GLI ATLANTI LINGUISTICI/ INSEGNA A LEGGERE IN PECIALE ScuoLA ITALIANI: CI DICONO CHE ITALIA/ LA MACCHINA COSA SONO E COME SONO PARLANDO PARLANDO: PARAFRASTICA/ FATTIALBERTO A. STRETTA DI MANO COSA RESTA UGUALE E SOBRERO, ANTONIA ADDIO?/ COSA CAMBIA / MOCCIARO, ROLAND ITALIANO ESERCIZI PER 'INTEGRARE' BAUER, MARIA TERESA ALFANUMERICO: E ESERCIZI PER 'CREARE'/ LETTERATURA D'AGOSTINO, SEBASTIANO ELETTRONICA/ VECCHIO, ANTONIETTA ESPERIMENTI .DETTORI/ GRAMMATICALI: QUANTO LE NUOVE ISTRUZIONI PER TEMPO FA?/ PAGARE LE TASSE LIBRI/

Periodico bimestrale Anno IX (1994) Numero 2 .. marzo-aprile I N D I C E 66

COMMENTI RAFFAELE SIMONE MANUALE DI CONVERSAZIONE VIOLENTA 68 • I COLLABORATORI DI QUESTO NUMERO 67

DOSSIER ATLANTI LINGUISTICI ALBERTO A. SOBRERO 'LEGGERE' LA LINGUA 70 ANTONIA MOCCIARO CARTE LINGUISTICHE 71 ROLAND BAUER IL LADINO LETTO E ASCOLTATO 76 MARIA TERESA ROMANELLO IL NUOVO DEL NADIR SALENTINO 79 MARI D'AGOSTINO L'ATLANTE SICILIANO 81 SEBASTIANO VECCHIO L'OSSERVATORIO IN SICILIA 84 ANTONIETTA DETTORI PAROLE D'ACQUA DOLCE 87 RUBRICHE ALBERTO A. SOBRERO PARLANDO PARLANDO: QUELLA STRETTA DI MANO 1 90 RICCARDO DEGL INNOCENTI ITALIANO ALFANUMERICO: SE OGGI LOTARIA 98 E MARIA FERRARIS INSEGNASSE ... MARIA G. LO DUCA ESPERIMENTI GRAMMATICALl/11: DARE IL TEMPO AL TEMPO 122

IL LINGUAGGIO DELL I AMMINISTRAZIONE MICHELE CORTELAZZO IL 740 DALLA LUNA ALLA TERRA? 91

SPECIALE SCUOLA DARIO CORNO IN ALTRE PAROLE 99 DANIELA BERTOCCHI L'UGUALE E IL DIVERSO 103 NARA PALMIERI RIDIRE LE POESIE 107 DALLA RICERCA ANNA SALERNI COME INSEGNAMO A LEGGERE 111

BIBLIOTECA CLAUDIO MARAZZINI IL NOSTRO PENSIERO LINGUISTICO [su STEFANO GENSINI, VOLGAR 125 FAVELLA. PERCORSI DEL PENSIERO LINGUISTICO ITALIANO DA ROBERTELLO A MANZONI, LA NUOVA ITALIA, FIRENZE 1994] CLAUDIO IACOBINI DIZIONARI IN ULTIMA EDIZIONE [su IL GRANDE DIZIONARIO GARZANTI 126 DELLA LINGUA ITALIANA, PROGETTAZIONE E COORDINAMENTO GENERALE DI PASQUALE STOPPELLI, GARZANTI, MILANO 1993; LO ZINGARELLI ] 994. VOCABOLARIO DELLA LINGUA ITALIANA DI NICOLA ZINGARELLI, A CURA DI MIRO DOGLIOTTI E LUIGI ROSIELLO, Xli\ ZANICHELLI, 1993; EMIDIO DE FELICE-ALDO DURO, VOCABOLARIO ITALIANO, S.E.I. - PALUMBO, TORINO-, 1993] ITALIANO OLTRE 67

------moderne per interpreti e tra­ Professore di Storia della lin­ I collaboratori duttori dell'Università di Trie­ gua italiana all'Università di ste; Mari D'Agostino Inse­ Macerata; Antonia Mocciaro gnante di scuola media infe­ Professore di Dialettologia ita­ di questo riore a Palermo; Riccardo De­ liana alla Terza Università di gl' Innocenti Insegnante di Roma; Nara Palmieri Inse­ numero scuola media superiore, ricer­ gnante di scuola media supe­ Roland Bauer Professore di catore all'Istituto per le Tecno­ riore a Modena; Maria Teresa Dialettologia all'Università di logie didattiche del CNR di Ge­ Romanello Professore di Geo­ Salisburgo; Daniela Bertocchi nova; Antonietta Dettori Pro­ grafia linguistica all'Univer­ Insegnante di scuola media su­ fessore di Linguistica sarda al­ sità di Lecce; Anna Salerni periore a Milano; condirettore l'Università di ; Ma­ Dottore di ricerca in Pedago­ di «Italiano e oltre»; Dario Cor­ ria Ferraris Ricercatrice all'I­ gia; Alberto A. Sobrero Profes­ no Centro di Ricerche Semioti-· stituto per le Tecnologie didat­ sore ordinario di Dialettologia che dell'Università di Torino; tiche del CNRdi Genova; Clau­ italiana all'Università di Lecce, condirettore di «Italiano e ol­ dio Iacobini Dottore di ricerca condirettore di «Italiano e ol­ tre»; Michele Cortelazzo Pro­ in Linguistica; Maria G. Lo tre»; Sebastiano Vecchio Ri­ fessore di Linguaitaliana alla Duca Dottore di ricerca in Lin­ cercatore all'Università di Pa­ Scuola Superiore di Lingue guistica; Claudio Marazzini lermo

AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI FIRENZE N° 33B9 DEL 2/12/1985

Italiano e oltre Direzione e redazione Altri Paesi Rivista bimestrale La Nuova Italia Viale Carso 46, (spedizione via aerea) $ USA 73 00195 Roma-Te Ì. 3729220 Anno IX (1994), numero 2 Fax 06/3251065 marzo-aprile Per l'Australia Amministrazione il versamento di US $ 73 deve Direttore La Nuova Italia, Via Ernesto essere indirizzato a: RaffaeleSimone Codignola, 50018 Casellina di CIS Educational, 247 Cardigan Scandicci, Firenze Street, Carlton (Victoria, Comitato di direzione Australia 3053) Monica Berretta, Daniela Abbonamento Bertocchi, Dario Corno, Wanda biennale (1994/1995) Per il Canada D'Addio Colosimo, per l'Italia: L. 100.000 il versamento di US $ 73 deve Alberto A Sobrero essere indirizzato a: The Symposium Press Ldt. Redazione Abbonamento annuale 1994 P.O. Box 5143, Station «E» Domenico Russo Cinque fascicoliall'anno Hamilton (Ontario L8S 4L3), Canada Direttore responsabile Italia/Lire 55.000 Mattia Nencioni Un fascicolo L. 14.000 Autorizzazione del Tribunale Progetto grafico di Firenze n. 3389 del CD & V. Firenze Paesi della Comunità 2/12/1985 ( Capaccioli, Denti, Valeri) Europea L. 65.000 Stampa a mezzo assegno bancario o sul Fratelli Spada conto corrente postale n. 323501 A «Italiano e oltre» si Via Lucrezia Romana 60, intestato a: collabora solo su invito della 00043 - Ciampino/Roma La Nuova Italia - Firenze Direzione Manuale di conversazione violenta

a campagna elettorale che hanno trovato altro da consigliargli che di usa­ 68 si è conclusa da qualche re tutto l'armamentario della violenza comu­ giorno mentre scrivo e che nicativa della più tetra tradizione italiana. Ber­ avrà prodotto i suoi frutti lusconi ha proceduto con due registri netta­ (buoni o cattivi che siano) mente distinti: banale, ragionevole, domestico fi­ nel momento in cui questo no all'ovvio quando si rivolgeva ai suoi simpa­ numero uscirà, ce la ricor­ tizzanti; drastico, insinuante, volgare e violento deremo a lungo, anche per fino all'urlo e alla perfidia nell'indirizzarsiagli ragioni non strettamente oppositori. I fatti, che nelle campagne elettorali politiche. E' stata infatti il tendono solitamente a vaporizzarsi, stavolta segnale d'inizio di una del­ non sono stati neppure menzionati: non fa, al le più pesanti mutazioni nel Cavaliere, nessuna specie annunciare cose im­ costume comunicativo pubblico italiano, la pa­ possibili (la creazione di un milione di posti di gina di apertura di un capitolo che non sap­ lavoro con un piccolo sforzo degli imprenditori piamo quanto durerà, ma che abbiamo ragione esistenti), accusare fantasiosamente alcuni tra i di prevedere non breve né facile. più stimabili ministri in carica di aver falsato i Il capitolo si potrà intitolare «Della conver­ bilanci dello stato, o avvertire che una vittoria sazione violenta», e andrà incluso nei manuali di delle sinistre comporterebbe «galera e esilio». civismo per le prossime generazioni - non sap­ Purtroppo, è un inconveniente dei regimi de­ piamo ancora se come memoria polverosa di un mocratici quello di permettere a tutti di dire momento difficile ormai superato o come illu­ ciò che vogliono, anche le scemenze maggiori e le strazione di nuovi modelli di comportamento. più oltraggiose bugie; e non è possibile far leggi Durante la campagna elettorale 1994, infatti, la che proibiscano di raccontare fandonie, quando comunicazione politica, che non ha mai brillato queste non sono diffamanti o calunniose. in Italia per chiarezza ed eleganza, ha speri­ mentato uno spettacolare ritorno all'indietro, m a, accanto alle performancescomunicati­ caratterizzato dalla riscoperta di modi primiti­ !ll,! ve del Cavaliere, con un'accorta divisione vi, teppistici, menzogneri di comunicazione, di dei compiti si è creata una speciale figura pro­ un accendersi infiammato di toni, dallo sfrut­ fessionale, della quale si era persa la traccia tamento di risorse retoriche che consideravamo sin dall'epoca delle corti. Quella del tigellino, abbandonate da un pezzo. dello sgherro prezzolato, dell'adulatore pub­ E' inutile dire che all'origine di queste amare blico, del reggicoda a pagamento. Sui canali novità c'è stata «la discesa in campo» (come lui televisivi che appartengono al Cavaliere si sono l'ha chiamata) del Cavalier Berlusconi. Evi­ visti, in una mistura sconcertante e molto af­ dentemente i suoi esperti di comunicazione non fliggente, almeno i tre seguenti fenomeni: ( a)

RAFFAELE SIMONE Alcune riflessioni sul tono linguistico del- 1' ultima campagna elettorale

,... • • • •-.•- ,- .-...1Tr,r IV Il 1"'10.1\ __40_..(Q numerosi suoi stipendiati chiedere a persone, Cavaliere, cominciando a fregiarsi del titolo di che venivano presentate come incontrate ca­ «editore» (è più facile pubblicare libri che leg­ 69 sualmente per la strada, cosa pensavano del gerli), ha preso a dettare prefazioni sconnesse a Cavaliere, ottenendone invariabilmente spro­ classici del pensiero (come il Principe di Ma­ positati peana, anche se per lo più disarticola­ chiavelli), nel tentativo di annetterli alla sua ba­ ti e sconnessi. A questo comportamento dovreb­ se concettuale. Ecco un'interpretazione italia­ bero ribellarsi i giornalisti (che vedono mortifi­ na della «civiltà della comunicazione», ecco dis­ cata e adulterata una delle loro tecniche basiche, solta in poche settimane la mitologia dell'obiet­ quella dell'intervista, qui trasformata in una tività dell'informazione. sequela di lodi interessate), e i ricercatori sociali (che vedono oltraggiato ogni concetto elemen­ ràlomunque la pensino i lettori di questa rivi- tare di campione, di rappresentatività e di son­ 1!1 sta, il suo direttore tiene a dire che consi­ daggio). (b)Altri stipendiati del Cavaliere, na­ dera una iattura di cui il paese potrebbe pentirsi scondendosi dietro alla tessera da giornalista, amaramente la «discesa in campo» di un simile hanno da pubblici telegiornali lanciato continui, esercito. Non dirò per motivi politici, perché non servili elogi del loro datore di lavoro, presenta­ è questa la sede giusta per valutazioni di questo to come salvatore della patria, come creatore di tipo, ma perché costituisce una scuola comuni­ posti di lavoro, come argine all'avanzata della cativa amarissima per un paese che non si è an­ barbarie, e insieme calunnie, ingiurie e minacce cora sviluppato. Una scuola in cui all'argomento nei confronti degli oppositori. (c) Perfino uomi­ si preferisce l'oltraggio, alla prova la contumelia, ni e donne di spettacolo seguiti dal pubblico, al documento l'aggressione e la volgarità. comportandosi davvero a mo' di nani e balleri­ Qualche anno fa fumolto discussa, da noi, la ne, hanno profittato delle trasmissioni che con­ pubblicazione di un vecchio libro di Norbert ducono per invitare a votare per l'Uomo della Elias intitolato La civiltà delle buone maniere, Provvidenza, con una slealtà dinanzi alla qua­ che descriveva il sorgere, in epoca moderna, di le le reti RAI si sono comportate come una scuo­ quei codici di comportamento pubblici e privati la di serietà e di misura. A questa sorta di ar­ che abbiamo imparato a considerare come uno mata Sagapò si è unita perfino una ragazzetta dei fondamenti di quel bene impalpabile ma vituperosa, che si è servita di una trasmissione prezioso chiamato «convivenza civile». per adolescenti per insinuare nella mente di Oggi bisognerà prepararsi a scriverne un al­ giovani poco preparati messaggi velenosi contro tro, di manuale, che potrebbe avere per titolo La gli avversari del Cavalire e di lode per lui. At­ civiltà delle cattive maniere, in cui raccogliere­ torno a quest'avanguardia di saltimbanchi, una mo le tecniche per cercar di vincere ignorando piccola corte di sedicenti giornalisti, di presen­ ogni regola di convivenza e di decoro. tatori di mezza tacca e di scrittori spennac­ Il paese, proprio, non aveva bisogno di questa chiati, che cercano disperatamente di aggrap­ novità. Chissà che ne penseranno domani i gio­ parsi al bordo della Grande Nave, almeno per vani, dei quali tanto ci preoccupiamo e a cui cer­ raccogliere i resti del banchetto. Per giunta, il chiamo faticosamente di insegnare dei principi. DOSSIER ATLANTI LING UISTICI

� se reslafl?un po' appartatinegli scaffali delle bi­ blioteche pubbliche, 1 moltia�anti linguistici ilaliani so­ nouno �i no�� �i culturalipiù interE:5santianche se meno noh e utilizzati. Con questo Dossierl&O invita a guardare più da vicino questi «libri» di linguistica p_res�ntan1o un? rass!:?9n'!d_egli a�anti realizzatio in �10 d1 rea)1zzaz1oneche 01uh a capire come sono fat­ �' come s1 p

linguistico, strumento originariamente costruito 1 per ordinare secondo criteri di distribuzione geografica l'immensa varietà linguistica (so­ Leggere' prattutto fonetica e lessicale) che presentano i dialetti di una data regione, in modo da agevo­ lare la 'lettura' - cioè l'interpretazione - dei dati da parte dello studioso. la lingua Un atlante linguistico, in realtà, ci dà una ALBERTO A. 80BRERO dettagliata 'fotografia' dialettale di un'area in un dato momento (quello in cui sono stati rac­ uando un linguista inter­ colti i dati): rispetto a un vocabolario dialettale viene in un corso di aggior­ ci dà un numero maggiore di dati (non riguar­ namento o scrive un arti­ dano una sola ma molte località) ordinati in colo destinato agli inse­ modo non esterno - com'è per l'ordine alfabeti­ gnanti, non manca quasi co del vocabolario - ma funzionale a una lettu­ mai di rammaricarsi per­ ra comparativa - e, come si vedrà nel contribu­ ché i professori di scuola to di Antonia Mocciaro, ricostruttiva e dinami­ media, inferiore e superio­ ca - che coinvolge le parlate di più località vi­ re, hanno una scarsa pre- cine, mettendole in relazione fra di loro. parazione in linguistica. Ha un'utilità didattica? Direi di sì: uno stru­ Ha ragione, natural- mento di questo tipo può riuscire molto utile, mente, soprattutto se ag­ anzi indispensabile, per lavori di riflessione giunge che i piani di studio universitari igno­ sulla lingua che, in un'area a consistente dia­ rano il problema, e continuano da una parte a lettofonia, riguardino - ad esempio - l'analisi identificare l'italiano con la sola letteratura, comparata di certe strutture del dialetto con dall'altra a essere infarciti di discipline che non le corrispondenti dell'italiano. Penso ai mille e hanno nulla a che fare con la professione del­ mille paesini in cui l'insegnante lotta tuttora con l'insegnante. Ma, per completare in tutta onestà vistose interferenze lingua/dialetto: fatti 'na­ le sue osservazioni, si dovrebbe anche chiedere: turali', sui quali non si può che fermare l'at­ quali strumenti ha a disposizione un docente di tenzione dell'allievo inducendolo a osservazioni, scuola media, che voglia rimediare a queste ca­ nei limiti del possibile, scientifiche, che lo ren­ renze, e integrare la sua preparazione univer­ dano consapevole dei meccanismi che presie­ sitaria con iniezioni di linguistica robuste, ma dono a questa tipologia di errori. Per questo facilmente assimilabili? Detto in altre parole: intervento didattico una pre-conoscenza scien­ con letture specifiche, corrette, comprensibili, tifica del dialetto è necessaria, e l'atlante la funzionali all'uso didattico? La risposta è: pochi, fornisce. purtroppo, e spesso mal segnalati. Non-solo. Osservare una carta linguistica co­ I&O vuole richiamare l'attenzione, con questo stringe a riflettere sulle 'stranezze' dell'alfabe­ Dossier, su uno di questi strumenti, elaborato to fonetico, sulla convenzionalità dell'alfabeto in all'interno di discipline accademicamente 'mi­ uso nelle lingue storiche, e in definitiva sul nori' come la dialettologia e la geografia lin­ rapporto segno/suono; sulle vicende di espan­ guistica e perciò sconosciuto ai più (persino a sione e riduzione d'uso di determinate parole (e molti dei professori che si sono laureati in ma­ sulle cause). terie linguistiche), e tuttavia ricco di potenzia­ Ma c'è di più. Un secolo fa - quando fu idea­ lità extra-accademiche. Si tratta dell'atlante ta la tecnica della rappresentazione cartografi- ITALIANO E OLTRE, IX ( 199 4), pp. 70-71 DOSSIER ATLANTI LINGUISTICI

ca sistematica dei dati linguistici - quasi tutto stiche usate in una comunità, sul rapporto fra il parlato era dialetto, sicché un atlante dia­ italiano e dialetto, e - attraverso facili lavori di lettale descriveva quasi il 100% della produ­ comparazione, di inferenza e di generalizzazio­ zione linguistica reale: non a caso atlante lin­ ne - sul rapporto fralin gua e storia, lingua e so­ guistico e atlante dialettale erano sinonimi. Og­ cietà, lingua e cultura (in senso antropologi­ gi le cose sono molto cambiate, e solo una parte co). del parlato - addirittura una parte minima, Altre considerazioni sono ovvie, per chi lavo­ nelle metropoli - è costituita dal dialetto. Eb­ ra nella scuola: far ritrovare sui 'libri' - che i ra­ bene, gli strumenti della geografia linguistica si gazzi inevitabilmente percepiscono come astrat­ sono adeguati a questi cambiamenti. Come si ti e lontani dal loro mondo - un frammento 71 vedrà negli interventi di Maria Teresa Roma­ della realtà di tutti i giorni (considerando, s'in­ nello e di Mari D'Agostino, gli atlanti che si tende, la stessa area linguistica in cui si lavora) stanno impostando adesso non sono più semplici è una tecnica particolarmente accattivante; atlanti dialettali, ma di ogni località esplorata partire da dati sicuramente noti ai ragazzi è il registrano tutto il repertorio linguistico: va­ modo migliore di iniziare un lavoro sul tratta­ rietà di italiano (regionali, colloquiali, popola­ mento scientifico dei dati; nello studio di parti di ri ...) e di dialetto (dialetto rustico, dialetto ita­ lessici speciali (botanica, artigianato, ecc.) l'a­ lianizzato, coiné ... ), e persino forme miste, for­ tlante può essere di aiuto per un discorso mul­ me previste e forme impreviste, colte tutte nel­ tidisciplinare; ecc. le più varie circostanze d'uso. Senza dimenticare, infine, che anche l'inse­ Di conseguenza gli atlanti del futuro saranno gnante può essere incuriosito o affascinato dal­ sempre più utili per riflessioni - semplici o ap­ l'idea di sapere qualcosa in più su come funzio­ profondite, questo dipende dall'utente - non na davvero, in pratica, una comunità linguisti­ solo sul dialetto ma su tutte le varietà lingui- ca. L'atlante può dargli una mano.

------strati alcuni limiti dialettali in Italia. Di una carta linguistica si possono fare diverse Carte letture: (a) lettura stratigrafica: dalla distribuzione areale dei diversi tipi (lessicali, sintattici, morfo­ linguistiche logici, ecc.) si può rilevare la persistenza di tratti antichi (i cosiddetti relitti) e si possono fare infe­ ANTONIA MOCCIARO renze sulla successione cronologica di fatti lingui­ stici che oggi risultano compresenti; 1 (b) lettura onomasiologica: è lo studio delle mol­ CosA Sr LEGGE NEGLI ATLANTI teplici denominazioni di oggetti e concetti in una determinata area; er conoscere i dialetti di­ (e) lettura semantica: è lo studio dei diversi si­ sponiamo di due strumenti gnificati assunti da un singolo termine. fondamentali: i vocabolari Qualunque sia il tipo di lettura adottato, è utile dialettali, in cui troviamo circoscrivere l'area di diffusione di ognuno dei fe­ raccolte le parole in ordine nomeni presi in esame (tipi lessicali, esiti morfolo­ alfabetico e gli atlanti lin­ gici, ecc.); lo si fa tracciando sulle carte le rispetti­ guistici. Un atlante lingui­ ve linee di confine, che si indicano con il termine stico, nella sua forma tra­ tecnico di isoglosse. Le isoglosse onomasiologiche di dizionale, è formato da una «culla» sono riportate nella figura2 a p. 73. serie di carte linguistiche, Un elemento di grande importanza da tenere ciascuna delle quali regi­ presente quando si legge una carta linguistica è il stra le denominazioni dia- fatto che fra due aree dialettali la delimitazione lettali di un concetto o di un oggetto ( che funge non è mai netta e ben localizzata. Al contrario, da titolo della carta) nei diversi punti geografi­ come è abbastanza facile intuire, fraun'area dia­ ci esplorati. Per comodità, sulla carta i nomi lettale e un'altra c'è una transizione graduale di fe­ delle località sono sostituiti da numeri, come si nomeni, rilevata da isoglosse diverse, che di solito vede ad esempio nella figura 1 a p. 72, che ri­ corrono da una certa distanza l'una dall'altra. produce la carta linguistica in cui sono regi- L'uso contemporaneo di più carte consente di ITALIANO E OLTRE. IX 1199.dl nn 71-7.� DOSSIER ATLANTI LING UISTICI

stabilireil confinelinguistico traun'area e un'altra. cora qualche traccia nell'area meridionale estrema) Quando mettiamo a confronto un buon numero ha un decorso parallelo a quella relativa al modo, di carte selezionate e interpretate con criterio, è anch'esso di provenienza greca, di esprimere la possibile osservare la sovrapposizione di un certo negazione alzando il capo invece di ruotarlo da numero di isoglosse significative, come mostra la destra a sinistra o da sinistra a destra, come nel re­ fig. 1. Questasovrapposizione ci consente di parlare sto della Penisola. di confine linguistico, non in modo ipotetico o astratto ma su una base sperimentale e rappre­ w sentabile. L'identificazionedei confinilinguistici ci 2 72 consente, a sua volta, di identificaree di delimita­ COME NASCONO E QUALI SONO re le diverse aree di,alettalie permettedi rispondere in modo scientificamentefondato a una serie di in­ I criteri per l'identificazionedelle aree dialetta­ teressanti domande come «dove comincia la va­ li sono stati stabiliti solo a partire dalla seconda rietà dialettale x?», «dove finisce la varietà dia­ metà dell'Ottocento. Storicamente, le premesse lettale y?», «che grado di affinitàc'è tra i due dia­ per l'analisi geograficadei fatti linguisticisi trovano letti x e y?», e così via. negli studi sul mutamento linguistico e in quelli Ma l'uso delle carte linguistichepuò essere ben sulle leggi fonetiche (cioè sui principi che consen­ più ampio e istruttivo, perché combinando criteri tono di stabilire la regolarità di un dato muta­ linguistici a criteri non linguistici come l'autoco­ mento di suono nel tempo) condotti dai linguisti scienza del parlante e la distribuzione spaziale di neogrammatici tedeschi. Importanza particolare specificifatti culturali, è possibile scoprire eventuali ebbe la «teoria delle onde» di Johannes Schmidt relazioni tra aree linguistiche e aree culturali. Ad (1843-1901), secondo la quale i tratti comuni a esempio, leggendo la carta «culla» si scopre un'in­ due lingue erano correlati alla loro vicinanza. Da teressante sovrapposizione tra una parola e un qui, lo spostarsi dell'interesse degli studiosi dallo gesto entrambi di provenienza greca: l'isoglossa del studiodel singolo dialettoallo studio delle relazioni tipo greco naca (dal vello di pecora con cui erano tra dialetti diversi, visti come sistemi linguistici col­ fatte le antiche culle sospese, di cui si conserva an- legati da rapporti di parentela non più di tipo ge-

Figura 1 - Limiti dialettali in Italia

.,,. •-< 1. Limite merid. cli ortiga«ortica» 2. sal «sale» .,. 3. cauei «capelli» ,,, 4. spala «spalla» .., 5. )) sler o slar <{sellaio» 6. n pà <> incO, incù «oggi» 8. sett. » ferraru «fabbro» 9. » frate «fratello» 10. Limite sett. di fe,nniina «donna» ll. » figliomo «donna» 12. tène le spalle larghe 13. >> còssa «coscia» 14. lucimice «la c.» 15. fagu «faggio» 16. mondone (nt>nd) 17. dienti ((denti» 18. >> acitu «aceto» II numeri sono quelli dei punti d'inchiesta dell'AIS]

