Roberto Fantoni E Ornella Maglione
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IL LEGNO E LA PIETRA I BORGHI RURALI DELL’ALTA VALSESIA Roberto Fantoni e Ornella Maglione relazione presentata al convegno Borghi montani e case d’artista XXV edizione degli Incontri tra/montani San Fedele Intelvi, 3-5 ottobre 2014 © Gruppo Walser Carcoforo e Centro Studi Walser Rimella dicembre 2015 È consentita la riproduzione e la diffusione dei testi, previa autorizzazione del Gruppo Walser Carcoforo e dell’associazione Incontri Tra/Montani, purché non abbia scopi commerciali e siano correttamente citate le fonti. IL LEGNO E LA PIETRA I BORGHI RURALI DELL’ALTA VALSESIA Roberto Fantoni (1) e Ornella Maglione (2) (1) Gruppo Walser Carcoforo (2) Centro Studi Walser Rimella Il processo di popolamento della montagna 1995) e la fondazione collettiva di Rima da parte valsesiana, che concluse la fase di dissodamento di dieci capifamiglia alagnesi (FANTONI e iniziata attorno al Mille nelle aree di pianura, si FANTONI, 1995; RIZZI, 2004). Carcoforo (1305 m) realizzò in un periodo abbastanza lungo ad opera e Rima (1411 m), che costituiscono gli ultimi di coloni walser e valsesiani. insediamenti in ordine cronologico, furono i punti Il progetto è chiaramente espresso negli atti di più elevati raggiunti dalla colonizzazione fondazione dei nuovi insediamenti. Nel 1270 il valsesiana e walser nelle valli del Sesia1. La loro capitolo di S. Giulio d’Orta concedeva a titolo ubicazione, per condizioni morfologiche e enfiteutico a coloni walser l’alpe Rimella affinché climatiche, può essere ritenuta prossima al limite vi potessero costruire case e mulini e impiantare ecologico per una comunità dedita ad agricoltura prati e campi (FORNASERI, 1958, d. CXIII; RIZZI, ed allevamento. 1991, d. 89). Un’espressione simile era utilizzata nel 1420 dai testimoni al processo informativo Insediamenti sparsi e insediamenti accentrati sulle alpi del Vescovo di Novara in alta Valsesia, Le comunità dell’alta Valsesia sono generalmente che asserivano che su queste alpi trasformate in costituite da insediamenti sparsi e, solo in alcuni insediamenti permanenti i coloni creavano casi, da insediamenti accentrati. casamenta et haedificia ac prata et campos Le valli di Fobello e di Rimella, con decorso N-S, (FANTONI e FANTONI, 1995, d. 13). quasi ortogonale alla direzione d’affioramento delle principali unità geologiche, sono I BORGHI RURALI DELL’ALTA VALSESIA caratterizzate da un lato idrografico sinistro meno ripido e con diffusa copertura morenica, che L’attuazione di questo progetto agro-pastorale presenta una vegetazione a latifoglie e un limite permise, tra la metà del Duecento e l’inizio del superiore del bosco a controllo antropico molto Quattrocento, il popolamento delle testate delle basso; il lato idrografico destro si presenta invece valli presenti sul versante meridionale del Monte roccioso e ripido, con fitta copertura boschiva. Rosa (fig. 1). Nelle due valli gli insediamenti permanenti si L’insediamento di coloni valsesiani a Fobello distribuiscono su una fascia altimetrica analoga. Il risale ai primi decenni del Duecento (FANTONI, nucleo inferiore, ubicato in entrambi i casi sul 2003). La fondazione collettiva di Rimella, fondovalle, è a 883 metri di quota a Fobello avvenuta a metà Duecento da parte di coloni (Cadelmeina) e a 961 a Rimella (Grondo); quelli walser, è documentata dalle pergamene del 1256 e superiori, in entrambi i casi sul versante del 1270 (FORNASERI, 1958, dd. C, CXIII). Nello idrografico sinistro, raggiungono 1247 a Fobello stesso periodo avvenne presumibilmente la (Ronco) e 1420 a Rimella (San Giorgio). In colonizzazione di Macugnaga. Ad inizio Trecento entrambi i casi l’escursione altimetrica risultano già abitate le frazioni di Alagna (RIZZI, complessiva è di circa 400 metri (FANTONI, 2003). 1983), fondate, almeno in parte, da coloni provenienti da Macugnaga, e le frazioni della Val Vogna, fondate da coloni gressonari (FANTONI, 1 In val d’Otro (1664-1724 m) e al Larecchio in val 2008a). Solo a fine Trecento si realizzò, su beni Vogna (1895 m) gli insediamenti permanenti del vescovo di Novara e di famiglie legate alla raggiunsero quote ancora più elevate, che furono però mensa vescovile, la colonizzazione multietnica di abbandonate verso la fine del Cinquecento con la retrocessione di queste frazioni ad insediamenti Carcoforo (RIZZI, 1994; FANTONI e FANTONI, stagionali. 3 Monte Rosa Monte Rosa Rimella Carcoforo Fobello Varallo Rima Alagna Rimasco Boccioleto Rossa Mollia Riva Balmuccia Varallo Campertogno Scopello Fig. 1 – Ubicazione della Valsesia e mappa indice delle principali località citate nel testo Il confronto tra le due comunità esaminate del legno per i loggiati. In alta valle, con una forte evidenzia come, in un territorio con uguali concentrazione nelle aree di presenza, o potenzialità agro-pastorali, i coloni valsesiani di compresenza, walser, il legno, in tronchi prima e in Fobello svilupparono forme di insediamento simili. travi poi, veniva utilizzato anche per i piani superiori della parte centrale della casa, localmente Le case dei fondatori: il legno e la pietra nota come torba4 (fig. 2). Il volume ricavato Le case dei fondatori, tanto quelle dei singoli poderi unifamigliari quanto quelle dei più consistenti d. 5). Un edificio rurale con copertura in scandole era villaggi aggregati, rispondevano alle esigenze presente sino al 1997 ad Oro di Ferrate; altri edifici con residenziali ma soprattutto assolvevano alle questa copertura erano presenti sino al secondo necessità di famiglie dedite all’attività agro- dopoguerra in altri edifici della frazione (FANTONI, 2001; pastorale. 