Valutazione Ambientale Strategica

PD c Variante Marzo 2014 1.1 Definizioni Verifica di coerenza Valutazione degli effetti Monitoraggio Partecipazione Valutazione Ambientale Strategica 1.2 Riferimenti legislativi

2. VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Premessa 2.1 Il processo di valutazione 2.2 Avvio della procedura di VAS 2.3 Obiettivi generali della VAS 2.4 I soggetti e gli organi coinvolti nel procedimento di VAS

3. LA VARIANTE AL PIANO STRUTTURALE 3.1 Definizione degli obiettivi generali della variante al PS

IL REGOLAMENTO URBANISTICO 4.1 Definizione dei contenuti e degli obiettivi generali del RU 4.2 Gli scenari e gli obiettivi fissati dal PS di 4.3 Il dimensionamento del PS 4.4 Il dimensionamento del RU

5 VALUTAZIONE DELLA COERENZA ESTERNA Premessa 5.1 Coerenza del PS al PIT con valore di piano paesaggistico 5.2 Coerenza del PS al PTCP di 5.2.1 Lo statuto del PTCP 5.2.2 Lo statuto del PS di Asciano 5.2.3 Le strategie del PTCP 5.2.4 Le strategie dello sviluppo territoriale del PS 5.2.5 Gli insediamenti 5.2.6 Il territorio rurale 5.2.7 Il turismo sostenibile 5.2.8 La mobilità 5.2.9 Atlante dei paesaggi della Provincia di Siena

6 CONTRIBUTI PERVENUTI DAI SOGGETTI COMPETENTI IN MATERIA AMBIENTALE CONSULTATI NELLA FASE PRELIMINARE DI VAS

7 RAPPORTO AMBIENTALE Caratteristiche del territorio comunale Il territorio di Asciano Inquadramento economico e sociale Dati territoriali e demografici sintetici di Asciano e dei comuni confinanti Aria Inquadramento normativo Emissioni in atmosfera Limiti e monitoraggio degli inquinanti gassosi Emissioni di CO 2 sul territorio Qualità dell’aria Diffusività atmosferica Acqua Acque superficiali Bacini e idrografia di superficie Qualità delle acque superficiali Acque sotterranee I sistemi acquiferi Censimento pozzi e sorgenti La rete degli acquedotti Parametri qualitativi della risorsa idrica Parametri quantitativi della risorsa idrica Sistema fognario Suolo Inquadramento Gli incendi boschivi Bonifiche Attività estrattive Risorse e giacimenti sul territorio comunale Dinamiche evolutive degli usi del suolo Aspetti naturali e del paesaggio Caratteristiche pedomorfologiche del paesaggio Il territorio aperto dei seminativi Il territorio aperto delle praterie, dei pascoli e degli arbusteti Il territorio delle colture arboree di pregio Il territorio dei boschi intervallati ai seminativi I paesaggi geologici della Toscana Il paesaggio dei terreni neogenici Il paesaggio nel PIT/PPR Presenza di siti SIC/SIR/ZPS Presenza di geositi GIR/GIL Rete Ecologica Criticità Piano di classificazione acustica (PCCA) Energia Energia elettrica Gas naturale Solare Biomasse Stima dei fabbisogni energetici delle abitazioni Stima dei fabbisogni energetici delle strutture ricettive Rifiuti Il gestore del servizio Produzione di rifiuti e raccolta differenziata a livello comunale; Impianti di gestione rifiuti sul territorio comunale Salute Elettrodotti Antenne Radon 8 VALUTAZIONE DELLA COERENZA INTERNA

9 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI ATTESI

10 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DEL REGOLAMENTO URBANISTICO Valutazione della pressione sul territorio all’interno delle UTOE Stima delle risorse potenzialmente utilizzate Misure di mitigazione proposte

11 IL SISTEMA DI MONITORAGGIO Inquadramento normativo Il sistema di indicatori 1. INTRODUZIONE

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) può essere definita come quel processo decisionale che aiuta ad evidenziare, all’interno di piani o programmi, le coerenze interne e le coerenze esterne dello strumento di programmazione, oltre che gli effetti futuri ed attesi che "ne derivano sul piano ambientale, territoriale, economico, sociale e sulla salute umana considerati nel loro complesso". Con la Legge Regione Toscana 01/2005 (art. 11, comma 5), infatti, oltre a recepire quanto disposto dalla Direttiva Europea 2001/42/CE, si cerca di superare i limiti della stessa, introducendo il concetto di VAS, la quale cerca di abbracciare tutto il processo decisionale del piano, andando oltre la mera valutazione degli aspetti ambientali. Tale valutazione non è un passaggio finale come la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), ma un processo che si sviluppa lungo tutto il percorso partecipato di formazione degli atti, a partire dalla prima fase utile e rappresenta lo strumento che mette il decisore nella condizione di fare scelte consapevoli e trasparenti e che per questo interviene preliminarmente alla “ definizione di qualunque determinazione impegnativa ”, anche al fine di consentire la scelta motivata tra le possibili alternative. Essa rappresenta l’occasione per integrare nel processo di governo del territorio, sin dall’avvio delle attività, gli aspetti ambientali, costituenti la baseline ambientale, ovvero lo scenario di partenza rispetto alla quale valutare gli impatti prodotti dalle scelte di Piano, la valutazione degli scenari evolutivi, delle alternative, degli obiettivi e delle scelte per individuare le misure di mitigazione/compensazione e per calibrare il sistema di monitoraggio successivo. Entrando a far parte, fin dal primo momento nel processo decisionale di definizione del progetto di piano, la VAS lascia spazio ad una possibile discussione su soluzioni alternative nel corso della sua elaborazione e nel corso del processo di partecipazione che la accompagna. La valutazione è così uno dei fondamenti della legge toscana ed assolve alla funzione di supporto e a quella di certificazione delle decisioni ed alla quale si affida anche il compito di organizzare la co-pianificazione (tra enti e soggetti competenti) e di garantire la partecipazione. Scopo della VAS è quello di verificare, da un punto di vista tecnico, se le risorse essenziali del territorio (aria, acqua, ecosistemi della fauna e della flora, città e sistemi di insediamenti, paesaggio e documenti della cultura, sistemi tecnologici e infrastrutturali) sono utilizzate secondo il principio della compatibilità, poiché: “ Nessuna delle risorse essenziali del territorio può essere ridotta in modo significativo ed irreversibile (…). Le azioni di trasformazione del territorio sono soggette a procedure preventive di valutazione degli effetti ambientali ”. Attraverso il processo di valutazione si deve cioè verificare che le scelte effettuate nel piano, nel nostro caso di livello comunale, siano conformi agli obiettivi generali di pianificazione territoriale e di sostenibilità definiti a livello comunitario, nazionale, regionale e provinciale. In questo modo sarà possibile evidenziare l'esistenza di possibili impatti negativi derivanti dalle scelte effettuate e le eventuali azioni da intraprendere per " impedirli, ridurli o compensarli ".

1.1 Definizioni

Verifica di coerenza

Componenti fondamentali della VAS sono le verifiche di coerenza. Si tratta di analisi e confronti tecnici finalizzati a verificare la coerenza degli obiettivi, ovvero la possibile esistenza di contraddizioni tra obiettivi e linee di indirizzo del piano e gli obiettivi, generali e specifici, della sostenibilità ambientale. Le verifiche di coerenza si suddividono in verifica di coerenza esterna e di coerenza interna. La verifica di coerenza esterna è volta a verificare che le scelte indicate nel piano o programma, nello strumento o atto di governo del territorio, siano compatibili con i criteri di sostenibilità e le limitazioni imposte dalla tutela delle risorse e coerenti con quanto disposto dagli altri strumenti (sovraordinati e di settore) aventi per oggetto lo stesso ambito territoriale. La verifica di coerenza interna è finalizzata a verificare l’esistenza di coerenza e di relazione logica tra le linee di indirizzo, gli obiettivi generali e specifici, alternative, azioni e risultati attesi (effetti) dello strumento di pianificazione territoriale o dell’atto di governo del territorio.

Valutazione degli effetti

La valutazione degli effetti sottolinea le possibili ricadute ambientali, territoriali, sociali, economiche e sulla salute umana derivanti dall’attuazione del piano o programma. Essa consiste nel giudicare gli effetti, positivi e negativi, che le azioni proposte avranno sul sistema delle risorse essenziali e, in relazione alle considerazioni e ai dati che ne scaturiranno, nel valutare le possibili alternative alle scelte fatte.

Monitoraggio

Nella logica della legge toscana sul governo del territorio, programmazione e monitoraggio costituiscono un ciclo ad interazione continua dove il secondo influenza il primo. La pianificazione è la prima fase ed essere avviata, quindi eventualmente corretta con i primi monitoraggi. La VAS deve per questo definire un sistema di monitoraggio, capace di consentire una corretta gestione del piano e di fornire un controllo costante delle azioni previste, anche al fine di intervenire tempestivamente qualora tali azioni producessero effetti negativi inattesi.

Partecipazione

Al processo della VAS partecipano i soggetti istituzionali (comuni, consorzi di bonifica, province, soprintendenze per i beni ambientali e architettonici, ...), le parti sociali e le associazioni ambientaliste (associazioni di categoria, università ed enti di ricerca, ...), ma devono anche essere attivate opportune forme di informazione e comunicazione per l’accessibilità ai contenuti e la partecipazione del pubblico, anche ai fini della trasparenza del processo decisionale. Per stimare le conseguenze del piano, infatti, è necessario coinvolgere, attraverso adeguate modalità di partecipazione, tutti i soggetti esterni all’amministrazione che propone lo strumento urbanistico, ma interessati dall’ambito territoriale di riferimento, tenendo in considerazione gli eventuali contributi apportati.

1.2 Riferimenti legislativi

- Direttiva 2001/42/CE; - D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. (in particolare D.Lgs. 4/2008 e D.Lgs. 128/2010), che recepisce a livello nazionale la direttiva europea, disciplinando VIA e VAS; - LR Toscana 1/ 2005; - DPGR 4R/2007; - LR Toscana 10/2010 e s.m.i. (in particolare LR 69/2010 e LR 6/2012) “Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di valutazione di incidenza”, con cui la Regione Toscana recepisce la normativa sovraordinata e dettaglia la disciplina della VAS; - DPGR 24R/2011 “Regolamento di disciplina del processo di formazione, monitoraggio e valutazione degli strumenti di programmazione di competenza della Regione ai sensi dell’articolo 16 della legge regionale 11 agosto 1999, n. 49 (Norme in materia di programmazione regionale) e dell’articolo 35 della legge regionale 12 febbraio 2010, n. 10 (Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di valutazione di incidenza (VINCA); - DGR 2/2011 pubblicata sul Supplemento al Bollettino Ufficiale della Regione Toscana n. 28 del 13.7.2011, contenente “Modello analitico per l’elaborazione, il monitoraggio e la valutazione dei piani e programmi regionali”. 2. LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

Premessa Il presente documento costituisce il Rapporto Ambientale della Variante al Piano Strutturale e del primo Regolamento Urbanistico del Comune di Asciano. Per gli strumenti urbanistici, così come concepiti dalla legge toscana, si deve assumere il fondamentale criterio dell’integrazione sistematica, a tutti i livelli di pianificazione, della valutazione ambientale evitando al contempo, come definito all’art. 8 - Semplificazione dei procedimenti - della LR 10/10, duplicazioni delle valutazioni. Pertanto, tenendo conto delle valutazioni già effettuate per il PS, anche in relazione agli aspetti dello stesso piano sottoposti a variante, il presente documento viene redatto alla scala del Regolamento Urbanistico, data la possibilità di scendere ad una scala di maggior dettaglio.

2.1 Il processo di valutazione

Con delibera n. 20, del 1/03/2013, la Giunta Comunale di Asciano ha approvato i documenti di Avvio del Procedimento di variante al Piano Strutturale (art. 15 LR 1/2005) e Documento preliminare di Vas (art. 23 LR 10/2010), quest’ultima in riferimento sia alla variante al PS, che al nuovo Regolamento urbanistico comunale. Ai sensi dell’art. 8 della LR 10/10 il procedimento di valutazione della variante al PS e del Regolamento Urbanistico infatti, deve essere svolto mediante la redazione di un unico documento. Il presente documento è stato elaborato tenendo in considerazione i contenuti dell’allegato I della Direttiva 2001/42/CE1, così come richiamato dall’art. 24 della Legge Regionale Toscana n°10, del 12 febbraio 2010 e successive modifiche ed integrazioni. Coerentemente con quanto richiesto dalla normativa di riferimento, nel rapporto sono stati individuati, descritti e valutati i possibili effetti significativi che le previsioni contenute nel Regolamento Urbanistico di Asciano potrebbero avere sull’ambiente, nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale di riferimento; questi elementi diventano infatti essenziali, nel processo di valutazione ambientale, per definire la coerenza tra le azioni previste e gli obiettivi di sostenibilità ambientale. In accordo con la LR 1/2005 la variante al PS e il RU del Comune di Asciano sono soggetti alla VAS, le cui procedure sono regolate dalla LR 10/2010 e s.m.i., per la quale, ai sensi dell’art. 5 bis (introdotto con la LR 6/12) comma 1: 1. La Regione, le province e i comuni, per quanto di rispettiva competenza, provvedono all’effettuazione della VAS sui seguenti strumenti e atti: a) piano di indirizzo territoriale; b) piano territoriale di coordinamento; c) piano strutturale; d) regolamento urbanistico; e) piano complesso d’intervento; f) atti di cui all’articolo 10, comma 2, della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio), quando determinano variazioni agli strumenti della pianificazione territoriale; g) varianti agli strumenti ed atti di cui al presente comma nei casi previsti dalla presente legge regionale. Inoltre nel territorio del Comune di Asciano sono presenti due Sic-Sir, ovvero siti di importanza regionale e comunitaria per la protezione di habitat naturali, designati anche come zone di protezione speciale: - il SIR 90 Crete di Camposodo e Crete di Leonina (IT5190004);

1 La Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 “concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”; questa contiene i riferimenti per la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente (rif. art.5 e allegato 1).  - il SIR 91 Monte Oliveto Maggiore e Crete di Asciano (IT5190005). Nella LR 10/2010 trova poi particolare e specifica definizione la Semplificazione dei procedimenti (art. 8) da cui discende che il procedimento di valutazione della variante al PS e del RU di Asciano, venga attuata mediante la redazione di un unico documento che comprenda la VAS prevista dalla L.R.10/10.

Nell’ambito della variante al PS e della formazione del RU viene effettuata la VAS, mentre per la Valutazione d’Incidenza, come già specificato nel Documento preliminare, si rimanda a quella già effettuata nell’ambito della redazione del PS.

2.2 Avvio della procedura di VAS

La procedura di VAS è avviata, durante la fase preparatoria della variante al PS e della formazione del primo RU, con la trasmissione all’autorità competente e ai soggetti con competenze ambientali, del rapporto preliminare, predisposto dal proponente, con lo scopo di ottenere contributi, pareri ed eventuali ulteriori informazioni, di cui tener conto nello sviluppo della valutazione. Questa è estesa all’intero percorso decisionale, sino all’adozione e alla successiva approvazione della variante al PS e dello stesso RU. Il “Rapporto Ambientale”, infatti, integrato alla luce delle eventuali osservazioni presentate e successive controdeduzioni, sarà sottoposto a Parere Motivato, di cui all’art. 26 della LR 10/10 e s.m.i., prima dell’approvazione del RU da parte del Consiglio Comunale e costituirà parte integrante dello stesso. Il procedimento di VAS, secondo il percorso definito dal dispositivo regionale (art. 21 LR 10/10 e s.m.i.), è caratterizzato dalle seguenti fasi e attività: a) lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità, nei casi di cui all’articolo 5, comma 3; b) la fase preliminare per l’impostazione e la definizione dei contenuti del rapporto ambientale; c) l’elaborazione del rapporto ambientale; d) lo svolgimento di consultazioni; e) la valutazione del piano o programma, del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni, f) con espressione del parere motivato; g) la decisione; h) l’informazione sulla decisione; i) il monitoraggio. I tempi e le procedure di VAS fanno riferimento agli artt. 24, 25, 26 e 27 della LR 10/2010.

2.3 Obiettivi generali della VAS

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è un processo finalizzato ad integrare considerazioni di natura ambientale nei piani e nei programmi, per migliorare la qualità decisionale complessiva. La procedura di VAS, ha altresì lo scopo di evidenziare la congruità delle scelte di pianificazione rispetto agli obiettivi di sostenibilità del PS, del RU e degli altri strumenti di pianificazione sovraordinata e di settore. Nel caso di Asciano, il PS era già stato sottoposto a Valutazione Integrata nella piena vigenza del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Regione Toscana, ma prima che fosse approvata l’implementazione dello stesso come Piano Paesaggistico Regionale (PPR) e prima che la Provincia di Siena procedesse con la Variante di adeguamento generale del proprio Piano Territoriale di Coordinamento (PTC). Il processo di valutazione individua le alternative proposte nell’elaborazione del piano, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione e compensazione di cui si dovrà tener conto nelle successive fasi di attuazione dello stesso strumento urbanistico (RU) o nei successivi livelli di pianificazione e programmazione a cui si demanda (per il PS). L'obiettivo più generale della VAS è quello di valutare gli effetti sull’ambiente dei piani o dei programmi, prima della loro approvazione ( ex-ante ), durante ed al termine del loro periodo di validità ( in-itinere , ex-post ). Altri obiettivi della VAS riguardano l'informazione e la promozione della partecipazione pubblica nei processi di pianificazione-programmazione. La valutazione diventa in tal modo una componente effettiva della costruzione del piano e del processo progettuale, con una forte attenzione rivolta al controllo della sostenibilità ambientale delle scelte.

2.4 I soggetti e gli organi coinvolti nel procedimento di VAS

L’elenco successivo indica i soggetti e gli organi che partecipano al processo e i relativi ruoli:

1) L’autorità proponente è rappresentata dal Responsabile del Servizio Assetto del Territorio del Comune di Asciano. 2) L’autorità procedente è rappresentata dal Consiglio Comunale di Asciano; 3) L’autorità competente, che ha il compito di esprimere il parere motivato, è costituita dall’Arch. Simona Ciampolini Responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Buonconvento, in forza della convenzione sottoscritta in data 4.10.2012 avente per oggetto “Convenzione tra i comuni di Asciano e Buonconvento per la gestione associata del servizio Valutazione Ambientale Strategica dei piani urbanistici” 4) Gli enti interessati e i soggetti con competenze ambientali (SCA), in applicazione degli artt. 18 e 19 della LR 10/2010, che hanno il compito di esprimere pareri e fornire contributi, sono rappresentati da: - Regione Toscana; - Provincia di Siena; - Comuni limitrofi (Siena, Rapolano Terme, Monteroni d’Arbia, San Giovanni d’Asso, , Buonconvento, Sinalunga, Trequanda); - Azienda Sanitaria Locale USL 7 – Siena; - ARPAT – Dipartimento provinciale Siena; - Autorità di bacino del Fiume Ombrone; - Sienambiente; - Soprintendenze per i beni paesa - ggistici della Toscana; - Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana; - Ufficio Tecnico del Genio Civile di Siena; - Acquedotto del Fiora s.p.a.; - Enel Distribuzione; - Estra s.p.a. 3. LA VARIANTE AL PIANO STRUTTURALE

3.1 Definizione degli obiettivi generali della variante al PS

Come è possibile evincere dalla relazione di Avvio del procedimento, i temi oggetto della variante al PS fanno riferimento all’adeguamento dello stesso al regolamento 53/R, al PIT e al PTCP 2010, al dimensionamento delle trasformazioni del patrimonio edilizio esistente che dovrà essere riferito alle funzioni principali e all’eliminazione, nel PS, delle norme che hanno una diretta efficacia conformativa o che comunque assumono un valore impropriamente regolativo. In sintesi: - OBIETTIVO 1: adeguamento del PS alle nuove discipline regionali Il PS deve essere adeguato al regolamento attuativo in materia di indagini geologiche della LR 1/2005 ed in particolare al: • DPGR 1 aprile 2009 n.15/R “Regolamento di attuazione della legge regionale 7 febbraio 2005, n.28”. - OBIETTIVO 2: verifica di coerenza del PS a seguito dell‘implementazione del PIT in relazione alla disciplina paesaggistica (Schede degli Ambiti). L’attività di valutazione relativa alla verifica di coerenza con la disciplina del PIT si era svolta, nella fase di Avvio del procedimento in riferimento al PIT del 2000. Il nuovo PIT è stato approvato dalla Regione Toscana con delibera C.R. n.72 del 24.07.2007 e dunque prima dell’adozione del PS, tanto che si è potuto procedere all’approvazione di quest’ultimo avendone già verificato la coerenza con lo strumento regionale. Successivamente la Regione ha adottato il PIT avente valore di Piano Paesaggistico, con delibera n.32 del 16.06.2009, in attuazione del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Esso implementa il PIT per la disciplina paesaggistica - Articolo 143 del D.Lgs. 22.01.2004 n.42 e art.33 della LR 3.1.2005 n.1. E’ questa la parte del piano regionale che non è stato possibile verificare nel PS e si rende pertanto necessario procedere ad un lavoro di verifica e di eventuale adeguamento delle norme dello strumento di pianificazione comunale con le prescrizioni e gli indirizzi del PIT/PPR. - OBIETTIVO 3: adeguamento al nuovo PTC della Provincia di Siena. Come abbiamo visto il PS deve essere adeguato anche al nuovo PTCP che pur prendendo a riferimento per le proprie discipline molte delle conoscenze e gli Atlanti che erano già del PTCP 2000, modifica le proprie discipline (quelle relative alle Unità di Paesaggio, delle aree di pertinenza, ecc.) e introduce importanti novità nella sua impostazione, prima fra tutte una più rigorosa separazione tra la parte statutaria e la parte strategica del piano. Con la variante al PS si procederà alla verifica della coerenza alla disciplina del nuovo PTCP 2010. - OBIETTIVO 4: modifiche al dimensionamento del PS. Nel Documento di Valutazione integrata il PS definisce il proprio dimensionamento stimando la crescita della popolazione sulla base delle tendenze registrate negli ultimi anni, anche in riferimento ad un territorio più esteso. Evidente che però un tale riferimento finisce per non considerare una molteplicità di aspetti, dai domiciliati non residenti e più in generale dai fenomeni di mobilità urbana e territoriale, i ricongiungimenti, ecc., al fenomeno delle seconde case, del mutare del costume e degli alloggi e altro. Inoltre, ed è questo il fatto più significativo, ai nuovi abitanti si fanno corrispondere nuove superfici, non considerando quelli che possono essere gli apporti derivati dal recupero e dalla trasformazione del patrimonio edilizio esistente, non solo a scopo residenziale. In particolare per la funzione residenziale poi, c’è da considerare la necessità di comprendere nel dimensionamento gli esercizi di vicinato, che tra l’altro una recente modifica alla legge sul commercio ha innalzato a 300 mq. Questo fatto comporterà senz’altro la necessità di introdurre nuove quantità negli ambiti urbani. La variante al PS ha l’obiettivo specifico di considerare nelle SUL residenziali complessive, non solo quelle derivate dalle nuove costruzioni in ambito urbano, ma anche le SUL residenziali che potranno derivare da: • recupero edilizio con cambio di destinazione d uso, da altra destinazione a quella residenziale in ambito urbano, in una prospettiva almeno quindicennale; • ristrutturazione edilizia con cambio d’uso degli annessi agricoli, ovvero le SUL derivate dai recuperi dell’ingente e qualitativamente straordinario patrimonio edilizio nel territorio aperto. Nel dimensionamento delle UTOE non verrà più fatto riferimento agli abitanti (che rimarranno il riferimento per la dotazione degli standard, ai sensi del DM 1444), ma esclusivamente alle SUL complessive che saranno utilizzate dai successivi RU, mantenendo comunque ferma la quota destinata alla nuova costruzione. Allo stesso modo e con lo stesso criterio si procederà al dimensionamento complessivo per le altre funzioni principali, con una particolare attenzione riservata alle attività turistico-ricettive, essendo questa una funzione strategica per le caratteristiche e le risorse del territorio ascianese. In particolare, volendo limitare il fenomeno che ha visto trasformare rapidamente molti grandi e pregevoli complessi nel territorio aperto in nuclei residenziali plurifamiliari, ovvero più semplicemente in condomini di seconde case. Anche a seguito delle risultanze del lavoro importante di classificazione della schedatura, effettuato per la redazione del RU, si valuterà, laddove compatibile per la conservazione dei beni da considerare di valore, la possibilità della conversione e turistico-ricettivo di parte del grande patrimonio edilizio dismesso nel territorio aperto (una quota di alberghiero potrebbe essere da raccomandare anche nel recupero dei grandi contenitori dismessi in ambito urbano). Infine si devono anche creare le condizioni affinché alcune attività senz’altro compatibili con gli assetti tradizionali ed il contesto agricolo, come artigianato tipico o servizi di wellness e di cura, possano trovare spazio nei molti nuclei storici minori in stato di parziale abbandono nel territorio aperto. - OBIETTIVO 5: semplificazione delle discipline del PS con il trasferimento degli aspetti regolamentari nel RU. Come abbiamo visto, il PS di Asciano è stato concepito in un momento di passaggio tra la Legge regionale n.5/1995 e la 1/2005 ed anche per questo oggi si possono considerare come "sconfinamento" dalle stesse prerogative di un PS, le indicazioni che finiscono per essere direttamente operative, ovvero direttamente applicabili ai titoli abilitativi e per questo rivolte agli operatori (invece che agli atti quali il RU ed i piani urbanistici attuativi e di settore). Il fatto di dettagliare allora regole che sarebbero state più propriamente da introdurre oggi, con il primo RU, derivava anche dalla necessità di istituire da subito un nuovo regime per le trasformazioni edilizie ed urbanistiche nel territorio rurale, che potessero fare riferimento alla nuova concezione territoriale del piano stesso (e non solamente urbanistica). Il PS così come concepito dalla LR 1/05 e infatti di tipo strutturale e strategico, che fissa gli elementi cardine dello sviluppo territoriale e i criteri da utilizzare per il suo governo e definisce direttive e norme di indirizzo da recepire, obbligatoriamente o meno, nei successivi atti. Questo sconfinamento si verifica in particolare nelle discipline che riguardano il territorio aperto, laddove si e inteso introdurre da subito elementi di tutela che sostituissero le discipline delle vecchie “ aree protette b), c) d)” , oramai abrogate, e per porre limiti a fenomeni di trasformazione incongrui, che in anni recenti si erano registrati nel territorio. La possibilità oggi, con l’adozione del RU, di portare a compimento l’azione di riforma degli strumenti comunali e quindi la possibilità di disporre di una completa strumentazione urbanistica, deve essere anche colta per riportare a coerenza, attraverso l’adozione contestuale della variante al PS e del RU, tra di loro gli stessi strumenti. In ultimo va considerato che è stato modificato anche il anche il Regolamento 53/R per le indagini geologiche e per alcuni aspetti anche del 5/R di attuazione del titolo IV della LR 1/2005, e che si dovrà riportare a coerenza anche le discipline che ne derivano. La variante al PS del Comune di Asciano assume dunque come obiettivo specifico, quello dell’adeguamento alle discipline sovraordinate (ai regolamenti di attuazione della 1/05 modificati, ma anche al PIT/PPR e al nuovo PTCP) e quello della eliminazione o semplificazione degli articoli prescrittivi e regolamentari, con l’eliminazione ed il trasferimento di parte delle norme che oggi contiene nel RU, che sarà contestualmente adottato, senza lasciare così ambiti di dubbio o discontinuità nell’azione di governo del territorio. 4. IL REGOLAMENTO URBANISTICO

4.1 Definizione dei contenuti e degli obiettivi generali del RU

Il Regolamento Urbanistico è lo strumento che attua, con decisioni operative e puntuali, gli obiettivi e gli indirizzi generali del Piano Strutturale. E’ costituito, principalmente, da elaborati grafici alle diverse scale (1:2.000, 1.10.000) e da una struttura normativa di carattere direttamente prescrittivo ed ha lo specifico compito di disciplinare l’attività urbanistica ed edilizia per l’intero territorio comunale1 e per questo, assume il ruolo “regolativo” delle attività edilizie nel territorio comunale, tanto che per questa ragione esso si qualifica come lo strumento che si avvicina ai caratteri del tradizionale Piano Regolatore Comunale (PRG), pur presentando importanti novità. La più rilevante è quella che il Regolamento Urbanistico, secondo la legge regionale 1/2005, è diviso in due parti: la prima riguarda la “gestione degli insediamenti esistenti” e mantiene valore per un tempo indeterminato; la seconda, relativa alla “trasformazione degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio” ha invece una valenza quinquennale, almeno per quanto riguarda le eventuali aree preordinate al vincolo di esproprio e quelle assoggettate a pianificazione attuativa. In pratica le previsioni inerenti le dotazioni pubbliche che insistono sulle aree appositamente individuate e soggette alle procedure di legge per l’esproprio decadono alla scadenza del cinque anni dall’approvazione del Regolamento stesso. Si pone così la necessità di procedere ad una oculata programmazione delle opere pubbliche, affinché la decadenza delle loro previsioni non dia luogo a trasformazioni non coordinate o incomplete: esse, comunque, possono essere reiterate a fronte di specifiche motivazioni, che dovranno essere contenute in una relazione sul monitoraggio degli effetti, previsto dall’art. 13 della stessa L.R. 1/05. Un’altra conseguenza di quest’organizzazione, anche se non è determinata solo da questo (il principio di sviluppo sostenibile e la flessibilità programmata sono certo i principali fattori che la determinano), è quella che si deve prevedere una ripartizione programmata nel tempo del dimensionamento previsto dal Piano Strutturale, secondo prospettive quinquennali. Muovendo dagli obiettivi e dagli indirizzi generali stabiliti dal PS, infatti il RU attua, con decisioni operative e puntuali, le strategie perseguite da quello.

Si devono così prevedere nel tempo più regolamenti urbanistici, che utilizzeranno di volta in volta quota parte del dimensionamento del PS e che potranno cambiare senza cambiare quello. Naturale quindi che i regolamenti urbanistici debbano porsi di volta in volta obiettivi raggiungibili e realmente fattibili, cercando di determinare le trasformazioni secondo un ordine coerente con le strategie assegnate dal PS e valutando le prospettive di un più breve periodo.

Ai sensi dell’art. 55 della L.R. n. 1/2005, comma 1, il RU disciplina l'attività urbanistica ed edilizia per l'intero territorio comunale; esso si compone di due parti: a) disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti; b) disciplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio.

Significativo, ai fini del presente documento, quanto recentemente introdotto con il comma 1 bis: Con riferimento alle discipline di cui al comma 1, lettere a) e b), il regolamento urbanistico dà conto della conformità delle sue previsioni a quelle del piano strutturale, esplicita la relazione delle sue previsioni con i piani regionali e provinciali di riferimento; motiva le scelte di pianificazione con riferimento agli aspetti paesaggistici, territoriali, economici, sociali rilevanti per l’uso del territorio e perla salute umana, anche in attuazione di quanto previsto dall’articolo 53, comma 3, lettere c bis) e c ter).

La disciplina del RU per la gestione degli insediamenti esistenti individua (art. 55, comma 2):

1 Articolo 55, comma 1: Il regolamento urbanistico disciplina l'attività urbanistica ed edilizia per l'intero territorio comunale; esso si compone di due parti: a) disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti; b) disciplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio. a) il quadro conoscitivo dettagliato ed aggiornato periodicamente del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente e delle funzioni in atto; b) il perimetro aggiornato dei centri abitati inteso come delimitazione continua che comprende tutte le aree edificate e i lotti interclusi; c) la disciplina dell'utilizzazione, del recupero e della riqualificazione del patrimonio urbanistico ed edilizio esistente, compresa la tutela e la valorizzazione degli edifici e dei manufatti di valore storico e artistico; d) le aree all'interno del perimetro dei centri abitati nelle quali è permessa l'edificazione di completamento o di ampliamento degli edifici esistenti; e) le aree per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria nel rispetto degli standard di cui all' articolo 53 ,comma 2, lettera c); f) la disciplina del territorio rurale ai sensi del titolo IV, capo III; g) la disciplina delle trasformazioni non materiali del territorio; h) la valutazione di fattibilità idrogeologica degli interventi anche ai fini del vincolo idrogeologico di cui alla L.R. 39/2000 in base all'approfondimento degli studi di natura idrogeologica, geologica ed idraulica; i) le aree e gli ambiti sui quali perseguire prioritariamente la riqualificazione insediativa.

La disciplina del RU per la trasformazione degli assetti insediativi individua (art. 55, comma 4): a) gli interventi di addizione agli insediamenti esistenti consentiti anche all'esterno del perimetro dei centri abitati; b) gli ambiti interessati da interventi di riorganizzazione del tessuto urbanistico; c) gli interventi che, in ragione della loro complessità e rilevanza, si attuano mediante i piani di cui al presente titolo, capo IV, sezione I; d) le aree destinate all'attuazione delle politiche di settore del comune; e) le infrastrutture da realizzare e le relative aree; f) il programma di intervento per l'abbattimento delle barriere architettoniche ed urbanistiche, contenente il censimento delle barriere architettoniche nell'ambito urbano e la determinazione degli interventi necessari al loro superamento, per garantire un'adeguata fruibilità delle strutture di uso pubblico e degli spazi comuni delle città; g) la individuazione dei beni sottoposti a vincolo ai fini espropriativi ai sensi degli articoli 9 e 10 del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità); h) la disciplina della perequazione di cui all' articolo 60.

Inoltre il progetto del RU deve anche essere l’esito del lavoro preventivo di affinamento del quadro conoscitivo, a partire di quanto già fatto per il PS. Per come è concepita la Legge quindi la costruzione logica del primo RU del Comune di Asciano deve necessariamente prendere le mosse dalle indicazioni strategiche contenute nel Piano Strutturale, a partire dagli obiettivi che sono stati lì stabiliti.

Sulla base delle considerazioni prima esposte, che fanno del PS lo strumento appropriato alla definizione delle strategie e del RU quello capace di tradurle in scelte operative, l’obiettivo generale del Regolamento Urbanistico è quello di prevedere una disciplina degli interventi e delle trasformazioni ammissibili per l’intero territorio comunale, in coerenza con quanto stabilito dalle disposizioni del Piano strutturale, nel rispetto della sua componente statutaria, riferita alle invarianti strutturali ed ai diversi sistemi territoriali e sub sistemi di paesaggio - che potrà riflettersi sulla disciplina del territorio aperto e sul patrimonio edilizio esistente - e traducendo ed articolando la sua componente strategica, costituita dagli obiettivi delineati per i sistemi funzionali e per le due diverse UTOE. Occorre dunque prima di tutto riferirsi agli obiettivi generali enunciati dal PS, mentre più avanti si dettaglieranno anche obiettivi specifici, riferibili alle attività di regolazione urbanistica e di trasformazione edilizia, propri del Regolamento Urbanistico. 4.2 Gli scenari e gli obiettivi fissati dal PS di Asciano

Nella Relazione illustrativa e nel Documento di Valutazione integrata, il PS di Asciano aveva già delineato quelli che avrebbero dovuto essere gli elementi su cui impostare il progetto urbanistico e lo scenario assunto come riferimento per il progetto. Qui di seguito si riporta la scheda di sintesi che può ancora rappresentare lo scenario socio-economico a cui deve riferirsi il RU.

L’analisi dei dati sulla composizione della popolazione mostra alcune tendenze in atto:

• un incremento complessivo della popolazione di circa 100 unità all’anno caratterizzato da: 1. una ripresa della natalità (in controtendenza con il dato regionale e senese) e un calo della mortalità (anch’esso in controtendenza); 2. il perdurare di un saldo naturale negativo accompagnato da un saldo migratorio positivo , per cui se ne deduce che l’incremento della popolazione è da imputare alla immigrazione interna (meridione d’Italia, l’11,3% del totale della popolazione residente) ed esterna (paesi stranieri, il 7,1% del totale della popolazione residente); • una struttura familiare piuttosto tradizionale che - nonostante alcuni recenti cambiamenti in corso in linea con i cambiamenti a scala più ampia (crescita delle famiglie monoparentali) – sembra mantenere caratteristiche legate per lo più alla classica struttura familiare territoriale del passato (di media composta da quattro membri e con indici di instabilità matrimoniali bassi); • una popolazione anziana tendenzialmente più autosufficiente , che mantiene forti reti sociali e parentali e usufruisce di minore necessità di supporto (in termini di dipendenza) rispetto alle medie di altre realtà provinciali e - più in generale - della regione.

2) L’andamento dell’economia locale

L’analisi dei dati socio-economici mostra alcune tendenze in atto:

• un ruolo di traino dell’agricoltura (28%) e del turismo , composto da servizi e commercio e attività ricettive; • un andamento complessivo dei tassi di occupazione e disoccupazione inferiori alla media provinciale , con evidenti difficoltà di inserimento lavorativo soprattutto per la componente femminile; • la forte crescita del settore turistico, confermato dai dati recenti relativi al numero dei posti letto e al numero delle strutture ricettive;

3) I processi di mobilità territoriale

• mobilità quotidiana fuori dal comune di residenza elevata (circa 1700 persone al Censimento 2001, quindi presumibilmente sottostimato), con evidenti problemi di impatto ambientale e di pendolarismo lavorativo;

Piano Strutturale di Asciano, scenario socio-economico generale - scheda di sintesi

La visione al futuro messa a punto dal PS è riassunta nella Relazione generale del piano: “Il PS, riconoscendo come la competitività del sistema economico sia intimamente legata alla qualità complessiva del territorio, favorisce l’integrazione delle attività produttive agricole con le politiche di tutela e valorizzazione del paesaggio e del capitale fisso di risorse locali. Il PS intende sostenere e potenziare l’attrattività di sistema del territorio di Asciano ed in particolare intende dotarlo di nuove opportunità economiche e occupazionali, rivolte soprattutto ai giovani, muovendo dalla valorizzazione delle vocazioni indotte dalla notorietà del paesaggio delle Crete. Occorre per questo mettere in gioco le diverse filiere economiche in un ciclo integrato, che dalla agricoltura, alla zootecnia, alla filiera agroalimentare, fino al turismo, riconoscano nell’unicità del paesaggio ascianese, nella qualità dei suoi prodotti enogastronomici e nella rarità dei servizi ambientali il motore dello sviluppo sostenibile”. Anche il nuovo PTCP 2010 conferma le tendenze e le opportunità individuate dal PS: “nel comparto della produzione di seminativi un possibile quadro di sostenibilità economica può rientrare in un disegno complessivo di valorizzazione ambientale per costruire una economia mista integrata con altri settori (es. turismo)”.