..."" ··.. "'"' .... :;{:.:,·····,;;"\ ..... \...... �i· .,

,,...... ,.., .. ttl,1,..lllir'Tll"'UC DOSSIER ATLANTI LINGUISTICI § Dialetti che continuano il la­ tino cuna - Dialetti che continuano il la­ tino cunula Hffi1 Dialetti che continuano il la­ tino vehiculus l22J Dialetti che conservano la parola greca nake 73 - Dialetti sardi in cui si usa il catalano brazzolu ( derivato dalla lingua dei Galli) mli Dialetti provenzali in cui si usa eros ( derivato dalla lin­ gua dei Galli). Altri tipi di­ versi: cuceta in Istria, nan­ na tra Marche e Abruzzi, navìcula nel Gargano, bàn­ zicu intorno a Nuoro (Fig. 2 - Carta onomasiologica - da F. Sabatini, La lingua e il nostro mondo, Loescher, Torino 1978, p. 158) netico, cioè di filiazione da una lingua originaria sua solidità d'impianto e il suo valore scientifico, (l'indoeuropeo), ma di parentela acquisita, cioè di confermatotri r l'altro da numerosi controlli effet­ affinità generata dai rapporti culturali e caratte­ tuati successivamente in più località. rizzata da innovazioni comuni. Ancora inedito è l'Atlante linguistico italiano Il primo progetto di atlante linguistico risale (in sigla ALI) di Matteo Bartoli e altri fracui Ben­ al linguista neogrammatico Georg Wenker (1852- venuto Terracini. I materiali di questo atlante 1911), e aveva appunto come scopo quello di indi­ sono però consultabili presso l'università di Torino viduare i confinidei dialetti tedeschi Il progetto di e su una parte dei suoi materiali è uscito il Saggio Wenker vide la luce a cura del suo successore Fer­ di un Atlante linguistico della Sardegna (in sigla dinand Wrede (1853-1934) nel 1926, quando fu SALS) in base ai rilievi di Ugo Pellis, a cura di Ben­ pubblicato il primo volume del Deutscher Spra­ venuto Terracini e Temistocle Franceschi (Torino, chatlas (atlante linguistico tedesco). Da allora la 1964). progettazione e la produzione di atlanti linguistici Al primo periodo di produzione degli atlanti relativia un gran numero di lingue è continuae no­ nazionali, segue un'intensa progettazione di im­ tevole in ogni parte del mondo. prese regionali. Tra quelle edite abbiamo !'.Atlante Nella varietà degli atlanti linguistici si possono linguistico-etnografico italiano della Corsica (Pisa, individuare alcuni grandi gruppi. Anzitutto si pos­ 1933-1942, 10 voli., sigla ALEIC) di Gino Botti­ sono distinguere gli atlanti nazionali o sovrana­ glioni,con punti 4i inchiesta anche nella Sardegna zionali dagli atlanti regionali, subregionali e so­ settentrionale, nell'isola d'Elba e nella Toscana vraregionali, tutti con funzionalità e finalità di­ occidentale e !'.Atlante storico-lingui,stico-etnografico verse. italiano friulano (in sigla ASLEF) di Giovanni Per quanto riguarda il dominio linguistico ita­ Battista Pellegrini (Padova-Udine, 1972-1986, 6 liano, e tenendo conto solo delle opere edite e di voll.) molto affine all'ALI e con particolare atten­ quelle il cui stato dei lavori è avanzato, possiamo zione al lessico «archeologico». individuare, per il primo tipo, lo Sprach-und Sa­ Tra le numerose iniziative in corso presso varie chatlas Italiens und der Sildschweiz (atlante lin­ Università italiane per l'attuazione di atlanti lin­ guistico e etnograficodell'Italia e della Svizzera me­ guistici, rientra nella categoria degli atlanti re­ ridionale, indicato comunemente con la sigla AIS) gionali l'Atlante lessicale toscano (in sigla ALT) di Karl Jaberg e Jakob Jud (Zofigen1928-1940+/n­ diretto da Gabriella Giacomelli, di cui si ha un dex di 744 pp., Berna1960). Questo atlante è uno Saggio di presentazione. Un atlante subregionale strumento indispensabile per gli studiosi data la è l'Atlante linguistico ed etnografico del Piemonte DOSSIER ATLANTI LING UISTICI

occidentale (in sigla ALEPO) diretto da Sabina due opere riferiscono Maria Teresa Romanella e Canobbioe TullioTehnon presso l'Università di To­ Mari D'Agostino più avanti. rino, a completamento degli atlanti regionali fran­ cesi nel versante padano delle Alpi occidentali e nelle aree di parlata provenzale e francoprovenzale 3 dell'Italia meridionale. COME 81 'COSTRUISCONO' Sull'Atlante linguisticoper lo studio del ladino dolomitico (in sigla ALD), in fase di realizzazione Per costruire un atlante linguistico non c'è un w presso l'Università di Salisburgo riferisce più avan­ metodo unico: struttura e metodo dipendono dalle 74 tiRoland Bauer. Ildominio linguistico italiano è in­ scelte operate al momento dell'inchiesta riguardo teressato anche da atlanti sovranazionali che fan­ a parametri quali: la rete dei punti; la scelta dei no riferimento a un quadro dialettale che com­ soggetti da intervistare; il tipo di questionario; la prende più territori nazionali con affinitàculturali tecnica di rilevamento, la scelta e l'uso del mate­ di base: dei 2.631 punti di inchiesta dell'Atlas Lin­ riale. È utile accennare brevemente ai problemi guarum Europae (in sigla APE), di A Weijen, che connessi a questi punti e alle soluzioni già date, o attualmente ha sede a Firenze, 151 sono, infatti, da darsi. italiani. Per la selezione delle località (a maglie larghe o Un secondo criterio di classificazione degli atlan­ strette) i problemi riguardano la delimitazione ti linguistici fa riferimento al loro contenuto. Da dell'area, rispetto ad esempio alla coincidenza o me­ questo punto di vista ci sono gli atlanti che com­ no con confiniamministrativi (come per esempio prendono la totalità dei campi onomasiologici (cioè per l'ALT); l'inclusione delle città o di centri con tutti i settori del vocabolario), come è il caso delle parlate diverse (ad esempio albanesi e colonie set­ opere finqui citate, e gli atlanti che trattano solo tentrionaliper la Sicilia); i riscontri con aree affini campi onomasiologici speciali (cioè ambiti delimi­ linguisticamente ma non amministrativamente; la tati del lessico). verifica di una continuità culturale al di là della di­ Tra questi ultimi, un atlante sovranazionale scontinuità dei punti (per gli atlanti speciali). che incentra l'indagine sulla terminologia mari­ I problemi sui soggetti da intervistare in ogni naresca è l'.Atlantelinguistico mediterraneo (in si­ punto riguardano: il numero, unico come nella gla ALM) con 48 punti in Italiadei 125 tra Gibil­ struttura fondamentale (ma l'AIS prevedeva già terra e il Mar Nero, il cui progetto risale al 1956 e più soggetti per le città) o molteplice, e, in questo i cui materiali sono raccolti e consultabili presso la caso, in base a quale prospettiva, per salvare le esi­ fondazione Cirri a Venezia. Sempre dedicati a un genze di rappresentatività con quelle dell'accre­ settore onomasiologico speciale, ma di ambito na­ scimento del bagaglio delle conoscenze specifiche zionale, sono l'.Atlantelinguistico dei laghi italiani (l'ALT ne sceglie sei nella prospettiva generazio­ (in sigla ALLI) che registra la terminologia lacu­ nale); ma anche la metodologia della scelta del stre, come illustra AntoniettaDettori più avanti, e soggetto 'adatto' per gli atlanti speciali, che devono l'.Atlanteparemiologico italiano (insigla API) di Te­ tener conto della situazione di crisi o di scomparsa mistocle Franceschi, che ha sede a Firenze e rac­ delle attività tipiche, con la necessità di ricorrere coglie la varietà dei proverbi. spesso alla «memoria tramandata». Osservando la produzione di atlanti linguistici Utilizzazione o meno di più questionari: unodi italiana possiamo distinguerne infine un terzo tipo base non troppo ampio e altri professionali più e cioè quello che nel suo piano di realizzazione approfonditi (l'AIS ne prevedeva tre, l'ALEPO prevede l'adozione di criteri socio-linguistici, basati comprende 45 inchieste massime, con più que­ sulla variazione linguistica in tutte le sue dimen­ stionari e altre ridotte, col solo questionario di sioni. In questa prospettiva si muovono il Nuovo base). atlante del dialetto e dell'italiano per regioni (in si­ Per ciò che attiene le tecniche di rilevamento gla NADIR) di Alberto A Sobrero presso l'univer­ dei dati i problemipossono essere: uso formale o sità di Lecce e l'.Atlante linguistico della Sicilia informale del questionario e, in questo caso, adat­ (in sigla ALS) di Giovanni Ruffino presso l'uni­ tabilità di esso alla realtà specifica esplorata per gli versità di Palermo. Il Nadir è il primo atlante del­ atlanti speciali; introduzione di domande sema­ la lingua e dei dialetti parlati oggi. Ha una fisio­ siologiche (relative cioè al rapporto di una parola nomia sovraregionale ed è strutturato secondo con i suoi possibilisensi e riferimenti concreti) co­ «moduli» di dimensione regionale o sub-regionale, me verifica per quelle onomasiologiche (che at­ autonomi ma espandibili. L'ALS si pone l'obiettivo tengono invece il rapporto tra un certo significato di fondere i modelli della dialettologia tradiziona­ e la varietà delle parole che possono esprimerlo); in­ le con quelli della dialettologia urbana. Su queste chieste guidate, su un dato argomento per rileva- CARTE LINGUISTICHE DOSSIER ATLANTI LINGUISTICI re serie sinonimiche, dati sintattici, ecc. municativa generale), ma con l'inclusione anche de­ Varie opzioni sono anche possibili per la rap­ gli italianismi dialettali; un'analisi non solo di sin­ presentazione del materiale: con l'esposizione car­ gole «parole» e singole «cose», ma anche dei sistemi tografica classica; o in liste di parole, se il materiale culturali che stanno alla base dei sistemi delle non può essere altrimenti riprodotto;o, secondo la parole. direzione attuale, con la computerizzazione di es­ so attraverso la creazione di una banca dati; tra­ scrizione più o meno accurata, tesa a cogliere tut­ ,B I B L I O G R A F I A te le possibili realizzazioni dei fatti di pronunzia (ma opportuna solo per carte fonetiche) o, secondo A. Utili opere di orientamento generale sono: 75 recenti proposte, un'ortografiaintegrata. AA. VV., Atti del Convegno internazionale sul tema Registrazione del solo materiale etnografico (le «Gli atlanti linguistici. Problemi e risultati», carte dell'AIS sono dense di dati in tal senso), o di Roma 20-24 ottobre 1967, Accademia dei Lincei, tutti gli usi linguistici. Roma 1969. In generale e in rapporto ai punti appenatoccati, AA.VV., Atlanti regionali: aspetti metodologici, gli atlanti nazionali, per la loro grande scala e linguistici e etnografici, Atti del XV Convegno sommarietà, registrano una situazione comples­ siva. Quelli regionali si distinguono invece per il ri­ del C.S.D.I., Pacini, Pisa 1989. lievo che danno a tratti particolari, in una rete C. Grassi, Parole e strumenti del mondo contadino, fitta di punti, curando la scelta degli informatori in Storia d'Italia, VI, Atlante, Einaudi, Torino con questionari proposti da ricercatori che cono­ 1967, pp. 429-478. scono la zona e per questo adeguati alla realtà lo­ G. Ruffino(a cura di), Atlanti linguistici italiani e cale. In questo modo, gli atlanti regionali consen­ romanzi. Esperienze a confronto, Atti del Con­ tono l'accertamento di fasi intermediesegnalate da­ gresso internazionale, Palermo, 3-7 ottobre gli atlanti nazionali e la dinamica di rapporti tra 1990. Centro di studi filologicie linguistici sici­ dialetti contigui (per fare due esempi l'ASLEF ha liani, Palermo 1992. una retedi 129 punti, più fittarispetto a quella del­ l'AIS e dell'ALI; l'ALEPO per la voce «fienile» re­ B. Illustrano nel dettaglio i vari atlanti: gistra 10 tipi in 20 inchieste rispetto ai 5 dei 13 L'atlante lessicale toscano, Olschki, Firenze punti dell'AIS). 1985. Riguardo ancora ad alcune problematiche sopra K. Jaberg, J. Jud, Atlante linguistico ed etnografi­ citate, gli atlanti classici, e non solo quelli italiani, co dell'Italia e della Svizzera meridionale edi­ rispecchiano i metodi e i fini della dialettologia zione italiana a cura di Glauco Sanga, Unicopli, tradizionale, che miravaalla registrazione del dia­ Milano 1987. letto nei suoi aspetti più conservativi, rilevati nei A. Lupis, Rassegna e prospettive degli atlanti lin­ centri esclusi da normali circuiti di comunicazione, guistici in Italia, in La dialettologia italiana senza movimenti migratori, con soggettiche non si oggi. Studi offertia Manlio Cortelazzo, a cura di erano mai mossi dal luogo nativo, anziani, conta­ G. Holtus, M. Metzeltin, M. Pfister,Narr, Tu­ dini e maschi (si escludevano le donne, in America binga 1989, pp. 89-98. perché il loro modo di parlare era giudicato auto­ L. Massobrio, Corso di geografia linguistica. Gli cosciente, inItalia per la difficoltà di intervistarle). atlanti linguistici, parte I, ArtigraficheNovesi, Viene registrata, in genere, la sola dimensione Novi Ligure, s.d. rurale con l'unico vantaggio del recupero della G.B. Pellegrini, Introduzione all'Atlante storico­ cultura materiale (l'AIS riporta diverse alternan­ linguistico-etnograficofriulano (ASLEF),Udine ze di tipi arcaici e innovativi). La direzione attua­ 1972. le è verso atlanti stratificazionali, che senza ri­ nunciare alla dimensione geografica dei dati, mi­ T. Telmon, S. Canobbio (a cura di), Atlante lin­ rano a dare un quadro della variazione dialettale guistico ed etnografico del Piemonte occidentale, del punto, attraverso il rilievo di elementi conser­ l. Materiali e saggi 1984, Regione Piemonte, vativi e innovativi, e con direttive come l'inclusio­ Torino 1985. ne dei punti variazionali (ad esempio le città); una A. Varvaro, Osservazioni sul progetto di un atlan­ visione contrastiva degli usi anche di chi si sposta te linguisticodella Sicilia, «Bollettinodel Centro verso grandi centri, dei giovani, delle donne; la di Studi filologici e linguistici siciliani», 15 raccolta del materiale non solo in senso etnografi­ (1986), pp. 439-444. co (è stato fatto notare che la competenza della cul­ A. Weijnen, J. Kruijsen,Atlas Linguarum Europae tura materiale è solo parte della competenza co- - Second Questionnaire, Assen 1979. DOSSIER ATLANTI LING UISTICI

dard dei Personal Computer è abbastanza faci­ le trattare tutti i dati che stanno alla base di un atlante linguistico, cioè quelli visivi e quelli acustici. Da ciò deriva il fatto che in futuro esi­ steranno almeno due tipi di atlanti: 1. AL tradizionalmente stampati su carta (cfr. ad es. Atlante Italo-Svizzero (AIS) di Karl Jaberg e Jakob Jud (8 voll., Zofingen 1928- w 1940), uno dei modelli metodici diretti di ALD); 76 2. AL memorizzati su supporti-dati ottico­ elettronici, ad es. su dischi compatti (CD) - au­ dio, CD-ROM (memoria a sola lettura su com­ pact disc) o CD-I (=Interactive): quest'ultimo permette la registrazione ottica di scene video, ROLAND BAUER brani audio, testo e grafica: 2.a. AL elettronico visivo (banca dati delle trascrizioni più programmi di applicazione); 2.b. AL elettronico sonoro (banca dati multi­ mediale delle incisioni e delle trascrizioni più programmi. di applicazione). ALD I (Atlante linguistico In merito ai dati visivi (trascrizioni) l'elabo­ del ladino centrale e dia­ razione elettronica prevede il seguente tratta­ letti limitrofi, parte prima) mento: è un atlante di stampo in­ 1) codificazione dei dati: immissione in una ter-regionale, la cui rete di banca dati via tastiera; rilevamento comprende 217 2) controllo dei dati: punti d'esplorazione. 203 di 2a) controllo automatizzato: attraverso un essi si situano, l'uno dal­ programma, che verifica, durante e dopo l'im­ l'altro a una distanza me­ missione dei dati, la loro correttezza formale; dia di circa 10 km, su terri­ 2b) controllo manuale: confronto diretto tra torio italiano, attorno alla questionario originale e stampa del contenuto Ladinia dolomitica, ab- della banca-dati per scoprirne le divergenze; bracciando (almeno in parte) il Trentino Alto 3) correzione dei dati in base agli «errori» Adige, il Friuli, il Veneto e la Lombardia. Dal la­ identificati; to orientale dei Grigioni l'ALD I dispone di 14 4) preparazione dei dati per la stampa: rior­ punti svizzeri (PP. 1-12, 20-21 sul grafico 1). Le ganizzazione e revisione della banca-dati, ela­ inchieste relative alla prima parte di ALD, de­ borazione di indici; dicata a problemi di pronunzia e forma di sin­ 5) cartografazione automatizzata: scelta dei gole parole (fonetica/fonologia e morfologia ele­ dati necessari per ogni cartina, compilazione mentare) nei vari dialetti romanzi locali, sono (=creazione) degli archivi di stampa, stampa state effettuateda cinque esploratori tra il 1985 della cartina di prova, controllo della cartina di ed il 1992, mediante un apposito questionario prova, eventuali modifiche, stampa della carti­ con più di 800 domande. In ciascuna località ve­ na definitiva, memorizzazione degli archivi in nivano intervistati due informatori, differen­ questione. ziati tra loro per almeno due dei criteri sociali Per i dati sonori (=incisioni) l'elaborazione più importanti (sesso, età, istruzione, profes­ elettronica prevede un procedimento simile. sione, fede religiosa). Il materiale raccolto du­ L'immissione dei dati avviene tramite una sche­ rante le interviste sia al livello scritto (trascri­ da multimediale inserita nel computer che con­ zione fonetica nel questionario) sia al livello sente la digitalizzazione delle onde sonore. L'o­ parlato (registrazione su nastro) è stato trasfe­ peratore taglia il suono immesso in piccole por­ rito all'Archivio-ALO di Salisburgo (Austria), do­ zioni al fine di isolare le singole risposte raccolte ve avviene l'elaborazione elettronica. presso gli informatori (cf. oscillogramma in gra­ Siccome l'ALD I sarà uno dei primi atlanti fico 2). Ad ogni risposta viene assegnato un no­ linguistici interamente informatizzato, occor­ me (archivio) specifico, il che permette di collo­ re soffermarsi maggiormente sul suo progetto carla e di ritrovarla nella banca dati. Essa con­ informatico. Grazie alle odierne strutture stan- tiene, a parte le menzionate indicazioni riferite

lTALIANO E OLTRE, IX (1994), pp. 76-79 DOSSIER ATLANTI LINGUTSTICI

©RB 1/1994 Rete di rilevamento di ALD I· 1 Tschlin (217 località esplorate)

81

83 S. Martin de Tor/St. Martin in Th. IO 12 Miistair 84 9 S-chanf li 85 195 86 130 13 S. Cristina/St.Christina 87 91 129 88 131 89 90 Corvara 14 15 Bormio 196 96 95 92 Cortina d'Ampezzo 16 48 132 98 94 197 77 49 Fondo 97 139 17 50 93 136 Ampezzo 200 99 137 133 53 60 100 138 135 52 51 198 18 54 57 Moena 101 134 199 140 142 20 Poschiavo 58 56 102 143 \)\,\ 19 59 w 55 103 141 !------zò1 61 145 21 27 Ponte di Legno 104 203 63 105 204 22 Salurn/Salorno 62 Longarone 144 202 26 Ili 106 206 64 146 23 65 207 25 69 112 Caoria 110 107 205 24 68 149 208 109 108 Spiazzo 70 147 209 114 t

Grafico 2 DOSSIER ATLANTI LING U I STIC I

agli archivi sonori, le trascrizioni fonetiche (in tivato, U:no dei luoghi di cui sopra, è contrasse­ forma codificata), le coordinate della rete d'e­ gnato da un quadrato nero (P. 65, San Martin splorazione nonché tutt'una serie di meta-infor­ de Tor (BZ), Val Badia), il suo nome viene sot­ mazioni laterali. tolineato nell'elenco emissione LUOGHI. Lo L'utente cioè il lettore e ascoltatore dell'AL stimulus in questione (105.1 la catena) viene elettronico sonoro (cf. sopra tipo II.b) 'incon­ ugualmente evidenziato (cfr. finestra elenco tra' l'atlante multimediale tramite un menu emissione STIMULI), la rispettiva trascrizione grafico, in cui tutte le opzioni possono essere at­ fonetica appare in un'apposita finestra nell'an­ '""" tivate tramite il mouse. Alla scelta dell'atlante golo inferiore a sinistra dello schermo. Tutto 78 desiderato segue la scelta dei punti e degli 'sti­ ciò serve all'orientamento dell'utente sulla car­ muli' (=titoli di cartine). Il tipo d'ascolto dei tina. Parallelamente alla rappresentazione dei dati prescelti può inoltre essere determinato dati grafici sul monitor, viene emesso il suono prestabilendo alcuni fattori supplementari, qua­ corrispondente, inciso durante le inchieste. li la lunghezza-pausa tra l'emissione delle sin­ L'ALO I sonoro dispone attualmente di due gole porzioni dei dati sonori, il numero delle versioni di prova, realizzate all'inizio degli an­ ripetizioni desiderate e l'«ordine di partenza», ni '90. La seconda versione (tre stimuli-ALD I che permette di scegliere tra «ascolto secondo per 78 luoghi d'inchiesta) è stata pubblicata luoghi» e «ascolto secondo stimuli». sotto forma di compact disc (CD-audio), il che fa­ Nel grafico 3 viene presentato uno schermo cilita l'accesso al concetto d'AL sonoro e la co­ esemplare, ripreso durante lo svolgimento del noscenza di esso da parte dei non addetti al la­ programma «AL sonoro»: sulla cartina stessa si voro informatico. Il CD è, come tutti i mate­ osservino i quadrati vuoti accanto ad alcuni riali illustrativi di ALD I, disponibile dietro ri­ punti d'inchiesta (ad. es. PP. 1-10), che rappre­ chiesta presso l'Archivio-ALO I dell'Università sentano i luoghi d'esplorazione prescelti e i cui di Salisburgo (AkademiestraBe 24, A-5020 Sa­ nomi figurano nell'elenco di emissione LUO­ lisburgo, Austria). GHI (finestra destra). Il luogo attualmente at-

ATLANTE LINGUISTICO SONORO ALO I (ALO-CD) elenchi emissione LUOGHI 31tlante §Celta as�olto info cancellare luogo

scelta nuova 60 Calfosch ... 61 Corvara 6263 S.LinertS.éiascian 64 La Ual 65 San Martin de Tor ■ 66 La Pii 67 Cortina d�m ezzo + STIMULI

cancellare stimulus 6 Bellun� scelta nuova 21 23 o Trento .....,..05.1 1 la catena 119.1 egli chiama 122.1 la chiesa TRASCRIZl NE � Ro�ereto Daaaano J o la morona � Jre..,iso 0 50km

Grafico 3: Ripresa dello schermo dell'atlante linguisticosonoro

ATJàNTF !/,.DINO DOSSIER ATLANTI LINGUISTICI BIBLIOGRAFIA R. Bauer, 1991, CD-ALD I I ALD I-CD, 98 cam­ lektologia biltzarra, Actas del Congreso In­ pioni fonici per l'ALD I I 98 Tonproben zum ternacional de Dialectologia. Bilbo/Bilbao, ALD I, disco compatto-audio con booklet bilin­ Euskaltzaindia, iker 7, pp. 397-412. gue (ital./ted.), Salisburgo, 44 pp. + 4 cartine. H. Goebl, R. Bauer, 1992, L'atlante linguistico Idem, 1992, L'informatizzazione dell'Atlante del ladino centrale e dialetti limitrofi (ALD I): linguistico sonoro ALD I. «Linguistica» Stato attuale dei lavori. In: G. Ruffino (a c. XXXII, pp. 197-212. di), Atlanti linguistici italiani e romanzi, H. Goebl, 1992, L'atlas parlant dans le cadre de Esperienze a confronto, Palermo, Centro di l'Atlas linguiÙique du ladin central et des Studi Filologici e Linguistici Siciliani, pp. 79 ------dialectes limitrophes. In: Nazioarteko dia- 331-341.

rapporto a situazioni, e dunque a condizioni sociali di parlanti, a oggetti di conversazione, a occasioni del comunicare, ecc. In tal modo, l'A­ Il nuovo tlante ha come esplicito obiettivo lo studio di molte dimensioni della variazione linguistica, e in sostanza la rappresentazione quanto più vi­ del Nadir cina è possibile delle dinamiche sottese alle scelte dei parlanti, località per località. Così la variazione nello spazio si lega alla variazione nella società, e l'atlante diventa, da strumento salentino tradizionalmente soprattutto geografico, stru­ mento anche sociolinguistico. Naturalmente, la considerazione spaziale ri­ MARIA TERESA ROMANELLO mane centrale, nella progettazione dell'Atlante, che prevede - e auspica - l'estensione del pro­ totipo salentino ad altre regioni d'Italia. L'area geografica del NADIR-Salento è quel­ la della Puglia meridionale, dalla linea Taran­ to-Ostuni fino al Capo di S. Maria di Leuca; comprende l'intera provincia di Lecce, e parte di quelle di Brindisi e di Taranto. La rete dell'a­ a sigla NADIR sta per Nuo­ tlante è costituita da 35 punti, selezionati non vo Atlante del Dialetto e solo in base alla loro significatività 'dialettolo­ dell'Italiano per Regioni. gica', tradizionalmente riconosciuta in biblio­ La 'novità' di questo atlan­ grafia, ma anche in base al ruolo che hanno te sta proprio, innanzitutto, nei processi di trasformazione economica e so­ in quel considerare come ciale che interessano l'area. Sicché una atten­ oggetto d'indagine non sol­ zione particolare è riservata, oltre che a Brindisi tanto il dialetto (come è nel­ e a Lecce, anche a realtà urbane secondarie, la tradizione degli atlanti come Galatina, Nardò, Maglie, Casarano. L'a­ linguistici), ma anche l'ita­ nalisi interna ai singoli punti diventerà in tal liano. Occuparsi dei due co­ modo complementare a quelle delle relazioni dici significa anche tener tra questi e l'area, e chiarirà i rapporti di ege­ conto delle relazioni reciproche tra di essi, e monia, e dunque le modalità della polarizza­ dunque di tutte le varietà di mescolanza nel zione (sia economica e sociale, che linguistica e repertorio della comunità parlante. Ciò implica culturale) di alcuni punti sul resto dell'area. una attenzione specifica agli usi reali della In ciascuno dei 35 punti si selezionano 10 lingua, cioè all'articolarsi della dimensione informatori di qualità sociologiche diverse, con pragmatica delle scelte linguistiche. criteri tali da ottenere un campione probabili­ Ma gli usi della lingua sono, com'è noto, in stico, e assicurare una. sufficiente rappresenta- ITALIANO E OLTRE, IX (1994), pp. 79-80 DOSSIER ATLANTI LING UISTICI

tività lungo le diverse dimensioni della varia­ agli studiosi di interrogare la Banca Dati a se­ zione linguistica. I parametri sociali utilizzati conda dei loro interessi specifici; in pratica al sono: età, scolarità, attività, posizione nella re­ NADIRsi potrà accedere secondo combinazioni te sociale, pendolarismo, e status di emigrante e incroci di parametri extralinguistici e di ca­ rientrato. Si potrà così studiare la relazione tegorie linguistiche definiti a seconda degli tra fatti linguistici e posizione/situazione so­ obiettivi delle singole ricerche. Molto sinteti­ ciale. camente si può dire che la struttura informati­ Ai dieci informatori selezionati per punto si ca di questo atlante (curata e realizzata da Sal­ sottopongono 4 diversi questionari, con tecnica vatore De Masi, che è responsabile anche del --80 di elicitazione differente: font fonetico) è costituita da due archivi base (lo­ 1) traduzione in dialetto di frasi proposte in calità/informatori) e da un insieme di sei moduli italiano, 2) retroversione in italiano di frasi pro­ (corrispondono alle tecniche di elicitazione). I poste in dialetto (preregistrate), 3) lettura di due archivi e i moduli sono espandibili. Mentre una lista di parole in italiano (serve per identi­ l'insieme dei due archivi resta fisso, l'insieme ficare e studiare 'pronunce' locali dell'italiano); dei sei moduli è modificabile, quanto a numero. 4) intervista guidata su argomenti di cultura po­ Il NADIR permette di porre in relazione archi­ polare e del vissuto personale dell'informatore. vi di base e moduli, e dunque di analizzare La molteplicità dei questionari e la diversità scientificamente i rapporti fra fatti socio-am­ delle tecniche sono richieste proprio dall'obiet­ bientali e scelte linguistiche. tivo esplicito di ottenere dati su tutte le va­ rietà del repertorio delle Comunità in esame. Il questionario 1) è specificamente pensato BIBLIOGRAFIA per ottenere dati sul dialetto, il 2) e il 3) sono orientati sull'italiano regionale, il 4) non è mi­ Di ogni aspetto studiato, e di ogni proposta rato su una singola varietà, ma si utilizza per avanzata, il gruppo progetto del NADIR, costi­ stimolare una produzione meno rigida, più na­ tuito da Alberto Sobrero, Maria Teresa Roma­ turale da parte dell'informatore: in tal modo, si nello, Immacolata Tempesta, ha voluto rendere ottengono informazioni ricchissime sulle mo­ conto, con interventi a convegni e congressi, e dalità del contatto italiano/dialetto nel parlato. articoli in riviste e miscellanee, a partire dal Oltre ai questionari sottoposti ai 10 infor­ 1983. I contributi prodotti entro il 1991 sono matori, l'inchiesta in ciascun punto prevede la stati raccolti in A.A. Sobrero, M.T. Romanello, I. raccolta di parlato spontaneo in contesto na­ Tempesta, Lavorando al NADIR. Un'idea per turale; cioè, produzioni naturali in situazioni, le un atlante linguistico, Congedo, Galatina 1991. quali vengono preselezionate in modo da essere Per altre informazioni si rinvia a A.A. So­ differenti per situazione (più o meno rigida), brero, M.T. Romanello, I. Tempesta, Il NADIR: per rapporti di ruolo (ruoli fissi, simmetri­ lo stato dei lavori, in G. Ruffino (a c. di), Atlan­ ci/asimmetrici), ecc. ti linguistici italiani e romanzi. E erienze a I dati, trascritti iri trascrizione fonetica (il sp confronto, Palermo 1992, pp. 425-434. sistema di base è quello dell'Alfabeto Fonetico Internazionale, con un inventario di segni se­ La struttura informatica del NADIR e le tec­ lezionato e adattato alle esigenze diverse delle niche di campionamento sono oggetto della co­ inchieste 'rigide' e di quelle 'naturali'), vengono municazione di S. De Masi, Un modello di ana­ a far parte di una Banca Dati Linguistica. La lisi quantitativa per il NADIR - Salento, pre­ novità del NADIR è anche in questo: esso è sta­ sentata al XXVII Congresso Internazionale del­ to concepito non solo come atlante 'informatico' la Società di Linguistica Italiana (Lecce, 28-30 ma anche come atlante parzialmente interatti­ ottobre 1993, in corso di pubblicazione negli vo. Strategie d'accesso apposite consentiranno Atti.

