¡ ¢ £ ¤ ¥ ¥ ¡ ¥ ¤ ¦ § ¤ ¥ ¨ © ¡ Sabato, 20 settembre 2014 I , 20 settembre 2014 MADRE GIOVANNINA BEATA

Una grande festa per la Chiesa diocesana

abato 20 settembre, alle ore 10.00, la Catte- Sdrale di Como, per la prima volta nella sua storia quasi millenaria, accoglierà la cele- brazione di un rito di beati"cazione. Madre Gio- vannina Franchi, fondatrice della Congregazione delle Suore Infermiere dell’Addolorata, sarà una nuova beata per la Chiesa diocesana . Presiederà il rito il Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, il cardinale : con lui con- celebreranno il vescovo monsignor Diego Coletti , insieme ad altri sei presuli, e sono attesi "no a 100 sacerdoti . Centinaia i fedeli che vivranno questo momento di grande festa, che sarà accompagnato, nella liturgia, da oltre 250 coristi (provenienti da una decina di diversi gruppi) e da un quintetto di ottoni . Il servizio liturgico è assicurato dai semina- risti e dai ministranti che si sono resi disponibili nelle scorse settimane. Molte le autorità civili che hanno annunciato la propria presenza.

Sabato 20 settembre la Cattedrale sarà aperta dalle ore 8.00 del mattino. L’accesso in Duomo , do- ve verranno allestiti 1400 posti a sedere (con l’istal- lazione di schermi nelle navate laterali per favorire a tutti la migliore visuale), è assicurato a tutti co- loro che si sono iscritti presso la Segreteria della Beati"cazione e a cui sono stati consegnati i pass con la scritta “Gruppi” oppure “D” . Il posto sarà loro riservato, al massimo, "no alle ore 9.20 . Una volta esauriti i posti in Duomo i fedeli verranno ac- colti nell’adiacente chiesa di San Giacomo (aperta anch’essa già dalle ore 8.00 di sabato mattina) : pure qui ci saranno posti a sedere e maxi-schermi in collegamento diretto con la Cattedrale.

Per consentire tutta la preparazione, il Duomo re- sterà chiuso al pubblico nelle giornate di giovedì 18 e venerdì 19 settembre . Le Sante Messe verran- no celebrate nella chiesa di San Giacomo.

Il 20 settembre a regolare tutti gli accessi e il tran- quillo svolgimento della mattinata ci saranno i vo- lontari che abitualmente prestano servizio d’or- dine in Cattedrale, i volontari che si sono regi- strati in Segreteria, l’Unitalsi (di sostegno ai di- sabili) e gli Alpini . Si a"ancheranno agli uomini delle Forze dell’Ordine, della Protezione civile e al personale per l’assistenza medica . A tutti il Comitato per la Beati"cazione esprime il proprio sincero ringraziamento per l’impegno generoso e puntuale . All’esterno del Duomo verranno allestiti un punto-ambulanze e una saletta di prima ac- coglienza in caso di necessità (sarà all’interno de- gli U"ci della Cattedrale, in via Magistri Cumacini, sotto i portici). Nella zona fra piazza Verdi e il pas- saggio a livello ferroviario di Trenord saranno a di- sposizione i servizi igienici . Tutto, comunque, sarà ben visibile con segnaletica e personale volontario.

La celebrazione del rito sarà preceduta, a partire dalle ore 9.00 , dalle prove di canto, dalla lettura di testi di ri#essione e dall’ascolto di testimonianze del mon- do sanitario. I sacerdoti che desiderano concelebrare sono pregati di recarsi in Duomo, nella Sacrestia dei mansionari , dove potranno depositare i propri e$etti personali e indossare i paramenti per la celebrazione. Si prega vivamente di portare il proprio camice. La stola sarà fornita dalla Sacrestia. Le religiose e i religiosi non concelebranti troveranno posto all’altare dell’ Assunta. La processione d’ingresso (cui partecipano il Cardinale rappresentante del Santo Padre, il Vescovo diocesano, i vescovi concelebranti, il postulatore, i membri del Con- siglio Episcopale, i canonici della Cattedrale e$ettivi e onorari, il cappellano del Valduce con i cappellani delle case di cura delle Suore infermiere, il responsabile diocesano per la pastorale della salute, il cancelliere vescovile, i segretari dei vescovi, i diaconi, il servizio liturgico) si muoverà dall’Episcopio alle ore 9.50 .

I gruppi che si sono annunciati presso l’U"cio liturgico diocesano o presso la Segreteria della Beati%cazione, e che raggiungeranno Como in pullman, sono stati contattati dall’organizzazione per fornire tutte le indicazioni logistiche necessarie. A chi, invece, arriverà con mezzi propri si ricorda la possibilità o di utilizzare il servi- zio di trasporto pubblico o di lasciare la propria auto nei parcheggi all’ingresso del centro città . Il Comune di Como, in tal senso, ha fornito un prospetto informativo. L’ Autosilo Valmulini (di fronte al vecchio ospedale Sant’Anna), 630 posti, è aperto dalle ore 6.30 alle ore 21.00. La sosta giornaliera costa 1 euro. È dotato di bus- navetta ASF per raggiungere il centro, con passaggi ogni 3/5 minuti (costo: 1,30 euro per il biglietto comprensi- vo di andata e ritorno). Il parcheggio “Ippocastano” , in via Aldo Moro, prevede la sosta con parcometro (0,50 euro all’ora). Di fronte vi è il parcheggio di via Castelnuovo (accessibile tutto il giorno, la tari$a giornaliera è di 2 euro; 1,50 euro %no a sei ore). Per chi arriva dal lago, il parcheggio di Tavernola è gratuito (si raggiunge piazza Cavour, a pochi passi dal Duomo, in battello: il biglietto costa 1,30 euro a tratta). In%ne in via Bellinzona, presso il parcheggio “ Pulesin” , si può sostare %no a sei ore con 1,50 euro.

Si ricorda, in%ne, a tutti coloro che non potranno essere presenti di persona, che il rito di beati%cazione sarà tra- smesso in diretta televisiva, a partire dalle ore 9.30, da TelePace (visibile sul canale 137 del digitale terrestre, sul canale 515 del satellite, e in streaming su internet agli indirizzi www.telepace.it, www.corrierecomo.it, www. espansionetv.it ), in diretta radiofonica su Radio Mater. a cura di ENRICA LATTANZI

II

           Sabato, 20 settembre 2014

Alcune note sulla vita e le attività di madre Giovannina Franchi

a fondatrice della Congregazione delle in famiglia con le sorelle e i fratelli e dal 1814 fratelli sofferenti. Si spoglia delle sue ricchezze L Suore Infermiere della Addolorata nasce al 1824 si forma nell’Educandato di San Carlo mettendole a disposizione dei bisognosi e apre a Como il 24 giugno 1807. Il padre, delle Suore Visitandine di Como. Rientra in in via Vitani con tre compagne Infermiere di valente magistrato del tribunale della città, famiglia a 18 anni; si dedica all’insegnamento Carità la prima Casa di accoglienza per ammalati è Giuseppe Franchi, la madre è Giuseppina del catechismo e alle opere di carità, sempre e convalescenti, prestando assistenza a domicilio Mazza. Viene battezzata in Cattedrale e riceve il mostrando grande attenzione per le necessità del a coloro che “non potevano essere accolti sacramento della Confermazione nella cappella prossimo. Sollecitata col tempo dal suo direttore nel nosocomio della città”. Ci si reca così nei di San Michele, situata all’interno del Palazzo spirituale, il canonico Giovanni Crotti, nel 1853 quartieri più disagiati di Como per portare aiuto Vescovile. Giovannina trascorre la giovinezza comincia il suo cammino di totale dedizione ai agli ammalati nelle loro abitazioni, affrontando