Un importante contributo alla definizione dello scenario strategico così delineato era però venuto anche dagli abitanti, verso i quali, durante la costruzione del PS, erano state promosse diverse operazioni di ascolto e partecipazione, più o meno formalizzate, prima fra tutte l’indagine sulla percezione svolta attraverso la formulazione di questionari rivolti a tutti. “Gli abitanti percepiscono quali problematiche prioritarie quelle che hanno una particolarità – forse potremmo dire anche soluzioni – del tutto specifiche; ad esempio il problema della discarica di , o quello della chiusura della fornace ad Arbia, o quello delle possibili frane a . Le altre risposte, invece, si concentrano ancora una volta sulla sicurezza – percepita come una priorità soprattutto ad Asciano capoluogo – e sulla viabilità, che ovviamente si concentra maggiormente nella zona in entrata da Siena (Arbia) ma – nel complesso - interessa un po’ tutti. Da parte di molti abitanti di Asciano viene comunque evidenziata una sorta di forte simbiosi con il territorio, che si caratterizza in risposte volte ad sottolineare l’assoluta necessità di difendere il patrimonio naturalistico esistente e a conservare – questa si, una priorità molto percepita – il livello di qualità della vita esistente: miglioramento della viabilità; maggiore investimento sui servizi sociali (asilo nido, centri di socializzazione, centri per anziani…); rafforzamento dei trasporti pubblici; attenzione alla valorizzazione del territorio (turismo, prodotti tipici, ambiente…)”. Piano Strutturale di Asciano – Valutazione integrata

Gli assi strategici su cui impostare il successivo RU, sono così definiti dal PS: a) Qualità ambientale b) Identità territoriale c) Coesione d) Attrattività e) Turismo sostenibile f) Sostegno alle attività produttive

Per il PS sono in particolare i Sistemi funzionali che forniscono le indicazioni per le politiche che il RU dovrebbe perseguire, mentre le U.T.O.E. contribuiscono alla definizione degli indirizzi e dei parametri da rispettare nella sua parte gestionale. In sintesi i Sistemi Funzionali individuano un insieme di elementi territorialmente definiti e coordinati tra loro in un complesso organizzato e reso funzionale alle politiche territoriali che il P.S. intende perseguire, e che così distingue: Sistema funzionale degli insediamenti Sistema funzionale del territorio rurale Sistema funzionale per la fruizione integrata del territorio

Obiettivi generali del sistema funzionale degli insediamenti, anche tramite gli indirizzi relativi agli altri sistemi funzionali, è garantire un equilibrato sviluppo dei centri urbani e delle frazioni, l’integrità dei nuclei storici minori, la tutela delle caratteristiche distintive degli insediamenti esistenti ed il mantenimento e/o il recupero delle relazioni paesaggistiche tra insediamenti e aree agricole circostanti, in particolare sono obiettivi specifici del sistema: a) la tutela e la valorizzazione dei centri antichi, dei nuclei, degli edifici e dei manufatti di valore e del patrimonio storico architettonico; b) l’innalzamento della qualità di vita nei centri urbani, con interventi integrati di riqualificazione urbana e incrementando la dotazione di servizi pubblici e privati; c) il miglioramento dell’accessibilità e della fruizione pubblica dei contesti urbani e la razionalizzazione dei flussi di traffico crescenti, salvaguardando i peculiari valori del territorio in coerenza con le sue qualità paesistico ambientali; d) consolidare e riqualificare il tessuto delle attività produttive, in funzione della mitigazione dei fattori di criticità sull’ambiente e sul paesaggio e di una adeguata dotazione di spazi e luoghi di servizio; e) il potenziamento del trasporto pubblico in riferimento all’ambito locale ed extraurbano, valorizzando in particolare la presenza delle stazioni del servizio ferroviario.

Obiettivo generale del sistema funzionale del territorio rurale è la valorizzazione dell’economia rurale e l’integrazione dell’attività agricola con altre funzioni compatibili con la tutela del paesaggio agrario e coerenti con la valorizzazione delle risorse del territorio. Obiettivi specifici del sistema funzionale sono: a) il rafforzamento del ruolo dell’agricoltura, come fattore produttivo, come elemento di tutela del paesaggio e come fattore di stabilizzazione degli equilibri ambientali, ovvero per il mantenimento ed il recupero della stabilità idrogeologica del territorio e della biodiversità e per la tutela e la riqualificazione delle aree boscate e dei corridoi ecologici; b) la valorizzazione del ruolo di presidio ambientale svolto dall’imprenditore agricolo, attraverso la presenza concreta dell’agricoltura capace di tenere insieme le esigenza economico-produttive, quelle ambientali e quelle simboliche-estetiche della società; c) lo sviluppo di attività connesse e integrative compatibili con il recupero delle criticità ambientali e paesaggistiche e la tutela e valorizzazione delle risorse del territorio, indispensabile per il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e dei relativi spazi di pertinenza, della viabilità rurale e delle sistemazioni agrarie tradizionali; d) la gestione territoriale con finalità naturalistiche per le aree marginali e le aree a maggior vocazione naturalistica, in quelle prossime ad aree di biodiversità primaria (SIR, rete natura 2000) e nelle aree agro-silvo-pastorali di tutela e di fruizione della naturalità. e) il mantenimento delle forme di produzione agricola per autoconsumo, che svolgono un ruolo fondamentale di presidio di parti del territorio e la per conservazione del paesaggio tradizionale, nonché per il sostegno delle famiglie residenti e per l’integrazione sociale ed intergenerazionale.

Obiettivo generale del sistema funzionale per la fruizione integrata del territorio, anche tramite gli indirizzi relativi ai sistemi funzionali della produzione agricola, dei collegamenti territoriali e della percorribilità interna e degli insediamenti, è promuovere una forma di sviluppo basato sulla varietà delle opportunità offerte dall’economia locale, che rispetti e preservi nel lungo periodo le risorse naturali, culturali e sociali e contribuisca in modo equo e positivo allo sviluppo economico e alla piena realizzazione delle persone che vivono, lavorano o soggiornano ad Asciano. Obiettivi specifici del sistema funzionale sono: a) mantenere e rafforzare il capitale sociale locale, creando condizioni per la crescita culturale, sociale ed economica e per lo sviluppo di innovazioni produttive e imprenditoriali e promuovendo lo sviluppo delle economie legate alle specificità del territorio; b) ridurre le criticità e favorire la reversibilità dei processi di degrado ambientale e paesistico, proteggere e salvaguardare i sistemi ambientali in maniera attiva, anche prevedendo la loro valorizzazione integrata con i beni storici culturali ed il paesaggio; c) favorire il presidio del territorio rurale e la cura del paesaggio, collocando in un’ottica unitaria e di sistema i diversi interventi per l’infrastrutturazione e la valorizzazione del territorio comunale; d) migliorare la qualità delle attrezzature e dei servizi di interesse collettivo a servizio del territorio e degli insediamenti e l’accessibilità e la fruizione pubblica dei contesti urbani, quale elemento determinante la qualità della vita della comunità; e) promuovere la fruizione turistica del territorio attraverso la valorizzazione delle risorse ambientali, paesistiche, storiche e culturali e agro-alimentari, nella prospettiva di un loro sviluppo equilibrato ed integrato e fondato sulle complementarietà e sinergie fra i diversi elementi territoriali di valore ed i servizi (culturali, informativi e tecnici) per la loro fruizione; f) qualificare, integrare, ampliare e diversificare l’offerta dei servizi per l’ospitalità, in particolare verso giovani e famiglie e migliorare le funzioni di informazione e servizio per i circuiti fruitivi, per la valorizzazione dei prodotti tipici, per la promozione degli eventi culturali, delle attività espositive, culturali e didattiche, ecc.

Obiettivo generale del sistema funzionale dei collegamenti territoriali e della percorribilità interna è quello di garantire un sistema della mobilità integrato e sostenibile, che consenta la migliore accessibilità ai principali recapiti degli spostamenti che interessano il territorio di Asciano. Il sistema è articolato in diversi livelli e modalità di trasporto, su cui poggiano le differenti strategie formulate. Il primo livello è quello della rete primaria, che riguarda il sistema delle connessioni d’area vasta e il sistema interno dei principali tracciati infrastrutturali di rilevanza sovracomunale. Il PS attribuisce al primo livello una funzione portante. Gli obiettivi del primo livello sono: - rafforzare i collegamenti tra il territorio comunale e le reti d’interesse regionale e provinciale, migliorando la rete di collegamento interna ai sistemi territoriali e quella di raccordo con il sistema stradale nazionale e ferroviario, sempre in un’ottica integrata sotto il profilo territoriale; - adeguare e potenziare la rete stradale primaria, prevalentemente organizzata per il traffico motorizzato, garantendone una corretta integrazione a servizio delle aree urbane servite, perseguendo dove possibile il superamento delle criticità dovute all’uso misto della stessa (traffico merci, spostamenti degli utilizzatori e turisti, ciclisti e pedoni) e disincentivando il traffico di attraversamento; - innalzare il livello di efficienza dei sistemi di trasporto pubblico, su gomma e su ferro, da attuare attraverso il potenziamento e la razionalizzazione delle linee, così da favorire l’utilizzo del mezzo collettivo rispetto a quello privato e puntando all’intermodalità come principale caratteristica della mobilità sul territorio; Il secondo livello è quello della rete secondaria, che riguarda il sistema delle infrastrutture di supporto alle attività e di valorizzazione dei sistema economico locale. Gli obiettivi del secondo livello sono: - riorganizzazione e razionalizzazione delle infrastrutture per la mobilità volta alla creazione di una gerarchizzazione dei percorsi ad eliminare le condizioni di disagio determinate dal traffico di attraversamento degli insediamenti, evitando che la viabilità secondaria venga utilizzata come scorciatoia tra le arterie della viabilità principale; - migliorare i collegamenti che supportano il sistema insediativo e favorire la fruibilità del patrimonio territoriale del territorio aperto, ammodernando e razionalizzando la rete delle connessioni interne, contribuendo in particolare alla accessibilità, al riequilibrio e alla valorizzazione delle aree rurali; - aumentare la funzionalità della linea ferroviaria che include le stazioni di Arbia, Asciano Monte Oliveto e della stazione di Asciano Scalo, quale azione strategica a scala sovraordinata finalizzata al potenziamento dei servizi per le attività produttive e turistiche del comune e a sostegno dei nuovi quartieri residenziali. Il terzo livello riguarda la rete minuta dell’accessibilità locale orientata alla fruizione del patrimonio territoriale e ambientale, anche e preferibilmente con modalità leggere e lente, costituito da percorsi pedonali, tracciati storici, corridoi naturalistici, sentieri, piste ciclabili, ippovie. Gli obiettivi del per il terzo livello sono: - promuovere il recupero e la riqualificazione dei tracciati storici e la valorizzazione della rete ciclabile e sentieristica esistente, il suo completamento e la sua riqualificazione attraverso la formazione di itinerari e circuiti per la fruizione turistica e per il loisir ; - diffondere la conoscenza delle identità locali e dei patrimoni culturali e naturali del territorio comunale e renderli accessibili con modalità lente; - promuovere e sviluppare tali modalità nelle aree urbane a sostegno dell’accessibilità delle attività economiche e dei servizi pubblici alla persona e dei principali nodi del trasporto pubblico

A partire da questi obiettivi, stante la validità a tempo indeterminato del PS e quinquennale del RU, quest’ultimo seleziona, definisce e disciplina solo una prima parte di interventi che sono resi possibili dal PS, sulla base delle priorità programmatiche e delle disponibilità finanziarie dell’Amministrazione Comunale. Il primo RU avvia l’attuazione delle strategie del PS da un lato impegnando solo una parte della capacità edificatoria prevista dal dimensionamento, dall’altro approfondendo e sottoponendo a specifica valutazione le diverse ipotesi che vengono definite sulla base di studi adeguati e prospettive di sviluppo condivise 4.3 Il dimensionamento del PS

Il dimensionamento è un tema particolarmente delicato, perché comporta la definizione in termini quantitativi delle previsioni del piano. La presente variante al PS di Asciano cerca di riarticolare più correttamente le dimensioni massime sostenibili degli insediamenti, anche a partire da un dettagliato lavoro di schedatura e classificazione svolto per tutto il patrimonio edilizio esistente.

Il PS, avendo rimandato la classificazione del patrimonio edilizio esistente al regolamento urbanistico, non solo non aveva introdotto nel proprio dimensionamento le superfici esistenti che avrebbero potuto essere destinate alle diverse funzioni principali indicate dal Regolamento 3/R, ma aveva utilizzato come unico riferimento quello degli abitanti residenti. Una prima considerazione di metodo riguarda infatti le unità di misura con cui si esprime il dimensionamento. Nella tabella che segue vengono indicate, per ciascuna funzione, le unità di misura utilizzate e da utilizzare.

Il dimensionamento per l’UTOE 1 Asciano (Art. 108) risulta: Volumetrie in corso di realizzazione - mc abitanti ancora insediabili – 1.0 v/ab. 18.000 180

Abitanti aggiuntivi nelle case sparse 100 da interventi in itinere 180 da nuove previsioni 330

v/ab. equivalente mc 100 Nuova costruzione mc 3.300 Sul mq 11.000

Lo stesso criterio è poi utilizzato per le altre funzioni principali: Nuove superfici residenziali Sul mq 11.000 di cui il 10% da destinarsi a regime di locazione Nuove superfici produttive Sul mq 30.000 Nuove superfici direzionali Sul mq 15.000 Nuove medie superfici di vendita Sul 1.000

Mentre solo per la funzione turistico-ricettiva si fa esplicito riferimento al recupero, ma anche in questo caso limitata ai centri storici.

Ricettività alberghiera da recupero riferito ai centri storici di Asciano e Chiusure Posti letto n. 80 Sul mq 4.800 

Il dimensionamento per l’UTOE 2 Arbia (Art. 109) risulta:

Volumetrie in corso di realizzazione - mc abitanti ancora insediabili – 1.0 v/ab. 17.000 170

Abitanti aggiuntivi nelle case sparse da interventi in itinere da nuove previsioni 100 170 630

1 v/ab. equivalente mc 100 Nuova costruzione mc 6.300 Sul mq 21.000

Nuove superfici residenziali Sul mq 21.000 di cui il 10% da destinarsi a regime di locazione Nuove superfici produttive Sul mq 30.000 Nuove superfici direzionali Sul mq 7.000 Medie superfici di vendita Sul mq 700

Ricettività alberghiera da nuove costruzioni ad Arbia Posti letto n. 50 Sul 3.000 Nel PS, per gli abitanti, si fa riferimento anche a quelli insediabili nelle case sparse (100 ad Asciano, Utoe1 e 100 ad Arbia, Utoe2), senza che però questo produca alcuna ulteriore SUL, in aggiunta a quella determinata dalle nuove costruzioni (totale 11.000 + 21.000).

All’Art. 106 delle Norme del Piano strutturale si definiscono i criteri da utilizzare per gli standard e si quantificano le “Nuove” superfici che potranno essere utilizzate nei successivi regolamenti urbanistici:

Abitanti aggiuntivi nelle case sparse abitanti da interventi in itinere abitanti da nuove previsioni 200 350 960 anno 2001 2006 2021 Abitanti n. 6.483 7.050* 8.560

Come si vede il riferimento esclusivo agli abitanti solleva non poche contraddizioni. Intanto gli interventi in itinere qui considerati sono rappresentati dalle nuove costruzioni, mentre escludono quelli relativi alla consistente attività che interessa il Comune, ovvero quella degli interventi di ristrutturazioni e cambio d’uso.

Inoltre va considerato che, anche per le nuove costruzioni, non possiamo considerare i volumi in itinere come determinanti in ogni caso l’insediamento di nuovi residenti (non si considera cioè la parcellizzazione, divisione o gemmazione delle famiglie e redistribuzione della popolazione in genere), a ulteriore conferma di come il parametro degli abitanti residenti sfugga necessariamente alle pur scrupolose considerazioni urbanistiche (nello stesso DM 1444 viene utilizzato per la sua natura spuria, tanto che si parla di abitanti equivalenti, giusto per parametrizzare i servizi).

Il limite più evidente del Piano Strutturale vigente è quello che ai nuovi abitanti si fanno corrispondere nuove superfici, ma non considerando quelli che possono essere gli apporti derivati dal recupero e dalla trasformazione del patrimonio edilizio esistente, peraltro non solo a scopo residenziale o solo come prima residenza. In particolare poi, per la funzione residenziale, c’è da considerare la necessità di comprendere nel dimensionamento gli esercizi di vicinato, che una recente modifica alla legge regionale sul commercio ha innalzato a 300 mq. Va aggiunto altresì che in una prima fase di applicazione della LR 1/2005 e prima del suo Regolamento di attuazione (il 5/R), come più avanti evidenziato, le interpretazioni su cosa costituisse effettivo “impegno di suolo” era lasciato abbastanza vago, tanto che molti comuni, proprio a seguito dell’interpretazione modificata della Regione, si sono trovati poi a dover modificare il dimensionamento del PS (è utile aggiungere che anche recentemente, con la pubblicazione delle schede per il monitoraggio dei piani, redatte dalla stessa Regione, si potrebbe pensare che ci troviamo di nuovo ad una ulteriore ed ancora più estensiva interpretazione degli interventi che determinano dimensionamento).

Appare evidente come, rispetto al PS vigente, un elemento chiave è la quantificazione della Superficie Utile Lorda, parametro di riferimento per gli interventi sia nuovi che di recupero, come specificamente precisato dalle norme regionali. Di conseguenza la stima dei corrispondenti abitanti teorici assume invece più che altro un ruolo di riferimento per la valutazione delle risorse disponibili, gli standard e più in generale per la sostenibilità delle scelte del piano, in ogni caso, svincolando le Sul dagli abitanti residenti.

Per fare questo va inoltre considerato che la Regione Toscana ha predisposto uno specifico database per monitorare nella maniera più omogenea possibile i piani comunali. Le tabelle che lo compongono fanno una ulteriore distinzione tra la SUL prevista/prodotta nell’ambito di interventi di “recupero” e quella prevista/prodotta da interventi che comportano “nuovi impegni di suolo”. Dunque il dimensionamento sostenibile deve essere articolato, oltre che per funzioni, distinguendo gli interventi di recupero da quelli che determinano “nuovo impegno di suolo”.

Lo stesso PTCP 2010, in modo chiaro, definisce i concetti di utilizzo di suolo e di consumo di nuovo suolo , distinguendoli opportunamente e legandoli a specifiche esigenze di sviluppo, in un quadro generale di discipline utili comunque a contrastare il secondo. Anche in relazione al principio che è alla base della stesse legge regionale n.1 del 2005, infatti, si devono evidentemente favorire azioni e strategie che privilegino la “riutilizzazione e riorganizzazione degli insediamenti esistenti” a scapito della crescita urbana e del conseguente consumo di suolo.

Per questo, ai fini del dimensionamento del PS, anche nello spirito della semplificazione che informa questa variante, si assume come guida il concetto di impegno di suolo . Occorre dunque definire con estrema chiarezza quali interventi si ritiene determinino “nuovo impegno di suolo” e quali no, cosa debba essere considerato ai fini del dimensionamento e cosa non incida sullo stesso.

Qualsiasi espansione urbana determina, ovviamente, nuovo impegno di suolo, così come la costruzione di un nuovo edificio su suolo libero, anche se interno all’abitato esistente, da cui ne deriva che entrano nel computo delle superfici del dimensionamento del PS, sia quelle derivanti dalle nuove urbanizzazioni (le cosiddette zone C, ai sensi del DM 1444), sia le nuove edificazioni interne al perimetro del centro abitato (zone B). Allo stesso modo, seppur compresi in ambiti già urbanizzati, sono da computare nel dimensionamento gli interventi di ristrutturazione urbanistica associati al cambio di destinazione d’uso, così come, alle stesse condizioni, le sostituzioni edilizie. Non determina invece nuovo impegno di suolo l’ampliamento di un edificio esistente all’interno del proprio resede di pertinenza (che costituisce, infatti, suolo già impegnato) solo se non produce nuove unità immobiliari (addizioni funzionali assimilabili alla ristrutturazione edilizia), mentre resta abbastanza discutibile come debba essere considerato il caso contrario, ovvero quello in cui si determina la creazione di unità immobiliari aggiuntive. Si tratta indiscutibilmente di incremento del carico urbanistico, ma questo non rende automaticamente possibile il loro inserimento nel dimensionamento del PS. Peraltro deve anche essere considerato che, più in generale e nello spirito della legge toscana, il PS deve favorire senz’altro azioni e strategie che privilegino il recupero a scapito della crescita urbana e del relativo consumo di suolo – concetto questo differente da “impegno”, e che più univocamente può essere interpretato come la riduzione della superficie agricola per effetto di interventi di impermeabilizzazione, urbanizzazione ed edificazione non connessi all’attività agricola.

In un territorio quale è quello del Comune di Asciano però, la vera difficoltà la si incontra quando deve essere valutato lo stato e la consistenza del patrimonio edilizio nel territorio extraurbano. Nel corso dell’elaborazione del Regolamento urbanistico si è proceduto all’esame ed alla classificazione degli edifici che erano stati schedati dal PS e ci si è, come peraltro ci aspettavamo, trovati di fronte ad un patrimonio significativo, sia per dimensione che per qualità.

I dati raccolti e organizzati secondo un sistema organico e informatizzato, sono stati predisposti per restituire un quadro completo e esaustivo a supporto delle scelte da operare nel corso della stesura del Regolamento Urbanistico e finalizzati anche ad una futura gestione del patrimonio edilizio a servizio degli Uffici Tecnici del Comune per la gestione delle pratiche edilizie. Si è proceduto, toponimo per toponimo, ad una rilevazione puntuale dall’esterno degli edifici, individuando per l’insediamento, su una mappa di riferimento, i singoli corpi di fabbrica e l’organizzazione delle pertinenze esterne. Completando il lavoro in ogni dettaglio e informatizzando i dati su cartografia GIS e database dedicati, è infine emerso un quadro completo e esaustivo, che ha dato le informazioni necessarie per i futuri indirizzi in materia d’intervento sul patrimonio edilizio esistente e offerto spunti di riflessione su eventuali scenari che possono condizionare la disciplina del RU. Si sono così rilevati circa 685 toponimi , con un numero di edifici schedati di circa 1.860 edifici .    T$    T$     TU$ UZ$

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La parte più consistente del patrimonio edilizio degli edifici in territorio rurale è rappresentata dai complessi colonici. Le singole case coloniche intorno alle quali si elevano spesso gli annessi agricoli rappresentano circa 60% il patrimonio edilizio. Sommati ai relativi annessi agricoli arriviamo al 70% del patrimonio rilevato.  L’art. 23 della disciplina generale del PIT stabilisce che i piani “ considerano equivalente a nuovo impegno di suolo il recupero degli annessi agricoli perdestinarli ad altri usi…”. Ne deriva che la casa rurale che diventa civile abitazione, intervento sempre ammissibile, non partecipa al dimensionamento (vista che si tratta di recupero, che non determina “nuovi impegni di suolo”), mentre l’annesso che subisce analoga trasformazione determina, come precisato dalla Disciplina del PIT, “nuovo impegno di suolo”.

Incidenza delle categorie degli interventi sul dimensionamento residenziale (nuovo impegno di suolo) nuova edificazione si ristrutturazione urbanistica si sostituzione edilizia con cambio di destinazione d’uso si cambio d’uso da annesso agricolo si cambio d’uso da residenza rurale no

Gli annessi agricoli rappresentano il 38% del totale e sommano a circa 700 edifici , che sono stati suddivisi in tre sotto categorie sulla base della loro dimensione: piccola dimensione - sono ricompresi tutti corpi di fabbrica che difficilmente possono essere riutilizzati ai fini di un diverso uso, come ad esempio le porcilaie o piccoli annessi; media dimensione - sono stati indicati come tali tutti gli edifici come piccoli fienili storici, magazzini, che hanno la potenzialità per essere riutilizzati anche ai fini delle riconversioni volumetriche. Sono ricomprese in questa categoria circa 280 edifici ; annessi di grande dimensione - sono stati ricompresi in questa categoria tutti i grandi capannoni spesso utilizzati per allevamenti o ricovero mezzi. Sono ricompresi in questa categoria circa 100 edifici .

Sono gli annessi di media dimensione quelli che devono essere considerati ai fini del dimensionamento del PS, in quanto rappresentano le storiche tradizionali tipologie di Asciano, che ne caratterizzano il paesaggio e che spesso in disuso, sono essi stessi da considerare elementi da tutelare. E’ quindi anche in considerazione dello straordinario valore storico, testimoniale, architettonico e paesaggistico degli edifici nel territorio rurale che il PS considera strategica, ai fini della stessa sostenibilità del piano, la loro possibilità di recupero. Ovvio anche che per quest’ingente patrimonio ci si debba domandare ancora a cosa serva il dimensionamento. L’indagine condotta, incrociando i dati della loro occupazione e del loro stato di conservazione ha fatto stimare in circa 150 il numero degli annessi che potrebbero, nel lungo periodo, mutare destinazione d’uso per funzioni residenziali. Se consideriamo che la dimensione media di tali annessi è prossima ai 200 mq, possiamo stimare in circa 30.000 mq le SUL che devono essere dimensionati nella prospettiva di sviluppo indicata dal piano strutturale. Il PS però indica anche nuove opportunità di sviluppo per il territorio di Asciano, che possa fondarsi certo sui valori storici e paesaggistici, ma che possa proprio in relazione a quelli, sviluppare attività di filiera legati alla dimensione multifunzionale dell’agricoltura, al ruolo di presidio svolto dal turismo sostenibile e più in generale, alle eccellenze agroalimentari e al wellness. E’ altresì evidente che la vocazione del territorio, le crete, e la conformazione stessa dei nuclei e dei complessi storici nel territorio rurale, possono certo accogliere come compatibili attività artigianali legate al mondo agricolo, all’escursionismo e agli stessi mestieri tradizionali. Per questo, cautelativamente, la variante al PS introduce ulteriori attività che possono costituire volano di sviluppo da un lato e destinazioni d’uso compatibili con il recupero di edifici storici di valore.

Il PS stesso ne dava conto anche negli studi preparatori: le attività di somministrazione di alimenti e bevande legati ai principali itinerari di valore paesaggistico, la possibilità di convertire le ingenti volumetrie dei nuclei storici senza frazionare o distruggere i grandi spazi comuni delle ville e dei complessi rurali, potrebbe avere nelle attività turistico-ricettive effettive occasioni e la stessa possibilità che proprio in questi grandi contenitori si possano dare investimenti privati in servizi dedicati alla cura, sembra oggi un’opportunità di recupero compatibile con i valori del territorio.

Per il PTCP 2010, nel territorio rurale,“ la conservazione degli edifici e manufatti di interesse testimoniale o di valore storico prevale per la determinazione degli interventi urbanistico edilizi ammissibili” . Il ché significa che diventa prioritaria la salvaguardia dei beni che costituiscono l’identità del territorio e che gli usi ammissibili devono far prevalere la loro tutela. In particolare questo aspetto si lega ai grandi complessi presenti in ambito rurale e che in buona parte sono oggi abbandonati o sottoutilizzati, con una particolare attenzione riservata alle attività turistico-ricettive, essendo questa una funzione strategica per le caratteristiche e le risorse del territorio ascianese.

In particolare, volendo limitare il fenomeno che ha visto trasformare rapidamente molti grandi e pregevoli complessi nel territorio aperto in nuclei residenziali plurifamiliari o più semplicemente in condomini di seconde case, anche a seguito delle risultanze del lavoro di classificazione della schedatura, si è valutato compatibile per la conservazione dei beni di valore, la possibilità della conversione a turistico-ricettivo di questa parte del grande patrimonio edilizio dismesso nel territorio aperto (una quota di alberghiero potrebbe essere da raccomandare anche nel recupero dei grandi contenitori dismessi in ambito urbano). Peraltro quest’opportunità era già stata valutata dal PS, che all’art. 101 identifica nel sub sistema dei nuclei minori i capisaldi del sistema insediativo del territorio aperto, indirizzando il RU al loro recupero a scopo turistico e ricreativo, legandoli agli itinerari culturali e panoramici. E’ solo in questi toponimi che si potranno prevedere, sempre attraverso progetti unitari, con valore di piano attuativo (PdR), alle condizioni dettate e nel rispetto dei valori e della compatibilità architettonica e paesaggistica, funzioni diverse da quelle residenziali, come quelle turistico-ricettive e di servizio private (care protette, centri per la cura e il welness , ecc.), in grado di mantenere indivisi gli spazi di pertinenza e gli stessi spazi interni agli edifici.

La variante al PS ha quindi l’obiettivo specifico non solo di considerare nelle SUL residenziali anche quelle che derivano dal recupero degli annessi agricoli di valore, ma anche quello più generale di favorire il recupero, nel territorio rurale, dell’ingente patrimonio storico costituito dai nuclei e dai complessi oggi in abbandono (il valore della possibile perdita può essere approssimativamente stimato se si verifica quanti degli edifici schedati come di pregio ai sensi della vecchia 59/80, oggi non ci sono più o quanti di quelli versi oggi in condizioni di rudere, avendo ormai perso parti significative delle strutture e dei caratteri storici segnalati). Anche per il dimensionamento in ambito urbano però il PS previgente mostra alcuni fondamentali errori di valutazione.Se si eccettua il più grande intervento previsto che proprio nella fase precedente alla elaborazione del PS sembrava già giunto a maturazione, quello della Fornace di Arbia, il PS non considera nel proprio dimensionamento il passaggio dall’una all’altra funzione principale negli interventi di ristrutturazione urbanistica (eppure aveva considerato progressivamente da superare la presenza delle attività produttive nella frazione di Arbia, in un ambito che obbliga il traffico dedicato ad attraversare il centro abitato e importanti servizi come le scuole. Per le attività ricettive si era invece limitato a indicare quanto sommavano le SUL da nuova costruzione ed esprimere in posti letto le possibili riconversioni a ricettivo del centro storico di Chiusure.

La variante al PS introduce quindi anche la possibilità di riutilizzo del patrimonio edilizio esistente come attività turistico ricettive, sia in ambito rurale, come abbiamo visto, che in ambito urbano.

Nelle stesse prospettive indicate dal PS, le attività produttive che oggi occupano il settore sud-est della frazione dovrebbero progressivamente trasferirsi nell’area produttiva di , il cui completamento è da anni in attesa di realizzazione. Liberare quell’area da attività che inducono un elevata quantità di traffico pesante, libera allo stesso tempo la parte residenziale di Arbia dal traffico di attraversamento e pone la scuola già esistente in una migliore condizione ambientale. Con il completamento della “bretellina” che attraversando l’area dell’ex Fornace consentirà il più facile scorrimento del traffico instradato verso Casetta stessa e la Siena- e, con i prossimi RU, l’alleggerimento delle pressioni delle attività produttive sui quartieri residenziali, la riqualificazione della frazione di Arbia potrà dirsi pressoché completata. Tuttavia, anche in questo caso, il PS – che considera una prospettiva almeno quindicennale – non ha quantità assegnate, che ora con la variante vengono prevalentemente orientate alla residenza e alle attività terziarie, con la possibilità anche di una nuova media struttura di vendita.

Per il dimensionamento complessivo del piano strutturale si devono così considerare a) le SUL residenziali, comprensive dei negozi di vicinato che potranno derivare da: - recupero edilizio con cambio di destinazione d’uso degli annessi agricoli nel territorio extraurbano (le attività commerciali sono solo quelle di vendita dei prodotti tipici e di somministrazione di alimenti e bevande); - nuova edificazione; - ristrutturazione urbanistica e sostituzione edilizia con cambio d’uso in ambito urbano e no. b) le SUL artigianali, che potranno derivare da:

- recupero edilizio con cambio di destinazione d’uso degli annessi agricoli nel territorio extraurbano; c) le SUL direzionali e di servizio che potranno derivare da: - recupero edilizio con cambio di destinazione d’uso dei Nuclei minori nel territorio extraurbano; - ristrutturazione urbanistica in ambito urbano (ad esclusione che per la Fornace di Arbia, già considerata); d) le SUL commerciali relative a medie strutture di vendita che potranno derivare da: - ristrutturazione urbanistica in ambito urbano (ad esclusione che per la Fornace di Arbia, già considerata); e) le SUL turistico ricettive, in ambito extraurbano: - recupero edilizio con cambio di destinazione d’uso degli edifici e dei Nuclei storici nel territorio extraurbano; - Piani di recupero e ristrutturazione edilizia con cambio d’uso in ambito urbano. Le quantità espresse dal PS previgente per UTOE 1 - Asciano erano: Nuove superfici residenziali Sul mq 11.000 di cui il 10% da destinarsi a regime di locazione Nuove superfici produttive Sul mq 30.000 Nuove superfici direzionali e servizi Sul mq 15.000 Nuove medie superfici di vendita Sul 1.000

Ricettività alberghiera da recupero riferito ai centri storici di Asciano e Chiusure Posti letto n. 80 Sul mq 4.800

A cui devono aggiungersi le ulteriori quantità che derivano da recupero in ambito urbano residenziali Sul mq 4.000 produttive - direzionali e servizi Sul mq 5.000 medie superfici di vendita Sul 1.500 turistico-ricettive 5.200

E quelle che derivano da recupero in territorio extraurbano

Residenziali con negozi di vicinato Sul mq 20.000 Industriale e artigianale (compatibile) Sul mq 3.000 Direzionale e private di servizio Sul mq 3.000 Medie superfici di vendita Sul - Turistico ricettiva Sul mq 18.000

Le quantità espresse dal PS previgente per UTOE 2 - Arbia erano:

Nuove superfici residenziali Sul mq 11.000 di cui il 10% da destinarsi a regime di locazione Nuove superfici produttive Sul mq 30.000 Nuove superfici direzionali e servizi Sul mq 15.000 Nuove medie superfici di vendita Sul 1.000 Nuove superfici turistico ricettive Sul 3.000

A cui devono aggiungersi le ulteriori quantità che derivano da recupero residenziali Sul mq 4.000 produttive - direzionali e servizi Sul mq 5.000 medie superfici di vendita Sul 1.500 turistico-ricettive 5.200

E quelle che derivano da recupero in territorio extraurbano

Residenziali con negozi di vicinato Sul mq 10.000 Artigianale (compatibile) Sul mq 2.000 Direzionale e private di servizio Sul mq 2.000 Medie superfici di vendita - Turistico ricettiva Sul mq 12.000

La variante al dimensionamento del PS definisce quindi le quantitàriportate nelle tabelle alla pagina seguente, riferite alle due Utoe, di Asciano ed Arbia.

UTOE 1 - Asciano

Dimensionamento da nuove costruzioni Nuove superfici residenziali Sul mq 11.000 di cui il 10% da destinarsi a regime di locazione Nuove superfici produttive Sul mq 30.000 Nuove superfici direzionali e servizi privati Sul mq 15.000 Nuove medie superfici di vendita Sul 1.000

Dimensionamento da recupero in ambito urbano residenziali Sul mq 4.000 produttive - direzionali e servizi Sul mq 5.000 medie superfici di vendita Sul 1.500 turistico-ricettive 10.000

Dimensionamento da recupero in territorio extraurbano Residenziali con negozi di vicinato Sul mq 20.000 Artigianale (compatibile) Sul mq 3.000 Direzionale e private di servizio Sul mq 3.000 Medie superfici di vendita Sul - Turistico ricettiva Sul mq 18.000

UTOE 2 - Arbia

Dimensionamento da nuove costruzioni Nuove superfici residenziali Sul mq 1.000 Nuove superfici produttive Sul mq 30.000 Nuove superfici direzionali Sul mq 7.000 Medie superfici di vendita Sul mq 700 Nuove superfici turistico-ricettive Sul mq 3.000

Dimensionamento da recupero in ambito urbano Residenziali PdR Fornace di Arbia Sul mq 20.000 di cui il 10% da destinarsi a regime di locazione residenziali Sul mq 14.000 produttive - direzionali e servizi Sul mq 15.000 medie superfici di vendita Sul mq 1.500 turistico-ricettive Sul mq 7.000

Dimensionamento da recupero in territorio extraurbano Residenziali con negozi di vicinato Sul mq 20.000 Artigianale (compatibile) Sul mq 3.000 Direzionale e private di servizio Sul mq 3.000 Medie superfici di vendita Sul - Turistico ricettiva Sul mq 18.000

4.4 Il dimensionamento del RU

Il dimensionamento rappresenta un passaggio centrale del processo di pianificazione in quanto definisce la futura capacità insediativa calcolata in rapporto alle potenzialità di sviluppo, indicate dal piano stesso. Nel caso specifico poi, abbiamo visto che l’elaborazione del Piano Strutturale di Asciano ha seguito le indicazioni operative della L.R. n.1/2005, ma si è reso necessario procedere ad una sua variante, per la necessità di considerare alcune trasfromazioni indicate, ma non dimensionate e che peraltro non avevano tenuto conto di alcuni fattori (il recupero del patrimonio edilizio esistente in primis ).

a) La residenza

La distribuzione della popolazione sul territorio di Asciano segnala una evidente crescita della frazione di Arbia in rapporto al Capoluogo. Il fenomeno della suburbanizzazione generata da Siena si ripercuote anche nel comune di Asciano e così si è assistito ad un incremento della popolazione come è avvenuto in tutta la fascia limitrofa al capoluogo provinciale (vedi elaborazioni SMAAS). Le scelte del piano strutturale privilegiano, per Arbia, un riordino generale con la riduzione e l’eliminazione della caratterizzazione mista fra residenza e industria di alcune aree.Le principaliindicazioni espresse dal PS erano relative al recupero e al riuso delle aree dimesse, poste all’interno del tessuto urbano ed in adiacenza alle aree residenziali, per eliminare le condizioni di incompatibilità all’interno del sistema residenziale e per procedere al recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. E’ evidente che il caso più importante è quello della ex Fornace, il cui recupero, peraltro già previsto dal PRG previgente, è da anni un obiettivo sentito da tutti gli abitanti. L’area artigianale invece non è interessata dal presente RU se non per piccole aree marginali, alla trasformazione. Sarà solo a seguito del completamento dell’area artigianale di Casetta che si potrà prevedere il trasferimento delle attività e la conseguente riqualificazione residenziale e terziaria del comparto. Per il capoluogo Asciano il dimensionamento di nuove aree di espansione è impiegato per il completamento e la ricucitura delle espansioni esistenti, da un lato e dall’altro per riqualificare piccoli brani marginali dei tessuti sorti esterni al centro storico, Camparboli, il Giardino e il Castellare. Il completamento della struttura urbana è subordinato ad una dotazione adeguata di servizi essenziali capaci a garantire livelli elevati di qualità insediativa e condizioni adeguate di accesso ai servizi stessi. Il progetto per lo Stadio Marconi si inserisce in questa prospettiva, con piccole modifiche a quello che era già risultato vincitore di un concorso di idee. Leridotte quantità previste dal piano è accompagnata da provvedimenti e regole per il patrimonio edilizio esistente che, se efficaci, dovrebbero consentire una progressiva riqualificazione e densificazione del centro urbano, soprattutto nelle aree più recenti, aumentandone di conseguenza le dotazioni. Come a più riprese abbiamo evidenziato, uno degli obiettivi operativi principali è la creazione di un nuovo equilibrio tra gli insediamenti, puntando al rafforzamento dei centri del sistema urbano provinciale, coerentemente al PTC della Provincia di Siena, riqualificando i nuclei minori e interrompendo il dilagare delle attività e degli insediamenti nel territorio aperto. Il RU a questo proposito stabilisce un effettivo limite tra la città e la campagna e al potenziamento, anche importante dei centri urbani, fa corrispondere esclusivamente interventi di riqualificazione dell’esistente nel territorio aperto e nei centri minori (aggregati) e di fatto vincolando all’inedificabilità per le attività non agricole, il territorio rurale, coerentemente al Pit (il patrimonio collinare). Una particolare attenzione viene rivolta alla tutela paesaggistica degli ambiti più esposti, salvaguardando la percezione visiva dei centri collinari, individuando le addizioni urbane in continuità con le trasformazioni recenti o con le aree di minor pregio o evidenza.

Gli effetti attesi dovrebbero invertire la tendenza che si è sviluppata in questi anni di una progressiva dispersione insediativa, complici anche generose zone B in aree lontane dalle urbanizzazioni.

b) le attività produttive.

