Zanchi Nel Quinto Centenario Della Nascita
«Sono venuto alla luce nel 1516, l’anno prima che tornasse a splendere la luce del Vangelo» Commemorazione del Quinto Centenario della nascita del teologo riformato bergamasco Girolamo Zanchi (1516-1590) Bergamo, Tempio della Chiesa Valdese, 2 febbraio 2016 Occorre incorporare la teologia nella storia e, per una strada contraria, la storia nella teologia, smettere di vedere in questa solo una collezione di concetti e di ragionamenti, riavvicinandola invece a cento altre manifestazioni del pensiero e dei sentimenti contemporanei…in una parola cercare di afferrare le realtà psicologiche che si nascondono sotto le formule scolastiche (LUCIEN FEBVRE , Studi su Riforma e Rinascimento , Einaudi 1966, p. 59) La commemorazione del Quinto Centenario della nascita di Girolamo Zanchi, teologo di dimensione europea, si svolse, cinque anni fa, con la lettura di brani autobiografici che trassi dalla sua corrispondenza, lettura alternata con musiche di Johann Sebastian Bach, eseguite all’organo dal maestro Fabio Piazzalunga. Si preferì, in quell’occasione, non parlare tanto di Zanchi teologo quanto piuttosto dell’uomo; anche se vita e teologia furono in lui così intimamente unite che l’individualità del soggetto si fuse sempre più saldamente con la sua opera teologica. Zanchi fu assai parco nel parlare di sé. Solo una lettera può dirsi integralmente autobiografica, quella del 2 aprile 1565 al parente Lelio Zanchi di Verona; e, in misura minore, la lettera dedicatoria a Filippo I d’Assia dell’opera Miscellanea Theologica del 1566. Le altre lettere, tutte di stretto argomento teologico, ecclesiale, pastorale, contengono solo sporadici passi autobiografici. Scelsi quei passi che mi parvero meglio adeguati ad abbozzare per accenni l’immagine della sua personalità, gli affetti famigliari, le amicizie, i sentimenti, lo stile, i gusti.
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