Per L'ex Ciclista Degli Anni '60-'70 Favoriti
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Colore: Composite ----- Stampata: 18/05/01 20.33 ----- Pagina: UNITA - NAZIONALE - 19 - 19/05/01 sabato 19 maggio 2001 lo sport 19 fronte. Stiamo parlando della prima guerra mondiale, quando il Giro d’Italia aveva ormai Che cos’è il Giro alle spalle i suoi anni di esperienza.Poco è cam- biato nelle stagioni buie del fascismo. Poi, di- menticata un’altra guerra, è arrivata la televi- sione, che l’Italia l’ha unificata ancora di più, nei linguaggi e nei modelli mentre prima era La bici è panoramica: solo conoscenza un po’ di nomi, un po’ di città, un po’ di monumenti. Giro e televisione hanno lavorato assieme, con l’animo dei pionieri. Alla si vede un’altra Italia fine qualche cosa si è perso. L’Italia della gran- de viabilità, delle autostrade, dei viadotti, ha rischiato di uccidere il ciclismo, ma il Giro ha Oreste Pivetta reagito ed è spesso riuscito, per sopravvire, a mostraci un’altra Italia, vagamentepiù riposta, sommersa, un’Italia parzialmente periferica. Provatea seguireuna tappa dal video: vi capite- are il Giro d’Italia non significa andare in rà spessodi incontrare un paesecalmo, silenzio- giro per tuttaItalia: qualcosa si lascia sem- so, sicuramente verde, sconosciuto. Salvo rituf- F pre da parte, stavolta la Calabria e la Sici- farsi dentro le metropoli, lungo le litoraneepopo- lia sono escluse e la Sardegna quasi mai lose delle cabine e degli ombrelloni, nei centri conta, per colpa del mare. Però il Giro d’Italia storici dei nostri turisti. Tante volte il Giro si è dal 1909 ha permessodi conoscerel’Italia a tem- fermato nei cortili delle fabbriche di questo o po di bicicletta, che è un tempo lento per quanto quello sponsor, ai tempi ad esempiodi Molteni e i ciclisti, per tante ragioni, vadano sempre più di Salvarani. Era pure quella un’occasione per forte, il tempo giusto per guardarsi attorno, per leggereil mutamentodi un paeseche attraversa- vedereabbastanza di un paese e di se stessi,per va la sua rapida modernizzazione. Altre volte il godere orizzonti lontani e spiare dentro case, Giro si è fermato davanti agli operai. È capitato cortili, negozi, tra i comportamenti della gente, tutti gli anni: il conflitto sociale incontrava il per conoscere costumi, passioni e persino le fac- Giro, bussava a quella porta per darsi più voce. ce. La bicicletta è il veicolo più panoramico che Mi pare che di fronte ai cartelli della protestail esista,oltre che più economico e pulito. Per mez- Giro abbia sempre manifestato il suo rispetto, zo secolo il Giro ha unificato l’Italia, quando le fermandosi o rallentando. Due popolarità che si comunicazioni erano scarse, affidate ai giornali incontrano, perchénel ciclismo il dna molto ope- e ai racconti, prima che ci si abituasse alla ra- raio (lo sport intanto è fatica e non vi è fatica dio. L’Italia delle montagne i contadini del Sud come quella del ciclismo) non è statomai cancel- la conoscevano soltanto grazie alle cartoline che lato. Non dai soldi e neppure dalle trasfusioni. i parenti e gli amici arruolati spedivano dal Taccone: «Pantani non ha più nulla da dare» Per l’ex ciclista degli anni ‘60-’70 favoriti Garzelli e Casagrande. «Il Pirata sarà una delusione» Gino Sala quando nel 1955 vinse sì il suo terzo Giro, ma Identikit- sponsor pubblicizzando una crema abbronzante, lui che era sì nero in faccia, ma per il fango e il sudore che ne PESCARA Buon viaggio, buona for- Marco incorniciavano il viso. Sempre quell’anno compar- tuna all’ottantaquattresimo Giro vero i primi sponsor legati a quei beni di consumo ciclistico d’Italia che inizierà oggi è finito che stavano cambiando rapidamente lo stile di vita: con la minicrono da Montesilva- ‘‘ Hanno fatto Le patatine al... gas elettrodomestici, caffè, liquori. Fino ai giorni no- no a Pescara, terra d’Abruzzo, ter- stri, in cui i grandi sponsor, come Mapei, Saeco, ra dei Fantini, dei Taccone, dei bene ad Mercatone, possono versare in una stagione oltre Meco, dei Masciarelli, dei Giulia- escluderlo Il vino “annacquato” una decina di miliardi per far girare al meglio le ni, terra di calde passioni che si ruote di Garzelli, Pantani e Savoldelli. Dove non rinnovano per Danilo Di Luca, ra- dal Tour riesce un solo magnate a coprire le spese, ecco il gazzo di casa in cerca di gloria, di Marco Benedetti doppio abbinamento, nascono così quegli ibridi, un risultato brillante a conferma incubo dei pubblicitari, che devono affiancare sen- delle sue promesse. Abbiamo biso- za pietà (ma con benefici del bilancio) bombole del gno di emergenti e Di Luca potreb- Quante maglie rosa sono state indossate da quel gas alle patatine (Liquigas-Pata), o con sommo di- be essere la stella che illumina la primo Giro d’Italia anno 1909, in cui il caparbio sprezzo di profumi enoici e retrogusto tanninico, carovana del 2001. Luigi Ganna da Induno Olona, vinse a Milano, gloriose cantine a detergenti (Cantina