REGIONE LAZIO

PROVINCIA DI ROMA

Comune di Zagarolo

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA RAPPORTO AMBIENTALE

Direttiva 2001/42/CE - D.Lgs.n.152/06 - Delibera di Giunta Regionale n.169 del 5marzo 2010

Variante Urbanistica specifica zona C e zona I in località “Corsano”

Aprile 2014

Proponente Comune di Zagarolo Sindaco dott. GIOVANNI PANICCIA Assessore all'Ambiente Giacomo Vernini Area IV – Pianificazione Territoriale e Urbanistica ing. Cesare Rinaldi Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

2 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

Consulenza tecnica: Arch. Vittorio Minio Paluello

collaborazione ed elaborazione: Andrea Birindelli arch. Emiliano Donda arch. Maria Elena La Serra

. Laboratorio di Pianificazione e Progettazione - LPP - largo dell’Amba Aradam, 1 - 00184 Roma . tel.06 77250004; tel.06 87420914; fax.06 87420916; p.el. [email protected] – sito: www.labpro.eu

3 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

4 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

Sommario

1 - SEZIONE INTRODUTTIVA ...... 9

1.1 - LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA E IL RAPPORTO PRELIMINARE .... 9 1.1.1 - Normativa di riferimento per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) 9 1.1.2 - Ambito di applicazione della VAS 13 1.1.3 - Fasi del processo di Valutazione Ambientale Strategica 14 1.1.4 - Scopo del Rapporto Preliminare 19 1.1.5 - Scopo del Rapporto Ambientale 20

1.2 - APPROCCIO METODOLOGICO SCELTO PER LA VAS ...... 20 1.2.1 - Motivazioni per cui il Piano deve essere assoggettato a VAS e modalità 20 1.2.2 - La base e la struttura del lavoro di analisi 21

1.3 - INDIVIDUAZIONE DEI SOGGETTI PARTECIPI DEL PROCEDIMENTO ...... 21 1.3.1 - I soggetti competenti in materia ambientale (SCA) 22 1.3.2 - I soggetti costituenti il pubblico 23

2 - QUADRO PIANIFICATORIO E PROGRAMMATICO DI RIFERIMENTO 24

2.1 - LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO ...... 24 2.1.1 - La normativa specifica di riferimento 24 2.1.2 - La normativa ex l.1150/42 - Variante urbanistica 24

2.2 - LA PIANIFICAZIONE COMUNALE ...... 25 2.2.1 - La Variante Generale al Piano Regolatore Generale 25 2.2.2 - La Variante specifica al Piano Regolatore Generale (Piano) 26 2.2.3 - Descrizione delle parti 26 2.2.4 - Lo scopo 29 2.2.5 - Motivazioni della localizzazione 29 2.2.6 - Tabella sintetica di: Obiettivi, Strategie, Azioni di Piano 30

2.3 - IL QUADRO PROGRAMMATICO DELLA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA ...... 32 2.3.1 - Piano Territoriale Paesistico (PTP) 32 2.3.2 - Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) 33 2.3.3 - Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG) 35 2.3.4 - Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) 37 2.3.5 - Piano Regionale di Tutela delle Acque (PTAR) 38 2.3.6 - Tutela dei Laghi di Albano e di Nemi 39 2.3.7 - Piano Regionale per le Attività Estrattive (PRAE) 40 2.3.8 - Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti 40 2.3.9 - Piano Regionale della Qualità dell’Aria (PRQA) 41 2.3.10 - Riepilogo OBIETTIVI e STRATEGIE dei Piani Sovraordinati 42 2.3.11 - Tabella sintetica di: Azioni/Direttive di pianificazione sovraordinata 43 2.3.12 - Tabella sintetica di: Azioni del PTPG di Roma 45

3 - INQUADRAMENTO DEL CONTESTO AMBIENTALE E TERRITORIALE ...... 47

3.1 - AMBITO DI INFLUENZA TERRITORIALE ...... 47

3.2 - AMBITO DI INFLUENZA AMBIENTALE ...... 47 3.2.1 - Obiettivi di sostenibilità ambientale e correlazione con le AZIONI di Piano 50

5 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

4 - VALUTAZIONE ...... 52

4.1 - METODO DI VALUTAZIONE ...... 52

4.2 - VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULL’AMBIENTE ...... 52

4.3 - VALUTAZIONE DEGLI OBIETTIVI E DELLE STRATEGIE ...... 53 4.3.1 - Gli scenari: valutazione delle alternative - L’assenza di Piano: ALTERNATIVA 0 53 4.3.2 - Gli scenari: valutazione delle alternative – Evoluzione: ALTERNATIVA 1 (PRG - PTPG) 54 4.3.3 - Gli scenari: valutazione delle alternative - La Variante: ALTERNATIVA 2 (Variante specifica) 54 4.3.4 - La verifica di coerenza - Coerenza interna 55 4.3.5 - Coerenza del Piano rispetto alla pianificazione sovraordinata - Coerenza esterna 56

4.4 - VALUTAZIONE DELLE AZIONI ...... 61 4.4.1 - Implementazione di coerenza da sviluppi esterni 61 4.4.2 - Il quadro esigenziale 63 4.4.3 - La trasformazione del suolo nel suo utilizzo 66 4.4.4 - Schede di approfondimento 68 4.4.5 - Ulteriori aspetti vincolistici 75

4.5 - VERIFICA DEGLI ASPETTI FINANZIARI...... 77

5 - PARTECIPAZIONE E CONSULTAZIONE PUBBLICA ...... 78

5.1 - I SOGGETTI COINVOLTI E MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE PUBBLICA ...... 78

5.2 - STRUMENTI E FASI DELLA PARTECIPAZIONE ...... 78 5.2.1 - Pareri pervenuti all’interno della procedura di VAS 78 5.2.2 - Il documento di definizione dell’ambito, dello scopo (cd. SCOPING) delle indagini ambientali 85

6 - MONITORAGGIO ...... 90

6.1 - TEMPI E MODALITÀ ...... 91

6.2 - GLI INDICATORI ...... 91

6.3 - SCHEDE DI MONITORAGGIO ...... 94

7 - CONCLUSIONI ...... 102

8 - ALLEGATI ...... 104

6 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

PREMESSA Il presente documento è stato elaborato al fine di completare la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), ai sensi dell’art.13 del D.Lgs. n.152/2006, a seguito di una prima fase del procedimento, conclusasi con l’espressione dei pareri forniti dai Soggetti Competenti in materia Ambientale (SCA), convocati dal Comune di Zagarolo (Autorità Procedente), in collaborazione con la regione Lazio (Autorità Competente), nella consultazione avvenuta in data 10 maggio 2012. Oggetto del Rapporto Ambientale è la variante al Piano Regolatore, in località “Corsano”, per l’insediamento di una nuova zona e dei la realizzazione dei parametri urbanistici relativi, denominata Zona I - ambiti per interventi complessi, oltre alla riproposizione di una nuova piccola Zona C – di formazione di insediamenti edilizi strutturati; quale residua indicazione dello strumento urbanistico generale. Si vanno così in parte a riproporre le indicazioni urbanistiche che definivano la Zona I – Ambiti di interventi complessi – già sottoposta in sede di P.R.G. adottata con delibera del Consiglio Comunale n.56 del 29.12.2000 e poi stralciata dal Comitato Regionale Tecnico. La variante viene proposta come parte di un più ampio quadro programmatorio avviato dall’Amministrazione Comunale per conferire ordine e coerenza alle modalità d’uso del territorio, favorendo l’aggregazione delle destinazioni urbanistiche. L’Amministrazione comunale è da tempo impegnata dalla definizione e realizzazione di una adeguata zona industriale-commerciale sul proprio territorio. A questo scopo era stata individuata ed inserita nel variante generale al PRG adottata con delibera del Consiglio Comunale n.56 del 29.12.2000 ed approvata con delibera di Giunta Regionale n.324 del 30/06/2007, pubblicata sul BUR n.18 supplemento n.5, una ampia area denominata Zona I – Ambiti di interventi complessi, Sottozona I2 - a destinazione mista con presenza di strutture produttive ed agriturismo, in località Corsano/Valle Martella. Unitamente a questa era stato dato parere favorevole a due iniziative che presentavano piani integrati in variante al PRG, secondo la procedura promossa dall’ASP, su aree limitrofe a quella precedentemente indicata, ma che in sostanza avanzavano la medesima richiesta di destinazione d’uso. Nella stessa “Zona I – Ambiti di interventi complessi” si va a riprendere la destinazione di ZONA D, di formazione di insediamenti per attività economico produttive - Sottozona D1, destinata alla formazione di insediamenti di nuova localizzazione, con la stessa suddivisione in 40% attività commerciale e 60% attività artigianale. La superficie coinvolta dalla variante, in termini assoluti è di circa 1.308.576 mq. in questa quantità sono computati i fossi e la via Prenestina, il totale parziale è di 1.285.658 mq. L’approvazione definitiva della variante urbanistica ha visto la perdita della Zona I, nelle sue due localizzazioni ed in conseguenza, tutto il potenziale edificatorio dedicato a funzioni Industriale - Artigianale/Commerciale. Successivi strumenti di pianificazione sovraordinata hanno modificato le possibilità di intervento. Alla luce della sostanziale correttezza della proposta già inserita nel PRG, come testimonia la relazione istruttoria conclusiva, relativamente alla zonizzazione delle aree in località “Corsano” che qui interessa, rileva rimarcare che: - la variante in sede di approvazione regionale ha visto lo stralcio di due aree identificate in termini zonizzativi quali “Zona I1 e I2”, localizzata in due distinte aree del territorio comunale; - tale stralcio è stato apportato in sede di Comitato Tecnico Consultivo Regionale (CRpT) presso l’Assessorato Urbanistica, nella fase di verifica ed approvazione dell’istruttoria tecnica realizzata presso la struttura tecnica dell’Assessorato stesso; - la relazione istruttoria, redatta dagli uffici regionali, con cui la variante di PRG è stata istruita e modificata, rappresenta la conclusione di un lungo lavoro che molto aveva comportato la modifica della originaria stesura del Piano approvato in molte sue parti, senza tuttavia rilevare incongruenze e tanto meno anomalie nelle indicazioni pianificatorie riferite alla zonizzazione delle aree in oggetto;

7 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

- relativamente quindi alla Zona I, sottozona I1 ed I2, la proposta di Piano risultava avere garantito il rispetto dei parametri legislativi in merito a criteri geologici, usi civici, uso del suolo, dotazione complessiva di standard urbanistici; - relativamente infine alla Zona I, sottozona I1 ed I2, la proposta di Piano è risultata essere modificata dal CRpT, in merito ad una troppo articolata proposta urbanistico/insediativa, troppe funzioni diverse e mancanza di omogeneità e chiarezza, come dal verbale della seduta stessa. La Variante, oltre ad assolvere alle necessità di ristabilire quanto già programmato ed a suo tempo individuato tra le principali indicazioni programmatiche del Piano: Indirizzo Progettuale - Il progettista del Piano, nel prendere atto della mancanza di un piano territoriale di coordinamento a scala provinciale, a cui rapportare una previsione dello sviluppo del territorio di Zagarolo in considerazione del ruolo non marginale dello stesso per la contiguità con l’area metropolitana, ha definito gli elementi costitutivi del nuovo Piano che si sono sostanziati come di seguito: - Assegnare all’area in loc. Corsano, collocata in adiacenza alla S.S. Prenestina ed ai confini con il territorio di Roma, una utilizzazione a livello sovra comunale

garantirà contemporaneamente la possibilità di dotare il comparto nord del territorio comunale e la vicina Valle Martella di nuove attrezzature e di servizi pubblici e privati, di dar seguito alla richiesta di nuovi alloggi per l’edilizia residenziale sociale, oltre ai servizi generali ed alla cospicua dotazione di servizi aggiuntivi in quanto l’A.C. ha sottoscritto con i proponenti l’iniziativa un protocollo d’intesa che prevede tra e altre cose: lo strumento per la realizzazione prevede la cessione compensativa di una percentuale di aree pari almeno al 20% , che l'Amministrazione comunale intende acquisire a titolo gratuito per realizzazione di interventi di utilità sociale, anche in ottemperanza a quanto indicato nella LR.21/09, art.18.

Alla luce di quanto sopra, con i medesimi attori che avevano perseguito le iniziative’Amministrazione Comunale intende perseguire l’acquisizione di una zona produttiva adeguata alle proprie aspettative. Ha proceduto quindi alla modifica ed all’unione delle istanze richiamate, al fine di ristabilire un equilibrio zonizzativo ed insediativo, attraverso la predisposizione di un progetto di variante urbanistica. Il progetto presentato interessa un’area pressoché identica alla precedente in termini di estensione, che perde la porzione più settentrionale ed acquisisce l’area adiacente al suo precedente limite occidentale. La modifica areale interessa circa il 30% dell’intera estensione della variante. Questo 30% rappresenta le aree precedentemente proposte in trasformazione, al di fuori del percorso dettato dalla Variante di Piano Regolatore. Tali aree, riconfermate dal PTPG, sono in realtà ricomprese all’interno del vincolo di Campagna Romana individuato dal PTPR (taa_05 Agro Tiburtino – Prenestino): proprio al fine salvaguardare tale vincolo, si è apportata la modifica areale al PIANO. Le proprietà catastali dei suddetti soggetti corrispondono alle p.lle n. 10, 24, 30, 31, 32, 35, 37, 40, 46, 47, 107, 108, 119, 120, 121, 124, 125, 140, 141, 142, 143, 145, 147, 151, 152, 154, 156, 157, 158, 159, 160, 161, 162, 163, 164, 165, 166, 189, 192, 229, 230, 231, 232, 233, 235, 237, 238, 242, 243, 244, e parte delle 23/p, 26/p, 29/p, 132/p, 134/p, 135/p, 136/p, 144/p, 149/p, 153/p e 221/p del foglio catastale n.1 del comune di Zagarolo.

8 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

1 - SEZIONE INTRODUTTIVA

1.1 - LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA E IL RAPPORTO PRELIMINARE Il presente Rapporto Ambientale è stato redatto alla luce dei principi sottesi dalla normativa di seguito esposta. Tutti i riferimenti normativi sono stati suddivisi sulla base delle disposizioni e dei provvedimenti assunti in ambito internazionale, europeo, nazionale e regionale.

1.1.1 - Normativa di riferimento per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS)

Riferimenti internazionali Il tema dell’ambiente e delle ripercussioni delle azioni antropiche su di esso hanno determinato la necessità primaria di razionalizzare un settore in continua evoluzione e prettamente interdisciplinare in un corpo di norme omogenee e complete. A tal proposito si reputa opportuno richiamare alcune delle principali disposizioni in ambito internazionale: - Agenda 21: programma d’azione adottato nel 1992 che consiste in una pianificazione completa delle azioni da intraprendere, a livello mondiale, nazionale e locale dalle organizzazioni delle Nazioni Unite, dai governi e dalle amministrazioni in ogni area in cui la presenza umana ha impatti sull'ambiente; - Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (maggio 1992): trattato ambientale internazionale sulla riduzione delle emissioni dei gas serra – entrato in vigore il 21 marzo 1994); - Convenzione di Aarhus (giugno 1998): convenzione sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale – in vigore dal 30 ottobre 2001; - Protocollo di Kyoto (dicembre 1997): trattato internazionale sul riscaldamento globale entrato in vigore il 26 febbraio 2005.

Legislazione europea La VAS e la Verifica di Assoggettabilità a VAS sono state introdotte dalla Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea il 27 giugno 2001 e sono divenute obbligatorie per gli Stati Membri il 21 luglio 2004. L’impulso innovatore della Direttiva, nonché il suo ottemperamento alla precedente disposizione in materia ambientale fornita dalla Direttiva 85/337/CEE concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, consiste sostanzialmente nella necessaria applicazione della suddetta valutazione non solo per i progetti, ma anche per i piani e/o programmi, in maniera da intercedere già a monte del processo di determinazione e ubicazione delle attività umane. L’obiettivo principale della Direttiva 2001/42/CE è quello di seguito riportato: Art.1 - Obiettivi La presente direttiva ha l'obiettivo di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione e dell'adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile …

Ciò senza interferire in modo alcuno con le precedenti disposizioni normative comunitarie: Art.11 - Relazione con le altre disposizioni della normativa comunitaria

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1. La valutazione ambientale effettuata ai sensi della presente direttiva lascia impregiudicate le disposizioni della direttiva 85/337/CEE e qualsiasi altra disposizione della normativa comunitaria....

Uno dei punti cruciali riguarda la modalità e la tempistica della valutazione, la quale deve essere necessariamente redatta contestualmente alla pianificazione stessa: Art.4 - Obblighi generali 1. La valutazione ambientale … deve essere effettuata durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua adozione ...

nonché fornire le specifiche di individuazione, descrizione e valutazione di tutti i possibili effetti significativi che potrebbero ripercuotersi sull’ambiente ed infine ipotizzare il confronto desunto con le ragionevoli alternative di piano Art.5 – Rapporto ambientale 1. Nel caso in cui sia necessaria una valutazione ambientale… deve essere redatto un rapporto ambientale in cui siano individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l'attuazione del piano o del programma potrebbe avere sull'ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell'ambito territoriale del piano o del programma ...

Inoltre, la Direttiva prescrive la consultazione pubblica (gestita dagli stessi Stati Membri) di tutta la documentazione inerente la valutazione, secondo un’esaustiva diffusione dell’informazione allo scopo di contribuire ad una maggiore trasparenza dell’iter decisionale e dunque garantire la completezza delle informazioni: Art.9 – Informazioni circa la decisione 1. Gli Stati membri assicurano che, quando viene adottato un piano o un programma, le autorità … il pubblico e tutti gli Stati membri consultati … ne siano informati e che venga messo a loro disposizione: a) il piano o il programma adottato; b) una dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano o programma e come si è tenuto conto ... c) le misure adottate in merito al monitoraggio ... 2. Gli Stati membri stabiliscono le specifiche modalità per le informazioni di cui al paragrafo 1.

In virtù della Direttiva 2001/42/CE, la VAS viene effettuata per i piani e i programmi di seguito indicati: Art.2 – Definizioni ... 2. Fatto salvo il paragrafo 3, viene effettuata una valutazione ambientale per tutti i piani e i programmi, a) che sono elaborati per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE, b) per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si ritiene necessaria una valutazione ai sensi degli articoli 6 e 7 della direttiva 92/43/CEE. 3. Per i piani e i programmi di cui al paragrafo 2 che determinano l’uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al paragrafo 2, la valutazione ambientale è necessaria solo se gli Stati membri determinano che essi possono avere effetti significativi sull’ambiente. ... 8. I seguenti piani e programmi non rientrano nell'ambito di applicazione della presente direttiva: - piani e programmi destinati esclusivamente a scopi di difesa nazionale e di protezione civile, - piani e programmi finanziari o di bilancio. ...

10 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

Legislazione nazionale L’Italia ha recepito la normativa europea con il D.Lgs.n.152/06, “Norme in materia ambientale”1. In linea generale, il decreto raccoglie tutte le disposizioni precedentemente emanate, individuando come principale finalità quelle di seguito riportate: Art.2 - Finalità 1. Il presente decreto legislativo ha come obiettivo primario la promozione dei livelli di qualità della vita umana, da realizzare attraverso la salvaguardia ed il miglioramento delle condizioni dell’ambiente e l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali

e attribuisce specifiche competenze alle “Autorità” indicate dalla direttiva europea. Detta i criteri in base ai quali determinati piani e/o programmi sono soggetti a VAS e stabilisce tutte le fasi procedurali dell’iter valutativo con le relative scansioni temporali.

Legislazione regionale Il D.Lgs. prevede che le Regioni possano, con proprie leggi, disciplinare le competenze proprie e quelle degli enti locali, definendo i criteri cui essi devono attenersi. In particolare, la Regione Lazio con deliberazione di Giunta Regionale n°53 del 2 luglio 2013, ha stabilito all’art.2, che l’Autorità Regionale competente in materia di VAS passasse dalla struttura regionale dell’Assessorato all’Ambiente e Cooperazione tra i Popoli, alla Direzione Regionale Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti. La Regione Lazio ha emanato una regolamentazione concernente le “Disposizioni operative in merito alle procedure di VAS” con la Delibera di Giunta Regionale n°169 del 5 marzo 2010, pubblicata sul Bollettino Ufficiale n°18 del 14 maggio 2010, per tutti i Piani ed i Programmi di competenza regionale: “Par. 1.1 – Oggetto 1. Il presente documento contiene le disposizioni operative per l’applicazione ai Piani e ai Programmi (di seguito Piani/Programmi) di competenza della Regione Lazio, della Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2001, del D.Lgs. n. 152/2006 così come modificato dal D.Lgs. n. 4/2008…”

Con L.R. 13 Agosto 2011, n°12, pubblicata sul Bollettino Ufficiale n°32 del 27 agosto 2011, la Regione ha disposto che la suddetta deliberazione di Giunta in materia di VAS, sia applicabile a tutti gli effetti fino all’elaborazione del nuovo regolamento: “Art.1 147. Fino alla data di entrata in vigore del regolamento previsto dall’articolo 1, comma 22 bis, della l.r. 14/2008, come modificato dalla presente legge, continuano ad applicarsi le disposizioni delle deliberazioni della Giunta regionale 15 maggio 2009, n. 363 e 5 marzo 2010, n. 169, relative a disposizioni in materia di VIA e di VAS...”

Legislazione provinciale Rileva citare la D.C.P. n.1 del 18 gennaio 2010, “Ratifica dell’Accordo di pianificazione tra Regione Lazio e Provincia di Roma. Approvazione del Piano Territoriale Provinciale Generale, ai sensi dell’art. 21, commi 9 e 10, della legge della Regione Lazio n. 38 del 22 dicembre 1999, e s.m.i.”, per quanto riguarda le disposizioni di livello provinciale. Il nuovo Piano Territoriale Provinciale Generale della Provincia di Roma, infatti, è stato redatto sulla base procedurale della VAS, che ha accompagnato le scelte programmatiche principali assicurando coerenza e sostenibilità ambientale e ha inoltre determinato una nuova specifica metodologia di valutazione che, a sua volta, ha richiesto:

1 Per D.Lgs. n.152/06, “Norme in materia ambientale” ci si riferisce al testo come modificato dal D.Lgs. n.4/08 prima, e in seguito dal D.Lgs. n.128/10 “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, recante norme in materia ambientale”.

11 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

1. la definizione delle unità territoriali che hanno costituito il “nucleo” di riferimento per le singole valutazioni; 2. la trasformazione delle informazioni e delle prime valutazioni elaborate nell’ambito delle singole analisi che compongono il Rapporto Territorio in indicatori che hanno natura sia quantitativa che qualitativa; 3. l’elaborazione di una metodologia che ha permesso di “sommare” indicatori eterogenei in modo da pervenire ad un giudizio di sintesi sull’attuale “stato di salute” delle unità territoriali e, durante il processo di pianificazione, di valutare gli impatti delle differenti alternative considerate per selezionare quelle più adeguate. La Variante Urbanistica specifica zona C e zona I in località “Corsano” del Comune di Zagarolo, per la sua notevole estensione territoriale (approssimativamente 130 ha.), rientra nella fattispecie di cui all’art.6 comma 2, lettera a del D.Lgs.152/06, tra i piani e/o programmi che sono elaborati per il settore della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione. In ordine al caso di specie, giova prendere atto della Sentenza del Consiglio di Stato, sez.IV del 17 settembre 2012, n°4926, la quale riconosce i limiti dimensionali dei Piani/Programmi soggetti a VAS e a Verifica di VAS, stabilendo che si faccia riferimento ai parametri esposti nell’allegato IV, punto 7 del Decreto Legislativo 152/2006: a) progetti di sviluppo di zone industriali o produttive con una superficie interessata superiore ai 40 ettari; b) progetti di sviluppo di aree urbane, nuove o in estensione, interessanti superfici superiori ai 40 ettari; progetti di riassetto o sviluppo di aree urbane all'interno di aree urbane esistenti che interessano superfici superiori a 10 ettari.

evidenziato quanto segue, estratto dal corpo di detta sentenza: quanto ai limiti dimensionali, la Vas è obbligatoria per aree superiori a 40 ettari, ne deriva di necessità che ciò che è dimensionalmente inferiore rientri nel concetto di “piccola area locale

considerato dunque, che il PIANO in oggetto ha un’estensione di circa 130 ha., ovvero bel superiore al limite minimo stabilito dall’allegato su citato, si ritiene che sia univocamente sancito che esso debba essere sottoposto a VAS, ai sensi dell’art. 13 del D.lgs. n.152/06. Perciò, il PIANO rientra: - nella normativa europea di riferimento, la Direttiva 2001/42/CE: Art.3 - Ambito d'applicazione 2. Fatto salvo il paragrafo 3, viene effettuata una valutazione ambientale per tutti i piani e i programmi: a) che sono elaborati per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE

- così come nel quadro legislativo nazionale, D.Lgs.152/06: Art.6 - Oggetto della disciplina 2. Fatto salvo quanto disposto al comma 3, viene effettuata una valutazione per tutti i piani e i programmi: a) che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV del presente decreto;

- ed infine all’interno delle disposizioni regionali ai sensi della d.g.r. 169/10:

12 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

“Par.1.3 - Ambito di applicazione 1. Sono sottoposti a Valutazione Ambientale Strategica: a) I Piani/Programmi che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell’aria ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l’approvazione, l’autorizzazione, l’area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti soggetti a valutazione di impatto ambientale in base alla normativa vigente

Pertanto, l’assoggettamento del PIANO alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica è necessario per via della natura di variante urbanistica dall’elevata estensione territoriale.

1.1.2 - Ambito di applicazione della VAS La VAS è una procedura da assolvere obbligatoriamente per avere l’approvazione di piani e programmi, come nel seguito definiti: Art.2 - Definizioni 2. … viene effettuata una valutazione ambientale per tutti i piani e i programmi: a) che sono elaborati per i settori … della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE, b) per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si ritiene necessaria una valutazione ai sensi degli articoli 6 e 7 della direttiva 92/43/CEE. 3. Per i piani e i programmi di cui al paragrafo 2 che determinano l’uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al paragrafo 2, la valutazione ambientale è necessaria solo se gli Stati membri determinano che essi possono avere effetti significativi sull’ambiente... 8. I seguenti piani e programmi non rientrano nell'ambito di applicazione della presente direttiva: - piani e programmi destinati esclusivamente a scopi di difesa nazionale e di protezione civile, - piani e programmi finanziari o di bilancio

Il D.Lgs.152/06 oltre ai settori indicati anche nella direttiva aggiunge quelli di seguito riportati: Art.6 – Oggetto della disciplina 1. La valutazione ambientale strategica riguarda i piani e i programmi che possono avere impatti significativi sull'ambiente e sul patrimonio culturale. 2. Fatto salvo quanto disposto al comma 3, viene effettuata una valutazione per tutti i piani e i programmi: a) che sono elaborati per la valutazione e gestione …, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV del presente decreto; b) per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione d'incidenza ai sensi dell'articolo 5 del d.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni. 3. Per i piani e i programmi di cui al comma 2 che determinano l'uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al comma 2, la valutazione ambientale è necessaria qualora l'autorità competente valuti che producano impatti significativi sull'ambiente, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12. 3-bis. L'autorità competente valuta, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12, se i piani e i programmi, diversi da quelli di cui al comma 2, che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti, producano impatti significativi sull'ambiente

13 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

La D.G.R.169/10, al par.1.3 punti 5-6-7-8 integra ulteriormente le specifiche del campo di applicazione della VAS, definendo alcuni ulteriori criteri di esclusione. In questa norma viene chiarito il ruolo ed il valore dell’Autorità Competente. Par.1.3 - Ambito di applicazione 9. Tutti i casi di esclusione dalla procedura di VAS di cui alle lettere da e) ad s) devono sempre essere comunicati dal Proponente e/o dall’Autorità Procedente all’Autorità Competente

Da quanto enunciato discende la natura del presente documento volto ad avviare la consultazione finalizzata a definire la portata ed il livello di dettaglio delle analisi e delle valutazioni che si effettueranno in fase di VAS.

1.1.3 - Fasi del processo di Valutazione Ambientale Strategica La Valutazione Ambientale Strategica ha il fine di verificare la sostenibilità degli obiettivi del Piano, l'analisi degli impatti ambientali significativi, la costruzione e la valutazione delle ragionevoli alternative, la partecipazione al processo dei soggetti interessati e il monitoraggio delle performance ambientali, dopo aver comprovato, attraverso la Verifica di Assoggettabilità, che il Piano ricada nell’ambito giuridico per il quale è prevista la VAS, come definito alla lettera m-bis, co.1, art.5 del D.Lgs 152/06: Art.5 -- Definizioni 1. Ai fini del presente decreto si intende per: m-bis) verifica di assoggettabilità di un piano o programma: la verifica attivata allo scopo di valutare, ove previsto, se piani, programmi ovvero le loro modifiche, possano aver effetti significativi sull'ambiente e devono essere sottoposti alla fase di valutazione secondo le disposizioni del presente decreto considerato il diverso livello di sensibilità ambientale delle aree interessate

Nel Piano in esame, risulta evidente dover effettuare l’intera procedura, e la fase di Verifica risulta in realtà essere una fase preliminare, che da’ l’avvio al procedimento completo. La procedura di VAS, rappresenta lo strumento valutativo per la costruzione del processo di decisione per la formazione degli indirizzi e delle scelte di pianificazione. Ha lo scopo di prefigurare le opzioni alternative rispetto al raggiungimento di un obiettivo e di definire lo scenario migliore di sviluppo. L’art.11 del D.Lgs 152/06 descrive dettagliatamente la modalità di svolgimento, elencando, al comma 1 le varie fasi: Art.11 - Modalità di svolgimento 1. La valutazione ambientale strategica è avviata dall'autorità procedente contestualmente al processo di formazione del piano o programma e comprende, secondo le disposizioni di cui agli articoli da 12 a 18: a) lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità limitatamente ai piani e ai programmi di cui all'articolo 6, commi 3 e 3-bis; b) l'elaborazione del rapporto ambientale; c) lo svolgimento di consultazioni d) la valutazione del rapporto ambientale e gli esiti delle consultazioni e) la decisione; f) l'informazione sulla decisione; g) il monitoraggio

L’atto di avvio del procedimento coincide con la consegna del RP, con il quale vengono, tra le altre cose, individuati i Soggetti Competenti ed il Pubblico Interessato, coinvolti nella attività di consultazione/partecipazione previste, coincide con l’avvio della prima fase: lo svolgimento di verifica di assoggettabilità (art.12). questa è la fase preliminare, definita di scoping, si svolge attraverso la partecipazione di Autorità Procedente e/o proponente (di seguito AP), Autorità Competente (AC) e Soggetti Competenti in materia Ambientale (SCA), al fine di “valutare e verificare gli impatti

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significativi sull’ambiente” ed eventualmente definire e condividere la portata ed il livello di informazioni da includere nelle fasi successive a questa. L’art.12 del D.Lgs.152/06 descrive dettagliatamente la modalità di svolgimento di questa parte della procedura: Art.12 - Verifica di assoggettabilità 1. … l'autorità procedente trasmette all'autorità competente … un rapporto preliminare comprendente una descrizione del piano o programma e le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o programma, facendo riferimento ai criteri dell'allegato I del presente decreto. 2. L'autorità competente in collaborazione con l'autorità procedente, individua i soggetti competenti in materia ambientale da consultare e trasmette loro il documento preliminare per acquisirne il parere. Il parere è inviato entro trenta giorni all'autorità competente ed all'autorità procedente. 3. Salvo quanto diversamente concordato dall'autorità competente con l'autorità procedente, l'autorità competente, sulla base degli elementi di cui all'allegato I del presente decreto e tenuto conto delle osservazioni pervenute, verifica se il piano o programma possa avere impatti significativi sull'ambiente. 4. L'autorità competente, sentita l'autorità procedente, tenuto conto dei contributi pervenuti, entro novanta giorni dalla trasmissione di cui al comma 1, emette il provvedimento di verifica assoggettando o escludendo il piano o il programma dalla valutazione di cui agli articoli da 13 a 18 e, se del caso, definendo le necessarie prescrizioni. 5. Il risultato della verifica di assoggettabilità, comprese le motivazioni, deve essere reso pubblico.

Viene qui ribadita l’importanza della collaborazione tra AC ed AP, nonché della condivisione delle scelte progettuali e pianificatorie del piano con gli SCA. Il RP deve essere compilato secondo i criteri esplicitati nell’allegato I al D.Lgs.152/06: ALLEGATO I - Criteri per la verifica di assoggettabilità di piani e programmi di cui all’articolo 12:. 1. Caratteristiche del piano o del programma, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: • in quale misura il piano o il programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o per quanto riguarda l'ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse; • in quale misura il piano o il programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati; • la pertinenza del piano o del programma per l'integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile; • problemi ambientali pertinenti al piano o al programma; • la rilevanza del piano o del programma per l'attuazione della normativa comunitaria nel settore dell'ambiente (ad es. piani e programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque). 2. Caratteristiche degli impatti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: • probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli impatti; • carattere cumulativo degli impatti; • natura transfrontaliera degli impatti; • rischi per la salute umane o per l'ambiente (ad es. in caso di incidenti); • entità ed estensione nello spazio degli impatti (area geografica e popolazione potenzialmente interessate); • valore e vulnerabilità dell'area che potrebbe essere interessata a causa: - delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale, - del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite dell'utilizzo intensivo del suolo; • impatti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale.

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L’individuazione dei SCA è conseguenza diretta dell’individuazione delle entità ambientali interessate dalle azioni di Piano. La procedura prevede che, inoltrando loro il RP, il rilascio di tutti i pareri necessari avvenga dopo 30 giorni (comma 2). Sulla base dei pareri elaborati dagli SCA e degli elementi componenti il RP, l’AC valuta i possibili impatti significativi sull’ambiente proposti dal Piano (comma 3), che vengono sintetizzati in un documento definito parere preliminare, che definisce il termine della prima fase. È necessaria la pubblicazione del parere preliminare (comma 5). Sulla base delle indicazioni di Piano, ha inizio la seconda parte della procedura di VAS, che comporta l’elaborazione del Rapporto Ambientale (RA) il quale viene redatto in base al contenuto dell’Allegato VI del D.Lgs n.152/06: ALLEGATO VI - Contenuti del Rapporto ambientale di cui all'art.13: Le informazioni da fornire con i rapporti ambientali che devono accompagnare le proposte di piani e di programmi sottoposti a valutazione ambientale strategica sono: a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi; b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma; c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all'art.21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n.228. e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale; f) possibili impatti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi; g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali impatti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o del programma; h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste; i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall'attuazione del piani o del programma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare; j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti.