Testimone concreta e attuale. Un esempio da ammirare, ma soprattutto da seguire

pur di non far mancare loro il necessario risparmiate tante so&erenze, ma o&rì la sua sostegno. Lei c’era per tutti, «con gran vita «in sacricio di espiazione per ottenere cuore», come raccomandava alle sue alla mia città la salvezza da questo "agello». compagne: malati di ogni età (con una Ed, e&ettivamente, i documenti dell’epoca sensibilità particolare per i moribondi, ci dicono che, dopo il 23 febbraio 1872, in «che si avvicinano all’Eternità»), anziani, Como non si registrarono altri decessi per ex prostitute, carcerate. Nella sua agenda vaiolo nero. Scelte così, lo ribadiamo, non non mancavano impegni più normali, si improvvisano: gli scritti, non molti, giunti come il catechismo. E la sua casa di via no a noi, ci dicono che madre Giovannina Vitani aprì le porte anche alle catecumene coltivò per tutta la vita un profondo provenienti dalla Svizzera – per le quali era legame di amicizia con il Padre e il Figlio indispensabile un sostegno spirituale – e attraverso l’azione dello Spirito Santo. persino a un vescovo, mandato in esilio per Le sue intuizioni, buone e intelligenti, le sue posizioni antigovernative. Si tratta di continuano, dopo più di 160 anni, a portare monsignor Bernardino Frascolla, presule frutto con le realtà ospedaliere, assistenziali di Foggia, arrestato per “motivi politici”, ed educative presenti sul territorio della al quale fu concessa la detenzione coatta diocesi di Como, ma anche nel resto della Il dono della pietà presso la casa di madre Franchi e della Pia Lombardia, a Roma, a Lugano e Buenos Unione che poco a poco stava nascendo. Aires. Madre Franchi ha camminato per Monsignor Frascolla, che denì l’opera di le vie della città e le ha rese migliori con Giovannina e delle consorelle un granello il suo stile di carità amorevole, fraterna, di senapa che si moltiplicherà , è il vescovo quotidiana. È una testimonianza che a pietà è un dono dello Spirito l’orecchio», per «metterci in ascolto» di che ordinò un altro grande esempio di dobbiamo sentire come patrimonio «L Santo che tante volte viene ciò che lo Spirito Santo ci sta dicendo, carità che orì nella nostra diocesi in quel dell’intera Chiesa comense ma non solo, frainteso o considerato in consapevoli che questi santi e beati non medesimo periodo: san Luigi Guanella. un dono da condividere con le religiose che modo superciale e invece tocca nel sono una medaglia di cui gloriarci, ma Possiamo riconoscere in madre Franchi ancor oggi vivono secondo il suo carisma. cuore la nostra identità e la nostra vita uno stimolo a sentirci interpellati, come una grandissima “genialità evangelica”. Un pensiero particolare desidero rivolgerlo cristiana… Questo dono non si identica cristiani, a$nché una seminagione tanto Andando oltre qualsiasi tipo di pregiudizio, al mio predecessore monsignor Alessandro con l’avere compassione di qualcuno, ricca non vada dispersa. La santità non metteva al centro delle sue azioni la Maggiolini e a tutti coloro che con ma indica l’appartenenza a Dio e il è una questione d’altri tempi o luoghi “persona”. Da qui si mosse la sua attività grande lungimiranza hanno sostenuto, legame profondo con Lui. Un legame lontani: è un fatto, reale, tangibile, costruito di assistenza, molto vasta e variegata, che accompagnato e lavorato, con intelligenza che dà senso a tutta la nostra vita e che giorno per giorno. suscitò ammirazione e si sviluppò sempre e passione per la ricerca, all’iter della ci mantiene saldi, in comunione con il La beaticazione di madre Franchi, in collaborazione con la Chiesa diocesana. causa di beaticazione (che si aprì, nella Padre, anche nei momenti più di$cili e questo sabato 20 settembre, si inserisce La scelta per i “piccoli”, insomma, non sua fase diocesana, esattamente vent’anni travagliati». Papa Francesco, il 4 giugno nel solco di una lunga tradizione di fu ne a stessa, ma innervò la comunità fa). Profonda è la gratitudine per papa 2014, pronunciò queste parole durante fede che rende la diocesi di Como cristiana. Soprattutto non fu una scelta Benedetto XVI e per papa Francesco che la catechesi nell’Udienza generale del spiritualmente ricchissima. Siamo nella avventurosa o improvvisata, ma fondata hanno riconosciuto il valore e la verità mercoledì. Quella mattina, in piazza San Como della seconda metà dell’Ottocento. su una fede vera, che troviamo sintetizzata delle virtù eroiche e quindi del miracolo Pietro, eravamo presenti anche noi, come Madre Franchi, fondatrice delle Suore nei tre capisaldi della regola di vita della avvenuto per intercessione di madre pellegrini della diocesi di Como, giunti Infermiere dell’Addolorata (sebbene la Congregazione nata con lei: il Crocisso, Franchi. Sembravano non esserci più a Roma per esprimere al Santo Padre “Pia Unione” abbia mosso i suoi primi l’Eucaristia, la Madonna Addolorata. È speranze per Pasqualina Daniela, una la gratitudine sincera per i signicativi passi come realtà formata da laiche), la prova concreta che se prendiamo sul bimba nata trent’anni fa con gravissime riconoscimenti che la nostra Chiesa seconda di sette gli di una facoltosa serio il Vangelo la nostra vita non può che di$coltà respiratorie e le cui condizioni ha ricevuto nel volgere di tre anni: la famiglia della buona borghesia comasca “lievitare bene”, come fa il buon pane… generali erano incompatibili con la vita. canonizzazione di san Luigi Guanella (il padre era un a&ermato funzionario di Le circostanze della morte ci confermano Invocata con ducia, prima da una suora (23 ottobre 2011), le beaticazioni governo) si dedicò con passione, e$cacia, la grande generosità della Madre. dell’Ospedale Valduce di Como, poi dai dell’arciprete Nicolò Rusca (21 aprile silenzio e umiltà alle periferie, materiali Giovannina, durante l’epidemia di vaiolo genitori, quindi da altre suore e da alcuni 2013) e di madre Giovannina Franchi ed esistenziali, che vedeva bisognose nero che a+isse la città di Como fra il membri del personale, madre Giovannina (20 settembre 2014). Tre formidabili di cure – mediche ma anche spirituali 1871 e il 1872, andò ad assistere le persone ascoltò le preghiere a lei rivolte e quella testimoni che hanno declinato il dono – intorno a lei. Giovannina non distolse colpite dal morbo: preservando, da bambina riacquistò parametri vitali della pietà, nella loro vita, con semplicità e lo sguardo dall’umanità imbruttita da una parte, le consorelle da un possibile normali, senza alcun tipo di conseguenza concretezza. Noi abbiamo la responsabilità malattie, povertà, fame, miseria e fragilità contagio e portando, dall’altra, conforto neurologica. Un fatto prodigioso, di accogliere e perpetuare tali doni ed varie. Fu il dono della pietà ad aprirle gli agli infermi. Alla ne fu lei ad ammalarsi, assolutamente gratuito e rivolto a quanto esempi e, soprattutto, dobbiamo sentirci occhi e il cuore e a renderla capace di in una forma tanto grave da morirne. di più fragile ci possa essere: un neonato. È come le Chiese descritte nelle ultime riconoscere, in quei volti, tanti fratelli e Nella preghiera che la accompagnò negli questa la forza della grazia. pagine dell’Apocalisse, invitate a «porgere sorelle ai quali dare persino la propria vita, ultimi istanti, non chiese che le venissero + DIEGO COLETTI, Vescovo

Il contesto. Una storia nascosta di intelligente carità Et exaltavit humiles...

na causa di beaticazione, soprattut- beata. Ed è qui che la ricerca storica compie non più giovane? La cui esistenza si svolge U to se riguarda una gura di un pas- un’opera preziosa. Oserei dire che quasi ob- essenzialmente all’interno di un ristretto sato già lontano, diventa occasione bedisce all’invito evangelico di gridare sui rettangolo che, a partire dal duomo, si pro- preziosa per far riemergere un pezzo di sto- tetti quanto è stato sussurrato alle orecchie. lunga (per così dire) da un lato no a San ria, ovvero una parte integrante della vita Certo, a non dimenticarci di questa donna Provino, dall’altro no alla dimora della sua di una comunità umana e cristiana. Così è avrebbe ben potuto bastare la presenza del- famiglia (nei pressi dell’allora municipio, stato anche per la preparazione della Posi- la Congregazione religiosa che a lei si ricon- nell’attuale Cinque Giornate), e poi giù - tio di Giovannina Franchi, redatta nel testo duce e del benemerito ospedale realizzato no alla chiesa di San Nazaro (poi distrutta, nale dalla dr.ssa Francesca Consolini. A dalle sue glie. E tuttavia, la ricerca storica lasciando il varco che si nota dietro l’attuale monte, un lungo lavoro di indagine dovu- può e deve compiere qui un’altra opera pre- Banca d’Italia), dove inizierà la sua opera? I to soprattutto all’opera silenziosa e arguta ziosa: quella di risalire oltre, riscoprendo la Franchi, sì, erano una famiglia in vista nel- di una delle “glie” di madre Franchi, suor freschezza degli inizi, con tutte quelle uma- la città; tuttavia Giovannina la abbandonò, Francesca , al secolo Claudia Gatti. Al suo nissime di$coltà e incertezze che l’istitu- senza farsene una propria, bensì ponendosi anco, per un certo tempo, anche la dr.ssa zione, in seguito, tende sempre ad assorbire al servizio di tanti senza-famiglia, infermi Mariangela Sempio , a cui si devono alcune nella solidità dell’opera compiuta. nel corpo e nell’anima. E lo fece, di nuovo, importanti scoperte, ad esempio l’origine con passi quasi impercettibili, girando l’an- della famiglia Franchi da Nesso o la sepol- UNA STORIA NASCOSTA golo poco discosto da casa sua. Ma quella tura dei resti di Giovannina nella medesi- Fin dagli inizi, in verità, la storia di Giovan- svolta, che ancor oggi conduce da via Cin- ma fossa delle sue prime compagne. Una nina rischiò di nire inosservata – anzi, in- que Giornate (antica “via di città”) alla via ricerca resa ancora più ardua dalla scarsità signicante agli occhi dei più. Quale visi- Vitani, segnava allora un conne profondo. delle documentazione, ri"esso della mar- bilità poteva avere la vicenda di una donna ginalità in cui si è svolta la vita della nuova nubile che compie la sua scelta di vita in età continua nella pagina accanto

                 Sabato, 20 settembre 2014 III

coraggiosamente ogni dif!coltà. Madre Giovannina Franchi, sofferente; mostrarsi coraggiose e umili nel tempo stesso, accogliente, piena di comprensione e affetto, “una copia della che indossa per prima tra le consorelle l’abito religioso, af!da pazienti e cortesi nelle maniere, amanti del silenzio e della casa di Marta e di Maddalena sorelle di Lazzaro”. Ancora, è alla protezione della Vergine Addolorata la “Pia Unione delle fatica, ben disposte all’assistenza degli infermi e a qualunque Madre Giovannina a sostenere che la carità del prossimo debba Sorelle Infermiere” che si applicano alla cura !sica e morale opera di carità, senza eccezione di alcun uf!cio, anche se essere “un amore universale, che tutti abbraccia nel Signore e degli infermi: è con questo spirito che vengono accolti e faticoso e ributtante». Ad approvare tale “Regola” fu il vescovo non esclude nessuno”. Dopo aver dedicato interamente la sua assistiti malati, poveri, anziani, persone sole e senza tetto. Giuseppe Marzorati. Durante i periodi in cui la città di Como vita all’aiuto generoso dei bisognosi, colpita dal vaiolo per Madre Franchi stilò per sè e per le sue consorelle una “Regola è colpita dal colera e dal vaiolo nero, che compiono strage contagio nella cura degli infermi, Giovannina Franchi si spegne di vita” essenziale: «prediligere i malati gravi e moribondi, tra la popolazione, le suore sono esempio di vivo amore il 23 febbraio del 1872. Nell’annuncio delle consorelle per la perché più soli e più vicini all’incontro con Dio; considerare ed esemplare pietà evangelica. Per Madre Giovannina la Casa sua morte si legge: “Oggi giorno 23 febbraio cadde un seme la viva presenza di Cristo nell’Eucaristia e nella persona delle Sorelle Infermiere deve essere una famiglia serena e ch’era il sostegno di tutte noi e di tutti i poveri della Città”.

