UNIVERSITÀ SISTEMA MUSEALE DEGLI STUDI DELLA PROVINCIA DI DI MACERATA

I processi formativi ed evolutivi della città in area adriatica

A cura di G. de Marinis G.M. Fabrini G. Paci R. Perna M. Silvestrini

BAR International Series 2419 2012 Published by

Archaeopress Publishers of British Archaeological Reports Gordon House 276 Banbury Road Oxford OX2 7ED England [email protected] www.archaeopress.com

BAR S2419

I processi formativi ed evolutivi della città in area adriatica

© Archaeopress and the individual authors 2012

Coordinamento e cura editoriale: S. Cingolani Segreteria scientifica: C. Capponi Impaginazione: R. Nocelli Immagine di copertina: Tabula Peutingeriana (segm. IV,V,VI)

ISBN 978 1 4073 1018 3

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Città e campagna nella valle del Chienti in età repubblicana ed imperiale. la carta archeologica della provincia di Macerata

Roberto Perna (R.P.) - Chiara Capponi (C.C.)

This contribution, arosen from the analysis of data acquired through the implementation of the Archaeological map of the - a survey that is still in progress- , aims at studying the settlement system of the population between the late Iron Age and the Roman Time within an area stretching in the middle valleys of the river Chienti and . The first results makes possible the identification of key moments in the development of agriculture and growth of the population in the settlement considered in the chronological span going between the second and first century B.C. as well as in the Augustan-triumviral period.

La Carta Archeologica della Provincia di Macerata In una prima fase il lavoro ha consentito di coprire 1/3 dei nell’ambito della CAM regionale (R.P.) Comuni della regione prevedendo, in alcuni casi pilota, di integrare i dati della CAM con altri di natura eterogenea Il Progetto Carta Archeologica della provincia di Mace- anche al fine di realizzare un nuovo tematismo, come av- rata nasce come prosecuzione dall’esperienza della Carta venuto nel caso della stesura della Carta del Rischio arche- Archeologica delle (CAM) che, iniziata nel 1999, ologico del Comune di Treia4. aveva quale obiettivo prioritario quello di realizzare il re- pertorio archivistico bibliografico (a partire dagli archivi Nel rispetto dei fini e metodi base della CAM, la Provincia della Soprintendenza Archeologica per le Marche) per la di Macerata ha quindi deciso, sempre in stretto coordina- realizzazione della Carta archeologica regionale e la sua mento con la Soprintendenza per i Beni archeologici delle georeferenzazione in ambito GIS1. Marche, di completare il lavoro nel proprio territorio av- valendosi della collaborazione dell’Associazione Sistema Le schede alfanumeriche utilizzate hanno sostanzial- Museale della provincia di Macerata e dell’Università di mente ripreso i tracciati, la struttura e le norme definite Macerata. dall’ICCD, discostandosene solo in quanto non prevedo- no la compilazione dei dati altrimenti cartografati dalla Uno stimolo particolare, oltre che allo sviluppo delle ricer- regione Marche (uso del suolo, geologia, catasti, ecc…) ca scientifica, era legato anche alla necessità di acquisire e e quindi inseriti o inseribili nel GIS come features, ma al sistematizzare informazioni al fine di poterle condividere tempo stesso predisponendone l’integrazione con cam- anche con l’Ufficio Urbanistica della Provincia di Mace- pi e vocabolari normalizzati funzionali alla possibilità di rata e con i Comuni della stessa provincia ai fini di un loro realizzare tematismi cartografici facilmente realizzabili consapevole utilizzo per la gestione e programmazione del grazie al GIS. Tale scelta corrispondeva alla necessità di territorio5. trasparenza e comunicabilità delle informazioni, vista la possibilità di elaborare tracciati di interscambio (.trc) gra- Nella prima fase del progetto provinciale, conclusasi nel zie alla informatizzazione dei dati attraverso il programma corso del 2009, tenendo conto che il bacino del fiume Po- “SIRPaC”, realizzato dalla regione stessa. tenza (comprendente le valli dello stesso e del torrente Asola) era stato in parte analizzato grazie alla realizzazio- Ogni informazione è stata verificata con ricognizioni mi- ne della prima fase della CAM regionale - confluita poi in rate in tutti i siti segnalati, siti che sono stati quindi carto- lavori a carattere complessivo, esiti anche della realizza- grafati seguendo modalità standardizzate in relazione alla accuratezza ed alla risoluzione del dato.

4 La consapevolezza della mancanza di norme condivise per In questo caso sono stati analizzati sia i rischi da pressione antropica, sia i rischi naturali; si veda in particolare Perna 2003, pp. 294-298. Al la generalizzazione degli elementi geometrico-cartografici repertorio di siti archeologici è stata affiancata – in una fase successiva in ambito archeologico è stata alla base anche della ne- – anche la realizzazione della carta della viabilità romana nelle Marche cessità di codificare gli elementi per la definizione della che ha previsto la georeferenziazione e la schedatura di 403 tratti viari e risoluzione2 e dell’accuratezza3. di tutte le opere d’arte stradale note nella regione. Il Progetto ha previsto anche la scansione e georeferenziazione dei catasti gregoriani delle più importanti aree archeologiche della provincia. 5 Tale territorio infatti ha continuato nel corso degli ultimi trenta anni a subire un imponente processo di occupazione e trasformazione con par- 1 Sul Progetto, promosso dalla Regione Marche e dalla Soprintendenza ticolare evidenza per quanto riguarda la media e bassa valle del Chienti, stessa, si veda: Perna 2001, pp. 328-333; Perna 2002, p. 18; Gobbi e lungo la quale si sono moltiplicati gli insediamenti e che oggi, con la rea- Lanari 2009, pp. 103-105. lizzazione della nuova viabilità legata al “quadrilatero Marche-Umbria”, 2 Della accuratezza nella rappresentazione della localizzazione e forma sta subendo trasformazioni irreversibili con una ingente e definitiva per- degli elementi geometrici. dita di elementi che costituiscono il tessuto storico stratificato, tessuto 3 Intendendo la precisione con cui sono rappresentati gli elementi da salvaguardare ai fini anche dello sviluppo economico e sociale del geometrici. territorio stesso.

