits” di Sevrès e di gico l’ingresso di tutti i pezzi Il Museo Artistico Industriale di Capodimonte, e antichi mat- nel museo. Da esso, infatti, Napoli e Demetrio Salazar nei documenti dell’archivio Dito, la emerge che il più antico italiano/index.html (15/07/2013). Sicilia, Messina 1968; A. CARÒLA nucleo d’oggetti, costituito PERROTTI – G. DONATONE – C. RUJU 13. Tale discorso entra, così, in da venticinque mattoncelli (a cura di ), La collezione ceramica perfetta comunione con la teoria invetriati e policromi su fon- del Museo Artistico Industriale di del principale fondatore del do bianco o verde, sia stato Napoli, Società Editrice Napoletana, movimento britannico Arts and Napoli 1984; E. ALAMARO, Il sogno Crafts, William Morris (1834-1896), acquistato il 21 dicembre del principe. Note introdutive secondo la quale «l’arte non deve 1880, da uno sconosciuto alla querelle Palizzi-Tesorone rimanere un privilegio di pochi, Giuseppe Fermo. sull’idealmente e praticamente cosa che si verifica quando essa Nel 1948, a seguito d’im- utile nella produzione delle viene costretta nei limiti della sola pellenti lavori di risanamento Scuole-Officine del Museo Artistico pittura o scultura, ma deve essere Industriale di Napoli, Litografie immessa nella vita quotidiana, con architettonico dell’edificio, fu Artistiche Faentine, Faenza 1984; prepotenza, per dell’oggetto di necessario il trasferimento ID., Il ritorno del principe. Aspetti serie eseguito da artisti» (A. Caròla dell’intera collezione da un ed oggetti nelle foto delle Scuole- Perrotti, «Porcellane e terraglie a piano all’altro e ciò provocò Officine del Museo Artistico Napoli dal Tardo Barocco al Liberty. prevedibili lesioni agli ogget- Industriale di Napoli (1885-1924), Napoli a confronto con l’Europa», in Greco, Napoli 1991; L. ARBACE A. CARÒLA Perrotti – G. DONATONE (a cura di), Il Museo Artistico – C. RUJU (a cura di), Porcellane Industriale di Napoli, Electa, Napoli e terraglie a Napoli dal Tardo 1998. Cf. anche il sito internet del Barocco al Liberty, Società Editrice 14. O. FAVA, «Il Museo Artistico M.A.I.: http: //mai,museum.com/ Napoletana, Napoli 1984, 47-69). Industriale» , op. cit. 27 ti15. Fu inevitabile eseguire, tamente quella a questo punto, un riscontro concernente la di tutti i pezzi, elaborando un produzione otto- secondo inventario, indicato centesca di cera- con la sigla 2M, all’inter- mica, composta no del quale sono riporta- da: vasi, maioli- te dettagliate informazioni che e rivestimenti concernenti la materia, le pavimentali. Tali dimensioni, l’epoca, la scuola prodotti, conside- di produzione e in alcuni casi rati in quegli anni la provenienza; in entrambi troppo borghesi gli elenchi non risulta, però, e commercia- la firma del compilatore. li per entrare a Tra il 1960 e il 1961, fu far parte di un Grafico della collezione archeologica del Museo realizzato dal Prof. Sac. Um- qualsiasi museo, Artistico Industriale di Napoli. Numero di pezzi per berto Schioppa, insegnante furono invece utili provenienza. di religione presso il M.A.I. in alla missione del Spinelli19 un reperto prove- quegli anni, un nuovo catalo- M.A.I., e ciò permise loro di niente dagli scavi di Suesso- go, chiamato 3M, che ingloba essere sottratti dal più comu- la20. le due precedenti versioni, ne fenomeno di dispersione. L’anno successivo il con precisi riferimenti di con- Nel museo trova posto cavalier Carlo Knight21, noto fronto ai numeri d’inventario anche una ricca collezione gioielliere, esperto numisma- riportati sui già citati registri. archeologica formata da una tico e appassionato studioso A questi inventari si ag- serie eterogenea di trecen- d’antichità classiche, offrì una giunge un ulteriore registro tonovantaquattro pezzi. Tra raccolta di ventiquattro og- di riscontro, siglato F.T., oggetti integri e frammentari, getti provenienti da Cuma22. acronimo del prof. Francesco essa comprende: reperti egi- Di essi, però, non esi- Tanasi, responsabile del mu- ziani (si tratta per la maggior stono notizie precise né sul seo fino al 2008, che ricopiò parte di ushebti/shauabtui), sito dello scavo, né relative i dati delle versioni prece- greci, magnogreci, italici e all’anno di rinvenimento. Si denti e verificò la presenza romani. potrebbe formulare, però, di eventuali danni dell’intero l’ipotesi che essi siano il nucleo collezionistico, causati Dall’analisi degli inventari risultato di un’operazione di a seguito del terremoto del emerge che il primo nucleo scavo clandestino condotto 1980. archeologico risale al 1889; dal Knight, nonostante le Da un’attenta analisi di si tratta dell’acquisto di ben intimidazioni ricevute dalla 16 tali documenti risulta, con sedici pezzi , dei quali non si Sovrintendenza Archeologica certezza, che il M.A.I., dal hanno informazioni sui dati di Napoli, come risulta dai 1880 al 1908, attuò una poli- di rinvenimento, tranne per documenti d’archivio23. tica diretta allo sviluppo della uno skyphos, proveniente da propria collezione, per mez- Cuma17. zo di acquisti e donazioni di Nel marzo del 1890 19. Tra il 1878 e il 1886, il barone pezzi originali, o riproduzioni furono acquistati altri cinque finanziò gli scavi archeologi nei realizzati dagli studenti più oggetti antichi di provenienza terreni di sua proprietà nella località creativi. ignota18 e, lo stesso anno, fu di Calabricito e Proprioli, nel territorio amministrativo del Comune La raccolta più ricca è cer- donato dal barone Marcello di Acerra in provincia di Napoli. 15. Nel 1927, sotto la direzione 20. Cf. Inventario 3M, n. 2147. 16. Otto vasi di terracotta, un’olpe, artistica del pittore Lionello cinque patere, un oinochoe e uno Balestrieri (Cetona, 1874 – Siena, 21. Sulla figura di Carlo Knight skyphos. Cf. Inventario 3M, n. 1667- 1958), direttore del M.A.I. dal (Napoli, 1862 - Napoli, 1924), cf. 1682. 1914 al 1938, a causa di gravi R. De Fusco, Il Floreale a Napoli, problemi statici del museo e per il 17. Cf. Inventario 3M, n. 1678. Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli recupero di alcuni spazi espositivi, 1959; P. Ricci, Arte e Artisti a Napoli, furono favorite le esigenze 18. Maschera di terracotta; coppa 1800-1943: cronache e memoria di dell’insegnamento, confinando a un di terracotta con anse; gruppo di Paolo Ricci, Guida, Napoli 1981. ruolo del tutto secondario l’attività quattro vasetti a patina piombata; del museo che non registrò ulteriori ariballos ornato a squame; statuetta 22. Cf. Inventario 3M, nn. 2184- incrementi. Cf. L. Arbace, Il Museo 2207. Artistico Industriale di Napoli, con figura muliebre ammantata. Cf. Electa Napoli, Napoli 1998, 16. Inventario 3M, nn. 1987-1991. 23. Tale divieto si evince dalla let- 28 Tale collezione è costituita nimo nipote, Carlo Knight30, da diverse classi ceramiche. offrì al M.A.I. la possibilità di Quella sub-geometrica, rap- arricchirne la sezione arche- presentata da un importante ologica, donando otto pezzi oinochoe trilobata24, dipinta antichi di ulteriore prove- sul collo con un meandro nienza incerta31. continuo e sul ventre con Nel 1899, due atti ever- motivi a fasce, datata al VII getici, incrementarono la secolo a.C.; quella attica, collezione archeologica: il con una lekythos25 del V primo legato al Conte de secolo a.C.; diversi esem- La Ville per aver elargito un plari di ceramica a vernice oinochoe32 con ansa e boc- nera, come boccalini, cop- ca trilobata, con indicazione pe, piatti, hydriae, skyphoi «scavi di Canosa», e il secon- o lekythoi, datati tra la fine do legato al pittore Filippo del VI secolo a.C. e gli inizi Palizzi33, che consegnò al del III secolo a.C.; ceramica museo otto reperti prove- italiota, con una lekythos a reticolo26, datata al IV secolo a.C.; ed infine altri sei oggetti classificabili come ceramica 30. Carlo Knight è nato a Napoli il comune, comprendente una 20 giugno 1929. Dopo la laurea in patera miniaturistica27, un Scienze economico-marittime e di- versi incarichi al vertice di importanti coperchio28 ed un distanzia- 29 industrie italiane e straniere, dal 1978 Aslan Leonida D’Abro Pagratide tore , probabilmente segno si dedica esclusivamente agli studi Autoritratto giovanile in di una bottega artigianale storici, artistici e archeologici. costume armeno (1830 ca.) presente in situ, datati all’età Acquarello su carta, cm 24x17,5. 31 . Dalla corrispondenza con il presi- Napoli, collezione privata. ellenistica. de dell’Istituto d’Arte F. Palizzi, prof. La collezione del cavalier Ciro Ruju, – che il dott. Carlo Knight 34 Carlo Knight fu incrementata ha avuto la cortesia di trasmettermi in nienti da «scavi campani» . ottantatrè anni dopo, il 16 copia – si evince che, qualora il Con- La raccolta archeologica aprile 1984, quando l’omo- siglio d’Istituto avesse accettato la è costituita anche da centot- sua donazione, il Knight s’impegnava tanta reperti egiziani35, che ad allestire a proprie spese un’unica entrarono nel museo nel vetrina dove poter inserire tali reperti, insieme con quelli in precedenza do- 1904, di cui tre furono acqui- tura del telegramma inviato a Carlo stati dal M.A.I., centrotrentot- Knight il 1° ottobre 1902: «Compiac- nati dal suo avo. Il progetto, purtrop- po, non è mai stato realizzato. Qui in ciasi invitare orefice Knight non alie- to donati dal Museo del Cairo basso è riportato l’elenco dettagliato e altri trentanove elargiti dal nare vasi Maglione prodotto scavi, della donazione: 1) una hydria cam- clandestini, voglia immediatamente principe Aslan Leonida d’A- pana (ceramica nera, non figurata). 36 recarsi da lui per informarlo minuta- Cf. Inventario F.T., n. 401; 2) una bro Pagratide . A quest’ulti- mente circa nuove disposizioni legge oinochoe etrusca in bucchero leggero scavi. Fine settimana verrò vedere (con ansa tortile). Cf. Inventario F.T., 34. Inventario 3M, nn. 1887-1894. personalmente vasi per esaminare se n. 445; 3) una oinochoe etrusca in Due antefisse, un frammento di pie- sia caso inscrizione futura catalogo bucchero leggero (con ansa bicauda- de e una testa di putto in terracotta, o prelazione governativa compii tutti ta). Cf. Inventario F.T., n. 451; 4) un due vasi integri in terracotta e due atti legali ove siano necessari favori- elmo etrusco-italico in bronzo. Cf. In- trozzelle apule. ventario F.T., n. 419; 5) una statuetta sca avvertirne telegraficamente circa votiva in terracotta raffigurante una 35. Per identificarli è possibile risultato colloquio con Knight e mi- figura femminile. Cf. Inventario F.T., consultare rispettivamente: sure o da prendere. Direttore Museo n. 395; 6) un’altra statuetta votiva Inventario 3M, nn. 2455. 2651- Nazionale, Pais» (Archivio Storico simile alla precedente. Cf. Inventario 2652; nn. 2473-2650; nn. 2529. della Soprintendenza Archeologica F.T., n. 394; 7) un guttus in ceramica 2613-50. di Napoli, busta VI C6, 12). nera. Cf. Inventario F.T., n. 2419; 8) 36. Direttore del Museo Artistico 24. Cf. Inventario 3M, n. 2184. un altro guttus simile al precedente Industriale e delle Scuole-Officine (ma con beccuccio a forma di testa di di Napoli dal 1896 al 1913. Nacque 25. Cf. Inventario 3M, n. 2204. leone). Cf. Inventario F.T., n. 2420. il 31 agosto 1848 a Hermoupolis, 26. Cf. Inventario 3M, n. 2187. 32. Cf. Inventario 3M, n. 1856. nell’isoletta di Sira, nelle Cicladi, e morì a Napoli nel 1928. Discenden- 27. Cf. Inventario 3M, n. 2189. 33. Nato a Vasto nel 1818 e morto a te della nobile famiglia patrizia dei 28. Cf. Inventario 3M, n. 2188. Napoli nel 1899. Nel 1880 assunse Pagration, che regnò sull’Armenia e la carica di direttore artistico del sulla Georgia, la stessa dalla quale 29. Cf. Inventario 3M, n. 2190. M.A.I. di Napoli. si staccarono i Bragation russi e 29 mo si deve, inoltre, nel 1907, mia di Belle Arti di Napoli e si attuabile per le esigue risorse la donazione di un’olla prove- formò nell’atelier del pittore finanziare e per tale motivo niente da Cuma37. Domenico Morelli. Per colti- l’idea non fu realizzata. Ciò È da ricordare, inoltre, vare la sua inclinazione arti- nonostante riuscì ad ottenere un’antefissa di terracotta38 stica acquistò Villa Edgardo41, alcuni locali dell’antico con- (19x15 cm), a smalto matto, poi ribattezzata Villa d’Abro, vento all’Arco Mirelli, dove decorata a palmetta, dona- sulla collina di Posillipo, tra ora è l’ospedale di Loreto, ta da Aslan Leonida d’Abro Villa Martinelli, Villa d’Avalos guadagnando nell’aprile del Pagratide nel dicembre del e Villa Elisa. La sua passione 1928, qualche mese prima 1900, proveniente della fab- artistica non gli impedì certo della sua morte, la medaglia brica del Partenone di Atene. di accettare anche incarichi d’oro della Pubblica Istruzio- amministrativi e svolgere ne e la cittadinanza onoraria. Poco sappiamo sulla vita opere di beneficenza, per il Altro illustre personaggio di questo nobiluomo: erudito bene comune della città. che arricchì la collezione del straniero vissuto a cavallo tra La notte del 30 dicem- M.A.I. fu Gaetano del Pezzo, il XIX e il XX secolo, di cui i bre 1888, infatti, una frana settimo duca di Caianello e tratti fisici e psicologici sono colpì Napoli, interrompendo quinto marchese di Cam- descritti in un articolo del i collegamenti stradali all’al- podisola43, che donò, nel giornale “Il Pungolo”, stam- tezza di Piazzetta Friso (largo 1906, centocinquantaquattro pato il 22 giugno 189739. Donn’Anna), riportando gravi reperti44: vasi in bucchero, Non si conosce, però, né e lunghe conseguenze, come bronzetti votivi ed ex voto la motivazione né la data la mancanza d’acqua ed in fittili, ceramica a vernice precisa dell’arrivo della fa- quell’occasione il principe, nera, ceramica dipinta a miglia Pagratide nella città con l’incarico di vicesindaco, figure nere o rosse e alcuni partenopea, ma è certo che elargì energie e mezzi per esemplari attici e trozzelle il principe, appena quattordi- ridurne i disagi. Apule. L’intero nucleo, secon- cenne40, frequentò l’Accade- Le sue capacità organiz- do quanto riportano i registri zative e attività benefiche proviene da alcuni «scavi di trapiantata a Napoli fin dal Seicento. furono espresse pienamente Teano». Anche in questo caso Cf. D. VIAGGIANI, I Tempi di Posil- lipo: dalle ville romane i casini di nella presidenza dell’Asilo l’informazione è incompleta: edilizia, Electa Napoli, Napoli 1989, Regina Margherita di Posilli- il dato che lascia non poche 115-123; E. GIANNELLI, Artisti na- po, da lui fondato nel 1878, perplessità è il perché di un poletani viventi: pittori, scultori, ar- che ospitava orfani tra i tre rinvenimento così cospicuo chitetti, Melfi & Joele, Napoli 1916, e i sette anni. Fu proprio a di materiali dissimili presenti 173-174. favore di questo istituto che nell’area dell’antica Teano 37. Cf. Inventario 3M, n. 3155. mise in vendita due suoi Sidicino. 38. Cf. Inventario 3M, n. 2140. acquarelli e nel 1893, quan- L’alto interesse archeolo- do l’orfanotrofio ospitava un 39. «Non sappiamo quanti anni gico dell’aristocratico napo- abbia né vorremmo fargli cosa spia- centinaio di bambini, acqui- letano, fu già evidenziato dal cevole dandogliene una quarantina: stò da Gaetano Pavoncelli, principe Gaetano Filangieri, ha l’aspetto di uno di quei Gesù, per 21.500 lire42, un ampio che lo descriveva come un che sono il tipo fisso e tradizionale suolo alla località detta “Lo «elegante poeta e prosatore, della figura del Cristo nella statuaria Scoglio di Friso”, affidando e nella pittura di second’ordine, sal- vo che il taglio della barba lo riporta all’architetto Alfonso Guer- 43. Nacque il 17 agosto da don in pieno secolo XIX. Parla a scatti, ra (1845-1920) l’incarico di Pasquale e da donna Maria Beatrice nervosamente e gli è nota caratte- progettare una nuova e più Caracciolo e morì a Napoli il 24 ristica un subito aggrottarsi delle grande sede per gli orfani. aprile 1889. Cf. G. Filangieri, sopracciglia, foltissime, come ad Il disegno presentato Per la morte di Gaetano del Pezzo indicare che è uomo di risoluzioni decise e pronto a mantenerle. Ecco, dall’architetto fu un’opera marchese di Campodisola, Accademia dunque, un uomo pieno di buon monumentale, difficilmente Reale delle Scienze, Napoli 1889; volere» (D. Viggiani, I tempi di Posilli- E. Attanasio, Elogio funebre di po, op. cit., 122). 41. Acquistata per cinquantunomila Gaetano del Pezzo duca di Cajaniello, letto dal Sac. Errico Attanasio il 40. Il 26 febbraio 1863 il giovane lire il 29 gennaio 1870 dall’ex proprietario Gaetano Fraschini fu giorno 22 Maggio 1889, Tipografia viveva a Napoli, alla salita Sant’Anna degli Accattoncelli, Napoli 1889; Domenico. Cf. Archivio Notarile di Palazzo, al civico 29, e frequentava C. Antuono, Caianello tra storia e di Napoli (ANN), Notaio Errico De l’Istituto di Belle Arti di Napoli. leggenda, Idea Stampa, Cassino 2003. Cf. Archivio Storico Accademia Rossi, contratto del 29 gennaio 1870. delle Belle Arti di Napoli, Alunni, 42. ANN, Notaio Alfonso Beltrami, 44. Cf. Inventario 3M, nn. 2963- Fascicoli personali, nn. 846-847. contratto del 30 marzo 1893. 3118. 30 anche dotto archeologo e gli dedicò una lapide e inte- ordine cronologico, tra gli numismatico»45, innamorato stò una strada che collega esponenti dell’alta nobiltà di tutto ciò che è bello e con Piazza Bovio e Via Marina46. e gli imprenditori napole- un forte interesse verso le Egli fu solo l’ultimo, in tani, che incentrando tutta memorie del passato. la propria vita sul connubio Anche lui, come il d’Abro, 46. «Qui nella travagliata Sezione tra civiltà e religiosità, fami- Mercato dove più inferiva il morbo fu assorbito dagli incarichi asiatico nel 1884 Gaetano del Pezzo glia e patria, scienza e arte, del Consiglio Comunale di Marchese di Campodisola votando ricchezza e povertà, collabo- Napoli, che lo videro asses- se stesso al comune periglio volle rarono all’incremento della sore alle opere pubbliche. l’onore reggere il Municipio fu Padre collezione archeologica del Durante la reggenza co- ai miseri fu Eroe per tutti esempio Museo Artistico Industriale mirabile di carità cristiana e di virtù munale di Nicola Amore, il cittadina suscitò gara generosa di di Napoli, piccolo gioiello duca si candidò alla carica sacrifici. Pietosa ricordanza accop- partenopeo, atto a diventare di vicesindaco della Sezione pia alla memoria di Lui il nome di modello trainante di tutta Mercato, zona maggiormente Errico Califano Avvocato suo vice la produzione artigianale colpita dal morbo del colera sindaco aggiunto che pagò con la campana e la rivalutazione vita la Sua abnegazione. I cittadini nel 1884, e per il suo corag- di Mercato Memori e Grati 1894» dell’arte napoletana della fine gio, la municipalità di Napoli (G. Russo, Il risanamento e l’amplia- del XIX e l’inizio del XX seco- mento della città di Napoli, Società lo. 45. G. Filangieri, Per la morte di Ga- pel Risanamento di Napoli, Napoli etano del Pezzo, op. cit., 4. 1960, 178).