La Congregazione. Raccogliamo la sua eredità spirituale fatta di amore per Dio e per il prossimo

ono contenta di parlare Suore: «Trattare l’altro con dell’opera di carità di Madre cordialità e gravità, con il SGiovannina Franchi , dovuto rispetto, con carità Fondatrice della Congregazione e prudenza, con a"ettuoso delle Suore Infermiere disinteresse, con senno e dell’Addolorata, perché sono competenza». Insomma, con sempre stata a"ascinata dalla quella che madre Giovannina sua vita di donazione verso i de$niva «carità intelligente e so"erenti. Lei mi ha indicato il ordinata». Ripeto e sottolineo modo di rapportarmi con Dio e i che il nostro servizio non fratelli. Lei mi ha insegnato come deve e non dovrà mai essere e che cosa devo fare per amare i caratterizzato soltanto da poveri. eccellenza tecnica, ma, più Nel 1853, morti i genitori, a di ogni altra cosa, da una 46 anni, con tre compagne, profonda attenzione alla operò la scelta coraggiosa di totalità della persona umana. lasciare la sua vita agiata e la Madre Giovannina non bella abitazione di famiglia ha fatto gran rumore per aprire la “Pia Casa delle durante la sua vita, ella era Sorelle Infermiere” nel centro umile, semplice, prudente, storico di Como (in via Vitani), amava la discrezione e la allora quartiere povero e riservatezza ed esortava malfamato. Questa “Pia Casa” le sue $glie ad applicarsi apriva le porte ad ogni genere nell’imitazione delle virtù di necessità: malati contagiosi Una Madre per tutti della Vergine. «Dopo Gesù e ri$utati da tutti, inferme di Cristo, Maria Santissima mente, prostitute desiderose di riabilitarsi, sollievo che non fosse solo $sico, ma anche e abbiamo scelto di stare accanto al malato deve essere il nostro amore, il nostro catecumene provenienti dalla Svizzera, soprattutto morale e spirituale. per condividerne il dolore, la so"erenza, la modello, la nostra speranza» (Metodo di famiglie in di%coltà, donne sole, poveri, Le cognizioni mediche sono indispensabili solitudine, anche morale, senza giudizi e vita). La sua spiritualità si è caratterizzata ex carcerati, monache espulse dai propri per rendere un servizio e%ciente e senza condanne. Tra le raccomandazione per una profonda vita interiore, incentrata monasteri. Tutti vi trovavano un’accoglienza professionalmente adeguato, ma non della Madre vi è quella di dedicarsi in sull’Eucarestia e sulla contemplazione del calda e fraterna. La Fondatrice scrive: «Il bastano. Chi si trova, o per scelta o per modo particolare ai moribondi, a quelli che Cristo so"erente, del quale gli ammalati giorno 27 settembre 1853 siamo entrate servizio, a operare accanto al malato, oggi de$niamo i malati terminali. Questo sono l’immagine più viva. Il binomio in questa Pia Casa, proponendoci per non può accontentarsi della competenza può sorprendere: cosa vuol dire dedicare “amore per Dio” e “amore per il prossimo”, iscopo la gloria di Dio, la santi$cazione “tecnica”. La nota distintiva impressa da maggiore cura a chi ormai è giunto al $no al sacri$cio della vita, è la sua eredità nostra e l’assistenza corporale e spirituale Giovannina Franchi era proprio questa: termine della vita, a persone per le quali non spirituale, esempio per le consorelle del degli infermi». Giovannina Franchi e le “con gran cuore”: quella che noi viviamo ci sono più cure? Perché sono i malati più suo tempo e del nostro. Madre Giuseppina sue compagne seguivano uno stile di vita – come suore infermiere, ma penso anche fragili, per i quali è sicuramente necessaria Pozzi, che guidò la Congregazione alla semplice e familiare; dividevano i pasti con come sensibilità del personale presente nelle un’assistenza tecnicamente perfetta, ma, morte della Fondatrice, assistendola negli le ospiti e, pur seguendo un orario interno, nostre strutture – è una missione che, prima soprattutto, occorrono sensibilità e umanità, ultimi momenti di vita, raccolse la preghiera erano pronte e disponibili a ogni imprevisto ancora di essere servizio a corpi so"erenti, che si esprimono nella vicinanza, nei piccoli della Madre, la quale o"rì le sue so"erenze che richiedesse la loro presenza e la loro è testimonianza di fede della presenza di gesti, nelle sfumature… a%nché la città fosse $nalmente liberata dal opera. Le Pie Infermiere si occupavano Dio nell’uomo, una testimonianza della Alle sorelle, madre Franchi diceva che morbo. Il miracolo, poi, che ha portato alla anche dei malati a domicilio, quelli che quale il mondo di oggi ha bisogno. Madre dovevano essere «Coraggiose ed umili beati$cazione (a bene$cio di una neonata) all’ospedale non potevano accedere e che Giovannina de$nisce la carità come «amore nel tempo stesso, pazienti e cortesi nelle è quanto mai signi$cativo di tutta l’opera vivevano soli nelle case. L’assistenza non universale che tutti abbraccia nel Signore maniere, amanti del silenzio e della fatica, di Giovannina a sostegno dei più piccoli. era solo infermieristica: pulivano le stanze, e non esclude nessuno». Così è il nostro ben disposte all’assistenza degli infermi Il riconoscimento della nostra cara Madre portavano pasti caldi, accudivano i bambini, servizio e, mai come oggi, in questa società ed a qualunque opera di carità senza quale “beata” ci deve far gioire ed esultare si recavano nelle carceri di San Donnino multi-etnica e multi-religiosa, queste parole eccezione di alcun u%cio sebbene faticoso in un inno di ringraziamento, a%nché a confortare con una buona parola e un suonano attuali. e ributtante mostrando una santa allegrezza questa porti frutti alla nostra vita personale aiuto concreto le donne lì rinchiuse, spesso Noi Suore siamo impegnate a portare avanti e consolazione, sapendo di compiere e comunitaria. Nella speranza di nuove insieme ai $gli più piccoli. Tutta la loro vita, il programma di madre Giovannina Franchi un’azione molto nobile e preziosa agli occhi vocazioni che proseguano il suo prezioso come sottolinea la Fondatrice, era consacrata che è quello di dedicarsi ai malati rifacendosi di Dio». Nella nostra missione di servizio carisma. a una grande missione: «Curare gli infermi, anche a un’espressione di San Paolo: «Mi all’uomo so"erente, nulla deve essere suor EMANUELA BIANCHINI ma con gran cuore», cioè con grande amore, sono fatto infermo con gli infermi, per cambiato rispetto alle raccomandazioni Superiora generale delle Suore Infermiere con tutta l’anima e il desiderio di portare un guadagnare gli infermi» (I Cor IX, 22). Noi che la Fondatrice faceva alle prime dell’Addolorata

Quello tra la città “per bene” e quell’intrico di vie e occupano delle numerosissime ragazze addette casupole che, digradando già verso l’antico porto alla manifattura serica, a don Antonio Gaeta che (dov’è oggi piazza Cavour), raccoglieva gente di fonda l’Orfanatro$o maschile; dalle Canossiane ogni tipo, comunque povera e marginale. Erano che attendono soprattutto alle sordomute, a don decenni, quelli, in cui la povertà aumentava al cre- Eugenio Bonoli che, tra una celebrazione e l’altro scere, sia pure timido, in Como, di un sistema indu- del duomo (era il cerimoniere u%ciale del Capi- striale al cui confronto l’economia agricola, ancora tolo…), raccoglieva giovani nella sua casa e al suo prevalente, non poteva reggere; così si sfornavano confessionale, strappava dalla strada “zitelle po- sempre nuovi miserabili. Essi si rovesciavano sul- vere”, dunque “pericolanti”, si mischiava ogni gior- la città ma ne venivano respinti, verso l’esterno, no con operai e disoccupati. Più tardi arriveranno ossia nei borghi, oppure in quell’area degradata, le Giuseppine in Borgovico, ponendo attenzione benché dal nome gentile: la Cortesella. Di%cile soprattutto alle ragazze a"ette da cecità. Una re- che qualcuno notasse una donna, comunemente te, insomma, ben distesa e diversi$cata, per i di- vestita, che si aggirava, con le sue prime compagne, versi luoghi e tipi di povertà. Poi sarà il tempo di tra quelle povere case, per assistere qualche ma- don Guanella, che si assumerà il privilegio di prov- lato, o che raccoglieva donne in di%coltà di ogni vedere a quelli che ancora erano rimasti fuori da tipo dentro quell’edi$cio acquistato con l’eredità ogni soccorso: ultimi tra gli ultimi. Di tutto quel- paterna, a pochi passi dalla chiesa di San Nazaro, lo splendido fermento di carità che fu l’Ottocen- in fondo alla via Vitani. Immergersi in quel quar- to comasco, Giovannina Franchi costituisce un’e- tiere, come fece Giovannina, signi$cava scompa- spressione luminosa proprio per il suo silenzioso rire. Non è un modo di dire: tutto quel quartiere e operoso nascondimento, protagonista di storie venne letteralmente cancellato alla vista, proprio scritte nei cuori: della gente, e di Dio. Riconoscerla negli anni in cui la Franchi vi pose la sua dimora. Una sorta naia. Ne morì anche Giovannina, e il suo corpo ne fu disfatto. beata signi$ca dunque far riemergere questa trama nascosta di di cordone sanitario, meglio noto come “portici Plinio”, venne santità, lasciando che, ancora una volta, la storia, anche quella edi$cato proprio per nascondere quell’ammasso di case e di TANTI PROTAGONISTI, che ci passa accanto, “a noi - come recita il bel testo dell’inno gente, e separarlo dalla città “bene”. Perché, si sa: certe cose, ai UNA DIFFUSA SANTITÀ dedicato a Giovannina da don Felice Rainoldi, e musicato da benestanti, non stanno bene. Il passo successivo, negli anni ’30 È bene dire che non fu la sola, nella Como del tempo, a tendere Lorenzo Pestuggia - riveli i prodigi del Regno”. E sono i piccoli, del Novecento, sarà quello di radere al suolo tutta, o quasi, la tutte e due le mani a molti che scivolavano nella miseria. Sono come ci insegna il Vangelo, che sanno fare questo. Giovannina Cortesella. Nel frattempo con periodicità molto intensa, epide- decenni di azione vivace da parte di donne e uomini dediti al e molti altri con lei, di ieri e di oggi. mie di colera o di vaiolo seminavano ogni volta vittime a centi- bene del prossimo. Da Francesca Butti e Maria Rossi che si SAVERIO XERES

