INDICE

4 14 24 CIVITA D’ANTINO 36 44 52 62 GIOIA DEI 70

I Comuni Celano CENNI STORICI menti del lago deter- strategica di controllo minarono l’abbandono sulle vie di comunica- del primitivo insedia- zione tra l’Italia cen- mento celanese e il suc- trale e meridionale. cessivo trasferimento Gli abitanti dovettero della popolazione sul abbandonare le pro- Monte Tino. Tale loca- prie case che vennero lità fu scelta per la sua incendiate e distrut- posizione strategica te così come il castel- naturalmente protetta lo. Restò indenne solo contro le aggressioni la chiesa di S. Giovan- dei nemici e le insidie ni Evangelista, oggi S. del lago. Maria delle Grazie. I Solo nell’VIII secolo, celanesi furono esilia- con i Franchi, il territo- ti in Sicilia, Calabria rio conobbe un’intensa e Malta e lì restarono rinascita economica e, fino al 1227. Nel lu- in quanto caput Mar- glio di quell’anno Fe- sorum, fu spesso resi- derico II, per interces- Gole di Celano denza dei conti marsi- sione del papa Onorio cani. Archivio Associazione III, permise ai celane- Celano, veduta panoramica - Foto di Francesco Scipioni Il momento di massimo Antiqua si di tornare in patria. splendore coincise con Il nuovo paese sorse ai L’abitato di Celano si dispone sulle anni fa con una continuità insedia- la presenza del conte Pietro Berar- piedi del monte Tino e, per ordine pendici del Monte La Serra (il me- tiva che si è protratta fino ai nostri di che, dopo aver riunito nel 1198 dello stesso imperatore, si chiamò dievale Mons Celanum) a 860 m. giorni. Il ritrovamento dell’inse- le contee di Alba e Celano, tentò di Cesarea. Solo dopo la morte di Fe- s.l.m. Il suo nome deriva probabil- diamento palafitticolo perilacustre, ampliare i suoi domini oltre l’Abruz- derico II la città riprese il suo anti- mente dall’italico Cela, latino Caela noto come le “Paludi”, e della vicina zo, con lo scopo di creare un forte co nome. o Caelum, il cui significato è ancora necropoli sono una testimonianza stato cuscinetto tra il nord e il sud. In pochi anni venne ricostruito un incerto, ma probabilmente legato al significativa dell’età del Bronzo. Con l’avvento degli Svevi la situa- nuovo borgo munito di rocca e cin- nome “cielo” o al verbo “celare”. Tra il V e il IV secolo a.C. fu sicu- zione politica della contea celanese ta muraria. Nel corso dei secoli Ce- “Cèle” di , località situata sot- ramente un vicus con relativo op- subì un radicale mutamento. Il con- lano fu dominio, oltre che della fa- to il Monte Secine, ricorda l’antico pidum e, come in tutti i paesi rivie- te Pietro, in un primo momento av- miglia Berardi che vi rimase fino toponimo. raschi del tempo, anche a Celano a verso agli Svevi, passò prima dalla alla prima metà del XV secolo, della Centro importante della , causa della carenza di terre colti- parte di Federico II e nel 1210 di dinastia Piccolomini fino al 1592, caput marsorum durante il Medio- vabili si sviluppò un’economia pa- Ottone IV di Brunswich, ottenendo dei Savelli fino al 1712 e degli Sfor- evo, Celano ha avuto origini anti- storale che si esauriva nella transu- da quest’ultimo importanti privile- za - Cesarini fino al 1742. Nel XIX chissime. Sono varie le ipotesi ri- manza interna. Solo più tardi, con gi. Per il suo tradimento il Conte secolo Celano ebbe un nuovo asset- guardanti il primo insediamento la Lega Sabellica (343 a.C.) i Mar- Pietro fu destituito e a lui succes- to amministrativo e giurisdiziona- della città, ma rimane certo che, fin si ebbero garantiti i pascoli estivi se Tommaso, che si ribellò metten- le che favorì la riduzione dei centri dai tempi antichi, occupasse la riva dell’Appennino e quelli invernali do in fuga le truppe imperiali. Nel abitati facenti parte del suo territo- nord del lago Fucino. nella costa adriatica e frentana. 1223 l’imperatore pose Celano sot- rio. La presenza umana nell’area è do- Nel V - VI secolo d.C. le invasioni to assedio, temendone la posizione cumentabile a partire da 18.000 barbariche e i frequenti straripa- I Comuni Celano IL CASTELLO La struttura è nota come Castello d’Aragona. ti (1695, 1706, 1780) provocaro- tali a tutto sesto. Al centro è situa- Piccolomini, una denominazione Il Piccolomini trasformò il castello no danni di diversa entità, fino a to il pozzo che, in passato, dava che pone l’accento su una datazione in palazzo residenziale effettuando quando la scossa del 1915 provocò l’opportunità di utilizzare l’acqua quattrocentesca del complesso ar- poche modifiche: fu completato il il crollo di tutte le strutture oriz- piovana raccolta nella sottostante chitettonico. Con molta probabilità secondo piano del loggiato del cor- zontali, lasciando lesioni profonde cisterna scavata nella roccia. Sul però la prima fase della costruzio- tile con archi a tutto sesto imposta- sui muri superstiti. I lavori di rico- loggiato del piano nobile si affaccia ne risale al 1392, quando il Conte ti su capitelli recanti i simboli della struzione, intrapresi nel 1940 e in- il pregevole portale della cappella di Celano Pietro Berardi ordinò l’e- sua famiglia, vennero aperte diver- terrotti a causa della seconda guer- di S. Andrea (XV secolo), che reca dificazione della ra mondiale, ripresero nel 1955 e si sull’architrave lo stemma della fa- chiesa di sant’An- conclusero nel 1960 riportando il miglia Piccolomini. gelo e dell’antico castello al suo aspetto originario e Dal 1992 il castello di Celano è convento dei Ce- ponendo in risalto gli elementi che sede del Museo d’Arte Sacra della lestini, donando ne caratterizzavano la funzionalità Marsica. Qui si trovano opere d’ar- ai monaci il suo difensiva. te provenienti da diverse chiese antico palazzo. In Si accede al castello tramite un del territorio, dal Museo Nazionale questa prima fase doppio ingresso situato lungo il dell’Aquila e dal Museo di Palazzo furono costruiti lato sud-est, protetto da un fossato Venezia di Roma. Le sale sono ar- la cinta muraria asciutto e da un rivellino. Il primo ticolate in più sezioni coprendo un e i primi due pia- ingresso è munito di ponte levatoio ampio arco cronologico che va dal ni del mastio fino e il secondo, più antico, di un arco VI al XIX secolo: scultura (lapidea alla cornice del ogivale sormontato da una cadito- e lignea), pittura (murale, su tela marcapiano. ia. Un terzo ingresso carrabile è si- e su tavola), oreficeria e