Appendice* 1. Lettera autografa di Emma D’Abro. Archivio Storico Accademia Belle Arti di Napoli. Serie Alunni, Fascicoli Personali, n° 847, originale.

Al Signor direttore dell’Istituto di belle arti di Napoli, Desiderando mio figlio Aslan Leonidas D’Abro essere ammesso come alunno nell’Istituto- di belle arti Napoli, qualunque spesa farà duopo pel suo insegnamento sarà da me esegui- ta. Nato a Ermopoli di Siria il 31 Agosto 1848. Domiciliato Salita Sant’Anna di Palazzo n°29. Restituita una copia della presente. Napoli dì 22 febbraio 1863. Emma D’Abro

2. Lettera autografa di Frammarino Michele. Archivio Storico Accademia Belle Arti di Napoli. Serie Alunni, sotto serie Fascicoli Personali, n° 846. Originale

Città di Napoli, Circondazione S. Ferdinando L’Eletto della Legione S. Ferdinando certifica che il Signor d’Abro Aslan,figlio del fu Alfon- so e Sparkef Emma, di anni quattordici, domic. Salita Sant’Anna di Palazzo n° 29 è di buona condotta. Napoli 25 febbr.1863 L’eletto Frammarino Michele

*Nella trascrizione delle lettere qui pubblicate si è provveduto allo scioglimento delle abbreviazioni ed alla parziale modernizzazione della punteggiatura e delle maiuscole.

3. Lettera autografa dell’Avv. Fornari Giuseppe. Archivio Storico di Napoli. Museo artistico Industriale. Istituto d’arte Demetrio Salazar. Documenti amministrativi, vol. VI, cartella, 2°, fasc.1. Originale.

Il 4 giugno 1889, la Principessa D’Abro Pagratide si è offerta a immettere l’ammontare del suo piccolo de- bito che accompagna coi suoi sentiti ringraziamenti per la grande cortesia usatole durante la visita al Museo. Ho ricevuto lire venti e sono l’impronta di 2 vasi venduti alla principessa D’Abro. Museo Artistico Industriale 5 giugno 1889 Fornari Avv. Giuseppe L’economo tesoriere. 31 Biblioteche napoletane e di Montecassino

Dal 15 al 18 aprile 2013 l’Associazione Bibliofili Bresciani “Bernardino Misinta” ha organizzato una visita ad alcune biblioteche del napoletano ed alla biblioteca del monastero di Montecassino. Ovunque abbiamo ricevuto una accoglienza cordiale e generosa nel proporre alla nostra attenzione quanto di meglio le biblioteche posseggono. Ai rispettivi Direttori ed ai loro collaboratori la nostra gratitudine per l’amichevole attenzione che hanno voluto riservarci.