! " # # # " $ % " # & ' IV Sabato, 20 settembre 2014 

Il contesto in cui maturò la beata Una coraggiosa scelta di novità

lmeno potessimo, colla divina grazia, corrispondere (bigatt ), «A ad un favore sì grande, quale è quello di avere lavorazione nella nostra casa Gesù Cristo in Sacramento, con dei bozzoli e tutto fare e patire per Dio, e per amor suo assistere i poveri tessitura del !lato infermi, ma con gran cuore» , questo scriveva Giovannina a conduzione Franchi nel suo Promemoria , alla data del 28 agosto 1863, familiare, o giorno nel quale venne posto il Santissimo Sacramento meglio, legati nella “Pia Casa delle Sorelle Infermiere di Carità”, da lei a quelle poche aperta dieci anni prima, il 27 settembre 1853. Questo fu il grandi famiglie programma di tutta la sua vita: attuare e vivere una speciale che possedevano consacrazione (dedizione) a Gesù Croci!sso e alla sua Madre le terre. Ne conseguiva la povertà estrema del contado, La famiglia Franchi si inserisce in questo quadro con Addolorata, di cui i malati sono l’immagine viva, si potrebbe perché la gran parte del terreno veniva impiegato per la qualche signi!cativa di%erenza, che incise, poi, sulle scelte dire l’incarnazione: gli infermi sono l’immagine di Cristo coltivazione dei gelsi. Mais, frumento e vite dovevano di Giovannina. Dalle lettere scritte da Andrea e Pietro, so%erente e, come lui, attuano la redenzione attraverso la accontentarsi degli spazi residui, con gravi ripercussioni fratelli di lei, si viene a conoscenza dell’attenzione posta alle so%erenza: «Le Sorelle - scrive la Franchi nel Metodo di sull’economia familiare dei più poveri. I possidenti condizioni di vita dei contadini e non solo al guadagno. La vita per le sorelle Infermiere di Carità - si sono consacrate a comaschi, inoltre, preferivano un tipo di economia “chiusa”, famiglia conduceva uno stile di vita molto intimo, casalingo. Gesù Croci!sso e alla sua santissima Madre Addolorata, di favorendo, magari, il commercio con la Germania e l’Austria, Era una famiglia contraddistinta da una grande unità di cui i cristiani sono immagine più viva nei giorni di malattia. cosicché Como si presentava come una cittadina piuttosto a a%etti e anche da una certa sobrietà. La documentazione Perciò si propongono di attendere con grande diligenza e sé stante, ignara della vivacità degli scambi commerciali, del ricavata dagli Stati d’anime della Cattedrale , nella cui perfezione al servizio di Dio e alla santi!cazione dell’anima movimento di persone, dell’istituzione di banche locali. giurisdizione si trova il palazzo dei Franchi, registra la propria nell’adempimento del sovrano precetto dell’amore di Intorno al 1850 una grave crisi si abbatte sul settore della presenza di sole tre persone di servizio (un numero esiguo Dio e del prossimo». bachicoltura per alcune malattie (il calcino e la pebrina), per quei tempi, considerando il ruolo di primo piano Vorrei puntualizzare cosa abbia signi!cato la fondazione che colpiscono gli animaletti da seta e fanno scendere la rivestito dal capofamiglia). I Franchi alternavano la vita della “Pia Casa” nel panorama della Como di metà produzione a livelli disastrosi. Se tale situazione colpisce in città con lunghi soggiorni nei possedimenti di Drezzo, Ottocento. Giovannina Franchi nacque il 24 giugno 1807 le sostanze dei benestanti, che tuttavia riescono a vivere Grandate e soprattutto Camnago, dove, nella casa padronale, in una famiglia benestante, nella quale il padre rivestiva decorosamente, spinge ancor più la popolazione nella è conservata la stanza, in cui, secondo la tradizione familiare, un ruolo pubblico di peso come funzionario dell’Imperiale miseria; aumenta così il numero dei migranti, ma anche soggiornava Giovannina nei periodi estivi. La madre Regio Governo austriaco. Come molte delle famiglie agiate quello dei ladri, delle prostitute e degli infanti esposti. Giuseppa Mazza, allevata nell’educandato del convento della città, i Franchi (secondi, come ricchezza, solo ai Giovio) A motivo della povertà si ripetevano con frequenza le di San Carlo, trasmise alle !glie, a loro volta inserite nel avevano vasti possedimenti fuori Como, a Drezzo, Camnago epidemie, come il tifo del 1816-1817, e il di%ondersi della medesimo monastero, valori morali e familiari molto forti. e Grandate, dove si praticava l’allevamento dei bachi da pellagra. La miseria tra la gente comune era tale che nel 1817, L’intesa fra i genitori di Giovannina dovette essere sincera, seta. Nel comasco era questa l’attività economica principale, con il concorso del vescovo Carlo Rovelli, fu istituita una improntata su un a%etto vero e profondo. Un’eccezione in esercitata dai grandi proprietari terrieri per mezzo dei propri “Pia Casa d’Industria e di Ricovero”. Questa era una struttura una società nella quale i matrimoni erano tradizionalmente coloni. Non esistono, come nel vicino territorio di Lecco, comune alle grandi città, dove i poveri venivano accolti e piani!cati senza il concorso dei futuri sposi. delle vere e proprie !lande, ma laboratori di allevamento nutriti in cambio del lavoro. (prosegue nella pagina accanto) «Una grande santa perchè fu una grande donna»

“sporcarsi le mani” insieme a lei. D’altra di «intravedere una grandissima parte era molto forte la separazione attualità nella testimonianza di madre fra ricchi e poveri e far incontrare Giovannina, così vicina al magistero di questi due mondi era impensabile. Lei, Papa Francesco, il quale ci invita con però, lo fece. Per questo rappresenta forza ad andare verso le “periferie”, un’eccezione provocatoria, che si cercandole non “altrove” ma aprendo lo realizzò in un ambiente né preparato sguardo sugli ultimi che abitano accanto né propenso a questo tipo di azioni. La a noi. La Franchi lo fece: la “periferia” sua opera non aveva precedenti: rischiò era lì, appena girato l’angolo della sua tutto, anche l’isolamento, pur di farsi “Contrada di città”. La Cortesella era la vicina ai so%erenti (!sici e spirituali), “pattumiera” di Como, dove relegare iovannina fu una donna l’educandato delle Suore della Visitazione ai disagiati, a quelli che nessuno la gente indesiderata, scomoda, che intelligente, animata da una - frequentato dalle giovani donne dell’alta voleva, agli abbandonati nella miseria nessuno voleva vedere». Giovannina, che «G fede solida e da un profondo società - respirando i principi, gli ideali e materiale e nel disordine morale. Per viveva all’ombra della Cattedrale, in un spirito di carità, ma al tempo stesso l’entusiasmo dei fondatori san Francesco lei costoro erano l’immagine più vera, bel palazzo contiguo all’antica sede del estremamente concreta, precisa, accorta di Sales e santa Giovanna Francesca l’incarnazione stessa del Cristo so%erente Municipio, in un rettangolo di “duecento e avveduta, capace di amministrare de Chantal (punti di riferimento per e per questo dovevano essere “amati, passi” fece qualcosa di rivoluzionario, quanto a€dato alla sua responsabilità, lei irrinunciabili, tanto che le suore serviti, venerati”». Aveva mille attenzioni proponendo un modello valido ancora senza sprechi o debiti. Di lei possiamo della Visitazione e le Suore Infermiere per i suoi poveri: non faceva mancare oggi. Con lungimiranza gestì le risorse dire che è una grande santa – da dell’Addolorata che dall’esperienza loro nemmeno i piccoli “vizi”, come il economiche e immobiliari, mettendole al conoscere e riscoprire nella ricchezza della Franchi nasceranno indossano cioccolato, il ca%è e il rosolio. Giovannina riparo da possibili requisizioni (lo Stato del suo pro!lo umano e della sua opera la medesima croce pettorale...). Non aveva intuito che la cura di molte malattie italiano era in fase embrionale e ancora – perché fu una grande donna , che non era, però, scontato l’esito della sua vita. passava anche da un’igiene adeguata dolorose erano le ferite in+itte dalle leggi ebbe paura di fare fatica. In umiltà e «Le scelte della Franchi – aggiunge (e così, quando ristrutturò la casa di via e dai saccheggi del governo napoleonico), silenzio». Francesca Consolini , storica, Francesca Consolini – destarono Vitani, per prima cosa fece costruire un e la sua stessa “Pia Unione”, pur di forte studiosa, consulente e postulatrice (al sicuramente ammirazione nella comunità buon numero di bagni, eliminò il pollaio connotazione religiosa, mantenne una momento sono oltre una trentina le della Como-bene. Trattandosi di un - possibile veicolo di batteri o virus - e la struttura “laica”. In questo modo, in piena cause di beati!cazione da lei seguite, comportamento controcorrente, attese pulizia della biancheria era assicurata collaborazione con la diocesi, conservò fra le quali anche due nostre diocesane: il tempo opportuno, ovvero dopo la da una lavandaia professionista), da un certo margine di autonomia (di€cile don Giovanni Folci e suor Maria Laura morte dei genitori e dopo che tutti i un’alimentazione corretta (faceva immaginare che le autorità ecclesiastiche, Mainetti) parla così di madre Giovannina suoi fratelli e sorelle si erano sposati. In preparare piatti a base di carne tre volte in quegli anni, avrebbero autorizzato Franchi, da sabato 20 settembre nuova questo modo non avrebbe condizionato a settimana e la distribuzione del pane ad aprire un convento in un quartiere beata della Chiesa di Como. Consolini la vita di nessuno. La famiglia, dopo lo fresco era quotidiana) e dalla prevenzione malfamato, circondato da bettole, osterie mette in luce «il coraggio che la Franchi stupore e lo smarrimento iniziali, accettò (visite mediche una volta alla settimana e qualche postribolo!). Una libertà di ebbe nel fare scelte “di rottura” rispetto al e comprese la sua nuova vita. Le rimase e medicine a seconda delle esigenze). agire che la portò a non rinunciare contesto della nobiltà e dell’alta borghesia particolarmente vicina una sorella, con il L’assistenza si traduceva pure nel all’assistenza dei malati durante la comasche dell’epoca». Giovannina marito notaio De Orchi, ma il loro ruolo pagamento di a€tti e bollette a bene!cio devastante epidemia di vaiolo nero del crebbe in una temperie culturale e – puntualizza ancora Consolini – fu di di chi non riusciva ad assolvere i propri 1871-1872. Madre Giuseppina Pozzi familiare sicuramente molto favorevole, consiglio e consulenza, senza tradursi debiti, «trattando tutti con cordialità, che, immune dal morbo per averlo già dove respirò i valori dell’amore, della in un impegno concreto». Lo stesso senso della gratuità e senza giudicare, contratto in forma lieve, assistette madre sobrietà, dell’attenzione al prossimo. vale per il resto della società comasca: a€nché ciascuno si sentisse soddisfatto Franchi !no alla !ne. Ricevette un’ottima formazione presso «furono pochi coloro che la seguirono per ed edi!cato». Consolini non nasconde (prosegue nella pagina accanto)