Il piano conferma le tendenze in atto, che evidenziano una sostanziale tenuta del settore secondario, con un consolidamento attestato dall’aumento di occupati e di unità locali d’impresa, che semmai dovrà vedere ricalibrati i pesi dei diversi settori, con un incremento delle attività di servizio e di artigianato di servizio e un probabile incremento dell’attività manifatturiera. Il Regolamento urbanistico, confermando le indicazioni del PS, prevede un’espansione del settore industriale o artigianale, alle cui esigenze è chiamata a rispondere l’ampliamento dell’area produttiva posta nel capoluogo, ad Asciano Scalo, ed il completamento di quella di Casetta, che dovrà prioritariamente accogliere le attività locali (le due aree sono riconosciute dal PTCP come aree produttive di interesse comunale).Qui la realizzazione delle opere di urbanizzazione sarà anche l’occasione per riqualificare i comparti già edificati e per creare le condizioni di una migliore distribuzione dei flussi di traffico pesante, oggi prevalentemente diretti alla sede centrale del Consorzio agrario di Siena, con il minor numero di interferenze possibili con le aree e i tessuti residenziali. Si prevede la realizzazione di un tessuto omogeneo, organizzato secondo opportuni allineamenti e adeguate dotazioni infrastrutturali e di aree pubbliche. Il Piano Attuativo dovrebbe essere lo strumento in grado di controllare la realizzazione progressiva e programmata delle opere edilizie ed infrastrutturali previste, detterà, attraverso gli stralci (UMI) che faranno seguito al RU, regole architettoniche e morfologiche per la definizione di spazi pubblici, sistemazioni a verde e di architetture omogenee, opere per la riduzione del rischio idraulico, sulla base degli indirizzi più generali del RU.

c) Le attività terziarie

Per quanto attiene al terziario di servizio alle imprese, si deve considerare che secondo il Q.C. appare già oggi sottodimensionato. Il PS si pone anche l’obiettivo, tra gli altri, di sviluppare la rete delle attività commerciali e delle attività terziarie. Per le prime si può immaginare lo sviluppo del commercio di prodotti locali e a servizio della residenza e delle presenze turistiche, nelle prospettive di sviluppo indicate anche dal PS.In ogni caso il RU orienta queste trasformazioni verso l’utilizzo prevalente del patrimonio edilizio esistente nei centri urbani, attraverso ristrutturazioni urbanistiche (P.d.R) e cambi d’uso. A questi interventi possono legarsi prescrizioni per la riqualificazione dei fronti edilizi, in un tratto stradale percorso da una grande quantità di veicoli e con una immagine che condiziona fortemente la percezione del territorio (non sempre in senso positivo). Il completamento delle urbanizzazione, l’introduzione di percorsi protetti pedonali e ciclabili ed un maggiore equipaggiamento vegetazionale delle arre può essere sostenuto dalle iniziative private di trasformazione. Per il settore terziario direzionale è il capoluogo che può svolgere un più importante ruolo, e il progetto dello Stadio Marconi, che dovrebbe completare il sistema dei servizi che vede poco distante la Mediateca. Coerentemente a quanto considerato, anche in questo caso, il RU utilizza nel suo dimensionamento solo una quota delle disponibilità del PS per le attività terziarie, considerando che con i prossimi si potrà procedere anche alla riqualificazione di altri comparti urbani

d) L’offerta turistica

Il piano strutturale vede nell’offerta turistico-ricettivauna di quelle attività che possono contribuire a diversificare e rafforzare il sistema economico locale e che assume un valore strategico anche per il presidio del territorio rurale. Il turismo è un fenomeno in crescita in tutto il territorio. Il patrimonio collinare, potrà contare sulla trasformazione degli edifici esistenti, aiutando le buone pratiche agricole a manutenere il territorio ed il paesaggio.Importanti nuclei minori, storicamente rilevanti versano purtroppo ancora in uno stato di sottoutilizzo o abbandono e negli ultimi anni si è comunque persa una parte dell’ingente e prezioso patrimonio costituito dalle case sparse di impianto storico. Per questo il RU favorisce il loro recupero a fini alberghieri, puntando anche sulle funzioni di cura e di servizio private in una prospettiva di recupero unitario, comunque gestito con PdR. Il complesso dei posti letto e delle superfici previsti dal piano insistono quindi su elementi territoriali che risultano strategici alla più generale riqualificazione territoriale, mentre nuove possibilità, sempre con interventi di recupero, sono affidate ad Asciano, per il recupero dell’ex teatro e a Chiusure ai quali si devono aggiungere, nel territorio aperto, quelli ottenibili dagli edifici o complessi che per la loro natura e le loro caratteristiche possono essere trasformati per la ricettività in ambiente rurale.

Le quantità massime sostenibili

Le quantità massime che si possono attuare nel quadro previsionale strategico quinquennale del presente Regolamento urbanistico ed anche il saldo residuo per ogni funzione principale, sono evidenziate nella tabella seguente:

1) U.T.O.E. Asciano Dimensionamento da nuove costruzioni Funzione principale Dim. max da PS Sul RU Saldo residuo residenziale Sul mq 11.000 4.950 6.050 industriale-artigianale Sul mq 30.000 14.400 15.600 direzionale Sul mq 15.000 3.550 11.500 media superficie Sul mq 1.000 - 1.000 Turistico-ricettiva - - -

Dimensionamento da recupero in ambito urbano Funzione principale Dim. max da PS Sul RU Saldo residuo residenziale Sul mq 4.000 - 4.000 industriale-artigianale - - - direzionale e servizi Sul mq 5.000 - 5.000 media superficie Sul mq 1.500 - 1.500 turistico-ricettive 10.000 600 9.400

Dimensionamento da recupero in ambito extra urbano Funzione principale Dim. max da PS Sul RU Saldo residuo residenziale Sul mq 20.000 10.000 10.000 artigianale compatibile Sul mq 3.000 1.000 2.000 direzionale e servizi Sul mq 3.000 1.500 1.500 media superficie - - - turistico-ricettive Sul mq 18.000 9.000 9.000

2) U.T.O.E. Arbia Dimensionamento da nuove costruzioni Funzione principale Dim. max da PS Sul RU Saldo residuo residenziale Sul mq 1.000 600 400 industriale-artigianale Sul mq 30.000 22.000 8.000 direzionale Sul mq 7.000 - 7.000 media superficie Sul mq 700 - 700 Turistico-ricettiva 3.000 - 3.00

Dimensionamento da recupero in ambito urbano Funzione principale Dim. max da PS Sul RU Saldo residuo Ex Fornace Sul mq 20.000 20.000 - residenziale Sul mq 14.000 3.850 11.150 Industriale-artigianale - - - direzionale e servizi Sul mq 15.000 10.000 5.000 media superficie 1.500 - 1.500 turistico-ricettive 7.000 - 7.000

Dimensionamento da recupero in ambito extra urbano Funzione principale Dim. max da PS Sul RU Saldo residuo residenziale Sul mq 10.000 6.000 4.000 artigianale compatibile Sul mq 2.000 1.000 1.000 direzionale e servizi Sul mq 2.000 1.000 1.000 media superficie - - turistico-ricettive Sul mq 12.000 9.000 3.000 5 VALUTAZIONE DELLA COERENZA ESTERNA

Premessa

La valutazione del piano urbanistico, proprio in quanto tale, richiede, insieme di valutare il grado di realizzabilità, di efficacia, di priorità delle azioni e degli obiettivi programmatici e strategici, di controllare che questi si presentino come un insieme logicamente coerente, cioè siano in grado di funzionare in modo coordinato o almeno non conflittuale col contesto pianificatorio esterno. L’analisi di coerenza esterna serve proprio per poter verificare che ciò accada effettivamente, e, nel caso ciò non fosse possibile, costruire un coordinamento tra i piani, individuare le problematiche e i punti di contrasto per renderne edotto il pianificatore e permettergli di effettuare le scelte adeguate. In quanto strumento della valutazione strategica, essa supporta l’attività di sviluppo del piano nel seguente modo: 1) identificando ed esplicitando i problemi su cui è necessario avviare un’attività di negoziazione coi livelli di governo uguale o superiore (spetterà poi agli altri contenuti della valutazione strategica - priorità, efficienza, efficacia - offrire gli argomenti per sostenere le strategie del piano nell’ambito dell’attività di negoziazione coi livelli superiori di governo); 2) contribuendo alla trasparenza delle scelte politiche effettuate a livello di area vasta.

Piani oggetto di verifica di coerenza esterna

L’obiettivo della analisi di coerenza esterna è di verificare se esistono delle incoerenze a livello di pianificazione territoriale in grado di ostacolare il processo o il successo del piano, in presenza delle quali si può presentare la necessità di decidere se modificare solo le proprie scelte oppure negoziare affinché tutti gli attori coinvolti in tali criticità, giungano ad accordi in grado di ridurre o annullare il grado di incoerenza. Sul piano pratico, per compiere la valutazione di coerenza esterna si è reso necessario considerare l’ ambito sovracomunale ; ci si è chiesti cioè se la variante al PS e il RU fossero in linea con gli indirizzi di governo del territorio di livello superiore. Il PS di Asciano è stato approvato con DCC n.45 del 04.04.2009 e risulta quindi già coerente con il nuovo Piano di Indirizzo Territoriale dellaRegione Toscana, approvato dal Consiglio Regionale con Deliberazione n.72 del 24luglio 2007, mentre l’implementazione del PIT per la disciplina paesaggistica è stata adottata con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 32, del 16 giugno 2009. La Provincia di Siena ha poi più recentemente approvato (DCP n.124 del 14 dicembre 2011) il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento. Per il PS di Asciano, si ritiene quindi necessario valutare la coerenza esterna rispetto a due strumenti sovraordinati di governo del territorio: il piano paesaggistico regionale, costituito dalla implementazione del PIT, con le Schede riferite agli Ambiti (per Asciano l’Ambito 33°), ed il nuovo Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Siena. Ai fini del presente documento la coerenza viene valutata prendendo in esame innanzi tutto il Piano Strutturale, strumento di governo del territorio di Asciano, ma si farà comunque riferimento al RU, anche se la coerenza di quest’ultimo con gli strumenti di Regione Toscana e Provincia di Siena al PS, nel caso in cui questi risulti coerente al PS, è automaticamente verificata. La suddetta valutazione è predisposta sinteticamente attraverso una matrice di coerenza, nella quale ogni obiettivo generale di RU viene valutato in relazione ad ogni obiettivo generale dello strumento sovraordinato. I piani presi in considerazione per l’analisi di coerenza esterna sono: - Livello Regionale • PPR – Piano Paesaggistico Regionale; - Livello Provinciale • PTCP – Provincia di Siena; 5.1Coerenza al Piano di indirizzo Territoriale con valore di Piano Paesaggistico

Ambito n° 33 Area senese – sub ambito crete senesi Dinamiche: La modificazione delle pratiche colturali ed in particolare la riduzione delle aree pascolate a favore dei seminativi, lo spianamento a scopi agricoli dei fenomeni erosivi, minaccia la conservazione delle emergenze naturali quali calanchi, biancane e balze che costituiscono paesaggi eccezionale valore iconografico e ambientale. La riconversione residenziale del patrimonio edilizio rurale e l’attività agrituristica possono introdurre elementi dissonanti nel paesaggio agrario aggravati dalla frammentazione dell’unità immobiliare in cui vengono strutturate e dai conseguenti “volumi di servizio” alle unità stesse. Le espansioni urbane del dopoguerra hanno interessato principalmente i centri collocati in pianura prossimi alle infrastrutture. L’ambito ha come nodo funzionale la città di Siena e si struttura su tre assi viari: la Cassia (principale e storica direttrice), la Siena – Bettolle (tangenziale all’ambito, ma con ruolo strategico in potenziamento) e la Lauretana (direttrice rurale principalmente a ruolo turistico). Trasformazioni economiche connesse a trasformazioni delle funzionalità urbane hanno prodotto cambiamenti sempre caratterizzati da alti livelli di interazione territoriale: dai borghi alla città ora dalla città all’ hinterland , con sensibili pressioni sul paesaggio. La città lineare dell’Arbia prevista dallo SmASS viene confermata e ulteriormente rafforzata anche dal ruolo metropolitano che si intende dare al collegamento ferroviario. Gli effetti della pressione residenziale e produttiva rischiano di travolgere i residui paesaggi agrari della pianura e di inglobare ulteriormente il sistema storico fondativo lungo la Cassia. Il mercato delle abitazione residenziali, a fronte dell’alto costo delle residenze nel capoluogo e nell’hinterland, grazie anche ad una viabilità efficiente (SGS74) allarga l’offerta, spingendosi sino alla Valdichiana.

Per un efficace confronto a verifica delle coerenze delle discipline del PS di Asciano, con gli obiettivi e gli indirizzi del PIT/PPR, di seguito si riporta la scheda comparativa, con le azioni dettate dal piano regionale e quelle svolte dal PS.

ELEMENTI COSTITUTIVI NATURALI Valori naturalistici Azioni prescritte al Piano Strutturale Obiettivi ed indirizzi Sistemi territoriali di paesaggio del PS - dovranno essere limitate le movimentazioni di terra, in corrispondenza delle formazioni geologiche di pregio, biancane e calanchi, al fine della loro conservazione, così come Perimetra, tutela e monitora la consistenza individuate nella cartografia di piano strutturale; Il sistema delle aree delle aree soggette ad erosione (calanchi, soggette ad erosioni - monitorare e tutelare le biancane, definendo biancane e balze); gli interventi volti alla conservazione e al controllo delle dinamiche naturali di ricolonizzazione, che ne ha trasformato la gran parte in arbusteti e delle pratiche agricole, che troppo spesso ne hanno ridotto l’estensione; - mitigazione dei fenomeni erosivi con le buone pratiche e tecniche agricole, interrompendo con Promuove ed incentiva pratiche agricole camperecce, scarpate o siepi, e contrastando finalizzate al mantenimento degli equilibri l'eccessivo accorpamento dei campi; idrogeologici e paesaggistici. - perseguire la reversibilità dei processi di degrado in corso e la mitigazione dei fattori di criticità ambientale; Assume le “ Principali misure di conservazione” riferite al SiR 90 “Crete di Il PS recepisce le norme tecniche relative alle Camposodo e Crete di Leonina “ e del SiR misure di conservazione dei Siti di importanza Le crete di Camposodo 91 e “Monte Oliveto Maggiore e Crete di regionale (SIR) approvate con DGR n. 644 del e di Leonina Asciano ,indicate nella Del .G.R. 644/2004 5/07/2004, per il mantenimento o il ripristino in e ne verifica, promuove ed incentiva uno stato di conservazione soddisfacente degli l’applicazione anche nella gestione dei habitat naturali e/o delle specie presenti. procedimenti relativi ai PAPMAA. Assume relativamente ai SiR 90 e 91 le Il PS recepisce la DGR n. 454/2008 relativa alle misure di conservazione relative alla Zona “Misure di conservazione per la tutela delle di Protezione Speciale di cui all’allegato A Zone di Protezione Speciale (ZPS) della DGR 454/2008; Nel territorio di Asciano si riconoscono in particolare due aree dichiarate di notevole interesse pubblico: a. Alcune zone verdi collinari adiacenti al centro Assicura che siano applicati gli indirizzi per storico di Asciano;

la tutela dei valori definiti nella Sezione 4. b. Zona circostante l’Abbazia di Monte Oliveto per le quali valgono gli obiettivi, le indicazioni per la tutela e le strategie del PPR, contenute nella Sezione 4 dell’Ambito 33° - Area senese – le crete. - la creazione di un equilibrato sistema per la conduzione o la dismissione delle cave, considerando la possibilità di gestire le operazioni di scavo o quelle di rinaturazione della cava considerando anche l’immagine e l’impatto nel territorio sotto il profilo paesistico; Prevede, per l’apertura di nuove attività di - per la cava di S. Alberto e le aree estrattive in escavazione, per l’ampliamento di cave genere, è opportuno studiare modalità e esistenti e per il recupero delle zone soluzioni di coltivazione che producano il Il sistema naturale degradate, una adeguata valutazione minore impatto sul paesaggio e permettano il fluviale paesaggistica, al fine di verificare o recupero del sito, mantenendo il più possibile ricostituire la compatibilità paesaggistica e simile la conformazione dei versanti interessati ambientale; alla conformazione originaria; - le volumetrie e i percorsi a sevizio di servizio della cava dovranno essere realizzati con materiali e colorazioni compatibili con i caratteri del luogo in continuità con il contesto circostante, mitigandone l’impatto anche con schermi vegetali, barriere visive e quinte prospettiche; Esclude, relativamente ai tratti dei corsi fluviali che conservano una buon livello di - dovrà essere mantenuta l’inedificabilità dei naturalità, la possibilità di realizzare nuovi grandi campi a seminativi sulle alluvioni interventi insediativi nelle aree di terrazzate e sul fondovalle stretto pertinenza fluviale; dell’Ombrone; - monitorare lo stato di qualità dei corpi idrici, che rappresenta un parametro fondamentale Regola la limitazione degli interventi di per la funzionalità degli ambienti umidi; gestione idraulica evitando, ove possibile,

la modifica delle caratteristiche naturali - favorire la presenza di zone umide perifluviali delle ripe; e monitorare il sistema dei fossi ed impluvi in termini naturalistici, con particolare riferimento alla fascia ripariale; Le politiche di sviluppo promuovono ed - favorire la presenza negli impluvi di elementi incentivano nelle fasce in prossimità dei di vegetazione riparia, ove possibile in due lati del corso d’acqua l’adozione di continuità con quelle già presenti; pratiche colturali a tutela della vegetazione - incrementare la consistenza e la continuità dei presente ed interventi di recupero delle boschi igrofili ed in generale della vegetazione aree fluviali degradate anche attraverso il autoctona, anche utilizzando aree marginali, ripristino della vegetazione autoctona; residue od abbandonate; - Parco fluviale a valenza naturalistica e agricola dell’Arbia : il PS promuove la creazione di un parco agricolo fluviale lungo il torrente Arbia, coordinandosi con i comuni di Siena, Castelnuovo Berardenga e Monteroni d’Arbia. Il Concorda, insieme agli altri PS dei comuni progetto avrà finalità ambientali, didattiche, attraversati dall’Arbia, obiettivi e disciplina ricreative e sportive, in particolare sarà volto a coerenti in merito alla sua tutela e qualificare le opere destinate alla riduzione del valorizzazione. rischio idraulico, al reperimento della risorsa acqua ottenibile con l’utilizzo razionale e compatibile del reticolo idrografico superficiale e per lo sviluppo di attività ludico-sportive ad esso legate (ippovie, itinerari mountain bike, canoa, ecc.). - la preservazione dei caratteri naturali e Individua e perimetra “le aree boscate” ambientali delle superfici boscate; intercluse nei coltivi secondo la definizione di bosco di cui all'art.3 della L.R. 39/2000, e - la tutela e il monitoraggio delle superfici Il sistema delle “isole di secondo le specifiche tecniche di cui al boscate presenti, evitando che intervengano bosco” e della D.D. n°3212 del 15/7/2008, e ne prevede la ulteriori processi di frammentazione; vegetazione riparia conservazione nell’ambito dell’applicazione - ampliare la consistenza delle aree con della disciplina relativa alle trasformazioni presenza di fitocenosi autoctone (boschi e stabilita dalla L.R. 39/2000 e dal suo cespuglieti), anche utilizzando aree marginali, regolamento di attuazione n°48/R/2003; residue od abbandonate, incrementando la estensione media delle tessere forestali; Invariante strutturale Art. 14: Il reticolo idrografico superficiale rappresenta un elemento di continuità e di collegamento dei Individua e perimetra il reticolo minore delle diversi ambienti del territorio ed è pertanto il acque, la vegetazione riparia esistente e gli riferimento per il mantenimento ed il recupero elementi vegetazionali tipici, quali siepi e dell’equilibrio territoriale. Esso comprende:

filari alberati da tutelare con le procedure e - i fiumi, torrenti, rii, canali; le norme di cui agli artt. 55 e 56 del - i loro elementi costitutivi, gli alvei, gli argini, le Regolamento Forestale n° 48/R/2003; briglie, le formazioni ripariali, le opere di regimazione idraulica, le pozze e raccolte d'acqua a cielo aperto; - le sorgenti, sia di acque fredde che termali. - i PMAA saranno prioritariamente orientati: • alla ricostruzione intorno ai poderi della tessitura agraria tradizionale, con l’impianto di specie arboree o arbustive non colturali lungo i fossi, i confini naturali e, quando possibile, il reimpianto di alberi isolati nei campi; • a mantenere, recuperare e potenziare Promuove ed incentiva nella gestione dei la rete ecologica, anche per migliorare PAMPAA l’applicazione delle misure di la qualità complessiva degli agro- conservazione e ripristino; ecosistemi; - i PMAA, constatata la presenza di specie vegetali con caratteri eterogenei o in contrasto con il contesto, che dovranno prevederne il taglio e la sostituzione. - in prossimità dei poderi e delle ville i miglioramenti ambientali dovranno essere orientati al recupero delle tessiture agrarie a maglia fitta e dei terrazzamenti e ciglionamenti ancora presenti; - monitorare lo stato di qualità dei corpi idrici, Promuove ed incentiva gli interventi di che rappresenta un parametro fondamentale manutenzione e valorizzazione del sistema per la funzionalità degli ambienti umidi; idraulico minore e della vegetazione riparia esistente, nonché il ripristino dei i sistemi - favorire la presenza negli impluvi di elementi alterate. di vegetazione riparia, ove possibile in continuità con quelle già presenti; - incrementare la consistenza e la continuità dei boschi igrofili ed in generale della vegetazione autoctona, anche utilizzando aree marginali, residue od abbandonate; - ampliare la consistenza delle aree con presenza di fitocenosi autoctone (boschi e cespuglieti), anche utilizzando aree marginali, residue od abbandonate, incrementando la estensione media delle tessere forestali; Le opere previste come miglioramenti ambientali saranno prioritariamente indirizzate: - agli interventi di rinaturalizzazione, con la formazione di arbusteti e fasce boscate negli impluvi e sui confini poderali o ricostituzione delle tessiture agrarie tradizionali; - all’impianto di vegetazione non colturale (siepi vive o piante arboree sparse) con funzione segnaletica e ambientale. Valori storico -culturali Azioni prescritte al Piano Strutturale Piano Strutturale - favorire la presenza di piccole zone umide Disciplina l’ambito fluviale dell’Ombrone in lungo il corso dell’Ombrone; coerenza anche con il significato Ruolo testimoniale del testimoniale dei centri storici che su di esso - dovrà essere mantenuta l’inedificabilità dei fiume Ombrone si sono edificati e del suo ruolo rispetto agli grandi campi a seminativi sulle alluvioni antichi flussi di transumanza. terrazzate e sul fondovalle stretto dell’Ombrone; - Parco fluviale a valenza naturalistica e agricola dell’Arbia : il PS promuove la creazione di un parco agricolo fluviale lungo il torrente Arbia, coordinandosi con i comuni di Siena, Concorda e individua obiettivi di tutela e di Castelnuovo Berardenga e Monteroni d’Arbia. Il valorizzazione condivisi, i tratti da progetto avrà finalità ambientali, didattiche, riqualificare e gli specifici interventi di Ruolo testimoniale del ricreative e sportive, in particolare sarà volto a riqualificazione ambientale e paesaggistica, torrente Arbia qualificare le opere destinate alla riduzione del il sistema storico delle opere idrauliche rischio idraulico, al reperimento della risorsa connesse alla produzione del grano quali acqua ottenibile con l’utilizzo razionale e gorelli, mulini. compatibile del reticolo idrografico superficiale e per lo sviluppo di attività ludico-sportive ad esso legate (ippovie, itinerari mountain bike, canoa, ecc.). individua le aree tartufigene e gli elementi che ne connotano l’ambiente da sottoporre a tutela ai sensi e per gli effetti della L.R. Costituisce QC del PS la variante a tutela delle Le aree tartufigene 50/95, della L.R. 39/2000 e dal suo zone tartufigene nell’area delle Crete Senesi regolamento di attuazione n° 48/R/2003 (art. 57). Valori estetico Azioni prescritte al Piano Strutturale Piano Strutturale percettivi - mitigare i fenomeni erosivi con le buonepratiche e tecniche agricole, interrompendo con camperecce, scarpate o siepi, e contrastando l'eccessivo accorpamento dei campi; - dovranno essere limitate le movimentazioni di terra, in corrispondenza delle formazioni In riferimento ai contenuti del PTC, tutela la geologiche di pregio, biancane e calanchi, al I paesaggi delle aree percezione dei fenomeni erosivi attraverso fine della loro conservazione, così come soggette ad erosioni. l’individuazione delle visuali e detta individuate nella cartografia di piano strutturale; specifica disciplina di tutela e di gestione. - monitorare e tutelare le biancane, definendo gli interventi volti alla conservazione e al controllo delle dinamiche naturali di ricolonizzazione, che ne ha trasformato la gran parte in arbusteti e delle pratiche agricole, che troppo spesso ne hanno ridotto l’estensione; - su dette aree sono consentite esclusivamente le opere e le attività volte al miglioramento dell'assetto idrogeologico, ove non in contrasto con eventuali aspetti naturalistici e paesaggistici, e quelle volte alla conservazione di tali aspetti. La conservazione degli aspetti naturalistici e paesaggistici è comunque preminente e prioritaria per i calanchi ricadenti nelle zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale; - sui calanchi è altresì vietata qualsiasi forma di utilizzazione della vegetazione forestale insediatasi naturalmente, in quanto avente funzione protettiva e idrogeologica. Gli unici tagli consentiti sono quelli fitosanitari a carico delle sole piante morte, deperienti e secche, allo scopo di ridurre il rischio di incendi. ELEMENTI COSTITUTIVI ANTROPICI

Valori storico -culturali Azioni prescritte al Piano Strutturale Piano Strutturale Il mosaico agrario: ambiti rurali che conservano caratteri e - tutelare in modo particolare gli elementi che organizzazione della dall’analisi visuale risultano costituire fattori di tessitura agraria “riconoscibilità” (sistema irriguo, percorsi riconducibile ad assetti interpoderali, elementi di naturalità diffusa); storici a valenza - mantenere, ed ove possibile ripristinare, la storicotestimoniale, maglia agraria originaria della bonifica ed in ovvero e formazioni generale della rete scolante, reintroducendo lineari arboree ed elementi vegetali lineari di suddivisione dei arbustive non colturali, campi quali i filari alberati; le alberature Promuove ed incentiva la conservazione e - mantenere il disegno della maglia fitta per segnaletiche di confine la valorizzazione della tessitura agraria a evitare l’eccessiva uniformità del paesaggio e di arredo, gli individui impianto tradizionale intesa come struttura dovuta alla diffusione delle colture di tipo arborei a carattere profonda di impianto (forma e opere): estensivo preservando l’interruzione dei campi monumentale, le viabilità campestre, forma e dimensione dei con elementi naturali quali siepi,macchie formazioni arboree campi, sistemazioni idrauliche agrarie, boschive e alberature; ricostruire, intorno ai d’argine di ripa e di muretti e terrazzamenti ; poderi deruralizzati, la trama tradizionale di orti golena, i corsi d’acqua e frutteti; naturali e artificiali, la rete scolante artificiale - sia nel caso di interventi di ristrutturazione e principale, le particolari riqualificazione che in occasione di eventuali sistemazioni agrarie deruralizzazioni di poderi, l’intorno degli edifici quali muretti, dovrà mantenere una caratterizzazione agricola terrazzamenti o ed è auspicabile che, qualora l’area ciglionamenti, i pertinenziale dell’antico podere sia stata manufatti aventi valore sostituita da colture agrarie specializzate, paesaggistico, storico o questa sia ricostituita e disegnata testimoniale, la viabilità opportunamente; rurale esistente - i PMAA saranno prioritariamente orientati: - alla ricostruzione intorno ai poderi della tessitura agraria tradizionale, con l’impianto di specie arboree o arbustive non colturali lungo i fossi, i Promuove ed incentiva gli interventi che confini naturali e, quando possibile, il privilegiano la conservazione di tali assetti reimpianto di alberi isolati nei campi; nell’ambito delle opere di miglioramento

dell’ambiente e dello spazio rurale e - a mantenere, recuperare e potenziare dell’equilibrio fra sistema naturale e la rete ecologica, anche per migliorare antropico. la qualità complessiva degli agro- ecosistemi; - agli interventi di rinaturalizzazione, con la formazione di arbusteti e fasce boscate negli impluvi e sui confini poderali o ricostituzione delle tessiture agrarie tradizionali; - all’impianto di vegetazione non colturale (siepi vive o piante arboree sparse) con funzione segnaletica e ambientale. Individua gli ambiti del contesto figurativo - Aree di pertinenza dei Centri appartenenti al Ambiti rurali connotati agricolo,ambientale e paesaggistico; dalla presenza di sistema urbano provinciale (Art. 20); patrimonio edilizio di - Aree di pertinenza degli aggregati (art. 22); matrice storica (relative pertinenze e viabilità) - Pertinenze dei beni storico-architettonici (art. 25) Queste aree non possono essere distrutte ovvero modificate in modo che sia arrecato pregiudizio ai valori paesaggistici oggetto di protezione e come tali vengono normate dal presente PS in coerenza a quanto dettato dal Dispone che siano tutelati i nuclei e gli PTCP di Siena. Ogni eventuale progetto di aggregati storici ordinati secondo principi trasformazione, pertanto, deve essere insediativi consolidati e la relazione corredato da idonee analisi paesaggistiche in esistente con i terreni agricoli da cui essi modo da salvaguardare e valorizzare le dipendono; relazioni del paesaggio presenti (ecologico- ambientali, funzionali, storiche, visive e percettive, che dipendono direttamente dal contenuto e dal disegno delle aree libere), obiettivi principali di riferimento di queste aree. I tracciati storici, compreso quelli che costituiscono la rete viaria minore e il loro uso pubblico, costituiscono unapermanenza da conservare e valorizzare. Insieme ai corsi Individua la viabilità minore e d’acqua, ai fossi e ai caratteri fisico-morfologici, dell’equipaggiamento vegetale e alla vegetazione e alle sistemazioni agrarie, ai architettonico; centri urbani e agli aggregati, capisaldi e nuclei del sistema insediativo, rappresentano la struttura profonda, esito di processi di lunga durata, del territorio. - dovrà essere evitata la recinzione dei poderi, limitandola alle sole situazioni in cui questa si renda indispensabile e dovrà essere garantita la percorribilità pubblica delle strade vicinali e poderali; i confini fra le proprietà dovranno limitare al massimo l’uso di siepi rettilinee continue, preferendo vegetazione bassa e dalle forme curvilinee che meglio si conformano al naturale andamento della morfologia naturale dei luoghi; Regola la qualità e quantità delle essenze - i PMAA, constatata la presenza di specie arboree nei resedi, nelle viabilità di accesso vegetali con caratteri eterogenei o in contrasto e nelle la realizzazione delle recinzioni. in con il contesto, che dovranno prevederne il particolare per le recinzioni serviranno da taglio e la sostituzione. confine tutti gli elementi naturali possibili quali fossati, cigli, argini, viottoli e i corsi - mantenimento ed il restauro delle opere di d’acqua, evitando strutture murarie di sistemazione del terreno, dei terrazzamenti, qualsiasi tipo; delle alberature, della rete dei percorsi storici e del patrimonio edilizio; - sia nel caso di interventi di ristrutturazione e riqualificazione che in occasione di eventuali deruralizzazioni di poderi, l’intorno degli edifici dovrà mantenere una caratterizzazione agricola ed è auspicabile una ricostituzione delle sistemazioni agrarie tradizionali (le alberate o gli oliveti promiscui a seconda delle zone), che in buona parte di questo territorio si sono perdute; Regola la qualità delle pertinenze esterne e - le trasformazioni e rimesse a coltura di terreni la realizzazione di piscine,vietando altresì il agrari, dei resede e relativi manufatti, dovrà frazionamento, con delimitazioni fisiche, dei essere oggetto di specifici e dettagliati progetti resedi pavimentati originariamente ad uso e di adeguate valutazioni di compatibilità comune; funzionale, paesaggistica ed ambientale. Negli insediamenti rurali dovranno essere conservati ben leggibili i segni delle destinazioni d’uso che hanno determinato i caratteri organizzativi e architettonici degli spazi aperti, nei loro rapporti con il territorio agricolo, nelle diverse parti funzionali (aie, orti, spazi di raccolta, spazi di sosta) e nei loro elementi di servizio e di arredo. - per tutto il patrimonio edilizio esistente in zona agricola dovranno essere mantenuti e/o ripristinati i caratteri rurali degli edifici, non ammettendo elementi di arredo o decoro riconducibili a contesti urbani o comunque estranei. Questi caratteri dovranno essere rispettati anche nelle strutture e negli spazi di pertinenza degli edifici, quali le eventuali separazioni fisiche in genere, quando consentite, il sistema di illuminazione esterna e il sistema degli accessi - gli interventi di sistemazione ambientale, nelle aree di pertinenza di cui all’articolo 45, comma 2 della L.R. 1/2005, devono garantire un assetto dei luoghi paragonabile a quello ottenibile con l’attività agricola, ivi compresa la tutela e la valorizzazione delle risorse ambientali esistenti e devono altresì garantire il mantenimento delle sistemazioni idraulico- agrarie, della vegetazione arborea ed arbustiva Ricerca una particolare essenzialità delle e della viabilità minore, nonché la tutela dei sistemazioni di arredo delle pertinenze e manufatti di rilevanza paesaggistica, storica o

delle recinzioni, in armonia con la testimoniale e delle alberature segnaletiche, di semplicità del contesto; confine e di arredo esistenti; vale inoltre quanto prescritto al precedente comma 6, lettera b); - per le superfici accessorie o pertinenziali al servizio alle singole unità immobiliari a destinazione residenziale, si dovrà esclusivamente recuperare gli annessi esistenti e non saranno consentiti ulteriori volumi o manufatti, anche temporanei, per la conduzione del fondo e per il ricovero di mezzi;

Il PS consente l’installazione di piccoli annessi Riserva spazi e volumi necessari alla di volumetria contenuta, utilizzabili per la manutenzione e conduzione del contesto conduzione del fondo, necessari per agricolo; l'agricoltura amatoriale o per le piccole produzioni agricole La collocazione di nuove abitazioni rurali e di Definisce regole per l’inserimento di nuovi nuovi annessi agricoli, la loro dotazione e la edifici rurali avendo cura di prescrivere scelta delle relative aree di pertinenza dovrà criteri insediativi coerenti con il contesto essere oggetto di uno studio paesaggistico e poderale e il ricorso a tipologie riferibili a ambientale d’insieme ed adeguate valutazioni modelli locali; di compatibilità per mantenere l’unitarietà delle viste ed evitare cesure incongrue Promuove ed incentiva azioni finalizzate a salvaguardare la relazione tra gli usi del

suolo e la maglia agraria tradizionale nelle aree agricole a corona degli insediamenti. Il sistema delle zone Individua il sistema delle zone umide minori umide minori naturali e artificiali; Promuove ed incentiva il mantenimento delle stesse nonché l’adozione di idonee

pratiche colturali nelle fasce in prossimità delle stesse; Individua le aree ad elevata visibilità e detta indirizzi di tutela per le aree di eccellenza paesaggistica. in considerazione di tale sovraesposizione percettiva, le nuove previsioni devono essere oggetto di “qualità aggiunta” rispetto alla eccellenza paesaggistica dei luoghi. Valori storico -culturali Azioni prescritte al Piano Strutturale Piano Strutturale Promuove ed incentiva l’adozione di Il ricorso al livellamento dei versanti collinari pratiche agricole che limitino finalizzato al miglioramento fondiario e alla rimodellamenti sostanziali della coltivazione, potrà essere effettuato solo se Relativamente ai terreni configurazione orografica preesistente assolutamente indispensabile e se avrà argillosi pliocenici ove (livellamenti) o provochino l’annullamento dimensioni contenute tali da non alterare l’attività umana è fattore delle opere di sistemazione e sostanzialmente la morfologia dei luoghi, sostanziale regimentazione del suolo; rispettando le prescrizioni relative alla tessitura dell’evoluzione dei agraria, ed in ogni caso applicando tecniche lineamenti morfologici razionali che garantiscano la stabilità dei territori: dell’equilibrio idrogeomorfologico e le prestazioni di contenimento dell'erosione del suolo.

Regola l’autorizzazione dei livellamenti - non è consentita la formazione di piazzali di ponendo in relazione la stabilità del suolo e servizio che determini alterazioni significative l’insieme dei valori paesaggistici che del profilo e dell’andamento altimetrico del interessano l’area oggetto di terreno; nei piazzali e negli spazi di pertinenza trasformazione. i progetti di movimenti di la soluzione proposta dovrà garantire terra che alterino significatamene la l’efficienza della rete di convogliamento e di morfologia dei luoghi e/o di trasformazione recapito delle acque, dovrà altresì essere della maglia agraria devono dimostrare il limitata l’impermeabilizzazione a quanto carattere migliorativo dell’intervento tenuto strettamente necessario e per le conto degli aspetti tecnico-agronomici, pavimentazioni si dovranno utilizzare materiali idraulici e paesaggistici (forma e opere consoni al contesto paesaggistico e della struttura agraria tradizionale nel ambientale; rispetto della disciplina paesaggistica dell’ambito); - si dovranno individuare posizioni rispettose Regola la costruzione di annessi agricoli in dell’andamento naturale del terreno, non sono relazione alla morfologia dei luoghi ammessi movimenti di terra che alterino

ricercando un buon livello di qualità anche sostanzialmente l’orografia del sito dove per i manufatti precari e prefabbricati; andranno ad inserirsi i nuovi fabbricati o attrezzature e impianti, - gli interventi di sistemazione ambientale, nelle aree di pertinenza di cui all’articolo 45, comma 2 della L.R. 1/2005, devono garantire un assetto dei luoghi paragonabile a quello ottenibile con l’attività agricola, ivi compresa la tutela e la valorizzazione delle risorse ambientali esistenti e devono altresì garantire il mantenimento delle sistemazioni idraulico- agrarie, della vegetazione arborea ed arbustiva Disciplina gli interventi che determinano il e della viabilità minore, nonché la tutela dei mutamento della destinazione agricola manufatti di rilevanza paesaggistica, storica o degli annessi,previa valutazione della testimoniale e delle alberature segnaletiche, di compatibilità paesaggistica e ambientale confine e di arredo esistenti; vale inoltre quanto rispetto al contesto. Ove sia valutata la prescritto al precedente comma 6, lettera b); incompatibilità della riconversione,la pianificazione comunale e gli atti di governo - per le superfici accessorie o pertinenziali al possono prevedere la collocazione delle servizio alle singole unità immobiliari a quantità ammissibili in altra area; destinazione residenziale, si dovrà esclusivamente recuperare gli annessi esistenti e non saranno consentiti ulteriori volumi o manufatti, anche temporanei, per la conduzione del fondo e per il ricovero di mezzi; - non sono recuperabili i volumi relativi ai grandi annessi agricoli, ed eventuali interventi di recupero ai fini residenziali civili di poderi ed edifici di pregio saranno subordinati, come miglioramenti ambientali alla demolizione di quelli ed al ripristino dei luoghi. Nel caso del recupero di edifici di scarso valore storico ed edilizio, saranno consentiti anche interventi di sostituzione e di ristrutturazione urbanistica finalizzati al riqualificazione architettonica e paesaggistica dei contesti.

Esclude (relativamente al sistema delle colline plioceniche) la realizzazione di nuovi impianti da golf per il forte impatto visivo dei green, dei laghetti, piazzole e soprattutto per le nuove volumetrie in territori collinari destinate all’ospitalità In tutto il territorio rurale, fortemente sportiva e turistica, laddove la realizzazioni caratterizzato da paesaggi argillosi è da di tali strutture richieda ,oltre quanto escludere la realizzazione di nuovi impianti da previsto dalla disciplina del Piano di golf e campi da tennis, per il loro forti impatti indirizzo Territoriale ,una consistente (visivo, paesaggistico, sulla risorsa acqua). occupazione di suolo,una consistente rimodellazione della morfologia dei luoghi , una profonda alterazione della maglia agraria tradizionale e della struttura sulla quale si fonda; Relativamente ai terreni argillosi pliocenici ove l’attività umana è fattore sostanziale dell’evoluzione dei lineamenti morfologici dei territori promuovono ed incentivano l’adozione di pratiche agricole che limitino rimodellamenti sostanziali della configurazione orografica preesistente - è altresì vietata la realizzazione di attività (livellamenti) o provochino l’annullamento (golf, ed altre) che incidano fortemente nella delle opere di sistemazione e rimodellazione dei luoghi, e l’inserimento di regimentazione del suolo. Nei casi di strutture troppo artificiali quali piazzole, laghetti movimenti di terra che alterino e volumetrie a servizio dell’accoglienza turistica significatamene la morfologia dei luoghi e/o che creino impatto nel paesaggio . di trasformazione della maglia agraria promuovono l’adozione di interventi di mitigazione tenuto conto degli aspetti tecnico-agronomici, idraulici e paesaggistici (forma e opere della struttura agraria tradizionale nel rispetto della disciplina paesaggistica dell’ambito); Il mosaico individua le pianure alluvionali di fondovalle paesaggistico si dovranno definire norme per le aree produttive, che portino alla riqualificazione dei tessuti insediativi e il loro adeguamento in termini di compatibilità ambientale e paesistica oltre che al loro completamento con principi di qualità nelle costruzioni e di cura negli spazi aperti, per una migliore definizione dei margini e per mitigarne l’effetto di frangia urbana. In particolare: curando la qualità architettonica dei manufatti, Prevede interventi di riqualificazione definendo rapporti dimensionali e proporzioni e paesaggistica delle aree produttive del criteri di coerenza fra i materiali, le coloriture, le Piano del Bestina e del Piano del Sentino coperture, soprattutto se piane e di grossa ed opere per la mitigazione delle estensione; infrastrutture di recente realizzazione; garantendo l’integrazione paesistica delle aree di pertinenza dei complessi produttivi (parcheggi, aree di sosta, aree di carico e scarico, ecc.) con la campagna circostante. mitigando l’impatto del costruito nel contesto esistente e stabilendo una ideale continuità con le componenti più significative dell’intorno, con la messa a dimora di alberature, siepi e la realizzazione di superfici a prato calpestabile, pergolati, ecc.); considerando che la rapidità di accrescimento di alcune specie da coltura legnosa è utilizzabile, in contesti antropizzati come quelli di Asciano, nei quali i boschi colturali sono elementi di paesaggio, per interventi di miglioramento ambientale, e di mitigazione degli impatti del costruito; evitando l’asfalto laddove non richiesto per motivi tecnici e privilegiando i materiali drenanti per ridurre la superficie di suolo impermeabile.