paramenti Nel 1451 Lionel- tuato a nord-est. sacri. Particolare attenzione meri- lo Acclozamora, Il circuito murario, munito di un- tano le ante lignee (XII secolo), la marito della con- dici torri a scudo e cinque rotonde, stauroteca (XIII secolo) e il tritti- tessa Icobella (ni- circoscrive diversi spazi verdi e la co (XIV secolo) provenienti da Alba pote di Pietro), lizza, di forma pressoché circolare. Fucens, il dipinto su tavola (XV se- portò quasi a L’edificio, a pianta rettangolare con colo) raffigurante la Vergine attri- compimento l’o- torri quadrate ai vertici, si sviluppa buito ad Andrea Delitio e la croce pera con la realiz- su tre piani, l’ultimo dei quali carat- processionale degli Orsini datata zazione del piano Castello Piccolomini - Foto di Sofia Leocata terizzato, all’esterno, dalla presen- 1334. nobile, del cam- za di bifore archiacute, di una trifo- Nel 2003, infine, è stata inaugurata mino di ronda e delle quattro torri se finestre e varie loggette pensili, ra e di alcune finestre architravate la Sezione Archeologica che ospita d’angolo. La costruzione si presen- furono effettuate migliorie alla cin- rinascimentali. L’intera costruzione la prestigiosa Collezione Torlonia, ta nel suo insieme compatta e ar- ta muraria, con la costruzione delle è coronata dall’apparato a sporgere i cui materiali sono stati rinvenu- monica, nonostante i due tempi di antiporte e di grandi torri circolari, continuo ed è arricchita dalla mer- ti durante i lavori per il prosciuga- edificazione abbiano dato al castel- che inglobarono quelle precedenti. latura delle quattro torri angolari. mento del lago Fucino. Compren- lo diverse caratteristiche di stile. Altri signori del castello furono in Il cortile interno è porticato a dop- de importanti fregi architettonici Nel 1495, con la morte di Ruggerot- successione i Peretti, i Savelli, gli pio ordine di colonne con possen- che rievocano il panorama lacustre to, si estinse la dinastia dei Berardi Sforza - Cesarini, gli Sforza - Cabre- ti piloni medievali che sostengono antico, monete, statuine, sculture, anche se già nel 1463 Antonio To- ra Bovadilla, i De Torres, gli Arezzo archi a sesto acuto, a ciascuno dei armi e utensili che interessano un deschini Piccolomini aveva ricevuto e i Dragonetti. quali si sovrappongono rispettiva- arco temporale dal III millennio la contea di Celano da Ferdinando Nel corso dei secoli vari terremo- mente coppie di archi rinascimen- a.C. fino al XVI secolo. I Comuni Celano CHIESA DI S. GIOVANNI BATTISTA CHIESA DI S. MARIA DI VALLEVERDE La chiesa sorse nella seconda metà scimentale. La lunetta del portale Secondo la tradizione la chiesa sa- centesco raffigurante la Madonna del Duecento per volontà di Rugge- è decorata da un affresco quattro- rebbe stata edificata sul luogo dove con Bambino tra i Santi Francesco ro I e divenne ben presto la parroc- centesco, della scuola di Andrea De S. Francesco d’Assisi soggiornò in- e Giovanni da . chiale del nuovo incastellamento di Litio, raffigurante la Madonna con Celano sul colle di S. Flaviano. Bambino fra S. Giovanni Evange- torno al 1220. La chiesa con l’an- L’interno è a navata unica con vol- Nella prima metà del Quattrocento lista e Papa Bonifacio IV. Il sovra- nesso convento dei Ri- ta a crociera e tre cap- artisti aquilani terminarono la fac- stante rosone in stile gotico fiorito formati di S. Giovanni pelle sul lato sinistro. ciata e Andrea De Litio collaborò alla presenta una ricca cornice impre- da Capestrano fu volu- La Via Crucis è costi- realizzazione dei nuovi affreschi in- ziosita da fiori, testine di putti e ta da Lionello Accloz- tuita da tele del XVIII terni. Sul finire del secolo successi- volute rinascimentali a rilievo. L’in- zamora nella metà del secolo e sulla parete vo fu realizzato il portone in legno terno è a tre navate suddivise da di castagno a Quattrocento e fu ul- destra della navata, due battenti. timata nel 1503 dalla in alto, sono collocate Dopo il ter- famiglia Piccolomini. due pale d’altare del- remoto del Il convento arrivò a la prima metà del Cin- 1706 la chie- ospitare più di 50 frati quecento. sa subì forti interventi di e venne soppresso nel Nel centro della na- restauro, che 1809. Fu poi danneg- vata e prima del pre- videro la ri- giato dal terremoto sbiterio si colloca la costruzione del 1915 e restaurato scala balaustrata che della parte nel 1932. immette nella crip- presbiteria- La facciata della chie- ta, detta Paradiso, a le e dell’ab- Chiesa di Santa side e la rea- sa è a conci di pietra pianta poligonale con levigata locale, con Maria Valleverde finestre trilobate. L’in- lizzazione di Foto di Francesco Scipioni decorazioni coronamento orizzon- gresso è costituito da barocche con tale, cornice media- una porta lignea a due volte a botte na e portale centrale sovrastato da battenti del XVI secolo, delimita- che nascose- ro quelle pre- un ampio finestrone caratterizzato ta da un basso arco rinascimenta- dallo stemma a scudo dei sovrani le con stemmi laterali riferibili ai cedenti a cro- Chiesa di San Giovanni Battista - Foto di Francesco Scipioni ciera e i loro di Aragona e Castiglia. Il portale di sovrani D’Aragona - Castiglia e ai affreschi. Il tipo romanico a strombo è delimita- conti Piccolomini - Silveri, entram- terremoto del 1915 distrusse la sa- pilastri ottagonali che sorreggono to da due lesene scanalate, capitel- bi contrassegnati dall’aquila impe- grestia e i locali annessi riportando arcature ogivali. La navata latera- li floreali e archivolto decorato da riale di Carlo V. Le pareti interne alla luce parte delle strutture più le destra presenta cinque arcatelle antiche. tardogotiche, i sottarchi e parte di un rinascimentale tralcio di vite. Al sono affrescate con scene tratte dal- La facciata è a capanna, con cornice pilastri decorati da affreschi quat- centro dell’architrave si trova l’im- la vita di Cristo e le volte con sim- mediana orizzontale, rosone a ruo- trocenteschi. magine dell’ Agnus Dei con sten- boli dell’aquila imperiale di Carlo ta in stile gotico, portale a strom- dardo triangolare segnato dallo V, le mezzelune dei Piccolomini e le bo con arcatura a tutto sesto di tipo stemma dei Piccolomini. La lunetta teste di toro dei Silveri. lombardo e ricco archivolto rina- è decorata da un affresco cinque- Annesso alla chiesa è il convento I Comuni Celano