( ) * + , - - ) - , . / , - 0 1 ) Sabato, 20 settembre 2014 V

Nel suo testamento Giuseppa Mazza scrive: «prego mio zona della Cortesella, da marito a fare l’acquisto di una cappella nel cimitero, giacché secoli caratterizzata da siamo sempre vissuti con tanta buona armonia; così ci abitazioni degradate e uniremo nel sepolcro e in cielo». sovra†ollate, la parte più La fedeltà coniugale, l’amore ai ‚gli, una grande fede e una squallida materialmente carità discreta, unita ad una cultura solida e a un’educazione e moralmente della ‚nissima distinguono le sorelle Franchi. città, per la presenza di Dopo il periodo trascorso nell’educandato della Visitazione, osterie, di case chiuse, dal 1814 al 1824, si aprì per Giovannina un lungo periodo del macello pubblico. Fra di riƒessione e preghiera, durante il quale ebbe modo di le famiglie borghesi e gli rielaborare le vicende che via via interessavano lei e la abitanti della Cortesella famiglia. Il suo atteggiamento di disponibilità alla volontà non vi erano contatti, di Dio lo visse nel rapporto con i genitori, i fratelli, le sorelle, se non per la carità che ma soprattutto nel rapportarsi con il suo direttore spirituale, i primi versavano nelle ascoltando le sue stesse disposizioni interiori. Si sentiva mani del parroco per portata alla vita di famiglia e credeva che tale fosse la volontà provvedere alle miserie di Dio, tanto più che era ‚danzata e prossima al matrimonio. più urgenti, davanti alle San Francesco di Sales aveva grande stima della vita quali anche l’intervento coniugale; la stessa santa Francesca di Chantal, cofondatrice delle autorità pubbliche della Visitazione, era vedova e madre di diversi ‚gli. A si rivelava inadeguato. Un Giovannina questo stato parve senza dubbio consono agli quartiere, nei tempi più insegnamenti che aveva ricevuto: formare una famiglia remoti, pieno di tra‡ci santa. La morte del promesso sposo sconvolse questo piano e vivacità per la sua e Giovannina si pose nuovamente in ascolto della voce di vicinanza al porto che si Dio, leggendo questo avvenimento alla luce della Sua volontà apriva sul lago. Un tempo e cercando a lungo una risposta che si fece attendere per sede di famiglie ricche e parecchi anni. Infatti fu solo nel 1852, quando lei aveva già 45 prestigiose, come i Vitani anni, che comprese quella che sarebbe stata la realizzazione e i Rusca, il quartiere via via si era trasformato. Per la sua si moltiplicavano le osterie, le locande e anche le case di futura della sua vita. Seguendo le direttive del suo confessore, vicinanza al porto era divenuto una zona di tra‡co intenso, tolleranza. il canonico Gian Abbondio Crotti, il 27 settembre 1853 apre dove trovarono posto numerose botteghe, luoghi di ristoro, Dopo il 1855, la situazione peggiorò notevolmente, perché in via Vitani la “Pia Casa delle Sorelle Infermiere di Carità”. fondachi. Molto più tardi vi fu anche costruito il Macello con il piano regolatore dell’Ing. Giovanni Carcano furono Per comprendere a fondo la novità di questa fondazione, Pubblico. Parimenti, come è proprio di tali zone variamente costruiti i Portici Plinio, che isolarono la Cortesella dal resto occorre riƒettere su alcuni dati. frequentate, ma poveramente abitate, la Cortesella si andò della città; il quartiere divenne, secondo la de‚nizione di Giovannina era nata nel palazzo della famiglia Franchi, sito trasformando in una sorta di “suburra”, dove anche le un esperto di allora, l’ing. Eugenio Lainati, «un luttuoso in “Contrada della Città” 184, l’attuale via Cinque Giornate condizioni igienico sanitarie erano assai carenti, aggravate andirivieni di vicoli, in cui la luce del sole era solo un 25. Era una delle zone, sotto la parrocchia della Cattedrale, dal difettoso deƒusso delle acque sia piovane che di accidente [...], un fracido midollo chiuso in un isolato ‚tto, in cui si concentravano le abitazioni delle famiglie bene della ri‚uto. Particolare non secondario: prendendo come grosso e senza sfogo». Como di allora: i Sanbenedetto, poi i Cassina e i Ciceri, i punto di riferimento gli anni di vita di Giovannina (1807- La scelta di Giovannina fu in un certo senso provocatoria: Turconi, poi i Rossini, i Porro, i Lambertenghi, i Parravicini. 1872), vediamo la città di Como raddoppiare il numero una donna nubile, non più giovane e borghese che, nella Nel palazzo attiguo a casa Franchi aveva sede il municipio. degli abitanti, da 15mila a 30mila. Un a†ollamento che mentalità corrente del tempo, doveva vivere dignitosamente Ciò che attualmente resta e si può vedere della casa, o†re sovraccaricò un sistema fognario già carente, che ‚niva ritirata in casa, occupandosi di opere di bene‚cenza, decide l’impressione di una costruzione solida, sobriamente con l’assicurare un luogo favorevole allo svilupparsi e al di impiegare le sue sostanze per comprare una casa in via elegante, funzionale. di†ondersi di malattie varie… Vitani, dove si reca a vivere con tre compagne, attempatelle Per contrasto, appena al di là di quella zona elegante e Nel quartiere, specie nelle vie più vicine al porto, le abitazioni come lei, ma di estrazione sociale alquanto modesta: due riservata, nella medesima giurisdizione della Cattedrale, si crebbero disordinatamente, ammassandosi le une sulle altre, domestiche e la vedova di un secondino delle carceri. Un ammassavano i quartieri più poveri di Como. Anzi, proprio senza seguire alcun piano regolatore. Tali abitazioni strette e segno netto di rottura e di novità, sia dal punto di vista in fondo alla “Contrada della Città”, all’angolo dell’attuale malsane che godevano pochissima aria e luce, ‚nirono per personale, come sotto il pro‚lo sociale e caritativo. via Cinque Giornate, dove abitavano i Franchi, iniziava la divenire ben presto anche il rifugio di gente sospetta, mentre FRANCESCA CONSOLINI

Dio. Per il processo di madre Franchi contraddistinse e accolse come sorelle non ci sono state di‡coltà: tutti i testi povere donne del popolo, lontanissime hanno confermato che la sua memoria da lei per cultura, educazione, tradizione fu sempre circondata da venerazione, famigliare. Questo mi ha sempre colpito: specie dalle suore e da quanti operarono la sua determinazione in nome della con loro. Direi che è stato un percorso carità». impegnativo, ma senza particolari ostacoli. È stato un lavoro di ricerca La commissione teologica che ha archivistica (anche se l’archivio delle valutato le virtù di madre Franchi da Suore di per sé conserva gran parte cosa è stata colpita tanto da arrivare a del materiale su Giovanna Franchi), riconoscerne il valore di santità? ma soprattutto di analisi. Posso dire «Parliamo del Congresso teologico che, rispetto al materiale storico non della Congregazione delle Cause di abbondante e di carattere direi non Santi e della Congregazione plenaria troppo personale (infatti la Madre non dei Cardinali e Vescovi della medesima ci ha lasciato un Diario intimo o un Congregazione, ossia i collegi ai quali carteggio personale), è sorprendente spetta l’esame ed il giudizio sull’esercizio come la sua ‚gura sia riuscita ad eroico delle virtù da parte di un Servo emergere in ogni sua peculiare di Dio. Dai voti dei teologi emerge che caratteristica umana e virtuosa». Giovannina Franchi si dimostrò eroica nella scelta radicale di abbandonare Lei ha studiato con grande passione la la sua vita e i suoi beni di nobile, vita dell’ormai prossima beata: quali appartenente all’alta borghesia di Como, sono i caratteri della persona e della in favore degli ammalati e dei poveri, vita che l’hanno interessata e coinvolta amando così Dio e il prossimo ‚no al Nel giorno della morte, il 23 febbraio beati‚cazione, ha, come preponderanti, di più? sacri‚cio della vita». 1872, la Pozzi scrisse che Giovannina le virtù della carità, della fede, ma anche «Dal mio punto di vista personale, ho «cadde al suolo come un seme prezioso, della prudenza e della giustizia. apprezzato senza dubbio la sua carità e la Le chiedo una ri%essione sul miracolo che faceva germogliare tutta quanta sua forte personalità di donna innovativa avvenuto per intercessione di madre la terra colle sue buone opere... sparì Considerata la distanza temporale, il e coraggiosa. A Milano, nei medesimi Giovannina... come un seme carico di virtù e buone processo è stato storico e documentale. anni nei quali lei fondò la Pia Casa e vi «La vicenda penso sia nota perché se opere, da questa terra alla gloria del Tale circostanza ha comportato operò, ci fu una formidabile ‚oritura di ne è parlato ( vedi la pagina successiva - Paradiso». «E†ettivamente è proprio problemi? Può raccontarci qualcosa opere di carità promosse e sostenute da ndr ); posso solo dir questo: è bello che così - sottolinea sempre la Consolini -. del vostro lavoro di ricerca e analisi? laici che toccarono anche gli strati più madre Giovannina abbia aiutato una La Franchi morì per il vaiolo (anche se il «Ogni causa storica sa di non poter miseri della società: orfani, ragazze a vita appena sbocciata e lo abbia fatto medico utilizzò la formula “per sfacelo” contare sulla diretta testimonianza rischio e già avviate alla prostituzione, nell’ospedale dove le sue Suore operano così da evitare la quarantena alla “Casa di chi ha conosciuto il Servo di Dio o carcerati, ciechi, sordomuti…. e continuano a portare avanti il suo della Pia Unione”). Un male tremendo almeno di quanti ne abbiano sentito L’Ottocento venne de‚nito il secolo d’oro carisma». che imponeva funerali veloci, sepolture parlare da testimoni diretti. Nessuno della carità ambrosiana e i laici, uomini immediate e la distruzione di quanto dei testi ascoltati durante il processo e donne, che vi erano coinvolti in prima L’augurio è che la beati&cazione fosse appartenuto ai deceduti, per evitare diocesano di madre Franchi poteva persona, appartenevano all’aristocrazia sproni a conoscere madre Franchi, il il contagio. Di madre Giovannina ci relazionare sulle sue virtù per esperienza e alla ricca borghesia milanese. A suo esempio, la sua testimonianza... è rimasta solo la croce pettorale (che diretta. Infatti questo tipo di processo Como non era così. Giovanna Franchi A suo avviso che cosa non deve essere viene portata come reliquia il giorno si concentra soprattutto sulla fama fu un caso unico, non aveva precedenti assolutamente disperso o dimenticato della beati‚cazione). Non abbiamo di santità trasmessa dalla morte del cui fare riferimento e non ebbe poi di una donna e di una santa così? altro: come un seme si è annullata, per Servo di Dio ad oggi, ossia il ricordo di collaboratori o consorelle provenienti «La sua città, Como, per la quale ha speso ‚orire nelle opere. Questo rispecchia venerazione che ne circonda la memoria, dal suo ceto sociale. La sua fu una scelta tutta se stessa e per la quale ha o†erto la il suo stile, sobrio, solido e lontano dai il ricorso alla sua intercessione, le grazie di sorprendente coraggio che la portò a vita nel momento della morte, dovrebbe devozionismi, anche nella preghiera, ricevute. I processi storici hanno però un varcare il muro che divideva la borghesia certamente riappropriarsi di questa sua ancorata all’adorazione eucaristica vantaggio: le virtù del Servo di Dio, che dalla gente povera e anche moralmente concittadina, ora beata, promuovendo e al Rosario meditato. Così noi non devono essere provate attraverso l’analisi misera. Fece questo passo da donna iniziative in sua memoria, ma soprattutto dobbiamo “attaccarci” alle sue ossa, ma dei documenti, non sono, per così dire, matura, a 45 anni, consapevole del peso dimostrandosi vicina alla Suore all’esempio, alla scuola di vita che ci ha ‚ltrate dall’esperienza personale del della sua scelta e della solitudine che Infermiere dell’Addolorata che, seguendo lasciato, a‡nché non venga dispersa». testimone, dal suo personale modo avrebbe potuto comportare. Lo fece il suo esempio, continuano il suo servizio Una testimonianza forte, che, come ci di interpretare un avvenimento, una senza fare rumore, con quella nota di di carità e amore». conferma il procedimento della causa di parola, un atteggiamento del Servo di signorilità e riservatezza che sempre la a cura di ENRICA LATTANZI