Nel presente lavoro il RA si compone del RP che ne costituisce parte integrale. Rispetto al quadro normativo riportato, si può dire che l RP assolve a quanto proposto ai punti a), b) c), d) ed h). Per i residui punti, il RA propone una elaborazione sulla base di una serie di operazioni valutative atte a verificare il livello di congruenza tra le azioni e gli obiettivi del Piano. Descrive la compatibilità delle strategie generali adottate ai vari gradi di pianificazione tenendo conto dei principi essenziali di sostenibilità ambientale, introducendo misure per impedire, ridurre e compensare eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente, laddove essi venissero riscontrati. A tal proposito, si riporta, dal D.Lgs n. 152/06:

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Art.13 - Redazione del rapporto ambientale 4. Nel rapporto ambientale debbono essere individuati, descritti e valutati gli impatti significativi che l'attuazione del piano o del programma proposto potrebbe avere sull'ambiente e sul patrimonio culturale, nonché le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell'ambito territoriale del piano o del programma stesso

La successiva fase consiste nella trasmissione del RA, unitamente alla Sintesi non Tecnica (SnT), ed al Piano, all’AC. Componente imprescindibile di questo processo è la procedura di pubblicazione degli atti che nel caso in esame sono quelli indicati dalla d.g.r. 169/10: Par.2.4.4 – Pubblicità e consultazioni 1. … contestualmente alla trasmissione di cui sopra, il Proponente/Autorità Procedente cura la pubblicazione degli atti ai fini della consultazione pubblica e della più ampia diffusione mediante: a) la pubblicazione di un avviso, reperibile sul sito istituzionale della Regione Lazio, nel Bollettino Ufficiale della Regione Lazio (BURL). L’avviso deve contenere: l’indicazione del Proponente/Autorità Procedente, il titolo della proposta di Piano/Programma, l’indicazione delle sedi ove può essere presa visione del Piano/Programma, del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica e presso le quali è possibile inviare in forma scritta le osservazioni al Piano/Programma; b) il deposito presso gli uffici dell’Autorità Competente, del Proponente/Autorità Procedente nonché presso gli uffici delle Regioni e Province territorialmente anche solo parzialmente interessate dal Piano/Programma o dagli impatti potenzialmente derivanti dalla sua attuazione; c) pubblicazione sui siti web dell’Autorità Competente e del Proponente/Autorità Procedente

questo consente la partecipazione del pubblico, il quale può presentare circostanziate osservazioni al Piano nel termine di 60 (sessanta) giorni dalla avvenuta pubblicazione. Alla luce degli esiti della consultazione pubblica, nonché delle osservazioni / obiezioni / suggerimenti, l’AC da inizio all’istruttoria di valutazione del RA, della SnT e del Piano in oggetto. Viene quindi trasmesso il parere motivato finale con eventuali prescrizioni all’AP e all’organo atto all’adozione/approvazione del piano, nel termine di 90 (novanta) giorni dalla trasmissione della documentazione. In questa fase conclusiva viene gestito l’intero processo di informazione sulla decisione finale dell’autorità competente in materia, come da D.Lgs 152/06: Art.17 - Informazione sulla decisione 1.La decisione finale è pubblicata nella Gazzetta Ufficiale o nel Bollettino Ufficiale della Regione con l'indicazione della sede ove si possa prendere visione del piano o programma adottato e di tutta la documentazione oggetto dell'istruttoria. Sono inoltre rese pubbliche, anche attraverso la pubblicazione sui siti web della autorità interessate: a) il parere motivato espresso dall'autorità competente; b) una dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano o programma e come si è tenuto conto del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni, nonché le ragioni per le quali è stato scelto il piano o il programma adottato, alla luce delle alternative possibili che erano state individuate; c)le misure adottate in merito al monitoraggio di cui all'articolo 18.

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Si possono così riassumere tutte le fasi nel seguente schema procedurale: area VIA - Autorità COMUNE - Autorità PROCEDURA di VAS Competente (AC) Procedente (AP) Piano Predisposizione Rapporto Preliminare (RP) ed elenco Soggetti competenti (SCA).

Avvio procedura: Trasmissione RP + SCA Trasmissione RP + + Sintesi del Piano SCA+ Sintesi del Piano (richiesta incontro per D.Lgs.152/06 art.12, concordare attività) co.1-2 d.g.r. 169/10 par 2.4.1 Conferma SCA con L'AC può modificare 90 gg eventuale incontro e/o integrare l'elenco PARERE (15gg. D.Lgs.152/06 SCA fornito dall'AP PRELIMINARE art.12, co.2 d.g.r.169/10 (15 gg.) } D.Lgs.152/06 art.12, par 2.4.2 punto 2, co.4 lettera b d.g.r.169/10 par. 2.4.2 punto 2 lettera e Trasmissione RP agli Trasmissione RP + FASE PRELIMINARE SCA definitivi Sintesi del Piano agli D.Lgs.152/06 art.12 + pubblicazione SCA definitivi d.g.r.169/10 par D.Lgs.152/06 art.12, 2.4.1/2.4.2 co.2 d.g.r.169/10 par 2.4.2 punto 2, lettera c Trasmissione del parere L'AC comunica Ricezione esito della entro 30 gg. Con l'esito della consultazione eventuale conferenza di consultazione e le preliminare dalla AC servizi D.Lgs.152/06 modalità Eventuale redazione del art.12, co.3-4 d'attivazione della Rapporto Ambientale d.g.r.169/10 par 2.4.2 successiva fase di (RA) sulla base delle punto 2, letter d-e pubblicizzazione osservazioni degli SCA a D.Lgs.152/06 art.12, seguito di eventuale co.4 Conferenza d.g.r.169/10 par D.Lgs.152/06 art.13 2.4.2 d.g.r.169/10 par.2.4.3 punto 4

Predisposizione Rapporto Ambientale (RA)

Trasmissione RA + Ricezione del RA, Gestione della 60 gg Sintesi non tecnica SNT e Piano da parte pubblicazione degli atti il pubblico può (SNT) + Piano della AP su: presentare qualsiasi tipo FASE INTRODUTTIVA -avviso sul BURL o sulla di osservazione D.Lgs.152/06 artt.13- Pubblicazione GU ↓ 14 } D.Lgs.152/06 art.13, -deposito uffici AC OSSERVAZIONI d.g.r.169/10 parr.2.4.3- co.5 -sito web AC e AP PUBBLICO 2.4.4 D.G.R.169/10 par 2.4.4 D.Lgs152/06 art.14, co.1 D.Lgs.152/06 art.14 co.3 punto 1 d.g.r.169/10 par 2.4.4 d.g.r.169/10 par 2.4.4 punti 1a,b,c punto 2

18 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

Deposito copie presso Uffici della Regione, della Provincia e sedi SCA D.Lgs 152/06 art.14 co.1 d.g.r.169/10 par.2.4.4 punto 1 lettera b

Valutazione del RA + SNT + Piano + esiti della consultazione, FASE ISTRUTTORIA delle osservazioni, D.Lgs.152/06 art. 15 obiezioni del pubblico d.g.r.169/10 par. 2.5 D.Lgs.152/06 art.15, co.1 d.g.r.169/10 par.2.5 punto 1

Espressione del Collaborazione tra Revisione del Piano alla PARERE MOTIVATO AC e AP per luce del PARERE D.Lgs 152/06 art.15, apportare modifiche MOTIVATO e co.1 D.Lgs. 152/06 art.15 trasmissione all'organo 90 gg d.g.r.169/10 co.2 atto espressione del PARERE MOTIVATO dal termine par 2.6 punto 1 d.g.r.169/10 par.2.5 all'adozione/approvazio } punto 3 ne dei tempi previsti per la FASE CONCLUSIVA CONSULTAZIONE D.Lgs.152/06 art.15 D.Lgs.152/06 artt.15- D.Lgs.152/06 art.15 co.1 16 co.2, art.16 d.g.r.169/10 d.g.r.169/10 par.2.6 par.2.5 punti 3-4 Pubblicazione del Gestione della provvedimento in GU - pubblicazione BURL- web D.Lgs.152/06 art.17 D.Lgs.152/06 art.17 d.g.r.169/10 d.g.r.169/10 par.2.6 par.2.6 punto 1

Fase di monitoraggio: MONITORAGGIO controllo sugli impatti D.Lgs.152/06 art.18 D.Lgs.152/06 art.18 d.g.r.169/10 par.2.7 d.g.r.169/10 par.2.7

La finalità prioritaria della valutazione è la verifica della rispondenza del Piano con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, sia in ordine al grado di integrazione dei principi di sviluppo sostenibile al suo interno, sia in ordine al complessivo impatto ambientale, ovvero la diretta incidenza sulla qualità dell’ambiente. Quindi, la valutazione di tipo strategico si propone di verificare che gli obiettivi individuati siano coerenti con quelli propri dello sviluppo sostenibile, e che le azioni previste nella struttura di piano coerenti e idonee al loro raggiungimento.

1.1.4 - Scopo del Rapporto Preliminare Il RP è lo strumento per la definizione della portata e del livello di dettaglio delle informazioni da includere nel RA. Il suo scopo dunque, non è solamente l’individuazione e la focalizzazione delle fasi e dei soggetti coinvolti nell’iter amministrativo, con la definizione dei tempi e delle competenze rispettive

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conformemente ai contenuti e alla struttura del Piano in analisi, alle disposizioni normative, ma anche la definizione del livello di dettaglio delle informazioni da includere nel successivo RA. Il Rapporto Preliminare costituisce essenziale complemento del presente documento, anche per una serie di contenuti cartografici; e per addivenire ad una comprensione complessiva del processo di VAS, a questo si rimanda per i relativi contenuti.

1.1.5 - Scopo del Rapporto Ambientale Il Rapporto Ambientale viene predisposto affinché vengano descritti e valutati gli impatti significativi che l'attuazione della Variante proposta potrebbe avere sull'ambiente e sul patrimonio culturale, tenuto conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione conseguibili, in ordine ai contenuti e al livello di dettaglio del Piano; deve inoltre dare atto della consultazione degli SCA tenutasi attraverso la fase di scoping evidenziando come siano stati presi in considerazione i contributi pervenuti.

1.2 - APPROCCIO METODOLOGICO SCELTO PER LA VAS

1.2.1 - Motivazioni per cui il Piano deve essere assoggettato a VAS e modalità La Valutazione Ambientale Strategica della Variante Urbanistica in località “Corsano”, nel Comune di Zagarolo segue le linee guida dettate dall’Allegato VI alla Parte Seconda del D.Lgs. n.152/2006 e ss. mm. e ii, partendo dalla base valutativa del documento preliminare redatto nella precedente fase di scoping, nonché dalle osservazioni avanzate dagli enti competenti. Il presente Rapporto Ambientale consta di un primo inquadramento programmatico e pianificatorio che ha il fine di descrivere i contenuti di PIANO e verificare, in prima istanza, la pertinenza e la rispondenza delle azioni di PIANO con gli strumenti sovraordinati. Dopo di che viene esposto un inquadramento del contesto ambientale e territoriale di riferimento, che ha lo scopo di portare alla luce ed analizzare le eventuali criticità sulle componenti ambientali ad opera del PIANO stesso. Dalle scelte di pianificazione fatte con il PIANO si determinano le correlazioni tra le trasformazioni del territorio ed i relativi aspetti ambientali, intesi come scelte di interazione con l’ambiente, e gli impatti ambientali che potenzialmente possono generarsi. L’esercizio di correlazione permette di individuare le componenti ambientali interessate alla attuazione delle previsioni di piano e delle scelte strategiche contenute nel PIANO; su tali scelte viene condotta l’analisi ambientale. Il processo di valutazione ambientale è comunque supportato dalle informazioni sullo stato dell’ambiente e delle risorse naturali relative al territorio. Tale processo deve esaminare le indicazioni sulle interazioni positive e/o negative tra l’ambiente ed i principali assi di sviluppo futuro, deve dare indicazioni circa le possibili evoluzioni dello stato dell’ambiente. L’analisi effettuata sul territorio consente di approfondire le dinamiche delle criticità ambientali. L’analisi consente la realizzazione di una matrice delle criticità ambientale dell’area interessata dal PIANO. Per ciascun tema o aspetto ambientale individuato come pertinente vengono successivamente individuati gli obiettivi ambientali di riferimento. Tale individuazione scaturisce dall’analisi delle normative vigenti e dalle interazioni con altri piani e programmi correlati al PIANO: tale analisi è chiamata VERIFICA DI COERENZA ESTERNA. In considerazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale, definiti a partire dall’analisi del contesto ambientale e dalla coerenza esterna del PIANO, è selezionato un set di indicatori chiave scelti tra quelli considerati maggiormente rappresentativi di ciascuna delle componenti ambientali in esame. Infine, alla luce di tutti gli elementi valutativi, fin qui riportati, si effettua la VALUTAZIONE degli impatti ambientali del PIANO: l’individuazione e la valutazione di tali impatti, pur nella complessità di confrontare elementi disomogenei, è volta a fornire indicazioni su potenziali rischi e su fattori di impatto cui prestare particolare attenzione in fase di attuazione del PIANO. Pertanto l’obiettivo rimane

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la “previsione” degli effetti del PIANO e la “valutazione” della significatività degli stessi nella prospettiva della sostenibilità ambientale.

1.2.2 - La base e la struttura del lavoro di analisi Il Comune in analisi appartiene alla Provincia di Roma. Il Piano Provinciale, di recente approvazione, risulta dotato di VAS. Lo stesso Codice dell’Ambiente nella parte I Disposizioni comuni e principi generali, all’art.4 dispone che: La VAS viene effettuata ai vari livelli istituzionali tenendo conto dell’esigenza di razionalizzare i procedimenti ed evitare duplicazioni nelle valutazioni

L'art.13, comma 4 del medesimo Codice riporta inoltre come per evitare duplicazioni della valutazione, possono essere utilizzati, se pertinenti, approfondimenti già effettuati ed informazioni ottenute nell'ambito di altri livelli decisionali o altrimenti acquisite in attuazione di oltre disposizioni normative

Per le considerazioni sopra espresse, il Rapporto Preliminare contiene i risultati degli studi e delle analisi effettuate per il Quadro conoscitivo del Rapporto Territorio del PTPG di Roma. Le singole indagini che compongono il Rapporto Ambientale sono costrette a far riferimento ad entità territoriali specifiche, coerenti con l’oggetto stesso dell’analisi. I temi sono alla fine raggruppabili in tre distinte categorie: gli aspetti economici; gli aspetti ambientali; gli aspetti urbanistici. I tematismi sono stati applicati a determinate porzioni di territorio definite Unità Territoriali che hanno costituito il riferimento per ogni singola valutazione. Le valutazioni espresse in merito agli obiettivi di Piano, riferiti ai sistemi ed alle unità territoriali di cui il territorio considerato è parte, sono: - il Sistema Locale (SL) 2 Velletri - Sub Sistema Locale (sub SL) per l'Analisi Economica, insieme ai Comuni di Bellagra, Castel San Pietro, Cave, Gallicano, Labico, Olevano Romano, Palestrina, Rocca di Cave, Rocca Santo Stefano, Roiate, San Vito Romano, Zagarolo e San Cesareo; - il Sistema Urbano Morfologico (SUM) 10 Colli Laziali - Albani per l'Analisi Urbanistica, comprendente, oltre a Zagarolo, i Comuni di Monte Porzio Catone, Montecompatri, Rocca Priora, San Cesareo, Lariano e Velletri; - l'Unità Territoriale Ambientale (UTA) 12 Colli Albani per i'analisi ambientale, insieme ai Comuni di Ciampino, Frascati, Monte Porzio Catone, Montecompatri, San Cesareo, Rocca Priora, Palestrina, Artena, Lariano, Rocca di Papa, Marino, Castelgandolfo, Albano Laziale, Ariccia, Nemi, Genzano di Roma, Lanuvio e Velletri. Questo patrimonio di dati, informazioni e valutazioni rappresenta la base di conoscenza sulla quale articolare e dettagliare l'analisi del territorio in esame in sede di redazione del Rapporto Ambientale.

1.3 - INDIVIDUAZIONE DEI SOGGETTI PARTECIPI DEL PROCEDIMENTO Nella precedente fase di Scoping, sono stati coinvolti i SOGGETTI COMPETENTI IN MATERIA AMBIENTALE (SCA), la cui individuazione, ai sensi della vigente normativa, è avvenuta in collaborazione tra l’Autorità Procedente e l’Autorità Competente: Art.12. Verifica di Assoggettabilità 2. L'autorità competente in collaborazione con l'autorità procedente, individua i soggetti competenti in materia ambientale da consultare e trasmette loro il documento preliminare per acquisirne il parere. Il parere è inviato entro trenta giorni all'autorità competente ed all'autorità procedente ...

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L’AUTORITA’ PROCEDENTE è il Comune di Zagarolo, l’AUTORITA’ COMPETENTE è la Regione Lazio, secondo quanto disposto dallo stesso D.Lgs.152/2006. Come già enunciato, nel 2008 la Regione Lazio ha provveduto all’individuazione dell’Autorità Competente in materia di VAS con la l.r. n.14.

1.3.1 - I soggetti competenti in materia ambientale (SCA) Sono le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessate agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione del Piano (art.2 co.1 lettera s del Codice). Gli SCA coinvolti nel procedimento sono stati i seguenti: SOGGETTI COMPETENTI INDIRIZZO POSTALE / PEC./ FAX.

1 REGIONE LAZIO Viale del Tintoretto, 432 00142 Roma Direzione Regionale Ambiente [email protected] Area: Conservazione Natura e Foreste fax: 06.51 07 79 252 2 REGIONE LAZIO Viale del Tintoretto, 432 00142 Roma Direzione Regionale Ambiente [email protected] Area: Conservazione Qualità dell’Ambiente fax: 06.51 07 79 252 3 REGIONE LAZIO viale del Tintoretto, 432 00142 Roma Direzione Regionale Ambiente [email protected] Area: Difesa del suolo e Concessioni Demaniali fax: 06.51 68 84 98 4 REGIONE LAZIO via del Giorgione, 129 00147 Roma Dir. Regionale Territorio ed Urbanistica [email protected] Area: Urbanistica e copianificazione comunale (Roma Capitale e fax: 06.51 68 88 21 provincia) 5 MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI via di San Michele, 22 00153 - Roma Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio [email protected] fax: 06.58 43 47 87 6 MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI Via Pompeo Magno, 2 00192 Roma Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio [email protected] fax: 06.32 14 447 7 MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI Via Cavalletti, 2 00186 Roma Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le [email protected] Province di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo [email protected] fax: 06.69 94 12 34 8 ARP – Agenzia Regionale Parchi Via del Pescaccio, 96 00166 Roma [email protected] fax: 06.51 68 73 92 9 PROVINCIA DI ROMA , 691 00159 Roma Settore Tutela Ambientale [email protected] fax: 06.43 59 86 85 10 PROVINCIA DI ROMA via Angelo Bargoni, 8 00153 Roma Settore Governo del Territorio [email protected] fax: 06.67 66 77 34

22 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

11 AB Tevere Via Vittorio Bachelet, 12 00185 Roma Autorità di Bacino del Fiume Tevere [email protected] fax: 06.49 24 93 00 12 ARPA LAZIO Via Garibaldi, 114 02100 Rieti Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Lazio [email protected] fax: 0746.25 32 12

Gli SCA sono le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessate agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione del PIANO in oggetto.

1.3.2 - I soggetti costituenti il pubblico Il pubblico è costituito da una o più persone fisiche o giuridiche, nonché, ai sensi della legislazione vigente, le associazioni, le organizzazioni o i gruppi di tali persone (art.5, comma 1, lettera u) del Codice dell'ambiente). In questo percorso procedurale non era stato evidenziato alcun soggetto specifico. Nessuno inoltre ha proposto alcuna indicazione in fase di pubblicità della procedura. Il pubblico quindi non è considerato interessato.

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2 - QUADRO PIANIFICATORIO E PROGRAMMATICO DI RIFERIMENTO

2.1 - LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO

2.1.1 - La normativa specifica di riferimento La legislazione vigente in materia urbanistica a livello nazionale è la n.1150 del 1942, (Legge Urbanistica Nazionale LUN) questa risulta variamente integrata e rinnovata ad opera delle leggi regionali. Con l’approvazione della legge urbanistica regionale “Norme sul governo del territorio” l.r.38 del 22 dicembre 1999, viene introdotto un quadro legislativo proprio nella Regione Lazio. In essa lo strumento urbanistico generale di livello comunale, definito P.U.C.G. (Piano Urbanistico Comunale Generale) distingue tra disposizioni strutturali e disposizioni programmatiche, ma mantiene nella sostanza l’impostazione della legge nazionale. Il principio innovativo della legge regionale è costituito da una procedura di approvazione basata sul principio della sussidiarietà dei piani ai vari livelli territoriali che si sostanzia nel conformare la pianificazione comunale alle sovraordinate disposizioni della pianificazione provinciale e regionale.

2.1.2 - La normativa ex l.1150/42 - Variante urbanistica La descrizione del Piano attraverso i suoi contenuti, è necessariamente riassumibile e trascrivibile secondo gli obiettivi implicitamente definiti dalla normativa istitutiva. Si riporta di seguito la normativa di riferimento, per quanto in ordine alla procedura di Variante Urbanistica Specifica, che è la procedura principale e per quanto in ordine alle procedure propedeutiche, in vario modo connesse e necessarie a che, quella del PIANO in oggetto, in evidenza, possa trovare piena e completa attuazione:

NORMA CORRELAZIONE

Legge 17 agosto 1942, Dare assetto complessivo all'intero territorio comunale, ovvero: n°1150 “Legge - indicare in sistema infrastrutturale; Urbanistica” - Art.7 - indicare il sistema insediativo; - individuare il sistema ambientale. Legge Regionale 22 Delineare i cardini dell’assetto del territorio comunale; dicembre 1999, n°38 Indicare le trasformazioni strategiche comportanti effetti di lunga durata; “Norme sul Governo del Tutelare l’integrità fisica e l’identità culturale del territorio comunale attraverso: Territorio” - Art.29 - la ricognizione della vicenda storica che ha portato all’attuale configurazione del territorio comunale e dello stato di conservazione del suolo e del sottosuolo, nonché dell’equilibrio dei sistemi ambientali; - l’articolazione del territorio non urbanizzato in ambiti, in relazione alle loro caratteristiche paesaggistiche, ambientali e produttive agricole; - la perimetrazione del territorio urbanizzato; - la definizione, per ognuna delle componenti territoriali individuate ai sensi dei precedenti numeri, delle disposizioni relative alle trasformazioni fisiche ammissibili ed alle utilizzazioni compatibili.

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Legge Regionale 22 - Specificare i perimetri delle zone da sottoporre alla redazione dei PUOC; dicembre 1999, n°38 - Specificare quali PUOC devono essere formati ed i termini entro i quali devono essere “Norme sul Governo del compiuti i relativi adempimenti; Territorio” - Art.30 - Specificare i caratteri delle trasformazioni fisiche e funzionali ammissibili negli ambiti urbani non assoggettati alla redazione dei PUOC, specificando le modalità di attuazione delle trasformazioni; - Specificare quali trasformazioni fisiche e funzionali di immobili aventi rilevanza territoriale urbanistica e, pertanto, soggetti al rilascio della concessione edilizia, si prevede siano attuate senza l'intervento di un PUOC, specificando le trasformazioni ammissibili e le modalità ed i termini di attuazione delle trasformazioni; - Specificare le destinazioni d’uso specifiche, con particolare riferimento a quelle per funzioni pubbliche o collettive, attribuite ad immobili determinati, i cambi di destinazione d’uso ammissibili e le incompatibilità assolute; - Specificare gli interventi di urbanizzazione e di realizzazione di spazi per funzioni pubbliche e collettive nonché gli interventi di edilizia residenziale sociale ai sensi dell’art.1, commi 258 e 259 della legge n.244/2007; - Specificare gli immobili da acquisire alla proprietà pubblica; - Specificare quali trasformazioni debbono attuarsi previa acquisizione pubblica di immobili esattamente individuati o mediante le forme di perequazione previste nei PUOC; - Specificare il piano economico di competenza comunale. Tabella 1: Obiettivi derivanti dalla normativa istitutiva

2.2 - LA PIANIFICAZIONE COMUNALE

2.2.1 - La Variante Generale al Piano Regolatore Generale Disponendo di strumento urbanistico generale approvato con DGR n.2857/82, il Comune di Zagarolo ha adottato, con delibera del Consiglio Comunale n.56 del 29.12.2000, la Variante Generale al PRG, ha provveduto ad eseguire la prevista pubblicazione ed ha formulato le controdeduzioni alle osservazioni pervenute con Delibera di Consiglio n.53 del 27.07.2002. Da quanto riportato negli elaborati di progetto, gli OBIETTIVI che la Variante Generale del P.R.G. adottata con delibera del Consiglio Comunale n.56 del 29.12.2000, ha indicato sono, come estratti dalla Relazione Generale, di cui viene indicata la pagina. Dall’analisi dello stato attuale delle trasformazioni intervenute risulta che: (p.36) “… risultassero inevase le previsioni insediative in ordine … ai servizi … alle necessità delle produzione, dei servizi alle persone e alle imprese, del commercio e della distribuzione …” (p.37) “… nell’ambito del fabbisogno extra residenziale si manifestassero esigenze … di insediamenti commerciali e artigianali … ed esigenze di previsioni ulteriori …” “… indicazioni da inserire nelle previsioni urbanistiche … servizi alla produzione … funzionali degli insediamenti produttivi … di nuova localizzazione …” “… servizi terziari … all’interno delle nuove previsioni di carattere produttivo/artigianale o delle aree di intervento complesso …” (p.38) “… OBIETTIVO prioritario … conferire ordine e coerenza alla modalità d’uso del territorio …” (p.39) “… da segnalare l’insediamento abusivo di Valle Martella che per dimensioni e modalità di crescita ha … condizionato l’intera vicenda urbanistica …” (p.40) “… altro elemento significativo è il riordino delle attività produttive …”

Da quanto riportato negli elaborati di progetto, le STRATEGIE della Variante Generale del P.R.G., adottata con delibera del Consiglio Comunale n.56 del 29.12.2000, sono, come estratti dalla Relazione Generale: (p.39) “… ridurre la frammentazione … in relazione ad una maggior riaggregazione nelle destinazioni funzionali …”

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(p.40) “… destinazione da assegnare a … l’area di Corzano … in quanto l’ubicazione … consente di conferire utilizzazioni di rango sovracomunale …”

Quanto sopra si concretizzava nelle azioni proposte dalla Relazione e dalle destinazione d’uso del territorio stabilite nelle Norme tecniche di Attuazione. L’articolazione prevedeva l’attribuzione a quest’area delle seguenti sottozone: - B2.1b completamento mediante densificazione di tipo areale; - E di valorizzazione delle attività agricole e di tutela del paesaggio agrario - I.2 ambiti per interventi complessi a destinazione mista con presenza di strutture produttive ed agriturismo La Variante Generale approvata con delibera di Giunta Regionale n.324 del 30/06/2007, pubblicata sul BUR n.18 supplemento n.5, stralciava la Zona I.2 e riduceva la zonizzazione a due sole zone: - B2.1b completamento mediante densificazione di tipo areale; - E di valorizzazione delle attività agricole e di tutela del paesaggio agrario; Alla luce di quanto sopra, con i medesimi attori che avevano perseguito le iniziative’Amministrazione Comunale intende perseguire l’acquisizione di una zona produttiva adeguata alle proprie aspettative. Ha proceduto quindi alla modifica ed all’unione delle istanze richiamate, al fine di ristabilire un equilibrio zonizzativo ed insediativo, attraverso la predisposizione di un progetto di variante urbanistica.

2.2.2 - La Variante specifica al Piano Regolatore Generale (Piano) Il progetto presentato interessa un’area pressoché identica alla precedente in termini di estensione, che perde la porzione più settentrionale ed acquisisce l’area adiacente al suo precedente limite occidentale. La modifica areale interessa circa il 30% dell’intera estensione della variante. Questo 30% rappresenta le aree precedentemente proposte in trasformazione, al di fuori del percorso dettato dalla Variante di Piano Regolatore. Le incongruenze rilevate dal Comitato Tecnico sono state valutate e le indicazioni originarie sono state modificate. La presente variante propone nella sua stesura, una zonizzazione redatta in forma semplificata ed omogenea, rispetto alle grandezze proposte nella zonizzazione del PRG, in modo che ogni diversa funzione acquisirà le grandezze ed i parametri già contenuti della corrispondente zona di PRG, senza introdurre nuovi e diversi modelli insediativi. Viene così a definirsi, a fine percorso, non più una onnicomprensiva Zona I, bensì la somma di due distinte Zone: la Zona C e la Zona I, che a sua volta raccoglie comprende 4 sottozone corrispondenti a quanto indicato dal P.R.G. per le zonizzazioni seguenti: D1; F2.2; F3.1; G2.3, nella proporzione illustrata nel seguito del presente documento. Vale sottolineare infine l’importanza della totale e completa congruità della proposta avanzata, con gli strumenti di programmazione territoriale sovraordinati. Sia il PTPR, che il PTPG, sono stati redatti in concomitanza con la fase istruttoria presso la Regione Lazio, del PRG comunale e le istanze in esso contenuto sono state opportunamente valutate, integrate ed inserite nei tre livelli di pianificazione, contemporaneamente. Questo, insieme alla già citata congruenza con il resto della pianificazione comunale, come da relazione istruttoria di approvazione del Piano stesso, determina l’assoluta compatibilità della proposta avanzata.

2.2.3 - Descrizione delle parti L’intervento oggetto di esame riguarda un’area di 1.308.576 mq, di cui, senza computare i fossi e la sede stradale della via Prenestina, 1.285.658 mq sono interessati dalla nuova zonizzazione proposta in Variante Urbanistica Specifica alla Variante Generale del P.R.G. L’area ricade in località “Corsano”, collocata lungo la SP.13c Nuova Prenestina, in continuità con il Comune di Roma ed in prossimità del confine nord del territorio comunale di Zagarolo, dal cui centro storico dista circa 10,5 Km.

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L’accesso all’area è consentito dai tracciati viari locali esistenti che vanno a definire l’attuale lottizzazione agraria. L’assetto morfologico è privo di pendenze significative e l’intera area si presenta sostanzialmente pianeggiante. La struttura vegetazionale e il sistema agricolo, nell’area di intervento come su tutto il territorio comunale, sono estremamente ricchi: in passato il sito era interessato da una pregevole coltura vitivinicola, attualmente esercitata solo in modo marginale e sostanzialmente per autoconsumo. Dell’antica struttura vegetativa, tenendo presente che l’area è stata sempre sottoposta a coltura agricola, si rintracciano lembi di vegetazione spontanea nelle aree poco sfruttate per la messa a coltura di essenze arboree da frutto. Le formazioni boschive sono assenti dall’area in esame. Una caratteristica peculiare della ricca vegetazione che un tempo ha caratterizzato il territorio comunale, soprattutto in ragione del substrato geologico formato da terreno vulcanico, è il suo permanere in forme sparse e senza continuità, lungo le scarpate della viabilità e un po’ in tutte le aree residuali non interessate dai processi di trasformazione agricola e abitativa. Il territorio quindi, pur sottoposto ad un intenso processo di trasformazione, conserva notevoli elementi di qualità paesaggistica. Il sistema colturale agrario conserva ancora la sua originaria vocazione e la sua dimensione economica, ma l’attività è oggi in fase di dismissione. Parte delle volumetrie comprese in zona B.1, proviene per l’appunto da attrezzature di ricovero a carattere agricolo. L’intervento di trasformazione urbanistica del territorio è interamente ricompreso all’interno di in una barriera verde di separazione. La porzione interessata dal vincolo dell’Agro romano, è una piccola fascia a nord dell’area di intervento. Stessa funzione assumerà l’area di rispetto del fosso di Passerano, che delimita l’intervento nella sua fascia orientale. Troviamo nella parte meridionale dell’intervento una fascia, anch’essa perimetrale interessata da un decreto di vincolo archeologico. Una seconda ampia porzione di territorio a nord dell’edificato di Valle Martella verrà ceduto all’Amministrazione comunale per la realizzazione di servizi di interesse generale. Infine la porzione occidentale dell’area di intervento contiene una fascia cuscinetto, che allontana lo stesso dal confine con il territorio di Roma Capitale. La restante porzione di territorio è in parte interessata da vincolo di zona di interesse archeologico, rispetto la quale ogni intervento è subordinato alla verifica, secondo le modalità stabilite, dell’esistenza stessa del bene. Ai fini di un più chiaro esame della proposta oggetto di Variante Urbanistica Specifica si riporta di seguito schematicamente la storia zonizzativa dell’area, che ha visto in sede di adozione della precedente Variante Generale del P.R.G. una definizione poi stralciata in sede di approvazione, e con la presente Variante Urbanistica Specifica ora riproposta, con le opportune modifiche, alla luce delle considerazioni che in quella sede ne impedirono l’accoglimento. La variante di aggiornamento al PRG adottata con delibera del Consiglio Comunale n.56 del 29.12.2000 attribuisce a quest’area le seguenti destinazioni: - Zona E - di valorizzazione delle attività agricole e di tutela del paesaggio agrario; - Zona I - ambiti per interventi complessi, sottozona I2, ambiti per interventi complessi a destinazione mista con presenza di strutture produttive ed agriturismo; La medesima variante, approvata con delibera di Giunta Regionale n.324 del 30/06/2007, contiene lo stralcio della Zona I e riduce la zonizzazione a: - Zona E - di valorizzazione delle attività agricole e di tutela del paesaggio agrario; Oltre a quanto sopra, bisogna menzionare che il territorio vede la presenza di due piccole porzioni di terreno, completamente inglobate dalle aree di cui la presente variante, cui veniva e viene riconosciuta la destinazione urbanistica di: - Zona B - di mantenimento e di integrazione delle volumetrie esistenti e di completamento dei nuclei edilizi; sottozona B2.1b, di completamento mediante densificazione di tipo areale; - Zona D - per attività economico - produttive; sottozona D.4, interventi a carattere puntuale. Di queste la Zona B viene sostanzialmente mantenuta, subendo solo una leggera riperimetrazione. Non risulta quindi ricompresa tra le aree di cui alla presente proposta.