francescano con chiostro databile ta di 160 volumi (Cod. Vat. 11268), alla seconda metà del Quattrocen- di cui 53 ad usum commune e 107 to: sulle pareti sono sopravvissu- ad usum fratrum. Al momento della te solo poche lunette affrescate del soppressione degli Ordini Religio- Seicento, che illustrano la vita di S. si del 1811, la biblioteca contava Francesco e S. Giovanni da Cape- 357 titoli. Un decisivo incremento strano. Collegato al chiostro è l’am- di volumi si deve a P. Osvaldo Lem- pio refettorio decorato sul fondo da me direttore dal 1982. La biblioteca un grande lunotto, dipinto nel tar- consta di 100.000 titoli, di alcuni do Cinquecento. volumi rari e di numerosi autografi Fin dalle origini il convento di S. di personaggi illustri come Manzo- Maria di Valleverde fu dotato di ni, Tolstoj, Hugo, Carducci, Doni- una discreta biblioteca che da un zetti, Mascagni, Papini e Silone. inventario del 1600 risultava forni-

SITO ARCHEOLOGICO IN LOCALITÀ “LE PALUDI” Il sito preistorico situato nella loca- mente, della media e tarda età del lità denominata “Le Paludi” è stato Bronzo: vasi miniaturistici, pesi e Museo Archeologico di Paludi - Foto di Francesco Scipioni indagato a partire dal 1985 sino al museruole da telaio, ceramica in 1998, con varie campagne di sca- impasto refrattario e oggetti legati ste in circolo e all’interno presen- gico in località “Le Paludi” è sor- vo che hanno portato alla luce dati alla produzione casearia quali coli- tano una fossa sepolcrale rivestita to il Museo di Preistoria. Lo spazio di notevole importanza scientifica ni e bollitori. Gli oggetti in bron- di pietre, di circa due metri di lun- espositivo di circa 3500 mq coperti, relativi a un esteso insediamento zo più significativi sono costituiti ghezza, con orientamento est-ovest comprendente anche un vasto set- impiantato sulla riva settentriona- da oggetti pertinenti sia al corre- e sarcofago costituito da un tronco tore dedicato alle mostre tempora- le del lago Fucino nel corso del III do personale, come fibule, anelli, d’albero incavato e coperto da una nee, è stato pensato come un gran- millennio a.C., utilizzato fino alla bracciali, fermatrecce e aghi, sia più sottile sezione di tronco. Sono de tumulo sotterraneo coperto da fine dell’età del Bronzo. Le peculia- da utensili da lavoro come scalpel- state esplorate tre sepolture fem- un prato verde, sul modello delle ri caratteristiche ambientali del vil- li, punteruoli, coltelli e pugnali. minili, di cui una particolarmente vicine tombe a tumulo dell’età del laggio preistorico hanno assicurato Con gli scavi è rinvenuta anche una ricca nel corredo e con tumulo di Bronzo. La struttura ospita labora- la perfetta conservazione di alcuni necropoli collocata sulla medesi- circa cinque metri di diametro, una tori e depositi, una sala conferenze elementi, quali le basi dei pali di le- ma sponda del lago e costituita da maschile, segnalata da una stele in e un centro di restauro. gno delle capanne di forma rettan- tombe a tumulo dell’età del Bronzo pietra orientata verso ovest, e due golare con copertura displuviata. finale. I tumuli sono di circa quat- infantili. Tra i materiali rinvenuti si eviden- tro metri di diametro. All’esterno Progettato in perfetta integrazio- ziano tazze e vasellame, rispettiva- sono circoscritti da pietre dispo- ne con l’importante sito archeolo- Testi a cura di Sofia Leocata I Comuni

TRADIZIONI POPOLARI Eventi religiosi: • 17 gennaio: Festa di S. Antonio Abate. • 13 giugno: Festa di S. Antonio da Padova. • 24 giugno: Festa di S. Giovanni Battista. • 24-26 agosto: Festa dei Santi Martiri, Simplicio, Costanzo e Vittoriano, partoni di Celano. • mese di agosto: Festa dell’Assunta.