149 I processi formativi ed evolutivi della città in area adriatica zione di ricognizione sistematiche6 - si è deciso, anche a riferibili all’età del Bronzo9. seguito di uno studio di fattibilità, di completare la sche- La ricerca ha consentito in conclusione di catalogare, car- datura per le valli del Chienti e del suo affluente, da Sud, tografare e georeferenziare 1818 siti per tutta la provincia il Fiastra. di Macerata (Fig. 2). Si tratta evidentemente di dati che risentono in maniera significativa, soprattutto su scala pro- Le valli del Chienti e del Fiastra di fatto costituiscono la vinciale e bibliografica, della casualità dei ritrovamenti e metà meridionale della provincia di Macerata e sono carat- della particolare storia archeologica dei singoli territori, terizzate fin dalla preistoria da una diffusa antropizzazione ma che ciononostante hanno potuto e potranno aiutare a che, nel corso del tempo, ne ha fatto oggetto di numerose formulare alcune utili ipotesi di lavoro. ricerche archeologiche7. Si tratta di una bibliografia ricca e complessa che solo raramente ha però visto la realizzazio- Le indagini sistematiche (R.P.) ne di sintesi e ricerche a carattere complessivo8. Contemporaneamente alla realizzazione del repertorio ar- La prima fase della presente ricerca ha quindi previsto chivistico-bibliografico sono state avviate anche indagini l’analisi del ricco repertorio bibliografico e archivistico sistematiche che hanno previsto l’applicazione in maniera relativo ai Comuni interessati: , Bolo- integrale delle normali metodologie di indagine topogra- gnola, Caldarola, Camporotondo di Fiastrone, Castelsan- fica. tangelo sul Nera, Cessapalombo, Colmurano, , Fiastra, Fiordimonte, Gualdo, Loro Piceno, Macerata, Per ora sono state completate le tavolette dell’IGM 125 Montecassiano, Montecavallo, Monte San Giusto, Monte IV NO, 124 I SE ed il territorio dei Comuni di Mogliano San Martino, Montelupone, Morovalle, , Pieve- e Petriolo; sostanzialmente si tratta dei territori pertinenti bovigliana, Pievetorina, Pollenza, Ripe , San la colonia di Urbs Salvia10, il municipio di Pausulae11, il Ginesio, Sant’Angelo in Pontano, Sarnano, Serrapetrona, municipio di Tolentinum12. Il progetto è tuttora in corso, , , Urbisaglia, Ussita, Visso. con l’obiettivo prioritario di completare le valle del Chien- Grazie alla realizzazione della seconda e successiva fase ti e del Fiastra e sottoporre integralmente tutto il territorio del medesimo Progetto provinciale sono poi stati comple- della provincia di Macerata a ricognizioni. tati l’aggiornamento (per i Comuni che ne erano già dotati grazie alla CAM regionale) e la realizzazione (per quelli La prima fase ha previsto l’avvio dell’indagine basandosi ancora sprovvisti e rimasti esclusi dai lavori già citati) del sull’analisi di foto aeree verticali e oblique13, consentendo, repertorio per la valle del Potenza e dell’Asola. rispetto al repertorio archivistico-bibliografico, di acquisi- re ulteriori informazioni che sono state verificate poi con In tutto, nei Comuni interessati dalla prima fase del pro- ricognizioni a terra. getto, quindi ricomprendibili nel bacino del fiume Chienti, sono stati schedati e georeferenziati 805 siti archeologici In particolare il lavoro fino ad oggi realizzato ha riguar- (Fig. 1) dei quali genericamente riferibili all’età romana e dato il controllo delle immagini relative a ca. 138 km2, su tardoantica ben 578 siti. Seguono 84 siti riferibili all’età un bacino provinciale di 1.436 km2, corrispondendo a ca. del Ferro, 46 di età preistorica, mentre sono solo 16 quelli il 9% del totale14; nonostante questo, i risultati sono stati particolarmente incoraggianti consentendo di individuare nuove aree rispetto a quelle note.

6 Sul repertorio bibliografico realizzato nel corso degli anni 2002-2003 dalla Regione Marche successivamente confluito ed utilizzato per la rea­ lizzazione di indagini sistematiche, si veda: Perna 2001; Perna 2002, 9 Soprattutto per l’attribuzione cronologica dei siti in tale fase del lavoro Perna 2003; Percossi Serenelli, Pignocchi e Vermeulen 2006, pp. 44-53; si è coscienti dei limiti legati all’impostazione preliminare della ricerca Gobbi e Lanari, 2009, pp. 103-108. che amplifica enormemente, ad esempio, le problematiche legate ai feno- 7 A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, si riportano gli studi più re- meni deposizionali che possono determinare lacune nell’individuazione centi: Moscatelli 1986, pp. 51-97; Moscatelli 1988, pp. 233-245; Mosca- dei siti e di conseguenza indurre a conclusioni erronee sul popolamento: telli e Vettorazzi 1988; Vettorazzi 1990a, pp. 107-119; Vettorazzi 1990b, cfr. Taylor 2000, pp. 60-71, Terrenato 2004, pp. 36-48. pp. 97-136; Delplace 1993; Moscatelli 1997, pp. 233-238; Giorgi 2000, 10 La città romana di Urbs Salvia è oggetto da tempo di ricerche da parte pp. 165-184; Silvestrini 2001, pp. 486-487; Massi Secondari 2002; Ma- dell’Università degli Studi di Macerata: Fabrini 2000, pp. 113-158; Fabrini rengo e Paci 2004, pp. 297-319; Percossi Serenelli 2005b, pp. 22-36; Atti 2001, pp. 9-35; Fabrini 2003, pp. 109-137; Fabrini 2006, pp. 65-118; Perna 2005; Perna 2005. Tra gli ultimi volumi a carattere più ampio dedicati al 2006; Fabrini e Perna 2010, pp. 1-11; Fabrini e Perna 2011, pp. 1-16. territorio si veda: de Marinis, Paci, Percossi Serenelli e Silvestrini 2005; 11 Percossi Serenelli 1982, pp. 140-141; Paci 2006, pp. 85-86; Paci 2008, prezioso anche per il suo carattere “schedografico” Fabrini, Paci e Perna pp. 63-75; Branchesi 2009, pp. 49-96. Il territorio dell’antica Pausulae 2004. è stato anche oggetto di ricerca da parte della dottoressa C. Capponi 8 In particolare la valle del fiume Potenza è stata oggetto di indagini si- nell’ambito di una tesi di specializzazione in Topografia Antica discussa stematiche nel corso degli anni a partire dal lavoro condotto dalle Dott. nel 2006 presso l’Università degli Studi di Lecce ed in corso di pubbli- sse Percossi e Silvestrini (Percossi Serenelli e Silvestrini 1986, pp. 15-54) cazione. Su tali attività si veda anche Perna c.s., pp. 91-96. Sui limiti fino alle più sistematiche indagini realizzate da diversi anni da parte della dell’ager di Pausulae si veda da ultimo Branchesi 2009, pp. 59-60. Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche in 12 Massi Secondari 1988, pp. 169-97; Perna c.s., pp. 91-96. collaborazione con l’Università di Gent che ha condotto nel territorio il 13 Fondamentale è stato il contributo offerto dal Nucleo Tutela del Patri- progetto denominato Potentia Valley Survey. Si veda a riguardo Verdonck monio Culturale dei Carabinieri di Ancona con i quali sono state sorvola- e Vermeulen 2004, pp. 161-229; Percossi Serenelli, Pignocchi e Vermeu- te le aree a maggiore potenzialità del territorio. len 2006 e i contributi in questo stesso volume di Frank Vermeulen e di 14 La superficie totale della provincia di Macerata corrisponde a ca. 2.772 Edvige Percossi Serenelli. Km2.