Nel Meridione un ruolo di rono particolare attenzione affidata agli Oratoriani. Il fondo grande importanza è giocato alla formazione d’una propria complessivo è di circa 170.000 dalle così dette Biblioteche Sta- biblioteca dedicando piutto- volumi antichi tra i quali 120 tali o Nazionali talune elevate al sto la loro attenzione ad altri incunaboli, circa 5.000 opere rango di Monumento Nazionale. generi di raccolte. Quella che fu del Cinquecento, numerosi La più importante di queste la biblioteca privata della casa manoscritti e circa 6.500 opere biblioteche è l’attuale Biblio- regnante, la Biblioteca Pala- musicali dei secoli XVI-XIX, i teca Nazionale, già Biblioteca tina, si trova ancora oggi alla nuclei principali costituiti da Reale “Vittorio Emanule III” Reggia di Caserta. opere di filosofia, teologia nell’antico Palazzo Reale di Nel Sud d’Italia particolare cristiana, storia della Chiesa Napoli. Essa trae origine da una importanza hanno le bibliote- e storia d’Europa. Un proprio donazione del cardinale Fran- che ecclesiastiche, specie dal spazio trovano i libri di Giam- cesco Maria Brancaccio (1592- punto di vista bibliofilico. A battista Vico da lui donati. Nel 1675) seguendo l’esempio di Napoli la più antica è la Biblio- 1980 a seguito del terremoto Carlo Borromeo a Milano; con teca dei Girolamini (denomi- la biblioteca venne chiusa e da la propria raccolta il cardina- nazione ufficiale: Biblioteca Sta- allora non più doverosamente le Brancaccio fondò la prima tale Oratoriana del Monumento custodita. Dopo anni di restauri biblioteca pubblica dell’allora Nazionale dei Girolamini), sita nel 2012 la si volle riaprire ma Regno delle due Sicilie. La così nel cuore del centro storico il 19 Aprile di quell’anno, gior- detta biblioteca Brancacciana della città proprio di fronte al no di riapertura della sala Vico, con le sue oltremodo preziose Duomo, parte del grande com- l’intera biblioteca venne seque- raccolte, nel 1922 passò alla plesso di edifici di San Filippo strata dalla Polizia dopo che il Biblioteca Reale fondata nel Neri dei Girolamini, sede degli direttore aveva segnalato il fur- 1804 per iniziativa di re Ferdi- Oratoriani a Napoli. Fondata to “di migliaia di libri antichi”; il nando IV ed è oggi nobilmente verso la fine del XVI secolo sul saccheggio della biblioteca che sistemata nei piani superiori modello della Biblioteca Valli- è risultato operato proprio da del già Palazzo Reale. Delle celliana di Roma dagli orato- costui – il magior furto di libri sue ricche raccolte particolare riani Francesco Maria Tarugi, della storia – nell’Ottobre 2012 menzione va fatta della Rac- Borla. Talna e Giovanni Giovena venne calcolato in più di 4.000 colta di Papiri, i resti di codici Ancina, venne aperta al pub- volumi. carbonizzati ritrovati nella così blico nel 1586. Qui negli anni detta Villa dei Papiri durante gli a cavallo tra il XVII ed il XVIII Ancor più famosa ed im- scavi ad Ercolano. La splendida studiò il filosofo napoletano portante della Biblioteca dei Biblioteca Nazionale conserva Giambattista Vico, poi sepolto Girolamini è la Biblioteca oltre 13.000 manoscritti tra i nell’adiacente Chiesa dei Giro- dei Benedettini all’Abbazia quali il così detto Dioscoride lamini. L’edificio con la bibliote- territoriale della Santissi- Napoletano, un manoscritto del ca venne trasformato nel corso ma Trinità di Cava dei Tir- VII secolo certamente prove- del XVIII secolo dall’architetto reni, fra le montagne vicino a niente da Ravenna e/o dall’am- e pittore napoletano Arcangelo Salerno. L’Abbazia fu fondata biente così detto di Cassiodoro. Guglielmelli (1648-1723) e da nel 1011 dal monaco eremita Oltre all’importantissimo fondo suo figlio, ornato di affreschi di benedettino Alferio, santificato librario antico, sono inoltre Pietro Bardellino. Con l’incame- nel 1893 con i tre primi abati da ricordare gli autografi di ramento dei beni ecclesiastici Leone I, Pietro I e Costabile. La Tommaso d’Aquino ed il vasto da parte dello Stato italiano facciata attuale è della seconda fondo leopardiano. (1866) la biblioteca passò allo metà del Settecento. Di partico- I re borbonici non dedica- Stato ma la direzione rimase lare interesse la biblioteca che 32 custodisce oltre 50.000 volumi Per fortuna vennero salvati gli che espresse compositori come con numerosissimi incunaboli ornamenti della chiesa, quan- Carlo Gesualdo principe di Ve- ed importantissime edizioni to contenuto nella camera del nosa, Cimarosa, Saverio Mer- del XVI secolo nonché l’archivio tesoro e la consistenza della cadante. I fondi di manoscritti con preziosi codici e manoscrit- famosa biblioteca ad opera di musicali di famosi musicisti ti, oltre 15.000 pergamene e un coraggioso ufficiale tedesco sono una dotazione di assoluta documenti ad iniziare dall’epo- in stretta collaborazione con il importanza della Biblioteca ca longobarda; il testo integrale Vaticano. I volumi manoscritti del Conservatorio di San dei documenti datati dal 792 al ed a stampa posti sotto rigoro- Pietro in Majella oltre al loro 1065 è pubblicato nel Codex so controllo sono disponibili a Museo di strumenti musicali e Diplomaticus Cavensis. qualificati studiosi. cimeli da celebrità lasciati in dono al Conservatorio. Altra importantissima biblio- In sede di seppur brevissimi teca religiosa a Sud di Roma, accenni a biblioteche storiche Le istituzioni sopra citate in provincia di Frosinone, è la del Meridione, con i loro fondi con l’eccezione della Biblioteca Biblioteca Abbazia Benedet- antichi, non si può prescindere dei Gerolamini sono state meta tina di Monte Cassino, anche dal loro collegamento alla città di una appassionata visita da questa, dopo l’Unità d’Italia per quanto riguarda la musica, parte di un gruppo di ami- divenuta “Biblioteca statale”, la storia della musica e quindi il ci dell’Associazione Bibliofili originariamente costituita come ricchissimo patrimonio musi- Bresciani Bernardino Misinta biblioteca personale nel 529 cale che ne è derivato nelle bi- nell’Aprile 2013. dal fondatore dell’Ordine Be- blioteche, archivi, conservatori nedetto di Nursia. Nel corso dei in modo particolarissimo a Na- Klaus Kempf secoli l’Abbazia subì distruzioni poli e dintorni, Dal XVI al XVIII Leiter der Abteilung Bestan- e ricostruzioni sino ad essere secolo Napoli è stata il centro dsaufbau und Erschließung, rasa al suolo nel 1944 durante musicale più importante d’Eu- Bayerische Staatsbibliothek la Seconda Guerra mondiale. ropa, il centro per eccellenza

Napoli. Panorama. 1714-1734 circa. Tempera su tela (cm 125x83). Collezione privata. Per gentile concessione.

33 BIBLIOTECA NAZIONALE DI NAPOLI

La sezione manoscritti e rari della Biblioteca Naziona- le di Napoli è collocata nelle sale di Palazzo Reale pro- spicenti il Maschio Angioino con un suggestivo affaccio sul giardino ed il golfo, sale che nell’Ottocento costitui- vano l’appartamento privato dei sovrani. Preziosissimo è stato l’accostamento ai documenti mostratici delle relative schede descrittive particolarmente estese, in- tegrate da ulteriori notizie storiche e bibliografiche da parte del dr. Vincenzo Boni responsabile della Sezione manoscritti. Con il permesso del Direttore dr. Mauro Gian- caspro riproduciamo qui al- cune illustrazioni ed il testo integrale delle schede. Emozionante la visita all’Officina dei Papiri Ercola- nesi, il fondo librario più an- tico in assoluto e l’unica bi- blioteca dell’antichità giunta sino a noi seppur non nella sua completezza e nello sta- to di carbonizzazione a se- guito dell’eruzione vesuviana del 79 d.C. F.R.

Possiede 2 milioni di volu- mi e oltre 13.000 manoscrit- ti. Da segnalare 1.800 papiri del primo secolo a.C. prove- nienti dalla Villa dei Pisoni di Ercolano con opere di Epicu- ro e di Filodemo di Gadara. La Biblioteca custodisce il documento più antico conservato dalle Biblioteche Pubbliche statali, un’iscrizione berbera databile al primo millennio a.C.

Dioscoride, Erbario, Ms. membr., sec. VI ex., cc. I, 172, II, miniato, Ex Vind Gr.1. (Vedi figu- ra pagina 32). Esemplato in scrittura greca onciale, sul finire del VI secolo in area bizantina, probabilmente nell’esarcato di Ravenna, in Puglia o in Calabria l’erbario presenta in ogni una delle 170 pagine il disegno di una pianta medicinale , accompagnato dal testo descrittivo delle sue proprietà.’ Le illustrazioni sono riservate all’erbario, senza includere come in altri codici dioscoridei, le figure umane o animali. Le notizie sulla tecnica di coltivazione e sulle proprietà terapeutiche delle singole piante risalgono alle conoscenze medico-farmacologiche del greco Pedanio Dioscoride, vissuto nel I secolo d.C. e tenuto in altissima considerazione in tutto il mondo antico fino ai maestri della Scuola Medica Salernitana. Il testo del codice napoletano costituisce infatti il punto d’arrivo di una serie di trasformazioni dell’ opera di 34 Dioscoride, finalizzato probabilmente all’uso quotidiano di monaci e medici esperti in farma- ci. Appartenuto ad Antonio Seripando, fratello del cardinal Girolamo, il codice proviene dalla Biblioteca del convento napoletano di San Giovanni a Carbonara. Nel corso del XVIII secolo, precisamente nel 1718, il Dioscoride fu trasportato in Austria per volere dell’imperatore Carlo VI e poi restituito nel 1918.

Publio Virgilio Marone, Opere, Ms. membr., sec. IX-X, cc. I, 177,II, miniato. Il codice, di area napoletana, costituisce la più antica testimonianza di una particolare tradizione meridionale dell’opera di Virgilio e rafforza la straordinaria ‘fortuna’ che il poeta riscosse nella città partenopea per tutto il medioevo. Esemplato a Napoli in scrittura beneventana, il codice è illustrato da miniature di particolare raffinatezza grafica e cromatica. Proviene dal convento di San Giovanni a Carbonara.

Publuis Ovidius Naso, Metamorphoses, Ms.membr., sec. XI fine, cc.I,201,I. Tra gli otto codice fondamentali per la traditio altomedievale di Ovidio. Unico codice medievale di Ovidio illu- strato con suggesti disegni miniati zoomorfi ed antropomorfi. Il codice esemplato nel mona- stero di S. Benedetto di Bari testimonia la poliedrica cultura dell’Italia meridionale alla fine dell’anno 1000 con risvolti culturali normanni, longobardi, bizantini, arabi e del vicino orien- te. Tra i più importanti specimen della classica scrittura beneventana “Bari type”.

Vangeli (Luca ; Marco), Ms. membr., purpureo, sec. V ex, III, 143, III. (Vedi figura pagi- na 19). Il codice, rarissima testimonianza altomedievale in pergamena purpurea, contiene frammenti dei Vangeli di Luca e Marco secondo la versione anteriore a quella di S. Girolamo. L’uso della porpora, con la quale venivano tinti i fogli di pergamena, contraddistingue i codici di lusso, commissionati da personalità di rilievo. Il codice, che risale alla fine del V secolo e pertanto costituisce uno degli esemplari più antichi, è vergato in caratteri argentei riservando l’oro ai soli nomi sacri. La Biblioteca Nazionale di Napoli possiede anche un altro evangeliario purpureo del IX secolo in lingua greca, esemplato in caratteri aurei, per l’imperatore Basilio I il Macedone. Appartenuti entrambi alla Biblioteca del convento napoletano di San Giovanni a Carbonara, essi fanno parte del gruppo dei manoscritti trasferiti a Vienna, durante il vice- regno austriaco, nel 1718 per volere dell’imperatore Carlo VI d’Asburgo e restituiti all’Italia dopo la prima guerra mondiale.

Severino Boezio, De institutione arithmetica; De institutione musica, Ms. membr., sec. XIV 35 (1340-50), cc. III, 122, III, miniato. Il codice, che riporta due opere scientifiche di Severino Boezio più noto per la sua Consolatio philosophiae, si distingue per le due miniature a pa- gina piena, che documentano la tendenza, destinata ad accentuarsi nel secolo successivo, dell’ampliamento - nei manoscritti miniati - dello spazio riservato all’immagine. Le pagine centrali del codice accolgono infatti un’articolata struttura allegorico-simbolica, a sinistra la raffigurazione dell’Eterno, rappresentato secondo la visione dell’Apocalisse di san Giovanni – in trono tra Angeli con sette lampade, il libro dei sette sigilli e le chiavi del Cielo. Agli angoli il tetramorfo, più tardi simbolicamente riconosciuto come il simbolo degli evangelisti. A de- stra nella pagina affiancata l’allegoria della musica. Una elegante figura femminile compare a centro pagina, circondata da musici con strumenti musicali in uso intorno alla metà del secolo XIV, sicuramente di origine mediterranea. Il codice copiato da un francescano napole- tano testimonia l’opera di un artista senese operante a Napoli, intorno alla metà del ‘300 nel periodo angioino o ad Avignone, nell’ambiente artistico internazionale di Matteo Giovannet- ti. Nell’apparato artistico del codice sarebbero pertanto identificabili componenti culturali di impronta franco-senese e napoletana, in un momento in cui a Napoli, sotto l’egida politica e culturale di Roberto d’Angiò, il Saggio, venivano recepite suggestioni culturali sia dall’am- biente angioino che toscano. Il codice proviene dal ricchissimo Fondo Farnese, arrivato a Na- poli con Carlo III di Borbone, che lo aveva ricevuto in eredità dalla madre Elisabetta.

Libro d’Ore di Alfonso d’Aragona, Ms. membr., sec. XV (1455-1456), cc.457, miniato, Ms.I.B.55. (v. figura pagina 20). Il libro di preghiere, appartenuto al re di Napoli e Sicilia Al- fonso V d’Aragona, I re di Napoli e Sicilia, fu esemplato nel 1456 dal celebre copista ligure Iacopo di Antonio Curlo. Sotto il profilo artistico il codice si pone come una delle più signi- ficative testimonianze della miniatura napoletana del periodo alfonsino, prodotto della col- laborazione di più artisti, di cultura valenciana e franco-fiammingo-borgognona. Alfonso V d’Aragona (1385-1458), re di Sicilia, d’Aragona, di Navarra dal 1416, divenuto re di Napoli dal 1442, sovrano raffinato e di grande sensibilità culturale raccolse in Castel Nuovo una delle più ricche e pregevoli biblioteche del Quattrocento. Con la fine della dinastia aragonese nel Mezzogiorno i codici confluirono in varie biblioteche europee soprattutto francesi e spagnole. Della splendida biblioteca aragonese solo pochi codici rimasero a Napoli, attualmente con- servati nella Biblioteca Nazionale. Considerato disperso, il codice alfonsino, tra più preziosi e significativi della raccolta aragonese, fu recuperato nel 1955, quando, comparso sul mercato antiquario, fu acquistato con il contributo finanziario di vari Enti napoletani. 36 Libro d’Ore della Vergine Maria detto “La Flora” (in latino), Ms. membr., sec.XV (1483-1498), cc. I, 368, II-III,. miniato, Ms. I.B.51 (v. figura). Per le splendide miniature. la raffinata decora- zione floreale, il magnifico rutilante calendario, il codice, ese- guito tra Gand e Bruges, può considerarsi uno dei più prege- voli prodotti dell’arte fiamminga della fine del quattrocento. Al pittore francese Simon Marmion ‘prince de l’enluminure’ sono da attribuire le 28 miniature riportate più antiche, il miniatore fiammingo Geertgen Horenbout, il Maestro delle Ore di Dresda ed il paesaggista Alexander Bening sono gli artisti principali dell’opera. Appartenuto probabilmente al re Carlo VIII di Fran- cia, i cui gigli sono dipinti in antiporta, il codice è’ conosciuto universalmente come “La Flora” per la vastissima gamma di fiori dispiegati su quasi ogni pagina, accompagnati da conchi- glie, uccelli, libellule, bruchi, api, chiocciole, piumati ‘occhi di pavone’, medaglie, rosari corallini e perlacei, campanelli d’o- ro e d’argento, in una fantasmagoria di colori e di toni, che si fondono con la suggestiva plasticità dei personaggi, pregni di Libro d’Ore di Alfonso d’Aragona umanità, con la sontuosità delle cornici e l’emozione struggen- te degli sfondi paesaggistici. Proviene dal Fondo Farnese por- tato a Napoli da re Carlo di Borbone, nel 1737, quale eredità della madre Elisabetta.