Il PS ha svolto adeguate analisi del patrimonio edilizio costituito dalle case sparse nel territorio aperto, attraverso apposita schede, contenenti la documentazione fotografica, l’esame dello stato di conservazione e la destinazione d’uso attuale, accertando la presenza di eventuali elementi significativi, al fine di giungere ad una classificazione del valore del patrimonio architettonico diffuso. Le trasformazioni dei resede e relativi edifici dovrà essere oggetto di specifici e dettagliati progetti e di adeguate valutazioni di Individua le aree di pertinenza dei nuclei compatibilità funzionale, paesaggistica ed rurali e degli edifici sparsi, in relazione al ambientale. Negli insediamenti rurali dovranno Il sistema dei nuclei ruolo paesaggi- stico del nucleo o edificio essere conservati ben leggibili i segni delle rurali e loro pertinenze rispetto alla visibilità, coerenza e continuità destinazioni d’uso che hanno determinato i con i valori del paesaggio agrario caratteri organizzativi e architettonici degli spazi contermine; aperti, nei loro rapporti con il territorio agricolo, nelle diverse parti funzionali (aie, orti, spazi di raccolta, spazi di sosta) e nei loro elementi di servizio e di arredo. Per tutto il patrimonio edilizio esistente in zona agricola dovranno essere mantenuti e/o ripristinati i caratteri rurali degli edifici, non ammettendo elementi di arredo o decoro riconducibili a contesti urbani o comunque estranei. Questi caratteri dovranno essere rispettati anche nelle strutture e negli spazi di pertinenza degli edifici, quali le eventuali separazioni fisiche in genere, quando consentite, il sistema di illuminazione esterna e il sistema degli accessi. INSEDIAMENTI E INFRASTRUTTURE Valori storico -culturali Azioni prescritte al Piano Strutturale Piano Strutturale - Aree di pertinenza dei Centri appartenenti al Individua i centri, nuclei, aggregati ed edifici Il sistema degli sistema urbano provinciale (Art. 20); storici ed il relativo ambito rurale ad essi insediamenti storici e contiguo ai fini della tutela della loro - Aree di pertinenza degli aggregati (art. 22); loro pertinenze integrità e definisce apposita disciplina; - Pertinenze dei beni storico-architettonici (art. 25) nelle nuove costruzioni, negli ampliamenti e nella sopraelevazione di edifici esistenti che possono comportare il cambiamento dello skyline esistente si dovrà tener conto delle visuali che si hanno da punti privilegiati di Definisce la disciplina degli insediamenti osservazione (analizzando la percepibilità limitando e controllando i completamenti e dell’intervento dai principali punti di vista e punti le espansioni edilizie in coerenza con la panoramici). Gli edifici dovranno essere matrice e le regole insediative storiche e preferibilmente localizzati in posizioni e quote di garantendo la conservazione dei margini limitata percezione visiva e le altezze dovranno urbani storicizzati; essere limitate e non eccedere quelle dei manufatti circostanti o coprire i beni di valore; - gli interventi edilizi devono essere l’occasione per ricucire il tessuto edilizio e completare l’impianto tipologico, partendo dall’analisi del rapporto tra edificato, orografia e/o morfologia del tessuto edilizio, oltre che per eliminare le strutture non compatibili e superfetazioni che non permettono la leggibilità e la percezione dell’insieme; Definisce regole progettuali per assicurare Il R.U. definirà regole tipo-morfologiche al fine qualità dei nuovi insediamenti in rapporto al di conservare, recuperare e ricontestualizzare i riconoscimento dei caratteri identitari locali, caratteri architettonici degli edifici, di nonché della dimensione dell’intervento in riqualificare le recinzioni e l’uso della rapporto alla consistenza dell’insediamento vegetazione ornamentale con l’impiego di storico esistente; essenze locali. prevedere, con il recupero delle aree della Privilegia linguaggi architettonici Fornace di Arbia, la riqualificazione contemporanei anche per la realizzazione paesaggistica del centro, adeguandolo agli di edilizia ecosostenibile evitando soluzioni standard contemporanei ed individuando progettuali di tipo vernacolare, impostate su modelli insediativi con adeguata densità, modellistiche progettuali predefinite e altezza contenuta, volumi proporzionati decontestualizzate, privilegiando la all’intorno e soluzioni architettoniche moderne, semplicità di impianto planivolumetrico; escludendo pastiche stilistici o il ricorso a linguaggi vernacolari; conservazione dei quadri paesaggistici che si Tutela gli spazi inedificati lungo la viabilità percepiscono attraversando la Lauretana e da storica principale al fine di scongiurare tutti i percorsi di valore paesistico individuati dal ulteriori accrescimenti lineari; piano; Riqualifica le aree di frangia urbanizzate sia riqualificare le aree urbanizzate di Arbia, con la rispetto alla qualità del contesto rurale che riduzione dell’effetto di frangia urbana dei nuovi dei servizi; quartieri e la migliore definizione dei margini; valorizzare gli spazi pubblici come centri di vita locale e migliorare la dotazione e Assicura la permanenza nei centri e borghi l’organizzazione dei servizi pubblici, anche in storici dei luoghi d’incontro delle comunità e funzione della loro accessibilità, affinché siano il riconoscimento delle identità locali. resi attrattivi, sicuri e utilizzabili da tutti, con particolare attenzione per i cittadini più deboli come bambini, anziani e diversamente abili I tracciati storici, compreso quelli che costituiscono la rete viaria minore e il loro uso pubblico, costituiscono una permanenza da conservare e valorizzare. Insieme ai corsi d’acqua, ai fossi e ai caratteri fisico-morfologici, alla vegetazione e alle sistemazioni agrarie, ai centri urbani e agli aggregati, capisaldi e nuclei del sistema insediativo, rappresentano la struttura profonda, esito di processi di lunga durata, del territorio. Di particolare interesse la strada “Lauretana”, che unisce Taverne d’Arbia ad Asciano e che si snoda come una linea flessuosa sui crinali dei rilievi, assecondandone la morfologia e offrendo panorami di eccezionale valore. - Gli interventi edilizi e di trasformazione in La viabilità storica Individua la viabilità storica ed i suoi genere e le scelte di governo del territorio principale e minore elementi di corredo; devono puntare alla tutela e alla valorizzazione dei tracciati esistenti, anche in funzione della fruibilità complessiva del territorio. E’ inoltre da recuperare, nella configurazione attuale o in quella da ripristinarsi in base alla documentazionestorica, la rete degli sentieri poderali e percorsi esistenti, che collegano le valli e le colline nelle quali si conforma il territorio. In particolare per questa viabilità: - deve essere conservata la percorribilità pubblica dei percorsi, la sede della viabilità storica non può essere soppressa né privatizzata o comunque alienata o chiusa salvo che per motivi di sicurezza e di pubblica incolumità ; - dovranno essere conservati i principali elementi caratterizzanti la pertinenza stradale (manufatti storici, piastrini ed opere d’arte, edicole e simili); - si dovranno prevedere particolari forme di arredo e segnaletica tali da salvaguardare i principali coni visuali di pregio paesaggistico e contemporaneamente garantire accresciuti livelli di comfort e sicurezza per la percorribilità alternativa (pedonale, ciclabile, escursionistica); si dovrà, in particolare, rispettare l’obiettivo di tutelare le percezioni visuali che si godono dalla “Lauretana”. - si dovrà salvaguardare, potenziare e/o ripristinare la dotazione vegetazionale ai bordi delle strade, anche ai fini del raccordo naturalistico della rete ecologica; - si dovrà preferire in ogni caso il mantenimento ed il recupero dei toponimi storici. La tutela della viabilità storica deve essere finalizzata non solo alla conservazione dell’oggetto fisico in quanto tale, ma anche in relazione alla sua valorizzazione e alla sua appartenenza a circuiti tematici. Le politiche Prevede diversificate forme tutela, settoriali dovranno prevedere azioni e conservazione e gestione; provvedimenti per la valorizzazione e la promozione a scopo turistico e ricreativo degli itinerari storici, con la organizzazione di percorsi storico-culturali, paesaggistici e panoramici, legati al tempo libero.

Valori estetico - Azioni prescritte al Piano Strutturale Piano Strutturale percettivi Il PS tutela le aree a corona degli insediamenti, che sono considerate aree di particolare pregio Individua promuove ed incentiva il Il sistema degli ambientale e paesaggistico, per la presenza e mantenimento e la valorizzazione delle insediamenti storici e l’elevato grado di conservazione delle aree a corona degli insediamenti aree di pertinenza sistemazioni agrarie tradizionali e per salvaguardando la relazione tra gli usi del paesaggistica l’importante funzione legata alla corretta suolo e la maglia agraria tradizionale; percezione degli stessi valori urbani e/o architettonici nelle nuove costruzioni, negli ampliamenti e nella eventuale sopraelevazione di edifici esistenti che possono comportare il Limita e controlla i completamenti e le cambiamento dello skyline esistente si dovrà espansioni edilizie dei centri, aggregati e tener conto delle visuali che si hanno da punti nuclei storici anche in relazione alla privilegiati di osservazione (analizzando la dimensione dell’intervento rispetto alla percepibilità dell’intervento dai principali punti di consistenza dell’insediamento storico vista e punti panoramici). Gli edifici dovranno esistente (valutazione degli effetti essere preferibilmente localizzati in posizioni e paesaggistici sia sulle immediate vicinanze quote di limitata percezione visiva e le altezze che nelle vedute d’insieme); dovranno essere limitate e non eccedere quelle dei manufatti circostanti o coprire i beni di valore; per tutto il patrimonio edilizio esistente in zona agricola dovranno essere mantenuti e/o ripristinati i caratteri rurali degli edifici, non ammettendo elementi di arredo o decoro riconducibili a contesti urbani o comunque Garantisce una particolare essenzialità estranei. Questi caratteri dovranno essere delle sistemazioni di arredo e delle rispettati anche nelle strutture e negli spazi di pertinenze anche al fine di non riproporre pertinenza degli edifici, quali le eventuali “immagini stereotipate della toscana separazioni fisiche in genere, quando rurale”; consentite, il sistema di illuminazione esterna e il sistema degli accessi; salvaguarda gli elementi storicamente connotanti il paesaggio come i filari dei viali d’ingresso ai poderi (senza introdurre l’uso ridondante di cipressi o specie non autoctone e evitando le specie arboree ornamentali e di rapido accrescimento spesso impropriamente utilizzate, dalle piante che invece rappresentano un effettivo segno storico nel paesaggio agricolo), il disegno degli orti intorno ai poderi orti, la rete stradale rurale creata dalle tipiche strade bianche ecc.; Realizza una illuminazione pubblica che non alteri i caratteri cromatici dei beni - il sistema di illuminazione e la sistemazione storici, disciplinando anche l’utilizzo delle aree pertinenziali dei nuovi edifici deve

dell’illuminazione nel territorio aperto, essere prevista nella redazione delle norme del anche al fine del contenimento energetico e piano aziendale ed ha valore prescrittivo; dell’inquinamento luminoso; Assicura inoltre che siano applicati gli indirizzi per la tutela dei valori definiti nella Sezione 4 relativamente a: per due aree dichiarate di notevole interesse D.M.02/08/1977- G.U.245/1977 Alcune pubblico valgono gli obiettivi, le indicazioni per zone verdi collinari adiacenti al centro la tutela e le strategie del PPR, contenute nella storico di Asciano in comune di Asciano e Sezione 4 dell’Ambito 33° - Area senese – le D.M.23/05/1972- G.U. 14/1973c, Zona crete. circostante l’abbazia di Monte Oliveto sita nel comune di Asciano; Promuove ed incentiva azioni finalizzate a salvaguardare la relazione tra gli usi del

suolo e la maglia agraria tradizionale nelle aree agricole a corona degli insediamenti. Prevede diversificate forme di tutela, conservazione dei quadri paesaggistici che si I tracciati viari come riguardo alla esclusione sull’apertura di percepiscono attraversando la Lauretana e da luoghi di percezione del nuovi fronti di costruito lungo viabilità tutti i percorsi di valore paesistico individuati dal paesaggio panoramiche prive di insediamenti; piano;

- la realizzazione di nuovi tracciati viari e la deviazione di strade private e poderali, è consentita solo se a fronte di una dimostrata necessità volta a migliorare l'accessibilità e/o la sicurezza degli abitanti, oppure per ripristinare un percorso storico. Le aziende agricole potranno esplicitare tale necessità anche per migliorare l'organizzazione aziendale e le Per la progettazione di nuove infrastrutture operazioni di movimentazioni merci al fine di e nell’adeguamento di quelle esistenti i rendere più sicure le condizioni lavorative sia tracciati dovranno essere il più possibile degli addetti che dei terzi in transito. modellati sugli andamenti naturali del L'intervento è subordinato all’esito positivo di terreno al fine di evitare o minimizzare adeguate valutazioni di compatibilità con il rilevati,sbancamenti, riporti e quanto altro paesaggio e le componenti del sistema possa significamene alterare i caratteri insediativo di valore storico-architettonico ed è morfologici del paesaggio. comunque esclusa la loro eventuale asfaltatura; nei casi di tratti particolarmente impervi e per quelli da rendere più sicuri, in funzione di insediamenti o nuclei, possono essere utilizzati anche asfalti ecologici o altri materiali che garantiscano coerenza rispetto al contesto paesaggistico;

Come è possibile verificare dalla tabella sopra esposta, il piano strutturale mantiene un elevato grado di coerenzacon il PIT/PPR regionale. In particolare si segnala la grande corrispondenza che c’è tra le strategie per il paesaggio, anche per la scelta effettuata dal PS di Asciano di riconoscere e articolare il territorio attraverso i sistemi territoriali di paesaggio e nello stesso tempo una elevata coerenza nella componente statutaria dei due strumenti di governo del territorio. Il RU poi, facendo corrispondere specifiche previsioni ai temi portanti del PS, a partire dai sub sistemi funzionali, tenterà di riporta le strategie per il paesaggio negli interventi che renderà possibili, cercando anche di interpretare quanto indicato dal PS nella prospettiva del PIT. 6 CONTRIBUTI PERVENUTI DAI SOGGETTI COMPETENTI IN MATERIA AMBIENTALE CONSULTATI NELLA FASE PRELIMINARE DI VAS

Nella redazione del presente rapporto ambientale, ai sensi dall’art.24 comma 1 lettera d bis), sono stati presi in considerazione i contributi pervenuti dai diversi soggetti competenti in materia ambientale, consultati nella fase preliminare di VAS in merito al documento di avvio della variante al PS e del RU (Delibera di Giunta Comunale n.20 del 1/3/2013).

Il comune di Asciano in data 16 Maggio 2013 ha inviato una comunicazione, con la quale si trasmetteva il Documento Preliminare di VAS, ai fini di avviare le consultazioni agli enti e alle amministrazioni di seguito elencate, in quanto rientranti fra i soggetti con competenze ambientali o territorialmente interessate: Regione Toscana; Provincia di Siena; Ufficio del Genio Civile di Siena; Autorità di Bacino del fiume Ombrone; Arpat Direzione di Siena; Azienda Sanitaria Locale USL 7 di Siena; Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Grosseto e Siena; Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana; Autorità di Ambito Territoriale Ottimale 6 Ombrone “ATO 6”; Siena Ambiente s.p.a.; Acquedotto Fiora; Enel Distribuzione; Estra; Comune di Siena; Comune di Rapolano Terme; Comune di Monteroni d’Arbia; Comune di San Giovanni d’Asso; Comune di Castelnuovo Berardenga; Comune di Buonconvento; Comune di Sinalunga; Comune di Trequanda

Le principali indicazioni emerse dall’analisi dei pareri espressi dai soggetti competenti in materia ambientale, raccolti dall’Ufficio tecnico - Area Urbanistica del Comune di Asciano, sono state riassunte in uno specifico documento (“Indicazioni sintetiche di risposta ai contributi espressi dai soggetti competenti in materia ambientale), riportato nell’allegato x.

Di seguito l’elenco dei pareri acquisiti dai soggetti competenti in materia ambientale in relazione al Documento Preliminare di VAS.

SOGGETTO RIFERIMENTI RESPONSABILE Soprintendenza per i Beni Prot. 0005343 del 18/06/2013 Arch. Emanuela Carpani Architettonici e Paesaggistici per le province di Siena e Grosseto Regione Toscana – Direzione Inviato per PEC ? Dirigente: Generale Governo del Territorio Arch. Antonella Turci “Settore pianificazione del territorio” Referenti: Arch. Lucia Meucci Arch. Luca Signorini Regione Toscana – Direzione Inviato per PEC ? Dirigente: Generale Governo del Territorio Elvira Pisani “Settore Strumenti della valutazione, della programmazione negoziata e controlli comunitari” Regione Toscana – Direzione Inviato per PEC ? Renata Laura Caselli Generale delle Politiche Territoriali, Ambientali e per la Mobilità “Settore Rifiuti e Bonifiche dei siti inquinati” Regione Toscana – Direzione Prot. 0005063 del 7/06/2013 Dirigente: Generale delle Politiche Ing. Francesco Pistone Territoriali, Ambientali e per la Mobilità “Ufficio Tecnico del Genio Civile di Area Vasta Grosseto – Siena e Opere Marittime” Provincia di Siena – Prot. 0006569 del 23/07/2013 Dirigente ad interim: Lavori Pubblici Dott. Tommaso Stufano Difesa del Suolo Assetto del Territorio Responsabile: Arch. Claudia Neri Provincia di Siena – Inviato per PEC Dr. Davide Casini Ambiente Energia Sviluppo Sostenibile Attività Estrattive Autorità Idrica Toscana Inviato per PEC per AIT: Ing. G. Musumeci Conferenza Territoriale n.6 “Ombrone” – contributo per Acquedotto del Fiora: Acquedotto del Fiora Lorenzo Pirritano ESTRA – Div. Reti Gas Prot. 0008185 del 12/09/2013 Ing. Marco Nencini Azienda USL 7 Siena Prot. 0006467 del 18/07/2013 Dr. Alessandra Bagnoli

RAPPORTO AMBIENTALE

L’azione di valutazione degli effetti delle azioni proposti dal RU si traduce, nella pratica, nell’azione di stima degli effetti che la strategia potrebbe provocare sulle risorse presenti. La stima delle risorse è subordinata all’azione di rappresentazione del contesto di riferimento allo stato attuale, in modo da creare un quadro esaustivo degli elementi presenti e delle loro eventuali criticità in atto. I temi delle acque, del suolo, dell’energia, dei rifiuti e di degli altri ambiti ambientali interessati dall’analisi sono pertanto parte fondamentale del rapporto e ne costituiscono la base di partenza conoscitiva, così come esplicitato anche dall’Allegato VI del D.Lgs 152/06 e s.m.i.. Delineato lo stato di ogni singola risorsa, tramite il quadro conoscitivo e l’analisi del contesto ambientale di riferimento, è quindi possibile evidenziare le opportunità, le criticità e i meccanismi in atto a scala territoriale.

Il processo di valutazione consiste dunque in un confronto fra gli obiettivi e le azioni del RU con gli elementi che costituiscono lo Statuto del territorio, e recepirne le indicazioni per l’implementazione e l’aggiornamento del quadro conoscitivo territoriale, ove carente, oltre agli altri dati necessari per l’eventuale ricalibrazione del RU. Per essere ancora più chiari, la valutazione del piano, sotto il profilo ambientale, trova i suoi due fondamenti nelle scelte della pianificazione da una parte e sui dati ambientali reperibili in fase di analisi dall’altra.

Lo schema seguente mostra i passaggi fondamentali dell’azione di valutazione presenti nel rapporto ambientale. Si nota come il sistema che si viene a creare abbia carattere ciclico, dovuto ai meccanismi di feedback e di aggiornamento dati. Analisi delle Quadro strategie del conoscitivo Fase piano ambientale di anali si cono scitiv Esplicitazioni Reperimento a obiettivi ed dati sulle azioni di risorse piano ambientali

Fa se PRO di CES Verifica delle strategie del piano in A va SO rapporto alle risorse disponibili e g lut alle criticità ambientali DI gi az PIAN Feedback or io O na ne SI NO m en Il piano Il piano to NECESSITA NON necessita da di correzioni di correzioni ti Fase di attua zione Messa in atto e moni torag Monitoraggio gio

Le criticità ambientali presenti sul territorio comunale sono state elaborate basando l’analisi su dati liberamente scaricabili da siti internet di fonti ufficiali e da relazioni tecniche in possesso dell’Amministrazione comunale, anche ai sensi dell’Art. 8 della L.R.T. 10/2010 e s.m.i.. Si deve comunque rilevare la difficoltà di reperire dati aggiornati e specificamente pertinenti al contesto comunale di Asciano.

Caratteristiche del territorio comunale

Il territorio di Asciano

Il territorio del comune di Asciano si trova al centro delle Crete Senesi, un sistema di colline argillose, a sud-est di Siena, nell’alta valle del fiume Ombrone. L'area delle Crete SenesI comprende le crete della Val d'Arbia, le crete di Asciano, le colline di Bibbiano, le colline di Monte Oliveto, le colline dell'Asso, comprende gran parte dei bacini dell'Arbia e dell'Asso e parte del bacino dell'Ombrone e interessa i comuni di Siena (parte), Monteroni d'Arbia, Asciano, Rapolano (parte), Buonconvento, Murlo (parte), Trequanda, San Giovanni d'Asso. La zona è collocata nel bacino pliocenico di Siena e costituita da terreni prevalentemente argillosi depostisi in seguito all'ingressione marina pliocenica. Nella zona sono presenti fondamentalmente tre diversi litotipi, argille, sabbie e travertini. La sequenza stratigrafica dal basso verso l'alto prevede una sovrapposizione delle sabbie sulle argille. Nelle zone in cui è presente la copertura sabbiosa sulle argille l'incisione dei corsi d'acqua è maggiore, fatto verificabile dai maggiori dislivelli e pendenze dei versanti delle prime zone rispetto a quelli delle seconde, in cui per altro è evidente una maggiore attività di sedimentazione, come risulta dalla maggiore estensione dei depositi alluvionali. Le difficoltà di lavorazione dei terreni delle Crete, compatti e impermeabili, hanno dato origine ad un uso estensivo del terreno agricolo con prevalenza del seminativo nudo su quello arborato. La morfologia della zona, nel complesso tipicamente collinare, è caratterizzata dalla presenza di tre forme erosive peculiari: le biancane, i calanchi e le balze. Ad Asciano la principale linea di spartiacque si sviluppa seguendo la strada che da Nord verso Sud congiunge le località di Croce, Mucigliani, Casanuova, e e separa il bacino dell'Arbia di cui il torrente Biena è il principale affluente, dal bacino dell'Ombrone. La tradizionale coltura promiscua e i piccoli appezzamenti coltivati a vite, olivo e ortaggi, sono presenti solo in piccole aree nei fondovalle e intorno alle case rurali o ai centri abitati. Il suolo è diviso quindi principalmente in campi di grandi dimensioni, in cui dominano le colture a seminativo aperto e del prato da foraggio.

Inquadramento economico e sociale

Il Comune di Asciano appartiene al Circondario “Crete senesi Val d’Arbia” (SEL 21), che occupa 475,47 Kmq (pari al 12,3% della superficie provinciale) in una vasta area collinare a sud-ovest del capoluogo provinciale, e comprende anche i comuni di Buonconvento, Monteroni d’Arbia, Rapolano Terme e San Giovanni d’Asso. Nonostante una certa omogeneità paesaggistica, i comuni del Circondario presentano discrete differenze socio-economiche. Premesso che nell’area non si è mai verificata una completa trasformazione in senso industriale, l’agricoltura riveste notevole importanza, insieme con l’attività di estrazione del marmo e del travertino e le manifatture artigianali nel settore della ceramica e del legno. Il Circondario è interessato da processi tipici delle aree a vocazione agricola: una prima fase, caratterizzata da saldi negativi, di forte emigrazione a causa dell’inurbamento delle città (fino agli anni ‘70); una seconda fase, in anni più recenti, di ripopolamento (saldi positivi). “La caratterizzazione più sintetica del territorio senese, secondo gli standard internazionali, così come anche riportato sul piano Strategico provinciale, è che si tratta di un territorio periferico, a dominanza rurale, ma non marginale”1. A conferma di questo va segnalato che il Rapporto IRPET del territorio toscano colloca il SEL 21 tra quelli da considerare dinamici, ovvero con un saldo positivo sia di popolazione, che di addetti occupati (il settore terziario è quello in progressivo aumento, mentre nell’industria aumentano le unità locali ma diminuiscono gli occupati). Circa un terzo della popolazione del Circondario, che risulta interessato da una certa interdipendenza con Siena, risiede a Monteroni d’Arbia. Asciano è senz’altro il comune più caratterizzato dall’attività agricola, sia per il numero delle aziende che per la SAU. Da rilevare che, da solo, il Comune di Asciano possiede il 46,0% della SAU dell’intero Circondario, con una netta preponderanza di superficie a prati permanenti e pascoli e in misura inferiore (sia pure con un 44,6% del totale per il Circondario) di superficie investita a seminativi e orti familiari. La presenza delle terme e la bellezza del paesaggio costituiscono elementi di attrazione forte per un’attività turistica in crescita, con notevoli potenzialità di sviluppo nel futuro. La vocazione turistica dell’area non incide però ancora come dovrebbe sulla realtà economica del SEL (il 62% degli arrivi confluisce verso il Comune di Rapolano che, grazie alla presenza delle terme – ed oltre all’importanza che riveste nel settore estrattivo (travertino) - rappresenta una polarità turistica a livello provinciale. In generale siamo comunque in presenza di un sistema economico che deve puntare su un consolidamento e riposizionamento (PTC 2010).

Dati territoriali e demografici sintetici di Asciano e dei comuni confinanti:

Comune Superficie (km²) Popolazione Densità (ab/km²) ASCIANO 216,7 7.298 33,8 Buonconvento 64,8 3.233 49,9 Castelnuovo Berardenga 177 8.836 49,9 Monteroni d’Arbia 105,8 8.837 83,5 Rapolano Terme 83 5.121 61,7 San Giovanni d’Asso 66,5 891 13,4 Siena 118,6 52.883 445,9 Sinalunga 78,6 12.476 158,7 Trequanda 64 1.319 20,6

Dal punto di vista demografico, quello di Asciano, si dimostra un territorio tendenzialmente in crescita, registrando una variazione percentuale sempre superiore sia al dato provinciale che a quello regionale (2012). In crescita anche la popolazione immigrata, che ha raggiunto il 11,3%.

Variazione percentuale di popolazione 2002-2012

1 Piano Strategico di Sviluppo, 2003.        !                                        

* post-censimento (la popolazione residente ad Asciano al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre 2011, è risultata composta da 7.228 individui, mentre alle Anagrafi comunali ne risultavano registrati 7.313. Si è, dunque, verificata una differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 85 unità (-1,16%). Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 2001-2011 con i dati registrati in Anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione).

Dati relativi alle famiglie nel comune di Asciano 2002-2012 Composizione in fasce di età ed età media nel comune di Asciano 2002-2013

Bilancio demografico comune di Asciano 2002-2012

Indici demografici del comune di Asciano 2002-2013

Saldo migratorio nel comune di Asciano 2002-2012

Aria Il presente capitolo concerne gli ambiti riguardanti: - Inquadramento normativo; - Emissioni di CO 2 sul territorio; - Qualità dell’aria; - Diffusività atmosferica. Affrontare il sistema aria significa, in primo luogo, parlare di inquinamento atmosferico inteso, comunemente, come immissione nell’atmosfera di sostanze estranee, in quantità e per una durata tali da alterare la salubrità dell’aria e ledere o costituire un pericolo per la salute umana e per l’ambiente nel suo complesso. I principali fattori di pressione relativamente alla risorsa aria derivano dalle attività umane e sono costituiti dalle emissioni di inquinanti in atmosfera di natura civile, industriale, ma soprattutto veicolare. Esercitando inoltre gli inquinanti dispersi nell’atmosfera anche un’enorme influenza sul clima, sia su scala locale che globale, si capisce l’importanza di severe misure di controllo ed abbattimento delle emissioni per limitare l’aggravarsi dei danni all’ambiente.

Inquadramento normativo

L’inquadramento normativo trova i suoi maggiori riferimenti nel Decreto Legislativo 152/06 e smi, e nel Decreto Legislativo 155/10.

Emissioni in atmosfera Il D.Lgs. n.° 152/2006 nella Parte V “Norme in mate ria di tutela dell’aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera” raccoglie la vecchia normativa in un unico documento, introducendo alcune modifiche. In generale le variazioni rispetto alle normative precedenti sono minime per ciò che riguarda i limiti di emissione.

Limiti e monitoraggio degli inquinanti gassosi Il Decreto Legislativo 155/2010 recepisce la direttiva 2008/50/CE e sostituisce le disposizioni di attuazione della direttiva 2004/107/CE, istituendo un quadro normativo unitario in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente finalizzato a: a. individuare obiettivi di qualità dell'aria ambiente volti a evitare, prevenire o ridurre effetti nocivi per la salute umana e per l'ambiente nel suo complesso; b. valutare la qualità dell'aria ambiente sulla base di metodi e criteri comuni su tutto il territorio nazionale; c. ottenere informazioni sulla qualità dell'aria ambiente come base per individuare le misure da adottare per contrastare l'inquinamento e gli effetti nocivi dell'inquinamento sulla salute umana e sull'ambiente e per monitorare le tendenze a lungo termine, nonché i miglioramenti dovuti alle misure adottate; d. mantenere la qualità dell'aria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi; e. garantire al pubblico le informazioni sulla qualità dell'aria ambiente; f. realizzare una migliore cooperazione tra gli Stati dell'Unione europea in materia di inquinamento atmosferico. Il Decreto Legislativo 155/2010 stabilisce: a. i valori limite per le concentrazioni nell'aria ambiente di biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio, piombo e PM10; b. i livelli critici per le concentrazioni nell'aria ambiente di biossido di zolfo e ossidi di azoto; c. le soglie di allarme per le concentrazioni nell'aria ambiente di biossido di zolfo e biossido di azoto; d. il valore limite, il valore obiettivo, l'obbligo di concentrazione dell'esposizione e l'obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione per le concentrazioni nell'aria ambiente di PM2,5; e. i valori obiettivo per le concentrazioni nell'aria ambiente di arsenico, cadmio, nichel e benzo(a)pirene. Il decreto stabilisce inoltre i valori obiettivo, gli obiettivi a lungo termine, le soglie di allarme e le soglie di informazione per l'ozono. Il presente decreto 155/2010 si fonda sui seguenti principi: a) il sistema di valutazione e gestione della qualità dell'aria rispetta ovunque standard qualitativi elevati ed omogenei al fine di assicurare un approccio uniforme su tutto il territorio nazionale e di assicurare che le stesse situazioni di inquinamento siano valutate e gestite in modo analogo; b) il sistema di acquisizione, di trasmissione e di messa a disposizione dei dati e delle informazioni relativi alla valutazione della qualità dell'aria ambiente e' organizzato in modo da rispondere alle esigenze di tempestività della conoscenza da parte di tutte le amministrazioni interessate e del pubblico e si basa su misurazioni e su altre tecniche di valutazione e su procedure funzionali a tali finalità secondo i canoni di efficienza, efficacia ed economicità; c) la zonizzazione dell'intero territorio nazionale è il presupposto su cui si organizza l'attività di valutazione della qualità dell'aria ambiente. A seguito della zonizzazione del territorio, ciascuna zona o agglomerato e' classificata allo scopo di individuare le modalità di valutazione mediante misurazioni e mediante altre tecniche in conformità alle disposizioni del presente decreto; d) la zonizzazione del territorio richiede la previa individuazione degli agglomerati e la successiva individuazione delle altre zone. Gli agglomerati sono individuati sulla base dell'assetto urbanistico, della popolazione residente e della densità abitativa. Le altre zone sono individuate, principalmente, sulla base di aspetti come il carico emissivo, le caratteristiche orografiche, le caratteristiche meteo-climatiche e il grado di urbanizzazione del territorio, al fine di individuare le aree in cui uno o più di tali aspetti sono predominanti nel determinare i livelli degli inquinanti e di accorpare tali aree in zone contraddistinte dall'omogeneità degli aspetti predominanti; e) la valutazione della qualità dell'aria ambiente e' fondata su una rete di misura e su un programma di valutazione. Le misurazioni in siti fissi, le misurazioni indicative e le altre tecniche di valutazione permettono che la qualità dell'aria ambiente sia valutata in conformità alle disposizioni del presente decreto; f) la valutazione della qualità dell'aria ambiente condotta utilizzando determinati siti fissi di campionamento e determinate tecniche di valutazione si considera idonea a rappresentare la qualità dell'aria all'interno dell'intera zona o dell'intero agglomerato di riferimento qualora la scelta dei siti e delle altre tecniche sia operata in conformità alle disposizioni del presente decreto; g) ai fini della valutazione della qualità dell'aria ambiente e' evitato l'uso di stazioni di misurazione non conformi e, nel rispetto dei canoni di efficienza, di efficacia e di economicità, l'inutile eccesso di stazioni di misurazione. Le stazioni di misurazione che non sono inserite nella rete di misura e nel programma di valutazione non sono utilizzate per le finalità del presente decreto; h) la rete di misura e' soggetta alla gestione o al controllo pubblico. Il controllo pubblico e' assicurato dalle regioni o dalle province autonome o, su delega, dalle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente. Le stazioni di misurazione non soggette a tale gestione o controllo non sono utilizzate per le finalità del presente decreto; i) la valutazione della qualità dell'aria ambiente e' il presupposto per l'individuazione delle aree di superamento dei valori, dei livelli, delle soglie e degli obiettivi previsti dal presente decreto; j) i piani e le misure da adottare ed attuare in caso di individuazione di una o più aree di superamento all'interno di una zona o di un agglomerato devono agire, secondo criteri di efficienza ed efficacia, sull'insieme delle principali sorgenti di emissione, ovunque localizzate, che influenzano tali aree, senza l'obbligo di estendersi all'intero territorio della zona o dell'agglomerato, ne' di limitarsi a tale territorio. Il D.Lgs. 155/2010 abroga le seguenti normative: a) il decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351; il decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 183; b) il decreto legislativo 3 agosto 2007, n. 152; c) il decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, fatte salve le disposizioni di cui il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, preveda l'ulteriore vigenza; d) l'articolo 3 della legge 4 novembre 1997, n. 413; il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 28 marzo 1983, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 145 del 28 maggio 1983; e) il decreto del Ministro dell'ambiente 20 maggio 1991, recante criteri per la raccolta dei dati inerenti la qualità dell'aria, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 126 del 31 maggio 1991; f) il decreto del Ministro dell'ambiente 20 maggio 1991, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 126 del 31 maggio 1991, recante i criteri per l'elaborazione dei piani regionali per il risanamento e la tutela della qualità dell'aria; il decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1992, recante atto di indirizzo e coordinamento in materia di sistema di rilevazione dell'inquinamento urbano, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 7 del 10 gennaio 1992; g) il decreto del Ministro dell'ambiente 6 maggio 1992, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 111 del 14 maggio 1992, recante la definizione del sistema nazionale finalizzato a controllo ed assicurazione di qualità dei dati di inquinamento atmosferico ottenuti dalle reti di monitoraggio; h) il decreto del Ministro dell'ambiente 15 aprile 1994, concernente le norme tecniche in materia di livelli e di stati di attenzione e di allarme per gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 107 del 10 maggio 1994; il decreto del Ministro dell'ambiente 25 novembre 1994, recante l'aggiornamento delle norme tecniche in materia di limite di concentrazione e di livelli di attenzione e di allarme per gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane e disposizioni per la misura di alcuni inquinanti di cui al decreto del Ministro dell'ambiente 15 aprile 1994, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 290 del 13 dicembre 1994; i) il decreto del Ministro dell'ambiente 16 maggio 1996, recante attivazione di un sistema di sorveglianza di inquinamento da ozono, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 163 del 13 luglio 1996; il decreto del Ministro dell'ambiente 21 aprile 1999, n. 163, recante norme per l'individuazione dei criteri ambientali e sanitari in base ai quali i sindaci adottano le misure di limitazione della circolazione, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 135 dell'11 giugno 1999; j) il decreto del Ministro dell'ambiente 2 aprile 2002, n. 60, recante recepimento della direttiva 1999/30/CE del 22 aprile 1999 del Consiglio concernente i valori limite di qualità k) dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 87 del 13 aprile 2002; l) il decreto del Ministro dell'ambiente 20 settembre 2002, recante le modalità per la garanzia della qualità del sistema delle misure di inquinamento atmosferico, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 231 del 2 ottobre 2002; il decreto del Ministro dell'ambiente 1° ottobre 20 02, n. 261, recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano o dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 272 del 20 novembre 2002.

I valori limite e i livelli critici stabiliti per gli inquinanti aeriformi si trovano all’interno degli allegati VII-XI-XII-XIII-XIV del D.Lgs. 155/2010 e sono riportati di seguito. All. VII Valori Obiettivo per l’Ozono O 3:

All. XI Valori Limite: All. XIIAltri valori obiettivo:

L’Art. 12 “Obbligo di concentrazione dell'esposizione e obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione per il PM 2,5 ” stabilisce inoltre che: “1. In relazione ai livelli di PM 2,5 nell'aria ambiente, le regioni e le province autonome adottano, sulla base degli indirizzi espressi dal Coordina mento di cui all'articolo 20, le misure necessarie ad assicurare il rispetto dell'obbligo di concentrazione dell'esposizione di cui all'allegato XIV e le misure che non comportano costi sproporzionati necessarie a perseguire il raggiungimento dell'obiettiv o nazionale di riduzione dell'esposizione disciplinato dal medesimo allegato. 2. Al fine di calcolare se l'obbligo di concentrazione dell'esposizione e l'obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione di cui al comma 1 sono stati rispettati si utilizza l'indicatore di esposizione media di cui all'allegato XIV. Tale indicatore è fissato sulla base di misurazioni effettuate da stazioni di fondo ubicate in siti fissi di campionamento urbani, il cui numero, non inferiore a quello previsto all'allegato V, par agrafo 2, e la cui distribuzione in zone e agglomerati dell'intero territorio devono essere tali da riflettere in modo adeguato l'esposizione della popolazione. Tali stazioni sono scelte con decreto del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro d ella salute e sentita la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo n. 281 del 1997, nell'ambito delle reti di misura regionali, in modo da individuare le variazioni geografiche e l'andamento a lungo termine delle concentrazioni ”. L'indicatore di e sposizione media (di seguito IEM), espresso in )g/mc, é basato sulle misurazioni di cui all’articolo 12, comma 2, ed è dato dalla concentrazione media annua su tre anni civili, ricavata dalla media dei risultati di tali misurazioni. L'IEM per l'anno di rif erimento 2010 è dato dalla concentrazione media degli anni 2009, 2010 e 2011. L'IEM per l'anno 2015 è dato dalla concentrazione media degli anni 2013, 2014 e 2015, ricavata dalla media dei risultati delle misurazioni effettuate dalle stazioni di cui all’ar ticolo 12, comma 2. Tale IEM è utilizzato per calcolare se l'obbligo di concentrazione dell'esposizione al 2015 sia stato raggiunto. L'IEM per l'anno 2020 è dato dalla concentrazione media degli anni 2018, 2019 e 2020, ricavata dalla media dei risultati de lle misurazioni effettuate dalle stazioni di cui all’articolo 12, comma 2. Tale IEM è utilizzato per calcolare se l'obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione sia stato raggiunto. Si applica l’obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione di cui alla seguente tabella contenuta nell’Allegato XIV:

Se l'IEM nell'anno di riferimento è uguale o inferiore a 8,5 )g/m 3 l'obiettivo di riduzione dell'esposizione è pari a zero. L'obiettivo di riduzione è pari a zero anche nel caso in cui l'IEM raggiunga il livello di 8,5 )g/m 3 in qualsiasi momento del periodo corrente dal 2010 al 2020 e sia mantenuto a questo livello o ad un livello inferiore.