IL NADIR DOSSIER ATLANTI LINGUISTICI

nizzazione dello spazio e del territorio e strati­ ficazione linguistica. Partendo da queste premesse, l'ALS si pro­ L'aitante pone di essere, dunque, un «atlante urbano», vuole mettere infatti al centro dell'attenzione gli aspetti di dinamismo, complessità, stratifica­ zione che caratterizzano il territorio siciliano. siciliano Assumere un'ottica «urbana» significa però non solo fare entrare in profondità nel progetto di atlante i problemi della variazione e del cam­ 81 biamento, ma anche lavorare con un modello ur­ MARI D'AGOSTINO bano di spazio linguistico, uno spazio caratte­ rizzato, prima di ogni altra cosa, dalla densità, dalla comunicazione sociaie, della complessità. 1 Poiché il nostro obiettivo è di riuscire a rico­ UN ATLANTE DI REPERTORIO struire, attraverso i dati dei singoli informato­ ri, l'organizzazione linguistica di un centro nel­ la sua globalità, ci sembra indispensabile tene­ intenzione di realizzare un re presente sia il livello dei comportamenti che Atlante linguistico della Si­ delle 'carte mentali', con cui ogni parlante si cilia (ALS) risale al 1985. orienta all'interno di un determinato spazio Da allora il progetto si è linguistico. Se il fine diventa l'analisi di un cen­ venuto man mano preci­ tro e delle sue dinamiche, l'unica strada per­ sando; sono stati compiuti corribile è quella di porre al centro dell'atten­ un alto numero di sondaggi zione il parlante, più che il semplice dato lin­ di prova (circa 200), ed in­ guistico. Spostare il punto di vista dalle lingue sieme è cresciuto il numero come organismo autonomo autosufficiente, al di coloro che, in veste di- parlante come soggetto produttore e destina­ versa, vi sono oggi coinvol­ tario di atti linguistici, consente, infatti, di con­ ti. siderare come centrale, ai fini della compren­ L'ALS, la cui campagna di inchieste prende il sione del reale comportamento linguistico degli via nei primi mesi del '94, si propone di essere individui il loro 'sapere linguistico', e in parti­ un «atlante di repertorio», così da rappresenta­ colare l'insieme di relazioni che viene istituito re il modo di parlare di oggi, partendo dallo fra lingua, struttura spaziale e struttura so­ strato arcaico del dialetto sino ai fenomeni di ciale. contatto dialetto/lingua e al registro locale del­ l'italiano, tenendo conto delle differenziazioni so­ ciali e geografiche. In rapporto a questo obiet­ 3 tivo, il suo impianto progettuale tende a un su­ RETI E SITUAZIONI peramento della dicotomia fra dialettologia e sociolinguistica, fra dialettologia urbana e dia­ Nel progetto ALS è prevista, nel quadro di lettologia rurale. una strategia unitaria, una strutturazione in più reti di rilevamento (a) una rete di base (di circa 150 punti); (b) una rete a caratterizzazio­ 2 ne etnografica (di circa 50 punti); (c) una rete UN ATLANTE URBANO (anch'essa di 50 punti circa) finalizzata a un ap­ proccio di tipo variazionale; (d) un'ultima serie Ciò appare tanto più necessario in un'Isola di centri a vocazione marinara e peschereccia caratterizzata da città medio-grandi e da rap­ (con 15 punti). porti di scambio fra una città e un'altra abba­ La rete caratterizzata in senso linguistico-et­ stanza intensi. In tale realtà è di primaria im­ nografico seleziona prevalentemente punti nei portanza analizzare insieme la variabilità so­ quali - per le caratteristiche geografiche e so­ ciale e quella legata allo spazio per comprendere ciali e sulla base delle attuali conoscenze - si l'intreccio fra le dinamiche interne ed esterne ad presume che il dialetto abbia mantenuto uno ogni località e la rete di rapporti che lega pra­ stadio di maggiore arcaicità, e dove antiche tiche territoriali e pratiche linguistiche, orga- pratiche di lavoro appaiono tuttora abbastanza

ITALIANO E OLTRE, IX (1994), pp. 81-83 DOSSIER ATLANTI LING U I STIC I

radicate e vitali. dizionale (mestieri, lessico domestico, lavoro Nella rete marinara e peschereccia rientrano della terra, pastorizia, caccia, ecc.). Una parti­ i cinque punti siciliani dell'Atlante linguistico colare attenzione verrà data alla cultura ali­ mediterraneo, le isole minori, e i centri pesche­ mentare che non ha finora trovato adeguata recci di più importante tradizione. considerazione negli atlanti linguistici nazio­ In rapporto a questa organizzazione in più re­ nali e regionali. Saranno anche raccolti siste­ ti sono previsti questionari e tipi di approccio di­ maticamente documenti fotografici e audiovi­ versificati pur se concepiti e attuati nel quadro sivi. Tale tipo di inchiesta non prevede un nu­ w di un disegno unitario dello strumento atlante. mero prestabilito di informatori. 82 Più in particolare, i questionari speciali (l'et­ C. Nella sub-rete variazionale, si prevede nografico e il variazionale in primo luogo, ma l'impiego di un questionario pragmalinguistico anche il marinaro) costituiscono uno sviluppo, e variazionale, attualmente in fase di speri­ un approfondimento, un ampliamento del que­ mentazione, che consente di esplorare l'intero stionario di base. repertorio (con una speciale considerazione per Si configurano dunque quattro diverse si­ il settore di contiguità/interferenza fra dialetto tuazioni-inchiesta: e italiano) attraverso una strategia d'inchiesta A. Nella rete di base, si prevede l'impiego di per approcci differenziati (1!! sezione: dati so­ un questionario non molto esteso (circa 1000 ciolinguistici e pragmalinguistici; 2!! sezione: quesiti), il cui nucleo è costituito dalle questio­ dati linguistici). Gli informatori saranno indi­ ni fonetiche e morfosintattiche più rilevanti e viduati sulla base di una serie di variabili com­ dal settore del lessico in cui vi è maggiore va­ prese età e istruzione. riabilità fra un luogo e un altro. È anche previ­ D. Nella sub-rete marinara e peschereccia, si sta la raccolta di brevi testi orali semispontanei, terrà conto dell'esperienza dell'Atlante lingui­ ottenuti usando come stimolo sequenze foto­ stico mediterraneo, il cui questionario è stato grafiche. Gli informatori saranno individuati adattato alle specifiche condizioni della Sici­ tenendo conto delle variabili età e istruzione. lia. Anche in questo caso non è prevista l'uti­ B. Nella sub-rete linguistico-etnografica, è lizzazione di un numero prestabilito di infor­ previsto l'impiego di un questionario molto este­ matori. so nel quale saranno rappresentati gli aspetti L'ALS nasce, inoltre, con una prospettiva salienti della cultura dialettale e della vita tra- informatica 'interna' al progetto. È concepito co-

Q

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Carta 7. Una ipotesi dl rete per l' "tlante llngul­ etlco della Sicilla

[] lnchleete di baae B 4 lnchie,,te di base + G§] � inchieste 'etnograflche' lii,.� � TP � � l lnchieBte di base + A G O inchieste 'varlasiona.11'

■ Inchieste con l I intera serie dei questionari

A Inchieste llarlne.re e pescherecce

L'ATLANTESICILIANO DOSSIER ATLANTI LINGUISTICI

e data processing (digitalizzazione elettronica .del suono e utilizzo quindi di carte 'parlanti') la costruzione di rappresentazioni cartografiche interamente variazionali. In particolare in que­ sto momento si sta verificando la possibilità di utilizzare sistemi cartograficiche esplorano i da­ ti manipolandoli statisticamente e facendo cer­ care alle procedure 'intelligenti' gli assetti otti­ mali delle reti comunicative (ovvero delle con­ w figurazioni di omogeneità o dis-omogeneità lin­ 83 guistica).

Scopi sia tetico•

BIBLIOGRAFIA

Carte polarizzanti Per ulteriori e più approfondite notizie com­ Can.e.proiettìve plessive sul progetto si veda in particolare: G. Ruffino (a cura di), Prospettive di lavoro per un atlante linguistico-etnografico della Sicilia (Atti della Tavola rotonda, Palermo 11 ottobre 1985), Palermo 1986. Fig. 2. I diversi tipi di carte dell'ALS, in rapporto ai dati che Id., L'Atlante linguistico della Sicilia (ALS). saranno disponibili nell'insieme del progetto. Le carie lessicali corrispondono a quelle tradizionali della geolinguistica e si Dalla fase progettuale alla fase operativa, in potranno avere in trascrizione fonetica o ortografica, con rispo­ Id. (a cura di) Atlanti linguistici italiani e ro­ ste multiple, etc. Le carie acustiche e audiovisive permetton ad manzi (Atti del Congresso «Atlanti linguistici ogni utente, attivando un pulsante, di ascoltare la risposta e/o osservare il filmato ad essa relativo (ciò è di particolare impor­ italiani e romanzi: esperienze a confronto», Pa­ tanza per lo studio delle pratiche prossemico-cinetiche). Le carie lermo ottobre 1990), Palermo 1992, pp. 435-46. corrispondenti agli scopi sintetico-interpretativi (29 parrle dello Per un approfondimento dell'impianto infor­ schema) saranno invece carte statistiche matico cfr. A. Pennisi, Piano di informatizza­ zione dell'Atlante linguistico della Sicilia. Fon­ me una stazione di informazioni altamente or­ damenti, strategie, progetto, Palermo 1990. ganizzate e articolate e una centrale di rappre­ Sulla rete variazionale e sui centri urbani sentazioni multimediali che sondi tutte le pos­ cfr. M. D'Agostino, La scelta dei punti varia­ sibilità aperte dalla comunicazione simbolica, zionali nell'atlante linguistico della Sicilia: pro­ iconica e segnica. Dal punto di vista informati­ blemi e strumenti, in Atlanti linguistici italiani co sono state fatte tre scelte prioritarie: l'ado­ e romanzi, pp. 447-57; Id., Luoghi del vivere e zione di un modello di data-base relazionale; luoghi del comunicare nella Sicilia degli anni la sperimentazione di nuove periferiche di input '90, in Materiali e ricerche, (in corso di stampa). DOSSIER ATLANTI LING UISTICI

so, dell'età e del livello di istruzione: quando, do­ ve, con chi parlano siciliano e italiano, e quan­ to e quale e con quali ideologie? L'Osser­ Occorreva impostare su vasta scala una ri­ cerca sociolinguistica in profondità che fosse in grado di andare oltre le domande univoche dei sondaggi nazionali curati dall'Istat e da al­ vatorio tri istituti di ricerca, per cogliere al possibile i diversi usi effettivi insieme alle autovalutazio­ -- 84 ni dei parlanti, e individuare così la reale di­ in Sicilia sposizione e le linee di tendenza dello spazio lin­ guistico nella regione.

2 SEBASTIANO VECCHIO I CRITERI DI INDAGINE

Su un campione rappresentativo dell'uni­ verso dei residenti, in ciascuno dei 73 punti di inchiestasono stati testati 11 soggetti, tranne in 1 alcuni centri più grossi dove la quota è stata «CHE LINGUA FA» raddoppiata, e nelle tre città maggiori (Palermo, Catania e Messina) che sono state sovracam­ n Italia non esistono osser­ pionate per consentire una lettura autonoma dei vatori linguistici, neanche dati ad esse relativi. In sede di analisi, i comu­ credo nelle riviste specia­ ni sono stati raggruppati in base al numero di lizzate, che regolarmente, abitanti; questa del criterio demografico (con sistematicamente, si pon­ l'aggiunta della distinzione in capoluoghi e pro­ gano come rilievi socio-lin­ vincia) è stata una prima scelta orientativa che guistici, e - con la puntua­ ha fatto da premessa a criteri di classificazione lità dei bollettini meteoro­ più complessi e più fini quali quelli adottati logici che dicono "Che tem­ successivamente dall'Atlante Linguistico della po fa" - ci dicano "Che lin­ Sicilia. gua fa"»: così scriveva Pier Con gli intenti che ci si era prefissi, un sem­ Paolo Pasolini nel 1965. So­ plice questionario sugli usi linguistici non sa­ no parole, allora poco ascoltate, nelle quali col rebbe stato sufficiente a cogliere il grado di tempo alcuni linguisti e operatori culturali han­ competenza e il tipo di uso dei due idiomi inte­ no trovato un aiuto a precisare il senso del loro ressati; e d'altra parte una indagine approfon­ lavoro di indagine sulla realtà italiana; e se ot­ dita in questo senso difficilmente avrebbe potuto to anni dopo Tullio De Mauro poteva affermare essere svolta su un'area così vasta. Si trattava che l'idea non era più un'utopia, doveva passa­ insomma di conciliare in qualche modo la rap­ re ancora del tempo perché si potesse realizza­ presentatività statistica e la significatività lin­ re. guistica, la quantità di dati e la possibilità di L'Osservatorio Linguistico Siciliano (OLS) farne una analisi qualitativa. Un problema non nasce agli inizi degli anni Ottanta in seno al facile; per risolverlo, o almeno per affrontarlodi­ Centro di studi filologici e linguistici siciliani rettamente, si è adottato un tipo di intervista con l'intento di rispondere alla richiesta paso­ che prevedeva tre parti. liniana e demauriana in un'area geografica ben A inizio di seduta a ciascun intervistato ve­ delimitata. Il gruppo di lavoro, coordinato da nivano mostrate due serie di foto raffiguranti Franco Lo Piparo (e composto da Mari D'Ago­ oggetti d'uso comune che egli doveva nominare, stino, Silvana Ferreri, Antonino Pennisi, Gio­ rispettivamente in siciliano e in italiano; le pa­ vanni Ruffino, Sebastiano Vecchio), ha così av­ role-spia sollecitate presentavano dei tratti fo­ viato una esplorazione sistematica della Sicilia netici interessanti o, per la serie relativa al si­ linguistica contemporanea. L'intento era quello ciliano, la possibilità di una doppia forma les­ di sondare il comportamento linguistico dei si­ sicale, una conservativa e l'altra innovativa. ciliani a seconda del luogo di residenza, del ses- Subito dopo - ed era la seconda parte - veniva- lTALIANO E OLTRE, IX (1994), pp. 84-86 DOSSIER ATLANTI LINGUISTICI no mostrate delle altre foto collegate fra loro in 3 sequenza in modo da formare una storia, una I RISULTATI specie di minifotoromanzo muto che l'intervi­ stato doveva raccontare; anche in questo caso le La metodologia di indagine meritava di es­ storie fotografiche erano due e due erano i rac­ sere richiamata a grandi linee per poter coglie­ conti da produrre: il primo in siciliano e il se­ re meglio il senso e il valore dei risultati otte­ condo in italiano. Nel sollecitare queste due nuti, che modificano e in parte ribaltano le at­ prestazioni naturalmente l'intervistatore per tese correnti circa le dinamiche sociolinguistiche primo parlava nell'idioma richiesto. oggi in atto, anche soltanto dal punto di vista La terza parte era costituita da una serie di quantitativo. 85 domande sugli usi linguistici, contenuta in un La considerazione di senso comune sulla pro­ questionario ampio e articolato che veniva pro­ gressiva perdita del dialetto e sul suo essere posto e compilato dall'intervistatore. I dati re­ riservato all'uso privato si fonda infattisu una lativi a questa parte dell'intervista (con l'ag­ distinzione molto generica e approssimativa giunta di un sondaggio a cura di Ruffino su tra familiari ed estranei. Ma, come appare dai quelli delle prima) sono raccolti e discussi nel due regoli qui riprodotti, basta suddividere ul­ volume apparso nel 1990 col titolo La Sicilia lin­ teriormente questi grandi domini per vedere guistica oggi. In esso viene fattolargo spazio ad come la realtà sia più ricca e sfumata e pre­ un particolare strumento di analisi chiamato senti dinamismi interni per nulla univoci. Sal­ Tasso di sicilianità linguistica (TSL), un indice ta agli occhi poi che l'alternativa tra italiano e numerico che con un valore da O a 1 dà una siciliano non è una situazione di fatto in cui i percezione immediata del disporsi dei parlanti parlanti si troverebbero (il monolinguismo as­ lungo l'asse ideale che va dalla italofonia totale soluto nelle due direzioni praticamente non esi­ (con TSL uguale a O) alla totale dialettofonia ste); è invece una scelta, e non dipende dai due (TSL 1). Le figure 1 e 2 mostrano questo asse, grandi domini di privato e pubblico ma li at­ chiamato regolo dialettometrico, con i TSL re­ traversa entrambi in maniera speculare e con­ lativi alle comunicazioni che avvengono, ri­ figura una grande mobilità. Nella Sicilia lin­ spettivamente, nei contesti familiaried extra-fa­ guistica di oggi tutto si muove: non esistono miliari. gruppi socio-culturali o punti geografici lingui-

Regolo 1 - Sicilia intera TSL nei contesti familiari

o 0,25 0,50 0,75

Bambini 0,28 Nipoti 0,50 Fratelli 0,77 Figli 0,63 Coniuge 0,79 Rabbia 0,81 Genitori 0,83 Anziani 0,86

Da S. Ferreri e F. Lo Piparo, Mobilità e istruzione, in F. Lo Piparo (a cura di), La Sicilia linguistica oggi, Centro di studi filologici e linguistici di Palermo, Palermo, p. 59

Regolo 2 - Sicilia intera TSL nei contesti familiari

o 0,25 0,50 0,75

Insegnanti 0,14 Sacerdote 0,28 Quartiere 0,55 Uffici 0,21 Medico 0,29 Amici 0,65 Lavoro 0,45 Tavola 0,74

Da S. Ferreri, Dinamiche sociolinguistiche della Formalità anziani e giovani, in F. Lo Piparo (a cura di), La Sicilia linguistica oggi, Centro di studi filologici e linguistici di Palermo, Palermo, p. 125 DOSSIER ATLANTI LING UISTICI

sticamente immobili ma tutti presentano un daggio sulla prima parte dell'intervista: i centri uso differenziato e stratificato di siciliano e ita­ socio-economicamente più dinamici sono carat­ liano. Le figure 3 e 4 mettono a confronto l'im­ terizzati linguisticamente dalla maggiore pa­ magine della Sicilia che vien fuori dall'indagine dronanza dei due idiomi piuttosto che dalla re­ Istat e quella ricavata grazie alla ricerca OLS. gressione di quello più debole, ossia dalla ca­ La mobilità inoltre non è a senso unico. Con­ pacità di muovere verso l'italiano senza abban­ trariamente a quel che ci si aspetterebbe, il si­ donare il siciliano. ciliano non è solo l'idioma materno destinato ad Sono dati importanti: significano che parlare essere abbandonato, è anche qualcosa che chi ha di morte del dialetto è quanto meno eccessivo e /w 86 avuto come prima lingua l'italiano impara cre­ che le linee di tendenza della realtà linguistica scendo. Questo dato sociale e generazionale è siciliana non seguono tracciati già segnati una confermato da quello geografico relativo al son- volta per tutte nel corso storico.

100

90 80 70 60 5 Siciliano 0 ::K 40 +======À 30 Italiano e Siciliano ------20 .______--'-"----'-�------tr:-- 10 Italiano 0+------+------1 Famiglia Amici Estranei Fig. 3 - La Sicilia linguistica secondo l'ISTAT

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90

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Italiano X :o

O Italiano e Siciliano

(l � Rah. Anz. Gcn. Frat. Con. Figli Nip. Bamb. Tav. Am. Quan. Lav. Sac. Med. Uff. lnseg. Fig. 4 - La Sicilia linguistica secondo l'OLS

Da F. Lo Piparo, Introduzione, in Idem (a cura di), La Sicilia linguistica oggi,, Centro di studi filologici e linguistici, Palermo 1990, pp. 27-28

OSSERVATORIO IN SICILIA DOSSIER ATLANTI LINGUISTICI

che geolinguistiche e rinnovare strumenti e tec­ niche escussive, proprio sulla base della speci­ ficità del campo d'indagine. Parole Le maglie della rete dei rilievi non poterono essere decise facendo riferimento a principi di equidistanza o di rappresentatività linguisti­ ca, ma fu la configurazione naturale del terri­ d'acqua torio nazionale ad imporre i punti d'inchiesta. Piuttosto, tenendo conto dei diversi regimi di ac­ que interne esistenti nel nostro paese e della ti­ 87 dolce pologia di cultura che avevano prodotto, il pro­ getto si estese, fin dalla sua fase di avvio, ed in­ cluse specchi salsi - stagni e lagune -, riscat­ ANTONIETTA DETTORI tando alla documentazione ampie aree della penisola e le isole. La scelta di una pluralità di collaboratori sparsi sul territorio divenne ob­ bligata, non solo per le diversificazioni delle , competenze che la conduzione delle inchieste in L'ATLANTE DEI LAGHI un ambito geolinguistica così frantumato im­ poneva, ma anche per la difficoltà di indivi­ duare, e pazientemente ricostruire, la trama resentato nel 1982, nel delle realtà ambientali che ancora serbassero Convegno dedicato a Lin­ una tradizione piscatoria documentabile, a cau­ gua, storia e vita dei laghi sa dell'abbandono dell'attività e della disgre­ d'Italia1 appositamente or­ gazione della cultura che aveva espresso, che ganizzato, l'ALLI, Atlante erano in atto anche nei sistemi lacustri più im­ linguistico di laghi italiani portanti. L'Atlante venne concepito come nu­ è nato dalle esperienze di cleo centrale di un più ampio programma di ricerca sul Trasimeno di documentazione etnolinguistica, per cui il que­ Giovanni Moretti, ideatore stionario di base, filiazione di quello elaborato e responsabile del proget­ per l'Atlante linguistico mediterraneo, fu am­ to geolinguistica. La ric- pliato con sezioni speciali di approfondimento, chezza dei materiali docu­ dedicate in modo particolare alla flora e alla mentari raccolti nelle inchieste condotte presso fauna, ma anche ad attrezzi e tecniche di navi­ il lago umbro e nelle ricerche estese ad altri gazione e di pesca. Venne programmata con­ bacini lacustri d'area mediana, avevano reso testualmente una collana di monografie, fina­ consapevole lo studioso e il suo gruppo di lavo­ lizzata alla ricostruzione delle specifiche culture ro dell'esistenza di una realtà linguistica ine­ dei diversi specchi d'acqua, che i materiali et­ splorata, alimentata da una pluralità di micro­ nolinguistici raccolti consentivano di delineare, cosmi culturali sparsi sul territorio nazionale, in e che non potevano trovare spazio nelle carte una discontinuità areale che fino a quel mo­ dell'Atlante, mirate alla rappresentazione com­ mento non aveva favorito l'esigenza di un'ampia parativa di un lessico tecnico di base. attestazione e la promozione di un progetto do­ I problemi documentari che si imposero cumentario omogeneo che la realizzasse. prioritariamente all'attenzione degli studiosi Il mondo delle acque interne non era mai impegnati nel progetto di ricerca e che ali­ stato oggetto di indagini sistematiche e di ampio mentarono interventi e discussioni dei loro respiro, all'interno di una consolidata tradizio­ incontri di lavoro, si possono ricondurre a un ne di geografia linguistica nazionale che aveva triplice ordine di tematiche fondamentali: (a) privilegiato, sul piano della documentazione e la discontinuità degli spazi geolinguistici da degli studi, le realtà produttive e culturali legate esplorare e la conseguente frantumazione in alla terra e alle attività artigianali. L'ALLI, fo­ «isole» documentarie della lingua e della cul­ calizzando l'attenzione su un linguaggio setto­ tura da ricostruire; (b) i rapporti esistenti con riale a cui era mancato uno spazio adeguato la cultura marinara e i possibili itinerari di in­ nella storia degli studi linguistici italiani, si flussi e convergenze; (c) i legami con la terra e propose di colmare una lacuna documentaria e, la tipologia dei rapporti con la cultura conta­ per farlo, dovette ripensare impostazioni teori- dina. ITALIANO E OLTRE, IX (1994), pp. 87-89 DOSSIER ATLANTI LING UISTICI 2 B) un'ampia area centro-meridionale, che in­ QUALCHE LINEA GENERALE clude le fasce costiere tirreniche e adriatiche e le aree insulari, in cui gli elementi di convergenza Gli studi finoracondotti sui materiali rilevati, che vanno delineandosi hanno avuto nel mare il le carte di prova discusse e solo parzialmente tramite fondamentale di trasmissione; pubblicate2, consentono di tracciare le prime C) un'area mediana interna, in particolare linee generali di strutturazione sovra areale umbro-laziale, in cui l'importanza della cultura delle attestazioni e di avanzare alcune inter­ piscatoria espressa e la minore apertura ad in­ pretazioni dei temi cruciali del progetto. Le di­ flussi esterni pare evidenziarsi in forme lin­ 88 stanze di territori e di cultura, esistenti fra guistiche di più spiccate caratteristiche autoc­ specchi d'acqua dolce e salsa del nostro paese, tone. appaiono percorse da correnti di comunicazione, Ma in relazione a concetti che rimandano a anche su vasto raggio, in relazione a 'cose' di peculiari aspetti delle culture locali, coinvol­ ampia diffusione e utilizzazione, quali impor­ gendo tradizioni, credenze, valori simbolici, vi­ tanti strumenti di mestiere, e a 'parole' che co­ sioni del mondo delle singole comunità, le carte stituiscono tecnicismi linguistici di consolidata di prova3, attestano una ricchezza di tipi lessi­ tradizione. Si possono cominciare ad indivi­ cali non facilmente imbrigliabile in categorie duare vaste aree di convergenza, differenziate interregionali, e ripropongono il problema di per tipologia di elementi trasmessi e per cana­ limiti e confini, tipologici e culturali, delle aper­ li di trasmissione. ture verso l'esterno. Il rapporto col mare si è rivelato fondamen­ tale anche per la ricostruzione dei processi sto­ rico-linguistici. Infatti una delle ipotesi scien­ tifiche di base del programma documentario fu la possibilità di recuperare tessere linguisti­ che ormai scomparse delle antiche attività pi­ scatorie e marinare dei nostri mari, proprio grazie alla conservazione, nelle acque interne, di tipi lessicali molto arcaici, riflesso di un'attività di pesca che non aveva conosciuto interruzioni nei secoli. Mentre l'insicurezza dei litorali, do­ --·-· .. vuta alla caduta di Roma e protrattasi in se­ -- ' guito per le scorrerie saracene, avevano deter­ minato consistenti movimenti demografici dal­ le coste verso l'interno, col conseguente abban­ dono delle attività nautiche e di pesca esercitate in mare, nelle acque interne, la continuazione ininterrotta dell'attività, le modalità ambientali di esercizio, in posizioni geograficamente meno

• esposte ai contatti e socialmente marginali ri­ ' 1 spetto ad altre attività più diffuse nelle comu­ nità locali, crearono le condizioni favorevoli al­ la conservazione di forme arcaiche e autoctone, 'e::] comprese terminologie derivanti dall'antico fon­ do tecnico latino. Nel lago Trasimeno, ad esem­ pio, la denominazione della sassola è ancora affidata ad una forma, santanacchio, che conti­ Fig. 1 - Linee di strutturazione del lessico lacustre italiano nua sentinaculum, altrove non più documen­ tato. Va emergendo infatti una prima struttura­ zione di base così articolata: 3 A) un'area settentrionale, a nord della dorsale TRA LAGO E CAMPAGNA appenninica tosco-emiliana, pur non compatta al suo interno, che ha avuto nel sistema flu­ I complessi rapporti col mondo agricolo, an­ viale padano linee privilegiate di trasmissione di ch'essi diversificati nelle varie situazioni am­ esperienze di lavoro e di forme linguistiche; bientali, voglio invece illustrarli emblematica- DOSSIER ATLANTI LINGUISTICI mente con un esempio sardo, in cui l'adozione di un tecnicismo agricolo implica un'intrusione creativa, sul piano morfologico e semantico, al­ l'interno di un'importante famiglia lessicale d'ambito rurale. Si tratta di una voce del lessi­ co tecnico dello stagno di Santa Giusta, spigoc­ ciai, che significa «catturare con le mani i pesci sfuggitialle reti», ma il cui significato è possibile cogliere appieno se analizziamo il lemma ac­ canto alle voci con cui è imparentato dal punto 89 di vista formale:

spig a «spiga» spig ai «spigolare» Bertocchi, Brasca, ig occi ai «catturare i pesci Lugarini, Palmieri, sp I 1·. Tropea sfuggiti alle reti» Il nuovo I fili del spig «spigolatore» discorso Antologia italiana spig r a «spigolatrice» per il biennio spig wadrisgi «spigolatrice» Percorsi strutturati che facilitano una graduale acquisizione delle Si possono individuare il morfema lessicale competenze obiettivo _ dell'educazione spig-, che esprime il concetto che accomuna la letteraria nel biennio e voce alle altre della famiglia lessicale, e il seg­ lo sviluppo delle abilità linguistiche, mento suffissale -occi- che attenua la solida­ in modo specifico della rietà semantica esistente all'interno del sistema lettura con la quale si integrano, tuttavia, esaminato, introducendo una connotazione ap­ scrittura e abilità di prossimativa e peggiorativa: l'azione espressa studio. dal verbo spigocciai richiama in modo appros­ Sofia, Chiumenti, simativo un'altra operazione di raccolta ma­ Compagni, nuale paziente, quella delle spighe sfuggite al­ Lunardon, Marinetto la mietitura. Pensare la lingua A conclusione di questa rapida presentazione Grammatica, testi e abilità linguistiche dell'ALLI, non va dimenticata la ricaduta sul per il biennio. territorio che l'esperienza di ricerca va produ­ Manuale + Quaderno cendo, in termini di consapevolezza culturale degli esercizi delle comunità piscatorie incluse nel program­ O...i.i.Rui,glr,lf,I 011testoelteslo o..--...... � D. Rugginini ma di documentazione. Infatti, sulla scia delle Dal testo al testo inchieste dell'Atlante e col sostegno scientifico Guida alla scrittura nel biennio che è in grado di offrire, vanno sorgendo in di­ Tecniche ed esercizi verse aree studiate centri museali di documen­ per contribuire alla formazione di tazione delle attività di pesca e dell'ambiente competenze naturale lacustre. fondamentali nella comunicazione verbale e scritta, scolastica ed extrascolastica.

Sambugar, Ermini NOTE Pagine di letteratura italiana Gli Atti sono stati pubblicati a cura di G. Moretti, per i ed europea Il Profilo storico e tipi dell'Editore Maggioli, di Rimini, nel 1984; opera alla antologia per il triennio quale rimandiamo per un'ampia illustrazione del progetto. 1. Dal Medioevo all'Umanesimo G. Moretti, Carte di prova dell'ALLI, Perugia, Edizioni 2. Dal Rinascimento El al Neoclassicismo RUX, 1992. La cartina che qui presento è una mia sintesi 3. Dal Romanticismo semplificata dei dati emersi in queste prime rappresenta­ alle Neoavanguardie zioni cartografiche.