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La Zona D.4, pur essendo già un’area a destinazione industriale, viene al contrario inglobata e riassorbita al fine di uniformare parametri urbanistici e quindi le modalità di trasformazione del territorio, per garantire uniformità di comportamento a tutta l’area. La sottozona D.4 viene eliminata. Il Piano oggetto della presente variante, nel ripercorrere la strada già intrapresa e confermando quindi OBIETTIVI e STRATEGIE, si concretizzava nella AZIONI, illustrate in maniera articolata, nella Relazione e nelle Norme tecniche di Attuazione ed in riferimento alle planimetrie a corredo, in cui ripropone le seguenti zone e sottozone: - Zona C - di formazione di insediamenti edilizi strutturati; con una superficie territoriale pari a 30.000 mq, costituisce il 2,3% della complessiva variante proposta. Tale zona è composta dalle seguenti sottozone: - C1 per insediamenti di edilizia residenziale; - C2 per insediamenti di edilizia residenziale pubblica; - Zona I - ambiti di interventi complessi; con una superficie territoriale pari a 1.255.658 mq, costituisce il 97,7% della complessiva variante proposta. Tale zona è composta dalle seguenti sottozone:  D1 Attività economiche-produttive di nuova localizzazione;  F2.1 servizi ed attrezzature pubbliche di interesse comune;  F2.2 per servizi di interesse generale;  F3.1 per verde pubblico attrezzato a parco naturale;  G2.3 nuove attrezzature turistico-ricettive.

Per la redazione del Piano Particolareggiato di Attuazione della Zona C e della Zona I, dovranno essere rispettati i seguenti parametri zonizzativi e dimensionamenti: Sup. Ter. it Volume Q Sup Cop % mq mc/mq mc mq/mq mq Sottozone C1+C2 2,3% 20˙000+10˙000 1,00 20˙000+10˙000 Sottozona D1 73,8% 948˙162 0,40 379˙265 Sottozona F2.1/2 6,4% 82˙504 1,00 82˙504 Sottozona F3.1 12,0% 154˙628 Sottozona G2.3 5,5% 70˙364 1,70 119˙619 TOTALE 100,0% 1˙285˙658 232˙123 379˙265

Le aree in cessione costituiscono circa il 20,0% dell’intero intervento e sono ricomprese all’interno delle sottozone C2, D1, F2.1/2 e F3.1, quantificate come indicato nella seguente tabella: Aree in cessione Sup. Ter. Sup Territoriale mq mq % Sottozona C1+C2 20˙000+10˙000 0+10˙000 0,0%+0,8% Sottozona D1 948˙162 10˙000 0,8% Sottozona F2.1/2 82˙504 82˙504 6,4% Sottozona F3.1 154˙628 154˙628 12,0% Sottozona G1 70˙364 0 0,0% TOTALE 1˙285˙658 257˙132 20,0%

La presente variante vuole riproporre diverse funzioni e destinazioni d’uso, che puntino ad integrare quelle già presenti nel territorio comunale con: - la creazione di un vero polo industriale/artigianale; - l’incremento della dotazione di servizi della vicina “Valle Martella”;

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- la realizzazione di edilizia residenziale sociale. Le sottozone conterranno essenzialmente quattro funzioni: - C a destinazione abitativa; - D a destinazione artigianale/commerciale/direzionale; - F a destinazione servizi; - G a destinazione turistico/ricettiva. Il carico insediativo stimato risulta pertanto di circa 300 abitanti.

2.2.4 - Lo scopo L’Amministrazione comunale è da tempo impegnata dalla definizione e realizzazione di una adeguata zona industriale - commerciale sul proprio territorio. A questo scopo era stata individuata ed inserita nel variante generale al PRG adottata con delibera del Consiglio Comunale n.56 del 29.12.2000 ed approvata con delibera di Giunta Regionale n.324 del 30/06/2007, pubblicata sul BUR n.18 supplemento n.5, una ampia area denominata Zona I – Ambiti di interventi complessi, Sottozona I2 - a destinazione mista con presenza di strutture produttive ed agriturismo, in località Corsano/Valle Martella. Unitamente a questa era stato dato parere favorevole a due iniziative che presentavano piani integrati in variante al PRG, secondo la procedura promossa dall’ASP, su aree limitrofe a quella precedentemente indicata, ma che in sostanza avanzavano la medesima richiesta di destinazione d’uso. L’approvazione definitiva della variante urbanistica ha visto la perdita della Zona I, nelle sue due localizzazioni ed in conseguenza, tutto il potenziale edificatorio dedicato a funzioni Industriale – Artigianale / Commerciale. Successivi strumenti di pianificazione sovraordinata hanno modificato le possibilità di intervento. Alla luce della sostanziale correttezza della proposta già inserita nel PRG, come testimonia la relazione istruttoria conclusiva, di cui si riassume il percorso nel seguito, relativamente alla zonizzazione delle aree in località “Corsano” che qui interessa, rileva rimarcare che: - la variante in sede di approvazione regionale ha visto lo stralcio di due aree identificate in termini zonizzativi quali “Zona I1 e I2”, localizzata in due distinte aree del territorio comunale; - tale stralcio è stato apportato in sede di Comitato Tecnico Consultivo Regionale (CRpT) presso l’Assessorato Urbanistica, nella fase di verifica ed approvazione dell’istruttoria tecnica realizzata presso la struttura tecnica dell’Assessorato stesso; - la relazione istruttoria, redatta dagli uffici regionali, con cui la variante di PRG è stata istruita e modificata, rappresenta la conclusione di un lungo lavoro che molto aveva comportato la modifica della originaria stesura del Piano approvato in molte sue parti, senza tuttavia rilevare incongruenze e tanto meno anomalie nelle indicazioni pianificatorie riferite alla zonizzazione delle aree in oggetto; - relativamente quindi alla Zona I, sottozona I1 ed I2, la proposta di Piano risultava avere garantito il rispetto dei parametri legislativi in merito a criteri geologici, usi civici, uso del suolo, dotazione complessiva di standard urbanistici; - relativamente infine alla Zona I, sottozona I1 ed I2, la proposta di Piano è risultata essere modificata dal CRpT, in merito ad una “…troppo articolata proposta insediativa, con troppe funzioni diverse e mancanza di omogeneità e chiarezza..”, come dal verbale della seduta stessa.

2.2.5 - Motivazioni della localizzazione Sono diverse le motivazioni che hanno portato a sviluppare la proposta di PIANO nell’area di intervento prescelta, con ubicazione nell’estremità territoriale nord del Comune di Zagarolo. La prima, come più volte ribadito, è fortemente dipendente dalla totale mancanza di zone artigianali / industriali nel territorio comunale di Zagarolo, dovuta all’assenza di aree, previste per tale destinazione d’uso, ricadenti all’interno del comune, a seguito della scissione amministrativa per la

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formazione del nuovo Comune di San Cesareo (1990): gran parte delle previsioni edificatorie in questo senso, infatti appartiene all’attuale Comune di San Cesareo. Tuttavia, le indicazioni pianificatorie sovraordinate hanno tenuto conto di tale carenza, prevedendo due zone per lo sviluppo artigianale/industriale, ubicate rispettivamente a nord e a sud di Zagarolo. L’area che interessa il PIANO in oggetto si trova a nord. L’interesse dell’Amministrazione Comunale è sempre stato quello di perseguire l’acquisizione di una zona produttiva adeguata alle proprie aspettative. A tal proposito, è stata individuata ed inserita nella variante generale al PRG (adottata con DCC n.56 del 29/12/2000 ed approvata con DGR n.324 del 30/06/2007, pubblicata sul BURL n.18 supplemento n.5), un’ampia area denominata Zona I – Ambiti di interventi complessi, Sottozona I2 - a destinazione mista con presenza di strutture produttive ed agriturismo, in località Corsano/Valle Martella. L’approvazione definitiva della variante urbanistica ha però visto la perdita della Zona I, nelle sue due localizzazioni ed in conseguenza, tutto il potenziale edificatorio dedicato a funzioni Industriale – Artigianale - Commerciale. Vale sottolineare l’importanza della totale e completa congruità della proposta avanzata, con gli strumenti di programmazione territoriale sovraordinati. Sia il PTPR, che il PTPG, sono stati redatti in concomitanza con la fase istruttoria presso la Regione Lazio, del PRG comunale e le istanze in esso contenuto sono state opportunamente valutate, integrate ed inserite nei tre livelli di pianificazione, contemporaneamente. Questo, insieme alla già citata congruenza con il resto della pianificazione comunale, come da relazione istruttoria di approvazione del Piano stesso, determina l’assoluta compatibilità della proposta avanzata. L’area localizzata per l’intervento della Variante in questione è uno dei pochi luoghi con struttura fondiaria adeguata rispetto all’offerta urbanistica che offre, in quanto non è costituita da piccoli lotti, bensì da un’estesa proprietà terriera. Vale rammentare, inoltre, la stretta vicinanza dell’area di PIANO con Valle Martella a sud; tale località risulta essere ad oggi una delle più consistenti zone O della campagna romana. Va da sé che un intervento di entità tale (come quello previsto dalla Variante in oggetto) contribuisca a dotare di infrastrutture, servizi e strutture di carattere generale anche la limitrofa estesa area abusiva. Rileva sottolineare, in questa sede, l’ipotesi di realizzazione del nuovo anello del Grande Raccordo Anulare BIS, intorno alla capitale, a una distanza media dall’attuale GRA di circa 5 km. Si tratterebbe in sostanza di una sorta di GRA bis che collegherebbe la dorsale tirrenica (Roma- Civitavecchia) con la dorsale appenninica (Prima Porta - Fiano Romano-San Cesareo) e con due nuovi assi autostradali trasversali: a Nord la pedemontana di Bracciano e dei comuni lacustri di Anguillara e Trevignano (possibilmente con una bretella veloce verso Roma nord tramite Cesano / Cassia Bis o Braccianese) e a Sud quella dei Castelli Romani (Frascati), che si innesterà nel previsto corridoio autostradale tirrenico (Roma-Latina). Ci sono differente ipotesi di raccordo dell’asse ad est (che raccorderebbero l’Autostrada Roma - Fiumicino con i tracciati della Roma – Napoli, della Roma – L’Aquila e della bretella dell’A1) delle quali una è tangente all’area del PIANO. Prescindendo da quella che sarà la scelta definitiva del tracciato, è chiaramente intuibile come l’area di intervento sia ubicata in una posizione strategica in quanto a vicinanza agli assi infrastrutturali di livello nazionale all’interno del territorio comunale di Zagarolo. La scelta di collocare una zona per attività artigianali e industriali in questa area risulta, pertanto, più che mai motivata da tali elementi tecnico-funzionali che rafforzano la ragione storica precedentemente illustrata.

2.2.6 - Tabella sintetica di: Obiettivi, Strategie, Azioni di Piano L'approccio metodologico adottato per la definizione dello scenario di variante al PRG prevede l’applicazione di una classificazione gerarchica della definizione degli obiettivi e delle strategie della Variante, come sintetizzati nella tabella seguente. In particolare, a partire dagli obiettivi generali si passa alla definizione delle strategie per poi individuare le diverse azioni che la variante intende adottare per il loro conseguimento. Di seguito si riporta la struttura della Variante in esame, ricostruita a partire dalla Relazione illustrativa alla quale si rinvia per la descrizione delle singole azioni.

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OBIETTIVI

Creazione di un vero polo industriale/artigianale (p.37) Dall’analisi dello stato attuale delle trasformazioni intervenute risulta che “… risultassero inevase le previsioni insediative in ordine … ai servizi … alle necessità delle produzione, dei servizi alle persone e alle imprese, del commercio e della distribuzione …” “… indicazioni da inserire nelle previsioni urbanistiche … servizi alla produzione … funzionali degli insediamenti produttivi … di nuova localizzazione …” “… servizi OB 1 terziari … all’interno delle nuove previsioni di carattere produttivo/artigianale o delle aree di intervento complesso …” Dotazione di servizi in relazione all’insufficiente consistenza degli stessi nella vicina “Valle Martella” (p.36) Dall’analisi dello stato attuale delle trasformazioni intervenute risulta che “… risultassero inevase le previsioni insediative in ordine … OB 2 ai servizi … alle necessità delle produzione, dei servizi alle persone e alle imprese, del commercio e della distribuzione …” Realizzazione di edilizia residenziale sociale Dall’analisi dello stato attuale delle trasformazioni intervenute risulta che (riferimento sopra) (p.39) Dall’analisi dello stato attuale delle trasformazioni intervenute risulta che “… da segnalare l’insediamento abusivo di Valle Martella che per dimensioni e modalità di crescita ha … condizionato l’intera vicenda OB 3 urbanistica …” Rispetto e valorizzazione dei beni paesaggistici presenti nell'area (p.38) “… OBIETTIVO prioritario … conferire ordine e OB 4 coerenza alla modalità d’uso del territorio …”

STRATEGIE (Obiettivi specifici) Conservazione dei caratteri identitari delle aree vincolate interessate dalla presenza dell'Agro Romano e della fascia di rispetto del fosso di Passerano (p.39) “… ridurre la frammentazione … in relazione ad una maggior riaggregazione nelle S 1 destinazioni funzionali …” Indicazione e descrizione dei vincoli paesaggistici presenti nell'area e prescrizione, per ogni intervento afferente alla S 2 successiva pianificazione attuativa, di subordinazione dello stesso alla verifica dell'esistenza dei beni di tipo archeologico Pianificazione dell'assetto territoriale in osservanza delle prescrizioni ed indicazioni contenute nella pianificazione sovraordinata, ed in particolare nei piani territoriali paesistici PTP e PTPR della Regione Lazio e nel PTPG della Provincia di Roma (p.40) “… destinazione da assegnare a … l’area di Corzano … in quanto l’ubicazione … consente di conferire S 3 utilizzazioni di rango sovracomunale …” Variante zonizzativa in ordine alle necessità rilevate nell'ambito del territorio comunale e in osservanza ai vincoli rilevati di S 4 cui si specificano le implicazioni cogenti ai fini dei successivi interventi della pianificazione attuativa S 5 Individuazione delle due Zone I "Ambiti per interventi Complessi"e C "Densificazione" e relative sottozone omogenee S 6 Determinazione in termini quantitativi delle aree in cessione destinate alla zonizzazione C2, D1, F2.1/2, F3.1 AZIONI (Obiettivi operativi)

A1 Adeguamento della disciplina dell'assetto del territorio limitatamente all'area in esame in risposta a sopravvenute necessità urbanistiche A2 Redazione delle N.T.A. con particolare attenzione alla tutela della risorsa idrica A3 Realizzazione di una barriera verde di separazione dal Fosso di Passarano A4 Pianificazione Attuativa subordinata alla preventiva cessione all'Amministrazione Comunale delle aree definite in termini quantitativi nella Relazione Tecnica A5 Definizione nuova sottozona C1 per insediamenti di edilizia residenziale A6 Definizione nuova sottozona C2 per insediamenti di edilizia residenziale pubblica A7 Definizione nuova sottozona D1 Attività economiche-produttive di nuova localizzazione A8 Definizione nuova sottozona F2.1 per servizi ed attrezzature pubbliche di interesse comune A9 Definizione nuova sottozona F2.2 per servizi di interesse generale A10 Definizione nuova sottozona F3.1 per verde pubblico attrezzato a parco naturale A11 Definizione nuova sottozona G2.3 nuove attrezzature turistico-ricettive Tabella 2: Obiettivi / Strategie / Azioni di PIANO

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2.3 - IL QUADRO PROGRAMMATICO DELLA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA

2.3.1 - Piano Territoriale Paesistico (PTP)2 Il Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio disciplina i beni sottoposti a vincolo, introducendo il criterio della tutela omogenea delle aree e dei beni previsti dalla Legge Galasso n°431/85 e di quelli dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi della L.n.1497/39. Tutto il territorio comunale è compreso nel PTP n.9 “Castelli Romani”, adottato con DGR 2276 del 28 aprile 1987 e approvato con LR 6 luglio 1998, n.24 “Pianificazione paesistica e tutela dei beni e delle aree sottoposti a vincolo paesistico”. All’art.1 delle NTA del PTP sono elencate le finalità del piano: Le presenti norme attuano gli obiettivi generali della legge 431 del 1985 … tendono a proteggere e valorizzare l'insieme dei valori archeologici, naturali e paesistici vincolati e notificati dallo Stato e dalla Regione, nonché l'insieme dei valori diffusi sui quali i vincoli agiscono “ope legis”

Pertanto, l’OBIETTIVO (Obiettivo generale) del PTP è quello di Proteggere e valorizzare l'insieme dei valori paesaggistici, naturali ed archeologici vincolati. Nella tavola di pianificazione paesaggistica E3, e nello specifico E3/1, l’area del territorio comunale oggetto della Variante Urbanistica Specifica in esame presenta la seguente zonizzazione di tutela: - ZA3 - Zone agricole con rilevante valore paesistico ambientale: per la totalità della superficie interessata. Nelle N.T.A. del P.T.P. viene definita la disciplina della suddetta area di tutela: Art.19 - Zone agricole con rilevante valore paesistico ambientale. (zona 3 del Piano Paesistico) In queste zone il Piano Paesistico ammette un rapporto di copertura (mq/mq) non superiore ad un metro quadrato per ettaro. Sono ammesse piccole costruzioni di servizio all'agricoltura, con altezza massima mt. 2,40 con copertura a tetto e manto in tegole. Tali piccoli manufatti dovranno essere schermati sui quattro lati con la messa a dimora di essenze riportate nella tab. n° 1 alla famiglia A3/B3. I progetti di opere pubbliche o derivanti dai piani attuativi per gli insediamenti produttivi previsti dagli strumenti urbanistici attualmente vigenti e non ancora realizzati dovranno essere corredati del SIP di cui agli art. 69 e 70 delle presenti norme. Tali progetti dovranno comunque prevedere adeguate schermature con essenze messe a dimora sul perimetro esterno secondo la tipologia riportata nella tabella n° 1 alla famiglia A3/B3; A4/B4. I manufatti già realizzati, che si avvalgono delle disposizioni ex lege 47/85 dovranno dimostrare all'Organo competente per il rilascio del parere di merito di ottemperare a quanto previsto per gli edifici ricadenti nelle Z.5 del Piano Paesistico.

Nella Tavola E1 sono già individuati dal P.T.P. i vincoli relativi alla fascia di rispetto dei corsi d’acqua e alla presenza di un’area di interesse archeologico. Per quanto attiene al vincolo della fascia di rispetto dei corsi d’acqua, disciplinato dall’art.7 della L.R. 24/98, l’A.C. ha prodotto una osservazione, come previsto dall’art.23 co.3 della stessa legge. Le proposte formulate sono le seguenti: - Proposta n.058114_P01 L’A.C. chiede con nota prot. 6330 del 03/04/2003 la declassificazione del fosso denominato “Fosso di Monte Pizzuto” riportato nell’elenco delle acque pubbliche come “Fosso di Gozzano o della Zinna e Pallavicino” Parere: Accolta parzialmente in relazione alla possibilità di attuare trasformazioni nella fascia di rispetto del corso d’acqua secondo quanto precisato al punto 3b dei criteri di valutazione dei contributi dei Comuni fermo restando il rispetto di 50 mt di in edificabilità dagli argini con le

2 Rif sito Regione Lazio http://www.regione.lazio.it/urbanistica

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modalità di cui al comma 8 dell’art.7 della L.R. 24/98. Nella aree urbanizzate perimetrate dal PTPR si applicano le disposizioni di cui al comma 7 dell’art.7 della l.r.24/98. In relazione all’esclusione del vincolo è respinta secondo quanto precisato al punto 5b dei suddetti criteri. Per la parte accolta si ritiene di applicare un minore grado di tutela nella classificazione di zona 3 del PTP vigente. Esito: Accolta Parzialmente

- Proposta n.058114_P02 (afferente per una porzione limitata l’area oggetto di Variante Urbanistica Specifica) L’A.C. chiede la declassificazione del fosso “Fosso scuro” riportato nell’elenco delle acque pubbliche come “Fosso di Riserano”. Parere: Accolta parzialmente in relazione alla possibilità di attuare trasformazioni nella fascia di rispetto del corso d’acqua nel tratto evidenziato nella planimetria allegata in località Valle Martella secondo quanto precisato al punto 3b dei criteri di valutazione dei contributi dei Comuni fermo restando il rispetto di 50 mt di in edificabilità dagli argini con le modalità di cui al comma 8 dell’art. 7 della L.R. 24/98. Nella aree urbanizzate perimetrate dal PTPR si applicano le disposizioni di cui al comma 7 dell’art.7 della L.R. 24/98. In relazione all’esclusione del vincolo è respinta secondo quanto precisato al punto 5b dei suddetti criteri. Per la parte accolta si ritiene di applicare un minore grado di tutela nella classificazione di zona 3 del PTP vigente. Esito: Accolta Parzialmente

Si riporta dunque il punto 3b dei criteri di valutazione dei contributi dei Comuni: 3b. - Aree compromesse o di scarso valore e aree di continuità urbana. • Per quanto attiene la richiesta di riconoscimento dello stato di fatto degli insediamenti esistenti, si è tenuto conto, ove accertato, di eventuali errate classificazioni di zona paesistica dei PTP vigenti che prevedono un elevato grado di tutela per aree ormai urbanizzate o compromesse ovvero per aree che interessano territori di scarso valore paesaggistico ...

Questo invece l’estratto del punto 5b dei criteri di valutazione dei contributi dei Comuni “Richieste istruite e valutate ai sensi del punto 4b del dispositivo della DGR 211/2002”: 5b - Richieste istruite e valutate ai sensi del punto 4 b) del dispositivo della DGR 211/2002, riguardano le osservazioni riguardanti i casi in cui i Comuni, in riferimento ad aree compromesse da processi di urbanizzazione hanno omesso di trasmettere adeguata documentazione cartografica e fotografica nonché i casi in cui tale richiesta non sia pervenuta. Tali osservazioni sono state valutate con i medesimi criteri precisati nel dispositivo della DGR 211/2002 e quindi con i seguenti possibili esiti: a) mantenimento del vincolo paesaggistico di metri 150 e, al contempo, accoglimento della richiesta di attuare specificati interventi di trasformazione per le fasce parzialmente compromesse o che presentano un valore paesaggistico non rilevante. In ogni caso, è previsto il mantenimento delle componenti naturalistiche della fascia di vegetazione igrofila dei corsi d’acqua che non può derogare i 50 mt di inedificabilità, salvo i casi in cui le aree siano compromesse ed edificate come specificato di seguito

Le STRATEGIE (Obiettivo specifico) per la zona di PTP sono pertanto: - Previsione di adeguate schermature con essenze messe a dimora sul perimetro esterno.

2.3.2 - Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR)3 Adottato in data 25 luglio 2007 con d.g.r. n.556 e successivamente in data 21 dicembre 2007, con d.g.r. n.1025, in attesa di approvazione. Il PTPR intende per paesaggio le parti del territorio i cui caratteri distintivi derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni nelle quali la tutela e valorizzazione del paesaggio salvaguardano i valori che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili come

3 Rif sito Regione Lazio http://www.regione.lazio.it/urbanistica

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indicato nell'art. 131 del Codice dei beni culturali e del paesaggio D.Lgs. n°42/2004, ed assume altresì come riferimento la definizione di “Paesaggio” contenuta nella Convenzione Europea del Paesaggio, legge n°14/2006, in base alla quale esso designa una determinata parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. All’art.1 delle NTA del PTPR sono elencate le finalità del piano: il Piano Territoriale Paesistico Regionale ... è volto alla tutela del paesaggio, del patrimonio naturale, del patrimonio storico, artistico e culturale affinché sia adeguatamente conosciuto, tutelato e valorizzato ... con la finalità di salvaguardia dei valori del paesaggio ai sensi dell’art.135 e 143 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n.42

Perciò l’OBIETTIVO (Obiettivo Generale) del PTPR è quello di Tutelare il paesaggio, il patrimonio naturale, storico, artistico e culturale, salvaguardandone i valori. In tavola A, l’area interessata dal PIANO viene classificata per la quasi totalità della sua estensione come “Paesaggio Agrario di Rilevante Valore”. Di seguito l’articolo delle N.T.A. di P.T.P.R. che disciplina detto paesaggio: Art.24 (paesaggio agrario di rilevante valore) 1. Il Paesaggio agrario di rilevante valore è costituito da porzioni di territorio caratterizzate dalla naturale vocazione agricola che conservano i caratteri propri del paesaggio agrario tradizionale. 2. Si tratta di aree caratterizzate da produzione agricola, di grande estensione, profondità e omogeneità e che hanno rilevante valore paesistico per l’eccellenza dell’assetto percettivo, scenico e panoramico. 3. In questo ambito paesaggistico sono comprese le aree in prevalenza caratterizzate da una produzione agricola tipica o specializzata e le aree di primaria importanza per la funzione agricolo produttiva anche in relazione alla estensione dei terreni . 4. La tutela è volta alla salvaguardia della continuità del paesaggio mediante il mantenimento di forme di uso agricolo del suolo

Le restanti porzioni dell’area in esame sono classificate come “Paesaggio degli Insediamenti Urbani”, la cui disciplina, normata nelle N.T.A. di P.T.P.R., è di seguito riportata: Art.27 (paesaggio degli insediamenti urbani) 1. Il Paesaggio degli insediamenti urbani è costituito da ambiti urbani consolidati di recente formazione. Tali ambiti sono perimetrali dal presente PTPR come aree urbanizzate con gli effetti di cui agli articoli 5 co.4, 6 co.5, 7 co.7, e 31 quinquies della l.r. 24/98. Il riferimento per la individuazione del paesaggio degli insediamenti urbani sono le aree rilevate dalla Carta dell’ Uso del Suolo della Regione Lazio nelle classi di uso relative alle Superfici artificiali - Ambiente urbanizzato, in particolare l’insediamento residenziale e l’insediamento produttivo con percentuale di occupazione del suolo superiore al 30%, attraverso una rivisitazione in corrispondenza delle classi del tessuto residenziale sparso in relazione anche del grado di trasformazione del territorio, nonché in relazione alla presenza di particolari tessuti storici o con particolari qualità naturalistica o geomorfologia individuati con altre tipologie di paesaggio. 2. La tutela è volta alla riqualificazione degli ambiti urbani e, in relazione a particolari tessuti viari o edilizi, al mantenimento delle caratteristiche, tenuto conto delle tipologie architettoniche nonché delle tecniche e dei materiali costruttivi ed alla valorizzazione dei beni del patrimonio culturale e degli elementi naturali ancora presenti, alla conservazione delle visuali verso i paesaggi di pregio adiacenti e/o interni all’ambito urbano anche mediante il controllo dell’espansione, il mantenimento di corridoi verdi all’interno dei tessuti e/o di connessione con i paesaggi naturali e agricoli contigui

e come “Paesaggio Naturale di Continuità”, per le fasce lungo gli argini dei fossi che attraversano l’area, di cui il seguente articolo delle N.T.A. di P.T.P.R. costituisce il riferimento: Art.23 (paesaggio naturale continuità)

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1. Il Paesaggio naturale di continuità è costituito da porzioni di territorio che presentano elevato valore di naturalità, anche se parzialmente edificati o infrastrutturati. Possono essere collocati all’interno o in adiacenza dei paesaggi naturali e costituirne irrinunciabile area di protezione; in altri casi tali paesaggi sono inseriti all’interno o in adiacenza a paesaggi degli insediamenti urbani o in evoluzione costituendone elemento di pregio naturalistico da salvaguardare. 2. La tutela per tali territori è volta alla valorizzazione della funzione di connessione dei paesaggi con i quali concorre a costituire complessi paesaggistici unitari. Nel caso di continuità con il paesaggio naturale l’obiettivo è la protezione, fruizione e valorizzazione del paesaggio naturale stesso e, in linea subordinata, la conservazione dei modi d’uso agricoli tradizionali. 3. In ambiente urbano la tutela è volta alla salvaguardia dei valori naturalistici che si conservano nel tessuto urbano. In tali territori si possono prevedere interventi di recupero dei valori naturalistici del paesaggio. 4. Subordinatamente a valutazione di inserimento paesistico tali aree possono essere realizzati infrastrutture e/o servizi strettamente necessari a garantire la fruizione dei beni e delle aree di interesse naturalistico secondo le indicazioni specifiche contenute nella tabella B ...

L’A.C. ha prodotto una osservazione, come previsto dall’art.23 co.3 della L.R. 24/98, circa la classificazione dei paesaggi prevista nella Tav A di P.T.P.R., che, a dispetto della destinazione proposta in sede di formazione della Variante Generale del P.R.G., cioè quella di Zona D - area in trasformazione, ne indica la valenza di Paesaggio Agrario di Rilevante Valore e non di Paesaggio degli Insediamenti in Evoluzione”. Vale rilevare che le indicazioni contenute all’interno dei rispettivi articoli delle Norme di PTPR non hanno carattere prescrittivo ed efficacia diretta nelle porzioni in cui l’area oggetto di Variante Urbanistica Specifica non risulta interessata da beni di tipo paesaggistico indicati nell’art.134, alle lettere a), b), c) del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n.42, e che vengono di seguito analizzati. Pertanto, le STRATEGIE (Obiettivo specifico) per ogni zona di PTPR sono: - salvaguardia della continuità del paesaggio mediante il mantenimento di forme di uso agricolo del suolo; - riqualificazione degli ambiti urbani e mantenimento delle caratteristiche, e valorizzazione dei beni del patrimonio culturale e degli elementi naturali ancora presenti, alla conservazione delle visuali verso i paesaggi di pregio adiacenti e/o interni all’ambito urbano; - valorizzazione della funzione di connessione dei paesaggi con i quali concorre a costituire complessi paesaggistici unitari.

2.3.3 - Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG)4 Adottato in data 24 luglio 2009 con d.c.p. n.35 e approvato in data 18 gennaio 2010 con d.c.p. n.1. Il lavoro di redazione del Piano comprende la definizione dei rapporti tra pianificazione urbanistica ed ambientale e altri strumenti di pianificazione. L’OBIETTIVO (Obiettivo generale) del PTPG è quello di Valorizzare il sistema provinciale nella sua unità, attraverso lo sviluppo e l’integrazione di funzioni moderne e di relazioni strategiche competitive. Lo schema programmatico di struttura – tavola TP2 individua nello specifico per l’area in esame oggetto del PIANO la seguente classificazione: - Sistema Ambientale - Componenti primarie - Aree di Connessione Primaria (REP - Rete Ecologica Provinciale) per le porzioni dell’area che afferiscono al reticolo idrografico definito dai due fossi sopra menzionati; - Sistema Ambientale - Componenti secondarie - Territorio Agricolo Tutelato (REP - Rete Ecologica Provinciale);

4 Rif sito Provincia di Roma http://www.provincia.roma.it/PTPG

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- Sistema Insediativo Funzionale – Aree attrezzate per attività artigianali, fieristiche e di servizio intercomunali; Il Comune di Zagarolo rientra, all’interno del “Sistema Insediativo Morfologico”, nella classificazione “Costruzioni insediative urbane complesse – policentriche” (città intercomunali). La città intercomunale nella quale è compreso il Comune di Zagarolo è la B.4 Centri Prenestini (Comuni di Gallicano, Zagarolo, Palestrina, Cave, Genazzano, San Cesareo). Di seguito si riportano le direttive programmatiche per le componenti del disegno della struttura insediativa intercomunale B.4 “Centri Prenestini” stabilite dalle Norme di attuazione del P.T.P.G. in relazione al sistema insediativo funzionale: Articolo 44. - Direttive specifiche per le costruzioni urbane complesse - policentriche (città intercomunali) ... B4. Centri Prenestini (Comuni di Gallicano, Zagarolo, Palestrina, Cave, Genazzano, San Cesareo) ... per il sistema insediativo funzionale - localizzare le nuove attività artigianali o di servizio locale in continuità con i centri/nuclei urbani consolidati. Localizzare le sedi di attività produttive di livello provinciale in due aree produttive attrezzate intercomunali una sulla Casilina in corrispondenza di San Cesareo- Palestrina e l’altra più interna in corrispondenza di Genazzano Ponte Orsini, entrambi facilmente accessibili da tutti i centri in quanto servite dalla nuova viabilità di 2° livello metropolitano

Nella prima area produttiva sopra indicata rientra l’area oggetto di PIANO, e vale dunque sottolineare che l’importanza strategica della stessa, in relazione alla dotazione di collegamenti infrastrutturali all’ambito territoriale intercomunale (in particolare la Via Prenestina) e alla prossimità di importanti arterie di rilevanza nazionale (in particolare le autostrade A1 ed A24), viene pienamente riconosciuta dalle direttive della pianificazione territoriale sovraordinata a scala provinciale. Vale notare che la tavola TP2 classifica come “Sistema Insediativo Funzionale – Aree attrezzate per attività artigianali, fieristiche e di servizio intercomunali” un’area il cui perimetro non coincide pienamente con quello proposta per l’area in Variante Urbanistica Specifica: in particolare il P.T.P.G. indica come destinata ad attività produttive una porzione di territorio indicata nella C.T.R. come Corzanello, a nord dell’area oggetto di PIANO, e classificata nella Tavola B di P.T.P.R. come “Aree agricole identitarie della campagna romana e delle bonifiche agrarie”. Il PIANO di fatto la sostituisce con la porzione più ad ovest dell’area in Variante Urbanistica Specifica, definita dalla tavola TP2 come “Territorio Agricolo Tutelato”, e come vedremo più avanti, dalla tavola C di P.T.P.R. come “Sistema agrario a carattere Permanente”. Tale scelta è dovuta ad una precisa valutazione derivante dall’opportunità di realizzare le attività produttive di cui sopra in un’area solo parzialmente interessata da vincoli (aree di interesse archeologico, la cui consistenza è peraltro da verificare), e strategicamente più idonea alla destinazione d’uso, in quanto a ridosso del tracciato della Via Prenestina Nuova e dell’adiacente insediamento di Valle Martella. La porzione di area in esame risulta per di più, già nella Variante Generale del P.R.G. approvata, oggetto di interventi a carattere puntuale destinati a Zona D “Attività economico produttive”. All’art.73 delle NTA sono disciplinate le aree attrezzate per attività artigianali, fieristiche e di servizio intercomunali: Articolo 73. Direttive per la riorganizzazione e sviluppo di aree attrezzate per attività artigianali, fieristiche e di servizio intercomunali, di interesse provinciale, esterne ai Parchi di attività, esistenti o previste dai piani comunali 1. Il PTPG individua nella tav. TP2 su proposta dei comuni: Aree attrezzate per attività artigianali, fieristiche e di servizio intercomunali di previsione dei piani comunali, da completare o, se non attuate e disperse, da rilocalizzare, per favorirne l’organizzazione più aggregata e lo sviluppo competitivo. In particolare, il Piano individua nella TP2 come aree per attività artigianali, fieristiche e di servizio intercomunali da riordinare e sviluppare le zone esistenti e di previsione dei PRG di Formello, Castel Madama, Mandela / Vicovaro, Olevano / Genazzano, Frascati, Colonna / San Cesareo, Lariano, Ciampino / Marino, Sant’Oreste. ... 3. I Comuni, singolarmente o attraverso intese intercomunali, in sede di formazione dei PUGC o di varianti o di varianti di adeguamento dei PRG al PTPG, provvedono ad attuare le direttive del PTPG per i territori interessati e predispongono un Programma di fattibilità, d’intesa con la Provincia, gli enti ed i soggetti interessati, per la selezione, la eventuale rilocalizzazione e

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la riaggregazione delle aree di cui al presente articolo, e la definizione degli usi preferenziali, la dotazione di servizi specializzati ed infrastrutture garantendo condizioni ambientali adeguate.

