Manuale di Showfoto Manuale di Showfoto

2 Indice

1 Introduzione 13 1.1 Sfondo ...... 13 1.1.1 Informazioni su Showfoto ...... 13 1.1.2 Segnalare gli errori ...... 13 1.1.3 Supporto ...... 13 1.1.4 Farsi coinvolgere ...... 13 1.2 Formati d’immagine supportati ...... 14 1.2.1 Introduzione ...... 14 1.2.2 Compressione di immagini statiche ...... 14 1.2.3 JPEG ...... 14 1.2.4 TIFF ...... 15 1.2.5 PNG ...... 15 1.2.6 PGF ...... 15 1.2.7 RAW ...... 15

2 La barra laterale di Showfoto 17 2.1 La barra laterale destra di Showfoto ...... 17 2.1.1 Introduzione alla barra laterale destra ...... 17 2.1.2 Le proprietà ...... 17 2.1.3 Metadati ...... 18 2.1.3.1 Tag EXIF ...... 18 2.1.3.1.1 Che cos’è EXIF ...... 18 2.1.3.1.2 Come usare il visore EXIF ...... 18 2.1.3.2 Tag Makernote ...... 19 2.1.3.2.1 Che cos’è Makernote ...... 19 2.1.3.2.2 Come usare il visore Makernote ...... 19 2.1.3.3 Tag IPTC ...... 19 2.1.3.3.1 Che cos’è IPTC ...... 19 2.1.3.3.2 Come usare il visore IPTC ...... 19 2.1.3.4 Tag XMP ...... 19 2.1.3.4.1 Che cos’è XMP ...... 19 2.1.3.4.2 Come usare il visore XMP ...... 20 2.1.4 Colori ...... 20 2.1.4.1 Visore Istogramma ...... 20 Manuale di Showfoto

2.1.4.2 Come usare un Istogramma ...... 21 2.1.5 Le mappe ...... 22 2.1.6 Le didascalie ...... 22 2.1.6.1 Introduzione ...... 22 2.1.6.2 Vista dei commenti ...... 23 2.1.6.3 Data e ora ...... 23 2.1.6.4 Voto ...... 23 2.1.6.5 Albero dei tag ...... 24 2.1.6.6 La vista Informazioni ...... 24 2.1.7 La vista Versioni ...... 24 2.1.8 I Filtri ...... 24 2.1.9 La vista degli strumenti ...... 25 2.1.9.1 La barra laterale degli strumenti dell’Editor delle immagini . . . . 25

3 Usare Showfoto 26 3.1 Procedura per il fotoritocco ...... 26 3.1.1 Strumenti di fotoritocco ed elaborazione ...... 26 3.1.1.1 Una proposta per una procedura standard ...... 26 3.1.1.2 Introduzione alle funzionalità dei comuni strumenti di modifica . 27 3.1.1.3 Gli strumenti di Showfoto ...... 27 3.1.2 Elaborazione dei file di immagini grezze, procedura grezza ...... 29 3.1.3 Strumenti di modifica dei colori ...... 29 3.1.3.1 Profondità di codifica ...... 29 3.1.3.2 Gestione dei colori ...... 29 3.1.3.3 Introduzione ...... 29 3.1.3.4 Filtri di conversione in bianco e nero ...... 30 3.1.3.4.1 L’emulazione delle classiche pellicole in bianco e nero . . 30 3.1.3.4.2 Simulazione della pellicola infrarossa ...... 32 3.1.3.5 Correggere i colori ...... 33 3.1.3.6 Introduzione ...... 33 3.1.3.6.1 Usare Regola curve ...... 34 3.1.3.6.2 Regola curve in azione ...... 35 3.1.3.7 Introduzione ...... 35 3.1.3.7.1 Usare lo strumento Regola livelli ...... 35 3.1.3.7.2 Lo strumento per la regolazione dei livelli in azione . . . 37 3.1.3.8 Correggere l’esposizione ...... 37 3.1.3.9 Introduzione ...... 37 3.1.3.9.1 Usare il miscelatore dei canali ...... 37 3.1.3.9.2 Il miscelatore dei canali in azione ...... 38 3.1.3.10 Introduzione ...... 38 3.1.3.10.1 Usare lo strumento di bilanciamento del bianco ...... 38 3.1.3.11 Strumento Negativo a colori ...... 40 3.1.4 Miglioramento delle immagini ...... 40

4 Manuale di Showfoto

3.1.4.1 Introduzione ...... 40 3.1.4.1.1 Uso dello strumento di distorsione lenticolare ...... 41 3.1.4.1.2 Lo strumento di distorsione lenticolare in azione . . . . . 42 3.1.4.2 Introduzione ...... 42 3.1.4.2.1 Creare le foto scure ...... 42 3.1.4.2.2 Usare lo strumento dei pixel bruciati ...... 43 3.1.4.2.3 Lo strumento dei pixel bruciati in azione ...... 43 3.1.4.3 Migliorare l’esposizione delle foto con lo strumento Contrasto locale 43 3.1.4.4 Introduzione ...... 44 3.1.4.4.1 Usare lo strumento per la riduzione dei disturbi . . . . . 44 3.1.4.4.2 Riduzione dei disturbi in azione ...... 45 3.1.4.5 Sfocare una fotografia ...... 46 3.1.4.6 Introduzione ...... 46 3.1.4.6.1 Usare lo strumento di restauro ...... 46 3.1.4.6.2 Lo strumento di restauro in azione ...... 47 3.1.4.7 Introduzione ...... 48 3.1.4.7.1 Usare lo strumento di correzione vignettatura ...... 48 3.1.4.7.2 Lo strumento di correzione vignettatura in azione . . . . 49 3.1.4.8 Introduzione ...... 49 3.1.4.8.1 Usare lo strumento di reintegrazione ...... 50 3.1.4.8.2 Lo strumento di reintegrazione in azione ...... 51 3.1.4.9 Rimuovi gli occhi rossi da una fotografia ...... 51 3.1.4.10 Introduzione ...... 51 3.1.4.10.1 Regolazione della nitidezza ...... 51 3.1.4.10.2 Togliere la sfocatura da una fotografia ...... 51 3.1.4.10.3 Riduci la grana di una fotografia ...... 52 3.1.4.10.4 Sfocare una fotografia ...... 52 3.1.4.10.5 Il filtro di Maschera di contrasto ...... 52 3.1.4.10.6 La maschera di contrasto in azione ...... 53 3.1.4.10.7 Rimessa a fuoco di una fotografia ...... 53 3.1.4.10.8 Usare lo strumento di rimessa a fuoco ...... 53 3.1.4.10.9 Confronto della rimessa a fuoco con altre tecniche . . . . 54 3.1.4.11 Strumento Correzione lenticolare automatica ...... 56 3.1.5 Strumenti di trasformazione delle immagini ...... 56 3.1.5.1 Ritagliare una fotografia ...... 56 3.1.5.1.1 Taglio manuale ...... 56 3.1.5.1.2 Ritaglio automatico ...... 56 3.1.5.1.3 Taglio proporzionale ...... 56 3.1.5.1.4 Guida di composizione ...... 57 3.1.5.2 Introduzione ...... 59 3.1.5.2.1 Strumento Rotazione libera ...... 59 3.1.5.2.2 Rotazione libera in azione ...... 60

5 Manuale di Showfoto

3.1.5.3 Introduzione ...... 60 3.1.5.3.1 Usare la regolazione della prospettiva ...... 60 3.1.5.3.2 Lo strumento di regolazione della prospettiva in azione . 61 3.1.5.4 Introduzione ...... 61 3.1.5.4.1 Ridimensionare una foto ...... 61 3.1.5.4.2 Aumentare le dimensioni dell’immagine (restauro) . . . . 61 3.1.5.4.3 Lo strumento di espansione in azione ...... 62 3.1.5.5 Lo strumento Liquid Rescale ...... 63 3.1.5.6 Ruotare o ribaltare una foto ...... 63 3.1.5.7 Introduzione ...... 63 3.1.5.7.1 Usare lo strumento di distorsione ...... 63 3.1.5.7.2 Lo strumento di distorsione in azione ...... 63 3.1.6 Aggiungere elementi decorativi ...... 64 3.1.6.1 Introduzione ...... 64 3.1.6.1.1 Usare lo strumento Applica trame ...... 64 3.1.6.1.2 Lo strumento Applica trame in azione ...... 64 3.1.6.2 Introduzione ...... 64 3.1.6.2.1 Usare lo strumento di aggiunta dei bordi ...... 64 3.1.6.2.2 Lo strumento di aggiunta dei bordi in azione ...... 65 3.1.6.3 Introduzione ...... 65 3.1.6.3.1 Usare lo strumento di inserimento del testo ...... 65 3.1.6.3.2 Lo strumento di inserimento del testo in azione ...... 65 3.1.7 Effetti speciali (filtri) ...... 65 3.1.7.1 Introduzione ...... 65 3.1.7.1.1 Usare gli effetti di sfocatura ...... 65 3.1.7.1.2 L’effetto di sfocatura in azione ...... 66 3.1.7.2 Introduzione ...... 66 3.1.7.2.1 Usare il filtro a carboncino ...... 67 3.1.7.2.2 Il filtro a carboncino in azione ...... 67 3.1.7.3 Introduzione ...... 67 3.1.7.3.1 L’effetto Solarizzazione ...... 67 3.1.7.3.2 L’effetto Vivid (filtro Velvia) ...... 67 3.1.7.3.3 L’effetto Neon ...... 68 3.1.7.3.4 L’effetto bordo ...... 68 3.1.7.3.5 L’effetto Lut3D ...... 68 3.1.7.4 Introduzione ...... 68 3.1.7.4.1 Usare il filtro ...... 68 3.1.7.4.2 Il filtro di distorsione in azione ...... 69 3.1.7.5 Introduzione ...... 69 3.1.7.5.1 Usare il filtro di rilievo ...... 69 3.1.7.5.2 Il filtro di rilievo in azione ...... 69 3.1.7.6 Introduzione ...... 69 3.1.7.6.1 Usare il filtro di grana della pellicola ...... 70

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3.1.7.6.2 Il filtro in azione ...... 70 3.1.7.7 Introduzione ...... 70 3.1.7.7.1 Usare il filtro di pittura a olio ...... 70 3.1.7.7.2 Il filtro di pittura a olio in azione ...... 70 3.1.7.8 Introduzione ...... 70 3.1.7.8.1 Usare il filtro delle gocce di pioggia ...... 70 3.1.7.8.2 Il filtro delle gocce di pioggia in azione ...... 71 3.2 Trattamento dei file RAW e Gestione dei colori ...... 71 3.2.1 Introduzione ...... 71 3.2.1.1 Che pulsante premo? ...... 71 3.2.1.2 ’è qualcuno che non ha bisogno di preoccuparsi della gestione del colore? ...... 71 3.2.2 Ulteriori definizioni sulla gestione dei colori ...... 71 3.2.3 Le connessioni dello spazio del colore ...... 73 3.2.3.1 Dove trovare profili della fotocamera ...... 75 3.2.3.2 Prova a schermo ...... 79 3.2.3.3 Intenti di rendering ...... 79 3.2.3.4 Collegamenti ...... 80 3.2.4 Lo spazio di lavoro ...... 80 3.2.4.1 Così ho detto a Showfoto dove trovare il profilo del mio monitor e ho un profilo di fotocamera che ho applicato all’immagine pro- dotta dal mio software di elaborazione RAW. Qual è il prossimo passo nella gestione del colore? ...... 80 3.2.4.2 Perché non posso semplicemente modificare le mie immagini nello spazio di colore descritto dal profilo della mia fotocamera? . 80 3.2.4.3 Che spazio di lavoro dovrei scegliere? ...... 80 3.2.4.4 Quale gamma dovrebbe avere il mio spazio di lavoro? ...... 81 3.2.4.5 Quanti passi discreti di tono ci sono in un’immagine digitale? . . . 82 3.2.4.6 Dovrei usare uno spazio di lavoro a gamma ampia o a gamma piccola? ...... 82 3.2.5 Lo spazio dei colori sRGB ...... 83 3.2.5.1 Che ha di così speciale lo spazio dei colori sRGB? ...... 83 3.2.5.2 Quanto è piccolo lo spazio dei colori RGB? ...... 84 3.2.6 Calibrare e creare il profilo del tuo monitor RGB ...... 84 3.2.6.1 Se scelgo di lavorare esclusivamente nello spazio di colore sRGB, ho bisogno di calibrare il mio monitor? ...... 84 3.2.6.2 Quali sono le conseguenze del lavorare con un monitor non calibrato? ...... 85 3.2.6.3 Il significato di «Punto di Nero» e di «Luminosità» sembra abbastanza chiaro, ma cosa significa «gamma»? ...... 86 3.2.6.4 Qual’è la differenza tra calibrare il monitor e farne il profilo? . . . 86 3.2.6.5 Posso calibrare il mio monitor senza uno spettrofotometro? . . . 87

7 Manuale di Showfoto

3.2.6.6 Assumendo che abbia deciso di lavorare esclusivamente nello spazio dei colori sRGB, che pulsante di Showfoto dovrei premere dopo che ho calibrato il monitor? ...... 87 3.2.6.7 Dove si trovano memorizzati i profili ICC nel mio computer? . . . 87 3.2.6.8 Ciò che si trova attorno e vicino al mio monitor (muro, tende, soffitto, mobili) influisce? ...... 87 3.2.7 Il profilo della fotocamera e lo sviluppo dei file RAW ...... 88 3.2.7.1 Qual è il prossimo passo nella gestione dei colori? ...... 88 3.2.7.2 Perché l’immagine prodotta da convertitori come o ufraw non assomiglia all’immagine dell’anteprima mostrata in ? 88 3.2.7.3 L’immagine jpeg incorporata sembra molto più carina dell’output di dcraw. Qual è il valore della tonalità riferita alla scena? . . . . 89 3.2.7.4 Posso capire il valore di iniziare l’elaborazione dell’immagine con una interpretazione riferita alla scena invece che su di una che colpisca l’occhio come vedo nell’immagine jpeg incorporata. Ma ti sto dicendo che le immagini prodotte da digiKam/libraw sembrano davvero pessime! Perché? ...... 89 3.2.7.5 Dove trovo delle buone informazioni sul rumore digitale? . . . . 90 3.2.7.6 Perché i colori delle Canon e delle Nikon sono migliori di quelli prodotti da Libraw? ...... 90 3.2.7.7 Perché un profilo di macchina fotografica è specifico per una data marca e modello? ...... 90 3.2.7.8 Che cosa significa «conversione analogico-digitale»? ...... 90 3.2.7.9 Perché viene usato un profilo di fotocamera specifico dal programma di elaborazione RAW per lo sviluppo dei file RAW? . 91 3.2.7.10 Dove trovo un profilo generico per la mia fotocamera? ...... 91 3.2.7.11 Come mi procuro un profilo specifico per la mia macchina fotografica, per le condizioni luminose e per l’elaborazione RAW? 91 3.2.7.12 Come applico il profilo della macchina fotografica all’immagine a 16 bit prodotta dal mio software open source per l’elaborazione RAW?...... 92 3.2.8 I profili puntano a colori reali del mondo reale ...... 92 3.2.8.1 Macchina fotografica, spazio di lavoro, schermo, stampante - che cosa fanno veramente tutti questi profili di colore? ...... 92 3.2.8.2 Come un profilo di colore è in grado di puntare ad un colore reale del mondo reale? ...... 92 3.2.9 Profili della stampante, intenti di rendering e prova a schermo ...... 93 3.2.9.1 Dove mi procuro un profilo della stampante? ...... 93 3.2.9.2 Che dire degli intenti di rendering? ...... 93 3.2.9.3 Che tipo di intento di rendering dovrei usare per visualizzare le immagini sul mio monitor? ...... 94 3.2.9.4 Che cosa è la prova colore a schermo? ...... 94 3.2.9.5 Che intento di rendering dovrei usare quando faccio una prova di colore a schermo? ...... 94 3.2.9.6 E che cosa si sa della compensazione del punto di nero? ...... 95 3.2.9.7 Possono essere usati tutti gli intenti di rendering quando si converte da uno spazio di colore ad un altro? ...... 95

8 Manuale di Showfoto

3.2.9.8 Perché l’intento percettivo di rendering viene raccomandato così spesso come l’intento di rendering ´´fotografico´´? ...... 95 3.3 Configurazione di Showfoto ...... 95 3.3.1 Introduzione ...... 95 3.3.2 Impostazioni dei suggerimenti ...... 95 3.3.3 Impostazioni dei metadati ...... 96 3.3.3.1 Introduzione ...... 96 3.3.3.2 Impostazioni del comportamento ...... 96 3.3.3.2.1 Azioni di rotazione ...... 96 3.3.3.3 I filtri sui metadati ...... 96 3.3.4 Impostazioni dell’editor ...... 97 3.3.4.1 Impostazioni della finestra dell’editor ...... 97 3.3.4.2 Opzioni di salvataggio delle immagini ...... 97 3.3.4.3 Impostazioni di revisione dell’immagine ...... 97 3.3.4.4 Impostazioni della decodifica dei file RAW ...... 98 3.3.4.5 RAW Default Settings ...... 98 3.3.5 Impostazioni sulla gestione del colore ...... 100 3.3.6 Impostazioni delle presentazioni ...... 101 3.3.7 Impostazioni varie ...... 101 3.3.7.1 Impostazioni generali ...... 101 3.3.7.2 Impostazioni sul comportamento dell’applicazione ...... 101 3.3.8 La configurazione dei temi ...... 102

4 Strumento di Acquisizione di immagini 103 4.1 Selezione dello scanner ...... 103 4.2 Finestra principale ...... 104 4.3 Scansione ...... 104 4.4 Scansione di più selezioni ...... 104 4.5 Aiuto e chiusura ...... 105

5 Geolocalizzazione 106 5.1 Editor di geolocalizzazione ...... 107 5.1.1 La mappa ...... 107 5.1.2 Modificare le coordinate ...... 108 5.1.3 Il correlatore ...... 109 5.1.4 Annulla/rifai ...... 110 5.1.5 Geocodifica inversa ...... 110 5.1.6 Cerca ...... 111

6 Strumento Presentazione 112 6.1 La finestra delle impostazioni ...... 112 6.2 Lo strumento Presentazione in azione ...... 112

9 Manuale di Showfoto

7 Editor dei metadati 114

8 Descrizioni dei menu 115 8.1 L’editor delle immagini ...... 115 8.1.1 Il menu File ...... 115 8.1.2 Il menu Modifica ...... 116 8.1.3 Il menu Colore ...... 116 8.1.4 Il menu Migliora ...... 117 8.1.5 Il menu Trasforma ...... 117 8.1.6 Il menu Decora ...... 118 8.1.7 Il menu Effetti ...... 118 8.1.8 Il menu Visualizza ...... 119 8.1.9 Il menu Impostazioni ...... 119 8.1.10 Il menu Aiuto ...... 119

9 Riconoscimenti e licenza 120

10 Indice analitico 121

10 Manuale di Showfoto

Elenco delle figure

6.1 La finestra di Presentazione ...... 112 6.2 Lo strumento Presentazione in azione ...... 113

11 Sommario

Showfoto è un editor fotografico basato sull’editor di immagini di digiKam. Showfoto fa parte del progetto digiKam. Manuale di Showfoto

Capitolo 1

Introduzione

1.1 Sfondo

1.1.1 Informazioni su Showfoto

Showfoto è un veloce editor di immagini con potenti strumenti di modifica delle immagini. Puoi usarlo per visualizzare le tue fotografie e migliorarle.

1.1.2 Segnalare gli errori

Showfoto è un progetto open source. Ciò vuol dire che confida che i suoi utenti facciano la loro parte almeno segnalando i problemi e suggerendo dei possibili miglioramenti. Showfoto ti rende facile segnalare gli errori o suggerire dei miglioramenti. Da qualsiasi parte tu sia nell’applicazione, il menu Aiuto includerà un’opzione Segnala un bug. Questa visualizzerà un riquadro con un collegamento evidenziato. Fai clic sul collegamento e il tuo browser Web aprirà la pagina del sistema di segnalazione. Tutte le informazioni necessarie saranno già inserite, segui semplicemente le istruzioni per completare la tua segnalazione.

1.1.3 Supporto

Showfoto è un progetto gestito in comunità, il che vuol dire che gli utenti e gli sviluppatori si aiutano a vicenda. Se divieni un utente regolare di Showfoto ti incoraggiamo a iscriverti alla mailing list degli utenti di Showfoto. Puoi iniziare facendo domande ad altri utenti di Showfoto e, si spera presto, rispondendo alle domande di altri. Istruzioni per iscriversi alla mailing list degli utenti di Showfoto. Per avere notizie sui nuovi rilasci e altre informazioni relative a Showfoto puoi anche visitare la pagina Web di Showfoto.

1.1.4 Farsi coinvolgere

Ci sono molti modi di partecipare allo sviluppo di Showfoto. Non c’è bisogno di essere svilup- patori di software. Puoi aiutare con la documentazione, la traduzione e la progettazione dell’in- terfaccia utente, o solo contribuire delle buone idee alla lista dei desideri. Puoi anche partecipare provando il codice durante lo sviluppo e tenendoti in contatto con gli sviluppatori. Ovviamente,

13 Manuale di Showfoto se sei uno sviluppatore di software, puoi aiutare a rendere Showfoto l’applicazione per immagini digitali migliore del mondo. Il modo migliore per partecipare a Showfoto è iscriversi alla mailing list degli sviluppatori. Istruzioni per iscriversi alla mailing list degli sviluppatori di Showfoto

1.2 Formati d’immagine supportati

1.2.1 Introduzione

Showfoto fa affidamento su diverse librerie e pacchetti di supporto per caricare e salvare i for- mati delle immagini; quali di questi sono disponibili dipende dalla disponibilità delle librerie nel tuo sistema e, in alcuni casi, dal modo in cui sono state compilate. Nella maggior parte delle distribuzioni troverai che un’ampia gamma di formati è visualizzabile in Showfoto. A causa di questa dipendenza da altre librerie non è possibile dare un elenco completo di tutti i formati che saranno disponibili sul tuo sistema; come minimo ci dovrebbero essere JPEG, PNG e TIFF. Showfoto visualizza solo i file in formati che è in grado di comprendere. Lo fa guardando l’esten- sione dei file, confrontandola con un elenco predefinito. Se l’estensione è nell’elenco, Showfoto visualizzerà il file nella Vista dell’immagine, grazie all’appropriata libreria che è installata. Per cambiare l’elenco delle estensioni dei file che Showfoto accetterà vedi per maggiori dettagli la sezione sulla configurazione. Quasi tutte le macchine fotografiche digitali salvano le foto in uno di questi due formati: JPEG o TIFF. Molte macchine fotografiche ti permettono di selezionare quale di questi due usare. Puoi trovare una descrizione completa di questi formati su Wikipedia; Showfoto li supporta entrambi.

1.2.2 Compressione di immagini statiche

La compressione delle immagini è l’applicazione degli schemi di compressione dei dati su im- magini digitali. Viene eseguita attraverso la riduzione della ridondanza dei dati dell’immagine, per poter salvare o trasmettere i dati in maniera efficiente. La compressione delle immagini può essere con o senza perdita. I metodi di compressione senza perdita sono sempre preferiti a causa del loro alto valore di preservazione per scopi di archivia- zione, prima di applicare delle trasformazioni come il taglio, il ridimensionamento, le correzioni al colore eccetera. Ciò perché i metodi di compressione con perdita, soprattutto se usati a bassa densità di bit, introducono degli artefatti con la compressione. I metodi con perdita sono adatti alle immagini naturali, come le fotografie, in applicazioni dove delle piccole (a volte impercetti- bili) perdite di fedeltà sono accettabili in cambio di una sostanziale riduzione della dimensione dei file; va bene anche per pubblicare le immagini su Internet.

1.2.3 JPEG

JPEG è un formato compresso, che vende parte della qualità dell’immagine per mantenerne ri- dotte le dimensioni. La maggior parte delle fotocamere digitali salva le sue immagini in questo formato, a meno che non gli venga specificato diversamente. Un’immagine JPEG viene salvata usando una compressione con perdita, ma tu puoi variarne il valore. Questo ti permette di sce- gliere tra una compressione minore e una miglior qualità dell’immagine, oppure una maggior compressione, con peggior qualità. L’unica ragione per scegliere una compressione maggiore è che essa crea un file più piccolo, cosicché tu possa salvare più immagini; queste sono anche più facili da inviare per posta elettronica e da pubblicare sul Web. La maggior parte delle macchine fotografiche ti danno due o tre scelte, corrispondenti a buono, migliore e ottimo, tuttavia i nomi possono variare.

14 Manuale di Showfoto

È supportato anche JPEG 2000, che produce dei risultati migliori in confronto con JPEG se usato lo stesso rapporto di compressione. La versione 2000 ha l’opzione di essere senza perdita, se ciò viene specificato nelle impostazioni.

1.2.4 TIFF

TIFF è ampiamente accettato, ed è ben supportato come formato delle immagini. Normalmente i file TIFF possono essere salvati dalla fotocamera in forma non compressa oppure compres- sa, usando in questo caso un algoritmo di compressione senza perdita (Deflate). Mantiene una migliore qualità delle immagini, ma al prezzo di file molto più grandi. Alcune macchine foto- grafiche ti permettono di salvare le tue immagini in questo formato, che è popolare grazie al suo algoritmo di compressione senza perdita. Il problema è però che è stato modificato da così tante persone che ce ne sono ora circa 50 variazioni, e non tutte sono riconosciute dai programmi.

1.2.5 PNG

PNG è un formato di immagini che è stato sviluppato in sostituzione di diversi vecchi formati usati negli anni 90. È un formato senza perdita come TIFF, ma è molto più compatto e ti fa rispar- miare spazio su disco. Sebbene sia improbabile che la tua macchina fotografica supporti PNG, qualcuno preferisce convertire le sue foto in PNG non appena le mette sul computer. Al contrario di JPEG, le immagini PNG non perdono in qualità ogni volta che le ricodifichi dopo una modi- fica. Showfoto supporta completamente le immagini PNG, e l’estensione di elaborazione non interattiva delle immagini può convertire una serie di immagini da qualsiasi formato supportato a PNG (o in qualunque altro) in un colpo solo. PNG è un formato estensibile per il salvataggio compresso, portabile e senza perdita per imma- gini non vettoriali. PNG è un sostituto di GIF senza brevetti, e può anche rimpiazzare TIFF in molti degli usi comuni. PNG è progettato per funzionare bene nelle applicazioni in rete, come il World Wide Web, e perciò è possibile inviarlo in flusso con un’opzione per la visualizzazione progressiva, inoltre può salvare i dati di gamma e di cromaticità per ottenere una resa migliore dei colori su diverse piattaforme. PNG supporta la profondità a 8 e a 16 bit per colori e pixel. È il formato di file perfetto per archiviare le tue foto; per maggiori informazioni su questo formato vedi la pagina Web di PNG.

1.2.6 PGF

´´Progressive Graphics File´´ è un altro formato di immagine non molto conosciuto, ma aperto. È basato su «ondine» (wavelet in originale), e permette la compressione dei dati sia con perdita che senza. PGF si confronta bene con JPEG 2000, ma è stato sviluppato per la velocità (compres- sione/decompressione) piuttosto che per essere quello con il miglior rapporto di compressione. Alla stessa dimensione un file PGF ha un aspetto decisamente migliore rispetto ad uno JPEG, ri- manendo inoltre molto buono nel caricamento progressivo. Sarebbe quindi molto indicato per la rete, ma attualmente pochi browser possono visualizzarlo. Per maggiori informazioni su questo formato vedi la pagina di libPGF.

1.2.7 RAW

Alcune macchine fotografiche, tipicamente le più costose, ti permettono di salvare le immagini in formato RAW (grezzo). Questo in realtà non è affatto uno standard, è diverso per ogni marca di macchine fotografiche. Le immagini in formato RAW contengono tutti i dati raccolti direttamen- te dal sensore delle immagini della macchina, prima che il software della macchina fotografica applichi cose come il bilanciamento del bianco, la regolazione della nitidezza, eccetera. Salvare le fotografie nel formato RAW della macchina fotografica ti permette di modificare le imposta- zioni, come il bilanciamento del bianco, dopo che la foto è stata scattata. La maggior parte dei

15 Manuale di Showfoto fotografi professionisti usa il formato RAW, perché offre loro la massima flessibilità, tuttavia i file immagine RAW possono essere molto grandi. Se vuoi saperne di più sui formati di immagine RAW, visita questa guide molto utili: Wikipedia, The Luminous Landscape, e Cambridge in Colour. Puoi convertire le immagini dal formato grezzo in JPEG, PNG o TIFF con Showfoto, usando l’editor delle immagini. Showfoto supporta il caricamento delle immagini RAW solo attraverso la libreria Libraw, che è inclusa in Showfoto e che supporta più di 800 formati di file grezzi. Tutte le macchine fotografiche supportate sono elencate in fondo alla pagina Web di Dave Coffin. La tabella qui sotto mostra una breve lista dei file grezzi supportati da Showfoto:

Formati di file RAW Descrizione Formati di file RAW delle fotocamere CRW, CR2 digitali Canon Formato di file RAW delle fotocamere NEF digitali Nikon Formato di file RAW delle fotocamere ORF digitali Olympus Formato di file RAW delle fotocamere RAF digitali Fuji RWL Formato file RAW della fotocamera Leica Formato di file RAW delle fotocamere PEF, PTX digitali Pentax Formato di file RAW delle fotocamere X3F digitali Sigma Formati di file RAW delle fotocamere DCR, KDC, DC2, K25 digitali Kodak Formato di file RAW delle fotocamere SRF, ARW, MRW, MDC digitali Sony/Minolta Formato di file RAW delle fotocamere RAW digitali Panasonic, Casio e Leica Formato di file RAW di Adobe (Negativo DNG (CS1, HDR) Digitale) BAY Casio RAW (Bayer) Formato di file RAW delle fotocamere ERF digitali Epson FFF Formato RAW Imacon/Hasselblad MOS Fotografie RAW CREO PXN RAW Fotoman RDC Formato RAW Ricoh

16 Manuale di Showfoto

Capitolo 2

La barra laterale di Showfoto

2.1 La barra laterale destra di Showfoto

2.1.1 Introduzione alla barra laterale destra La finestra principale di Showfoto ha una barra laterale a destra, che fornisce importanti infor- mazioni ed azioni sulle immagini selezionate; la stessa barra laterale è disponibile nell’Editor di immagini di Showfoto. Può essere visualizzata facendo clic rispettivamente su una delle otto schede: • Proprietà: le proprietà dei file e delle immagini, i parametri di scatto fondamentali. • Metadati: i dati EXIF, i Makernotes, gli IPTC e gli XMP. • Colori: gli istogrammi ed i profili ICC incorporati. • Mappe: l’oggetto Marble, che mostra la localizzazione GPS. • Didascalie: i commenti, le impostazioni della data e dell’ora, le etichette, i tag, le valutazioni ed i metadati selezionati. • Versioni : la cronologia dell’immagine. • Filtri: i filtri da applicare alla selezione nella finestra principale. • Strumenti : una vista contestuale opzionale, dedita a raggruppare per categoria tutti gli strumenti principali disponibili.

Fare clic più volte sulla stessa scheda farà estendere o richiudere la barra laterale sul bordo.

2.1.2 Le proprietà

La barra laterale delle proprietà mostra le informazioni essenziali sull’immagine selezionata, che per lo più si spiegano da sé. Sono raggruppate nelle sezioni seguenti:

• Proprietà dei file: informazioni relative al filesystem • Proprietà dell’immagine: mostra le proprietà dell’immagine e del formato, come le dimensioni, la compressione, la profondità dei colori eccetera • Proprietà della fotografia: mostra un riassunto dei parametri più importanti dello scatto della fotografia. Questi dati sono presi dai campi dei dati EXIF o XMP, se sono disponibili. • Proprietà di Showfoto: una vista opzionale per mostrare un riassunto dei valori più importanti impostate nella banca dati di Showfoto.

17 Manuale di Showfoto

2.1.3 Metadati

I metadati sono dati sulle immagini o sui file, come dati tecnici delle impostazioni della foto- camera durante lo scatto, informazioni dull’autore, diritti d’autore, parole chiave, didascalie e coordinate del luogo di scatto. La barra laterale dei metadati è composta da quattro sotto-schede: EXIF, Makernote, IPTC e dati XMP. Sulla sinistra, due pulsanti ti permettono di scegliere tra una visualizzazione dei dati completa oppure una semplificata, mentre in mezzo troverai un’icona di un disco che serve per salvare i metadati sul disco. Lì vicino ci sono un’icona per stampare e un’altra per copiare - fanno proprio questo: stampano o copiano la rispettiva scheda dei metadati negli appunti. Una funzione molto carina è la casella di ricerca al volo nella parte bassa delle schede dei meta- dati. Come scrivi qualcosa, i metadati sono subito filtrati fino a quando non restringi la ricerca e trovi quello che vuoi. È un modo veloce di accedere a informazioni specifiche. I metadati, come mostrate in queste quattro schede, possono essere modificati e migliorati in molti modi altrove:

• con l’interfaccia della fotocamera • l’editor di metadati • lo strumento di geolocalizzazione • copiando la banca dati dei metadati nei file. • copiando i metadati del file nella banca dati

Le schede dei metadati

2.1.3.1 Tag EXIF

2.1.3.1.1 Che cos’è EXIF EXIF sta per Exchangeable image file format, un formato che è stato progettato specificamente per le fotocamere digitali. Permette di memorizzare una grossa quantità di informazioni sulla fotografia, che descrivono la fotocamera che ha scattato l’immagine insieme con le sue impo- stazioni (ora e giorno inclusi) in uso al momento in cui l’immagine è stata scattata. Può anche includere una miniatura in linea. Il formato EXIF contiene un insieme di sezioni indice chiamate Image File Directories (IFD). Le sezioni che comunemente si trovano in un generico file EXIF sono le seguenti:

• Informazioni sull’immagine: contiene informazioni generiche sull’immagine. • Miniatura incorporatacontiene informazioni sull’immagine di anteprima incorporata. • Informazioni sulla foto: contiene informazioni estese generiche sulla fotografia. • Interoperabilità: contiene informazioni per supportare l’interoperabilità tra diverse implementazioni di EXIF.

2.1.3.1.2 Come usare il visore EXIF Puoi rivedere le informazioni EXIF incorporate per l’immagine selezionata dalla prima scheda della barra laterale. Il Visore EXIF è puramente informativo:nulla di ciò che puoi farci può cam- biare le sezioni EXIF. Se ci sono più dati dello spazio disponibile, semplicemente scorri in giù la rotellina del mouse. Puoi usare due livelli diversi per visualizzare le sezioni dei marcatori EXIF:

18 Manuale di Showfoto

• Semplice: visualizza solo i marcatori EXIF più importanti della fotografia. • Completo: visualizza tutti i marcatori EXIF.

Alcuni produttori, come Canon, Fujifilm, Niko, Minolta e Sigma aggiungono ulteriori sezioni EXIF. Queste contengono note specifiche sul produttore e sul modello di fotocamera, e saranno mostrate nella scheda Makernote.

2.1.3.2 Tag Makernote

2.1.3.2.1 Che cos’è Makernote Lo standard EXIF definisce un tag Makernote che permette ai produttori della fotocamera di mettere nel file qualsiasi formato personalizzato di metadati. Questo viene usato sempre più dai produttori per memorizzare una miriade di impostazioni della fotocamera non elencate nello standard EXIF, come le modalità di scatto, le impostazione di post-produzione, il numero di serie, le modalità di fuoco ecc., ma questo formato di tag è proprietario e specifico del produttore.

2.1.3.2.2 Come usare il visore Makernote Puoi esaminare le informazioni Makernote incorporate dell’immagine selezionata in questa sche- da della barra laterale. Il Visore Makernote è puramente informativo: nulla di ciò che puoi farci può cambiare le sezioni Makernote. La Vista Makernote in Azione

2.1.3.3 Tag IPTC

2.1.3.3.1 Che cos’è IPTC Lo International Press Telecommunications Council è un consorzio delle maggiori agenzie di notizie e dei maggiori fornitori di notizie del mondo. Esso sviluppa e mantiene gli standard tecnici per uno scambio migliorato delle notizie che sono usate virtualmente da ogni maggiore organizzazione di notizie del mondo. Lo IPTC fu stabilito nel 1965 da un gruppo di organizzazione d’informazione per la salvaguardia degli interessi delle telecomunicazioni della stampa mondiale- Fino dai tardi anni del 1970 le attività dell’IPTC si sono focalizzate principalmente sullo sviluppo e la pubblicazione di standard industriali per l’interscambio delle informazioni. In particolare, lo IPTC definì un insieme di attributi per i metadati che può essere applicato alle immagini. Questi furono originariamente definiti nel 1979 e rivisti significativamente nel 1991 per essere il ´´Modello di Interscambio di Informazioni´´ (IIM), ma il concetto avanzò realmente nel 1994 quando Adobe definì una specifica per incorporare davvero i metadati nelle immagini digitali - conosciuto come ´´Intestazione IPTC´´.

2.1.3.3.2 Come usare il visore IPTC Puoi esaminare le informazioni IPTC incorporate dell’immagine selezionata in questa scheda della barra laterale. Il Visore IPTC è puramente informativo: nulla di ciò che puoi farci può cambiare le sezioni IPTC. Il Visore IPTC in Azione

2.1.3.4 Tag XMP

2.1.3.4.1 Che cos’è XMP Da fare

19 Manuale di Showfoto

2.1.3.4.2 Come usare il visore XMP Da fare

2.1.4 Colori

La barra laterali dei colori ha due sotto-schede, Istogramma e Profilo ICC. Qui trovi un po’ di dettagli in più sulla gestione del colore

2.1.4.1 Visore Istogramma

L’istogramma di un’immagine mostra l’ammontare di ogni colore che è presente e la loro dif- ferente ampiezza nell’immagine. Se la tua fotografia ha un colore dominante potresti essere in grado di vedere cosa c’è di sbagliato osservando l’istogramma. Il visore Istogramma mostra la distribuzione statistica dei valori dei colori nell’immagine cor- rente. È una cosa puramente informativa: nulla di quello che ci fai causerà dei cambiamenti all’immagine. Se vuoi fare una correzione dei colori basata sull’istogramma, usa Regola i livelli o Regola curve nell’Editor d’immagine. Un’immagine può essere scomposta nei canali di colore Rosso, Verde e Blu. Il canale Alfa è un livello nell’immagine che supporta la trasparenza (come le immagini PNG e GIF). Ogni canale supporta una gamma di livelli di intensità da 0 a 255 (valori interi). Perciò, un pixel nero è codificato da 0 su tutti i canali dei colori, mentre uno bianco da 255 su tutti i canali. Un pixel trasparente è codificato da 0 sul canale alfa, mentre uno opaco da 255. il visore Istogramma ti permette di vedere ogni canale separatamente:

• Luminosità: mostra la distribuzione dei valori di luminosità. • Rosso, Verde, Blu:mostrano la distribuzione dei valori di luminosità nei rispettivi canali. • Alfa: mostra la distribuzione dei valori di opacità. Se il livello è completamente opaco o completamente trasparente, l’istogramma consisterà di una singola barra all’estremo sinistro o destro. • Colori: mostra gli istogrammi sovrapposti del Rosso, del Verde e del Blu, cosicché puoi vedere in una sola vista tutte le informazioni sulla distribuzione dei colori.

Con l’opzione Scala puoi determinare se l’istogramma verrà mostrato usando un’asse Y logarit- mico o lineare. Per le immagini fatte con una fotocamera digitale, il modo Lineare è generalmen- te il più utile. Ad ogni modo, per immagini che contengono aree sostanziali a colore costante, un istogramma Lineare sarebbe spesso dominato da una singola barra. In questo caso, la scala Logaritmica sarà più utile. Se vuoi, puoi restringere l’analisi del campo Statistiche mostrato sul fondo della finestra ad un’ampiezza limitata di valori. Puoi impostare i limiti in due modi:

• Fai clic e trascina il puntatore attraverso l’area mostrata dall’istogramma, dal livello più basso al più alto che vuoi nell’intervallo. • Usa i pulsanti sotto l’area dell’istogramma. La voce a sinistra è il limite più basso, mentre quella destra è quello più alto.

Le statistiche mostrate sotto il visore Istogramma descrivono la distribuzione dei valori dei canali, ristretti agli intervalli selezionati. Questi sono:

• Il numero di pixel nell’immagine.

20 Manuale di Showfoto

• Il numero i cui valori rientrano nell’intervallo selezionato. • La media. • La deviazione standard. • La mediana della porzione di istogramma selezionata. • La percentuale i cui valori rientrano nell’intervallo selezionato. • La profondità di colore dell’immagine. • Il canale alfa dell’immagine. • La sorgente dell’istogramma, sia Immagine completa che Regione dell’immagine, se hai selezionato un’area dell’immagine nell’editor.

2.1.4.2 Come usare un Istogramma

Gli istogrammi sono mezzi grafici per stabilire l’accuratezza di un’immagine mostrato sullo schermo. Il grafico rappresenta le tre regioni della luminosità della foto:

• (1) : i toni scuri sulla sinistra. • (2) : i toni medi al centro. • (3) : i toni luminosi sulla destra.

Example 2.1 Un istogramma dell’immagine in modalità Tutti i colori

La distribuzione del grafico, dove i picchi e rigonfiamenti sono raggruppati, indica se l’immagine è troppo scura, troppo chiara o ben bilanciata. Con una foto sottoesposta l’istogramma avrà una distribuzione della luminosità che tende ad essere per lo più nella parte sinistra del grafico.

Example 2.2 Una foto sottoesposta

Con una foto sovraesposta l’istogramma avrà un rigonfiamento nella distribuzione della luminosità nella parte destra del grafico.

Example 2.3 Una foto sovresposta

Con una foto correttamente esposta, l’istogramma avrà una distribuzione della luminosità che sarà più marcata nella parte centrale del grafico.

Example 2.4 Una foto correttamente esposta

Importante: non tutte le foto devono mostrare questo rigonfiamento nella parte centrale del loro istogramma, molto dipende dal soggetto della foto. In alcuni casi è giusto che l’istogramma mostri un picco ad una delle estremità o ad entrambe. L’istogramma è un modo affidabile per decidere se una foto è esposta correttamente oppure no. Nel caso l’istogramma mostri una sotto o una sovraesposizione si dovrebbe essere usare lo strumento correzione dell’esposizione per sistemare la foto.

21 Manuale di Showfoto

2.1.5 Le mappe

Ci sono quattro strumenti per la geolocalizzazione in digiKam, e due in Showfoto:

1. La modalità Mappa dell’area dell’immagine visualizza le immagini con i dati GPS su di una mappa a seconda della selezione effettuata nella barra laterale sinistra, ad es. delle immagini nell’album che hai selezionato nella vista Album, delle immagini con certi tag assegnati (che sono selezionati nella vista Tag) o con certe etichette, e così via. È disponibile solo in digiKam. 2. La Vista mappa nella barra laterale sinistra di digiKam, che è lo strumento di ricerca delle immagini in base ai loro dati GPS;, è disponibile solo in digiKam. 3. L’Editor di geolocalizzazione, che è accessibile da Elemento → Modifica la geolocalizzazio- ne... (Ctrl+Shift+G) (da File → Modifica la geolocalizzazione... in Showfoto) e ti permette di impostare e di modificare i dati GPS. 4. La scheda Mappa nella barra laterale destra della quale stiamo qui parlando, che mostra il luogo dell’immagine su di una mappa ed è puramente informativa.

Tutte e quattro sono basati sull’oggetto Marble. Questa scheda mostra una mappa di orientazione, dove troverai un marcatore o una miniatura per indicare la posizione GPS dell’immagine selezionata. Le coordinate GPS e le informazioni sull’orario sono visualizzate sotto all’oggetto. Puoi ingrandire o rimpicciolire con la rotellina del mouse, sia ruotandola sia tenendola premuta e trascinando; sposta la mappa tenendo premuto il pulsante sinistro del mouse. Per spostarti nella mappa fai riferimento al capitolo 2 del manuale di Marble. Il significato del ‘GPS’, delle funzioni e dei pulsanti che si applicano a tutte e tre le parti di geolocalizzazione è descritto nel capitolo sull’editor di geolocalizzazione di questo manuale. Questo si applica al menu contestuale sulla mappa ed alle file di pulsanti sotto la mappa, tranne all’ultimo. Per le informazioni sui vari servizi di mappa puoi usare il menu a cascata sotto la fila dei pulsanti: scegli un servizio, quindi fai clic il pulsante Vedi-altre-informazioni-su-Internet sulla destra. Le informazioni relative alla posizione sono di fatto memorizzate nei tag EXIF; questo permette ad ogni applicazione in grado di interpretare i dati GPS EXIF di poter leggere la posizione.