Testo a cura di Emanuele Montanari

Castello Piccolomini Foto di Sofia Leocata I Comuni Cerchio CENNI STORICI fino al tardo impero. La e lungo il territorio necessità di migliora- dell’odierno . re l’economia agropa- Gli eventi seguiti alla storale e di avvicinarsi crisi dell’Impero ro- alle vie di comunica- mano toccarono anche zione vide gli abitanti questo territorio che, tornare a stabilirsi in nel IV secolo, in seguito villaggi di pianura. Ri- alle modifiche ammini- sale a questo periodo strative succedutesi a un frammento di iscri- partire da Costantino zione protosabellica fino a Teodosio, fu as- che proviene dal vicus segnato alla Provincia di Santa Monica. Valeria. Al terremoto Certamente anche que- del 375 seguirono le sto territorio fece par- invasioni barbariche, te della confederazione la guerra bizantino- dei Marsi contro cui i Particolare della fontana gotica e l’invasione dei posta davanti alla Chiesa Romani entrarono in longobardi che assog- Cerchio, veduta aerea - Archivio Comunità Montana Marsica 1 dei SS. Giovanni e Paolo conflitto durante la se- Archivio Comunità gettarono la Marsica Tracce di occupazione umana sono ra indusse gli abitanti a spostarsi conda Guerra Sanni- Montana Marsica 1 nel 591 e la organizza- attestate nell’età del Rame (III mil- sulle alture, costruendo l’oppidum tica. Dopo la conqui- rono in un gastaldato lennio a.C.) in un sito di altura a (città fortificata) nell’area dell’at- sta romana fu inserito sottoposto al ducato di Nord di Cerchio in località Capaz- tuale centro storico di Cerchio. Dal nella tribù Sergia e coinvolto nelle Spoleto. zano, individuato grazie a raccolte circondario della contrada San- vicende che riguardavano la capi- Un aiuto importante agli abitanti, di superficie di frammenti di cera- ta Monica provengono materiali tale, rientrando nella Regio IV Sa- che continuarono a vivere pratican- miche a squame del tipo Laterza. Il orientalizzanti e arcaici pertinenti bina et Samnium. Alcune epigrafi e do prevalentemente l’agricoltura e sito sembra essere stato abbando- a sepolture, che lasciano ipotizza- un Thesaurus, ritrovato nel 2006, la pastorizia, venne dato dalle comu- nato nelle successive età dei Metal- re l’esistenza di una necropoli con ricordano l’esistenza del vicus. nità monastiche benedettine legate li per essere poi rioccupato in età continuità d’uso dall’età del Ferro Con il prosciugamento di età clau- alle abbazie di Cassino e Farfa, che romana e medievale. all’età arcaica. dianea, aumentarono i terreni col- iniziarono a diffondersi costruendo Testimonianze relative alla media Nel periodo italico iniziò a piani- tivabili che consentirono il prospe- chiese e monasteri, e che continua- età del Bronzo (XV – XIV secolo ficarsi il sistema vicano-paganico, rare delle comunità, almeno fino al rono ad adoperarsi durante il Re- a.C. fase appenninica) si riscontra- che prevedeva lo spostamento degli funzionamento dell’emissario: pri- gno carolingio, quando la Marsica no nell’insediamento La Ripa, un abitati verso le zone pianeggianti, ma di cosotiuirsi in un unico agglo- diventò sede di Contea autonoma e tempo posto sulle rive del lago Fu- per essere più vicini alle aree col- merato urbano, Cerchio era forma- durante le invasioni saracene. cino. Nell’età del Ferro il fenome- tivabili e ai circuiti viari, e che ca- to da tradici villaggi, casali e ville Come conseguenza di queste deva- no dell’abbandono dei siti di pianu- ratterizzò il comprensorio Fucense disseminati intorno al lago Fucino stazioni, i tredici villaggi sparsi si I Comuni Cerchio REPERTI ARCHEOLOGICI: unirono per arroccarsi su un’altu- passò alla famiglia degli Orsini e IL THESAURUS, EPIGRAFI DAL VICUS DI ETÀ ra ed edificarono Circlu, citato per poi ai Piccolomini che lo cedettero ROMANA, VILLE E CASALI DELLA PRIMA ETÀ la prima volta in un documento di ai Peretti nel 1591. Montecassino dell’818. Nel corso del Seicento il borgo pro- IMPERIALE, REPERTI DI ETÀ LONGOBARDA Nel XII secolo con il dominio nor- sperava, aveva chiese, conventi e manno degli Svevi, quando la Mar- un ospedale, ma l’epidemia di pe- sica era soggetta al Principato di ste di metà secolo e i terremoti del Capua, il territorio di Cerchio, che Settecento decimarono la popola- doveva essere un piccolo abitato, zione. Nel Settecento fu aperta nel diventò feudo della contea di Cela- paese anche una farmacia, chiama- no. Nel corso del dominio degli An- ta Continenza, ancora è visitabile. gioini Papa Bonifacio VIII redasse Anche Cerchio subì la catastrofica le due Bullae Indulgentiarum. distruzione causata dal terremoto Agli inizi del XV secolo il feudo, del 1915. prima dominato dai conti Berardi,