Si sottolinea che è stata redatta una versione differente della tavola TP2, a causa della quale sono pervenuti pareri di richiesta di conformità del PIANO alla stessa, in quanto tale versione non avrebbe più previsto “l’area attrezzata per attività artigianali, fieristiche e di servizio intercomunali” ricadente per gran parte all’interno dell’area di PIANO. Nell’elaborato di Rapporto Territorio del PTPG (capitolo 12) il Comune di Zagarolo viene individuato tra i “centri di base” per le “funzioni di servizio urbane (urban oriented: di mantenimento, direzionalità, ricerca e università, servizi per la cultura e la salute, servizi alla produzione, servizi al turismo e tempo libero), in genere sottodimensionate nei centri della provincia, tenendo conto della necessità di riequilibrio dei centri della rete urbana provinciale quali nodi di offerta di servizi alla popolazione ed alle attività, il Piano persegue un modello organizzativo delle funzioni nei centri più articolato e meno gerarchico, promuovendo rapporti di specializzazione e complementarietà tra i centri stessi di tipo reticolare e migliorando il collegamento dei centri al territorio ed al sistema produttivo locale”. Tali centri sono proposti come punti di riferimento organizzativo dell’offerta di servizi alla popolazione, dei sistemi di centri collinari e montani (o di insediamenti diffusi nelle aree agricole insediate) legati da relazioni di prossimità e dalla morfologia dei luoghi, per i quali sono da favorire intese intercomunali ed iniziative di pianificazione urbanistica coordinata. Ad oggi, si rende noto che, con Deliberazione n°66 del 22/05/2013 del commissario straordinario della Provincia di Roma, è stato rettificato tale errore materiale sugli elaborati grafici, relativamente al Comune di Zagarolo. L’area oggetto del PIANO risulta collocata nell’unità territoriale ambientale n°17 “Unità della Bassa Valle dell’Aniene”, le cui prescrizioni più significative in relazione all’area in esame vertono sulla realizzazione di un sistema di zone umide al fine di migliorare la funzionalità della REP sia nella confluenze dei corsi d’acqua che nelle forre. Vale notare, nella tavola TP2, la segnalazione della vicina area archeologica di , indicata come Parco Agricolo (definito dalla L.R. 1/09, art.10) e classificata nella zonizzazione tra i “Grandi complessi archeologici per la fruizione di massa”. Per l’insussistenza di potenziali impatti negativi su quest’area derivanti dall’attuazione del PIANO si rimanda a quanto precedentemente analizzato nel capitolo “Ambito di influenza ambientale”. Pertanto, le STRATEGIE (Obiettivo specifico) del PTPG sono: - localizzazione di nuove attività artigianali o di servizio locale in continuità con i centri/nuclei urbani consolidati; - agevolazione di un’organizzazione più aggregata e di uno sviluppo competitivo; - definizione degli usi preferenziali, della dotazione di servizi specializzati ed infrastrutture, garantendo condizioni ambientali adeguate.

2.3.4 - Piano di Assetto Idrogeologico (PAI)5 Per quanto riguarda il progetto di Piano di Assetto Idrogeologico, approvato con D.P.C.M. del 10 Novembre 2006 pubblicato nella G.U. n.33 del 9 febbraio 2007, nell’area in studio non si evidenziano importanti elementi morfologici degni di nota, né segnali di dissesto in atto se non un orlo di scarpata di frana presunto ad ovest del perimetro dell’area come evidenziato nella carta del PAI dell’AB Tevere - Inventario fenomeni franosi. Il Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI) ha come obiettivo l'assetto del bacino che tende a minimizzare i possibili danni connessi ai rischi idrogeologici, costituendo un quadro di conoscenze e di regole atte a dare sicurezza alle popolazioni, agli insediamenti, alle infrastrutture, alle attese di sviluppo economico ed in generale agli investimenti nei territori del bacino. Il PAI, in quanto premessa alle scelte di pianificazione territoriale, individua i meccanismi di azione, l'intensità, la

5 Rif sito Autorità di Bacino del Fiume Tevere http://www.abtevere.it

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localizzazione dei fenomeni estremi e la loro interazione con il territorio classificati in livelli di pericolosità e di rischio. Si configura come lo strumento di pianificazione territoriale attraverso il quale l’Autorità di Bacino si propone di determinare un assetto territoriale che assicuri condizioni di equilibrio e compatibilità tra le dinamiche idrogeologiche e la crescente antropizzazione del territorio ed di ottenere la messa in sicurezza degli insediamenti ed infrastrutture esistenti e lo sviluppo compatibile delle attività future. Perciò l’OBIETTIVO (Obiettivo generale) del PAI è quello di Tutelare e difendere le popolazioni, gli insediamenti, le infrastrutture, il suolo e il sottosuolo. La Variante rientra all’interno del Piano stralcio per il tratto metropolitano del Tevere da Castel Giubileo alla foce - PS5, approvato con D.P.C.M. del 3 Marzo 2009 (Pubblicato nella G.U. n. 114 del 19 Maggio 2009). Il Piano di bacino del fiume Tevere, V stralcio per il tratto metropolitano da Castel Giubileo alla foce, pone particolare attenzione alle condizioni ed alle iniziative che garantiscono la sostenibilità ambientale a quel complesso di esigenze di sviluppo e di fruizione del territorio, sia urbano che extraurbano, legittimamente sentite dalla comunità di una grande capitale europea. Uno degli elementi territoriali oggetto del P.S.5 è il “corridoio”, non ha importanza se ambientale o fluviale, all’interno del quale, scorre il corso d’acqua. Elemento centrale del corridoio è l’alveo, con le sue “pertinenze idrauliche”, in una accezione più ampia di quanto sia desumibile dall’applicazione del R.D. n.523/1904. Pertanto, il PAI ha come STRATEGIE (Obiettivo specifico) da perseguire: - Mitigazione del rischio di frana; - Esecuzione di opere di bonifica e sistemazione dei movimenti franosi; - Riduzione della vulnerabilità dei valori esposti al rischio; - Miglioramento della tutela della pubblica incolumità; - Tutela, manutenzione e salvaguardia dei manufatti e delle aree vincolate ai sensi del D.Lgs.42/2004 – Codice dei Beni; - Riparazione e miglioramento antisismico di eventuali edifici danneggiati.

2.3.5 - Piano Regionale di Tutela delle Acque (PTAR)6 Adottato in data 30 luglio 2004 con d.g.r. n.687 e approvato in data 2 maggio 2006 con d.g.r. n.266. All’art.1 delle N.T.A. sono elencate le finalità del piano: Art.1 - Finalità del Piano 1. L’acqua è la risorsa essenziale per il mantenimento della vita. Determina la natura, le caratteristiche e la tipologia degli ecosistemi. Determina la qualità della vita delle società umane consentendo e determinando la tipologia dello sviluppo socio economico delle collettività. 2. Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio persegue il mantenimento dell’integrità della risorsa idrica compatibilmente con gli usi della risorsa stessa ai fini della qualità della vita e del mantenimento delle attività socio economiche delle popolazioni del Lazio. 3. Il Piano di Tutela delle Acque è redatto conformemente ai principi stabiliti dal d.lgs. 3 aprile 2006, n.152 ...

Perciò l’OBIETTIVO (Obiettivo generale) del PTAR è quello di Mantenere l’integrità della risorsa idrica compatibilmente con gli usi della risorsa stessa ai fini della qualità della vita. L'area in studio rientra nelle aree di Vulnerabilità intrinseca degli acquiferi a vulnerabilità media (Tav.3). Tale carta è stata elaborata attraverso un metodo parametrico che prende in considerazione sette parametri (soggiacenza, infiltrazione efficace, non saturo, tipologia della copertura, acquifero, conducibilità idraulica, superficie topografica) ai quali vengono assegnati punteggi e pesi per valutare la Vulnerabilità intrinseca dell'acquifero ossia "la suscettibilità specifica dei sistemi acquiferi, nelle loro parti componenti e nelle diverse situazioni geometriche e idrodinamiche, ad ingerire e diffondere,

6 Rif sito Regione Lazio http://www.regione.lazio.it/ambiente

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anche mitigandone gli effetti, un inquinante fluido o idroveicolato tale da produrre impatto sulla qualità delle acque sotterranee, nello spazio e nel tempo" (Civita M., 1987). La realizzazione della "Carta della Vulnerabilità intrinseca degli acquiferi" ha comportato l'analisi di ben 22 complessi idrogeologici ed il loro accorpamento in 6 classi di vulnerabilità variabili da molto elevata a molto bassa. La classificazione è stata effettuata adattando criticamente la legenda unificata alle caratteristiche idrogeologiche dei vari complessi. La zona in studio rientra nelle aree di protezione delle aree di salvaguardia del Piano di Tutela della Acque (D.L.vo 152/99) delle sorgenti e dei pozzi di Pantano Borghese, come mostrato nella TAV.5. Il D. L.vo 152/99 e stato sostituito dal D.L.vo 156/06 ssmmii, il D.L.vo all'art.94 (disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiale e sotterranee destinate al consumo umano); prescrive al comma 7 che le zone di protezione come delimitate dalle regioni e dalla prov autonome devono assicurare la protezione del patrimonio idrico, " ... In queste zone si possono adottare misure relative alla destinazione del territorio interessato, limitazioni e prescrizioni per gli insediamenti civili, produttivi ... omissis ", pertanto sarà necessario in sede di piano particolareggiato prevedere idonee misure atte alla tutela delle zone di protezione delle acque sotterranee come definite dall'art.94. L'area rientra inoltre nella Carta degli Obiettivi di Qualità come area di intervento (Tav.7). L'obiettivo di qualità ambientale è definito in funzione della capacità dei corpi idrici di mantenere i processi naturali di autodepurazione e di supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate; l'obiettivo di qualità per specifica destinazione individua lo stato dei corpi idrici idoneo ad una pa1iicolare utilizzazione da parte dell'uomo, alla vita dei pesci e dei molluschi. Il PTAR ha dunque come STRATEGIE (Obiettivo specifico) da perseguire: - Raggiungimento dell’efficienza depurativa degli effluenti; - Rispetto dei limiti di emissione degli scarichi idrici.

2.3.6 - Tutela dei Laghi di Albano e di Nemi7 L'area rientra per il 90% della sua estensione nelle aree perimetrale nell’Allegato I della DGR n.445 del 16/06/2009 (Misure di Salvaguardia del sistema idrogeologico vulcanico dei Colli Albani). All'art.1 della DGR n.445 si prescrive che i nuovi strumenti urbanistici comunali e i piani attuativi e/o particolareggiati o le varianti degli strumenti urbanistici comunali vigenti, che interessino aree ricadenti nell'ambito di applicazione come individuato nell'Allegato 1 che fa parte integrante della presente deliberazione, devono obbligatoriamente contenere la seguente documentazione:  L'indicazione delle fonti utilizzabili per il soddisfacimento delle singole esigenze idriche, evidenziando specificatamente i prelievi da falda e/o da corpi idrici superficiali;  La dichiarazione del gestore del servizio idrico integrato, circa la possibilità di soddisfare i fabbisogni previsti con la rete acquedottistica idropotabile;  Una relazione tecnica con specifico riferimento: - alla riduzione della capacità di infiltrazione dei suoli e ai relativi interventi di mitigazione; - alla compatibilità degli eventuali prelievi da falda e/o da corpi idrici superficiali; - alle misure adottate per il conseguimento del risparmio idrico, compreso l'eventuale accumulo ed utilizzo delle acque meteoriche e reflue.

7 Rif sito Autorità dei Bacini Regionali Lazio http://www.abrlazio.it

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2.3.7 - Piano Regionale per le Attività Estrattive (PRAE)8 Il settore estrattivo è regolato dalla L.R.17 del 06.12.2004 e dal relativo regolamento regionale n.5 del 14.04.2005. Il PRAE è stato adottato in data 21 gennaio 2010 con d.g.r. n.33 e approvato in data 17 dicembre 2010 con d.g.r. n.609. sono in corso di definizione i necessari Piani Provinciali. Il territorio in esame è caratterizzato da litologie in affioramento, ossia risorse disponibili di potenziale utilizzo, costituite da materiali vulcanici (scorie e lapilli, pozzolane). Non esistono attività in essere ne dismesse, è comunque prossimo al polo estrattivo di rilevanza regionale di Montecompatri. Questo comporta eventuali interferenze per gli aspetti paesaggistici legati alla visuale attiva che da gran parte del centro storico, si ha su quella zona.

2.3.8 - Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti9 Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti è stato adottato con D.G.R. n°523 del 19 novembre 2010 e approvato con D.G.R. n°10 del 14 marzo 2012, ai sensi dell’art.7, co.1 della L.R. 27/98. L’OBIETTIVO (Obiettivo generale) del PGR è quello di prevedere, mediante rigidi requisiti operativi e tecnici per i rifiuti e le discariche, misure, procedure e orientamento volto a prevenire o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull'ambiente, in particolare l'inquinamento delle acque superficiali, delle acque freatiche, del suolo e dell'atmosfera, e sull'ambiente globale, compreso l'effetto serra, nonché i rischi per la salute umana risultanti dalle discariche di rifiuti, durante l'intero ciclo di vita della discarica. Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti comprende l’ATO Roma, che coincide con la provincia di Roma con l’esclusione dei Comuni di Anzio e Nettuno e l’aggiunta di due comuni di confine della provincia di Frosinone: Anagni e Paliano. La Provincia di Roma ha approvato il Piano per l’organizzazione dei servizi di gestione dei rifiuti solidi urbani e assimilabili con le Deliberazioni n. 345 del 29 maggio 1998 e n. 368 del 6 agosto 1998. Dal 1999 la Provincia di Roma è stata commissariata relativamente al servizio di gestione dei rifiuti. Originariamente da esaurirsi al 31 dicembre 2000, il commissariamento è stato prima prorogato sino al 31 dicembre 2005 ed esteso al territorio delle altre Province laziali, e poi ha seguito le sorti temporali del commissariamento regionale fino a giugno 2008. Si stima che, vista la crescita limitata prevista dal PIANO, l’aumento del peso insediativo potrà essere compensato dalla messa a punto di sistemi di raccolta differenziata porta a porta, che il Comune di Zagarolo ha già intrapreso. La popolazione calcolata nell’ATO Roma è pari a 4.061.543 abitanti, di cui 2.718.768 residenti nel Comune di Roma. Riguardando il progetto sia destinazione residenziale, che destinazione produttiva e a servizi di carattere generale, i rifiuti prodotti sono riconducibili alla classificazione di “rifiuti solidi urbani” e di “rifiuti speciali”. Come stimato dal Piano Regionale Gestione Rifiuti, nel 2008 nella Regione Lazio sono state prodotte oltre 3,3 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, con una produzione pro capite media regionale di 601,7 kg/abitante/anno. La provincia di Roma rappresenta all’incirca il 77% della totale produzione di rifiuti regionale (totale annuo circa 2.601.000 T), con una produzione pro-capite di 648,3 kg/abitante/anno, ovvero 1,77 kg/abitante/g. Per quanto riguarda la produzione di rifiuti speciali, invece, è stato eseguito un calcolo medio dei dati raccolti da varie fonti: ISTAT, Camera di Commercio di Milano e Camera di Commercio Monza Brianza. Tali riferimenti riportano le quantità della produzione di rifiuti annuale per addetto a seconda dell’attività. Per poter calcolare approssimativamente la produzione giornaliera di rifiuti, si fa una stima sommaria di compresenza di persone (residenti e addetti alle varie attività) per l’intera area di PIANO; sono stati considerati i seguenti valori: circa 5,25 tonnellate annue di rifiuti speciali prodotti per

8 Rif sito Regione Lazio http://www.regione.lazio.it/attività produttive 9 Rif sito Regione Lazio http://www.regione.lazio.it/rifiuti

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addetto ad attività produttive/industriali (eseguendo una media approssimativa delle attività possibili del settore) ed un valore di circa 0,55 tonnellate annue di rifiuti speciali prodotti per addetto ad attività di tipo terziario. Per la destinazione residenziale si considerano i dati del Piano Regionale su enunciati. Pertanto, stimando una compresenza di persone giornaliera di circa 3.080 unità (di cui è bene ricordare che solo il 10% rappresenta il carico insediativo permanente di tipo residenziale, il resto rappresenta un’affluenza media basata sulla compresenza di addetti e utenti), si calcolano approssimativamente 8.659 Tonnellate/anno di rifiuti speciali e 5.450 kg/g, ovvero 1.989 Tonnellate/anno di rifiuti urbani, che rappresentano, nel panorama provinciale, una frazione di circa 0,07%. Il PGR ha come STRATEGIE (Obiettivo specifico) da perseguire: - assicurare lo smaltimento e il recupero dei rifiuti, incoraggiando l'adozione di misure intese a limitare la produzione di rifiuti, in particolare promuovendo tecnologie pulite e prodotti riciclabili o riutilizzabili.

2.3.9 - Piano Regionale della Qualità dell’Aria (PRQA)10 Approvato in data 10 dicembre 2009 con d.c.r. n.66. All’art.1 delle N.T.A. sono elencate le finalità del piano: Art.1 Finalità 1. Il Piano di Risanamento della Qualità dell’aria della Regione Lazio stabilisce norme tese ad evitare, prevenire o ridurre gli effetti dannosi per la salute umana e per l'ambiente nel suo complesso, determinati dalla dispersione degli inquinanti in atmosfera. 2. Il presente Piano è redatto, ai sensi d.lgs. 4 agosto 1999, n. 351, conformemente ai criteri stabiliti dal decreto del Ministero dell’Ambiente e del Territorio 1° ottobre 2002, n. 261. 3. Le azioni e le misure previste dal presente Piano sono direttamente volte a riportare o contenere entro i valori limite di qualità dell’aria gli inquinanti previsti nel decreto del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio del 2 aprile 2002, n. 60 e produrre un effetto indiretto sull’inquinante ozono attraverso la riduzione dei suoi precursori ...

Perciò l’OBIETTIVO (Obiettivo generale) del PRQA è quello di Evitare, prevenire o ridurre gli effetti dannosi per la salute umana e per l'ambiente nel suo complesso, determinati dalla dispersione degli inquinanti in atmosfera. Per quanto riguarda il Comune di Zagarolo, esso rientra nella categoria C, corrispondente alle classi 3 e 4 della suddivisione precedentemente effettuata per detto piano, che comprende principalmente i comuni a basso rischio di superamento dei limiti di legge. In tale categoria, il territorio presenta livelli differenziati di qualità dell’aria, ma nel complesso si ritiene poco probabile che si verifichino superamenti degli standard. Per la gran parte di questi comuni si sono stimati infatti valori degli inquinanti tendenzialmente inferiori alla soglia di valutazione superiore. Il PRQA ha dunque come STRATEGIA (Obiettivo specifico) da perseguire: - Mantenimento del livello di qualità dell’aria.

10 Rif sito Regione Lazio http://www.regione.lazio.it/ambiente

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2.3.10 - Riepilogo OBIETTIVI e STRATEGIE dei Piani Sovraordinati Verranno riepilogati, di seguito gli obiettivi e le strategie su elencati, per ogni piano sovraordinato, preso in considerazione per la presente analisi. PIANI SOVRAORDINATI E/O CORRELATI

OBIETTIVO (obiettivo generale) STRATEGIA (obiettivo specifico) PTP Proteggere e valorizzare l'insieme dei valori paesaggistici, Previsione di adeguate schermature con essenze messe a dimora sul naturali ed archeologici vincolati perimetro esterno PTPR Tutelare il paesaggio, il patrimonio naturale, storico, Salvaguardia della continuità del paesaggio mediante il artistico e culturale, salvaguardandone i valori mantenimento di forme di uso agricolo del suolo Riqualificazione degli ambiti urbani e mantenimento delle caratteristiche, e valorizzazione dei beni del patrimonio culturale e degli elementi naturali ancora presenti, alla conservazione delle visuali verso i paesaggi di pregio adiacenti e/o interni all’ambito urbano Valorizzazione della funzione di connessione dei paesaggi con i quali concorre a costituire complessi paesaggistici unitari PTPG Valorizzazione del sistema provincia nella sua unità, Localizzazione di nuove attività artigianali o di servizio locale in attraverso lo sviluppo e l’integrazione di funzioni moderne continuità con i centri/nuclei urbani consolidati e di relazioni strategiche competitive Agevolazione di un’organizzazione più aggregata e di uno sviluppo competitivo Definizione degli usi preferenziali, della dotazione di servizi specializzati ed infrastrutture, garantendo condizioni ambientali adeguate PRG Governare lo sviluppo urbanistico e l’attività edificatoria Densificazione edilizia e adeguamento delle attrezzature necessarie del territorio comunale da localizzare anche in aree esterne ai singoli ambiti Esercizio delle attività agricole compatibili con la necessità di tutela dell’equilibrio idrogeologico e di conservazione dei valori morfologici ed ambientali che definiscono il paesaggio agrario PAI Tutelare e difendere le popolazioni, gli insediamenti, le Mitigazione del rischio di frana infrastrutture, il suolo e il sottosuolo Esecuzione di opere di bonifica e sistemazione dei movimenti franosi Riduzione della vulnerabilità dei valori esposti al rischio Miglioramento della tutela della pubblica incolumità Tutela, manutenzione e salvaguardia dei manufatti e delle aree vincolate ai sensi del D.Lgs.42/2004 – Codice dei Beni Riparazione e miglioramento antisismico di eventuali edifici danneggiati PTAR Mantenere l’integrità della risorsa idrica compatibilmente Mantenere l’integrità della risorsa idrica compatibilmente con gli usi con gli usi della risorsa stessa ai fini della qualità della della risorsa stessa ai fini della qualità della vita vita PGR Prevedere, mediante rigidi requisiti operativi e tecnici per i Assicurare lo smaltimento e il recupero dei rifiuti, incoraggiando rifiuti e le discariche, misure, procedure e orientamento l'adozione di misure intese a limitare la produzione di rifiuti, in volto a prevenire o a ridurre il più possibile le particolare promuovendo tecnologie pulite e prodotti riciclabili o ripercussioni negative sull'ambiente, in particolare riutilizzabili l'inquinamento delle acque superficiali, delle acque freatiche, del suolo e dell'atmosfera, e sull'ambiente globale, compreso l'effetto serra, nonché i rischi per la salute umana risultanti dalle discariche di rifiuti, durante l'intero ciclo di vita della discarica PRQA Evitare, prevenire o ridurre gli effetti dannosi per la salute Mantenimento del livello di qualità dell’aria umana e per l'ambiente nel suo complesso, determinati dalla dispersione degli inquinanti in atmosfera Tabella 3: Obiettivi ambientali derivanti da Piani sovraordinati e/o correlati al PIANO

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2.3.11 - Tabella sintetica di: Azioni/Direttive di pianificazione sovraordinata La presente tabella viene riportata nel quadro della verifica di coerenza esterna analizzata nella successiva Matrice 5. PTPG: Rapporto Territorio

Azioni/Direttive sovraordinate al PTPG

SISTEMA AMBIENTALE

3 DIFESA E SICUREZZA DEL TERRITORIO E DELLE ACQUE

3.3 Dissesto e Pericolosità Sismica Il PTPG assume le perimetrazioni e le normative derivanti dalle diverse Pianificazioni delle Autorità di Bacino in SA-3.3.1 merito al rischio di frana. Adozione della “Carta della Propensione al dissesto per classe litotecnica e Pericolosità sismica” quale riferimento per la definizione delle politiche tese all’attenuazione dei processi di erosione accelerata e come SA-3.3.2 strumento per introdurre, in un processo programmatorio e/o progettuale, l’elemento di conoscenza dell’ambiente fisico e prevedere le regole per una migliore gestione e manutenzione del territorio. Conservazione delle superfici agricole e forestali mediante una corretta lavorazione dei terreni: pratiche SA-3.3.3 agronomiche tradizionali, conduzione e riconversione dei boschi, manutenzione delle opere di regimazione delle acque. SA-3.3.4 Adozione dell’indice di franosità (Tabella 3.3/n. 3) per la redazione dei piani di settore provinciali. SA-3.3.5 Favorire l’utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica nella realizzazione di nuove opere di consolidamento. Adottare le linee-guida e indirizzi sull’uso del territorio (usi privilegiati, consentiti, condizionati esclusi) suddivisi SA-3.3.6 in base alla classificazione dell’indice di franosità (cfr. Scheda 3.3/n.2 ). Adottare una metodologia standard per la redazione della “Carta della Stabilità Potenziale dei Versanti” e di una SA-3.3.7 “Carta della Fattibilità” (vedi Allegato 3.3/n.2) da allegare alla procedura autorizzativa per le trasformazioni del territorio. Indirizzo ai comuni interessati dal fenomeno del Sinkhole per la redazione nell’ambito degli strumenti urbanistici SA-3.3.8 di studi specifico. (DGR 2649/99 e DGR 1159/02). Implementazione delle conoscenze sulla individuazione delle aree a rischio sismico e delle aree da sottoporre a SA-3.3.9 specifiche misure di salvaguardia. Adeguamento degli strumenti urbanistici ai sensi delle normative statali e regionali che tengono conto dei vari SA-3.3.10 aspetti di rischio sismico.

3.4 Rischio idraulico e frane Il PTPG assume la normativa dalle diverse Pianificazioni delle Autorità di Bacino. Tale disciplina può venire SA-3.4.1 adeguata e/o implementata in relazione alla evoluzione delle conoscenze scientifiche in materia e alle norme regionali eventualmente sopravvenute. SA-3.4.2 Attenuazione del rischio idraulico. Promozione di azioni per il riassetto idraulico del territorio. SA-3.4.3 Utilizzo delle aree soggette a rischio idraulico per attività compatibili legate al tempo libero.

3.5 Vulnerabilità e Tutela della risorsa idrica Per ogni opera o intervento che preveda notevoli movimenti di terra, si dovrà prevedere che fra la documentazione da allegare per la procedura autorizzativa, sia presente la redazione di una “Carta di Vulnerabilità degli SA-3.5.1 Acquiferi” realizzata coerentemente con le metodologie scientifiche e applicative più moderne, in particolare modo quando venga individuata la presenza nel territorio interessato di aree di Classe 4 e 5. Gestione delle aree estrattive, potenziali siti di inquinamento delle falde, effettuata in coerenza con la disciplina SA-3.5.2 specifica. Tutte le trasformazioni del territorio potenzialmente in grado di aumentare l’infiltrazione di sostanze inquinanti nel SA-3.5.3 sottosuolo o di ridurre i tempi di infiltrazione stessa dovranno essere soggette a valutazione preventiva.

43 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

3.6 Cave attive e dismesse SA-3.6.1 Recepimento delle linee guida dettate dagli strumenti sovraordinati. Individuazione dei vincoli esistenti sul territorio al fine di pervenire alla localizzazione delle ‘aree suscettibili di SA-3.6.2 attività estrattiva’; verifica della compatibilità delle opere proposte con i livelli di emissione acustiche e di polveri previsti dalle normative europee e tali da garantire i medesimi livelli esistenti prima dell’intervento. Utilizzo di materiali di scarico e risulta provenienti dalle attività di cava, nonché dei materiali inerti provenienti da SA-3.6.3 scavi e demolizioni. Promozione di usi compatibili ai fini del recupero delle aree di cava: a) rinaturalizzazione delle aree oggetto di SA-3.6.4 attività estrattiva; b) valorizzazione per scopi agricoli; c) destinazione dei luoghi a scopi sociali e ricreativi.

3.7 Rischio incidente rilevante Approfondimento conoscenza parametri di rischio industriale. Individuazione aree sulle quali ricadono gli effetti SA-3.7.1 prodotti dagli stabilimenti di cui al D.Leg:vo 334/99, art.8 e dei requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione territoriale. SA-3.7.2 Concertazione trasversale per l’ubicazione di nuovi stabilimenti, trasformazione dei vecchi. Indirizzi ai Comuni per l’adeguamento degli strumenti urbanistici ai sensi delle normative statali e regionali che SA-3.7.3 tengono conto dei vari aspetti di rischio.

3.8 Piani Protezione Civile Attivazione del “Programma di Previsione e Prevenzione”, inerente la rilevazione e la previsione dei rischi nonché SA-3.8.1 le azioni di protezione civile preposte alla mitigazione degli stessi. Realizzazione di Reti di rilevamento ambientali, collegate alle reti di controllo nazionali, in grado di fornire SA-3.8.2 informazioni sulle grandezze fisiche che consentano la conoscenza e l’esame obiettivo degli scenari di rischio.

3.9 Inquinamento atmosferico, acustico, elettromagnetico Nel settore della tutela dell'aria e dell'energia, l’Amministrazione si è posta l’obiettivo prioritario del controllo e della riduzione dell'inquinamento atmosferico e del risparmio energetico attraverso campagne di sensibilizzazione SA-3.9.1 ed incentivazione dell'utilizzo di fonti rinnovabili. E’ stato infatti redatto il Piano Energetico provinciale con l'obiettivo di individuare gli elementi di razionalità del sistema energetico provinciale in relazione alle principali variabili sociali, economiche e produttive proprie del territorio. Nell'ambito della tutela dall'inquinamento acustico, la Provincia di Roma ha avviato un progetto finalizzato alla caratterizzazione acustica della viabilità provinciale. Tale attività comporta un impegno consistente ma necessario SA-3.9.2 per risolvere i problemi di inquinamento acustico dovuti alla urbanizzazione di molte aree limitrofe alla grande viabilità provinciale. Nell'ambito della collaborazione e del sostegno finanziario ed amministrativo nei confronti dei Comuni, è in fase di conclusione anche l'analisi della condizione acustica dei Comuni della Provincia. Per quanto riguarda l'inquinamento elettromagnetico del territorio provinciale, l'attività provinciale in questo ambito riguarda la predisposizione di strumenti di calcolo per la valutazione del valore di campo elettrico e SA-3.9.3 magnetico generati da linee elettriche e da impianti di radiodiffusione e telefonia mobile ai fini del controllo di competenza provinciale e comunale.

3.10 Piano dei Rifiuti Prosecuzione ed implementazione dei fattori di esclusione per le aree idonee all’ubicazione di impianti per il SA-3.10.1 trattamento dei rifiuti. Studio delle possibilità e degli algoritmi per la graduazione della maggiore o minore idoneità delle aree idonee in SA-3.10.2 funzione di quanto previsto dalla legge regionale. SA-3.10.3 Monitoraggio e controllo topografico delle discariche attive e dimesse mediante sistemi di rilievo innovativi.

3.11 Risparmio energetico SA-3.11.1 Privilegiare l’orientamento degli edifici per ottimizzare il microclima interno (solo per le nuove costruzioni).