150 R. Perna, C. Capponi - Città e campagna nella valle del Chienti in età repubblicana ed imperiale. La carta...

Parallelamente per tutto questo territorio è stata avviata la Cisterna di Tolentino20. La ricchezza e varietà dei corredi realizzazione di survey; la metodologia seguita ha previsto conferma la vitalità degli scambi commerciali che avveni- l’utilizzo di squadre da tre ricognitori alla distanza massi- vano attraverso la valle del Chienti21. ma di circa 5 m15. L’assenza di dati sul tipo di aggregazione urbana di età Le varie condizioni di visibilità e la forte antropizzazione picena in questa porzione di territorio, rende difficile pun- dell’area hanno permesso l’indagine sistematica di circa tualizzare la tipologia dell’organizzazione territoriale in il 65% del territorio, il restante 23%, risulta interessato da età arcaica e se si possa parlare di aggregazione complessa insediamenti moderni, mentre il 12% è caratterizzato da con centri principali che assolvono al ruolo di centri ege- vegetazione coprente (Fig. 3). moni rispetto a centri minori22.

Per quanto oggi i dati siano ancora in fase di elaborazio- La documentazione archeologica ad oggi disponibile per- ne e quindi lungi da una definitiva elaborazione sintetica, mette di ritenere che tra la fine del VI e il IV secolo a.C. ci sembra utile offrire alcuni elementi che possono valere la capanna venne sostituita da strutture edilizie con fonda- come elementi di riflessione e sorgenti di discussioni per zioni di pietra e copertura di tegole e coppi. Tra i casi più lo studio di un territorio nel quale sono inseriti, in alcuni esemplari, per la valle del Fiastra, Montalto di Cessapa- casi parzialmente, quelli delle moderne Tolentino, Urbi- lombo23. saglia, Corridonia, Macerata, Petriolo e Pollenza16 e che corrisponde sostanzialmente alle medie valli del Chienti e Durante le ricognizioni sono stati individuati frammenti di del Fiastra (Fig. 4). laterizi di età picena sulle alture che circondano la piana di San Claudio al Chienti a livelli di quota che vanno dai Rapporto città territorio - organizzazione insediativa dello 155 ai 233 m s.l.m. La tipologia stessa dei ritrovamenti sviluppo agricolo (C.C.) non permette un inquadramento cronologico preciso ma potrebbe indiziare la presenza dell’abitato di altura con In questa sede ci si vuole soffermare su alcuni preliminari funzione di controllo sulla vallata fluviale corrispondente. dati inerenti il rapporto tra città e territorio con particola- Nello stesso tempo i dati non sono sufficienti per puntua- re riguardo all’organizzazione insediativa dello sviluppo lizzare l’entità di questi nuclei insediativi che potrebbero agricolo tra i secoli III a.C. e I d.C. essere di carattere rurale.

Si tratta del periodo che viene comunemente identificato A riguardo merita menzione l’abitato di età picena in loca- come “romanizzazione”17 intesa come l’insieme dei fe- lità Valle di Macerata identificato nel 1998 durante i lavori nomeni che caratterizzarono i rapporti tra le popolazioni per la costruzione del nuovo seminario diocesano24. Per il autoctone e l’organizzazione socio-culturale e politica di sito si hanno ad oggi solo le notizie della documentazione Roma. In questo momento si assiste ad una transizione nel di archivio della Soprintendenza e scarse menzioni biblio- modo di sfruttare ed occupare il territorio, che porta all’ac- grafiche25. L’insediamento posto su di un altura (212 m s. catastamento, caratterizzato anche dalla nascita della villa, l. m.) naturalmente munita, in posizione dominante, si af- ed dall’urbanizzazione18. faccia sulla vallata del Chienti al di sopra del sito dell’an- tica Pausulae. La presenza di sepolture a incinerazione e il L’approfondimento delle problematiche inerenti a questa ritrovamento di ceramica greca a figure rosse attesterebbe organizzazione è stato svolto in un settore della media val- la vitalità del centro nel periodo orientalizzante. La notizia le del Chienti e del Fiastra già interessato dalle ricognizio- del rinvenimento di sepolture a inumazione di età roma- ni sistematiche. na a cui corrisponde l’individuazione, in ricognizione, di tegole e ceramiche di età repubblicana, potrebbe indicare In età orientalizzante ed arcaica in quest’area è attestata la che l’altura non venne abbandonata con l’inizio della ro- presenza di sepolcreti di facies picena che testimoniano la manizzazione del territorio ma forse fu sede di un insedia- presenza di nuclei insediativi ad oggi non identificati. In mento che solo nel II-I sec. a.C. sarà sostituito dall’abitato particolare meritano menzione le necropoli individuate dal di pianura di Pausulae. conte Aristide Gentiloni Silveri a Tolentino che si posso- no collocare tra il VI e il IV secolo a.C.19 e il sito presso Per la fase successiva i dati ricavabili dalle informazioni

15 Per le problematiche connesse ai fattori di condizionamento dei risul- tati delle indagini, si veda da ultimo Bintliff 2000, p. 205 e Given 2004, 20 Percossi Serenelli 2005c, pp. 104-114; Perna c.s., pp. 93-94. p. 17. 21 In generale ancora valido è il contributo di Delia Lollini (Lollini 1976, 16 Sono stati valutati anche alcuni siti ricadenti nel Comune di Morrovalle. pp. 122-130). 17 Sul concetto di romanizzazione si vedano anche i contributi in Key e 22 Tale modello insediativo sembra attestato ad esempio nel territorio fer- Terrenato 2001. mano: Pasquinucci, Menchelli e Ciuccarelli 2007, pp. 513-546. Analoga 18 Sul punto, per quanto riguarda il Piceno centrale e ponendo l’accento la situazione nella media valle del Potenza: Percossi Serenelli, Pignocchi sul cambio culturale da una parte e sulle dinamiche di continuità/discon- e Vermeulen 2006, pp. 76-80. tinuità dall’altra, si rimanda a Pasquinucci, Menchelli e Ciuccarelli 2007, 23 Sito n° 00319833. Annibaldi 1957, col. 2772; Landolfi 1998, p. 309; pp. 518-519. Luni 2003, p. 203, fig. 6; Percossi Serenelli 2005b. 19 Massi Secondari 2002 con la bibliografia ivi indicata e Massi Secondari 24 Sito n° 00319964. 2005, pp. 170-179. 25 ANS. ZA/145/71. Percossi Serenelli e Frapiccini 1999, p. 374.