2.1.6 Le didascalie

2.1.6.1 Introduzione

Questa scheda della barra laterale serve ad applicare e a modificare gli attributi dell’immagine, come le didascalie, i voti, le date ed i tag. Gli attributi sono salvati nella banca dati associata, nei campi IPTC ed EXIF, e diventano parte dell’immagine. Essi sono accessibili in una vista della barra laterale, come mostrato nella schermata sotto. Durante la lettura dell’immagine l’ordine di priorità è: 1) banca dati, 2) IPTC e 3) EXIF. Perciò se ci sono discrepanze tra alcuni di questi sarà considerato questo ordine, ed i dati verranno sincronizzati. La barra laterale ha in alto un campo di navigazione con pulsanti del tipo primo-precedente-successivo-ultimo se viene visualizzata nell’applicazione principale.

Example 2.5 esempio di commenti e di tag nella barra laterale

22 Manuale di Showfoto

2.1.6.2 Vista dei commenti

La vista delle didascalie può essere usata per scrivere o per inserire una didascalia di dimensioni illimitate (vedi nota sotto). Il testo è compatibile UTF-8, il che vuol dire che sono permessi tutti i caratteri. Le didascalie vengono copiate nei campi EXIF e IPTC, per poter essere usate da altre applicazioni.

CAUTELA I dati IPTC supportano soltanto i caratteri ASCII, che sono limitati a 2000 (vecchia norma americana). Tutti i testi saranno tagliati dopo 2000 caratteri, e i caratteri speciali saranno storpiati. Se vuoi usare il campo delle didascalie IPTC in altre applicazioni dovresti rispettare questi limiti.

Dopo che hai commentato, scegli o il pulsante Applica o vai direttamente all’immagine successiva, e la didascalia sarà salvata. Accanto al pulsante Applica c’è un pulsante Di più. Da esso puoi scegliere o di leggere i metadati dal file selezionato e trasferirli alla banca dati, o, all’inverso, di scrivere i metadati nei file (que- st’ultimo viene attuato comunque, se hai scelto un’impostazione per salvare sempre i metadati nelle immagini).

2.1.6.3 Data e ora

Nella sezione Data e ora, che indica il momento dello scatto della fotografia, puoi cambiare tutti i valori. Dalla casella combinata della data si apre un calendario, e puoi anche riscrivere diret- tamente la casella numerica dell’ora. La data viene copiata nel campo EXIF ‘Date and Time’. Se devi cambiare la data e l’ora di creazione di un certo numero di immagini hai a disposizione un metodo più comodo (che richiede le estensioni KIPI). Quest’ultima opzione può essere trovata sotto Immagine → Regola data e ora: seleziona le immagini da modificare nella vista principale, e chiama lo strumento.

2.1.6.4 Voto

La sezione Voto visualizza uno schema di voto da zero a cinque stelle, che può essere usato nelle ricerche e nei riordinamenti. Può essere applicato con un singolo clic del mouse sulle cinque stelle nella barra laterale, o con la scorciatoia da tastiera Ctrl-0...5. Il voto della barra laterale viene sempre applicato a un’immagine alla volta. Per dare un voto ad un certo numero di immagini, selezionale e fai apparire il menu contestuale (fai clic con il tasto destro del mouse) per applicare un voto comune. Il voto viene quindi trascritto nel campo di dati IPTC ’Urgency’. La codifica segue lo schema della tabella seguente:

Voto di Showfoto Urgency di IPTC - 8 * 7 * 6 ** 5 *** 4 **** 3 **** 2 ***** 1

23 Manuale di Showfoto

2.1.6.5 Albero dei tag

La vista Tag mostra un riquadro di ricerca a filtro adattativo dei tag, l’albero dei tag ed una casella combinata contenente i tag applicati in precedenza nella presente sessione di Showfoto. L’albero dei tag sarà adattato dinamicamente in funzione della parola di ricerca mentre la scrivi nel riquadro. È quindi facile ridurre rapidamente il numero di possibilità quando cerchi un tag. Ovviamente, questa funzionalità è utile solo se hai molti tag. La casella combinata in fondo è un’altra funzionalità ergonomica per classificare facilmente una serie di immagini. Quando applichi diversi tag, essi saranno memorizzati in questo riquadro per potervi accedere rapidamente in seguito. Altrimenti, i tag sono applicati semplicemente segnandone i rispettivi riquadri nell’albero. Tutti i tag di un’immagine sono trascritti nel campo di dati IPTC «keyword».

NOTA Nel caso che tu abbia selezionato un certo numero di immagini nella vista principale e spunti un tag nell’albero dei tag, questo viene applicato all’immagine evidenziata, e non a tutta la selezione. Se vuoi applicarlo ad intere selezioni, fai riferimento alla sezione sui filtri.

2.1.6.6 La vista Informazioni

Da fare

2.1.7 La vista Versioni

La scheda Versioni mostra la cronologia e le versioni salvate di una fotografia. Con i tre bottoni nell’angolo in alto a destra puoi scegliere tra una semplice lista di versioni salvate, una vista ad albero ed una vista combinata che mostra le versioni insieme con le azioni eseguite con le fotografie selezionate. La vista ad albero mostra le versioni genitore e figlia dell’immagine selezionata. Qui la seconda e la quinta versione derivano direttamente dall’immagine originale, la terza e la quarta sono figlie della seconda. La lista combinata mostra le versioni insieme alle azioni ed ai filtri ad essi applicati. Qui la secon- da versione è stata creata ridimensionando l’originale, applicandogli la maschera di contrasto, correggendo il bilanciamento del bianco ed infine aggiungendo una cornice con lo strumento bordo. Le versioni figlie sono raggruppate in versioni derivate e versioni correlate; queste ultime si originano se modifichi l’originale e salvi le modifiche con Salva come una nuova versione. Per imparare come controllare che cosa è memorizzato come versione separata e quali versioni sono visualizzate nell’area dell’immagine, vedi impostazioni sulle versioni dell’immagine.

2.1.8 I Filtri

La scheda dei Filtri viene usata per limitare l’insieme delle immagini visualizzate nell’area del- l’immagine. Normalmente si usa la barra laterale sinistra con le sue diverse viste per limitare le immagini visualizzate ad esempio al contenuto di un album, oppure alle immagini con una de- terminata etichetta loro assegnata. La scheda dei Filtri nella barra laterale destra offre una serie di filtri, e se uno di questi è riempito, selezionato o marcato, verrà visualizzata nell’area delle immagini solo l’intersezione delle due selezioni. Per esempio, supponiamo di avere un tag chiamato «pubblico», usato su tutte le immagini tranne su quelle private; puoi quindi spuntare il tag «pubblico» nella barra laterale destra per nascon- dere le immagini private (tutte quelle che non hanno il «pubblico»). Da qualsiasi modalità di

24 Manuale di Showfoto visualizzazione usi, dalla barra laterale sinistra verranno visualizzate solo le immagini pubbli- che. Un altro tipico esempio è la selezione di un sottoinsieme di tag in un albero gerarchico: supponiamo di voler visualizzare «rosso» e «verde» da un albero di tag contenente sette colo- ri diversi come sotto-tag: ti basterà fare clic sul tag «colore» nella vista principale, e spuntare «rosso» e «verde» nella barra laterale destra. Puoi anche usare una combinazione di filtri, ma qui bisogna guardare un po’ più da vicino: i filtri principali, ed anche i vari tipi di etichette nel Filtro delle didascalie (colore, preleva e valutazione), sono connessi da un AND booleano. Questo significa che devono andar bene alle immagini visualizzate tutti i filtri selezionati: se selezioni «JPG» nel filtro del tipo MIME, e «rosso» nel filtro delle etichette, verranno visualizzate solo quelle fotografie della selezione della barra laterale sinistra che sono in formato JPG e che sono etichettate con «rosso». D’altra parte, i tag nel filtro dei tag e le etichette individuali sono connesse da un OR booleano, come potresti aver già notato nell’esempio pubblico/privato qui sopra. Questo significa che se selezioni più di un tag nel filtro dei tag, verranno visualizzate tutte le immagini a cui è stato applicato almeno uno di questi (a meno che non siano regolate anche da uno degli altri filtri). Un altro uso è l’applicazione di tag mediante trascinamento. Poniamo che, con l’aiuto della barra laterale sinistra, hai scelto un certo numero di immagini nella vista principale a cui applicare un tag, e che siano visualizzate nell’area dell’immagine. Se il tag esiste già, trascinale semplicemente dalla barra laterale destra su una delle icone: ti apparirà una finestra in cui ti viene chiesto se vuoi applicarlo solo su questa voce, su tutte, oppure, se ci sono più icone selezionate (evidenziate), sugli elementi selezionati. Filtri sui tag nella barra laterale Nell’esempio qui sopra, la finestra principale mostra le immagini ad una data del calendario, il filtro sui tag è impostato a «vecchitempi», e questo riduce l’insieme a tre immagini. Nel filtro testuale ho digitato ‘Funerale’, e questo lascia solo l’immagine dell’unico carro funebre dei vecchi tempi della mia raccolta. Un tag viene quindi trascinato dal Filtro dei tag e rilasciato sopra l’icona, e una finestra a comparsa chiede se il tag debba essere applicato solo su questo elemento o su tutti (quelli visualizzati). Nota che il filtro testuale ha una piccolo menu a cascata per selezionare quale informazione del- l’immagine debba essere inclusa nella ricerca, e che il filtro delle didascalie ne ha uno per scegliere se vuoi una certa valutazione o un intervallo.

2.1.9 La vista degli strumenti

La vista degli strumenti nella barra laterale destra ospita l’elenco delle azioni disponibili per elaborare le azioni sulla selezione; essa è una vista ad icone ordinata per categorie di strumenti. Questa vista dà una rapida anteprima di tutte le azioni del menu principale, per esempio puoi regolare la dimensione dell’immagine attuale con lo strumento pertinente di ritaglio dell’editor delle immagini.

2.1.9.1 La barra laterale degli strumenti dell’Editor delle immagini

25 Manuale di Showfoto

Capitolo 3

Usare Showfoto

3.1 Procedura per il fotoritocco

3.1.1 Strumenti di fotoritocco ed elaborazione

3.1.1.1 Una proposta per una procedura standard

Quando si effettua una procedura di base, le aree primarie da considerare sono:

1. Esposizione: Bilanciamento del bianco 2. Colore: Bilanciamento del bianco 3. Punti bianco e nero: Bilanciamento del biancoo Regolazione dei livelli 4. Contrasto: Regolazione delle curve 5. Saturazione: Bilanciamento del biancoo Vivido Tonalità/Saturazione/Luminosità 6. Ridimensionamento (interpolazione): Cambiamento di dimensioni 7. Aumento della nitidezza 8. Gestione dei beni digitali (applicare i tag, le didascalie, i voti, la geolocalizzazione, il salvataggio con un nuovo nome)

Per assicurare un’ottima qualità del prodotto finale ti raccomandiamo questa sequenza di passi nel modificare le immagini, in particolare non aumentare mai la nitidezza prima dell’ultimo pas- so. Ti raccomandiamo anche di usare un formato senza perdita per salvare le fotografie, come PNG o TIFF, altrimenti si degraderanno un po’ ogni volta che salverai i risultati. Se puoi per- mettertelo, usa 16 bit per canale per le tue fotografie: se vuoi cambiare lo spazio dei colori, in particolare se vuoi lavorare in CIEL*a*b, sono richiesti 16 bit per canale per evitare gli effetti del troncamento. Se scambi i passi 4 e 5, che è possibile se il contrasto iniziale è già molto buono, puoi fare le prime quattro regolazioni nel medesimo strumento, il Bilanciamento del bianco. Molti degli strumenti di cui potresti aver bisogno sono inclusi con Showfoto. Segue la loro descrizione.

26 Manuale di Showfoto

3.1.1.2 Introduzione alle funzionalità dei comuni strumenti di modifica

Tutti gli strumenti dell’editor delle immagini, come quelli per l’aumento della nitidezza, la sfo- catura, la riduzione dei disturbi, la rimessa a fuoco, la maschera di contrasto eccetera, usano uno stile di finestra comune, che mostra l’anteprima dell’effetto prima di applicare il filtro all’immagi- ne attuale. Qui sotto vedi lo strumento ‘Applica trama’in azione usando questo schema comune di finestra:

Example 3.1 Lo strumento Applica trama in azione

• (1): i sette pulsanti in alto a sinistra selezionano lo stile di modalità di confronto dell’area di anteprima. Le modalità sono: – Immagine originale. – Separa verticalmente senza duplicato. L’area a sinistra mostra l’originale mentre quella a destra mostra il filtro applicato alla continuazione dell’ingrandimento selezionato. – Separa orizzontalmente senza duplicato. L’area in alto mostra l’originale mentre quella in basso mostra il filtro applicato alla continuazione dell’ingrandimento selezionato. – Separa verticalmente. L’area a sinistra mostra l’originale e quella a destra l’effetto del filtro per il confronto. – Separa orizzontalmente. L’area in alto mostra l’originale e quella in basso l’effetto del filtro per il confronto. – Anteprima dell’effetto. Questa è un’anteprima in diretta senza confronto. – Stile «passaggio del mouse»: anteprima quando il mouse è fuori dall’anteprima (nell’area delle impostazioni), altrimenti mostra l’originale. • (2): ci sono due pulsanti che possono essere attivati per indicare la sovra- o la sottoesposizione. I colori possono essere personalizzati nella pagina di configurazione generale. • (3): il riquadro di selezione dell’anteprima. Fai clic e trascina con il mouse il riquadro mobile per spostarlo nell’immagine. L’area di anteprima a sinistra della finestra verrà aggiornata corrispondentemente. • (4): l’area delle impostazioni del filtro o dello strumento. • (5): nell’angolo in basso a sinistra: c’è un pulsante di aiuto e uno per ripristinare ai valori predefiniti (tutte le impostazioni vengono ricordate dall’ultimo uso dello strumento). • (6): c’è un indicatore di avanzamento per gli strumenti con calcoli complicati.

3.1.1.3 Gli strumenti di Showfoto • Colore dell’immagine – Profondità di codifica – Convertitore degli spazi dei colori – Correzione automatica – Luminosità, contrasto, gamma – Tonalità/saturazione/luminosità – Bilanciamento dei colori – Regolazione dei livelli – Bilanciamento del bianco, esposizione, saturazione – Regolazione delle curve – Mixer dei canali

27 Manuale di Showfoto

– Bianco e nero – Simulazione della pellicola infrarossa – Negativo a colori • Miglioramento delle immagini – Nitidezza (aumento della nitidezza, maschera di contrasto, rimessa a fuoco) – Strumento di sfocatura – Rimozione degli occhi rossi – Reintegrazione fotografica – Contrasto locale – Riduzione del rumore – Correzione dei pixel bruciati – Correzione della distorsione lenticolare – Restauro fotografico – Strumento per la correzione della vignettatura – Strumento Correzione lenticolare automatica • Strumenti di trasformazione delle immagini – Strumento Ritaglio – Cambiare la dimensione – Ridimensionamento liquido – Cambiare la dimensione – Rotazione libera – Regolazione della prospettiva – Strumento di distorsione • Decorazione delle immagini – Aggiungi bordo – Inserisci testo – Applicazione di trame • Filtri per effetti speciali – Effetti dei colori – Aggiunta di grana della pellicola – Simulazione della pittura a olio – Simulazione del disegno a carboncino – Metti in rilievo la fotografia – Effetti di distorsione – Effetti di sfocatura – Aggiungi gocce di pioggia

28 Manuale di Showfoto

3.1.2 Elaborazione dei file di immagini grezze, procedura grezza

Una procedura tipica con Showfoto potrebbe seguire questi passi:

• Configurare la conversione grezza e le preferenze di gestione dei colori: – Ottenere i profili di colore ICC per la macchina fotografica, il visore e la stampante – Configurare Showfoto correttamente definendo uno spazio dei colori di lavoro • Impostazione del punto bianco della macchina fotografica • Demosaicizzazione (include l’interpolazione, il filtraggio dei disturbi e la correzione dell’aberrazione cromatica). • Conversione a uno spazio dei colori • Correzione gamma, mappatura dei toni • Assegnazione del profilo di colore • Espansione a intervallo dinamico (opzionale) • Continua con la procedura standard

Da lì è tutto semplice, seleziona un’immagine grezza e aprila nell’editor. L’oggetto di gestione dei colori sarà visualizzato dopo che l’immagine sarà stata elaborata per regolare la resa dei colori. Senza la gestione dei colori tutte le immagini sono molto scure, questo è normale. Puoi sperimentare i vari profili che hai per selezionare il miglior profilo di input per l’immagine (alcuni tendono a essere molto neutrali, anche un po’ uggiosi, altri danno risultati più saturi, eccetera).

3.1.3 Strumenti di modifica dei colori

3.1.3.1 Profondità di codifica

Qui puoi cambiare la profondità di codifica per canale di colore dell’immagine modificata. La codifica a 8 bit è il normale formato JPEG, quella a 16 bit è più adatta alle immagini di alta qualità, ma questo formato ha bisogno di più spazio e tempo di calcolo, ed è attualmente disponibile solo per i formati PNG, PGF, TIFF e JPEG-2000.

3.1.3.2 Gestione dei colori

Questo strumento permette di convertire l’immagine da uno spazio dei colori a un altro. Il suo uso è la modifica e l’assegnazione dei profili di colore a un’immagine. Per istruzioni dettaglia- te sull’uso dei profili di colore, fai riferimento al capitolo sulla impostazione della gestione dei colori.

3.1.3.3 Introduzione

Livelli automatici, Normalizza, Equalizza, Stira il contrasto edEsposizione automatica dispo- nibili sotto la voce del menu Correggi → Correzione automatica... cercheranno di indovinare automaticamente i migliori livelli dei colori. Avrai bisogno di fare degli esperimenti con gli effetti di queste funzioni per vedere quale sia meglio per la tua fotografia.

• Livelli automatici: da fare.

29 Manuale di Showfoto

• Normalizza: questo metodo scala i valori della luminosità in tutta l’immagine selezionata in modo che il punto più scuro diventi nero, mentre quello più chiaro sia più luminoso possibile senza alterarne la tonalità. È spesso la ‘bacchetta magica’ per le immagini opache o slavate.

Example 3.2 Anteprima della normalizzazione dei colori

• Equalizza: questo metodo regola la luminosità dei colori in tutta l’immagine selezionata in modo che l’istogramma del canale dei valori sia il più piatto possibile, cioè in modo che ogni possibile valore di luminosità appaia in circa lo stesso numero di pixel di ogni altro valo- re. A volte Equalizza funziona egregiamente migliorando il contrasto di un’immagine, altre volte la rende impresentabile. È un’operazione molto potente, che può sia fare miracoli su un’immagine sia peggiorarla.

Example 3.3 Anteprima dell’equalizzazione dei colori

• Livelli automatici: questo metodo massimizza l’intervallo dei toni nei canali del rosso, del verde e del blu. Determina i valori limite d’ombra e di luce dell’immagine, e regola i canali del rosso, del verde e del blu per ottenere un intervallo completo dell’istogramma.

Example 3.4 Anteprima della correzione con i livelli automatici

• Stira il contrasto: questo metodo migliora il contrasto e la luminosità dei valori RGB di un’im- magine, stirandone i valori minimo e massimo al loro intervallo massimo e regolando tutto quello che c’è in mezzo. Questo si può notare solo nelle immagini slavate, e può essere un buon strumento di correzione per le foto brutte.

Example 3.5 Correzione con lo stiramento del contrasto

Il risultato di qualunque regolazione tu faccia non verrà memorizzato finché non salverai la fotografia.

3.1.3.4 Filtri di conversione in bianco e nero

La fotografia in bianco e nero è sempre stata affascinante per la sua capacità di astrazione. Con l’avvento della fotografia digitale il bianco e nero è diventato un’attività molto semplice, perché le immagini a colori possono essere convertite facilmente in bianco e nero sul computer, fornen- do anche una serie di profili di pellicole classiche. Questo filtro è anche capace di simulare la tradizionale pellicola all’infrarosso.

3.1.3.4.1 L’emulazione delle classiche pellicole in bianco e nero

Showfoto ha un paio di filtri in bianco e nero che puoi usare sulle tue foto. Sotto il menu Colore → Bianco e nero... troverai i classici toni del bianco e nero usati nella fotografia analogica. I controlli sono su quattro elementi a cascata: Pellicola, Filtri lenticolari, Tono e Luminosità, co- me mostrato nella schermata sotto. Le pellicole, i filtri e i toni di colore possono essere applicati indipendentemente l’uno dall’altro (uno sull’altro). I filtri modificano la miscela dei canali RGB, mentre i toni aggiungono soltanto una tinta monocromatica alla fotografia in bianco e nero. Nel- la scheda Luminosità troverai uno strumento per la regolazione del tono (come regolazione di curve), uno strumento per il contrasto e un indicatore di sovraesposizione per migliorare la resa in bianco e nero.

30 Manuale di Showfoto

Example 3.6 Lo strumento del filtro in bianco e nero in azione

La tabella sotto mostra in maggior dettaglio l’effetto di tutti i filtri e tinte.

Anteprima Emulazione della pellicola fotografica Sono disponibili impostazioni specifiche per emulare un certo numero di pellicole fotografiche in bianco e nero famose: Generica Agfa 200X, Agfa Pan 25, Agfa Pan 100, Agfa Pan 400 Ilford Delta 100, Ilford Delta 400, Ilford Delta 400 Pro 3200, Ilford FP4 Plus, Ilford HP5 Plus, Ilford PanF Plus, Ilford XP2 Super, Ilford SPX 200 (infrarosso), Ilford SPX 400 (infrarosso), Ilford SPX 800 (infrarosso) Kodak Tmax 100, Kodak Tmax 400, Kodak TriX, Kodak HIE (infrarosso)

Anteprima Tipo di filtro lenticolare Immagine a colori originale scattata nei paesaggi della Nuova Zelanda. Senza filtro lenticolare: simula l’esposizione in bianco e nero su una pellicola neutra. Filtro verde: simula l’esposizione con pellicola in bianco e nero usando un filtro lenticolare verde. È buono per tutte le immagini sceniche, specialmente per i ritratti fotografati sullo sfondo del cielo. Simile al filtro verde 004 Cokin(tm). Filtro arancione: simula l’esposizione con pellicola in bianco e nero usando un filtro lenticolare arancione. Ciò migliorerà i paesaggi, le scene marine e le fotografie aeree. Simile al filtro arancione 002 Cokin(tm). Filtro rosso: simula l’esposizione con pellicola in bianco e nero usando un filtro lenticolare rosso. Si usa per creare effetti teatrali con il cielo e simula scenari al chiaro di luna di giorno. Simile al filtro rosso 003 Cokin(tm). Filtro giallo: simula l’esposizione con pellicola in bianco e nero usando un filtro lenticolare giallo. È la correzione di tonalità più naturale, e migliora il contrasto. Ideale per i paesaggi. Simile al filtro giallo 001 Cokin(tm).

31 Manuale di Showfoto

Anteprima Tonalità (tinta del colore) Filtro seppia: dà delle luci e dei toni medi caldi, aggiungendo un po’ di freddo alle ombre; molto simile al processo di sbiancare una stampa e sviluppare nuovamente con un inchiostro seppia (tipico per le fotografie della nonna). Simile al filtro seppia 005 Cokin(tm). Filtro marrone: simile al filtro a tono seppia, ma meno pronunciato. Filtro freddo: parte in sottotono e rifà la stampa su una carta in bianco e nero in tono freddo, come la carta da ingrandimento al bromuro. Filtro al selenio: effetto che replica la tradizionale tonalità chimica del selenio fatta nella camera oscura. Filtro al platino: effetto che replica la tradizionale tonalità chimica del platino fatta nella camera oscura.

3.1.3.4.2 Simulazione della pellicola infrarossa

La simulazione della pellicola infrarosso classica (l’effetto viene reso in bianco e nero) è un’in- teressante effetto di alienazione che è anche più forte e più marcato della pura conversione in bianco e nero. Il contrasto ed un tocco astratto vengono migliorati, e questo può sostenere l’e- spressione di fotografo come artista. È come scattare un’immagine in bianco e nero con un filtro rosso sulla lente della fotocamera: le aree che riflettono la luce rossa, come il cielo, saranno mo- strate a bassa densità, scure, mentre quelle che sono eccellenti riflettori della luce rossa, come la maggior parte del fogliame verde, saranno ad alta intensità. Ed i paesaggi innevati sono davvero accentuati. L’algoritmo è basato sul metodo della guida «pellicola all’infrarosso simulata» nel sito web Gim- pGuru.org, disponibile qui. Il filtro cerca di riprodurre la famosa serie di pellicole all’infrarosso Ilford(tm) SFX, che hanno una sensibilità variabile tra 200 e 800 ISO. La parte sinistra della finestra ti permette di selezionare la regione da mostrare nella sezione di anteprima: sposta il rettangolo rosso per visualizzare l’effetto nelle varie parti dell’immagine. La parte in basso fornisce due controlli, «Grana della pellicola» e «Sensibilità ISO»; spunta la casella Aggiungi grana della pellicola se vuoi simulare la struttura granulosa di una pellicola ad alta sensibilità. Il cursore del livello di ISO modifica la quantità di grana della pellicola aggiunta e la predominanza del colore verde (in natura la clorofilla) nel miscelatore di conversione: i verdi pascoli diventeranno bianchi come la neve! Provalo.

NOTA Dato che il filtro mescola i colori dei canali per riprodurre la pellicola infrarosso (particolarmente il ca- nale del verde), non è possibile simulare l’effetto infrarosso da fotografie in bianco e nero, dal momento che l’informazione sul colore è mancante.

Questo è un esempio di pellicola all’infrarosso applicato ad un paesaggio a colori della Nuova Zelanda: l’immagine originale è la (1), mentre quella convertita è la (2). La sensibilità della

32 Manuale di Showfoto pellicola usata per simulare la pellicola all’infrarosso è ISO 400; valori più alti di ISO generano una specie di aura nelle luci. Il filtro ad infrarossi in azione

3.1.3.5 Correggere i colori

Le macchine fotografiche digitali hanno spesso problemi con le condizioni di illuminazione, e non è raro voler correggere il colore, il contrasto e la luminosità di una foto. Puoi provare ad alterare i livelli di diversi aspetti delle tue foto usando gli strumenti del menu Colore, e vedrai riflettersi nell’anteprima ogni regolazione che fai. Quando sei soddisfatto dei risultati premi OK, ed avranno effetto.

Example 3.7 Lo Strumento Bilanciamento del colore in azione

Se l’immagine è slavata (cosa che capita facilmente quando fai foto in piena luce), prova lo stru- mento Tonalità/saturazione/luminosità: ti dà quattro cursori separati da manipolare per la to- nalità, la saturazione, la vividezza e la luminosità. Aumentare la saturazione probabilmente migliorerà l’aspetto dell’immagine, ma in alcuni casi è utile regolare contemporaneamente la luminosità. (La luminosità qui è simile alla luminosità dello strumento Luminosità/contrasto/- gamma, tranne per il fatto che è formata da diverse combinazioni dei canali del rosso, verde e blu). Quando scatti una foto in condizioni di scarsa luminosità potresti ottenere il problema opposto: troppa saturazione. Anche in questo caso lo strumento Tonalità/saturazione è utile, però per ridurre la saturazione invece che per aumentarla. Puoi vedere tutte le regolazioni che fai riflettersi nell’immagine di anteprima. Quando sei soddisfatto dei risultati premi OK, ed avranno effetto.

Example 3.8 Lo strumento Tonalità/saturazione/luminosità in azione

3.1.3.6 Introduzione

Regola curve è il più sofisticato strumento disponibile per regolare la tonalità delle immagini. Avvialo dal menu dell’Editor di immagini Colore → Regola curve...: ti permetterà di trascinare dei punti di controllo su di una curva per creare una funzione libera che associ i livelli di lumi- nosità in ingresso ad altri in uscita. Lo strumento Regola curve può replicare qualsiasi effetto che puoi ottenere sia con Luminosità/contrasto/gamma che con lo strumento Regola livelli, tuttavia è più potente di entrambi. Ma questo strumento può fare anche altro per te: aiutarti a migliorare la qualità dei toni delle tue foto in scale di grigio molto fini. E non dimenticarti che, tanto mi- gliori sono le foto (buona esposizione, formato senza perdita, profondità a 24 o 32 bit), tanto più le puoi migliorare. Vai alla sezione ‘Achieving ultimate tonal quality’ di questa pagina istruttiva: Qualità di tono e intervallo dinamico nelle macchine fotografiche digitali, di Norman Koren. Usa lo strumento Regola curve di per fare esattamente lo stesso! Questo strumento fornisce delle curve visive per modificare i valori di intensità dello strato at- tivo visualizzato come un istogramma non lineare. Nella Modalità a curva liscia modifichi la forma della curva aggiungendo dei nuovi punti alle curve, oppure spostando la posizione degli estremi. Un’altra modalità è quella di disegnare tutta la curva manualmente, nella Modalità a curva libera. In entrambi i casi l’effetto è immediatamente visualizzato nell’area di anteprima dell’immagine a sinistra, nella quale l’anteprima può essere configurata facendo clic sulle icone in alto a sinistra.

33 Manuale di Showfoto

3.1.3.6.1 Usare Regola curve

La finestra dello strumento Regola curve A sinistra vengono visualizzate metà dell’immagine originale e l’anteprima della risultante; que- st’ultima viene aggiornata dinamicamente in base alle impostazioni dell’oggetto. Nella parte destra sono disponibili le seguenti opzioni:

• Modifica il Canale: con questa casella combinata puoi selezionare il canale specifico che sarà modificato dallo strumento: – Luminosità: cambia l’intensità di tutti i pixel. – Rosso: cambia la saturazione del rosso di tutti i pixel. – Verde: cambia la saturazione del verde di tutti i pixel. – Blu: cambia la saturazione del blu di tutti i pixel. – Alfa: cambia la trasparenza di tutti i pixel. • Di fianco a questo riquadro ci sono due icone per selezionare la visualizzazione dell’istogram- ma, che può essere in scala lineare o logaritmica. Per le immagini scattate con una macchina fotografica digitale la modalità lineare è normalmente quella più utile. Tuttavia, nelle immagi- ni che contengono aree estese di colore costante, un istogramma lineare sarà spesso dominato da una sola barra; in questo caso sarà quindi più utile uno logaritmico. • Area principale di modifica delle curve: la barra orizzontale (asse X) rappresenta i valori di input (sono i livelli di valore da 0 a 255). La barra verticale (asse Y) è solo una scala per i colori di output del canale selezionato. La curva di controllo viene disegnata su una griglia, e taglia diagonalmente il diagramma. La posizione X/Y del puntatore viene visualizzata costantemen- te sopra la griglia. Se fai clic sulla curva viene creato un punto di controllo: puoi spostarlo per piegare la curva. Un clic al di fuori della curva crea allo stesso modo un punto di controllo, che viene automaticamente incluso dalla curva. Perciò ogni punto della curva rappresenta un «X», tradotto in un livello di output «Y». • Tipo della curva del canale: sotto l’area di modifica ci sono diverse icone, che determinano se la curva può essere modificata usando una Modalità a curva liscia oppure una a Modalità a curva libera. La modalità liscia impone che il tipo della curva sia una linea liscia in tensione, e dà una resa realistica. La modalità libera ti lascia disegnare la tua curva a mano libera con il mouse: con dei segmenti di curva sparsi sulla griglia il risultato sarà sorprendente, ma poco ripetibile. È disponibile anche un pulsante di reimpostazione ai valori predefiniti. • Se per esempio, sposti un segmento di curva a destra, cioè verso i toni in risalto, vedrai che questi corrispondono a toni di output più scuri, e che i pixel dell’immagine che corrispondono a questo segmento di curva si scuriranno. • Con i canali dei colori, spostando a destra ridurrai la saturazione fino al raggiungimento del colore complementare. Per eliminare tutti i punti di controllo (eccetto gli estremi), fai clic sul pulsante Azzera, mentre per eliminare un solo un punto, spostalo su di un altro. Gioca con le curve e giudica i risultati. Puoi anche solarizzare l’immagine su parte dei suoi toni. Ciò avviene quando la curva è invertita in qualche parte. • Sull’anteprima della foto originale c’è un segno rosso. Se lo metti sopra ad una zona che vuoi modificare verrà disegnata una linea corrispondente sulla griglia delle curve per indicare il valore originale. Crea un punto su quella linea, e spostalo in alto o in basso a tuo piacimento. • Salva come... e Carica...: questi pulsanti servono a fare quello che dicono. Qualsiasi curva che tu abbia impostato può essere salvata su file e caricata più tardi. Il formato di file usato è quello dei livelli di Gimp. • Azzera: questo pulsante reimposta tutti i valori delle curve per tutti i canali.

34 Manuale di Showfoto

Lo strumento delle curve ha diverse funzionalità che facilitano il posizionamento dei punti sul- le curve di controllo. Fare clic col pulsante del mouse nell’anteprima dell’immagine originale produce una barra tratteggiata verticale nell’area del grafico dello strumento delle curve. La posizione della barra corrisponde al valore del pixel sul quale si trova il mouse. Fare clic col pulsante del mouse e trascinare aggiorna interattivamente la posizione della barra verticale. In questo modo è possibile vedere dove sono posizionati i valori di diversi pixel sulla curva di con- trollo; ciò aiuta a scoprire la posizione dei pixel in ombra, di quelli con tono medio e di quelli in risalto. Usando questo metodo ed i tre pulsanti del Selettore del colore del tono verranno creati auto- maticamente dei punti di controllo sulle curve di tutti i canali per i toni in ombra, per i medi e per quelli in risalto. Attiva il selettore del colore che vuoi usare e fai clic sull’area dell’anteprima dell’immagine originale per produrre i punti di controllo su ciascuna delle curve di controllo del rosso, del verde, del blu e della luminosità.

3.1.3.6.2 Regola curve in azione

Sotto puoi vedere una fotografia in bianco e nero corretta nel canale della Luminosità. Sono stati usati gli strumenti di selezione dei toni in ombra e in risalto per determinare le curve da applicare all’originale. L’immagine originale è la (1), quella corretta è la (2). Lo strumento Regola curve in azione

3.1.3.7 Introduzione

Situato tra il più sofisticato strumento di regolazione delle curve e il più semplice strumento di modifica di Luminosità/Contrasto/Gamma dell’editor di immagini c’è questo strumento di re- golazione dei livelli, per migliorare l’esposizione. Sebbene la finestra di questo strumento sembri molto complicata, l’unica parte che ti interessa è l’area Livelli di input, in concreto i tre cursori presenti sotto l’istogramma. Questo strumento contiene un grafico visivo dei valori di intensità dello strato attivo o della selezione (istogramma). Sotto il grafico ci sono cinque cursori su cui si può fare clic, e che possono essere trascinati per limitare e cambiare il livello di intensità dell’immagine. La posizione sinistra del cursore rappresenta le aree scure, e similmente la posizione destra rappresenta quelle chiare.

3.1.3.7.1 Usare lo strumento Regola livelli

La finestra dello strumento Regola livelli In pratica il modo più facile di imparare a usarlo è provare a spostare i tre cursori, e vedere come l’immagine ne viene influenzata. A destra è disponibile un’anteprima sia dell’immagine originale che della risultante. L’anteprima della risultante è aggiornata dinamicamente secondo le posizioni dei cursori. Sulla sinistra, sono disponibili le seguenti opzioni:

• Modifica i livelli per Canale: questa casella combinata permette la selezione del canale specifico che sarà modificato dallo strumento: – Luminosità: questa opzione esegue cambiamenti dell’intensità rispetto a tutti i pixel dell’immagine. – Rosso: questa opzione esegue cambiamenti della saturazione del rosso rispetto a tutti i pixel dell’immagine. – Verde: questa opzione esegue cambiamenti della saturazione del verde rispetto a tutti i pixel dell’immagine. – Blu: questa opzione esegue cambiamenti della saturazione del blu rispetto a tutti i pixel dell’immagine.

35 Manuale di Showfoto

– Alfa: questa opzione esegue cambiamenti della trasparenza rispetto a tutti i pixel dell’immagine. • Imposta la Scala del canale: questa casella controlla la visualizzazione dell’istogramma in scala lineare o logaritmica. Per le immagini fatte con una macchina fotografica digitale, la modalità lineare è normalmente la più utile. Tuttavia, nelle immagini che contengono aree estese di colore costante, un istogramma lineare sarà spesso dominato da una sola barra. In questo caso un istogramma logaritmico sarà più utile. • Livelli di input: i livelli di input permettono di selezionare delle regolazioni manuali per ciascuno degli intervalli. L’area principale è una rappresentazione grafica del contenuto scuro, medio e chiaro dell’immagine. Sono sull’ascissa dal livello 0 (nero) al livello 255 (bianco). Il numero di pixel di un livello è sull’asse delle ordinate. La superficie della curva rappresenta tutti i pixel dell’immagine con livelli (toni) distribuiti su tutto l’intervallo. Un’immagine con un colore blu predominante, per esempio, produrrà un istogramma spostato a sinistra nei canali del verde e del rosso, indicato dalla mancanza di porzioni significative di verde e rosso. Gli intervalli dei livelli possono essere cambiati in tre modi: – Tre cursori: il primo in cima per i toni scuri, il secondo per i toni chiari, e l’ultimo in basso per i toni medi (spesso chiamato valore gamma). – Tre caselle per inserire i valori direttamente. – Tre pulsanti di selezione del colore usando l’anteprima della foto originale per regolare auto- maticamente i livelli di input per i toni in ombra, medi ed in risalto. C’è anche un pulsante di regolazione completamente automatica disponibile di fianco al pulsante di reimpostazione. • Livelli di output: i livelli di output permettono la selezione manuale di un intervallo di output limitato. Qui ci sono anche due cursori che possono essere usati per cambiare interattivamente i livelli di output come i Livelli di input. Questa compressione dell’output potrebbe, per esem- pio, essere usata per creare un’immagine sbiancata come sfondo per qualche altro soggetto da mettere in primo piano. • Auto: questo pulsante esegue un’impostazione automatica dei livelli, basandosi sulle intensità dei pixel dell’immagine. • Salva come... e Carica...: questi pulsanti servono per fare quello che dicono. Qualsiasi livello che tu abbia impostato può essere salvato nel filesystem e caricato più tardi. Il formato di file usato è quello dei livelli di Gimp. • Azzera tutto: questo pulsante reimposta tutti i valori dei Livelli di input e dei Livelli di output per tutti i canali.

Lo strumento Regolazione dei livelli ha diverse funzionalità che facilitano il posizionamento dei cursori dei livelli. Facendo clic col pulsante del mouse nell’anteprima dell’immagine originale produrrai una barra tratteggiata verticale nell’area del grafico dell’istogramma, la cui posizione corrisponde al valore del pixel sotto al cursore del mouse. Facendo invece clic col pulsante del mouse e trascinando aggiornerai interattivamente la posizione della barra verticale. In questo modo è possibile vedere dove sono posizionati i valori di diversi pixel sui cursori dei livelli di input; questo aiuta a scoprire la posizione dei pixel in ombra, di quelli con tono medio o di quelli in risalto. Usando questa modalità e i tre pulsanti del Selettore del colore regolerai automaticamente le im- postazioni dei livelli di input in tutti i canali per i toni in ombra, per i medi e per quelli in risalto. Attiva il selettore del colore che vuoi usare e fai clic sull’area dell’anteprima dell’immagine ori- ginale per impostare i livelli di input su ciascuno dei canali dell’istogramma del rosso, del verde, del blu e della luminosità. L’opzione Indicatore di sovraesposizione controlla tutti i canali dei colori per vedere se un canale in un pixel è sovraesposto: vedrai il colore combinato risultante dalle impostazioni della curva del canale. Questa funzionalità è solo indicativa nell’area dell’anteprima del risultato, e non ha effetto sulla resa finale.

36 Manuale di Showfoto

3.1.3.7.2 Lo strumento per la regolazione dei livelli in azione Qui sotto puoi vedere un esempio di regolazione dei Livelli di input applicato ad un’immagine a colori per i canali di rosso, verde e blu. I canali di intensità e alfa, e i Livelli di output sono invariati. L’immagine originale è (1), quella corretta è (2). Lo strumento per la regolazione dei livelli in azione

3.1.3.8 Correggere l’esposizione

Lo strumento più semplice da usare è Luminosità/contrasto/gamma. È anche il meno potente, ma in molti casi fa tutto quello di cui hai bisogno. Questo strumento è spesso utile per le immagi- ni sovraesposte o sottoesposte; non è utile per correggere le dominanti di colore. Lo strumento ti dà tre cursori da regolare, per la luminosità, per il contrasto, e per il fattore gamma. Puoi vedere ogni regolazione che fai riflettersi nell’anteprima. Quando sei soddisfatto dei risultati, premi OK e avranno effetto.

Example 3.9 Lo strumento Luminosità/contrasto/gamma in azione

Un altro strumento importante è Colore → Regola livelli. Questo strumento fornisce un modo integrato di vedere i risultati della regolazione di livelli multipli, e ti permette anche di salvare le impostazioni dei livelli per l’applicazione a più fotografie; ciò può essere utile se una macchina fotografica o uno scanner fanno spesso gli stessi errori e vuoi applicare le stesse correzioni. Per maggiori informazioni vedi il manuale dedicato alla regolazione dei livelli. Un modo molto potente di correggere i problemi di esposizione è usare lo strumento di regolazione delle curve, disponibile dalla voce del menu Colore → Regola curve.

3.1.3.9 Introduzione Il miscelatore dei canali è un altro strumento avanzato per raffinare la tonalità delle immagini. Avvialo dal menu Colore → Miscelatore dei canali dell’editor delle immagini.

3.1.3.9.1 Usare il miscelatore dei canali La finestra dello strumento Miscelatore dei canali Con la casella combinata dei canali selezioni e visualizzi l’istogramma per colore. Dà un primo suggerimento su come correggere i canali in base alla loro distribuzioni ed ampiezze. La metà sinistra della finestra mostra sempre un’anteprima di quello che stai facendo, mentre l’originale, per confronto, può essere visto nella sua scheda della finestra. L’anteprima risultante della foto rende disponibile un segno rosso; se lo metti da qualche parte nell’immagine, nell’istogramma verrà disegnata una linea verticale corrispondente; questo indica il valore del livello del colore nel canale attualmente selezionato. Ora i controlli in basso a destra: i controlli dei cursori del Rosso, Verde e Blu ti permettono di miscelare i canali. Se spunti Mantieni la luminosità l’immagine manterrà la sua luminosità com- plessiva, anche se cambi i suoi componenti dei colori. Questa funzionalità è particolarmente utile quando spunti anche la casella Monocromatico, perché il miscelatore dei canali è LO strumento migliore per le convertire in bianco e nero le tue fotografie. Prova a ridurre il canale del verde nei ritratti in bianco e nero.

NOTA A volte, soprattutto quando si fa una miscelazione monocromatica, la riduzione di un canale dei co- lori potrebbe aumentare i disturbi visibili, che in realtà sono causati dal disturbo cromatico. Disturbo cromatico significa che non appaiono gli stessi disturbi nella stessa posizione in tutti i canali dei co- lori, ma lo schema dei disturbi sembra diverso in ogni canale. Se è questo il caso, puoi migliorare la conversione monocromatica riducendo per prima cosa il disturbo cromatico.

