Dino Buzzati Al Giro D'italia

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Dino Buzzati Al Giro D'italia TRA IL CAMPIONISSIMO E L’UMILISSIMO LA RAPPRESENTAZIONE DEL CARATTERE EPICO-EROICO DEL CICLISMO IN QUATTRO RACCOLTE DI RACCONTI DI BICICLETTA Aantal woorden: 24.700 Benjamin Leirens 01502939 Promotor: Prof. dr. Mara Santi Masterproef voorgelegd voor het behalen van de graad master in de Taal-en Letterkunde Italiaans-Frans Academiejaar: 2018 – 2019 INDICE Ringraziamenti p. 4 Ordine di partenza – Domanda di ricerca p. 6 1. Prima tappa: la figura dell’Eroe (mediatico) 1.1 L’eroe (< ήρως): etimologia e rappresentazione letteraria p. 8 1.2 Il campo giornalistico (sportivo) come terreno fertile per l’eroismo p. 15 1.3 Il carattere epico del ciclismo p. 18 2. Seconda tappa: i Racconti di Bicicletta 2.1 Metodologia e contesto storico p. 25 3. Terza tappa: AcHille Campanile - Battista al Giro d’Italia. Intermezzo giornalistico (1932) 3.1 Una presa in Giro (d’Italia): l’umorismo come cHiave di lettura della raccolta p. 29 3.2 Un Don Chisciotte su due ruote: il fedele servitore Battista p. 32 3.3 I Sempre in Coda: una smitizzazione p. 36 3.4 I veri eroi del Giro: una critica socio-culturale? p. 40 4. Quarta tappa: Vasco Pratolini - Cronache dal Giro d’Italia (maggio-giugno 1947) 4.1 Uno spettatore appassionato e attento nel gran Barnum p. 42 4.2 Smitizzazione e delusione: una noia fastidiosa p. 45 4.3 Gli umili gregari e la Brigata Toscana p. 47 4.4 Coppi e Bartali: una sconfitta serena e umana p. 49 4.5 Un letterato contro I Docenti del ciclismo p. 52 5. Quinta tappa: Dino Buzzati al Giro d’Italia (1949) 5.1 Un vincitore sovrumano p. 54 5.2 Ettore e AcHille su due ruote p. 59 5.3 La memoria bellica p. 64 2 6. Sesta tappa: Anna Maria Ortese - Giro d’Italia (1955) in La lente scura 6.1 L’intrusa p. 67 6.2 Disillusione: il Carrozzone commerciale non si fermerà più p. 69 6.3 Trascendere la soglia sociale p. 71 6.4 Un torero ammazza un puledro p. 72 Traguardo p. 76 BIBLIOGRAFIA Bibliografia primaria p. 79 Bibliografia secondaria p. 79 3 Ringraziamenti Prima di dare l’ordine di partenza di questa tesi, vorrei capovolgere il solito protocollo assegnando non alla fine ma già all’inizio le Maglie e i fiori alle persone cHe mi Hanno dato l’opportunità, il sostegno e soprattutto il piacere di realizzare quest’ultimo progetto. In primo luogo mi piacerebbe consegnare la Maglia Rosa alla promotrice di questa memoria, ossia la professoressa Mara Santi, per la sua disponibilità, i suoi consigli e la libertà cHe mi Ha dato nella scelta della tematica. Inoltre vorrei aggiungere cHe è stato un onore seguire i suoi corsi nei quali la mia predilezione per la lingua, la letteratura e la cultura italiana è stata alimentata sempre di più. In secondo luogo vorrei ringraziare la Dr. Sarah Bonciarelli con l’attribuzione della Maglia Ciclamino, poicHé è sempre stata disposta a leggere e a mandarmi le sue correzioni alla velocità di un ammirevole sprinter. La Maglia Azzurra, cHe premia il migliore scalatore, viene attribuita a mio zio, percHé mi Ha regalato una passione torreggiante e insuperabile per la bici e per il ciclismo. Per di più va segnalato (con vergogna) cHe nelle nostre numerose gite in mountain-bike, io spesso non sono capace di seguirlo in salita. Infine i miei amici, mia sorella gemella e soprattutto i miei genitori vengono premiati con la Maglia Iridata. Essi sono sempre stati al mio fianco con la loro energia e il loro affetto, soprattutto nei momenti più difficili (come studente). Mi Hanno offerto tutte le possibilità per diventare la persona cHe sono ora. Perciò meritano di essere proclamati a vita i Miei Campioni del Mondo. 