2008b, pp. 31-32). Entrambe le località in cui sono Tutti gli edifici avevano in comune una pianta attestate queste coperture rientrano nell’areale delle case semplice, quadrata o rettangolare (con lunghezza in legno. dell’asse maggiore comunque prossima a quella Ma nell’area delle costruzioni in legno è documentato anche un esempio di copertura in paglia alla Dorca. Le dell’asse minore). Le costruzioni presentavano fonti documentarie non chiariscono se questo tipo di quasi sempre la linea di colmo parallela alla linea di copertura fosse presente anche in edifici in legno o solo massima pendenza, per consentire un’esposizione in edifici in pietra, in edifici civili o polifunzionali o solo dei fronti all’asse vallivo. L’ortogonalità del colmo in edifici rurali, ma forniscono un areale ben più ampio rispetto alle curve di livello consentiva di sfruttare di quanto sinora presentato in letteratura (CIRIBINI, la pendenza del terreno, sviluppando sul fronte a 1943). Le coperture in paglia erano infatti diffuse in valle un piano seminterrato in più rispetto al lato a bassa valle e in buona parte della val Mastallone (cfr. monte2. Appendice 2 in FANTONI, 2001, pp. 94-96) ma vi sono Tutti gli edifici, civili e rurali, abbinavano l’uso tracce documentarie di una loro diffusione anche in val della pietra a quello del legno. La tipologia più Grande e nelle valli Egua e Sermenza (FANTONI, 2008b, p. 32). diffusa in valle prevedeva l’uso della pietre per il 4 3 La voce torba, che attualmente nell’uso locale designa corpo centrale della casa e per le coperture e l’uso le costruzioni in legno, compare frequentemente nei documenti del Quattrocento e Cinquecento. La prima attestazione del termine “torba” risale ad un documento 2 Un’eccezione a questa disposizione è costituita dalle del 1302, quando Pietro di Stafenwald (Val Formazza) case del nucleo centrale di Rima, ove i colmi sono vendette ad un colono di Bosco Gurin un podere e una paralleli alle curve di livello. casa con torba (RIZZI, 1991, d. 153, pp. 103-104; RIZZI, 3 Rare sono le attestazioni di coperture in scandole, 1996, p. 57). Nell’area valsesiana il termine compare per tavolette di larice spaccate lungo la fibra, documentate in la prima volta in un atto del 1334, quando Giovanni fu alcuni edifici di Rimella (PIZZETTA, 1995, p. 276; 1996, Pietro Zamponali de Graxeneto habitator Pecie vende a 4 all’interno del basamento in pietra, che grazie al parziale interramento e alla quasi completa assenza Nicolino fu Gualcio de Aput Verdobi habitator Pecie, a di finestre manteneva una temperatura costante, suo figlio Giovanni e suoi fratelli Giovanni e Giacomo ospitava le stalle e i locali in cui si faceva fuoco. fu Gualcio la terza parte dei beni da lui posseduti alla La destinazione d’uso della parte superiore, Peccia e la terza parte di una torba con gli edifici sviluppata su uno o due piani, risulta differenziata pertinenti (torba cum omnibus hedificiis sibi negli edifici rurali, civili o polifunzionali (fig. 3). pertinentibus) (MOR, 1933, c. LXXXIV; RIZZI, 1983, d. 16). Nel corso del Quattrocento la voce compare poi in numerosi documenti relativi a diverse località di tutte le Gli edifici rurali valli del Sesia (FANTONI, 2001; 2008b, pp. 140-141, con L’edificio rurale ospitava al piano inferiore, in riferimenti archivistici). pietra, la stalla; nel piano superiore si trovavano i RIZZI (1996, p. 54) ritiene che nel Trecento e locali destinati alla lavorazione, essiccazione e Quattrocento in Valsesia con il termine torba conservazione delle risorse agrarie. L’edificio civile s’identificava presumibilmente la casa in legno. Lo (o polifunzionale) ospitava al piano inferiore stesso autore in un lavoro precedente (1992, p. 207) un’altra stalla (capsina), la cucina (domus ab igne, scriveva però che “per “torba, in Valsesia, si intende il ca da focho) e i locali per la caseificazione; al piano granaio-fienile in legno”. DEMATTEIS (1984, p. 101) attribuisce al termine solo il significato di fienile. Le superiore erano dedicate le camere (stantis). In una citazioni nei documenti tardomedievali non forniscono piccola appendice al piano inferiore trovava posto contributi per una soluzione univoca del problema. In la cantina dei formaggi (truna). alcuni atti relativi a Rimella della fine del Cinquecento Gli edifici con funzione rurale presentavano una con questo termine s’identificano sicuramente gli edifici separazione tra basamento in pietra e parte rurali o le porzioni in legno delle case polifunzionali superiore lignea realizzata con l’inserimento di adibite ad uso rurale (cfr.