37 Manuale di Showfoto

I pulsanti Salva come... e Carica... si usano per fare esattamente quello. Qualsiasi impostazione del miscelatore che tu avessi impostato può essere salvata su disco e caricata più tardi. Il formato del file usato è il formato del miscelatore dei canali di Gimp. L’opzione Indicatore di sovraesposizione somma i colori se più di un canale di un pixel è so- vraesposto, e vedrai il colore combinato risultante dalle impostazioni dei guadagni dei canali. Questa regola si applica all’area di anteprima risultante e non ha effetto sulla resa finale. Il pulsante Reimposta tutto reimposta tutte le impostazioni del miscelatore dei canali ai valori predefiniti.

3.1.3.9.2 Il miscelatore dei canali in azione Sotto puoi vedere una regolazione del tono dei colori di una fotografia per il canale del Blu. L’opzione Mantieni la luminosità è attiva. L’immagine originale è la (1), quella corretta è la (2). Il miscelatore dei canali in azione

3.1.3.10 Introduzione

L’impostazione del bilanciamento del bianco è un problema comune nelle macchine fotografiche digitali. Ai bei vecchi tempi delle pellicole il bilanciamento del bianco veniva fatto dal laboratorio fotografico. Oggi la povera macchinetta fotografica deve indovinare cosa è bianco e cosa è nero. La maggior parte delle volte, ciò che la fotocamera sceglie come punto bianco non ha la sfumatura o la tonalità corretta. Usando questo strumento è facile correggere il problema: fornisce una serie di parametri che possono essere adattati per ottenere un risultato migliore.

NOTA La correzione del bilanciamento del bianco è un po’ limitata dal fatto che operiamo in uno spazio di colore a 8 bit per canale. Quindi, se ti allontani troppo dall’originale potrebbero apparire zone di sovraesposizione. Se potessi regolare il bilanciamento del bianco in modalità di conversione grezza (che viene fatto in uno spazio a 16 bit), il margine di correzione sarà maggiore.

Questo strumento si basa su un algoritmo di bilanciamento del colore bianco sotto copyright di Pawel T. Jochym. Avvialo dal menu dell’editor di immagini Colore → Bilanciamento del bianco.

3.1.3.10.1 Usare lo strumento di bilanciamento del bianco La finestra dello strumento di bilanciamento del bianco La finestra di anteprima può essere ridimensionata. A sinistra vengono visualizzate sia una sche- da di anteprima dell’originale, sia del risultato. Quest’ultimo viene aggiornato dinamicamente in base alle impostazioni dello strumento; se vuoi vedere il bilanciamento del bianco originale, fai clic sulla scheda dell’immagine originale. L’anteprima della fotografia risultante ha un segno rosso disponibile. Il valore di luminosità del pixel sotto il segno viene indicato come una linea verticale nell’istogramma. In alto a destra lo strumento visualizza un istogramma che viene aggiornato dinamicamente quando cambiano i parametri. Questo istogramma è molto istruttivo, perché mostra che an- che in fotografie ben esposte la maggior parte dei pixel ha una luminosità molto ridotta. Con un pulsante puoi scegliere di mostrare uno qualsiasi dei tre colori (o la loro somma, detta luminosità). Con Esposizione puoi cambiare digitalmente l’esposizione della foto originale. Aumentando l’esposizione aumenti il rischio di rendere più visibili i disturbi dei pixel e di spegnere le luci. Segna l’Indicatore di sovraesposizione in basso a destra per vedere se sei soggetto a proble- mi di saturazione. La regolazione del Punto nero può essere usata per tagliare l’istogramma a

38 Manuale di Showfoto sinistra. Se la tua fotografia sembra nebbiosa (l’istogramma ha spazio vuoto sul lato sinistro ne- ro), probabilmente devi usare questa opzione. Le regolazioni dell’Esposizione e del Punto nero possono essere stimate automaticamente premendo il pulsante di Regolazioni di esposizione automatiche. Ciò imposta il punto nero in maniera piuttosto precisa. Il contrasto del tuo risultato dipende dai parametri Ombre, Saturazione e Gamma. La re- golazione delle Ombre ti permette di migliorare o diminuire i dettagli delle ombre nella tuo foto. Aumentando il contrasto della tua fotografia può portare l’effetto collaterale di ridurre la Satu- razione apparente della foto. Usa un valore maggiore di 1 per aumentare la saturazione, e un valore minore di 1 per desaturarla. Un valore di 0 ti restituirà una foto in bianco e nero. Non aver paura di aumentare un po’ la saturazione delle foto. La regola generale è che con un maggior contrasto (minor Gamma) devi applicare più Saturazione. Il prossimo insieme di opzioni è la spina dorsale delle impostazioni del bilanciamento del bianco, che controllano il rapporto fra i tre canali dei colori. Qui puoi impostare la Temperatura del colore, per scaldare o per raffreddare la tua immagine. Una temperatura maggiore causerà un tono più caldo. Impostare il rapporto tra i tre canali del colore richiede due regolazioni. Siccome la regolazione della temperatura controlla per lo più il rapporto tra i canali del rosso e del blu, è naturale che la seconda regolazione controllerà l’intensità del canale del Verde. Invece di macchinare con i controlli qui sopra puoi semplicemente usare il pulsante Selettore del colore del tono della temperatura. Premi questo pulsante e fai clic da qualsiasi parte nel- l’anteprima dell’immagine originale per ottenere il colore risultante di quell’area per calcolare le impostazioni della temperatura di bilanciamento del colore bianco. In questo modo, i valori di Temperatura e di Verde vengono calcolati automaticamente. Inoltre puoi impostare il bilanciamento del bianco usando l’elenco di preimpostazioni. Quelle disponibili per la temperatura del bilanciamento del bianco sono:

Temperatura del colore Descrizione Kelvin Lampadina ad 40W 2680 incandescenza da 40 watt. Lampadina ad incandescenza da 200 watt, 200W 3000 luci da studio, illuminazione fotografica. Luce di un’alba o di un Alba 3200 tramonto. Lampadina al tungsteno, o Tungsteno luce ad un’ora dal 3400 crepuscolo o dall’alba. Temperatura del colore Neutra 4750 neutra. Lampada allo xeno o arco Xeno 5000 elettrico. Luce diurna verso Sole 5500 mezzogiorno. Flash elettronico di una Flash 5600 macchina fotografica. Cielo Luce di un cielo coperto. 6500

La Temperatura del colore è un modo semplificato di rappresentare le caratteristiche spettrali di una sorgente di luce. Mentre in realtà il colore della luce è determinato da quanto ogni compo- nente dello spettro contribuisce alla somma, il risultato può sempre essere riassunto su una scala

39 Manuale di Showfoto lineare. Questo valore è utile, ad esempio, per determinare il corretto bilanciamento del bianco nella fotografia digitale, e per specificare la sorgente di luce adatta nella progettazione dell’illu- minazione in architettura. Nota, comunque, che le sorgenti di luce dello stesso colore (metameri) possono variare ampiamente nella qualità della luce emessa. Una Temperatura del colore bassa implica più luce gialla e rossa, mentre una temperatura del colore alta implica più luce blu. La luce diurna ha una temperatura di colore piuttosto bassa all’alba, ed una più alta durante il giorno. Quindi può essere utile installare un sistema di illumi- nazione elettrica che possa fornire una luce più chiara per aggiungersi alla luce diurna quando necessario, e che introduca una luce più calda di notte. Questo si collega anche alle impressioni delle persone sui colori caldi della luce che viene dalle candele o da un falò nella notte. L’unità standard della temperatura del colore è il kelvin (K). L’opzione Indicatore di sovraesposizione aggiunge i colori se più di un canale in un pixel è sovraesposto, e vedrai il colore combinato risultante dalle impostazioni dei controlli del bilancia- mento del bianco. Questa regola viene applicata solo all’area di anteprima del risultato, e non ha effetto sulla resa finale. I pulsanti Salva come... e Carica... sono usati per compiere le azioni che descrivono. Qualsiasi impostazione del bilanciamento del bianco che hai impostato può essere salvata in un file di testo e caricata più tardi. Il pulsante Reimposta tutto azzera tutte le impostazioni del filtro riportandole ai valori predefi- niti, che corrispondono al colore di bilanciamento del bianco neutro (attenzione, anche l’impo- stazione neutra potrebbe essere diversa dalla tua foto originale. Se la salvi, il bilanciamento del bianco sarà modificato).

3.1.3.11 Strumento Negativo a colori

Da fare

3.1.4 Miglioramento delle immagini

3.1.4.1 Introduzione

La distorsione a barilotto è associata alle lenti a grandangolo (o a ingrandimento minimo). Fa apparire l’immagine leggermente sferica (curvata all’esterno) come un barilotto. Puoi notarlo quando ci sono oggetti dritti vicino ai lati esterni dell’immagine. La distorsione a cuscinetto è il difetto opposto, ed è associata ai teleobiettivi (a ingrandimento massimo) o a immagini subac- quee. Le immagini appaiono pizzicate (piegate all’interno). L’effetto a cuscinetto è spesso meno facile da vedere di quello a barilotto, ma sono ugualmente visibili vicino ai bordi. Queste di- storsioni possono facilmente essere eliminate con questo strumento senza una perdita di qualità sensibile.

NOTA Questo strumento tratta le distorsioni geometriche; le aberrazioni cromatiche non saranno corrette da questo strumento.

Le seguenti figure spiegano i tipi principali di distorsioni geometriche:

• (1): distorsione a cuscinetto. • (2): senza distorsione. • (3): distorsione a barilotto.

Tipi di distorsione lenticolare

40 Manuale di Showfoto

3.1.4.1.1 Uso dello strumento di distorsione lenticolare

NOTA Prima un po’ di spiegazioni. Le correzioni geometriche usano dei coefficienti polinomiali di quarto ordine.

• Il coefficiente di primo ordine cambia le dimensioni dell’immagine. Lo strumento lo chiama Ingrandimento.

• Il coefficiente di secondo ordine riguarda la distorsione geometrica principale delle lenti, e può correggere la forma convessa o concava dell’immagine.

• Il coefficiente di terzo ordine ha un effetto di arrotondamento simile, ma si livella verso i bordi. Questa correzione non è impiegata nello strumento.

• Il coefficiente di quarto ordine corregge i bordi distanti inversamente all’arrotondamento di secon- do ordine. Combinandolo con la correzione di secondo ordine le distorsioni geometriche possono essere eliminate quasi completamente.

Finestra della Correzione della distorsione lenticolare Quattro cursori ti permettono di impostare il filtro di correzione della distorsione: Principale: questo valore controlla la quantità di distorsione di secondo ordine. I valori negativi correggono le distorsioni a barilotto, mentre quelli positivi correggono le distorsioni a cuscinetto. Bordo: questo valore controlla la quantità di distorsione di quarto ordine. Il controllo Bordo ha più effetto ai bordi dell’immagine che al centro. Per la maggior parte delle lenti il parametro Bordo ha segno opposto al Principale. Ingrandimento: questo valore riduce le dimensioni totali dell’immagine (correzione di primo ordine). Valori negativi rimpiccioliscono l’immagine, quelli positivi la ingrandiscono. Illuminazione: questo controllo regola la luminosità negli angoli dell’immagine. Valori negativi riducono la luminosità dell’immagine negli angoli, valori positivi la aumentano. Per aiutarti a scegliere le migliori impostazioni del filtro, la finestra dello strumento illustra con un’anteprima in miniatura la correzione della distorsione applicata ad uno schema a rete incro- ciata. I valori che applichi all’immagine saranno salvati, e riappariranno come impostazione predefinita la prossima volta che userai lo strumento.

NOTA La correzione barilotto-cuscinetto dovrebbe essere fatta prima di qualsiasi taglio o di cambiamento delle dimensioni (inclusa la correzione della prospettiva). Anzi, dovrebbero essere il primissimo inter- vento sull’immagine originale. Se tagli l’immagine e poi usi la correzione a barilotto, l’effetto sarebbe ovviamente sbagliato.

Per aiutarti a trovare la correzione migliore lo strumento ti fornisce anche una guida verticale ed una orizzontale: sposta il puntatore del mouse nell’anteprima dell’immagine per visualizzarle a linee tratteggiate. Sposta il puntatore in un posto importante dell’immagine, come il livello del mare o il bordo di un edificio, e premi il tasto sinistro del mouse per congelare la posizione delle linee tratteggiate. Adesso regola la correzione barilotto/cuscinetto per allinearti alla guida. Quando usi la correzione a cuscinetto, l’immagine risultante avrà un bordo nero nell’ango- lo. Dovrai tagliarlo con uno strumento di taglio, disponibile nel menu dell’editor d’immagini Trasforma → Taglia, oppure con il cursore d’ingrandimento di questa finestra. Per la maggior parte delle immagini l’uso della correzione a barilotto è sufficiente, ma con al- cune foto, come immagini frontali, cornici, quadri, il passo logico successivo è l’uso della cor- rezione della prospettiva per rendere tutti gli angoli di 90 gradi. Nota che, quando tieni in ma- no la tua macchina fotografica, introduci quasi sempre qualche tipo di leggera distorsione della prospettiva.

41 Manuale di Showfoto

3.1.4.1.2 Lo strumento di distorsione lenticolare in azione Questo è un esempio di una correzione a barilotto applicata ad una chiesa nella Norvegia settentrionale. L’immagine originale è la (1), quella corretta la (2). I valori usati in questo esempio sono:

• Principale = -40. • Bordo = 0. • Ingrandimento = -20. • Illuminazione = 0.

Anteprima della correzione della distorsione lenticolare

3.1.4.2 Introduzione

La maggior parte delle macchine fotografiche digitali attuali producono immagini con diversi ‘pixel difettosi’, che sono molto luminosi quando si usano dei tempi di otturazione brevi. Le immagini notturne potrebbero esserne rovinate. Ci sono tre tipi di ‘pixel difettosi’:

• Pixel bloccati: sono pixel che leggono sempre un valore elevato, o sono sempre alla massima potenza in ogni esposizione. Ciò produce un pixel luminoso, normalmente di colore rosso, verde o blu, nell’immagine finale. Un pixel bloccato apparirà indipendentemente dal tempo di otturazione, dall’apertura del diaframma o da qualsiasi altra impostazione. Apparirà in un’esposizione normale, e sarà più evidente in condizioni luminose. • Pixel morti: sono pixel che leggono sempre zero o sono sempre spenti in tutte le esposizioni; questo stato produce un pixel nero nell’immagine finale. Come un pixel bloccato, un pixel morto apparirà indipendentemente dal tempo di otturazione, dall’apertura del diaframma o da qualsiasi altra impostazione. • Pixel bruciati: sono pixel che leggono valori elevati, nelle esposizioni prolungate, di bianco, rosso o verde. Più lungo è il tempo di esposizione, più i pixel bruciati saranno visibili.

Nota che i pixel bloccati o morti saranno nello stesso posto in tutte le immagini. Se la posizione di un pixel bloccato o morto cambia, potrebbe invece essere un pixel bruciato. I pixel bloccati, morti o bruciati sono un problema, in particolare quando si scatta in modalità grezza ad alta qualità, perché molte macchine fotografiche hanno una soppressione dei pixel bruciati incorporata, che viene applicata automaticamente se viene usata la compressione JPEG (cioè nella maggior parte dei casi). Questo strumento può essere utile per correggere i ‘pixel bruciati’ e quelli ‘bloccati’ in una fo- tografia, usando un metodo di sottrazione di foto scura. Non c’è ancora un editor manuale per selezionare i pixel difettosi.

3.1.4.2.1 Creare le foto scure Il metodo di sottrazione delle foto scure è il metodo più accurato per rimuovere i pixel bruciati e bloccati. Prima devi creare una ‘foto scura’ come riferimento, ed è facile da fare: quando hai finito di fare le foto a lunga esposizione metti il copri-obiettivo sulla lente e scatta un’immagine ‘scura’ con lo stesso tempo di esposizione delle immagini precedenti. Questa immagine sarà completamente scura, ma ad un esame più attento la vedrai contenere i pixel bloccati e bruciati (punti colorati). Questi sono posizionati come nella tue foto precedenti. Carica questo file nello strumento, usando il pulsante Foto scura..., ed esso elaborerà un rile- vamento automatico dei pixel bruciati e di quelli bloccati, che saranno evidenziati nelle aree di anteprima del pannello di controllo.

42 Manuale di Showfoto

ATTENZIONE Se usi una vecchia macchina digitale, è importante scattare la foto scura la prossima volta che fai delle foto a lunga esposizione, per rilevare i nuovi pixel bruciati e bloccati tra i difetti del CCD.

3.1.4.2.2 Usare lo strumento dei pixel bruciati

La finestra dei pixel bruciati All’inizio, come spiegato nella sezione precedente, devi caricare una foto scura corrispondente all’immagine da correggere: verrà fatta un’elaborazione automatica della foto scura, per trovare i pixel difettosi. Nota che lo strumento ricorderà la foto scura usata nell’ultima sessione, e la riaprirà automaticamente la prossima volta. Il pannello dell’immagine e l’anteprima dell’originale ti aiutano a scorrere l’immagine. La fine- stra dell’anteprima mostra il risultato del filtro usando le impostazioni attuali. I pixel difettosi sono evidenziati in tutte le aree di anteprima. Seleziona un’area per vedere i pixel difettosi nell’anteprima e nel risultato del filtro, usando l’op- zione «Vista separata» del pannello dell’immagine. Scegli il miglior Filtro per interpolare i pixel o i blocchi di pixel. Questi sono i filtri disponibili:

• Medio: viene presa la media dei pixel adiacenti al blocco di pixel. Il colore risultante viene assegnato a tutti i pixel del blocco. Per l’interpolazione monodimensionale, ciò viene fatto separatamente a strisce orizzontali o verticali larghe un pixel. • Lineare: i pixel a una distanza di uno dal blocco di pixel sono usati per calcolare una superficie bilineare (bidimensionale), o un gruppo di curve lineari (monodimensionali), che viene poi usata per assegnare i colori interpolati ai pixel del blocco. • Quadratico: questo è il metodo predefinito di filtraggio. I pixel con una distanza di due o meno dal blocco di pixel sono usati per calcolare una superficie biquadratica (bidimensionale), o un gruppo di curve quadratiche (monodimensionali), che viene poi usata per assegnare i colori interpolati ai pixel del blocco. • Cubico: i pixel con una distanza di tre o meno dal blocco di pixel sono usati per calcolare un superficie bicubica (bidimensionale), o un gruppo di curve cubiche (monodimensionali), che viene poi usata per assegnare i colori interpolati ai pixel del blocco.

3.1.4.2.3 Lo strumento dei pixel bruciati in azione

Sotto puoi vedere lo strumento di correzione dei pixel bruciati applicato a una fotografia a colori scattata con una macchina digitale difettosa ad una sensibilità di 200 ISO con uno scatto a lunga esposizione. L’immagine originale, ingrandita del 300%, è (1), quella corretta è (2). L’anteprima della correzione dei pixel

3.1.4.3 Migliorare l’esposizione delle foto con lo strumento Contrasto locale

Ci sono molti modi di rendere un’immagine HDR, per migliorare le foto contenenti aree sovra o sotto-esposte. Con le macchine fotografiche i normali strumenti ti permettono di unire scatti multipli con diverse esposizioni in una foto perfettamente esposta; questo funziona bene, ma con alcune limitazioni, per esempio la necessità di avere un soggetto statico. Ma in caso di una singola immagine, o di soggetti dinamici? Forse dovresti provare le caratteristiche di Contrasto locale. È basato sull’utilità LDR Tonemapping, che è progettata per migliorare la gamma dinami- ca della foto, riducendo il suo contrasto globale e aumentando quello locale. Questo viene fatto generando una versione desaturata e sfuocata della foto, che viene combinata con i canali RGB della foto originale, sia con la funzione Lineare che con Potenza. Sembra complicato? Non ti

43 Manuale di Showfoto preoccupare, lo strumento Contrasto locale è abbastanza chiaro nell’uso, quindi non devi capirne la sua complessità per ottenere risultati piacevoli.

Example 3.10 Contrasto locale in azione

Apri la foto che vuoi nell’editor, e scegli Migliora → Contrasto locale. Lo strumento ti lascia applicare fino a quattro operazioni di mappatura dei toni, chiamate passaggi; ognuno di questi ti offre due parametri da sistemare: Potenza e Sfocatura. Il primo ti permette di specificare il livello di desaturazione, mentre il secondo le aree della foto interessate. Per avere un’anteprima dei risultati premi il pulsante Prova, mentre quando sei soddisfatto dei risultati fai clic su OK per applicare il processo alla foto. Sebbene lo strumento Contrasto locale sembri un modo semplice di sistemare le foto, dovresti usarlo con cautela: a volte può causare più danni che benefici, producendo foto innaturali.

3.1.4.4 Introduzione Questo strumento fornisce dei filtri per immagini selezionabili che rimuovono macchie o altri ar- tefatti causati da sporcizia come polvere o capelli sulla lente. Può anche essere usato per rimuo- vere i disturbi del sensore della macchina fotografica, che sono causati magari da alte impostazioni ISO, oltre al cosiddetto effetto Moiré su immagini acquisite da libri o riviste con uno scanner. Se vuoi avere maggiori informazioni sui disturbi dei sensori della macchine fotografiche, dai un’occhiata a questa esercitazione.

3.1.4.4.1 Usare lo strumento per la riduzione dei disturbi

La finestra per la riduzione dei disturbi La schermata sopra mostra una tipica foto scattata con una macchina digitale usando un’impo- stazione ISO ad alta sensibilità. Mostra dei disturbi di granularità che possono venire ridotti con questo strumento. Il pannello delle immagini ridimensionabile con l’anteprima dell’originale ti aiuta a scorrere l’im- magine. Sposta il rettangolo rosso per selezionare un’area che ti permette di giudicare le impo- stazioni ottimali del filtro. La finestra di anteprima mostra il risultato del filtro usando le impo- stazioni attuali. Può essere riordinato in quattro diverse combinazioni, come indicato nelle icone sotto l’anteprima dell’originale. Questa schermata mostra la prima disposizione dove viene mo- strato, per confronto, lo stesso ritaglio. In fondo all’area di anteprima puoi vedere le impostazioni del Fattore di ingrandimento per ingrandire un’area dell’immagine. Sotto puoi leggere una descrizione completa di tutti i parametri. Nella maggior parte dei casi è necessaria solo la scheda Dettagli, mentre gli altri parametri nella scheda Avanzate possono essere lasciati alle loro impostazioni predefinite.

• Raggio: questo controllo seleziona la dimensione della finestra scorrevole usata dal filtro. Va- lori maggiori non implicano più tempo necessario per filtrare ogni pixel dell’immagine, ma possono causare sfocature. Questa finestra scorre nell’immagine, e il colore in essa compreso viene smussato per rimuovere le imperfezioni. In ogni caso dovrebbe essere delle stesse di- mensioni della granularità dei disturbi, o un po’ di più. Se è più grande del necessario può causare una sfocatura indesiderata. • Soglia: usa questo cursore per una regolazione di massima, e la casella numerica una regola- zione di precisione. Questo controlla la sensibilità al rilevamento dei bordi, e il valore dovrebbe essere impostato in modo che i bordi e i dettagli siano chiaramente visibili mentre i disturbi siano cancellati. Questo valore non è vincolato a nessun valore di intensità, ma alla derivata seconda dei valori di intensità. Prova a regolarlo per vedere cosa succede. La regolazione de- ve essere fatta con attenzione, perché il passaggio tra ‘disturbato’, ‘giusto’ e ‘sfocato’ è molto veloce. Regola con la stessa attenzione con cui ti metteresti a regolare la messa a fuoco della macchina fotografica.

44 Manuale di Showfoto

• Trama: questo controllo imposta la precisione della trama, e il valore può essere usato per avere maggiore o minore accuratezza. Quando viene ridotto, trama e disturbi vengono sfocati; quando viene aumentato la trama viene amplificata, ma anche il disturbo. Non ha praticamen- te nessun effetto sui bordi dell’immagine, al contrario del filtro Bordo, che sfocherebbe i bordi se venisse aumentato. Se Bordo viene regolato in modo tale che i bordi siano nitidi e ci sono ancora troppi disturbi nell’area, si potrebbe usare il dettaglio della Trama per ridurre i disturbi senza sfocare i bordi. Un altro modo è ridurre il Raggio e aumentare il Bordo. • Nitidezza: questo controllo imposta il livello di nitidezza, e il valore definisce la distanza in pi- xel per cui il filtro cerca variazioni di luminanza. Aumentando questo valore si cancellano i di- sturbi a picco. Puoi eventualmente regolare il filtro Bordo quando cambi questa impostazione. Quando questo valore è troppo elevato, il filtro adattativo non può più seguire accuratamente i dettagli dell’immagine e i disturbi possono riapparire o può verificarsi una sfocatura. • Bordo: questo controllo imposta la nitidezza della precisione del bordo, e il valore migliora la risposta in frequenza del filtro. Quando è troppo elevato non sarà possibile rimuovere tutti i disturbi, o potrebbero apparire dei picchi di disturbo. Impostalo quasi al massimo se vuoi rimuovere dei disturbi molto deboli o artefatti JPEG senza perdere dettagli. • Erosione: questo controllo imposta lo scostamento di fase per i bordi, e il valore può essere usato per erodere picchi singoli. Ha un effetto lisciante sui bordi, e aumenta la loro nitidezza erodendoli, in modo che i disturbi ai bordi siano erosi. L’effetto dipende dalla Nitidezza, dallo Smorzamento e dal Bordo. Impostalo al minimo se vuoi rimuovere dei disturbi molto deboli o artefatti JPEG. Quando questo valore viene aumentato, è utile aumentare anche lo Smorzamento. Questa impostazione aumenta la nitidezza e riduce l’aliasing ai bordi durante la correzione dei disturbi a picco. • Luminanza: questo controllo imposta la tolleranza alla luminanza dell’immagine. Si racco- manda di usare solo le impostazioni di tolleranza del Colore e della Luminanza per correggere un’immagine, non entrambe allo stesso tempo. Queste impostazioni non hanno influenza sul processo di smussatura principale controllato dalle impostazioni dei Dettagli. • Colore: questo controllo imposta la tolleranza al colore dell’immagine. Si raccomanda di usare solo le impostazioni di tolleranza del Colore e della Luminanza per correggere un’immagine, non entrambe allo stesso tempo. Queste impostazioni non hanno influenza sul processo di smussatura principale controllato dalle impostazioni dei Dettagli. • Gamma: questo controllo imposta la tolleranza alla gamma dell’immagine, e il valore può essere usato per aumentare i valori di tolleranza per le aree scure (che normalmente sono più disturbate). Ciò risulta da una maggiore sfocatura delle aree in ombra. • Smorzamento: questo controllo imposta la regolazione dello smorzamento del tremolio di fase, e il valore definisce quanto velocemente il raggio del filtro adattativo debba reagire a variazioni di luminanza. Se viene aumentato i bordi sembreranno più lisci, se è troppo alto potrebbe verificarsi una sfocatura. Se è al minimo potrebbero verificarsi disturbi e tremolio di fase ai bordi. Può eliminare i disturbi di picco quando viene aumentato, e questo è il metodo preferito per rimuoverli. • Salva come... e Carica...: questi pulsanti sono usati per fare esattamente quello che descrivono. Qualsiasi parametro di riduzione dei disturbi che hai impostato può essere salvato in un file sul disco e caricato più tardi. • Valori predefiniti: questo pulsante reimposta tutte le impostazioni ai loro valori predefiniti.

3.1.4.4.2 Riduzione dei disturbi in azione Questo è un esempio di come la riduzione dei disturbi può cambiarti la vita. L’immagine origina- le è (1) e l’immagine corretta è (2). La riduzione del rumore è stata applicata con le impostazioni di base. La riduzione dei disturbi in azione

45 Manuale di Showfoto

3.1.4.5 Sfocare una fotografia

A volte un’immagine è troppo incisiva per i tuoi scopi. La soluzione è di sfocarla un po’: for- tunatamente sfocare un’immagine è molto più facile che aumentarne la nitidezza. Seleziona lo strumento di sfocatura con la voce del menu Migliora → Sfoca e gioca con il livello: la finestra di anteprima nella parte destra della finestra di dialogo ti mostra l’effetto complessivo sulla tua foto.

Example 3.11 Lo strumento di sfocatura in azione

3.1.4.6 Introduzione

Questo fantastico filtro di restauro è un nuovo sviluppo che fornisce possibilità senza precedenti nel dominio pubblico per rimuovere molte cose indesiderate dalle tue immagini. È molto adatto per gestire immagini degradate dai disturbi gaussiani, grana della pellicola, graffi o artefatti di compressione e degradazioni locali comuni nelle immagini digitali (originali o importate). La smussatura viene fatta lungo le curve dell’immagine, mantenendo il significato del contenuto in modo molto simile a quello che si aspetterebbe l’occhio umano. Lo stesso algoritmo può essere usato per la colorizzazione e la sostituzione delle trame, che è trattata in un altro strumento (Reintegrazione). L’algoritmo di restauro è stato sviluppato dalla squadra IMAGE dei laboratori GREC CNRS di Caen in Francia, e fa parte del progetto CImg.

3.1.4.6.1 Usare lo strumento di restauro Finestra di restauro fotografico Lo strumento è dotato di diverse preimpostazioni come punti di partenza e per semplificare il restauro. Quelle disponibili sono elencate qui sotto:

• Nessuna: usa le impostazioni predefinite più comuni del filtro, non ottimizzate per uno scopo particolare. • Riduci il rumore uniforme: impostazioni ottimali per i disturbi dell’immagine dovuti a disturbi del sensore. • Riduci gli artefatti JPEG: la compressione JPEG non è perfetta, anzi per alcuni tipi di immagini è molto lontana dall’esserlo. Essendo JPEG un algoritmo di compressione con perdita, ci sono degli ‘artefatti’ di compressione, cioè piccoli difetti che appaiono nell’immagine decompressa. Questa impostazione cerca di correggere questo problema. • Riduci la trama: ottimizzata per rimuovere artefatti da schemi di scansione, di digitalizzazione o di Moiré.

Se vuoi impostare i parametri del filtro per fare regolazioni più precise, usa le schede Impostazioni di smussatura e Impostazioni avanzate: Impostazioni di smussatura del restauro

• Conservazione dei dettagli p [0, 100]: controlla il mantenimento delle curvature (caratteri- stiche). Un valore basso impone una smussatura uniforme nell’immagine, mentre valori più grandi lisciano preferenzialmente le zone omogenee, lasciando i dettagli nitidi. Un valore di 0,9 dovrebbe mantenere bene i dettagli, in modo che in seguito non sia necessario au- mentare la nitidezza. Nota che la Conservazione dei dettagli deve sempre essere minore dell’Anisotropia.

46 Manuale di Showfoto

• Anisotropia alfa [0, 100]: un valore basso liscia allo stesso modo in tutte le direzioni, mentre un valore vicino a 1 liscia solo in una direzione. Se hai grana della pellicola o disturbi di tipo CCD, un valore alto risulterà in uno schema a onde, mentre gli artefatti JPEG sono adatti a valori vicini a 1. • Smussatura [0, 500]: imposta il fattore di smussatura massimo complessivo (mentre p definisce la smussatura relativa). Impostalo a seconda del livello del disturbo. • Regolarità [0, 100]: questo parametro ha a che fare con l’uniformità della smussatura. Immagi- na il processo di smussatura come una pettinatura dell’immagine: in questo caso la regolarità corrisponderebbe alle dimensioni del pettine. Più grande è questo valore, più regolare sarà la smussatura complessiva. Ciò è necessario quando ci sono molti disturbi, perché in questi casi è difficile stimare la geometria. Però, se vuoi ottenere un effetto di turbolenza alla van Gogh, impostalo maggiore di 3. • Iterazioni del filtro: il numero di volte che sarà applicato l’algoritmo di sfocatura. Normalmente è sufficiente 1 o 2.

Le impostazioni avanzate del restauro

• Passo angolare da [5, 90]: integrazione angolare del fattore di anisotropia alfa. Se alfa viene scelto piccolo, anche da dovrebbe essere piccolo. Ma attenzione, gli angoli piccoli causano grandi calcoli! Sceglilo tanto largo quanto lo puoi accettare. • Passo integrale [0,1, 10]: larghezza del passo di integrazione spaziale in pixel. Dovrebbe rimanere sotto 1 (smussatura sub-pixel) e mai andare oltre 2. • Usa interpolazione lineare: selezionando questa opzione il guadagno di qualità è solo marginale, e perdi un fattore di 2 in velocità. Raccomandiamo di lasciarla inattiva.

I pulsanti Salva come... e Carica... sono usati per fare esattamente questo. Qualsiasi impostazione del filtro di restauro fotografico che hai impostato può essere salvata sul disco in un file di testo e caricata più tardi.

ATTENZIONE Il restauro fotografico è (relativamente) molto veloce a fare il suo lavoro, ma può richiedere molto tempo per l’esecuzione e può causare un grande consumo delle risorse del processore. Puoi sempre interrompere il calcolo premendo il pulsante Annulla durante la resa dell’anteprima.

3.1.4.6.2 Lo strumento di restauro in azione Qui sotto puoi vedere un restauro di tipo Riduci il rumore uniforme applicato ad una fotografia in bianco e nero fatta con una macchina fotografica Minolta (tm) 700Si usando una pellicola Il- ford(tm) HP-5 impostata a una sensibilità di 3200 ISO. Puoi vedere l’evidente grana della pellicola sui volti. L’immagine originale è (1), l’immagine corretta è (2). Anteprima di Restauro con Riduci il rumore uniforme Qui sotto puoi vedere un altro esempio di restauro fotografico usando il tipo di restauro Riduci la trama applicato ad una vecchia fotografia a colori acquisita con uno scanner. Puoi vedere l’evi- dente artefatto risultante dalla luce dello scanner sulla carta fotografica plastificata. L’immagine originale è (1), quella corretta è (2). Anteprima del restauro con la riduzione della trama

47 Manuale di Showfoto

3.1.4.7 Introduzione

Frequentemente le lenti a grandangolo, specialmente quelle usate nella fotografia di medio e ampio formato, non illuminano uniformemente l’intera area del sensore. Invece, ‘vignettano’ (mettono in ombra) i bordi e gli angoli dell’immagine, riducendo sostanzialmente la luce che raggiunge il sensore. Anche i teleobiettivi potrebbero causare la vignettatura. La soluzione tradizionale è allegare un ‘filtro centrale’ alla lente. Questo è un filtro a densità neutrale con densità massima sull’asse ottico della lente, trasparente alla periferia, con la densità che varia inversamente alla vignettatura della lente. Un filtro centrale ha molti vantaggi: non solo corregge automaticamente le immagini a grandezza piena, ma, siccome è fissato di fronte alla lente, compensa anche la vignettatura che avviene quando si usano movimenti della macchina fotografica per la prospettiva o per regolazione del piano di fuoco. Ma ci sono anche degli svantaggi. Molti filtri centrali richiedono una regolazione del fattore del diaframma di 1.5 o 2, che a sua volta può richiedere una velocità di otturazione così lenta (perché le lenti a grandangolo, anche con filtri centrali, sono usate al meglio ad di f/16 o più piccole) che tenere la macchina in mano è impossibile, e la sfocatura diventa un problema quando si fotografano gli oggetti in movimento. Con l’ampio intervallo di esposizione delle pellicole odierne e la profondità di colore (o di scala di grigio) delle macchine fotografiche digitali o degli scanner di pellicole, è possibile simulare l’effetto di un filtro centrale applicando una trasformata equivalente a un’immagine grezza presa senza questo filtro. Questo strumento di antivignettatura applica una trasformazione a filtro centrale a un’immagine usando un algoritmo il cui diritto d’autore appartiene a John Walker.

3.1.4.7.1 Usare lo strumento di correzione vignettatura

Finestra di dialogo della Correzione vignettatura Cinque cursori ti danno il controllo del filtro di correzione della vignettatura, e altri tre dell’esposizione dell’immagine risultante: Quantità: questa opzione controlla il grado di attenuazione della luminosità da parte del filtro al suo punto di massima intensità. La quantità predefinita è 2,0, che corrisponde a un filtro ottico con un’apertura del diaframma pari a 1 (o, non per caso, un fattore di luminosità pari a 2). Aumenta la quantità per compensare un maggior grado di vignettatura; riducila per uno minore. Piumino: questa opzione determina la velocità a cui l’intensità del filtro si riduce dal punto di massima quantità verso i bordi, espressa come un fattore di potenza. Il valore predefinito, 1, rende una riduzione lineare della quantità del filtro con la distanza dal centro. I fattori di potenza più grandi di 10 causano una riduzione più veloce (per esempio, una potenza di 2 fa ridurre la quantità con il quadrato della distanza dal centro) e fa concentrare l’effetto del filtro vicino al centro. Le potenze inferiori a 1 diffondono la quantità del filtro verso i bordi; una potenza di 0,5 fa ridurre la densità con la radice quadrata della distanza dal centro. Raggio: questa opzione specifica il raggio, come multiplo della misura della semi-diagonale del- l’immagine, alla quale la quantità del filtro si azzera (o, in altre parole, diventa trasparente). Il valore predefinito 1,0 specifica un filtro che è trasparente ai suoi angoli. Una specificazione del raggio superiore a 1 estende l’effetto del filtro centrale oltre i bordi dell’immagine, mentre un raggio inferiore a uno limita l’azione del filtro a una regione più piccola dell’immagine. Quando si compensa la vignettatura di lenti usate con macchine fotografiche a formato ampio e alcune a formato medio, il raggio predefinito 1 è raramente giusto! Spesso queste lenti ‘coprono’ un cer- chio dell’immagine sensibilmente più grande della pellicola per permettere ai movimenti della macchina fotografica di controllare la prospettiva e il fuoco, e di conseguenza hanno uno schema di vignettatura che si estende ben oltre i bordi della pellicola, richiedendo un’impostazione del raggio maggiore di 1 per simulare un filtro centrale che copra l’intero cerchio dell’immagine. L’unico modo di essere sicuri di quali impostazioni di Quantità, Piumino e Raggio compensano al meglio le caratteristiche ottiche reali di una certa lente è esporre una scena illuminata unifor- memente (per esempio, uno schermo grigia illuminata da luce diffusa) ed effettuare una densi- tometria sull’immagine risultante (per esempio con la barra di posizionamento dell’istogramma

48 Manuale di Showfoto dello strumento di regolazione dei livelli). In alternativa, o se le specificazioni del produttore della lente danno il grado preciso di vignettatura a una o più aperture di lavoro, potresti dover sperimentare con diverse impostazioni per trovare quelle che funzionano al meglio per ciascuna delle tue lenti. Per aiutarti in questo compito, la finestra dello strumento fornisce una masche- ra di resa in miniatura dell’applicazione all’immagine. Fortunatamente, la risposta dell’occhio umano è logaritmica, non lineare come la maggior parte dei sensori digitali per immagini, quin- di non devi necessariamente compensare precisamente l’esatta vignettatura per creare immagini che saranno percepite come uniformemente illuminate da chi le vede. Impostazioni spostamento X e spostamento Y: queste opzioni muovono rispettivamente il centro del filtro orizzontalmente o verticalmente fino ai bordi dell’immagine della percentuale specifi- cata. Un valore negativo per lo spostamento X muoverà il filtro verso sinistra mentre un valore positivo lo sposterà alla destra. Un valore negativo per lo spostamento Y muoverà il filtro verso l’alto mentre un valore positivo lo sposterà verso il basso. Impostazioni Luminosità, Contrasto, e Gamma: l’elaborazione di un’immagine con questo stru- mento di antivignettatura riduce la luminosità dei pixel. Devi risistemare l’esposizione dell’im- magine risultante con queste opzioni. Questi cursori danno solo valori positivi perché ti serve solo aumentare questa impostazione. Aggiungi vignettatura: molte fotografie sembrano piatte a causa di uno sfondo che distrae o per un difetto nella composizione. Mentre nella maggior parte delle volte varrai eliminare la vignet- tatura, è un fatto che una vignettatura selettiva può migliorare la leggibilità di una foto e guidare gli occhi verso il soggetto voluto. Come un artista puoi scegliere questa opzione: spuntando la casella farai invertire il filtro in modo che gli angoli della foto siano scuriti.

NOTA Se vuoi una risistemazione più precisa dell’esposizione dell’immagine risultante, lascia i valori di lumi- nosità, contrasto e gamma a zero e usa lo strumento Regola curve dell’editor di immagini di Showfoto disponibile dalla voce del menu Colore → Regola curva.

3.1.4.7.2 Lo strumento di correzione vignettatura in azione

Questo è un esempio di una correzione di antivignettatura applicata a un’immagine. L’immagine originale (1) mostra della vignettatura negli angoli, l’immagine corretta (2) molto meno. Viene applicata all’immagine risultante anche una correzione della luminosità e nel contrasto da parte di questo strumento. I valori usato per questo esempio sono:

• Densità = 2,6. • Potenza = 0,9. • Raggio = 1,1. • Luminosità = 20. • Contrasto = 50. • Gamma = 20.

Lo strumento di Correzione vignettatura dell’editor di immagini in azione

3.1.4.8 Introduzione

L’algoritmo di reintegrazione è stato sviluppato dal gruppo IMAGE del laboratorio GREC CNRS di Caen in Francia, e fa parte del progetto CImg.

49 Manuale di Showfoto

3.1.4.8.1 Usare lo strumento di reintegrazione

La finestra di reintegrazione fotografica Lo strumento è dotato di diverse preimpostazioni come punti di partenza e per semplificare il restauro. Quelle disponibili sono elencate qui sotto:

• Nessuna: usa le impostazioni predefinite più comuni del filtro, non ottimizzate per alcun scopo particolare. • Rimuovi area piccola:. • Rimuovi area media:. • Rimuovi area grande:.

Se vuoi impostare i parametri del filtro per fare regolazioni più precise, usa le schede Impostazioni di smussatura e Impostazioni avanzate: Le impostazioni di smussatura della reintegrazione fotografica

• Conservazione dei dettagli p [0, 100]: controlla il mantenimento delle curvature (caratteri- stiche). Un valore basso impone una smussatura uniforme nell’immagine, mentre valori più grandi lisciano preferenzialmente le zone omogenee e lasciano i dettagli nitidi. Un valore di 0,9 dovrebbe mantenere bene i dettagli, in modo che non sia necessario aumentare succes- sivamente la nitidezza. Nota che la Conservazione dei dettagli deve sempre essere minore dell’Anisotropia. • Anisotropia alfa [0, 100]: un valore basso liscia allo stesso modo in tutte le direzioni, mentre un valore vicino a 1 liscia solo in una direzione. Se hai la grana della pellicola oppure dei disturbi di tipo CCD, un valore alto si tradurrà in uno schema a onde, mentre gli artefatti JPEG sono adatti per valori vicini a 1. • Smussatura [0, 500]: imposta il fattore di smussatura complessiva massima (mentre p definisce quella relativa). Impostalo in base al livello del disturbo. • Regolarità [0, 100]: questo parametro riguarda le strutture abbastanza grandi. Più grande è questo valore, più regolare sarà anche la smussatura complessiva. Ciò è necessario quando ci sono molti disturbi, perché in quei casi è difficile indovinare la geometria. Ma impostalo maggiore di 3 se vuoi ottenere un effetto di turbolenza in stile van Gogh. • Iterazioni del filtro: il numero di volte che sarà applicato l’algoritmo di sfocatura. Normalmente è sufficiente 1 o 2. Le impostazioni avanzate della reintegrazione

• Passo angolare da [5, 90]: integrazione angolare del fattore di anisotropia alfa. Se alfa viene scelto piccolo anche da dovrebbe essere piccolo. Ma attenzione, angoli piccoli implicano grandi calcoli! Sceglilo tanto grande quanto lo puoi accettare. • Passo integrale [0,1, 10]: larghezza del passo di integrazione spaziale, in pixel. Dovrebbe rimanere sotto 1 (smussatura sub-pixel), e mai andare oltre 2. • Usa interpolazione lineare: il guadagno di qualità se selezioni questa opzione è solo marginale, e perdi un fattore di 2 in velocità. Raccomandiamo di lasciarla inattiva.

I pulsanti Salva come... e Carica... sono usati per fare esattamente quello che descrivono: qual- siasi impostazione del filtro di reintegrazione fotografica che hai impostato può essere salvata sul disco in un file di testo e caricata più tardi.

ATTENZIONE La reintegrazione fotografica è (relativamente) molto veloce a fare il suo lavoro, ma l’esecuzione può richiedere molto tempo e causare un grande consumo delle risorse del processore. Puoi sempre interrompere il calcolo premendo il pulsante Annulla durante la resa.