Claudio Tolomeo, Cosmografia, Ms. membr. sec.XV (1460-66) cc.II, 124,II, Ms.V.F.32 (v. figu- ra). La cosmografia di Claudio Tolomeo, massima espressione scientifica delle conoscenze geografiche del mondo greco-romano, venne riscoperta nel periodo umanistico-rinascimen- tale, assurgendo a testo fondamentale, soprattutto dopo la pre- ziosa traduzione dal greco in latino effettuata dal 1406 al 1409 Claudio Tolomeo, da Iacopo Angelo da Scarperia, allievo di Emanuele Crisolora. Cosmografia Le carte precedute da una sintetica descrizione (v. figura), svi- luppate secondo una proiezione conica, offrono il riquadro di una cornice esterna dorata con ornamenti filigranati in rosso e oro. I mari i fiumi, i laghi sono colorati in azzurro cobalto, l’orografia color terra di Siena si intensifica nel tono laddove lo richiede l’altitudine, le pianure sono lasciate nel color bianco avorio della pergamena, mentre le foreste, rappresentate da alberi, in chiazze color verde oliva, le città evidenziate con cer- chi dorati. Forse di artista fiorentino della scuola di Francesco d’Antonio sono le decorazioni del codice. Il nostro esemplare è considerato una delle testimonianze più importanti della tradi- tio tolemaica. Le ventisette carte, disegnate, probabilmente alla corte estense dal cartografo benedettino tedesco Donno Nico- laus, si vivacizzano ancora per i colori e l’oro. Appartenne alla Biblioteca Farnese e al re Carlo di Borbone.

Bagni di Pozzuoli; La Regola della Scuola Medica Salernita- na, Ms. membr., sec. XIV (metà), cc. I, 69,II,. disegni ad inchio- stro. Significativa testimonianza della precettistica terapeutica seguita in Italia medievale, legata alla Scuola Medica di Saler- no, la più antica università di medicina d’Europa, il manoscritto è illustrato da oltre 100 disegni che si inseriscono nel filone fi- gurativo napoletano e campano della prima metà del Trecento. Proviene dal Fondo Farnese.

Firdausi, Šāhnāma. (Libro dei Re), Lingua persiana, scrittura araba nasta’liq, miniato. 20 rabi I 977 H./ 2 settembre 1569 Abu l Qasim Firdausi nacque nel Khorasan tra il X e l’XI se- colo e, dopo aver viaggiato a lungo per tutto l’Iran, l’Iraq e la 37 Turchia, vi morì anche nel 1020/1. Egli nello Šāhnāma, in circa 50.000 versi, riportò tutta la tradizione epica della Persia. In esso si cantano le gesta di 50 re persiani dalla creazione del mondo alla caduta dell’impero sassanide da parte degli arabi e alla morte dell’ultimo sovrano Yezdegerd III (651 d.C.). L’opera è considerata un monumento della letteratura persiana ed il nostro codice, con le sue icastiche miniature, è tra gli esemplari manoscritti uno dei più completi e famosi in Occidente. Scritto su quattro colonne in ciascuna pagina di carta orien- tale bianca levigata, il codice contiene ventitré luminose scene miniate a piena pagina, entro cornice, di scuola pittorica seguace dello stile di Širāz, con notevoli influssi cinesi ed indiani. Acquistato nel 1816, esposto in varie mostre, il codice è ritenuto unanimemente come uno dei più belli e rappresentativi tra quelli orientali custoditi nelle Biblioteche italiane.

S. Alberto Magno, Commentari alle opere di Dionigi pseudo Areopagita (in latino), Ms., membr., sec. XIII, (1245-1252), cc.142. AUTOGRAFO di S.TOMMASO d’AQUINO, Ms.I.B.54. Il codice scritto da s.Tommaso d’Aquino probabilmente a Colonia nel 1248 durante i corsi di teologia istituiti dal suo maestro Alberto Magno è da considerarsi il più suggestivo cimelio della Biblioteca Nazionale di Napoli. Estremamente curato, benché composto da appunti, il testo si presenta in una scrittura tachigrafica di difficilissima lettura (inintellegibilis), tanto che già ai suoi tempi si diceva “Si cerchi qualcuno che sappia leggere la scrittura del fratello Tommaso”. C’è chi vede nelle pagine la pedissequa trascrizione del pensiero di Alberto,altri una rielaborazione di studio operata da Tommaso nel chiuso della cella. San Tommaso d’A- quino, di nobile stirpe longobarda, nato tra il 1224 e il 1226 nel castello di Roccasecca di Aquino, dopo aver iniziato gli studi nella vicina Abbazia di Montecassino, ebbe un’intensa vita culturale, oltre che a Parigi e a Colonia, nello Studium di Napoli, fino alla morte, avvenuta il 9 marzo 1274 nel monastero di S.Maria, a Fossanova presso Terracina. Già appartenente, quale reliquia, fin dal 1500 al convento di S.Domenico Maggiore di Napoli, la preziosa testi- monianza, dopo rischi di dispersione, fu incamerata nella Biblioteca borbonica e gelosamen- te custodita.

Giacomo Leopardi, L’Infinito, Ms. cart., autografo, sec. XIX (1819). Appartiene al Corpus degli autografi di Giacomo Leopardi custoditi nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Stesi con un in- chiostro piuttosto scuro in una grafia chiara dal tratto sottile, i quindici endecasillabi dell’In- finito presentano alcune importanti correzioni che, effettuate con differente inchiostro e con una penna dalla punta doppia, stanno a testimoniare una seconda fase redazionale, distan- ziata nel tempo. Al v.3 la lezione dapprima scelta Del celeste confine è stata modificata il De l’ultimo orizzonte, al verso successivo l’aggettivo di spazio – un infinito – è stato depennato a beneficio di interminato. Conseguentemente l’Immensitade del penultimo verso cede il posto all’infinità. Rimasto lungo inedito l’Infinito fu dato per la prima volta alle stampe alla fine del 1825 nel “Nuovo Ricognitore” la rivista milanese di Anton Fortunato Stella, Gelosamente cu- stoditi per oltre cinquant’anni dall’amico napoletano Antonio Ranieri, gli autografi leopardiani poterono essere assegnati alla Biblioteca Nazionale di Napoli dopo una lunga controversia testamentaria tra gli eredi Leopardi e gli eredi Ranieri. Dapprima trasferiti a Roma presso la Biblioteca Casanatense ed affidate ad una commissione governativa presieduta da Giosuè Carducci, le carte furono ufficialmente annesse ai fondi napoletani il 19 maggio 1907.

Giacomo Leopardi, A Silvia, Ms. cart., autografo, sec. XIX (1828), cc.2, C.L.XXI.7a. L’ordinata impaginazione del testo, vergato con un unico inchiostro marrone sulla colonna esterna delle prime tre facciate, l’esiguo numero di correzioni, la grafia chiara, inducono a valutare questo manoscritto come la resa in pulito di una o più minute andate smarrite o distrutte dall’auto- re. Nel margine interno, lasciato libero secondo la consuetudine leopardiana per eventuali ripensamenti, oltre all’indicazione cronologica sono annotate alcune varianti. Sul recto della prima carta un richiamo inserisce nel tessuto del canto i vv.17-18 “Ove il tempo mio primo /E di me si spendea la miglior parte”, che, stesi con altro inchiostro, attestano un ulteriore sta- dio redazionale. Scritto durante il breve, ma intenso soggiorno pisano, che segna la ripresa della grande vena lirica, il canto fu pubblicato nell’edizione fiorentina del 1831, dove l’incipit reca ancora il sovvienti dettato dall’autografo. Quattro anni dopo,nella stampa napoletana del ’35, il verbo sarà sostituito da rammenti, ma, nell’esemplare di scarto adoperato dall’autore per le correzioni, cederà il posto al soave rimembri. Il manoscritto fa parte del cospicuo cor- pus autografo leopardiano donato da Antonio Ranieri, che lo aveva ricevuto in eredità alla 38 morte del Poeta, alla “Nazione italiana” e più tardi trasferito nella Biblioteca Nazionale di Na- poli.

Torquato Tasso, Gerusalemme conquistata, Ms.autografo, cart.sec.XVI fine; cc.I-III,255,IV- IX. Il manoscritto è l’autografo tassiano più esteso che ci sia pervenuto. Il testo del poema, vergato in grafia ardua e irregolare,si presenta notevolmente lacunoso. Si tratta della stesura alla quale il Tasso lavorava durante il soggiorno napoletano del 1592. Pur costituendo l’ulti- mo stadio redazionale dell’opera, le pagine del volume recano tracce di un intenso processo correttorio. Da un riquadro di carta incollato sul recto del terzo foglio siamo informati che il volume fu donato alla libraria di S.Apostoli dal Sig. Scipione Polverino nel mese di agosto del 1623. Esulato in Austria nel 1718 fu restituito all’Italia nel 1918 e rientrò a Napoli. E’ da con- siderarsi una testimonianza fondamentale dell’opera tassiana.

Esopo, Vita e favole, (trad. Francesco del Tuppo), Napoli, [Germani fedelissimi] ed. France- sco del Tuppo, 1485, 13 feb., ill. L’incunabulo con 88 xilografie, delle quali 33 si riferiscono alla vita e 55 alle favole, è considerato il più elegante prodotto dell’antica tipografia napoleta- na. Numerosi e disparati sono gli elementi della tecnica e dell’ispirazione dell’artista apparte- nuto probabilmente alla cerchia di Pietro Berruguete, pittore spagnolo alla Corte aragonese. Secondo la tradizione bibliologica la stampa a Napoli inizia intorno all’anno 1470, in piena età aragonese, circa quindici anni dopo la Bibbia Mazarina del Gutenberg e cinque anni dopo il primo libro stampato in Italia nel 1565. Napoli è tra le prime città in Italia ad adottare la stampa. La Biblioteca Nazionale di Napoli possiede anche la Lectura super Codice di Barto- lo da Sassoferrato, primo libro stampato a Napoli, con data espressa, da Sixto Riessinger nel 1471.

Vincenzo Maria Coronelli, Globo terracqueo e globo astrale, Sec. XVII, Cor. 3; Cor.4. La splendida coppia di globi – recentemente restaurata - è opera del famoso cartografo venezia- no Vincenzo Coronelli (1650-1718). Costruiti su un involucro di cartapesta e gesso sul qua- le sono applicati fusi incisi e colorati a mano, i globi - di notevoli dimensioni- sono inseriti entrambi in una struttura lignea di forma ottagonale. Disegni acquerellati compaiono sulla linea d’orizzonte lignea e sul circolo meridiano – sempre realizzato in legno - che circonda i due mappamondi. Della coppia, il globo terracqueo (v. figura), che reca l’effigie del Cardinale d’Estrées ed il suo stemma, è probabilmente una prima edizione, posteriore al 1688, mentre il globo astrale, non datato, è riconducibile all’edizione veneziana del 1693. Entrambi furono realizzati su committenza di Francesco Morosini , doge di Venezia (1688-1694). La coppia fa parte del Fondo Nazionale della Biblioteca, cui appartiene inoltre un gruppo di globi, opera di famosi cartografi del secolo XVII.