VILLAGGIO PROTOSTORICO LA RIPA Il villaggio è stato indagato con scavi sistematici, benché risultasse parzialmente distrutto da una cava. Il sito, utilizzato fino alla prima età del Ferro venne ricostruito dopo un incendio, verificatosi probabil- Le montagne di Cerchio - Archivio Associazione Antiqua mente nel periodo finale del Bron- Il thesaurus era una cassetta delle una cavità semisferica si apre nella zo, dopo il quale venne costruito un offerte sistemata davanti alla fac- faccia superiore, nella quale si tro- terrazzamento, che ha in parte obli- ciata di un tempio per raccogliere va una fessura ovale, che serviva terato alcune abitazioni precedenti. le monete, versate soprattutto pri- per inserire le monete delle offer- Da ritrovamenti di superficie e dallo Cerchio, veduta aerea ma dei sacrifici. Veniva svuotato di te, raccolte in un contenitore sotto- scavo sono emersi ceramica appen- Archivio Comunità Montana Marsica 1 norma una volta l’anno. stante. ninica databile al Bronzo medio e anche il rinvenimento di un disco protovillanoviana relativa al Bron- Il thesaurus di Cerchio fu rinvenuto Nella stessa zona nella quale è sta- corazza di bronzo. Altri dischi co- zo finale, resti di fauna, di capan- nel 2006 durante scavi privati. Ha to rinvenuto il thesaurus sono sta- razza, provenienti dal territorio di ne e oggetti di età Orientalizzan- la forma di un capitello, con calot- te trovate numerose monete databi- Cerchio, di cui non è noto il conte- te (VIII-VII secolo a.C.), pertinenti ta ribassata nella parte inferiore e li al II e I secolo a.C., la qual cosa sto archeologico di rinvenimento, a sepolture che farebbero pensare, un plinto quadrangolare nella par- lascia supporre che il thesaurus sia sono conservati in numerosi musei per questo periodo, ad un cambia- te superiore. Una delle facce latera- stato abbandonato in seguito ad un italiani. mento d’uso dell’area. Va ricordato li del plinto presenta un’iscrizione; evento catastrofico. I Comuni Cerchio CHIESA DI SAN BARTOLOMEO L’iscrizione incisa su due linee si MENTORUM”, che aveva costruito La prima citazione della può datare tra fine II e inizi I seco- la propria ascesa sociale attraverso chiesa è legata all’istitu- lo a.C. e informa che Gaio Didio, fi- la carriera militare. zione del primo Giubileo, glio di Petrone, e Vettio Alfio, figlio Le ville e i casali di età imperiale voluta da papa Bonifacio di Publio, magistrati di un vicus, erano insediamenti molto piccoli, VIII nel 1300, quando, i curarono l’appalto per la costruzio- privi di difese e posti in prossimi- notabili di Cerchio otten- ne e l’installazione del thesaurus in tà di terre coltivabili. Prima della nero la Bulla Indulgentia- onore di Ercole. nascita di Circlu, dopo le varie in- ru. Nel territorio di Cerchio sono state vasioni, esistevano villaggi sparsi: Dopo la fine del Seicento rinvenute tre iscrizioni relative al il casale de Circulo, Palude, Gerva- l’edificio venne completa- vicus di età romana. La prima: “A.C. riana, Villa Petellina, Villa Filimini, mente restaurato: a que- L. E RUFUS PROBAUE (RUNT)” Casale Patiamo o Paziono, Casale sto periodo sono databili datata al I sec a.C. attesta l’esisten- Ottiano o Ozzano, Pomperano Ave- il portale e le tre statue za di un’opera pubblica fatta erige- nusio, Casale Cavezzano, Villa Ma- in terracotta policroma di re dai due personaggi citati, forse gna, Castello Premuto. San Bartolomeo, della Ma- magistrati locali. La presenza di Longobardi nella donna col Bambino e di Le altre due sono datate al I seco- zona è attestata dal ritrovamento di Sant’Antonio di Padova, lo d.C.: la prima è una stele funera- alcuni reperti sporadici di età lon- tutte di produzione abruz- ria in onore di un certo Albio Tor- gobarda, tra cui un manico d’osso zese. quato “REDEMPTORI OPERIS”, di un pugnale e un anello in lega Unici resti della struttura imprenditore edile; l’altra muti- d’argento conservato nel Museo di precedente sono rintrac- la, conservata a Cerchio, parla di Cerchio. ciabili probabilmente ne- un personaggio “QUAESTOR ALI- gli elementi architettonici del nuovo portale. Fonti storiche illustrano l’aspetto che la chiesa ave- va nel 1700. La facciata esterna era molto semplice e l’interno, Portale della Chiesa di San Bartolomeo ad aula unica, presentava Archivio Comunità Montana Marsica 1 un presbiterio rialzato cir- condato da sedili, l’altare decorate da altre figure, il pulpito ricoperto di stucco e decorato da di legno e una cappella con raffigu- una nicchia centrale con l’immagi- razioni di santi. Colpita dal sisma ne in rilievo della “Vergine coll’E- del 1915 fu restaurata nel 1986. terno Padre” e due nicchie laterali I Comuni Cerchio BULLAE INDULGENTIARUM CHIESA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE Le due Bullae Indulgentiarum fu- festività stabilite. La chiesa prende il nome dal mezzo rono concesse da papa Bonifacio La seconda, redatta in occasione busto della Madonna delle Grazie VIII; la prima nel 1295 alla comu- dell’istituzione del primo Giubileo che custodisce. Edificata nel 1530 nità benedettina di S. Pietro in Fli- nel 1300, concedeva l’indulgenza a col titolo di S. Maria delle Grazie mini, l’altra nel 1300 alla chiesa di coloro che avessero fornito lavoro di Corbarolo, nel secolo successivo, S. Bartolomeo. gratuito e avessero frequentato la le fu annesso il convento dei frati La prima fu redatta ad Anagni ed chiesa nelle festività indicate. Con Agostiniani Scalzi. Sulla facciata liscia si apre il porta- le di pietra e la soprastante finestra quadrata. L’interno presenta un’u- nica navata, coperta da una volta a botte, e il presbiterio leggermente rialzato. Il coro è posizionato sopra Chiesa della Madonna delle Grazie la sacrestia a sinistra dell’altare. Archivio Associazione Antiqua Il convento fu soppresso alla fine Febbraio 1803, dopo che la chiusu- del Settecento e i suoi beni passa- ra della chiesa, apparve la statua rono a Cerchio. della Madonna sopra l’altare, dove Una leggenda racconta che, il 2 ancora oggi è conservata.

MUSEO CIVICO Il Museo Civico di Cerchio fu istituito nel 1986 nell’ex con- vento degli Agostiniani Scalzi, grazie all’interesse di Fiorenzo Madonna Bulla Indulgentiarum - Foto di Mauro Vitale Amiconi. Conserva una notevole col bambino raccolta di arte sacra, numerosi esposta al Museo Civico in essa il papa poneva in evidenza questa seconda bolla, papa Bonifa- reperti archeologici provenienti dal territorio circostante e sezio- di Cerchio l’importanza della giustizia religio- cio VIII intendeva anche raccoglie- Archivio sa. La bolla concedeva l’indulgen- re intorno alla chiesa di S. Barto- ni dedicate all’etnografica, alla Associazione za di quaranta giorni a coloro che, lomeo la popolazione sparsa nelle civiltà contadina e ai mestieri. Antiqua dopo essersi confessati ed aver ri- campagne per avviare un processo cevuto la comunione, avessero visi- di conversione. Testi a cura di tato la chiesa nei giorni di alcune Antonella Saragosa I Comuni

TRADIZIONI POPOLARI Eventi religiosi: • 17 gennaio: Feste di Sant’Antonio Abate, Sagra dei Granati e della Porchetta. • prima domenica di settembre: Festa e fiera della Madonna delle Grazie. • mese di maggio: Festa di San Isidoro. • mese di giugno: Festa dei Santi Giovanni e Paolo e di Santa Lucia. • 13 giugno: Festa di Sant’Antonio da Padova. Eventi enogastronomici • 15 agosto: Palio della Ruzzica. La ruzzica è una forma di formag- gio che viene legato con uno spago al polso del concorrente, che con abilità lo lancia srotolandolo vigo- rosamente. • 23 e 24 agosto: Corteo storico del- la “Bulla Indulgentiarum”. Suggestiva sfilata del corteo sto- rico con figuranti, sbandieratori, balestrieri, tamburini e i cavalieri con antiche armature, che rievoca la cansegna della Bulla redatta da Manifesto del corteo storico Bonifacio VIIII. Per tutta la dura- della Bulla Indulgentiarum ta dei festeggiamenti il documento Archivio Comunità originale resterà esposto nel Museo Montana Marsica 1 Civico