151 I processi formativi ed evolutivi della città in area adriatica bibliografiche e di archivio, uniti ai nuovi dati forniti dalle La maggior parte di questi siti non è cronologicamente ricognizioni, consentono di dettagliare alcune ipotesi rela- classificabile in modo puntuale in quanto la tipologia dei tive all’organizzazione del territorio in esame a partire dal materiali rinvenuti non permette una precisa datazione III sec. a.C. (evidenze frammentarie, assenza di ceramica fine, presen- za di frammenti di ceramica comune da mensa e da dispen- La scheda utilizzata per informatizzare i dati raccolti per- sa e ceramica da fuoco non tipologicamente classificabili). mette di normalizzare le caratteristiche dei rinvenimenti Su un totale di 59 siti/insediamenti rustici classificati come nei sottocampi dell’oggetto (OGTS) denominati “macro- di età romana, al momento solo 18 consentono una data- tipo” e “definizione”. Nel macrotipo si comprendono le zione puntuale legata alle fasi di nostro interesse e dun- definizioni civile, complesso urbanistico, difensivo, fune- que sono stati classificati tra la tarda età del Ferro e l’età rario, infrastrutture e servizi, religiosa e non id. La classi- repubblicana. Tra questi siti solo due si datano al III a.C. ficazione di sito come “civile” consente le seguenti specifi- (Macerata toponimi Albero Tondo e Case Morroto dove si che: edificio isolato, fattoria, insediamento, riparo-grotta, è rinvenuta ceramica a vernice nera e ceramica tornita di statio-mutatio, vicus, villa residenziale, villa rustica. età repubblicana). Gli altri - ovviamente non si parla di data- zioni assolute ma di datazioni a partire da - si datano tra il II Sotto la definizione “insediamento agricolo” si sono rag- e l’inizio del I secolo a.C.: elementi per la datazione la pre- gruppate le tipologie fattoria, villa rustica, villa residen- senza di ceramica a vernice nera e di anfore Lamboglia 229. ziale e, là dove pertinente, insediamento. Si sono esclusi 47 siti nel complesso hanno una datazione tra la secon- i numerosi (55 segnalazioni) ritrovamenti legati a tombe da metà del I sec. a.C. e l’inizio del I sec. d.C. (a partire isolate o necropoli seppure, evidentemente, molto di fre- dall’età triumvirale-augustea): elementi per la datazione quente fanno riferimento a contesti agricoli. presenza di terra sigillata italica e di anfore Dressel 6A.

Oltre ai siti ampiamente noti da bibliografia - quali ad Tali dati, per quanto preliminari, consentono di avanzare esempio Villa Magna di Urbisaglia26, Massaccio di Mor- alcune ipotesi in attesa delle conferme o smentite che po- rovalle27, Santa Lucia di Pollenza28 - sono state valutate in tranno arrivare dalla conclusione del lavoro: da un lato essi questo gruppo tutte quelle aree di affioramento di mate- infatti sembrerebbero confermare come il territorio ogget- riale archeologico con le seguenti caratteristiche: to della ricerca non fosse probabilmente stato interessato - estensione consistente dell’affioramento (min. 70x50 m dalle assegnazioni promulgate dalla Lex Flaminia de agro fino ad anche 300x200 m); Gallico et Piceno viritim dividundo del III secolo a. C. (232 - presenza di strutture affioranti o identificabili in foto aerea; a.C.)30. Per questa fase l’individuazione in ricognizione di - materiali archeologici attestati quali anfore da trasporto, ceramica a vernice nera, che come da tempo suggerito può dolii per l’immagazzinamento e ceramiche fini nonché ce- essere considerata un fossile guida per le prime fasi della ramica comune da mensa e da dispensa, ceramica da fuo- romanizzazione31 e dunque collegabile ai processi storici co, laterizi di produzione locale, etc. legati alla seconda metà del III sec. a.C. che hanno coin- volto il territorio, è infatti quasi assente (uniche presenze Su un totale di circa 262 siti archeologici schedati circa Macerata toponimi Albero Tondo e Case Morroto, Piediri- 59 possono essere classificati come insediamenti di tipo pa toponimo Flamini, Urbisaglia toponimo Casa Bandini). agricolo (Fig. 5). La percentuale potrebbe sembrare esigua Nel territorio sono stati comunque individuati elemen- ma va tenuto conto che più di 128 tra i siti schedati è rap- ti che farebbero pensare ad una precoce romanizzazio- presentato da evidenze che per la loro tipologia non sono ne dell’area. Si tratta di evidenze generalmente già note identificabili e quindi sono classificati come “non id.”; a quali il dolio con iscrizione romana da Colbuccaro32, le titolo esemplificativo sono schedati come non identificabi- ceramiche a vernice nera con iscrizioni graffite da Pieve- li tutti quei rinvenimenti comunemente definiti frammen- favera (Caldarola)33, le iscrizioni di San Lorenzo a Lago ti fittili sporadici, molti dei quali hanno certamente una (Fiastra)34 e quelle di Pievetorina35. A queste è possibile funzione agricola. 18 siti sono genericamente stati definiti aggiungere il rinvenimento della fornace per produzione di “insediamenti” dei quali almeno 15 possono essere consi- ceramica a vernice nera nel comune di Montelupone (III-I derati di tipo agricolo. Se si tiene conto del complesso dei sec. a.C.)36; la statuina di Giunone rinvenuta a Fiastra in ritrovamenti, quelli di tipo rustico sono il 17% del totale località Rio (III sec. a.C.)37 e il ripostiglio di denari romani (Fig. 6), se però si prendono in considerazione i rinveni- menti classificati tipologicamente (esclusi quindi i non 29 Sul tema della diffusione delle grandi ville, fenomeno che spesso viene id..) gli insediamenti di tipo rustico rappresentano il 42 % fatto coincidere con l’inizio della produzione delle Lamboglia 2 si veda del totale (Fig. 7). Carre 2002, pp. 75-103. 30 Polyb., II 21,7; Cic., Brutus 57, Cato Maior, 11, Val. Max., V, 4,5. Sul tema si veda Paci 1998 e, da ultimo, alcune considerazioni in Bandelli 2007, pp. 13-15. 31 Si veda Morel 1988, pp. 49-63. 32 Sito n° 04301554CIL, I, 3598; Gasperini 2003, pp. 8-10. 26 Quiri 2005, pp. 111-112; Perna 2005, p. 18. 33 Marengo 1999, pp. 778-782. 27 Annibaldi 1949, p. 326, col. 3317; Mercando 1979, pp. 36-37; Mer- 34 Marengo 1993, pp. 113-114, nota 3. cando, Brecciaroli Taborelli e Paci 1981, p. 340; Fabrini, Paci e Perna 35 Marengo 2002a, pp. 272-274, nota 1. 2004, pp. 176-177. 36 Sito n° 33000001. 28 Percossi Serenelli 2005a, pp. 210-221 con bibliografia precedente. 37 Sito n° 31700001.

152 R. Perna, C. Capponi - Città e campagna nella valle del Chienti in età repubblicana ed imperiale. La carta... rinvenuto a Villa Potenza con monete del III secolo a.C.38. tra cui terra sigillata italica e anfore da trasporto, che può Sostanzialmente però, in questo periodo, sembra si possa essere identificato con un insediamento rustico databile al- parlare più di presenze puntuali che di occupazione diffusa meno a partire da I sec. a.C.47; del territorio. - Morrovalle loc. Masaccio: è nota la presenza di un in- sediamento rustico inquadrabile al I secolo a.C. in base L’avvio di un vero sviluppo agricolo dell’area, con la pro- ai materiali ceramici e alla pavimentazione musiva rinve- duzione di surplus da commercializzare su larga scala, e la nuta48; conseguente occupazione diffusa del territorio sembra po- - Morrovalle, podere Mosca49: le ricognizioni attestano la tersi notare almeno con l’inizio del I sec. a.C. Tale crescita presenza di anfore Lamboglia 2 e Dressel 6A come pure in si registra in particolare in contemporanea con l’avvio del loc. fonte Mattiaccio50. processo di municipalizzazione, che per l’area oggetto di studio vede la nascita dei municipi di Pausulae e Tolenti- L’ipotesi che sembra potersi quindi formulare è che il pro- num, e successivamente con il processo di assegnazioni cesso di municipalizzazione che si avvia a partire dal 49 viritane di età triumvirale che coinvolge i due municipi a.C., potrebbe essere interpretato come la conseguente ne- nonché la colonia di Pollentia-Urbs Salvia39 ed un territo- cessità di organizzazione del territorio e di infrastrutture di rio già dinamico. supporto allo sviluppo dello stesso.