50 Manuale di Showfoto

3.1.4.8.2 Lo strumento di reintegrazione in azione

Qui sotto puoi vedere una reintegrazione di tipo Rimuovi area piccola applicato a una fotografia a colori scattata a Città del Guatemala con una macchina fotografica analogica. Sembra che ci sia uno strano artefatto nero sul volto, causato da una cattiva conservazione della pellicola durante il viaggio. L’immagine originale è la (1), quella corretta la (2). L’anteprima del filtro di reintegrazione

3.1.4.9 Rimuovi gli occhi rossi da una fotografia

Gli occhi rossi appaiono quando si usa il flash per fotografare delle persone. Il rosso è il riflesso del retro dell’occhio, ed è visibile perché la pupilla non riesce a reagire abbastanza velocemente al bagliore. A proposito, con un flash separato l’effetto è meno probabile a causa della diversa ango- lazione del flash e della lente. Puoi correggere alcuni dei peggiori occhi rossi selezionando l’area dell’occhio nella fotografia, esattamente come descritto sopra per il ritaglio. quindi seleziona Migliora → Riduzione degli occhi rossi. Come funziona

• Imposta la modalità di anteprima come preferisci • L’impostazione della Sensibilità regola la quantità di rimozione degli occhi rossi (più o meno aggressiva) • Il cursore della Smussatura imposta la sfocatura dell’area che viene scurita per rendere più naturale la pupilla • La Tinta di colorazione imposta un colore particolare per la pupilla. Se vuoi occhi blu invece che scuri, puoi farlo qui • Il Livello di tinta regola la luminosità del colore della pupilla impostato

Example 3.12 Lo strumento di correzione degli occhi rossi in azione

3.1.4.10 Introduzione

Le fotografie sfocate, coma la maggior parte delle immagini digitalizzate, hanno bisogno di una correzione della nitidezza. Ciò è dovuto al processo di digitalizzazione, che deve tagliare un con- tinuo di colori in punti con colori leggermente diversi: gli elementi più sottili della frequenza di campionamento saranno fusi in un colore uniforme. Quindi, i bordi netti sono resi un po’ sfocati. Lo stesso fenomeno appare quando si stampano dei punti sulla carta. Le macchine fotografiche reflex hanno ancora più bisogno di aumentare regolarmente la nitidezza rispetto a quelle più semplici. Mentre le immagini JPEG hanno un po’ di aumento della nitidezza interno alla macchina fotografica, le immagini RAW lo richiedono sempre nel loro processo di elaborazione. Alcuni scanner applicano un filtro di aumento della nitidezza durante la scansione. Vale la pena di disattivarlo, in modo da mantenere il controllo sull’immagine.

3.1.4.10.1 Regolazione della nitidezza

3.1.4.10.2 Togliere la sfocatura da una fotografia

Se il fuoco della fotocamera non era impostato correttamente, o se la fotocamera si muoveva du- rante lo scatto, il risultato è una foto sfocata. Se è molto sfocata, probabilmente non sarai in grado

51 Manuale di Showfoto di farci molto in nessun caso, se invece è poca potresti essere in grado di migliorare l’immagi- ne. Molte fotocamere SLR applicano meno elaborazione all’immagine rispetto alle compatte (che tendono ad aumentare artificialmente il contrasto per far risaltare le immagini). Questo tipo di sfocatura leggera può essere facilmente migliorato con gli strumenti. In alcune situazioni potresti essere in grado di avere buoni risultati aumentando la nitidezza della fotografia con lo strumento nitidezza, dal menu Migliora → Aumenta la nitidezza .

Example 3.13 Lo strumento Aumenta la nitidezza in azione

Tuttavia dovresti stare molto attento, oppure i risultati non sembreranno molto naturali: il ren- dere nitido aumenta la nitidezza apparente dei bordi nella foto, ma amplifica anche il rumore. Generalmente, la tecnica più utile per aumentare la nitidezza di una foto è lo strumento Rimessa a fuoco. Puoi accedervi dal menu Migliora → Rimessa a fuoco. Dai un’occhiata a Rimessa a fuoco per maggiori informazioni e confronti tra tutte le tecniche di aumento della nitidezza.

3.1.4.10.3 Riduci la grana di una fotografia

Quando scatti in condizioni di scarsa illuminazione o con un tempo di esposizione basso, la fo- tocamera non ha abbastanza dati per stimare correttamente il colore reale di tutti i pixel, quindi la foto risultante sembra sgranata. Tu puoi ´´addolcire ´´ la grana attraverso una sfocatura del- l’immagine, però perderai in nitidezza. Probabilmente, l’approccio migliore, se la grana non è così male, è quello di usare il filtroRiduzione dei disturbi: puoi accedervi dal menu Migliora → Riduzione dei disturbi.

3.1.4.10.4 Sfocare una fotografia

Alcune volte ti si presenta il problema opposto: un’immagine è troppo incisiva. La soluzione è di sfocarla un po’: fortunatamente sfocare un’immagine è molto più facile che aumentarne la nitidezza. Seleziona lo strumento sfoca dalla voce di menu Migliora → Sfoca e gioca con il livello. La finestra di anteprima nella parte destra della finestra mostra l’effetto complessivo sulla tua foto.

3.1.4.10.5 Il filtro di Maschera di contrasto

NOTA Il filtro di Maschera di contrasto è uno strumento eccellente per rimuovere la foschia dalle tue fotografie, vedi questo URL per una dimostrazione.

Finestra della maschera di contrasto Il pannello dell’immagine e l’anteprima dell’originale ti aiutano a scorrere l’immagine. La finestra dell’anteprima mostra il risultato del filtro usando le impostazioni attuali. Ci sono due parametri importanti, Raggio e Quantità. I valori predefiniti spesso funzionano piuttosto bene, quindi dovresti provare prima quelli. Aumentare il Raggio o la Quantità au- menta la forza dell’effetto. Non farti trasportare però: se rafforzi troppo la maschera di contrasto amplificherai i disturbi nell’immagine, e darai l’impressione che ci siano dei rilievi vicino ai bordi netti. Il Raggio ti permette di impostare quanti pixel saranno influenzati dall’aumento della nitidezza su entrambi i lati di un bordo. Le immagini ad alta risoluzione permettono un raggio maggiore. Ti conviene sempre aumentare la nitidezza di un’immagine nella sua risoluzione definitiva.

52 Manuale di Showfoto

Il controllo della Quantità è la percentuale di differenza tra l’originale e l’immagine sfocata che viene aggiunta nuovamente all’originale. Ti permette di impostare la forza dell’aumento della nitidezza. Il controllo della Soglia è una frazione del valore RGB massimo necessario per applicare la quan- tità di differenza. Ti permette di impostare la differenza minima in valori di pixel, che indica un bordo dove dovrebbe essere applicato l’aumento della nitidezza. In questo modo puoi protegge- re le aree a transizione morbida dei toni dall’aumento della nitidezza, ed evitare la creazione di macchie nelle superfici di facce, cielo o acqua.

3.1.4.10.6 La maschera di contrasto in azione Questo è un esempio di come la maschera di contrasto può cambiarti la vita. L’immagine ori- ginale è (1), quella corretta è (2). La maschera di contrasto è stata applicata con Raggio = 6,0, Quantità = 0,5 e Soglia = 0,0. Lo strumento maschera di contrasto in azione

3.1.4.10.7 Rimessa a fuoco di una fotografia

La rimessa a fuoco di Showfoto è uno strumento per rimettere a fuoco un’immagine migliorandone la nitidezza. Usa ilfiltro a deconvoluzione che è stato creato di Ernst Lippe. Questo strumento cerca di ´´rimettere a fuoco´´ un’immagine annullando la sfocatura. Ciò è me- glio che tentare semplicemente di aumentarne la nitidezza. Usa una tecnica nota come filtro FIR di Wiener. La tecnica tradizionale l’aumento della nitidezza delle immagini è usare la maschera di contrasto. La rimessa a fuoco produce di solito risultati migliori della maschera di contrasto. Avviala dal menu dell’editor di immagini Migliora → Aumenta la nitidezza → Rimessa a fuoco. La tecnica di rimessa a fuoco funziona diversamente dalla maschera di contrasto, ed è anche diversa dal filtro di aumento della nitidezza, i quali aumentano il contrasto dei bordi di un’im- magine. La rimessa a fuoco, invece, inverte il processo con cui l’immagine è stata sfocata dal diaframma circolare della macchina fotografica. Questo metodo ti rende il più possibile del- l’immagine originale ´´a fuoco´´. La rimessa a fuoco usa un algoritmo di deconvoluzione molto potente che riotterrà i dati che sono stati persi. In termini scientifici, la sfocatura è normalmente il risultato di una convoluzione, e una deconvoluzione invertirà il processo; questo è esattamente quello che fa la rimessa a fuoco. Inoltre, la tecnica del filtro FIR permette di rimuovere molti disturbi e granularità che spesso vengono accentuati con tutti i filtri di aumento della nitidezza.

3.1.4.10.8 Usare lo strumento di rimessa a fuoco Finestra di rimessa a fuoco Il pannello dell’immagine e l’anteprima dell’originale ti aiutano a scorrere l’immagine. La finestra dell’anteprima mostra il risultato del filtro usando le impostazioni attuali. Nella maggior parte dei casi (sfocatura della macchina fotografica) l’immagine è stata rovinata da una convoluzione circolare, ma ci sono due convoluzioni disponibili:

• La convoluzione circolare: sparge ogni punto sorgente uniformemente su un piccolo disco di raggio fisso. Tecnicamente è l’effetto che si ottiene usando una lente (ideale) che però non è correttamente messa a fuoco. • La convoluzione gaussiana: è matematicamente simile alla distribuzione normale, con la sua curva a campana. Viene causata da una sfocatura non naturale (a causa del software, per esempio). Da un punto di vista teorico la giustificazione matematica dell’uso della convolu- zione gaussiana è che quando applichi un gran numero di convoluzioni casuali indipendenti, il risultato si avvicinerà ad una convoluzione gaussiana.

53 Manuale di Showfoto

Lo strumento di rimessa a fuoco supporta entrambe le convoluzioni, e anche miscele di queste. In pratica, nella maggior parte dei casi la convoluzione circolare funziona molto meglio della gaussiana. La convoluzione gaussiana ha una coda molto lunga, quindi matematicamente il risultato della convoluzione dipende anche da pixel sorgente a una grande distanza dal pixel sorgente originale. L’inversa FIR di Wiener di una convoluzione gaussiana è nella maggior parte dei casi fortemente influenzata dai pixel sorgente a grandi distanze, e nella maggior parte dei casi ciò porta a risultati indesiderati. Per impostare correttamente il filtro di deconvoluzione, l’estensione ha i parametri seguenti:

• Nitidezza circolare: è il raggio del filtro di convoluzione circolare. È il parametro più im- portante per usare l’estensione. Per la maggior parte delle immagini il valore predefinito di 1 dovrebbe dare buoni risultati. Seleziona un valore più alto se la tua immagine è molto sfocata. • Correlazione: aumentare la Correlazione potrebbe aiutare a ridurre gli artefatti. La corre- lazione può variare da zero a uno. I valori utili sono 0,5 e quelli vicini ad 1, come 0,95 e 0,99. Usare un valore elevato per la correlazione ridurrà l’effetto di aumento della nitidezza dell’estensione. • Filtro dei disturbi: aumentare il Filtro dei disturbi aiuta a ridurre gli artefatti. I disturbi possono variare tra zero e uno, ma valori superiori a 0,1 sono raramente utili. Quando il valore dei disturbi è troppo basso, per esempio zero, la qualità dell’immagine sarà pessima. Un valore utile è 0,03. Usare un valore elevato per il rumore sfocherà ulteriormente l’immagine. • Nitidezza gaussiana: è il raggio per il filtro di convoluzione gaussiana. Usa questo parametro quando la tua sfocatura è gaussiana (di solito a causa di un precedente filtraggio di sfocatu- ra). Nella maggior parte dei casi dovresti lasciare questo parametro a zero, perché crea dei fastidiosi artefatti. Quando usi valori diversi da zero, probabilmente dovrai aumentare anche i parametri della Correlazione o del Filtro dei disturbi. • Dimensione della matrice:: questo parametro determina la dimensione della matrice di tra- sformazione. Aumentare la Dimensione della matrice: potrebbe produrre risultati migliori, specialmente quando scegli valori elevati per la Nitidezza circolare o per a Nitidezza gaussia- na. Nota che l’estensione diverrà molto lenta quando selezioni un valore elevato per questo parametro. Nella maggior parte dei casi dovresti selezionare un valore tra 3 e 10. • Salva come... e Carica...: sono usati per fare esattamente quello che i loro nomi descrivono. Qualsiasi parametro di rimessa a fuoco che hai impostato può essere salvato sul disco e caricato più tardi. • Valori predefiniti: questo pulsante reimposta tutte le impostazioni ai loro valori predefiniti.

Sotto puoi vedere alcuni suggerimenti per aiutarti a lavorare con l’estensione di rimessa a fuoco:

• Preferibilmente fai tutte le correzioni al taglio, al colore ed alle curve di intensità dell’immagine prima di usare l’estensione. • Altrimenti dovresti usare questa estensione prima di effettuare qualsiasi altra operazione sul- l’immagine. La ragione è che molte operazioni sull’immagine lasceranno dei contorni non immediatamente visibili, ma che creeranno fastidiosi artefatti. • Quando scansioni delle immagini e le comprimi, per esempio in JPEG, dovresti usare prima l’estensione sull’immagine non compressa.

3.1.4.10.9 Confronto della rimessa a fuoco con altre tecniche Confronto con due altre tecniche frequentemente usate per migliorare le immagini:

• Filtro di aumento della nitidezza

54 Manuale di Showfoto

• Maschera di contrasto

L’aumento della nitidezza applica una piccola matrice di convoluzione che aumenta la diffe- renza tra un pixel sorgente e quelli nelle sue immediate vicinanze. Il filtraggio FIR di Wiener è una tecnica più generale, perché permette un intorno molto più grande e migliori parame- trizzazioni. L’aumento della nitidezza funziona solo quando le tue immagini sono molto poco sfocate. Inoltre, con valori elevati del parametro di aumento della nitidezza i risultati sono spes- so ´´disturbati´´. Con il filtraggio FIR di Wiener questi disturbi possono essere fortemente ridotti selezionando valori maggiori per i parametri di Correlazione e Filtro dei disturbi. La maschera di contrasto è un altro modo molto popolare di migliorare le immagini. Da un punto di vista matematico, la sua giustificazione è un po’ oscura, ma piace a molta gente. Il primo passo è creare una copia sfocata dell’immagine sorgente. Quindi la differenza tra l’immagine sorgente e l’immagine sfocata viene sottratta dall’immagine sorgente, da cui il nome di maschera di contrasto. In realtà, la maschera di contrasto è più un miglioramento del contrasto su un elemento importante dell’immagine che un aumento della nitidezza. Non annulla l’interferenza dello schema dell’apertura del diaframma della macchina fotografica come fa la rimessa a fuoco. In generale, la maschera di contrasto produce risultati migliori dell’aumento della nitidezza. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che la maschera di contrasto usa un intorno più grande dell’aumento della nitidezza. Da un punto di vista teorico, la maschera di contrasto deve sempre introdurre degli artefatti. Anche in condizioni ottimali non può mai annullare completamente l’effetto delle sfocature. È possibile provare che il filtraggio Wiener è il filtro lineare ottimale. In pratica, in tutti i casi i risultati del filtro FIR di Wiener sono almeno buoni quanto la maschera di contrasto. Il filtro FIR di Wiener è spesso migliore a restaurare i dettagli minori. Sotto puoi vedere un confronto tra filtri diversi applicati a una piccola immagine sfocata:

Anteprima Tipo Immagini sfocata originale da correggere. Questa immagine è stata fatta con una macchina fotografica analogica. La sfocatura è stata causata da luce insufficiente per l’autofocus della lente. Immagine corretta con un filtro semplice per l’aumento della nitidezza. L’impostazione della nitidezza è 80. Immagine corretta con un filtro di maschera di contrasto. Le impostazioni sono raggio=50, quantità=5 e soglia=0. Immagine corretta con un filtro di rimessa a fuoco. Le impostazioni sono nitidezza circolare=1,3, correlazione=0,5, filtro dei disturbi=0,020, nitidezza gaussiana=0 e dimensione della matrice=5.

NOTA Per maggiori informazioni sui metodi di correzione della nitidezza usati nella fotografia digitale, puoi trovare un confronto tecnico a questo indirizzo.

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3.1.4.11 Strumento Correzione lenticolare automatica

Da fare

3.1.5 Strumenti di trasformazione delle immagini

3.1.5.1 Ritagliare una fotografia

3.1.5.1.1 Taglio manuale

Il taglio di una fotografia è non solo un’operazione comune, ma spesso è uno strumento foto- grafico sottovalutato per comporre un’immagine. L’editor di immagini lo rende molto facile. Per tagliare una foto trascina un rettangolo sull’immagine tenendo premuto il tasto sinistro del mouse e muovendo il mouse: mentre lo muovi vedrai apparire un riquadro rettangolare.

Example 3.14 L’attuale selezione dell’immagine nell’editor

Quando rilasci il pulsante, l’area della fotografia che sarà rimossa da un’operazione di taglio sarà oscurata, e questo ti permette di avere una buona idea di come sembrerà la tua foto dopo che l’avrai tagliata. Puoi modificare le dimensioni dell’area tagliata trascinandone gli angoli, e puoi creare una nuova area di taglio semplicemente tracciando un altro rettangolo. Una volta che sei soddisfatto del taglio fai clic sul pulsante Il pulsante di taglio dell’editor di immagini sulla barra degli strumenti, e la fotografia verrà tagliata (Ctrl-X). Usa le voci File → Salva oppure File → Salva come... del menu File per salvare la fotografia appena tagliata.

3.1.5.1.2 Ritaglio automatico

Lo strumento di ritaglio automatico rimuove i bordi da un’immagine: cerca l’area del bordo più grande possibile tutta dello stesso colore e la taglia dell’immagine, proprio come se avessi utilizzato lo strumento Taglio. Questo strumento può essere usato per esempio per tagliare un panorama cucito e assemblarlo con molte immagini, operazione che genera un bordo nero intorno.

Example 3.15 Panorama unito elaborato con il ritaglio automatico

3.1.5.1.3 Taglio proporzionale

Lo strumento di taglio proporzionale va oltre. Mentre modifichi le immagini digitali è spesso necessario creare un formato compatibile con, ad esempio, il tuo album di fotografie o con il formato della carta. Se stampi un’immagine dalla tua macchina fotografica digitale e poi cerchi di metterla nel tuo album di foto potresti notare che la macchina ha un diverso rapporto tra altezza e larghezza rispetto a una normale pellicola fotografica; dovrai quindi tagliare le tue immagini digitali rispettando delle proporzioni predefinite (per esempio 5:7 o 2:3, che sono delle proporzioni standard).

Example 3.16 La finestra dello strumento di taglio proporzionale

Nell’area di anteprima puoi ridimensionare il rettangolo di taglio, spostando gli angoli con il mouse. Verrà mantenuto il rapporto impostato che è in basso nella finestra.

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Nelle impostazioni dello strumento di taglio proporzionale devi specificare l’Orientazione, Ver- ticale o Orizzontale. L’opzione Verticale assegnerà sempre la dimensione maggiore all’Altezza, mentre Orizzontale alla Larghezza. Lo strumento di taglio proporzionale usa un rapporto relativo. Vale a dire che è lo stesso se usi centimetri o pollici, senza specificare la dimensione fisica. Per esempio, sotto vedi un elenco di corrispondenze tra le dimensioni tradizionali della carta fotografica e il taglio proporzionale.

Dimensioni standard della carta Ritaglia secondo le proporzioni fotografica 10×15cm 20×30cm 30×45cm 3,5×5″ 4×6″ 8×12″- 2:3 12×18″ 16×24″ 20×30″ 6×8cm 15×20cm 18×24cm 30×40cm 3,75×5″ 4,5×6″ 6×8″- 3:4 7,5×10″ 9×12″ 20×25cm 40×50cm 4:5 8×10″ 16×20″ 15×21cm 30×42cm 5×7″ 5:7 21×30cm 42×60cm 7:10

In fondo a destra nella finestra sono disponibili due pulsanti, che servono per spostare automaticamente la selezione di taglio al centro orizzontale o a quello verticale dell’immagine. Nell’ultima riga della finestra, il pulsante Proporzioni massime ti permette di impostare l’a- rea di taglio alle dimensioni massime, secondo le attuali impostazioni di proporzioni e di orientazione.

NOTA Lo strumento di taglio alle proporzioni ricorda le impostazioni che dipendono dall’orientazione dell’im- magine (orizzontale o verticale): la prossima volta che lo userai, queste impostazioni saranno usate come valori predefiniti, a seconda dell’orientazione dell’immagine. Le dimensioni modificate vengono salvate nelle tabelle EXIF, in modo che i dati EXIF riflettano sempre l’immagine ritagliata e non quella originale.

3.1.5.1.4 Guida di composizione

Quando si guarda per la prima volta un’immagine, l’occhio dello spettatore raramente si posa al centro dell’immagine, ma si sposta da in alto a sinistra verso destra, e poi da in basso a sinistra di nuovo a destra. Questo schema è inconscio ma è ben documentato; è probabilmente associato allo schema di lettura occidentale. Dal punto di vista del fotografo l’obiettivo diventa guida- re lo sguardo dello spettatore dell’oggetto, tenendo conto del modo in cui molti percepiscono un’immagine. Le impostazioni della Guida di composizione forniscono gli elementi di guida per comporre meglio le tue immagini. Queste guide sono:

• Regola dei terzi: una griglia che divide l’immagine in terzi in ogni direzione (cioè in nove par- ti). Queste proporzioni sono vicine alla regola aurea, e sono derivate dal campo visivo dell’oc- chio umano. Sono usate, spesso con variazioni minori, da una serie di oggetti comunemente usati. In questi riquadri ci sono aree precise dove dovrebbero essere posizionate le parti im- portanti dell’immagine. Lo stesso principio si usa per determinare la posizione dell’orizzonte e le proporzioni tra cielo e terra.

57 Manuale di Showfoto

Molti fotografi e artisti conoscono la regola dei terzi, in cui un’immagine viene divisa in tre sezioni verticalmente e orizzontalmente, e i punti di intersezione rappresentano i posti in cui disporre gli elementi visuali più importanti. Spostare l’orizzonte di un paesaggio nella posi- zione di un terzo è spesso meglio che metterlo nel mezzo, ma potrebbe anche essere messo a un quarto o un sesto dal fondo: non c’è nulla di obbligatorio in questa regola. Nel posiziona- re gli elementi visivi in modo da ottenere una composizione riuscita si devono valutare molti fattori, come colore, prevalenza, dimensioni e bilanciamento insieme alle proporzioni. Spes- so una certa quantità di bilanciamento o di tensione dell’immagine può rendere migliore una composizione.

Example 3.17 Esempio di composizione delle immagini usando la regola dei terzi

• Triangoli armonici: le divisioni armoniche si affidano al principio di somiglianza. Come la guida della regola dei terzi, i triangoli armonici sono un’altra divisione dell’immagine in triangoli armonici equiangoli allineati alla diagonale.

Example 3.18 Esempio di composizione fotografica usando i triangoli armonici

• Sezione aurea: la sezione aurea è un rapporto intrinseco presente in molti schemi di crescita nella natura (dalla spirale della conchiglia di un nautilo ai petali del girasole), che ha la bizzarra abitudine di apparire in tutte le cose che consideriamo belle. La sezione aurea è il numero irrazionale 1,618033988...; il suo uso risale agli antichi egizi e greci, che la usarono nella costruzione delle loro piramidi e dei loro templi. Artisti e architetti hanno usato la sezione aurea attraverso i secoli nella composizione di dipinti ed edifici, ma anche di fotografie, per dare alle loro composizioni un senso di ordine e di bellezza naturale. La sezione è intrinseca nella serie di Fibonacci: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34 eccetera, dove ogni numero dopo 1 è uguale alla somma dei due precedenti. Il rapporto risultante, 1:1,618, è la sezione aurea. Una composizione che segua questa regola è considerata visivamente armoniosa. La sezione aurea fornisce linee guida più fluide quando viene usata per comporre un’immagine. Queste guide sono elencate di seguito: – La guida Spirale aurea aumenterà le probabilità di ottenere risultati accattivanti con le tue fotografie. Al contrario della regola dei terzi, la spirale aurea forma una linea fluida che l’occhio traccia nell’immagine. Questo stile di composizione invita lo sguardo dello spetta- tore nell’immagine secondo la linea della spirale, creando un flusso visivo più simmetrico, e un’impressione visiva complessivamente coinvolgente.

Example 3.19 Esempio di composizione delle immagini usando la spirale aurea

– Un’altra regola sono le Sezioni della spirale aurea, o rettangoli aurei. Questi rettangoli si usano per costruire la spirale aurea. Ci dovrebbe essere qualcosa che guida l’occhio al centro della composizione. Potrebbe essere una linea o alcuni soggetti. Questo ‘qualcosa’ potrebbe essere lì senza guidare gli occhi, ma farebbe lo stesso il suo lavoro.

Example 3.20 Esempio di composizione delle immagini usando le sezioni della spirale aurea

– I Triangoli aurei sono derivati dalla spirale aurea discussa prima. I loro vertici sono i punti centrali dei lati dei rettangoli aurei. Nota che, al contrario dei triangoli armonici, i triangoli aurei non sono equiangoli. Mettere le diagonali lungo queste linee può rendere più dinamico un soggetto altrimenti statico.

58 Manuale di Showfoto

Quando usi i triangoli aurei per dividere l’immagine crei un effetto che gli esperti di foto- grafia chiamano ‘simmetria dinamica’. Prova a mantenere il tuo soggetto in uno dei punti di intersezione e metti le altre informazioni visive nei triangoli che hai già diviso. Il risultato sarà una composizione molto accattivante, che altrimenti potresti non riuscire a creare.

Example 3.21 Esempio di composizione fotografica usando il triangolo aureo

– Come la regola dei terzi, le Sezioni auree influenzano il rapporto delle dimensioni di un’im- magine, oltre alla posizione del soggetto principale nella fotografia. Il rapporto è vicino al rapporto delle pellicole a 35mm, quindi di solito non devi cambiare le dimensioni delle fo- to. Devi però considerare la composizione: il soggetto principale dovrebbe restare su una delle quattro linee o delle quattro intersezioni (l’occhio del soggetto, per esempio). In realtà queste regole non sono esattamente le stesse: la regola dei terzi è una versione semplificata della sezione aurea.

Example 3.22 Esempio di composizione delle immagini usando le sezioni auree

Le opzioni Ribalta orizzontalmente e Ribalta verticalmente possono essere usate per effettuare ribaltamenti sulle divisioni armoniche. Il pulsante Colore ti permette di impostare il colore delle linee guida. Se hai un’immagine con forte contrasto cromatico, le linee guida potrebbero scomparire; in questo modo puoi adattare il colore della guida all’immagine attuale.

3.1.5.2 Introduzione

Quando si fa una foto è fin troppo facile tenere la macchina non perfettamente verticale o oriz- zontale, ottenendo così una foto dove tutto è un po’ inclinato di un certo angolo. Per sistemarla con l’editor delle immagini di Showfoto bisogna usare lo strumento Rotazione libera. Seleziona Trasforma → Rotazione libera e regola con l’angolo desiderato.

3.1.5.2.1 Strumento Rotazione libera Ruota la tua immagine usando il cursore Angolo (valore in gradi), e premi Reimposta valori per azzerare il cursore. Un’anteprima dell’effetto di rotazione è disponibile a destra nella finestra, e sono anche visualizzate le dimensioni in pixel della nuova immagine risultante. Per un’orientazione migliore lo strumento di Rotazione libera fornisce una guida verticale ed una orizzontale; sposta il puntatore del mouse sull’anteprima dell’immagine per visualizzarla a linee tratteggiate. Sposta il puntatore su un oggetto dell’immagine che si suppone essere orizzontale o verticale, come l’orizzonte del mare oppure il bordo di un edificio, e premi il tasto sinistro del mouse per bloccare la posizione delle linee tratteggiate. Ora regola l’angolo in base alla guida.

ATTENZIONE Dopo aver ruotato l’immagine, spesso noti che le cose sono migliori ma non perfette. Una soluzione può essere ruotare un po’ di più, ma c’è uno svantaggio: ogni volta che ruoti un’immagine l’imma- gine si sfoca inevitabilmente un po’, perché i pixel ruotati non si allineano perfettamente con quelli originali. Per una rotazione singola la quantità di sfocatura per rotazione è piuttosto piccola, ma due rotazioni causano una sfocatura doppia, e non c’è ragione di sfocare più di quanto ce ne sia bisogno. Perciò lo strumento di guida disponibile nell’anteprima della Rotazione libera può aiutarti ad applicare correttamente una regolazione dell’angolo al primo colpo.

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3.1.5.2.2 Rotazione libera in azione Lo strumento di rotazione libera in azione è visibile sotto. La finestra dello strumento Rotazione libera Dopo che hai ruotato un’immagine ci saranno dei fastidiosi ‘buchi’ triangolari negli angoli. Un modo di correggerli è tagliare l’immagine con Trasforma → Taglia nel menu dell’editor delle immagini. Un modo più elegante di tagliare l’immagine ruotata è quello di usare la funzione di Taglio automatico. Scegli una qualsiasi delle seguenti opzioni dalla casella combinata a seconda delle tue preferenze:

• Area più larga Questa opzione taglia l’immagine ruotata nella sezione rettangolare più larga possibile. • Area massima Questa opzione taglia l’immagine ruotata nella superficie massima.

Tieni il mouse sopra la casella combinata e scorri con la rotellina tra le due possibilità. La casella Antialiasing liscerà un po’ l’immagine dopo una rotazione. Leggi l’avvertimento sopra.

3.1.5.3 Introduzione

Con questo strumento puoi lavorare sulla prospettiva di una fotografia. È molto utile quando la- vori con fotografie che contengono distorsione trapezoidale. La distorsione trapezoidale avviene quando un oggetto viene fotografato da un angolo invece che di fronte. Per esempio, se fai una foto di un edificio alto da terra, i bordi sembrano incontrarsi verso la cima. D’altro canto puoi usare questo strumento per introdurre una nuova prospettiva che non sia una vista frontale ma per dare all’immagine un tocco creativo.

3.1.5.3.1 Usare la regolazione della prospettiva

Tutte le trasformazioni di prospettiva sono effettuate attorno a un punto fisso chiamato punto di fuga. Questo punto è al centro dell’elemento che stai trasformando ed è visualizzato da un cerchio rosso. Per cambiare la prospettiva, usa le aree quadrate agli angoli dell’immagine per trascinare. L’an- teprima della prospettiva viene resa automaticamente. A destra nella finestra troverai delle informazioni che ti aiuteranno a controllare il cambiamento di prospettiva:

• Nuova larghezza: mostra la nuova larghezza dell’immagine in pixel inclusa l’area vuota attorno all’immagine risultante dalla trasformazione geometrica. • Nuova altezza: mostra la nuova altezza dell’immagine in pixel inclusa l’area vuota attorno all’immagine risultante dalla trasformazione geometrica. • Angolo in alto a sinistra: mostra l’angolo attuale in gradi all’angolo in alto a sinistra dell’area di prospettiva. • Angolo in alto a destra: mostra l’angolo attuale in gradi all’angolo in alto a destra dell’area di prospettiva. • Angolo in basso a sinistra: mostra l’angolo attuale in gradi all’angolo in basso a sinistra dell’area di prospettiva. • Angolo in basso a destra: mostra l’angolo attuale in gradi all’angolo in basso a destra dell’area di prospettiva.

60 Manuale di Showfoto

ATTENZIONE Dopo aver applicato la regolazione della prospettiva, l’immagine sarà inevitabilmente un po’ sfocata. Per una sola regolazione, la quantità di sfocatura è piuttosto piccola, ma due regolazioni causano il doppio di sfocatura di una, e non c’è ragione di sfocare le cose più di quanto sia necessario.

Dopo aver regolato la prospettiva di un’immagine ci saranno dei fastidiosi ‘buchi’ triangolari negli angoli. Un modo per sistemarli è tagliare l’immagine con il menu dell’editor di immagini Trasforma → Taglia.

3.1.5.3.2 Lo strumento di regolazione della prospettiva in azione

La finestra di Regolazione della prospettiva in azione è mostrata sotto. La finestra di Regolazione della prospettiva

3.1.5.4 Introduzione

Rimpicciolire un’immagine è facile. Il problema è: come si può espandere un’immagine e mante- nerne nitidi i dettagli? Come si può ingrandire quando è stato raggiunto il limite di risoluzione? Come si possono inventare o indovinare le informazioni mancanti da inserire nell’immagine ne- cessariamente grezza dopo l’ingrandimento? Be’, l’algoritmo CImg che usiamo fa un ottimo lavoro, provalo e vedi da te!

3.1.5.4.1 Ridimensionare una foto Se la fotografia ha le dimensioni sbagliate, puoi cambiarle come vuoi usando lo strumento di ridimensionamento. Seleziona Trasforma → Ridimensiona, e regola i valori di destinazione. La finestra dello strumento di ridimensionamento è visibile sotto.

Example 3.23 La finestra dello strumento di ridimensionamento

Questo strumento di ridimensionamento delle immagini usa un normale metodo a interpolazio- ne lineare per approssimare i pixel. Se vuoi ingrandire un’immagine con una qualità migliore, usa lo strumento di espansione.

3.1.5.4.2 Aumentare le dimensioni dell’immagine (restauro)

Molti programmi di foto-ritocco usano qualche tipo di interpolazione, per esempio l’interpola- zione spline, per ingrandire le immagini, mentre Showfoto usa un approccio più sofisticato. L’al- goritmo incorporato in Restauro è stato sviluppato dalla squadra IMAGE dei laboratori GREC CNRS di Caen in Francia, e fa parte del progetto CImg. Finestra di Espansione fotografica Devi dire allo strumento quale ridimensionamento vuoi fare. Nella scheda Nuova dimensione sono disponibili le impostazioni elencate sotto:

• Mantieni le proporzioni: se questa opzione è abilitata, impostando la nuova dimensione dell’immagine manterrai le proporzioni dell’immagine originale. • Larghezza: la nuova larghezza dell’immagine da usare per l’espansione. • Altezza: la nuova altezza dell’immagine da usare per l’espansione.

61 Manuale di Showfoto

Se vuoi impostare i parametri del filtro per fare regolazioni più precise, usa le schede Impostazioni di lisciatura e Impostazioni avanzate: Impostazioni di smussatura dell’ingrandimento fotografico

• Mantenimento dei dettagli p [0, 100]: questo controlla il mantenimento delle curvature (ca- ratteristiche). Un valore basso impone una lisciatura uniforme nell’immagine, mentre valo- ri più grandi lisciano preferenzialmente le zone omogenee e lasciano i dettagli nitidi. Un valore di 0,9 dovrebbe mantenere bene i dettagli in modo che in seguito non sia necessario aumentare la nitidezza. Nota che il Mantenimento dei dettagli deve sempre essere minore dell’Anisotropia. • Anisotropia alfa [0, 100]: un valore basso liscia allo stesso modo in tutte le direzioni, mentre un valore vicino a 1 liscia solo in una direzione. Se hai grana della pellicola o disturbi di tipo CCD, un valore alto risulterà in uno schema a onde, mentre gli artefatti JPEG sono adatti a valori vicini a 1. • Lisciatura [0, 500]: questo imposta il fattore di lisciatura complessivo massimo (mentre p definisce la lisciatura relativa). Impostalo secondo il livello del disturbo. • Regolarità [0, 100]: questo parametro riguarda le strutture abbastanza grandi. Più grande è questo valore, più regolare sarà la lisciatura complessiva. Ciò è necessario quando ci sono molti disturbi, perché in quei casi è difficile stimare la geometria. Inoltre, se vuoi ottenere un effetto di turbolenza in stile van Gogh, è raccomandata un’impostazione maggiore di 3. • Iterazioni del filtro: il numero di volte che sarà applicato l’algoritmo di sfocatura. Normalmente è sufficiente 1 o 2.

Impostazioni avanzate dell’espansione fotografica

• Passo angolare da [5, 90]: integrazione angolare del fattore di anisotropia alfa. Se alfa viene scelto piccolo, anche «da» dovrebbe essere piccolo. Ma attenzione, gli angoli piccoli causano grandi calcoli! Sceglilo tanto largo quanto lo puoi accettare. • Passo integrale [0,1, 10]: larghezza del passo di integrazione spaziale in pixel. Dovrebbe rimanere sotto 1 (lisciatura sub-pixel) e mai andare oltre 2. • Usa interpolazione lineare: il guadagno di qualità se selezioni questa opzione è solo marginale, e perdi un fattore di 2 in velocità. Raccomandiamo di lasciarla inattiva.

I pulsanti Salva come... e Carica... sono usati per fare esattamente quello. Qualsiasi impostazione del filtro di espansione fotografica che hai impostato può essere salvata sul disco in un file di testo e caricata più tardi.

ATTENZIONE L’espansione fotografica è molto veloce a fare il suo lavoro, ma può volerci molto tempo per farlo e potrebbe causare un forte carico sulla CPU. Puoi sempre interrompere il calcolo premendo il pulsante Interrompi durante la resa dell’anteprima.

3.1.5.4.3 Lo strumento di espansione in azione

Sotto puoi vedere un esempio di Espansione fotografica a una piccola area di un’immagine a colori ridimensionata al doppio. L’originale è (1), il risultato espanso (3). L’anteprima (2) è il risultato dato al metodo di ridimensionamento standard lineare come confronto. Anteprima del filtro di espansione fotografica

62 Manuale di Showfoto

3.1.5.5 Lo strumento Liquid Rescale

Da fare

3.1.5.6 Ruotare o ribaltare una foto

Se la fotografia è orientata male, puoi ribaltarla o ruotarla nell’orientazione che vuoi usando gli strumenti di rotazione e ribaltamento disponibili da Trasforma → Ruota e Trasforma → Ribalta. Con le opzioni di ribaltamento, puoi ribaltare (specchiare) l’immagine orizzontalmente o verti- calmente come un mazzo di carte. Con le opzioni di rotazione, puoi ruotare l’immagine a passi di 90 gradi in senso orario. Si può usare per cambiare la modalità di visualizzazione della foto da orizzontale a verticale. Fai attenzione che questa rotazione non è senza perdita quando si usa il formato JPEG. Puoi anche ruotare più precisamente usando lo strumento di rotazione libera. Lo puoi raggiungere dal menu Trasforma → Rotazione libera. Vedi l’apposito manuale di rotazione libera per maggiori informazioni.

3.1.5.7 Introduzione

Lo strumento di distorsione viene usato per spostare una parte di un’immagine in una direzione, e l’altra in quella opposta. Per esempio, una distorsione orizzontale sposterà la parte superiore a destra, e quella inferiore a sinistra. Non è una rotazione: l’immagine viene distorta. In altre pa- role, un rettangolo verrà trasformato in un parallelogramma. Questo strumento è raggiungibile dal menu Trasforma → Distorsione.

3.1.5.7.1 Usare lo strumento di distorsione Distorci la tua immagine usando i cursori Angolo orizzontale ed Angolo verticale (valori in gradi). Puoi distorcere orizzontalmente e verticalmente allo stesso tempo. Fai clic su Reimposta valori per azzerare i cursori. Un’anteprima dell’effetto della distorsione è disponibile nel centro della finestra. Le dimensioni della nuova immagine risultante, in pixel, sono visualizzate nella parte destra della finestra. Per aiutarti nell’allineamento lo strumento ti fornisce una guida orizzontale ed una verticale. Sposta il puntatore del mouse nell’anteprima dell’immagine per visualizzare la guida a linee tratteggiate. Sposta il puntatore in un punto importante dell’immagine, come il mare oppure il bordo di un edificio, e premi il tasto sinistro del mouse per congelare la posizione delle linee tratteggiate. Adesso regola la correzione della distorsione curvilinea in base alla guida.

ATTENZIONE Dopo aver applicato una regolazione della distorsione, l’immagine sarà inevitabilmente un po’ sfocata. Se la quantità di sfocatura per una singola distorsione è piuttosto ridotta, due distorsioni causeranno tuttavia una sfocatura doppia, e non c’è ragione di sfocare le cose più del necessario.

Dopo aver distorto un’immagine ci saranno dei fastidiosi ‘buchi’ triangolari negli angoli. Un modo per correggerli è quello di tagliare l’immagine mediante il menu dell’editor di immagini Trasforma → Taglia.

3.1.5.7.2 Lo strumento di distorsione in azione La finestra dello strumento di distorsione è disponibile qui sotto. La finestra dello strumento di distorsione

63 Manuale di Showfoto

3.1.6 Aggiungere elementi decorativi

3.1.6.1 Introduzione

Aggiungendo una trama alle tue immagini, a colori o in bianco e nero, puoi farle sembrare un dipinto ad olio su tela, un’acquaforte dei maestri pittori, un ritratto di pop art in mezzatinta, o addirittura un murales. Per farlo usa il menu Decora → Applica trama dell’editor di immagini.

3.1.6.1.1 Usare lo strumento Applica trame

La finestra dello strumento Applica trame Due opzioni ti danno il controllo della trama da applicare all’immagine: Tipo: quest’opzione specifica lo stile della trama decorativa da applicare sotto l’immagine. Rilievo: trascinando quest’opzione a destra aumenterai l’aspetto di profondità o di tridimensionalità della trama dell’immagine.

3.1.6.1.2 Lo strumento Applica trame in azione

Qui sotto è disponibile l’effetto di una trama a Carta applicato a una foto: l’immagine originale è la (1), quella risultante è la (2). Il fattore di Rilievo usato è 200. L’anteprima dell’effetto Applica trame

3.1.6.2 Introduzione

Mantenere l’interesse di chi guarda all’interno dei confini di una fotografia non è un compito semplice. Uno dei modi più semplici di fissare l’attenzione su un’immagine è incorporare una cornice descrittiva attorno a un’immagine. Funziona come una specie di barriera psicologica per l’occhio vagabondo. Il menu dell’editor di immagini Immagine → Aggiungi bordo può essere usato per questo.

3.1.6.2.1 Usare lo strumento di aggiunta dei bordi

Quattro opzioni ti danno il controllo della resa della cornice decorativa: Tipo: questa opzione specifica lo stile della cornice decorativa da applicare attorno all’immagine. Lo stile Solido circonda l’immagine con una semplice linea colorata, lo stile Niépce circonda l’immagine con una linea fine e un ampio bordo (ideale per le immagini in bianco e nero), lo stile Rilievo aggiunge una dimensione interessante alla tua immagine (ideale per creare un effetto a pulsante), e lo stile Decorativo aggiunge un bordo ornamentale usando dei motivi. Larghezza: questa opzione specifica la larghezza del bordo in percentuale delle dimensioni del- l’immagine. Il bordo viene aggiunto attorno all’immagine. La larghezza può essere tra l’1 e il 50%. Primo: questa opzione specifica il primo colore da usare con il tipo di bordo attuale. Secondo: questa opzione specifica il primo colore da usare con il tipo di bordo attuale. Fai clic sul pulsante OK per applicare il bordo attorno all’immagine attuale.

NOTA L’immagine risultante decorata con il bordo sarà più grande dell’originale, ma manterrà le stesse pro- porzioni. Ciò è importante per la stampa delle immagini, specialmente se hai prima usato lo strumento di taglio alle proporzioni.

64 Manuale di Showfoto

3.1.6.2.2 Lo strumento di aggiunta dei bordi in azione

La finestra dello strumento di aggiunta dei bordi in azione è visibile sotto. La finestra dello strumento di aggiunta dei bordi in azione

3.1.6.3 Introduzione

Questo è uno strumento comodo perché ti permette di aggiungere facilmente del testo formattato a un’immagine dovunque tu voglia, e in diversi posti se necessario.