ElRimando alla carta relativa allo «svasso maggiore» in G. Moretti, Carte di prova dell'ALLI, cit. Quella stretta di mano Alberto A. Sobrero --- E;;1 arliamo di gesti che accompagnano, e a volte biamo una visione che pecca, di volta in volta, o di 90 faill sostituiscono, il parlato: ad esempio la stretta miopia o di presbiopia: li interpretiamo, contraddit­ di mano. Su «La Stampa>,di qualche settimanafa Fu­ toriamente, ora come 'normali'evoluzioni interneal si­ rio Colombo segnalava con rammarico il fatto che i stema (fattidi innovazione, di stacco generazionale, di giovani hanno perduto, in pratica, l'abitudine di sa­ modernità)ora come traumatici 'strappi' al sistema, lutarsi con la stretta di mano. Dava due spiegazionidi segni di un ritorno alla barbarie. E di conseguenza questo comportamento: a) i giovani vogliono in questo siamo di volta in volta - in relazione al nostro grado modo segnalare il loro drastico distaccodal mondo de­ di integrazione nel sistema-civiltà - benevoli, tolle­ gli adulti, dai loro rituali e dalle loro formalità; b) so­ ranti, indifferenti, preoccupati, allarmati, terroriz­ no insorte, recentemente, specifiche 'esigenze di si­ zati. curezza': nelle città americane, in certe zone a ri­ Qual è, fra le due, la spiegazione giusta? Comincio schio, toccarsi è considerato pericoloso, perché può a pensare che lo siano, paradossalmente, tutt'e due, e portare allo scontro. Meglio evitare. tutt'e due insieme. A dare un'occhiataalla storia, si ha Quest'ultima spiegazione apre uno spiraglio su la sensazione che col passar del tempo si siano suc­ una considerazione più generale. Come gesto di ami­ cedute, per secoli, nei nostri sistemi culturalie nei no­ cizia - antichissimo: è immortalato sulle stele sepol­ stri codici comunicativi, tante piccole variazioni, che crali greche già nel V secolo a.C. - la stretta di mano hanno portato a successive riorganizzazioni del si­ discende probabilmente dalla necessità di dimostra­ stema all'interno di una sua sostanziale continuità;e re in modo cauto che ciascuna delle parti si presenta che oggi, improvvisamente, si registrino invece bru­ disarmata all'incontro con l'altra. Questo significato schi mutamenti qualitativi, che ci fanno pensare a di­ si è poi ritualizzato, finoa diventare- nella nostra ci­ scontinuità, fratture, transizioni improvvise. viltà- l'elemento fondamentale, puramente simbolico, E' facile la diagnosi 'liberatoria' disistema caotico, del 'rito di accoglienza' e del 'rito di commiato', tipici disordinato, imprevedibile. Troppo facile: perché non della nostra vita sociale. è detto che caos e nonlinearità non siano invece una Il comportamento dei giovani americani sembra proprietà intrinseca di sistemi, come quello lingui­ preavvertire che la stretta di mano sta per compiere stico-comunicativo, dal comportamento non deter­ ancora un altro passo: da simbolica (neutra) diventa ministicamente prevedibile. negativa, associandosi al pericolo, all'inimicizia. Que­ Se le cose stanno così, la categoria interpretativa sto vuol dire che il patto sociale dal quale era nato il più vicina a una situazione di questo tipo mi sembra valore positivo, amichevole, della stretta di mano, quella offertadalla cosiddetta 'teoria delle catastrofi' si frantuma, e viene sostituito da uno nuovo, per (fondatori Vladimir Igorevic Arnol'd e René Thom, molti versi radicalmente diverso - e in molti valoriop­ anni Trenta), in quanto metodo universale per stu­ posto - rispettoa quello entro il quale tutti siamo cre­ diare tutti i tipi di transizione brusca e di disconti­ sciuti. nuità (Arnol'dli chiama perestroika)in sistemi caotici. Come si vede, frale spiegazioni di Furio Colombo Alla linguistica moderna non è stata applicata c'è una differenzagrandissima: se si tratta di iato - e (salvo pochi tentativi iniziali, e sotto altra prospetti­ di contestazione - generazionale siamo all'interno va); credo invece che possa essere un riferimento del sistema di convivenza civile di cui almeno uffi­ utile (sia pure a livello metaforico, o poco più) per co­ cialmente facciamO"parte;se si tratta di 'esigenze di si­ struire una teoria generale della variazione linguistica curezza' siamo fuori dal sistema, alle viste di un con­ - di cui oggi sentiamo la mancanza -, che dia conto tratto sociale nuovo e diverso. tanto della continuità quanto della discontinuità: E' facile dimostrare che questi due livelli, diver­ che ci faccia capire, insomma, perché questi tempi so­ sissimi, di spiegazione si attagliano non solo al salu­ no così diversi da quelli che ci hanno preceduto. E per­ to gestuale, ma anche a molti altri rituali, verbali e ché i giovani non si stringono la mano. E ci dica se lo non verbali (rituali dell'insulto, strategie discorsive, dobbiamo tollerare, o se dobbiamo esserne preoccu­ cerimonie pubbliche e private, miti ...), oggi soggetti a pati, allarmati o terrorizzati. trasformazioni per le quali noi contemporanei ab- Ne va del nostro futuro.

ITALIANO E OLTRE, IX (1994), p. 90 IL LINGUAGGI o· DELL' AMM IN I S T R �z I ON E Il 740 dalla luna alla te1ra? 1 per arginare il disavanzo dello Stato, istitui­ w scono nuove imposte attraverso leggi e decreti 91 complessi, contraddittori e emanati all'ultimo el supplemento alla «Gaz­ minuto; i politici hanno obiettato che è proprio zetta Ufficiale» del 15 feb­ degli alti dirigenti ministeriali il compito di se­ braio 1994 è stato pubbli­ gnalare a ministri e parlamentari la difficile cato un best seller. Si tratta attuabilità dei provvedimenti che si stanno di un testo di 122 pagine, emanando; e c'è stato chi ha rigettato la colpa composto in tre fittissime sul ministro che si porta al Ministero un mani­ colonne, in sostanza un ve­ polo di esperti di calcolatori elettronici malati di ro e proprio libro, che ven­ delirio da onnipotenza, o onniscienza, informa­ derà milioni di copie, nono­ tica e pensa di poter risolvere i problemi dell'e­ stante il titolo poco allet­ quità fiscale facendo mangiare ai computer, at­ tante che qui riporto in for- traverso un lettore ottico, una enorme quan­ ma molto scorciata: Appro­ tità di dati, spesso i più incredibili, relativi al te­ vazione, con le relative istruzioni ... dei modelli nore di vita di ogni contribuente (è quello che è 740... , concernentila dichiarazione unica agli ef­ accaduto col cosiddetto redditometro). fettidell'imposta sui redditi delle persone fisiche E' però stupefacente che non sia stato messo e dell'imposta locale s·ui redditi .... in campo un argomento che a me pare fonda­ I giornali ne hanno già parlato; il testo pub­ mentale: per quanto complicato sia un oggetto, blicato dalla «Gazzetta Ufficiale» è stato defini­ esiste sempre la possibilità di darne una spie­ to il «740 facile» o «740 terrestre», con evidente gazione verbale in termini relativamente poco riferimento all'epiteto di «tecnici lunari» rivolto complicati; quando l'oggetto è costituito da �n lo scorso anno dal Presidente della Repubblica testo, o da una serie di testi, come è il caso del­ agli estensori del modello per la dichiarazione la normativa fiscale, l'operazione da compiere è dei redditi. Ma si è scritto molto dei modelli in quella di produrne una parafrasi esplicativa; senso stretto, delle pagine, cioè, che ogni con­ quando poi la finalità di questa parafrasi è un tribuente deve riempire; nessun cenno alle istru­ fare (nel nostro caso compilare il modello 740) zioni che le accompagnano. Esattamente come esiste un tipo di testo entro cui realizzare la durante le polemiche dello scorso maggio. parafrasi, e cioè le istruzioni; il compito di tra­ E' stato mirabolante, allora, il turbinio di durre la normativa in istruzioni per la compi­ critiche che si è giustamente abbattuto sul mo­ lazione è certamente dei funzionari del Mini­ dello 740 ed è stato da manuale il gioco a sca­ stero delle Finanze. ricabarile degli accusati: i burocrati hanno ri­ Sono riusciti essi, dal 1974 ad oggi, ad esple­ versato le colpe su governo e parlamento, che, tare in modo soddisfacente questo compito? La

MICHELE CORTELAZZO

ITALIANO E OLTRE, IX ( 1994), pp. 91-97 IL LINGUAGGIO DELL'AMMI NISTRAZIONE

� risposta, a furor di popolo, è no. Il modello 740 le se ognuno di essi si fosse chiaramente rivolto ad 9 --­2 è diventato l'emblema della incapacità del ceto una parte ben individuabile di contribuenti, se la burocratico di scrivere testi in lingua italiana, o lingua fosse risultata adeguata al pubblico indivi­ almeno in quella stessa lingua italiana che vie­ duato, se il singolo contribuente avesse potuto ser­ ne usata dagli altri cittadini della Repubblica. virsi di uno solo di questi testi percompilare la pro­ Sono riusciti a farlo nel 1994? E' quello che ve­ pria dichiarazione dei redditi. dremo in questo articolo, che affronterà i se­ In realtà non è statocosì. IlVademecum, che pu­ guenti argomenti: re dichiara di rivolgersi a un gruppo preciso di 1) l'apparato del Ministero delle Finanze ha contribuenti ( «nel predisporlo abbiamo tenuto so­ dimostrato di rendersi conto, negli anni pas­ prattutto presente la figura più diffusa di contri­ sati, che è suo compito redigere istruzioni chia­ buente, e cioè il possessore di redditi da lavoro di­ re e usufruibili da tutti per la compilazione del­ pendente o da pensione, eventualmente con redditi la dichiarazione dei redditi?; accessori da terreni e fabbricati o da lavoro auto­ 2) redigendo le istruzioni per la dichiarazione nomo»), è, per precisa dichiarazione degli estensori, dei redditi, l'apparato ministeriale ha adottato «qualcosa di meno, e qualcosa di più, di una enne­ nel passato delle scelte linguistiche e testuali sima guida alla dichiarazione dei redditi: di meno, adeguate all'obiettivo che aveva (quello di far perché non si propone di sostituire le istruzionie la compilare in maniera corretta la dichiarazione «Guida pratica» ai modelli 740, ma solo di inte­ dei redditi)?; grarle in alcmrlpu nti più ostici per il contribuente; 3) il modello del 1994, il «740 facile», è tale di più, perché affronta temi che, come si è già ac­ anche dal punto di vista linguistico? cennato, vanno al di là della scadenza della di­ chiarazione»; ma insomma non è sufficiente per compilare la dichiarazione dei redditi. Poco im­ 2 porta, allora, che si noti un certo sforzo di venire in­ contro, nella costruzione del testo e nella scelta del A giudicare dalla quantità di testi sfornati dal livello di lingua, al lettore immaginato; costui si Ministero, si direbbe proprio che quella di fornire sarà dovuto senz'altro servire degli altri fascicoli adeguato materiale informativo al contribuente predisposti dal Ministero. sia stata già negli anni scorsi una delle preoccu­ A sua volta, la Guida pratica alla compilazione pazioni maggiori dei funzionari ministeriali. In e al calcolo delle imposte è presentata, nelle istru­ occasione della presentazione della dichiarazione zioni complete, come un testo che «con linguaggio dei redditi del 1993 sono stati infatti prodotti ben piano ed esempi di immediata comprensione, for­ tre fascicoli: nisce al contribuente indicazioni rapide e chiare cir­ - quelle che propriamente vengono chiamate ca le modalità di compilazione materiale della di­ Istruzioni per la compilazione (il testo più com­ chiarazione, con particolareriguardo a quelle di cal­ pleto, ma, diciamolo subito, meno comprensibile); colo dell'imposta dovuta». Ma a chi è rivolta? La - la Guida pratica alla compilazione e al calco­ Guida non lo dice; dalla sua lettura si capisce che lo delle imposte, allegata ai moduli stampati dal la si può utilizzare per compilare il cosiddetto «mo­ Ministero e distribuiti attraverso ufficipostali e ta­ dello base» (quelloche, oltre ai dati generali e il rie­ baccherie (ma non a tutti quelli stampati dai pri­ pilogo delle tasse da pagare, permette di dichiarare vati e venduti nelle cartolerie); i redditi da case o terreni e quelli da lavoro di­ - il Vademecum del contribuente, redatto a cura pendente): quindi non è sufficienteneppure alla «fi­ del Segretariato generale del Ministero delle Fi­ gura più diffusa di contribuente», dal momento nanze, Ufficioper lo sviluppo della coscienza civi­ che non tiene conto di quei redditi accessori da ca e per l'informazione del contribuente, diffuso lavoro autonomo a cui fa riferimento il Vademe­ gratuitamente come allegato ai giornali quotidia­ cum. Ma, a parte questo, la Guida non è suffi­ rn. ciente neppure per compilarel'intero modello base: Questa proliferazione di testi sarebbe stata uti- molto spesso rinvia, per problemi particolari ma IL LINGUAGGIO DELL'AMMINISTRAZIONE

non infrequenti, alle istruzioni generali (ad esem­ B) IRPEF a credito pio quando spiega quali spese mediche possono 93 Tale ipotesi si realizza se al rigo N28 i conteggi del Quadro N abbiano essere detratte dalle imposte conclude: «per infor­ portato ad indicare un credito del contribuente a titolo di IRPEF. mazioni più dettagliate consultare le ISTRUZIONI Il credito. diminuito della quota che verrà utiliuata a compensazione (pag. 11)»: quale contribuente può fidarsidelle so­ dell'ILOR a debito del dichiarante e/o del coniuge dichiarante (come le indicazioni presenti nella Guida, senza essere indicato nella successiva voce •ILOR a DEBITO•), va riportato rispettivamente al rigo N31 o al rigo N32 a seconda che si chieda lo certo che il suo caso non sia contemplato, con mag­ scomputo in diminuzione delle imposte dovute in base alla successiva giori dettagli - che magari lo escludono dal diritto dichiarazione ovvero il rimborso. alla detrazione - nelle istruzionigenerali?). Ma c'è In pratica: di più: nella Guida mancano informazioni essen­ - al rigo N31 o al rigo N32 va riportata la differenza Ira l'importo di rigo ziali, come l'elencazione delle categorie di cittadini N28 e la somma degli importi dei righi 010 del dichiarante e del che sono obbligate alla presentazione della di­ coniuge dichiarante, qualora la somma stessa sia inferiore a detto chiarazione e di quelle che sono esentate.Insomma, importo; - i righi N31 e N32, invece, non vanno utilizzati e la compilazione deve quasi nessuno può compilare tranquillamente la proseguire ai righi 012 e 013 del riquadro -Calcolo dell'ILOR a saldo•. propria dichiarazi9ne basandosi solo sulla Guida. secondo le istruzioni di seguito riportate, qualora la somma degli La Guida agevola il contribuente in alcune opera­ importi dei righi 010 sia maggiore dell'importo di rigo N28. zioni, soprattutto di calcolo, ma lo obbliga a conti­ nui passaggi dalla Guida alle Istruzioni, richie­ Testo 1 dendogli un dominio della intertestualità. Insomma, la proliferazione di opuscoli redatti Nel testo 1 compaiono tecnicismidel sottocodice dal Ministero delle Finanze non ha finora aiutato economico-finanziario (credito, compensazione, de­ in maniera decisiva il contribuente ad acquisire le bito, scomputo, rimborso) e di quello burocratico (di­ informazioni necessarie alla compilazione del mo­ chiarante, coniuge dichiarante, dichiarazione); dello 7 40; poco importa dunque che la Guida e, an­ scelte lessicali e giri di fraseaulici e di registro so­ cor più, il Vademecum siano più leggibili delle stenuto (a titolo di, in base a, ovvero): congiunzio­ Istruzioni; il cittadino che vuole compilare da solo ni poco frequentinei registri medi e che richiedono il modello 7 40 finisce sempre per dover ricorrere al­ l'uso del congiuntivo (anche in contesti che con­ le Istruzioni. sentirebbero congiunzioni più usuali e che reggono La moltiplicazione di fascicoli che illustrano i l'indicativo: qualora la somma stessa sia inferiore modelli della dichiarazione dei redditi appare il sin­ a dettoimporto è equivalente a se la somma stessa tomo di una apprezzabile insoddisfazione dell'ap­ è inferiore a detto importo); formule anaforiche (la parato ministeriale per i testi prodotti (a meno somma stessa; inferiore a detto importo) e catafo­ che non sia, più prosaicamente, il frutto di una con­ riche (secondo le istruzioni di seguito riportate); si­ correnza interna fradiversi uffici del Ministero) e gle (IRPEF,ILOR) e rimandi al contesto (rigon. 28; contemporaneamente la prova dell'incapacitàdi ta­ Quadro N); Inoltre il testo punta alla massima le apparato di produrre testi comunicativamente precisione, come appare dall'uso dello stilema e I o adeguati. (in a debito del dichiarante e I o del coniuge di­ chiarante, che sintetizza in un'unica espressione i tre casi possibili: solo il dichiarante, solo il coniuge 3 dichiarante, sia il dichiarante sia il coniuge di­ chiarante) oppure dal cumulo di specificazioni no­ E' con le Istruzioni per la compilazione che il con­ minali (un credito I delcontribuente I a titolo I di tribuente ha, dunque, necessariamente a che fare; IRPEF; lo scomputo I in diminuzione I delle im­ ed è alle Istruzioni che, di conseguenza, dobbiamo poste)). far riferimento nell'analisi linguistica. E' quest'ultimo il punto cruciale: si notano uno Per una caratterizzazione generale della lin­ sviluppo della nominalizzazione e una condensa­ gua delle istruzioni è sufficienteleggere un brano zione sintattica che si trovano in vari testi specia­ qualunque delle Istruzioni2 listici, ma che appaiono in misura molto accen- IL LINGUAGGIO DELL'AMMINISTRAZIONE

F 94 tuata in quelli burocratici. In un testo di istruzio­ (b) quando esistono più formule per effettuare ni, l'uso accentuato di nominalizzazioni ha conse­ un calcolo, viene riportata quella più complessa e guenze particolari: l'orientamento del testo non è più difficile da spiegare verbalmente (un esempio verso il lettore che deve effettuare le operazioni, ma è il calcolo della detrazione d'imposta per oneri verso le operazioni stesse, anzi verso il risultato del­ come spese mediche, assicurazioni, mutui; l'esi­ le operazioni; non si dice, insomma, «il contri­ stenza di metodi di calcolo più semplici, e più facili buente deve calcolareil credito, poi deve toglierci la da illustrare a parole, è dimostrata non solo dalle quota che gli serve per pagare l'ILOR ed infine spiegazioni date da manuali pubblicati da editori scrivere il risultato al rigo N31 o N32», e neppure privati, ma dalla stessa Guida pratica alla com­ «le operazioni da faresono il calcolo del credito e la pilazione e al calcolo delle imposte); sottrazione da questo della quota che verrà utiliz­ (c) uso di termini tecnici non definiti(ad esempio zata per l'ILOR; il risultato andrà scritto al rigo nella parte relativa all'ICI, Imposta Comunale su­ N31 o N32». La forma usata nelle istruzioni è gli Immobili, si utilizza più volte il sintagma fab­ quella più astratta, più lontana dalle azioniche si bricati strumentali o immobili strumentali, sin­ devono fare per compilare il modello. La nomina­ tagma che non fa certo parte delle conoscenze co­ lizzazione (che nasconde non un orientamento ver­ muni del parlante italiano medio). so le operazioni bensì una polarizzazione verso Più interessante, specialmente se teniamo con­ l'astrazione) è il carattere che contraddistingue to delle osservazioni svolte alla fine del paragrafo l'intero testo; deriva certamente dai testi di legge precedente, è esaminare come vengono riformula­ che sottostanno alle istruzioni che stiamo esami­ te le disposizioni di legge che stannoalla base del­ nando; ma, mentre le leggi devono di necessità le informazioni contenute nelle Istruzioni. Come essere costituite da un testo astratto, poiché devono esempio si possono vedere alcune norme che ri- far riferimento ad una generalità di eventi o di situazioni, e non a singoli fatti od operazioni, le La detrazione per figlio a carico spetta disgiuntamente ad en­ istruzioni per la compilazione, che sono intima­ trambi i genitori, anche se separati o divorziati. Spetta, invece, mente legate ad un agire pratico, che presuppon­ ad uno solo dei genitori, e in misura doppia, nelle seguenti ipo­ tesi: gono una serie di azioni da compiere, sono del tut­ 1) per i figli legittimi o legittimati per susseguente matrimonio to incompatibili con l'astrazione. Vi immaginate l'u­ se, in costanza di matrimonio dei genitori, il genitore contri­ buente abbia diritto per l'altro genitore alla detrazione pre­ tilità di istruzioni per l'uso di un frullatore fatte ri­ vista per il coniuge fiscalmente a carico (perché possessore copiando, sia pure in ordine diverso, la descrizione di reddito lordonon superiore a lire 4.800.000); analogamente per i figli adottivi, affidati o affiliati di entrambi i coniugi; del funzionamentodell'apparecchio contenuta in un 2) per i figli del contribuente rimasto vedovo/a che, risposato­ manuale tecnico? si, non si sia poi legalmente ed effettivamente separato; 3) per i figli che - nei casi di annullamento, scioglimento o ces­ sazione degli effetti civili del matrimonio con l'altro genitore e di separazione legale ed effettiva da questi - siano rimasti esclusivamente a carico del genitore contribuente (la con­ 4 dizione di «esclusivamente a carico», deve essere dichiara­ ta in un provvedimento dell'Autorità Giudiziaria); 4) per i figli adottivi, affidati o affiliati del solo contribuente, se La critica alla scrittura del modello 7 40 del questi sia coniugato e non legalmente ed effettivamente 1993 potrebbe proseguire con la presentazione di separato; 5) per i figli naturali riconosciuti di uno dei coniugi, sia nel numerosissimi casi di infelicità testuale dei più caso che non siano stati riconosciuti dall'altro genitore (di­ svariati tipi: verso dal coniuge) che in quello in cui, pur se da esso rico­ nosciuti, siano rimasti esclusivamente a carico del genitore (a) collocazione di informazioni importanti in pa­ contribuente (la condizione di «eslcusivamente a carico» ragrafidiversi da quello in cui viene trattato l'ar­ deve essere dichiarata in un provvedimento dell'Autorità Giudiziaria); gomento al quale si riferiscono (per esempio i casi 6) per i figli naturali riconosciuti di uno dei coniugi separati o di­ nei quali un lavoratore dipendente è esonerato vorziati,riconosciuti anche dall'altro genitore (diversodal co­ niuge) ma rimasti «esclusivamente a carico» deve essere di­ dalla presentazione della dichiarazione sono illu­ chiarata in un provvedimento dell'Autorità Giudiziaria). strati non nel paragrafo «Soggetti esonerati dal­ l'obbligo della dichiarazione» bensì in quello «La­ voratori dipendenti e pensionati»); Testo 2a IL LINGUAGGIO DELL'AMMINISTRAZIONE

L'obiettivo pare pienamente realizzato al punto 95 2. La detrazione per i figli 2, nel quale si è riusciti, in maniera elegante, ad prevista alla lettera b) del comma evitare l'eufemismo manca per è deceduto o è mor­ 1 spetta in misura doppia: a) se il contribuente è coniu­ to e a precisare che il contribuente deve essersi ri­ gato con l'altro genitore e ha dirit­ sposato (altrimenti si ricade in un caso illustrato in to alla detrazione prevista alla let­ tera a) del comma 1; una porzione del testo qui non riportata); l'aggra­ b) se l'altrogenitore manca e vio sintattico che la formulazione delle istruzioni il contribuenteè coniugato e non è comporta, con il participio passato riflessivo ri­ legalmente ed effettivamente se­ parato; sposatosi riferito ad un pronome relativo, è am­ e) per i figli rimasti esclusi­ piamente compensato dalla maggiore chiarezza e vamente a carico del contribuente nei casi di annullamento, sciogli­ completezza del paragrafo. mento o cessazione degli effettici­ Altrettanto non si può dire per gli altri paragrafi, vili del matrimonio con l'altro ge­ nei quali il processo di riscrittura di una legge nitore e di separazione legaliè ed ef­ fettivada questi; tutto sommato chiara hà prodotto un testo inutil­ d) · per i figli naturali non ri­ mente complicato e ricco di quei tratti tipici della conosciuti dall'altro genitore; e) per i figli naturali ricono­ lingua amministrativa e lontanissimi dalla lin­ sciuti anche dall'altro genitore ma gua comune che abbiamo già indicato nel paragrafo esclusivamente a carico del contri­ precedente: lessico raro e ricercato (susseguente buente; f) per i figliadottivi e per gli matrimonio), specificazioni nominali, anche qui affidati o affiliati del solo contri­ con scelte lessicali rare (in costanza di matrimonio buente. dei genitori), interposizione di incisi, anche lunghi tra soggetto e verbo (per i figliche - nei casi di an­ Testo 26 nullamento, scioglimento o cessazione di effetti ci­ vili del matrimonio con l'altro genitore e di sepa­ guardano le detrazioni d'imposta per figlia carico; razione legale ed effettiva da questi - siano rimasti la legge che le prevede è il Testo Unico delle Im­ ecc.), uso di frasi implicite (anche con valori parti­ poste Dirette, all'articolo 12, comma2. colari, ad esempio concessivo: anche se separati o Come si vede, l'articolazione del testo delle divorziati; pur se da esso riconosciuti). istruzioni dipendente direttamente dal testo di Colpisce, poi, nel passaggio della legge alle istru­ legge, con alcune modifiche, non indispensabili, zioni la trasformazione dell'indicativo in congiun­ che non paiono tali da aumentarne la chiarezza: tivo. Non posso discutere qui se sia sempre op­ il contenuto del punto f del testo unico viene an­ portuno raccomandare, con un precetto generale, 3 ticipato al punto 4; il contenuto del punto c è l'uso dell'indicativo al posto del congiuntiva . E'però compreso per un verso nel punto 5, che tratta indubbio che il congiuntivo implichi, in tutti quei anche del caso previsto dal testo unico al punto casi in cui non è indispensabile, una diminuzione d, per un altro verso nel punto 6, che tratta di di leggibilità del testo, specialmente per quei cit­ un caso specifico, implicito nella formulazione tadini italiani che vivono in zone nelle quali il della legge. Quindi, se al punto 6 il testo delle congiuntivo non è in uso nei dialetti o nelle forme istruzioni guadagna in esplicitezza, al punto 5 regionali e informali di italiano. Che nei contesti risulta più complesso del Testo Unico, in quan­ esaminati fosse possibile ricorrere all'indicativo, to inserisce nello stesso paragrafo due casi di­ senza alcun detrimento della informatività, è di­ versi. mostrato proprio dal testo della legge. Dove le istruzioni si distaccano profondamente In conclusione, confrontando il testo delle dalla legge è nella lingua del testo, particolar­ istruzioni con il testo della legge, si scopre un mente nella sintassi e nel lessico. E' evidente la vo­ paradosso: le istruzioni, che vorrebbero rendere lontà degli estensori delle istruzioni di produrre più chiaro il dettato della legge, risultano invece una parafrasiesplicativa della legge, cercando di meno leggibili a causa delle scelte linguistiche rendere il testo più preciso ed esplicito. adottate. IL LINGUAGGIO DELL'AMMI NISTRAZIONE

� 5 La prima differenza è, dunque, di fondo e •F--9-6 riguarda l'intera organizzazione del testo. Il modello 740 per il 1994 presenta gli stessi Quest'anno è stata individuata una gerar­ difetti dei modelli degli anni precedenti? Veri­ chia tra le informazioni di utilità più gene­ fichiamolo cercando il paragrafo che tratta del­ rale, inserite nelle istruzioni vere e proprie, l'argomento appena discusso, quello delle de­ che risultano più brevi, e le informazioni che trazioni per figli a carico. Nelle istruzioni il pa­ riguardano categorie particolari di lettori, ragrafo in esame è brevissimo: inserite in un'appendice. Anche l'organizzazione interna delle por­ zioni di testo riportate appare più razionale; • DETRAZIONEPER FIGU A CARICON8) (rigo basti vedere lo sdoppiamento, nell'appendice, del punto 5 delle istruzioni dell'anno prece­ Lo detrazione per figli o corico !compresi i dente (il che permette anche di evitare la figli legittimati pe( susseguente matrimonio, i figli adottivi, affidati o affiliali) spetto in concessiva participiale pur se da esso rico­ uguale misura a entrambi i genitori, on· nosciuti). La lingua presenta significative va­ che se sono separati. riazioni rispetto a quella del modello dello Lo detrazione per figli o corico spetto in mi­ scorso anno. Nel testo delle istruzioni si nota sura doppia ad uno solo dei genitori quan­ do l'altro genitore è fiscalmente o corico del la ripetizione del soggetto all'inizio di en­ primo e nelle ipotesi descritte in Appendice al­ trambi i capoversi che abbiamo riportato; la lo voce "Detrazione per figli o corico·. trasformazione della frase participiale nella esplicita anche se sono separati; la modifica del sintagma detrazione per figli a carico, che Testo 3a sarà errore di stampa (o correzione solo par­ Bisogna però ricorrere ad un'appendice: ziale per ragioni di inerzia) al posto di detra­ zione per i figli a carico, dizione che appare ■ Detrazione perfigli a carico nell'appendice. In quest'ultima, si nota, oltre a una semplificazione dei paragrafi relativi la detrazione per i figli o carico (compresi i figli le­ ai figli naturali, il passaggio dal congiuntivo gittimali per susseguente matrimonio, i figli adottivi, all'indicativo della frase se questi è coniugato affidati o affiliati da entrambi i coniug•I spetto in mi­ suro doppia ad uno solo dei genitori quando l'altro e non è legalmente ed effettivamente separato genitore è fiscalmente a suo carico e nei seguenti del paragrafo relativo ai figli adottivi. casi: Certo, la revisione linguistica del testo • figli del contribuente rimasto vedovo/o che ri­ sposotosi, non si sia poi legalmente ed effettiva­ non è completa. Rimane susseguente matri­ mente separalo; monio (ma non può andar bene successivo?); • figli che nei cosi di divorzio, di annullamento, quando si rinvia all'appendice ci si riferisce scioglimento del matrimonio con l'altro genitore e di separazione legale ed effettivo do questi siano alle ipotesi descritte in tale parte del testo rimasti esclusivamente o corico del genitore con­ (perché ipotesi e non, più semplicemente e tribuente· correttamente, casi?); nel paragrafo relati­ • figli adottivi, affidati o affiliati del solo contri­ buente, se questi è coniugato e non è legalmen­ vo ai casi di divorzio, ecc., soggetto e verbo te ed effettivamente seporolo; sono ancora divisi dal lungo inciso (il testo • figli naturali riconosciuti da uno dei coniugi esclu­ della legge rimane ancora il migliore) e il sivamente o carico del genitore contribuente, • figli naturali riconosciuti do entrambi' i genitori congiuntivo non è sostituito dall'indicativo esclusivamente o corico del genitore contribuen­ (perché nel paragrafo successivo sì, e in que­ te; è • figli naturali riconosciuti do uno dei coniugi se­ sto no? Diverso il caso del paragrafo prece­ paratio divorziati esclusivomenle o carico del dente, nel quale il congiuntivo pare più dif­ i:ienitore contribuente. ficilmente eliminabile). Ma sicuramente que­ ste istruzioni sono più leggibili di quelle del­ Testo 36 l'anno precedente. ) IL LINGUAGGIO DELL'AMMINISTRAZIONE