Un aspetto fondamentale della ricerca si sta focalizzando La municipalizzazione, che certamente non è legata alla proprio sul rapporto tra questi tre aspetti: sviluppo agrico- cittadinanza che questi territori avevano già acquisito da lo, assegnazioni viritane e processo di municipalizzazione. tempo51, dunque non sarebbe semplicemente una risposta Insediamenti agricoli di un certo rilievo iniziano infatti a all’esigenza di acquisire un “modello di vita romano”, ma svilupparsi già alla fine del II a.C. - inizi I a.C. e in alcuni rappresenterebbe piuttosto il sostegno sociale e infrastrut- casi presentano continuità insediativa con la prima età re- turale ad un sistema economico già avviato52. pubblicana o più raramente picena. A titolo esemplificati- vo si possono citare i seguenti siti: L’approccio multidisciplinare (R.P.) - Macerata, loc. Valle: un abitato piceno sembra evolversi in un insediamento di tipo produttivo/agricolo in età re- L’approccio multidisciplinare, condotto in particolare pubblicana40; collaborazione con i geomorfologi, si è rilevato partico- - Macerata, presso Santa Liberata: le ricognizioni hanno larmente utile in relazione allo studio dell’evoluzione dei evidenziato la presenza di laterizi di età picena probabil- paesaggi storici ed in funzione della ricostruzione dei pa- mente da riferirsi ad abitazione con funzione agricola e di linsesti ambientali antichi, ai fini della definizione delle ceramica di età repubblicana41; modalità del popolamento antico in questa porzione delle - Macerata, frazione Piediripa loc. Flamini: si attesta la Marche53. presenza di materiali ceramici inquadrabili cronologica- mente a partire dall’età repubblicana, tra cui si rileva un Dall’analisi di cartografie e documentazioni storiche, non- anfora di importazione egea con bollo datata al II-I sec. ché dalla lettura delle foto aeree è stato infatti possibile a.C.42; ricavare una notevole mole di informazioni sulla geomor- - Corridonia, loc. Sarrocciano: le ricognizioni hanno evi- fologia, oggi non più rilevabili, che offrono un esempio denziato la presenza di laterizi e ceramica di età picena43 molto evidente delle mutazioni che hanno subito nella laddove era noto un insediamento produttivo/agricolo già fisiografia le piane alluvionali recenti54. Nell’esempio ri- in età repubblicana, poi evolutosi in una grande villa ru- portato nella figura relativa al tratto di territorio compre- stica44; so fra il Fiume Chienti ed il Torrente Fiastra - all’interno - Urbisaglia, loc. Casa Bandini: è nota la presenza di cera- della Riserva Naturale dell’Abbadia di Fiastra - (Fig. 8), mica a vernice nera45; lo studio dei documenti databili a partire dal XVIII secolo - Urbisaglia, loc. Villa Magna: gli scavi e le ricerche de- ha evidenziato come i fiumi fossero evidentemente dotati gli ultimi anni confermano una continuità insediativa del luogo dall’età arcaica (presenza di idoletti di età picena) all’età repubblicana fino alla tarda età imperiale46; 47 Sito n° 35300064. - Tolentino, loc. Il Vallato: le ricognizioni attestano la pre- 48 Sito n° 33300002; cfr. supra. 49 Sito n° 00320015. senza di un’area di affioramento di materiale ceramico, 50 Sito n° 00320012. 51 Alla fine del II secolo a.C. viene riferita la nascita diPollentia , divenu- ta successivamente Urbs Salvia. Paci 1990, pp. 82-87; Delplace 1993, pp. 38 Sito n° 43023103. 73-74; Fabrini 2003, pp. 136-137; Perna 2006, pp. 127-129. 39 Lib. Col. I 226; Lib. Col. II 252-259. 52 In proposito si veda Antolini 2007, pp. 102-103 in cui si afferma che 40 Sito n° 04300032; cfr. supra. il processo di municipalizzazione e urbanizzazione non modificò nella 41 Sito n° 04300033. sostanza il quadro generale degli insediamenti; la nuova realtà ammini- 42 Marengo e Paci 2005, pp. 313-329. strativa dei municipia, si sovrappose alla rete dei vici senza eliminarli. 43 Sito n° 04301538. Situazione analoga sembra prospettata nel Piceno meridionale: Ciucca- 44 Sito n° 04301541 ove si sono identificati frammenti di anfore Lam- relli 2009, p. 3. boglia 2. 53 Perna c.s., pp. 91-96. 45 Sito n° 04305534. 54 In generale si veda Coltorti, Consoli, Dramis, Gentili e Pambianchi 46 Sito n° 04305536; cfr. supra. 1991a, pp. 87-100; Coltorti, Gentili e Pambianchi 1991b, pp. 271-292.