SA-3.11.2 Sollecitare: a) il miglioramento dell’efficienza ed il dimensionamento delle strutture opache per ridurre le dispersioni di calore; b) l’installazione di sistemi di produzione di calore ad alto rendimento; c) l’installazione di

44 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

impianti di riscaldamento centralizzato per edifici con più di 4 unità abitative; d) l’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica; e) la predisposizione delle opere necessarie alla installazione di impianti solari termici e fotovoltaici; consigliare: a) l’utilizzo di sistemi di riscaldamento a bassa temperatura; b) l’utilizzo di materiale edile riciclabile e/o naturale a basso consumo energetico; c) l’installazione di sistemi solari passivi da scomputare nel calcolo delle SA-3.11.3 volumetrie utili dell’edificio; d) l’installazione ove possibile, di cisterne di recupero delle acque piovane per irrigazione di giardini, pulizie, lavaggi, ecc.;

5 AMBITI E REGIMI DI TUTELA AMBIENTALE VIGENTI E SEGNALATI

6 TUTELA PAESISTICA, BENI VINCOLATI AI SENSI D.LGS. 42/2004

6.1 Protezione dei corsi delle acque pubbliche SA-6.1.1 Fosso di Gozzano o della Zinna e Pallavicino - ID: c058_0229 SA-6.1.2 Fosso di Riserano - ID: c058_0230

6.2 Protezione aree di interesse archeologico SA-6.2.1 Aree Archeologiche - ID: m058_0726 SA-6.2.2 Linee_archeo - ID: ml_0078 SA-6.2.3 Linee_archeo - ID: ml_0080 SA-6.2.4 Probabile tracciato antico - ID: ml_1051

6.3 Beni paesaggistici inerenti gli immobili e le aree tipizzati ed individuati dal PTPR SA-6.3.1 Agro Tiburtino - Prenestino - ID: taa_05 SA-6.3.2 Linee_archeo_tipizzate - ID:tl_0318 Tabella 4: Le direttive di PTPG

2.3.12 - Tabella sintetica di: Azioni del PTPG di Roma11 La presente tabella viene riportata nel quadro della verifica di coerenza esterna analizzata nella successiva Matrice 6. Azioni del PTPG di Roma

SISTEMA AMBIENTALE

4 ECOLOGIA DEL PAESAGGIO E RETE ECOLOGICA

4.1 UTA "Bassa Valle dell'Aniene" IL PAESAGGIO SA-4.1.1 Tutelare e monitorare le forre di Gallicano e S. Vittorino Prevedere la realizzazione di impianti vegetazionali più o meno estesi per migliorare la situazione del Sottosistema dei fondovalle alluvionali, occupato in prevalenza da seminativi e zone residenziali, e del Sottosistema della colate SA-4.1.2 laviche, in quanto, a fronte di una elevata potenzialità naturalistica, presenta un valore di ILC particolarmente basso (0,2) Prevedere un piano/progetto capace di coniugare l’esigenza produttiva con la conservazione delle potenzialità SA-4.1.3 floristico-vegetazionali e faunistiche dei ripiani di travertino Predisporre un piano/progetto di riqualificazione del sistema urbano partendo dai programmi dell’Assessorato alle SA-4.1.4 periferie del Comune di Roma

11 Rif. Elaborato “Rapporto Territorio” – Provincia di Roma PTPG

45 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

SA-4.1.5 Realizzare un sistema di zone umide sia nella numerose confluenze dei corsi d’acqua che nelle forre Prevedere l’impianto di boschi e cespuglieti, coerenti con le caratteristiche ambientali, nelle aree protette, sulle SA-4.1.6 superfici agricole non più utilizzate e nelle piccole parti del sistema agricolo, essenziali, in termini di connettività funzionalità della Rete Ecologica

4.2 UTA "Bassa Valle dell'Aniene" LA REP Riqualificare il Fiume Aniene sia negli aspetti biotici che abiotici favorendo il recupero delle cenosi ripariali nella SA-4.2.1 fascia di rispetto definita dalla ex Legge Galasso Conservare la funzionalità e l’efficienza della connessione primaria e dei nastri verdi. Favorire e conservare la destinazione agricola dei nastri verdi e l’inserimento di cenosi arbustive e arboree al fine di aumentare la ricchezza SA-4.2.2 in biodiversità animale e vegetale. In questo contesto i nastri verdi e gli elementi della connessione primaria svolgono una funzione essenziale in quanto l’area è praticamente priva di zone “buffer” Tutelare e conservare il Parco della Marcigliana migliorandone l’efficienza e la funzionalità mediante nuovi SA-4.2.3 impianti arbustivi ed arborei SA-4.2.4 Tutelare la fascia di contatto dei SIC “Cervelletta”, “S. Vittorino” e “Acque Albule" SA-4.2.5 Realizzare il Parco provinciale del fiume Aniene

SISTEMA INSEDIATIVO

9.1 SISTEMA INSEDIATIVO MORFOLOGICO B4. Centri Prenestini (Comuni di Gallicano, Zagarolo, Palestrina, Cave, Genazzano, San Cesareo) Riorganizzare e ridisegnare la struttura urbana dei “nodi”/centri urbani principali con interventi di contenimento ed indirizzo dell’espansione favorendo un modello compatto articolato per quartieri/parti urbane tenute distinte da SI-9.1.1 discontinuità verdi, progettando i margini, selezionando un numero limitato di direttrici di completamento ed espansione residenziale, organizzando gli assi viari locali interni ai “nodi” come strade di animazione cittadina su cui appoggiare sedi per funzioni urbane qualificanti; Perimetrare, completare con edilizia estensiva e dotare di servizi gli ambiti delle costruzioni insediative non urbane e SI-9.1.2 di diffusione insediativa escludendone l’ulteriore espansione; Indirizzare l'espansione diffusa (forre di Gallicano, Zagarolo) mantenendo la regola della costruzione di crinale e i SI-9.1.3 caratteri estensivi dell’edificazione e tutelando i valori ambientali e paesistici delle forre interposte; Rafforzare la struttura insediativa dei centri isolati di Cave e Genazzano anche con completamenti di nuclei di nuova SI-9.1.4 urbanizzazione ai margini ed in continuità dei centri, tutelando la loro collocazione sugli speroni/rupi tufacei e contrastando le tendenze di espansione indifferenziata;

9.2 SISTEMA INSEDIATIVO FUNZIONALE Localizzare le nuove attività artigianali o di servizio locale in continuità con i centri/nuclei urbani consolidati. Localizzare le sedi di attività produttive di livello provinciale in due aree produttive attrezzate intercomunali una SI-9.2.1 sulla Casilina in corrispondenza di San Cesareo-Palestrina e l’altra più interna in corrispondenza di Genazzano Ponte Orsini, entrambi facilmente accessibili da tutti i centri in quanto servite dalla nuova viabilità di 2° livello metropolitano;

9.3 SISTEMA DELLA MOBILITÀ Prevedere una variante alla in parte su tracciati esistenti e in parte su nuovi tracciati di SI-9.3.1 circonvallazione esterna ai centri per liberarli dai traffici di attraversamento regionale; SI-9.3.2 Valorizzare il carattere paesistico della via Prenestina e di alcuni assi viari locali con punti di sosta panoramica; SI-9.3.3 Migliorare i collegamenti viari tra i centri e le stazioni del Servizio Ferroviario Metropolitano. Tabella 5: Le azioni di PTPG

46 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

3 - INQUADRAMENTO DEL CONTESTO AMBIENTALE E TERRITORIALE

3.1 - AMBITO DI INFLUENZA TERRITORIALE L’ambito territoriale di riferimento del PIANO in oggetto non coincide con la superficie di territorio interessata dalle previsioni dello stesso, risulta necessario indagare in quale modo le azioni poste in essere dal PIANO interagiscono con i territori contermini ed adiacenti. L’ambito territoriale di influenza del PIANO si può suddividere nelle seguenti fattispecie: - Ambito Territoriale locale (AT locale): Si riferisce alla AZIONE (Obiettivo operativo) la cui influenza si limita ad interessare il territorio su cui la previsione insiste (area di intervento); - Ambito Territoriale comunale (AT comunale) Si riferisce alle azioni di piano la cui influenza interessa, oltre al luogo di sedime, anche l’intero territorio comunale; - Ambito Territoriale intercomunale (AT intercomunale) Si riferisce alla AZIONE (Obiettivo operativo) la cui influenza non si limita ad interessare l’ambito comunale, ma travalica il limite comunale per offrire servizi ad una collettività sovra comunale (comuni limitrofi: Roma, Gallicano nel Lazio). In sintesi, ogni azione di piano, come precedentemente individuata, è analizzata in relazione all’ambito territoriale di influenza che essa determina.

Azioni / AMBITO TERRITORIALE

e

e

e Azioni intercomunal local comunal A1 AT A2 AT A3 AT A4 AT A5 AT A6 AT A7 AT A8 AT A9 AT A10 AT A11 AT Tabella 6 – Ambito di influenza territoriale

3.2 - AMBITO DI INFLUENZA AMBIENTALE Per quanto riguarda l’ambito di influenza Ambientale, la valutazione preliminare riguarda l’analisi delle ricadute sull’ambiente che potrà investire quindi anche porzioni di territorio al di fuori di quella comunale. Il D.lgs. n°4/2008 (Allegato VI, punto b) richiede una accurata descrizione degli “aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del piano o del programma”.

47 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

L’analisi ambientale, nell’ambito della VAS della variante, è stata condotta facendo riferimento ad alcune componenti ambientali indicate nell’allegato VI, lettera f del D.Lgs. n°152/2006: “ALLEGATO VI - Contenuti del Rapporto ambientale di cui all'art. 13. Le informazioni da fornire con i rapporti ambientali che devono accompagnare le proposte di piani e di programmi sottoposti a valutazione ambientale strategica sono: … f) possibili impatti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi…”

La verifica adotta un sistema valutativo complessivo suddiviso secondo le aree tematiche esposte nello stesso Allegato VI, sulla base delle informazioni ambientali disponibili dai soggetti istituzionalmente competenti: ISTAT, ENEA, ARPA, ISPRA12, etc, (tesi proprio a descrivere il contesto ambientale) e dei documenti operativi raccolti presso la struttura regionale competente. Le componenti prese in esame sono soltanto quelle con cui il PIANO interagisce. Tale scelta è effettuata per rendere congruente l’analisi condotta, sia con la tipologia del piano, sia con l’ambito territoriale di riferimento, sia con il livello di dettaglio del piano stesso: - Atmosfera (A); - Idrosfera (B); - Geosfera (C); - Biosfera (D); - Paesaggio e beni culturali (E); - Popolazione e salute umana (F).

Di seguito sono esposte le aree tematiche e i relativi criteri di definizione, attraverso gli indicatori raccolti in base a documenti reperibili presso la struttura regionale competente.

AREA TEMATICA INDICATORE DESCRIZIONE Emissioni inquinanti Indica un'eventuale variazione di emissioni Concentrazioni di inquinanti atmosferici Indica eventuali variazioni della qualità dell'aria Superfici destinate all'assorbimento di Indica variazioni di superficie in grado di assorbire A - ATMOSFERA CO2 inquinanti Utilizzo di energia Variazioni nell'utilizzo di energia Emissioni di gas serra Indica l'eventuale variazione di emissioni inquinanti

Utilizzo di risorse idriche Eventuali variazioni nell'uso di risorse idriche superficiali Portata dei corpi idrici superficiali Eventuali modifiche alla portata delle risorse idriche Risorse idriche sotterranee Eventuale interferenza con le risorse idriche B - IDROSFERA Scarichi in corpi ricettori Indica un'eventuale fenomeno di smaltimento in corpi idrici Contaminazione di corpi idrici Eventuale inquinamento di risorse idriche Carico inquinante dei reflui destinati agli Eventuale variazione del carico inquinante su impianti di impianti di depurazione depurazione

12 Rif. siti internet http:// sitis.istat.it/ (ambiente) - www.isprambiente.gov.it/it - www.arpalazio.gov.it/ambiente/indicatori - http://www.enea.it/it/Ricerca_sviluppo/ambiente-e-clima/tecnologie- ambientali

48 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

Contaminazione del suolo Fenomeno di inquinamento del suolo Fenomeno di deterioramento del terreno (desertificazione, Degrado del suolo perdita di sostanze organiche, salinizzazione…) C - GEOSFERA Rischio idrogeologico Eventuale incidenza sul rischio idrogeologico Uso del suolo in termini quantitativi e/o Eventuali variazioni di uso del suolo qualitativi Uso delle risorse del sottosuolo Indica le variazioni dell'uso di risorse del sottosuolo

Eventuali ripercussioni sulla salvaguardia degli habitat Conservazione di habitat naturali Incidenza sulla ripartizione areale delle specie animali Areali di distribuzione di specie animali presenti, con particolare riferimento a quelle di interesse comunitario ai sensi delle Direttive Habitat ed Uccelli. D - BIOSFERA Incidenza sulla salvaguardia di fauna di interesse Conservazione di specie di interesse conservazionistico con particolare riferimento a quelle di conservazionistico interesse comunitario ai sensi delle Direttive Habitat ed Uccelli. Connettività degli ecosistemi naturali Eventuale incidenza sugli ecosistemi naturali

Alterazioni del paesaggio Indica l'eventualità di modifiche al sistema ambientale Indica l'eventualità di azioni a grande scala sul sistema Interventi sull'assetto territoriale territoriale E - PAESAGGIO E Indica l'implicazione dei valori culturali in ordine alla loro BENI CULTURALI Compromissione di valori di beni culturali qualità intrinseca ed alla percezione degli stessi nel contesto in cui si inseriscono Eventuale presenza di azioni pianificatorie che possano Interferenze con le percezioni visive interferire con le percezioni visive

Interferenze con la distribuzione Eventuale alterazione dei sistemi insediativo-morfologico e insediativa infrastrutturale della configurazione esistente Indica la possibile alterazione del sistema socio-economico Alterazioni del sistema socio-economico del contesto locale in cui si inserisce il piano F - POPOLAZIONE Indica la possibile previsione di azioni che possano E SALUTE UMANA Rischi per la salute umana comportare rischi per la salute umana Emissioni di radiazioni elettromagnetiche Eventuale incremento di radiazioni elettromagnetiche Esposizioni e livelli sonori eccedenti i Eventuale variazione dell'esposizione a livelli sonori sopra limiti i limiti normativi

49 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

3.2.1 - Obiettivi di sostenibilità ambientale e correlazione con le AZIONI di Piano Partendo, pertanto, dalle suddette aree tematiche, in riferimento all’articolo 34, comma 4, del Decreto Legislativo 152/2006, si definiscono gli obiettivi di protezione ambientale e sviluppo sostenibile, definiti dall’ISPRA13:

AREA TEMATICA OBIETTIVI AMBIENTALI Incremento produzione di energia da fonti rinnovabili Aumento dell’Efficienza energetica A - ATMOSFERA Riduzione emissioni gas serra Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse naturali rinnovabil (aria)

Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse B - IDROSFERA naturali rinnovabili (acqua)

Migliorare l'utilizzo efficace delle risorse per ridurre lo sfruttamento complessivo delle risorse naturali non rinnovabili e i correlati impatti ambientali prodotti dallo sfruttamento delle materie prime, usando nel C - GEOSFERA contempo le risorse naturali rinnovabili a un ritmo compatibile con le loro capacità di rigenerazione Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse naturali rinnovabili (suolo)

Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse D - BIOSFERA naturali rinnovabili (biodiversità)

Protezione e conservazione del patrimonio culturale E - PAESAGGIO E BENI Protezione, gestione e pianificazione dei paesaggi CULTURALI Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale - D.lgs 42/2004

Evitare la generazione di rifiuti e aumentare l'efficienza nello sfruttamento delle risorse naturali ragionando in termini di ciclo di vita e promuovendo il riutilizzo e il riciclaggio Raggiungere livelli di qualità dell'aria che non comportano impatti negativi significativi per la salute umana Riduzione dei livelli di esposizione ai CEM nocivi per la salute umana F - POPOLAZIONE E Assicurare che i nostri sistemi di trasporto soddisfino le esigenze SALUTE UMANA economiche, sociali ed ambientali della società minimizzando i loro impatti indesiderabili sull'economia, la società e l'ambiente Ridurre al minimo i pericoli e i rischi derivanti dai pesticidi per la salute e l’ambiente Ridurre i livelli di sostanze nocive, in particolare sostituendo quelle più pericolose con sostanze alternative, anche non chimiche, più sicure

13 Rif. sito ISPRA http:// www.isprambiente.gov.it/it - obiettivi - indicatori ambientali 2011

50 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

Pertanto, avendo esposto i relativi indicatori per ogni componente ambientale, si possono riassumere, nello schema seguente, le azioni di piano che possano avere impatti sui diversi aspetti ambientali:

COMPONENTI AMBIENTALI / OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’

I

Azioni di TMOSFERA IOSFERA E AESAGGIO ENI CULTURAL E OPOLAZIONE

Piano DROSFERA GEOSFERA GEOSFERA A I B P B P SALUTE UMANA UMANA SALUTE A1 PC PC PC PC PC PC

A2 NP C NP NP NP C

A3 C C C C C C

A4 NP NP NP NP NP NP

A5 PC PC PC PC PC C

A6 PC PC PC PC PC C

A7 PC PC PC PC PC C

A8 PC PC PC PC PC C

A9 PC PC PC PC PC C

A10 C C C C C C

A11 PC PC PC PC PC C Tabella 7 – Componenti ambientali e loro caratterizzazione rispetto alle azioni di P/P

Legenda tabella Valutazione Indicazione Coerente C

Parzialmente Coerente PC

Non Coerente NC

Non Pertinente NP

51 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

4 - VALUTAZIONE

4.1 - METODO DI VALUTAZIONE La Valutazione Ambientale Strategica è finalizzata ad individuare gli effetti ambientali, positivi o negativi, che un dato PIANO ha sull’ambiente. Pertanto si valutano di seguito gli effetti del PIANO sui temi e sugli aspetti ambientali con cui lo stesso andrà ad agire. Al fine di rappresentare le dinamiche di interazione tra temi ambientali e azioni del PIANO, è opportuno fare ricorso al modello dell’analisi SWOT. Questo modello può essere utilizzato in qualsiasi processo decisionale in cui uno stato finale desiderato (obiettivo) è stato definito. L’analisi SWOT, conosciuta anche come Matrice SWOT, è uno strumento di pianificazione strategica usato per valutare i punti di forza (Strengths), debolezza (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) di un progetto o in un'impresa o in ogni altra situazione in cui un'organizzazione o un individuo deve prendere una decisione per raggiungere un obiettivo. L’analisi può riguardare l’ambiente interno (analizzando punti di forza e debolezza) o esterno di un'organizzazione (analizzando minacce ed opportunità). La tecnica nasce da un progetto di ricerca della Università di Stanford fra gli anni sessanta e settanta. L’obiettivo di qualsiasi analisi SWOT è quello di individuare i principali fattori interni ed esterni che sono importanti per raggiungere l'obiettivo. La dimensione del modello di analisi SWOT può essere meglio compreso attraverso la seguente matrice: ANALISI INTERNA SWOT - analysis Forze Debolezze Strategie S-O: Strategie W-O: Opportunità Sviluppare nuove metodologie in grado Eliminare le debolezze per attivare nuove di sfruttare i punti di forza dell'azienda. opportunità. ANALISI ESTERNA Strategie S-T: Strategie W-T: Sfruttare i punti di forza per difendersi Minacce Individuare piani di difesa per evitare che le dalle minacce. minacce esterne acuiscano i punti di debolezza.

L’applicazione della VAS al caso specifico del PTPG di Roma ha scontato le difficoltà che derivano dal fatto che non esiste un quadro giuridico e procedurale di riferimento consolidato.

Legenda tabella Valutazione Indicazione Coerenza C

Parziale Coerenza PC

Bassa Coerenza BC

Non Pertinenza NP

4.2 - VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULL’AMBIENTE Nella documentazione elaborata per il PTPG di Roma, il Rapporto Ambientale costituisce la parte preponderante dell’elaborato denominato Relazione di Piano – Rapporto Territorio. Questo

52 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

rendiconto, in relazione con gli obiettivi generali e specifici, individua e descrive sia la situazione attuale che gli effetti che l’attuazione delle proposte di Piano potrebbe avere sul sistema ambientale, sul sistema insediativo e sul sistema della mobilità. Quello che ci dice la VAS del PTPG è rappresentato e valutato come segue: Analisi SWOT ambientale INTERNO ESTERNO Punti di Forza Punti di Debolezza Opportunità Minacce

e

i

i

i

e otazione notevole di servizi e attrezzature collettiv attrezzature e servizi di notevole otazione dell'area ambientale elicatezza rea strategicaper ricevere utilizzazioni di rango urbana e ambientale qualità della ipristino endolarismo lavoro di opportunità pprezzabili emission di roduzione aesaggistica aesaggistica ovracomunal Obiettivi Variante qualità la con insediativa qualità della ntegrazione Smaltimento dei reflui e dei rifiut e dei reflui dei Smaltimento D A s R P A I p D P Consumo disuolo risorse di approvvigionamento di Cicli cultural beni dei Valorizzazione

OB 1 C C PC NP NP NP C NP NP NP

OB 2 C C PC NP C C BC BC

OB 3 PC PC NP BC BC PC BC BC BC

OB 4 PC C PC C C C C C Matrice 1 Verifica di coerenza esterna: Obiettivi Variante – Analisi SWOT ambientale

4.3 - VALUTAZIONE DEGLI OBIETTIVI E DELLE STRATEGIE

4.3.1 - Gli scenari: valutazione delle alternative - L’assenza di Piano: ALTERNATIVA 0 Lo scenario relativo alla non attuazione della Variante non risulta percorribile in quanto il PRG vigente non consente di risolvere i problemi o le esigenze rilevate. Come più volte ribadito, l’alternativa 0, ovvero la non attuazione del PIANO, risulta a tutti gli effetti peggiorativa in quanto non consente la concretizzazione di una pianificazione oculata e mirata alla ridefinizione di una parte del territorio che si presta alla localizzazione di attività di cui l’intero Comune di Zagarolo attualmente necessita. La carenza ingiustificata di aree per lo sviluppo artigianale / commerciale / direzionale non permetterebbe la crescita comunale nel settore, in un’area potenzialmente ben strutturata e atta ad ospitare tale accrescimento, in termini di caratteristiche insediative, morfologiche e infrastrutturali. Il Comune di Zagarolo è infatti, sprovvisto di aree con destinazione artigianale / commerciale / direzionale, a seguito della scissione con il limitrofo Comune di San Cesareo nel 1990, riproposte nell’ipotesi di pianificazione generale, ma in seguito stralciate, senza motivazioni valide.

53 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

E’ chiaramente deducibile come, in caso di non attuazione del PIANO, gran parte delle componenti ambientali si preservi dagli impatti conseguenti all’edificazione stessa, siano essi diretti, che derivanti da azioni dirette sull’ambiente. Tuttavia, è utile ribadire, in questa sede, per contro, che l’attuazione del PIANO apporterebbe numerosi benefici in termini di servizi e attrezzature per la popolazione già insediata, infrastrutture, nonché opportunità di lavoro.

4.3.2 - Gli scenari: valutazione delle alternative – Evoluzione: ALTERNATIVA 1 (PRG - PTPG) Come meglio descritto nel successivo capitolo in cui si propone la valutazione delle alternative, nel corso della formazione della variante in esame il punto iniziale è rappresentato dal dato contenuto nel PRG adottato in Consiglio comunale e recepito in fase di redazione del PTPG, quindi valutato all’interno delle due procedure di verifica ed approvazione. Nel definire lo scenario di progetto proposto, rispetto allo scenario iniziale è stato riconsiderato l'inserimento di alcune azioni nel progetto di variante a seguito di criticità ambientali in rapporto con il bene paesaggistico di “Campagna romana”, con il bene paesaggistico di “Bene archeologico”. Benché in questo modo il Piano si sviluppi interamente all’interno della zona del “Sistema Insediativo Funzionale” individuata dal PTPG, anche se comprende gran parte dell’attuale perimetro della Variante (porzione sud a ridosso della via Prenestina) si sviluppa in direzione nord, lungo i Fossi di Corzano e di Passerano, fino a dove questi convergono, parallelamente alla linea ferroviaria ad alta velocità. Questo lembo di territorio individuato dal PRG - PTPG, oltre a risultare meno accessibile e più dispersivo dal punto di vista prettamente urbanistico, appartiene inoltre alla “campagna romana” del Piano Territoriale Paesistico Regionale, che lo classifica come vincolo paesaggistico (Vincolo ricognitivo di Piano: taa_05 - Agro Tiburtino – Prenestino, art.42 delle NTA del PTPR). Si determina un impatto a “cuneo” delle aree a destinazione produttiva verso i due fossi a nord, in piena campagna romana. Per questa ragione e per aver preso atto della cesura ambientale determinata dalla forte presenza di infrastrutture elettriche afferenti alla limitrofa centrale, ha definitivamente indotto l’Amministrazione nel procedere alla ridefinizione delle aree ricollocandone una parte in posizione più consona, lungo la viabilità ed inoltre limitrofa alla zona antropizzata a sud di Valle Martella. Pertanto, alla luce di suddette motivazioni, questa alternativa di PIANO non viene reputata ottimale sia dal punto di vista urbanistico, insediativo-funzionale, sia dal punto di vista paesaggistico- vincolistico ed ambientale.

4.3.3 - Gli scenari: valutazione delle alternative - La Variante: ALTERNATIVA 2 (Variante specifica) L’alternativa prescelta è stata quella in cui il PIANO, a parità di valori quantitativi, ha ridefinito la localizzazione delle aree di variante. Come riscontrabile dalle tabelle di confronto, inserite nel seguito, nella porzione di territorio esterna alla Variante, ma destinata a zona produttiva dal PTPG, si andrà a “restituire” ciò che è stato “preso” dal PIANO nella porzione occidentale, quindi sarà ripristinato il Territorio Agricolo Tutelato. La verifica delle quantità totali consente di avere un quadro chiaro e diretto degli incrementi e delle detrazioni delle superfici ripartite tra le varie componenti sistemiche: il sistema insediativo morfologico viene inserito ex novo; il sistema insediativo funzionale subisce un leggero incremento rispetto alla quantità prevista dal PTPG ed interna al perimetro della variante; nel sistema ambientale, le aree di connessione primaria non subiscono alcuna variazione, mentre i sistemi agricolo e agricolo tutelato sono oggetto della maggiore detrazione in termini di estensione areale, in quanto, come già esplicitato, compensano le crescite areali dei sistemi insediativi, a loro volta giustificate dalla previsione di espansione insediativa del PTPG extra-piano. Si sottolinea, inoltre, che circa il 10% della sottozona D1, sarà destinato a standard, di cui almeno il 5% ceduto al Comune. Una schematizzazione grafica può meglio rappresentare i concetti su enunciati.

54 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

Schematizzazione della ripartizione dell’area produttiva in relazione al PTPG

4.3.4 - La verifica di coerenza - Coerenza interna La verifica di coerenza interna è finalizzata ad analizzare la coerenza tra gli obiettivi e le strategie della variante con le azioni della medesima; da tale verifica è emersa una sostanziale coerenza con le azioni originariamente proposte dalla “Zona I – Ambiti di interventi complessi, Sottozona I2 - a destinazione mista con presenza di strutture produttive ed agriturismo” in località Corsano/Valle Martella.

Obiettivi/Strategie Variante Obiettivi Strategie

Azioni OB 1 OB 2 OB 3 OB 4 S 1 S 2 S 3 S 4 S 5 S 6

A1 C C C C C

55 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

A2 PC

A3 C C C

A5 C C

A6 PC PC PC C

A7 C PC PC PC C

A8 C PC PC PC C

A9 C C

A10 C C

A11 C C C C

A12 PC PC PC C Matrice 2 Verifica di coerenza interna: obiettivi-strategie e azioni della Variante

Il progetto presentato interessa un’area pressoché identica alla precedente in termini di estensione, che perde la porzione più settentrionale ed acquisisce l’area adiacente al suo precedente limite occidentale. La modifica areale interessa circa il 30% dell’intera estensione della variante. Questo 30% rappresenta le aree precedentemente proposte in trasformazione, al di fuori del percorso dettato dalla Variante di Piano Regolatore.

Valutazione pre e post CtCR Come indicato in premessa, il PRG ha avuto una istruttoria positiva in cui anche la parte zonizzativa, poi stralciata in sede di Comitato, è stata giudicata conforme sia alla normativa paesaggistica che a quella urbanistica. La semplice ripresentazione della proposta zonizzativa, nel frattempo adattata alle mutate condizioni generali ed inquadrata in modo da rispondere alle ragioni che ne avevano determinato la soppressione, risulta quindi agevole. Le incongruenze rilevate dal Comitato Tecnico sono state valutate e le indicazioni originarie sono state modificate. Viene così a definirsi, a fine percorso, non più una onnicomprensiva Zona I, bensì la somma di due distinte Zone: la Zona C e la Zona I, che a sua volta raccoglie comprende 4 sottozone corrispondenti a quanto indicato dal P.R.G. per le zonizzazioni seguenti: D1; F2.2; F3.1; G2.3, nella proporzione illustrata nel seguito del presente documento.

Fondiario Dalla lettura degli elaborati di PTPG in cui viene proposta la lettura della morfologia degli insediamenti, risulta evidente la parcellizzazione fondiaria del territorio comunale. RT_sim 9.2_OccupazSuoloUsiUrbani4Date_R2/3/6.jpg e RT_sim 9.2_OccupazSuoloUsiUrbani4Date _R2/3/6.jpg. Poche sono le aree non investite dal fenomeno e queste coincidono con una diversa definizione della proprietà fondiaria. L’intervento proposto interviene su una di queste aree, unica per estensione.

4.3.5 - Coerenza del Piano rispetto alla pianificazione sovraordinata - Coerenza esterna La verifica di coerenza esterna è condotta rispetto agli strumenti di pianificazione sovraordinata, in primo luogo il PTPG; viene così verificata la sostenibilità ambientale dei contenuti della variante rispetto ad un apposito gruppo di obiettivi di sostenibilità che sarà definito, tenendo conto anche degli esiti dell'analisi ambientale iniziale nonché di quelli contenuti nel PTPG.

56 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

Per ciascun tema o aspetto ambientale individuato come pertinente devono essere individuati gli obiettivi ambientali di riferimento. L’analisi di coerenza esterna consente di verificare la conformità del PIANO ai vari livelli di pianificazione e programmazione, ed in particolare, la coerenza tra gli obiettivi generali della Variante Urbanistica di Zagarolo e quelli del quadro programmatico nel quale essi si inseriscono. L’individuazione degli obiettivi ambientali di riferimento scaturisce dall’analisi delle normative vigenti e dalle interazioni con altri piani e programmi correlati al PIANO. Le verifiche di coerenza evidenziano i conflitti esistenti tra i vari livelli di pianificazione e possono essere d’aiuto, ad esempio, per ridefinire gli obiettivi o per valorizzare il contenuto delle alternative o per modificare l’insieme degli indicatori al fine di mettere in relazione gli obiettivi e le alternative di PIANO. La Variante Urbanistica puntale in località “Corsano” nel Comune di Zagarolo, concepita e sviluppata in rapporto ed in considerazione delle normative e delle pianificazioni di tutela territoriale ed ambientale della Regione Lazio, risulta coerente con gli indirizzi e gli strumenti esistenti di pianificazione del sistema regionale. Obiettivi di PTPG ad ad e

Obiettivi iano in grado di dare vita vita dare di grado in iano ianificazione partecipato che insediativi ed roduttivi

Variante territoriali locali, unzionali 1) Processo di di 1) Processo p P p f 2) Selezionare alternative di di alternative 2) Selezionare i subsistemi caratterizzano assetti insediativifondati delle valorizzazione "sulla risorse, dei modelli ed urbani" ed urbani" a processi di sviluppo sviluppo di a processi OB 1 PC BC

OB 2 PC PC

OB 3 PC BC

OB 4 PC C Matrice 3 Verifica di coerenza esterna: Obiettivi della Variante – Obiettivi PTPG

Strategie del PTPG

i

"

Obiettivi aesaggi rurali rurali aesaggi

Variante della sistemi dei efficienza ) a) Difesa e sicurezza del del sicurezza e Difesa a) territorio valorizzazione e tutela b) ambiental dotazioni delle p costruzione della riordino d) e della urbana insediativa morfologia degli interventi crescita e conservazione e) dei "fattoriidentità di f c) tutela e valorizzazione del del valorizzazione e tutela c) dei e agricolo territorio mobilità privilegiando la rete rete la privilegiando mobilità del ferroedtrasporto il integrato

OB 1 NP NP NP PC BC

OB 2 BC BC BC C PC

OB 3 NP NP NP PC PC

OB 4 C C C

Matrice 4 Verifica di coerenza esterna: Obiettivi della Variante - Strategie di PTPG

57 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

Azioni/Direttive del PTPG Sistema Ambientale 3 - DIFESA E SICUREZZA DEL TERRITORIO E DELLE ACQUE 3.5 - Vulnerabilità e Tutela della risorsa 3.3 - Dissesto e Pericolosità Sismica 3.4 - Rischio idraulico e frane 3.6 - Cave attive e dismesse idrica

Azioni della Variante SA-3.3.1 SA-3.3.1 SA-3.3.2 SA-3.3.3 SA-3.3.4 SA-3.3.5 SA-3.3.6 SA-3.3.7 SA-3.3.8 SA-3.3.9 SA-3.3.10 SA-3.4.1 SA-3.4.2 SA-3.4.3 SA-3.5.1 SA-3.5.2 SA-3.5.3 SA-3.6.1 SA-3.6.2 SA-3.6.3 SA-3.6.4

A1 BC BC

A2 C C

A3 C C PC PC PC C C

A4

A5 PC NP BC BC NP NP

A6 PC NP BC BC NP NP

A7 PC NP BC BC NP NP

A8 PC NP BC BC NP NP

A9 PC NP BC BC NP NP

A10 C C PC PC PC C C

A11 PC NP BC BC NP NP Matrice 5 Verifica di coerenza esterna: Azioni della Variante – Azioni sovrordinate al PTPG

58 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

. Azioni/Direttive del PTPG . Sistema Ambientale 3 - DIFESA E SICUREZZA DEL TERRITORIO E DELLE ACQUE 3.9 - Inquinamento 5 - Ambiti e regimi di 3.8 - Piani Azioni della atmosferico, 3.10 - Piano dei 3.11 - Risparmio tutela ambientale 6 - Tutela paesistica, beni vincolati ai sensi d.lgs. 42/2004 Protezione Variante acustico, Rifiuti energetico vigenti e segnalati Civile elettromagnetico

SA-3.8.1 SA-3.8.1 SA-3.8.2 SA-3.9.1 SA-3.9.2 SA-3.9.3 SA-3.10.1 SA-3.10.2 SA-3.10.3 SA-3.11.1 SA-3.11.2 SA-3.11.3 SA-6.1.1 SA-6.1.2 SA-6.2.1 SA-6.2.2 SA-6.2.3 SA-6.2.4 SA-6.3.1 SA-6.3.2 SA-6.1.1 SA-6.1.2 SA-6.2.1 A1

A2

A3 C C C C C C C C C C C

A4

A5 BC BC PC PC PC BC BC BC BC BC BC BC BC

A6 BC BC PC PC PC PC BC BC BC BC BC BC BC BC

A7 BC BC PC PC PC PC BC BC BC BC BC BC BC BC

A8 BC BC PC PC PC PC PC PC PC PC PC

A9 BC BC PC PC PC PC PC PC PC PC PC

A10 C C C C C C C C C C C

A11 BC BC PC PC PC PC PC PC PC PC PC PC PC PC Matrice 5bis Verifica di coerenza esterna: Azioni della Variante – Azioni sovrordinate al PTPG

59 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

. Azioni/Direttive del PTPG 9.1 - Sistema Insediativo 9.2 - Sistema 9.3 - Sistema della . Sistema Ambientale Morfologico Insediativo Funzionale Mobilità . 4 - Ecologia del Paesaggio B4 – Centri UTA - Bassa Valle dell'Aniene - la B4 – Centri Prenestini B4 – Centri Prenestini UTA - Bassa Valle dell'Aniene - IL PAESAGGIO Prenestini REP

Azioni della Variante -9.3.1 -9.3.1 -9.3.2 -9.3.3 -9.1.1 -9.1.1 -9.1.2 -9.1.3 -9.1.4 -9.2.1 I I I I I I I I S S S S S S S SA-4.1.1 SA-4.1.1 SA-4.1.1 SA-4.1.2 SA-4.1.3 SA-4.1.4 SA-4.1.5 SA-4.1.6 SA-4.2.1 SA-4.2.2 SA-4.2.3 SA-4.2.4 SA-4.2.5 S A1 PC PC PC BC

A2 BC BC BC BC

A3 C C C BC

A4 PC PC PC BC PC

A5 NP NP NP BC

A6 NP NP NP BC

A7 NP NP NP BC BC

A8 BC BC BC BC BC

A9 BC BC BC BC

A10 C C C BC

A11 BC BC BC BC BC Matrice 6 Verifica di coerenza esterna: Azioni della Variante – Azioni del PTPG

60 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

Dalle precedenti tabelle si evince una sostanziale compatibilità territoriale ed ambientale delle azioni proposte dalla variante in esame, fatta eccezione per alcune “parziali compatibilità” legate soprattutto agli aspetti geologici e idrogeologici, mentre è stata attribuita la classe “bassa” o “nessuna compatibilità” a quelle azioni ricadenti in area di tutela ambientale o in ambiti archeologico – paesaggistici ed ambientali.

4.4 - VALUTAZIONE DELLE AZIONI Ai fini di una prima verifica della compatibilità ambientale e territoriale delle azioni proposte, si è proceduto a individuare, limitatamente alle azioni che comportano modifiche cartografiche derivanti da nuove previsioni, eventuali incompatibilità rispetto ai principali vincoli ambientali e territoriali non analizzati nell’ambito delle verifiche di coerenza descritte.

4.4.1 - Implementazione di coerenza da sviluppi esterni

Viabilità intercomunale GRA bis Una strada a sei corsie che taglia la zona sud di Roma: da Fiano - San Cesareo a Tor dè Cenci. Una sorta di GRA bis ma con pedaggio. Un tracciato che corre parallelo per un tratto all’anello del raccordo anulare per collegare velocemente l’Autostrada Milano - Napoli con il Terminal Internazionale di Fiumicino, senza interessare il G.R.A..