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Pasqualina Daniela Principe. Una guarigione prodigiosa, non spiegabile con la scienza

gravissime so$erenze e di de%cit capacitarsi di quanto era accaduto. funzionali (specie a livello cerebrale) Stringevano fra le braccia una %glia che, in caso di sopravvivenza. I genitori di appena poche ore prima, non avevano Pasqualina, desiderosi di portare la povera sentito piangere e che pensavano di aver bimba in Campania, nel loro paese natale, perso per sempre... «Tutti – ricordano i si stavano informando per i funerali della genitori – ci avvertirono del fatto che Lina %glia. Ma, come scrivono con dovizia avrebbe potuto avere delle di+coltà. Non di particolari gli atti del procedimento sapevano dirci quanto e a che livello… che ha portato al riconoscimento del Rammentiamo, però, che suor Laura miracolo avvenuto per intercessione di ci disse che avrebbero continuato a madre Giovannina Franchi, suor Laura pregare, perché era già straordinario che Frontini (scomparsa alcuni anni orsono) la bambina si fosse ripresa, ma ancora invocò la “fondatrice”: «preghiamola non bastava». Anche chi non conosca perché solo lei potrà salvare la bambina», bene nei particolari il caso, non può far disse a una delle infermiere del reparto. altro che confermare, ricorrendo al buon E invitò a fare altrettanto anche i genitori, senso, la straordinarietà dell’evento. altre suore e alcuni del personale In questi trent’anni, nel campo della medico e paramedico. Suor Laura, patologia neonatale, sono stati raggiunti inoltre, come d’abitudine in situazioni risultati, tecniche e competenze di+coltose, mise un’immaginetta di inimmaginabili negli Anni Ottanta del madre Giovannina sotto la culla nella secolo scorso. La stessa strumentazione quale era stata posta Pasqualina. «Non oggi in dotazione agli ospedali garantisce c’era più speranza - testimonia la suora possibilità di cure di successo persino -. Da parte mia non volevo portare una nelle situazioni più delicate. Ma nel 1981, “morticina” in Pediatria; ma tuttavia come detto, il contesto era ben diverso. non volevo portarla in cella mortuaria. All’inizio nessuno, in famiglia, parlò di La Madre Salendo nel reparto pediatrico invocai “miracolo”. «Solo con il passare degli ancora con più insistenza e forza madre anni – è l’osservazione della mamma Giovannina». Suor Laura ricordò anche di Pasqualina – ci siamo resi conto che «la nascita di questa bambina è e convinti che ci fu un intervento di è parte di me da annoverare tra i casi disperati che madre Giovannina... con la bimba che ebbi a vedere nel reparto maternità… cresceva nella normalità è diventato un mi rivolsi in modo particolare e con pensiero ricorrente la consapevolezza fede alla Fondatrice, certa della sua che Lina ha avuto una grazia enorme intercessione presso Dio per il recupero e anche noi genitori». «Da piccola – ci asqualina Daniela Principe vive così come serena era stata l’intera della neonata». Quando la piccola (solo in con%da Pasqualina – i miei genitori a Roccabascerana, in provincia gravidanza della secondogenita di tarda serata) riacquistò parametri vitali mi raccontarono che avevo avuto Pdi Avellino. Fa l’insegnante di casa Principe. La piccola, però, venne normali e, soprattutto, quando risultò dei problemi alla nascita. Seppi con sostegno ed è mamma di due bambini: al mondo con gravissimi problemi che a livello neurologico e cerebrale precisione cosa avvenne solo nel 1996, uno di otto anni, l’altro nascerà in respiratori. As%ttica. Non si muoveva. quelle ore trascorse senza adeguata quando fummo chiamati a Como per ottobre. Un’esistenza normalissima, Non piangeva. Non aveva segni vitali. respirazione e con una frequenza alcuni accertamenti medici necessari come molte altre... iniziata, però, con un Da pallidissima diventò cianotica. Una cardiaca quasi nulla, non avevano al processo di beati%cazione. Quando miracolo. Certo. Ogni nuova vita che si situazione irrecuperabile, tanto che il portato ad alcuna conseguenza , tutti, presi coscienza di quanto accadde, ne a$accia a questo mondo è un miracolo, medico di turno – che aveva assistito a in ospedale, ebbero la certezza di aver fui emozionata, felice, sentivo il cuore ma in tale circostanza la parola non è tutte le manovre di rianimazione – aveva assistito a un fatto «inspiegabile, del scoppiare. Non potevo fare a meno di casuale... Il 6 settembre del 1981 mamma già compilato il certi%cato di morte, tutto eccezionale, al di fuori della chiedermi “Ma cosa mi è successo?”. Ero Maria Luisa e papà Ra$aele (campani, con la richiesta di eseguire un esame norma» . Parere confermato, nel marzo anche un po’ spaventata: ero nel pieno provvisoriamente residenti in Brianza autoptico sul corpicino della bimba. del 2013, dalla Commissione medica che, dell’adolescenza e questo miracolo mi ha per motivi di lavoro), arrivano d’urgenza Signi%cativa la testimonianza di uno dei prima di inoltrare la causa per il parere fatto sentire una grande responsabilità. Mi all’ospedale Valduce di Como. Era rianimatori, un anestesista, il quale, nel de%nitivo da parte della Commissione dicevo: “Perché proprio a me?”. Da quel una domenica, nel primo pomeriggio. corso dell’intervento, arrivò ad a$ermare teologica, praticamente all’unanimità giorno – conclude Pasqualina – continuo Pasqualina era pronta a nascere e il che se quella bimba fosse stata sua %glia, giudicò la guarigione di Pasqualina a ringraziare madre Giovannina… La parto («eutocico a termine» si legge nei avrebbe preferito interrompere ogni Daniela Principe come «molto rapida, prego. A lei mi a+do totalmente. Con documenti ospedalieri: ovvero %siologico, attività, perché la scarsa ossigenazione completa, duratura, non spiegabile lei mi sento tranquilla. Perché madre spontaneo, senza complicazioni o alla nascita, prolungata nel tempo, scienti"camente» . La mamma e il Giovannina è parte di me». interventi medici) si svolse regolarmente, sarebbe stata comunque causa di papà, in quei momenti, non seppero ENRICA LATTANZI

Il cammino della causa di beati%cazione

adre Giangiuseppe Califano ha seguito da postulatore, successori di padre Folguera, e cioè a padre Luca De Rosa , e, amata città di Como, ma non per questo meno signi%cativo negli ultimi sei anni, la causa di beati%cazione di dall’anno 2009, al sottoscritto». per la missione che la Chiesa è chiamata a svolgere.. Con Pmadre Giovannina Franchi, raccogliendo il testimone Un compito impegnativo quello del postulatore? cuore compassionevole ed animo generoso si sforzò di di un procedimento iniziato esattamente vent’anni «Devo dire che l’anno 2014 è stato particolarmente ricco dare una risposta evangelica alle emergenze di povertà e fa, con l’apertura del processo diocesano fortemente benedizioni per il lavoro che svolgo assieme ai miei di solitudine del suo tempo. La sua istituzione umile, ma voluto dal Vescovo monsignor Alessandro Maggiolini . collaboratori. A distanza di pochi mesi abbiamo vissuto e+cace, fu di sollievo per tanti so$erenti. Coinvolse altre La commissione di esperti e studiosi chiuse le proprie la beati%cazione della beata Maria Cristina di Savoia, donne coraggiose, vere benefattrici per il popolo, che dall’800 ricerche il 23 febbraio 1997 , con la trasmissione degli Atti regina delle Due Sicilie, a Napoli il 25 gennaio 2014; la %no ad oggi ispirano ancora la loro opera al suo carisma». alla Congregazione delle Cause dei Santi in Roma. Il 20 canonizzazione del papa San Giovanni XXIII, a Roma il 27 Può aiutarci a capire, brevemente, come dalla fase dicembre 2012 ci fu il riconoscimento delle virtù eroiche aprile. Prossimamente, il 23 novembre in piazza San Pietro, diocesana si è arrivati alla proclamazione a beata? e della venerabilità di madre Franchi. È del 9 dicembre verrà canonizzato una straordinaria %gura di frate minore «Il compito della Postulazione, dal 1991 a oggi, è stato quello 2013 , invece, l’autorizzazione alla promulgazione del del XIX secolo, il beato Ludovico da Casoria, che avviò una di avviare e poi seguire le varie fasi dell’iter canonico del decreto riguardante il miracolo, attribuito all’intercessione moltitudine di opere sociali e caritative e fu fondatore di due processo di beati%cazione. In particolare il mio predecessore della Venerabile Serva di Dio Giovannina Franchi dopo Congregazioni di Terziari. Dunque un papa, un frate minore padre Juan Folguera ebbe il compito di inviare a monsignor il vaglio della Consulta Medica, della Consulta teologica sacerdote e fondatore, una regina, e Madre Franchi!». Alessandro Maggiolini, vescovo di Como, la richiesta u+ciale e della Congregazione dei Cardinali e dei Vescovi. Pochi Persone fra loro molto di%erenti, espressione dei tanti di celebrare l’ Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù, la mesi dopo, lo scorso febbraio, è stata u$cializzata la carismi e talenti che animano la Chiesa… fama di santità e di segni di Madre Franchi , attorno alla cui data della beati"cazione: il 20 settembre 2014 . «La «Sono quattro %gure di santità che operarono in contesti %gura persisteva una vasta fama di santità. Quando gli atti Postulazione generale dell’Ordine dei Frati Minori – spiega ed epoche diverse, e che sono esempi eloquenti di come del processo giunsero a Roma, compito della Postulazione padre Califano – ha avuto la gioia di poter condurre al la santità sia la vocazione speci%ca di ogni battezzato. fu quello di elaborare la super vita et virtutibus , traguardo della beati%cazione, nel corrente anno 2014, San Giovanni XXIII , papa, fu scelto da Dio per dare avvio ossia il dossier che contiene tutte le prove della santità del anche la Causa della Venerabile Madre Giovannina Franchi. mediante la convocazione straordinaria del Concilio candidato o della candidata alla beati%cazione. Il Postulatore Di questo rende lode a Dio, insieme alla diocesi di Como e Ecumenico Vaticano II, ad un tempo di rinnovamento successivo, padre Luca De Rosa, nell’anno 1996 ebbe la gioia alla Congregazione delle Suore Infermiere dell’Addolorata. spirituale della Chiesa, in dialogo con il mondo di chiedere l’avvio, presso la medesima curia diocesana di Ho usato la congiunzione “anche” per inquadrare la Causa contemporaneo. La beata Maria Cristina di Savoia , giovane Como, dell’ Inchiesta diocesana relativa ad una presunta di madre Franchi nel contesto delle circa 250 Cause sovrana del Regno delle Due Sicilie, moglie del re Ferdinando guarigione miracolosa, operata da Dio per intercessione di registrate attualmente nel protocollo della Postulazione II, visse in pienezza il vangelo di Gesù nel di+cile ambiente Madre Giovannina . È spettato in%ne a me, come ultimo Generale dei Frati Minori . Si tratta di cause di beati%cazione della corte, facendosi promotrice di ogni genere di opere Postulatore, seguire la fase del dibattimento della causa sia in prevalentemente di frati minori, monache clarisse, fondatrici buone, spirituali e materiali, a vantaggio della famiglia reale e merito alle virtù che in merito al miracolo, giudizio espresso di istituti francescani femminili, terziari, ma anche di altri del popolo; san Ludovico da Casoria , frate minore fu nel XIX dai Consultori teologi e dai Padri cardinali, e anche dai Servi di Dio, non canonicamente dipendenti in maniera secolo un vero genio della carità, che si sforzò di coniugare periti medici per quanto attiene la guarigione miracolosa. diretta dalla famiglia francescana. Tra queste, appunto, in tutte le forme: dall’evangelizzazione missionaria in Africa, In tutte queste fasi il Postulatore ha rappresentato le suore la Causa di madre Franchi che fu a+data a padre Juan all’assistenza infermieristica dei suoi confratelli ammalati, presso la Congregazione delle Cause dei Santi agendo su loro Folguera Trepat - ofm, allora postulatore generale, nel dalle case di formazione per i giovani agli ospizi per i vecchi, mandato. In%ne papa Francesco ha approvato l’iter descritto, mese di maggio 1991, dalla Superiora generale delle dalla fondazione di due nuove congregazioni religiose al autorizzando la Congregazione a promulgare il Decreto sul Suore Infermiere dell’Addolorata, suor Maria Antonietta dialogo con il mondo della cultura. L’orizzonte in cui operò miracolo e concedendo che la beati%cazione della Serva di Pozzi . L’incarico di postulatore fu poi confermato anche ai madre Franchi , fu forse meno ampio, circoscritto alla sua Dio avvenisse a Como il 20 settembre 2014». ( E.L.