Il piccolo brano che abbiamo riportato e però completa, e, senza alcuna ragione, emer­ commentato è pienamente rappresentativo, ge qua e là qualche formulazione secondo il 97 con le sue luci e le sue ombre, delle istru­ vecchio modello: «Nel rigo 04 va indicata zioni per la compilazione del modello 7 40 di l'imposta dovuta... »). Ma sono, come si vede, quest'anno. Il nuovo modello mostra indub­ manchevolezze rimediabili. Insomma, leg­ biamente un grande sforzodi riscrittura del­ gendo le istruzioni per la compilazione del mo­ le istruzioni precedenti (che si ripetevano dello 740 per il 1994, bisogna riconoscere che sostanzialmente uguali da più di un decen­ per la prima volta l'Amministrazione statale nio). I risultati più vistosi riguardano la resa si è impegnata concretamente a 'tradurre' in grafica e la strutturazione del testo: è stata un italiano più vicino all'uso comune un testo ri­ operata una scelta fra informazioni fonda­ volto ai cittadini. mentali e informazioni marginali (come si è già esemplificato) e le istruzioni sono state raggruppate in capitoli omogenei e coerenti (per esempio le informazioni, di cui ho par­ lato nel paragrafo 4, relative ai lavoratori dipendenti che non devono presentare la di­ chiarazione sono state correttamente inse­ rite, quest'anno, nel capitolo «Contribuenti NOTE esonerati dall'obbligo della dichiarazione»). E' stata operata anche un'ampia revisione lin­ IlSu lingua e testualità delle istruzioni per l'uso è d'ob­ bligo il rinvio a Carlo Serra Borneto (a cura di), Testi e guistica, che tuttavia avrebbe bisogno di es­ macchine. Una ricerca sui manuali di istruzioni per l'uso, sere portata più a fondo (ad esempio elimi­ Milano, Franco Angeli, 1992. nando la nominalizzazione in frasi come «[in­ dicare] il codice 2 in caso di mancata colti­ ElNella descrizione tengo conto di Gaetano Berruto, So­ vazione; il codice 3 in caso di perdite per ciolinguistica dell'italiano contemporaneo, Roma, La Nuo­ va Italia Scientifica, 1987, p. 189; Luca Serianni, Il pro­ eventi naturali di almeno il 30% del prodot­ blema della norma linguistica dell'italiano, «Gli Annali to»; risolvendo in una frase relativa i participi della Università per Stranieri [di Perugia]» 7, 1986, pp. presenti con valore verbale, ormai in uso, in 47-69; Codice di stile delle comunicazioni scritte ad uso italiano, solo nel registro burocratico: «Si ri­ delle amministrazioni pubbliche. Proposta e materiali di stu­ corda che tra gli altri diritti reali rientra il dio, Roma, Presidenza del Consiglio dei Ministri - Diparti­ mento per la Funzione Pubblica, 1993. diritto di abitazione spettante, ad esempio, al coniuge superstite... »; eliminando termini ElE' quello che avviene in un opuscolo a stampa allegato tecnici non definiti, virgolette che non se­ ad una circolare del Presidente della Camera dei Deputati gnalano citazioni, abbreviazioni non sciolte in (Formulazione tecnica dei testi legislativi. Regole e racco­ una legenda: «Se il contribuente ha percepito mandazioni, Roma, Camera dei deputati, 1986), nel quale si legge la seguente raccomandazione: «nella formulazione utili formati con dividendi distribuiti da so­ dei precetti va curata la massima uniformità nell'uso dei cietà "figlie" residenti in un Paese della CEE, modi verbali, la regola essendo costituita dall'indicativo cui si applica la disciplina dell'articolo 96-bis presente, escludendo sia il modo congiuntivo sia il tempo fu­ del Tuir (c.d. "dividendi comunitari") prima turo»; va nello stesso senso, ma con un tono meno netto e di compilare il rigo N16 consultare l'Appen­ un'opportuna indicazione pratica, il cit. Codice di stile del Dipartimento per la Funzione Pubblica, che suggerisce: dice... »). Infine, più di una volta si evince «quando è possibile, preferire il modo indicativo e le con­ che la riscrittura è stata effettuata con ec­ giunzioni che ne consentono l'uso (ad es. anche se al posto di cessiva fretta o con scarsa convinzione (ad benché).» esempio nelle istruzioni per il calcolo di IR­ PEF e di ILOR l'imperativo non viene più IlI risultati delle ricerche sono pubblicati nel volume Il di­ ritto all'informazione in Italia, a cura di Elisabetta Zuanell:i, realizzato con la perifrasi andare + infinito, Roma, Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dipartimento ma con l'infinito; la revisione non è stata per l'informazione e l'editoria, 1990...... ITALIANO LFANUMERICO SE OGGI LOTARIA INSEGNASSE ... Riccardo Degl'lnnocenti e Maria Ferraris --- n quello straordinario ( «Adesso ogni parola che scri­ apprendisti studiosi che han­ 98 «ipertesto interattivo» vo la vedo già centrifugata no l'opportunità senza pre­ Uante machinam che è Se una dal cervello elettronico, di­ cedenti di formarsi avendo notte d'inverno un viaggia­ sposta nella graduatoria del­ sul tavolo l'intero canone del­ tore di Italo Calvino, che ha le frequenze, vicino ad altre la letteratura al proprio ser­ come tema «la macchina parole che non so quali pos­ vizio, a chi altri può interes­ della lettura», uno scrittore, sano essere ... ») Calvino ha sare un tale prodotto edito­ Silas Flannery, scopre che anticipato di appena 15 anni riale? Innanzitutto ai lessi­ Lotaria, che sta preparando una realtà di pochi mesi fa: cografi, che potranno esibirsi una tesi su di lui, legge i suoi la pubblicazione del LIZ (Let­ nelle attestazioni d'autore romanzi solo se dispone di teratura Italiana Zanichel­ senza dover ricorrere alla un computer: «M'ha spiegato li), un CD-Rom che contiene propria memoria e agli sche­ che un elaboratore debita­ 362 opere di 109 autori della dari personali; e poi, a tutti mente programmato può leg­ nostra storia letteraria, che coloro che amano citare frasi gere un romanzo in pochi mi­ consente - a chi possiede un o versi d'autore, ai moderni nuti e registrare la lista di personal computer accesso­ retori, ai pubblicitari, ai nuo­ tutti i vocaboli contenuti nel riato con un lettore CD - di vi scrittori in cerca di figuree testo, in ordine di frequen­ 'leggere' tutti i testi, singo­ di rime a cui ispirarsi. E agli za. - Posso così disporre su­ larmente oppure correlando­ studenti? Dipenderà dai do­ bito d'una lettura già portata li secondo criteri pertinenti centi, dallo spazio e dal valo­ a termine, - dice Lotaria, - e (autore, epoca, genere, for­ re che essi daranno a questo con un'economia di tempo ma: per es., Foscolo/prosa; nuovo modo di 'leggere' i testi inestimabile. Cos'è infattila '500/dramma/versi): 'legge­ (certo, anche dalla disponi­ lettura d'un testo se non la re' nel senso prediletto da bilità di computer attrezzati registrazione di certe ricor­ Lotaria, ossia ricavandone alla bisogna nelle aule e nel­ renze tematiche, di certe in­ concordanze e liste di fre­ le case). Sarà ancora la qua­ sistenze di forme e di signi­ quenza, in pochi secondi. lità del docente a fare la dif­ ficati?» Va osservato che, per la ferenza, il suo aggiornamen­ Quando Calvino pubblicò selettività delle chiavi di ri­ to verso questa nuova via di il suo romanzo, nel 1979, i cerca e per la rapidità delle conoscenza, evitando magari calcolatori erano ancora risposte che lo pongono in che, come osservò alcuni anni enormi come armadi, ospi­ sintonia e in sincronia con i fa Giuseppe Petronio, si fini­ tati in grandi centri, ali­ processi mentali del lettore, sca col calcolare la frequenza mentati da schede perfora­ il LIZ non è uno strumento delle parole solo «per sapere te e manovrati da speciali­ meramente quantitativo, che in un carme sui sepolcri sti in camice bianco. Quei bensì l'implementazione di prevalgono immagini sepol­ pochi filologiche allora li uti­ un'expertise filologica, che fa crali». lizzavano, attendevano mesi navigare il 'lettore' nel mare Ma il LIZ può interessare prima di ricevere i dati, letterario, costellato di ap­ anche la persona comune, stampati su ingombranti ta­ prodi, dai vasti arcipelaghi fuoridalle precedenti catego­ bulati. formati dalle occorrenze del­ rie, che voglia investire in Finzione romanzesca, dun­ le congiunzioni più comuni una biblioteca che sino a ieri que, quella di una lettrice sino agli sperduti hapax. era impensabile riunire in che allora si affidava a un Ma oltre agli studiosi che una sola casa, in ciò mo­ computer. Finzione per allo­ recepirono a suo tempo l'e­ strando come l'editoria elet­ ra ma non per oggi. Con il sortazione di Gianfranco tronica possa diventare uno personaggio di Lotaria e le Contini alle concordanze, e straordinario fattore di de­ inquietudini di Flannery alle Lotaria di oggi, ossia gli mocratizzazione della cultura.

ITALIANO E OLTRE, IX (1994), p. 98 SP ECIA LE o L A

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••••••••• CENTRALIT� DELIA P.ARAF.RASI In altre parole NEL�'EDUCAZIONE LINGUISTIC� Dario Corno Ahi per la semplice ragione che qualsiasi 1 riformulazione di Ahi è in realtà una rifor­ DIRE «AHI» mulazione indeterminata (arbitraria). Se qualcuno dice «Ahi» è perché è stato adde­ strato dalla società a questa emissione ver­ ome potremmo parafra­ bale in seguito a qualche stimolo doloroso e sare l'enunciato di una viene ricompensato perché il suo segno di sola parola Ahi? Non si disagio è colto da qualcun altro che ne ca­ tratta di una domanda pisce il senso pur non condividendo l'origi­ né banale, né rozza se ne del disagio. Ora, non è possibile para­ pensiamo che è al centro frasare Ahi in maniera perfetta a meno delle considerazioni raf­ che non si percepisca esattamente la stessa finate di un importante ragione interna di dolore o sussulto (il che è filosofo e logico america- fisicamente impossibile). Tutto il ragiona­ no, Willard Van Orman mento porta insomma Quine a una conclu­ Quine (il maestro di per­ sione di rilievo: Ahi non è indipendente da sonalità importanti della un addestramento sociale (basta pizzicare cultura d'oltreoceano, come D. C. Dennett o uno straniero per rendersene conto). Il che, H. Putnam). Secondo Quine (1970, pp. 95- per estensione, permetterebbe di sostenere 102), il problema della parafrasi dovrebbe che, se non esistono parafrasi perfette, ciò interessare qualsiasi teoria che voglia oc­ dipende dal fatto che nessuna parafrasi è cuparsi seriamente di linguaggio (e del suo indipendente da un addestramento sociale. addestramento). Da questo punto di vista, Il punto è dunque che l'esercizio della la tesi di Quine è nota per la sua radicalità: parafrasi è essenziale nei processi di edu­ non abbiamo nessuna parafrasi perfetta di cazione linguistica tanto che tutta l'educa­ ITALIANO E OLTRE, IX ( 1994), pp. 99-102 s I

zione al linguaggio potrebbe essere conce­ livelli linguistici diversi. In questo senso, le 1 100 pita come un'imponente e inesauribile mac­ frasi china parafrastica (e che altro potrebbe es­ sere l'insegnare linguaggio se non un con­ (2) Il gatto insegue il topo trollo del flusso continuo di traduzioni tra «ciò che è insegnato» e «ciò che viene rifor­ (3) Il giudice interroga l'imputato mulato e capito»?). sono parafrasi in quanto entrambe «dicono la stessa cosa» di «Soggetto + Verbo + Og­ 2 getto» (una cosa, per la verità, difficilissima VISTA DAL «DI DENTRO» da far intuire a individui in crescita). Considerata in senso più ristretto, la pa­ Le considerazioni che abbiamo proposto rafrasi è una sorta di unità di misura che fin qui ci servono per tornare sulla defini­ valuta la somiglianza di due segmenti di­ zione di «parafrasi». Solitamente, diciamo scorsivi. Così, le espressioni che la parafrasi è quel fenomeno linguisti­ co per cui si riesce a «dire la stessa cosa con ( 4) Avvicinati alla cattedra altre parole» (Mortara Garavelli, 1979, cap. (5)Vieni più vicino alla cattedra 4). Ma il problema è proprio capire come si e può intendere l'espressione «la stessa cosa». (6) Appropinquati al pèrgamo Se la intendiamo in senso molto largo, tut­ to il funzionamento comunicativo di tipo si possono considerare 'parafrasi' in quanto linguistico-verbale consiste in un continuo l'uso di parole diverse non modifica il pro­ gioco di rinvii parafrastici (cosa ben nota ai cesso di costruzione del senso ( «dicono la principi della semiotica peirciana e, prima stessa cosa»). di Peirce, a quella agostiniana; si veda Si­ In questo caso, al processo di rinvio si mone, 1992, pp. 89-92). Basta prendere un preferisce il criterio della «sostituibilità»: se qualsiasi «deittico» e cioè un qualsiasi ele­ due o più elementi lessicali sono sostituibili mento che codifichi gli elementi concreti all'interno di uno stesso contesto enuncia­ extralinguistici entro i quali avviene lo tivo senza che si modifichi il senso com­ scambio comunicativo, e si avrà una para­ plessivo, allora le espressioni enunciate so­ frasi fra l'espressione linguistica e la cosa no parafrasi l'una dell'altra. indicata: io può essere usato come contras­ Ma è proprio così? O, restringere la pa­ segno parafrastico della persona che sta rafrasi al mondo extralinguistico, da un la­ parlando, qui come parafrasi della circo­ to, e a quello puramente intralinguistico, stanza spaziale che viene indicata e così dall'altro, non ci fa perdere di vista l'utilità via. La disponibilità a inserire in un circuito della parafrasi come strumento di pensiero? di parafrasi l'universo comunicabile ci per­ Queste domande hanno un senso molto mette di capire espressioni che altrimenti pratico soprattutto in sede di apprendi­ sarebbero incomprensibili. La (1), ad esem­ mento e in particolare per quella difficilis­ pio, detta nel contesto adeguato è espres­ sima arte che è l'insegnare «parole nuove» sione del tutto comprensibile, ancorché ine­ (competenza lessicale). E' noto che esistono legante: al riguardo molti strumenti pratici, ad esempio quello sfruttato con una certa as­ (1) Sposta il coso dalla cosa! siduità che consiste nell'invitare gli alunni a tenere un dizionarietto-agenda delle pro­ Paradossalmente, lo stesso si potrebbe prie 'parafrasi' di parole nuove. Ed è al­ dire per qualsiasi esercizio di traduzione tra trettanto noto che si tratta di un espedien- IN ALTRE PAROLE s e u o L

te non troppo efficace: ciò che si registra è all'insegnamento di una parola nuova (o solo un pallido incremento nella conoscen­ supposta tale). Poniamo di avere i testi se­ za delle parole. guenti: Il problema è che non è possibile di­ sgiungere l'attività di parafrasi dal proble­ (7) (a) Marta ha rovesciato del caffè ad­ ma delle rappresentazioni interne nella dosso a Livio ed è costernata mente e dalla produzione linguistica con­ (b) Dopo aver rovesciato del caffè ad­ creta. Lo dimostra un'esperienza quotidia­ dosso a Livio, Marta era costernata na comune: quando cerchiamo di capire (c) Marta, che ha rovesciato del caffè qualcun altro che parla o un testo che ab­ addosso a Livio, è costernata biamo di fronte, gran parte della nostra (d) Marta è costernata perché ha ro­ attività consiste in un processo di riformu­ vesciato del caffè addosso a Livio lazione dei contenuti in una sorta di lin­ (e) Marta ha rovesciato del caffè ad­ guaggio interiore (un «dire la stessa cosa dosso a Livio. E' costernata per noi stessi») la cui ricompensa è capire quanto abbiamo davanti. Questa attività In questo caso, si potrà notare che la ci è tanto presente che ricorre spesso anche struttura sintattica testuale varia notevol­ in fase di produzione. Sovente, quando cer­ mente: c'è una subordinata relativa (7c), chiamo di spiegare qualcosa a qualcuno, ci ci sono congiunzioni diverse (7a, b, d) e rendiamo conto di vedere quanto pensava­ persino un caso di semplice accostamento mo di sapere sotto una luce affatto nuova, delle informazioni (7e). Non sempre poi si sicché finiamo per convincerci che un buon mantiene lo stesso «ordine di parole»: 7b e 7 modo per capire una cosa è cercare di spie­ c cambiano la presentazione degli eventi garla a qualcun altro! rispetto a 7a, d ed e. Se sottoponessimo i te­ Questo modo di vedere la parafrasi si­ sti (7) a Quine, ci direbbe che nessun testo gnifica riconoscerle una buona dose di crea­ è una «parafrasi perfetta» degli altri e pro­ tività contrariamente a quanto normal­ babilmente aggiungerebbe che il loro si­ mente si sostiene. Ma, per farlo, occorre gnificato concettuale non è trasmesso dalle cercare di non isolare il linguaggio dai pro­ parole perché, dopo o e, le quali funzione­ cessi cognitivi generali che il sistema lin­ rebbero semplicemente come «indici» dei guistico rende possibili e da cui trae ali­ legami causali da cercare (legami che, a mento. Sotto questo rispetto, è difficilepar­ loro volta, sarebbero in stretta funzione lare di competenza lessicale e di parafrasi del contesto concreto di enunciazione). In senza parlare contemporaneamente dei pro­ breve, con Quine dovremmo dire che questi cessi di ricerca nella memoria, delle cate­ testi non comunicano la «stessa cosa». E gorie che gerarchizzano i ricordi, della ge­ tuttavia, potremmo notare che i testi re­ nerazione e del controllo di inferenze e del­ stano assolutamente comprensibili e che la rappresentazione e applicazione di co­ questa possibilità potrebbe forse essere re­ noscenze. Oggi sappiamo che, in fase di sa da una traduzione tipo «qualcuno ha comprensione di un discorso, difficilmente commesso qualcosa che ha recato danno a le persone trattengono nella memoria la qualcun altro e per questa ragione avverte struttura sintattica del testo con cui si con­ uno stato di disagio». Ora, se non siamo frontano (M. G. Dyer, 1989). Sappiamo, per allenati a capire che cosa socialmente com­ contro, che l'attività di parafrasi è guidata porta il «rovesciare qualcosa su qualcuno», dal contenuto concettuale e che si ricordano come riusciamo a comprendere il signifi­ solamente le inferenze «causalmente» rile­ cato della parola costernata? vanti. Per capirlo, voglio proporre un piccolo Casi come questo dimostrano che per in­ esperimento di come si potrebbe procedere segnare a qualcuno il significato della pa- . . s p E C A L E S C- U O L ·A

rola costernato - in particolare se questo la titolazione, la definizione, l'analisi logico­ --- 102 qualcuno ha un'esperienza linguistica di poco più di un decennio - non basta dirgli grammaticale di tipo sperimentale (che che essa significa «profondamente avvili­ parte da una serie calibrata di esempi per to, abbattuto» (Devoto-Oli) perché questo arrivare alla formulazione metalinguisti­ non è un criterio sempre sufficiente a go­ ca). Naturalmente, l'utilità di questi esercizi vernare la variabilità di riferimento della dipenderà dal tipo di coinvolgimento co­ parola entro i diversi contesti. Tradotto in gnitivo di chi apprende, in base all'assunto termini educativi, l'esempio potrebbe va­ che le conoscenze non si trasmettono, ma si lere come modello di apprendimento. Vo­ 'creano'. E' evidente che lo studente che gliamo capire che cosa significa costernato? viene lasciato solo nell'affrontare ardui Potremo esaminare i testi (7) e su di essi far compiti parafrastici (come un semplice rias­ crescere una parafrasi interpretativa. Se sunto) vedrà drasticamente diminuire le poi si procederà a una fase di produzione potenzialità dei meccanismi traduttivi: il con la stessa parola e qualcuno dirà cose ti­ compito potrebbe risultare superiore alle po sue forze linguistiche e mentali (Simone, (8) Signora, non ho fatto i compiti. Sono 1988, p. 44). Al contrario, l'idea di para­ costernato frasi presuppone quella di circuito comu­ potremo dire che l'apprendimento è avve­ nicativo sia interno (dentro la mente), sia nuto con successo. esterno (con la collaborazione di docente e compagni). Se è vero che alla base della parafrasi sta l'idea dell'indeterminatezza, allora la sua efficacia si misura solo in ter­ 3 mini di confronto e cooperazione. UTILITÀ DELLA PARAFRASI

L'esempio che abbiamo appena discusso relativo alle parafrasi di una stessa unità concettuale, funziona sulla base di un pro­ BIBLIOGRAFIA cesso volutamente induttivo che sembra ti­ pico dell'apprendimento di parole. Il pro­ M. G. Dyer, Knowledge Interactions and blema è quello già considerato con chiarez­ Integrated Parsing for Narrative Com­ za da Aristotele delle «identità» e delle «dif­ prehension, in D. Waltz, Semantic Struc­ ferenze». I nostri testi (7) sono abbastanza tures: Advances on Natural Language simili dal punto di vista concettuale per Processing, Lawrence Erlbaum, Hillsda­ consentire a chi apprende la formazione di le, N. J. 1989. base di similarità su cui generalizzare, ma B. Mortara Garavelli, Il filo del discorso, sono sufficientemente distinti e particolari Giappichelli, Torino 1979. da permettere di cogliere il senso dei con­ Ch. S. Peirce, Semiotica. I fondamenti del­ testi appropriati di occorrimento (su questo la semiotica cognitiva, Einaudi, Torino problema, si veda ancora Quine, 1970, pag. 1980. 15). Ed è probabilmente questa la caratte­ W. Van O. Quine, Parola e oggetto, Il Sag­ ristica di fondo del fenomeno della «para­ giatore, Milano 1970. frasi»: l'idea della variazione su qualcosa di ' R. Simone, Maistock: il linguaggio spiegato costante. da una bambina, La Nuova Italia, Fi­ Come è noto, a questo principio «para­ renze 1988. frastico» l'educazione linguistica risponde R. Simone, Il sogno di Saussure. Otto studi con un arsenale di strumenti particolar­ di storia delle idee linguistiche, Laterza, mente efficaci: il riassunto, il commento, Bari-Roma 1992. IN ALTRE PAROLE s e u L A

••••••••• 103 L'uguale e il diverso Daniela Bertocchi

1 PARAFRASI E GIUDIZI ( «che stimola una reazione positiva nello spettatore»), e la parte condivisa è suffi­ (1) Robin Hood è un film che può piace­ ciente perché il parlante giudichi le due re a ragazzi di prima media frasi in rapporto di parafrasi. (la) Robin Hood è un film divertente per Il riferimento ai ,�giudizi del parlante» ragazzi di prima media come metro per valutare l'accettabilità o meno di una parafrasi è essenziale nella (1) e (la) sono frasi che«dicono la stessa co­ proposta di utilizzare le trasformazioni pa­ sa con parole diverse»: usando il termine pa­ rafrastiche come mezzo per far riflettere gli rafrasi nell'accezione comune, possiamo dire studenti sulla lingua e su alcune sue pro­ che (1) e (la) sono in rapporto parafrastico, os­ prietà, sintattiche e semantiche in primo sia costituiscono l'una la parafrasi dell'altra; luogo, ma anche pragmatiche. infatti abitualmente per parafrasi si intende Infatti, mentre nella prassi scolastica la riformulazione di una frase, che ne man­ più diffusa la parafrasi viene utilizzata co­ tenga costante il significato. me mezzo per facilitare o per verificare la Naturalmente questa definizione di pa­ comprensione di un testo (ed è quindi, di so­ rafrasi è molto approssimativa: non speci­ lito, una parafrasi di tipo esplicativo, che ri­ fica, ad esempio, che cosa si intenda con chiede capacità quali l'espansione, l'inte­ «significato». Sempre con cautela, e a scopi grazione delle informazioni iniziali, la de­ operativi, potremmo qui accettare la pro­ finizione lessicale), la mia proposta ri­ posta di Castelfranchi e Parisi (1980:496), guarda semplicemente la trasformazione secondo i quali due frasi sono in rapporto di di frasi e di brevi testi (preferibilmente parafrasi quando il parlante può riferirle prodotti dagli allievi stessi o, comunque, entrambe a una medesima rappresenta­ tali da non presentare difficoltà di com­ zione interna, più astratta, quando cioè so­ prensione), al fine di focalizzare, mediante no giudicate dal parlante come frasi che confronti, la riflessione sistematica. Questa hanno lo stesso significato. Ciò non com­ proposta, rivolta ad allievi della fascia ter­ porta che le due frasi abbiano rappresen­ minale dell'obbligo, riprende peraltro pro­ tazione semantica identica (anzi, la para­ poste simili, quali quella riferita da Poggi, frasi perfetta non esiste), ma richiede sem­ Serromani e Maggini (1984: 387-404) e, plicemente che le due frasi abbiano in co­ quella, pensata però per la scuola elemen­ mune un 'succo' (utilizzando ancora l'e­ tare, di M. Porcelli (1991: 239-263). spressione di Castelfranchi e Parisi), un contenuto cognitivo essenziale, talvolta più 'povero' in una frase rispetto all'altra. Ri­ 2 tornando al nostro esempio, l'espressione LA MACCHINA DELLE FRASI «che può piacere» è insieme più ampia e più generica di «divertente»: le due espres­ Proponiamo, ai ragazzi di una 2€! media sioni condividono una parte di significato (la stessa classe, di una scuola media mi­ ITALIANO E OLTRE, IX ( 1994), pp. l 03-106 lanese, che ha prodotto le frasi 1 e la) di può essere parafrasata la frase «A Nanda 104 'cambiare' in tutti i modi possibili la frase Gianni era poco simpatico»? E' un esercizio scritta da un compagno: utile e divertente da fare con i ragazzi). Nelle parafrasi da (2d) a (2g) cambia in­ (2) «Robin Hood» è una storia che mi ha vece la «forma» della frase: analizziamo interessato poco questi cambiamenti insieme con gli allievi. In (2d) la clausola relativa (intendendo per con l'avvertenza comunque di produrre fra­ «clausola» ogni «raggruppamento di parole si che «vogliano dire la stessa cosa». che abbia un soggetto ed eventualmente Otteniamo, dai ragazzi, tra le altre, le un suo predicato e che possa far parte di seguenti frasi: una frase più estesa»: Simone, 1990: 227- 228) viene ridotta ad attributo del nome (2a) Robin Hood è un film che mi ha in­ che funge da punto di attacco della relativa teressato poco (e qui, volendo, si può aprire con gli allievi (2b) Robin Hood è una storia che mi è un interessante discorso, sostanziato con piaciuta poco altri esempi, sull'equivalenza sintattica at­ (2c) Robin Hood è una storia che non mi tributo-clausola relativa). ha troppo interessato (2e) e (2{) sono, per così dire, delle ridu­ (2d) Robin Hood è una storia poco inte­ zioni della frase originale: la clausola «Ro­ ressante bin Hood è una storia» è ridotta al sintagma (2e) La storia di Robin Hood mi ha inte­ «La storia di Robin Hood», con conseguente ressato poco riduzione della frase originiaria a una fra­ (2{) Mi ha interessato poco la storia di se semplice, con un solo predicato. In (2{) Robin Hood poi abbiamo anche un'inversione dell'ordi­ (2g) Ho trovato poco interessante la storia ne delle parole. In questa riduzione si per­ di Robin Hood de qualcosa del significato della frase ori­ ginaria? Ritorneremo su questo punto tra Il vero lavoro comincia a questo punto, poco. con l'avvio di un'attività di comparazione In (2g) abbiamo una trasformazione del­ tra frasi che verte su due aspetti: la frase originaria non solo mediante ridu­ (a) che cosa è cambiato della frase e che zione, ma anche attraverso il cambiamento cosa è rimasto uguale; del soggetto: viene posta l'equivalenza tra (b) in che misura le singole frasi abbiano «mi ha interessato poco» e«ho trovato poco effettivamente il medesimo significato. interessante». E' facile farnotare ai ragazzi che in (2a) Andando ora a esaminare l'accettabilità o e in (2b) la 'forma' della frase resta identica, meno, secondo i giudizi degli studenti, del­ mentre si sostituisce una parola con un'al­ le parafrasi, c'è stato un generale accordo tra, che evidentemente viene considerata sul fatto che tutte le parafrasi possono es­ equivalente: «film» sostituisce «storia» in sere considerate accettabili: si ritiene cioè (2a); «è piaciuta» sostituisce «ha interes­ che le frasi così ottenute mantengano una sato» in (2b). sufficiente «equivalenza» di significato ri­ (2c) si ottiene 'negando' la frase relativa, spetto alla fraseoriginaria. Attraverso un'a­ sulla base dell'equivalenza «poco» = «non nalisi guidata da domande dell'insegnante, molto, non troppo». Potremmo forse defi­ si nota comunque che la parafrasi 'peggiore' nire questa una parafrasi «per litote» e, (cioè quella più lontanta per significato) è senza la necessità di far imparare agli al­ (2d). Alcuni ragazzi sottolineano che non si lievi il nome della figura, far costruire altre capisce di quale storia di Robin Hood si parafrasi «per litote» (ad esemp_io, come parli (la perdita del verbo al passato pros- L'UGUALE E IL DIVERSO simo, ha, per così dire, decontestualizzato testo, di una vicenda rappresentata in un l'affermazione) e altri propongono che ven­ film)? E' accettabile favola? E, se non lo è, 105 ga almeno aggiunto «secondo me», per ren­ perché? dere meno generale il valore della frase. Ancora, si nota che in (2a) «film»ha un si­ Analisi sintattica: ogni parafrasi che gnificatomolto diverso da «storia»: in realtà vada al di là di una semplice sostituzione (2) e (2a) risultano in rapporto di parafrasi lessicale composta 'manipolazioni' della fra­ solo grazie al contesto, cioè all'esperienza se di partenza con modificazioni della strut­ condivisa di aver assistito il giorno prima al­ tura sintattica: attribuzione di diverse fun­ la proiezione del film «Robin Hood». zioni grammaticali ai sintagmi, modifica­ Molte altre osservazioni si potrebbero fa­ zione della dipendenza, trasformazione di re (ma probabilmente troppo complesse per un sintagma in una clausola e viceversa. studenti di seconda media): ad esempio la Tali modifiche permettono di introdurre, diversa tematizzazione di (2e) e (2{) rispet­ con riferimento al testo e non in astratto, to alla frase originaria e anche l'una ri­ come solitamente avviene nella scuola, no­ spetto all'altra. Qui mi interessa soltanto zioni grammaticali centrali, alcune delle far notare le piste di riflessione che si apro­ quali sono appena state citate. no a partire da una semplice attività para­ Particolarmente utile appare poi la pa­ frastica di questo tipo. rafrasi che comporta la strutturazione di frasi con clausole subordinate e con l'uso delle appropriate congiunzioni subordina­ 3 tive. Per fare un esempio ancora all'interno PERCORSI DI ANALISI della «storia di Robin Hood», un ragazzo racconta così la fuga di Robin nella foresta Analisi semantico-lessicale: può es­ di Sherwood: sere molto utile far sostituire sistematica­ mente, una per volta, tutte le parole «piene» (3) Robin scappa nella foresta di che compaiono nella frase, avvalendosi ad Sherwood. Gli sbirri dello sceriffo di esempio di un dizionario dei sinonimi e in­ Nottingham lo inseguono. Nella fo­ dividuare quali sostituzioni generano pa­ resta vive molta povera gente: il loro rafrasi accettabili, quali no e perché. Pro­ capo è Little John. I due fanno subi­ viamo ad esempio a sostituire storia con i to amicizia 'sinonimi' (?) presenti nel dizionario di Pittàno (1987): Guidando i ragazzi a usare determinati connettori, si posson ottenere, ad esempio, - eventi umani, vicende umane, evento queste due parafrasi di (3). - narrazione, cronaca, cronologia, sto- riografia, racconto, cronistoria, bio­ (3a) Robin,, -che è inseguito dagli sbirri grafia, annali, esposizione, serie di ri­ dello sceriffo di Nottingham, scap­ cordi, memoriale pa nella foresta di Sherwood, dove vi­ - fatto, vicenda ve molta povera gente. Il loro capo è - faccenda, questione, discorso Little John, con cui Robin fa subito - fandonia, invenzione, favola amicizia (3b) Dato che è inseguito dagli sbirri del­ Alcune soluzioni verranno immediata­ lo sceriffo di Nottingham, Robin mente riconosciute come inaccettabili, ma scappa nella foresta di Sherwood e fa altre richiederanno parecchia discussione: amicizia con Little John, il capo del­ è accettabile racconto (detto, in questo con- la povera gente che vive nella foresta s p E e I