Il progetto prevede la realizzazione di 34 chilometri e mezzo di strada con tre corsie per senso di marcia. Le ipotesi al vaglio sono tre, sarebbe stata scelta la terza che è poi quella che passa più esterna al Gra. Sono previsti sei snodi all'altezza di Tor dè Cenci, di Laurentina, di Anagnina-Tuscolana, dell'A1 Roma-Napoli, della Casilina e dell’A1 Fiano-San Cesareo. Sono nove i chilometri di gallerie: l’autostrada si interra nei tratti di Castel di Leva per 200 metri, dell’Appia Antica per altri 200 metri, di Fioranello per 5.640 metri e di Anagnina-Romanina per 2.660 metri. In trincea invece vengono percorsi

61 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo circa 8,5 chilometri. Dodici i comuni interessati: Ciampino, Marino, Frascati, Zagarolo, Grottaferrata, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Colonna, Zagarolo, San Cesareo e Gallicano nel Lazio. Cinque i municipi attraversati dalla super strada: VIII, X, XII, XIII, XV.

Svincolo A1 Lo scorso 12 luglio si è tenuta la seconda conferenza dei servizi al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Un’opera voluta da Roma Intermodale, il consorzio creato da Aeroporti di Roma, Anas e Agenzia Roma servizi per la mobilità. I Pareri espressi da Sindaci e Vice, Dirigenti o Presidenti dei vari enti convocati risultano favorevoli alla realizzazione dell’autostrada dei Castelli Romani. Questo, in sintesi, il bilancio della seconda (altre seguiranno) Conferenza dei Servizi svolta al Ministero delle Infrastrutture. Nel seguito qualche dettaglio tratto dai verbali: - Frascati, il Sindaco: “esprime parere contrario alla proposta”; - Montecompatri, il Dirigente all’Urbanistica: “proposta lodevole, parere favorevole”; - Gallicano, il Vice Sindaco: “parere negativo, ma se fate uno svincolo a Gallicano…”; - Zagarolo, assessore LLPP: “chiediamo un casello autostradale a Zagarolo”; - Roma Capitale, Alemanno invia molti direttori dipartimentali, unanimi: “i pareri di competenza saranno trasmessi successivamente con nota formale”; - Aeroporti di Roma s.p.a.: “AdR esprime parere favorevole all’opera che ritiene di primaria importanza”; - ACEA spa e SNAM spa (metanodotti) entrambe: “parere favorevole purché i costi di ogni adeguamento saranno totalmente a carico del richiedente”; - TERNA spa (elettrodotti): “si riserva di esprimere un parere solo dopo analisi specifiche…” - Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane): “parere favorevole”; - Provincia di Roma Direttore alla Mobilità che riporta: “la valutazione negativa dell’ente, che trasmetterà il parere dopo i necessari approfondimenti”, poi ricorda: “l’attuale situazione socio-economica” in piena crisi; - ANAS, il Direttore annuncia: “al progetto arriverà un finanziamento privato pari al 60% dell’investimento previsto”, come a dire: “state calmi, il problema - per le autostrade - non sono i soldi!”; - Beni Architettonici e Paesaggistici, il Sovrintendente: “non rileva condizioni vincolistiche ostative”; - Beni culturali: “si riserva di fornire indicazioni” e richiede di procedere a VAS (Valutazione Ambientale Strategica) e VIA (Valutazione Impatto Ambientale) etc; - Parco regionale dell’Appia Antica, il Direttore all’Urbanistica: “occorre il coinvolgimento della Direzione regionale Ambiente”; - Regione Lazio: “le strutture regionali interessate si coordineranno per formulare un parere unitario” sta esaminando i progetti dall’autostrada dei Castelli Romani.

Medesima zonizzazione di un’area limitrofa (Gallicano nel Lazio) Con Deliberazione di Giunta Regionale n°251 del 17 aprile 2009, è stato dato il via alla nuova zona per insediamenti produttivi individuata in località “Grotte del Diavolo” tra il Km 12 e il Km 15 della Via Prenestina dal G.R.A., nel Comune di Gallicano nel Lazio: è stata recepita la richiesta del Comune di individuazione di aree da destinare al PIP (autorizzazione ai sensi della L.R. 10/08/1994 n.47). Tale area produttiva, che si estende per circa 30 ettari, dista a meno di 1 km dalla Variante in oggetto ed è localizzata a sud est di questa, tra l’autostrada e la Via Prenestina e ricade all’interno della Campagna Romana individuata dal PTPR: presenta dunque la stessa tipologia di problematiche sorte per l’area di “Corsano”. Analogamente al Comune di Zagarolo, il PRG di Gallicano nel Lazio non ha provveduto inizialmente all’individuazione di aree artigianali/produttive/industriali. Solo successivamente, con

62 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo deliberazione del Consiglio Comunale n.11 del 12/04/2007, sono state individuate le aree da destinare all’insediamento di impianti produttivi, ai sensi dell’art.2, del D.P.R., n.447, del 20/10/1988, in variante al Piano Regolatore Generale vigente. La necessità del limitrofo comune ha portato così all’accoglimento della proposta con tutte le possibili prescrizioni del caso. La situazione di Zagarolo risulta pertanto perfettamente analoga a quella di Gallicano e le esigenze comunali sembrano ricalcare le stesse caratteristiche esaminate per la limitrofa area di Gallicano. Di seguito si riporta un grafico di raffronto tra le due aree a destinazione produttiva/artigianale (Corsano e il PIP adottato dal Comune di Gallicano nel Lazio).

Confronto tra le due aree produttive Corsano, Zagarolo e PIP loc. “Grotte del Diavolo”, Gallicano nel Lazio

4.4.2 - Il quadro esigenziale Il quadro esigenziale è direttamente riconducibile alla storia urbanistica della Variante: il percorso tecnico-politico effettuato ha portato in evidenza che la volontà dell’Amministrazione Comunale è legata strettamente alle necessità rilevate sul territorio, alla luce dei bisogni e delle valenze stesse dell’intero territorio comunale: l’unica area industriale prevista a Zagarolo è stata stralciata dal confine comunale, in quanto assimilata da San cesareo, a seguito della scissione amministrativa del 1990. Il Comune di Zagarolo è pertanto totalmente carente di zone artigianali / industriali: la previsione fatta prima della scissione amministrativa con San Cesareo ha fatto si che l’area destinata a questa funzione ricadesse all’interno dei confini del comune di nuova formazione, come rappresentato nel grafico che segue. L’interesse dell’Amministrazione Comunale è sempre stato quello di perseguire l’acquisizione di una zona produttiva adeguata alle proprie aspettative, che in seguito fu individuata nell’area di Corsano come Zona I – Ambiti di interventi complessi, Sottozona I2 - a destinazione mista con presenza di strutture produttive ed agriturismo, nella variante generale al PRG (adottata con DCC n.56 del 29/12/2000 ed approvata con DGR n.324 del 30/06/2007, pubblicata sul BURL n.18 supplemento n.5). L’esigenza di creare una tale area è legata alla volontà di rafforzare e modernizzare l’economia dello stesso territorio comunale, il quale, nello stato attuale di carenza i zone produttive, risulta inevitabilmente impossibilitato nel raggiungimento di tale obiettivo.

63 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

Come anche riportato nella relazione istruttoria regionale del 30 marzo 2006, per il voto 110/2 elaborata dall’Area Urbanistica e Copianificazione Comunale Roma Capitale e Provincia, della Direzione Regionale Territorio e Urbanistica, la redazione della variante generale di P.R.G. di Zagarolo si è pertanto resa “…indispensabile a seguito della formazione del nuovo Comune di San Cesareo con L.R. n. 32 del 23.03.1990: con essa alcune zone di completamento edilizio e di sviluppo produttivo previste nel vigente PRG sono rimaste localizzate nella parte di territorio afferente il nuovo Comune di San Cesareo…. La Variante Generale ha pertanto lo scopo di aggiornare ed adeguare il vigente PRG ridefinendo il nuovo assetto urbanistico dell’attuale territorio comunale, con la previsione di aree per l’edilizia, sia pubblica e che privata, con l’individuazione di insediamenti a carattere artigianale e di servizi generali, così da consentire un corretto sviluppo socio economico di Zagarolo… Dallo stato di fatto dell’assetto urbanistico dell’attuale territorio del Comune, si rileva una diffusa trasformazione edilizia con localizzazione indifferenziata dovuta ad una serie di fattori quali, la contiguità con la corona delle espansioni abusive della periferia di Roma, la presenza nel territorio di importanti infrastrutture quali la stazione ferroviaria ed i due tracciati autostradali, la presenza di una struttura fondiaria molto parcellizzata che ha dato luogo alla trasformazione ad uso residenziale, legittima o legittimata con i vari condoni, dei cosiddetti “tinelli” per l’utilizzo agricolo del fondo. Il progettista del Piano, nel prendere atto della mancanza di un piano territoriale di coordinamento a scala provinciale, a cui rapportare una previsione dello sviluppo del territorio di Zagarolo in considerazione del ruolo non marginale dello stesso per la contiguità con l’area metropolitana, ha definito gli elementi costitutivi del nuovo Piano che si sono sostanziati come di seguito: - Individuazione delle linee di riassetto territoriale a seguito di una attenta valutazione delle consistenze edilizie presenti e delle suscettività delle forme aggregative di ogni ambito individuato anche al fine di integrare gli stessi ambiti con le attrezzature necessarie; - Definire prevedibili funzioni complesse in grado di potenziare e sviluppare in termini anche economici la presenza di una infrastruttura importante quale la stazione ferroviaria, come porta virtuale di accesso al territorio in quanto punto di partenza delle relazioni con Roma; - Assegnare all’area in loc. Corsano, collocata in adiacenza alla S.S. Prenestina ed ai confini con il territorio di Roma, una utilizzazione a livello sovraccomunale; - Prevedere il riordino e la previsione delle attività produttive in due localizzazioni, una prossima al centro storico, l’altra in prossimità della S.P. n.155 per Palestrina. - Valutazione delle specifiche richieste per attività produttive da parte di singoli privati al fine di definire la loro compatibilità con l’assetto generale proposto dal Piano…” Un aspetto fondamentale che è necessario sottolineare in questa sede, è l’importanza e la rilevanza in termini urbanistici del nucleo di Valle Martella, collocato a sud della Variante in oggetto: la lottizzazione di nucleo abusivo ha una dimensione sovracomunale, per la quale si sono adottati strumenti attuativi di gestione del territorio distinti e più specifici rispetto alla pianificazione generale comunale. Dimensionalmente rapportato al centro storico di Zagarolo, il nucleo di Valle Martella è notevolmente più esteso: si propone, dunque, in tale sito, estremamente in connessione con il nucleo abusivo, un intervento a scala sovra comunale, come quello della Variante Corsano, in grado non solo di trainare l’economia comunale, ma anche e soprattutto di dotare di servizi una zona così intensamente edificata ed urbanisticamente sviluppata.

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Rapporto area produttiva Corsano, Comune di Zagarolo e zona industriale artigianale nel Comune di San Cesareo

65 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

4.4.3 - La trasformazione del suolo nel suo utilizzo La proposta di variante prevede una parziale trasformazione dell’utilizzo di suolo rispetto alle indicazioni fornite dagli strumenti di pianificazione sovraordinata. Ponendo a confronto la zonizzazione proposta dalla Variante in località “Corsano” con quella definita dalla tavola TP2 “Disegno programmatico di struttura” di PTPG, si evidenzia che tale proposta risulta essere conforme alle linee guida dettate dalla pianificazione urbanistica provinciale.

Zonizzazione Variante PTPG Tav TP2 INSEDIATIVO INSEDIATIVO AMBIENTALE FUNZIONALE MORFOLOGICO Sottozone Sup. Territoriale Territorio Aree di Sedi delle attività Territorio Costruzioni Agricolo Connessione produttive Agricolo insediative urbane Tutelato Primaria metropolitane mq % mq mq mq mq mq C1 20.000 1,6% 0 0 0 20.000 0 C2 10.000 0,8% 0 0 0 10.000 0 D1 938.162 73,0% 2.329 384.050 98.114 453.669 0 F2.2 82.504 6,4% 12.308 15.198 38.412 16.586 0 F3.1 164.628 12,8% 0 0 112.561 52.067 0 G2.3 70.364 5,5% 0 22.053 0 48.311 0 Totale 1 1.285.658 100,0% 14.637 421.301 249.087 600.633 0

La pianificazione provinciale prevede un’area da destinare alle “sedi delle attività produttive metropolitane” che si estende per totali 875.363 mq., ma che non è ricompresa integralmente all’interno dell’area della Variante, bensì una parte di essa (274.730 mq.) si sviluppa in direzione nord, lungo i Fossi di Corzano e di Passerano. Pertanto l’intervento può avvalersi di un quantitativo areale extra da dedicare ad attività produttive previsto dal PTPG:

Zonizzazione Variante PTPG Tav TP2 INSEDIATIVO INSEDIATIVO AMBIENTALE FUNZIONALE MORFOLOGICO Sottozone Sup. Territoriale Territorio Aree di Sedi delle attività Territorio Costruzioni Agricolo Connessione produttive Agricolo insediative urbane Tutelato Primaria metropolitane D1 - Area EXTRA 274.730 0 0 0 274.730 0 Totale 1 1.285.658 14.637 421.301 249.087 600.633 0 Totale 2 1.560.388 14.637 421.301 249.087 875.363 0 Uso del suolo: confronto tra la Variante “Corsano” e la Tavola TP2 del PTPG

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Zonizzazione Variante PTPG Tav TP2 - VARIANTE INSEDIATIVO INSEDIATIVO AMBIENTALE FUNZIONALE MORFOLOGICO Territorio Aree di Sedi delle attività Territorio Costruzioni Agricolo Connessione produttive Agricolo insediative urbane Sottozone Sup. Territoriale Tutelato Primaria metropolitane mq % mq mq mq mq mq C1 20.000 1,6% 0 0 0 0 20.000 C2 10.000 0,8% 0 0 0 0 10.000 D1 938.162 73,0% 0 46.908 98.114 793.140 0 F2.2 82.504 6,4% 0 15.198 38.412 0 28.894 F3.1 164.628 12,8% 0 52.067 112.561 0 0 G2.3 70.364 5,5% 0 22.053 0 0 48.311 Totale 1 1.285.658 100,0% 0 136.226 249.087 793.140 107.205

Che, rispetto all’area extra risulta:

Zonizzazione Variante PTPG Tav TP2 INSEDIATIVO INSEDIATIVO AMBIENTALE FUNZIONALE MORFOLOGICO Sottozone Sup. Territoriale Territorio Aree di Sedi delle attività Territorio Costruzioni Agricolo Connessione produttive Agricolo insediative urbane Tutelato Primaria metropolitane D1 - Area EXTRA 274.730 0 274.730 0 0 0 Totale 2 1.560.388 0 410.956 249.087 793.140 107.205 Uso del suolo: proposta di variante della Tavola TP2 del PTPG

PTPG Tav TP2 INSEDIATIVO INSEDIATIVO AMBIENTALE FUNZIONALE MORFOLOGICO Territorio Aree di Sedi delle attività Territorio Costruzioni Agricolo Connessione produttive Agricolo insediative urbane Tutelato Primaria metropolitane 14.637 421.301 249.087 600.633 0 -14.637 -285.075 0 192.507 107.205 -100% -68% 0% 32% 100%

E rispetto all’area D1 (extra piano):

PTPG Tav TP2 INSEDIATIVO INSEDIATIVO AMBIENTALE FUNZIONALE MORFOLOGICO Territorio Aree di Sedi delle attività Territorio Costruzioni Agricolo Connessione produttive Agricolo insediative urbane Tutelato Primaria metropolitane 14.637 421.301 249.087 875.363 0 -14.637 -10.345 0 -82.223 107.205 -100% -2% 0% -9% 100%

67 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

Solo circa il 30% dell’estensione totale dell’area destinata al sistema insediativo funzionale - Sedi delle attività produttive metropolitane (circa 87 Ha) ricade a nord del perimetro della Variante, tra il Fosso di Corzano e il Fosso di Passerano ed è individuata in tabella come sottozona D1 extra-piano: 274.730 mq. Tale approssimativa quantità viene pertanto ripartita all’interno del perimetro della variante, ribilanciando le previsioni del PTPG tra sistema ambientale e sistema funzionale: l’incremento di superficie destinata ai sistemi insediativo-morfologico ed insediativo-funzionale che ne consegue sottintende la compensazione su tutta l’area esterna al piano a guadagno del territorio agricolo tutelato: considerando l’area totale disponibile per attività produttive, quindi la sottrazione al “territorio agricolo tutelato”, è complessivamente pari al 2%, in quanto tale destinazione viene resa nella porzione di territorio ad oggi destinata al sistema morfologico funzionale. La volontà della proposta di piano è quella di evitare l’impatto a “cuneo” delle aree a destinazione produttiva verso i due fossi a nord, in piena campagna romana, ricollocandola in posizione più consona, lungo la viabilità ed inoltre limitrofa alla zona antropizzata a sud di Valle Martella. Come riscontrabile dalle tabelle di confronto, nella porzione di territorio esterna alla Variante, ma destinata a zona produttiva dal PTPG, si andrà a “restituire” ciò che è stato “preso” dal PIANO nella porzione occidentale, quindi sarà ripristinato il Territorio Agricolo Tutelato. La verifica delle quantità totali consente di avere un quadro chiaro e diretto degli incrementi e delle detrazioni delle superfici ripartite tra le varie componenti sistemiche: il sistema insediativo morfologico viene inserito ex novo; il sistema insediativo funzionale subisce un leggero incremento rispetto alla quantità prevista dal PTPG ed interna al perimetro della variante; nel sistema ambientale, le aree di connessione primaria non subiscono alcuna variazione, mentre i sistemi agricolo e agricolo tutelato sono oggetto della maggiore detrazione in termini di estensione areale, in quanto, come già esplicitato, compensano le crescite areali dei sistemi insediativi, a loro volta giustificate dalla previsione di espansione insediativa del PTPG extra-piano. Si sottolinea, inoltre, che circa il 10% della sottozona D1, sarà destinato a standards, di cui almeno il 5% ceduto al Comune.

4.4.4 - Schede di approfondimento Ai fini della identificazione e valutazione dei potenziali effetti ambientali derivanti dall'attuazione delle singole azioni proposte dalla variante in esame, sono state predisposte apposite schede di valutazione, limitatamente alle azioni la cui attuazione può determinare potenziali effetti ambientali. Tale valutazione costituisce un approfondimento della verifica di Coerenza Esterna riportata, relativa alla corrispondenza tra gli obiettivi della variante e l'esito dell'analisi SWOT ambientale riferita al territorio. Pur riconducibili alla pianificazione di tipo attuativo, quindi successiva all’approvazione della Variante, tuttavia, le azioni sono potenziali determinanti di impatti significativi sul territorio e sull’ambiente; pertanto si è focalizzata l’attenzione su quegli elementi di maggior criticità rilevabili dal contesto in cui si inserisce il PIANO. Si sono considerate così le seguenti criticità: - Nuova viabilità; - Presenza di aree e beni vincolati dal punto di vista storico-archeologico; - Presenza di aree e beni vincolati dal punto di vista paesaggistico ed ambientale.

68 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

Viabilità Scheda interventi Viabilità S.1 Titolo Previsione della viabilità di accesso all’area di intervento e di distribuzione dell’intervento interna Azioni A1, A5, A6, A7, A8, A9, A10, A11 Settore di intervento Fruizione/Accessibilità

Stralcio della cartografia di aree vincolate

Cont. scheda: S.1

Obiettivi specifici Evitare e/o limitare l’interferenza con il tratto vincolato di Via Prenestina e con il nucleo di Valle Martella Descrizione sintetica L’accesso all’area è garantito dallo svincolo insistente sul tratto di Via Prenestina non vincolato dell’intervento (nel grafico n°1). Gli ulteriori svincoli rappresentati (2a e 2b) sono ipotesi progettuali, in quanto presentano dei tratti ricadenti all’interno dell’area vincolata dal Decreto della Soprintendenza (tratteggiati). Prescrizioni e Limitazione degli accessi: per non creare interferenze con le aree vincolate e con il nucleo di raccomandazioni valle Martella, si tenderà a localizzare l’ingresso all’area dal punto 1. progettuali per le relazioni Le ipotesi degli svincoli in 2a e in 2b sono comunque soggette ai nulla osta della Soprintendenze di sistema e/o relative a e all’esecuzione di tutte le verifiche archeologiche e funzionali del caso. singole componenti Soggetti coinvolti e Autorità pubbliche competenti e privati. modalità attuative

69 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

Aree e beni archeologici Più rilevante è la seconda criticità, legata alla presenza di beni del patrimonio archeologico, definita “zona ad altissimo rischio archeologico…”, come denominata nelle note della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio n°7284 e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio n°12610, pervenute rispettivamente in data 7 giugno 2012 e 19 giugno 2013, ovvero entrambe a seguito della prima consultazione tenutasi in data 10 maggio 2012. Come riscontrabile dalla Variante, è stata rispettata la richiesta di esclusione dell’intera fascia di rispetto della Via Prenestina dall’attività edificatoria, prevedendo una destinazione a verde con apposito progetto da sottoporre alla valutazione di entrambe le soprintendenze. Scheda interventi Area Protetta Decreto Soprintendenza Archeologica “Via Prenestina Antica” S.2 Titolo Definizione delle sottozone: individuazione delle diverse attività ricadenti dell’intervento nelle aree vincolate – Carta Archeologica Azioni A5, A6, A7, A8, A9, A10, A11 Settore di intervento Acquisizione di aree dell’A.C. mediante cessione a titolo gratuito delle stesse come da lettera di adesione al comparto urbanistico stipulata dai privati proponenti con la stressa A.C. Stralcio della cartografia di aree vincolate – Carta Archeologica

Cont. scheda: S.2

Obiettivi specifici Garantirne l'integrità monumentale dei beni presenti Descrizione sintetica Sono coinvolte tutte le azioni di definizione delle singole zone territoriali omogenee interessate dell’intervento dal Decreto, i cui interventi saranno così subordinati al rispetto delle prescrizioni della Soprintendenza. Prescrizioni e Totale rispetto delle aree di in edificabilità e trasformazione dei luoghi. raccomandazioni Fase I: redazione della Carta Archeologica, come qui rappresentata (scheda S.2). Fase II: progettuali per le relazioni Preventiva campagna di scavi con esecuzione di sondaggi esplorativi nelle aree subordinate a di sistema e/o relative a Nulla Osta della Soprintendenza e messa in sicurezza degli eventuali beni archeologici rinvenuti. singole componenti (*tutte le prescrizioni dettagliate verranno esposte a seguire della scheda) Soggetti coinvolti e Autorità pubbliche competenti e privati. modalità attuative L’attuazione della presente variante, previo la preventiva esecuzione dei sondaggi esplorativi e l’accertamento della reale localizzazione e consistenza del bene, è subordinata a schema di convenzione tra i soggetti pubblici e privati

* La misura di mitigazione assunta in sede di redazione di Piano è quella di rappresentare le indicazioni relative alle “Aree soggette a vincolo archeologico” come evidenziate in sede di parere da parte della Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio. Le indicazioni sono state codificate e

70 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo sistematizzate sulla base di un più articolato lavoro, fatto per il territorio comunale limitrofo a quello oggetto del presente intervento, nel Comune di Gallicano. Questo deve portare alla medesima modalità di tutela del medesimo bene in tutta la sua estensione. Le prescrizioni vengono tradotte e trasformate in nuova zonizzazione urbanistica. Prescrizioni: a) Aree assoggettate a vincolo archeologico apposto con Decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Sono interessate le seguenti aree: … - Via Praenestina antica, tratto Grotta del Diavolo-Acquatraversa: v. Allegato … Si prescrivono l'inedificabilità e qualsiasi intervento di trasformazione dei luoghi che comporti lo snaturamento o la modifica del contesto archeologico-monumentale. Qualsiasi richiesta di concessione edilizia o di altro intervento di alterazione dell' assetto dei luoghi dovrà, pertanto, essere inviata in prima istanza alla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, affinché venga espresso il parere di competenza. b) aree sottoposte a saggi preventivi, indicate con campitura a linee oblique nella Tavola allegata All’interno di queste aree, che abbracciano comprensori caratterizzati da diffuse presenze archeologiche e che sono ad alto rischio di rinvenimenti relativi soprattutto a strutture di epoca romana attualmente interrate, si prescrive che il rilascio - da parte di codesto Comune - della concessione edilizia o di altro intervento che comporterebbe l'alterazione dello stato dei luoghi sia subordinato all'ottenimento del Nulla Osta espresso dalla Soprintendenza. Tale Nulla Osta, da richiedere con apposita domanda corredata di relazione tecnica e dati di progetto, potrà essere rilasciato solo dopo l'esecuzione di sondaggi preventivi miranti ad accertare la presenza di testimonianze di interesse archeologico non rilevabili ad un analisi della superficie del terreno. I sondaggi, a carico del soggetto che richiede la concessione, dovranno essere eseguiti su indicazione e sotto il controllo del personale tecnico-scientifico della Soprintendenza o di professionisti archeologi incaricati di seguire i lavori e di redigere apposita documentazione tecnica che sarà acquisita agli atti d’ufficio della Soprintendenza. Solo in base all’esito di tali sondaggi, la Soprintendenza potrà essere in grado di esprimere il proprio Parere relativamente all’autorizzazione o meno delle opere da realizzare. Nel caso in cui in dette aree ricadano siti di interesse indicati con i nn. I-X della “Tipolgia delle presenze archeologiche”, si applicano le prescrizioni relative al seguente paragrafo “c”. c) Siti di interesse archeologico (nn.I-X della “Tipologia delle presenza archeologiche”), indicati con quadrato rosso campito in giallo nella Tavola allegata. - Nel caso in cui il sito comprenda strutture affioranti (murarie o di altra natura) si prescrivono, per un’area di 50 metri di raggio a partire dal limite delle strutture stesse, l’inedificabilità e qualsiasi intervento di trasformazione dei luoghi che comporti lo snaturamento o la modifica del contesto archeologico-monumentale. Inoltre in un raggio di 200 metri dal centro del quadrato il rilascio da parte di codesto Comune della concessione edilizia o di altro intervento dovrà essere subordinato all’ottenimento del Nulla Osta della Soprintendenza. Per tale Nulla Osta e per i sondaggi ad esso preliminari valgono le prescrizioni enunciate nel precedente paragrafo "b" - Nel caso di aree prive di strutture affioranti (cioè caratterizzate solo da frammenti fittili e/o “materiale archeologico sparso”) si prescrive che in un raggio di 200 metri dal centro del quadrato il rilascio della concessione edilizia o di altro intervento che comporterebbe l'alterazione dello stato dei luoghi dovrà essere subordinato all’ottenimento del Nulla Osta della Soprintendenza. Qualora tali sondaggi dovessero evidenziare la presenza di strutture (murarie o di altra natura), la Soprintendenza valuterà se applicare la prescrizione dell’inedificabilità su un raggio di 50 metri come sopra indicato. d) Strade (nn.XI-XII della “Tipologia delle presenze archeologiche”) segnate in rosso nella Tavola allegata. Via Praenestina antica (n.40). Si prescrivono inedificabilità e divieto di qualsiasi intervento di trasformazione dei luoghi che comporti lo snaturamento o la modifica del contesto archeologico- monumentale per una fascia continuativa larga 40 metri (calcolata a partire dal margine stradale) su entrambi i lati dell’intero tracciato. Inoltre nella fascia dai·40 ai 60 metri, su ciascun lato, qualsiasi concessione edilizia o di trasformazione dei luoghi dovrà essere subordinata al rilascio del Nulla Osta espresso dalla Soprintendenza dopo l’esecuzione dei sondaggi esplorativi secondo le modalità sopra esposte. Via proveniente da Gabii (n.65). Trattandosi di un tracciato conservato solo in parte, si prescrive che il rilascio della concessione edilizia o di altro intervento che comporterebbe l’alterazione dello stato dei luoghi, per una fascia di 60 metri (calcolata a partire dal margine

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stradale) su ciascun lato dell'intero tracciato, sia subordinato all'ottenimento del Nulla Osta espresso dalla Soprintendenza dopo l’esecuzione dei sondaggi esplorativi secondo le modalità sopra esposte. Qualora a seguito di tali sondaggi dovesse risultare conservato il lastricato antico, per una fascia continuativa di 40 metri su ciascun lato del medesimo si applica il divieto di edificabilità e trasformazione dei luoghi già sopra espressi. … g) Scoperte fortuite e rinvenimenti occasionali. In ottemperanza a quanto stabilito dalle leggi sulla tutela del patrimonio storico - archeologico si richiama che i siti del territorio comunale, i quali dovessero essere interessati da scoperte e rinvenimenti non prevedibili in base all'attuale stato delle conoscenze, saranno soggetti (seppure non compresi nelle suddette aree riportate nella Tavola dei vincoli), in base alla loro tipologia specifica, alle prescrizioni sopra elencate.

Questo ha consentito di integrare il lavoro fatto con la seguente zona urbanistica:  Sottozona G/4_bis - Parco pubblico archeologico-naturalistico

Per quanto in ordine alle porzioni di territorio già destinate o trasformate in Zona F e G, valgono le indicazioni dettate per la sottozona G4, come integrata dalle prescrizioni della Soprintendenza e di seguito modificata in Zona G/4bis. Vengono fatti salvi i caratteri di area pubblica e di area archeologica. I termini urbanistici variano come segue: La sottozona G4/bis individua aree archeologico-naturalistiche, associate a beni lineari come strade ed acquedotti. Da attrezzare con percorsi che consentono la fruizione e la godibilità del bene storico naturalistico esistente. Si prescrivono l’inedificabilità ed il divieto di qualsiasi intervento di trasformazione dei luoghi che comporti lo snaturamento o la modifica del contesto archeologico- monumentale. Le strutture devono essere realizzate in materiali naturali, a carattere temporaneo e quindi rimovibili senza essere infisse in terra. Le destinazioni d’uso sono: - sentieri pedonali o ciclabili; - zone di sosta attrezzate a ritrovo / ristoro all'aperto; - messa a dimora di pannelli didattici. Qualsiasi manufatto esistente deve essere rimosso. Per qualsiasi intervento di modifica o alterazione dell’assetto dei luoghi deve essere inviata in prima istanza alla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, affinché si provvede a fornire il cantiere dell’apposita supervisione scientifica, valevole quale sondaggio miranti ad accertare la presenza di testimonianze di interesse archeologico non rilevabili ad un analisi della superficie del terreno.

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Aree naturalistiche e beni paesaggistici Oltre alle aree interessate da beni del patrimonio storico-archeologico, è bene sottolineare la presenza delle aree vincolate dal punto di vista ambientale e paesaggistico. In particolar modo, si fa riferimento anche alla nota dell’Agenzia Regionale Parchi n°297482 del 31 luglio 2013, la quale suggerisce di prestare attenzione al reticolo idrografico interferente con l’area della Variante, che è interessato da alcune specie di pesci di interesse zoologico e per il quale sarebbe opportuno evitare qualsiasi forma di compromissione e/o alterazione di questi ambienti. Oltre all’introduzione di opportuni indicatori nel piano di monitoraggio (ved. Capitolo 6), si provvederà alla verifica dello stato di qualità dei due fossi e saranno introdotte precise prescrizioni nella Variante mirate alla tutela dei corpi idrici presenti. Scheda interventi Aree di Rispetto Fasce di rispetto dei fossi insistenti sull’area e delle aree di connessione primaria individuate dalla pianificazione provinciale S.3 Titolo Definizione delle sottozone: individuazione delle diverse attività ricadenti dell’intervento nelle aree vincolate Azioni A5, A6, A7, A8, A9, A10, A11 Settore di intervento Acquisizione di aree all’A.C. mediante cessione a titolo gratuito delle stesse come da lettera di adesione al comparto urbanistico stipulata dai privati proponenti con la stressa A.C. Stralcio della cartografia di aree vincolate

Cont. scheda: S.3 Obiettivi specifici Garantirne l'integrità ambientale Descrizione sintetica Sono coinvolte tutte le azioni di definizione delle singole zone territoriali omogenee interessate dell’intervento dalle fasce di rispetto ambientale. Prescrizioni e Rispetto delle aree di inedificabilità e trasformazione dei luoghi: cessione di tali zone all’A.C. e raccomandazioni creazione di parco pubblico attrezzato. progettuali per le relazioni di sistema e/o relative a singole componenti Soggetti coinvolti e Autorità pubbliche competenti e privati. modalità attuative

Prescrizioni per la salvaguardia dei corpi idrici sotterranei Uno degli obiettivi di PIANO è quello di osservare e rispettare le prescrizioni dettate dagli strumenti di pianificazione sovraordinata, pertanto, le Norme Tecniche dello stesso saranno integrate, là dove necessario, con le dovute prescrizioni integrative affinché il PIANO si adegui alle indicazioni

73 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo ambientali, pur portando a compimento quegli obiettivi generali in grado di soddisfare le su citate esigenze comunali. Come dichiarato al paragrafo 2.3.6 - Tutela dei Laghi di Albano e di Nemi, l’area della Variante “Corsano” rientra per il 90% della sua estensione nelle aree perimetrale nell’Allegato I della DGR n.445 del 16/06/2009 (Misure di Salvaguardia del sistema idrogeologico vulcanico dei Colli Albani). La Regione Lazio, con prot. n°248656 del 27 novembre 2009, ha inoltre emanato una direttiva in materia di adempimenti derivanti dall’applicazione della DGR 445/2009, con la quale si prescrive l’obbligo, per i piani attuativi interessati dalle aree critiche della zona di protezione di pozzi e sorgenti, di presentare ulteriori studi e documentazioni che attestino l’effettivo stato delle esigenze idriche. In particolare, si porrà particolare attenzione alle modalità di protezione statica e dinamica delle risorse captate, nonché alla previsione di idonei sistemi di protezione con opere di regimentazione delle acque dilavanti. Pertanto, la pianificazione attuativa derivante dall’approvazione della Variante dovrà contenere obbligatoriamente la seguente documentazione: - L’esame delle esigenze idriche diversificate per utilizzazioni e distinte per ciascuna area oggetto di pianificazione; - L'indicazione delle fonti utilizzabili per il soddisfacimento delle singole esigenze idriche, evidenziando specificatamente i prelievi da falda e/o da corpi idrici superficiali; - La dichiarazione del gestore del servizio idrico integrato, circa la possibilità di soddisfare i fabbisogni previsti con la rete acquedottistica idropotabile; - Una relazione tecnica con specifico riferimento:  alla riduzione della capacità di infiltrazione dei suoli e ai relativi interventi di mitigazione;  alla compatibilità degli eventuali prelievi da falda e/o da corpi idrici superficiali;  alle misure adottate per il conseguimento del risparmio idrico, compreso l'eventuale accumulo ed utilizzo delle acque meteoriche e reflue.