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Una testimonianza fiorita vent’anni fa nella periferia di Buenos Aires: grande l’attenzione a bambini, anziani e mamme adolescenti Madre Juanita in

Argentina (apprendimento scolastico, conosciute come le “suore di madre dislalia, ecc.). Si passa poi Giovannina” – ci raccontano –. González all’assistenza pediatrica, Catán si trova nel distretto della adre Giovannina Franchi traumatologica, dermatologica, Matanza, il più popolato della periferia Msvolse tutta la sua attività oculistica, sioterapica. Inne c’è di Buenos Aires. La nostra principale all’interno della città murata il controllo della crescita e dello preoccupazione sono i bambini e gli di Como. Le sorelle che raccolsero sviluppo, il trattamento di stimolazione anziani, ma anche l’educazione alla la sua testimonianza in 130 anni di kinesioterapeutica, l’accompagnamento salute per le mamme adolescenti. Siamo storia hanno fatto frutticare l’opera psicologico e psicopedagogico, la nel cuore della Diocesi – aggiungono della Madre con l’apertura prima prevenzione malattie. I bambini di età le religiose – anche geogracamente dell’Ospedale Valduce a Como e poi la inferiore ai 14 anni devono mantenere e, ogni giorno, assistiamo almeno 400 Clinica Luganese in Canton Ticino. Oggi vincoli con specialisti inerenti alle persone». Madre Giovannina è nota, sono presenti a Sala Comacina (RSA Villa patologie che presentano. La policlinica amata e pregata anche in . Stefania), a Costa Masnaga (con il centro da loro la possibilità di accedere ai servizi «La beaticazione, per noi, è un grande riabilitativo Villa Beretta); a Carlazzo esistenti: consultori esterni, radiologia, dono di Dio! Sarà anche un grosso (Casa San Camillo per esercizi spirituali); laboratorio analisi. In questo modo si impegno, perché saremo chiamate a Roma (con un piccolo pensionato per cerca di dare continuità assistenziale a vivere la nostra chiamata secondo persone non autosu*cienti). Il carisma ai bambini già inclusi nei programmi lo stile di madre Giovannina, non di Madre Franchi è arrivato anche in esistenti per patologie croniche, che soltanto nell’assistere i malati, ma anche Argentina , a Gonzales Catan (Buenos generano nelle famiglie di*coltà socio- dando un’impronta alla nostra vita che Aires) presso la “Policlinica Madre economiche impossibili da superare manifesti in ogni azione , verso i malati Juanita Franchi”, missione attiva da oltre con le loro risorse. Senza queste e verso coloro che troviamo sulle strade 20 anni: quattro suore e una settantina terapie avrebbero un rallentamento di questa missione, che siamo sue Figlie, di persone fra medici, paramedici, dello sviluppo psicosico e un ritardo con le parole e in ogni gesto concreto». amministrativi e tecnici svolgono la loro nell’inserimento sociale. L’attuazione Sabato 20 settembre in Argentina si farà attività attraverso un poliambulatorio. del progetto consentie una maggiore festa per la beaticazione. Il cardinale L’aiuto è dato ai bambini e a tanti anziani possibilità di aiuto, in particolare alle Mario Poli, già ausiliare dell’allora (anche attraverso la cura a domicilio) e, famiglie più bisognose. La notizia primate Jorge Mario Bergoglio, poi soprattutto, alle donne in gravidanza. Il della beaticazione è stata accolta designato da papa Francesco quale suo progetto si articola in tre fasi. Il punto di con grandissima gioia anche laggiù, successore, sarà con le suore di madre partenza è l’assistenza alle famiglie con da suor Ester Marangoni, suor Ruth Juanita, alle ore 10.00 (le 15.00 in bambini portatori di malattie genetiche, Gomez (attuale Superiora), suor Natalia Italia) per celebrare la Santa Messa . neurologiche e con problemi scolastici Baeza e suor Graziella Galvan . «Siamo E.L.

che sentite più vicino a voi? «L’assistenza al malato spirituale col gran cuore, con delicatezza e con l’accoglienza. La nostra prima missione è quella di partire ■ La celebrazione dal lato umano per dare accoglienza e per poi portarla al lato spirituale. “L’assistenza Dal 2005 le beaticazioni corporale e spirituale ma con gran cuore” si svolgono nelle diocesi: diceva Madre Franchi; e noi abbiamo messo in atto questo con il coraggio e con per la nostra Chiesa è la l’umiltà che lei stessa ci ha insegnato. seconda in due anni Le suore hanno sempre avuto uno sguardo lungimirante e partendo da una piccola l Santo Padre Benedetto XVI ha casetta sono arrivate alla grande clinica che Istabilito, a partire dal 2005 che La Clinica Luganese abbiamo oggi. Il gran cuore racchiude tutto la beati!cazione, che è sempre quello che noi quotidianamente cerchiamo atto ponti!cio, venga celebrata di fare con la nostra missione: delicatezza, da un rappresentante del Santo accoglienza, dedizione… Questo è il Padre, solitamente il Prefetto della opo la morte di madre Franchi, della Clinica Luganese, la seconda casa nostro carisma che ci ha trasmesso madre Congregazione delle Cause dei Santi, Davvenuta nel 1872, la Congregazione della Congregazione». Franchi che ha avuto un grande coraggio nelle Chiese particolari. Il Rito della non si limitò ad operare nella casa Attualmente quante suore siete? Qual è di staccarsi dai propri beni e una grande beati!cazione posto nel contesto di di Como ma, una volta fatti propri gli la vostra missione? umiltà nell’operare e nel curare no ad una celebrazione liturgica, inizia con insegnamenti e i valori di Giovannina, «Oggi siamo undici suore; la nostra ammalarsi e morire lei stessa di vaiolo. la presentazione all’assemblea dei intraprese la propria missione in altre missione è quella di rimanere a anco al La nostra forza, come era quella di Madre tratti essenziali del nuovo Beato, fatta zone anche al di fuori d’Italia. Tra queste malato come pastorale sanitaria e di o"rire Franchi, è nella Eucarestia: lei prendeva generalmente dal Vescovo diocesano, vi è la “Clinica Luganese di Moncucco”, un piccolo aiuto in corsia». ogni decisione davanti al Santissimo. Ha quindi il rappresentante del Papa legge la in Svizzera, nella quale, ancora oggi, si Come è composta la clinica? sempre sostenuto che dalla cappella alla Lettera Apostolica con la quale il Sommo lavora e si o"rono cure secondo il carisma «In Clinica oggi ci sono 184 posti letto; corsia non deve esserci di"erenza: in Ponte!ce concede il titolo e gli onori di di madre Franchi. Madre superiora e abbiamo tutte le specialità, tra cui cappella c’è Cristo crocesso, in corsia c’è il Beato al Servo di Dio. Conformemente alla responsabile della clinica è suor Roberta medicina, chirurgia, urologia; e poi malato che rappresenta Cristo so"erente». prassi più recente il rito di beati!cazione Asnaghi, che abbiamo sentito in occasione abbiamo diversi centri ambulatori come Come avete accolto l’annuncio della sua si svolge all’interno della celebrazione della imminente beaticazione. oncologia, radioterapia, ecc… È una Beati#cazione? eucaristica, dopo l’atto penitenziale e Come e quando venne fondata la Clinica struttura acuta che arriva a circa 530 «L’annuncio è stato accolto con grande prima del canto del Gloria, sebbene sia Luganese? collaboratori senza contare i medici. gioia da tutte le Suore e da tutti gli operatori contemplata la possibilità che il rito «La Congregazione di madre Franchi arrivò Lo scopo iniziale su cui venne fondata la e collaboratori della Clinica Luganese. possa essere collocato all’interno di una in Ticino attraverso una delegazione di clinica caratterizza ancora oggi il servizio È questa una preziosa occasione per celebrazione della Parola o della Liturgia ticinesi che frequentava l’ospedale Valduce al malato, vissuto secondo la concezione ricordare la grandezza e il coraggio di delle Ore. La venerazione delle reliquie per curarsi. Da loro partì l’invito alle suore cristiana-cattolica della vita, e gli operatori Madre Franchi che, nonostante la cultura e lo scoprimento dell’immagine, seguite a trasferirsi oltreconne per aprire una casa riconoscono la preziosità del carisma che del tempo volesse la donna piuttosto alla lettura della lettera apostolica, sono dallo stesso stile a Lugano. Fu proprio suor Madre Giovannina Franchi ha accolto, dedicata prevalentemente nell’ambito conservate nel rito che si celebra anche Giuseppina Pozzi, ovvero colei che prese vissuto e trasmesso, e con il loro lavoro familiare, non ha esitato ad uscire di casa nelle Chiese particolari. Rimane comunque il posto di madre superiora dopo la morte quotidiano si prendono cura delle persone per andare nelle zone più povere della città aperta la possibilità di intesa con la di madre Franchi, che, insieme ad altre tre so"erenti, soprattutto dei più deboli». per prendersi cura dei più bisognosi». Segreteria di Stato che il rito possa essere suore, il 24 giugno 1900 aprì la casa di cura Qual è l’insegnamento di Madre Franchi SILVIA GUGGIARI celebrato, con le stesse modalità in Roma.