39 BIBLIOTECA DEL CONSERVATORIO DI MUSICA S. PIETRO A MAJELLA

La Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majel- la conserva un patrimonio inestimabile di manoscritti, stampe rare musicali, libretti d’opera, documenti – tra cui i registri dei quattro antichi Conservatori napoletani- che è assolutamente unico al mondo. Voluta dal letterato Save- rio Mattei, “regio delegato” dell’Orfanotrofio della Pietà dei Turchini dal 1791 al 1795, il suo nucleo fondamentale fu costituito soprattutto grazie alle donazioni di libri e mano- scritti da parte dello stesso Mattei e di Giuseppe Sigismon- do, da lui nominato bibliotecario. Nel gennaio 1795 il re Ferdinando IV di Borbone, accogliendo un’istanza del regio delegato, emise un decreto in cui si ordinava “agli impre- sari di teatri in questa capitale… che diano alla medesima Biblioteca una copia di ogni spartito di opera o commedia che daranno sulle scene del rispettivo teatro” ed inoltre esaudì la richiesta di donare alla costituenda Biblioteca gli spartiti delle opere rappresentate in passato al Teatro S. Carlo, solitamente donate alla regina Maria Carolina. La disposizione di Ferdinando venne in seguito confermata dai decreti di Gioac- chino Murat (7 novembre 1811), di Francesco I di Borbone (29 agosto 1829) e di Ferdinando II di Bor- bone (11 luglio 1851). Dal 1826 al 1888, prima in qualità di reggente e poi di direttore, fu Francesco Florimo che si occupò dell Archivio del Real Collegio: musicista formatosi nel collegio di S. Sebastiano, amico di Vincenzo Bellini, svolse il suo incarico con passione e dedizione davvero rare. Nel 1827 fece acquistare al Conservatorio la preziosa collezione privata del Sigismondo, nel 1852 gli spartiti auto- grafi di Domenico Cimarosa; numerosi autografi di autori contemporanei, quali Bellini e Mercadan- te, arricchirono il sempre più vasto patrimonio librario della Biblioteca. Durante il periodo della sua direzione furono acquistate moltissime opere musicali, storiche, didattiche; fu avviata una sezione di biografie ed aggiornata quella dei Trattati per lo studio della Composizione. Negli ultimi anni della sua vita Francesco Florimo donò alla Biblioteca “una ricchissima collezione di lettere autografe d’uomini e di donne eminenti nelle arti belle, nelle scienze e nella politica, che brillarono nella prima metà del secolo che volge”. Successore di Florimo fu nominato, nel 1889, il letterato e critico musicale Rocco Pagliara: egli ricoprì un ruolo importantissimo nel Conservatorio S. Pietro a Majella visto che alla carica di bibliotecario assommò quelle di direttore amministrativo e disciplinare dell’Istituto. Negli anni della sua gestione il patrimonio della Biblioteca aumentò sensibilmente, fu acquisito molto materiale ma- noscritto e raro ma anche grande quantità di edizioni delle opere dei maggiori musicisti contempora- nei italiani e stranieri. Pagliara acquistò autografi di Saverio Mercadante, Gaetano Donizetti, Giuseppe Martucci, del poeta e librettista Salvatore Cammarano; moltissime copie manoscritte di opere, arie e musica religiosa dei maggiori autori del ‘700 napoletano quali Traetta, Piccinni, Sacchini, Pergolesi, Jommelli, Porpora, ecc.; nel 1896 acquistò la preziosa collezione di figurini acquerellati a mano di opere e balli rappresentati al S. Carlo negli ultimi cinquant’anni. (Da http://sanpietroamajella.it)

Al Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella di Napoli ci ha ac- compagnato una gentile signora di origine germanica che fungeva un’opera di volontariato accompagnando i visitatori ed illustrando loro strumenti e ritratti di famosi personaggi della musica napole- tana. Abbiamo potuto osservare soprattutto gli strumenti musicali d’epoca o appartenuti a famosi compositori e musicisti. Le scaffa- lature erano piene di libretti e spartiti. Estremamente suggestivo muoversi con la guida sapiente del dott. Francesco Melisi tra alcune di quelle sale cariche di tanta storia musicale italiana, tra tanti preziosi cimeli e strumenti musicali –molti della prestigiosa scuo- la napoletana di liuteria – dalle illustri provenienze, le scaffalature stracolme di libretti e spartiti. 40 BIBLIOTECA STATALE DEL MONUMENTO NAZIONALE BADIA DI CAVA DEI TIRRENI

La biblioteca della Badia di Cava dovette sorgere fin dagl’inizi del monastero (sec. XI) per la necessità di fornire libri ai monaci, come prevede la Regola di S. Benedetto. Ol- tre alla Biblioteca come luogo di conservazione, a Cava ci fu anche uno Scriptorium, nel quale si scrivevano libri necessari per la formazione dei monaci di Cava e dei nu- merosi monasteri dipendenti: prova ne sono i codici n. 9 (sec. XII) Expositio in I Librum Regum fino a qualche anno fa Firma autografa di Ruggero II, re di Sicilia (1095-1154). ritenuto di S. Gregorio Magno Diploma F, 49, datato 1131. ed ora attribuito al monaco Pietro di Cava, n. 18 (sec. XIII) De septem sigillis, n. 19 (sec. XIII) Kalendarium, Evangelia, Apo- calypsis, Epistola I Ioannis, Regula S. Benedicti. L’incremento della biblioteca nel sec. XIV si rileva da notizie riguardanti una Bibbia e lo Spe- culum historiale di Vincenzo di Beauvais, nonché gli acquisti per materiale scrittorio e per lega- ture di libri, che purtroppo non ci sono pervenuti. Resta valida l’ipotesi avanzata da Leone Mattei Cerasoli che la dispersione dei libri raccolti nei primi secoli avvenne nell’epoca della commenda (1431-1497) o per l’amore dei libri di qualche cardinale commendatario o per la situazione pre- caria che faceva ritenere non necessari tanti libri al modesto numero di monaci superstiti. Benemeriti della biblioteca, al contrario, si dimostrarono i A destra. De septem sigillis monaci di S. Giustina (su molti incunaboli è annotato l’acqui- di Benedicti Barensis. sto compiuto a Venezia proprio per Cava), l’abate D. Vittorino L’autore della miniatura (si è pensa- to allo stesso Benedicti Barensis), Manso (per primo pensò di separare i libri stampati dai mano- per esprimere che l’opera era frutto scritti e, a salvaguardare l’integrità della biblioteca, nel 1595 di tutta una vita, lo rappresentò con ottenne dal papa Clemente VIII una bolla che vietava di aspor- due teste sovrapposte, una giovani- tare libri dalla biblioteca con la minaccia di scomunica), l’abate le e l’altra di vecchio. D. Filippo De Pace (il suo nome si ritrova in migliaia di volumi). Un danno serio fu provocato alla biblioteca la notte di Natale del 1796, quando dal soprastante Corpo di Cava si riversò un ammasso di terra e pietrame, che “rovinò totalmente” la biblio- teca, come recita una notizia di cronaca: nel disastro furono certamente perduti molti libri ed anche alcuni manoscritti. Nell’Ottocento sulla biblioteca dei monaci benedettini non si scatenarono gli elementi naturali, ma le tempeste dei gover-

41 Tre pagine dal Codex legum Langobardorum et Capitularia regum Francorum. Il codice fa parte del codice Origo gentis Langobar- dorum. Nelle immagini sono rappresentati, da sinistra verso destra, due re Longobardi: Rothari, Rachis, e Pipino re dei Franchi.

ni: le soppressioni degli ordini religiosi colpirono l’abbazia nel 1807 per opera del re di Napoli Giuseppe Bonaparte e nel 1866 per opera del re sabaudo Vittorio Emanuele II. Nell’un caso e nell’altro l’abate fu lasciato responsabile, nel 1807 come direttore dello Stabilimento e nel 1867 (in forza di una nuova legge) come conservatore del Monumento Nazionale, mentre alcuni mo- naci vi restarono come custodi. Questa fisionomia giuridica è rimasta inalterata fino ad oggi. (Da www.badiadicava.it) Tipica biblioteca alto-medievale, sin dagli inizi (XI secolo) ha rivestito la tipica funzione di luo- go di conservazione dei manoscritti ma anche, con l’apporto dei numerosi monasteri benedettini dipendenti, della loro produzione e d’archivio dei documenti della Badia. La biblioteca ed il suo centro scrittorio fu in stretto contatto con Cluny sino al XIV secolo; ne sono prova tra gli altri i codici n. 9 (sec. XII) Expositio in I Librum Regum fino a qualche anno fa ritenuto di S. Gregorio Magno ed ora attribuito al monaco Pietro di Cava; il codice n. 18 (sec. XIII) De septem sigillis ed il n. 19 (sec. XIII) Kalendarium, Evangelia, Apocalypsis, Epistola I Ioannis, Regula S. Benedicti. Col XV secolo si rafforzano i rapporti con i benedettini di Santa Giustina di Padova che tra l’al- tro acquistarono sul mercato veneziano libri e manoscritti per la biblioteca di Cava, rapporti dei quali rimane documentazione. Contemporaneamente nel corso del Quattrocento vi fu una note- vole dispersione dei codici più antichi di Cava che si ritiene di riferire all’epoca della commen- da (1431-1497) o per iniziative di qualche cardinale commen- datario o per la precaria situa- zione economica ed il modesto numero di monaci ivi residenti. L’incremento successivo della biblioteca sino alle soppressio- ni degli ordini religiosi del XIX secolo (1807 e 1867) con relati- vo incameramento dei beni sarà determinato dall’attività degli Abati. (FR)

