MUSICA COME ESPERIENZA TOTALE Riflessioni E Testimonianze Su Roman Vlad

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MUSICA COME ESPERIENZA TOTALE Riflessioni E Testimonianze Su Roman Vlad MUSICA COME ESPERIENZA TOTALE Riflessioni e testimonianze su Roman Vlad A cura di Angela Carone © Fondazione Giorgio Cini onlus, Venezia, 2021 ISBN 978-88-96445-24-2 Volume pubblicato con il contributo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo nell’ambito delle attività del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Roman Vlad (2019) In copertina: appunti di Roman Vlad per il ciclo radiofonico Le opere di Igor Strawinsky (1955-56). Fondazione Giorgio Cini (Venezia), Fondo Roman Vlad Impaginazione e grafica: Matteo Broccoli MUSICA COME ESPERIENZA TOTALE RIFLESSIONI E TESTIMONIANZE SU ROMAN VLAD A cura di Angela Carone INDICE Introduzione di Angela Carone VII RIFLESSIONI Francesco Fontanelli, Tra Croce e Adorno. Gli scritti di Roman Vlad nel tempo della ricostruzione (1945-50) 3 Gianfranco Vinay, Rilettura dell’Architettura di un capolavoro di Roman Vlad 33 Patrizia Veroli, Vlad e Milloss. Vitalità di un’amicizia 49 Alessandro Marchiori, La «dodecafonia svernata» di Roman Vlad. Un excursus attraverso la sua produzione 75 Marco Cosci, Roman Vlad e l’arte della mediazione: gli anni fiorentini (1964-72) 95 Marta Maria Vitale, L’identità musicale del Ravello Festival negli anni della direzione artistica di Roman Vlad 119 TESTIMONIANZE Silvia Cappellini, Roman Vlad in memoriam 141 Carlo Grante, Roman Vlad, pianista e compositore per il pianoforte 145 Michele Emmer, Infinito in una nota: Roman Vlad 155 Giovanni Sinopoli, Roman Vlad e il suono della memoria 161 Fabrizio Pezzopane, Roman Vlad e L’Aquila 165 Riccardo Lopardi, Un ricordo personale del Maestro Roman Vlad 171 Alessandro Solbiati, Piccolo omaggio a una grande figura 173 Gabriele Bonolis, Ricordo di Roman Vlad 177 Enzo Restagno, Alla memoria di Roman Vlad 181 VI Introduzione Angela Carone Menzionare un ambito in cui Roman Vlad, tra gli ultimi anni Trenta del Novecento e il primo decennio del Duemila, non abbia lasciato un contributo significativo è impresa non semplice. Facile è invece imbattersi nei tanti studiosi e musicofili che hanno letto alcuni dei suoi saggi o ascoltato le composizioni e i commenti musicali che egli scrisse per spettacoli teatrali, documentari, film, serie televisive.1 Di certo sono numerosi anche quanti hanno visto Vlad al pianoforte, in una sala di rappresentanza o attraverso uno schermo televisivo, intento ad analizzare e suonare la musica di Beethoven, Schubert, Chopin, o sono stati catturati dalla sua voce trasmessa dalla radio, mentre narrava le vicende artistiche della vita di Rossini o spiegava le regole sottese alle composizioni di Webern.2 Se, al contrario, a pochi 1 La catalogazione completa delle composizioni strumentali, vocali e per il cinema di Vlad, nonché dei relativi carteggi e materiali a stampa di corredo, realizzata da chi scrive tra il 2015 e il 2019 con la collaborazione di Giulia Clera e Marco Cosci, è consultabile nella sezione Archivi digitali della Fondazione Giorgio Cini di Venezia (https://archivi.cini.it/istitutomusica/archive/IT-MUS- GUI001-000006/roman-vlad.html), il cui Istituto per la Musica conserva da novembre 2013 il Fondo Roman Vlad (da qui in avanti FRV). Del Fondo sono stata responsabile dalle prime fasi della sua inventariazione, avviata a gennaio 2013 presso l’abitazione di Roman Vlad, e fino a settembre 2019. Lo stupore e la gioia di Vlad di fronte a un documento dimenticato o da lui ritenuto perduto e “riemerso” dal mare magnum delle sue carte, del quale era solito raccontarmi aneddoti che esso gli riportava alla mente, hanno lasciato in me ricordi indelebili. 2 Per un elenco delle trasmissioni radiofoniche e televisive ideate e/o condotte da Vlad tra il 1954 VII Angela Carone è stato possibile condividere (o disapprovare) il verdetto di Vlad in merito a una causa civile emesso nel Tribunale di Roma, dove tra gli anni Settanta e Ottanta ha esercitato la funzione di consulente musicale,3 tutt’altro che esiguo è il numero di coloro che lo hanno incontrato durante la presentazione ufficiale di una stagione concertistica o operistica da lui organizzata oppure in occasione di un concorso del quale era stato chiamato a far parte della giuria: il “Ferruccio Busoni” (1998; 2000) e il “Marguerite Long” (1992) rivolti a pianisti; il Concorso per giovani cantanti lirici della Comunità Europea (1996); il Concorso per violinisti “Rodolfo Lipizer” (2007; 2009); il Premio Internazionale del disco “Antonio Vivaldi” per la musica antica (1997; 1999), per citare alcuni esempi. Qualunque fosse il campo di azione – persino il set: lo sceneggiato televisivo di Renato Castellani Verdi (1982), oltre a pregiarsi delle sue musiche, contiene un cameo di Vlad, che interpreta Wagner4 – «L’apporto da lui dato alla vita