Testo a cura di Emanuele Montanari I Comuni Civita d’Antino CENNI STORICI La romanizzazione veniva favorita degli attuali giardini pubblici, dove anche dalla presenza delle due co- vennero rinvenute alcune basi di lonie latine di Sora, posta all’inizio statue. della , e di Alba, fonda- Pertinenti a questa fase urbanistica ta in territorio Equo. Tra fine III e tardo repubblicana sono i resti an- inizi II secolo a.C. si data una stipe cora visibili di due muri paralleli, votiva rinvenuta presso i resti della realizzati in opera reticolata, indi- casa di S. Lidano, in via Manzoni, cati come terme, che però probabil- che ha restituito ex voto anatomi- mente sono delle costruzioni di ter- ci, zoomorfi , statuine, ceramica a razzamenti. Queste strutture sono vernice nera, bronzetti e monete di localizzate all’interno di un orto, bronzo e di argento. lungo l’omonima via. Alla fine della guerra sociale, nel- In età imperiale troviamo ad Anti- la quale i Marsi erano stati a gui- num personaggi influenti non loca- da della rivoluzione, Roma conces- li, evidentemente attratti dalla fio- se la cittadinanza romana e creò le rente coltivazione dell’ulivo e dei prime vere strutture urbane con la fichi e dall’allevamento. trasformazione di alcuni insedia- Inserita da Marco Aurelio fino a Civita d’Antino, veduta aerea - Archivio della Comunità Montana Marsica 1 menti in municipi, che assunsero la Diocleziano nell’urbica diocesis e da Civita d’Antino si trova nella Valle strutturazioni legate alla municipa- funzione di centri amministrativi Diocleziano in poi nella provincia Roveto, un territorio che fu presto lizzazione, si ritrovano nella “Terra giudiziari e religiosi, con il control- Flaminia et Picenum, nel 398 passò conquistato dai Marsi in quanto Vecchia”, una zona posta ad occi- lo di tutti i villaggi minori. Anche nella nuova Provincia Valeria. permetteva l’accesso alle vie della dente che fu abbandonata intorno Antinum, insieme a Marruvium e L’abbandono della parte occidentale transumanza e il collegamento con al V-VI sec d.C. per essere poi rioc- Anxa diventò un municipio inseri- dell’abitato, registrato a partire dal il Lazio meridionale e la Campania. cupata durante l’alto Medioevo. Per to nella IV Regione Sabina et Sam- V-VI sec. d.C., dimostra come anche Il primo stanziamento sul sito di il resto, la continuità di vita fino ai nium e iscritto nella tribù Sergia, Antinum abbia sofferto per le conse- Civitella è un centro fortificato di nostri giorni, verificata attraverso certamente scelta per le dimensio- guenze derivate dalla crisi dell’im- 39 ettari, di forma trapezoidale e alcuni scavi archeologici, ha seria- ni e per la sua posizione di accesso pero, affrontando le invasioni bar- difeso da una cinta muraria in ope- mente compromesso le strutture alla piana del Fucino. bariche, la guerra bizantino-gotica, ra poligonale, nel quale sono stati antiche. Come conseguenza la città fu sot- l’invasione dei Longobardi e quelle trovati reperti databili dal IV seco- Dopo il trattato del 304 con Roma, toposta ad una riqualificazione ur- saracene. Gli abitanti si rifugiaro- lo a.C. L’oppidum, che si chiamava alla fine della seconda guerra sanni- banistica, per essere dotata delle no all’interno delle mura antiche e Antinum, era abitato stabilmente tica, l’insediamento si integrò rapi- strutture necessarie ad un munici- iniziò anche per Civita il fenomeno ed era uno dei più importati centri damente nella cultura latina, come pio, quali curia, foro, teatro e tem- dell’incastellamento caratteristico marsi. attesta l’iscrizione della Lamina di pli. Anche le mura furono ristrut- del periodo carolingio, quando la La poche tracce archeologiche di Antinum della seconda metà del III turate. Probabilmente il foro, di età Marsica diventò sede della contea questo impianto, precedenti alle ri- secolo a.C., redatta in lingua latina. repubblicana, si trovava nell’area dei Marsi. I Comuni Civita d’Antino LE MURA