153 I processi formativi ed evolutivi della città in area adriatica di un ampio greto fluviale e di una fascia di esondazione vista funzionale o cronologico muti in maniera sensibile probabilmente soggetta a frequenti piene ordinarie, come il quadro, si possono formulare alcune ipotesi di lavoro ci suggerisce e ci conferma la destinazione a pascolo gene- desumibili da una prima verifica delle informazioni oggi ralmente ancora indicata nei catasti gregoriani. acquisite almeno nell’area sottoposta ad indagini archeo- logiche intensive (Fig. 10). Il contributo e l’analisi temporale delle foto aeree a partire dal 1943 (in particolare le foto RAF 1944), sino a quelle Il popolamento nelle fasi media e tarda picena sembra dif- attuali ci ha permesso inoltre di evidenziare a sud dell’Ab- fuso ma forse non eccessivamente sviluppato. Per quanto bazia di Fiastra, le tracce di vecchi meandri abbandonati e fossero forse già stati avviati processi di messa a coltura paleoalvei, testimoni di antichi percorsi fluviali anche mol- legati al disboscamento, relativamente ridotto è il numero to diversi e distanti dagli attuali lungo i quali sembrerebbe- dei siti. Sono 24 quelli ad oggi attribuibili a tale momento ro disporsi sia alcuni siti archeologici, sia forse la viabilità cronologico. Si rileva però la presenza di centri forse ege- di collegamento tra Urbs Salvia e Pausulae (Fig. 9). moni. Uno di questi è certamente quello di Tolentino che, con ogni probabilità anche a partire dall’età del Bronzo, La creazione di un ben riconoscibile terrazzo di IV ordine aveva un ruolo egemone sul territorio delle medie valli del nei tratti medio terminali dei fiumi principali sembra poter Chienti; per quanto infatti i dati archeologici non abbiano essere associata a cause antropiche per l’effetto della de- consentito di riportare in luce elementi dell’insediamento forestazione che, a partire dal Neolitico, è stata operata su preromano, è possibile però pensare che le numerose ne- larga parte del territorio italiano al fine di utilizzare sempre cropoli facciano riferimento ad un insediamento già signi- più ampie superfici, anche montane, per fini agricoli. Una ficativamente strutturato58. prima lenta fase di progradazione all’interno dei fiumi può quindi essere fatta coincidere con l’età preromana55 ed at- Stesso ruolo può aver assunto, come già rilevato, il sito tribuita alle prime opere di disboscamento iniziate nell’età collocato sulla sommità delle colline che si affacciano, da del Bronzo e sviluppatesi certamente durante l’età del Fer- Nord, sulla Piana di San Claudio al Chienti59. ro. Questo fenomeno raggiunse la massima intensità in età rinascimentale56 portando, in corrispondenza delle foci, a Tra la fine dell’età del Ferro e l’inizio dell’età romana non significativi fenomeni di aggradazione costiera ed al pas- si evidenzia una particolare continuità dell’insediamento: saggio da un regime a meandri ad uno a canali intrecciati. nel territorio preso in esame solo 5, fra i siti schedati, pro- Tale fase è stata attribuita alla progressiva messa a coltura seguono in età repubblicana. Contemporaneamente i ritro- dei versanti, come verificato in gran parte dell’Europa tra vamenti riferibili cronologicamente ad una fase precedente il XI secolo ed il XVIII secolo57. al II sec. a.C. sono limitati, dato che sembrerebbe indiziare verso una certamente precoce ma “ridotta romanizzazio- La sovrapposizione, tramite l’utilizzo del GIS nell’ambito ne” per il III sec. a.C. Il quadro che sembra emergere, pur del quale sono stati implementati tutti i dati archeologici, in una fase ancora di analisi, è quello di un insediamento dei resti archeologici e degli affioramenti fittili presenti rurale rado. Tale ritardo contrasta ad esempio con il caso di nell’area con la carta geomorfolgica ha consentito di os- Fermo, dove probabilmente fu la precoce fondazione della servare una tendenza generale nel posizionamento dei siti colonia, già nel corso del III sec. a.C., a fare da volano per in corrispondenza dei terrazzi di III ordine che, per la loro lo sviluppo degli insediamenti nel territorio60. L’attestazio- morfologia pianeggiante e per la loro vicinanza al fondo- ne di un incremento dello sfruttamento agricolo sembra valle, risultavano essere stati considerati un luogo favore- definirsi con la fine del II sec. a.C. quando vediamo un vole per lo sviluppo dell’insediamento, mentre risultano aumento significativo delle attestazioni (complessivamen- meno diffusi, ma presenti, i rinvenimenti sul terrazzo di te 35) che arrivano fino all’inizio dell’età imperiale. Si IV ordine. Quest’ultima informazione, da verificare con tratta di una serie di insediamenti che prediligono sostan- indagini più dettagliate, potrebbe avvalorare proprio l’in- zialmente l’occupazione di aree collinari, prospicienti le terpretazione evolutiva che colloca temporalmente anche ampie vallate. Nonostante questo, in alcuni casi specifici in periodi preromani la messa in posto del terrazzo più re- non si nota una significativa continuità degli insediamenti cente ed anticipare l’occupazione sistematica di tali terraz- sullo stesso sito. zi già all’età romana con processi potenzialmente di forte impatto. Certamente tale fenomeno, documentato dalle indagini di superficie, non può essere disgiunto da trasformazioni de- Conclusioni (R.P.) gli assetti agrari che ancora nel II sec. a.C. riguardarono il Piceno ed il nostro territorio61. È del tutto plausibile infatti Per quanto i dati siano in corso di analisi, e sia quindi che, almeno per quanto riguarda Pollentia, la fondazione possibile che la definizione delle caratteristiche di inse- diamenti oggi considerati non identificabili dal punto di 58 Massi Secondari 1988, pp. 169-97. 59 Vedi sopra il sito n° 00319964. 55 Albani 1933, p. 93; Bui 1944, pp. 95-147. 60 Pasquinucci e Menchelli 2004, pp. 135-146; Pasquinucci, Menchelli e 56 Farabollini, Gentili e Pambianchi 1993, pp. 85-92; Coltorti, Gentili e Ciuccarelli 2007, pp. 518-519, 524. Pambianchi 1991b, pp. 271-292. 61 Sull’argomento in generale si veda da ultimo Branchesi 2007, pp. 183- 57 Coltorti, Consoli, Dramis, Gentili e Pambianchi 1991a, pp. 87-100. 237.