Emissioni di CO 2 sul territorio

La Provincia di Siena, sulla base del lavoro svolto nel campo della sostenibilità ambientale, ha messo a punto un sistema di raccolta, validazione ed analisi dei dati in grado di restituire un bilancio delle emissioni e del riassorbimento dei gas serra sul territorio provinciale. Il bilancio è uno strumento già consolidato in alcuni comparti industriali, tanto più che la normativa europea lo rende obbligatorio per alcuni settori produttivi ad alto impatto ambientale. Siena, invece, rappresenta il primo caso in Europa in cui il bilancio dei gas serra viene applicato ad un te rritorio di vaste dimensioni con una molteplicità di variabili aggiuntive, sia in termini di fonti di emissione che in termini di misure di abbattimento e riassorbimento delle emissioni stesse. Il bilancio, attraverso i criteri dettati dall’IPCC (Intergove rnmental Panel on Climate Change), prende in considerazione tutte le possibili fonti di emissione di gas serra sul territorio senese. Le diverse sorgenti sono state raggruppate in 4 settori sorgente corrispondenti a “energia”, “processi industriali”, “agricoltura, foreste ed uso del suolo” (AFOLU) e “rifiuti”. A questi si è aggiunto un quinto settore, quello delle foreste e cambiamento del suolo, che contribuisce positivamente al Bilancio delle emissioni poiché se correttamente salvaguardato, il patrimonio boschivo è in grado di riassorbire importanti quantità di CO 2 e quindi mitigare l’effetto serra. Dal Bilancio, risulta che le emissioni annuali del territorio senese sono pari, nel 2008, a circa un milione e mezzo di tonnellate di CO 2, di cui l’82% viene riassorbito dalla vegetazione, con un saldo netto pari a 257.853 t CO 2e. (sempre per il 2008). Un dato rilevante se si considera che il tasso di riassorbimento per la Toscana è circa del 30-40% e per gli Stati europei non supera il 15%. Ampie zone della Provincia sono infatti coperte di boschi e le attività di tutela, soprattutto per quanto riguarda le attività antincendio, hanno permesso di mantenere in salute i polmoni verdi del territorio. Nel corso dei tre anni per cui sono disponibili i bilanci delle emissioni, queste hanno subito una notevole riduzione: le emissioni nette, tra 2006 e 2008 sono calate addirittura del 43%.

Il settore dell’energia è quello che contribuisce maggiormente alla produzione di gas climalteranti, seguito a distanza dalla categoria AFOLU, su cui pesa soprattutto l’attività di fertilizzazione agricola e l’allevamento (fermentazione enterica di bovini e gestione del letame). Alle emissioni del settore dei rifiuti contribuiscono perlopiù lo smaltimento dei rifiuti in discarica e, con un ordine di grandezza inferiore, la gestione delle acque reflue. Marginale è il contributo all’effetto serra dei processi industriali.

La tendenza al contenimento delle emissioni serra è confortata dai dati relativi alle Emissioni di CO 2 ed altri gas serra da usi energetici per il triennio 2010-2012 che vede scendere per la prima volta tali emissioni sotto la soglia del milione di tCO 2e nel 2011. L'indicatore misura le emissioni di CO 2 equivalente derivanti dagli usi energetici. Il valore è restituito in migliaia di tonnellate di CO 2 equivalente, sia totali che disaggregate per vettore e per settore.

Dati relativi al bilancio delle emissioni CO 2 per il comune di Asciano dal 1995 al 2007 Asciano 1995 2000 2005 2007 emissioni 78.329 79.870 76.282 52.285 assorbimento -48.184 -14.223 -16.888 -16.885

bilancio CO 2 30.145 65.647 59.394 35.430

Qualità dell’aria

L’aria che respiriamo a causa di vari fattori di natura antropica (traffico veicolare, emissioni civili ed industriali, ...) risulta inquinata da un insieme di sostanze che, sia singolarmente che sottoforma di miscela complessa, possono provocare effetti dannosi sulla salute. Il processo di valutazione della qualità dell’aria ambiente, attraverso la misurazione della tipologia e dei livelli di concentrazione degli inquinanti presenti nell’atmosfera, risulta fondamentale per individuare le necessarie azioni da intraprendere, sia da un punto di vista amministrativo che tecnico, per migliorare e salvaguardare questa risorsa. Il recepimento con il DGRT 1025/2010 del Decreto Legislativo n. 155/2010 ha portato a una Zonizzazione e classificazione del territorio regionale ed alla individuazione della rete regionale di rilevamento della qualità dell'aria. Classificazione del territorio regionale per zone omogenee (fonte ARPAT)

Il nuovo sistema di rilevamento rispecchia le discipline precedentemente indicate e mira a garantire una valutazione ed una gestione della qualità dell’ aria su base regionale anziché su base provinciale: la zonizzazione ripartisce il territorio in zone omogenee dal punto di vista delle fonti di inquinamento, delle caratteristiche orografiche e meteo -climatiche e del livello di urbanizzazione. Il comune di Asciano è classificato in Zona Collinare montana, ma non sono presenti stazioni di rilevamento. La situazione della qualità dell’aria viene pertanto dedotta a partire dall’analisi della centralina di Poggibonsi e di Siena che raccolgono valori di PM 10 , PM 2,5 e NO 2. Tali dati, si deve comunque precisare, che sono coerenti maggiormente alla valutazione degli inquinanti per un’area più urbanizzata piuttosto che alla valutazione di un territorio con caratteri ambientali e di inquinamento completamente diversi com’è quello di Asciano.

Concentrazioni medie annue di inquinanti atmosferici 1999 -2011 il monitoraggio della qualità dell’aria relativo all’anno 2011 indica un trend in calo delle concentrazioni medie annue su tutti i parametri inquinanti rilevanti, con valori molto al di sotto dei limiti normativi ed in diminuzione rispetto agli anni precedenti

superamento dei valori obiettivo qualità dell’aria 1999-2011

In termini di superamento dei limiti i monitoraggi non evidenziano alcun evento a Poggibonsi.

Diffusività atmosferica

La diffusività atmosferica è la condizione che permette la dispersione delle sostanze inquinanti accumulate nei bassi strati dell'atmosfera. Il grado di diffusività è determinato dall'interazione di 3 fattori: - l'intensità del vento; - la turbolenza atmosferica; - l'orografia del territorio. Tale parametro, attualmente classificato in alta, media e bassa diffusività, risulta direttamente proporzionale alla capacità di dispersione di inquinanti in una determinata area: lo studio della Regione Toscana è basato su una scala comunale. Dallo studio della diffusione atmosferica, è stato possibile verificare che, in alcune aree geografiche, comuni rurali privi di impianti industriali ma a bassa diffusività atmosferica possono far e registrare valori di sostanze inquinanti nell'aria maggiori rispetto a vicine città maggiormente industrializzate, il cui territorio comunale è caratterizzato da alta diffusività atmosferica.

Rappresentazione degli indici di diffusività atmosferica per ciascun comune della regione Toscana

Se si vuole ottenere una classificazione ulteriore del territorio raggruppando gli indici di stabilità, intensità del vento e diffusività in categoria bassa, media, alta, occorre stabilire delle “soglie” per passare dagli indici riportati a tre soli valori: 1 (basso), 2 (medio), 3 (alto). Di seguito è riportata la carta della diffusività con le categorie ottenute. Rappresentazione delle categorie di diffusività atmosferica per ciascun comune della Regione Tosc ana

Il Comune di Asciano figura in una zona a Media diffusività.

Acqua

L’analisi del sistema delle acque è stato effettuato tenendo in considerazione: - Acque superficiali; - Acque sotterranee; - Rete acquedottistica; - Sistema fognaria.

Acque superficiali

Bacini e idrografia di superficie Il territorio del Comune di Asciano fa parte del bacino idrografico principale del fiume Ombrone, ad eccezione di una piccolissima parte, che rientra nel bacino idrografico principale del fiume Arno. All’interno dei bacini principali sono individuati anche dei bacini idrografici secondari: Arbia e Orcia per il fiume Ombrone e Maestro della Chiana per il fiume Arno. Di seguito la suddivisione del territorio comunale tra bacini principali e secondari.

Figura x – Il territorio comunale ed i bacini idrografici dei fiumi Ombrone e Arno

Il reticolo idrografico si presenta molto articolate e sviluppato, in relazione alla natura litologica dei terreni argillosi e alla loro grado permeabilità praticamente nulla. Le acque superficiali costituiscono una risorsa attualmente sfruttata con una serie di laghetti collinari per uso irriguo. I corsi principali che attraversano il territorio di Asciano sono il fiume Ombrone, il torrente Biena, il torrente Arbia che segna il confine Nord-Ovest con il comune di Siena e il torrente Asso che segna il confine Sud-Est con il comune di Trequanda. A questi vanno aggiunti una serie di borri e fossi tra cui si possono segnalare il borro La Copra, il fosso Camerone, il borro La Causa che segna il confine con il comune di Monteronj d’Arbia, il borro Bestinino, il borro di Botaroni, il borro di Rigo e il fosso di Val di Lama.

Nella seguente figura x è possibile osservare la distribuzione e la densità di tali bacini artificiali. Figura x – Il reticolo idrografico ed il laghi del territorio di Asciano

Qualità delle acque superficiali L’Articolo 78 “Standard di qualità per l'ambiente acquatico” del D.Lgs 152/2006 stabilisce che: “1. Ai fini della tutela delle acque superficiali dall'inquinamento provocato dalle sostanze pericolose, i corpi idrici significativi di cui all'articolo 76 devono essere conformi entro il 31 dicembre 2008 agli standard di qualità riportati alla Tabella 1/A dell'allegato 1 alla parte terza del presente decreto, la cui disciplina sostituisce ad ogni effetto quella di cui al decreto ministeriale 6 novembre 2003, n.367. 2. I Piani di tutela delle acque di cui all'articolo 121 contengono gli strumenti per il conseguimento degli standard di cui al comma 1, anche ai fini della gestione dei fanghi derivanti dagli impianti di depurazione e dalla disciplina degli scarichi. 3. Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare viene data attuazione al disposto dell'articolo 16 della direttiva 2000/60/Ce entro il 31 dicembre 2015. Entro gli stessi termini le acque a specifica destinazione di cui all'articolo 79 devono essere conformi agli standard dettati dal medesimo decreto”. La Regione Toscana ha individuato i corpi idrici significativi superficiali ed i relativi tratti e ha dato avvio con il 2001 al Programma di Monitoraggio per la determinazione degli stati di qualità ambientale. Il numero delle stazioni di monitoraggio è basato sull'area del bacino imbrifero e sull'ordine gerarchico per i corsi d'acqua e sulla base della superficie dello specchio d'acqua per i laghi. E' sempre prevista nel monitoraggio dei corsi d'acqua la presenza della stazione di chiusura del bacino. In Toscana il monitoraggio necessario per la classificazione è effettuato dall’ARPAT. Il DM Ambiente 8 novembre 2010, n. 260 “Criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali - Modifica norme tecniche D.Lgs 152/2006” propone una differente classificazione e introduce i criteri aggiornati per il monitoraggio e la classificazione dei corpi idrici superficiali e sotterranei, vigenti a partire dal 22 febbraio. Il DM 260/2010 sostituisce integralmente l'allegato I alla parte III del D.Lgs. 152/06, modificando in particolare il punto “Classificazione e presentazione dello stato ecologico", per renderlo conforme agli obblighi comunitari, attraverso l'inserimento di criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici. Pertanto, a partire dal 2010, in attuazione delle norme europee in materia, il monitoraggio della risorsa idrica viene effettuato secondo nuovi criteri. Propedeutico alla definizione della nuova rete è stato il processo di tipizzazione del complesso dei corpi idrici del territorio eseguita dalla Regione Toscana, l’analisi di rischio sui suddetti corpi idrici a cura di ARPAT e la localizzazione dei nuovi punti in modo da essere rappresentativi sia delle pressioni antropiche sia delle caratteristiche di naturalità esistenti. Nel territorio comunale esiste un punto di controllo in corrispondenza del Ponte del Garbo, sul Fiume Ombrone (MAS-031). Nella tabella x seguente sono riportati i dati della collezione ACQ_MAS (Monitoraggio Ambientale dei Corpi Idrici Superficiali) reperiti sul portale SIRA (Sistema Informativo Ambientale della Regione Toscana) e riferiti all’anno 2010.

Analisi della qualità delle acque Stazione di Controllo MAS-031 - 2010 ALCALINITA - mg/L Ca(HCO3)2 567 761 ALTRI PARAMETRI DI BASE - mg/L / 170 180 CALCIO AZOTO AMMONIACALE - mg/L N < 0.15 0.3 AZOTO NITRICO - mg/L N 1.1 1.7 AZOTO NITROSO - mg/L N 0.017 0.02 AZOTO TOTALE - mg/L N 1.7 3.1 BOD5 - mg/L O2 < 5 < 5 CADMIO - µg/L < 0.5 < 0.5 CLORURI - mg/L 82 250 COD - mg/L O2 10 < 10 CROMO TOTALE - µg/L 3 1 DUREZZA - mg/L CaCO3 700 910 FOSFORO TOTALE - mg/L P < 0.05 < 0.05 MERCURIO - µg/L < 0.5 < 0.5 n° totale taxa 20 14 ORTOFOSFATO - mg/L P < 0.06 < 0.06 OSSIGENO DISCIOLTO - mg/L 6.05 5.48 PH 8.2 8.1 SOLFATI - mg/L 350 610 SOLIDI SOSPESI - mg/L 21 55 TEMPERATURA - °C 17.7 22.5

L’annuario ambientale ARPAT 2013 riporta al suo interno diverse tabelle sullo stato ambientale dei corpi idrici (SECA) della Toscana. L'indice SECA (Stato Ecologico dei Corsi d'Acqua) è una classificazione dei corsi d'acqua effettuata utilizzando i dati dell’indice LIM (Livello Inquinamento da Macrodescrittori che stima del grado di inquinamento dovuto a fattori chimici e microbiologici) con quelli dell'indice IBE (Indice Biotico Esteso). Lo stato ambientale è determinato dalla combinazione di: - uno stato ecologico , espressione della complessità degli ecosistemi acquatici, a cui concorrono sia parametri chimici e fisici, relativi al bilancio dell'ossigeno ed allo stato trofico; - uno stato chimico , più semplicemente determinato dalla presenza o meno di sostanze chimiche pericolose in relazione a prefissati valori soglia. All’interno dell’annuario sono presenti i dati relativi al sottobacino dell’Ombrone:

Un'altra fonte di informazioni riguardanti gli aspetti qualitativi delle acque superficiali è il Piano di Gestione del Distretto dell’Appennino Settentrionale elaborato in attuazione della Direttiva 2000/60 CE e adottato dall’Autorità d’ambito con Delibera del Comitato istituzionale 24/02/2010 n. 206. Di seguito lo stato dei principali corpi idrici che costituiscono il reticolo idrografico del comune di Asciano.

Stato Pressioni Natura Obiettivo complessivo specifiche 2.2 Diffuse - Buono al Agricultural Ombrone Senese Naturale Sufficiente 2021 2.6 Diffuse - Other 2.2 Diffuse - Buono al Agricultural Torrente Biena Naturale Buono 2015 2.6 Diffuse - Other 1.1.1 Point - UWWT_2000 2.1 Diffuse - Urban Torrente Arbia Buono al Naturale Sufficiente run off (valle) 2021 2.2 Diffuse - Agricultural 2.6 Diffuse - Other Buono al 2.2 Diffuse - Torrente Asso Naturale Sufficiente 2021 Agricultural 2.1 Diffuse - Urban run off 2.2 Diffuse - Agricultural Buono al 2.6 Diffuse - Torrente La Copra Naturale Sufficiente 2021 Other 3.10 Abstraction - Other 8.10 OtherPressures- Other 1.3 Point - IPPC Buono al plants (EPRTR) Fosso Camerona Naturale Sufficiente 2021 2.2 Diffuse - Agricultural Buono al 2.2 Diffuse - Borro La Causa Naturale Buono 2015 Agricultural 2.1 Diffuse - Urban run off 2.2 Diffuse - Agricultural Buono al 2.6 Diffuse - Borro Bestinino Naturale Sufficiente 2021 Other 3.10 Abstraction - Other 8.10 OtherPressures- Other Acque sotterranee

I sistemi acquiferi Dal punto di vista delle acque sotterranee i principali sistemi acquiferi del territorio di Asciano sono descritti nella seguente tabella:

sistema tipologia aspetti qualitativi aspetti criticità acquifero idrogeologica quantitativi sedimenti depositi alluvionali dalla zona industriale verso In relazione alla Mediante pozzi e alluvionali del parzialmente valle le acque presentano ridotta estensione sorgenti l’acquifero Borro Bestina cementati, con un forte inquinamento del bacino alimenta il sistema due livelli separati artificiale da l’acquifero ha acquedottistico locale. da un orizzonte organoalogenati e naturale buone I quantitativi non sono argilloso per la presenza di solfati potenzialità però sufficienti nel per miscelazione con periodo estivo, e acque profonde vengono integrati con autocisterne. I parametri di potabilità sono garantiti dal gestore mediante depurazione con filtri nuclei calcarei area di le acque circolanti in tali Sono ipotizzabili Gli elementi legati agli della Serie affioramento e di formazioni rocciose sono aspetti quantitativi aspetti qualitativi Toscana, ricarica delle caratterizzate per valori di molto interessanti tendono a ridurre le presso formazioni che durezza estremamente alti. aspettative favorevoli l’estremità costituiscono un Per la presenza dei sistemi per questro tema di orientale del acquifero di faglie che bordano la ricerca territorio profondo di dorsale Rapolano interesse Montalcino si individuano strategico a livello delle vie preferenziale di regionale. risalita dei fluidi termo- minerali, fonte del locale termalismo, che tendono a miscelarsi con le acque di infllitrazione recente, con il rischio di compromettere la convenienza di uso idro- potabile. sistemi depositi alluvionali la qualità delle acque non sono Non possono essere alluvionali con sedimenti di sotterranee è mediamente ipotizzabili considerati come delle principali granulometria fine buona, e legata a quella dei importanti elemento di interesse valli corsi idrici contigui, quantitativi per la soprattutto in relazione ai natura carichi di elementi non prevalentemente filtrati dai sedimenti stessi. argillosa dei sedimenti alluvionali in questo territorio Tabella x – Caratteristiche dei sistemi acquiferi presenti nel territorio

Censimento pozzi e sorgenti Tra le indagini del PS è stato condotto un censimento dei pozzi e delle sorgenti dal quale possono essere estratti i dati di sintesi espressi nella seguente tabella x, mentre nella successiva figura x è rappresentata la distribuzione dei pozzi sul territorio comunale.

tipo di utenza n. pozzi consumo umano 4 domestico 246 industriale 5 irrigazione 5 servizi antincendio 1 zootecnico 1 non definito 109

Tabella x – Suddivisione dei pozzi censiti per tipo di utenza

Fig. x – Pozzi nel territorio comunale

La rete degli acquedotti L’approvvigionamento idropotabile nel territorio di Asciano è gestito da Acquedotto del Fiora Spa, gestore unico dell’ATO n°6 “Ombrone”. Il territorio comunale è diviso in due distretti idraulici: - Asciano, Chiusure, Monteoliveto e Vescona sono approvvigionati dai campi pozzi Basili, Querce e dalle sorgenti Cornacchia e Molinuzzo; - Arbia, Casetta, e Torre a Castello sono approvvigionati da collegamenti intercomunali con le reti di distribuzione di Siena e Castelnuovo Berardenga oltre al Pozzo Vivaio.

Figurax – la rete degli acquedotti nel territorio comunale

Per una visione sintetica degli aspetti tecnologici della rete si riporta lo schema della rete alimentata dai pozzi e sorgenti di Asciano. Figura x – schema sistema degli acquedotti di Asciano

Consumo di acqua Di seguito sono riportati i dati disponibili relativi ai consumi di acqua nel territorio di Asciano (Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Siena 2010).

Parametri qualitativi della risorsa idrica Le acque destinate al consumo umano sono soggette a controlli analitici di competenza delle Aziende Sanitarie Locali, secondo la disciplina contenuta nel Dlgs 31/2001. Nella seguente tabella si riportano valori indicativi della qualità delle acque in base ai dati disponibili per il periodo di riferimento: 2° semestre 2013. ARBIA ASCIANO SCALO CHIUSURE MONTE OLIVETO Ammonio (mg/l) 0,5 <0,003 <0,003 <0,003 <0,003 Conducibilità (microS/cm a 20°C) 2500 679 1094 1348 1287 pH (unità pH) tra 6.5 e 9.05 7,2 6,6 7,1 7,3 Arsenico (microgrammi/l) 10 3,9 <1,0 <1,0 <1,0 Cloruri (mg/l) 250 15,6 65,3 78,4 73,1 Durezza (°F) tra 15°F e 50°F (valore consigliato) 30, 1 47,8 57,8 52,9 Fluoruri (mg/l) 1,5 0,2 0,9 0,8 0,7 Manganese (microgrammi/l) 50 <0,5 <0,5 <0,5 0,5 Nitrati (mg/l) 50 6,6 21,9 26,4 25,2 Nitriti (mg/l) 0,5 <0,036 <0,036 <0,036 <0,036 Residuo secco a 180°C (mg/l) 1500 (valore consigliato ) 469 758 927 897 Sodio (mg/l) 200 13,2 48,3 77,2 74 Solfati (mg/l) 250 100,3 139,2 140,9 132,7 Calcio (mg/l) / 90 151 180 160,9 Magnesio (mg/l) / 18,2 24,3 30,8 30,3 Potassio (mg/l) / 2,9 4,4 5,7 4,9 Bicarbonati (mg/l) / 213,5 458,7 480,7 477 Cloro Residuo (mg/l) 0,2 (valore consigliato) 0,15 0,04 0,1 0,1 PORTA DEL BIANCHI TORRE A CASTELLO ZONA INDUSTRIALE Ammonio (mg/l) 0,5 <0,003 <0,003 <0,003 Conducibilità (microS/cm a 20°C) 2500 1256 584 1040 pH (unità pH) tra 6.5 e 9.05 7,3 6,8 6,7 Arsenico (microgrammi/l) 10 <1,0 2,6 <1,0 Cloruri (mg/l) 250 66,8 17,8 51,5 Durezza (°F) tra 15°F e 50°F (valore consigliato) 53, 5 25,4 50,5 Fluoruri (mg/l) 1,5 0,8 0,3 0,8 Manganese (microgrammi/l) 50 <0,5 <0,5 <0,5 Nitrati (mg/l) 50 24,3 4,4 18,7 Nitriti (mg/l) 0,5 <0,036 <0,036 <0,036 Residuo secco a 180°C (mg/l) 1500 (valore consigliato ) 876 350 728 Sodio (mg/l) 200 70,6 11,6 46,9 Solfati (mg/l) 250 133,4 69,1 123,1 Calcio (mg/l) / 162,5 81 160,1 Magnesio (mg/l) / 31 12,4 25,2 Potassio (mg/l) / 4,9 2 4,4 Bicarbonati (mg/l) / 475,8 256 643,6 Cloro Residuo (mg/l) 0,2 (valore consigliato) 0,15 0,1 0,18 Tabella x – Composizione analitica dell'acqua distribuita - valori medi indicativi.

Parametri quantitativi della risorsa idrica Per l’analisi del quadro quantitativo della risorsa idrica nelle seguenti tabelle sono riportati degli indicatori delle correnti analisi effettuate dal gestore.

Calcolo fabbisogni nel comune di Asciano N° unità Livello servizio L/Die Fabbisogno (l/s) 3° anno 20° anno3° anno 20° anno Usi domestici Residenti 6488 186 200 13.97 15.02 Non Residenti 2520 80 80 2.33 2.33 Usi non domestici Ricettivi Campeggi 0 200 200 0.00 0.00 Altre strutture turistiche 744 200 200 1.72 1.72 Produttivi Zootecnico 22 1000 1000 0.25 0.25 Industriale/Alimentari 32 6000 3000 2.22 1.11 Non produttivi Commercio 564 80 80 0.52 0.52 Industria/Artigianato 1111 80 80 1.03 1.03 Usi pubblici Ospedali 0 200 200 0.00 0.00 Fontanelli 12 500 500 0.07 0.07 Impianti sportivi 0.30 0.30 Cimiteri 4 1000 1000 0.05 0.05 Altro 51 80 80 0.05 0.05 Totale Fabbisogni 22.51 22.45 Perdite % 36 23 Totale con perdite 30.62 27.62

Calcolo delle dotazioni attuali in l/sec Inverno Estate Fonti proprie Fonti esterne Fonti proprie Fonti esterne 13 10 12 10 23 22

Il dato fondamentale che emerge da questa sintesi è che i fabbisogni teorici ammontano a circa 700.000 mc/anno, mentre nel sistema acquedottistico l’adduzione di fonti proprie ammonta a circa 380.000 mc/anno. Per tale motivo, nei periodi di maggiore richiesta, quando cioè i fabbisogni reali si avvicinano o superano quelli teorici, sono necessarie integrazioni mediante autocisterne, per coprire deficit che possono essere stimate in portate di 10 l/sec (circa il 45% del fabbisogno nei periodi di criticità). Inoltre, nel “Piano Operativo di emergenza del servizio idrico integrato nell’ATO n° 6 Ombrone per crisi idrica da scarsità” è stata effettuata una valutazione del rischio di carenza idrica, legando tale parametro all’interazione del livello di vulnerabilità dei sistemi acquiferi con la pericolosità, intesa come indicatore del loro stato di impoverimento desunto dallo studio delle curve di esaurimento. Nella figura seguente si evidenzia come il sistema acquifero dei travertini (i sedimenti alluvionali “cementati” da fluidi ricchi in carbonati appartengono a questa categoria) presenta un alto rischio di carenza idrica. Sistema fognario La gestione del sistema idrico integrato (acquedotti, fognature e, potabilizzatori, depuratori, dissalatori) è di competenza della Acquedotto del Fiora SpA. La figura x rappresenta la mappa delle rete fognaria del Comune di Asciano. Gli scarichi della rete sono trattati in impianti di depurazione che agiscono con processi aerobici biologici a fanghi attivi. Asciano Capoluogo è servito da un impianto di depurazione pari a 7.000 ab.eq., sito in località Il Chiostro, che ad oggi tratta in media un 50% della propria potenzialità massima. La fognatura a servizio della località Chiusure è invece in buona parte collegata con un depuratore di potenzialità inferiore ai 2.000 ab.eq. (100 ab.eq), mentre una parte della frazione non è servita da depurazione ed è collegata ad uno scarico a cielo aperto sito in zona nord (Porta Senese). La località Torre a Castello è servita da un impianto di depurazione di potenzialità inferiore ai 2.000 ab.eq. (200 ab.eq). La località Arbia è collegata all’impianto di depurazione di (comune di Siena). La località Casetta è in parte collegata all’impianto di Ponte a Tressa ed in parte servita da uno scarico a cielo aperto di potenzialità circa pari a 20 ab.eq. La Stazione di Castelnuovo Berardenga è invece servita da uno scarico a cielo aperto.

Figura x - Rete fognaria del Comune di Asciano

Di seguito sono riportati i dati relativi all’impianto di depurazione “Il Chiostro”.

IL CHIOSTRO Provincia SIENA Sistema Economico Locale 21 - Crete Senesi - Val d'Arbia Comune ASCIANO Comuni serviti ASCIANO Data compilazione scheda 11/06/2001 Codice impianto 90001 Competenza COMUNALE Data avvio impianto 01/01/1984 Data chiusura prevista 09/09/9999 Predisposizione allacciamento nuove utenze S Percentuale Domestico 85 Percentuale Industriale 15 Percentuale Zootecnico 0 Percentuale Altro 0 Industrie prevalenti GALVANICHE Altro NIENTE Sistema fognatura SISTEMA MISTO BOD5 di progetto per abitante equivalente 999 Capacità progetto in AE 7000 Capacità progetto in mc/giorno 1400 Capacita max trattamento in AE 7000 Capacita max trattamento in mc/giorno 1400 Attuale potenzialita in AE 4500 Attuale potenzialita in mc/giorno 900 Portata di punta in mc ora 999 Periodo di punta 999 Portata di by-pass in mc ora 999 Area sensibile n Tipo Corpo Recettore Corso d'acqua Nome Corpo Recettore Torrente Bestina Bacino idrografico Fiume Ombrone Eventuali disfunzioni frequenti nessuna segnalazione Produzione fanghi (t/a) 260 Produzione altri residui (t/a) 0 Uso in agricoltura (%) 0 Compostato (%) 0 Smaltito in discarica (%) 100 Smaltito in inceneritore (%) 0

Suolo

Inquadramento

Tra le risorse del territorio il Suolo assume ad Asciano un significato particolare: l’ampiezza dei panorami osservabili e la natura prevalentemente “spoglia” e minimalista del suolo mette in estremo risalto le caratteristiche geomorfologiche e le particolarità delle forme che si possono osservare. Queste inoltre assumono spesso livelli di intensità rilevante e costituiscono elementi di criticità per le strutture ed infrastrutture presenti. Ha pertanto senso parlare di “risorsa suolo”, comprendendo in tale concetto anche le valenze di criticità che questo ambito può portare. Nella seguente figura si riportano le aree di particolare interesse geomorfologico. Figura x – I principali tipi nella geomorfologia di Asciano

Gli spunti di particolare interesse e criticità si concentrano nella parte meridionale del territorio, dove il caso di Chiusure rappresenta l’apice di questo settore. Qui un imponente sistema di calanchi e balze, nei quali si inserisce anche il monastero di Monte Oliveto Maggiore, lambisce e minaccia il nucleo di Chiusure in modo estremamente serio. Per approfondimenti specifici di tipo geologico: idraulica, sismica, geomorfologia e vulnerabilità delle falde acquifere, si rimanda agli studi specialistici di settore allegati al RU.

Gli incendi boschivi

Gli incendi rappresentano gli eventi maggiormente responsabili della distruzione della biodiversità, la cui tutela rappresenta un obiettivo fondante delle politiche ambientali della provincia di Siena. A tale scopo costituiscono oggetto di monitoraggio: - La superficie boscata; - La superficie interessata da incendi; - L’incidenza della superficie interessata da incendi sulla superficie boscata. Il primo indicatore delinea lo stato attuale, mentre il secondo mostra la pressione esercitata dagli incendi (eventi maggiormente responsabili della distruzione della biodiversità) sul sistema e quindi la perdita di biodiversità legata a questi eventi. L’ultimo di questi misura come il sistema risponde alla pressione dovuta agli incendi e il trend della superficie boscata rispetto a quella bruciata. La specificità senese è immediatamente visibile dai primi dati per contenimento del numero di incendi che passa in maniera graduale da 40 incendi del 2006 ai 17 del 2010 per poi aumentare passando dai 50 incendi del 2011 ed arrivare ai 54 del 2012, con 28 ha di superficie boscata e 283 di superficie non boscata interessati dall’incendio dell’estate 2012 nel comune di Colle Val d’Elsa. Allungando il riferimento temporale all’ultimo decennio e concentrando l’attenzione sulla sola provincia senese, permette di evidenziare le cause delle oscillazioni annuali e l’entità del danno causato al sistema naturale territoriale.

Codifica dei comuni della provincia di Siena per esposizione al rischio di incendi Incendi tra il 2003 e il 2012 nel comune di Asciano

Bonifiche

Sul sito del SIRA, il sistema informatico SISBON (Banca dati dei siti interessati da procedimento di bonifica) riporta l’elenco dei siti presenti sul territorio comunale di Asciano e lo stato di avanzamento del procedimento di bonifica:

Attività estrattive Il P.R.A.E.R., previsto dalla l.r. 78/1998 è l’atto di programmazione settoriale con cui la Regione stabilisce gli indirizzi e gli obiettivi di riferimento per l’attività di pianificazione in materia di cave e torbiere, di recupero delle aree di escavazione dismesse o in abbandono, nonché di recupero e riciclaggio dei materiali assimilabili di cui al comma 2, dell’articolo 2 della l.r. 78/1998, di competenza delle Province e dei Comuni, ferme restando le competenze in materia attribuite agli Enti Parco dalla legislazione vigente. Il P.R.A.E.R. si rivolge a tutti i materiali di cava esistenti nel territorio regionale distinguendoli, come nel precedente P.R.A.E., in due settori distinti: - Settore I - materiali per usi industriali, per costruzioni ed opere civili, così come definiti alla lettera a), comma1, articolo 2 della L.R. 78/1998 ; - Settore II - materiali ornamentali, definiti come tali alla lettera b), comma1, articolo 2 della L.R. 78/1998 e materiali “storici”, cioè di particolare importanza sia nel collocamento delle pietre toscane nell’edilizia e nell’arte sia per il restauro monumentale.

Risorse e giacimenti sul territorio comunale Nel comune di Asciano sono presenti per il Settore I: - n. 3 siti di risorsa/giacimento Per il Settore II: - n.1 sito di risorsa giacimento

risorsa codice settore località superficie (ha) materiale 902 I 12 I S. Alberto 50,05 Calcari 902 II 4 I Castelnuovo Scalo 20,33 Argille 902 III 4 I Castelnuovo Scalo 5,54 Argille OR 902 II 2 II 27,97 Travertino chiaro giacimento codice settore località superficie (ha) materiale 902 I 12 I S. Alberto 50,05 Calcari 902 II 4 I Castelnuovo Scalo 20,33 Argille 902 III 4 I Castelnuovo Scalo 5,54 Argille OR 902 II 2 II Serre di Rapolano 15,35 Travertino chiaro

Le caratteristiche delle risorse sono le seguenti: - 2: travertini attuali e recenti; calcari detritico organogeni; - 4: depositi argillosi di origine fluvio lacustre o marina, talvolta con lenti di sabbia e/o ghiaia o gesso; - 12 : calcari ben stratificati con o senza intercalazioni marnose, calcari litografici, selciferi, nodulari, calcareniti.

Dinamiche evolutive degli usi del suolo

Il presente paragrafo descrive le dinamiche di trasformazione degli usi del suolo nel Comune di Asciano. I dati fanno riferimento alle informazioni presenti sul Corine Land Cover (CLC) degli anni 1990, 2000 e 2006. Il CLC, elaborato nell’ambito del programma CORINE (CooRdination de l’INformation sur l’Environnement), varato dal Consiglio delle Comunità Europee nel 1985 e con lo scopo primario di verificare dinamicamente lo stato dell'ambiente nell'area comunitaria, è una copertura di uso del suolo la cui scala di realizzazione è di 1:100.000. Per questo motivo il dettaglio delle informazioni non è sufficiente a individuare veri e propri fenomeni di consumo di suolo; questo tipo di valutazioni richiede, infatti, opportune analisi spaziali e cartografiche che riescano a individuare in maniera più accurata i trend intorno ai quali si muovono le nuove espansioni urbane. Tuttavia le indicazioni che si possono trarre da quest’analisi sulle dinamiche sono sicuramente interessanti.

clc clc 1990 clc 2006 saldo livello III ha % ha % ha % Zone residenziali a tessuto discontinuo 90,72 0,42 136,67 0,63 45,95 50,65 e rado Aree industriali, commerciali e dei 88,37 0,41 88,37 0,41 0,00 0,00 servizi pubblici e privati Aree estrattive 39,34 0,18 39,34 0,18 0,00 0,00 Seminativi in aree non irrigue 13743,3249 63,72 13843,42 64,19 100,09 0,73 Oliveti 70,27 0,33 70,27 0,33 0,00 0,00 Prati stabili 1567,70 7,27 1566,03 7,26 -1,68 -0,11 Sistemi colturali e particellari 615,59 2,85 584,51 2,71 -31,07 -5,05 complessi Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi 884,99 4,10 893,69 4,14 8,70 0,98 naturali importanti Boschi di latifoglie e boschi misti 3358,47 15,57 3462,88 16,06 104,41 3,11 Aree a vegetazione boschiva ed 1071,18 4,97 844,77 3,92 -226,41 -21,14 arbustiva in evoluzione Aree con vegetazione rada 37,92 0,18 37,92 0,18 0,00 0,00 totale 21567,88 100,00 21567,88 100,00

% su descrizione transizione ha % sup. totale Da seminativo a urbano discontinuo 14,87 3,10 0,07 Da seminativo a aree a vegetazione boschiva ed arbustiva in 28,14 5,86 0,13 evoluzione Da prati stabili a seminativo 1,68 0,35 0,01 Da sistemi colturali e particellari complessi a urbano discontinuo 31,07 6,47 0,14 Da boschi a seminativo 141,43 29,44 0,66 Da boschi a aree prevalentemente occupate da colture agrarie con 8,70 1,81 0,04 presenza di spazi naturali importanti Da aree a vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione a 254,54 52,98 1,18 boschi totale 480,44 100,00 2,23

Dal confronto delle classi di uso del suolo descritte dal Corine Land Cover 1990 e 2006 emerge un trend nelle trasformazioni significative di uso del suolo del comune di Asciano che può essere descritte sinteticamente sotto: - le aree a vegetazione arbustiva o in evoluzione si sono trasformate in bosco (254 ha e quasi il 53% delle superfici trasformate); - una parte delle superfici boscate risulterebbe trasformata in seminativo (la spiegazione è da ritrovarsi, tra il CLC 1990 e il CLC 2006, in una differente sensibilità di fotointerpretazione e generalizzazione dell’uso del suolo, si veda figura x); - i sistemi colturali e particellari permanenti, e una piccola parte di seminativi, si sono trasformati in tessuti urbani discontinui (come ad esempio nuove espansioni dei centri urbani esistenti); - le aree industriali e commerciali (complice anche la saturazione degli ambiti) hanno mantenuto la loro dimensione; - le aree estrattive hanno mantenuto la loro dimensione; - le aree con vegetazione rada fanno spesso riferimento a biancane e calanchi.

Figura x – Il limite rosso si riferisce al CLC 1990, quello giallo al CLC 2006. La foto aerea è del 2010 da cui si evince che in effetti le aree boscate sono ancora presenti (anche come vegetazione ripariale) ed è presente anche dell’oliveto.