,____ L'attività è interessante perché 'obbliga' La differenza di registro è facile da co­ 106 gli studenti a rivedere l'ordine delle infor­ gliere anche per ragazzi di prima media, mazioni e le relazioni logiche tra le stesse e che probabilmente troverebbero difficile e a riconoscere intuitivamente che tra due un po' 'strana' (4a) e sicuramente non uti­ informazioni date possono essere poste, e lizzerebbero (4b) per un testo tutto som­ verbalizzate, relazioni logiche diverse. mato formale come quello del giornale sco­ Un'ulteriore riflessione riguarda il fatto lastico. che, mentre (3) è un testo abbastanza tipi­ Ma qui siamo al limite tra la parafrasi co dell'orale, (3a) e (3b) sono, per certi vera e propria e le riscritture stilistiche al­ aspetti, testi maggiormente pianificati, più la Queneau: un confine che non voglio, in 'scritti': questo fatto comporterebbe, a sua questo contributo, oltrepassare anche se la volta, un'ulteriore parafrasi con sostituzio­ parafrasi è senza dubbio, essa stessa, un ni lessicali. «esercizio di stile».

Analisi pragmatica: anche da un'e­ semplificazione limitata come quella qui riportata, risulta evidente che, parafra­ sando, è importante mantenere non solo le informazioni della frase originaria, ma an­ che determinate scelte linguistiche; che in­ dicano un rapporto con il contesto di par­ tenza. La parafrasi offre spesso l'occasione di focalizzare l'attenzione degli studenti sui differenti registri linguistici (oltre che BIBLIOGRAFIA su fenomeni quali la maggiore minore «im­ plicitezza» di una frase, come dimostra l'e­ quivalenza posta tra «storia» e «film», ac­ C. Castelfranchi - D. Parisi Linguaggio, co­ cettabile solo in un determinato contesto). noscenze e scopi, il Mulino, Bologna 1980. Riportiamo ancora una volta una frase G. Pittàno, Sinonimi e contrari. Dizionario estratta da un testo 'autentico' di una ra­ fraseologico delle parole equivalenti, ana­ gazza di prima media, una relazione, scrit­ loghe e contrarie,- Zanichelli, Bologna ta per il giornalino scolastico, di quanto di 1987. positivo e di meno positivo ha trovato alla scuola media: I Poggi - S. Serromani - L. Maggini, Il testo come rete di conoscenze. Per una didatti­ (4) Una cosa che ha recato scompiglio ca sistematica della parafrasi. In: L. Co­ alle mie attività pomeridiane sono i veri (a cura di), Linguistica testuale. Atti compiti e i paragrafi da studiare del XV Congresso SLI, Bulzoni, Roma 1984. Una frase di questo tipo ammette parafra­ si quali: M. Porcelli, 1991, Dal testo alla grammati­ ca. Itinerari didattici tra accettabilità, (4a) I compiti da svolgere e le lezioni da ambiguità e parafrasi, in: C. Marello - studiare hanno scompigliato le mie G. Mondelli (a cura di), Riflettere sulla usuali attività pomeridiane lingua, La Nuova Italia, Firenze 1991. ( 4b) Con tutto quello che quest'anno c'è da fare per la scuola, mi sono incasina­ R. Simone, Fondamenti di linguistica, La­ ta i pomeriggi terza, Bari 1990. L'UGUALE E IL DIVERSO SPECIALE u () L A

••••••••• 107 Ridire le poesie Nora Palmieri

1 L'ESERCIZIO DELLA PARAFRASI banalizzata, del testo stesso. Un altro motivo di dubbio sull'opportunità della parafrasi può nascere dal fatto che nel­ er molto tempo, nella mia la prassi didattica questo esercizio si applica carriera di insegnante di prevalentemente al testo poetico ed è inteso, triennio, ho guardato al­ in genere, come la sua «versione in prosa». l'esercizio di parafrasi con Laddove sappiamo bene che lo spessore con­ perplessità e diffidenza. notativo del linguaggio poetico, la sua polise­ Mi frenava una specie di mia, l'autonomia del significante e la sua coo­ disagio, come di fronte ad perazione al significatosono tuttielementi che un esercizio mal posto, rendono disperante l'impresa di sostituire mortificante e forse, inul­ con un termine univoco uno polisemico, con tima analisi, dannoso; ne un termine preciso e senza risonanza uno facevo, bensì, uso anch'io, evocativo e polivalente, con una giudiziosa e ma a malincuore, quando piatta spiegazione il lampo di una metafora. era indispensabile, in una fase propedeutica E' dunque un esercizio davvero educativo al lavoro più «degno», ovvero all'analisi e al richiedere la parafrasi del testo poetico? Non commento del testo letterario. significa forse abituare gli studenti ad ap­ In seguito, riflettendo sull'argomento, mi piattire il linguaggio poetico, senza più co­ sono resa conto che buona parte del disagio glierne la specificità? derivava dal confondere diversi tipi di inter­ Un ultimo problema è quello del rapporto vento sul testo, dotati ciascuno della propria tra parafrasi ed esegesi: la parafrasi si fa per specificità e utilità didattica: la «parafrasi», capire il testo, per cui è finalizzata all'inter­ l'«esegesi», l'analisi dei vari livelli del testo, il pretazione, all'esegesi? Oppure è una sua «commento». conseguenza? E' possibile (ma soprattutto ha Ciascuna di queste attività può essere eser­ senso) parafrasare, senza prima aver svolto citata con profitto, a patto di ben distinguere un attento lavoro sul testo letterario, che ne e aver chiaro lo scopo dell'esercitazione e le espliciti le implicazioni e le allusioni, ne sciol­ abilità che richiede e attiva. ga, se possibile, le ambiguità o le evidenzi Le perplessità sorgono invece quando av­ come possibilità semantiche compresenti? vengono interferenze e sovrapposizioni nelle attese dell'insegnante e, di conseguenza, nel­ le istruzioni che dà (ma, più spesso, non dà) 2 allo studente. IN TEORIA I casi di confusione più frequenti si han­ no tra parafrasi e commento: chiediamo su Le diverse riflessioni teoriche sembrano un testo letterario il commento - ovvero dirci che si deve ampliare la nozione di para­ un giudizio critico argomentato sulla base frasi comunemente in uso nella scuola e che ad di elementi di analisi testuale - e lo stu­ essa po-ssono essere ricondotti esercizi mol­ dente ci dà una riscrittura, amplificata e teplici e abbastanza diversi: la «traduzione» da ITALIANO E OLTRE, IX (1994), pp. 107-111 p E e I A L E S C U O L A

--- una lingua ad un'altra o da una varietà lin­ intendendo con ciò un intervento locale su un 108 guistica ad un'altra è una forma di parafrasi; testo che resta sostanzialmente invariato. Dif­ come lo sono il «riassunto», la «definizione», il ficile risulta invece colmare le ellissi, indivi­ «titolo» (esempi di parafrasisommaria) o l'«am­ duare le presupposizioni culturali (spesso fuo­ plificazione» e la «rielaborazione» (parafrasiin­ ri dalla portata degli studenti e attinenti a tegrativa); anche la «parodia», la «dramma­ un contesto non sempre facilmente recupe­ tizzazione» o, in generale, la manipolazione di rabile) e sciogliere le ambiguità volute del te­ un testo possono essere considerate parafrasi sto, che rendono indispensabile una scelta in­ di segno speciale. terpretativa. Ma ciò presuppone ì'esegesi del L'attività di parafrasi può essere usata in testo e un giudizio critico su di esso; per cui la funzione cognitiva e come verifica di compe­ parafrasi, anziché via d'accesso semplificato­ tenze metalinguistiche, ma anche in funzione ria alla complessità del testo, può diventare il creativa. Usiamo il primo tipo di parafrasi momento di verificafinale di un ricco lavoro di per verificaredi un testo la comprensione del­ analisi e di interpretazione. la struttura sintattica, della coerenza seman­ tica, del lessico, delle figure retoriche eventuali (allusioni, metafore, ironia ... ), delle presup­ 3 posizioni (intertestuali o contestuali). E' eser­ IN PRATICA cizio utilissimo e a volte indispensabile. Ri­ cordiamo però che comprensione e parafrasi Ai miei studenti di prima liceo classico, non si identificano immediatamente: l'aver all'inizio dell'anno, come ripresa di un pos­ capito un testo non significasaperne fare una sibile lavoro del ginnasio e come occasione riscrittura e neppure saperlo ripetere con altre per puntualizzare il discorso sugli scopi e i parole. Occorrono in più le competenze lin­ molteplici usi della parafrasi, ho proposto guistiche e testuali per produrre un nuovo l'esercizio seguente. Volendo evitare il ri­ testo. La parafrasi è un esercizio di produ­ schio di una facilesemplificazione e far ca­ zione, oltre che di comprensione. pire che cosa si intende per ambiguità del Anche la parafrasi creativa non esclude la testo letterario, con notevole sprezzo del verifica della comprensione del testo di par­ pericolo, ho scelto come base per il lavoro di tenza, ma presuppone capacità di manipola­ parafrasi il seguente testo di Carlo Emilio zione e di invenzione su materiali dati e met­ Gadda. te in gioco competenze linguistiche a volte più raffinate. Un'ultima osservazione. Paradossalmente, La morte di Puk si può anche fare una parafrasi senza avere capito il senso del testo dipartenza; questo av­ Quel suo occhio diceva: «Kant ha ragione». Die­ viene quando l'esercizio è inteso meccanica­ dri e prismi, luci ed ombre e colori vanivano: le co­ mente, come pura sostituzione di termini in­ siddette mosche avevano lasciato ogni paura. Eppure con che rabbia, con che prontezza le sa­ soliti, e ci si accontenta di una comprensione pea prendere al volo! Poi starnutava. superficiale. Ma l'attività di riscrittura ac­ Adesso moriva: ossia capiva che la rabbia, i quista spessore, e diventa più gratificante, prismi, i rumori sospetti e la luce stessa e tutto non quando riesce ad afferrare e a esprimere ciò erano se non un catalogo vano. che nel testo, specie letterario, è implicito o Egli aveva servito con fedeltà; quale causa? Che presupposto. domande!... Con quale premio?... Che c'entra, che La cosa più difficile non è mai la sostitu­ c'entra! zione di un termine o di un passaggio sintat­ C'era anche la favola del cane ben pasciuto, tico. Per queste sostituzioni parziali non si che s'imbatte nella nobile e sarcastica predica del parla neppure diparafrasi, ma di «metafrasi», cane magro... RIDIRE LE POESIE s o L

Ma era una stupidaggine. (3) Chi è Kant e che cosa ha detto? In Egli aveva dato il coraggio, l'allegrezza, la de­ che cosa Puk gli dà ragione? vozione, la vita: ciò, non era sua colpa, gli metteva addosso un tremendo appetito. Dagli uomini, che comandano, quel suo fervido sentire era stato ri­ Questi i problemi più vistosi. Ma non pagato a tocchi di pane: abboccandoli a volo, si le­ meno importanti, e più sottili: vava il male. Per conto suo, poi, s'era aiutato tra­ fugando polpette. (4) Qual è il senso del dialogo interiore: Nel cacciarsi ferocemente dentro la macchia, «quale causa? Che domande! (ecc.)» Che non aveva mai pensato che esistono scrittori di sentimenti prova chi pensa tutto ciò? Che favole. cosa pensa di sé e della sua vita? Puk (era tanto stanco!) poté ancora riepilogare: una volontà buona lo aveva sempre animato! (5) «Si levava il male»: di che male si Adesso moriva: ossia tutto perdeva, per lui, il si­ gnificato di quando era nato e cresciuto. tratta? Altri si sarebbero occupati delle diverse faccen­ de, che erano in corso, interpretando le cose se­ (6) Che senso bisogna attribuire alla con­ condo schemi convenzionali. (La madonna dei fi­ siderazione finale? Che cosa prova Puk per losofi, Garzanti, Milano, 1989) quegli «altri» che interpreteranno le cose «secondo schemi convenzionali»? Disprezzo? Invidia? Indifferenza? Pietà? Consolazio­ E' subito risultato evidente che i termini ne? (è stato detto di tutto). o i nessi da sostituire (con esercizio di me­ tafrasi) erano poca cosa e che la loro tra­ (7) E perché delle mosche si dice «cosid­ duzione non produceva un sostanziale mi­ dette»? glioramento nella comprensione del testo. Il vero elemento di difficoltàdel testo era co­ Come probabile riferimento intertestua­ stituito dalle sue implicazioni e ambiguità. le ho creduto opportuno proporre la favola Gli studenti hanno rilevato i seguenti di Fedro (III, 7) Il lupo e il cane. problemi interpretativi (in ordine di rile­ Quanto a Kant, ho detto solo che si trat­ vamento): ta di un filosofo, che il riferimento è troppo vago per tentare di individuare un mo­ (1) «Quel suo occhio diceva»: di chi è l'oc­ mento preciso della sua opera, ma ho citato chio? La risposta è nel titolo: l'occhio è di in particolare la celebre frase: «Due cose Puk, di cui si descrive la morte. Ma chi è riempiono l'anima di ammirazione e vene­ Puk? Dopo una discussione non breve, si razione sempre nuova e crescente [ ... ]: il propende per ritenere che Puk sia un cane, cielo stellato sopra di me e la legge morale sulla base di precisi indizi testuali (le mo­ dentro di me». E questo è stato lo spunto sche prese al volo; la soggezione agli uo­ per rilevare nel testo le riflessioni di ca­ mini; il cacciarsi dentro la macchia; i boc­ rattere morale e le oscillazioni e i dubbi coni afferrati al volo, ecc.). Però altri indizi del protagonista sulla onestà del proprio portano a pensare a un essere umano, pri­ comportamento («aveva servito con fedeltà»; mo tra tutti il riferimento iniziale a Kant «aveva dato il coraggio, l'allegrezza, la de­ (ma in generale tutta la problematica del vozione, la vita»; «una volontà buona lo personaggio). aveva sempre animato». Ma anche: «quale causa?» «C'era anche la favola... » «non ave­ (2) Qual è la favolaa cui si fa riferimen­ va mai pensato che esistono scrittori di fa­ to? E' indispensabile conoscerla per capire vole»). le reazioni che provoca in Puk e saperle Di qui si è aperta la strada alla discus­ interpretare. sione sulle «reticenze» del testo, sul suo ca- I ■- rattere di bilancio conclusivo di una vita a gravosa se si utilizza una buona edizione 11 O cui è sotteso un dissimulato rovello morale. del Primo libro delle favole, (si veda quella Ho lasciato parlare i ragazzi, limitando­ di Claudio Vela, A. Mondadori, Milano mi a fare da moderatore al dibattito. Dopo 1990). qualche tempo (l'attività è durata un'ora, Un esempio ben scelto può bastare a il­ compresa la breve spiegazione teorica sulla lustrare la complessità del lavoro di esege­ differenza tra "metafrasi" e "parafrasi" e si e parafrasi che il testo richiederebbe per sui vari tipi di parafrasi), ho sospeso la di­ essere compiutamente decifrato. scussione, assegnando per casa due eserci­ zi: (1) una «parafrasi integrativa», che espli­ citasse il testo alla luce della interpreta­ zione data singolarmente da ciascuno; (2) una «parafrasi creativa», che partisse dal presupposto che il soggetto del raccon­ to non fosse un cane ma un uomo, impe­ gnato nel bilancio della propria esistenza; chi voleva, poteva anche ipotizzare che il protagonista fosse lo stesso Gadda. La difficoltà, in questo caso, era «tradur­ re» gli elementi canini, le mosche, il rap­ porto con gli uomini «che comandano», i «tocchi di pane» e le «polpette», il «cacciar­ si ferocemente dentro la macchia», dando lo­ ro un valore metaforico. RoBERT Lou1s Avrei potuto chiedere anche una «para­ 5TEVENSON frasi interpretativa sommaria». L'ISOLA DEL TESORO A distanza di alcuni giorni, ho poi dedi­ cato un'altra ora alla lettura e discussione in classe di alcuni lavori. La parafrasi integrativa è stata svolta con successo; quella creativa ha suscitato invece maggiori perplessità e risultati più deludenti. Tuttavia da ciò è nata negli stu­

denti l'esigenza di saperne di più della bio­ GERALD OURRELL Rov LEw1s LA MIA FAMIGLIA IL PIÙ GRANDE grafia di Gadda (per meglio sciogliere am­ E ALTRI ANIMALI UOMO SCIMMIA biguità e metafore) ed io li ho accontentati. DEL PLEISTOCENE GIÀ PUBBLICA TI L'esercizio di parafrasi si è mostrato per­ HERMANN HESSE SIDDHARTA, LIRE 13.500 WILLIAM HUDSON UN MONDO LONTANO, LIRE 14.500 ciò una possibile via d'accesso ad una co­ KONRAD LORENZ L'ANELLO DI RE SALOMONE, LIRE 14.500 JOHN G. NEIHARDT ALCE NERO PARLA, LIRE 14.500 JOSEPH ROTH LA LEGGENDA DEL SANTO BEVITORE noscenza più approfondita dello scrittore, E ALTRI RACCONTI, LIRE 13.500 LEONARDO SCIASCIA A CIASCUNO IL SUO, LIRE f 3.50Q non calata dall'alto, ma richiesta come sod­ LEONARDO SCIASCIA IL GIORNO DELLA CIVETTA, LIRE f 3.500 JoHN R. R. ToLKIEN Lo HOBBIT disfazione di un bisogno (sapientemente O LA RICONQUISTA DEL TESORO, LIRE / 4.500 TESTI ESSENZIALI PER COMPRENDERE indotto!). LA CULTURA CONTEMPORANEA COMMENTATI E ARRICCHITI Il lavoro avrebbe potuto avere anche un altro sviluppo: leggere un testo di Gadda corredato da un apparato critico che ne Ade/pl,i spiegasse filologicamente le presupposizio­ ù, Nuova Italia ni. Il lavoro è possibile in forma non troppo RIDIRE LE POESIE DALLA RICERCA Come insegnamo a leggere indagine IEA-SAL sull'al­ siderato un campione di tutti gli insegnanti fabetizzazione nella lettu­ italiani, ma in ogni caso consente di avere 111 ra (1989-1992) prevedeva, informazioni su: organizzazione del lavoro I oltre alla somministrazio­ didattico, anzianità di servizio, tipo di for­ ne delle prove di profitto mazione, genere di letture personali e pro­ per la misura dei diversi fessionali, tempi dedicati alla didattica della livelli di alfabetizzazione lettura, condizioni di insegnamento e strate­ degli studenti delle due gie di insegnamento adottate. popolazioni prese in esa- Tutti i confronti che presentiamo in queste me (IV elementare e III pagine tra risposte date dagli insegnanti al media), la somministra­ questionario e profitto degli studenti ci per­ zione di tre diversi que- mettono dunque di fornireipotesi da confer­ stionari: per gli studenti, per gli insegnanti e mare con ricerche più specifiche su campioni 1 per i capi di istituto • L'impiego di questi que­ di insegnanti. stionari ha consentito di raccogliere più di Il questionario per l'insegnante è costituito 500 variabili di sfondo per popolazione, per­ da 46 domande per la scuola elementare, per mettendo così un confronto sull'efficacia dei un totale di 160 variabili, e da 28 domande diversi sistemi educativi, delle strategie e dei per la scuola media, per un totale di 88 va­ metodi di insegnamento a livello nazionale riabili. e internazionale. Le variabili misurate da entrambi i que­ In questo articolo vogliamo prendere in stionari possono essere raggruppate in quat­ esame solo alcune variabili del questionario tro principali categorie: caratteristiche del­ per l'insegnante, ed esattamente quelle re­ l'insegnante, condizioni di insegnamento, stra­ lative alle strategie di insegnamento e ai me­ tegie di insegnamento, organizzazione della todi di valutazione impiegati nella didattica scuola. Ad ognuna di queste categorie, così della lettura. Prima di procedere all'analisi di come raffigurato nella tabella 1 a p. 112 che questi dati, è però necessario precisare che il segue, corrispondono diverse variabili. campione dell'indagine IEA-SAL è stato pro­ In queste pagine prenderemo in esame sol­ gettato sulle due popolazioni di studenti e tanto la terza categoria, ossia quella che ri­ non sugli insegnanti o sui direttori e presidi guarda le strategie ed i metodi di valutazione delle scuole che hanno partecipato alla ricer­ adottati nell'insegnamento della lettura, ri­ ca. Il numero dei docenti coinvolti nell'inda­ mandando per ulteriori analisi al volume in gine (150 per la scuola elementare e 170 per corso di stampa sulla ricerca IEA-SAL in Ita­ la scuola media) non può quindi essere con- lia.

ANNA SALERNI Indagine IEA-SAL sui metodi di insegna­ mento della lettura in Italia

ITALIANO E OLTRE, IX (1994), pp. 111-121 DALLA RICERCA

r-- 112 Tab.1: Modello generale delle variabili misurate nel questionario insegnante

Caratteristiche dell'insegnante Sesso Lingua madre Tipo di formazione Anni di insegnamento Continuità dell'insegnante nella classe* Tipo di letture

Condizioni di insegnamento Ampiezza della classe Studenti con problemi di lettura Presenza ed uso della biblioteca scolastica Presenza ed uso della biblioteca di classe

Strategie di insegnamento e Tempo dedicato all'insegnamento dell'italiano valutazione Obiettivi di insegnamento della lettura Strategie di insegnamento della lettura Metodi di valutazione Attività di lettura a casa ed in classe Incoraggiamento alla lettura extra-scolastica Insegnamento di diversi generi testuali Metodi per individuare i bisogni di lettura* Atteggiamento degli insegnanti nei confronti dell'insegna- mento della lettura*

Organizzazione della scuola Valutazione del lavoro degli insegnanti da parte del capo di istituto Collaborazione con il capo di istituto Frequenza degli incontri collegiali Argomenti trattati negli incontri collegiali

* Domanda presente solo nel questionario per gli insegnanti della scuola elementare