154 R. Perna, C. Capponi - Città e campagna nella valle del Chienti in età repubblicana ed imperiale. La carta... della colonia di II sec. a.C. debba aver previsto una orga- insediamento precedente la municipalizzazione66, fase in nizzazione del catasto, come documentato forse dal rico- cui la vita dell’insediamento è strettamente legata a quella noscimento di una serie di limiti centuriati62. È noto come del santuario di Apollo67 che funse da polo d’aggregazione ancora nel II sec. a.C. le distribuzioni ai coloni facessero del futuro municipio68. Per Urbisaglia si può certamente af- riferimento a porzioni relativamente ridotte di terreno, le- fermare che il II sec. a.C. vide la nascita di un insediamento gate ad una economia che prevedeva forme di integrazio- da cui più tardi, ancora nel II sec. a.C., si strutturò la colonia ne produttiva grazie allo sfruttamento di terreni pubblici. di Pollentia (poi Urbs Salvia). Anche in questo caso sembra Sembra quindi del tutto probabile che le trasformazioni in- ipotizzabile la presenza sul luogo di un santuario di natura dotte da tali attività di accatastamento possano aver contri- salutare (dal quale si sviluppò l’insediamento) e che succes- buito a modificare in maniera sensibile, ma non integrale, sivamente in età tiberiano-claudia fu monumentalizzato con il paesaggio agrario, rafforzando sostanzialmente un mo- la costruzione del complesso Tempio-Criptoportico69. dello di piccola proprietà che trovava ancora nello sfrutta- mento comune dell’ager publicus una fonte necessaria di Non sfuggirà il ruolo fondamentale della viabilità in rela- sostentamento, ma che da allora si avviò ad un processo di zione a tale sviluppo: la nascita della colonia di Pollentia progressivo sviluppo63. certamente fu legata al passaggio della Salaria Gallica. La via, staccandosi dalla Consolare Salaria nei pressi di Ascu- Se dei 13 insediamenti ad oggi ipoteticamente attribuiti lum, con un percorso prima pedemontano quindi piegando al sistema della villa solo per due si può ipotizzare una verso est, raggiungeva Iesi e Sena Gallica. Probabilmente datazione in età repubblicana, nondimeno il territorio, in già di rilevante importanza nel corso del III sec. a.C., quan- particolare quello urbisalviense, restituisce tracce di una do assunse il ruolo di asse di penetrazione per la conquista progressiva crescita economica: da esso non solo proven- del territorio dei Galli Senoni, costituì proprio il percorso gono anfore Lamboglia 2 e Dressel 6A che denotano nel di fondovalle generante la città romana70. Il ruolo di Pau- corso del I a.C., rapporti con i mercati adriatici64, ma l’esi- sulae quale centro di via è ancora testimoniato dalla Tabu- stenza di una piccola proprietà è documentata forse anche la Peutingeriana71. Santuari e strade sembrano in questa dall’iscrizione tolentinate relativa al dono che un ex schia- fase quindi svolgere un ruolo fondamentale quali elemen- vo, in forma non certo monumentale, fece agli abitanti del ti strutturanti un territorio dinamico, protagonista di una municipio di Tolentinum65. progressiva crescita quantitativa e qualitativa dell’insedia- mento agricolo con la conseguente creazione di un surplus Il passaggio tra II e I sec. a.C. sembra dunque essere parti- che avrà consentito investimenti anche nei centri principali colarmente significativo in questo lembo di territorio e tale in fase di strutturazione e definizione urbana. sembra essere il quadro che si può desumere dall’analisi dello sviluppo del sistema urbano: per Tolentinum si è già A questo punto la municipalizzazione, che in questo ter- detto delle fasi picene mentre ben poco si sa dei processi ritorio si avvia dopo il 49 a.C.72 coinvolgendo Pausulae che coinvolsero il centro in età romana repubblicana; da e Tolentinum, può essere interpretata come l’esito della Pausulae provengono terrecotte architettoniche databili progressiva crescita economica del territorio che si dota nell’ambito del II sec. a.C., forse relative proprio ad un di quelle infrastrutture di supporto ormai necessarie allo sviluppo dello stesso e l’urbanizzazione non è solo la 62 Gli studi condotti sul territorio hanno consentito di ipotizzare la presenza conseguenza di un tardivo processo imitativo rispetto ai di alcuni allineamenti centuriali diversi e sovrapposti: una prima ipotesi territori limitrofi, ma l’esito dell’investimento di capitali individua due serie, una basata sul modulo dei 16 actus, e l’altra su quello accumulatisi nel territorio. Le indagini condotte nelle aree dei 20 actus (Vettorazzi, 1990a, pp. 111-119; Vettorazzi, 1990b, pp. 102- urbane sembrano infatti documentare come lo sviluppo 136). Il dato della fonte antica, la presa d’atto di una fondazione coloniale d’età augustea, nonché le dimensione di lotti di 16 actus, tipici per la stessa monumentale degli insediamenti sia stato un processo che 73 età, avevano spinto l’autrice ad ipotizzare che i due catasti si riferissero ha addirittura anticipato la municipalizzazione stessa . rispettivamente all’età augustea e a quella triumvirale, quest’ultimo docu- I processi di accentramento del sistema fondiario riferibili mentato dalle fonti: Lib. Col. I 226, 6-7: Ager Urbis Saluiensis limitibus maritimis et montanis lege triumuirale, et loca hereditaria eius populus accepit. L’ipotesi di una fondazione coloniale nel II sec. a.C. può però es- 66 Percossi Serenelli 1982, pp. 140-141; Paci 2008, pp. 63-75. sere argomento per contribuire ad alzare la datazione di uno dei due alline- 67 Gasperini 1983, pp. 7-21; Moscatelli 1984, pp. 169-178; Branchesi amenti (Paci 1990, p. 100). Si ricorda, per quanto il dato non possa essere 2009, pp. 70-71. assunto evidentemente come elemento dirimente, che le centuriazioni in 68 Sull’argomento ampiamente dibattuto in bibliografia del rapporto tra genere ipoteticamente attribuite alla fondazione coloniale di Potentia, nel municipi e santuari si veda Perna in questa stessa sede con bibliografia 184 a.C., sembrano utilizzare, anche se il problema è tuttora aperto, proprio precedente. il modulo dei 20 actus: in proposito si veda Moscatelli e Vettorazzi 1988, 69 Fabrini 2003, pp. 349-387; Fabrini 2006, pp. 65-118; Perna 2006, pp. pp. 29-40, contra la Delplace (Delplace 1993, p. 173), per la quale il catasto 59-64. di 20 actus è certamente da attribuire all’età triumvirale; la stessa autrice 70 Sulla viabilità nelle Marche e nel territorio oggetto di studio in gene- individua invece ad Urbs Salvia (Delplace 1993, pp. 180-181) cinque serie, rale si veda Catani e Paci 1999, pp. 175-192, con riferimenti alla biblio- due delle quali basate sul modulo dei 20 actus, - di età triumvirale - e tre grafia precedente. su quello di 16 – di età augustea. Più recentemente Moscatelli ha proposto 71 Non essendo oggetto di tale contributo si tralasceranno le problemati- la presenza di un unico catasto basato sul modulo di 15 actus: Moscatelli che relative al dibattito sulla identificazione di tale percorso (Tab. Peut. 1996, pp. 151-159; Moscatelli 1997, pp. 233-238. IV) che ricorda il tracciato Pausulas - Firmo uiceno e Asclo Piceno Pau- 63 Sul tema delle distribuzioni agrarie nel Piceno anche in questa fase, si salas - Polentia. Per la bibliografia di riferimento si rimanda alla nota veda da ultimo, con bibliografia precedente, Branchesi 2007, pp. 186-187. precedente ed a Delplace 1993, pp. 212-213. 64 Marengo 2002b, pp. 33-38. 72 In generale si veda Paci 1998, pp. 55-64. 65 CIL IX 5570; Marengo 2000, pp. 230-236. 73 Si veda Perna in questa stessa sede.