Intanto l’abitato aveva ripreso ad Dopo i normanni arrivarono gli La cinta muraria in opera poligo- ovest e probabilmente una porta a occupare le zone precedentemente Angioini, che inserirono la Marsica nale che circondava il primitivo in- nord, nel luogo dove è l’ingresso abbandonate e nell’XI secolo vi tro- nello Justitiariatus Aprutii ultra flu- sediamento di Antinum, datata dal di età medievale. Porta Campanile viamo insediati i conti dei Marsi. men Piscarie, e poi le nobili famiglie V al III sec. a.C., si estendeva su tre immetteva sulla via principale del- Erano presenti anche alcune comu- romane degli Orsini e dei Colonna. lati, giacché sul lato sud-est una pa- la città che conduceva all’acropoli, nità di monaci benedettini dipen- Quest’ultimi avendo ottenuto dal re rete rocciosa a strapiombo fungeva posta nel settore orientale, e con- denti dal monastero di Spagna Ferdinando da difesa naturale. Tre porte si apri- serva ancora parte della struttura di Montecassino, che il Cattolico la baronia vano nel circuito ed erano coordina- originale in opera poligonale, sulla beneficiò spesso del- della Valle Roveto la te alla viabilità interna: porta Flora destra del corridoio. le donazioni dei con- conservarono fino al a nord-est, porta Campanile a sud- ti dei Marsi e di altri 1806, quando fu san- notabili del luogo. A cita l’abolizione del- questo periodo risale le proprietà feudali. LAMINA DI ANTINUM la costruzione della Nel Cinquecento ven- La Lamina di Antinum è un’iscrizio- stava ad indicare colui che aveva il torre quadrata detta ne costruito il famoso ne della seconda metà del III sec. a.C. compito di dividere in centurie la dei Colonna. palazzo dei Ferrante. redatta in lingua latina con qualche popolazione pronta per le armi. La Durante il dominio Dall’epoca dei Colonna parola arcaica. La lamina è dedicata dedica risulta di particolare impor- normanno, nel XII se- il paese iniziò a subi- alla dea Vesuna, una divinità di ori- tanza in quanto dimostra che i Mar- colo, il castello diven- re un calo demografi- gine greca, da due magistrati, Pa- si avevano già adottato la lingua ne feudo della contea co, accentuato duran- cio e Vibio Pacu- di Roma, pur es- di Albe. te l’epidemia di peste vii e da un cetur. sendo ancora in- Nel secolo successivo del Seicento. Dopo il I due magistrati, dipendenti. furono rinforzate le 1806 Civita divenne pur avendo adot- mura di cinta e fu in- Civita d’Antino, sede comunale, nono- tato l’onomasti- nalzata la casa-torre fontana del centro storico stante ciò l’abbandono ca latina, man- detta di S. Lidano. Archivio Comunità del paese continuò per tengono il nome Montana Marsica 1 Le notizie che San le precarie condizioni locale della loro Francesco durante la di vita e il terremoto carica di med- sua visita in del 1915 peggiorò no- dices che però è si sia fermato per qualche tempo tevolmente la situazione. diventata colle- presso il convento francescano an- Una ventata di novità e di cultura giale sul tipo di nesso alla chiesa di S. Maria Mad- fu portata nel paese dai pittori da- quelle romane. Il dalena e che in questo territorio sia nesi che iniziarono a frequentar- titolo cetur, pro- Civita d’Antino, esistito un eremo in cui visse Cele- la dall’Ottocento fino alla metà del babilmente, è da scorcio nel centro storico stino V, sono fornite dal Corsignani Novecento e che lasciarono nume- intendersi come Archivio della Comunità ma non è possibile attestarne la ve- rose opere che ritraggono il paese ce(n)tur(io) e Montana Marsica 1 ridicità. e alcune sue manifestazioni. I Comuni Civita d’Antino VASCA TRA VIA DELLE TERME E VIA DEGLI ORTI EDIFICIO DI PORTA CAMPANILE La cisterna è venuta alla luce Nei pressi di porta Campanile sono da un muro posto in direzione nord- nel sito all’incrocio di via degli stati rinvenuti una serie di ambien- sud. Nella zona ad est di questo si Orti e via delle Terme: sono sta- ti pertinenti ad un unico edificio in- trovano gli ambienti A (a sud) e B ti individuati i lati a nord, ovest teressati da più fasi costruttive. Gli (a nord). Nella zona a ovest si tro- e sud delle murature, realizzate ambienti sono stati portati alla luce va il solo ambiente C, parzialmente in opera incerta rivestita da coc- solo in parte, infatti mancano i li- ciopesto. Sul pavimento è stato miti sia ad ovest che ad est. L’area è trovato uno strato di tegole ri- divisa orizzontalmente da un muro coperte da uno strato di brucia- posto in direzione est-ovest che rac- Civita d’Antino, incisione di Edward Lear to. corda le diverse quote su cui sono Archivio della Comunità Montana Marsica 1 stati impostati gli ambienti che si trovano a nord e a sud di esso. L’area a nord è stata intaccata da MAGAZZINO ROMANO uno sterro precedente, per cui ri- All’incrocio tra via delle Terme e via sulta difficile ricostruirne la se- Genova, sono stati rinvenuti i resti quenza stratigrafica e la relazione di un edificio utilizzato dal III–II con quella a sud. In quest’area tro- secolo a.C. fino alla tarda età impe- viamo tre ambienti, uno più gran- riale, forse con funzione di labora- de ad ovest e due più piccoli ad est torio artigianale o di magazzino, al separati da un muro posto in di- di sotto del quale sono stati trova- rezione nord-sud. Nell’ambiente ti frammenti ceramici del IV secolo ovest abbiamo due muri, il primo a.C. con orientamento nord-sud e l’altro L’edificio primitivo era suddiviso in Civita d’Antino, panorama verso est-ovest, affiancati a quel- due ambienti, dei quali quello a sud Archivio della Comunità li preesistenti, ma in momenti di- conservava parte del massetto pa- Montana Marsica 1 versi, e tre strati di pavimento in vimentale. Forse la struttura venne cocciopesto di cui due in fase con il Civita d’Antino, ruderi abbandonata a causa di un incen- realizzata una canaletta in opera muro nord-sud. Il muro est-ovest è cementizia. Archivio della Comunità dio. ricoperto da due strati di intonaco: Montana Marsica 1 La seconda fase di occupazione è Durante l’ultima fase costruttiva, il più antico bianco, il più recente databile tra fine I secolo a.C. e gli in età imperiale, l’ambiente sud fu rosso. Un altro muro, con tracce di inizi I secolo d.C. La ricostruzione diviso in due. intonaco bianco, venne aggiunto in indagato, in cui è stata individuata dei due ambienti mostra murature L’edificio venne abbandonato du- un momento successivo, a tagliare una pavimentazione in battuto di ricoperte da intonaco bianco e pro- rante la tarda età imperiale, infatti, tutti gli strati sottostanti. malta coperta da uno strato di ce- babilmente un pavimento in coccio- nello strato che ricopriva le struttu- Anche l’area a sud è interessata da nere. pesto. Nell’ambiente a nord venne re sono state trovate monete di età più fasi edilizie ed è divisa in due costantiniana. I Comuni Civita d’Antino ECCLESIA SANCTI STEPHANI DI ANTENA Nella zona est la prima fase costrut- mobile. Nel 1992, lungo via Genova, nei tiva prevedeva un unico ambiente, Nell’ambiente B la nuova pavimen- pressi della Casa di S. Lidano, sono con i muri portanti, una pavimen- tazione, rifinita da una bordura, stati portati alla luce alcuni resti tazione in cocciopesto e un pilastro venne installata intenzionalmente murari dell’Ecclesia Sancti Stepha- databile alla metà del II secolo a.C. solo nell’angolo sud-ovest e in ma- ni di Antena e l’area cimiteriale Durante una seconda fase costrut- niera più grossolana. esterna ad essa collegata, con sem- tiva venne costruito un tramezzo Una terza fase di intervento, inte- plici tombe a fossa e un ossario a lungo la direttrice est-ovest, che ressò il restauro parziale degli in- cassone di lastre di calcare. divise l’area nei due ambienti A e tonaci, con parti di intonaco bianco Al di sotto della struttura sono state B, fu sostituita la pavimentazione meno rifinito. rinvenuti due muri ortogonali tra con blocchetti quadrati di laterizi, Infine durante un’ultima fase di re- loro che conservano parte dell’into- inframmezzati da blocchetti di cal- stauro, databile all’età augustea, naco bianco di rivestimento, perti- care bianco, e le pareti furono rico- gli ambienti furono abbandonati e nenti alla fase romana dell’abitato. perte da intonaco rosso. dopo un breve periodo crollarono Gli archeologi hanno ipotizzato che Nell’ambiente A la nuova pavimen- tutte le strutture, incluso il tetto. potrebbero essere attribuiti ad un tazione fu posizionata su tutta la Il tutto fu ricoperto da uno spesso edificio sacro, sia perchè nei pres- stanza, in pendenza verso il centro. strato di argilla. si è stata ritrovata una stipe votiva Venne installata una canaletta lun- L’ambiente B doveva essere una cu- sia perché spesso le chiese cristia- go le pareti perimetrali, il cui buco cina, mentre quello A forse svolge- ne venivano costruite su precedenti di scolo fu ricavato a sud. Inoltre va la funzione di dispensa, munita luoghi di culto pagani. sulla parete sud fu incassato un di armadi. La chiesa di S. Stefano viene nomi- Civita d’Antino, scorcio nata per la prima volta in una Bol- nel centro storico la di Papa Lucio II del 1183 e dalle Archivio della Comunità citazioni successive appare chiaro Montana Marsica 1 che doveva trattarsi di una chie- sa importante che possedeva molti dunque, erano divise in due setto- beni. La struttura interna, divisa in ri, mentre sul terzo, posto in quota tre navate separate da arcate, pre- più alta, era impostato il presbite- sentava il piano di calpestio posi- rio. Il settore centrale ospitava otto zionato a tre quote diverse, raccor- sepolcri. La chiesa crollò nel 1762. date da pochi gradini. Le navate, I Comuni Civita d’Antino EREMO DELLA MADONNA DELLA RITORNATA