G H I J K K G K J L M J K N O G VIII Sabato, 20 settembre 2014 F

■ L’Unitalsi ❚❚ Riflessioni dalla Visitazione, dove la Madre si formò Cambiò il mondo a partire dalle sue scelte personali Giovannina: splendido fiore di santità

adre Giovannina Franchi passò nell’e- anch’ella san Francesco di Sales come Padre e sforzano di custodire e di vivere perché il mon- ducandato del Monastero della Visita- Maestro; prese la sua fede semplice e forte, che do possa ancora sentire la tenerezza e la pre- Mzione gli anni della sua adolescenza. gli faceva vedere Dio in tutte le cose e tutte le senza salvi†ca del Signore Gesù che ci è vicino Qui ricevette, come tante altre giovinette del cose in Dio, come bussola nelle alterne vicen- e si china sulle nostre debolezze per aiutarci suo tempo, l’educazione umana e cristiana de dell’esistenza; prese la sua umile a‚abilità, a trasformarle in risposta d’amore al Padre. dalle insegnanti che, Figlie di san Francesco che lo faceva essere “tutto a tutti”, come regola È dunque per noi motivo di immensa gioia di Sales, vivevano la loro missione secondo il di vita e in questo spirito si pose al seguito del contemplare la santità di Madre Giovanni- suo spirito: “dottore dell’amore”, egli fa consi- Signore Gesù, contemplato nell’orazione e, in na, questo splendido †ore di santità che, do- stere il cammino di santità nell’adempimento unione alla Madonna, visitato e assistito negli po aver a‚ondato le sue radici nell’umile ter- del beneplacito di Dio, là dove Egli ci ha po- infermi, in particolare quelli poveri della cit- ra della Visitazione, continua a spandere il sto, momento per momento con tutto l’amore tà, dando così corpo al primitivo progetto che buon profumo di Cristo nella nostra Chiesa e la docilità di cui è capace il nostro povero il Vescovo di Ginevra aveva avuto nel fonda- comense e ne godiamo come di qualche cosa cuore umano. re la Visitazione. Ed è questo spirito di umile che appartiene alla nostra stessa Famiglia, Madre Giovannina rimase profondamente e gioioso servizio animato da una profonda tale è il profondo legame che ci unisce come a‚ascinata da questa spiritualità e, torna- vita interiore che le Figlie di san Francesco di sorelle alle Suore Infermiere dell’Addolorata. Unitalsi, nelle due sottosezioni ta in famiglia, cercò di incarnarla nella sua Sales e le Figlie della ormai prossima Beata Dio sia benedetto! L’ di Como e di Sondrio, si prepara esistenza e di viverla poi anche con le giova- Madre Giovannina Franchi, ovunque siano LE MONACHE DEL MONASTERO a vivere con le Suore Infermiere ni che, a poco a poco si univano a lei. Prese nel mondo, seppur con modalità diverse, si DELLA VISITAZIONE IN COMO dell’Addolorata e con la Chiesa diocesana il grande evento della beati!cazione di suor Giovannina Franchi. Il primo grande insegnamento che ogni unitalsiano è chiamato a fare suo consiste Anche san Luigi conobbe il carisma della Franchi... proprio nel vivere la scelta della carità al di sopra e oltre tutto quello che capita intorno a noi. Così Giovannina Franchi ha vissuto il suo tempo e con la carità lo ha affrontato e trasformato. Spesso noi attendiamo che siano le strutture a cambiare per cambiare poi situazioni e circostanze sfavorevoli. Invece ci viene detto che solo cambiando noi stessi possiamo trasformare tutto intorno a noi. Un altro grande insegnamento lo possiamo cogliere nel fatto che Giovannina Franchi vive la Chiesa del suo tempo, cioè appartiene profondamente al tessuto ecclesiale del suo tempo ed è condotta a scoprire la sua vocazione e a manifestare la sua ministerialità. Prova ne è il costante legame con !gure signi!cative del clero comasco che saranno per lei guida, sostegno e incoraggiamento. Certamente le GUANELLA strade della carità richiedono a noi cristiani e unitalsiani un rinnovato senso ecclesiale di appartenenza e di partecipazione, vivendo con consapevolezza e generosità dentro la Chiesa di oggi secondo la nostra vocazione in particolare nel servizio della carità verso gli ammalati, i disabili e le persone in dif!coltà. Oltre una Chiesa di ministerialità contrapposte e concorrenti… Non possiamo nasconderci che madre Giovannina Franchi è stata donna di impegno sociale, donna che ha coalizzato intorno a se altre donne che hanno Le anime sante si conoscono condiviso il suo ideale di fede e di carità. Non si è preoccupata di dire agli altri che cosa dovevano fare. Ha affrontato come e anime sante si conoscono a sacerdote era di trentasette anni più modo di conoscere da vicino la giovane donna e con delle donne un problema grave vicenda e a vicenda e con tutto giovane rispetto alla religiosa. istituzione, apprezzandone la generosa e speci!co del suo tempo. Vi erano coloro «L il cuore si amano. La più gran Non sono noti documenti da cui ospitalità secondo il carisma e lo spirito che avevano bisogno di cure e non avevano felicità è trovarsi due persone amiche e si evinca che Guanella, giovane della Fondatrice. Don Pellegrini ritiene possibilità di adirvi o di essere soccorsi aiutarsi nel grande a‚are della propria seminarista, ma già molto probabile che don Guanella, per il e aiutati. L’esempio di suor Giovannina santiƒcazione» . Così scriveva don Luigi intraprendente, aperto e curioso del suo testo Massime di spirito e metodo ricorda quello che è il primo compito Guanella riguardo all’importanza dei mondo religioso ed ecclesiastico del d’azione, scritto all’inizio della sua dell’Unitalsi e di ogni unitalsiano andare a rapporti di amicizia e di aiuto reciproco. tempo, abbia visto, conosciuto o trattato avventura di fondatore (1888-89), abbia cercare gli ammalati, interessarci di loro, Nell’aprile 1886, il sacerdote con madre Franchi; quando ella morì, preso spunto proprio dal Metodo di vita metterci al loro servizio sempre e non solo valchiavennasco canonizzato nel egli era lontano, impegnato nella sua per le Sorelle Infermiere di Carità di quando serve ad apparire dinanzi a tutte 2011, era sbarcato a Como da Pianello febbrile attività di economo spirituale a madre Giovannina Franchi. le gradazioni di colore della gerarchia del Lario per aprire la sua prima Savogno. Nel Memoriale dei primi anni cattolica. fondazione, la “Piccola Casa della Divina Non mancano però agganci storici tra dell’Istituzione si può leggere un Giovannina Franchi ha trovato e assunto Provvidenza”, nell’allora via Santa Croce le loro vicende. Innanzitutto ebbero appunto di suor Giuseppina Pozzi: un carisma e lo ha fatto gemmare con la (ora via Grossi), poco oltre il torrente a che fare con gli stessi superiori «29 settembre 1889. Don Guanella sua scelta di vita. Quello che san Francesco Valduce. ecclesiastici tra cui, in particolare, ha dato a noi i Santi Esercizi» . Non di Sales aveva pensato e progettato Qualche anno prima, nel luglio monsignor Bernardino Frascolla. Sono abbiamo traccia dei temi predicati da per le suore visitandine è giunto in lei 1879, un gruppo di suore Infermiere ben documentati i rapporti di familiarità don Guanella alle suore Infermiere a compimento. Mi sembra importante dell’Addolorata, guidate da suor che intercorsero tra il teologo Guanella in quel corso di esercizi spirituali. cogliere la radice del carisma delle Suore Giuseppina Pozzi, si erano trasferite e mons. Frascolla (come egli stesso Scrive don Pellegrini: «Don Guanella Infermiere nella dimensione contemplativa dalla Casa San Nazaro di via Vitani a ricorda «gli era come maestro e padre») stava educando le sue suore, perché delle suore visitandine. Quasi che lo Spirito Como sempre sulla riva del Valduce, e, dall’altra parte, tra madre Franchi e lo crescessero nel sacri!cio e nella carità; Santo da lontano abbia preparato questo dopo la morte di madre Giovannina stesso Vescovo di Foggia, condannato conosceva bene, perché le stava vivendo, frutto e a Como, come altrove, sia poi Franchi, loro fondatrice, che il 20 alla reclusione per motivi politici tutte le di/coltà che un’opera nuova emerso quale vera rami!cazione di carità settembre viene beati!cata a Como. prima in carcere a San Donnino, poi o recente doveva superare. Aveva così e di amore. Ricordiamo la radice da cui Queste !gure così vicine si sono forse in domicilio coatto presso il seminario modo di trasmettere il suo spirito e tutta veniamo. La memoria per un cristiano e conosciute, sostenute, in"uenzate? La maggiore. Può essere verosimile che la sua carica interiore anche al gruppo di una cristiana non è solo un ricordo, per domanda viene spontanea, vedendole Guanella chierico abbia potuto vedere suore di Valduce». quanto puntuale, del passato. La memoria muoversi quasi nello stesso periodo e conoscere madre Franchi attraverso Quando morì suor Pozzi (17 gennaio è l’attuarsi nell’oggi di quello che Dio storico, nello stesso ambiente, in spazi i rapporti di questa con monsignor 1927), don Leonardo Mazzucchi, da sempre semina nella storia e di cui ci molto vicini, animati dallo stesso spirito Frascolla. secondo successore di don Guanella alla chiama con Lui ad essere protagonisti. di carità e di servizio verso i più poveri Le notizie documentate sono invece guida dei Servi della Carità, ne diede Se ci sembra che la nostra testimonianza e so%erenti. Ci vengono in aiuto alcune posteriori alla morte di madre Franchi. comunicazione sul bollettino La Divina sia spenta, se la nostra volontà è debole, indicazioni che ci ha lasciato don Piero Don Pellegrini, riferendosi alle fonti Provvidenza e la partecipazione degli se ci sembra che la speranza non abbia Pellegrini, attento e sensibile storico della storia del Valduce, evidenzia Istituti guanelliani di Como e di Lora più motivo di animare le nostre giornate guanelliano. che nei primi mesi della fondazione ai funerali fu ingente «fra il compianto chiediamoci che cosa ne abbiamo fatto La di%erenza di età tra madre Franchi della “Piccola Casa”, don Guanella, generale di chi ammirò e di chi godé della memoria, dove il Signore chiede anche (Como, 24 giugno 1807 – 23 febbraio «sprovvisto di alloggio, soggiornò più - e chi non ne godette? - del ministero a noi di germogliare in frutti di carità e di 1872) e don Guanella (Fraciscio di volte nella Clinica di via Dante e da costante e generoso di carità molteplice amore sempre nuovi. Campodolcino, 19 dicembre 1842 – Madre Pozzi ricevette generosi aiuti e di lei» . DON GIOVANNI ILLIA Como, 24 ottobre 1915) è notevole: il saggi consigli». Il sacerdote ebbe così SILVIA FASANA