155 I processi formativi ed evolutivi della città in area adriatica al sistema della villa, non più basato sulla produzione di- volge ormai in maniera sistematica i terrazzi di IV ordine retta di un limitato surplus, sembrano apparire in maniera anche con insediamenti di un certo livello. Tale fenomeno chiara solo nella seconda metà del I sec. a.C. parallelamen- è evidentemente legato proprio alle assegnazioni viritane te all’ascesa di alcune importanti famiglie come, a Pollen- attestate dalle fonti80 che coinvolsero in maniera sistemati- tia-Urbs Salvia quelle dei Fufii Gemini74 e degli Herenni75. ca i territori dei municipi di Pausulae, Tolentinum, e della Accanto alla già citata Villa Magna si ricorda nell’ager di colonia di Urbs Salvia, favorendo la permanenza della pic- Urbs Salvia, quella presso Colle Vasari76, si sottolinea infine cola proprietà a conduzione diretta. Proprio da quest’ulti- a Petriolo il ritrovamento della meta di una macina, databile ma proviene un’iscrizione (C.I.L. IX 5537) che, citando un alla fine dell’età repubblicana, traccia delle presenza nel ter- colon[us], sembra documentare l’esistenza di una proprietà ritorio di un insediamento rustico di un certo rilievo77. terriera particolarmente parcellizzata a conduzione diret- ta81. Tale crescita di natura economica ed insediativa trova Non è forse un caso che le più rilevanti testimonianze ar- ancora in questo caso il suo riflesso nello sviluppo degli cheologiche relative allo sviluppo dell’insediamento agri- insediamenti urbani. Urbs Salvia proprio in questa fase - ed colo, oltre a quelle già citate, siano state individuate in par- in connessione quindi alle assegnazioni viritane alle quali ticolare, anche se non solo, in relazione all’ager di Urbs certamente è collegata almeno una delle centuriazioni indi- Salvia, generalmente a circa 3 km dal centro urbano per- viduate nel suo territorio - avvia il processo di riorganizza- fettamente inserite nel sistema produttivo, quindi proprio zione urbana. Partendo dal raddoppiamento della superficie nell’ager che nel II sec. a.C. vide per primo un riassetto occupata dalla città, definita dalla costruzione delle nuove del sistema agrario e l’ascesa politica di famiglie senatorie mura, si assiste di fatto ad una progressiva riorganizzazione di rilevo. monumentale che si concluderà solo in età flavia, con l’ac- quisizione di tutti i principali edifici pubblici tra i quali la Significativa in questo quadro territoriale che si avvia ver- costruzione del Santuario monumentale82. so la progressiva municipalizzazione la permanenza del sistema amministrativo paganico-vicano, che sembra aver Abbreviazioni bibliografiche lasciato tracce significative fino ad età imperiale: oltre alla già citata tessera da Tolentino, si ricorda la nota iscrizione Annibaldi 1949 = G. Annibaldi, Morrovalle (Picenum, Ma- da che attesta, ancora nel III sec. d.C., cerata), Mosaici scoperti a Morrovalle, in Fasti Ar- l’esistenza di un vicus nella stessa valle del Chienti78. cheologici, IV, 1949, col. 3317. I centri urbani di più antica fondazione denunciano in que- Annibaldi 1957 = G. Annibaldi, Cessapalombo (Picenum, sta fase un significativo sviluppo: le recenti indagini con- Macerata). Scavi e scoperte, in Fasti Archeologici, dotte ad Urbs Salvia sembrano infatti evidenziare come la XII, 1957, col. 2772. colonia, ancora nel corso del I sec. a.C., sia al centro di un Antolini 2007 = Antolini S., Epigrafia e conoscenza del sistematico processo di monumentalizzazione che coinvol- territorio fra Esino e Tronto, in Cartechini 2007, pp. se soprattutto la zona civile dell’area forense, area che aveva 93-116. visto una sua prima organizzazione planimetrica all’atto del- Atti 2005 = AA. VV., Atti della XXXVIII Riunione scienti- la fondazione della colonia stessa e che, fino alla prima età fica dell’Istituto di Preistoria e Protostoria, Portonovo- imperiale, subirà un continuo processo di riorganizzazione79. Abbadia di Fiastra, 1-5 ottobre 2003, Firenze 2005. Le assegnazioni di età triumvirale augustea avvenendo, Bandelli 2007 = G. Bandelli, Considerazioni sulla roma- come evidenziato, in un territorio già dinamico, portano nizzazione del Piceno (III-I secolo a.C.), in Cartechini quindi a compimento in maniera capillare il processo di 2007, pp. 1-26. occupazione del territorio, ma solo in parziale continuità Bintliff 2000 = J.L. Bintliff, The concept of site and offsite con il sistema precedente. Per quanto i dati in fase di elabo- archaeology in surface artefact survey, in M. Pasqui- razione preliminare possano subire significative modifiche, nucci e F. Trément (a cura di), Non Destructive techni- ad oggi, dei 35 siti che presentano tracce di occupazione ques applied to landscape Archaeology, Oxford 2000, riferibili alla piena età repubblicana solo 4 proseguono pp. 200-215. certamente in età imperiale; d’altra parte, il sistema sem- Branchesi 2006 = F. Branchesi, A. Cristofori, Non arma bra totalmente rinnovato, anche numericamente, in quanto virumque. Le occupazioni nell’epigrafia del Piceno 157 sono i siti databili in età imperiale che si aggiungono a (Recenziona a), in Picus, XXVI, 2006, pp. 402-408. quelli già presenti, corrispondendo a più della metà dei 266 Branchesi 2007 = F. Branchesi, Assetto fondiario del Pice- individuati nel territorio. È evidente l’avvio di una occupa- no Romano dal III sec. a.C. al III d.C., in Cartechini zione estremamente più intensa, che - probabilmente alla 2007, pp. 183-237. ricerca della maggior quantità di terra sfruttabile - coin- Branchesi 2009 = F. Branchesi, Pausulae, in Supplementa Italica, n.s. 24, Roma 2009, pp. 49-96. 74 Gasperini e Paci 1982, pp. 222-244. Cancrini, Delplace e Marengo 2001 = F. Cancrini, C. 75 Marengo 2002, p. 116. Delplace e S.M. Marengo, L’evergetismo nella regio 76 Perna 2005, p. 19: Perna c.s., p. 94. V (Picenum), Tivoli 2001 (Picus, Suppl. VIII). 77 Paci 2007, pp. 218-220. 78 Gasperini 1986, pp. 51-54; Cancrini, Delplace e Marengo 2001, pp. 156-157. 80 Per Pausulae e Tolentinum: Lib. Col. I 226; Lib. Col. II 252-259. 79 Oltre a quanto indicato supra, per le indagini più recenti si vedano: 81 Branchesi 2006, p. 405. Fabrini e Perna 2010, pp. 7-11; Fabrini e Perna 2011, pp. 1-16. 82 Perna 2006, pp. 127-133; Perna 2007, pp. 349-87.

156 R. Perna, C. Capponi - Città e campagna nella valle del Chienti in età repubblicana ed imperiale. La carta...

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157 I processi formativi ed evolutivi della città in area adriatica

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158 R. Perna, C. Capponi - Città e campagna nella valle del Chienti in età repubblicana ed imperiale. La carta...

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R. Perna, Università di Macerata - [email protected] C. Capponi, Sistema Museale della Provincia di Macerata - [email protected]

159 I processi formativi ed evolutivi della città in area adriatica

Fig. 1 - Localizzazione dei siti schedati nella valle del Chienti

160 R. Perna, C. Capponi - Città e campagna nella valle del Chienti in età repubblicana ed imperiale. La carta...

Fig. 2 - Siti schedati nella provincia di Macerata nell’ambito della CAM

Fig. 3 - Percentuale del territorio indagato con ricognizioni sistematiche rispetto a quello non visibile

161 I processi formativi ed evolutivi della città in area adriatica

Fig. 4 - Area indagata con ricognizioni sistematiche

Fig. 5 - Insediamenti agricoli, individuati nell’area indagata con ricognizioni sistematiche, divisi su basi funzionali

162 R. Perna, C. Capponi - Città e campagna nella valle del Chienti in età repubblicana ed imperiale. La carta...

140

120

100

80

60

40

20

0 fattoria insediamento di tipo agricolo non. Id villa residenziale villa rustica altro

Fig. 6 - Percentuali degli insediamenti agricoli divisi su base funzionale

90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 fattoria insediamento villa residenziale villa rustica altro di tipo agricolo

Fig. 7 - Percentuali degli insediamenti agricoli divisi su base funzionale escludendo quelli non id.

Fig. 8 - Carta morfologica dell’area con indicazione dei paleoalvei e dei siti individuati

163 I processi formativi ed evolutivi della città in area adriatica

Fig. 9 - Meandri abbandonati e siti archeologici a Sud dell’Abbadia di Fiastra

180 160 140 120 100 80 60 40 20 0

preistorici imperiali piceno antico repubblicani età del bronzo non identi cati piceni medi epiceni/repubblicani tardi repubblicani/imperiali tardoromani e medievali

Fig. 10 - Siti individuati nell’area indagata con ricognizioni sistematiche divisi su basi cronologiche

164