3.1.6.3.1 Usare lo strumento di inserimento del testo Questo strumento è molto intuitivo da usare. Scrivi il testo e posizionalo con il mouse. Usa le impostazioni del blocco come vuoi. Scegli l’orientazione, il colore dallo spazio dei colori, e i caratteri con tutte le loro proprietà. Dovrai scalare la dimensione dei caratteri con l’immagine: più è grande l’immagine, tanto più grande dovrà essere il carattere. Infine, scegli se aggiungere un bordo attorno al testo o uno sfondo semitrasparente. Ecco fatto! Ogni impostazione del testo che hai scelto può sempre essere cambiata finché non fai clic sul pulsante OK. Nelle immagini salvate e ricaricate il testo sarà diventato parte dell’immagine, e non potrà più essere cambiato.

3.1.6.3.2 Lo strumento di inserimento del testo in azione La finestra di inserimento del testo in azione è mostrata sotto. La finestra dello strumento di inserimento del testo in azione

3.1.7 Effetti speciali (filtri)

3.1.7.1 Introduzione

Con questo filtro puoi trasformare una normale fotografia in un’opera d’arte da incorniciare usando delle operazioni di sfocatura. Usa degli algoritmi sotto il copyright di Pieter Voloshyn.

3.1.7.1.1 Usare gli effetti di sfocatura

Gli effetti di sfocatura disponibili sono:

Tipo Anteprima Sfocatura a ingrandimento: sfoca l’immagine secondo linee radiali che partono da un punto centrale specificato. Simula la sfocatura di una macchina fotografica che sta ingrandendo, dando alla fotografia un’espressione dinamica che viene usata spesso nelle fotografie sportive. Sfocatura radiale: sfoca l’immagine ruotando i pixel attorno ad un punto specificato. Simula la sfocatura di una macchina fotografica in rotazione.

65 Manuale di Showfoto

Sfocatura lontana: sfoca l’immagine per simulare l’effetto della lente di una macchina non a fuoco. Il soggetto sembra arretrare nello sfondo. Sfocatura in movimento: sfoca l’immagine spostando i pixel orizzontalmente. Simula la sfocatura di una macchina fotografica che si muove in linea retta, come in una foto fatta da una macchina o da un treno. Sfocatura del fuoco: sfoca gli angoli dell’immagine per riprodurre la distorsione astigmatica di una lente. Sfocatura morbida: sfoca l’immagine leggermente nei toni scuri e più fortemente in quelli chiari. Ciò conferisce all’immagine un effetto di messa a fuoco suggestivo e lucido (effetto Hamilton). È ideale per creare ritratti romantici e fotografie patinate, o per dare alle immagini una luce calda e soffusa. Sfocatura scossa: sfoca l’immagine spostando i pixel a caso. Simula la sfocatura di una macchina fotografica che si muove a caso. Sfocatura intelligente: trova i bordi del colore nell’immagine e li sfoca senza interferire col resto dell’immagine. Vetro brinato: sfoca l’immagine con una luce dispersa casualmente che passa attraverso un vetro brinato. Mosaico: sfoca la fotografia dividendo la fotografia in celle rettangolari e la ricrea riempiendole con il valore medio del pixel.

ATTENZIONE Alcuni effetti possono richiedere molto tempo per la loro esecuzione e possono anche causare un alto consumo delle risorse del processore. Puoi sempre interrompere un effetto premendo il pulsante Interrompi durante la resa dell’anteprima.

3.1.7.1.2 L’effetto di sfocatura in azione Sotto è mostrato un esempio della finestra degli effetti di sfocatura. Anteprima della finestra degli effetti di sfocatura

3.1.7.2 Introduzione

Il filtro Carboncino di Showfoto usa le sfumature di colore e di luminosità per produrre uno schiz- zo in scala di grigio a carboncino. Le linee che definiscono i bordi dell’immagine sono evidenzia- te. Le immagini con sfumature morbide non sono ideali per questo effetto. È utile immaginare quale scena sceglieresti tu per fare uno schizzo a mano per scegliere l’immagine da cui partire.

66 Manuale di Showfoto

3.1.7.2.1 Usare il filtro a carboncino Ci sono due cursori per controllare l’effetto su una scala da 1 a 100. Il cursore superiore sele- ziona la dimensione della matita, mentre il secondo cursore ti permette di regolare il contrasto (lisciatura).

3.1.7.2.2 Il filtro a carboncino in azione Questo è un esempio del filtro carboncino. L’immagine originale è (1) e l’immagine trasformata è (2). Sono stati usati i valori predefiniti 30 e 10. Il risultato può essere migliorato regolando i livelli di luminosità. Il filtro a carboncino in azione

3.1.7.3 Introduzione

Nell’era dell’elaborazione chimica delle immagini, la solarizzazione (anche conosciuta come Sa- batier) era un effetto ottenuto esponendo una stampa parzialmente sviluppata ad un breve lampo di luce, e quindi completando lo sviluppo. Le aree colorate, più scure, filtravano la luce aggiun- tiva verso gli strati fotosensibili: l’effetto netto era quello di rendere più scure le aree più chiare e di invertire i colori nella seconda esposizione, e questo la faceva assomigliare ad un’immagine parzialmente negativa. Lo strumento ti permette di regolare questo interessante effetto senza intoppi.

3.1.7.3.1 L’effetto Solarizzazione Il controllo Intensità ti aiuta ad avere un’anteprima della solarizzazione semplicemente incre- mentandolo. A circa il 50% dell’intensità l’immagine ti mostra quello che una volta era possibile fare chimicamente; se lo incrementi ulteriormente otterrai alla fine un’immagine negativa, uno stadio di inversione non ottenibile su carta fotografica. Questo è un esempio dell’effetto di solarizzazione: l’immagine originale è la (1), quella trasformata la (2). Il livello di Intensità applicato è il 30%. Anteprima dell’effetto di immagine solarizzata

3.1.7.3.2 L’effetto Vivid (filtro Velvia)

Il filtro vivid simula quello che è conosciuto come effetto ´´Velvia´´. È diverso dalla saturazione: ha infatti un effetto di contrasto più pronunciato, il ché porta a colori brillantemente vivi ed incandescenti. Provalo, rende magnificamente molti soggetti! Velvia è un marchio di pellicole ad inversione di colore equilibrata al giorno prodotte dalla giap- ponese Fujifilm, il cui nome è una contrazione di ´´Velvet Media´´, in riferimento alla sua struttura di immagine liscia (velvet significa velluto in inglese, N.d.T.). Velvia ha colori molto saturati alla luce del giorno ed un alto contrasto, caratteristiche che ne fanno la pellicola a scorrimento scelta dalla maggior parte dei fotografi di natura. I colori molto saturi sono però considerati eccessivi da alcuni fotografi, soprattutto da quelli che non si occupano principalmente di paesaggi.

Example 3.24 Originale contro filtro Vivid

67 Manuale di Showfoto

3.1.7.3.3 L’effetto Neon Il filtro neon simula della luce neon lungo i bordi di contrasto. Il parametro del livello controlla la leggerezza del risultato, mentre il cursore dell’interazione lo spessore della luce neon. Con immagini grandi il filtro può impegnare totalmente la CPU per qualche istante.

Example 3.25 Il filtro neon

3.1.7.3.4 L’effetto bordo Da fare

3.1.7.3.5 L’effetto Lut3D Da fare

3.1.7.4 Introduzione

Con questo filtro, puoi trasformare una normale fotografia in un’opera d’arte da incorniciare usando delle operazioni di distorsione. Usa degli algoritmi sotto il copyright di Pieter Voloshyn.

3.1.7.4.1 Usare il filtro Questi sono gli effetti di distorsione disponibili:

Tipo Anteprima Fisheye: deforma la fotografia attorno ad unasfera tridimensionale per riprodurre il comune effetto fotografico ’fisheye’. Spirale: ruota la fotografia per produrre un motivo a spirale. Cilindrico orizzontale: stira la fotografia su un cilindro orizzontale. Cilindrico verticale: stira la fotografia su un cilindro verticale. Cilindrico o/v: stira la fotografia su a due cilindri, verticale e orizzontale. Caricatura: distorce la fotografia con l’effetto ’Fisheye’ invertito. Angoli multipli: divide la fotografia con un motivo ad angoli multipli. Onde orizzontali: distorce la fotografia con onde orizzontali. Onde verticali: distorce la fotografia con onde verticali. Onde a blocchi 1: divide l’immagine in celle e la fa sembrare come se fosse vista attraverso blocchi di vetro. Onde a blocchi 2: come Onde a blocchi 1, ma con un’altra versione di distorsione attraverso i blocchi di vetro.

68 Manuale di Showfoto

Onde circolari 1: distorce la fotografia con onde circolari. Onde circolari 2: altra variazione dell’effetto di onde circolari. Coordinate polari: converte la fotografia da coordinate rettangolari a polari. Coordinate polari inverse: effetto delle coordinate polari invertito. Piastrelle: divide la fotografia in blocchi quadrati e li sposta a caso nell’immagine.

ATTENZIONE Alcuni effetti possono richiedere molto tempo per la loro esecuzione e causare un alto consumo delle risorse del processore. Puoi sempre interrompere un effetto premendo il pulsante Interrompi durante la resa dell’anteprima.

3.1.7.4.2 Il filtro di distorsione in azione La finestra degli effetti di distorsione è disponibile sotto. L’anteprima della finestra degli effetti di distorsione

3.1.7.5 Introduzione

Il filtro Rilievo di Showfoto è uno strumento veloce per rendere le tue immagini in tre dimensioni. Lavora particolarmente bene con immagini con una struttura semplice dove il colore non è la componente più importante. Il filtro usa la differenza tra colori e luminosità per convertirle in un paesaggio grigio e lunare posizionato da ore 10.

3.1.7.5.1 Usare il filtro di rilievo Il controllo della Profondità permette di definire il contrasto del filtraggio. Un valore di 30 (10%) è lo standard.

3.1.7.5.2 Il filtro di rilievo in azione Questo è un esempio del filtro di rilievo. L’immagine originale è (1) e quella trasformata (2). La Profondità applicata è il 10%. Il filtro di rilievo in azione

3.1.7.6 Introduzione

Il filtro Grana della pellicola di Showfoto è un semplice strumento per creare grana della pellicola sulle tue immagini come sui materiali delle pellicole ad alta velocità, come per esempio la famosa Kodak Trx-X in bianco e nero. Per aumentare la sensibilità della pellicola, i produttori usavano grani d’argento più grandi nell’emulsione fotografica. L’effetto grana della pellicola dà alle tue istantanee un aspetto particolare, o le sembra traspor- tare nel tempo. L’immagine trattata acquisisce un’atmosfera senza tempo, staccata dalla vita quotidiana. Se vuoi quell’aspetto artistico, granulare, da fotografia di strada, specialmente nelle fotografie monocromatiche, usa questo filtro.

69 Manuale di Showfoto

3.1.7.6.1 Usare il filtro di grana della pellicola

C’è un cursore calibrato in sensibilità ISO per controllare l’intensità e la granularità della grana. Il valore predefinito è ISO-2400, sebbene siano spesso necessari valori più alti. Se vuoi ancora più grana, applica il filtro più volte.

3.1.7.6.2 Il filtro in azione Questo è un esempio dell’effetto grana della pellicola applicato a un’immagine in bianco e nero. L’immagine originale è (1) e l’immagine corretta è (2). La sensibilità della pellicola usata per simulare la grana è ISO-1600. Il filtro di grana della pellicola in azione

3.1.7.7 Introduzione

Il filtro Pittura a olio di Showfoto dà alle immagini digitali un aspetto di pittura a olio. Le immagini naturali e statiche sono adatte a questo effetto.

3.1.7.7.1 Usare il filtro di pittura a olio

Ci sono due cursori per controllare l’effetto. Il cursore superiore seleziona la Dimensione del pennello tra 1 e 5. I pennelli più grandi sono più adatti alle immagini più grandi. Lisciatura controlla quanto l’immagine sarà liscia o a tratti.

3.1.7.7.2 Il filtro di pittura a olio in azione

Questo è un esempio dell’effetto di pittura a olio. L’immagine originale è (1) e l’immagine tra- sformata è (2). La Dimensione del pennello per questa immagine di 640 pixel è 1, la Lisciatura è 17. Anteprima dell’effetto di immagine pittura a olio

3.1.7.8 Introduzione

Le Gocce di pioggia sono un piccolo strumento per mettere delle gocce di pioggia sulle tue imma- gini; naturalmente dona all’immagine una specie di aspetto bagnato. Viene usato un algoritmo di proprietà di Pieter Voloshyn.

3.1.7.8.1 Usare il filtro delle gocce di pioggia

Lo strumento Gocce di pioggia Tre cursori ti danno controllo dell’effetto del filtro: La Dimensione delle gocce ti permette ovviamente di cambiare la dimensione delle gocce. Sic- come la dimensione delle gocce non scala automaticamente con la dimensione dell’immagine, è spesso necessario ridurre la dimensione per le immagini piccole. Il Numero cambia il numero e la densità delle gocce, mentre Occhi di pesce cambia l’effetto ottico delle gocce sull’immagine.

NOTA Puoi mantenere una zona priva di gocce di pioggia con lo strumento Seleziona dell’editor di immagini di Showfoto. Selezionando l’area da evitare (per esempio una faccia) prima di avviare il filtro Gocce di pioggia la manterrai al riparo dalle gocce di pioggia.

70 Manuale di Showfoto

3.1.7.8.2 Il filtro delle gocce di pioggia in azione

Questo è un esempio del filtro delle gocce di pioggia. L’immagine originale (1) mostra un tran- quillo tramonto, l’immagine trasformata (2) indica un tramonto dopo una tempesta. Per questo esempio sono stati usati i valori predefiniti. Anteprima dell’effetto gocce di pioggia

3.2 Trattamento dei file RAW e Gestione dei colori

3.2.1 Introduzione

La ragione dell’esistenza di una procedura per gestire il colore è quella di assicurare che i colori che provengono dalla tua macchina fotografica o dal tuo scanner abbiano una relazione prevedi- bile con i colori che hai veramente fotografato o scansionato, che i colori mostrati sul tuo schermo combacino con quelli provenienti dalla tua macchina fotografica o dallo scanner, e che i colori che stampi o che visualizzi sul web siano gli stessi prodotti nella tua camera oscura digitale.

3.2.1.1 Che pulsante premo?

Quando si arriva alla gestione dei colori, tutti vogliono sapere «quale pulsante devo premere per avere il risultato che voglio». Sfortunatamente, nella gestione del colore è necessario fare delle scelte consapevoli in ogni passaggio dell’elaborazione dell’immagine. Lo scopo di questa guida è proprio quello di fornirti una sufficiente formazione di base sulla gestione del colore, insieme ad alcuni collegamenti ad informazioni più approfondite, per far sì che tu possa iniziare a prendere le tue decisioni informate, in base ai risultati desiderati.

3.2.1.2 C’è qualcuno che non ha bisogno di preoccuparsi della gestione del colore?

Se il tuo trattamento delle immagini soddisfa tutti e sei i criteri elencati qui sotto, allora non hai bisogno di preoccuparti della gestione dei colori.

1. Stai lavorando in uno schermo appropriatamente calibrato nello spazio dei colori sRGB (sotto ci sono più informazioni riguardo a questo argomento). 2. Il tuo trattamento delle immagini inizia da un’immagine jpeg nella fotocamera che è già nello spazio colore sRGB. 3. Modifichi esclusivamente nello spazio di colore sRGB. 4. La tua stampante vuole immagini nello spazio di colore sRGB. 5. Il tuo scanner produce immagini nello spazio di colore sRGB. 6. Il tuo unico altro modo di utilizzare le immagini è tramite la posta elettronica o il web, dove sRGB è di fatto lo standard.

3.2.2 Ulteriori definizioni sulla gestione dei colori

Hai raggiunto la fine di questa guida sulla gestione del colore. Abbiamo «gestito il colore» a modo nostro, dalla fotocamera e dal monitor, fino allo spazio di lavoro ed alla stampante. Ho imparato tanto, e spero lo stesso valga per te. Quello che segue è qualche commento aggiuntivo ed alcune definizioni:

71 Manuale di Showfoto

Assegnare un profilo vuol dire cambiare il significato dei numeri RGB in un’immagine, incorpo- rando un nuovo profilo senza cambiare i veri valori RGB associati ad ogni pixel nell’immagine. «Convertire» in un profilo significa incorporarne uno nuovo ma allo stesso tempo anche cam- biare i numeri RGB, in modo che il significato dei valori RGB (è così, i colori visibili del mondo reale sono rappresentati dal trio numerico RGB associato ad ogni pixel dell’immagine) rimanga lo stesso prima e dopo la conversione da uno spazio all’altro. D’altra parte, ogni volta che assegni un nuovo profilo di spazio di lavoro piuttosto che convertirlo in uno nuovo (tranne quando viene inizialmente assegnato un profilo di fotocamera al file di immagine, che ottieni dal tuo software di elaborazione RAW), l’aspetto dell’immagine dovrebbe cambiare più o meno drasticamente (generalmente in peggio, a meno che il profilo sbagliato non sia stato inavvertitamente incorporato nell’immagine). In teoria dovresti essere capace di fare conversioni multiple di un’immagine da uno spazio di lavoro ad un altro, e, se stai usando un editor di immagini che viene gestito dal colore, l’immagine mostrata sul tuo schermo dovrebbe sembrare la stessa anche se tutti i numeri RGB nell’immagine cambiassero ad ogni conversione. In verità l’immagine si degrada un po’ ad ogni conversione, a causa degli errori di arrotondamento. Profili dipendenti dal dispositivo e indipendenti dal dispositivo: il profilo della fotocamera, un profilo dello scanner, il profilo del monitor e quello della tua stampante sono tutti profili dipendenti dal dispositivo: questi profili funzionano solo con un dispositivo specifico per il quale sono stati prodotti attraverso l’azione del profilare. Gli spazi di lavoro e i PCS (Spazio di Connessione dei Profili) sono «indipendenti dal dispositivo»: una volta che il file di immagine è stato tradotto da LCMS attraverso un PCS ad uno spazio di lavoro indipendente dal dispositivo, in un certo senso non ha più importanza che dispositivo ha originariamente prodotto l’immagine. Ma appena vuoi mostrare o stampare l’immagine, allora il dispositivo (monitor, stampante) usato importa un bel po’, e richiede un profilo dipendente dal dispositivo. Un file RAW interpolato non è un file RAW; per qualche ragione, questa semplice definizione causa molta confusione. Però, dopo che un file RAW è stato interpolato con un programma di elaborazione RAW e quindi restituito come TIFF o JPEG, il file RAW originale è ancora un file RAW, ovviamente, ma il file interpolato è solo un file di immagine. Non è un file RAW. Lineare ha due definizioni correlate e facilmente confuse. «Lineare» può significare che la tonalità dell’immagine riflette la tonalità della scena originale, esattamente come è stata fotografata, in- vece di essere alterata da qualche applicazione con una curva ad S o altri mezzi di cambiamento della tonalità locale e globale. Può anche voler dire che la curva di trasferimento gamma dello spazio di colore è lineare. Un’immagine può essere «lineare» in uno, l’altro, entrambi o nessuno di questi due significati. Un’immagine sviluppata da dcraw è lineare in entrambi i significati, mentre la stessa immagine sviluppata da DPP di Canon non sarebbe lineare in alcun senso. HDR e LDR non si riferiscono alla profondità in bit di un’immagine. «High dynamic range» e «low dynamic range» si riferiscono all’estensione dinamica totale abbracciato da un’immagine. Un’immagine LDR regolare, diciamo che comprenda solo 5 stop (una macchina digitale media oggigiorno può facilmente accomodare 8 o 9 stop), può essere salvata come un’immagine a 8, 16, 32 e perfino 64 bit in base al tuo software, ma lo spettro dinamico dell’immagine non viene in- crementato di conseguenza. Solamente il numero di passi discreti dal tono più chiaro al tono più scuro in un’immagine è cambiato. Di converso, una scena a 22 di stop (decisamente oltre la capa- cità di una macchina fotografica digitale amatoriale senza usare esposizioni multiple) può essere salvata come un’immagine a 8 o 16 bit, ma l’immagine risultante mostrerà un bandeggio estremo (così è, farà vedere un estremo bandeggio in ogni dato spettro di toni che può essere veramente mostrato su un monitor tipico) a causa dei relativamente pochi passaggi discreti disponibili dal tono più luminoso al più scuro della foto. Le immagini JPEG prodotte all’interno della fotocamera non hanno bisogno di un profilo della macchina. Tutte le JPEG (o TIFF, se hai una più vecchia macchina fotografica Minolta Dimage) che escono dritte dalla fotocamera (anche quando prodotte da macchine punta-e-scatta che non ti permetto- no di salvare in formato RAW) iniziano la loro vita dentro la macchina come un file RAW pro- dotto dal convertitore A-D. Se tu salvassi le tue immagini come JPEG, allora il processore dentro la fotocamera interpolerebbe il file RAW, assegnerebbe un profilo di fotocamera, tradurrebbe i numeri RGB risultanti in uno spazio di lavoro (di solito sRGB, ma qualche volta puoi scegliere

72 Manuale di Showfoto

AdobeRGB, dipende dall’apparecchio fotografico), comprimerebbe in JPEG, e memorizzerebbe il file nella scheda di memoria. Così, le immagini JPEG o TIFF provenienti dalla tua macchina non hanno bisogno di aver assegnato un profilo, che viene quindi tradotto in uno spazio di lavoro tramite PCS. Le immagini JPEG dalla fotocamera sono già in uno spazio di lavoro. Informazioni utili di matematica se stai trattando con l’output della gamma lineare di dcraw: par- lando matematicamente, quando si fa una trasformazione della gamma si normalizzano i numeri RGB (così è, si divide per 256 se si sta lavorando con valori a 8 bit) e si elevano i numeri risultanti per la potenza appropriata in modo dipendente con le rispettive gamma dell’inizio e della fine dello spazio colore, quindi si ri-normalizzano i risultati in un nuovo insieme di numeri RGB. Non è difficile, e molto istruttivo, farlo con una calcolatrice per un nuovo insieme di numeri RGB che spazia da (0,0,0) a (255,255,255) e vedere come i numeri RGB cambiano da una codifica gamma ad un’altra. LCMS fa questo per te quando chiedi a LCMS di convertire da uno spazio di colore ad un altro; comunque, se tutto quello che fai è una trasformata di potenza, usa al posto di LCMS, e limitati alla manipolazione diretta dei valori RGB: i risultati saranno molto più accurati che passando attraverso una trasformazione dello spazio di colore. Spazi di lavoro con copyright e copyleft: riterrò assodato che tutti gli spazi di lavoro ordinariamente incontrati, come:

1. Le diverse varianti dello sRGB (vedi color.org). 2. BruceRGB o BestRGB. 3. I vari profili ECI (European color initiative) dello spazio di lavoro. 4. AdobeRGB, Adobe WideGamutRGB, e Kodak/Adobe ProPhotoRGB (Kodak e Adobe Pro- Photo sono la stessa cosa, solo con un diverso marchio) e le loro controparti non marchiate e senza copyright (Oyranos include una versione non marcata di AdobeRGB).

E un bel po’ di altri spazi di lavoro che potrebbero essere aggiunti alla lista, sono tutti più o meno adatti come spazi di lavoro. Quale spazio di lavoro dovresti usare dipende solo ed esclusivamen- te da te, dai requisiti del tuo editor di immagini digitali con i tuoi eventuali intenti di output (web, stampa di qualità artistica, ecc.). Comunque, come una critica a parte, se stai usando un profilo di spazio di lavoro Adobe o un altro coperto da copyright, questi profili contengono informazioni di copyright che compariranno nei dati EXIF della tua immagine. Ultimamente ho cercato atten- tamente la mailing list di openicc. Apparentemente LCMS può essere usato per produrre profili di spazio di lavoro senza marchi e copyleft che sono gli stessi (veramente indistinguibili dall’o- riginale) profili di spazio di lavoro marcati e provvisti di copyright. Sarebbe una meravigliosa aggiunta a Showfoto se un insieme di profili di spazio di lavoro ´´copyleft´´, che includa versioni senza marchio o ri-etichettate di ProPhotoRGB, AdobeRGB, e Adobe WidegamutRGB (può darsi in due qualità ognuno: gamma lineare e gamma solita), possa essere incluso come una parte del pacchetto Showfoto.

3.2.3 Le connessioni dello spazio del colore

Così la domanda per ogni trio di valori RGB nell’immagine TIFF a 16bit, poniamo, prodotta da dcraw diventa, ´´Che cosa veramente significa un particolare trio di valori RGB per i pixel che formano le immagini prodotte da questa particolare (marca e modello) fotocamera in termini di qualche standard assoluto che si riferisce ad un osservatore ideale. Questo standard assoluto che si riferisce ad un osservatore ideale e più comunemente chiamato PCS Profile Connection Space. Un profilo di fotocamera è necessario per caratterizzare accuratamente o per descrivere la risposta dei pixel di una data macchina fotografica alla luce che entra, così che i valori RGB nell’output del file prodotto dal convertitore RAW può essere tradotto prima in Profile Connection Space (PCS) assoluto e quindi dal PCS allo spazio di lavoro da te scelto. Da un lato molto importante, per la maggior parte del mondo Open Source (incluso digikam), il software usato per tradurre da un profilo di camera al PCS e dal PCS allo spazio di lavoro scelto e eventualmente dallo spazio di output prescelto (per stampare o forse lo schermo del monitor) è basato su LCMS (il little color management engine). Per quel che vale, la mia esperienza personale ha mostrato che LCMS fa

73 Manuale di Showfoto una conversione più accurata del motore di conversione del colore proprietario di Adobe. Ul- teriormente, per quasi tutti i programmi di conversione, includendo i software commerciali a sorgente chiuso come , la conversione RAW è tipicamente basata sulla decodi- fica del file RAW fatta da dcraw. David Coffin, autore di dcraw, è il campione della conversione RAW: senza di lui saremmo obbligati ad usare il software proprietario che arriva con la macchina digitale su Windows/Mac. Gli algoritmi di interpolazione di dcraw (da non confondere con la summenzionata decodifica dei file proprietari RAW), che sono parte di Showfoto se propriamen- te usati, producono risultati uguali o superiori al software commerciale e chiuso. Noi nel mondo di ® e del software Open Source non siamo cittadini di seconda categoria quando si tratta di immagine digitale. Anzi. Ci sono due profili PCS comunemente usati: CIELAB e CIEXYZ (vedi la sezioneGestione digitale del colore sulla traduzione del colore o cerca CIELAB e CIEXYZ su Wikipedia). LCMS usa il profilo della macchina per tradurre i valori RGB dal file RAW interpolato, così è, l’immagine TIFF prodotto da dcraw, nel PCS appropriato (di solito CIEXYZ). Un PCS non è di per sé uno spazio di lavoro. Piuttosto PCS è uno spazio assoluto di riferimento usato solamente per tradurre da uno spazio di colore ad un altro. Pensa al PCS come al traduttore universale di tutti i profili di colore che un’immagine potrebbe incontrare nel corso del suo viaggio dal file RAW della fotocamera all’output finale:

1. LCSM usa il profilo della fotocamera, anche chiamato profilo di input, per tradurre i numeri RGB interpolati, prodotti da dcraw, che hanno solo un significato relativo alla (marca e modello) fotocamera, ad un secondo insieme di numeri RGB che hanno un significato solo all’interno del PCS. 2. LCMS traduce i numeri RGB del PCS nei numeri corrispondenti al tuo spazio di lavoro prescelto, così che tu possa editare la tua immagine. Ed ancora, questi numeri dello spazio di lavoro hanno solamente significato relativamente allo spazio di lavoro dato. Lo stesso rosso, parlando visivamente, è rappresentato da differenti triplette di numeri RGB nei diffe- renti spazi di lavoro; se tu vuoi assegnare il profilo sbagliato l’immagine sembrerà sbagliata, molto o poco dipende dalle differenze tra i due profili. 3. Mentre stai elaborando la tua immagine nel tuo spazio di lavoro prescelto, LCMS dovrebbe tradurre tutti i numeri RGB dallo spazio di lavoro ancora in PCS a numeri RGB corretti, che rendono capace il tuo monitor (il tuo dispositivo di visualizzazione) di dare la rap- presentazione più accurata possibile della tua immagine così come viene editata. Questa traduzione per il monitor è fatta al volo e non deve mai essere notata, a meno che non avvenga in maniera scorretta, quindi l’immagine mostrata apparirà sbagliata, forse poco, forse moltissimo. 4. Quando sei soddisfatto e la tua immagine editata è pronta per essere condivisa con il resto del mondo, LCMS traduce i numeri dello spazio di colore RGB nello spazio PCS e nello spa- zio di colore della stampante usando il profilo di colore della stampante caratteristico della tua combinazione di stampante/carta (se stai pianificando di stampare l’immagine) oppure in sRGB (se stai pianificando di mostrare l’immagine sul web o comunque sui monitor dei tuoi amici o in una presentazione a schermo).

Torniamo indietro un po’ a vedere il primo profilo di colore che una immagine incontra, cioè quello della fotocamera (vedi (1) subito sopra) - dcraw può infatti applicare per te il profilo della tua fotocamera (dcraw usa internamente LCMS). Ma prima la generazione dell’immagine TIFF composta dai valori RGB interpolati derivati dal file RAW e poi l’applicazione del profilo della fotocamera al file interpolato sono due passaggi distinti e totalmente separabili (separabili in teoria e pratica da dcraw; solamente in teoria per la maggior parte degli altri convertitori RAW). Le opzioni di output da linea di comando di dcraw ´´-o 0 [colore Raw (unico per ogni fotocamera)] -4 [16-bit lineare] -T [tiff]´´ dice a dcraw di produrre i numeri RGB dalla interpolazione RAW in un file TIFF senza applicare un profilo della fotocamera (le parole in parentesi spiegano l’opzione ma non devono essere scritte nella linea di comando). Quindi, se davvero ti piace lavorare dalla linea di comando, puoi usare l’utilità tifficc di LCMS per applicare il profilo della fotocamera da solo. Il vantaggio di fare così è che puoi dire a LCMS di usare una conversione ad alta qualità (dcraw sembra che usi l’opzione media come prestabilita). Lo svantaggio, ovviamente, è che

74 Manuale di Showfoto applicare il profilo della tua fotocamera dalla linea di comando aggiunge un passo in più al tuo metodo di editare i file RAW.

3.2.3.1 Dove trovare profili della fotocamera

Quindi, dove ci procuriamo questi profili specifici della fotocamera, così necessari che servono per tradurre i nostri file RAW interpolati in uno spazio di lavoro? La sezione sulla gestione del colore del sito di UFRAW ha un po’ di informazioni su dove trovarli pronti. È una sfortuna per il mondo dell’immagine digitale che i profili forniti da Canon, Nikon e simili non funzionino così bene con i convertitori RAW diversi da quelli forniti dal produttore della macchina fotografica. Ragion per cui e Phase One (e Adobe, ma ACR nasconde i profili fatti da Adobe dentro al codice del programma) per esempio devono farsi i propri profili per tutte le fotocamere che supportano: tieni a mente questa propensione proprietaria del produttore della tua fotocamera la prossima volta che ne compri una. Ma tornando a trovare un profilo di fotocamera per la tua macchina, la vera risposta (assumendo che tu non sia soddisfatto di quello pronto) è di farsi il proprio o di averne uno fatto apposta. Molti servizi commerciali forniscono un servizio di creazione di profili, a pagamento ovviamente. O puoi usare LPRof o Argyll per profilare da solo la tua macchina. Non ho ancora percorso fino in fondo la strada, così non posso dire se sia facile o difficile come processo. Ma immagino che, sapendo quanto meticolose siano le persone dietro a Argyll, LPRof e LCMS riguardo alla gestione del colore, il farsi il proprio profilo di fotocamera sia molto fattibile, e molto verosimilmente i risultati saranno migliori di quelli ottenibili con ogni profilo proprietario. Dopotutto, Canon (Bibble e pure Phase One per quanto importa) non hanno profilato la mia fotocamera, hanno solo profilato una macchina come la mia. Spazi di lavoro: Così ora il tuo file RAW è stato interpolato da dcraw, hai ottenuto un profilo di fotocamera e hai usato tifficc di LCMS per applicare il tuo profilo di fotocamera alla TIFF prodotta da dcraw (o hai chiesto a dcraw di farlo per te). Che cosa significa tutto questo? La risposta vera implica un po’ di matematica e di scienza dei colori al di sopra delle mie capacità, e forse anche delle tue. La risposta breve e pratica è che, né lo spazio del profilo della fotocamera, né il PCS è uno spazio appropriato per editare le immagini. Il prossimo passo è quello di scegliere uno spazio di lavoro adatto. E allora tu (o piuttosto il motore di gestione del colore LCMS che il tuo software usa) al momento fai una doppia traduzione: prima LCMS usa il profilo della fotocamera per tradurre i valori RGB di ogni pixel nel file senza profilo che gli proviene da dcraw applicato nello spazio PCS, poi traduce i valori RGB di ogni pixel da PCS allo spazio di lavoro prescelto. Confusioni e terminologia che confonde: Prima di dire altro sugli spazi di lavoro devo chiarire un po’ di confusione e di terminologia confusa: Primo, sRGB è sia uno spazio colore di lavoro sia uno spazio colore per l’output per le immagini indirizzate al web e per essere mostrate sullo schermo (se hai uno di quei nuovi monitor fighi (sic!) a larga gamma, più di quanto sia coperta da sRGB, potresti ovviamente riconsiderare di profilare il tuo monitor per sfruttarlo al massimo, ma per favore ricordati di riconvertire la tua immagine a sRGB prima di mandarla ai tuoi amici!). sRGB è anche lo spazio colore che un bel po’ di stampanti casalinghe e quelle per la produzione di massa si aspettano di ricevere da un’immagine mandata in stampa. È anche il profilo atteso dalla maggior parte dei programmi quando un’immagine non ne ha uno incorporato che dica al programma che spazio di colore dovrebbe essere usato per interpretare i numeri RGB. Così, se scegli di non usare la gestione del colore, le opzioni della tua gestione del colore sono semplici: imposta tutto a sRGB. Secondo, tutte le JPEG (o le TIFF, se hai una più vecchia macchina fotografica Minolta Dimage) che escono dalla fotocamera (anche quando prodotte da macchine punta-e-scatta che non ti per- mettono di salvare in formato RAW) iniziano la loro vita dentro la macchina come un file RAW prodotto dal convertitore A-D. Il processore dentro la fotocamera interpola il file RAW, assegna un profilo di fotocamera, traduce i numeri RGB risultanti in uno spazio di lavoro (di solito sRGB

75 Manuale di Showfoto ma qualche volta puoi scegliere AdobeRGB, dipende dall’apparecchio fotografico), comprime in JPEG e memorizza il file nella scheda di memoria. Così le immagini JPEG o TIFF provenienti dalla tua macchina non hanno bisogno di aver assegnato un profilo, che viene quindi tradotto in uno spazio di lavoro tramite PCS. Le immagini JPEG dalla fotocamera sono già in uno spazio di lavoro. Terzo, nel caso che qualcuno sia dubbioso su questo punto, noti che un file RAW interpolato non è più un file RAW. È stato interpolato e quindi elaborato come immagine TIFF, i valori RGB della quale necessitano di essere tradotti ad uno spazio di lavoro, usando un profilo di fotocamera, il PCS e LCMS. Quarto (solamente per futuro riferimento), per introdurre un po’ di terminologia sulla gestione del colore comunemente usata, il profilo della fotocamera ed il profilo del colore della tua stampante sono entrambi dipendenti dal dispositivo, laddove lo spazio di lavoro sa- rà indipendente dal dispositivo - può essere usato con ogni immagine, con qualsiasi software propriamente gestito nel colore, senza riguardo da dove l’immagine si è originata. Quinto, sopra ho usato le parole tradurre e traduzione come una metafora descrittiva per ciò che fa LCMS quando traduce i valori RGB da uno spazio ad un altro tramite PCS. La terminologia solita e corretta è convertire e conversione, che userò sotto. I quattro metodi di conversione da uno spazio colore ad un altro sono: percettivo, colorimetrico relativo, colorimetrico assoluto e saturazione. Quale metodo di conversione dovresti usare per un dato passaggio di elaborazio- ne dell’immagine da un file RAW all’output definitivo è oltre gli scopi della guida. In linea di massima: quando sei in dubbio, usa il percettivo. Sesto (e ancora, solamente per futuro riferimento), assegnare un profilo vuol dire cambiare il significato dei numeri RGB in un’immagine, incorporando un nuovo profilo senza cambiare i ve- ri valori RGB associati ad ogni pixel nell’immagine; convertire significa incorporarne un nuovo profilo, ma allo stesso tempo anche cambiare i numeri RGB, in modo che il significato dei valori RGB (così è, i colori visibili del mondo reale rappresentati dal trio numerico RGB associato con ogni pixel dell’immagine) rimanga lo stesso prima e dopo la conversione da uno spazio all’al- tro. Dovresti essere capace di fare conversioni multiple di un’immagine da uno spazio di lavoro ad un altro, e, se stai usando un editor di immagine che viene gestito nel colore, anche se tutti i numeri RGB nell’immagine cambieranno con ogni conversione, l’immagine mostrata sul tuo schermo dovrebbe sembrare la stessa. (mettendo da parte i piccoli indistinguibili ma inevitabi- li cambiamenti dovuti alla discordanza di gamma e agli errori matematici di arrotondamento). Ad ogni modo, tutte le volte che assegni un nuovo profilo di spazio di lavoro piuttosto che con- vertire in un nuovo spazio di lavoro, l’aspetto di un’immagine dovrebbe più o meno cambiare drasticamente (di solito in peggio). Infine (e questo è un punto cruciale), la gestione del colore non è solo importante se tu scatti in RAW. Condiziona ogni livello della linea di elaborazione di un’immagine, che tu parta con un file RAW che proprio tu interpoli e traduci in TIFF; o che tu parta con una JPEG o TIFF prodotta dalla tua fotocamera. Spazi di lavoro affetti da copyright e da copyleft: Riterrò assodato che tutti gli spazi di lavoro ordinariamente incontrati, come:

1. Le diverse varianti dello sRGB (vedi color.org). 2. BruceRGB. 3. I vari profili ECI (European color initiative) dello spazio di lavoro. 4. AdobeRGB, Adobe WideGamutRGB e Kodak/Adobe ProPhotoRGB (Kodak e Adobe Pro- Photo sono la stessa cosa, solo con un diverso marchio) e le loro controparti non marchiate e senza copyright (Oyranos include una versione non marcata di AdobeRGB). 5. E un bel po’ di altri che potrebbero essere aggiunti alla lista, sono tutti più o meno adatti come spazi di lavoro. Quale spazio di lavoro dovresti usare dipende solo ed esclusivamente da te, dai requisiti del tuo editor di immagini digitali, dai tuoi eventuali intenti di output (web, stampa di qualità artistica, ecc.).

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Comunque, come critica a parte, se stai usando un profilo dello spazio di lavoro Adobe o un altro coperto da copyright, essi contengono informazioni di copyright che compariranno nei dati EXIF della tua immagine. Ultimamente ho cercato attentamente la mailing list di openicc. Apparen- temente LCMS può essere usato per produrre profili di spazio di lavoro senza marchi e copyleft che sono gli stessi (veramente indistinguibili dall’originale) dei profili dello spazio di lavoro mar- cati e con copyright. Sarebbe una meravigliosa aggiunta a Showfoto se un insieme di profili di spazio di lavoro «copyleft», che includa versioni senza marchio o ri-etichettate di ProPhotoRGB, AdobeRGB, e Adobe WidegamutRGB (può darsi in due qualità ognuno: gamma lineare e gamma solita), possa essere incluso come una parte del pacchetto Showfoto. Quale spazio di lavoro: la gamma Ora, la prossima domanda è: quale spazio di lavoro dovrei usare? Wikipedia dice:

Gli spazi di lavoro, così come sRGB e Adobe RGB, sono spazi di colore che facilita- no i buoni risultati mentre si elabora. Per esempio, i pixel con lo stesso valore RGB dovrebbero apparire neutrali. Usare un largo (gamut) spazio di lavoro porterà al- la ´´posterizzazione´´, mentre usare uno spazio di lavoro piccolo porterà al clipping. Questo bilanciamento è una considerazione critica per l’editor di immagine

Bene, quella citazione da Wikipedia è chiara come una notte di luna nuova: non so se sarò in gra- do di spiegartelo più chiaramente, ma proverò. «[P]ixel con lo stesso valore di RGB dovrebbero apparire neutrali» significa solo che, per ogni dato pixel in una immagine che è stato convertito ad un appropriato spazio di colori, se R=G=B dovresti vedere un grigio o un nero o un bianco sullo schermo. Non so di una lista con altri requisiti tecnici per uno spazio di lavoro adatto, sebbene indubbia- mente qualcuno avrà prodotto un tale elenco. Ma la maggior parte dei profili di spazio di lavoro sono caratterizzati da:

1. Le primarie RGB che stabiliscono lo spettro dei colori, cioè la gamma coperta da un dato profilo. 2. Punto di bianco, tipicamente D50 o D65, che stabilisce il raggio dinamico totale dello spazio di lavoro, da 0,0,0 (nero totale) al bianco più luminoso possibile. 3. Gamma.

Le conseguenze pratiche che risultano dall’uso di diverse primarie RGB, che portano a spazi di lavoro più grandi o più piccoli, sono discusse sotto. Le conseguenze pratiche per le differenti scelte del punto di bianco dello spazio di lavoro vanno oltre lo scopo di questa guida. Qui discu- terò un pochino delle conseguenze pratiche della gamma dello spazio di lavoro (per un articolo eccellente e diverse referenze cerca gamma su Wikipedia). La gamma di un profilo di colore sancisce di quale trasformata di potenza si ha bisogno per convertire in modo appropriato da un profilo di colore incorporato nell’immagine (può darsi il tuo spazio di colore di lavoro) ad un altro profilo di colore con una gamma differente, come (I) il profilo del monitor usato per proiettare l’immagine sullo schermo oppure (II) può darsi un nuovo spazio di colore, o (III) forse dal tuo spazio di lavoro allo spazio di colore della tua stampante.

SUGGERIMENTO Parlando matematicamente, per una trasformata di potenza (N.d.T.: in inglese ´´power transform´´) si normalizzano i numeri RGB e si elevano i numeri risultanti alla potenza appropriata in modo dipendente alle rispettive gamme dell’inizio e della fine dello spazio di colore, quindi si ri-normalizzano i risultati al nuovo insieme di numeri RGB. LCMS fa questo per te quando chiedi e LCMS di convertire da uno spazio di colore ad un altro; comunque, se tutto quello che fai è una trasformata di potenza, usa imagemagick al posto di LCMS e limitati alla manipolazione diretta dei valori RGB: i risultati saranno molto più accurati.