2 numero di ore settimanali dedicate alla lettura ed il profittoottenuto dagli studenti nelle prove di TEMPO E OBIE'ITIVI alfabetizzazione. Anche se la tendenza non è si­ La maggior parte degli insegnanti di entrambe gnificativa, va tuttavia notato che le classi i cuiin­ le popolazioni dichiara di dedicare settimanal­ segnanti dedicano 4/5 ore all'insegnamento e al­ mente tra le 6 e le 10 ore all'insegnamento e al­ l'esercizio della lettura ottengono un punteggio l'apprendimento dell'italiano, inteso come «inse­ medio superiore a quelli che vi dedicano due o tre gnamento della lettura, della scrittura, delle abilità ore. orali, della letteratura, dell'ascolto e di altre abilità Agli insegnanti di entrambe le popolazioni è linguistiche». stato chiesto di classificare, tra una serie di obiet­ Nella scuola elementare un'ulteriore domanda tivi presentati (11 per la scuola elementare, 12 chiedeva all'insegnante di indicare «quanto tempo per la scuola media), i cinque ritenuti più impor­ dedica generalmente in classe all'insegnamento tanti nell'insegnamento della lettura. I primi cin­ e all'esercizio della lettura in italiano». que obiettivi indicati dagli insegnanti sono comu­ Prevalentemente gli insegnanti impiegano tra le ni ai due ordini scolastici, si tratta esattamente di: due/tre ore (40%) e le quattro/cinque ore settima­ · sviluppare un interesse durevole nei confrontidel­ nali (29%) all'insegnamentodell'italiano. Non si re­ la lettura (83.6% insegnanti scuola elementare; gistra però una correlazione significativa tra il 80.8% insegnanti scuola media), migliorarele stra- L'INSEGNAMENTODELIA LffiURA DALLA RICERCA

tegie di comprensione della lettura degli studenti legame tra tipo di strategia adottata dagli in­ (77.4% insegnanti scuola elementare; 81.4% in­ segnanti e profitto ottenuto dagli studenti. segnanti scuola media), sviluppare il pensiero cri­ Così, rispettoagli obiettiviscelti, nella scuola ele­ tico degli studenti (68.5% insegnanti scuola ele­ mentare gli insegnanti che si prefiggono di mi­ mentare; 76.7% insegnanti scuola media), am­ gliorarele strategie di comprensione della lettura o pliare il vocabolario (64.4% insegnanti scuola ele­ di ampliare il vocabolario hanno studenti con pun­ mentare; 66.9% insegnanti scuola media) e svi­ teggi significativamente superiori rispetto a coloro luppare le abilità di studio e ricerca (46.6% inse­ che non scelgono questi obiettivi, mentre nella gnanti scuola elementare; 58.7% insegnanti scuo­ scuola media gli studenti i cui insegnanti non con­ la media)2. siderano importanti tali obiettivi ottengono un Per quanto riguarda la scuola elementare è da profittodi circa nove punti superiore a quello degli segnalare che solo il 22% degli insegnanti ritiene studenti i cui insegnanti hanno effettuato tale importante sviluppare le abilità di leggere ad alta scelta. voce, obiettivo che è invece necessario perseguire nel secondo ciclo di tale scuola. I nuovi programmi della scuola elementare a tal proposito infatti re­ 3 citano: «In particolaresi raccomanda l'attivazione, LE STRATEGIE a partire dal terzo anno, delle capacità di: esegui­ re la lettura a voce alta di testi noti e non, dando Quali strategie adottano gli insegnanti per in­ prova, anche attraverso un uso appropriato delle segnare o incoraggiare gli studenti a migliorare la pause e dell'intonazione, di averne compreso il comprensione della lettura? Le risposte fornite contenuto». dai docenti di entrambe le popolazioni ci consen­ Relativamente alla classificazionedegli obietti­ tonodi conoscere le strategieche essi utilizzano con vi presentati nel questionario, va inoltre detto che maggiore frequenza. l'obiettivo migliorare le abilità di decodificaè col­ Le strategie didattiche proposte agli insegnan­ locato dagli insegnanti della scuola elementare al ti (13 per la scuola elementare e 12 per la scuola sesto posto nella graduatoria di importanza, seb­ media) sono diverse per i due ordini di scuola in bene si tratti di uno di quegli obiettivi di base che esame, così da non consentire confronti. Nella dovrebbero essere acquisiti dagli studenti al ter­ scuola elementare, infatti,l'attenzione è rivolta a mine del primo ciclo della scuola dell'obbligo. procedimentidi base per l'acquisizione delle abilità Per quanto riguarda gli obiettivi considerati di lettura, mentre nella scuola media le strategie più importanti nella scuola media ci sembra ne­ concernono maggiormente lo sviluppo di abilità cessario sottolineare che solo 1'8.7% dei docenti di comprensione della lettura. ritiene utile insegnare agli studenti ad interpreta­ Per quanto riguarda la scuola elementare vi è re diagrammi e grafici.Tale scelta si può conside­ accordo tra le strategie utilizzate e gli obiettivi rare un forte indicatore dei peggiori risultati otte­ considerati importanti nell'insegnamento della nuti dagli studenti italiani nei testi di tipo prag­ lettura. Circa il 90% degli insegnanti, infatti, di­ matico rispetto a quelli narrativi e informativi. chiara che spesso (da «circa 1 o 2 volte al settima­ Infine, non si rilevano generalmente diffe­ na» a «quasi ogni giorno»)fa domande per valuta­ renze significative nei punteggi degli studenti in re la comprensione della lettura e approfondire relazione alla scelta o alla non scelta dei di­ la comprensione, incoraggia gli studenti a leggere versi obiettivi fatta dai loro insegnanti. Un ri­ di più e mostra aglistudenti come comprendere un sultato generale tuttavia emerge dall'analisi testo (figura la p. 114). Un andamento inverso ri­ delle risposte a questa domanda, così come a spettoalla sceltadegli obiettivi si registrainvece re­ quelle date ad altre domande che riguardano le lativamente alla strategia che riguarda la lettura strategie di insegnamento adottate in Italia: ad alta voce agli studenti. Tale strategia, infatti, nella scuola elementare, al contrario che nella sebbene risulti impiegata dall'85.4% degli inse­ scuola media, si rileva più frequentemente un gnanti, è in realtà considerata un obiettivo im- DALLA RICERCA

i.. portante per l'insegnamento della lettura solo dal agli studenti di ricordare e pensare a cose che 114 22.6%. hanno letto o già sanno su un argomento di studio, Analizzando i punteggi ottenuti dagli studenti di fare ipotesi su ciò che stanno leggendo, provan­ nelle prove di profitto,risulta che le classi con livelli do a prevedere cosa succederà o quali informazio­ di alfabetizzazione più alti sono quelle in cui l'in­ ni potrebbero imparare, e di confrontare quello segnante ricorre a strategie che si riferiscono ad che hanno letto con le loro esperienze (figura2). una presentazione più ampia del testo da leggere, Quanto alle strategie indicate dai docenti di fa confronti tra i testi ed utilizza materiali da lui scuola media, è interessante notare che non c'è stesso preparati. relazione significativatra strategie impiegate con Gli insegnanti della scuola media per persegui­ maggiore frequenzanella pratica didattica (ricor­ re l'obiettivo di migliorarele strategi,edi compren­ dare altre cose lette sull'argomento e pensare a sione e sviluppare l'interesse verso la lettura basa­ quello che già sanno sull'argomento) e profittode­ no il loro insegnamento su attività che richiedono gli studenti nelle prove. di alfabetizzazione, mentre

Strategie didattiche usate con maggiore frequenza dagli insegnanti di scuola elementare (IV elementare)

o 20 40 60 80 100

El% scelta spesso

Figura 1

Strategie didattiche 5 ricordare altre cose lette sull'argomento �:::'.:'.'.J'.:;;:;;;:r::=:;:;::r::'.'.;:'.'.::Jt'.'.:::'.','-'16 più usate dagli , = pensare a quello che già sanno sull'argomento ...... ��=""""'"�� ,..1� 3 insegnanti (Scuola 9 I Media) confrontare le letture con le loro esperienze 8 9, 6 1 scrivere su quello che hanno letto 80, j �==���'.:=:::�:;:::::.:::::!:; prendere appunti o scrivere idee �;;;:;;;;;;;J:�;:::=::::;�'--1

tornare sulle cose lette '"'"'-�e:_�....,,'-'-��= pensare a cose simili che hanno letto --' "--"-"""'-+-=--'-"t��-F-' immaginarsi quello che succede durante la lettura l"'--'�"'r"'=--t--=-i ? parlare di quello che hanno letto ��l�g:39�,�_j__l_ _J_j o 6 100 20 40 0 80 0% scelta spesso

Figura 2 L'INSEGNAMENTODEUA LElTURA DALLA RICERCA

risultano efficacile strategie utilizzate con minore fabetizzazione risulta infatti che livelli di alfabe­ 115 frequenza, quali immaginarsi mentalmente quello tizzazione superiori alla media nazionale sono che succede man mano che si legge e parlare con prevalentemente ottenuti dagli studenti i cui in­ qualcuno di quello che si è letto. segnantidichiarano di usare raramenteo mai i me­ Infine, confrontandoil tipodi rispostefornite da­ todi proposti. Tale distribuzione dei punteggi evi­ gli insegnanti delle due popolazioni si rileva che i denzia quindi come la scelta dei metodi valutativi migliori punteggi sono ottenuti dagli studenti i fatta dagliinsegnanti della scuola media non sor­ cui insegnanti utilizzano strategie più concrete, tisce necessariamente effettipositivi sui risultati come «scrivere» e «prendere appunti», rispetto a raggiunti dagli studenti, specie se tali risultati quelli che impiegano maggior tempo ad attività che sono messi a confrontocon quelli ottenuti dagli stu­ richiedono processi di astrazione quali«ricordare» denti della scuola elementare. e «pensare». Agli insegnanti della scuola elementare è stata posta un'ulteriore domanda sui metodi valutativi 4 chiedendo loro di indicare con quale frequenza METODI DI VALUTAZIONE (da mai o quasi mai a circa 1 volta a settimana o più) valutano alcuni aspetti della lettura «di tutta Quali tra i seguenti metodi di valutazione: do­ la classe o della maggior parte di essa». Quasi tut­ mande a scelta multipla, ascolto dellalettura adal­ ti gli insegnanti dichiarano di valutare con fre­ ta voce degli studenti, registrazione degli interessi quenza molto elevata, ossia circa una volta a set­ deglistudenti, discussione orale, domandeorali, do­ timana o più, i 10 aspetti indicati nel questionario: mande scritte con risposte aperte su materiale let­ riconoscimento parole, vocabolario, comprensione to, gli insegnanti usano con maggiore frequenza? deltesto, valutazioneestetico-letteraria, uso delleco­ Come dato generale si può dire che gli inse­ noscenze enciclopediche, comprensione della frase, gnanti della scuola elementare usano con mag­ dizione, abilità di studio della lettura, quantità gior frequenza(circa 1 volta a settimana) i metodi di lettura e decodifica. Le dimensioni, che in rap­ per la rilevazione e valutazione del profitto nella porto alle altre, vengono meno frequentemente, lettura indicati nel questionario rispetto ai colleghi ossia non più di una volta al mese, sonù quelle della scuola media, che mediamente li utilizzano relative alla valutazione di competenze «estetico­ circa una volta a quadrimestre. Da un ulteriore letteraria» (29.7%) e all'uso delle conoscenze enci­ esame dei dati si nota che nella scuola media le clopediche (18.8%). procedure di valutazioneche si possono ritenerepiù Il vocabolario, la comprensione del testo e la «oggettive», ossia domande a scelta multipla, re­ valutazione estetico-letteraria sono, tra i diversi gistrazione degli interessi degli studenti, e do­ aspetti della lettura, quelli con cui si ha una cor­ mande scritte con risposte aperte sul materiale let­ relazioni significativatra frequenza della valuta­ to, sono ritenute meno necessarie per la valuta­ zione e profittoconseguito dagli alunni. zione del profittodegli studenti, rispetto al metodo più tradizionale dell'interrogazione, effettuatacon domandeorali o con discussioni in classe. 5 Confrontando, infine, i metodi di valutazione ATTIVITÀ DI LETTURA SUGGERITE indicatidagli insegnanti con i punteggi ottenuti da­ gli studenti, si nota che nella scuola elementare ot­ Nel questionario per gli insegnanti vengono tengono mediamente profittimigliori gli studenti presentate diverse attività di lettura (28 per la i cui insegnanti dichiarano di usare spesso, ossia scuola elementare e 17 per la scuola media) chie­ circa una volta al mese, i metodi proposti, mentre dendo di indicare quelle proposte agli studenti nella scuola media si verifica un andamento com­ più frequentemente. Per una presentazione più pletamente opposto a quello della scuola elemen­ chiara dei dati raccolti abbiamo accorpato le atti­ tare. Mettendo in relazione le risposte degli inse­ vità suggerite in cinque aree principali relative gnanti con i punteggi deglistudenti alle prove di al- alle strategie messe in gioco. DALLA RICERCA

Le aree individuate sono le seguenti: ampliare il duata riportiamo le diverse attività che vengono vocabolario, sviluppare e migliorare la compren­ presentate nel questionario insegnanti relativa­ sione, insegnare a leggere, insegnare a riconosce­ mente alla scuola elementare e media (abbiamo re i diversi tipi di testo, insegnare a confrontareciò escluso una voce relativa all'apprendimento di che si legge con le proprie esperienze. abilità per utilizzare una biblioteca, in quanto dif­ Nella tabella 2 che segue, per ogni area indivi- ficilmente inseribili in una specificacategoria).

Tab. 2: Elenco delle attività di lettura suggerite dagli insegnanti

SCUOLA ELEMENTARE SCUOLA MEDIA

Strategie Attività Attività

Ampliare * Apprendere relazione lettera-suono * Imparare nuovi vocaboli sistematica- il vocabolario * Apprendere altre abilità di decodifica mente (ad esempio da liste di parole) * Imparare nuovi vocaboli sistematica- * Imparare nuovi vocaboli dai testi mente (ad esempio da liste di parole) * Imparare nuovi vocaboli dai testi

Migliorare * Rispondere a esercizi di comprensione * Rispondere a esercizi di comprensione la comprensione della lettura per iscritto della lettura per iscritto * Discutere sui libri letti dagli studenti * Discutere sui libri letti dagli studenti * Fare giochi di lettura * Riassumere oralmente le loro letture * Rappresentare una storia * Leggere quanto hanno scritto altri stu- * Disegnare in rapporto ad una lettura denti fatta * Partecipare ad una discussione su un * Riassumere oralmente le loro letture testo condotta da studenti * Leggere quanto hanno scritto altri stu- * Imparare a usare figure (grafici, dia- denti grammi, tabelle) per capire il testo * Fare previsioni durante la lettura * Fare uno schema del contenuto di una storia * Individuare il tema principale o mes- saggio * Fare generalizzazioni e inferenze * Studiare lo stileo la struttura di un te- sto * Confrontarele immagini e la lettura

Insegnare a leggere * Lettura silenziosa in classe * Lettura silenziosa in classe * Lettura silenziosa indipendente in bi- * Lettura silenziosa indipendente in bi- blioteca blioteca * Ascoltare compagni che leggono * Ascoltare compagni che leggono ad al- * Ascoltare compagni che leggono ad al- ta voce ta voce in piccoli gruppi o a coppie * Ascoltare l'insegnante che legge sto- rie ad alta voce

Leggere diversi tipi * Leggere testi teatrali * Leggere commedie o tragedie di testo * Leggere argomenti di altre materie * Studiare lo stile o la struttura di un te- sto * Leggere argomenti di altre materie

Confrontare ciò che * Mettere in relazione le proprie espe- * Mettere in relazione le proprie espe- si legge con le rienze con le letture rienze con letture proprie esperienze * Scrivere in relazione alle proprie let- * Scrivere in rapporto alle proprie lettu- ture re

L'INSEGNAMENTO DELIA LETTURA DALLA RICERCA

Anche per questa domanda la distribuzione del­ crescere e migliorare la comprensione della lettu­ w le risposte degli insegnanti varia frale due popo­ ra (vedi figura1 a p. 114). 117 lazioni. Nella scuola elementare, ad eccezione di tre Emerge, dunque, da parte degli insegnanti di attività (leggere testi teatrali,lettura silenziosa in scuola elementare una forte attenzione alle attività biblioteca e apprendere abilità per utilizzare la bi­ che miranoa sviluppare e ampliare la competenza blioteca), che in media vengono suggerite dal 10% nella lettura, mentre questa attenzione diminuisce dei docenti, la maggior parte degli insegnanti di­ notevolmente nella scuola media. La differenza chiara di proporre frequentemente ai propri stu­ tra le due popolazioni si riscontra inoltre esami­ denti le attività presentate nel questionario: 14 nando l'andamento delle medie dei punteggi otte­ vengono suggerite almeno un paio di volte la set­ nuti dagli studenti nelle prove di profitto. Nella timanada oltre 1'80% degli insegnanti tra cui 3 (im­ scuola elementare la maggiore frequenza di svol­ parare nuovi vocaboli dai testi, individuare il tema gimento delle varie attività è generalmente corre­ principale o messaggio,riassumere oralmentele lo­ lata a una media di punteggio più elevata, mentre ro letture) vengono proposte da oltre il 90% degli in­ nella scuola media si verifica un andamento in­ segnanti, mentre oltre il 50% di essi suggerisce 6 verso: delle 11 attività che presentano una corre­ attività almeno un paio di volte alla settimana. lazione significativacon il profitto ben 6 correlano Nella scuola media, invece, le sole attività che negativamente. Inoltre la metà dei casi, quindi, le vengono suggerite da oltre il 50% degli insegnanti medie più elevate alle prove di alfabetizzazione so­ sono imparare nuovi vocaboli da testi, per quanto no ottenute dagli studenti i cui insegnanti dichia­ riguarda le strategie che mirano ad ampliare il vo­ rano diproporre raramente (tra quasi mai e circa cabolario; rispondere a esercizi di comprensione una volta al mese) le attività di lettura che vengo­ dellalettura per iscritto e riassumereoralmente ciò no indicate nel questionario. che viene letto, per quanto riguarda le strategie te­ se a migliorare la comprensione dei testi; ascolta­ re i compagni che leggono ad altra voce, per le at­ 6 tivitàrelative ad insegnare a leggere studiare lo sti­ INCORAGGIAMENTO le e la struttura di un testo, per insegnare a legge­ ALLA LETTURA EXTRA-SCOLASTICA re diversi tipi di testo; le due attività suggerite per insegnare agli studenti a confrontare ciò che «Cosa fa regolarmente (almeno una volta a hanno letto con le loro esperienze. La scelta di settimana) l'insegnante per incoraggiare i suoi queste due ultime attività è in accordo del resto con studenti a leggere al di fuori dell'orario scola­ le risposte fornitedagli insegnanti relativamente al stico?» Per rispondere a questa domanda gli tipo di strategia usata più frequentementeper ac- insegnanti potevano scegliere fra 4 possibili al-

Figura 3. 79,2 Suggerisco libri da leggere Incoraggiamento 53 attività di lettura Suggerisco articoli di giornale extrascolastica 49,7 Leggo agli studenti racconti

40,3 Facciamo discussioni su libri 34,5

Incoraggio il prestito dalla biblioteca 55,6

Assegno compiti di lettura 53,2 o 20 40 60 80 100 IL!Sc. Elementare □Se. media DALLA RICERCA

--- ternative, di cui solo due comuni a entrambe le di alfabetizzazione in tre diversi tipi di testi 118 popolazioni (figura 3 a p. 117). (narrativi, espositivi e pragmatici), si è ritenu­ Il metodo usato di più nella scuola elemen­ to necessario conoscere la frequenza (da quasi tare per motivare gli studenti a leggere è, così mai a quasi ogni giorno) con la quale si insegna, come affermato dalle indicazioni didattiche per nella scuola elementare e media, a leggere cia­ la lingua italiana nei nuovi programmi della scuno di questi testi. scuola elementare, quello di suggerire loro libri da leggere. I programmi didattici per la scuola primaria del 1985 infatti recitano: «L'insegnante 7 [ ... ] dedica particolare attenzione alla scelta di I GENERI TESTUALI testi validi per le loro qualità intrinseche[ ... ] E' opportuno che l'insegnante aiuti gli alunni a I docenti di entrambe le popolazioni dichia­ trovare libri e, in genere, le pubblicazioni che rano di dedicare maggior tempo all'insegna­ corrispondono a quella esigenza in modo sempre mento di testi narrativi ed espositivi rispetto a più costruttivo. (. .. ) La scuola non dovrà tra­ quello dedicato ai testi pragmatici. Tale anda­ scurare alcuna iniziativa utile ad avvicinare i mento si accorda del resto con i risultati ottenuti fanciulli ai libri. Così, consentirà loro l'accesso dagli studenti nelle tre prove di profitto. In en­ diretto alla biblioteca, li solleciterà a segnalare trambe le popolazioni gli studenti raggiungono l'acquisto di libri o pubblicazioni periodiche cui migliori risultati nei testi informativi e narra­ siano particolarmente interessati, e riserverà al­ tivi, e incontrano maggiori difficoltà in quelli la lettura personale tempi adeguati nell'arco pragmatici. Lo scarso approccio nella nostra della settimana». formazione scolastica a un uso funzionale della Nella scuola media si preferisce, invece, in­ lingua è del resto dimostrato dal confronto con coraggiare il prestito di libri dalla biblioteca. i punteggi ottenuti dai paesi partecipanti alla ri­ «La lettura in classe - si legge infatti nei cerca. programmi della scuola media - non può consi­ Ricordiamo infatti che nella comprensione derarsi sufficiente e l'insegnante, perciò, favo­ dei testi pragmatici l'Italia si colloca al dodice­ risce in tutti i modi la lettura personale e l'in­ simo posto nella scuola elementare e al vente­ coraggiamento a leggere indirizzando all'uso simo nella scuola media. delle biblioteche di classe, ove esistente, e della La scarsa attenzione prestata dagli inse­ scuola, e all'accesso alle biblioteche pubbliche». gnanti nella formazione di abilità necessarie Per quanto riguarda la scuola elementare è per la lettura di testi pragmatici era inoltre interessante notare che, indipendentemente già emersa dalla bassissima percentuale di do­ dal metodo utilizzato, l'incoraggiamento della centi della scuola media che aveva considerato lettura extra-scolastica è associato con punteg­ obiettivo importante quello di insegnare agli gi più elevati degli studenti nelle prove di pro­ studenti ad interpretare diagrammi e grafici. fitto. Per tutte le 4 attività di incoraggiamento Per quanto riguarda la relazione fra fre­ la media dei punteggi degli alunni i cui inse­ quenza di insegnamento dei testi e profitto de­ gnanti affermano di utilizzare quel metodo è gli studenti, è da notare che in entrambe le po­ infatti più elevata di quella degli studenti i cui polazioni l'insegnamento frequente di testi nar­ docenti dicono di non utilizzarlo. Per quanto rativi non influisce sul profitto degli studenti. Si riguarda la scuola media non vi è sempre rela­ verifica così che gli insegnanti che dichiarano di zione tra incoraggiamento effettuato dall'inse­ far leggere mai o quasi mai testi narrativi ot­ gnante e profitto raggiunto degli studenti: que­ tengono nella scuola elementare un punteggio di sto andamento vale per le scelte dei metodi re­ 11 punti superiore alla media nazionale e, ad­ lativi all'assegnazione dei compiti di lettura ex­ dirittura nella scuola media di 24 punti. tra scolastica e al suggerimento di titoli di libri. Infine, per quanto riguarda la scuola media, Avendo misurato in questa ricerca i livelli è da notare che all'aumentare di interesse degli L'INSEGNAMENTODELLA LETTURA DALLA RICERCA

insegnanti verso questi tre tipi di testo dimi­ segnante, prove di comprensione standardiz­ nuisce sempre il profitto degli studenti, e in zata, rilevazione degli interessi di lettura degli maniera significativa per i testi narrativi ed studenti, osservazioni informali, prove di va­ espositivi. lutazione nei libri di testo) vengono comunque La domanda rivolta ai soli insegnanti della impiegati in misura abbastanza elevata, ossia scuola elem\;lntare per individuare i bisogni di almeno una volta al mese con l'unica eccezione lettura dei loro studenti è la seguente: «Con del commento degli altri insegnanti che, del re­ quale frequenza usa i seguenti metodi per sco­ sto, al momento dello svolgimento dell'indagine prire i bisogni dei suoi studenti nella lettura?» risultava scarsamente diffusopoiché non era an­ Tra i nove metodi presentati quelli impiegati cora in vigore in tutta la scuola elementare l'or­ più spesso (circa una volta a settimana o più) so­ ganizzazione per moduli (tabella 3). no: ascoltare gli studenti leggere (95.4%), porre Nell'insieme i dati raccolti sembrano evi­ domande orali (91.9%) e fare eseguire esercizi e denziare che la rilevazione dei bisogni formati­ prove sui libri di testo (85.9%). Gli altri metodi vi degli studenti, così come la verifica dell'ap­ proposti (prove di vocabolario costruite dall'in- prendimento, si basa soprattutto su metodi di

Tab. 3. Frequenza dei metodi utilizzati dagli insegnanti di scuola elementare per individuare i bisogni di lettura dei loro studenti3

Con quale frequenza usa i seguenti metodi Mai Circa una Circa una Media e dev. std. per scoprire i bisogni dei suoi studenti o molto volta al volta a delle risposte nella lettura? raramente mese settimana (1/2/3) (4) o più (5) su scala da I a 5

a) Ascolto gli studenti leggere % insegnanti 0.7 4.0 95.4 4.94 0.25 media 490 522 530 b) Prove di vocabolario costruite % insegnanti 22.2 45.0 34.9 3.90 1.23 dall'insegnante media 523 534 529 c) Esercizi e prove sui libri di te- % insegnanti 1.3 12.8 85.9 4.81 0.55 sto media 473 538 529 d) Prove di comprensione % insegnanti 24.3 40.1 35,4 3.89 1.19 standardizzate media 526 531 528 e) Rilevazione degli interessi % insegnanti 25.7 48.6 25.7 3.89 0.94 di lettura degli studenti media 529 534 520 f) Commenti di altri insegnanti % insegnanti 69.2 21.2 9.6 2.41 1.47 media 530 534 512 g) Osservazione informale % insegnanti 23.4 32.1 44.5 3.99 1.24 media 521 528 533 h) Domande orali % insegnanti 3.4 4.7 91.9 4.86 0.52 media 489 516 532 i) prove di valutazione % insegnanti 17.5 36.2 46.3 4.18 1.00 nei libri di testo media 526 537 524 DALLA RICERCA

--- stampo tradizionale: la forma prevalente per­ maggior parte delle letture dei bambini(78.8%). 120 mane quella verbale e le tecniche di rilevazione La valutazione viene dunque vista nella sua impiegate più frequente sono affidate più alla funzione di verifica in itinere e momento im­ sensibilità del docente che a strumenti di mi­ prescindibile per una didattica della lettura. A surazione di tipo oggettivo. Questi ultimi sono conferma di questo atteggiamento i docenti so­ comunque impiegati da una quota non irrisoria no fortemente in disaccordo con la seguente af­ di docenti: circa il 35% di essi dichiara infatti di fermazione: una prova di riconoscimento delle utilizzare una volta alla settimana o più prove parole è sufficiente per valutare i livelli di lettura di vocabolario e prove di comprensione stan­ dei bambini (81.4%). dardizzate e circa 1'80% di usare tali strumenti Rispetto alle strategie didattiche, ottengono circa una volta al mese. alte percentuali di accordo le seguenti attività: Inoltre, si nota che la relazione fra rileva­ graduare i materiali di apprendimento per la zione dei bisogni di lettura e prestazioni nelle lettura (86.7%), fare in modo che gli studenti leg­ abilità di lettura degli studenti sembra riscon­ gano accuratamente ogni parola (81.1 %), inco­ trarsi solo per i metodi legati a un approccio più raggiare i bambini a leggere i propri testi tradizionale (ascoltare gli studenti leggere, por­ (79.1 %), incoraggiare i bambini ad intrapren­ re domande oralmente, compiere osservazioni dere progetti di ricerca per il miglioramento di tipo informale) e non per l'uso di strumenti nella lettura (76.1%), predisporre materiali gra­ più oggettivi. duati per l'insegnamento della lettura (74.3%). Nell'insegnamento della lettura sono dun­ que privilegiati gli aspetti motivazionali, come 8 già era risultato dalla scelta degli obiettivi di­ ATI'EGGIAMENTO DEGLI INSEGNANTI dattici da perseguire, e una programmazione NEI CONFRONTI DELL'INSEGNAMENTO non fortemente strutturata. I docenti infatti DELLA LETI'URA manifestano un alto disaccordo con le seguenti affermazioni: gli insegnanti dovrebbero seguire E' stato chiesto ai soli insegnanti della scuo­ fedelmente l'ordine del libro di testo (97.3%), i la elementare di indicare il proprio grado di bambini non dovrebbero essere incoraggiati a accordo/disaccordo rispetto a 26 affermazioni leggere parole che non conoscono (85%), i bam­ relative all'insegnamento della lettura. La do­ bini di nove anni non dovrebbero avere accesso manda, costruita per registrare l'atteggiamen­ ai libri che leggono l'anno successivo a scuola to degli insegnanti, è strutturata utilizzando (84%). la scala di Likert: si forniscono diverse affer­ Per quanto riguarda l'incentivo alla lettura va mazioni e per ognuna gli insegnanti devono inoltre detto che gli insegnanti sono pienamente esprimere la propria opinione su una scala a 5 favorevoli all'intervento della famiglia ritenen­ valori (totalmente in disaccordo, disaccordo, in­ do infatti auspicabile che i genitori aiutino i certo, d'accordo, totalmente d'accordo). loro figli nell'apprendimento della lettura Gli atteggiamenti espressi dagli.insegnanti (96.7%). indicano pieno accordo sia sull'importanza del Infine, attraverso l'analisi della varianza si è momento della valutazione sia sull'uso di me­ visto che vi è relazione significativa tra medie di todologie atte a rendere più efficace l'insegna­ punteggio degli studenti alle prove di alfabe­ mento e l'apprendimento della lettura. tizzazione e atteggiamenti di «accordo» da par­ Le attività legate al momento della valuta­ te degli insegnanti per le seguenti attività: re­ zione che ottengono una più alta percentuale di gistrare ogni progresso nella lettura, non usare accordo sono: correggerecon attenzione i compiti libri degli anni successivi, usare materiali di di­ assegnati per fornire un feed-back agli alunni versi livelli di difficoltà,incoraggiare i bambini (93.8%), registrare attentamente ogni progresso a leggere i propri testi dei bambini nella lettura (92%), valutare la L'INSEGNAMENTODELLA LETTURA DALLA RICERCA

quella necessaria relazione tra discipline pro­ ... 9 clamata nei programmi scolastici. 121 RIFLESSIONI CONCLUSIVE