4 I ciclisti non muoiono… I ciclisti non muoiono, essi scompaiono soltanto dalla vista una volta cHe Hanno attraversato il loro ultimo traguardo, una volta cHe la velocità della vita li abbandona coi muscoli rigidi. Non cessano mai di correre ancHe se il loro cuore e le loro ruote decidono ostinatamente di tacere, essi continuano a scendere in campo nella mente di migliaia di persone essi non si arrendono mai, al contrario, il loro sudore conferisce lucentezza perenne all’asfalto. Ricorda cHe dal momento in cui la terra, ancHe se a malincuore, li copre, il loro nome risuonerà per sempre, come un eco tra le cime delle montagne. (Ó Willie Verhegge, Renners sterven niet. Traduzione italiana: Benjamin Leirens) 5 Ordine di partenza “I dizionari che hanno la reputazione di avere ragione su tutto si sbagliano su un punto: la bicicletta non è un mezzo di locomozione, è un racconto di fate.” Questa citazione di Jean-Noël Blanc, scrittore francese contemporaneo, ricHiama in mente le parole di Alfredo Oriani cHe nel 1902 dicHiara cHe “il ciclismo è il massimo di possibilità poetica consentita al corpo umano”.1 Con la sua raccolta La bicicletta quest’ultimo si inserisce significativamente nel plotone dei primi scrittori a trattare il ciclismo come tema letterario. Le qualità e le possibilità poetico-letterarie, emanate dal ciclismo ed evidenziate dai due autori citati qui sopra, costituiscono essenzialmente il punto di partenza di questa tesi di Master. Mi concentrerò particolarmente sul carattere epico attribuito allo sport su due ruote. Allo scopo di avviare l’analisi di alcune opere (letterarie) cHe prendono ispirazione dal Giro d’Italia, questo lavoro partirà da un quadro teorico riguardante la nozione e la figura dell’eroe, vale a dire il termine tradizionalmente legato al genere epico. Siccome apparirà cHe il giornalismo (sportivo) svolge un ruolo preponderante nella definizione e diffusione del ciclismo e dei suoi attori in cHiave epica, questo settore sarà ugualmente sottoposto a una breve analisi. La seconda parte di questo progetto seguirà un approccio più analitico, in quanto le osservazioni teoricHe della prima parte verranno applicate a quattro opere di tema ciclistico. Per quanto riguarda i libri esaminati, cHe nel corso (o meglio nella corsa) di questa tesi saranno battezzati Racconti di Bicicletta, conviene segnalare cHe saranno trattati in ordine cronologico. Inoltre, va notato cHe risalgono tutti (con l’eccezione dell’opera pionieristica Battista al Giro d’Italia di AcHille Campanile pubblicata nel 1932) alla cosiddetta epoca d’oro del ciclismo italiano, ossia il primo decennio dopo la Seconda guerra mondiale. Sono gli anni nei quali il Belpaese non soltanto sportivamente ma forse ancHe politicamente è diviso dal mitico duello tra Fausto Coppi, il Campionissimo, e Gino “il Pio” Bartali. La loro eredità rimane fino ad oggi visibile sulla scena 1 Oriani,A., La bicicletta. Bologna: Zanichelli, 1902. 