77 Manuale di Showfoto

Una conseguenza pratica della gamma di uno spazio di lavoro è che più alta è la gamma, più i toni discreti sono disponibili per l’editing nelle ombre, con la conseguenza che sono disponibili meno toni nella regione delle luci alte. Teoricamente, se stai lavorando su una foto molto scura Low-key (in toni bassi) potresti volere uno spazio di lavoro con una gamma più alta. E se stai lavorando su un’immagine High-key (toni alti), diciamo una foto presa al sole di mezzogiorno di un vestito da sposa con un sfondo innevato, potresti voler scegliere uno spazio di lavoro con una gamma più bassa, così hai più gradazioni di tono disponibili nelle luci alte. Ma nel mondo reale della vera elaborazione delle immagini, quasi tutti usano uno spazio di lavoro con la gamma di 1,8 o 2,2. Alcune persone stanno cercando di standardizzare la gamma 2,0. sRGB e LStar-RGB non sono spazi di lavoro basati sulla gamma. Piuttosto, sRGB usa una gamma ibrida, e LStar-RGB usa una curva di risposta tonale basata sulla luminosità invece che un valore gamma. Vedi qui per maggiori informazioni, e cerca poi su google informazioni più approfondite. In aggiunta alla gamma 1,8 e 2,2, la sola altra gamma per uno spazio di lavoro che ottiene molta attenzione o uso è la gamma lineare, o gamma 1,0. La gamma lineare è usata nella formazione dell’immagine HDR (high dynamic range) ed anche se si vuole evitare di introdurre errori in- dotti dalla gamma in una regolare elaborazione low dynamic range. «Gli errori gamma-indotti» sono un argomento al di fuori dello scopo di questa guida. Ma leggi errori della gamma in nel ridimensionamento dell’immagine, per i salti di tonalità indotti dalla gamma. Sfortunatamente e a dispetto del loro innegabili vantaggi matematici, gli spazi di lavoro a gamma lineare hanno così pochi toni nelle ombre che (a mio giudizio) sono impossibili da usare per l’editing se si lavora in 8bit, e sono ancora problematici a 16. Quando verrà il giorno in cui tutti editeremo file a 32bit prodotti da fotocamere HDR sui nostri supercomputer personali prevedo che useremo tutti spazi di lavoro con gamma=1. sta già usando uno spazio di lavoro a gamma lineare «sotto il cofano», e Lightzone ha sempre usato uno spazio di lavoro a gamma lineare. Quale spazio di lavoro: gamut ampia o gamut piccola Nello scegliere uno spazio di lavoro, una grossa considerazione da fare è che alcuni spazi di la- voro sono più grandi di altri, che significa che coprono uno spettro maggiore del visibile (e di conseguenza includono alcuni colori immaginari - costrutti matematici che non esistono real- mente). Queste spazi più grandi offrono il vantaggio di permetterti di mantenere tutti i colori acquisiti dalla tua fotocamera, e sono preservati dalla conversione LCMS dal profilo della tua macchina fotografica al profilo super-ampio dello spazio di connessione PCS. Ma mantenere tutti i possibili colori ha un prezzo. Sembra che qualsiasi immagine digitale (un’ec- cezione che richiede una gamma di colore più larga sarebbe una foto con un soggetto altamente saturo, come i giunchi gialli) verosimilmente contiene solo un insieme minore di tutti i possibi- li colori del visibile che la tua fotocamera è in grado di catturare. Questo insieme più piccolo è facilmente contenuto in uno degli spazi di lavoro minori. Usare uno spazio di lavoro molto largo significa che editare la tua immagine (applicare curve, aumentare la saturazione, ecc.) può facilmente produrre colori che il tuo eventuale dispositivo di output (stampante, monitor) non è semplicemente in grado di riprodurre. Così la conversione da uno spazio di lavoro allo spa- zio del dispositivo di output (es.: la tua stampante) dovrà rimappare i colori fuori gamma nella tua immagine editata, alcuni dei quali potrebbero essere anche del tutto immaginari, allo spazio colore della tua stampante con la sua gamma di colore molto più piccola. Questo processo di ri-mappatura condurrà a dei colori inaccurati e perdita di saturazione al meglio. Ancora peg- gio, la ri-mappatura può facilmente portare al bandeggio («posterizzazione» - salti in quello che dovrebbe essere una dolce transizione dei colori, come attraverso uno scorcio di cielo blu) e al clipping (la tenue transizione accuratamente lavorata di delicate sfumature di rosso, per esem- pio, potrebbe essere ri-mappata come un blocco solido di rosso monotono nello spazio di colore della tua stampante). In altre parole, spazi di lavoro a larga gamut, se impropriamente maneggiati, possono portare a perdita di informazione in uscita. Gli spazi di lavoro a piccola gamma possono tagliare le infor- mazioni in input. Come dice Wikipedia: è un bilanciamento. Qui ci sono un po’ di suggerimenti ripetuti spesso:

1. Per le immagine orientate alla rete, adopera una delle varianti sRGB (ce ne sono molte).

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2. Per la massima accuratezza nell’editare la tua immagine (cioè per tirare fuori il massimo dai tuoi bit con il minore rischio di bandeggio o di clipping quando converti la tua immagine dal tuo spazio di lavoro ad uno spazio di output) usa il più piccolo spazio di lavoro che includa tutti i colori nella scena che hai fotografato, più un piccolo spazio extra per quei nuovi colori che produci inavvertitamente quando editi. 3. Se stai lavorando a 8bit piuttosto che a 16, scegli uno spazio di lavoro più piccolo piuttosto che uno più largo. 4. Per propositi di archiviazione, converti i tuoi file RAW in tiff a 16bit con uno spazio di lavoro a larga gamma per evitare di perdere le informazioni sui colori. Quindi converti questo archivio tiff nel tuo spazio di lavoro prescelto (salvando l’immagine tiff convertita di lavoro con un nuovo nome, ovviamente). Vedi qui per maggiori dettagli.

I perché di questi piccoli suggerimenti riguardo quale spazio di lavoro usare vanno al di là di questa guida. Vedi quindi l’eccellente sito di Bruce Lindbloom (Info, Information about RGB Working Spaces) per un raffronto della gamma di vari spazi colore di lavoro (griglie di co- lori inclusi). Vedi quie qui per una presentazione dei pro e contro. E mentre sei nel sito cambridgeincolour.com, leggi il tutorial sulla gestione del colore.

3.2.3.2 Prova a schermo

La prova a schermo è un modo per vedere in anteprima sullo schermo (sul monitor) il risultato che ti devi attendere dall’output su un altro dispositivo, solitamente una stampante. La prova a schermo mostrerà la differenza che ti devi aspettare prima che tu la produca veramente (buttando via il tuo prezioso inchiostro). Così puoi migliorare le impostazioni senza gettar via tempo e soldi.

3.2.3.3 Intenti di rendering

Gli intenti di rendering si riferiscono al modo in cui le gamme sono trattate quando lo spazio di colore dell’obiettivo voluto non può gestire tutta la gamma.

• Percettivo, anche chiamato Gamma Piena dell’Immagine o Mantieni la Piena Gamma, si rac- comanda generalmente per le immagini fotografiche. La gamma colore viene espansa e com- pressa quando ci si muove tra gli spazi di colore per mantenere consistente l’aspetto tra tutti i passaggi. I colori poco saturi cambiano molto poco. I colori più saturi nella gamma di en- trambi gli spazi possono essere alterati per distinguerli dai colori saturi fuori dallo spazio con gamma più piccola. Il rendering percettivo applica la stessa compressione di gamma a tutte le immagini, anche quando l’immagine non contiene colori significativi fuori dalla gamma. • Colorimetrico Relativo, chiamato anche Prova o Mantiene il colore identico e Punto di Bianco. Ri- produce esattamente i colori nella gamma e taglia i colori fuori gamma alla tinta riproducibile più vicina. • Colorimetrico Assoluto, anche chiamato «Accoppia o preserva i colori identici». Riproduce esat- tamente i colori nella gamma e taglia alla tinta riproducibile più vicina i colori fuori gamma, sacrificando la saturazione e talvolta la luminosità. Su carta colorata i bianchi potrebbero es- sere scuriti per mantenere la tinta identica all’originale. Per esempio, il ciano potrebbe essere aggiunto al bianco di carta color crema, scurendo effettivamente l’immagine. Interessa di rado i fotografi. • Saturazione, anche chiamata «Preserva saturazione o grafica». Associa i colori primari saturi nella sorgente ai colori saturi primari nella destinazione, trascurando le differenze di tinta, saturazione, e luminosità. Per grafica a blocchi; raramente di interesse per i fotografi.

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3.2.3.4 Collegamenti

• Color wiki • CIELab • La Gamut spiegata

3.2.4 Lo spazio di lavoro

3.2.4.1 Così ho detto a Showfoto dove trovare il profilo del mio monitor e ho un profilo di fotocamera che ho applicato all’immagine prodotta dal mio software di elaborazione RAW. Qual è il prossimo passo nella gestione del colore?

Devi scegliere uno spazio di colore funzionante, in modo che tu possa modificare la tua immagi- ne. LCMS trasformerà la tua immagine dallo spazio di colore della tua fotocamera al tuo spazio di lavoro prescelto attraverso il PCS specificato dal profilo della tua fotocamera.

3.2.4.2 Perché non posso semplicemente modificare le mie immagini nello spazio di colore descritto dal profilo della mia fotocamera?

Dopo tutto, il profilo della fotocamera dovrebbe fornire il miglior adattamento ai colori registrati dalla macchina fotografica, come elaborata dalla mia procedura di elaborazione RAW, giusto? Wikipedia dice, ´´Gli spazi di lavoro, così come sRGB e Adobe RGB, sono spazi di lavoro che facilitano i buoni risultati mentre si elabora. Per esempio, i pixel con lo stesso valore RGB do- vrebbero apparire neutrali´´ ´´[P]ixel con lo stesso valore di RGB dovrebbero apparire neutrali´´ significa solo che per ogni dato pixel in una immagine che è stato convertito ad un appropriato spazio di colori, se R=G=B dovresti vedere un grigio o un nero o un bianco sullo schermo. Molti profili di fotocamera non rispettano questa condizione «neutrale». Non sono a conoscenza di un elenco di altri requisiti tecnici per uno spazio di lavoro appropriato. Comunque, posso pensare ad un’altra buona ragione perché tu non voglia editare la tua immagine nello spazio di colore del tuo profilo della fotocamera. Se tu guardi alle dimensioni di un profilo di fotocamera tipico, è nell’ordine di un quarto fino a mezzo megabyte o di più. Esso ha molte informazioni su tutti i cambiamenti che sono necessari da fare nelle differenti regioni del colore e tonalità nella scena originale, per avere una resa dei colori accurata dai valori RGB prodotti dal processore grezzo. Il profilo della fotocamera è accurato (almeno per i colori nel target originale) ma non proprio matematicamente scorrevole. I profili di colore, d’altro canto, sono molto piccoli in dimensione (mezzo kilobyte invece che mezzo megabyte) perché essi descrivono una gamma di colore in ter- mini di una funzione matematica continua e scorrevole. I profili di colore funzionanti non hanno bisogno di fare deduzioni per il disordine dei sensori del mondo reale, così la manipolazione matematica prodotta durante l’elaborazione dell’immagine sarà molto più scorrevole e accura- ta che se tu provassi ad elaborare la tua immagine mentre è ancora nello spazio di colore della fotocamera.

3.2.4.3 Che spazio di lavoro dovrei scegliere?

Ognuno ha la sua idea, io sto solo cercando di tirar fuori qualche pezzo di informazione necessaria per una scelta consapevole. I profili di spazio di lavoro sono caratterizzati da:

1. Gamma (o un’altra funzione di trasferimento), che detta quanto i valori lineari originali di intensità catturati dal sensore della fotocamera (e soggetti alla conversione A-D interna alla macchina, quindi interpolati dal programma di elaborazione RAW per produrre il file di immagine) sono alterati per rendere più facile e preciso l’editing. 2. Le primarie RGB che dettano l’estensione dei colori, così è, la gamma coperta per un dato profilo.

80 Manuale di Showfoto

3. Il punto del bianco (tipicamente D50 o D65 sebbene altri valori possano essere usati), che specifichi la temperatura del colore del punto di bianco nello spazio del colore.

3.2.4.4 Quale gamma dovrebbe avere il mio spazio di lavoro?

La gamma di un profilo di colore stabilisce di che trasformata di potenza (N.d.T.: in Inglese ´´power transform´´) si ha bisogno per convertire appropriatamente il profilo di colore incorpo- rato di un’immagine (può darsi il tuo spazio di colore di lavoro o il profilo di colore della fotoca- mera) ad un altro profilo di colore con una gamma di differente, così come al tuo spazio di lavoro prescelto, o al profilo dello schermo usato per mostrare l’immagine a schermo o forse al profilo di colore della tua stampante. Dcraw fornisce un’immagine a 16bit con gamma lineare, che significa che un istogramma del risultante file di immagine mostra l’attuale quantità di luce che ogni pi- xel nel sensore della fotocamera ha catturato durante l’esposizione (parafrasando questa pagina). Ragion per cui al momento applicare un profilo di fotocamera all’output di dcraw richiede pure di applicare una appropriata trasformata della gamma per avere lo spazio di lavoro desiderato, a meno che il profilo della fotocamera non usi a sua volta una gamma=1 Una conseguenza pratica della gamma di uno spazio di lavoro è che più alta è la gamma, più i toni discreti sono disponibili per l’editing nelle ombre, con la conseguenza che meno toni sono disponibili nella regione delle luci alte. Cambiare la gamma di un’immagine ridistribuisce il numero dei toni disponibili nelle aree più luminose o più scure di un’immagine. Teoricamente, se stai lavorando su una foto molto scura Low-key (in toni bassi) potresti volere uno spazio di lavoro con una gamma più alta. E se stai lavorando su un’immagine High-key (toni alti), diciamo una foto presa al sole di mezzogiorno di un vestito da sposa con un sfondo innevato, tu potresti voler scegliere uno spazio di lavoro con una gamma più bassa, così hai più gradazioni di tono disponibili nelle luci alte. Teoria a parte, nel mondo reale del reale editing dell’immagine, quasi tutti usano spazi di lavoro con la gamma o di 1,8 o di 2,2, sRGB e L*-RGB sono due notevoli eccezioni. sRGB usa una funzione di trasferimento vicina a quella di un monitor CRT (e quindi non ne- cessariamente rilevante per l’editing dell’immagine e per la proiezione su schermi LCD). Come Wikipedia nota, «Diversamente dalla maggior parte degli spazi di colore RGB, la gamma sRGB non può essere espressa come un singolo valore numerico. La gamma complessiva è approssi- mativamente 2.2, che consiste di una gamma lineare (gamm 1,0) nella sezione vicina al nero, e in una parte non-lineare altrove che comporta un esponente di 2.4 e una gamma (pendenza del logaritmo dell’output contro il logaritmo dell’input) che cambia da 1,0 fino a circa 2,3» (citazio- ne da questa pagina), che produce una qualche matematica complicata durante l’elaborazione dell’immagine. L*-RGB usa come sua funzione di trasferimento la stessa funzione percettivamente uniforme del- lo spazio di colore CIELab. «Quando si memorizzano i colori in valori dalla precisione limitata» usare una funzione di trasferimento percettivamente uniforme «può migliorare la riproduzione dei toni» (citazione da questa pagina). In aggiunta alla gamma=1,8 e alla gamma=2,2 , la sola altra gamma per uno spazio di lavoro che ottiene molta attenzione o uso è la gamma lineare, o gamma=1,0. Come notato sopra, dcraw produce file con gamma lineare se chiedete un output di 16bit. La gamma lineare è usata nella formazione dell’immagine HDR (high dynamic range) ed anche se si vuole evitare di introdurre errori indotti dalla gamma in una regolare elaborazione low dynamic range. «Gli errori gamma-indotti» sono un argomento al di fuori dello scopo di questa guida. Ma leggi ´´Gamma errors in picture scaling´´ (citazione da questa pagina) per i salti di tonalità indotti dalla gamma; e ovviamente leggi il sito web informativo di Timo Autiokari (benché un po’ famigerato) per un sostegno sincero all’uso di spazi di lavoro a gamma lineare (il sito di Timo sembra inacces- sibile ultimamente, sebbene copie d’archivio dei suoi articoli siano ancora disponibili attraverso google). Bruce Lindbloom nomina un errore gamma-indotto che si incontra comunemente che è causato dal calcolo scorretto della luminanza in spazi di lavoro RGB non lineari (vedi questa pagina, nota 1). In un simile tenore, i calcoli coinvolti nel mescolare i colori insieme per produrre

81 Manuale di Showfoto nuovi colori (come se si usasse un filtro digitale per aggiungere calore ad una immagine) risulta- no in errori di gamma a meno che i nuovi colori non siano calcolati previa trasformazione di tutti i valori rilevanti ai loro originali valori lineari. Sfortunatamente e a dispetto del loro innegabili vantaggi matematici, gli spazi di lavoro a gamma lineare hanno così pochi toni nelle ombre che (a mio giudizio) sono impossibili da usare per l’editing se si lavoro in 8bit, e sono ancora problematici a 16bit. Quando verrà il giorno in cui tutti editeremo file a 32bit prodotti da fotocamere HDR sui nostri supercomputer personali, prevedo che useremo tutti spazi di lavoro con gamma=1. Adobe Lightroom sta già usando uno spazio di lavoro a gamma lineare ´´sotto il cofano´´, CS2 permette l’opzione di usare la gamma lineare per mescolare i colori, e Lightzone ha sempre usato uno spazio di lavoro a gamma lineare.

3.2.4.5 Quanti passi discreti di tono ci sono in un’immagine digitale?

In un’immagine a 8bit, hai 256 passaggi di tono dal nero solido al bianco solido. In un’immagine a 16bit hai teoricamente 65536 passaggi. Ma ricorda, questi 16bit partono sia come 10bit (=1024 passaggi), 12bit (=4096 passaggi), o 14bit (=16384 passaggi) come prodotti dal convertitore A-D della macchina fotografica - i bit extra per raggiungere 16bit partono come imbottitura. I toni disponibili non sono distribuiti equamente dalla luce agli scuri. Nella modalità gamma lineare (come il sensore della fotocamera vede le cose), c’è un mucchio di toni in più nelle alte luci che nelle ombre. Perciò il consiglio, se scatti RAW, di «esporre alla destra ma non esagerare le alte luci». Vedi gli articoli di Ron Bigelow su ´´Why RAW´´ (Perché RAW) qui per una completa discussione della distribuzione dei toni disponibili in una immagine grezza.

3.2.4.6 Dovrei usare uno spazio di lavoro a gamma ampia o a gamma piccola?

Nello scegliere uno spazio di lavoro una grossa considerazione è che alcuni spazi di lavoro sono più grandi di altri, che significa che coprono uno spettro maggiore del visibile (e come conse- guenza includono alcuni colori immaginari - costrutti matematici che non esistono realmente). Queste spazi più grandi offrono il vantaggio di permetterti di mantenere tutti i colori acquisiti dalla tua fotocamera e sono preservati dalla conversione LCMS dal profilo della tua macchina fotografica al profilo con gamma super-ampia dello spazio di connessione e ancora al tuo spazio di lavoro prescelto. Ma mantenere tutti i possibili colori ha un prezzo, come spiegato sotto. E sembra che ogni data immagine digitale verosimilmente contiene solo un insieme minore di tutti i possibili colori del visibile che la tua fotocamera è in grado di catturare. Questo insieme più piccolo è facilmente contenuto in uno degli spazi di lavoro minori (un eccezione che richiede una gamma di colore più larga sarebbe una foto con un soggetto altamente saturo come i giunchi gialli). Usare uno spazio di lavoro molto largo significa che editare la tua immagine (applicare curve, aumentare la saturazione, ecc.) può facilmente produrre colori che il tuo eventuale dispositivo di output (stampante, monitor) non è semplicemente in grado di riprodurre (sebbene nemmeno tu sia in grado di vedere questi colori mentre stai editando). Così la conversione da uno spazio di lavoro allo spazio del dispositivo di output (ad es. la tua stampante) dovrà rimappare i colori fuori gamma nella tua immagine editata, alcuni dei quali potrebbero essere anche del tutto im- maginari, allo spazio colore della tua stampante con la sua gamma di colore molto più piccola. Questo processo di ri-mappatura condurrà a dei colori inaccurati e perdita di saturazione al me- glio. Ancora peggio, la ri-mappatura può facilmente portare al bandeggio (´´posterizzazione´´ - salti in quello che dovrebbe essere una dolce transizione dei colori, come attraverso uno scorcio di cielo blu) e al clipping (la tenue transizione accuratamente lavorata di delicate sfumature di rosso, per esempio, potrebbe essere rimappata come un blocco solido di rosso monotono nello spazio di colore della tua stampante). Ancora, gli esperti dicono che le immagini a 8bit non han- no abbastanza toni per allungarsi tra spazi di lavoro a larga gamma senza bandeggio e perdita di saturazione, anche prima della conversione ad uno spazio di output. Così se scegli uno spazio di lavoro a larga gamma, fai in modo di partire con un’immagine a 16bit.

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Riassumendo, spazi di lavoro a larga gamma, impropriamente maneggiati, possono portare a perdita di informazione in output. Gli spazi di lavoro a piccola gamma possono tagliare le infor- mazioni in input. Gli spazi di lavoro di medie dimensioni provano a centrare un compromesso felice. Come dice Wikipedia: è un bilanciamento. Qui ci sono un po’ di suggerimenti ripetuti spesso sulla scelta dello spazio di lavoro:

1. Per le immagine orientate alla rete, adoperate (o almeno convertite l’immagine finale a) sRGB. 2. Per la massima accuratezza nell’editare la tua immagine (cioè tirare fuori il massimo dai tuoi bit limitati con il minore rischio di bandeggio o di clipping quando converti la tua immagine dal tuo spazio di lavoro ad uno spazio di output), usa il più piccolo spazio di lavoro che includa tutti i colori nella scena che hai fotografato, più un piccolo spazio extra per quei nuovi colori che produci inavvertitamente quando editi. 3. Se stai lavorando in 8bit piuttosto che 16bit, scegli uno spazio di lavoro più piccolo piuttosto che più largo per evitare il bandeggio e il clipping. 4. Per propositi di archiviazione, converti i tuoi file RAW in tiff a 16bit con uno spazio di lavoro a larga gamma per evitare di perdere le informazioni sui colori. Quindi converti questo archivio tiff nel tuo spazio di lavoro prescelto a media o larga gamma (salvando l’immagine tiff convertita di lavoro con un nuovo nome, ovviamente).

Per più informazioni sulla scelta dello spazio di lavoro, vedi questa pagina. Fornisce informa- zioni sugli spazi di lavoro RGB con un confronto visivo tra le gamme (griglie di colori inclu- si) dei vari spazi di lavoro. Vedi quie quiper una presentazione dei pro e dei contro, rispet- tivamente, del merito di usare spazi di lavoro a larga gamma. E mentre sei nel sito web di cambridgeincolour.com, fatti un giro nella guida alla gestione del colore (in inglese).

3.2.5 Lo spazio dei colori sRGB

3.2.5.1 Che ha di così speciale lo spazio dei colori sRGB? sRGB è largamente accettato come un profilo di colore standard, virtualmente da tutti quelli che sono coinvolti nella produzione di immagini per il pubblico. Esso fu proposto nel 1996 dalla Hewlett Packard e dalla Microsoft come uno spazio di colore standardizzato per le applicazioni rivolte al mercato consumer. Come asserito dalla proposta iniziale HP/MS:

Hewlett-Packard e Microsoft propongono l’aggiunta del supporto per uno spazio di colore standard, sRGB, all’interno dei sistemi operativi Microsoft, dei prodotti HP, di Internet e di tutti gli altri fornitori interessati. Il suo obiettivo è quello di com- plementare le attuali strategie di gestione dei colori, abilitando un terzo metodo di manipolare i colori nei sistemi operativi, nei driver dei dispositivi e in Internet, che utilizza una semplice definizione dei colori, robusta ed indipendente dal dispositivo. Questo fornirà una buona qualità e compatibilità all’indietro, con un minimo sovrac- carico di trasmissione e di sistema. Basato su uno spazio di colore RGB colorimetrico calibrato, che ben si adatta ai monitor a tubo catodico, alle televisioni, agli scanner, alle fotocamere digitali e ai sistemi di stampa, tale spazio può essere supportato con un costo minimo per i produttori di software e di hardware...

Attualmente, il consorzio ICC (international Color Consortium) controlla e si assicura che un colore sia correttamente mappato dallo spazio di colore di input a quello di output... allegando all’immagine in questione un profilo per lo spazio di colore di input. Questo è appropriato per gli utenti di fascia alta, ma c’è comunque un’ampia gamma di utenti che non richiedono un tale livello di flessibilità e di controllo. In più, la maggior parte dei formati esistenti non supporta né ora né mai l’inclusione del

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profilo, e per finire, c’è un tale largo raggio d’usi che veramente scoraggia la gente dal mettere qualunque dato extra nei loro file. Uno spazio dei colori RGB standard e comune risponde a questi problemi... fondendo insieme i molti standard presenti e gli spazi monitor non-standard RGB in un singolo spazio dei colori RGB standard. Tale standard potrebbe incrementare fortemente la fedeltà dei colori in ambiente desktop. Per esempio, se i produttori di sistemi operativi fornissero supporto ad uno spazio dei colori RGB standard, i produttori di dispositivi di input e output che facessero lo stesso potrebbero comunicare facilmente e con sicurezza il colore, senza ulteriore sovraccarico nella gestione dei colori nelle situazioni più comuni. (copia di archivio)

Per riassumere, la ragione per uno spazio dei colori sRGB oggi grossomodo adottato univer- salmente era ed è quella di rendere la vita più semplice ai consumatori (nessuna necessità di preoccuparsi della gestione dei colori), meno costi per i produttori (nessuna preoccupazione per la compatibilità tra fotocamere, scanner schermi, stampanti, ecc.) e maggiore convenienza per mostrare le immagini in Internet (nessuna preoccupazione di incapsulare e leggere i profili ICC - basta assumere solo che sia sRGB). Così, se sRGB funziona così bene e rende la vita facile per tutti, perché usare un qualsiasi altro spazio dei colori, e quindi essere obbligati a preoccuparsi dei problemi della gestione dei colori? sRGB fu progettato per contenere i colori che si potevano facilmente riprodurre nei monitor e stampare sulle stampanti prodotte per il mercato di massa nel 1996. Questo insieme «minimo comune denominatore» di colori visibili e stampabili, che in termini tecnici è la gamma dei co- lori o gamut, è molto più piccolo dell’insieme dei colori che possiamo vedere nel mondo reale, molto più piccolo dell’insieme dei colori che le fotocamere digitali possono catturare oggigiorno, molto più piccolo dell’insieme dei colori che le stampanti possono stampare, e molto più piccolo della gamut dei nuovi monitor a larga gamma dei colori che incominciano ad entrare il mercato consumer. Per chiunque voglia far uso delle più ampie gamme di colori disponibili oggi, anche a livello del mercato di massa, la gamut del profilo sRGB è troppo piccola. All’opposto, se non hai intenzione di fare uso della espansione della gamma dei colori in un punto qualsiasi del tuo flusso di lavorazione delle immagini, allora non hai bisogno di preoccuparti degli spazi dei colori non s-RGB e tutte le prossime complicazioni della gestione del colore.

3.2.5.2 Quanto è piccolo lo spazio dei colori RGB?

Una rappresentazione visiva delle limitazioni dello sRGB a confronto con i colori che noi perce- piamo nel mondo reale è presentata qui di seguito. Mostra una rappresentazione bi-dimensionale di tutti i colori che possiamo vedere (la regione a forma di ferro di cavallo) e i colori contenuti all’interno dello spazio sRGB (la regione triangolare).

Se desideri vedere una rappresentazione bidimensionale dello sRGB in confronto con un qualun- que spazio di lavorazione dei colori più ampio, vai all’eccellente sito di Bruce Lindbloom, fai clic su «Info», quindi su «Information About RGB Working Spaces».

3.2.6 Calibrare e creare il profilo del tuo monitor RGB

3.2.6.1 Se scelgo di lavorare esclusivamente nello spazio di colore sRGB, ho bisogno di calibrare il mio monitor?

Sì! Che tu decida o no di restare nella gamma colore offerta dallo sRGB hai bisogno di calibrare opportunamente il tuo monitor, perché sRGB assume che esso sia calibrato per sRGB. Questa operazione chiude il circolo. Se lavori con la gamma colori fornita da sRGB allora hai bisogno di calibrare il tuo monitor allo standard sRGB (o di fornire e di usare un accurato profilo del tuo monitor, o entrambi).

84 Manuale di Showfoto

3.2.6.2 Quali sono le conseguenze del lavorare con un monitor non calibrato?

Ci sono diverse possibili conseguenze, nessuna delle quali buona. Ogni monitor, calibrato o no, ha un punto di Bianco nativo (non calibrato), espresso dalla temperatura in gradi Kelvin. Il punto di Bianco di un monitor (calibrato o no) è il colore che vedi quando stai osservando un pezzo di bianco puro sul tuo schermo. Il bianco pure si ottiene quando i valori RGB nella tua immagine sono tutti uguali a 255 (nella codifica ad 8 bit), cosi come lo sfondo solo bianco di una pagina web o di un documento office. Stai pensando «il bianco è bianco», ma se riuscissi ad allineare diversi monitor calibrati a punti di bianco differenti vedresti che, più è alta la temperatura del punto di bianco del monitor, più lo schermo sembra di tonalità blu al confronto con i monitor che hanno un punto di bianco più basso. Se riesci a trovare le impostazioni del tuo monitor, cambia la tem- peratura in su e in giù (ricordando di riportarlo alle sue condizioni iniziali quando hai finito, fino a quando non decidi di volere un punto di Bianco differente). I tuoi occhi, che si adattano veloce- mente ad un punto di bianco costante, capiranno facilmente che lo schermo diventa più blu o più giallo come sposti il punto di bianco più basso o più alto. Se il tuo monitor non calibrato è troppo blu (la temperatura di colore di un monitor CRT è tipicamente di 9300K e lo sRGB assume che sia 6500K), quando editerai le tue immagini compenserai eccessivamente, e produrrai immagini che sembreranno giallognole e troppo calde su di un monitor opportunamente calibrato. Al con- trario, se il tuo monitor è troppo giallo perché la temperatura di colore è impostata troppo bassa (credo che la temperatura nativa dei monitor LCD sia circa 5500K), le tue immagini sembreranno azzurrine e troppo fredde su un monitor propriamente calibrato. Impostare propriamente il punto di Bianco è solo una parte della calibrazione del monitor. Hai bisogno pure di un appropriato punto di Nero, luminosità (luminanza), e una funzione gamma (trasferimento). Se il tuo monitor è troppo scuro perché il punto di Nero è impostato troppo basso, compenserai eccessivamente e produrrai immagini che su un monitor propriamente cali- brato sembreranno slavate. All’opposto, se il punto di Nero del tuo monitor è troppo alto, le tue immagini sembreranno troppo scure e sovra-sature su di un monitor calibrato opportunamente. Se la luminosità/contrasto è impostata troppo elevata, penserai che le tue immagini abbiano un numero maggiore di punti sovraesposti di quanti ne abbiano effettivamente quando sono viste su un monitor propriamente calibrato, in più i tuoi occhi avranno dolore e tuo schermo LCD si brucerà più in fretta. Se la gamma del tuo monitor non è impostata correttamente, le variazioni di tono da scuro a chia- ro saranno falsate. In altre parole, le ombre o le luci potrebbero essere eccessivamente espanse o compresse, portandoti a compensare nella direzione opposta. Così, quando le immagini sono vi- ste su uno schermo opportunamente calibrato, le ombre potrebbero essere troppo chiare o troppo scure (lo stesso per le luci alte), con il resto dell’immagine che soffre per una sovra compressione dei toni intermedi. Ti aiuti il cielo se i fasci R, G e B del tuo monitor (o i loro equivalenti negli schermi LCD) sono impostati impropriamente (ogni fascio ha il proprio punto di nero e guada- gno), perché le fusioni dei colori risultanti - troppo verde, troppo magenta, troppo arancio, ecc., che inevitabilmente genererai correggendo la tua immagine nella fase di editing - sono molto ovvie da vedere in uno schermo opportunamente calibrato. Che il tuo monitor sia opportunamente calibrato o no, potresti essere sorpreso comparando un’immagine che hai elaborato sul monitor di casa tua con la stessa immagine mostrata sugli altri monitor di casa tua o su quelli dei tuoi amici o dei vicini. Noi lo siamo di certo. Abbiamo due schermi Sony Trinitron a casa nostra, uno con col fascio del verde errato (troppo alto) e uno con il fascio blu errato (troppo alto). Ogni immagine elaborata su un monitor sembrava molto sbagliata su l’altro, fino a quando non comprammo uno spettrofotometro per calibrare e fare il profilo ad entrambi. Sfortunatamente a quel punto nessuno di questi due monitor può essere calibrato per mostrare un punto di nero corretto, così non sono stati più usati per l’editing del- le immagini. Il punto è che un beneficio aggiuntivo nell’usare uno spettrofotometro è che sai quando è l’ora di rimpiazzare il tuo monitor.

85 Manuale di Showfoto

3.2.6.3 Il significato di «Punto di Nero» e di «Luminosità» sembra abbastanza chiaro, ma cosa significa «gamma»?

Vedi Correzione Gamma per una panoramica sul ruolo della gamma nei monitor e in fotografia, i collegamenti in fondo all’articolo sono una fonte eccellenti di ulteriori informazioni. Come dice Wikipedia: «Correzione di gamma, non linearità del gamma, codifica gamma, o, spesso, semplicemente, gamma è il nome di un’operazione non lineare usata per codificare e decodificare la luminanza o i valori tristimolo in un sistema video o fotografico. [...] La codifica gamma aiuta a mantenere i dati (sia analogici che digitali) in un dominio uniforme dal punto di vista percettivo.» Sì, lo so chiaro come una notte di luna nuova. Leggi l’articolo di Wikipedia e studia le immagini. Alla fine ti immergerà nell’argomento. Se ti metterai al lavoro approfonditamente nell’editing delle immagini e nella gestione del colore, alla fine avrai bisogno di decidere che tipo di gamma (o altra funzione di codifica/decodifica) vuoi usare quando calibri il tuo monitor, fare il profilo della tua fotocamera e scegliere uno spazio dei colori funzionale. Quando sei nel dubbio (per quelli di voi che vogliono solo sapere che pulsante premere!), il valore 2,2 della gamma è ampiamente usato, sia per la calibrazione dei monitor sa per lavorare negli spazi dei colori.

3.2.6.4 Qual’è la differenza tra calibrare il monitor e farne il profilo?

Agli inizi dell’apprendimento su come si gestisce il colore, molte persone sono confuse dalla differenza tra calibrare il monitor e farne il profilo (lo sono stato anche io). Citando l’eccellente discussione di Hal Engel nel forum utenti di Showfoto:

La calibrazione è il processo dove un dispositivo è posto in uno certo stato attraverso aggiustamenti con i suoi controlli o con quelli di altri mezzi fisici. Per esempio, l’atto di calibrare un monitor comporta il mettere a punto il punto di bianco, il livello di nero, la luminosità e la gamma a livelli predeterminati o standard usando i controlli del monitor e alterando la funzione gamma della scheda video... Diversamente dalla calibrazione, il processo di creare un profilo è la caratterizzazione di un dispositivo, che non implica fare un cambiamento o un aggiustamento al dispositivo. Piuttosto è un processo di misura che dà come risultato un file che riporta una descrizione ma- tematica fedele dei colori del dispositivo e delle caratteristiche di tonalità. Questo è un profilo ICC. Queste caratteristiche includono il trasferimento di funzione dal- lo spazio di colore del dispositivo ad uno spazio di colore standardizzato e assoluto (questo è anche detto Profile Color Space, PCS, in un profilo ICC), del punto di bianco del dispositivo, punto di nero, primarie e altre informazioni. Gli schermi vengono caratterizzati (profilati) quando sono nel loro stato calibrato. Riassumendo, la cali- brazione fa cambiamenti al dispositivo per alterare il modo in cui riproduce i colori per uniformarsi a un qualche stato predefinito. Il fare un profilo o caratterizzazione è un processo di misura che porta ad una descrizione dettagliata delle caratteristiche di riproduzione del colore del dispositivo (normalmente calibrato). (citazione da qui)

Calibrare il tuo monitor non è tecnicamente parte della gestione del colore, ma ovviamente un monitor propriamente calibrato e/o caratterizzato è un prerequisito per un processo di gestione del colore. Questa guida non copre gli argomenti importanti su come come calibrare o profilare un monitor. La documentazione disponibile presso ArgyllCMSe LProf è davvero una lettura buona e caldamente raccomandata. Per usare entrambi questi software per calibrare e/o profilare il tuo monitor hai bisogno di uno spettrofotometro. Uno spettrofotometro (a volte chiamato anche «spider») è un dispositivo per la misura dei valori RGB dei punti di colori proiettati sullo schermo del monitor da software di calibrazione/caratterizzazione quali Argyll e LProf. Il sito della Argyll mantiene una lista aggiornata degli spettrofotometri supportati. Credo che LProf possa usare tutti gli spettrofotometri che usa Argyll, dato che i due programmi condividono una rilevante sezione del codice.

86 Manuale di Showfoto

3.2.6.5 Posso calibrare il mio monitor senza uno spettrofotometro?

Ci sono vari metodi disponibili su Internet per calibrare un monitor senza usare uno spettrofoto- metro. Questi metodi ad occhio sono meglio di non calibrare per nulla il tuo monitor, e a seconda dei tuoi occhi e del tuo monitor, possono produrre dei risultati abbastanza usabili. Ma i metodi ad occhio non sono un sostituto per un monitor propriamente calibrato e profilato. Per la cronaca, calibrare e profilare un monitor con un spettrofotometro, sebbene sia a prima vista spaventoso, non è difficile. Gli spettrofotometri possono essere ottenuti per meno di 100$ (se hai in mente un modello più costoso, assicurati che stai pagando per un prodotto migliore, piuttosto che un po’ di software in allegato dal produttore con qualche funzione in più ma che non girerà su Linux). La documentazione di Argyll e/o Lprof ti guiderà attraverso il processo di calibrare e profilare il tuo monitor, senza dovere imparare molto della teoria della gestione dei colori. E se/quando impari abbastanza della gestione del colore da capire che vuoi o hai bisogno di un profilo del monitor più dettagliato di un certo tipo, per un certo scopo, questi due software hanno tutte le capacità avanzate che potresti sperare.

3.2.6.6 Assumendo che abbia deciso di lavorare esclusivamente nello spazio dei colori sRGB, che pulsante di Showfoto dovrei premere dopo che ho calibrato il monitor?

Se il tuo monitor è stato calibrato allo standard sRGB e lavori esclusivamente nello spazio dei colori sRGB, allora puoi disabilitare la gestione del colore in Showfoto. Non hai bisogno di dire a Showfoto che profilo monitor usare perché Showfoto di base usa lo spazio dei colori sRGB come profilo di spazio dei colori. E non hai bisogno di dire a Showfoto di usare un procedimento di gestione del colore perché Showfoto imposterà l’uso di sRGB per la macchina fotografica, la stampante, lo spazio di lavoro, così come posto da HP e MS nel 1996. Ma se vuoi percorrere i primi passi nel processo di gestione del colore, allora vai alla pagina corrispondente delle impostazioni, abilita la gestione dei colori, e seleziona sRGB come profilo del monitor, della fotocamera, dello spazio di lavoro della tua stampante. Se hai anche usato Argyll o LProf per produrre un profilo del monitor dopo che lo hai calibrato- forse chiamato «mymonitorprofile.icc» - allora dì a Showfoto di usare «mymonitorprofile.icc» invece di sRGB come profilo del monitor.

3.2.6.7 Dove si trovano memorizzati i profili ICC nel mio computer?

Bene, questo è Linux®, e dipende da dove li metti tu. Io ripongo tutti i miei profili ICC nella cartella /usr/share/color/icc, che è il posto più vicino ad una collocazione standard in Linux dei profili ICC. Se usi questa cartella per i tuoi profili ICC, verosimilmente cambierai i permessi della cartella per consentire l’accesso in lettura/scrittura al tuo account utente. Quindi tu dirai a Showfoto dove i tuoi profili sono collocati.

3.2.6.8 Ciò che si trova attorno e vicino al mio monitor (muro, tende, soffitto, mobili) influisce?

Sì! Una buona illuminazione è un prerequisito per un corretto editing delle immagini e per la comparazione delle stampe con l’immagine a schermo. Se la luce vicino alla tua workstation è troppo brillante, i colori sul monitor sembreranno troppo scuri e, accade l’opposto, se la luce de- gli impianti nella tua stanza ha una bassa CRI (Indice di Resa Cromatica, che significa che non hai lampade a spettro pieno), o se la luce della stanza proviene dalla finestra e così varia con il clima e l’ora del giorno (o peggio, è filtrata da una tenda colorata), o se le pareti e il soffitto stanno creando fusioni di colore con il tuo monitor, quindi il tuo processo di editing «correggerà» fusio- ni di colori che in realtà non esistono. Il miglior consiglio, che sia il più possibile consistente e possa mantenere la quiete famigliare: muri e soffitto color grigio neutro, coprire le finestre, indos- sare abiti di colore neutro, impostare un livello appropriato di luce usando lampade e impianti adeguati. Per maggiori informazioni su quali siano i livelli di illuminazione giusti, lampade e lampadari per editare le immagini e vedere le stampe, leggi i seguenti articoli:

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• http://www.creativepro.com/article/the-darkroom-makes-a-comeback • http://www.creativepro.com/article/the-darkroom-makes-a-comeback-part-2- • http://www.lrc.rpi.edu/programs/nlpip/lightingAnswers/fullSpectrum/abstract.asp

3.2.7 Il profilo della fotocamera e lo sviluppo dei file RAW

3.2.7.1 Qual è il prossimo passo nella gestione dei colori?

Primo e per la cronaca, molti eccellenti fotografi professionali ed amatoriali salvano tutte le loro immagini come jpeg nella fotocamera, e lavorano esclusivamente nello spazio colore sRGB. Ma se vuoi lavorare in un spazio di colore più ampio, o con i file RAW (anche se elabori immagini sRGB dai tuoi file RAW), continua a leggere. A giudicare dalle domande rivolte nel forum degli utenti di Showfoto, se stai leggendo questa guida probabilmente stai scattando foto in formato RAW con la tua reflex digitale, e speri che da qualche parte nelle acque arcane della gestione del colore giaccia la risposta su come ottenere una bella fotografia dal tuo file d’immagine RAW. Hai fatto centro! La prossima cosa di cui hai bisogno è il giusto profilo della tua fotocamera per sviluppare le tue immagini RAW. Ma prima rispondiamo alla domanda che stavi realmente per chiedere.

3.2.7.2 Perché l’immagine prodotta da convertitori come dcraw o ufraw non assomiglia all’immagine dell’anteprima mostrata in digikam?

Sono felice che tu lo abbia chiesto. Che la fotocamera permetta o no all’utente l’opzione di salvare un’immagine come file RAW, tutte le immagini delle fotocamere digitali nascono come file grezzi: quando chiedi alla macchina fotografica di salvare in formato jpeg invece che RAW, la fotocamera usa il suo processore interno per convertire il file da RAW a jpeg. Quell’immagine di anteprima incorporata è quello a cui la tua immagine assomiglierebbe se tu avessi chiesto alla tua fotocamera di salvare in formato jpeg invece che in RAW. Da qui parlerò della mia esperienza di utente Canon, ma suppongo che la maggior parte delle reflex digitali di livello economico o medio si comportino in modo simile. Canon offre all’utente diversi stili di fotografia (N.d.T: programmi preimpostati): neutrale, standard, ritratto, panora- ma, e così via, che determinano il tipo di elaborazione che sarà fatta all’immagine grezza per produrre l’immagine finale, che questa sia fatta oppure no direttamente nella macchina fotogra- fica o più tardi, usando il programma proprietario Canon DPP di elaborazione delle immagini grezze. Questo offre all’utente un controllo superiore, ma manipola ancora il file RAW in accordo con lo stile di fotografia scelto in precedenza. La maggior parte degli stili Canon aggiunge una pesante curva S ed un’extra di saturazione del colore per dare alla foto un po’ di «risalto». Anche se scegli lo stile «neutrale» (lo stile Canon che ti dà le tonalità meno modificate), e selezioni «me- no contrasto», «meno saturazione», «nessuna riduzione del rumore» e «nessuna nitidezza», nella finestra di dialogo di sviluppo RAW di DPP troverai, sapendo dove guardare, che una curva S e anche una ombra di eliminazione del rumore sono stati applicati alla tua immagine. Libraw (che Showfoto usa per convertire i file RAW nei file di immagine) non aggiunge una cur- va a S alla tonalità della tua immagine. Libraw ti fornisce le luci e le ombre che sono davvero registrate dal sensore della macchina fotografica. Secondo Tindeman, un’eccellente lettura e una risorsa di consigli giusti, con collegamenti ad altrettante buone fonti ed informazioni aggiuntive, dcraw è uno della manciata di sviluppatori RAW che ti dà veramente la tonalità riferita alla sce- na. Anche ufraw produce di base un’immagine attinente alla scena (sebbene ufraw dia all’utente l’opzione di modificare l’immagine riferita alla scena cambiando la distribuzione dei toni e la saturazione). E l’immagine riferita alla scena di ufraw/dcraw appare piatta, perché il sensore re- gistra la luce in modo lineare, quando i nostri occhi grazie al cervello accomodano costantemente le aree scure e luminose di una scena. Ciò significa che il nostro cervello per un certo verso «ap- plica una curva S» alla scena per renderci capaci di mettere a fuoco meglio le aree di particolare interesse come muoviamo il nostro sguardo.