42 BIBLIOTECA PALATINA DELLA REGGIA DI CASERTA E’ uno dei più riconosciuti religioso e opere di letteratura fondi documentari di residenze latina; un fondo di mappe car- reali, con oltre 17.000 volumi tografiche sul Regno delle Due stampati tra il XVIII e il XIX se- Sicilie - per fare un solo esem- colo: collane di classici, tomi pio le carte di Robert de Vau- di scienze naturali e di storia gondy (1688-1766)4 – gli atlanti - politica e specialistica - capo- dell’Europa cortigiana del ‘7005 lavori di letteratura, differenti e i viaggi esplorativi nei nuo- edizioni della Sacra Bibbia e dei vi continenti come l’Australia. Vangeli; romanzi d’appendice Nonché il manoscritto più im- ante litteram, manuali di va- portante che possiede la Biblio- rio argomento, comprendente teca Palatina, ossia il carteggio qualsiasi precettistica - inclusa (1752-1768) di Luigi Vanvitelli quella sulle strategie milita- (1700-1773) al fratello Urbano, ri - enciclopedie, generaliste e illustrato da una serie di schizzi tematiche; testi in formato at- e disegni, vere e proprie dida- lantico, delle stamperie Didot e scalie grafiche ben integrate al bodoniane, opuscoli di filosofia testo delle lettere, secondo una e di mitologia, cerimoniali e li- prassi simile alle fasi preliminari Carta cronologica della storia bretti d’opera - tra cui la prima del progetto di architettura6. occidentale stampata a Parigi nel 1 1826 da Saintin Libraire a n. 11 du dell’Attila di Giuseppe Verdi Foin S. Jacques - bollettini di archeologia - si exposit… continent….Editio pensi all’Accademia Ercolanese secundi exemplaris. Lagduni, La Palatina della Reggia di - e un particolare esemplare di apud Mathiam Bonhome, 1560; Caserta è la biblioteca delle re- libro del ‘700 - la serie delle Si- Girolamo Locunto, Sylva allegoria rum sacrae scripturae in indicem gine borboniche, perché voluta rene2 – dato in dono alle regine redacta. Anton fratre Hieronymo e progettata da Maria Carolina borboniche, di elegante fattura, Lacunto Cervariens, monaco d’Asburgo-Lorena (1752-1814) tale da poter essere considerato Beendettini, Venetiis, apud nel 1786, ampliata dalle col- degno esempio di arredo delle Gasparem Bindonum, 1575. Opera lezioni private di Maria Amalia sale degli appartamenti reali. in 2 volumi, 22 cm. di Sassonia (1724-1760) e Ca- Tale consistenza è imprezio- 4. Cito alcune mappe: De Vaugoundy rolina Murat (1782-1839). Mi sita da una piccola sezione di Robert Partie septentrionale du riferisco agli ex libris sui nuovi cinquecentine3, libri di carattere Royaume de Naples, 1750. Una carta geografica foderata in tela fermenti culturali di metà ‘700, bianca, con bordone di seta ovvero l’archeologia, i voyages 1. Si veda la tesi di laurea sulle celeste; Idem, Partie meridionale du del Grand Tour7, l’arte dei giar- rappresentazioni operistiche al Royaume de Naples, 1750. Una carta Teatro di Corte della Reggia di geografica foderata in tela bianca, dini e il pittoresco, la nuova Caserta: Maria Rosa Massa, Libretti di con bordone di seta celeste. Idem, categoria estetica che si afferma melodrammi e balli nella Biblioteca Cratere marittimo o parte del in tutta Europa come un feno- Palatina di Caserta, Lim Editrice. Golfo di Naples, 1754. Una carta meno di costume e di sensibilità geografica foderata in tela bianca, 2. Cfr. Vincenzo Torelli, La Sirena. con bordone di seta celeste. Augurio pel capodanno ed altri giorni festivi. Una lunga serie 5. Ad esempio: Giovanni Maria inquadrabile tra il 1845 e il 1862, di Cassini, Nuovo atlante geografico Vanvitelli della Biblioteca Palatina cui una gran parte pubblicate dalla universale delineato sulle ultime di Caserta. Introduzione di Roberto Tipografia del Fibreno. osservazioni, Roma, Presso la Pane. Prefazione di Guerriera calcografia camerale, 1797 Guerrieri, Galatina, Congedo 3. Afer Publius Terentius, Terentius, Editore, 1976. Opera in 3 volumi. in quem triplex edita est P. 6. Franco Strazzullo, Introduzione Antesignani Rapistognensis all’epistolario vanvitelliano della 7. Cfr. Attanasio Mozzillo, Viaggiatori commentatio. Primum exemplar Biblioteca Palatina di Caserta, in stranieri nel Sud, Milano, Edizioni commentariolum est… Secundum Roberto di Stefano, Renato De Fusco, Comunità, 1964; Idem, Il paradiso exemplar…. commentaries, Cesare De Seta, Roberto Pane, Franco mancato. L’immagine della expositions, annotationesque Strazzullo, Arnaldo Venditti (a cura), Campania nella cultura tedesca complechitus….. tertium Luigi Vanvitelli, Napoli, Edizioni dal Settecento ad oggi. Mostra exemplar ex omnium interpretum Scientifiche Italiane, 1973, pp. 249- bibliografica e iconografica, commentariis compendiosan 271; Idem (a cura), Le lettere di Luigi Pozzuoli, De Rosa, 2002. 43 romantica8. Tale fondo è stato anche consolidato da un attento lavoro di regesto promosso dai re della Restaurazione, France- sco I (1777-1830) e Ferdinando II (1810-1859), attraverso cata- loghi sulla consistenza libraria sia quella custodita, sia le nuo- ve accessioni. Un’operazione scientifica che trasforma, così, la biblioteca in un patrimonio museale: tre sale della Reggia dove sono esposte librerie di mogano lungo le pareti, vicino a quadri di Heinrich Friedrich Füger (1751-1818) (terza sala) o capolavori come l’emisfero della volta della I sala di Filippo Pa- scale su disegno di Carlo Vanvi- telli (1739-1821)9; oggetti di ar- redo, come i mappamondi di De Vaugondy, il cannocchiale della III sala; orologi a muro, due ca- minetti di marmo, uno scrittoio (II sala) avente una sedia con scaleo e ancora parati leuciani, sovrapporte, medaglioni e vasi neoetruschi. Un ambiente ideale per lo studio, costruito anche dal lavoro di consulenza di sto- rici dell’antico e del territorio, si pensi ad Alessio Simmaco Maz- zocchi10 e dagli intellettuali che Heinrich Friedrich Füger (1751-1818), Il Parnaso con Apollo e le tre Grazie. Librerie in mogano con intarsio di legno nero e anti superiori in ve- tro. Cannocchiale in ottone. 8. Francesco Starace, L’illusione del paesaggio, Napoli, La Buona frequentavano, in quel tempo, la sta, raro esemplare bodoniano Stampa, 1969; Idem, Luigi Vanvitelli corte dei Borbone, ad esempio su sua commissione12. e le immagini antiche, in AA.VV., Francesco Daniele11, curatore Ganga, Biblioteca Palatina, Atti del Congresso internazionale tra l’altro, di volumi come quello Caserta. Biblioteca Palatina “Luigi Vanvitelli e il ‘700 europeo”. Congresso internazionale di studi, su Dafni e Cloe del Longo Sofi- Napoli-Caserta 5-10 novembre Ganga Vito 1973, Napoli, Istituto di Storia Musca, 1739. Dottore di Ricerca in Storia dell’Architettura, Università di Napoli 11. Giuseppe Tescione, Francesco dell’Architettura 1979, in due volumi, vol. I, pp. 235- Daniele epigrafista e l’epigrafe 274. Nuova edizione con l’aggiunta probabilmente sua per la Reggia 12. Cfr. Longus Sophista, Gli amori del Parere (1760) di Luigi Vanvitelli di Caserta, in “Archivio storico di pastorali di Dafni e Cloe di Longo sullo scavo del teatro romano di Terra di Lavoro. Pubblicato a cura Sofista tradotti dalla lingua Ercolano in Ciro Robotti, Francesco della Società di Storia Patria di greca nella nostra toscana dal Starace, Il disegno di architettura. Terra di Lavoro, a. 7, 1980-1981, commendatore Annibal Caro, L’antico, i giardini, il paesaggio, pp. 25-88; Alberto Perconte Licatese, Crisopoli, Parma, impresso co’ Cavallino di Lecce, Capone Editore, Francesco Daniele: erudito versatile caratteri bodoniani, 1786.; Giusette 1993, pp. 9-34. ed illuminato, in “Annali del Museo De Nitto, Biblioteca Palatina. Palazzo campano di Capua”, n. 2, 2005, pp. Reale Caserta, Roma, Istituto 9. Gian Marco jacobitti, Anna maria 92-96; Giuseppe De Nitto, Francesco Poligrafico e Zecca dello Stato, Romano (a cura), Il Palazzo Reale 1994, specie pp. 30-44, a p. 44, il di Caserta. Fotografie di Luciano Daniele e le edizioni bodoniane prof. De Nitto sottolinea: Questa Pedicini, Electa Napoli, ivi 1994, pp. della Biblioteca Palatina di Caserta, ldo di iasio edizione fu impressa dal Bodoni in 66-70. in A B (a cura), Economia, società e politica in Terra di Lavoro soli 56 esemplari su commissione 10. Alessio Simmaco Mazzocchi, Quibus e in Campania tra Ottocento e di F. Daniele. Due esemplari erano idem Mazochis adnotationes Novecento. Studi in memoria di dedicati rispettivamente alla regina adspersit, curasque posteriores Carmine Cimmino, Luciano Editore, di Napoli ed a quella di Sardegna. adjunxit, Neapolis, Felix Carolus pp. 176-179. 44 BIBLIOTECA MONUMENTALE NAZIONALE DI MONTECASSINO

La raccolta della biblioteca di Montecassino nasce conte- stualmente all’Abbazia. All’inizio la biblioteca contiene per lo più volumi in papiro, poi, a seguire, in pergamena ed in car- ta. Il secolo IX registra una serie di importanti accrescimenti del patrimonio bibliotecario che si susseguono con ritmo accelerato anche nei secoli successivi. La biblioteca si salva dal terribile terremoto del 1349, ma non dalle spoliazioni e dispersioni del XIV secolo che continuano anche nei succes- sivi cent’anni. Una rinascita si ha nel Cinquecento, quando vengono recuperati i manoscritti smarriti, acquistati nuovi libri ed eretta una nuova biblioteca più grande. Viene rilegato uniformemente in pergamena tutto il materiale librario e si costruisce una vasta aula con una monumentale scaffalatura, modificata nel Seicento e distrutta nel 1944. Nel XVIII secolo la raccolta viene incrementata ulteriormente e i manoscritti vengono trasferiti in una nuova sede e il complesso biblio- tecario ampliato. Nel 1866 la biblioteca viene costituita ente Iniziale miniata R (Resurrectio). Da uno dei cinque corali miniati per l’Abbazia di pubblico. Come è noto, il 15 febbraio 1944 l’Abbazia viene Montecassino (1516-1519) prodotti nello distrutta dai bombardamenti alleati, ma i fondi dell’archivio scrittoio del Monastero dei Santi Severino e della biblioteca sono stati messi in salvo alcuni mesi pri- a Sossio a Napoli ed attribuibili ad artista ma per poi tornare durante la ricostruzione dell’abbazia nel spagnolo (Alessandra Perriccioli Saggese, 1955. Attualmente la consistenza del materiale consultabile è “I libri corali miniati per l’Abbazia di Montecassino: il ruolo di Montecassino di 72.101 volumi, 198 incunaboli, 1500 codici, 20.000 per- nella diffusione dei modelli iconografici e gamene, 2063 cinquecentine, 259 titoli di periodici, materia- nella circolazione degli artisti”). le audio e video. Il corpus del fondo musicale è estremamen- te vario, in gran parte profano legato alla cultura musicale partenopea tra gli ultimi anni del XVII secolo e la seconda metà del XIX. Il fondo è costituito da manoscritti e stampe per circa 10.000 notizie bibliografiche. La biblioteca dipende dal Ministero per i beni e le attività culturali. Da www.internetculturale.it.

La Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di Montecassino si è costituita come ente pubblico nel 1866. Tuttavia le origini delle collezioni si fanno risalire alla prima metà del secolo VI, epoca in cui Benedetto da Norcia radunò a Monte- cassino la prima comunità di monaci. La maggior parte dei manoscritti conservati nella biblioteca sono stati esemplati nello stesso scriptorium dell’abbazia e costituiscono pertan- to un raro esempio di sviluppo organico di una collezione libraria. La collezione degli stampati antichi è invece il frut- to di una mirata campagna di ampliamento del patrimonio perseguito dai monaci cassinesi nei secoli XVII-XVIII. Ancora oggi gli stampati antichi conservano l’ordinamento dato dai bibliotecari di quei secoli. Unitamente al patrimonio antico la Biblioteca di Montecassino possiede un vastissimo fondo moderno in costante accrescimento curando particolarmente l’aggiornamento scientifico delle sezioni di giurisprudenza, storia, letteratura, teologia e scienze religiose, arte. Unitamente al patrimonio della Biblioteca Statale gli utenti possono liberamente consultare i fondi privati della comunità monastica. La biblioteca dipende dal Ministero per i beni e le attività culturali. Da www.librari.beniculturali.it.

45 PEPITE QUERINIANE: Rubrica di scoperte bibliografiche

il dittico di boezio

di Ennio Ferraglio Direttore del Sistema Bibliotecario urbano, membro dell’Ateneo di Brescia.

Nato come dittico conso- lare, celebrativo dell’assun- zione alla carica di console, nel 487 dC, di Nario Manlio Boezio, padre del filosofo Boezio, il prezioso manufatto subì, nel corso del tempo, una radicale trasformazione, passando dall’uso profano a quello ecclesiastico. Le due valve anteriori, in avorio, raffigurano il console romano ritratto, a sinistra, in piedi e immobile, a destra assiso su di una cattedra mentre presiede ai giochi del circo. In entrambe le figure, il console tiene nella mano sinistra lo scettro coronato dall’aquila ad ali spiegate, mentre nella destra stringe la mappa, cioè il drappo di lino con il quale, secondo un’u- sanza che si vuole introdotta da Nerone, si dava il segnale di partenza delle corse di quadrighe. Nella raffigurazione della valva di destra il console è ritratto nell’istante di dare il via alla gara, mentre in realtà non interagisce con alcuna scena narrativa, che si può quindi solo immaginare. Si tratta, dunque, di una raffi- gurazione di pura rappresen- tanza, dove il console appare le sottostanti liste di nomi viventi. distaccato dal mondo (come testimoniano che, in epoca Il dittico di Boezio ha un sovrano o un santo), fisso posteriore – e precisamente una lunga storia, che alcuni e immobile nella sua gestua- nel VII secolo – il dittico ven- studiosi del passato hanno lità sobria e contenuta. ne riutilizzato, integrato dalla collegato fin dai tempi remoti Al verso delle valve, due preghiera liturgica d’interces- con l’ambiente bresciano; in eleganti miniature di carat- sione, in ambito ecclesiastico particolare l’individuazione, tere cristiano, l’iscrizione come memoriale di bene- nelle liste memoriali, dei QVOS DEO OFFERIMVS e fattori della Chiesa defunti o nomi di Anatalone e Filastrio, 46 Codice Purpureo di Rossano Calabro, del VI secolo; i tre dottori della Chiesa d’Occi- dente, Girolamo, Agostino e Gregorio, che occupano la parte superiore della valva di destra, recano, nella loro po- sizione rigidamente frontale, nella fissità dello sguardo e nella rigida gestualità tracce di influenza bizantina. Di proprietà della famiglia bresciana dei Barbisoni, che l’avevano ereditato attorno alla metà del XVII secolo dal cavaliere Lodovico Baitel- li, il dittico di Boezio venne pubblicato per la prima volta antichi vescovi di Brescia, ha nel 1717 e successivamente consentito di avanzare l’ipo- fatto oggetto di una vasta tesi che la Chiesa bresciana campagna di studi patroci- avesse utilizzato per secoli il nata dal cardinale Angelo Giulio Barbisoni a donare il dittico nella liturgia. In real- Maria Querini, che coinvolse dittico a papa Benedetto XIV, tà i nomi non sono oggi più studiosi ed eruditi euro- dal quale avrebbe ricevuto leggibili, essendo stati abrasi pei, i quali si confrontarono in cambio benefici, prelature e riscritti prima che il tempo soprattutto – senza trovare e un titolo nobiliare. È dun- ne cancellasse l’inchiostro, e alcuna concordanza – nell’in- que grazie alla gelosia per dunque l’ipotesi rimane solo terpretazione del monogram- il patrimonio di famiglia se suggestiva e non verificabile. ma e dell’iscrizione epigrafica il dittico di Boezio rimase a Privo della raffinatezza e delle valve anteriori. Fra le Brescia e non prese la via di dell’intricata simbologia del numerose pubblicazioni che Roma. Dopo essere passato, dittico Queriniano, il dittico di uscirono, si segnala l’Episto- per via ereditaria, in mani di- Boezio evidenzia scarsa pla- la epigraphica de diptycho verse, il dittico venne donato sticità ed una tecnica artigia- Brixiano Boethii consulis di dai nobili Fè al Comune di nale non illuminata dall’estro Johann Kaspar Hagenbuch, Brescia; rimase depositato artistico; la figura del conso- che propone, al suo interno, presso la Biblioteca Querinia- le, in entrambe le versioni, anche una pregevole incisio- na fino al 1882 e, a seguire, è goffa e statica; l’autore si ne raffigurante il dittico. venne traslato nel Museo compiace di descrivere gli Il cardinal Querini, che Civico dell’Età cristiana. elaborati ricami della ve- già possedeva il dittico che ste, ma non sa dare vivacità ora da lui prende nome (e alla maschera facciale, che che all’epoca era chiamato appare larga, schiacciata e Amatorio), oltre a quello dei inespressiva. Gli elementi di Lampadii, contorno (sacchetti, foglie, inseguì per una patera) sono eseguiti anni il sogno con incertezza; anche l’iscri- di entrare in zione sull’architrave è inele- possesso an- gante e lontana dalla classica che del dittico solennità. Su di un livello ar- di Boezio. Non tistico più elevato si trovano vi riuscì; così invece le due miniature nella come non riu- parte cristiana del dittico: la scì, nel 1757, resurrezione di Lazzaro sulla Giuseppe valva sinistra è confronta- Bianchini, eru- bile, per scelte stilistiche e dito e studio- nell’insieme della scena, con so di antichità, la miniatura omologa nel a convincere 47 LE RIVISTE DEI BIBLIOFILI DA SERAJEVO ALL’ENTRATA IN GUERRA: storia del I° conflitto mondiale nei giornali dell’Emeroteca Queriniana.