La cessione delle aree Alla luce delle considerazioni effettuate e delle analisi che hanno evidenziato le principali criticità legate alle zone vincolate, come illustrato nelle schede di approfondimento, si è operato per poter riservare tali aree più vulnerabili alla cessione gratuita all’Amministrazione Comunale, al fine di garantire gli standard necessari alla Variante e quelli ulteriori alla sottostante area di Valle Martella. Così come intesi, gli standard urbanistici previsti sono destinati in particolar modo alla dotazione di spazi verdi pubblici tutelati e parcheggi, pertanto la scelta risulta compatibile con le attuali destinazioni urbanistiche regionali, provinciali e comunali. Un’ulteriore scelta strategica è riscontrabile nella ricollocazione e quindi nella piena riqualificazione di una porzione della fascia di rispetto del Fosso di Corzano interna al nucleo di Valle Martella, la quale, in continuità con le aree cedute a nord, costituirà parte degli standard destinati a verde pubblico in surplus per la ex zona abusiva: l’Amministrazione Comunale si impegnerebbe così a riqualificare e a valorizzare le aree interessanti la fascia di rispetto del fosso, dal punto di vista puramente ambientale e naturalistico, implementando contestualmente gli spazi verdi pubblici a servizio di Valle Martella. Nel grafico seguente si riporta lo schema rappresentativo delle aree indicativamente destinate alle cessioni adiacenti anche alla porzione di Valle Martella, esterna quindi al perimetro della Variante. Viene inoltre messo in rilievo il reticolo idrografico passante per l’area, interessato direttamente da tali cessioni, lungo tutto il percorso, sino alla sorgente a sud: tale fosso, come anche indicato dalla nota dell’ARP, sarà salvaguardato dall’eventualità di compromissione e/o alterazione della qualità delle acque e di danneggiamento o riduzione della fascia vegetale riparia.

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Stralcio della cartografia delle aree indicativamente selezionate per la cessione all’Amministrazione Comunale

4.4.5 - Ulteriori aspetti vincolistici In ultimo, occorre far presente che l’area della Variante è interessata dalla presenza di diversi tralicci di alta e media tensione, i quali attraversano le aree segnalate dalla pianificazione provinciale e regionale, nonché le fasce di rispetto dei fossi su indicati. In particolare, in adiacenza alla linea ferroviaria Roma-Napoli, entro la fascia di rispetto del Fosso di Passerano, è ubicata la stazione elettrica di smistamento, come riportato nello schema grafico di seguito. Generalmente, l’area ed il contesto in cui si inserisce sono fortemente caratterizzate da tali elementi che contribuiscono a rendere ancor meno rurale e naturalistico il paesaggio d’ambito: la

75 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo presenza delle infrastrutture elettriche segnala un sostanziale principio dell’azione antropica che in qualche modo ha già modificato la naturalità del paesaggio agrario. Questo fenomeno può anche essere interpretato come un ulteriore contributo alla definizione del limite della Campagna Romana individuata dal PTPR, che appare approssimativamente coincidere con la linearità segnata da detti tralicci.

Stralcio della cartografia delle fasce di rispetto delle infrastrutture elettriche

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4.5 - VERIFICA DEGLI ASPETTI FINANZIARI Nell'ottica di una valutazione che sia sostenibile anche in termini economici, la disciplina provinciale in materia di valutazione ambientale dei piani e dei programmi prevede che nell'ambito del processo di previsione urbanistica sia effettuata anche una verifica degli effetti finanziari indotti dall'attuazione delle previsioni di piano rispetto alla programmazione economica comunale. A tale fine, in tabella sono stati evidenziati gli effetti finanziari generati dalla variante in esame, ed emerge come tali effetti siano limitati ad alcuni interventi, peraltro già contemplati dal Bilancio comunale. In altri casi, si tratta invece di iniziative private da attuare in convenzione con l'Amministrazione comunale. Le azioni contenute nella Variante risultano pertanto sostenibili in termini finanziari.

Azioni della Variante Effetti sul bilancio Adeguamento della disciplina dell'assetto del territorio limitatamente all'area Nessun effetto finanziario A1 in esame in risposta a sopravvenute necessità urbanistiche Redazione delle N.T.A. con particolare attenzione alla tutela della risorsa Nessun effetto finanziario A2 idrica Realizzazione di una barriera verde di separazione dal Fosso di Passarano Inserita negli oneri urbanizzazione A3 primaria del comparto Pianificazione Attuativa subordinata alla preventiva cessione Nessun effetto finanziario all'Amministrazione Comunale delle aree definite in termini quantitativi nella A4 Relazione Tecnica A5 Definizione nuova sottozona C1 per insediamenti di edilizia residenziale A carico delle imprese coinvolte Definizione nuova sottozona C2 per insediamenti di edilizia residenziale A carico delle cooperative A6 pubblica aggiudicatarie Definizione nuova sottozona D1 Attività economiche-produttive di nuova A carico delle imprese coinvolte A7 localizzazione Definizione nuova sottozona F2.1 per servizi ed attrezzature pubbliche di Oggetto di bando pubblico A8 interesse comune A9 Definizione nuova sottozona F2.2 per servizi di interesse generale Oggetto di bando pubblico Definizione nuova sottozona F3.1 per verde pubblico attrezzato a parco Oggetto di bando pubblico A10 naturale A11 Definizione nuova sottozona G2.3 nuove attrezzature turistico-ricettive A carico delle imprese coinvolte Verifica degli effetti finanziari delle azioni della Variante sul Bilancio comunale

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5 - PARTECIPAZIONE E CONSULTAZIONE PUBBLICA

L’attività di consultazione e di partecipazione all’interno del processo valutativo consente di creare una dinamica democratica e condivisa sulle scelte più generali di gestione del territorio e sulle politiche della città. La partecipazione è da considerarsi non solo come mera applicazione di una norma ma anche, e soprattutto, come opportunità di crescita di una coscienza e consapevolezza dei processi di pianificazione da parte degli abitanti che vivono e fruiscono il territorio, a partire dai requisiti di fattibilità e di opportunità delle diverse alternative progettuali.

5.1 - I SOGGETTI COINVOLTI E MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE PUBBLICA Fin dalla fase preparatoria della variante al PRG, l’A.P. ha scelto di porre in essere significative forme di partecipazione nei confronti dei soggetti istituzionali e degli attori rilevanti del territorio. Nel disciplinare il metodo partecipativo, la disciplina provinciale in materia di valutazione ambientale di piani e programmi, individua due categorie di soggetti legittimati a partecipare ai procedimenti di pianificazione: - soggetti competenti in materia ambientale; - pubblico, inteso come una o più persone fisiche o giuridiche, nonché le associazioni, le organizzazioni e i gruppi di persone. Nel caso specifico, oltre ai soggetti coinvolti direttamente nel processo amministrativo, sono riportati gli ulteriori soggetti interessati alla formazione del PIANO, nonché alla formulazione di osservazioni e/o per il rilascio di pareri di competenza. Il coinvolgimento dei portatori di interesse, compreso il pubblico, è garantito dalle fasi di pubblicità della Variante previste nell'ambito del procedimento urbanistico. Dell'esame di eventuali osservazioni presentate in questa fase e del relativo esito ne sarà dato atto nel documento di rendicontazione urbanistica. Nel rapporto ambientale si renderà conto anche dell'eventuale apporto fornito dalla partecipazione al processo valutativo.

5.2 - STRUMENTI E FASI DELLA PARTECIPAZIONE Al fine di rendere partecipe e dare adeguato spazio a ciascun soggetto coinvolto nelle varie fasi di formazione del PIANO in esame, sono stati adottati i seguenti strumenti di informazione e comunicazione: - incontri di partecipazione: rivolti prevalentemente ai soggetti istituzionali quali commissioni consiliari, Giunta comunale, Circoscrizioni, ecc. - incontri specifici con Autorità ed Enti aventi competenze sul territorio comunale e/o provinciale.

5.2.1 - Pareri pervenuti all’interno della procedura di VAS Come più volte esposto nella descrizione del procedimento, la Valutazione Ambientale Strategica prevede che si tengano una o più Consultazioni, da definirsi nel corso della procedura stessa, a seconda delle esigenze e delle problematiche rilevate dagli SCA e/o dalle Autorità Competente e Procedente. La procedura inoltre, prevede che i Soggetti Competenti esprimano i relativi pareri di competenza, sia prima, che a seguito delle suddette consultazioni. Per quanto riguarda la procedura di VAS della Variante Zona C e Zona I, in località Corsano, si riportano di seguito, nella tabella, tutti i pareri pervenuti, in ordine cronologico, prima e dopo le Consultazioni tenutesi nei giorni 10 maggio 2012 e 25 giugno 2013, con l’individuazione dei temi affrontati e sui quali sono stati richiesti approfondimenti.

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Per ogni tema si è provveduto a fornire una risposta sintetica sulla base di tutte le considerazioni effettuate nei capitoli precedenti di codesto documento o a rimandare al paragrafo inerente contenuto nello stesso:

SOGGETTO PROTOCOLLO TEMA RIF. § RA O RISPOSTA SINTETICA COMPETENTE E DATA IN MATERIA AMBIENTALE Agenzia N°106523 del 9- Nessuna problematica e/o criticità - Regionale Parchi 03-2012 rilevata N°297482 del Indicazione di precise prescrizioni Rif. §6.3 “Schede di Monitoraggio”: Si prevede venga 31-07-2013 e verifiche da effettuare anche in svolta una verifica dello stato di qualità dei due fossi, fase di monitoraggio comprensiva di monitoraggio dello stato di conservazione della comunità ittica presente. Provincia di N°81839 del 25- Indicazione dei pesi insediativi Il carico insediativo previsto è di circa 300 abitanti. Roma – Servizio 05-2012 Interferenza con la REP Nella versione prescelta, il presente PIANO riduce le rete ecologica interferenze con la REP rispetto alla precedente versione, già ritenuta idonea in sede di VAS del PTPG. Sistema insediativo-funzionale: Rif. §2.2.5 “Motivazioni sulla localizzazione”: il PIANO si necessità di adiacenza di nuclei sviluppa in vicinanza con il nucleo urbano di Valle urbani consolidati Martella. Le aree in cessione previste, costituiranno dotazione di standard ed insediamento di servizi in conformità ed equilibrio con gli altri parametri di progetto complessivamente inseriti nella Variante generale del 2000. Regione Lazio – N°28653 del 5- Considerazioni che impedirono Rif. §2.2.4 “Lo scopo” era stata individuata ed inserita Area Urbanistica 06-2012 l’accoglimento della zona I2 in sede nella variante generale al PRG un’ampia area denominata di approvazione Zona I – Ambiti di interventi complessi, Sottozona I2 - a destinazione mista con presenza di strutture produttive ed agriturismo, in località Corsano/Valle Martella. Durante la procedura di approvazione regionale e più esattamente in fase di discussione della relazione istruttoria in Comitato Tecnico Consultivo Regionale (CRpT), sono state stralciate due aree identificate in termini zonizzativi quali Zona I: Sottozona I1 ed I2. Questa modifica è stata apportata per via della natura urbanistico/insediativa troppo articolata dettata per la Zona I: troppe funzioni diverse e mancanza di omogeneità e chiarezza, come dal verbale della seduta stess. Rileva indicare comunque che in sede di istruttoria, l’intera Variante, compresa la Zona I fosse stata ritenuta idonea di approvazione ed abbia garantito il rispetto dei parametri legislativi in merito a criteri geologici, usi civici, uso del suolo, dotazione complessiva di standard urbanistici. Quadro esigenziale Rif. §4.4.2 “Il quadro esigenziale”: il quadro esigenziale è direttamente riconducibile alla storia urbanistica della pianificazione generale del Comune. Il percorso tecnico- politico effettuato rileva la volontà dell’Amministrazione Comunale che ha sempre avuto l’obiettivo di dotare il proprio territorio di un’area industriale, in quanto quella di cui il Comune di Zagarolo era dotato, è stata persa in fase di ridefinizione del territorio avvenuta a seguito della scissione amministrativa del 1990 con la nascita del nuovo Comune di San Cesareo. Rispondenza delle aree cedute Rif. §4.4.7 “La cessione delle aree”: la cessione di aree a all’Amministrazione con quelle beneficio dell’Amministrazione comunale programmata dal vincolate PIANO risulta molto consistente (20% dell’intera area di intervento). Le indicazioni presenti sono volte a fare si che la maggior parte di esse fosse ricompresa tra quelle di pregio e quindi all’interno delle aree in cui è presente un bene archeologico e / o paesaggistico.

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Le destinazioni previste sono quelle di aree a verde e servizi. Non è prevista alcuna realizzazione di attrezzature pubbliche. Indicazione dei pesi insediativi Il carico insediativo previsto è di circa 300 abitanti. Approfondimento dei contenuti Rif. §4.4.4 “Schede di approfondimento”: le NTA della delle NTA Variante sono state integrate da prescrizioni scaturite a seguito del parere pervenuto dal MBAC, relativamente al Decreto Soprintendenza Archeologica “Via Prenestina Antica” ed a seguito del parere pervenuto dal Servizio geologico, relativamente al Radon. Interrelazioni tra PRG e Variante Rif. §2.2 “La pianificazione comunale”: La destinazione d’uso delle aree interessate dal PIANO non è coerente con quanto previsto dal PRG vigente. Vale sottolineare nuovamente tuttavia che l’intervento proposto si pone in continuità con quanto contenuto dallo stesso PRG in fase di redazione adozione, comunale ed infine anche in sede di istruttoria regionale. I parametri per le zone I non riportano difformità per quanto riguarda la località Corsano e sono conformi alla Variante precedentemente elaborata. Analisi del Sistema della mobilità Rif. §4.4.4 “Schede di approfondimento”. Soprintendenza N°7284 del 7- Redazione di una carta Rif. §4.4.4 “Schede di approfondimento”: acquisizione dei per i Beni 06-2012 archeologica ed esecuzione di dati forniti dalla Soprintendenza e definizione di aree Archeologici del sondaggi di scavo vincolate e fasce di rispetto. Lazio Autorità di Bacino N°2072 del 8- Verifica di coerenza del PIANO con Rif. §2.3.4 “Piano di Assetto Idrogeologico”. del Fiume Tevere 06-2012 lo stralcio PS5 per l’area metropolitana da Castel Giubileo alla Foce e con il Piano di Gestione del Distretto idrografico dell’Appennino Centrale Arpa Lazio N°47844 del 28- Motivazioni che portarono alla Rif. §2.2.4 “Lo scopo” era stata individuata ed inserita 06-2012 variazione della destinazione nella variante generale al PRG un’ampia area denominata urbanistica Zona I – Ambiti di interventi complessi, Sottozona I2 - a destinazione mista con presenza di strutture produttive ed agriturismo, in località Corsano/Valle Martella. Durante la procedura di approvazione regionale e più esattamente in fase di discussione della relazione istruttoria in Comitato Tecnico Consultivo Regionale (CRpT), sono state stralciate due aree identificate in termini zonizzativi quali Zona I: Sottozona I1 ed I2. Questa modifica è stata apportata per via della natura urbanistico/insediativa troppo articolata dettata per la Zona I: troppe funzioni diverse e mancanza di omogeneità e chiarezza, come dal verbale della seduta stess. Rileva indicare comunque che in sede di istruttoria, l’intera Variante, compresa la Zona I fosse stata ritenuta idonea di approvazione ed abbia garantito il rispetto dei parametri legislativi in merito a criteri geologici, usi civici, uso del suolo, dotazione complessiva di standard urbanistici. Indicazione dei pesi insediativi Il carico insediativo previsto è di circa 300 abitanti. Verifica di coerenza del Piano di Rif. §2.3.7 “Piano Regionale di Gestione Rifiuti”. gestione Rifiuti Valutazione del tema del Radon Rif. §4.4.4 “Schede di approfondimento”: le NTA della Variante sono state integrate da prescrizioni scaturite a seguito del parere pervenuto dal Servizio geologico, relativamente al Radon. Analisi del Sistema della mobilità Rif. §4.4.4 “Schede di approfondimento”. Verifica della capacità residua del Si da atto che esiste attualmente il progetto di un nuovo depuratore a trattare acque reflue e depuratore a Valle Martella.

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della possibilità dell’acquedotto di servire nuovi abitanti Regione Lazio – N°431504 del 8- Indicazione dei pesi insediativi Il carico insediativo previsto è di circa 300 abitanti. Area 10-2012 Stima dell’incremento di traffico L’analisi della mobilità e delle relativi flussi di traffico Conservazione sarà effettuata in sede di piano attuativo. Qualità dell’Ambiente Stima dei consumi idrici e degli I consumi idrici pro – capite in Italia, pur elevati rispetto scarichi agli altri paesi europei, mostrano un andamento in diminuzione. Tale diminuzione è in parte dovuta alla sensibilizzazione della popolazione a non sprecare, in parte alla diffusione di impianti idrici ad alta efficienza. Il fabbisogno idrico del complesso si può suddividere in : - fabbisogno di acqua potabile ai fini residenziali, commerciali ecc; - fabbisogno ai fini industriali (lavaggi innaffiamento ecc.) Per il primo punto ci si può riferire ai dati ISTAT sul consumo idrico pro-capite nel settore civile di acqua potabile consumata, nel 2008 in Italia, sono stati erogati 92,5 metri cubi per abitante. Volendo fornire una quantificazione dei consumi idrici totali per uso potabile, si può ipotizzare che il consumo totale sarà di circa 27.750 mc/anno. Per quanto attinente gli scarichi esiste attualmente un progetto del nuovo depuratore di Valle Martella. Valori raggiunti dalle Il dato non risulta monitorato nell’Area in esame. concentrazioni degli inquinanti atmosferici Provincia di N°81839 del 26- Nota errore materiale riguardo alla Rif. §2.3.3 “Piano Territoriale Provinciale Generale – Roma – 03-2013 tavola TP2, avvenuto in fase di PTPG”: Conformità con il PTPG Dipartimento VI pubblicazione del PTPG Con Deliberazione n°66 del 22/05/2013 del commissario straordinario della Provincia di Roma è stato rettificato l’errore materiale sugli elaborati grafici TP2 del PTPG, relativamente alla presenza dell’indicazione zonizzativa relativa alle aree di progetto: pertanto, il PIANO risulta conforme alla pianificazione provinciale in termini di estensione e destinazioni d’uso. Differisce in termini di localizzazione per un 30% della sua estensione. Questo vuole dire che una porzione di territorio di tale entità è stata rilocalizzata in maniera diversa dall’indicazione cartografica, ritenendo la modifica migliorativa. Interferenza con la REP Rif. $4.4.3 “La trasformazione del suolo nel suo utilizzo”. Non si fa accenno a quella porzione di territorio a destinazione produttiva – artigianale, che viene restituita alla destinazione agricola. Non viene valutata la sostanziale identità areale, né la eventuale miglioria localizzativa. Le porzioni di territorio agricolo interessate da vincoli paesaggistici non sono oggetto di trasformazione. La porzione di cui si richiede variazione, a destinazione “territorio agricolo Tutelato” gestita con gli accorgimenti idonee. Il PIANO prevede che il 20% del suo territorio si ceduto per permettere interventi di pubblico interesse e garantire quindi la tutela e la valorizzazione. È già indicata tra le aree di maggior valore quella interessata da zonizzazione di “Connessione Primaria” in cui il PIANO rispetta tutti i vincoli ambientali e paesaggistici presenti. Relativamente alla viabilità di via Prenestina, è stato previsto, in corrispondenza del tracciato romano, la realizzazione di un piano di valorizzazione come indicato. Preesistenza di zone già insediate o L’articolo relativo alla preesistenza di zone già insediate o di opere di urbanizzazione per di opere di urbanizzazione per almeno il 50% della almeno il 50% della superficie superfici totale dell’area è l’art.55, il quale risulta essere

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totale dell’area prescrittivo: tale articolo viene rispettato, in quanto il Comune di Zagarolo NON è provvisto di aree a Assumere la norma di cui all’art.55 destinazione produttive. delle NTA del PTPG in riferimento Pertanto non sono presenti aree già insediate ovvero non alle aree produttive esistenti e a insediate ma dotate di opere di urbanizzazione per oltre il quelle previste dal PRG vigente e/o 50% della superficie, sull’intero territorio comunale. già adottate Risulta di conseguenza verificato quanto indicato dall’art.55. Presenza di zone produttive Le due zone artigianali citate nel parere sono localizzate a attrezzate limitrofe (San Cesareo – distanze notevoli dall’area di PIANO: rispettivamente a Palestrina e Genazzano – Ponte oltre 8 km (San Cesareo – Palestrina) e 21 km (Genazzano Orsini) per la Costruzione urbana – Ponte Orsini). complessa policentrica B4 Centri La prima inoltre è stata destinata ad altro uso da parte del Prenestini Comune (la procedura ha avuto termine con approvazione con DGR 2 novembre 2012, n.53). Direzione N°12610 del 19- Vedi nota n°7284 del 7-06-2012 Rif. §4.4.4 “Schede di approfondimento”: acquisizione dei Regionale per i 06-2013 della Soprintendenza: dati forniti dalla Soprintendenza e definizione di aree Beni Culturali e Redazione di una carta vincolate e fasce di rispetto. Paesaggistici del archeologica ed esecuzione di Lazio sondaggi di scavo * Provincia di N°148754 del Non coerenza dell’intervento con Le criticità della variante in oggetto sono state Roma – 11-11-2013 gli obiettivi e le strategie di PTPG e approfondite in larga misura nel presente documento: si Dipartimento VI contrasto, per una porzione di ritiene che il riportato giudizio di CRITICITA’ e NON territorio interessato, della COERENZA, non sia stato valutato in MERITO trasformazione con le direttive e le ALL’INTERVENTO PROPOSTO, non avendo in alcun prescrizioni della REP- momento trattato il rapporto tra il beneficio prodotto dalla soppressione di un’area di intervento in confronto con le criticità introdotte dalla sua rilocalizzazione. A fronte di una sostanziale identità di sviluppo superficiale delle aree interessate, non viene considerata la qualità dell’intervento presente nella porzione di aree da cedere all’Amministrazione Comunale e quindi salvaguardata e tutelata ai fini della trasformazione. IL parere tratta solo ed unicamente delle RILEVATE E ANALIZZATE implicazioni derivanti dall’acquisizione di nuova area. Non viene affrontato il tema della sostanziale equivalenza dei PESI URBANISTICI e quindi degli OBIETTIVI E LE STRATEGIE DI PTPG, come riscontrabile anche dalle tabelle di valutazione precedentemente illustrate. Per quanto riguarda la porzione di territorio alla quale si fa riferimento, si sottolinea che la trasformazione per tale area, in realtà è determinata da una migliore ricollocazione della destinazione prevista dallo stesso strumento provinciale: l’area ricadente nel PIANO sottratta alla destinazione del “territorio agricolo tutelato” viene ricollocata a nord dello stesso, compresa tra i due fossi e destinata ad “aree attrezzate per attività artigianali, fieristiche e di servizio intercomunali”: un’esaustiva analisi viene condotta al §4.4.3 “La trasformazione del suolo nel suo utilizzo”: Il 30% circa dell’estensione totale dell’area destinata al sistema insediativo funzionale - Sedi delle attività produttive metropolitane (circa 87 Ha) ricade a nord del perimetro della Variante, tra il Fosso di Corzano e il Fosso di Passerano ed è individuata in tabella come sottozona D1 extra-piano: 274.730 mq. Tale approssimativa quantità viene pertanto ripartita all’interno del perimetro della variante, ribilanciando le previsioni del PTPG tra sistema ambientale e sistema funzionale: l’incremento di superficie destinata ai sistemi insediativo-morfologico ed insediativo- funzionale che ne consegue sottintende la compensazione su tutta l’area esterna al Piano a guadagno del territorio agricolo tutelato: considerando l’area totale disponibile

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per attività produttive, quindi la sottrazione al “territorio agricolo tutelato”, è complessivamente pari al 2%, in quanto tale destinazione viene resa nella porzione di territorio ad oggi destinata al sistema morfologico funzionale. Il Comune NON è provvisto di aree a destinazione produttiva – artigianale. Risulta automaticamente verificato quanto indicato dall’art.55. Il combinato disposto degli artt.44 e 73 non è prescrittivo in alcuna sua parte. Con i richiamati artt.44 e 73 non si valuta la localizzazione dell’area di progetto, che più che al sistema dei colli Prenestini, appartiene (vedi il nucleo abusivo di Valle Martella) al sistema metropolitano, i cui obiettivi illustrati con l’art.40, vengono condivisi. Approfondire ed illustrare nel Rif. §2.2.6 “Tabella sintetica di: Obiettivi, Strategie, Azioni dettaglio gli obiettivi, strategie e di Piano”. principali azioni della variante, con Come già esposto nei precedenti paragrafi, si stima un l’indicazione dei pesi insediativi, carico insediativo di circa 300 abitanti; per l’indicazione dei parametri urbanistici e dei degli ulteriori parametri del Piano si rimanda al §2.2.3 lineamenti normativi della “Descrizione delle parti” zonizzazione proposta Si evidenzia la sostanziale equivalenza del Piano proposto con quanto contenuto nel PTPG e quindi con tutte le indicazione già da questo ritenute valide in ordine alle richieste avanzate. Fornire una valutazione e Rif. §4.4.2 “Il quadro esigenziale”. motivazione dei fabbisogni in Si evidenzia la sostanziale equivalenza del Piano proposto relazione alla necessità di con quanto contenuto nel PTPG e quindi con tutte le realizzazione dell’insediamento indicazione già da questo ritenute valide in ordine alle produttivo, considerando gli aspetti richieste avanzate. sociali, economici ed urbanistici del territorio Approfondire la verifica di Rif. §4.3.3 “Coerenza del Piano rispetto alla pianificazione Coerenza Esterna in riferimento sovraordinata - Coerenza esterna” alle reciproche influenze tra le Per quanto riguarda l’influenza del Piano con il vicino funzioni industriali/artigianali insediamento di Valle Martella, si precisa che esso introdotte ed il contiguo provvede a garantire un numero elevato di servizi pubblici insediamento di Valle Martella tali da colmare le carenze rilevate nel nucleo abusivo.

Approfondire le possibili Rif. §4.4.4 “Schede di approfondimento”: aree e beni interferenze con le presenze di archeologici: introduzione di precise prescrizioni atte a riconosciuto valore storico, tutelare i beni presenti sul territorio. culturale ed ambientale Considerare gli indicatori: La sostanziale equivalenza illustrata tra la zonizzazione di - consumo di suolo per uso non PTPG e le indicazioni di Piano presuppongono una residenziale “aree produttive o equivalenza dei parametri indicati in termini di consumo di connesse al ciclo delle suolo. merci”(mq/ab) - consumo di suolo per uso non residenziale “aree per servizi generali di interesse provinciale e o intercomunale” (mq/ab)

Documentare lo stato dell’attività agricola e valutare le eventuali alterazione a carico della stessa, nonché la potenzialità per lo sviluppo di un’attività agricola nel sito. Definizione della proposta secondo Le porzioni di territorio agricolo interessate da vincoli l’articolo 60 delle NTA del PTPG paesaggistici non sono oggetto di trasformazione. Definizione di una proposta Rif. §4.3.1 “Gli scenari – Valutazione delle alternative di alternativa che stralci le aree Piano”

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interessate dalle componenti della La proposta alternativa consiste nella riproposizione della REP localizzazione inserita nel PTPG.

Nella versione prescelta, il presente PIANO riduce le interferenze con la REP rispetto alla precedente versione, già ritenuta idonea in sede di VAS del PTPG.

VERSIONE = 0 VERSIONE = A + B VERSIONE = A + C Specificazione delle modalità con Rif. §4.4.4 “Schede di approfondimento” nel Piano sono cui sarà garantita la compatibilità presenti e vengono specificate con la presente procedura le con il mantenimento della attenzioni, le tutele e le garanzie messe in atto in merito al funzionalità della REP: complesso culturale-ambientale e paesaggistico dell’area. specificazione delle parti con Nel parere non è stata adeguatamente valutata funzione di connettività attraverso l’indicazione secondo cui il 20% delle aree sono oggetto di la conservazione dell’esistente, cessione alla Pubblica Amministrazione. L’identificazione l’individuazione delle parti di suolo e la scelta di queste aree realizzata dall’Amministrazione non impermeabilizzate e comunale in sede di realizzazione del piano attuativo l’esplicitazione delle misure di dell’area, determina la garanzia indicata. compensazione e di mitigazione ambientale Verificare e approfondire il quadro Rif. §4.4.4 “Schede di approfondimento”: viabilità si di accessibilità dell’area di rimanda alla realizzazione del piano attuativo, in attesa intervento della maggior definizione delle indicazioni programmatiche citate, sullo sviluppo della viabilità dell’intero settore. Prevedere un approfondito studio L’analisi della mobilità sarà effettuata in sede di piano della mobilità tenendo conto attuativo. dell’attuale stato di carico dell’ambito di riferimento considerato, valutando le ricadute derivanti dall’aumento di carico insediativo previsto

Come riscontrabile dalla tabella, a seguito della seconda consultazione, tenutasi in data 25 giugno 2013, alla quale erano presenti i seguenti Soggetti Competenti: - Agenzia Regionale Parchi – ARP; - Provincia di Roma – Dip.VI; - Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale – ARPA; - Regione Lazio – Urbanistica. e necessaria dopo una prima poco risolutiva, tenutasi un anno prima, sono pervenuti solo due pareri: - Agenzia Regionale Parchi, prot. n°297482 del 31 luglio 2013; - * Provincia di Roma – Dip.VI “Governo del territorio”, prot. n°148754 del 19 novembre 2013. Di cui, l’ultimo, si ritiene non sia del tutto attinente alle modalità ed ai principi di espressione dei pareri delle amministrazioni, né tantomeno coerente con gli obiettivi propri della legislazione vigente in materia di Valutazione Ambientale, in quanto non entra nel merito del progetto di Variante, né prende in considerazione le reali condizioni al contorno, ma solo le indicazioni determinate dal Piano. Inoltre nel parere non risulta alcuna comparazione o valutazione delle azioni proposte. In particolare: - Si utilizzano espressioni forti a fronte di una “… proposta (che) presenta criticità che rendono non coerente l’intervento … e per una porzione di territorio … la trasformazione si pone in contrasto con le prescrizioni della disciplina della Rete Ecologica Provinciale …” non viene detto che la proposta si sovrappone alle indicazioni provinciali, in termini quantitativi, in maniera perfetta, come rappresentato nella seguente tabella.

84 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

PTPG aree interne - A 121.834 9,6% aree interne - B 524.130 41,3% area B 27.886 2,2% tot. 673.849 53,1%

Totale complessivo 1.269.946 100,0% area in cessione a standard 253.989 20,0% Totale area di progetto 1.015.957 80,0%

aree spostate 283.165 22,3%

Totale area di PTPG 957.014 75,4%

- La valutazione qualitativa delle differenze proposte non viene invece analizzata, mentre la scrivente Autorità Proponente sostiene che siano migliorative.

Piuttosto, il parere risulta una puntuale e pedante lettura del PTPG e delle destinazioni previste per le aree ricadenti all’interno del perimetro proposto dalla Variante, tralasciando di valutare non solo la su enunciata sostanziale equivalenza tra il Piano proposto e le previsioni di PTPG in termini quantitativi, ma anche il beneficio eventuale dovuto alla nuova conformazione ed infine il mutato quadro della situazione insediativa al contorno dell’area considerata, che sposta in maniera sostanziale gli elementi reperiti nel PUCG. Si sottolinea, infine che l’area regionale Urbanistica non è stata presente alla seconda conferenza e non avendo trasmesso un ulteriore parere in merito, secondo quanto indicato nella Legge 7 agosto 1990, n.241 “Nuove norme sul procedimento amministrativo”, artt.14-16, comporta una valutazione positiva degli elementi di progetto.

5.2.2 - Il documento di definizione dell’ambito, dello scopo (cd. SCOPING) delle indagini ambientali Con nota protocollo n°063794 del 04/02/2014, l’Autorità Competente Regione Lazio – Area Valutazione Impatto Ambientale e Valutazione Ambientale Strategica, ha emanato il documento di definizione d’ambito relativo alla procedura di VAS della Variante urbanistica specifica “C” e zona “I”, località Corsano, Comune di Zagarolo (RM). In tale documento sono state evidenziate alcune osservazioni, quali contributi da acquisire nel Rapporto Ambientale di VAS, alla luce dei pareri pervenuti dai Soggetti Competenti in materia Ambientale coinvolti nel procedimento e delle valutazioni proprie dell’Autorità Competente. Pertanto, si riportano in questa sede le osservazioni che constano in 25 punti, con la risposta sintetica inerente la richiesta specifica o il riferimento del paragrafo di questo documento a cui si è provveduto a dare un riscontro.

OSSERVAZIONI AUTORITA’ COMPETENTE RIF. § RA O RISPOSTA SINTETICA

1. Tutte le elaborazioni del Rapporto Ambientale aventi a riferimento rappresentazioni di dati In tutti i paragrafi nei quali vengono provenienti da banche dati dovranno essere corredate di indicazione della fonte informativa illustrati dati statistici e di carattere ufficiale tale da renderne univoca l’individuazione. generale provenienti da banche date, è presente il riferimento specifico alla fonte bibliografica / informatica. 2. Dovranno essere indicati, tenuto conto dell’art.34 del decreto, gli obiettivi di protezione Rif. §3.2.1 “Obiettivi di sostenibilità ambientale e sviluppo sostenibile stabiliti a livello internazionale, comunitario, nazionale o ambientale” regionale pertinenti al piano e il modo in cui gli stessi hanno contribuito alla formulazione degli obiettivi di piano; quanto detto con particolare riferimento ai beni archeologici e

85 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo paesaggistici.