Aspetti naturali e del paesaggio

Il territorio di Asciano si identifica letteralmente con il paesaggio delle Crete, prodotto nel tempo lungo della storia dalle genti che lo hanno abitato e lo abitano e di cui ancora oggi costituisce il principale riferimento identitario, così come è presente nella coscienza dei suoi abitanti e come appare in tutta evidenza dai questionari distribuiti per il PS, per l’indagine sulla percezione del territorio. Paesaggio dunque “come parte essenziale dell’ambiente di vita delle popolazioni e fondamento della loro identità” (art. 5 della “Convenzione europea del paesaggio”): terra e colori che mutano al variare delle stagioni alternando gamme di oro, verde, grigio, viola e bianco; immagini che appaiono liquide e fluide ("un vastissimo lago di cenere, tanto è spogliata di abitazioni e di piante” come le definì lo scrittore Giovanni Targioni Tozzetti o l’”oceano di terra” di cui parla il poeta Mario Luzi), che lambiscono e si insinuano fin dentro il centro abitato del capoluogo. Il paesaggio delle Crete, prevalentemente collinare, non ha l'aspetto tipico di molte zone appoderate a coltura promiscua della Toscana ma è fortemente caratterizzato dalla quasi totale assenza di colture legnose e da un mosaico di grandi chiazze irregolari e spoglie che si distinguono l'una dall'altra per i differenti colori e sono interrotte talvolta da macchie di bosco che coprono alcune pendici o gli impluvi dei corsi d'acqua. Si possono osservare inoltre alberi isolati e file di cipressi in prossimità degli insediamenti e isole di oliveti o vigneti di solito coltivati in presenza di affioramenti sabbiosi. Tra le colline argillose di forma mammellonare affiorano i vistosi fenomeni erosivi dei calanchi, delle biancane e delle balze. Nel loro aspetto più caratteristico i calanchi si presentano come un sistema di vallecole fortemente incise, separate da creste sottili e articolate in maniera tale da riprodurre un reticolo idrografico in miniatura. Le biancane, invece, sono rilievi cupoliformi alti pochi metri, il cui nome deriva dal fatto che di norma sono prive di vegetazione e presentano un colore chiaro, talvolta bianco in particolari condizioni climatiche. Le balze sono scarpate di erosione che danno luogo a pareti verticali di sabbie costituitesi per crollo di terreni in ragione della erodibilità dei sottostanti terreni argillosi.

Caratteristiche pedomorfologiche del paesaggio (Fonte: Valutazione d’incidenza PS)

Il territorio comunale ricade interamente nella fascia della collina interna toscana a sud est del Comune di Siena. Le caratteristiche pedomorfologiche assolutamente peculiari di questo territorio hanno creato nei secoli il paesaggio che oggi viene definito come il paesaggio delle “Crete Senesi” costituito da tipologie diverse così classificate: - Il territorio aperto dei seminativi; - Il territorio aperto delle praterie dei pascoli e degli arbusteti; - Il territorio delle colture arboree di pregio; - Il territorio dei boschi intervallati ai seminativi.

Il territorio aperto dei seminativi I seminativi rappresentano la categoria di uso del suolo prevalente del comune di Asciano, in particolare le colture erbacee di tipo estensivo sono le più rappresentate vista la tipologia dei terreni. Nei terreni di fondovalle e lungo i maggiori corsi d’acqua prevalgono seminativi di tipo irriguo, destinati a colture arboree a ciclo breve (pioppi), oltre a mais, semi oleosi e cereali alternati regolarmente alle foraggiere. I seminativi collinari caratterizzati dalla presenza di suoli argillosi di origine pliocenica sono per la loro natura pedologica di minore fertilità e destinati alla coltivazione di cereali che si avvicendano alle foraggiere nelle zone dove è maggiormente sviluppata la pastorizia.

Il territorio aperto delle praterie, dei pascoli e degli arbusteti Questa tipologia caratterizza le aree collinari a prevalenza di prato-pascolo con nuclei residui di calanchi e biancane, forme di erosione tipiche dei terreni argillosi pliocenici, di eccezionale valore paesaggistico. Trattasi di aree collinari caratterizzate da vegetazione erbacea ed arbustiva tipica proprio per la peculiarità dei suoli che presentano nei periodi aridi vistose crepacciature, mentre nei periodi piovosi il suolo è asfittico e soggetto ad elevata erosione. In situazioni ambientali estreme con fenomeni di erosione rilevanti è dunque la vegetazione pioniera caratterizzata da Artemisia cretacea che tende a prevalere, mentre ai margini delle colture e negli impluvi prevalgono praterie compatte a dominanza di Agropyron pungens con Dactylis ispanica , Phalaris coerulescens ed Hedysarum coronarium , facilmente individuabile durante il periodo della fioritura per la colorazione rosso amaranto. Al bordo dei laghetti, concentrati soprattutto nella zona nord del territorio comunale, si riscontrano formazioni caratterizzate dalla presenza di Phragmites australis e da altre specie igrofile quali Epilobium lanceolatum , Tussilago fanfara . Anche gli arbusteti presenti ai margini delle colture o nei campi abbandonati rappresentano un tipo di vegetazione che è ormai entrata a far parte dell’immagine del territorio e del paesaggio, troviamo ben rappresentate formazioni a Crataegus monogyna , Euonymus europaeus , Ligustrum vulgare , prunus spinosa , Rosa canina, Rubus ulmifolia, Ulmus minor. Il territorio delle colture arboree di pregio Le colture arboree di pregio sono rappresentate da vite ed olivo, con prevalenza dell’ultima. Dislocate su gran parte del territorio comunale sono costituite per lo più da appezzamenti di piccole dimensioni localizzati sui crinali e nelle zone più alte e meglio esposte.

Il territorio dei boschi intervallati ai seminativi Il territorio delle Crete Senesi è un territorio prevalentemente “aperto”, caratterizzato e conosciuto in funzione della tipicità quasi lunare dettata dalla matrice pliocenica, ma sono elementi di pregio e caratterizzanti il territorio anche le macchie di bosco, generalmente poste negli impluvi, o i boschi di più ampie estensioni come la Lecceta lungo il confine Est. Trattasi di un vero e proprio patrimonio naturale indispensabile ai fini del mantenimento della biodiversità e allo stesso tempo insostituibile presidio naturale per la salvaguardia idrogeologica di un territorio così vulnerabile.

Arbusteti a prevalenza di Prunus spinosa ed Ulmus minor A seconda delle stazioni le due specie sopra menzionate possono o meno essere accompagnate da Spartium junceum, Juniperus communis, Pyrus piraster, mentre nelle stazioni tendenzialmente meno xerofile e più evolute riscontriamo la presenza di Ligustrum vulgare e Cornus sanguinea. La prevalenza di Ulmus minor in talune associazioni è la testimonianza di una più larga diffusione che in passato ha avuto questa specie, ora presente in larga misura con habitus tendenzialmente arbustivo a seguito delle ondate epidemiche di grafiosi dell’olmo.

Boschi di leccio (Quercus ilex) Formazione caratteristica dell’Unità di Paesaggio 7, caratterizzata dalla presenza di sclerofille sempreverdi.

Boschi di latifoglie mesofile a Quercus cerris e Quercus pubescens Trattasi di formazione boscate di estensione limitata generalmente con strato arbustivo molto folto costituito in prevalenza da Crataegus monogyna, Ligustrum vulgare, prunus spinosa, Pyrus pyraster, ulmus minor.

Boschi di specie igrofile Si tratta per lo più di boschi di limitata estensione ubicati nelle vicinanze dei maggiori corsi d’acqua che si presentano costituiti per lo più da associazioni di pioppi e salici, che vanno poi ad essere sostituiti da cerro e roverella man mano che ci si allontana dal corso d’acqua. Da segnalare che in alcune stazioni nella fascia di transizione tra la vegetazione di ripa ed i boschi di latifoglie mesofile le particolari condizioni climatiche rendono possibile individuare zone a particolare vocazione tartufigena.

I paesaggi geologici della Toscana

Per paesaggio “geologico” si intende – schematicamente – un paesaggio dove la componente geologica e geomorfologica è dominante: per esempio le piramidi di terra del Valdarno Superiore, la fascia delle balze-calanchi di Asciano, che sono differenti da quelle di Volterra, etc. è comunque evidente che molti paesaggi sono strutture complesse, ove le componenti vegetazionali ed antropiche hanno un ruolo fondamentale, specie in quei paesaggi ove vi è una fortissima stratificazione storica di trasformazione e di insediamenti monumentali. Il territorio di Asciano ricade, in gran parte, nella tipologia di paesaggio caratterizzata dalla presenza di sedimenti neogenici quaternari (vedi figura seguente). Il paesaggio dei terreni neogenici (Sedimenti deposti posteriormente agli ultimi movimenti traslativi di una orogenesi, in discordanza sul substrato deformato con diffusa presenza di forme di grande valore, molto spesso in aree di grande estensione, dovute ai processi erosivi nei terreni neogenici marini) Con il termine Crete Senesi in senso stretto ci si dovrebbe riferire più precisamente all’area più vicina a Siena ricadente nei comuni di Asciano, Monteroni d’Arbia, Buonconvento e S. Giovanni D’asso (Pedreschi, 1957). Nell’ambito di questo vasto territorio delle Crete Senesi (da Asciano a Castell’Azzara) si trovano alcune aree più ristrette, caratterizzate dalla presenza delle biancane, che sono forme di territorio tipiche, dovute all’erosione, che aumentano la diversità scenica e biologica del territorio. Queste, in molte zone, sono associate a calanchi, in altre anche a delle balze sommitali, come nei pressi di Monte Oliveto Maggiore. Tutte le forme di erosione rappresentano un fattore di diversificazione del paesaggio agrario che caratterizza l’intera area delle Crete senesi, dove vi è una forte prevalenza di campi molto vasti, spesso larghi quanto un intero versante, in cui vengono praticate coltivazioni estensive ed il pascolo. Questo ultimo con un notevole aumento degli ovini negli ultimi anni. I paesaggi geologici delle Crete senesi hanno una notevole importanza non solo per quanto riguarda la fruizione turistica, ma anche per studi scientifici e per la didattica. Proprio in queste zone sono state studiate a fondo le dinamiche che portano alla formazione e allo sviluppo dei calanchi e soprattutto delle biancane.

Il paesaggio nel PIT/PPR

Il territorio delle Crete disegna uno dei paesaggi di maggior pregio dell’intera regione (con fenomeni di straordinario valore scenico e geologico, quali balze, calanchi, biancane). L’importanza strategica che l’erosione ha avuto nel modellare questo paesaggio e nel costituirne l’identità ci pone di fronte ad un “conflitto” tra esigenze diverse. Da un lato, quella di tutelare forme straordinarie ed uniche, dall’altro la necessità di contenere i processi di erosione del suolo, allo scopo di conservare la risorsa e di non sovraccaricare un sistema idrologico con aspetti di criticità. Il territorio delle Crete rappresenta uno dei paesaggi di maggiore pregio dell’intera regione, in special modo dal punto di vista estetico-percettivo. I suoli argillosi che costituiscono il supporto geomorfologico prevalente in quest’area, materiali quasi impermeabili e facilmente erodibili, hanno conformato colline di modesta estensione e rilievo, dalle forme alquanto arrotondate, inserite in una trama data dal reticolo idrografico, molto denso e fortemente gerarchizzato in un modello dendritico. Sfavorevoli alle colture arboree, le argille hanno ospitato storicamente cereali e pascoli che definiscono orizzonti uniformi estremamente ampi ed estesi, solo raramente interrotti da elementi vegetazionali di origine naturale o antropica (formazioni riparie presenti negli impluvi, isole di bosco dette “banditelle” collocate sui terreni a più forte pendenza, filari arborati posti a corredo di alcuni tratti viari, siepi arbustive e arboree a segnare il confine degli appezzamenti, piccole corone di colture legnose poste attorno ai nuclei edilizi rurali). Fenomeni erosivi talvolta di grande effetto scenografico (balze e calanchi) interrompono bruscamente le morfologie addolcite delle Crete, come nel territorio di Asciano e San Giovanni d’Asso, caratterizzato da una maggiore acclività dei versanti.

Carta dei Caratteri del Paesaggio della Toscana Carta dei Caratteri del Paesaggio della Toscana: Asciano

Presenza di siti SIC/SIR/ZPS

All’interno del territorio comunale di Asciano sono presenti due Siti di Importanza Regionale: - “Crete di Camposodo e Crete di Leonina” situato nella zona nord ovest; - “Monte Oliveto Maggiore e Crete di Asciano” situato nella zona sud est. I due SIR presentano caratteristiche ambientali (flora, fauna) piuttosto simili, anche se possono essere individuate alcune differenze dal punto di vista paesaggistico. Il SIR di Crete di Camposodo e Crete di Leonina è stato istituito per proteggere una delle pochissime zone a biancane ben conservate rimaste in questi luoghi. Su questo pendio sono facilmente distinguibili numerosi campi di biancane, che si sviluppano per una lunghezza di circa 1300 metri e presentano le caratteristiche tipiche di queste forme. Il sito è costituito da terreni collinari argillosi destinati a coltivazioni estensive, prevalentemente cerealicole ed una dislocazione lungo una linea di criticità costituita dalla presenza di centri abitati ed attività artigianali ed industriali, viabilità pubblica di grande scorrimento (superstrada Siena- Bettolle). Il SIR di Monte Oliveto Maggiore presenta imponenti forme calanchive alte qualche decina di metri sulle quali sono state effettuate delle opere per rallentarne l’erosione e quindi l’arretramento dei versanti. La sua giacitura collinare è caratterizzata dalla presenza di seminativi estensivi ma anche di colture arboree di pregio (oliveti) e macchie boschive. Presenza di geositi GIR/GIL

Il geosito è un bene naturale non rinnovabile. Con questo termine si indicano i beni geologi- geomorfologici di un territorio intesi quali elementi di pregio scientifico e ambientale del patrimonio paesaggistico. Si tratta in genere di architetture naturali, o singolarità del paesaggio, che testimoniano i processi che hanno formato e modellato un territorio. Forniscono un contributo indispensabile alla comprensione della storia geologica di una regione e rappresentano valenze di eccezionale importanza per gli aspetti paesaggistici e di richiamo culturale e didattico-ricreativo. Dal 1995, col sostegno dell’UNESCO, sono nati numerosi progetti e gruppi di lavoro dedicati allo studio ed alla valorizzazione del patrimonio geologico. In Italia la raccolta delle informazioni è svolta, a livello nazionale dal Dipartimento Difesa della Natura dell’ISPRA e i dati sono inseriti nel database nazionale dei “Geositi”. Quest’attività è svolta in collaborazione con Regioni, Province, Enti di Ricerca e Università. Nel territorio di Siena sono stati individuati e schedati, nell’ambito di una convenzione stipulata con l’Amministrazione provinciale, dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Siena e sono andati ad integrare il quadro conoscitivo del PTCP.

Nel territorio comunale di Asciano sono individuati 2 Geositi di interesse regionale (GIR) e 1 Geosito di interesse locale (GIL): - GIR 1 - Biancane di Leonina; - GIR 2 - Calanchi di Monte Oliveto Maggiore e Chiusure; - GIL 35 - I Travertini di Asciano. Questi tuttavia sono da considerarsi ancora delle proposte in attesa di essere accettate dal Consiglio Regionale su proposta della Giunta. GIL 35 - I Travertini di Asciano GIR 1 - Biancane di Leonina GIR 2 - Calanchi di Monte Oliveto Maggiore e Chiusure Rete Ecologica

L’analisi della rete ecologica fa riferimento al lavoro di revisione del PIT di cui recentemente è stata approvata la proposta di deliberazione al Consiglio Regionale avente a oggetto “Adozione dell’integrazione del PIT con valenza di Piano Paesaggistico” che sostituirà l'implementazione del PIT per la disciplina paesaggistica adottata con la DCR n. 32 del 16 giugno 2009. In particolare si riferisce all’ambito di analisi relativo all’invariante II: I caratteri ecosistemici dei paesaggi. Il comune di Asciano ricade all’interno dell’ambito di paesaggio n.14: Colline di Siena. Elementi forestali isolati, prevalentemente costituiti da cerrete, si localizzano nell’ambito del paesaggio agricolo collinare tra Buonconvento e Asciano. Rilevante risulta il valore degli agroecosistemi presenti nelle zone delle crete senesi, con particolare riferimento alla zona interna o limitrofa al Sito Natura 2000 di “Monte Oliveto Maggiore e Crete di Asciano”, con la presenza di seminativi e pascoli mosaicati con le formazioni forestali e con il caratteristico habitat di interesse regionale delle biancane del senese, quale tipico risultato della particolare natura geomorfologica dei luoghi e di storiche attività pascolive. Nodi agricoli sono presenti anche nelle Crete di Camposodo, anche se caratterizzate dalla prevalenza di colture cerealicole e dalla natura relittuale delle biancane. A tali paesaggi sono associate anche importanti e rare specie di uccelli nidificanti legati agli ambienti aperti e specie vegetali di interesse conservazionistico, quali Artemisia cretacea, specie vegetale endemica delle aree calanchive e delle biancane. I nodi degli agroecosistemi, assieme agli agro ecosistemi frammentati attivi o in abbandono e agli altri elementi non agricoli mosaicati con essi (biancane e piccoli nuclei boscati) costituiscono complessivamente le Aree agricole di alto valore naturale (High Nature Value Farmland HNVF) quale importante target della Strategia regionale per la biodiversità. La matrice agroecosistemica collinare presenta spesso una estesa dominanza dei seminativi con forte riduzione dei pascoli, degli elementi forestali e delle biancane; ove tali elementi ancora permangono, anche se in modo relittuale, anche la matrice agricola assume interessanti valori naturalistici. Il settore centro orientale dell’ambito vede altresì la caratteristica presenza del Fiume Ombrone, e della sua continua vegetazione ripariale, e del torrente Arbia, oltre ai numerosi affluenti quali il torrente Crevole, il Fosso Rigagliano e il Torrente Sorra. Aree umide naturali o artificiali (ad es. ex cave) presenti lungo le sponde dei corsi d’acqua e i piccoli invasi, per usi agricoli o come punti di abbeveraggio, costituiscono elementi di interesse naturalistico soprattutto per la tutela di importanti popolazioni di anfibi e per le rare specie vegetali igrofile. Gli ambienti calanchivi, ma soprattutto le formazioni delle crete e delle biancane rappresentano una presenza caratteristica e ampiamente diffusa nel paesaggio agricolo delle colline plioceniche, soprattutto all’interno delle aree agricole classificate come nodi e in particolare nei Siti Natura 2000 delle Crete di Camposodo e di Leonina e a Monte Oliveto Maggiore e Crete di Asciano. Tali formazioni costituiscono un prezioso habitat di interesse regionale (Biancane del senese) e ospitano interessanti specie vegetali e animali tra cui l’endemismo Artemisia cretacea.

Criticità Nell’ambito del paesaggio agricolo, che così fortemente caratterizza la parte centro-orientale dell’area in oggetto, la principale criticità è legata ai processi di intensificazione delle attività agricole con la riduzione degli elementi vegetali relittuali, quali boschetti, siepi, filari alberati, e l’alterazione delle caratteristiche crete e biancane. La modifica delle pratiche colturali, la riduzione delle attività di pascolo, l’aumento dei seminativi e gli interventi di rimodellamento morfologico e di sistemazione dei versanti hanno infatti fortemente ridotto la superficie interessata da queste peculiari emergenze geomorfologiche e naturalistiche (habitat di interesse regionale), che costituiscono anche un elemento tipico del paesaggio delle crete senesi. Un ulteriore criticità è individuabile nella zone delle Crete di Arbia e in un’area che, seppur interna al Sito Natura 2000, è tuttavia interessata da processi di intensificazione delle attività agricole, con diffusa presenza della monocoltura cerealicola e perdita delle caratteristiche biancane. Rete Ecologica Toscana

Rete Ecologica Toscana: Asciano

Piano di classificazione acustica (PCCA)

I comuni di Asciano, Buonconvento, Monteroni d’Arbia, Rapolano Terme, appartenenti al circondario delle Crete senesi – Val d’Arbia, nella Consulta dei Sindaci del 19/12/2002, hanno deciso di affidare al Comune di Rapolano Terme il compito di capofila per l’attività di coordinamento e gestione operativa tesa a presentare in forma associata la richiesta di contributo relativa al “Bando per l’assegnazione di contributi finanziari da assegnare ai Comuni della Regione Toscana per la realizzazione di classificazioni acustiche del territorio di comuni appartenenti alla Regione Toscana” (vedi relativo bando sul B.U.R.T. n° 20 del 14 maggio 2003, parte III) e di cui la Regione Toscana ha successivamente emesso nel merito circolare interpretativa tesa a chiarire il carattere della forma associativa richiesta dal bando (art. 30 e ss. D.lgs. n° 267/2000). Tale approccio al tema delle zonizzazioni acustiche è stato promosso nell’ottica di implementare la gestione in forma associata di quelle funzioni e di quelle problematiche, la cui trattazione omogenea sui territori dei comuni facenti parte del Circondario, poteva assicurare una maggiore efficacia ed efficienza. Nell’ottica della relativa convenzione tra gli detti Enti, ogni Comune s’impegnava a nominare un referente per gestire i rapporti tecnico-aministrativi con il responsabile della Struttura del Comune capofila e versare al Comune medesimo, in caso di assegnazione del contributo, le somme di cofinanziamento dei costi posti in convenzione tra Regione Toscana ed ARPAT (decreto del dipartimento regionale delle politiche territoriali ed ambientali n° 3126 del 18/06/2002 ). In data 14-04-2005 con Delibera di consiglio Comunale, il Comune di Asciano, preso atto del parere favorevole della sezione di Fisica Laboratorio di Sanità Pubblica dell’Azienda USL 7 di Siena del 12 febbraio 2005 e dell’impegno del dipartimento ARPAT di Siena che, per i mesi successivi in merito: alle eventuali osservazioni pervenute sugli elaborati adottati, alla redazione della bozza di determinazione per l’approvazione di detta classificazione e per la campagna di rilievi acustici per la verifica di ambiti potenzialmente critici che potrebbero richiedere piani di risanamento, adottava il Piano di Classificazione Acustica del Comune di Asciano. Come si evince dalla Relazione illustrativa allegata detto piano, formulato ai sensi del DPCM 01.03.91 (livelli di inquinamento ammessi per l’ambiente esterno, classificazione acustica del territorio), della L. 447/95 e successivi decreti attuativi (fissazione delle competenze, limiti delle sorgenti, strumenti operativi, piani di risanamento), della L.R. 79/88 (criteri in merito alla classificazione acustica) e del DPCM 14-11-97 (valori limiti), suddivide il territorio Comunale in zone omogenee cui sono segnati: - valori limite di emissione (valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della sorgente stessa); - i valori limite di immissione (valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno , misurato in prossimità dei ricettori); - i valori limite differenziali di immissione calcolati nei periodi diurno e notturno (differenza tra il livello equivalente di rumore ambientale ed il rumore residuo); - il limite di qualità con tempi di riferimento notturno e diurno (divisione del territorio in destinazioni d’uso). In particolare: a) Individuazione della Classe I a1) Criteri della DCR 77/2000: Si tratta delle aree nelle quali la quiete sonora rappresenta un elemento di base per la loro fruizione. Il D.P.C.M. 14/11/97, riprendendo la tabella 1 del D.P.C.M. 1° marzo 1991, indica le aree ospedaliere e scolastiche, le aree destinate al riposo ed allo svago, le aree residenziali rurali, le aree di particolare interesse urbanistico ed i parchi pubblici. Vista la grande difficoltà che solitamente si incontra nell'affrontare interventi di bonifica per riportare una zona ai livelli ammessi dalla classe I, tanto più in casi come quello degli ospedali o delle scuole, risultando essi stessi poli attrattivi di traffico e quindi di rumorosità, l'individuazione di zone di classe I va fatta con estrema attenzione a fronte anche di specifici rilievi fonometrici che ne supportino la sostenibilità. La classificazione di scuole e ospedali in classe I verrà adottata in particolare soltanto ove questa sia effettivamente indispensabile al corretto utilizzo di queste strutture. I parchi e i giardini adiacenti a tali strutture, specialmente se integrati con la funzione terapeutica o educativa delle stesse, qualora siano difendibili dall'inquinamento acustico delle aree circostanti, potranno essere oggetto di una classificazione più protettiva rispetto a quella dell'immobile anche valutando la possibile adozione di opportuni piani di risanamento. Quando solo un'ala o alcune facciate dell'immobile richiedano una particolare tutela è legittimo classificare l'area nella classe superiore purché si faccia menzione della necessità di maggiore tutela per le parti o le facciate sensibili. Tra le varie aree da collocare in classe I, si possono inserire anche le aree di particolare interesse storico, artistico ed architettonico nel caso in cui l'Amministrazione comunale ritenga che la quiete rappresenti un requisito assolutamente essenziale per la loro fruizione, con la conseguente limitazione delle attività ivi permesse. Le aree di particolare interesse ambientale, categorie di cui alla L. n. 431/1985, le aree di cui agli elenchi della L. n. 1497/1939, le aree protette di cui all'elenco ufficiale nazionale, art. 5, comma 2, L. n. 394/1991, le aree protette di cui all'elenco ufficiale regionale, art. 4, comma 4, L.R. n. 49/1995, verranno classificate in classe I per le porzioni di cui si intenda salvaguardarne l'uso prettamente naturalistico. Occorre tenere conto che la presenza in tali aree di attività ricreative o sportive o di piccoli servizi (quali bar, posteggi, ecc ... ), non è compatibile con i limiti previsti per la classe I. Per aree residenziali rurali si devono intendere i piccoli centri delle frazioni solo residenziali non appartenenti ad aree in cui vengono utilizzate macchine operatrici. Per aree di particolare interesse urbanistico si devono intendere quelle aree di particolare interesse storico ed architettonico in cui la quiete sia ritenuta dall'Amministrazione Comunale un elemento essenziale per la loro fruizione. Non è da intendersi che tutto il centro storico debba rientrare automaticamente in tale definizione, così come possono invece rientrarvi anche zone collocate al di fuori di questo. a2) PCCA Comune di Asciano Nel Comune di Asciano non sono state individuate aree in classe I, in quanto nessuna zona rispondeva ai requisiti richiesti nelle linee guida. b) Individuazione delle classi V e VI b1) Criteri della DCR 77/2000: Nella classe V (Aree prevalentemente industriali) rientrano le aree interessate da insediamenti industriali con scarsità di abitazioni. Differisce dalla classe successiva, per quanto riguarda i limiti esterni, solo per l'abbassamento del limite notturno, ma la differenza sostanziale è che qui le abitazioni sono protette dal criterio differenziale. L’applicabilità del criterio differenziale a finestre aperte in zona V può comportare inoltre che il limite effettivo sulla facciata delle abitazioni scenda di giorno fino a 60-55 dB (A) e di notte a 50- 45 dB (A), contro 70 dBA di giorno e 60 dB (A) di notte del limite di zona. Nella classe VI (Aree esclusivamente industriali) rientrano le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi. Analogamente alla classificazione in classe I occorre fare molta attenzione alla individuazione delle classi V e VI in particolare, in considerazione del vincolo che tale classificazione costituisce soprattutto nei riguardi delle zone limitrofe. b2) PCCA Comune di Asciano I criteri della Regione Toscana prevedono che in presenza di industrie (zone UIP del RU) la classificazione dell’area sia di tipo V o VI (a meno che sia volontà dell’Amministrazione riconvertire tali aree); al più è possibile prevedere per un’area con insediamenti industriali e/o artigianali (che il RU individua come UIP) una classe IV qualora la tipologia degli stabilimenti sia tale da rispettare i limiti di rumore imposti dalla zona IV; in questo caso è facoltà dell’amministrazione imporre il limite più restrittivo della zona IV al fine di mantenere la situazione ottimale creatasi senza concedere licenze al degrado; inoltre in base ai criteri regionale la classe IV è comunque compatibile con la presenza di attività artigianali e la limitata presenza di “piccole industrie”. Le zone D individuate nel PS del Comune di Asciano sono state classificate in classe V. c) Individuazione delle classi II, III e IV c1) Criteri della DCR 77/2000 L'individuazione delle classi II, III e IV va fatta tenendo conto per ciascuna zona dei fattori quali la densità della popolazione, la presenza di attività commerciali ed uffici, la presenza di attività artigianali o di piccole industrie, il volume ed eventualmente la tipologia del traffico veicolare presente, l'esistenza di servizi e di attrezzature. Questi fattori possono essere parametrizzati facendo riferimento alla sezione di censimento ISTAT, come unità minima territoriale. Per ciascun parametro vanno definite delle fasce di variabilità. Quindi va fatta l'attribuzione di ciascun parametro, per ciascuna unità territoriale elementare, alla fascia di appartenenza. In base alla descrizione delle classi II, III e IV del D.P.C.M. 14 novembre 1997 si ottiene la seguente tabella riassuntiva in funzione dei parametri: traffico, infrastrutture, commercio e servizi, industria e artigianato, densità di popolazione. CLASSE II III IV locale o di Traffico veicolare locale intenso attraversamento elevata presenza Commercio e limitata presenza presenza attività attività commerciali e servizi attività commerciali commerciali e uffici uffici limitata presenza presenza attività assenza attività Industria e attività artigianali artigianali artigianali e artigianato industriali assenza attività limitata presenza industriali piccole industrie assenza strade assenza strade grande presenza strade grande comunicazione, linee grande comunicazione, comunicazione, ferroviarie, aree linee ferroviarie, aree Infrastrutture linee ferroviarie, portuali portuali aree portuali Densità bassa media alta popolazione almeno 3 5 corrispondenze corrispondenze o presenza di strade di tutti i casi non ricadenti o compatibilità solo grande nelle classi II e IV Corrispondenze con media densità comunicazione,linee popolazione ferroviarie, aree portuali

Per ogni zona da classificare può essere utilizzata la tabella attribuendo l'appartenenza per colonna, individuando poi la classe della zona per righe come indicato nell'ultima colonna. Per quanto concerne la definizione delle tre classi di variabilità (bassa, media, alta densità), si indicano delle soglie orientative per il parametro densità di popolazione, che sono le seguenti: - bassa densità di popolazione quando questa è inferiore a 50 abitanti per ettaro; - media densità di popolazione quando questa è compresa tra 50 e 200 abitanti per ettaro; - alta densità di popolazione quando questa è superiore a 200 abitanti per ettaro. Il metodo descritto è sostanzialmente di tipo quantitativo, che tende cioè ad oggettivare la classificazione secondo criteri generali, una volta stabilite le soglie delle classi di variabilità di tutti i parametri. A tale proposito va osservato che la classificazione va comunque sottoposta ad un processo di ottimizzazione secondo quanto indicato successivamente nello specifico paragrafo. Un metodo del genere è particolarmente utile per la discriminazione tra le varie classi nei Comuni il cui centro urbano risulti esteso e dove la compenetrazione tra le varie classi ne renda difficile l'identificazione. Anche tenendo presente il processo di ottimizzazione cui in ogni caso va sottoposta la zonizzazione, ci sono dei casi in cui il metodo descritto può non portare a buoni risultati oppure risulti di difficile applicazione. In tali casi può essere pertanto preferibile un metodo qualitativo. Di seguito si evidenziano alcune situazioni che possono portare a preferire un metodo qualitativo di classificazione: 1. quando occorra assolutamente salvaguardare delle specificità locali; 2. quando occorrano valutazioni distinte per attività e insediamenti che pur appartenendo alle stesse categorie economiche e tipologie produttive evidenzino notevoli specificità ai fini dell'impatto acustico; 3. quando vincoli urbanistici, economici ed ambientali rendano obbligate alcune scelte, fatti salvi, comunque i principi generali di tutela della salute pubblica e dell'ambiente cui la legge regionale si ispira. 4. quando il piano sia significativamente in contrasto con lo stato attuale di destinazione d'uso del territorio; in tali casi è anche possibile procedere ad una classificazione semiquantitativa utilizzando la tabella 1 sulla base dei parametri previsti anziché di quelli censiti. Nei casi sopra indicati si classificheranno le zone particolari individuate per poi procedere coerentemente con le altre zone. In ogni caso devono essere fatti salvi i vincoli imposti dalla pianificazione sovracomunale. Nella relazione di accompagnamento alla classificazione i Comuni devono indicare il metodo seguito per arrivare alla classificazione e giustificare le scelte fatte. c2) b2) PCCA Comune di Asciano: individuazione aree II L’unica area inserita in classe II è quella corrispondente alla sezione censuaria relativa all’abbazia di Monte Oliveto. c3) PCCA Comune di Asciano: individuazione aree III E’ stato inserito in classe III il centro urbano di Asciano, per la presenza del centro storico e di una zona a traffico limitato, seppur con presenza di attività artigianali e dell’ alta densità di popolazione. Sono inserite in classe III buona parte del territorio comunale extraurbano in quanto caratterizzato da attività agricola, presenza di attività commerciali sparse. c4) PCCA Comune di Asciano: individuazione aree IV Rientrano in questa classe le fasce di influenza della Cassia, nonché le fasce di interposizione inserite per passare dalle classi V delle zone produttive alle classi III del territorio limitrofo. E’ stato inserito in classe IV l’area destinata all’attività estrattiva per il possibile traffico veicolare che tale attività potrebbe comportare. È ricompresa in questa classe la zona dello Stadio Comunale e le aree caratterizzate dalla presenza di attrezzature sportive, localizzate presso il Capoluogo ed in prossimità della frazione di Taverne d’Arbia. La fascia di interposizione in classe IV è stata inserita per la zona industriale a sud-est del centro cittadino e per quella a ridosso del confine con il Comune di Siena, che secondo le indicazioni pervenute dall’Ufficio Tecnico comunale rappresenta la futura area d’espansione industriale.

Energia

Energia elettrica

A seguito si riportano i consumi comunali negli divisi per settore merceologico nel comune di Asciano con riferimento ai dati presenti sul PEP 2010-2020 della provincia di Siena. La ripartizione su base comunale mostra come il comune con i massimi consumi di energia elettrica sia Siena, con un consumo pari a circa 270 GWh nel 2007, di cui circa il 61% imputabili al terziario. Seguono Colle di Val d'Elsa con circa 115 GWh, di cui circa il 63% dovuto al settore industria; quindi Poggibonsi con circa 103 GWh, dovuto per circa il 40% al settore terziario e quasi il 30% al settore industria.

2005 2006 2007 2009

Settore Energia Num. Energia Num. Energia Num. Consumi attiva [kWh] clienti attiva [kWh] clienti attiva [kWh] clienti stimati [kWh] Agricoltura 1.297.713 183 1.402.767 185 1.179.883 187 1.177.422 Domestico 7.768.435 3.371 7.762.396 3.477 7.821.801 3.577 7.805.485 Industria 13.215.135 134 14.408.152 131 13.760.601 124 13.731.896 Terziario 6.600.344 453 7.098.060 473 7.234.257 496 7.219.166 Totale 28.881.627 4.141 30.671.375 4.266 29.996.542 4.384 29.933.969 Consumi totali [GWh] di energia elettrica relativi al 2007 nei comuni della Provincia di Siena (Fonte dati: ENEL Distribuzione S.p.A.)

Gas naturale

Per quel che riguarda la Provincia di Siena, il consumo di gas naturale costituisce appena il 4% del consumo totale regionale; si osserva inoltre un andamento decrescente di tale consumo negli anni compresi tra il 2005 e il 2010 (- 2,7%), tuttavia si registra un incremento del consumo tra il 2008 e il 2010 (+ 5,0%). Nella tabella successiva sono riportati i consumi complessivi di gas naturale suddivisi per anno nel comune di Asciano.

2007 2008 2009 2010 Asciano 6.578.958 5.515.508 4.780.845 5.501.185 Smc Consumi di gas naturale (Smc) nei comuni della Provincia di Siena – Anno 2010 (Fonte dati: ESTRA S.p.A.)

Solare

La stima della produzione energetica da solare fotovoltaico può essere condotta a partire da ATLASOLE, l'atlante degli impianti fotovoltaici ammessi all’incentivazione in Italia (in base ai DM 28/07/2005, DM 06/02/06 e DM 19/02/07), cui si può accedere direttamente dal sito ufficiale del GSE. Da tale sistema informativo geografico è possibile la consultazione interattiva degli impianti fotovoltaici in esercizio e degli impianti ammessi all’incentivazione aggregati su base comunale, provinciale e regionale, per classi di potenza (fino a 20 kW, da 20 a 50 kW, da 50 a 1.000 kW). Impianti fotovoltaici in esercizio al 2011, aggregati per comune e suddivisi per numerosità e classi di potenza

Potenza installata [kW] impianti fotovoltaici al 201 per comune Di seguito sono riportati i dati relativi agli impianti fotovoltatici presenti sul territorio comunale di Asciano.

Numero Potenza Numero Potenza Numero Potenza Numero Potenza totale Totale impianti impianti impianti fino impianti da impianti impianti impianti [kW] fino 20 fino 20 da 20 kW a 20 kW a 50 oltre 50 oltre 50 kW kW 50 kW kW kW kW

31 502 29 210 0 0 2 292

È importante, infine, evidenziare i risultati dei due bandi di finanziamento dedicati ad impianti di potenza inferiore ai 20 kW ed attivati dall'Amministrazione Provinciale di Siena nel 2008 e nel 2010. Nella tabella successiva sono riportati i dati relativi ai due bandi di finanziamento riferiti agli interventi nel comune di Asciano. Sul totale di 424 impianti finanziati per complessivi 2.531 kW di potenza, nel 2008 sono stati finanziati 247 impianti per complessivi 1.473 kW di potenza e nel 2010 177 impianti per 1.058 kW di potenza.

Potenza Volume investimenti [€] Numero impianti Taglia media [kWp] finanziati [kWp] Asciano 82,89 410.059,20 13 6,38

Biomasse

In questo paragrafo vengono riportati i dati relativi alle disponibilità di biomasse per la produzione energetica individuate per il territorio di Asciano nell’ambito degli elaborati presenti nella pubblicazione del 2009 di ARSIA: “Stima della potenzialità produttiva delle agrienergie in Toscana”.

Superfici e consistenza dei prodotti legnosi del bosco Superficie Superficie Indice Superficie Legna da Residui Legname da comunale boscata [ha] boscosità macchiatico ardere U 30% s.s. opera U 30% [ha] [%] positivo [ha] [t/anno] [t/anno] [t/anno]

21,577,74 4,014,76 18,61 781,13 1,616,99 339,04 87,27

Biomasse disponibili e contenuto energetico: biomasse di origine forestale Legna da ardere U 30% Legna da ardere Residui U 30% Residui U 30% [t/anno] [GJ/anno] [t/anno] [GJ/anno] 1,616,99 19,76 509,07 6,221

Biomassa legnosa di recupero alvei, verde urbano e residui industria del legno Alvei fluviali [t di ss/anno] Verde urbano [t di ss/anno] Residui industriali [t di ss/anno]

86,46 2,09 100,69

Biomasse di origine agricola Biomasse Biomasse erbacee Residui vite [t Residui vite Residui Residui erbacee [t [GJ/anno] ss/anno] [GJ/anno] olivo [t olivo ss/anno] ss/anno] [GJ/anno]

9305,69 155870,4 108,32 1949,76 725,24 13199,37 Disponibilità di legna da ardere per comune [t/anno]

Disponibilità di residui forestali per comune [t/anno] Energia potenzialmente producibile da legna da ardere per comune [GJ/anno]

Energia potenzialmente producibile da residui forestali per comune [GJ/anno] Energia potenzialmente producibile dai residui agricoli per tipologia di coltura [GJ/anno]

Stima dei fabbisogni energetici delle abitazioni

Il lavoro di stima dei fabbisogni energetici delle abitazioni fa parte delle valutazioni presenti nel PEP 2010-2020 della provincia di Siena. Di seguito si riporta sinteticamente il modello elaborato per la valutazione dei fabbisogni. A partire dai dati del Censimento è stata calcolata la superficie totale delle abitazioni per Comune e per classe di età. Da questa si è ottenuto il volume utilizzando come altezze medie delle abitazioni quelle indicate in un recente lavoro. I valori delle altezze medie per classe di età di costruzione di questo recente lavoro (comparabili con quelle individuate sul campione statistico di edifici estratto sull’area urbana di Firenze citato) sono: - Prima del 1945 m 3,50; - Dal 1946 al 1961 m 3,30; - Dal 1962 al 1981 m 3,00; - Dopo il 1982 m 2,70. Sono stati valutati anche i consumi energetici per la produzione acqua calda sanitaria e per la cucina. A questo scopo, utilizzando i dati dei consumi di gas forniti dalla Snam per la Regione e quelli ISTAT, sono stati calcolati i due parametri seguenti: - consumi per utente [Stm 3/Utenza]; - consumi per persona [Stm 3/Persona]. Poiché si può generalmente ammettere un Potere Calorifico Inferiore (PCI) del metano pari a 34 MJ/Stm 3, il primo parametro è risultato pari a 6.129 [MJ/Utenza anno] ed il secondo pari a 293 [MJ/Persona anno]. I dati ISTAT, forniscono il numero totale degli occupanti per ogni abitazione, aggregati quindi per alloggio, per destinazione d’uso e per classe di età per ogni sezione censuaria e per ogni Comune, è stato possibile stimare direttamente i consumi di gas per acqua calda e per la cucina. Si ribadisce che data la scarsa qualità dei dati disponibili (dal Censimento ISTAT sono stati estratti solo quattro tipologie di dati per ogni comune), per il calcolo dei fabbisogni energetici è stato adottato un metodo semplificato che restituisce delle stime di massima molto indicative. Fabbisogno energetico stimato per riscaldamento, acqua calda sanitaria e uso cucina degli alloggi suddivisi per epoca di costruzione nel comune di Asciano [GJ] Età di costruzione degli alloggi Prima del 1946 ÷ 1961 1962 ÷ 1981 Dopo il 1982 TOTALE 1945 167,325 36,294 69,124 29,053 301,797

Stima dei fabbisogni energetici delle strutture ricettive

Anche il lavoro di stima dei fabbisogni energetici delle strutture ricettive fa parte delle valutazioni presenti nel PEP 2010-2020 della provincia di Siena. Di seguito si riporta sinteticamente il modello elaborato per la valutazione dei fabbisogni. Il calcolo del fabbisogno di elettricità è stato eseguito utilizzando i dati ed il metodo messo a punto dall’ENEA per questo settore, valutando il consumo annuo medio per stanza e per categoria, impiegandolo quindi per il calcolo dei consumi medi degli esercizi a livello comunale. Il fabbisogno termico è stato valutato invece sulla base del volume stimato a partire dal numero de bagni e dei posti letto. Il dato riguardante gli esercizi alberghieri non è esaustivo di tutto il settore turistico, perché non sono compresi gli esercizi extra-alberghieri che tuttavia sono in gran parte contenuti nel settore abitazioni.