musicale […] fu fantastico. Vlad [era] sempre allegro», di quell’allegria propria «dell’uomo operoso lieto del dovere ben compiuto».5 Ad animare l’infaticabile Vlad, accanto a una lieta operosità e al desiderio di divulgare capillarmente la cultura musicale in tutte le sue sfaccettature, vi era il nobile proposito di abolire, laddove possibile, le inevitabili “barriere” presenti tra chi, come lui, ricopriva un incarico istituzionale e i suoi interlocutori, fossero essi studenti o musicisti professionisti, al fine di rendere totale il loro coinvolgimento in specifiche attività. Non stupisce, quindi, apprendere che egli si attribuiva l’appellativo di «collaboratore» quando parlava di sé in veste di docente – Vlad infatti insegnò anche composizione nei Conservatori di Perugia (1966-76) e Frosinone (1976-86) e tenne lezioni alla Summer School di Dartington Hall, Devon (1954- 55) e all’Università del Maryland (1982).6 Spirito di collaborazione da cui è stato ugualmente mosso quando ha ricoperto il ruolo di Direttore artistico, per esempio del Maggio Musicale Fiorentino: Nella mia classe dico sempre: non sono il vostro insegnante, vi faccio parte di una certa esperienza. Spesso mi faccio interrogare da loro. Cerco di fare uno scambio e il 1991 mi permetto di rimandare al mio articolo Dalla parola scritta alla parola detta: impegno e formazione del cittadino secondo Roman Vlad, «Schweizer Jahrbuch für Musikwissenschaft», XXXVI, Neue Folge, 2016 (© 2019), pp. 91-117: 106-107. 3 Nel FRV è presente un fascicolo denominato Corruzione a palazzo di giustizia in cui Vlad ha conservato gli incartamenti relativi alle cause civili a cui prese parte in qualità di consulente. Tale incarico è menzionato dallo stesso Vlad nel volume Vivere la musica. Un racconto autobiografico, a cura di Vittorio Bonolis e Silvia Cappellini, Einaudi, Torino, 2011, p. 128. 4 L’esperienza è ricordata da Vlad, Vivere la musica, cit., p. 204, in cui si legge che nella medesima scena sua moglie, Licia Borrelli, impersonava Cosima Wagner. 5 Paolo Isotta, Romeno e italiano il grande Roman Vlad, «Corriere della Sera», 21 ottobre 2013, p. 29. 6 La contestazione del musicista Roman Vlad. Intervista a cura di Nora Cervi, «Rocca. Quindicinale della Pro Civitate Christiana», VI, 15 marzo 1969, pp. 54-56: 56. VIII Introduzione di questo genere. A Firenze con le cosiddette masse orchestrali, che io desidero chiamare complessi artistici, cerco di fare tutto insieme con loro: spiego loro le ragioni per cui viene programmata una cosa o un’altra; chiedo le loro critiche e cerco veramente di fare ogni cosa con la massima collaborazione. Il loro postulato di partecipare alla programmazione potrà essere una cosa difficile da realizzarsi, ma non è assurdo.7 In oltre settant’anni di costante presenza sulla scena italiana e internazionale l’attività di Vlad non è stata esente da critiche, sia costruttive, come quelle degli orchestrali appena menzionate, sia ingiustificate, spesso espresse contestualmente al trionfo di uno specifico evento culturale da lui ideato. Ciò è quanto si verificò nel 1964 in occasione della spettacolare edizione del Maggio Musicale Fiorentino dedicato all’Espressionismo nelle arti, agli occhi di alcuni considerata una manifestazione dai costi eccessivamente elevati ed esterofila, per la grande presenza in cartellone di opere tedesche,8 o quando, in veste di Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, per l’apertura della stagione 1981/1982 Vlad programmò Fausta di Donizetti («opera ingiustamente dimenticata, della cui singolare importanza [era] profondamente convinto»).9 Tale scelta, come di consueto dettata dalla grande attenzione con la quale egli selezionava le composizioni da inserire nel cartellone di un teatro o di un festival, suscitò grande entusiasmo, ma guadagnò anche giudizi negativi, accompagnati da «ostilità, ostacoli e intrighi» che, in generale, aumentavano «ad ogni successo che rialzava le sorti del Teatro», al punto da impedire a Vlad di proseguire serenamente la «missione» che si era prefissato e rassegnare a malincuore le dimissioni nel 1982.10 Le riserve sul suo operato non risparmiarono neppure la vastissima attività di critico e saggista, talvolta tacciata di essere condotta con un linguaggio eccessivamente tecnico, come ebbe modo di osservare Massimo Mila, il quale tuttavia non mancò di controbilanciare una simile opinione elogiando lo stile che Vlad adottava nelle critiche musicali (per le quali nutriva una «quasi invidiosa ammirazione»): 7 Ibid. 8 Cfr. Leonardo Pinzauti, Storia del Maggio. Dalla nascita della “Stabile Orchestrale Fiorentina” (1928) al festival del 1993, Libreria Musicale Italiana, Lucca, 1994, in particolare il capitolo 19 Contributi sull’Espressionismo (1963-1964), pp. 154-165, e il mio Espressionismo al XXVII Maggio musicale fiorentino. Un felice groviglio
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