3. Dovranno essere evidenziati i contenuti e le azioni di piano derivanti dagli obiettivi Rif. §2.1.2 “La normativa ex normativi e di sostenibilità, con particolare riferimento alla L.1150/42 e alla L.R. 38/99 e l.1150/42 - Variante urbanistica” s.m.i., che si intendono perseguire con lo strumento oggetto della valutazione, tenuto conto Rif. §2.2.6 “Tabella sintetica di: delle specificità territoriali. Obiettivi, Strategie, Azioni di Piano” 4. Dovrà essere determinato un quadro di correlazione tra obiettivi generali (discendenti dalla Rif. §2.2.6 “Tabella sintetica di: normativa di riferimento), obiettivi specifici e singole azioni previste dal Piano, correlato agli Obiettivi, Strategie, Azioni di Piano” obiettivi di protezione ambientale di cui al punto 2; è opportuno che tale correlazione sia Rif. $3.2.1. “Obiettivi di sostenibilità leggibile e organizzata in forma tabellare con evidenza delle azioni previste per il ambientale e correlazione con le raggiungimento di ogni obiettivo di piano. La correlazione obiettivi-azioni dovrà trovare AZIONI di Piano” riscontro anche nelle matrici di valutazione della coerenza esterna e interna, di valutazione degli impatti e per la definizione del piano di monitoraggio. 5. Quanto sopra esposto dovrà essere realizzato tenuto conto delle zonizzazioni di piano quali Rif. §2.2.6 “Tabella sintetica di: azioni dello stesso. Obiettivi, Strategie, Azioni di Piano” Si sottolinea che gli aspetti del Piano reputati potenzialmente più critici, derivanti dalla zonizzazione, sono stati approfonditi nel capitolo della Valutazione delle azioni ($4.4) 6. Integrare il quadro conoscitivo con l’analisi degli aspetti pertinenti dello stato attuale Rif. $4.3.1 “Gli scenari – Valutazione dell’ambiente (caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero delle alternative di Piano” essere significativamente interessate) e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del piano; tale quadro conoscitivo dovrà anche dare atto degli approfondimenti concordati con il MBAC. 7. Evidenziare qualsiasi problema e/o sensibilità ambientale esistente, pertinente al piano, ivi Rif. §4.4 “Valutazione delle azioni – compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e Schede di valutazione” paesaggistica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all’art.21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n.228. 8. Esplicitare come l’analisi delle sensibilità e valenze del patrimonio storico, culturale, Grande rilievo è stato dato alla paesaggistico, archeologico, naturalistico-vegetazionale e faunistico, afferenti il contesto presenza delle valenze e delle territoriale e locale di riferimento ha influito sulla scelta degli obiettivi specifici di piano. sensibilità insistenti sull’area di Piano: a seguito di un’attenta analisi e delle osservazioni pervenute dagli enti competenti, si sono determinate alcune scelte di Piano specifiche, mirate alla salvaguardia e alla protezione delle stesse. Rif. $4.4.3 “La trasformazione del suolo nel suo utilizzo” Rif. $4.4.4 “Schede di approfondimento” Rif. $4.4.5 “Ulteriori aspetti vincolistici” 9. Il RA deve fornire evidenza di tutte le sensibilità / criticità di riferimento ai fini della Le sensibilità e le criticità relative al determinazione degli obiettivi e delle azioni di piano. A tal riguardo si consiglia di Piano sono emerse in sede di Verifica rappresentare le stesse all’interno dei capitoli inerenti la descrizione dello stato della singola di Coerenza Esterna (rif. $2.3 IL componente anche mediante tabelle di sintesi. QUADRO PROGRAMMATICO DELLA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA), dunque a seguito dell’analisi della Variante in rapporto ai Piani e/o Programmi sovraodrinati e pertinenti. Tale verifica ha fatto si che si determinassero specifici obiettivi di Piano con le relative azioni. 10. Attraverso l’analisi della coerenza esterna con altri strumenti o livelli di pianificazione di Rif. §5.3 “Matrice 1 Verifica di livello nazionale regionale e locale, andranno rilevate la conformità, la compatibilità o coerenza esterna: Obiettivi PUCG – eventuali incoerenze con le finalità del piano, con particolare riferimento alla valorizzazione e Analisi SWOT ambientale” alla tutela del patrimonio culturale ambientale, ai luoghi di nuova edificazione, alla localizzazione di nuove infrastrutture o potenziamento di quelle esistenti (viabilità, reti di servizio, depuratori) e servizi. Di esse dovrà essere dato riscontro, mediante la possibilità di

86 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo recepimento o di esclusione dal piano, di scelte pianificatorie preesistenti o di livello superiore, con particolare riferimento a: - Schema di Piano Regionale Territoriale Generale (PTRG) adottato con D.G.R. n.3085/98 e n.2437/98 - Piano Regionale di tutela delle acque approvato con DCR n.42 del 27/09/2007 - Piano di risanamento della qualità dell’aria approvato con DCR n.66 del 10/12/2009 - Piano di Gestione dei rifiuti approvato dalla Giunta regionale il 18/01/2012 e pubblicato sul S.O. n.15 del BURL n.10 del14/03/2012 - Schema Piano parchi di cui adottato con DGR11746 del 29/12/1993 - Piani Territoriali Paesistici approvati e vigenti - Pianificazione vigente dell’Autorità di bacino del Fiume Tevere - Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell’Appennino Centrale, approvato con DPCM 05/07/2013 - PTPG Provincia di Roma 11. L’analisi di coerenza esterna dovrà essere descritta sulla base di una matrice di Rif. §4.3 “Matrice 3 Verifica di correlazione in cui per ogni azione di Piano sia verificata la coerenza con ognuno degli coerenza esterna: Obiettivi della obiettivi di sostenibilità afferenti il Piano e derivanti dalla normativa e dagli strumenti di Variante – Obiettivi di PTPG” pianificazione sovraordinati. Rif. §4.3 “Matrice 4 Verifica di coerenza esterna: Obiettivi della Variante – Strategie di PTPG” Rif. §4.3 “Matrice 5 Verifica di coerenza esterna: Azioni della Variante – Azioni sovrordinate al PTPG” Rif. §4.3 “Matrice 6 Verifica di coerenza esterna: Azioni della Variante – Azioni del PTPG” 12. Per ogni alternativa di Piano presentata dovrà essere verificata, tramite matrice di correlazione, l’analisi di coerenza interna. 13. Fornire riscontro, ai fini delle determinazioni di piano, degli esiti delle consultazioni svolte Vedi Risposta sintetica tabella pareri e di tutti i pareri acquisiti e/o aventi afferenza con il Piano in oggetto, con particolare SCA: Rif. §2.2.4 “Lo scopo” riferimento al voto espresso dal CTR n.124/1 del 18 gennaio 2007. 14. I criteri finalizzati alla determinazione delle alternative di Piano e conseguentemente sulle modalità di perimetrazione delle stesse, dovranno essere elaborati in modo tale da rendere evidenti, per ogni alternativa, le modalità di applicazione degli stessi. I criteri dovranno prevedere almeno l’applicazione di fattori escludenti e fornire evidenza, oltre che delle modalità di considerazione delle sensibilità ambientali, culturali e paesaggistiche presenti, anche dei seguenti elementi: - Sistemi ed ambiti di paesaggio di cui alla tavola A del PTPR; - Aree di notevole interesse pubblico (LR.37/83, art.14 LR.24/98, art.134 comma 1 lett. a D.Lgs.42/04, art.136 D.Lgs.42/04); - Aree tutelate per legge (art.134 comma 1 lett. b, art.142 comma 1 lett. b D.Lgs.42/04); - Immobili e aree tipizzate del Piano Paesaggistico (art.134 comma 1 lett. c D.Lgs.42/04); - Beni di cui alla tav.C del PTPR; - Vincolo di rispetto delle falde idriche, sorgenti e pozzi idropotabili; - Vincolo Usi civici; - Zonazione sismica; - Siti di Importanza Comuntaria SIC; - Zone di Protezione Speciale ZPS; - Aree Naturali Protette ANP; - Aree pericolosità / rischio idraulico; - Aree pericolosità / rischio frana; - Vincolo idrogeologico; - Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (MPOS – livello I) - Importanti Plant Area IPA; - Geositi; - Rete Ecologica Regionale / Provinciale; - Territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all’art.21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n.228;

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- Vincolo di protezione telecomunicazioni; - Vincolo elettrodotti. 15. Con riferimento ai criteri elaborati di cui al punto precedente, si dovranno evidenziare i Non esistono particolari casi in casi di deroga agli stessi, per particolari situazioni, con indicazione delle motivazioni che deroga. hanno condotto alle determinazioni finali nonché le analisi delle alternative analizzate. 16. Nel Rapporto Ambientale l’analisi dei potenziali impatti dovrà considerare aspetti quali la Rif. §3.2 “AMBITO DI biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i INFLUENZA AMBIENTALE” e fattori climatici i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, Tabella 8– Ambito di influenza il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti ambientale significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi. 17. L’analisi della significatività degli impatti deve essere valutata anche in relazione al Rif. §4.4 “Valutazione delle azioni” contesto in cui ricade e alla sensibilità e criticità dello stesso: si dovrà pertanto fornire riscontro, in ordine alle valutazioni effettuate, della considerazione delle criticità e/o sensibilità del contesto individuale e tenere conto delle ricadute derivanti dalle previsioni di Piano. A tal proposito, si ritiene utile la indicazione di sintesi all’interno dei relativi capitoli di descrizione delle componenti ambientali, delle sensibilità / criticità rilevate, ed a fornire oggettivo riscontro della loro considerazione nel sistema di valutazione della significatività degli impatti. 18. La significatività degli effetti deve essere valutata con particolare riferimento alle ricadute Rif. §4.4 “Valutazione delle azioni” sul sistema della mobilità, sulla componente aria, sull’inquinamento acustico, sulla componente acqua (anche con riferimento all’idroesigenza con indicazione della disponibilità e delle modalità di approvvigionamento, allo smaltimento delle acque reflue nonché valutazioni circa il possibile aumento delle portate idriche conseguenti all’impermeabilizzazioni dei suoli e alla sufficienza dei corpi idrici ricettori) e sulla produzione di rifiuti, tenendo conto dell’attuale stato di carico di tali sistemi/componenti. 19. Illustrare le misure correttive che, sulla base degli eventuali impatti individuati, dovranno Le misure correttive sono contenute essere previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli all’interno delle schede di eventuali impatti negativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del Piano. approfondimento, nell’analisi della valutazione delle Azioni di Piano: esse sono chiaramente riferite agli aspetti di maggiori criticità rilevati nel corso dell’analisi: rif. $4.4.4 “Schede di approfondimento” 20. Per le azioni di Piano aventi significativi interessamenti delle componenti ambientali, Rif. $4.4.4 “Schede di dovranno essere analizzate e descritte le alternative tenute in considerazione nell’elaborazione approfondimento” delle previsioni di piano, nonché gli eventuali scenari futuri alternativi ipotizzabili, avendo cura di evidenziare le ragioni della scelta delle alternative individuate e di come è stata effettuata la valutazione. 21. Per le principali modificazioni che il Piano intende apportare sul fronte della destinazione dei suoli e la determinazione delle stesse finalizzata allo sviluppo socio-economico del contesto territoriale di riferimento si richiede: - un’analisi socio-economica atta ad evidenziare i possibili ritorni derivanti dall’attuazione delle suddette previsioni; - una rappresentazione del quadro esigenziale da cui le stesse hanno trovato origine e dimensionamento; - un’analisi delle alternative considerate, anche di localizzazione. 22. Il Rapporto Ambientale dovrà prevedere la predisposizione di un piano di monitoraggio Si prevede che sarà predisposto uno volto ad assicurare il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti specifico “Piano di monitoraggio” dall’attuazione del Piano e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità (capitolo 6) prefissati così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive; si ritiene a tal fine necessario che: - la scelta di indicatori scaturisca dal sistema valutativo individuato nel Rapporto Ambientale e garantisca la verifica degli obbiettivi di sostenibilità prefissati; - siano individuate le modalità di raccolta dei dati, gli indicatori necessari alla valutazione, i target di riferimento, la definizione di strumenti per riorientare le scelte di Piano nel caso di effetti negativi; - gli indicatori individuati ed utilizzati nel piano di monitoraggio dovranno essere corredati da un set descrittivo di dati rappresentante l’azione cui l’indicatore è correlato, la fonte di provenienza, l’aggiornamento previsto, l’unità di misura, la copertura spaziale per la quale lo stesso sarà disponibile, le modalità di calcolo in caso di indicatori derivanti.

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23. Il piano di monitoraggio dovrà essere strutturato in modo tale da individuare le persone Vedi Piano di monitoraggio (capitolo responsabili dell’attuazione del monitoraggio e della redazione dei report, i tempi, le modalità 6) di attuazione e le misure correttive per ogni azione di piano interessata dal monitoraggio stesso; il piano di monitoraggio dovrà essere altresì corredato da un quadro economico attestante le risorse economico-finanziarie necessarie alla sua realizzazione nonché la disponibilità delle stesse. 24. Il Rapporto Ambientale dovrà essere aggiornato con le fasi della procedura di VAS svolta Rif.5.2 “STRUMENTI E FASI e dovrà dare evidenza dello stato di avanzamento dell’iter di adozione / approvazione DELLA PARTECIPAZIONE” individuando le modalità di raccordo con la procedura di VAS. 25. Il Rapporto Ambientale dovrà dare atto della fase di consultazione ed evidenziare come sono stati presi in considerazione i contributi pervenuti come specificato nei seguenti punti II e III.

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6 - MONITORAGGIO

L'articolo 18 comma 1 del D.Lgs.152/2006 e s.m.i. dispone che: "il monitoraggio assicura il controllo sugli impatti significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione dei piani e dei programmi approvati e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive. Il monitoraggio è effettuato dall'Autorità procedente in collaborazione con l'Autorità competente anche avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali e dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale".

La Direzione per le Valutazioni Ambientali del Ministero dell'Ambiente ha attivato sin dal 2006, il Tavolo di coordinamento sulla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) con le Regioni e le Province Autonome. Obiettivo del Tavolo è quello di coordinare ed armonizzare il recepimento della normativa nazionale sulla VAS a livello regionale e locale. Per fornire supporto alle attività del Tavolo, il Ministero dell'Ambiente si è avvalso del supporto tecnico dell'ISPRA. Una delle attività concordate è stata la definizione di un core set di indicatori utili per l'attuazione della VAS. Come primi risultati delle attività condotte in collaborazione con l'ISPRA è stato prodotto il “Catalogo degli indicatori” per il monitoraggio del contesto ambientale e una proposta di percorso metodologico per la definizione del monitoraggio degli effetti ambientali del piano/programma. Attraverso approfondimenti tematici e sperimentazioni applicative, sono state elaborate nel 2012 “Indicazioni metodologiche e operative per il monitoraggio VAS”. La metodologia elaborata nell'ambito del Tavolo di coordinamento, in coerenza con la normativa vigente, considera il monitoraggio ambientale di un piano come una fase del più ampio processo di Valutazione Ambientale Strategica ed elemento di supporto alle decisioni, che va strutturato e progettato già dalla fase di redazione del Rapporto Ambientale e gestito durante l'intero periodo di attuazione del piano. L'immagine che segue illustra le relazioni tra i contenuti del Rapporto Ambientale e le attività del monitoraggio previste nel processo di VAS.

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Nel dettaglio, il sistema di monitoraggio dovrà stabilire gli indicatori e i relativi metodi di calcolo, gli strumenti di supporto (ad esempio banche dati o servizi web-gis), i meccanismi di ri-orientamento del piano/programma in caso di effetti negativi imprevisti e il ruolo dei soggetti con competenze ambientali e del pubblico. Il monitoraggio ambientale nella VAS permette di valutare le evoluzioni significative del contesto ambientale e di verificare se le interazioni stimate in fase di redazione del rapporto ambientale nei piani o programmi si sono verificate o meno, se le indicazioni fornite per ridurre e compensare gli effetti significativi sono state sufficienti e se gli obiettivi di sostenibilità ambientali sono stati raggiunti. Il sistema di monitoraggio si compone di due parti: - la definizione di ruoli, strumenti e tempi, tali da garantire il popolamento degli indicatori, la formulazione di proposte di modifica della Variante e la restituzione elaborata delle informazioni al decisore, affinché predisponga azioni correttive, ove se ne ravvisi la necessità; - la definizione degli indicatori di contesto e di quelli atti a misurare gli effetti ambientali del programma.

6.1 - TEMPI E MODALITÀ Gli esiti delle attività di monitoraggio saranno illustrati attraverso un rapporto periodico, predisposto con cadenza biennale a cura dell’Amministrazione comunale e in coordinamento con l’ARPA Lazio, al fine di rendere trasparente gli esiti e l’avanzamento del monitoraggio e fornire un valido strumento di supporto alle valutazioni del caso e alle eventuali decisioni di modifica della variante. I contenuti minimi del rapporto periodico di monitoraggio sono: - la descrizione delle attività di monitoraggio e valutazione ambientale effettuate nel corso del biennio e gli esiti principali; - il popolamento degli indicatori selezionati e le criticità identificate (sia in termini di effetti ambientali, riscontrabili attraverso l’andamento degli indicatori, sia in relazione all’attività di monitoraggio stessa ); - l’aggiornamento del contesto programmatico settoriale e territoriale rilevante per l’attuazione della variante; - le indicazioni correttive per ridurre gli effetti ambientali significativi rilevati (es. criteri di selezione ambientale dei progetti, orientamenti per migliorare la sostenibilità delle operazioni, mitigazioni ambientali, ...).

6.2 - GLI INDICATORI L’indicatore fornisce una rappresentazione sintetica dello stato o della variazione di stato di un fenomeno. L’indicatore ambientale si può definire come la variabile quantitativa o qualitativa rappresentativa di un aspetto di un fattore ambientale di interesse e consentono di monitorare l’evoluzione del contesto ambientale ed eventuali fenomeni di criticità. Gli indicatori vanno scelti in funzione delle seguenti proprietà:  Pertinenti con i temi e le azioni del piano  Disponibili e/o sicuramente popolabili  Capaci di esprimere chiaramente gli obiettivi ambientali  Condivisi con il pianificatore (aut. Procedente o proponente)  Aggiornabili nel tempo  In numero limitato (sufficienti e non eccessivi) Individuati gli indicatori da inserire nel piano di monitoraggio, è necessario definire la periodicità con la quale si ripetono le attività di monitoraggio e gli strumenti adottati per la comunicazione e la partecipazione. E’ evidente che, al fine di garantire che le attività di monitoraggio siano efficacemente condotte nell’ambito del piano o programma, devono essere previste anche le necessarie risorse economiche.

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Gli indicatori sono stati selezionati e calibrati in funzione delle azioni contenute nella Variante, nonché in base alle criticità rilevate nel presente documento di valutazione e ad ulteriori parametri ritenuti pertinenti affinché il PIANO non determini impatti significativamente negativi. Il tipo e il livello di dettaglio degli indicatori, sia quantitativi che qualitativi, è dipeso dalle caratteristiche delle azioni di Variante e dagli effetti ambientali attesi. Gli indicatori trovati sono riconducibili alle seguenti tipologie: 4. indicatori di contesto (C): sono generalmente prodotti dai soggetti istituzionalmente preposti al controllo e al monitoraggio ambientale e/o dagli uffici statistici (es. APPA, SIAT, ecc) e consentono di tenere sotto controllo l'evoluzione dello scenario di riferimento per l'attuazione della variante; 5. indicatori di prestazione (P): sono verificati durante l'attuazione delle azioni di variante e consentono di verificare l'attuazione dell'azione nelle sue fasi realizzative: non si tratta di indicatori finalizzati a descrivere gli effetti ambientali delle azioni; 6. indicatori di impatto (I): sono finalizzati a misurare l'entità del contributo dell'azione di variante alla variazione del contesto rispetto agli obiettivi di sostenibilità ambientale. Si tratta di indicatori che “traducono” le fasi di attuazione dell'azione in potenziali effetti ambientali. Molto spesso coincidono con gli indicatori di contesto. Compito del programma di monitoraggio è quello di individuare e mettere in atto eventuali misure di mitigazione ritenute necessarie a causa dell'emergere, in fase di attuazione della Variante, di effetti ambientali negativi non previsti inizialmente. Pertanto si espongono gli indicatori presi in considerazione per la Variante:

Azioni di Indicatore Tipologia U.d.m. PIANO A1 Consumo di suolo agricolo Impatto - Contesto Ha. Sviluppo della rete stradale asfaltata Impatto Km Recepimento delle prescrizioni in tema di salvaguardia dei beni Prestazionale - archeologici e rispetto delle indicazioni relative alla campagna di scavi con esecuzione di sondaggi esplorativi A2 Recepimento delle prescrizioni in tema di prelievi idrici Prestazionale - Qualità dei corpi idrici Impatto - Contesto classe A3 Recepimento delle prescrizioni in tema di salvaguardia delle Prestazionale - fasce di rispetto dei fossi e della rete ecologica Tutela della biodiversità animale Impatto - Contesto % Tutela della biodiversità vegetale Impatto - Contesto Ha. A4 Nessun indicatore - - A5 Consumo di suolo agricolo Impatto - Contesto Ha. Qualità dell’aria Impatto - Contesto µg/m3 Incremento della popolazione Impatto % Produzione di rifiuti Impatto - Contesto Tonnellate/annue o Kg/abitante annue A6 Consumo di suolo agricolo Impatto - Contesto Ha. Qualità dell’aria Impatto - Contesto µg/m3 Incremento della popolazione Impatto % Produzione di rifiuti Impatto - Contesto Tonnellate/annue o Kg/abitante annue A7 Consumo di suolo agricolo Impatto - Contesto Ha. Qualità dell’aria Impatto - Contesto µg/m3 Produzione di rifiuti Impatto - Contesto Tonnellate/annue o Kg/abitante annue A8 Consumo di suolo agricolo Impatto - Contesto Ha. Qualità dell’aria Impatto - Contesto µg/m3

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Produzione di rifiuti Impatto - Contesto Tonnellate/annue o Kg/abitante annue A9 Consumo di suolo agricolo Impatto - Contesto Ha. Qualità dell’aria Impatto - Contesto µg/m3 Produzione di rifiuti Impatto - Contesto Tonnellate/annue o Kg/abitante annue A10 Consumo di suolo agricolo Impatto - Contesto Ha. Qualità dell’aria Impatto - Contesto µg/m3 Produzione di rifiuti Impatto - Contesto Tonnellate/annue o Kg/abitante annue A11 Consumo di suolo agricolo Impatto - Contesto Ha. Qualità dell’aria Impatto - Contesto µg/m3 Produzione di rifiuti Impatto - Contesto Tonnellate/annue o Kg/abitante annue

Di seguito è riportata una breve descrizione delle finalità degli indicatori di impatto e di contesto che sono stati selezionati per il monitoraggio degli effetti ambientali attesi dall'attuazione della Variante. - Indicatore Consumo di suolo agricolo: è finalizzato a quantificare il consumo di aree agricole del PTPG (in ettari) derivante dall'attuazione della Variante; - Indicatore Sviluppo della rete stradale asfaltata: connesso al precedente, è finalizzato a quantificare il processo di urbanizzazione mirato alla realizzazione delle viabilità di comunicazione all’interno dell’area di PIANO (in Kilometri); - Indicatore Qualità dei corpi idrici: è finalizzato a descrivere, costantemente, nel tempo, la qualità dei fossi presenti all’interno dell’area di PIANO, attraverso la misura dei valori delle singole componenti in essi presenti (in classe di qualità); - Indicatore Tutela della biodiversità animale: è finalizzato a quantificare nel tempo, la presenza di specie di interesse zoologico (in %); - Indicatore Tutela della biodiversità vegetale: è finalizzato a quantificare nel tempo, la presenza di specie vegetazionali della rete ecologica (in ettari); - Indicatore Incremento della popolazione: è finalizzato a quantificare l’incremento della popolazione nell’area di Variante (in %); - Indicatore Qualità dell’aria: è finalizzato a misurare le emissioni di inquinanti da parte delle sorgenti puntuali, lineari (strade) e areali (fonti diffuse) presenti sul territorio; - Indicatore Produzione di rifiuti: è finalizzato a misurare la quantità di rifiuti prodotti dalle varie attività di PIANO. Per il monitoraggio del Piano saranno predisposte apposite schede di monitoraggio distinte per azione e per indicatore. In considerazione della tipologia delle azioni previste dalla Variante si è ritenuto ragionevole prevedere un monitoraggio con cadenza annuale.

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6.3 - SCHEDE DI MONITORAGGIO

SCHEDA 1 Indicatore Consumo di suolo agricolo Definizione dell'indicatore Indicatore di stato Descrizione dell'indicatore Quantifica il consumo di aree agricole del PTPG Fonte del dato Comune Provincia Regione Unità di Misura ha Tipo di analisi o rappresentazione Database, elaborazioni statistiche Cadenza Annuale 1° Valore dell’indicatore aggiornato al

2° Valore dell’indicatore aggiornato al

3° Valore dell’indicatore aggiornato al

4° Valore dell’indicatore aggiornato al

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SCHEDA 2 Indicatore Sviluppo della rete stradale asfaltata Definizione dell'indicatore Indicatore di stato Descrizione dell'indicatore Quantifica il processo di urbanizzazione mirato alla realizzazione delle viabilità di comunicazione all’interno dell’area di PIANO; Fonte del dato Comune Provincia Regione Unità di Misura Km Tipo di analisi o rappresentazione Sopralluogo diretto, database, elaborazioni statistiche Cadenza Annuale 1° Valore dell’indicatore aggiornato al

2° Valore dell’indicatore aggiornato al

3° Valore dell’indicatore aggiornato al

4° Valore dell’indicatore aggiornato al

95 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

SCHEDA 3 Indicatore Stato dei corsi d'acqua Definizione dell'indicatore Indicatore di stato Descrizione dell'indicatore Misura lo stato delle risorse idriche superficiali secondo gli indici LIM (Livello di Inquinamento da Macrodescrittori), IBE (Indice Biotico Esteso), SECA (Stato Ecologico dei Corsi d'Acqua) e SACA (Stato Ambientale dei Corsi d'Acqua) Fonte del dato ARPA LAZIO ARP Comune Unità di Misura Classi di qualità Tipo di analisi o rappresentazione Database, elaborazioni statistiche Cadenza Annuale puntuale 1° Valore dell’indicatore aggiornato al

2° Valore dell’indicatore aggiornato al

3° Valore dell’indicatore aggiornato al

4° Valore dell’indicatore aggiornato al

96 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

SCHEDA 4 Indicatore Tutela della biodiversità animale Definizione dell'indicatore Indicatore di stato Descrizione dell'indicatore Quantifica la presenza di specie di interesse zoologico Fonte del dato ARP Comune Unità di Misura % Tipo di analisi o rappresentazione Database, elaborazioni statistiche Cadenza Annuale 1° Valore dell’indicatore aggiornato al

2° Valore dell’indicatore aggiornato al

3° Valore dell’indicatore aggiornato al

4° Valore dell’indicatore aggiornato al

97 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

SCHEDA 5 Indicatore Tutela della biodiversità vegetale Definizione dell'indicatore Indicatore di stato Descrizione dell'indicatore Quantifica la presenza di specie vegetazionali della rete ecologica Fonte del dato Comune Provincia Regione ARP ARPA Lazio Unità di Misura ha Tipo di analisi o rappresentazione Database, elaborazioni statistiche Cadenza Annuale 1° Valore dell’indicatore aggiornato al

2° Valore dell’indicatore aggiornato al

3° Valore dell’indicatore aggiornato al

4° Valore dell’indicatore aggiornato al

98 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

SCHEDA 6 Indicatore Incremento della popolazione Definizione dell'indicatore Indicatore di stato Descrizione dell'indicatore Quantifica l’incremento della popolazione nell’area di Variante Fonte del dato Comune Provincia Regione ISTAT Unità di Misura % Tipo di analisi o rappresentazione Database, elaborazioni statistiche Cadenza Annuale 1° Valore dell’indicatore aggiornato al

2° Valore dell’indicatore aggiornato al

3° Valore dell’indicatore aggiornato al

4° Valore dell’indicatore aggiornato al

99 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

SCHEDA 7

Indicatore Qualità dell'aria Definizione dell'indicatore Indicatore di stato Descrizione dell'indicatore Misura le emissioni di inquinanti da parte delle sorgenti puntuali, lineari (strade) e areali (fonti diffuse) presenti sul territorio Fonte del dato ARPA LAZIO Unità di Misura µg/m3 Tipo di analisi o rappresentazione Database, elaborazioni statistiche Cadenza Annuale puntuale 1° Inquinanti rilevanti Valore dell’indicatore aggiornato al

2° Inquinanti rilevanti Valore dell’indicatore aggiornato al

3° Inquinanti rilevanti Valore dell’indicatore aggiornato al

4° Inquinanti rilevanti Valore dell’indicatore aggiornato al

100 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

SCHEDA 8

Indicatore Produzione di Rifiuti Definizione dell'indicatore Indicatore di stato Descrizione dell'indicatore Misura la quantità di rifiuti prodotti Fonte del dato ARPA LAZIO Comune Provincia Unità di Misura Tonnellate/annue o Kg/abitante annue Tipo di analisi o rappresentazione Database, elaborazioni statistiche Cadenza Annuale 1° Valore dell’indicatore aggiornato al

2° Valore dell’indicatore aggiornato al

3° Valore dell’indicatore aggiornato al

4° Valore dell’indicatore aggiornato al

101 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

7 - CONCLUSIONI

La Variante proposta si configura come la somma di 11 singole azioni, ovvero 11 singoli punti di sviluppo per l’attuazione di un piano attuativo finalizzato al reperimento di una zona con funzioni artigianali/produttive/industriali interna al territorio comunale di Zagarolo. Le azioni che potevano presentare potenziali effetti significativi sull'ambiente sono state approfondite sotto diversi aspetti ed il risultato della valutazione è stato schematizzato in una scheda dedicata. Delle 11 azioni in questione, sono state schematizzate le conseguenze di quelle che avrebbero potenziali effetti sull'ambiente e sul paesaggio, attraverso le schede di approfondimento riportate al §.4.4.3. Come già argomentato precedentemente il Comune di Zagarolo, infatti, è totalmente carente di aree artigianali / industriali, a seguito della scissione amministrativa dal Comune di San Cesareo (1990), sebbene l’interesse dell’Amministrazione Comunale è sempre stato quello di perseguire l’acquisizione di una zona produttiva adeguata alle proprie aspettative, individuata poi in seguito nella variante generale al PRG (adottata con DCC n.56 del 29/12/2000 ed approvata con DGR n.324 del 30/06/2007, pubblicata sul BURL n.18 supplemento n.5) come ampia area denominata Zona I – Ambiti di interventi complessi, Sottozona I2 - a destinazione mista con presenza di strutture produttive ed agriturismo, in località Corsano/Valle Martella. La proposta risultava anche congruente con gli strumenti di programmazione territoriale sovraordinati. Sia il PTPR, che il PTPG, sono stati redatti in concomitanza con la fase istruttoria presso la Regione Lazio, del PRG comunale e le istanze in esso contenuto sono state opportunamente valutate, integrate ed inserite nei tre livelli di pianificazione, contemporaneamente. Inoltre, l’area localizzata per l’intervento della Variante in questione è uno dei pochi luoghi con struttura fondiaria adeguata rispetto all’offerta urbanistica che offre, in quanto non è costituita da piccoli lotti, bensì da un’estesa proprietà terriera. L’intervento si configura anche come ulteriore supporto alla dotazione di infrastrutture, servizi e strutture di carattere generale anche per la limitrofa estesa area abusiva di Valle Martella, in prospettiva inoltre dell’ipotesi di realizzazione del nuovo anello del Grande Raccordo Anulare BIS, intorno alla capitale, a una distanza media dall’attuale GRA di circa 5 km. Si è operato per poter riservare le aree vincolate e quelle più vulnerabili alla cessione gratuita all’Amministrazione Comunale, al fine di riqualificare e tutelare una porzione della fascia di rispetto del Fosso di Corzano interna al nucleo di Valle Martella, la quale, in continuità con le aree cedute a nord, costituirà parte degli standard destinati a verde pubblico in surplus per la ex zona abusiva. La presenza incisiva di diversi tralicci di alta e media tensione sull’area della Variante contribuisce a rendere ancor meno rurale e naturalistico il paesaggio d’ambito e segnala un sostanziale principio dell’azione antropica che in qualche modo ha già modificato la naturalità del paesaggio agrario. Il lembo di territorio individuato dal PTPG come area produttiva, ma escluso dalla perimetrazione della Variante, collocato a nord, tra il due Fossi, oltre a risultare meno accessibile e più dispersivo dal punto di vista prettamente urbanistico, appartiene inoltre alla “campagna romana” del Piano Territoriale Paesistico Regionale, che pertanto lo classifica come vincolo paesaggistico (Vincolo ricognitivo di Piano: taa_05 - Agro Tiburtino – Prenestino, art.42 delle NTA del PTPR). La volontà della proposta di piano è quella di evitare l’impatto a “cuneo” delle aree a destinazione produttiva verso i due fossi a nord, in piena campagna romana, ricollocandola in posizione più consona, lungo la viabilità ed inoltre limitrofa alla zona antropizzata a sud di Valle Martella. La quantità esclusa dal Piano proposto viene “riceduta” al territorio agricolo, ribilanciando le previsioni del PTPG tra sistema ambientale e sistema funzionale: l’incremento di superficie destinata ai sistemi insediativo-morfologico ed insediativo-funzionale che ne consegue sottintende la compensazione su tutta l’area esterna al piano a guadagno del territorio agricolo tutelato: considerando l’area totale disponibile per attività produttive, quindi la sottrazione al “territorio agricolo tutelato”, è

102 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo complessivamente pari al 2%, in quanto tale destinazione viene resa nella porzione di territorio ad oggi destinata al sistema morfologico funzionale. Come riscontrabile dalle tabelle di confronto illustrate nel presente documento, nella porzione di territorio esterna alla Variante, ma destinata a zona produttiva dal PTPG, si andrà a “restituire” ciò che è stato “preso” dal PIANO nella porzione occidentale, quindi sarà ripristinato il Territorio Agricolo Tutelato. In ultimo, la Variante prevede il completo rispetto di tutte le prescrizioni dettate dalla Soprintendenza relative alle preesistenze archeologiche e relative fasce di rispetto, alla rete ecologica, nonché dei vincoli inerenti la tutela dei corpi idrici sotterranei, per le quali sono state previste modifiche sostanziali alle stesse NTA della Variante, che faranno da base alla programmazione del futuro piano attuativo. Si ribadisce che l’A.C. ha sottoscritto con i proponenti dell’iniziativa un protocollo d’intesa che prevede tra le altre cose la cessione compensativa di una percentuale di aree pari almeno al 20%, che l'Amministrazione comunale intende acquisire a titolo gratuito per la realizzazione di interventi di utilità sociale, anche in ottemperanza a quanto indicato nella LR.21/09, art.18. Pertanto, il bilancio totale delle valutazioni effettuate nel quadro ambientale/paesaggistico e socio-economico consente di asserire che la Variante produca effetti tendenzialmente positivi. Il Piano ha fatto propri tutti gli articoli prescrittivi della pianificazione provinciale, come illustrato largamente nel presente documento. Pertanto esso risulta coerente sia con le strategie, gli obiettivi di sostenibilità e le previsioni del Piano Urbanistico Provinciale, sia con la programmazione economica comunale. Inoltre, in sede di monitoraggio della variante sarà verificata l'ottemperanza delle prescrizioni e delle raccomandazioni riportate nel presente Rapporto Ambientale.

103 Procedura di VAS - Rapporto Ambientale Comune di Zagarolo

8 - ALLEGATI

- Sintesi Non Tecnica - Norme Tecniche d’Attuazione - INTEGRAZIONI

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