di Antonio De Gennaro Responsabile dell’Emeroteca della Biblioteca Civica Queriniana.

austro-ungarico. Tra le ricorrenze che La visita, da tem- cominciano a trovare spazio po annunciata, sulle pagine di giornali di permette ad un questi mesi, e che andranno gruppo di giovani sempre più caratterizzando nazionalisti serbo- anche i prossimi, non può bosniaci di prepa- non mancare, anche giusta- rare nel dettaglio mente, quella che a cento un attentato che anni di distanza ricorda verrà portato alla una delle poche guerre che conclusione da l’Italia, con immensi sacrifici Gavrilo Princip un umani e materiali, riuscì a ragazzo di 19 anni vincere nella sua breve storia che spara all’arci- di nazione unita. duca e alla moglie Era il 28 luglio del 1914 uccidendoli. quando l’Austria dichiara guerra alla Serbia. Le settimane Il secolo iniziato da po- successive servi- chi anni e che aveva visto la ranno ad armare nascita di nuove speranze di gli eserciti e a un rinnovamento generale prepararsi per la legato ad una situazione eco- grande carnefici- nomica mondiale più favore- na. vole, lascia spazio all’acuirsi di rivendicazioni Ma che ruo- sare il surplus di produzio- territoriali che, nel tentativo lo giocherà la stampa nella ne che anche allora andava di ridisegnare i confini eu- preparazione dell’ingresso creandosi. ropei, vede in prima fila le dell’Italia in guerra? Il peso Il problema era, semmai, grandi potenze accentuare dei giornali già nei primi anni far uscire il dibattito dalle sempre più i reciproci con- del Novecento andava sem- aule parlamentari per convin- trasti. pre più affermandosi come cere un popolo, per lo più di Ma, come in tutte le gran- immediato tramite dei grossi contadini, a farsi mandare ad di guerre, bisogna che uno blocchi politici presenti in ammazzare ai confini d’Italia specifico episodio funga da Italia: si passa dai giornali in nome di ideali che non catalizzatore. ottocenteschi per lo più di sentiranno prima della guer- Esattamente un mese impostazione liberale a quelli ra e che non continueranno a prima dello scoppio della che volevano sempre più sentire nel fango delle trin- guerra, il 28 giugno 1914, rappresentare una borghe- cee o al gelo dei monti. l’arciduca Francesco Ferdi- sia industriale e finanziaria Di tutti questi avvenimenti, nando, erede al trono d’Au- in piena espansione sociale. per chi intende approfondire stria, si reca in visita a Sa- Una borghesia che, come e seguire il corso della guer- rajevo, capitale della Bosnia sempre, nelle guerre vedeva ra dal suo nascere fino alla da poco annessa all’impero immense possibilità di river- fine del conflitto, l’Emerote- 48 flitto, cercò di invocava il bagno di sangue contemperare per liberare le terre irridente l’esigenza che del Trentino e della Venezia tutti gli italiani Giulia, rimaste sotto l’ammi- continuassero a nistrazione austriaca anche sostenere l’op- dopo la terza guerra d’in- portunità della dipendenza del 1866, con scelta di parte- l’aggiunta di Fiume e della cipare al con- Dalmazia. flitto con quella che lo stesso Largo spazio agli artico- non portasse ad li sulle operazioni belliche, eccessivi scon- naturalmente lo troviamo volgimenti nella anche sui tre quotidiani lo- società italia- cali: La Sentinella bresciana, na, cosa che, La Provincia di Brescia e Il invece, regolar- Cittadino di Brescia giornali mente avvenne di cui l’Emeroteca Queriniana portando prima possiede l’intera collezione. alla nascita del Fascismo e poi Mentre i primi due segui- al coinvolgi- vano con attenzione e preoc- mento dell’Italia cupazione lo svilupparsi degli nel secondo avvenimenti nel mese di conflitto mon- luglio 1914, il Cittadino, gior- diale. nale dell’area cattolica, fino Ancora più a pochi giorni dallo scoppio ca Queriniana possiede due spinto per l’en- era totalmente concentrato importanti quotidiani nazio- trata dell’Italia in guerra era su accadimenti locali come nali: Il Corriere della sera e il Popolo d’Italia che voleva le elezioni amministrative e Il Popolo d’Italia, fondato da dare voce all’area interven- sulle possibilità dei candidati Benito Mussolini nel novem- tista del Partito Socialista. cattolici di essere eletti. bre del 1914. Al Popolo e agli altri giornali Bisognerà arrivare all’inva- Il primo, guidato a lungo della grande borghesia si sione del Belgio prima e poi dal suo direttore Luigi Alber- contrapponevano i pochi della Francia perché il mondo tini, fu tra i più convinti nella giornali neutralisti come cattolico passi da una neutra- causa interventista e, durante l’Avanti, ma furono sempre lità di facciata, con l’invito a tutto lo svolgersi del con- più marginalizzati da chi non abbandonare la Triplice

Largo spazio agli articoli sulle operazioni belliche, naturalmente lo troviamo anche sui tre quotidiani locali: La Sentinella bresciana, La Provincia di Brescia e Il Cittadino di Brescia giornali di cui l’Emeroteca Queriniana possiede l’intera collezione.

49 alleanza, ad un neutralismo “luminose ragioni della guer- la storia dirà.” relativo in cui i buoni cittadini ra italiana” e le motivazioni dovevano diventare anche che hanno portato l’Italia a Il 23 maggio 1915 l’Italia buoni patrioti ed impegnar- lacerare il patto d’alleanza dichiarava guerra all’Austria. si anche loro per “la guerra con l’Austria: scrive delle vio- giusta”. lazioni degli interessi italiani, Dovette trascorrere quasi delle prime proteste italiane un anno prima che l’Italia de- e delle richieste fatte a cui cidesse l’entrata in guerra. l’Austria risponde con deri- Utilissima e preziosa testi- sorie offerte, di vecchi conti monianza delle varie fasi dei da saldare, delle oppressioni combattimenti è un perio- e persecuzioni nell’Irridenta, dico, edito da Sonzogno, dell’astio austriaco perenne, uscito in 8 volumi tra il 1915 di meditate aggressioni, di e il 1920 La Guerra italiana tradimento …….. : cronistoria illustrata degli “È dunque, una pura e avvenimenti. Il primo fasci- semplice guerra di difesa – la colo esce il 29 maggio 1915 legittima difesa della propria ed è importante perché nelle vita – che l’Italia ha dovuto prime pagine riporta La Nota subire oggi, per non subirla – Circolare dell’on. Sonnino domani. alle potenze estere. Il mini- Questo il popolo italiano stro degli esteri ricostruisce ha intuito e compreso: fortu- con dovizia di particolari le natamente, in tempo. Questo

50 VISTI IN LIBRERIA RUBRICA DI RECENSIONI LIBRARIE

di Mino Morandini Professore di Lettere Ginnasiali al Liceo “Arnaldo” di Brescia; Membro Ateneo di Brescia Di nuovo, tra un numero rabile ipotesi ricostruttiva!), internazionale, per il quale e l’altro di “Misinta”, i libri da nonché tutti gli apparati di lo ius fetiale fu sentito in un recensire, anche solo i prin- una pubblicazione scientifica, primo tempo come paradig- cipalissimi, sono troppi ed è raccoglie più di 50 saggi di matico (e poi aspramente giocoforza concentrarsi su specialisti, raggruppati in sei criticato da personaggi del alcuni, in attesa di tempi mi- sezioni cronologiche, dedi- calibro di Ugo Grozio); tutta- gliori (o meglio meno strin- cate rispettivamente a: 1) via «i sacerdoti feziali sem- genti) per una panoramica di preistoria e prima romaniz- bravano incarnare la risposta respiro più ampio. zazione; 2) il santuario della alle aspirazioni, particolar- La scelta quindi, per comunità federata (II secolo mente sentite tra Cinquecen- questo numero, si concen- a. C.); 3) il santuario tardo- to e Seicento, a una classe di tra, eccezioni a parte (i primi repubblicano; 4) la ristruttu- giuristi super partes, deputati tre), su libri editi a Brescia e razione in età augustea; 5) il a gestire e risolvere le con- nel bresciano, inviatimi dagli Capitolium flavio; 6) il sito in troversie tra le Nazioni»: una Autori e/o dagli Editori, che età longobarda. questione di ideale attualità, sentitamente tutti ringrazio. che è bello pensare posta da Ringrazio, come sempre, Giovanni Turelli, «Audi Iup- un giovane studioso e docen- la Libreria Resola, questa piter»: il collegio dei feziali te bresciano. volta soprattutto per l’atten- nell’esperienza giuridica ro- zione che da sempre dedica mana, Milano, Giuffrè Editore Ulrich von Wilamowitz-Moel- all’editoria locale. (Collana del Dipartimento di lendorff, Cos’è una tragedia Scienze Giuridiche dell’Uni- attica?, introduzione, tra- Un luogo per gli dei. L’area versità degli Studi di Brescia), duzione e note di Gherardo del Capitolium a Brescia, a 2011, pp. 274, euro 28: Ugolini, Brescia, Editrice La cura di Filli Rossi, Firenze, non è certo questa la sede Scuola, 2013, pp. 156, euro All’insegna del Giglio, 2014, per entrare nel merito della 13, è la nuova traduzione, pp. 497, euro 48, raccoglie i dimensione giuridica, spe- curata dal bresciano Ghe- frutti degli studi e delle cam- cialistica, di questo saggio rardo Ugolini, ora docen- pagne di scavo più recenti di storia del diritto romano, te all’Università di , attorno al massimo monu- bensì per la dimensione me- dello scritto che il Wilamowitz mento di Brixia romana, per todologica, che affianca, in (principe della filologia clas- di più nell’anno bimillenario una propsettiva storico-cultu- sica dei tempi suoi e da tener della morte di Ottaviano rale, analisi testuali, soprat- presente ancor oggi) premise Augusto che, continuando tutto da Livio (con Cicerone nel 1889 al suo monumen- gli intenti del padre, Giulio e gli storici latini e greci, ma tale commento all’Eracle di Cesare, della fioritura ur- anche da fonti insospettabili, Euripide; è un saggio breve, banistica e monumentale per la giurisprudenza, come ma di grande importanza, di Brixia fu il primo grande le commedie di Plauto e non solo perché puntualizza sponsor; il volume, in gran- Terenzio, alcune citazioni da lo status quaestionis storico- de formato con una miriade poeti come Catullo e Orazio, filologico di un tema da sem- di illustrazioni in bn e, ove e infine il grande commento pre dibattuto in quell’ambi- occorra, a colori (tra queste, di Servio all’Eneide, nella sua to, ma anche perché «può la decorazione pittorica del versione più ampia, il Servius essere letto anche come una santuario repubblicano, un auctus), semantica del latino replica matura, interamente unicum mondiale, in una mi- del diritto e storia del diritto condotta sul filo della “filolo- 51 e metter mano a indagini storiografiche sulle scienze matematiche e fisiche valida- mente documentate riguardo alle fonti primarie ed alla letteratura secondaria».