88 Manuale di Showfoto

3.2.7.3 L’immagine jpeg incorporata sembra molto più carina dell’output di dcraw. Qual è il valore della tonalità riferita alla scena?

Quando scatti una foto, probabilmente hai un’idea di quello che vuoi come risultato finale. È molto più facile ottenerlo se non c’è bisogno di ripercorrere all’indietro le cose che già sono state fatte alla tua immagine. Una volta che Canon (o Nikon, o Bibble ecc.) ha applicato la propria curva S proprietaria e la rimozione del rumore nelle ombre, la nitidezza, ecc. alla tua immagine, le tue ombre le tue luci, i contorni ecc.. sono già spremute, tagliate, spezzettate e altrimenti alterate e digerite. Hai gettato via dell’informazione e non puoi riaverla. Specialmente nelle ombre, anche nelle immagini a 16bit (che poi sarebbero in realtà 12 o 14 bit, dipende dalla fotocamera, ma è codificato a 16bit solo per comodità del computer), non ci sono proprio tutte queste informazioni sin dall’inizio. A me sembra che il cuore e l’anima dell’elaborazione delle immagini sia la manipolazione deli- berata del tono, del colore, della nitidezza selettiva e così via, cosicché lo spettatore si concentra su quello che tu, il fotografo, hai trovato di particolare interesse al momento dello scatto. Perché lasciare l’arte dell’elaborazione dell’immagine a qualche software proprietario che processa i file RAW? In altre parole, «piatto è bene» se tu preferissi dare alle tue immagini il tuo personale tocco artistico. L’alternativa è quella di lasciare che l’algoritmo proprietario, inscatolato, prodotto da Canon, Nikon, Bibble, ecc. interpreti le tue immagini per te (d’altro canto, non si può negare che per molte immagini, quegli algoritmi preconfezionati sono veramente buoni!)

3.2.7.4 Posso capire il valore di iniziare l’elaborazione dell’immagine con una interpretazio- ne riferita alla scena invece che su di una che colpisca l’occhio come vedo nell’imma- gine jpeg incorporata. Ma ti sto dicendo che le immagini prodotte da digiKam/libraw sembrano davvero pessime! Perché?

Beh, dipende. Se l’immagine sembra davvero molto scura, allora tu chiedi a dcraw di emettere un file a 16bit e sei incappato nel problema che dcraw non applica una trasformazione gamma prima di emettere il file d’immagine. Puoi usare imagemagick per applicare una funzione gamma al file di immagine prodotto da dcraw. O puoi trovare o creare un profilo di fotocamera con una gamma di 1. Oppure puoi usare ufraw, che applica la funzione gamma per te. Se la tua immagine mostra delle luci alte rosa, c’è una soluzione. Per una spiegazione del proble- ma, insieme ad una cura da riga di comando per questo problema, vedi questo post nel forum «Luminous Landscape». Se l’immagine non è scura ma sembra davvero bizzarra. probabilmente hai fatto qualche scelta avventata nell’interfaccia utente di Libraw. Essa ti permette di comporre in modo opportuno opzioni che altrimenti dovresti specificare da riga di comando. Ad ogni modo, la comodità ha sempre un prezzo. Primo, l’interfaccia potrebbe non fornire tutte le opzioni che sono disponibili da riga di comando. Secondo, per spremere il massimo dall’interfaccia di Libraw hai bisogno di sapere che cosa fanno davvero i pulsanti, i cursori, ecc.. Il ché significa che hai bisogno di sapere cosa accade nella riga di comando se vuoi i risultati migliori usando l’interfaccia. (Questa guida non copre l’uso dell’interfaccia utente di Libraw: digikam si sta sviluppando rapidamente, e qualsiasi cosa potrei scrivere sull’interfaccia di Libraw sarà sicuramente datata tra poco). Per esempio, se la tua jpeg incorporata ha ombre molto carine, profonde e ricche ma l’immagine jpeg o tiff prodotta da Libraw mostra delle macchiette rosse disposte in percorsi nelle aree scure, allora probabilmente hai messo un segno di spunta nella opzione «Avanzate, Punto di nero» con il cursore impostato a 0. Togli la x dalla casella Punto di nero e riprova. Questa casella corrispon- de nell’interfaccia di Libraw alla opzione -k quando si usa dcraw da linea di comando. L’opzione «-k» ti permette di annullare la stima migliore di dcraw rispetto a dove, nei toni scuri della tua immagine, inizia il segnale digitale per eliminare il rumore di fondo. Se non usi l’opzione «-k» nella linea di comando, allora dcraw calcola un valore appropriato per te, basato sulla sua stima del rumore di fondo. Per la mia Canon 400Di, il valore di rumore di fondo calcolato da dcraw è di solito attorno a 256 (l’opzione da linea di comando «-v» dirà a dcraw di comunicarti che cosa sta facendo quando processa il tuo file RAW). Se comunque usassi l’opzione «-K /percorso/fo- to_nera.pgm» per dire a dcraw di sottrarre una foto nera, allora dcraw riporterebbe il punto di

89 Manuale di Showfoto nero a 0, ed ora non c’è più necessità di specificare un valore più alto per evitare le ombre più oscure nell’immagine, dove il rumore di solito sovrasta il segnale. (Una «foto nera» è uno scatto preso con il coperchio delle lenti al suo posto, con le stesse impostazione di esposizione come quando hai scattato la tua immagine da elaborare e idealmente subito dopo questa). L’opzione «-K» permette a dcraw di sottrarre il rumore di fondo dalla immagine.

3.2.7.5 Dove trovo delle buone informazioni sul rumore digitale?

Vedi i seguenti eccellenti articoli: • http://www.ronbigelow.com/articles/noise-1/noise-1.htm • http://www.cambridgeincolour.com/tutorials/noise.htm • http://www.clarkvision.com/imagedetail/digital.signal.to.noise/

3.2.7.6 Perché i colori delle Canon e delle Nikon sono migliori di quelli prodotti da Libraw?

La resa del colore è uno dei campi dove il software di sviluppo dei file RAW di Canon (e presu- mibilmente anche di NIkon) fa davvero un buon lavoro. Perché? Perché il software proprietario di sviluppo dei file RAW è accoppiato con i profili della macchina fotografica che sono specifici dell’immagine grezza che proviene dal modello e marchio della fotocamera. Ho controllato in modo esteso, usando un «contagocce» (N.d.T.: programmi tipo Kcolorchooser) per comparare il risultato di vari sviluppatori di file RAW usando i profili della macchina fotografica di varie sorgenti. Un lavoro tedioso sebbene istruttivo. Con ufraw e dcraw (da linea di comando se non dalla interfaccia utente di digikam per dcraw), puoi applicare il profilo della Canon relativo a marca-modello-stile-di-foto al risultato di dcraw durante lo sviluppo del file RAW, e i colori non saranno mai esattamente gli stessi di quelli prodotti da Canon. In modo simile, i profili di Bibble funzionano decisamente bene con il software Bibble, ma a mio modo di vedere non funzionano altrettanto bene con Libraw come fanno con il software proprio di Bibble. E avanti così.

3.2.7.7 Perché un profilo di macchina fotografica è specifico per una data marca e modello?

Le macchine fotografiche digitali hanno una griglia di milioni di piccoli fotosensori all’interno, che compongono il chip CCD o CMOS. Questi piccoli pixel sensibili sono cechi al colore. Essi registrano solamente la quantità di luce che ricevono, non il colore. Così, per permettere ai pixel di registrare l’informazione relativa al colore, ogni pixel è avvolto da lenti trasparenti rosse o verdi o blu, solitamente alternati in quella che è chiamata griglia Bayer (eccetto i sensori Foveon, che lavorano differentemente). Un’immagine grezza non è null’altro che una griglia di valori che indicano «quanta luce» è passata attraverso il filtro colorato che avvolge ogni sensore. Chiaramente la risposta dei pixel alla luce è il risultato di diversi fattori specifici della fotocamera. Questi includono: la natura della griglia del sensore stesso, le precise qualità di colorazione/tra- smissione dei cappucci delle lenti dei pixel, e la particolare conversione analogico-digitale e la successiva elaborazione che avviene dentro la fotocamera per produrre l’immagine grezza che viene memorizzata nella memoria removibile.

3.2.7.8 Che cosa significa «conversione analogico-digitale»?

«Analogico» significa che varia in modo continuo, come quanta acqua puoi mettere in un bic- chiere. «Digitalizzare » un segnale digitale significa che i valori che cambiano in modo continuo della sorgente analogica sono arrotondati a quantità discrete e comode per la numerazione bina- ria usata dai computer. La conversione analogico-digitale (A-D) che avviene dentro la macchina fotografica è necessaria perché i pixel fotosensibili sono di natura analogica. Essi acquistano una carica elettrica proporzionale alla quantità di luce ricevuta. La carica accumulata su ogni pi- xel viene convertita in una quantità discreta e digitale dal convertitore analogico-digitale della macchina fotografica, il che spiega perché un convertitore a 14 bit è meglio di uno a 12bit: più precisione nella conversione significa meno informazione scartata nel processo di conversione.

90 Manuale di Showfoto

3.2.7.9 Perché viene usato un profilo di fotocamera specifico dal programma di elaborazione RAW per lo sviluppo dei file RAW?

L’intero problema dell’interpolazione che usa algoritmi di demosaicizzazione, come per AHD, che è l’algoritmo di base usato da dcraw, è indovinare quale colore e che intensità luminosa è davvero caduta su ciascun pixel, interpolando le informazioni raccolte da ogni singolo pixel più i suoi vicini (vedi la voce di Wikipedia). Ogni programma di elaborazione RAW fa delle assunzioni come «quando è segnale e quando è rumore?», «a che punto il sensore ha raggiunto la piena saturazione?», e via di seguito. Il prodotto risultante di tutti questi algoritmi e assunzioni che il programma di elaborazione fa è un trio di valori RGB per ogni pixel nell’immagine. Dato lo stesso file RAW, programmi diversi di elaborazione RAW forniranno diversi valori RGB.

3.2.7.10 Dove trovo un profilo generico per la mia fotocamera?

La sezione del sito di ufraw sulla gestione del colore contiene informazione su dove trovare profili di fotocamera pronti. Se ti facessi un giro nell’archivio del forum degli utenti di Showfoto troveresti consigli ulteriori. Se continuassi a cercare ed a sperimentare, probabilmente troveresti un profilo generico che funziona «abbastanza bene». Ad ogni modo, come detto prima, è una sfortuna del mondo dell’immagine digitale che i profili delle fotocamere forniti da Canon, Nikon e simili, non funzionino così bene con i convertitori RAW diversi da quello specifico proprietario realizzato da ogni produttore di macchine fotografiche. Questa è la ragione per cui Bibble e Phase One, per esempio, devono fare i propri profili per tutte le macchine che supportano. Così eventualmente potresti decidere di volere un profilo di macchina fotografica specifico per il tuo apparecchio, per le condizioni luminose e per il tuo modo di elaborare i file RAW.

3.2.7.11 Come mi procuro un profilo specifico per la mia macchina fotografica, per le condizioni luminose e per l’elaborazione RAW?

Molti servizi commerciali forniscono un servizio di creazione di profili, a pagamento ovviamen- te. Oppure puoi usare LPRof per farti il profilo della tua macchina fotografica da solo. Se vuoi procedere così avrai bisogno di un «IT8 target» per la calibrazione, che è un’immagine che con- tiene quadrati di colori conosciuti. Assieme con il target IT8 riceverai l’insieme appropriato di valori conosciuti per ogni riquadro di colore stampato sul target. Se hai in mente di usare LProf per profilare la tua macchina fotografica, controlla la documen- tazione per una lista di target raccomandati. Per fare il profilo della tua fotocamera fotografi il target IT8, seguendo specifiche condizioni di illuminazione (per esempio, con la luce solare, a meta mattina in un giorno assolato d’estate, con nulla accanto che possa gettare la sua ombra o riflettere i colori) e salva l’immagine come file RAW. Quindi passa ad elaborare il file RAW usando uno specifico software di elaborazione con le impostazioni che usi di solito e fai passare l’immagine risultante attraverso il programma per profilare. Il software compara i valori RGB nell’immagine prodotti dalla tua macchina, dalle condizioni luminose usate e dal tuo procedi- mento di routine d’elaborazione RAW con i valori RGB del target originale, e quindi produce il profilo (ICC) della tua fotocamera. Fare il profilo di una fotocamera è analogo a profilare un monitor. Quando si fa il profilo al monitor, il software dice alla scheda grafica di inviare allo schermo rettangoli di colore con uno specifico valore RGB e lo spettrofotometro misura il colore vero che viene prodotto sullo schermo. Quando si profila una fotocamera, i colori noti sono i colori RGB nelle pezze originali sul target IT8, che il software di profiling compara con quello prodotto dall’immagine digitale del target, che è stato fotografato nelle condizioni di luce selezionate, salvato come file RAW ed elaborato con un specifico software con le proprie impostazioni. Qui c’è un collegamento su come fare per usare LProf v1.11 e ufraw (e, per analo- gia, con ogni altro programma per file RAW) per produrre un profilo della fotocamera:

91 Manuale di Showfoto http://lprof.sourceforge.net/help/ufraw.html. Debian Lenny fornisce LProf 1.11.4 nei deposi- ti APT. Versioni più recenti possono essere compilate da CVS. E qui c’è un link ad un target IT8 economico e di buona reputazione.

3.2.7.12 Come applico il profilo della macchina fotografica all’immagine a 16 bit prodotta dal mio software open source per l’elaborazione RAW?

Se stai usando l’interfaccia di Libraw, qui è dove dire a Showfoto che profilo usare. Se stai usando dcraw da riga di comando devi scegliere se produrre immagini a 16bit con o senza il profilo della fotocamera già applicato. Se dici a dcraw di produrre un file senza applicare il profilo, potrai usare l’utility tifficc di LCMS (anche da linea di comando) per applicare il profilo. Il vantaggio di usare tifficc è che puoi dire a LCMS di usare una conversione ad alta qualità (sembra che dcraw usi LCMS al valore predefinito medio). Lo svantaggio, ovviamente, è che applicare il profilo della tua fotocamera da riga di comando aggiunge un passo in più al tuo metodo di editare i file grezzi. Se usi ufraw, leggi il manuale utente.

3.2.8 I profili puntano a colori reali del mondo reale

3.2.8.1 Macchina fotografica, spazio di lavoro, schermo, stampante - che cosa fanno veramente tutti questi profili di colore?

Un profilo di colore descrive la gamma di colori del dispositivo o dello spazio cui appartiene, specificando a quale colore reale del mondo reale corrisponde ognuno dei valori del trio RGB nello spazio dei colori del dispositivo (macchina fotografica, schermo, stampante) o dello spazio di lavoro. Il profilo della fotocamera in pratica dice, «per ogni trio di valori RGB associato ad ogni pixel nel file d’immagine prodotto dal file grezzo dal convertitore grezzo, ´´questo trio di RGB dell’imma- gine´´ corrisponde a ´´questo colore reale come visto da un reale osservatore nel mondo reale´´ » (o piuttosto, come mostrato sul target IT8 se hai prodotto il tuo profilo di fotocamera, ma infine è la stessa cosa - l’obiettivo di fare il profilo della tua fotocamera è quello di fare in modo che l’immagine scattata del target IT8 sembri esattamente il target). Non puoi vedere un’immagine guardando i suoi valori RGB, invece puoi vedere un’immagine su carta o su schermo. Quando profili il tuo monitor produci un profilo che dice ´´questo trio di valori RGB che la scheda grafica manda allo schermo´´ produrrà sullo schermo ´´quel colore reale che un osservatore vede nel mondo reale´´. Quello che un profilo di monitor e di fotocamera hanno in comune è la parte in corsivo che dice ´´quel colore reale che un osservatore vede nel mondo reale´´. Differenti trii di valori RGB, rispetti- vamente degli spazi di colore nel monitor e nella macchina fotografica, puntano allo stesso colore visibile nel mondo reale. I colori reali del mondo reale forniscono un punto di traduzione tra tutti i profili di colore che la tua immagine incontrerà nel suo percorso dalla macchina fotografica allo schermo al programma di fotoritocco alla stampa o al web.

3.2.8.2 Come un profilo di colore è in grado di puntare ad un colore reale del mondo reale?

Le persone reali non vedono nemmeno lo stesso colore quando guardano al mondo reale, non è così? Molto tempo fa (nel 1931, sebbene i continui miglioramenti fatti), l’International Color Consor- tium decise di mappare e di descrivere matematicamente tutti i colori visibili dalle persone reali del mondo reale. Così mostrarono ad un gruppo di persone un mucchio di colori, e gli chiese- ro quando ´´quel´´ colore si accoppiava con ´´quel´´ colore, quando in effetti i due colori appaiati visivamente erano prodotti da differenti combinazioni di lunghezza d’onda. Quale fu il valore di questa strana procedura? La percezione umana dei colori dipende dal fatto che noi abbiamo

92 Manuale di Showfoto tre tipi di coni fotorecettori, con sensibilità massima alla luce di lunghezza d’onda approssima- tivamente di 430, 540 e 570 nm, ma con una considerevole sovrapposizione della sensibilità tra i differenti tipi di cono. Una conseguenza di come noi vediamo i colori è che molte combinazioni differenti di luce a diversa frequenza sembreranno ´´lo stesso colore´´. Dopo estesi test, l’ICC produsse lo spazio di colore CIE-XYZ, che descrive matematicamente e modella tutti i colori del visibile rispetto ad un osservatore umano ideale (´´ideale´´ nel senso di modellare un gran numero di risposte testate su esseri umani). Questo spazio dei colori non è un profilo di colore nel comune senso della parola, piuttosto fornisce un ´´Profile Connecting Space´´ (letteralmente tradotto Spazio di Connessione dei Profili), PCS; per tradurre i valori dei colori RGB da uno spazio di colore ad un altro (vedi quie qui). CIE-XYZ non è l’unico PCS; un altro comunemente usato è CIE-Lab, che è derivato matemati- camente dallo spazio CIE-XYZ. CIE-Lab è inteso per essere ´´uniforme percettivamente´´; questo significa che ´´un cambiamento della stessa quantità in un colore dovrebbe produrre un cambia- mento della stessa importanza visiva´´ (citazione dall’articolo di Wikipedia ). Wikipedia dice che ´´le tre coordinate del CIELAB rappresentano la luce del colore (L*=0 produce nero, e L*=100 in- dica bianco diffuse; il bianco speculare può essere più alto), la sua posizione tra rosso/magenta e verde (a*, valori negativi indicano il verde mentre i positivi indicano il magenta) e la sua posi- zione tra giallo e blu (b*, valori negativi sono blu e i valori positivi indicano il giallo)´´ (citazione dall’articolo di Wikipedia). Per essere utile un profilo di colore ha bisogno di essere accoppiato con un software che compia la traduzione tra uno spazio di colore ad un altro attraverso il PCS. Nel mondo del software open source di Linux® (e anche in quello di molti a software commerciali, closed source), la traduzione da uno spazio di colore ad un altro di solito è fatta tramite LCMS, il ´´little color management software´´. Per ciò che vale, i miei test personali hanno mostrato che LCMS fa una conversione dei colori più accurata di quanto sia capace il motore di conversione del colore di proprietà di Adobe.

3.2.9 Profili della stampante, intenti di rendering e prova a schermo

3.2.9.1 Dove mi procuro un profilo della stampante?

Fiuuu! Siamo arrivati lontano - quasi pronti per stampare quell’immagine! Dove trovo un profilo della stampante? Sai già la risposta. Puoi usare il profilo generico della tua stampante o puoi comprarne uno prodotto professionalmente: se lo chiedi, alcuni stabilimenti di stampa commer- ciale ti manderanno i loro (che però non funzioneranno con la tua stampante!). Puoi farti da solo il tuo profilo della stampante usando Argyll, e in questo caso puoi adattarlo alla tua particolare carta, ai tuoi inchiostri, ed anche alle caratteristiche delle immagini (se stai stampando una serie di immagini con una tavolozza di colori limitata a sotto-toni marroni, non hai bisogno di un pro- filo di stampante che provi a far spazio al ciano e blu saturati). Non posso darti ulteriori consigli o collegamenti a maggiori informazioni su questo argomento, ho appena iniziato ad imparare come si stampano le immagini (in passato ho visto e condiviso le mie immagini solo attraver- so lo schermo del monitor), ma dai un’occhiata a questa pagina: fa un’eccellente presentazione dei benefici derivanti dalla creazione del profilo della propria stampante, più una valutazione sostanzialmente positivo sull’uso Argyll per questo scopo.

3.2.9.2 Che dire degli intenti di rendering?

L’intento di rendering si riferisce al modo in cui le gamme di colore sono gestite quando il target prefissato dello spazio di colore (per esempio, il monitor o la stampante) non può occuparsi della piena gamma dello spazio di colore della sorgente (per esempio nello spazio di lavoro). Ci sono quattro intenti di rendering comunemente usati: percettivo, colorimetrico relativo, co- lorimetrico assoluto, e saturazione. Ho cercato su Internet per trovare il migliore scritto sugli intenti di rendering e le implicazioni dello scegliere un intento di rendering rispetto ad un altro.

93 Manuale di Showfoto

Credo di aver trovato questo articolo, leggi questa pagina. Citando brevemente dall’articolo di Cambridge in Color sulla conversione degli spazi di colore:

Il rendering percettivo e colorimetrico relativo sono probabilmente i più utili per la fotografia digitale nella conversione dei tipi. Ognuno pone una differente priorità su come rendere i colori all’interno di una regione della gamma senza appaiamento. Il colorimetrico relativo mantiene una corrispondenza quasi esatta tra le due gamme dei colori, anche se questo taglia fuori dei colori della gamma. All’opposto, il rendering percettivo prova a preservare qualche relazione tra i colo- ri fuori gamma, anche se questo si tramuta in scarsa accuratezza per i colori nella gamma... Il colorimetrico assoluto è simile al relativo nel fatto che preserva i colori nella gamma e taglia quelli fuori gamma, ma differiscono nel mondo in cui ognuno tratta il punto di bianco... Il colorimetrico relativo altera i colori nella gamma, così che il punto di bianco di uno spazio si allinei con quello dell’altro, mentre il colorimetrico assoluto preserva esattamente i colori (senza considerare di cambiare il punto di bianco). L’intento di rendering saturazione tenta di preservare i colori saturi.

Io citerei l’articolo per intero (è così buono), ma sono sicuro che sarebbe un ´´uso sleale´´. Così’, vai a controllare l’articolo da te. Le illustrazioni nell’articolo aiutano davvero a chiarire cosa veramente facciano gli intenti di rendering e in base a quale compromesso scegliere un intento di rendering piuttosto che un altro. Per un’altra fonte eccellente di informazione sugli intenti di rendering con illustrazioni a corredo, leggi questa pagina.

3.2.9.3 Che tipo di intento di rendering dovrei usare per visualizzare le immagini sul mio monitor?

La scelta più comune è la colorimetrica relativa. Ti suggerirei di non usare la colorimetrica assoluta (es: con ufraw), a meno che tu non voglia dei risultati molto strani.

3.2.9.4 Che cosa è la prova colore a schermo?

La prova colore a schermo ti mostrerà le differenze che ti devi attendere tra quello che vedi a schermo e quello che vedrai quando farai una stampa. Per fare una prova colore hai bisogno di un profilo per la tua stampante (a dire il vero, per la combinazione carta/stampante, perché la carta usata influenza i colori dell’inchiostro e il punto di bianco). Se non ti piace l’immagine nella prova puoi introdurre dei cambiamenti (nel tuo spazio di lavoro, non dopo aver convertito la tua immagine nello spazio della tua stampante!) per allineare la prova colore dell’immagine alla stampa voluta.

3.2.9.5 Che intento di rendering dovrei usare quando faccio una prova di colore a schermo?

Ho sempre sentito dire che si dovrebbe usare ´´l’intento percettivo´´ quando si trasforma un im- magine da uno spazio di lavoro più grande ad uno spazio di stampa più piccolo. Ma, special- mente alla luce delle letture del summenzionato articolo Cambridge in Color, sembra che questo possa dare i migliori risultati o meno a seconda dalla combinazione delle rispettive gamme di un’immagine e della combinazione stampante/carta in questione. Di recente ho sperimentato un po’ gli intenti di stampa, e trovo che, per le mie immagini, gli intenti colorimetrici diano colori più chiari e limpidi, a patto però di ri-elaborare con attenzione l’immagine, per evitare il taglio delle luci forti e delle ombre. Un’attenta lettura dei vari forum di fotografia e degli articoli disponibili in Internet indica che ´´l’intento percettivo´´ è solo un’opzione, e non sempre quella ´´migliore´´.

94 Manuale di Showfoto

3.2.9.6 E che cosa si sa della compensazione del punto di nero?

La definizione più chiara che ho potuto trovare sulla compensazione del punto di nero è come segue:´´BPC (black point compensation) è il modo di fare degli aggiustamenti tra i livelli massimi di nero dei file digitali e le capacità di colorare di nero di vari dispositivi digitali [come una stampante]´´(citazione da questa pagina). L’articolo da cui proviene questa definizione offre una spiegazione molto chiara (sebbene Adobe- centrica) di come la compensazione del punto di nero funzioni e le conseguenze pratiche di usarla o no. Il consiglio definitivo è: dipende. Prova a fare una prova a schermo con la compensazione del punto nero abilitata. Se ti piace usala, altrimenti non usarla.

3.2.9.7 Possono essere usati tutti gli intenti di rendering quando si converte da uno spazio di colore ad un altro?

In una parola: no. Gli intenti di rendering disponibili quando si converte da un profilo ad un altro dipendono dal profilo di destinazione. Non tutti i profili supportano ogni intento di rendering. Quello che succede quando selezioni un intento di rendering non supportato è che LCMS usa silenziosamente l’intento di rendering del profilo predefinito. Per una discussione informativa e umoristica sui miti che circondano l’uso dei vari intenti di rendering vedi:quie qui.

3.2.9.8 Perché l’intento percettivo di rendering viene raccomandato così spesso come l’intento di rendering ´´fotografico´´?

È una scelta sicura perché impedisce il taglio delle ombre e delle luci forti, anche se forse a scapito della desaturazione di tutti i tuoi colori. Così, se non vuoi preoccuparti di fare delle prove a scher- mo, scegli l’intento di rendering percettivo (se no vuoi fare una prova a schermo probabilmente dovresti anche rimanere con sRGB).

3.3 Configurazione di Showfoto

3.3.1 Introduzione

Showfoto cerca di darti tutto il controllo possibile sul suo funzionamento. Ci sono molte op- zioni che cambiano il comportamento dell’applicazione; per accedervi seleziona Impostazioni → Configura Showfoto... dalla barra dei menu. La finestra di configurazione è divisa in cate- gorie visualizzate in pagine separate: puoi passare da una all’altra facendo clic sulle icone sulla sinistra della finestra.

3.3.2 Impostazioni dei suggerimenti

Questa pagina di configurazione comprende tutte le opzioni sulle informazioni che appaiono quando il mouse passa sopra un file icona nella vista immagini; esse saranno visualizzate o meno a seconda delle opzioni selezionate. Qui sotto vedi un esempio delle informazioni visualizzate come suggerimenti sopra un’icona, con le impostazioni rilevanti nella pagina di configurazione.

95 Manuale di Showfoto

3.3.3 Impostazioni dei metadati

3.3.3.1 Introduzione

I file di immagine possono avere incorporati nel formato del file dei metadat, che possono essere immagazzinati in alcuni formati standard come JPEG, TIFF, PNG, JPEG2000, PGF, e nei file RAW. Questi metadati possono essere letti e scritti, se presenti, dai formati EXIF, IPTC, e XMP.

3.3.3.2 Impostazioni del comportamento

3.3.3.2.1 Azioni di rotazione Mostra immagini e miniature ruotate a seconda del tag di orientamento: sarà usata qualsia- si informazione sulla rotazione che la tua macchina fotografica avrà incluso nelle informazioni EXIF, in modo che siano orientate correttamente quando sono visualizzate. Non ruoterà l’im- magine nel file, ma solo la sua visualizzazione; se vuoi ruotare permanentemente l’immagine nel file allora fai clic con il tasto destro del mouse sulla miniatura, e seleziona Rotazione/ribaltamen- to automatici usando informazioni EXIF: l’immagine sarà allora ruotata sul disco, e il tag sarà reimpostato a «normale». Potresti voler disattivare questa funzionalità qualora la tua macchina fotografica sbagli regolarmente questa informazione di orientazione. Imposta l’etichetta di orientamento come normale dopo una rotazione o un ribaltamento : l’op- zione di auto-rotazione corregge l’orientamento delle immagini scattate con le macchine fotogra- fiche che hanno un sensore di orientamento. Il dispositivo aggiunge un’etichetta di orientamento ai metadati EXIF, e Showfoto può leggere questa etichetta per regolare l’immagine accordandosi a questa. Se l’immagine viene regolata manualmente questi metadati saranno errati, ma que- sta opzione imposterà l’etichetta di orientamento a «Normale» dopo una modifica, assumendo che tu abbia ruotato nel verso giusto. Disattiva questa opzione se non vuoi che Showfoto cambi l’etichetta di orientamento quando ruoti l’immagine.

3.3.3.3 I filtri sui metadati

Per ciascun visualizzatore di metadati disponibile nella scheda della barra laterale dei metadati puoi personalizzare quale scheda può essere visibile o meno passando dalla vista ad elenco dei tag dei metadati alla modalità di filtraggio. I tag Exif, i Makernotes, gli Iptc e gli Xmp gestiti in background dalla libreria condivisa Exiv2 sono elencati in questi elenchi di filtri, e la selezione dei tag sarà salvata da Showfoto. Per aiutarti a scegliere il tag giusto da filtrare ti viene fornito un motore di ricerca nella parte bassa degli elenchi, e per ciascun tag viene fornita una descrizione di aiuto. Tre pulsanti permettono di Pulire l’attuale selezione, di Selezionare tutti i tag dall’elenco, oppure solo l’elenco Predefinito, che raggruppa i tag più comuni usati dai fotografi durante l’analisi.

NOTA Ricorda che dalla scheda della barra laterale dei metadati puoi passare da una foto all’altra sempre con lo stesso filtro sui tag attivo, in modo da confrontare velocemente le informazioni incorporate dai file.

Vista del filtro Exif Vista del filtro Makernotes Vista del filtro Iptc Vista del filtro Xmp

96 Manuale di Showfoto

3.3.4 Impostazioni dell’editor

3.3.4.1 Impostazioni della finestra dell’editor

Come impostazione predefinita l’editor di immagini userà uno sfondo nero dietro le foto, quan- do queste sono visualizzate; se però ne preferisci uno diverso puoi sceglierlo qui. Puoi anche disattivare la barra degli strumenti mentre l’editor di immagini è in modalità a schermo intero. Le aree sovra e sottoesposte di un’immagine possono essere indicate con dei colori marcatori chiari e scuri, che possono essere definiti qui. Questa modalità di visualizzazione dell’editor può essere attivata o disattivata rispettivamente con F10 e F11, mentre la soglia per la sovra o per la sottoesposizione può essere impostata regolando le barre «... percento». Controlla Indica l’esposizione: come colore puro se vuoi utilizzare solo il nero puro (RGB 0,0,0) per indicare la sottoesposizione, e solo il bianco puro (RGB 8 bit 255,255,255 rispettivamente RGB 16 bit 65535, 65535, 65535) per indicare la sovraesposizione.

3.3.4.2 Opzioni di salvataggio delle immagini

Quando si modificano dei file JPEG che sono salvati sul disco fisso, questi devono essere ricodifi- cati, e ogni volta che ciò accade deve essere presa una decisione sul livello di qualità da applicare. Sfortunatamente infatti, esso non viene registrato nel file dell’immagine; ciò vuol dire che l’editor di immagini non può usare lo stesso rapporto di qualità dell’immagine originale quando salva un’immagine modificata. Puoi cambiare il livello predefinito della qualità che sarà applicata dal- l’editor di immagini in questi casi spostando il cursore Qualità JPEG (1: bassa qualità, 100: alta qualità e senza compressione). In questo momento i metadati sono supportati. Il sotto-campionamento del colore è la pratica di codificare le immagini implementando una maggior risoluzione per l’informazione della luminanza che per quella del colore. Leggi questo articolo di wikipedia per una spiegazione completa. Con l’opzione Compressione PNG puoi ridurre le dimensioni dei file PNG. Questa operazione non riduce la qualità dell’immagine, perché PNG usa un algoritmo senza perdita. L’unico effetto è che i dati dell’immagine richiedono più tempo per la compressione e per la decompressione. Se hai un computer veloce puoi cambiare questo valore per usare un alto fattore di compressione (1: bassa compressione, 9: alta compressione). In questo momento i metadati sono supportati. Con l’opzione Comprimi file TIFF puoi attivare l’uso dell’algoritmo di compressione Deflate per i file delle immagini TIFF; ciò ridurrà le loro dimensioni. Non ha nessun effetto sulla qualità delle immagini, perché Deflate è un algoritmo senza perdita. In questo momento i metadati sono supportati. Con l’opzione File JPEG 2000 senza perdita è possibile avere un salvataggio senza perdita o, se è selezionata l’opzione con perdita, la qualità a pari dimensioni del file è molto migliore del formato JPEG normale. In questo momento i metadati sono supportati. Con l’opzione File PGF senza perdita è possibile avere un salvataggio senza perdita o, se è sele- zionata l’opzione con perdita, la qualità a pari dimensioni del file è molto migliore del formato JPEG-2000 normale. In questo momento i metadati sono supportati.

3.3.4.3 Impostazioni di revisione dell’immagine

La modifica non distruttiva e la revisione dell’immagine ti danno la libertà di provare a modi- ficare le tue immagini senza preoccuparti di poterti pentire in seguito di quello che hai fatto. Showfoto, se vuoi, si può occupare dell’originale e di ogni passo intermedio. Nella casella in alto puoi abilitare o disabilitare la modifica non distruttiva e la revisione dell’immagine. Nel primo campo puoi scegliere il formato del file usato per salvare i passi intermedi ed il risulta- to finale. Ricorda che JPEG - come nella schermata qui sopra - è un formato con perdita, quindi,

97 Manuale di Showfoto se hai bisogno di ricominciare da un passo intermedio, questo passaggio non sarebbe veramente non distruttivo. Se te lo puoi permettere, in termini di spazio sull’hard disk e di velocità di cari- camento e di salvataggio, è meglio scegliere un formato senza perdita, per esempio PNG o PCF. Premi il pulsante informativo sulla destra per informazioni più dettagliate. Nel campo successivo puoi decidere se l’editor salverà automaticamente le modifiche alla chiusura, o se te lo dovrà prima chiedere. Nel terzo campo decidi in quali occasioni vuoi che l’editor salvi i passi intermedi. Premi il pulsante informativo sulla destra per informazioni più dettagliate. Nell’ultimo campo puoi scegliere se vuoi che sia mostrata solo l’ultima versione nella vista Im- magine (come predefinito nessuna delle caselle è selezionata), oppure se vuoi anche vedere le icone della versione originale e/o dei passi intermedi.

3.3.4.4 Impostazioni della decodifica dei file RAW

Nelle prime versioni di Showfoto, l’editor di immagini era solo un visore di fotografie, ma si sta sviluppando rapidamente in uno strumento di manipolazione fotografica molto utile. Questa finestra ti permette di controllare come esso si comporterà all’apertura dei file RAW. Veloce e semplice, come immagine a 8 bit I file RAW saranno decodificati con una profondità di colore a 8 bit con una curva gamma BT.709 e un punto bianco al 99º percentile. Questa modalità è più veloce della decodifica a 16 bit. Nella modalità a 8 bit verrà considerata solo l’impostazione della Luminosità automatica (è un limite di dcraw). Utilizzando le impostazioni predefinite, a 16 bit Se abilitato, tutti i file RAW saranno decodificati con una profondità di colore a 16 bit usando una curva gamma ed in base alle impostazioni nella scheda Impostazioni RAW predefinite. Per evitare di rendere delle immagini scure nell’editor è raccomandabile l’uso della gestione dei colori in questa modalità. Apri sempre lo strumento di importazione RAW per regolare le impostazioni Spuntando quest’opzione lo strumento di importazione RAW si aprirà nella barra laterale destra nell’Editor delle immagini, in modo che permetterti di impostare dei parametri individuali per ogni immagine che aprirai.

3.3.4.5 RAW Default Settings

Demosaicing A demosaicing algorithm is a digital image process used to interpolate a complete image from the partial raw data received from the color-filtered image sensor internal to many digital cameras in form of a matrix of colored pixels. Also known as CFA interpolation or color reconstruction. Interpolate RGB as four colors The default is to assume that all green pixels are the same. If even-row green pixels of the CCD sensor are more sensitive to ultraviolet light than odd-row this difference causes a mesh pattern in the output; using this option solves this problem with minimal loss of detail. To resume, this option blurs the image a little, but it eliminates false 2x2 mesh patterns with VNG quality method or mazes with AHD quality method. Do not stretch or rotate pixels TODO Quality: TODO Showfoto and Dcraw offer us three alternatives: bi-linear, VNG interpolation, AHD inter- polation. It seems that AHD interpolation (for Adaptive Homogeneity-Directed) is the best choice

98 Manuale di Showfoto for quality according to some test that I have performed and the paper of the person that im- plemented it. VNG interpolation (Variable Number of Gradients) was the first algorithm used by Dcraw but suffers from color artifacts on the edge. Bilinear is interesting if you are looking for speed with a acceptable result. Pass: TODO Refine interpolation This option is available only for DCB and VCD/AHD. TODO White Balance Method Four options are available here: Default D65, Camera, Automatic and Manual. ‘Default D65’ reflects normal daylight conditions. ‘Camera’ uses the camera’s custom white-balance settings if set. ??? ‘Automatic’ The default is to use a fixed color balance based on a white card photo- graphed in sunlight. ??? ‘Manual’ will adjust colors according to the T(K) (color temperature in degrees Kelvin) and Green settings. TODO Highlights This is the story of the three highlight options, courtesy of Nicolas Vilars: Default is here to consider highlights (read: part of your images that are burned due to the inabi- lity of your camera to capture the highlights) as plain / solid white (solid white option). You can get some fancy results with the unclip option which will paint the highlights in various pinks. At last you can try to consider recovering some parts of the missing information from the highlights (reconstruct option). This is possible because the blue pixels tends to saturate less quickly than the greens and the reds. Showfoto/dcraw will try to reconstruct the missing green and red colors from the remaining none saturated blue pixels. Of course here everything is a question of tradeoff between how much color or white you want. If you select Reconstruct as the option, you will be given the choice to set a level. A value of 3 is a compromise and can/should be adapted on a per image basis.

NOTA A small warning here, for the few curious that have read the man pages of Dcraw, the author says that 5 is the compromise, 0 is solid white and 1 unclip. This is because in Showfoto 0 and 1 are the ´´solid white´´ and ´´unclip´´ options in the drop down menu (if you select these, the level slider will be grayed out). Therefore, the slider in Showfoto with the ´´reconstruct´´ option will let you choose between 0 to 7 (instead of 0 to 9 in Dcraw command line) where 3 is the compromise instead of 5 in ´´native´´ Dcraw command line tool.

Exposure Correction (E.V) TODO Correct false colors in highlights TODO Auto Brightness TODO Corrections Noise Reduction TODO While demosaicing your image you can additionally ask for noise reduction (at a slight speed penalty). This option applies a noise reduction algorithm while the image still is in CIE Lab color space. Because the noise is only applied to the Luminosity layer (the ´´L´´ of the Lab), it

99 Manuale di Showfoto should not blur your image as traditional noise reduction algorithms do in RGB mode. So, if you converted an image from RAW and it appears noisy, rather than applying a denoiser, go back and re-convert with this option enabled. The defaults are: Threshold = 100. Higher values will increase the smoothing, lower will decrease smoothing. Enable chromatic aberration (CA) correction If you know the CA of your lenses you can set the red and blue correction values here. This is certainly the optimal method for CA correction as it is done during RAW conversion.

3.3.5 Impostazioni sulla gestione del colore

Showfoto ha la capacità di gestire i colori delle tue immagini. I file RAW, così come sono, non vengono gestiti: la tua fotocamera fornisce i dati che ha catturato in un formato grezzo, e lascia a te tutta l’elaborazione. Ogni macchina fotografica ha le sue specifiche per quanto riguarda la registrazione delle informazioni sui colori, quindi dovrai applicare un profilo specifico alle immagini che vuoi elaborare. Fai riferimento alla sezione sulla gestione dei profili di colori ICC per maggiori dettagli e spiegazioni. Fondamentalmente, un profilo ‘mappa’ le informazioni sui colori e spiega come dovrebbero esse- re resi. Spiega anche a LCMS e a Showfoto come tradurre le informazioni dei colori da uno spa- zio di colori ad un altro per mantenere i colori più accurati possibile passando ad ogni possibile mezzo di visualizzazione (stampa, schermo). Comportamento: chiede se aprire un file RAW nell’editor di immagini o se avviare lo strumento di gestione dei colori. Cartella dei profili dei colori: impostalo alla cartella dove salvi tutti i tuoi profili, per esempio /usr/share/color/icc, oppure /home/utente/.color/icc. Showfoto analizzerà questa cartella all’avvio. Impostazioni dei profili ICC: qui hai la possibilità di fornire delle scelte ‘predefinite’ ai tuoi profili. Tutto potrà essere riadattato più avanti, all’apertura di un file RAW.

• Usa vista di gestione dei colori è un’alternativa all’uso di Xcalib o di Argyll. Sarà gestito solo il colore della tua immagine, non di tutto lo schermo! • Devi fornire un profilo di spazio di lavoro (profili lineari come sRGB, ECI-RGB, LStar-RGB, Adobe-RGB o CIE-RGB). Se vuoi stampare le immagini, potresti preferire Adobe-RGB; se è solo per la pubblicazione sul Web, è meglio sRGB (Adobe-RGB verrà visualizzato con colori non netti in programmi non abilitati alla gestione dei colori come i browser Web). Puoi però sempre cambiarlo in seguito (attribuendo un altro profilo), quindi Adobe-RGB è una buona scelta per salvare e gestire le immagini, perché puoi sempre convertirlo in sRGB prima di produrre una foto per il tuo blog. Nota: non usare dei profili non lineari, perché modificheranno il bilanciamento dei colori. • Il profilo di input dovrebbe corrispondere al modello e al produttore della fotocamera che usi. «Non tutti i profili sono creati uguali», ce ne sono alcuni che non hanno incluso la correzione per la gamma/mappatura delle tonalità (Canon). Per ora, dcraw non corregge la gamma per la conversione a 16 bit di profondità, che significa che devi mappare i toni tu stesso. • Ci sono altre opzioni, ad esempio il profilo di prova software, che ti permette di emulare come l’immagine risulterà su un dispositivo particolare (posto che tu ne abbia il profilo). È utile usarlo prima di stampare, nel caso che la stampante abbia un gamut più ristretto della mac- china fotografica e alcuni colori potrebbero essere saturi. Potresti correggere questo problema manualmente invece di affidarti all’algoritmo ‘cieco’ della stampante.

Per la maggior parte delle fotocamere è abbastanza ovvio quale profilo di colore ti propongono per il modello che hai in mano, non così per le Canon. Qui c’è una tabella degli abbinamenti fotocamera/profili, ovviamente non è perentoria:

100 Manuale di Showfoto

Fotocamera Serie di profilo Canon 1D mark II 6051 Canon 1D mark II 6111 Canon 1Ds 6021 Canon 1Ds mark II 6081 Canon 5D 6091 Canon 10D 6031 Canon 20D 6061 Canon 30D 6112 Canon 40D 6101 Canon 300D 6031 Canon 350D 6111 o 6071 Canon 400D 6131

L’estensione per il profilo Canon tradisce lo stile dell’obiettivo: F sta per Faithful Style (fedele), L sta per Landscape (panorama), N per Neutral (neutrale). P per Portrait (ritratto), S per Standard. Qui tu trovi un tipico scenario di procedura RAW.