Fabbisogno energetico stimato per elettricità e riscaldamento, strutture ricettive comune di Asciano [GJ] Fabbisogno Fabbisogno per per elettricità riscaldamento strutture posti letto 816 1.551 7 365

Rifiuti

L’analisi della produzione rifiuti è stata effettuata tenendo in considerazione gli ambiti riguardanti: - il gestore del servizio; - produzione di rifiuti e raccolta differenziata a livello comunale; - impianti di gestione rifiuti sul territorio comunale.

Il gestore del servizio

Dal dicembre 2001 Siena Ambiente s.p.a. è Gestore Unico della raccolta e trattamento dei rifiuti della Provincia di Siena. Le linee guida per la gestione sono quelle del Piano Provinciale dei Rifiuti, in attesa dell’attuazione del Piano Interprovinciale di Gestione dei Rifiuti dell’ATO Toscana Sud in fase di elaborazione. A carico dell’azienda è la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti, dalla raccolta, al trasporto, dalla selezione al trattamento, dal recupero allo smaltimento finale. I servizi gestiti da Sienambiente interessano tutti i comuni della provincia di Siena ed alcuni nelle province di Terni e Grosseto, per un totale di 40.

Produzione di rifiuti e raccolta differenziata a livello comunale

Il servizio di raccolta è organizzato all’interno dei diversi centri abitati attraverso la distribuzione di cassonetti raggruppati in Isole Ecologiche ovvero batterie in cui si trovano allineati uno o più contenitori per: - rifiuto indifferenziato; - multimateriale (vetro, plastica); - organico; - carta, cartone. Più precisamente tra capoluogo e frazioni risultano le seguenti Isole Ecologiche:

Asciano 30 Arbia 16 Chiusure 3 Castelnuovo Berardenga scalo 1 Torre a Castello

Nel capoluogo e nella frazione di Arbia, le rispettive sedi dei magazzini comunali funzionano anche da ambiti di stoccaggio per materiali ingombranti e/o pericolosi (Rifiuteria) funzionando da supporto strategico alla raccolta mediante un orario settimanale di apertura al pubblico. Per tali raccolte in tali spazi sono allestiti containers e griglie di raccolta. Nel comune di Asciano sono attivi 2 Centri di Raccolta, mentre mancano del tutto Stazioni Ecologiche. Dal Giugno 2005 è attiva la raccolta “porta a porta” (organico, carta e cartone, multimateriale) per il centro storico di Asciano, dove sono coinvolte circa 60 attività commerciali e 800 utenze domestiche.

Produzione rifiuti 2000-2009 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 indifferenziata t/anno 2.348 2.111 2.087 2.192 2.258 2.371 2.529 2.428 2.214 2.169 differenziata t/anno 243 787 842 1.116 1.302 1.088 1.300 1.668 1.704 1.550 totale 2.591 2.898 2.929 3.309 3.560 3.459 3.829 4.096 3.917 3.719 t/anno Kg./anno/abitante 471,1 447,1 446,9 491,1 520,1 498,8 543,4 570,2 542,30 513,1

Produzione rifiuti 2003-2009 per tipologia Efficienza della Raccolta Differenziata dei Rifiuti Urbani nel comune di Asciano (%) 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 10,3 14,57 9,79 28,3 29,93 32,73 38,91 33,46 36,12 44,75 47,47 47,1 42,82 47,96

La tabella seguente riporta le quantità di rifiuti derivanti da raccolta differenziata nell’anno 2013 (fino al mese di Ottobre, dato più aggiornato) a Asciano. I dati, riportati in tonnellate, si riferiscono esclusivamente ai servizi effettuati da Sienambiente e non contemplano i quantitativi di raccolta fifferenziata effettuata dai Comuni in regime di economia e/o da soggetti terzi convenzionati con il gestore pubblico.

Impianti di gestione rifiuti sul territorio comunale

Nel comune di Asciano è presente la discarica di Torre a Castello con volumetria programmata di 359.000 m 3 da utilizzare esclusivamente e limitatamente al fabbisogno delle fasi transitorie, nonché per le esigenze di bonifica di siti inquinati del territorio provinciale.

Il Piano provinciale approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 20 del 01.03.1999 prevede, al punto 9 – Fasi Transitorie, che “…. la Provincia potrà altresì autorizzare, per sopperire a concrete ed improrogabili esigenze di smaltimento del territorio dell’ATO, durante la fase transitoria e comunque prima dell’entrata in funzione degli impianti di Piano, anche ampliamenti delle volumetrie previste compatibilmente con le caratteristiche dei siti e dietro presentazione ed approvazione della necessaria progettazione ….” e stabilisce, inoltre, che la Provincia, ai sensi dell’art. 8 bis dell’Accordo di Programma sottoscritto in data 3.3.1998, “… in relazione ai volumi delle discariche previsti nelle fasi transitorie, può autorizzare lo spostamento dei flussi di rifiuti prodotti in Provincia di Siena, anche in deroga alle convenzioni vigenti …”. Tali previsioni non sono state né abrogate né modificate dal Piano Straordinario approvato con D.G.R.T. n. 495 del 23/06/2008. A seguito di tale previsione sono state approvate n. 4 fasi transitorie con adeguamenti alla definizione dei flussi e, in particolare, adattamenti delle volumetrie di discarica autorizzabili al fine di garantire l’autosufficienza del sistema provinciale di smaltimento. I dati sintetici della n. 4 fasi transitorie riferibili agli impianti di Piano sono di seguito riportati: - D.G.P. n. 10 del 23.01.2001 – 1’ fase transitoria: Torre a Castello + 30.000 m 3 - Chianciano - Cavernano + 11.000 m 3 (impianto chiuso nel 2003) - Castelnuovo B.ga – Cornia + 48.000 m3 (impianto chiuso nel 2003) - Monteroni – Poggio Bianco + 60.000 m 3 (impianto chiuso nel 2003); - D.G.P. n. 360 del 23.12.2003 – 2’ fase transitoria: Torre a Castello + 90.000 m 3 - Abbadia San Salvatore + 90.000 m 3; - D.G.P. n. 8 del 23.01.2007 3’ fase transitoria: Sinalunga + 50.000 m 3 (impianto chiuso nel 2011) - Torre a Castello + 150.000 m 3; - D.G.P. n. 125 del 11.06.2013 : 4’ fase transitoria: Torre a Castello + 90.000 m 3.

La discarica di Torre a Castello

Presso la discarica di Torre a Castello si trova anche l’impianto recupero energetico di biogas di Sienambiente.

Di seguito si riportano i dati relativi all’energia prodotta dall’impianto dal 2006 al 2012.

Energia Energia Energia Energia Energia Energia Energia prodotta prodotta prodotta prodotta prodotta prodotta prodotta 2006 (kWh) 2007 (kWh) 2008 (kWh) 2009 (kWh) 2010 (kWh) 2011 (kWh) 2012 (kWh) 4.109.547 3.491.212 3.657.297 4.665.755 5.620.363 5.561.540 4.528.262

Nel comune di Asciano vi è poi l’mpianto di selezione, valorizzazione e compostaggio de Le Cortine. Le principali funzioni dell’impianto sono le seguenti: - produzione di compost di qualità dai residui organici raccolti in maniera differenziata per l’impiego in agricoltura; - selezione dei rifiuti indifferenziati ad elevato potere calorifico per inviarli al termovalorizzatore di Poggibonsi per la produzione di energia; - pulizia e valorizzazione delle altre materie provenienti da raccolta differenziata per un loro migliore riciclo.

L’impianto de Le Cortine

Salute

Gli aspetti relativi alla salute sono considerati in relazione alla presenza di elementi o impianti che sviluppano un campo magnetico (elettrodotti, antenne per la telefonia mobile e stazioni radio base) e a gas che risultano nocivi per la salute, tipo il radon; essendo già state trattate nei precedenti capitoli le emissioni in atmosfera e quelle acustiche.

Elettrodotti

Il trasporto e la distribuzione dell’energia elettrica avvengono tramite elettrodotti, cioè conduttori aerei sostenuti da opportuni dispositivi (tralicci), in cui fluisce corrente elettrica alternata alla frequenza (bassa) di 50 Hz; dagli elettrodotti si genera quindi un campo elettromagnetico. L’intensità del campo elettromagnetico aumenta con l’aumento della tensione della linea. La tensione (differenza di potenziale) si misura in volt (V). Le linee elettriche sono classificabili in funzione della tensione di esercizio come: - linee ad altissima tensione (380 kV), dedicate al trasporto dell’energia elettrica su grandi distanze; - linee ad alta tensione (220 kV e 132 kV), per la distribuzione dell’energia elettrica; le grandi utenze (industrie con elevati consumi) possono avere direttamente la fornitura alla tensione di 132 KV; - linee a media tensione (generalmente 15 kV), per la fornitura ad industrie, centri commerciali, grandi condomini, ecc. Le linee di trasmissione ad altissima e alta tensione (380 kV, 220 kV e 132 kV) sono generalmente costituite da linee aeree, con due o più conduttori mantenuti ad una certa distanza da tralicci metallici e sospesi a questi ultimi mediante isolatori. L’elettricità ad alta tensione viene trasportata da una o più terne di conduttori (terna singola, doppia terna, doppia terna ottimizzata) fino alle cabine primarie di trasformazione, poste in prossimità dei centri urbani, nei quali il livello della tensione viene abbassato tra i 5 e i 20 kV (media tensione). Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti”. A titolo di misura di cautela per la protezione da possibili effetti a lungo termine, eventualmente connessi con l'esposizione ai campi magnetici generati alla frequenza di rete (50 Hz), nelle aree gioco per l'infanzia, in ambienti abitativi, in ambienti scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, si assume per l'induzione magnetica il valore di attenzione di 10 microTesla, da intendersi come mediana dei valori nell'arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio. Pertanto nella progettazione di nuovi elettrodotti in corrispondenza di aree gioco per l'infanzia, di ambienti abitativi, di ambienti scolastici e di luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore (così come da Legge nazionale 36/2001) e nella progettazione dei nuovi insediamenti e delle nuove aree di cui sopra in prossimità di linee ed installazioni elettriche già presenti nel territorio, ai fini della progressiva minimizzazione dell'esposizione ai campi elettrici e magnetici generati dagli elettrodotti operanti alla frequenza di 50 Hz, è fissato l'obiettivo di qualità di 3 microTesla per il valore dell'induzione magnetica, da intendersi come mediana dei valori nell'arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio. Sul territorio comunale è presente un elettrodotto ad alta tensione da 132 kV in trifase aerea che non interseca direttamente aree urbanizzate Antenne

Sul territorio del comune di Asciano all’Ottobre 2010 (ultimi dati disponibili) sono presenti i seguenti impianti. Si ricorda che il limite per queste tipologie di sorgenti corrisponde a 6 V/m nei luoghi ove sia prevista permanenza prolungata di persone, come scuole, luoghi di lavoro, abitazioni e loro pertinenze; corrisponde a 20 V/m in tutti i luoghi accessibili senza previsione di permanenza prolungata.

gestore indirizzo estgb nordgb quota impianto TELECOM 1.708.63 4.789.40 240 PONTE ITALIA S.P.A 4 1 RADIO WIND LOC. LA CELLA 1.708.09 4.788.95 228 DCS + TELECOMUNICAZI 9 4 GSM ONI S.P.A. VODAFONE LOC. POGGIOLO 1.708.01 4.788.85 0 GSM + OMNITEL NV 2 2 UMTS H3G S.P.A SERBATOIO COMUNALE 1.708.70 4.790.43 269 UMTS DI ASCIANO - LOC. 9 5 NAVOLANO TELECOM VIA TOGLIATTI 1.708.59 4.789.36 240 GSM + ITALIA S.P.A 2 9 UMTS VODAFONE STRADA COMUNALE DI 1.706.11 4.794.10 0 GSM OMNITEL NV MONTE SANTE MARIE 6 9 Posizione e siti di misura impianti Radio TV e telefonia cellulare

Radon

L’Arpat, tra il 2006 e il 2010 su commissione della Regione Toscana ha svolto un indagine sulla diffusione della presenza di Radon sul territorio regionale, effettuando diverse misure a livello comunale. Infatti il D.lgs 230/1995 e s.m.i. richiede che le Regioni individuino le zone ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon (radon-prone areas) e le caratteristiche dei luoghi di lavoro che possono determinare livelli elevati di radon. In Italia la regolamentazione dell’esposizione al radon nei luoghi di lavoro è stata introdotta all’inizio del 2001 con l’entrata in vigore del D.lgs 241/2000, che ha recepito la Diretti-va europea 29/1996/Euratom, modificando e integrando il D.lgs 230/1995. La normativa indica le soglie per i luoghi di lavoro di 500 bq/m 3 e di 400 bq/m 3, il cui superamento comporta l’adozione rispettiva-mente di misure di riduzione dei livelli e di misure di sorveglianza. Per quanto riguarda le abitazioni non esiste invece nessuna indicazione di soglie di riferimento. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, tuttavia, raccomanda di non superare un livello di riferimento compreso fra 100 e al massimo 300 Bq/m 3, raccomandazione confermata successivamente dalla International Commission for Radiological Protection. Sulla base di tali raccomandazioni è stata elaborata una proposta di Direttiva europea sul radon nelle abitazioni e nei luoghi pubblici (distinti questi ultimi dai luoghi di lavoro), che prevede che gli stati membri stabiliscano un livello di riferimento diverso per abitazioni esistenti (non superiore a 300 Bq/m 3) e future (non superiore a 200 Bq/m 3), nell’ottica di ridurre in generale anche con le nuove costruzioni e le ristrutturazioni l’esposizione al radon. Arpat sulla base di dati relativi a precedenti studi e della conoscenza delle caratteristiche geologiche dei terreni ha individuato le aree del territorio regionale con livelli attesi elevati su cui concentrare le indagini. Il territorio del comune Asciano, non rientrando tra quelli più esposti, è stato interessato da un numero limitato di misurazioni, che hanno infatti evidenziato livelli della presenza di radon molto bassi sia nelle abitazioni che sui luoghi di lavoro.

Abitazioni - Parametri statistici della distribuzione della concentrazione di radon per Comune N abitazioni MA Bq/m3 MG Bq/m3 % > 100 Bq/m3 % > 200 Bq/m3 % > 300 Bq/m3 8 30 26 1% 0% 0%

Luoghi di Lavoro - Parametri statistici della distribuzione della concentrazione di radon per Comune N abitazioni MA Bq/m3 MG Bq/m3 % > 400 Bq/m3 % > 500 Bq/m3 1 60 60 0% 0%

Distribuzione geografica dei siti di misura 7 VALUTAZIONE DELLA COERENZA INTERNA

Coerenza interna verticale Per coerenza interna di tipo verticale si intende la compatibilità tra lo scenario di riferimento del piano strutturale, gli obiettivi generali e gli obiettivi specifici che sono stati definiti per orientare la progettazione del RU. A tale fine si assumono come riferimento i seguenti criteri di giudizio:

Obiettivo coerente rispetto allo scenario di riferimento/obiettivo di carattere generale Obiettivo sinergico rispetto allo scenario di riferimento/obiettivo di carattere generale Obiettivo incoerente rispetto allo scenario di riferimento/obiettivo di carattere generale Obiettivo non attinente

Obiettivi specifici e azioni del RU

Già in fase di valutazione iniziale, si erano proposti alcuni obiettivi specifici che oltre a risultare indispensabili per valutare la sostenibilità della proposta di piano, servono a tradurre gli obiettivi generali nei diversi temi che saranno oggetto del Regolamento urbanistico. La disciplina del RU è strutturata secondo una gerarchia normativa che vede prevalere, nell’ordine, le disposizioni relative a:

- Attuazione NelTitolo II – Attuazione, della Parte I del RU, sono definiti i tipi d’intervento, che costituiscono il principale riferimento delle discipline del piano (Capo I) e sono individuate le modalità con cui si attua il RU (Capo II). Nel Capo III – IV e V sono dettate disposizioni per il dimensionamento, per gli standard, per la zonizzazione di cui al D.M. 1444 e per la delimitazione dei centri abitati. Vengono definite le funzioni e le dotazioni urbanistiche e disciplinate le attrezzature di servizio pubbliche.

- Limiti d’uso delle risorse NellaParte seconda – Limiti d’uso delle risorse, sono dettate disposizioni sugli elementi che garantiscono il mantenimento dell’integrità fisica del territorio di Asciano: le invarianti strutturali individuate dal PS, le risorse e i beni sottoposti a tutela e i limiti da porsi per i vincoli e le fasce di rispetto. Sono qui dettate le condizioni per la fattibilità geologica, sismica e idraulica delle azioni di Piano. Nel Titolo V - Sostenibilità degli interventi, vengono infine dettate le ulteriori condizioni alle trasformazioni del territorio, per la mitigazione degli effetti da queste derivati e per un oculato uso delle risorse esauribili e più in generale nel rispetto del sistema ambientale.

- Il territorio rurale Nella Parte terza, Titolo VI – Il territorio rurale, sono dettate le disposizioni generali di tutela del paesaggio e delle emergenze storico-paesaggistiche (Capo I) e disciplinate le attività consentite e gli interventi ammessi sugli edifici e sugli spazi aperti, anche sulla base della classificazione del patrimonio edilizio di valore esistente in aree agricole (Capo II). Nel Capo III vengono disciplinate le attività agricole per quel che riguarda i programmi aziendali, i nuovi edifici rurali e i manufatti che non necessitano di piano aziendale e vengono dettati i criteri per il miglior inserimento nel paesaggio.

- Il sistema degli insediamenti Nella Titolo VII – Il sistema degli insediamenti, sono dettate le discipline generali per i sistemi e sub sistemi individuati dal PS, a cui si aggiungono le disposizioni per il raggiungimento di una più elevata qualità urbanistica ed ambientale (Titolo VIII).

- Le trasformazioni degli assetti insediativi Negli allegati alle NTA le schede dei Piani Attuativi e degli Interventi Convenzionati disciplinano la parte del piano destinata ad avere durata quinquennale. Le disposizioni relative alla integrità fisica, alla sostenibilità e ai caratteri qualitativi del territorio valgono su tutto il territorio comunale, a prescindere dall’ambito di appartenenza. Infatti, le trasformazioni territoriali rimangono comunque subordinate alle limitazioni e/o alle specifiche condizioni derivanti dalle disposizioni che riguardano l’integrità fisica del territorio, ovvero la salvaguardia dei suoi caratteri qualitativi e per la sostenibilità degli interventi.

Nel territorio rurale il RU persegue, prioritariamente, la tutela del patrimonio territoriale e, in particolare, delle risorse naturali e di quelle storico-culturali. Compatibilmente con le esigenze di tutela e per il raggiungimento degli obiettivi di qualità paesaggistica, il RU sostiene il recupero e la valorizzazione delle aree agricole e dei nuclei minori, promuovendo la creazione di sinergie tra operatori qualificati, capaci cioè di integrare e differenziare l’offerta territoriale (escursionismo, cultura, ricreazione, agricoltura, ristorazione, ricettività, ecc.).

All’interno degli ambiti urbani, di contro, il RU definisce interventi capaci, da una parte, di assicurare compiutezza e funzionalità ai settori urbani ubicati ai margini dei centri abitati e, dall’altra, di dare risposte efficaci e coordinate a priorità programmatiche dell’Amministrazione Comunale, come vedremo più avanti. L’obiettivo è insieme quello di risolvere le criticità rilevate in relazione all’accessibilità, al traffico e alle dotazioni urbanistiche e di elevare la qualità degli insediamenti e delle dotazioni territoriali. Il RU prevede un esiguo numero di nuove costruzioni private, commisurate al quinquennio di validità del RU.

Nella tabella sintetica che segue è evidenziata la relazione tra gli assi portanti assunti come obiettivi e le azioni previste dal regolamento urbanistico; si procede così alla verifica di coerenza interna tra gli assi strategici di riferimento del piano strutturale e le azioni di carattere generale del RU, tenendo conto delle discipline in esso contenute.

Assi strategici del PS Qualità Identità Coesione Attrattività Turismo Sostegno attività ambientale territoriale sostenibile produttive

Azioni del RU Tutela dell’integrità fisica del territorio

Tutela e valorizzazione paesaggistica del territorio e dei centri antichi

Qualificazione ecologica, morfologica e funzionale dei centri abitati

Sostegno alle attività economiche, ampliando la gamma delle opportunità

Il risultato della valutazione può considerarsi positivo in quanto, gli assi strategici individuati dal PS trovano piena corrispondenza nelle azioni espresse dal RU. Alcuni obiettivi sono del tutto coerenti e conseguenti tra di loro, mentre negli altri casi possono essere considerati sinergici, ovvero concorrenti al raggiungimento degli stessi obiettivi.

Nella tabella sottostante si procede alla verifica di coerenza interna tra le azioni di carattere generale del RU e gli obiettivi specifici, tenendo conto delle definizioni richiamate in quella precedente; è altresì valutata la probabilità di attuazione delle azioni e l’efficacia delle azioni ai fini del perseguimento degli obiettivi. In particolare il giudizio positivo attribuito di frequente alla “probabilità”, scaturisce dal fatto che molti interventi previsti presuppongono iniziative e risorse finanziarie di operatori privati, difficilmente controllabili. E’ dunque realistico ritenere che nei cinque anni di validità del RU gli interventi previsti possano essere attuati.

Obiettivi Obiettivi specifici AZIONI probabilit efficaci generali à a TUTELA E VALORIZZAZIONE PAESAGGISTICA DEL TERRITORIO E DEI CENTRI ANTICHI TUTELA DELL’INTEGRITÀ FISICA DEL TERRITORIO idrogeologico idrogeologico risanamento il dei suoli, manutenzione rurale, la territorio del il presidio Garantire territoriale dell’identità strutturanti parti come configurano siculturali, – storico e naturali componenti di combinazione particolare la che, territoriali per ambiti tutela di la Garantire locale paesaggio e del territorio del identitari caratteri dei permanenza la assicurano che culturali storico risorse tutela delle la Garantire riproducibilità loro naturali della e risorse tutela delle la Garantire territorio del trasformazione qualsiasi per comebase dell’integrità tutela la Garantire sistemazioni idraulico –agrarie e forestali tradizi forestali e –agrarie idraulico sistemazioni altre e terrazzamenti dei delle manutenzione tuteladi e discipline volte alla alla Definizione relative disuolo sistemazioni relative gelsi filari vite di arborati, maritata, seminativi promiscue, da colture caratterizzato mezzadrile, agrario paesaggio del residuali e porzioni segni ecosistemi degli e protezione volte alla territorio valoridel i con paesaggistici compatibili agricole pratich di didiscipline per l’adozione Definizione architettonicostorico valore patrimonio del manufattidi dei e e edifici degl centriantichi, dei nuclei, dei valorizzazione tutela di e discipline volte alla la Definizione delle acque superficiali raccolta bacini sorgenti, colturale, non lineare vegetazione boschi, naturali: delle risorse valorizzazione e di didisciplinadiuna tutela Definizione strutturale pian dal così strutturali, comedefinite invarianti dell dei prestazionali e livelli durevoli caratteri dei delleregole per il mantenimento Definizione diffuse culturalie delle risorse simboliche valorizzazione di tutela e dispecifica una disciplina Definizione caratterizzano che le elementi altri lepiscine lerecinzioni, o seminterrati, interrati dii pertinenza e loc edilizia agricola, pertinenza le altresì: rurale, ilterritorio RU disciplina del identific territorialecaratteri e i trasformazione tra di gli la coerenza favorire interventi Per BSAaggregati e centri, deglipaesaggisticiintorni paesaggisticie ambiti discipline per la tutela di specifiche definizione die valore patrimonio del edilizio classificazione e risorse – storico culturali delle Individuazione edilizio patrimonio del esistente testimoniali e architettonici storico storico caratteri dei salvaguard didisciplinavolta una alla Definizione ecosistemi degli delleacqu latutela suolo, del la difesa agricole, per le prat dispecifica una disciplina Definizione per ecologica la biodiversità e connessione delledireti ed il potenziamento mantenimento il didiscipline specifiche per Definizione degliacquiferi vulnerabilità e e geologica, alla idraulica sismica materia le con disposizio di compatibilità vigenti verifica una a diinterventitrasformazione territoriale gli dispecifica una subordi disciplina che Definizione ecc.) ditutela corsi d’acqua, dei strade, aree reticolo superfici idrografico acquedottistico, uso rispettodi prelievo pozzi (es. punti di e elementi presenzaderivantidi da vincolio trasformabilità alla e/odellecondizioni limitazioni Definizione Previsione del potenziamento potenziamento del dell'offertaserviz dei Previsione imprenditori agricoli degli diversi agricoleda sogget esercitate di attività Previsione esedilizio patrimonio ricettive nel attività delle inserimento promuovendo il corretto e idroesigenti meno rurale, favorendo territorio quelle nel qualifi agricole delle stabile attività e residenza dila discipline volte a privilegiare Definizione territorio del produttive e cultur agro-alimentari, paesaggistiche, ambientali, alle specificità legate delle economie sviluppo lo favoriscan di specifiche discipline che Definizione aree di di aree , ecc. e ecc. e , e e e gli gli e ativi istente cate, degli degli o o

niin ali ali e e e onali i i , dei dei , ad di

e dei dei iche ale, ale,

ia ia o o na na di ti ali ali i i per il loisir ed il tempo libero Il RU, per garantire un adeguato presidio territoriale, definisce le prestazioni funzionali e disciplina le destinazioni d’uso nel territorio rurale, considerando ammissibili: attività finalizzate alla conservazione della natura e alla fruizione delle risorse naturali e storico culturali; attività agricole e forestali, nonché quelle ad esse connesse; attività integrate e compatibili con il territorio rurale, previo utilizzo del patrimonio edilizio esistente. Definizione di modelli insediativi compatibili con i prevalenti caratteri del territorio, sia urbano, che rurale Definizione di discipline volte al riconoscimento e tutela delle caratteristiche storiche e morfologiche che connotano le aggregazioni di edifici e delle Garantire il relazioni fra edifici e aree scoperte di pertinenza nel raggiungimento degli tessuto urbano e nel territorio rurale, per la qualità obiettivi di qualità degli interventi edilizi e urbanistici di recupero e di paesaggistica trasformazione Definizione di usi compatibili con i caratteri degli edifici e del territorio e delle modalità di trasformazione delle aree pertinenziali degli edifici rurali e delle condizioni per il loro mutamento d’uso Definizione di specifiche discipline volte alla riqualificazione dei paesaggi delle infrastrutture e delle attività produttive Il RU suddivide gli ambiti urbani in sistemi e sub sistemi funzionali. Per ciascuno di essi viene definita una specifica disciplina delle funzioni, volta a superare la monofunzionalità e a incrementarne l’efficienza funzionale, in relazione al ruolo che il sub sistema ricopre all’interno dell’ambito urbano. Garantire la La disciplina delle funzioni vieta comunque il cambio riqualificazione dei tessuti di destinazione d’uso delle aree e degli edifici urbani e il speciali, nonché quello delle aree che ospitano raggiungimento di una strutture ricettive e/o strutture industriali e artigianali elevata qualità Definizione di discipline volte al miglioramento della insediativa, morfologica e

ENTRI ABITATI qualità dei sistemi insediativi e dei tessuti urbani funzionale sotto il profilo morfologico, funzionale e delle dotazioni di servizi Il RU attraverso le aree di nuovo impianto, riconfigura i bordi dei centri abitati e, attraverso la viabilità di gronda e con il verde, definisce un limite fisico riconoscibile degli ambiti urbani Definizione di discipline volte all’incremento delle dotazioni di verde, anche in funzione della mitigazione e della compensazione dei carichi ambientali prodotti dagli insediamenti e dal traffico veicolare Definizione di specifiche discipline di qualificazione delle aree produttive, per la compensazione delle emissioni in atmosfera e ai fini dell’ambientazione paesaggistica All’interno degli ambiti urbani il RU individua un sistema integrato di spazi verdi che, pur adempiendo a funzioni diverse, contribuisce nel suo complesso a garantire la qualità ecologica dei centri abitati. Tali spazi sono distinti e disciplinati in relazione alle diverse prestazione qualitative. Gli spazi pubblici individuati a tale scopo sono distinti in: - verde di connessione - verde pubblico - piazze e aree a parcheggio alberate Garantire la qualità - aree verdi per il gioco e lo sport ecologica degli - attrezzature sportive private di interesse locale insediamenti urbani - verde privato QUALIFICAZIONE QUALIFICAZIONE ECOLOGICA,E FUNZIONALE MORFOLOGICA DEI C Il RU prescrive che gli interventi di trasformazione urbana, da attuarsi tramite PA, siano subordinati alla preventiva verifica delle seguenti condizioni: - la disponibilità di acqua per usi potabili deve essere sufficiente a soddisfare il fabbisogno stimato in coerenza con le disposizioni del Piano Strutturale; - le necessità idriche per l’irrigazione di aree verdi devono essere assolte prioritariamente attraverso il recupero delle acque di pioggia e delle acque reflue; - qualora le capacità di smaltimento degli impianti di depurazione esistenti non siano sufficienti a soddisfare i fabbisogni dei nuovi insediamenti, questi dovranno farsi carico di assicurare autonomamente lo smaltimento dei reflui; - deve essere assicurato lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e la raccolta differenziata; - le necessità energetiche devono essere soddisfatte in parte attraverso il ricorso a fonti energetiche rinnovabili Definizione delle prestazioni che determinano miglioramento delle condizioni di fruibilità degli ambienti urbani, con particolare riferimento allo spazio pubblico Definizione di discipline volte al miglioramento dell'accessibilità e della fruizione pubblica delle aree commerciali e produttive e più in generale degli ambiti urbani Definizione di assetti della viabilità volti alla riqualificazione e riordino del sistema della mobilità, dell’accessibilità e della sosta, attraverso il riconoscimento e la valorizzazione del ruolo urbano delle singole parti del sistema (strade, piazze, spazi di sosta ecc.), in relazione alle principali funzioni pubbliche e collettive Garantire l’accessibilità Il RU prevede favorisce la fruizione del territorio con dell’intero territorio modalità alternative alla macchina e ad Arbia comunale, anche in alternative di tracciato, per la rete portante, che relazione agli itinerari superino le criticità che il traffico determina nel culturali ed ai percorsi di centro abitato. valore paesaggistico Previsione del completamento e implementazione della rete di itinerari pedonali e ciclabili Individuazione e disciplina delle attrezzature private di uso pubblico e di interesse locale e delle attrezzature sportive private di interesse locale, che contribuiscono ad incrementare le dotazioni di servizi comunali. Il RU prevede e favorisce il recupero di costruzioni esistenti ai fini ricettivi e di servizio, individuando, altresì, nuove strutture all’interno delle aree di nuovo impianto Garantire la qualità recuperare le aree dismesse in funzione della abitativa attraverso mitigazione dei fattori di criticità ambientale e per la l’incremento delle riqualificazione del paesaggio, ai fini anche di una dotazioni urbane e adeguata dotazione di spazi e luoghi di servizio per territoriali costituite da le nuove richieste degli abitanti servizi pubblici e privati, Individuazione e disciplina dei servizi pubblici di di interesse locale o interesse locale, che soddisfano glistandard generale urbanistici di cui al D.M. n. 1444/1968, incrementandone le dotazioni oltre i minimi dilegge incremento dell’offerta di servizi di supporto alle imprese e alle attività produttive incremento dell’offerta qualificata di strutture Garantire la competitività ricettive privilegiando la realizzazione di alberghi e e l’attrattività del territorio poli turistici integrati nei nuclei storici minori SOSTEGNO ALLE ATTIVITA’ ECONOMICHE ATTIVITA’ ALLE SOSTEGNO con il potenziamento del Completamento e integrazione funzionale delle aree sistema economico produttive del Capoluogo e di Casetta, rafforzamento delle attività terziarie direzionali e commerciali.

L’efficacia delle azioni ai fini del perseguimento degli obiettivi è stata giudicata “ottima” perché il RU, a seguito della sintesi predisposta con il QC, definisce un complesso di azioni integrate compatibili con le esigenze di tutela, ma capaci al tempo stesso di generare effetti efficaci in funzione degli obiettivi strategici individuati. Le azioni previste nel RU scaturiscono, infatti, direttamente dagli obiettivi, che a loro volta scaturiscono dalla diagnosi che ha fatto seguito agli approfondimenti di QC e risultano compatibili con le esigenze di tutela del territorio. Il RU, pertanto, non prevede azioni che non siano direttamente finalizzate al perseguimento degli obiettivi e ne controlla gli effetti con la prioritaria compatibilità nei confronti della tutela delle risorse territoriali. Tra le diverse alternative che si sono poste, lo scenario prefigurato dal RU può essere definito come quello che prefigura azioni misurate di trasformazione . Gli altri scenari che sono stati considerati per valutare la validità della scelta sono quelli che: I - non prevedono azioni specifiche (inerzia tendenziale); II - prevedono una tutela più spinta del territorio (massima tutela); III - prevedono maggiori trasformazioni del territorio (massimo utilizzo).

I - Lo scenario che prefigura un’inerzia tendenziale manterrebbe, inevitabilmente, la situazione attuale con tutte le criticità evidenziate (mancata valorizzazione delle risorse territoriali, abbandono dei nuclei minori e dei manufatti storici del territorio aperto, scarsa qualità ecologica, formale e funzionale delle aree urbane, difficoltà di accesso e di spostamento, prevalenza della rendita sulla creazione di nuove opportunità e attività economiche compatibili).Tali criticità risultano ormai insostenibili per la qualità e la funzionalità del territorio comunale e sono ben presenti nella consapevolezza della comunità locale.

II - Lo scenario che prefigura la massima tutela appare difficilmente perseguibile allo stato attuale: sia per i costi che la tutela comporta, allorché non voglia significare abbandono e declino; sia per gli ostacoli che la massima tutela opporrebbe alle azioni di presidio, utilizzazione e valorizzazione del territorio rurale (attività agricole di eccellenza, nuove iniziative turistiche e offerta di opportunità economiche) e alle azioni di riorganizzazione, strutturazione e qualificazione degli ambiti urbani (sistema della mobilità e della sosta, dotazioni urbane, spazi pubblici, nuove centralità, ecc.).

III - Lo scenario che prefigura il massimo utilizzo, oltre a determinare un maggiore consumo di suolo, comporterebbe uno sfruttamento inaccettabile delle risorse paesaggistiche e territoriali, con gravi conseguenze per la stessa identità di Asciano e per la possibilità di innescare processi virtuosi di sviluppo endogeno.Quello del massimo utilizzo consentirebbe infatti interventi di trasformazione territoriale al di fuori degli ambiti urbani, in aree paesaggisticamente vulnerabili ed una crescita urbana a prescindere da ogni regola di qualità ecologica, formale e funzionale (con conseguente mancanza di struttura urbana, mancanza di spazi pubblici, peggioramento dei rischi ambientali, ecc.).

L’esigenza di tutelare le risorse essenziali e di innescare, a partire da queste, processi di riorganizzazione e di sviluppo virtuosi, anche a seguito di processi partecipati e alla ricerca della maggiore condivisione possibile, costituisce pertanto una scelta di buon senso del RU, che appare preferibile rispetto all’inerzia tendenziale, alla massima tutela e al massimo utilizzo.

Coerenza interna orizzontale

Per coerenza interna orizzontale si intende la compatibilità e/o la congruità che sussiste tra le azioni e i risultati attesi dall’attuazione dell’atto di governo del territorio. Le azioni del RU vengono valutate in relazione alla loro capacità di perseguire i risultati attesi per ogni campo di applicazione. Si tratta in questo caso di prendere in esame lo scenario atteso dall’applicazione del regolamento urbanistico e valutare se il risultato possa dirsi coerente con gli obiettivi generali, posti alla base delle scelte del piano.

Nella tabella sottostante si procede, sinteticamente, riassumendo le azioni previste dal RU, alla valutazione incrociata delle componenti di RU sopracitate prendendo come riferimento i seguenti criteri di giudizio:

Azione con ottimo grado di coerenza rispetto al risultato atteso dall’attuazione del RU Azione con grado buono di coerenza rispetto al risultato atteso dall’attuazione del RU Azione sinergica rispetto al risultato atteso dall’attuazione del RU Azione incoerente rispetto al risultato atteso dall’attuazione del RU

Obiettivi Azioni Risultati attesi Coerenza Definizione di una specifica disciplina tutela dell’integrità fisica che subordina gli interventi di trasformazione territoriale a una verifica di compatibilità con le vigenti disposizioni in materia geologica sismica e idraulica e alla vulnerabilità degli acquiferi Definizione di una disciplina di tutela e tutela delle risorse naturali e di valorizzazione delle risorse naturali della loro riproducibilità Individuazione delle risorse storico – tutela delle risorse naturali e culturali e definizione di discipline volte storico-culturali che assicurano alla tutela e la valorizzazione dei centri la permanenza dei caratteri antichi, dei nuclei, degli edifici e dei identitari del territorio e del manufatti di valore e del patrimonio paesaggio locale storico architettonico Definizione di una specifica disciplina tutela di ambiti particolari di tutela e di valorizzazione delle risorse culturali e simboliche diffuse, dalle sistemazioni agrarie agli elementi Tuteladell’integrità fisica del territorio testimoniali Definizione di discipline volte a garantire il presidio del territorio privilegiare e sviluppare le attività rurale, la manutenzione dei agricole qualificate e quelle integrative suoli nel territorio rurale Definizione di modelli insediativi garantire la qualità compatibili con i prevalenti caratteri del paesaggistica nelle territorio, sia urbano, che rurale trasformazioni edilizie nel territorio rurale e misurare i rapporti tra edificato prevalente e nuovi interventi in ambito urbano Definizione di discipline volte al riqualificazione complessiva dei miglioramento della qualità dei sistemi tessuti urbani e introduzione di insediativi e dei tessuti urbani sotto il discipline volte alla tutela dei profilo morfologico, funzionale e delle caratteri specifici dell’edificato dotazioni di servizi esistente, al raggiungimento di una migliore efficienza energetica e compatibilità ambientale e un’attenzione alla qualità dei materiali e degli aspetti morfologici degli Tutelavalorizzazione e paesaggistica del territorio e deicentri antichi insediamenti e degli spazi aperti Definizione di discipline volte Riqualificazione ecologica degli all’incremento delle dotazioni di verde, insediamenti urbani e anche in funzione della mitigazione e attenzione al trattamento del della compensazione dei carichi suolo ambientali prodotti dagli insediamenti e dal traffico veicolare Definizione di assetti della viabilità volti razionalizzare e alla riqualificazione e riordino del decongestionare il traffico, Qualificazione ecologica, morfologica e funzionaledei centriabitati sistema della mobilità, dell’accessibilità incentivare l’uso di sistemi di e della sosta trasporto sostenibili Definizione di discipline atte al maggiore qualità dell’abitare raggiungimento di una adeguata dotazione di spazi e luoghi di servizio per le nuove richieste degli abitanti Definizione di discipline per aumentare la competitività e l’incremento dell’offerta di aree e l’attrattività del territorio servizi di supporto alle imprese e alle attività produttive e per l’incremento della ricettività Definizione di discipline volte a Riqualificare le aree dismesse e sostenere le attività terziarie nei centri incrementare la dotazione dei abitati servizi privati, anche a sostegno degli assi di sviluppo individuati dal PS Previsione del potenziamento delle Completare le aree produttive, aree produttive dotandole anche degli adeguati servizi e superandone la monofunzionalità, attraverso l’introduzione di quote di commercio atipico e servizi direzionali privati Definizione di discipline che Favorire l’utilizzo di tecniche favoriscono la flessibilità di uso e sostenibili e la chiusura dei cicli Sostegno alle attività economiche l’innovazione, anche edilizia ambientali

Il risultato della valutazione può considerarsi altamente positivo, poiché ad ogni scenario atteso corrisponde un complesso di azioni finalizzate.

VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI ATTESI

Come abbiamo visto il RU viene redatto in coerenza con il piano strutturale, del quale abbiamo esaminato la piena coerenza con PIT/PPR e PTCP 2010. Dobbiamo poi sottolineare anche che la valutazione integrata del PS, pur essendo stata guidatadal Regolamento attuativo dell’art. 11, il 4/R del 2007 e quindi prima dell’entrata in vigore della LR 10/10, contiene già tutti gli elementi propri della Valutazione Ambientale Strategica. Con la Direttiva 42/2001/CE del Parlamento e del Consiglio Europeo, concernente la valutazione degli effetti di piani e programmi, viene codificata, a livello europeo, la Valutazione ambientale, uno strumento il cui scopo è quello di determinare, durante il processo di formazione di un piano/programma, gli effetti ambientali significativi che gli interventi previsti sono in grado di provocare sul territorio. La stretta relazione tra valutazione ambientale e programmazione determina un ripensamento complessivo dei modelli di pianificazione dell’azione pubblica: l’accento viene posto, a partire da questo momento, sulla coerenza e sulla integrazione esistente tra il complesso delle politiche e degli interventi programmati dagli enti pubblici. La valutazione degli effetti attesi nasce sulla scorta dell’esperienza della valutazione ambientale, proponendosi di superarne il carattere settoriale per abbracciare una impostazione analitica più ampia ed organica.

Nell’impostazione della legge regionale toscana e di conseguenza, in quella del PS, la valutazione assume lo scopo di evitare o comunque di limitare il più possibile il consumo delle risorse non riproducibili e di garantire un bilanciamento degli effetti, orientando le azioni di sviluppo. Congiuntamente a quanto previsto per il raggiungimento degli obiettivi indicati dal piano, la valutazione garantisce il perseguimento degli stessi mantenendo e migliorando i livelli prestazionali delle risorse e definisce i criteri di ammissibilità delle trasformazioni territoriali.

La verifica ambientale delle condizioni e dei vincoli alla trasformabilità era già stata effettuata dalla valutazione svolta per il PS (vedi Rapporto Ambientale allegato al presente documento di VAS), alla quale più propriamente deve essere affidato il controllo e la verifica di livello strategico- territoriale, mentre al RU deve essere affidata la verifica definitiva, propria degli strumenti operativi, degli effetti e l’applicazione delle eventuali misure di mitigazione. Le condizioni della trasformabilità e le specifiche mitigazioni ambientali introdotte dal piano strutturale hanno già potuto esprimere la loro efficacia per quanto introdotto nelle specifiche salvaguardie (com’è noto, la disciplina del PS non incide direttamente sul regime della proprietà dei suoli, tranne che per le salvaguardie, appunto), mentre attraverso la definizione del RU si andrà direttamente a prescrivere opere e azioni direttamente relazionate agli interventi. In particolare poi il RU detta criteri e prescrizioni per l’uso oculato delle risorse, coerentemente agli ultimi disposti in materia, siano essi provenienti dalla Regione, che quelli della Provincia di Siena. In sintesi li riportiamo nella tabella seguente:

risorsa Regolamento Urbanistico

Aria Limitazione alle emissioni inquinanti, misure di compensazione (indice di piantumazione), riduzione dell’uso dei combustibili fossili, contenimento dell’inquinamento luminoso ed elettromagnetico, prescrizioni in materia di acustica, utilizzo di materiali atossici nell’edilizia e promozione delle fonti energetiche rinnovabili risorsa Regolamento Urbanistico

Acqua attenzione ai siti fragili (acquiferi), misure di mitigaz ione del rischio a seguito degli studi idraulici, salvaguardia delle acque sotterranee e tutela dei pozzi, prescrizioni per il minor consumo e reimpiego (risparmio e usi differenziati, reti duali, bacini e serbatoi di accumulo), permeabilità del suolo e ri duzione dell’effetto isola di calore urbano

Suolo e sottosuolo attenzione alla regimazione, alla permeabilità dei suoli ed alle buone pratiche colturali, permeabilità dei suoli, sistemi di abbattimento dell’inquinamento idrico, prescrizioni in merito alla rete fognaria ed alla depurazione, stabilizzazione dei versanti collinari, prescrizioni per scavi, rinterri e volumi interrati, gestione dei rifiuti

Ecosistemi Tutela dei boschi, degli arbusteti e delle riserve di naturalità; potenziamento delle reti ecologiche, indirizzi ai miglioramenti ambientali dei PAPMAA, interventi di manutenzione, rinfoltimento o ripristino di vegetazione (corsi d’acqua), fasce di ambientazione delle infrastrutture, verde di connettività urbana

La valutazione degli effetti attesi si pone come strumento ex ante di supporto alla programmazione nella formulazione di piani e programmi. Si propone di mettere in luce gli effetti di questi, non rispetto alle proprie linee di intervento (efficacia nel raggiungere gli obiettivi di piano/programma; ambito del monitoraggio o della valutazione ex ante settoriale), ma rispetto alle diverse politiche regionali. La valutazione degli effetti costituisce, quindi, il momento di riscontro della potenzialità o eventuale conflittualità degli atti della programmazione rispetto agli obiettivi proposti dall’insieme delle politiche regionali. In sintesi si pone la questione: i diversi piani e programmi fino a che punto rispondono alle finalità in tema di crescita, tutela dell’ambiente, salute, equilibrio territoriale, garanzie sociali o, piuttosto, quali conflitti determinano?  L’obiettivo della valutazione degli effetti attesi è potenziare l’efficacia delle politiche nell’indurre processi di crescita e benessere, evidenziando a monte eventuali trade-off tra sviluppo, tutela delle risorse, salute, integrazione sociale La valutazione degli effetti non entra nel merito delle scelte settoriali. Non esprime, dunque, giudizi sulla validità del piano/programma rispetto a finalità proprie, oggetto della valutazione di coerenza interna allo stesso. La valutazione degli effetti attesi costituisce un supporto conoscitivo per il decisore, rivolto a renderlo consapevole delle interrelazioni multidimensionali con le altre politiche regionali. Svolta in parallelo alla formulazione del piano/programma costituirà, quindi, strumento di supporto decisionale.

Territorio rurale e paesaggio

Tra i fenomeni che erano già stati evidenziati dal PS, peraltro osservati anche nell’ambito del PIT/PPR e del PTCP 2010, si confermano alcuni elementi di criticità che devono essere debitamente valutati e governati. Il Regolamento Urbanistico si propone un nuovo “sistema di regole” che permetta da un lato di recuperare le situazioni di degrado, subordinando gli interventi ammissibili alla rimozione delle cause di quello e dall’altro, riconoscendo come la competitività del sistema economico sia intimamente legata alla qualità complessiva del territorio, favorendo l’integrazione delle attività produttive agricole con le politiche di tutela e valorizzazione del paesaggio, assumendo proprio il miglioramento complessivo dell'ambiente come criterio informatore di tutto il progetto territoriale, da conseguirsi attraverso un insieme di azioni sulle risorse ambientali fondamentali (suolo, acqua, aria) al fine di consentirne il processo naturale di rigenerazione. Confrontiamo per questo, le prescrizioni del PS relative ai sistemi territoriali di paesaggio e le risposte date dal RU

PS Regolamento Urbanistico

definire regole tipo-morfologiche per le Il RU recepisce integralmente i perimetri e le prescrizioni relative nuove edificazioni, per le ai sistemi di paesaggio indicati dal PS ed in particolare trasformazioni e le addizioni agli edifici approfondisce gli aspetti normativi legati agli interventi edilizi nelle esistenti, per gli annessi agricoli, per aree rurali, in particolare al Titolo IV, Capo III, dove si indicano le le sistemazioni del territorio aperto e modalità della realizzazione degli edifici (caratteristiche tipologiche per gli interventi relativi alle attività ed architettoniche) e dei manufatti legati alla conduzione del fondo integrative a quelle agricole in e gli interventi negli spazi aperti, oltre a regolare le attività considerazione degli specifici caratteri integrative a quelle agricole. Al Capo II – Insediamenti nel di ciascun sistema di paesaggio territorio rurale, si forniscono le discipline riguardanti i caratteri degli edifici esistenti e le discipline delle loro aree di pertinenza, anche sulla base della classificazione effettuata.

definire le condizioni per la tutela e Al Capo I del Titolo VI il RU detta specifiche discipline per la tutela valorizzazione del territorio rurale e valorizzazione del territorio rurale, indirizzate alle pratiche agricole, agli interventi sulla viabilità e più in generale agli interventi di trasformazione che possono interessare le emergenze del paesaggio agrario e le aree di pertinenza dei centri, nuclei e BSA

aumentare la funzionalità dei corridoi Le tavole della Disciplina del Territorio: le aree extraurbane, in ecologici e la biodiversità nel territorio scala 1:1000 riportano la rete dei corridoi ecologici rilevata e al Titolo III si prescrivono, come condizioni alle trasformazioni, nella Parte II, gli interventi a difesa e potenziamento delle dotazioni ambientali del territorio e la biodiversità

Più in particolare il RU differenzia le attività e gli interventi ammissibili e recepisce il Regolamento di Attuazione del Titolo IV della LR 1/05, disciplinando i caratteri e la modalità di esecuzione di tutti i manufatti ammissibili in aree extraurbane. Particolare attenzione viene posta alle discipline delle aree di pertinenza degli edifici, intendendo per queste i resede circostanti i fabbricati, con prescrizioni per il suolo, i locali interrati, le recinzioni, ecc.. Vengono stabilite regole più restrittive di quanto previsto dal PRG previgente per i cambi di destinazione d’uso, non ammettendo di fatto attività diverse da quelle agricole e connesse e consentendo le possibili attività integrative a precise condizioni. Al fine di evitare il proliferare di manufatti ulteriori, per gli edifici esistenti viene prescritta la necessità di mantenere adeguati spazi per la cura e la normale conduzione dei resede. Una attenzione particolare viene rivolta alle aree degradate o caratterizzate da situazione di disordine edilizio si definiscono anche percorsi per la fruizione.

Tra gli effetti attesi dal RU ci sono quelli del recupero dei beni del territorio rurale in modi appropriati e compatibili con il loro valore e quello di arrestare la dispersione insediativa.

Il lavoro di classificazione della schedatura e le conseguenti norme riferibili agli edifici contribuiscono a questo scopo a completare il quadro delle nuove discipline, attraverso le quali ci si aspetta di poter svolgere una più precisa e adeguata azione di tutela nei confronti degli straordinari valori espressi dal patrimonio edilizio storico.

Il RU cerca un equilibrio anche tra le esigenze produttive e la tutela del territorio e del paesaggio, attraverso la definizione di regole paesaggistiche e disciplinando gli interventi nel territorio aperto, sugli edifici e sulle pertinenze degli stessi, cerca di ridurre gli effetti negativi dell’utilizzo di caratteri e tecniche improprie in ambiente rurale.

Territorio urbanizzato Il Regolamento Urbanistico, secondo la legge regionale 1/2005, è diviso in due parti. La prima che si occupa della “gestione degli insediamentiesistenti” ed ha valore a tempo indeterminato o comunque legato alla validità del piano stesso; la seconda, relativa alla trasformazione degliassetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio che ha invece valenza quinquennale e che viene riassunta nelle schede di intervento dei PA, degli IC e delle nuove costruzioni. Le previsioni inerenti quest’ultima parte pertantodecadono alla scadenza del quinquennio dall’approvazione del Regolamento stesso (o dalla modifica che li contempla); possono esserereiterate ma a fronte di motivazioni che dovranno essere contenute in una relazione sul monitoraggio degli effetti, previsto dall’art. 13 dellaL.R. 1/05. Questa nuova organizzazione, non solo procedurale del RU, comporta attente riflessioni in merito alle modalità attuative che il regolamento stesso individua. Ciò comporta di affrontare prioritariamente almeno le seguenti questioni principali:

1. la necessità di una ripartizione programmata nel tempo del dimensionamento previsto dal Piano Strutturale, secondo fasi quinquennali;

2. l’opportunità di congegnare meccanismi attuativi che consentano la corretta e trasparente selezione degli interventi da prevedere nei diversi e successivi quinquenni gestionali del RU;

3. l’utilità di individuare in modo puntuale e ponderato le aree con funzioni tali da determinare la possibile richiesta di esproprio da parte del Comune allo scopo di evitare il ricorso alla reiterazione onerosa del vincolo.

Il primo RU ha scelto così, anche per i motivi meglio definiti nella relazione illustrativa, di mediare tra le richieste di continuità e quelle di innovazione, limitando comunque gli interventi di trasformazione e privilegiando il recupero degli edifici produttivi dismessi, in particolare di quelli presenti nell’ambito urbano di Arbia.

La disciplina dell’esistente

Per definire la disciplina del patrimonio edilizio esistente in ambito urbano il RU ha proceduto prima con una “campagna” di analisi dei documenti del Piano Strutturale e poi con la verifica o l’approfondimento in loco attraverso sopralluoghi mirati, effettuati con il supporto di carta derivata dall’analisi a tavolino, per ogni centro abitato. Sono state così messe insieme tutte le indicazioni progettuali del PS, che in particolare definisce le varie parti di città (sistemi e sub sistemi degli insediamenti) e per ciascuna di esse da degli indirizzi specifici, sulla base dei quali, il Regolamento Urbanistico fornisce, sia a livello di destinazioni d’uso che di interventi, le discipline. A questa prima suddivisione si è aggiunta poi quella sui tessuti e sugli usi prevalenti delle diversi parti della città. Dopo questa prima suddivisione si sono poi estrapolati gli insediamenti specialistici, in primo luogo gli standard (scuole, parchi pubblici, chiesa, ecc.), in modo da isolarli dai “tessuti” insediativi definiti. Questo è stato utile per ricostruire una sorta di mappa della “città pubblica” per capire dove e come eventualmente rafforzarla, in relazione anche alle espansioni prevedibili. Sui tessuti insediativi, come peraltro già fatto dal PS, si sono riconosciuti gli ambiti con caratteristiche “ripetitive” per le quali si può pensare ad interventi simili. Un altro aspetto importante che è stato considerato nell’esame dei tessuti insediativi, è quello della densità, cioè se nelle diverse parti di cui è composto l’insediamento di Asciano, esiste lo spazio per eventuali addizioni funzionali o volumetriche, nei casi in cui la tipologia degli edifici lo consenta. Il RU arriva così ad identificare i tipi di intervento ammessi per ciascuna parte di tessuto o edificio esistente all’interno degli ambiti urbani, e definisce un sistema di regole che consenta una riqualificazione urbanistica, ambientale ed energetica degli insediamenti.

La disciplina delle trasformazioni

Il primo regolamento urbanistico, nella definizione delle espansioni urbanistiche e quindi nella definizione dei nuovi assetti territoriali, cerca di identificare alcune strategie di tipo urbanistico per la risoluzione di alcune problematicità rilevate o per meglio raggiungere alcuni degli obiettivi indicati. Le strategie possono essere riassunte in pochi elementi: - sostenere e favorire la coesione sociale e territoriale, privilegiando gli interventi sul patrimonio edilizio esistente, identificando le aree e gli edifici dove la tutela è prioritaria, sulla base di approfondite conoscenze (i centri storici di Asciano e di Chiusure, i nuclei minori, l’edilizia rurale storica, ecc.), e le aree e gli edifici con un grado di trasformabilità più alto, consentendone ampliamenti e ristrutturazioni. - ridurre drasticamente gli interventi cosiddetti “di completamento”, che sono stati una delle falle più evidenti del vecchio strumento urbanistico, che ha consentito la crescita degli insediamenti senza che nel frattempo venissero realizzate le adeguate dotazioni pubbliche; - legare ad ogni interventi di espansione, regolato da piano attuativo o quantomeno da intervento diretto convenzionato, la risoluzione di una criticità o il miglioramento delle dotazioni urbane e territoriali; - dotare il territorio comunale di nuovi servizi, per persone e attività, puntando soprattutto al rafforzamento della base economica, costituita storicamente dal settore produttivo manifatturiero, per il quale prevedere nuovi spazi d’espansione e promuovere la fruizione turistica del territorio, anche per la funzione di presidio ambientale che questa può svolgere. Il primo RU cerca così di governare una fase di effettiva transizione tra il vecchio PRG e le nuove necessità di tutela e riqualificazione. Anche le previsioni relative ai servizi di interesse pubblico (gli standard urbanistici ), inserite nel Regolamento Urbanistico e non ancora di proprietà comunale o non vincolate a convenzioni tra i privati ed il Comune, che ne regolino e ne garantiscano l’uso pubblico, scadono dopo cinque anni dall’approvazione del Regolamento Urbanistico e la loro eventuale conferma, cioè la loro “reiterazione”, può diventare finanziariamente onerosa per il Comune. Considerando questi aspetti, il Regolamento Urbanistico ha ritenuto di inserire, tra le previsioni la cui attuazione prevede il ricorso al meccanismo espropriativo, solo poche aree marginali, per opere che si sono ritenute attuabili sulla base di una analisi delle condizioni di fattibilità economico-finanziaria, o altre che invece sono state ritenute di assoluto interesse strategico per lo sviluppo equilibrato e il superamento di condizioni di criticità negli insediamenti esistenti.

Rafforzamento degli insediamenti urbani

Come a più riprese abbiamo evidenziato, uno degli obiettivi operativi principali è la creazione di un nuovo equilibrio tra gli insediamenti, puntando al rafforzamento dei centri del sistema urbano provinciale, coerentemente al PTCP della Provincia di Siena, interrompendo il dilagare delle attività e degli insediamenti nel territorio aperto. Il RU a questo proposito stabilisce un effettivo limite tra la città e la campagna e al potenziamento dei centri urbani, fa corrispondere esclusivamente interventi di riqualificazione dell’esistente e di fatto vincolando all’inedificabilità per le attività non agricole, il territorio rurale, coerentemente al PIT (il patrimonio collinare). Una particolare attenzione viene rivolta alla tutela paesaggistica degli ambiti più esposti, salvaguardando la percezione visiva delle colline, individuando le addizioni urbane in continuità con le trasformazioni recenti o con le aree di minor pregio o evidenza. Gli interventi del RU privilegiano la ricucitura del margine urbano, portando ad una migliore definizione il limite tra città e campagna, seguendo, per la forma degli insediamenti, il principio della compattezza e della minore occupazione di suolo, compatibilmente alle reti ecologiche ed agli elementi di valore ambientale presenti Gli effetti attesi limitare ancora di più la dispersione insediativa. Il piano è poi accompagnato da provvedimenti e regole per il patrimonio edilizio esistente che, se efficaci, dovrebbero consentire una progressiva densificazione dei centri, aumentandone la qualità e le dotazioni. Ci si attende anche il consolidamento e il potenziamento delle aree produttive esistenti, anche attraverso interventi di compensazione ambientale. Asciano Scalo assume una nuova centralità. Asciano vede anche recuperare importanti parti a ridosso del centro o nel centro storico stesso, con le previsioni dell’ex Stadio Marconi e l’ex teatro. Il ricco lavoro conoscitivo svolto consente l’attivazione di importanti politiche di rivitalizzazione, particolarmente necessarie per il centro storico del capoluogo, con coerenti regole di intervento sul patrimonio immobiliare storico. Chiusure ha prevalentemente bisogno di azioni importanti, calibrando però gli interventi su di un sistema che oggi si presenta piuttosto fragile. Recependo le indicazioni espresse dal Piano Strutturale si punta anche a consolidarne e accrescerne l’attrattività turistica, prevedendo lo sviluppo di nuove attività alberghiere che, visto il contesto, dovrebbero anche favorire la presenza di servizi per la popolazione stabile. Il RU dovrebbe inoltre sollecitare l’insediamento di nuove attività economiche, sia produttive che dei relativi servizi. Altro effetto sensibile dovrebbe essere quello di una progressiva riqualificazione del fronte produttivo sulla strada per Sinalunga, a seguito della possibile ristrutturazione commerciale dei fronti produttivi dell’area artigianale, con il completamento delle dotazioni di corredo pubbliche (marciapiedi, illuminazione, ecc.) e con l’aumento dell’equipaggiamento vegetazionale (e con esso la riduzione dei fattori di inquinamento atmosferico). Altrettanto importante è la possibilità di completare l’insediamento produttivo sorto a casetta, al confine con il comune di Castelnuovo Berardenga, che vicino ha già visto sorgere il nuovo consorzio agrario. Anche in questo caso il completamento è subordinato alla realizzazione di importanti by pass stradali che consentono di non sovrapporre il traffico pesante (già presente per il consorzio agrario) ed il centro abitato.

Effetti socio economici e sulla salute umana

Il RU di Asciano, sulla base di precisi indirizzi provenienti dal PS e dagli stessi amministratori, cerca di individuare un punto di equilibrio tra attività e risorse. Gli aspetti economici considerati ci sono quelli relativi ai settori produttivi che sono tipicamente considerati generatori delle maggiori pressioni ambientali, quali: il settore artigianale, il settore agricolo, il turismo. La peculiare collocazione del comune, gli elementi di sofferenza rilevati nei suddetti settori e la necessità di sviluppare le attività per lo stesso presidio del territorio (vedi il caso dei nuclei minori, di Chiusure e più in generale del contesto delle crete) suggeriscono di intraprendere una prospettiva di trasformazione misurata (come abbiamo già visto). La redazione della strumentazione urbanistica completamente rinnovata e rispondente alle più recenti disposizioni legislative che il Comune di Asciano ha voluto intraprendere, una volta concluso il procedimento di approvazione del RU, permetterà di potere influire positivamente sui fenomeni in atto e per quelli prevedibili, contribuendo al rilancio dell’economia generale. La potenzialità del rilancio economico si fondano su concrete possibilità di intervento nel settore dello sviluppo turistico, nel settore produttivo, artigianale e industriale, nel settore commerciale, nel settore delle attività terziarie, nelle attività del tempo libero, con la dotazione di servizi e attrezzature di uso collettivo conformemente agli obiettivi iniziali delineati e all’approfondimento condotto durante le varie fasi di redazione della nuova strumentazione urbanistica. Importanti potrebbero essere gli effetti sul corpo sociale del comune, con l’introduzione di una più ricca e articolata composizione sociale e, nel complesso, un possibile rafforzamento della coesione sociale. L’attrazione di nuovi investimenti dovrebbe favorire il rilancio dell’occupazione e la qualificazione della stessa. Il miglioramento complessivo del quadro ambientale e alcune misure previste, prefigurano positivi effetti anche sulla salute umana.

Valutazione sintetica degli effetti del RU Nella Tabella che segue il giudizio sintetico sugli effetti derivanti dall’applicazione delle NTA:

Effetti positivi Effetti sinergici positivi Effetti non significativi Effetti secondari negativi Effetti negativi

POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI RU Azioni Ambientali Territoriali Economici Sociali Salute umana Titolo III Discipline per i vincoli, le tutele e fasce di rispetto Titolo IV Discipline sulla fattibilità geologica, sismica e idraulica Titolo V Sostenibilità degli interventi Titolo VI Discipline per il territorio rurale Titolo VII Discipline per il sistema degli insediamenti Titolo VIII Qualità degli insediamenti

Valutazione della pressione sul territorio all’interno delle UTOE

Stima delle risorse potenzialmente utilizzate

Misure di mitigazione proposte

Si raccomanda che, in fase di implementazione e di attuazione degli interventi di trasformazione previsti dal RU di Asciano, ci si allinei alle misure di mitigazione riportate a seguito e suddivise per ambiti ambientali.

QUALITA’ DELL’ARIA Criticità rilevate Misure di mitigazione proposte Carenza di centraline - prevedere all’implementazione del sistema di monitoraggio della qualità pubbliche di dell’aria, in collaborazione con ARPAT, attraverso l’utilizzo di strumentazioni rilevazione della fisse o mobili che permettano il rilevamento di inquinanti. qualità dell’aria sul territorio comunale

SISTEMA IDRICO Criticità rilevate Misure di mitigazione proposte Aumenti dei consumi - le trasformazioni che comportino incrementi dei prelievi idrici dovranno idrici essere sottoposte alla preventiva verifica della disponibilità della risorsa da parte del gestore; non saranno ammissibili le trasformazioni il cui bilancio complessivo dei consumi idrici comporti il superamento delle disponibilità reperibili o attivabili nel territorio di riferimento, a meno della contemporanea programmazi one, a livello comunale o superiore, di altri interventi di trasformazione atti a compensare il maggior consumo idrico preventivato; - imporre obbligatoriamente per tutti gli interventi l’adozione di sistemi di approvvigionamento che consentano di perseguire il massimo risparmio della risorsa ai sensi dell’art. 98 del D.Lgs 152/06. A tal fine si raccomanda di inserire in tutte le opere (anche mediante apposite norme da inserire nel Regolamento Urbanistico) adeguate opere per la captazione e il riutilizzo dell e acque piovane a fini igienici (per i wc) e irrigui; - legare l’attività di progettazione e realizzazione degli impianti idrici all’utilizzo di sistemi di contabilità che consentano l’acquisizione di una maggiore conoscenza dei consumi idrici, con particola re riferimento ai settori residenziale e commerciale; - perseguire la riduzione della quantità di acqua dispersa da tubazioni acquedottistiche, attraverso il rinnovamento e la sostituzione di tutti i tratti affetti dal problema.

ACQUE REFLUE E DEPURAZIONE Criticità rilevate Misure di mitigazione proposte Aumenti del carico - mettere a punto procedure di verifica puntuale dello stato di efficienza della depurativo rete fognaria e di risanamento dei tratti affetti da perdite; - prevedere, nelle zone di nuova urbanizzazione e/o infrastrutturazione, sistemi di fognatura separata, fatto salvo giustificate motivazioni tecniche, economiche e/o ambientali. Ove le indagini geologiche rilevino punti di vulnerabilità degli acquiferi del sottosuolo si dovranno: 1. realizzare fognature e condotte a tenuta; 2. impermeabilizzare tutte le vasche interrate tramite doppia guaina impermeabile in modo da evitare sversamenti e contaminazione del suolo e delle acque sotterranee. - devono essere ritenute non ammissibili le trasformazioni c he prevedano la realizzazione di insediamenti i cui reflui non siano collettabili alla fognatura pubblica e/o non avviabili a depurazione.Le trasformazioni che prevedano l’allacciamento di nuovi insediamenti alla rete fognaria dovranno essere sottoposte al la preventiva verifica della compatibilità del maggior carico indotto alla residua potenzialità del sistema di depurazione esistente. L’idoneo trattamento depurativo autonomo dovrà essere individuato sulla base delle considerazioni di cui al punto seguente ; - in caso di insediamenti o zone non serviti da pubblica fognatura, promuovere (anche mediante apposite norme da inserire nel Regolamento Urbanistico) il ricorso a sistemi di depurazione autonoma di tipo naturale e comunque caratterizzati da bassi consumi energetici, ridotta necessità di manutenzione, flessibilità nei confronti di variazioni di carico, elevati rendimenti depurativi, incentivando il ricorso a sistemi che consentano il riutilizzo dei reflui depurati. Il sistema di smaltimento dovrà essere alt resì scelto nel rispetto delle condizioni locali di vulnerabilità dei suoli.

ENERGIA Criticità rilevate Misure di mitigazione proposte Incremento dei - innalzare i livelli di efficienza energetica degli impianti di illuminazione consumi elettrici esterna, pubblici e privati; - diffondere nella popolazione, per sensibilizzare i cittadini e gli operatori economici, le conoscenze necessarie per l’istallazione di impianti ad energia sostenibile e le pratiche virtuose di risparmio energetico; - per ciò che concerne le nuove zone commerciali e produttive, esse dovranno tendere verso una propria autonomia energetica e, possibilmente, diventare anche produttrici di risorsa stessa tramite l’uso di tecnologie sostenibili; - seguire i criteri progettuali dell’archit ettura sostenibile nonché i dettami del documento “Linee guida per l’edilizia sostenibile in Toscana” in tutte le tipologie d’intervento; - posizionare i corpi di fabbrica in modo da poter fruire al massimo della luce solare sia per illuminazione dei vani in terni che per l’utilizzo fotovoltaico. - subordinare qualunque trasformazione che comporti un incremento dei consumi all’adozione di idonee misure di contenimento sia di carattere gestionale che impiantistico -strutturale; - utilizzare misure attive e passive d i risparmio energetico, al fine di ottimizzare le soluzioni progettuali per ottenere il massimo risparmio di energia per ogni intervento rispetto alle costruzioni tradizionali.

RIFIUTI Criticità rilevate Misure di mitigazione proposte Aumento della - sostenere, anche in collaborazione con i gestori dei servizi, azioni e iniziative produzione di rifiuti volte ad aumentare la coscienza e la consapevolezza della popolazione su temi relativi alla produzione di rifiuti e al loro smaltimento; - la strutturazio ne del servizio di raccolta dei rifiuti urbani e speciali dovrà essere verificata ed eventualmente implementata per far fronte ai nuovi carichi previsti dal RU.; - indirizzare le attività produttive, anche attraverso la promozione e l’incentivazione dei sist emi di certificazione ambientale e/o di accordi volontari, all’adozione di tecnologie che riducano la produzione di rifiuti in linea con quanto previsto dal D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., e/o al riciclaggio degli stessi, sia all’interno del ciclo produttivo che mediante conferimento al servizio di raccolta differenziata; - utilizzare negli uffici pubblici (uffici dell’A.C., Scuole, Servizi, ...). Potenziale - nell’ambito della progettazione e realizzazione degli interventi di incremento trasformazione dovrà essere valutata la possibilità di separare e reimpiegare dell’attività di scavo e in situ i materiali di rifiuto derivanti dalla cantierizzazione edile previ idonei movimenti terra caratterizzazione e trattamento così come previsto dalla normativa vigente (D.Lgs. 152/06 e s.m.i.).

SUOLO E SOTTOSUOLO Criticità rilevate Misure di mitigazione proposte Eventuale presenza - il recupero e/o la riqualificazione di aree dismesse dovrà essere subordinato, di aree di recupero ove necessario, a preliminari verifiche ambientali, volte ad accertare il grado contaminate da di eventuale contaminazione di terreni ed acquiferi e a valutare la necessità di inquinanti interventi di messa in sicurezza o bonifica ambientale (D.Lgs. 152/06 e s.m.i.). Eventuali nuove - la realizzazione di parcheggi e piazze pubbliche e private deve essere attuata occupazioni di suolo con modalità costruttive che evitino, per quanto possibile, dovute al l’impermeabilizzazione e permettano l’infiltrazione delle acque nel suolo. dimensionamento di RU Si raccomanda inoltre, che per qualsiasi intervento da realizzarsi sul territorio comunale, siano verificate e rispettate le prescrizioni contenute nelle Norme Tecniche di Attuazione del RU relativamente agli studi di fattibilità geomorfologica, idraulica e sismica.

IL SISTEMA DI MONITORAGGIO

Inquadramento normativo

Il Decreto Legislativo 195/2005 recepisce la direttiva CEE 2003/4/CE relativa all’accesso del pubblico all’informazione ambientale. Il nuovo Decreto, nell’ottica di rendere effettiva la fruibilità dell’accesso all’informazione ambientale configura quest’ultimo quale vero e proprio diritto e non più semplice “libertà” e ne definisce le relative modalità di esercizio. La Direttiva mira ad agevolare la diffusione al pubblico delle informazioni ambientali detenute o prodotte da autorità pubbliche anche mediante l’utilizzo delle tecnologie informatiche e dei mezzi di telecomunicazione (Art.1). Tale provvedimento assicura a qualsiasi persona fisica o giuridica, senza necessità di dimostrare alcun interesse specifico, il diritto di accesso all’informazione ambientale, stabilendo che il termine entro il quale i dati richiesti debbono essere resi disponibili sia pari a trenta giorni dalla data di avvenuta ricezione dell’istanza, ovvero, a sessanta giorni, se trattasi di una richiesta complessa (Art. 3). Il Decreto Legisletivo 195/2005 recepisce in tema di accesso quanto previsto dalla “ Convenzione sull’accesso alle informazioni, la partecipazione ai processi decisionali el’accesso alla giustizia in materia ambientale ”, sottoscritta ad Aarhus (Danimarca) il 25 giugno 1998 e ratificata dall’Italia con la Legge 108/2001. L’adesione a tale Convenzione, entrata in vigore il 30/10/2001, ha vincolato il nostro Paese all'adozione di misure legislative e regolamentari per promuovere l'educazione ecologica dei cittadini e per accrescere le possibilità concrete di partecipazione ai processi decisionali da parte delle associazioni, dei gruppi e delle organizzazioni in prima linea nella protezione dell'ambiente. La direttiva 2003/4/CE prevede che le autorità pubbliche: - rendano disponibili ed aggiornino, con cadenza almeno annuale, tutte le informazioni in loro possesso, mediante cataloghi pubblici nei quali siano riportati gli elenchi delle fonti informative ambientali disponibili; - si avvalgano degli URP (Uffici per Relazioni con il Pubblico) già esistenti, quali Punti informativi preordinati a facilitare l’acquisizione dei dati ambientali (Art. 4). Per poter meglio svolgere la pratica di studio e di rielaborazione, nonché la fase di partecipazione pubblica, i dati reperibili dovranno essere resi pubblici sul sito internet comunale e, in forma cartacea, tramite l’elaborazione di un “report” conservato presso l’URP di ciascun comune. Il report dovrà essere redatto con cadenza annuale. Il Decreto Legislativo 4/2008, all’art. 18, conferisce un ruolo rilevante al processo di “valutazione continua” del piano in oggetto. L’articolo 18 cita infatti: “1. Il monitoraggio assicura il controllo sugli impatti significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione dei piani e dei programmi approvati e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive. Il monitoraggio e' effettuato avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali. 2. Il piano o programma individua le responsabilità e la sussistenza delle risorse necessarie per la realizzazione e gestione del monitoraggio. 3. Delle modalità di svolgimento del monitoraggio, dei risultati e delle eventuali misure correttive adottate ai sensi del comma 1 e' data adeguata informazione attraverso i siti web dell'autorità competente e dell'autorità procedente e delle Agenzie interessate. 4. Le informazioni raccolte attraverso il monitoraggio sono tenute in conto nel caso di eventuali modifiche al piano o programma e comunque sempre incluse nel quadro conoscitivo dei successivi atti di pianificazione o programmazione.” Il monitoraggio di un piano ha come finalità principale il misurare l’efficacia degli obiettivi al fine di proporre azioni correttive, e permettere quindi ai decisori di adeguarlo in tempo reale alle dinamiche di evoluzione del territorio. In una logica di piano, il monitoraggio è pertanto la base informativa necessaria per poter essere in grado di anticipare e governare le trasformazioni, piuttosto che adeguarvisi a posteriori. Il monitoraggio non ha solo intenti tecnici, ma presenta grande importanza per le informazioni che può fornire all’Amministrazione Provinciale e per la comunicazione ad un pubblico più vasto anche di non addetti ai lavori sulle dinamiche territoriali. Il monitoraggio si pone quindi come strumento di osservazione ambientale finalizzato al reperimento del puro dato numerico, ma più che altro come supporto tecnico per la stima degli aspetti gestionali del piano. La fase di monitoraggio ed analisi ex-post deve pertanto tradursi in un momento periodico di riflessione in cui la presentazione e il riscontro dei dati accrescano gradualmente la consapevolezza dei ruoli e delle competenze. Tutto ciò perché la condivisione delle interpretazioni dei risultati rilevati e delle criticità riscontrate risultano fondamentali per gli organi di pianificazione al fine di aggiornare ed eventualmente modificare le scelte contenute nel piano. Al fine di poter meglio svolgere la pratica di studio e di rielaborazione, nonché la fase di partecipazione pubblica, si sottolinea che, ai sensi dell’art. 18 comma 3 del DLgs 4/08, i dati reperiti dovranno essere resi pubblici. Il monitoraggio dovrà avvenire tramite coordinamento fra i settori comunali, dal momento che gli effetti delle azioni interessano anche campi diversi da quelli urbanistico-edilizi.

Il sistema di indicatori

Dal punto di vista operativo lo strumento per svolgere efficacemente un monitoraggio è quello di individuare un sistema di indicatori utili: - alla valutazione degli effetti ambientali significativi indotti dagli interventi; - alla verifica delle modalità di attuazione delle azioni previste dal piano; - alla valutazione dell’andamento della situazione ambientale. Per il territorio di Asciano si rende necessario svolgere una prima selezione degli indicatori già al momento dell’entrata in vigore del Regolamento Urbanistico, in parte per avere un primo riferimento indicativo ed in parte per poter disporre dei dati di partenza per le verifiche successive.

Indicatori per il monitoraggio Effetti attesi Indicatori

Contenimento del consumo di suolo - nuova occupazione dei suoli inedificati (mq) - recupero di immobili abbandonati o Riuso del patrimonio edilizio sottoutilizzati (mc) - superfici aree protette (mq) Potenziamento delle reti ecologiche - aree boscate (mq) - verde di connessione ecologica (mq) - esondazioni Riduzione del rischio idraulico - realizzazione opere di mitigazione - frane Salvaguardia rischio idrogeologico - realizzazione opere di mitigazione - aree a rischio (mq) Tutela della risorsa idrica - variazione intensità di sfruttamento - variazioni uso del suolo (mq) Tutela e valorizzazione del territorio agricolo - cambio di destinazione d’uso di immobili ex rurali (mc) - ripristino e riqualificazione paesaggistica (mq) Tutela e valorizzazione del paesaggio - superamento di condizioni di degrado - grado di utilizzo del patrimonio storico - grado di fruibilità delle risorse culturali - interventi sulle reti Efficienza delle reti infrastrutturali - grado di utilizzazione dei sistemi di trasporto pubblico - dati sulla distribuzione della popolazione e Riequilibrio insediativo delle attività - dotazioni a standard (mq) - numero di edifici ad alta efficienza Aumento della qualità urbana energetica - potenziamento degli spazi verdi (mq) - aumento degli spazi alberati (mq) - numero impianti pubblici e privati a fonti rinnovabili Aumento della qualità energetica - produzione di energia da fonti rinnovabili (potenza installata MWh/anno) - creazione e riqualificazione di spazi pubblici Miglioramento dello spazio pubblico (mq) - numero di incidenti Aumento della sicurezza e dell’efficienza del sistema - tempi di percorrenza stradale - numero di autoveicoli Valorizzazione degli itinerari e creazioni di reti lente - sentieri riattivati e km di piste ciclabili (km)

Migliore offerta commerciale - numero e qualità delle attività commerciali

Valorizzazione e qualificazione offerta turistica - dati sui flussi turistici - dati su attività di innovazione e di servizio Offerta di servizi qualificati alla persona e alle imprese Valorizzazione culturale - dati sulla domanda di cultura e di sport - imprese artigianali Differenziazione economica - prodotti evoluti - posti di lavoro settore secondario - presenza associativa Coesione sociale - realizzazione edilizia sociale

Durante la fase di monitoraggio non sarà necessario aggiornare sempre tutti gli indicatori ma solo quelli che in vario modo risultino influenzati dalle azioni o dagli interventi che il RU ha attuato.