Tollo-Acqua& Ho conosciuto questo giovane dopo otto tappe alla fantastica media, riportarono i Sapone); sorte migliore agli estimatori di Vini Cal- di 25 primavere nel Giro delle Re- giornali del tempo, di 27.2 chilometri orari (Garzel- dirola, costretti ad espiare la loro passione per il gioni di qualche anno fa e devo li l’anno scorso terminò con quasi 38). E a cambiare nettare di Bacco con la ricerca della forma fisica dire che mi ha impressionato per così drasticamente non sono state solamente le velo- (Tacconi Sport-Vini Caldirola). Dai cinque ai sette la sua completezza e un carattere cità, ma proprio quelle maglie, che tra poche ore miliardi per il primo sponsor della maglietta, “solo” di combattente,di atleta che vuole migliaia di appassionati inseguiranno dall’Adriatico due o tre per disporre del secondo marchio, e via imporsi senza girare attorno al- al Tirreno prima, e lungo i tornanti delle Dolomiti dicendo fino ai “francobolli”, dove con una mancia- l’ostacolo, deciso, caparbio nell’af- poi, passando sulle strade che videro Verdi cercare ta di milioni, dalla pelletteria all’autotrasportatore, frontare le varie situazioni, come nelle note del Falstaff la terrestre dolcezza delle possono sperare nella mano ferma della cinepresa e ha poi dimostrato entrando nel note, fino a Milano, ove finalmente quelle maglie nella generosità del regista che indugia sull’emico- gruppo dei marpioni. Adesso, do- riposeranno. stato. Il Giro 2001 promuoverà di tutto, cerchi in po due stagioni di apprendistato, Maglie di cui ogni centimetro è saccheggiato lega, trafilati in alluminio, ceramiche e intonaci, Danilo deve dimostrare quanto va- dalla pubblicità, maglie su cui, con ammirevole de- lamiere preverniciate e camper, grandi magazzini e le nel confronto con Pantani, Gar- vozione, lo stremato ciclista dopo la fuga eroica si macchine per il caffè. Già ma perchè proprio sulle zelli, Casagrande e gli altri candi- ricorda di portare la mano, per chiudere la cerniera maglie di un ciclista, e non un calciatore o un dati al trionfo di Milano. Sicuro e consegnare ai fotografi e telecamere il doveroso cestista? Finalmente libero da sondaggi e proiezioni che in queste fasi di avvio Di Luca Il sempre polemico tributo al generoso sponsor. Già, gli sponsor, indu- sul voto degli italiani, anche il professor Nicola pedalerà col sostegno di tanti tifo- Vito Taccone, striali di mortadelle, cucine, automobili, frigoriferi, Piepoli del Cirm seguirà l’84 esima edizione della si. a fianco Mario liquori a base di carciofo e televisori, gelati e gom- corsa rosa: impossibile estorcere una previsione sul Arrivando a Pescara mi è sem- Cipollini e ,in alto, me da masticare, ceramiche e jeans, una vitale pas- vincitore, ma sulle logiche degli sponsor non si fa brato di tornare ai tempi di un il vincitore sione trasformata in denaro di cui si nutre il cicli- pregare. «Certo che conviene investire sul cicli- travolgente entusiasmo popolare dell’ultimo Giro, smo, con cui dare gloria e ricchezza ai pochi cam- smo-ricorda Piepoli- soprattutto in una società rela- e proprio Vito Taccone, proprio Garzelli pioni, e un obolo per il sudore ai tanti del plotone. tivamente ricca come la nostra, dove i valori e i quella specie di diavolo e acqua tra Casagrande I primi anni delle formazioni professionistiche messaggi economici sono usati e abusati. Tutto que- santa degli anni Sessanta, mi ha e Simoni (e della corsa rosa), videro nel ciclismo la presenza sto non basta più, la gente attraverso le imprese di confidato: «Il mio compaesano si di gloriosi marchi strettamente legati alle due ruote: uno scalatore si nutre del suo prestigio e gloria, sale trova di fronte alla prova del nove. Bianchi, Atala Legnano. Già nel lontano 1911 la con lui nella via del successo, trasferendo l’abbina- Le potenzialità per ben figurare ci Fiat intuì che la pubblicità fosse l’anima del com- mento ai marchi che hanno accompagnato l’atleta. sono, resta da vedere se ha il fon- clicca su mercio, abbinando il proprio nome alla squadra di Un gesto semplice e umile come il pedalare su una do per rimanere sulla cresta del- www.giroditalia.it quel Petit Breton, sfortunato sulle strade italiane bicicletta, che porta lo spettatore verso quei valori l’onda anche nella terza settima- ma capace di vincere per ben due volte il Tour de metaeconomici che fanno la differenza poi nel mer- na, quella conclusiva. Certo non www.ilgiroditalia.it France (1907 e 1908). La presenza di sponsor tecni- cato». sarà Pantani ad imporsi...». digilander.iol.it/bikenews/2001/gi- ci al Giro, proseguì quasi costantemente fino al Insomma tutto questo per dire che l’affetto e Taccone boccia il «pirata» con ro/home.htm dopoguerra. E chissà cosa avranno pensato i tifosi l’ammirazione con cui si guarda al traguardo verso una fermezza che sbalordirà chi di Fiorenzo Magni, la cui tenacia di combattente gli quella maglietta sudata, portano poi al traguardo ancora crede nel romagnolo.