3.3.6 Impostazioni delle presentazioni

La configurazione delle presentazioni dovrebbe essere semplice da capire. Il cursore superio- re regola il tempo tra le transizioni tra immagini; di solito 4-5 secondi vanno bene. Le al- tre caselle abilitano o disabilitano la visualizzazione dei metadati in fondo alle immagini della presentazione.

3.3.7 Impostazioni varie

3.3.7.1 Impostazioni generali

Con l’impostazione Ordinamento delle immagini puoi scegliere se le nuove immagini caricate debbano essere ordinate per data, nome o dimensione sul disco. Con l’impostazione Ordinamento inverso le nuove immagini caricate saranno ordinate in ordine discendente. Con l’impostazione Mostra il formato dell’immagine puoi visualizzare il formato dell’immagine sulla sua miniatura. Con l’impostazione Mostra l’indicatore di geolocalizzazione puoi mostrare un’indicazione sulla miniatura dell’immagine, se questa possiede informazioni di geolocalizzazione.

3.3.7.2 Impostazioni sul comportamento dell’applicazione

Con l’impostazione Scorri l’elemento attivo al centro della barra delle miniature puoi forzare la barra delle miniature a centrare l’elemento attualmente selezionato con il puntatore del mouse al centro dell’area visibile. Con l’impostazione Mostra la schermata d’avvio puoi impedire la visualizzazione della scher- mata di avvio durante il caricamento dell’applicazione; questo potrebbe diminuire leggermente il tempo di avvio. Con l’impostazione Titolo della scheda della barra laterale puoi impostare come le barre laterali devono visualizzare i titoli. Usa l’opzione Solo per la scheda attiva unicamente in uno schermo

101 Manuale di Showfoto a bassa risoluzione, ad esempio quello di un computer portatile, diversamente la scelta migliore è Per tutte le schede: questa ti permette di scoprire velocemente tutte le funzioni di Showfoto. Con l’impostazione Stile del widget puoi scegliere la decorazione predefinita della finestra dell’applicazione e l’aspetto; la miglior scelta in tutti i desktop è lo stile Fusion. Con l’impostazione Tema icone puoi scegliere il tema delle icone predefinito dell’applicazione. La disponibilità dei temi dipende dal desktop su cui si usa Showfoto.

3.3.8 La configurazione dei temi

Gli schemi dei colori sono forniti sotto forma di temi, per personalizzare l’interfaccia principale di Showfoto in modo che si adatti ai tuoi gusti. Per accedere a queste impostazioni seleziona Impostazioni → Temi dalla barra dei menu, e seleziona il tema da usare.

102 Manuale di Showfoto

Capitolo 4

Strumento di Acquisizione di immagini

Lo strumento di acquisizione di immagini è concepito per scansionare immagini da uno scanner.

Questo strumento serve per usare uno scanner. Usa libksane, un’interfaccia alla libreria SANE che controlla gli scanner. Può salvare immagini in tutti i principali contenitori d’immagine, ad esempio nei seguenti formati:

• png (8 e 16 bit per colore) • jpeg, jpg, jpeg 2000 • tiff

NOTA Puoi controllare lo stato del supporto al tuo scanner dal sito web del progetto SANE, inserendo le informazioni in questa pagina di ricerca.

4.1 Selezione dello scanner

Se non lo scanner selezionato non può essere aperto, o se non ne è stato indicato uno predefinito, verrà aperta una finestra per la selezione degli scanner. L’utente può scegliere lo scanner da usare e premere OK per aprirlo. Premendo Annulla lo strumento si chiuderà. Nessuno scanner trovato Se non viene trovato nessun dispositivo, forse è perché lo scanner non è collegato o è spen- to; provvedi ed usa quindi Ricarica elenco dei dispositivi in modo da ricaricare l’elenco degli scanner.

NOTA Non tutti i driver ed i motori supportano questa funzionalità. In tal caso chiudi lo strumento, collega lo scanner e riavvia l’applicazione.

103 Manuale di Showfoto

4.2 Finestra principale

Finestra principale Nella finestra principale ci sono due serie di opzioni di scansione: Opzioni di base ed Opzioni specifiche dello scanner. La scheda delle Opzioni di base contiene i parametri più comuni forniti dai motori per scanner di SANE, mentre la scheda Opzioni specifiche dello scanner contiene tutte le opzioni del motore. Le opzioni qui elencate dipendono dal supporto di SANE al tuo driver: libksane (usato dallo strumento) dovrebbe poter mostrare la maggior parte dei tipi di parametri forniti da SANE (le tabelle di gamma analogiche non sono al momento supportate). Scheda delle opzioni specifiche dello scanner Le opzioni specifiche dello scanner includono opzioni più dettagliate dei motori. Lo strumento non gestisce queste opzioni in nessun modo particolare. Se sei soddisfatto delle impostazioni puoi usare la freccetta in alto nel separatore delle opzioni; quando ci fai clic le opzioni vengono contratte o espanse. Il contrattore può sovrapporsi all’area di anteprima, ma scompare quando il puntatore del mouse si allontana da esso.

4.3 Scansione

Per scansionare un’immagine puoi iniziare da un’anteprima, selezionando poi la parte per la scansione finale. La scansione di anteprima viene avviata con l’apposito pulsante. Il pulsante di anteprima Quando l’anteprima è acquisita puoi selezionare l’area per l’immagine finale. Selezione ed ingrandimento Per selezionare meglio l’immagine puoi ingrandire l’anteprima, rimpicciolirla, adattare la selezione attuale o tutta l’anteprima alla finestra. Il pulsante «Ingrandimento adattativo» Quando l’immagine è selezionata puoi acquisire l’immagine finale premendo il pulsante di scansione finale. Il pulsante di scansione finale Vedrai l’avanzamento della scansione. Scansione in corso

4.4 Scansione di più selezioni

A volte hai bisogno solo di alcune parti di un’immagine. Invece di scansionare tutta l’immagine e poi usare un programma (come KolourPaint) per salvarne le varie parti in file separati, usa la funzionalità di selezione multipla dello strumento. Selezioni multiple Scansiona un’anteprima e usa quindi il tasto sinistro del mouse per selezionare la prima parte dell’immagine nell’anteprima. Passa sull’area selezionata con il puntatore del mouse, quindi fai clic sull’icona + verde per selezionare l’area. Le aree selezionate sono indicate da un bordo rosso. Adesso seleziona allo stesso modo le altre parti dell’immagine. Per rimuovere una selezione passa sull’area con il puntatore del mouse e fai clic sull’icona - rossa. Con Pulisci selezioni dal menu contestuale, richiamato con il tasto destro del mouse, puoi rimuovere tutte le selezioni da un’anteprima.

104 Manuale di Showfoto

Se hai messo due immagini o foto in uno scanner ed hai avviato un’anteprima, lo strumento preseleziona automaticamente le due aree. Se sei soddisfatto delle tue scelte, avvia la serie di scansioni finali su tutte le selezioni. Le parti selezionate dell’immagine vengono scansionate e salvate ciascuna nel suo file.

4.5 Aiuto e chiusura

In fondo alla finestra principale trovi i pulsanti Aiuto e Chiudi. Il pulsante Aiuto richiama il menu descritto nella sezione il menu Aiuto, mentre Chiudi termina lo strumento.

105 Manuale di Showfoto

Capitolo 5

Geolocalizzazione

Geolocalizzazione significa assegnare, modificare ed usare i metadati che descrivono il luogo geografico dove sono state scattate le immagini o girati i video. La sorgente di questi metadati può essere la tua fotocamera, un ricevitore GPS separato o un altro mezzo di informazioni geografiche, in particolare le mappe. Collegare un’immagine ad un luogo preciso può essere interessante non solo per i fotografi professionisti: non tutti usano un aereo con la registrazione automatica dei dati GPS per sorvolare ed analizzare una determinata area. I pianificatori ambientali, le forze armate, la polizia e le agenzie immobiliari troveranno un’applicazione per questa funzionalità. Ma se, dopo un po’ di tempo, uno si dimentica dove è stata scattata la foto, se uno ama aprire con un semplice clic un browser per visualizzare un ingrandimento dell’area, se uno vuole mandare una cartolina ad un altro utente di Showfoto (che può quindi localizzare la foto), o se, semplicemente, hai bisogno di una forma di documentazione, l’aver memorizzato i dati della posizione è fantastico.

Il termine GPS (Global Positioning System, sistema di posizionamento globale) è usato generi- camente in questo documento; indica semplicemente un luogo espresso nel comune sistema di coordinate sferiche che può essere visualizzato su una mappa. L’attuale implementazione tecnica può essere quella del GPS americano, quella del GLONASS russo, quella del Galileo europeo, o quella di un qualsiasi altro sistema. Ci sono quattro strumenti per la geolocalizzazione in digiKam, e due in Showfoto:

1. La modalità Mappa dell’area dell’immagine visualizza le immagini con i dati GPS su di una mappa a seconda della selezione effettuata nella barra laterale sinistra, ad es. delle immagini nell’album che hai selezionato nella vista Album, delle immagini con certi tag assegnati (che sono selezionati nella vista Tag) o con certe etichette, e così via. È disponibile solo in digiKam. 2. La Vista mappa nella barra laterale sinistra di digiKam, che è lo strumento di ricerca delle immagini in base ai loro dati GPS;, è disponibile solo in digiKam. 3. L’editor di geolocalizzazione, che abbiamo descritto un po’ più in basso e che è accessi- bile da Elemento → Modifica la geolocalizzazione... (Ctrl+Shift+G)(File → Modifica la geolocalizzazione... in Showfoto). 4. La scheda Mappa nella barra laterale destra, che mostra il luogo dell’immagine su una mappa, ed è puramente informativa.

Tutte e quattro sono basati sull’oggetto Marble.

106 Manuale di Showfoto

NOTA Questi strumenti funzionano solo per i formati di immagini i cui metadati EXIF o XMP sono supportati dalla libreria Exiv2.

5.1 Editor di geolocalizzazione

L’editor di geolocalizzazione ti permette di aggiungere e di modificare le coordinate GPS dei metadati di un’immagine. I dati geografici sono memorizzati nell’immagine (tag EXIF), ed il luogo può essere visualizzato su una mappa, in un browser esterno o in uno esterno. L’editor di geolocalizzazione dispone anche di uno strumento per la Geocodifica inversa. L’editor di geolocalizzazione può essere aperto dalla voce di menu Elemento → Modifica la geolocalizzazione... o premendo Ctrl+Shift+G. Deve essere selezionata almeno un’immagine altrimenti non si aprirà. L’editor di geolocalizzazione ti fornisce gli strumenti per localizzare geograficamente le imma- gini nel comune sistema di coordinate sferiche (usato da GPS e da Galileo). Sono modificabili l’altitudine, la latitudine, la longitudine, la velocità, il numero di satelliti, il tipo di correzione e il DOP. L’editor ha due metodi per assegnare le coordinate alle immagini:

• L’attribuzione semiautomatica delle coordinate ad un’immagine singola, accessibile dalla scheda Dettagli nella barra laterale destra. • La correlazione in serie dei dati di una traccia GPS con una serie di immagini, che trovi nella scheda Correlatore GPS.

Inoltre, la barra laterale destra offre altri tre strumenti:

• La scheda Annulla/rifai. • La scheda Geocodifica inversa, che permette di trovare dei nomi geografici (città, nomi di vie, ...) usando un servizio pubblico di geocodifica inversa ed i dati GPS di un’immagine. • La scheda Cerca, che permette di trovare le posizioni sulla mappa in base ad un nome geo- grafico (città, monumenti, ...) usando un servizio pubblico di dati geografici (GeoNames e OpenStreetMap al momento della scrittura).

5.1.1 La mappa

Per la navigazione sulla mappa fai riferimento al capitolo 2 manuale di Marble; vedi la documentazione di Marble anche per il menu contestuale del cielo. Proprio sotto la mappa trovi una fila di pulsanti. Utilizzo il testo dei suggerimenti come designazione nelle descrizioni seguenti. Da sinistra a destra abbiamo

• Il pulsante Impostazioni mappa apre un piccolo menu che ti permette di scegliere tra Google Map e Marble e, a seconda di questo, di scegliere il tipo di mappa che vuoi usare. Inoltre, per Marble puoi scegliere anche la proiezione (sferica, di Mercatore o equirettangolare); puoi anche visualizzare alcuni strumenti aggiuntivi, come il compasso e la scala della mappa. • Il pulsante Aumenta zoom. • Il pulsante Diminuisci zoom. • Il pulsante Passa da marcatori a miniature ti permette di scegliere se vuoi che la posizione delle tue immagini venga indicata da un simbolo marcatore oppure da una miniatura sulla mappa; se scegli le miniature, i due pulsanti successivi sono particolarmente interessanti.

107 Manuale di Showfoto

• Il pulsante Aumenta dimensione miniature sulla mappa fa semplicemente quello, e ... • ... anche il pulsante Diminuisci dimensione miniature sulla mappa. • Il pulsante Modalità scorrimento ti permette di spostare la mappa facendo clic col tasto sini- stro del mouse, tenendolo premuto e quindi spostandola dove vuoi; il simbolo del puntatore diventerà una mano. • Il pulsante Effettua zoom su un gruppo è utile se hai delle immagini così vicine sulla mappa da venir tutte oscurate, tranne quella in cima: basta che fai clic sull’immagine visibile ed il fattore di zoom verrà adattato, in modo che tutte le immagini dietro di essa diventino visibili. Se fai clic su un gruppo di immagini e non succede niente, vuol dire che o hanno tutte la stessa posizione, oppure il fattore di ingrandimento è già al massimo. Nota che ‘gruppo’ in questo contesto non ha niente a che vedere con le immagini raggruppate come descritto nel capitolo 2 del manuale di digiKam: in questo caso si riferisce ad immagini che sono molto vicine tra di loro sulla mappa (a seconda del fattore d’ingrandimento) o che hanno esattamente la stessa posizione geografica. • Il pulsante Seleziona immagini ti permette di passare dalla selezione di un’immagine a quella di un gruppo nell’elenco proprio sotto i pulsanti, una volta che fai clic su di essa nella mappa. Lo stato di selezione delle altre immagini rimane invariato. Fai attenzione, perché c’è una sorta di selezione in due fasi! Se fai clic su di una miniatura o su di un marcatore sulla mappa, le immagini selezionate avranno uno sfondo azzurro. Se ci fai clic nell’elenco lo sfondo diventerà di un blu più scuro, e se c’erano più immagini con sfondo azzurro, le altre diventeranno non selezionate. L’anteprima di un’immagine verrà visualizzata a destra dell’elenco solo facendo clic su di un’immagine nell’elenco. • Il pulsante Mostra le posizioni segnate sulla mappa non funziona al momento in cui scrivo, perché l’intera questione dei segnalibri ha bisogno di essere riorganizzata. Questo interessa anche la voce Segnalibri → Modifica segnalibri... del menu contestuale sulla lista di immagini sotto la mappa, e la voce Aggiungi segnalibro nel menu contestuale sulla mappa.

ATTENZIONE L’uso di Aggiungi segnalibro nel menu contestuale sulla mappa può farti perdere i tuoi segnalibri di Marble!

Dal menu contestuale sopra la mappa, solamenteCopia le coordinate ricade nell’area di interesse nell’applicazione di un tag geografico. Esso copia negli appunti le coordinate geografiche alla posizione del puntatore, mentre per tutte le altre voci di menu vedi il manuale utente di Marble. Nota che puoi cambiare la disposizione da una a due mappe, oppure da vicine a una sopra l’altra, mediante il piccolo menu a cascata che c’è in basso nell’editor di geolocalizzazione.

5.1.2 Modificare le coordinate

Le coordinate possono essere impostate manualmente nella scheda Dettagli (la schermata qui sopra). La posizione può essere trovata e corretta in maniera ripetitiva usando la mappa visua- lizzata: sposta il puntatore del mouse nella regione di interesse, ingrandiscila, regola la posizione, ingrandisci ancora e così via, fino a che non raggiungi una precisione sufficiente. Nota che il cen- tro dello zoom sarà sempre nella posizione del cursore. Infine fai clic col tasto destro del mouse sulla posizione desiderata, e scegli Copia coordinate. Ora puoi andare all’elenco di immagini sotto la mappa, selezionarne una o più, farci clic sopra con il tasto destro del mouse e scegliere Incolla le coordinate; esse saranno visualizzate nei campi Latitudine e Longitudine alla destra della mappa. Per salvare i tuoi cambiamenti fai clic sul pulsante Applica proprio sotto al campo DOP.

108 Manuale di Showfoto

Se hai una o più immagini che hanno già i dati GPS, puoi copiare le coordinate da una di queste ed incollarle in una o più immagini, usando le rispettive voci del menu contestuale su una lista di immagini. Questo è utile se hai una serie di foto scattate nella stessa posizione. Alla destra della mappa ci sono, vicino alla latitudine e alla longitudine, i campi per l’altitudine, la velocità ed il numero di satelliti, tipo fisso ed incertezza (DOP). Puoi trovare questi campi già riempiti se selezioni una fotografia le cui informazioni sono state scritte dalla tua fotocamera nei dati Exif. Diversamente puoi riempirli manualmente se hai questi dati da qualche parte, ad esempio in un ricevitore GPS separato. Nota che devi spuntare la relativa casella prima di poter modificare un campo (in Windows® potresti dover fare doppio clic). Solo per l’Altitudine il menu contestuale sull’elenco di immagini offre Recupera valori di altitudine mancanti; ciò induce l’editor a guardare se i dati della posizione nella mappa (latitudine e longitudine) sono già stati assegnati a qualche fotografia. Per eliminare i dati di geolocalizzazione devi togliere la spunta dalle relative caselle, e fare clic sul pulsante Applica sotto il campo DOP. Anche il menu contestuale sull’elenco delle immagini offre degli elementi per rimuovere alcuni dei dati dall’immagine; riguardo all’ultima voce Segnalibri, vedi qui.

5.1.3 Il correlatore

Per correlare le immagini con i dati geografici devi avere delle informazioni sulla traccia GPS disponibili come file XML in formato GPX (gpsbabele gpsman possono scaricare e convertire per te i dati della traccia da un dispositivo GPS). L’idea è: mentre scatti le tue fotografie, porta con te un dispositivo GPS funzionante. Una volta fatto, scarica le fotografie e le tracce GPS, e avvia il correlatore. Seleziona le immagini che vuoi correlare nella vista principale dell’applicazione, quindi chiama l’editor di geolocalizzazione con (Ctrl+Shift+G). Passa quindi alla scheda Correlatore GPS nella barra laterale destra: ti apparirà la finestra qui sopra, con le immagini selezionate nell’elenco sotto la mappa. Per indicare la possibile correlazione ora / luogo devi caricare un file mediante Carica file GPX, che deve contenere i dati GPS presi alla stessa ora e nello stesso luogo delle immagini. Quando il file è caricato e Mostra tracce sulla mappa è spuntato, viene disegnata la traccia sulla mappa. Puoi caricare più di un file e Showfoto assegnerà loro dei colori diversi, visualizzando la traccia sulla mappa di conseguenza. I dati della traccia GPS vengono registrati invariabilmente in UTC (Universal Time Coordinated), quindi devi associare l’ora della fotocamera a UTC. Per fare questo, vai in Fuso orario della macchina fotografica: e seleziona Stesso del sistema se hai scattato le fotografie nel tuo fuso orario; Showfoto capirà la differenza tra UTC e il tuo orario. Se invece hai scattato le fotografie da qualche altra parte, spunta Manuale: e scegli la giusta differenza dal menu a cascata sulla destra. Puoi anche usare lo stesso meccanismo per correggere una regolazione sbagliata dell’orario della tua fotocamera, o per compensare un file gpx a causa delle stranezze di un software utilizzato per convertire altri formati di file di traccia in gpx. Qui entra in gioco Regolazione fine (mm:ss):, che ti permette di aggiungere o di sottrarre fino a 59 minuti e 59 secondi alla tua differenza temporale, scelta dal campo soprastante. L’impostazione Massimo salto di tempo (secondi): specifica il limite in cui l’orario del GPS e della fotocamera debba essere ritenuto coincidente; il valore massimo è 2000 secondi. Questo significa che, se non c’è nessuna voce nel file gpx che corrisponda esattamente all’orario della fotografia, gli sarà assegnata la posizione corrispondente a quella del più piccolo intervallo di tempo nell’impostazione Massimo salto di tempo (secondi):. Se ti stai chiedendo quale valore dovresti specificare qui, potrebbe aiutarti dare un’occhiata nelle impostazioni del tuo registrazio- ne di traccia o software, o nel file gpx (il che è molto semplice con un editor di testo). Più veloce ti stavi muovendo a scattare fotografie, più importante sarà questa decisione. Interpola offre un’altra opzione nel caso in cui non ci sia una corrispondenza esatta tra la marca temporale delle tue fotografie ed una voce nel file gpx e, più ti stavi spostando in linea retta tra due posizioni GPS registrate, più l’opzione sarà più precisa. In questo caso la posizione del fotografo viene calcolata (interpolazione lineare) da quella delle due voci più vicine nel file gpx

109 Manuale di Showfoto e le rispettive differenze di tempo. Se, per esempio, le differenze di tempo tra le due voci più vicine e la fotografia sono uguali, la posizione assegnata sarà su una retta tra le posizioni delle due voci, proprio nel mezzo. Massimo salto di tempo (hh:mm:ss): determina se un punto GPS è idoneo all’interpolazione. Non può essere utilizzato se il suo tempo è più lontano dalla durata dell’immagine di questo limite. La differenza di tempo massima che può essere introdotta qui è di 240 minuti. Una volta che e tue impostazioni sono terminate, fai clic sul pulsante Correla. Se non ci sono corrispondenze otterrai il messaggio «Impossibile correlare un’immagine, assicurati che le impo- stazioni dello scostamento e del salto di tempo siano corrette.», altrimenti qualcosa tipo «Sono state correlate 2 immagini su 4. Controlla le impostazioni dello scostamento e del salto di tempo, se pensi che avrebbero dovuto essere correlate più immagini.» Nel caso migliore otterrai «Tutte le immagini sono state correlate. Puoi ora controllarne la posizione sulla mappa.» Se vuoi seguire questa raccomandazione, è una buona idea passare alla scheda Dettagli, per- ché c’è un’anteprima delle immagini che può aiutarti molto a identificarle sulla mappa. Ricor- da che devi sempre fare clic su di un’immagine nell’elenco sotto la mappa per far apparire la sua anteprima. Quando sei soddisfatto dei risultati, fai clic sul pulsante Applica dell’editor di geolocalizzazione per salvare le modifiche nel file d’immagine e nella banca dati.

5.1.4 Annulla/rifai

Nella scheda Annulla/rifai viene registrata una cronologia di tutte le modifiche che applichi all’immagine caricata nell’editor di geolocalizzazione. La cronologia mostra in una scheda sola o in più schede le modifiche effettuate, e verrà cancellata solamente quando abbandonerai l’editor. Dopo poche azioni nelle diverse schede, la registrazione potrebbe assomigliare a questa: L’ultimo passaggio è evidenziato quando entri nella scheda. Il primo è sempre etichettato ‘vuoto’, e rappresenta lo stato che aveva l’immagine quando è stata caricata. Puoi fare clic su un qualsiasi passaggio e, a seconda del tipo di modifiche hai fatto, puoi vedere l’immagine apparire, scompa- rire o spostarsi sulla mappa, o vedere le differenze nell’elenco di immagini sotto la mappa. Nota che l’elenco è configurabile facendo clic col tasto destro del mouse sull’intestazione. Ora assumiamo che ti renda conto che lo spostamento nell’ultimo passaggio è sbagliato: basta che fai clic sul passo precedente (Dettagli modificati), che vai nella scheda Cerca (descritta più sotto) e che fai un altro spostamento. Una volta tornato nella scheda Annulla/rifai, potrebbe assomigliare a questa:

5.1.5 Geocodifica inversa

In questa scheda puoi usare un servizio pubblico di geocodifica per cercare indirizzi dettagliati alla posizione geografica di una o più immagini, e quindi convertirli in tag. Per fare questo hai bisogno di alcuni preparativi; dovresti avere già familiarità con l’idea dei tag e con la loro creazione, la loro modifica ed il loro uso. Troverai la miglior spiegazione di tutto ciò nella sezione Vista tag del capitolo 2 del manuale di digiKam. Prima dovresti creare un tag radice nel Gestore dei tag o nell’albero dei tag nella barra laterale sinistra o nella destra. Puoi chiamarlo Posizione, Luoghi, oppure... Quindi selezioni le immagini alle quali vuoi applicare il tag (hanno bisogno di avere dei dati GPS assegnati), apri l’editor di geolocalizzazione e fai clic sulla scheda Geocodifica inversa: vedrai il tuo albero dei tag, e se fai un clic col tasto destro del mouse su uno di questi, preferibilmente quello che hai creato per il tag geografico, vedrai questo menu contestuale: Nella sezione principale, i tag che puoi aggiungere sono ordinati dalla regione più grande (na- zione) fino alla più piccola (numero di casa). Se scegli Aggiungi tutti gli elementi dell’indirizzo e quindi pieghi il tag Posizione e tutti i sotto-tag, avrai questo: Questi tag rossi tra parentesi graffe sono chiamati tag di controllo: essi determinano quali indi- rizzi debba cercare il servizio di geolocalizzazione inversa (che hai scelto in Seleziona servizio).

110 Manuale di Showfoto

Puoi sempre cancellarne qualcuno per mezzo del menu contestuale se credi di non averne biso- gno, o modificare la struttura cancellando alcuni tag di controllo e aggiungendoli in altre posi- zioni dell’albero, o addirittura costruendo un nuovo albero parallelo al primo aggiungendo un tag di controllo al tag radice (qui: Posizione). Organizzando i tag di controllo sullo stesso livello invece che su di una struttura ad albero può farti risparmiare molti tag ridondanti, dal momento che lo stesso nome di città o di paese esiste in più di uno stato o nazione, per non parlare dei nomi delle vie. Ma può anche rendere l’intero ramo della posizione del tuo albero dei tag molto lungo, e quindi incalcolabile. Questo significa che devi trovare la tua soluzione a questo problema a seconda delle tue esigenze, forse un mix, e tanto prima riuscirai a trovarlo, tanto meno lavoro dovrai investire nella modifica del tuo albero dei tag e dei tag di controllo. Assumendo che usi i tag di controllo come mostrato nella schermata qui sopra, seleziona l’im- magine a cui vuoi applicare il tag dall’elenco delle immagini a sinistra, quindi fai clic su Applica geocodifica inversa. L’albero dei tag potrebbe assomigliare a questo: I tag verdi rappresentano i risultati della ricerca del servizio pubblico di geocodifica inversa se- lezionato, e sono già assegnati alle immagini. Per salvare questi tag nel file d’immagine e nella banca dati di Showfoto fai clic su Applica: essi appariranno come dei normali tag nel tuo albero dei tag, e li potrai già vedere qui o nell’albero dei tag della barra laterale sinistra o della destra. Naturalmente puoi ancora modificarli come ogni altro tag nell’editor dei tag o nella barra laterale sinistra o nella destra, ma non qui, nell’editor di geolocalizzazione.

5.1.6 Cerca

Nella scheda Cerca puoi trovare dei posti in base al loro nome geografico usando un servizio pubblico di geocodifica (GeoNames e OpenStreetMap al momento della scrittura). Devi solo digitare il nome di un luogo (città, monumento, hotel, ...) nel campo di inserimento in alto, e fare clic su Cerca. Nella lista dei risultati di sotto otterrai qualcosa di questo tipo: Ovviamente Parigi non esiste solo in Francia. Quindi, se stavi cercando la capitale francese puoi sia scorrere verso il basso l’elenco finché non trovi una voce che appartenga senza dubbio ad essa, ad esempio «Arco di Trionfo» e fare clic su di esso, oppure specificare la tua ricerca in maniera un po’ più precisa, tipo «Parigi, Arco di Trionfo», oppure «Parigi, Francia». Una volta fatto clic su una voce nell’elenco, la mappa sarà centrata su quel luogo, e potrai ora ingrandire con il pulsante «Aumenta zoom» (il secondo da sinistra sotto la mappa). Usando questo esempio, con GeoNames noterai che avrai ancora molti risultati e anche due etichettati «Arco di Trionfo», il secondo dei quali una via a poche centinaia di metri dall’arco. Con OSM avrai un risultato. Devi giocare un po’ con i vari servizi nelle varie regioni, e con termini di ricerca più o meno precisi: in questo modo avrai un’idea sul miglior modo di condurre le ricerche. Per i quattro pulsanti sopra l’elenco dei risultati fai riferimento ai loro suggerimenti! Il menu contestuale sulle voci dei risultati di ricerca offre

• Copia le coordinate, che possono essere incollate in seguito ad una o più immagini della lista sotto la mappa • Sposta le immagini selezionate a questa posizione, che è essenzialmente lo stesso ma più semplice, a patto di avere le immagini già caricate nell’editor di geolocalizzazione • Rimuovi dall’elenco dei risultati, che è particolarmente utile in unione con il pulsante «Tieni i risultati delle vecchie ricerche ...» sotto all’elenco dei risultati.

111 Manuale di Showfoto

Capitolo 6

Strumento Presentazione

Lo strumento ‘Presentazione’ crea una presentazione configurabile a tutto schermo con le tue immagini, usando effetti visuali avanzati.

Con questo strumento puoi creare una presentazione perfetta con tre soli clic del mouse.

6.1 La finestra delle impostazioni

All’apertura dello strumento apparirà la finestra Presentazione, che ti chiederà come vuoi impo- stare la presentazione. Puoi scegliere tra le sole immagini selezionate oppure tutte le immagini dell’album. La casella Usa transizioni OpenGL dà luogo a transizioni di immagini molto morbide, usando la modalità di visualizzazione OpenGL; assicurati che OpenGL sia abilitato nella tua scheda grafica, altrimenti la presentazione sarà molto lenta. La casella Visualizza nome del file permette di visualizzare il nome del file nell’angolo in basso a sinistra. La casella Ripetizione abilita la ripetizione continua della presentazione (fino a che non venga fermata manualmente con Esc). La casella Ordine casuale immagini abilita la visualizzazione casuale delle immagini (senza usare l’ordine attuale della raccolta delle immagini). Il Ritardo tra le immagini può essere impostato in millisecondi. 1500 millisecondi corrispondono a un secondo e mezzo, e sono un buon valore predefinito. La tempistica migliore dipende anche un po’ dalla potenza della macchina e dall’effetto di transizione. Provalo prima di farlo vedere agli amici! Ci sono più di una dozzina di Effetti di transizione disponibili tra i quali scegliere. La selezione Casuale cambierà l’effetto di transizione con ogni immagine.

Figura 6.1: La finestra di Presentazione

6.2 Lo strumento Presentazione in azione

Durante la presentazione, puoi accedere a una barra nell’angolo in alto a sinistra dello schermo; sposta qui il puntatore del mouse per accedervi.

112 Manuale di Showfoto

Con questa barra puoi controllare l’avanzamento della presentazione, metterla in pausa o farla ripartire, tornare alle immagini di anteprima, andare alla prossima immagine oppure chiudere la presentazione. Nell’angolo in basso a sinistra dello schermo puoi vedere il nome del file dell’immagine attuale, l’identificativo dell’immagine attuale nella presentazione ed il numero totale di immagini incluse nella presentazione.

Figura 6.2: Lo strumento Presentazione in azione

113 Manuale di Showfoto

Capitolo 7

Editor dei metadati

L’Editor dei metadati è uno strumento che serve per aggiungere e modificare i metadati EXIF, IPTC o XMP di un’immagine.

I metadati di un’immagine sono delle informazioni testuali che possono essere aggiunte alle im- magini digitali allo scopo di annotarle, di descriverle e di classificarle. Queste informazioni sono utili per ricercare e per indicizzare le immagini, e per i servizi di accessibilità. Ci sono tre formati standard in cui è possibile salvare i metadati: EXIF, IPTC e XMP. Essi si concentrano su diverse proprietà delle immagini, e sono utilizzati con scopi diversi. Showfoto fornisce degli strumenti per visualizzare e per modificare i metadati delle immagini in tutti e tre formati. L’applicazione offre degli strumenti per la modifica dei metadati, che sono disponibili attraverso la voce del menu Modifica i metadati. L’editor li organizza opportunamente in sezioni in ba- se alla loro porzione, rendendo così semplice la ricerca e la modifica di voci specifiche. Vai ad esempio nella sezione Dispositivo per le informazioni relative all’hardware: qui puoi modifi- care il produttore ed il modello del dispositivo, le impostazioni relative all’esposizione ed altre informazioni. L’editor dei metadati al lavoro con le Informazioni sul dispositivo di un file EXIF Oltre ai file EXIF sono supportati anche gli IPTC e gli XMP, così puoi eseguire le azioni descritte per gli EXIF anche sulle porzioni dei metadati di questi formati. Ricorda che EXIF è un formato dedicato ad immagazzinare le informazioni sulla macchina fotografica, mentre IPTC e XMP sono usati maggiormente per salvare le informazioni testuali di post-elaborazione, come la gestione dei diritti. Non è quindi raccomandabile modificare i metadati creati dalla macchina fotografica che ha scattato la fotografia; d’altra parte puoi aggiungere le informazioni sull’autore, sui diritti d’autore ecc. Una descrizione dettagliata delle voci supportate è disponibile online. L’editor dei metadati al lavoro con le Informazioni sui diritti di un file XMP Da notare che puoi sincronizzare alcune voci specifiche dei metadati da una porzione ad un’altra. Questo vale ad esempio per i commenti, che sono presenti nei file EXIF, IPTC e XMP in forme diverse. Spunta le caselle che corrispondono alle voci che vuoi copiare da un formato all’altro.

CAUTELA Nota che la sincronizzazione dei metadati può produrre dei risultati indesiderati, perché l’EXIF è limitato al puro insieme di caratteri ASCII.

114 Manuale di Showfoto

Capitolo 8

Descrizioni dei menu

8.1 L’editor delle immagini

8.1.1 Il menu File

File → Indietro (Pag↑) Visualizza l’immagine precedente dell’album attuale. File → Avanti (Pag↓) Visualizza l’immagine successiva dell’album attuale. File → Primo (Ctrl+Home) Visualizza la prima immagine dell’album attuale. File → Ultimo (Ctrl+Fine) Visualizza l’ultima immagine dell’album attuale. File → Salva (Ctrl+S) Salva l’immagine attuale, se è stata modificata. File → Salva come... Salva l’immagine attuale in un nuovo file. File → Ripristina Ripristina l’immagine attuale dal file originale, se è stata modificata. File → Elimina/Cestina (Shift-Canc) Elimina o cestina l’immagine attuale dall’album. File → Stampa immagine... (Ctrl+P) Stampa l’immagine attuale. File → Esci (Ctrl-Q) Esci dall’editor delle immagini di Showfoto.

115 Manuale di Showfoto

8.1.2 Il menu Modifica

Modifica → Copia (Ctrl+C) Copia la selezione dell’immagine attuale negli appunti. Modifica → Annulla (Ctrl+Z) Annulla l’ultima azione applicata all’immagine attuale, usando la cronologia. Modifica → Rifai (Ctrl+Z) Rifai l’ultima azione applicata all’immagine attuale, usando la cronologia.

8.1.3 Il menu Colore

Colore → Correzione automatica (Ctrl+Shift+B) Correzione automatica dei colori e dell’esposizione dell’immagine attuale con manipola- zione degli istogrammi (aiuto). Colore → Bilanciamento del bianco Strumento dell’editor di immagini che regola il bilanciamento del colore bianco nell’immagine attuale (aiuto). Colore → Luminosità/contrasto/gamma Correzione dell’esposizione dell’immagine attuale regolando la luminosità, il contrasto o il fattore gamma (aiuto). Colore → Tonalità/saturazione/luminosità (Ctrl+U) Correzione dei colori dell’immagine attuale regolando la tonalità, la saturazione o la luminosità (aiuto). Colore → Bilanciamento del colore (Ctrl+B) Correzione del colore dell’immagine attuale regolando il rosso, il verde e il blu (aiuto). Migliora → Regola curve Strumento dell’editor di immagini per regolare manualmente le curve dell’immagine attuale (aiuto). Colore → Regola livelli Strumento dell’editor di immagini per regolare manualmente i livelli dell’immagine attuale (aiuto). Colore → Miscelatore dei canali Estensione dell’editor delle immagini per miscelare i canali dei colori dell’immagine attuale. Colore → Inverti (Ctrl+I) Inverti i colori dell’immagine. Filtro → Bianco e nero Apri la finestra del filtro in bianco e nero per l’immagine attuale. Colore → Gestione del colore Attiva l’editor interattivo per la gestione dei colori. Colore → Profondità Passa tra i formati a 8 e 16 bit dei canali dei colori.

116 Manuale di Showfoto

8.1.4 Il menu Migliora

Migliora → Aumenta nitidezza Operazione classica di aumento della nitidezza dell’immagine (aiuto). Migliora → Sfocatura Operazione di ammorbidimento dell’immagine attraverso la sfocatura (aiuto). Migliora → Riduzione degli occhi rossi Strumento di correzione degli occhi rossi, usando la selezione attuale (aiuto). Migliora → Reintegrazione Strumento dell’editor delle immagini per rimuovere aree e macchie indesiderate (aiuto). Migliora → Riduzione dei disturbi Strumento dell’editor delle immagini per ridurre i disturbi con un filtro di smacchiatura (aiuto). Migliora → Restauro Strumento dell’editor delle immagini per ridurre gli artefatti nell’immagine attuale (aiuto). Migliora → Correzione dei pixel bruciati Strumento dell’editor delle immagini per rimuovere i pixel bruciati dall’immagine attuale (aiuto). Migliora → Antivignettatura Strumento dell’editor delle immagini per correggere la vignettatura dell’immagine attuale (aiuto). Migliora → Correzione della distorsione lenticolare Strumento dell’editor delle immagini per correggere la distorsione lenticolare dell’immagi- ne attuale (aiuto).

8.1.5 Il menu Trasforma

Trasforma → Ruota → -90 gradi (Ctrl+Shift+←) Rotazione a sinistra dell’immagine attuale. Trasforma → Ruota → 90 gradi (Ctrl+Shift+→) Rotazione di 90 gradi dell’immagine attuale. Trasforma → Rotazione libera Strumento dell’editor di immagini per ruotare l’immagine attuale di qualsiasi un angolo in gradi (aiuto). Trasforma → Ribalta → Orizzontalmente (Ctrl+*) Ribaltamento orizzontale dell’immagine attuale. Trasforma → Ribalta → Verticalmente (Ctrl+/) Ribaltamento verticale dell’immagine attuale. Trasforma → Taglia (Ctrl+X) Taglia l’immagine alla selezione attuale.

117 Manuale di Showfoto

Trasforma → Ridimensiona... Ridimensiona (riduci od espandi) l’immagine attuale di un fattore o a dimensioni appropriate (aiuto). Trasforma → Ritaglia secondo le proporzioni Taglia l’immagine attuale usando delle proporzioni vincolate (aiuto). Trasforma → Distorsione curvilinea Strumento dell’editor delle immagini per distorcere l’immagine attuale, orizzontalmente o verticalmente (aiuto). Trasforma → Regolazione della prospettiva Strumento dell’editor delle immagini per regolare la prospettiva all’immagine attuale (aiuto).

8.1.6 Il menu Decora

Decora → Applica trama Strumento dell’editor delle immagini per applicare una trama decorativa all’immagine attuale. Vedi il manuale dedicato all’applicazione delle trame per maggiori informazioni. Decora → Aggiungi bordo Strumento dell’editor delle immagini per aggiungere un bordo decorativo all’immagine attuale (aiuto). Decora → Inserisci testo Strumento dell’editor delle immagini per inserire del testo nell’immagine attuale (aiuto).

8.1.7 Il menu Effetti

Effetti → Effetti dei colori Insieme di quattro strumenti dell’editor delle immagini: Solarizza, Vivido (Velvia), Neon e Trova i bordi (aiuto). Effetti → Aggiungi grana della pellicola Filtro dell’editor delle immagini per aggiungere una grana della pellicola (aiuto). Effetti → Pittura a olio Filtro dell’editor delle immagini che simula la pittura a olio (aiuto). Effetti → Disegno a carboncino Filtro dell’editor delle immagini che simula un disegno a carboncino (aiuto). Effetti → Rilievo Filtro a rilievo per l’editor delle immagini (aiuto). Effetti → Effetti di distorsione Raccolta di filtri dell’editor delle immagini con gli effetti speciali di distorsione (aiuto). Effetti → Effetti di sfocatura Raccolta di filtri dell’editor delle immagini con gli effetti speciali di sfocatura (aiuto). Effetti → Gocce di pioggia Filtro dell’editor delle immagini per aggiungere le gocce di pioggia (aiuto).

118 Manuale di Showfoto

8.1.8 Il menu Visualizza

Visualizza → Ingrandisci (Ctrl++) Aumenta il fattore di ingrandimento all’immagine attuale. Visualizza → Rimpicciolisci (Ctrl+-) Riduci il fattore di ingrandimento all’immagine attuale. Visualizza → Adatta alla finestra (Ctrl+Shift+A) Passa da un fattore di ingrandimento auto-adattativo alla dimensione del 100%, e viceversa. Visualizza → Adatta alla selezione (Ctrl+Shift+S) Adatta la selezione alla finestra. Visualizza → Istogramma Visualizza un istogramma sovrapposto sull’immagine attuale (luminosità, rosso, verde, blu, alfa). Visualizza → Presentazione... Avvia una presentazione dell’album attuale.

8.1.9 Il menu Impostazioni

Impostazioni → Modalità a schermo intero (Ctrl+Shift+F) Passa dalla modalità a finestre a quella a schermo intero, e viceversa. Impostazioni → Configura le scorciatoie... Configura le scorciatoie dell’editor delle immagini di Showfoto. Impostazioni → Configura le barre degli strumenti... Configura le barre degli strumenti dell’editor di immagini di Showfoto.

8.1.10 Il menu Aiuto

Aiuto → Manuale di Showfoto (F1) Invoca il sistema di aiuto di KDE andando alle pagine del manuale di Showfoto (questo documento). Aiuto → Che cos’è? (Shift+F1) Cambia il cursore del mouse in una freccia e un punto di domanda. Se fai clic su un oggetto all’interno di Showfoto si aprirà una finestra di aiuto (se ne esiste una per quel particolare oggetto) che ne spiega la funzione. Aiuto → Segnala un bug... Apre la finestra di segnalazione dei bug dove puoi segnalare un bug oppure esprimere un ‘desiderio’. Aiuto → Informazioni su Showfoto Mostra informazioni sulla versione e sull’autore. Aiuto → Informazioni su KDE Mostra la versione di KDE e altre informazioni di base.

119 Manuale di Showfoto

Capitolo 9

Riconoscimenti e licenza

Logo di Showfoto Copyright del programma 2001-2020 la squadra degli sviluppatori di digiKam Copyright della documentazione:

• 2001-2020 – Gilles Caulier caulier_dot_gilles_at_gmail_dot_com • 2001-2005 – Renchi Raju renchi_dot_raju_at_gmail_dot_com • 2003-2005 – Richard Taylor r_dot_taylor_at_bcs_dot_org_dot_uk – Ralf Hoelzer kde_at_ralfhoelzer_dot_com – Joern Ahrens kde_at_jokele_dot_de – Oliver Doerr oliver_at_doerr-privat.de • 2006 – Elle Stone jrle1_at_twcny_dot_rr_dot_com • 2007 – Kåre Särs kare_dot_sars_at_iki_dot_fi – Anne-Marie Mahfouf annma_at_kde_dot_org • 2003-2010 – Gerhard Kulzer gerhard_at_kulzer_dot_net • 2017-2018 – Antoni Bella Pérez antonibella5_at_yahoo_dot_com >

Traduzione della documentazione a cura di Federico Zenith, Valerio Passini e Paolo [email protected] Questa documentazione è concessa in licenza sotto i termini della GNU Free Documentation License. Questo programma è concesso in licenza sotto i termini della GNU General Public License.

120 Manuale di Showfoto

Capitolo 10

Indice analitico

C Commenti, 114 E EXIF, 114 G GPS, 106 I IPTC, 114 M Makernote, 114 Mappa, 106 Metadati, 114 P Presentazione, 112 S Scanner, 103 X XMP, 114

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