Carnevali e folklore delle Alpi: riti, suoni e tradizioni popolari delle vallate euro- pee, a cura di Luca Giarelli, Lontàno Verde I.S.T.A. (In- contri per lo Studio delle Tradizioni Alpine) Editore (Ono San Pietro, Brescia, ma stampato da Youcanprint, Tricase - LE), 2012, pp. 248, euro 19: nato da un conve- gno tenuto a Breno (BS) l’8 Breno (BS) il 29 settembre gia storica”, alla Nascita della ottobre 2011, il libro ne pre- 2012, il libro presenta 21 tragedia di Nietzsche, la cui senta le relazioni nella Parte relazioni (seguite, nella Parte pubblicazione, nel 1872, ave- I, integrandole, nella Parte II, II, dagli abstracts in inglese, va visto i due, ancora acerbi, con i contributi inviati da stu- oltre a bibliografia, glossa- studiosi duellare in un’aspra diosi italiani e anche stranie- rio, immagini e cartografia), polemica»; completano il ri, per un totale di 19 saggi riguardanti per lo più singole volumetto una premessa (dei quali la Parte III raccoglie vallate del versante meridio- del curatore (Wilamowitz e i gli abstracts in inglese, la nale delle Alpi, studiate però tragici greci), l’elenco degli bibliografia e un prezioso dal punto di vista intervallivo, scritti del Wilamowitz sulla apparato di immagini), oltre più che dal punto di vista dei tragedia e un prezioso indice alla presentazione e all’In- rapporti con le città capoluo- dei nomi. troduzione, che passano in rassegna località e tradizioni go, di solito poste in pianura; ne risulta così un quadro Biblioteca “Carlo Viganò” - di entrambi i versanti delle molto ricco delle specificità Miscellanea 1, a cura di Pier- Alpi, trovando elementi co- politico-amministrative delle luigi Pizzamiglio, Brescia, EDU- muni e differenze, indagando comunità alpine, su un arco Catt, 2013, pp. 179, euro 11, origini anche molto antiche cronologico di due millen- per il 40° anniversario della di figure e rituali folclorici, ni, dalla romanizzazione ai suddeta Biblioteca di storia le radici dei quali chiamano tempi nostri; il titolo, infatti, delle scienze, è una prima in causa archeologia, pale- ripreso dall’orazione in difesa raccolta di ricerche bibliogra- oantropologia, storia della delle libertà locali («Valcamo- fico-storiche di libri presenti cultura classica e medievale, nica: nativamente separata in alcune specifiche sezioni per «presentare una sintetica così per sito … come per pri- della biblioteca stessa, parti- illustrazione di ciò che le Alpi vilegi imperiali del 1164 ...»), colarmente interessanti per ancora nascondono», una tenuta nel 1604 dal camuno il bibliofilo e lo studioso, cioè civiltà fondamentalmente Bernardino Ronchi al Colle- la sezione Incunaboli (a cura pacifica, fortemente legata gio della Repubblica Veneta del p. Pizzamiglio), la sezione ai ritmi naturali e alla prima in Palazzo Ducale a Venezia, che raccoglie opere di Aristo- antropizzazione dell’Europa. si riferisce appunto all’ambi- tele e degli aristotelici (a cura valenza della situazione alpi- di Rosanna Frialdi), quella Naturalmente divisi: storia na, che implica isolamento, dedicata a Leonardo (a cura e autonomia delle antiche ma anche autonomia; orga- di Nadia Campadelli) e infine comunità alpine, a cura di nizzato tra studiosi italiani la galileana (a cura di Luisa Luca Giarelli, Lontàno Verde di cose locali, il convegno e Colosio); ciascun volume e I.S.T.A. Editore (Ono San quindi il libro hanno tuttavia manoscritto è presentato Pietro, Brescia, ma stampato respiro internazionale per il secondo le norme bibliote- da Youcanprint, Tricase - LE), coinvolgimento di enti cultu- conomiche internazionali, 2013, pp. 381, € 25: nato rali esteri (USA e Repubblica per consentire «di progettare da un convegno tenuto a 52 Ceca); infine, il gruppo di mercantile napoletana un ricercatori che fa capo a Lon- pericoloso concorrente com- tàno Verde ISTA è formato merciale), un fatto biografico: prevalentemente da giovani il Capuzzi, capitano durante studiosi che hanno deciso la campagna garibaldina in di non abbandonare la natìa Trentino del 1866, ebbe una Valcamonica, nonostante la contesa con uno Luigi La crisi, e vanno anche solo per Porta, palermitano, che aveva questo incoraggiati. partecipato “all’impresa di Garibaldi come picciotto di Giuseppe Capuzzi, La spedi- La Masa” e si trovava, dopo zione di Garibaldi in Sicilia. soli 5 anni, a comandare il 7° Memorie di un volontario, reggimento volontari con il settima edizione a cura di grado di tenente colonnello Edoardo Campostrini, Salò, (finirà senatore del Regno Ateneo di Salò, 2012, pp. 91 d’Italia); la contesa sfociò (senza indicazione di prezzo), in un duello a sciabolate (il è il primo e più diretto reso- Capuzzi se ne prese una in conto della spedizione dei testa, dalla quale tuttavia Mille (fu stampato a Palermo guarì), con la vittoria del La pochi giorni dopo la capitola- Porta; Capuzzi comunque meritato, e riscoperta solo zione dei Borbonici; nel testo non fece carriera: di senti- a tratti, di recente, con la l’ultima data è 19 – 20 giu- menti fieramente repubbli- riedizione delle sue opere (il gno 1860; ecco i dati della cani, non entrò nel Regio romanzo Pan di segale e le prima edizione: La spedi- Esercito, ma fu assunto come liriche di Se la strada finisce); zione di Garibaldi in Sicilia. impiegato al municipio prima una personalità generosa e Memorie di un volontario, di Bedizzole, poi di Brescia, profonda, una pratica religio- per Giuseppe Capuzzi, Pa- dove dal dicembre 1865 fu sa schietta, convinta e aper- lermo, Stabilimento tipogra- segretario amministrativo ta al dialogo, una vita ben fico di Francesco Lao, Salita della Biblioteca Queriniana; vissuta anche nei momenti de’ Crociferi n° 86, 1860; la fu poi redattore capo della storici più difficili (la guerra seconda parte, fino alla con- zanardelliana Provincia di le portò via il fratello Andrea, clusione dell’impresa, non fu Brescia e infine del democra- amatissimo, e forse anche il mai stampata né, a quanto tico Avamposto (bisettimana- progetto di farsi una famiglia pare, scritta), della quale si le a forti tinte repubblicane), propria; lei rispose a queste limita alla prima parte, la che durò poco. Un puro, un prove della vita approfonden- conquista della Sicilia, nar- romantico che parla e scrive do impegno civile e vita di rata con grande semplicità con il cuore sulla punta della fede, quest’ultima mai esi- e vigore da uno dei parteci- penna, e quindi una fonte bita, ma sempre vissuta con panti, il garibaldino Giuseppe storica preziosissima. profonda sincerità e riserbo); Capuzzi, nato a Bedizzole nel della Berther questi Diari illustrano la prima giovinezza 1825 e morto a Brescia nel Nella Berther, I Diari, 1891; è anche il primo testo Brescia, Fondazione Civiltà (aprile-ottobre 1929) e so- che fa menzione dei “picciot- Bresciana, 2011, pp. 269, prattutto la mai sopita pas- ti”, accorsi a dar man forte a euro 13, segue il formarsi sione per la montagna (i due Garibaldi dopo la sua prima dell’affascinante personali- brevi diari 1953 e 1955 nar- vittoria a Calatafimi. Oltre a tà dell’Autrice (1913-1972), rano appunto due settimane tanti particolari interessanti un’insegnante di materie let- di escursioni in Val d’Aosta e (dalla generosità dei siciliani terarie prima nei Licei Classi- sulle Dolomiti), una tensione agli orrori di Partinico, pri- ci “Bagatta” e “Arnaldo”, poi, verso l’alto che connota tutta ma saccheggiata dai soldati dal 1964 a poco prima della la sua esistenza. napoletani che poi furono morte, all’Istituto Magistra- a loro volta vittime di atroci le “Veronica Gambara” (un rappresaglie, dall’inconclu- passaggio che fece discutere denza dei comandanti borbo- parecchio, nella piccola Bre- nici alla presenza inquietante scia di allora...), poetessa e di ufficiali della Marina ingle- scrittrice, oltre che studiosa, se, che vedevano nella flotta non capìta quanto avrebbe 53 L’ANGOLO DELLA LEGATURA UN APPUNTO: LE LEGATURE PROVVISTE DI MARCHE TIPOGRAFICHE LIBRARIE

di Federico Macchi Bibliofilo, esperto in Legature Storiche.

Figura 3: Den Haag, Koninklijke Bibliotheek, Gilles d’Aurigny. le livre de police humaine ... Extraict ... de François Patrice par - et traduict ... par Jehan le Blond. Paris, Ch. l’Angelié, 1546, 145.G.26. Figura 2: schema di legatura eseguita per Geoffroy Tory. Gruel segnalava una sola Figura 1: Paris, Bibliothèque 1 nationale de France, Érasme, legatura con la marca del Paraphrases Erasmi... in omnes Il vaso infranto o pot cassé tipografo e legatore fiam- Epistolas Pauli apostoli germa- che orna le sue edizioni e mingo di origine transalpina nas.... Paris: Pierre Vidoue, Conrad legature, destinato ad evo- Christophe Plantin (1520- Resch, 1523, RLR, A- 7143 (1). carne il dolore per la prema- 1589): ne sono oggi censite tura scomparsa della figlia almeno 11. Nel 1981 erano Le marche tipografiche e a simboleggiarne la vita noti 82 esemplari con la mar- dorate impresse sui piatti spezzata, è in definitiva una delle coperte compaiono marca commerciale. Mentre le placche di Resch e di Tory 1. Léon Gruel, Manuel historique et per la prima volta a Parigi bibliographique de l’amateur de intorno al 1523 in una serie coprono quasi interamente i reliures, Deuxième partie, Paris, di legature realizzate per lo quadranti, le marche succes- Léon Gruel – Henri Leclerc, 1905, stampatore e libraio Conrad sive sono rappresentate da pp. 131-132, Plantin Christophe. Resch (14../1530 circa - Fi- minuti fregi posti al centro gura 1). Se a quest’ultimo dei quadranti. 2. Georges Colin, Les marques de spetta il primato cronologico, I simboli sulle coperte, pur libraire et d’éditeurs dorées sur essendo oggi ancora relati- des reliures, in «Bookbindings and è a Geoffroy Tory (1480/1533 other bibliophily. Essays in honour - Figura 2) che va riconosciu- vamente poco comuni, non of Anthony Hobson», Verona, to quello estetico e tecnico. costituiscono in realtà un’ec- Edizioni Valdonega, 1994, p. 85, in cezionalità. Nel 1905 Léon seguito Colin 1994. 54 Figura 4 Parma, Biblioteca Palatina, Cicero, Marcus Figura 5: idem, frontespizio. Tullius, M. Tullii Ciceronis orationum tomus primus, Lugduni : apud haeredes Seb. Gryphii, 1560, Pal. 3072. ca parigina di Charles Lange- pubblicazioni erano vendute realizzate come esemplari di lier (Figura 3), passati oggi a sprovviste di legatura. Tra dono: nel Cinquecento il libro 21, mentre nel 1994 Georges questi, per l’Italia, sono era generalmente offerto Colin3 proponeva 135 libri ricompresi lo stampatore e provvisto di una dedica sia muniti di marche in oro di 22 libraio veneziano Gabriele inchiostrata che in lettere do- librai ed editori europei attivi Giolito de Ferrari (1538- rate sulla legatura, circostan- nei secoli XV-XVII. Anche se 1578) e la famiglia dei Giunti, za assente negli esemplari incrementati, il loro numero tipografi ed editori a Vene- censiti. non pare comunque partico- zia, Firenze, Lione, Bourges, Molte immagini o figu- larmente elevato in relazione Salamanca e Madrid (XV-XVII re venivano comunemente all’enorme produzione libra- secolo). Sembra che i nomi impiegate come emblemi: ria del periodo. Il modesto che si trovano sulle legature soltanto alcune particola- stato di conservazione osser- più antiche non indichino il ri aggiunte consentono di vato, non sorprende: oltre ad nome dei legatori ma quel- collegarle espressamente a essere caratterizzati da una lo dei librai. Giova peraltro determinati tipografi. Erra- limitata robustezza, i volumi segnalare che possono af- to è ad esempio ritenere le erano destinati ad essere fiancare questi volumi, delle legature del genere aldino esposti e maneggiati anche apposite serie specialmente quelle in cui figura un’ancora frequentemente dai clienti ideate recanti il contrassegno munita di un delfino: sono del libraio per facilitare la dell’editore. in genere eseguite nel XIX scelta della coperta defini- Non sussistono validi mo- secolo. Delle differenti fenici tiva, in un periodo in cui le tivi per ritenere che le pub- attribuite al libraio Giolito blicazioni a marca siano state de Ferrari, solo quella con le 3. Colin 1994, pp. 88-115. 55 Figura 6: Parma, Biblioteca Palatina, Grenier, Nicolas, Figura 7: idem, dettaglio del frontespizio. Institution catholique de la verite du precieux corps et sang de Jesuchrist…, Par frere Nicole Grenier, religieux de S. Victor, Paris, Sebastien Nyuelle, 1552, Pal. 5185.

iniziali «G.G.» corrisponde sto di questi due ultimi fregi di Parma, ha ad esempio all’effettivo contrassegno. rappresenta un’immagine evidenziato un esemplare in Come pure è da attribuire piuttosto diffusa, estranea cui non ricorre questa ca- a Sebastiano Grifo e ai suoi all’officina lionese. ratteristica: il fregio centrale successori il solo emblema L’attento confronto tra il che raffigura un animale che raffigura l’avvoltoio (Figu- segno distintivo e la marca fantastico (Figura 6) differisce re 4, 5), simbolo di diligenza, è d’obbligo per accertare dall’emblema del tipografo che tiene tra gli artigli un l’appartenenza del manufat- e libraio Sébastien Nivelle parallelepipedo (allegoria di to al novero delle legature a (1525 (?) / 1603) (Figura 7). costanza) cui è affiancato un marca. Il recente censimento globo alato (riferimento alla delle coperte storiche pre- fortuna): un rapace sprovvi- senti nella Biblioteca Palatina

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