Vogliamo infine fare due tipi di riflessioni. La prima concerne lo strumento utilizzato per rac­ cogliere informazioni sulla pratica educativa degli insegnanti e la seconda i risultati otte­ nuti. Per quanto riguarda il questionario, ci sembra necessario osservare che per avere ri­ sposte più dettagliate su alcuni fattori legati al­ la didattica scolastica sarà opportuno in suc­ cessive ricerche avvalersi, oltre che di stru­ menti con domande chiuse, come quelli utilizzati D Per una presentazione dell'indagine IEA-SAL a livello in questa indagine, anche di altri tipi di stru­ nazionale si veda, oltre all'articolo di Guido Benvenuto previsto nel prossimo numero di questa rivista, P. Lucisano menti, quali interviste o colloqui. (1992a), Come leggono i ragazzi nei diversi paesi delmondo, Per quanto riguarda i risultati ottenuti, un in «La ricerca», 1 novembre, pp. 2-10; P. Lucisano (1992b), dato che occorre riprendere in quest'ultima ri­ Svantaggiati in partenza, in «Riforma della scuola», 1 feb­ flessione è quello del diverso rapporto tra pro­ braio, pp. 2-11; P. Lucisano (1993b), Le preoccupazioni do­ fitto degli studenti e scelte didattiche e valuta­ po un'indagine, in «Epsilon», n. 13, pp. 3-9; P. Lucisano (1993 d), L'istruzione minima: confronto dei risultati sco­ tive effettuate dagli insegnanti delle scuole ele­ lastici 11-14 anni nell'indagine Iea, in Ripensare la scuola mentari e medie. Abbiamo infatti visto come media, a cura di A. Catalano - E. Panini, Roma Valore in molti casi non vi sia nella scuola media, di­ Scuola, pp. 129-146. versamente dalla scuola elementare, relazione Per una presentazione della ricerca IEA-SAL a livello in­ tra le strategie di insegnamento della lettura se­ ternazionale si veda W.B. Elley, How in the World do Stu­ dents Read?, Hamburg, IEA; I. Lundberg - P. Lynnakyla gui te dagli insegnanti e i risultati ottenuti dai (1992), Reading around the World, Hamburg, IEA; T.N. loro studenti alle prove di alfabetizzazione. An­ Postletwaite - K. Ross (1992), Effective Schools in Rea­ zi in alcuni casi si rileva un rapporto inverso ding, Hamburg IEA. (maggiore profitto con assenza o scarsa fre­ quenza d'uso di alcune strategie didattiche). ElIn questo articolo indichiamo tra virgolette il testo del­ le domande riportate nel questionario, mentre in corsivo vie­ Una spiegazione di tale risultati può essere da­ ne riportata la formulazioni delle alternative di risposta for­ ta dalla diversità tra la struttura pre-modulare nite nelle diverse domande. della scuola elementare al momento della rile­ vazione dei dati e quella di team propria del­ l!JPer rispondere a questa domanda è possibile scegliere l'attuale scuola media dell'obbligo. L'insegnan­ fra 5 alternative, ed esattamente: 1= mai o quasi mai; 2= Circa 1 volta all'anno; 3= circa 1 volta a quadrimestre; 4= te unico della scuola elementare spiegherebbe circa 1 volta la mese; 5= circa 1 volta a settimana o più. dunque i migliori risultati ottenuti dagli stu­ denti in quanto maggiormente in grado di ren­ Nella tabella si riportano: dere più unitario l'intervento didattico ed il col­ (a) le percentuali di risposte degli insegnanti accorpate in 3 legamento tra le varie discipline, mentre ciò è categorie: mai o molto raramente (1/2/3); circa 1 volta al me­ se (4), circa una volta a settimana o più (5); più difficile nella scuola media, sebbene i pro­ (b) la media del punteggio degli studenti alle prove di alfa­ grammi richiedano di concordare ed elaborare betizzazione in relazione alle risposte degli insegnanti; piani educativi e didattici secondo il criterio (c) la media e la deviazione standard delle risposte degli in­ della programmazione curricolare. Con tale segnanti alla domanda su una scala da 1 a 5, costruita at­ spiegazione non si vuole comunque sostenere tribuendo dei punti alle 5 diverse risposte. che la struttura modulare della nuova scuola elementare non sia una buona innovazione, ma la necessità di realizzare nella pratica didattica 1l [ESPERIMENTI GRAMMATICALI] DARE IL TEMPO AL TEMPO Maria G. Lo Duca --- inora abbiamo sempre parlato di pas­ studenti. Per aiutarli, tuttavia, ad approdare 122 sato prossimo (=PP) e passato remoto ad una risposta soddisfacente, proporremo lo­ (=PR), come se si trattasse di due tempi per­ ro una serie di contesti divisi per 'genere'. Al­ fettamente solidali, che possono presentar­ l'interno, cioè, del tipo «testo narrativo», nel si, o, per essere più precisi, occorrere, esatta­ quale trovano una loro naturale e frequente mente negli stessi contesti, opponendosi en­ utilizzazione sia il PR che il PP, abbiamo in­ trambi all'imperfetto. E' giunto però il mo­ dividuato tre casi classici, che studieremo se­ mento di chiederci, anzi di chiedere ai nostri paratamente quanto alle loro predilezioni in studenti: è davvero sempre così? Ed è vero ciò fatto di tempi verbali. che comunemente si dice, che la scelta del­ l'uno o dell'altro tempo dipende solo dalla re­ gione nella quale siamo nati e viviamo, es­ sendo il Nord il 'regno' indiscusso del PP, il Ilcaso: la favola. . Sud del PR, ed essendo il Centro equamente diviso tra i due tempi? Detta in altre parole: è (1) ... Un giorno la mamma chiamò Cappuc­ possibile individuare una norma almeno ten­ cetto Rosso e le disse... denzialmente nazionale, o anche solo dei cri­ (2) C'era una volta un Re e una Regina che teri che ci consentano di capire più chiara­ non potevano aver figlioli. Finalmente, a mente sia i casi di sovrapposizione, sia i casi furia di pregare i loro idoli, la Regina di più o meno netta differenziazione nell'uso riuscì ad avere una bambina. Per sapere il dei due tempi? destino della figlia, chiamò dodici astro­ Ci aspettiamo di scoprire fin dall'inizio del logi... (Il figlio del Re di Danimarca, in I. nostro percorso che una delle più radicate con­ Calvino, Fiabe italiane, I, Einaudi, Torino vinzioni grammaticali degli studenti nasce da 1986, p. 85). una interpretazione troppo 'letterale' della de­ nominazione tradizionale dei due tempi sotto E'indubbiamente il caso più semplice, dal osservazione. Tale denominazione sembra in momento che in contesti di questo tipo l'ac­ effetti alludere a una diversa distanza tem­ cordo tra i parlanti italiano è pressoché una­ porale tra il MA (Momento dell'Avvenimento) nime: il PR viene giudicato senz'altro preferi­ e il ME (Momento dell'Enunciazione): il PR bile, ed è di fatto preferito. La trasposizione al sarebbe il tempo con il quale vengono narrati PP dei due contesti parrà a tutti per lo meno eventi avvenuti (o che si immaginano avve­ strana. nuti) in tempi lontani o lontanissimi; il PP sa­ rebbe al contrario il tempo di un passato vici­ (la) ?... Un giorno la mamma ha chiamato no o vicinissimo al ME. Cappuccetto Rosso e le ha detto... Prendiamo per buona questa ipotesi, e par­ (2a) ?C'era una volta un Re e una Regina che tiamo da qui. Per verificarla, dovremmo però non potevano aver figlioli. Finalmente, a prima di tutto accordarci su una questione furia di pregare i loro idoli, la Regina è preliminare: quand'è che un evento può dirsi riuscita ad avere una bambina. Per sape­ «lontano» dal (o «vicino» al) ME? In altre pa­ re il destino della figlia, ha chiamato do­ role, quanto tempo (mesi? anni? secoli?) deve dici astrologi ... essere trascorso perché il parlante possa a buon diritto classificare come lontano un certo La stessa predilezione per il PR si ritrova in evento e quindi possa, senza incorrere in gra­ tutti i testi narrativi scritti (racconti e romanzi), vi errori di prospettiva (e, conseguentemen­ senza alcuna apprezzabile differenza tra scrit­ te, di grammatica) usare il passato «remoto»? tori del Nord o del Sud, e senza alcuna consi­ E' certo una domanda molto intrigante, che derazione per la distanza, lungo l'asse del tem­ faremo esattamente in questi termini ai nostri po, degli eventi narrati. ITALIANO E OLTRE, IX (1994), pp. 122-124 11 [ ESPERIMENTI GRAMMATICALI]

di «distanza temporale», il concetto di «distanza rm 123 caso: la storia. psicologica»: faremo cioè l'ipotesi che sia il gra­ [Il do di coinvolgimento, di partecipazione del par­ lante all'evento del quale parla (o scrive) ad (3) La fuga di Maometto dalla Mecca a Me­ avere il ruolo centrale nella scelta del tempo dina avvenne I è avvenuta nell'anno 622 verbale. Un evento 'sentito' lontano sarebbe re­ della nostra era so preferibilmente al PR; un evento 'sentito' vi­ (4) Nel 1939 la Germania e l'Unione Sovieti­ cino selezionerebbe automaticamente il PP. Ve­ ca-firmaronoI hanno firmato un patto di diamo allora se questa ipotesi riesce a spiegare non aggressione in modo soddisfacente l'uso del PR in certi par­ ticolari generi testuali. Se dovessimo ragionare solo in termini di Abbiamo già visto il caso della favola e della «distanza temporale», dovremmo per (3) consi­ narrativa in genere: qui possiamo a buon dirit­ derare corretta solo la versione al PR. Ma l'uso to dire che i fatti di cui si narra sono completa­ del PP è davvero inaccettabile? L'esempio (4) è mente 'altri' rispetto alla persona del narratore, ancora più controverso: come giudichiamo, in essendo del tutto fittizi. L'uso del PR servireb­ termini di distanza temporale, l'anno 1939? E' be allora a sottolineare questa loro piena e to­ abbastanza lontano da giustificare l'uso del tale indipendenza da qualunque particolare si­ PR? Certo, per chi è nato nel 1970, un avveni­ tuazione comunicativa, la loro distanza psico­ mento che ha squassato il mondo e le coscienze, logica, appunto. Nello stesso modo possiamo ma che è accaduto più di trent'anni prima del forse spiegare l'uso del PR fatto dai manuali e momento della sua nascita, è con ogni probabi­ dai libri di storia in genere: lo storico assume, lità sentito come irrimediabilmente lontano. deve assumere, nei confronti degli eventi che Non così per chi ha vissuto quell'evento, ne ha tenta di descrivere e spiegare, un atteggia­ discusso con gli amici, ha letto i resoconti sui mento il più possibile obiettivo e distaccato. giornali ... La rilevanza psicologica che certi Dunque in quel particolare contesto linguistico eventi storici relativamente recenti hanno an­ che è il libro di storia, è il PR a dominare il cora per certe persone è tale da annullare, o campo, anche quando gli eventi si fanno a noi almeno ridurre fortemente gli anni che sono vicinissimi. Ma non sarà lo stesso in altri con­ nel frattempo trascorsi. Diremo che il primo testi ed in altre situazioni, allorché fattistorici parlante è autorizzato ad usare il PR, il secon­ anche molto lontani nel tempo vengano per una do il PP? qualche ragione sentiti come ancora attuali e No, naturalmente, non è questo il punto. Il coinvolgenti le nostre vite. Allora la distanza nostro scopo è in questo caso mostrare come psicologica dall'evento si riduce, e l'uso del PP sia labile e poco sicuro il criterio della distanza diventa più probabile, se non esclusivo. Voglia­ temporale. Se arriviamo ad avere dei dubbi an­ mo provare? che sul tempo grammaticale di un evento data­ to 622 d.C., allora vuol dire che nella defini­ (5) La rete viaria della zona è ancora oggi zione di partenza c'è qualcosa che non funziona. quella che i Romani tracciarono I hanno Dovremo dunque tentare di rendere esplicite tracciato parecchi secoli fa quelle nostre conoscenze irriflesse, che ci gui­ (6) Cristo venne I è venuto sulla terra per sal­ dano nelle scelte grammaticali come nei giu­ vare l'umanità dizi di grammaticalità. I pochi cenni alla diversa rilevanza psicolo­ Faremo notare ai nostri studenti come per (6) gica che lo stesso lasso di tempo può avere per le implicazioni religiose sono così forti che è il parlanti diversi, non sono stati fattia caso. Ciò PR a sembrare più inadeguato al resto dell'e­ che vogliamo arrivare a dire è che forse per di­ nunciato, che fa chiaro riferimento ad una con­ scutere di PP/PR dovremo sostituire al concetto vinzione di fede (per salvare l'umanità) la qua- 11 I [ ESPERIMENTI GRAMMATICALI] I

r-- le attualizza l'evento, storicamente molto lon­ che costituisce l'oggetto della sua narrazione: 124 tano nel tempo. Si potrebbe anche dire che in ca­ in fondo, anche i fatti privati possono essere si come (5) e (6) l'uso del PP è giustificato dal raccontati con distacco, come se fossero una fatto che certi eventi, pur essendosi consumati 'storia', e in questo caso la scelta del PR di­ ormai molto tempo fa, continuano ad influire in venta immediatamente più probabile. qualche modo sul presente, che i loro effetti Quale conclusione trarremo, meglio, trar­ perdurano e sono, o dovrebbero essere, sotto ranno i nostri studenti, alla fine di questo per­ gli occhi di tutti. corso? Forse una conferma della effettiva soli­ darietà tra PR e PP in molti contesti, con qual­ che caso di più accentuate predilezioni da par­ te di un tempo o dell'altro. E' una solidarietà IDIcaso: i fatti personali. che nasce dal fatto che i due tempi hanno lo stesso valore temporale (di passato) e lo stesso (7) Stamattina ho perso I persi l'autobus valore aspettuale (di compiuto).· E tuttavia... (8) Mi sono sposato I mi sposai nell'ormai proprio qui, sul piano aspettuale, almeno un lontano 1958 caso di netta divergenza è forse possibile tro­ (10) Nel gennaio del 1930 i miei genitori han­ varlo: no venduto I vendettero la casa di cam­ pagna e si sono trasferiti I si trasferirono ( 11) Negli ultimi anni ho vissuto /'1"vissi in in città Francia, e non ho alcuna intenzione di trasferirmi altrove Probabilmente le risposte dei nostri stu­ (12) Fino ad oggi l'azienda ha ricevutof'i'ri­ denti sulla accettabilità di questi esempi sa­ cevette centinaia di lettere di protesta ranno diverse, a seconda della regione nella quale ci troviamo ad operare. E' infatti questo Condivideranno i nostri studenti il giudizio il campo delle maggiori variazioni regionali e che diamo sulla diversa grammaticalità dei due delle più complesse, forse impossibili distin­ tempi impiegati? Confidiamo di sì. La ragione di zioni. Tuttavia, nonostante per molti parlanti, questo diverso comportamento è semplice: in soprattutto meridionali, sia sempre possibile in questi contesti l'azione al PP/PR non può certo questi casi anche l'uso del PR, la tendenza più dirsi del tutto compiuta nel momento in cui il condivisa sembra quella che veicola al PP gli parlante ne parla, anzi è certo (in 11) e proba­ eventi passati, appartenenti alla sfera espe­ bile (in 12) che essa si prolunghi oltre il ME. Be­ rienziale del parlante. E questa tendenza ben ne, solo il PP può assumere talvolta questa va­ si accorda con la nostra ipotesi del criterio lenza aspettuale di incompiutezza, e veicolare della distanza psicologica come spartiacque eventi iniziati nel passato ma ancora in corso al tra i due tempi. L'unica sottile distinzione è ME. Per il PR, invece, non sono ammesse ecce­ forse rintracciabile nell'atteggiamento che, ca­ zioni: un evento al PR deve essersi compiuto pri­ so per caso, il parlante ha nei confronti di ciò ma del ME. • • • • I B T E

Claudio Marazzini demia della Crusca e delle Acca­ Juan Luis Vives e Juan Huarte, demie in generale, sull'educazione per poi tornare in Italia con Pelle­ 125 popolare, sull'organizzazione della grini, Sforza Pallavicina e Vico. Il IL NOSTRO scuola, sulla tollerabilità o meno capitolo che segue, dedicato alla PENSIERO dei dialetti all'interno del corpo polemica Orsi-Bouhours, tra la fi­ sociale (si veda lo spazio dedicato ne del Seicento e l'inizio del Set­ LINGUISTICO da Gensini al «giacobinismo lin­ tecento, ci porta subito di fronte al­ guistico», ai dialetti, e, più in ge­ lo scontro tra la cultura italiana, StefanoGensini. Volgar nerale, ai temi dibattuti dagli Il­ bloccata dal suo tradizionalismo, e favella. Percorsi del pensiero luministi e dagli Idéologues). la vivace cultura francese, ambi­ linguistico italiano da Robortel­ Risulta dunque proficuo un ta­ ziosamente lanciata alla conqui­ lo a Manzoni, La Nuova Italia, glio diverso da quello che si espri­ sta di un'egemonia europea, per Firenze 1994, me comunemente nella forma la quale cerca di trovare il sup­ pp. 341, lire 35.000 mentis dello storico della lingua, il porto di ragioni teoriche e di «gu­ quale, per forza di cose, non trala­ sto». Sullo sfondo si profilano mo­ scia elementi strettamente, 'tec­ tivazioni di ordine politico, nel­ nici', spogli lessicali, nozioni di l'ambizione di definire una volta a materia di questo libro si grammatica storica e di storia del­ per tutte i «caratteri» delle lingue, sovrappone in parte al te­ la grammatica, né può mettere in e dunque il loro ruolo e le loro po­ L ma noto agli studiosi come secondo piano il dibattito più stret­ tenzialità. Gensini, rielaborando «questione della lingua». Il cele­ tamente legato alle concrete pro­ la materia di un suo libro del 1987 bre e ottimo manuale di Maurizio poste linguistico-stilistiche. Qui, (L'identità dell'italiano. Genesi di Vitale (Palumbo, Palermo 19782) è invece, si ha il passaggio a una una semiotica sociale in Italia fra senza dubbio a tutt'oggi la sum­ categoria diversa, un po' più Sei e Ottocento, Milano-Casale, ma delle discussioni linguistico­ astratta e generale, che l'autore Marietti Università), segue passo retorico-normative che hanno ac­ definisce come «pensiero lingui­ passo la polemica, ne svela il si­ compagnato, da Dante fino a Pa­ stico». E', ovviamente, una cate­ gnificato profondo: qui si stabili­ solini, lo sviluppo e la crescita del­ goria più ampia e comprensiva, scono, infatti, i presupposti di qua­ l'italiano. propriamente filosofica. Il territo­ si tutto il dibattito settecentesco Tuttavia la completezza e la ric­ rio in cui il filosofo del linguaggio sulla funzionalità dell'uno o del­ chezza di dati del poderoso e inso­ coglie lo sviluppo del «pensiero lin­ l'altro idioma, il francese raziona­ stituibile volume di Vitale non guistico» non è diverso da quello in le strumento della prosa, e l'ita­ esaurisce la polivalenza degli cui si muove lo storico della lin­ liano sospiroso, poetico, inguari­ spunti teorici rintracciabili nel di­ gua attento all'elaborazione delle bilmente accademico. battito linguistico. Già Gramsci ci «teorie linguistiche»: Gensini ha Ma la cultura linguistica ita­ aveva insegnato a riconoscere, die­ ragione di negare ogni eventuale liana, negli esponenti migliori del tro la questione della lingua, l'af­ contrapposizione. E' evidente, suo pensiero 'forte', reagì assai be­ fiorare della più vasta questione però, che ognuno porta, nella let­ ne alla condizione di crisi in cui dell' «egemonia», intesa come pro­ tura di uno stesso fenomeno, la era stata gettata dai pregiudizi blema del rapporto (leggi: comu­ sensibilità maturata attraverso la letterari, dal toscanismo e dalla nicazione) tra le classi colte e le propria specifica formazione. mancanza di unità politica nazio­ masse estranee alla cultura. Gli Credo ad esempio che il filosofo nale: Gensini lumeggia con veloci intellettuali italiani dei secoli pas­ meglio ci indirizzi nel riconosci­ lampi o con disteso esame le idee sati non furono sordi a questi pro­ mento dei legami europei che reg­ di intellettuali come Muratori, blemi. gono alcune correnti di pensiero Gravina, Bettinelli, Algarotti, Ba­ Il libro di Gensini è la conferma nostrane. Il libro di Gensini lo di­ retti, Genovesi, Galiani (a cui è che un riesame di certi aspetti del­ mostra: si apre con un capitolo dedicato un intero capitolo) e poi la questione della lingua può es­ sulla metafora, in cui si segue l'a­ Beccaria, Ortes, Soave, gli Idéolo­ sere l'occasione per riconoscere la ristotelismo rinascimentale attra­ gues, infine Leopardi (a cui Gen­ presenza di un dibattito politico-ci­ verso i commenti alla Poetica, e sini ha dedicato in passato un or­ vile sotteso a dispute sulla norma subito da Vettori, Castelvetro e mai classico libro) e Manzoni. Non dell'italiano, sul ruolo dell'Acca- Piccolomini si passa agli spagnoli sono, si badi bene, dei medaglioni ITALIANO E OLTRE, IX ( 1994), pp. 125-126 • • • •

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staccati, degli episodi nella que­ Claudio Iacobini o riediti negli anni Ottanta è cer­ 126 stione della lingua: l'ambizione è tamente l'Xg edizione dello Zinga­ quella di scoprire il filo di una tra­ relli (1983), caratterizzata da un dizione italiana di pensiero, nu­ DIZIONARI lemmario di grande ampiezza trita di suggerimenti che arrivano IN ULTIMA (comprendente, oltre alle parole da fuori, da Leibniz, da Locke, da della lingua comune, un gran nu­ Condillac, ma italiana nella sua EDIZIONE mero di termini di ambito tecnico­ specificità politico-civile, prima di specialistico assieme con molte pa­ tutto (e penso, a questo proposi­ Il grande dizionario Garzanti role ormai obsolete), dall'attenzio­ to, agli studi di Lia Formigari, che della linguaitaliana, progetta­ ne per la distinzione dei registri sono certo tra quelli che hanno zione e coordinamento generale d'uso, dalla cura delle etimologie, aperto la strada alle ricerche di di Pasquale Stoppelli, Garzan- dalle indicazioni di carattere fo­ ti, Milano 1993, s.i.p.; Gensini). nematico, dall'abbandono dell'im­ Il sottoscritto non può non ri­ LoZingarelli 1994. Vocabolario postazione puristico-normativa. trovarsi in questo percorso, con­ della lingua italiana di Nicola Le edizioni degli anni Novanta vinto com'è che sia effettivamente Zingarelli, a cura di Miro hanno in linea di massima rag­ esistita una nostra tradizione di Dogliotti e Luigi Rosiello, giunto lo standard qualitativo del­ g pensiero, compatta anche nell'u­ XII�, Zanichelli, Bologna 1993, la X edizione dello Zingarelli, ma tilizzazione di fonti e notizie rela­ L 88.000; non sono state capaci di provocare tive alla formazione del volgare e un ulteriore salto di qualità nella al suo primitivo sviluppo. Lo sto­ Emidio De Felice -Aldo Duro, lessicografia italiana. rico della lingua è dunque portato Vocabolario italiano, L'ambito in cui si sono avuti al­ a misurare la coerenza e la conti­ S.E.I. - G. B. Palumbo, cuni progressi è quello della for­ nuità della tradizione nelle acqui­ To1;no-Palermo, 1993 L. 85.000 mazione delle parole: è aumentato sizioni di carattere tecnico, filolo­ lo spazio ed è stato dato maggior gico e metodologico, mentre il filo­ rilievo alla trattazione di prefis­ sofo riesce probabilmente assai si, suffissi e di tutti gli altri ele­ meglio ad allargare il quadro in lii a recente ondata di nuove menti che concorrono a formare tutte le direzioni, peraltro senza termini tecnico-scientifici. Ciò però l,!I edizioni dei maggiori voca- perdere di vista l'attualità: non a bolari della lingua italiana non è andato di pari passo con una caso il libro si chiude su di un vi­ dipende in massima parte da mo­ maggiore cura nella redazione del­ vace controesame (o esame alter­ tivi di natura commerciale. Le no­ le etimologie: etimi come quello di nativo) del «consuntivo» della po­ vità non riguardano, se non in mo­ barista sono lacunosi o, più spesso, lemica Ascoli-Manzoni proposto do trascurabile, il miglioramento inesistenti, probabilmente perché tempo fa, in chiave antiascoliana e delle norme redazionali, la loro ritenuti troppo ovvi, mentre per filofiorentina, da Arrigo Castella­ esplicitazione l'incremento della altri - come ad esempio porcile - n1. logica interna del vocabolario. Le non si va oltre alla dicitura piut­ principali differenze rispetto alle tosto oscura «da porco sul model­ edizioni precedenti si limitano al­ lo di ovile», e il volenteroso lettore la lemmatizzazione di un certo nu­ che consultasse la definizione del mero di neologismi (in media circa suffisso -ile e l'etimologia di ovile il 5% del lemmario dell'edizione non troverebbe purtroppo mag­ precedente) e di nuove accezioni, giori lumi. alla conseguente ricerca di solu­ Le etimologie rivelano anche zioni grafiche per far fronte al­ un'altra costante dei nuovi voca­ l'aumentato bisogno di battute, al­ bolari: la scarsa attenzione per l'a­ l'aggiunta di tavole e appendici in spetto fonologico e per l'uso parla­ cui trovano sempre più spazio con­ to della lingua. Negli etimi latini, sigli e prescrizioni di carattere infatti, sono indicate le quantità grammaticale e ortografico. delle vocali non delle sillabe (la Il modello di vocabolario a cui si quantità delle seconde, non delle sono ispirati tutti quelli apparsi prime, serve per determinare l'ac- ITALIANO E OLTRE, IX (1994), pp. 125-126 • • • •

cento in italiano). I criteri di silla­ si in esame, non è il caso di stabi­ ortografico. I ricchi repertori fi­ bazione sono equiparati e confusi lire qui un confronto dettagliato nali raccolgono sigle, abbrevia­ 127 con le nonne per l'andata a capo a di ciascuno rispetto a un modello zioni e simboli; locuzioni; proverbi; fine di riga. Le trascrizioni in al­ di vocabolario ancora da realizza­ nomi di persona; notizie etimolo­ fabeto fonetico sono ormai scom­ re (e, almeno in parte, da ideare). giche sui principali nomi geogra­ parse per le parole italiane. Ci limitiamo perciò fornire le fici d'Italia; etnici dei principali Un altro aspetto in comune dei principali caratteristiche che qua­ comuni d'Italia; 31 tavole nomen­ vocabolari di recente pubblicazio­ lificano ciascun vocabolario e lo clatorie. ne è lo sviluppo di appendici con­ differenziano dall'edizione prece­ Il confronto con l'edizione pre­ tenenti informazioni di varia na­ dente. cedente del vocabolario De Felice, tura (tavole nomenclatorie, elenchi Il vocabolario Garzanti ha mi­ Duro non è immediato. Nell'intro­ di sigle, proverbi, nomi propri, gliorato la sua già elegante veste duzione all'edizione del 1975 (edi­ ecc.) in cui prevalgono indicazioni grafica e si è arricchito di una ta dalla casa editrice Palumbo) so­ normative sul corretto uso scritto grammatica di riferimento di una no esposti i criteri di lemmatizza­ della lingua. cinquantina di pagine. Rispetto zione ma non il numero dei lemmi I diversi vocabolari tendono all'edizione precedente (1987) il accolti. Nella parte introduttiva dunque sempre più a somigliarsi numero di pagine è cresciuto da della nuova edizione non c'è alcun l'un l'altro e a differenziarsi dalle 2272 a 2320, il numero di lemmi è riferimento all'opera del 1975; è edizioni precedenti per questioni aumentato di 2.000 per un totale comunque evidente la notevole di dettaglio. Quindi, comprendia­ di 82.000 lemmi, pari a 26 milioni espansione del lemmario, che, pur­ mo appieno chi, acquistando la di battute. La nuova edizione troppo, si è ampliato a scapito del­ nuova edizione di un vocabolario, mantiene gli interessanti inserti la caratteristica migliore della vec­ rimane fedele alle proprie scelte dedicati a prefissi, suffissi ed ele­ chia edizione: un'accurata conte­ precedenti: la consultazione di un menti compositivi. Oltre alla stualizzazione dell'ambito d'uso vocabolario è un'operazione che, grammatica, le appendici conten­ delle parole definite. Il lemmario per quanto sia veloce, è meno sem­ gono 63 tavole nomenclatorie, un della nuova edizione conta 105.000 plice e intuitiva di quanto si possa elenco di sentenze e frasi prover­ voci. Rispetto alla essenziale edi­ immaginare una volta appresa. biali latine, un elenco di sigle e zione precedente sono state ag­ L'abitudine a una certa scansio­ abbreviazioni e una tavola che ri­ giunte etimologie, tavole a colori e ne delle accezioni, ai criteri di in­ porta le proprietà degli elementi in bianco e nero, un glossario mul­ dicazione delle qualifiche gram­ chimici. tilingue riportante la traduzione in maticali, ai caratteri tipografici Il vocabolario Zingarelli ha mo­ inglese, francese,tedesco, spagnolo propri di un certo vocabolario de­ dificato notevolmente la sua ve­ delle 1.500 parole più comuni. Nel­ termina una consuetudine e un'af­ ste grafica, passando da due a tre le appendici troviamo un'accurata fezione che non vi è motivo di tra­ colonne e raggruppando in tavole guida all'uso del vocabolario; al­ dire. Invece, per chi si accosta per a colori i disegni che aiutavano la cune note sulla nascita e sviluppo la prima volta a un vocabolario di comprensione delle definizioni. Il della lingua italiana; un elenco taglia media crediamo che fattori numero dei lemmi è salito dai commentato di forestierismi ac­ importanti per la scelta siano lo 127.000 dell'X� edizione ai 134.000 colti nel corso dei secoli in italiano; stile delle definizioni, la loro coe­ della presente. Le definizioni di espressioni e motti latini; un es­ renza e, soprattutto, la loro com­ prefissi, suffissi ed elementi com­ senziale prontuario di ortografia; prensibilità. A questo riguardo la positivi sono stampate su di un etimi dei nomi propri; sigle e ab­ nuova edizione del vocabolario fondo grigio che li evidenzia ri­ breviazioni; etnici dei principali Garzanti si segnala per chiarezza spetto agli altri lemmi. Un'ulte­ comuni d'Italia; una tavola che ri­ e affidabilità. riore novità è costituita da 16 «No­ porta le proprietà degli elementi Per quanto attiene alle altre ca­ te d'uso» che contengono indica­ chimici e una dedicata alle vita­ ratteristiche dei tre vocabolari pre- zioni di carattere grammaticale e mine. 0 hrhl101«a d, dalww oltlf, M. C. Caselli, S. Maragna, ,....,,.,,....,..n,.i,.._,...,,..0(0., L. Pagliari Rampelli, V. Volterra i....,...... ,., ••,.,,,...... ,o Linguaggio e sordità LINGUAGGIO Parole e segni per l'educazione dei sordi E SORDITÀ Supporti di conoscenza e di intervento rivolti a parole e segni per coloro che operano nel mondo dell'educazione dei l'educazione rl<'i �ordi sordi, ma anche a quanti si occupano di educazione linguistica, a cui viene offerta l'opportunità di /.a Nul)l:a Italia confrontare lo sviluppo linguistico dei bambini sordi con quello degli udenti. Lire 38.000 Come parlano gli italiani a cura di Tullio De Mauro Gli aspetti essenziali della varietà parlata dell'italiano: la sua grammatica, la sua fonologia, i suoi intrecci con i dialetti, gli effetti di quel "ritorno al parlato" sulla vita dell'educazione e della società. Lire 25.000 lsolina Minuto Le patologie del linguaggio infantile I vari disturbi del linguaggio e le loro manifestazioni, le strategie riabilitative e gli interventi lsolina Minuto psicopedagogici, i possibili risultati e la prognosi. 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