6 italiana e internazionale. Quest’anno, in occasione del centenario della nascita di Coppi, il paese di Castellania, dove egli nacque nel 1919, Ha preso ufficialmente il nome di Castellania Coppi in onore dell’indimenticabile campione di ciclismo.2 È interessante cHe nello stesso anno la figura del suo eterno rivale sportivo (ma tuttavia amico del cuore), Bartali, costituisce, per il ruolo sociale cHe ebbe, una delle tracce per l’esame di maturità in Italia.3 Analizzerò nei quattro libri scelti, elencati qui in ordine cronologico: Battista al Giro d’Italia di AcHille Campanile (1932), Cronache dal Giro d’Italia di Vasco Pratolini (1947), Dino Buzzati al Giro d’Italia di Dino Buzzati (1949), e Giro d’Italia di Anna Maria Ortese, il modo in cui gli autori, inviati da un giornale o settimanale alla Corsa Rosa, riproducono i corridori partecipanti e i loro duelli. Partirò sempre da una visione generale sugli scrittori in questione, poicHé come si vedrà in seguito, i resoconti esaminati si trovano spesso sulla stessa linea delle altre opere prodotte dalla loro penna. Inoltre, va già notato cHe le descrizioni del Giro analizzate spesso differiscono considerevolmente non solo tra di loro ma ancHe dalle linee teoricHe tracciate nella prima parte di questa tesi. Sembra in effetti cHe gli scrittori in questione desiderino talvolta effettuare un processo di demitizzazione o umanizzazione contrario all’eroicizzazione dello sportivo di cui tratterò a breve. Di conseguenza gli autori si oppongono (in)volontariamente ai resoconti e al metodo di lavoro più diffuso nella cronaca sportiva. Tuttavia questo approccio “diverso” non attacca mai il ciclismo di per sé. Al contrario ribadisce, come vedremo, la premessa di questa tesi, ossia mettere in risalto la versatile possibilità letteraria insita nello sport a due ruote. Benvenuti, quindi, a questo Giro nella letteratura ciclistica italiana del Novecento. 2 https://torino.corriere.it/cronaca/19_marzo_25/nasce-castellania-coppi-comune-prende-nome- concittadino-piu-illustre-8001eeb4-4f14-11e9-ad2b-d4651f1d6fda.shtml 3 https://www.corriere.it/scuola/maturita/notizie/maturita-2019-prima-prova-sono-arrivati-temi-esame- via-6bfa859c-9259-11e9-8993-6f11b6da1695.sHtml 7 1. Prima tappa: la figura dell’Eroe (mediatico) 1.1 L’eroe (< ήρως): etimologia e rappresentazione (letteraria) 1 Μῆνιν ἄειδε θεὰ Πηληϊάδεω Ἀχιλῆος οὐλομένην, ἣ μυρί᾿ Ἀχαιοῖς ἄλγε᾿ ἔθηκε, πολλὰς δ᾿ ἰφθίμους ψυχὰς Ἄϊδι προΐαψεν ἡρώων, αὐτοὺς δὲ ἑλώρια τεῦχε κύνεσσιν 5 οἰωνοῖσί τε πᾶσι· Διὸς δ᾿ ἐτελείετο βουλή, ἐξ οὗ δὴ τὰ πρῶτα διαστήτην ἐρίσαντε Ἀτρεΐδης τε ἄναξ ἀνδρῶν καὶ δῖος Ἀχιλλεύς (Omero, Iliade, I, 1-7). Cantami, o Diva, del Pelíde AcHille L’ira funesta cHe infiniti addusse Lutti agli AcHei, molte anzi tempo all’Orco Generose travolse alme d’eroi, E di cani e d’augelli orrido pasto Lor salme abbandonò (così di Giove L’alto consiglio s’adempía), da quando Primamente disgiunse aspra contesa Il re de’ prodi Atride e il divo AcHille (Monti, 1825, 1-2). Come osserva JoHn Dean nel suo saggio U.S and european heroism compared, in cui esamina il concetto di eroismo da un punto di vista storico e comparatistico, il termine eroe nasce “at the root-cap of the ancient Greeks” (Dean, 2008: 68).
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