L’eremo è costituito da una picco- riale, oltre la quale si apre l’absi- stra dell’ingresso principale del ra ed una scavata nella roccia, al se- la chiesa e da una de. Tra gli arredi complesso, posta ad una quota in- condo piano ci sono altre tre stanze zona abitativa. Una è conservata una feriore. Questo ambiente, che forse accessibili da un corridoio voltato. scalinata in pietra statua lignea di è il più antico di tutto il santuario, Attualmente, il dipinto raffigurante conduce al porta- S. Barnaba. Al di ha le pareti affrescate con una serie la Madonna della Ritornata è con- le che immette in sotto dell’intonaco di stelle rosse. servato nella Chiesa di S. Stefano un ingresso da cui che ricopre le pa- La zona abitativa ha due piani; nel Protomartire. si accede da un reti si individuano primo ci sono due stanze in muratu- lato alla chiesa e lacerti di affreschi dall’altro agli am- di scuola bizanti- PALAZZO FERRANTE bienti domestici. na, purtroppo mol- La lunetta del por- to danneggiati. Il Palazzo Ferrante, costruito nel tale conserva un Il catino dell’absi- Cinquecento, è stato abitato da nu- affresco duecente- de è decorato da un merose generazioni dell’omonima sco che raffigura affresco dei primi famiglia. Danneggiato dai crolli la Madonna. anni del Duecento, causati dal terremoto del 1915, at- La chiesa venne ci- diviso in due parti. tualmente presenta un cattivo sta- tata per la prima Nella zona superio- to conservativo che necessiterebbe volta nella bolla di re è rappresentato di un importante restauro. Annessi Papa Lucio III del Cristo benedicen- al palazzo c’erano dei meravigliosi 1183 come “S. Ma- te in trono privo giardini. ria de Tornara”. Il di dorsale tra due All’interno era custodita una ric- nome del luogo sa- Civita d’Antino, boschi intorno figure, probabil- ca e preziosa biblioteca, purtroppo cro deriva dal di- all’eremo della Madonna mente Arcangeli. andata dispersa e una cappella pri- pinto su tavola del della Ritornata Il Redentore ha la vata, dedicata alla SS. Concezione, Quattrocento del- Archivio della Comunità mano destra alzata alla quale si accedeva direttamente la Madonna del- Montana Marsica 1 e la mano sinistra dall’abitazione. la Ritornata, così recante un libro. Il palazzo ospitò personaggi impor- chiamata perché, Nella zona inferio- tanti, in particolare il Re Ferdinan- secondo la leggenda, dopo essere re sono raffigurati Apostoli e Santi do II, il 12 luglio 1832. Tra gli altri stata sistemata nella grotta da un ognuno dei quali ha una pergame- illustri ospiti ricordiamo Richard contadino che l’aveva trovata, fu na in mano. L’affresco riprende lo Keppel Craven, Edward Lear, Teo- trasportata nella chiesa del paese, stile bizantino, campano e soprat- dor Mommsen, Haval, John Chet- Civita d’Antino, Palazzo Ferrante da dove scomparve per riapparire tutto cassinense, mediato da una wode Eustace ed Edward Dedwell. nuovamente nella grotta. elaborazione locale. Archivio della Comunità Anche il pittore danese Cristian Montana Marsica 1 L’interno della chiesa si presenta ad Sotto la chiesa si apre un altro Zarthmann vi soggiornò con il com- aula unica: una balaustra moderna ambiente voltato, da cui si accede pito di decorare il salone principa- in marmo separa la zona presbite- tramite una porta situata alla de- le. Testi a cura di Antonella Saragosa I Comuni

TRADIZIONI POPOLARI Eventi religiosi: • fine agosto: Processione notturna della Madonna della Ritornata. L’antica immagine della Madonna viene portata al mattino al Santua- rio di Santa Maria del Monte e ne discende al tramonto accompagna- ta da fuochi pirotecnici. • 17 agosto, frazione di Pero dei Santi: Feste dei Santi patroni San Sebastiano e San Lidano. Eventi enogastronomici • 3 settembre: “InQuadrando Paesaggi”. Estemporanea dedicata agli artisti danesi, corredata da percorsi di de- gustazione di prodotti tipici.

Testo a cura di Emanuele Montanari Targa sull’abitazione di Cristiano Zahrtmann Archivio della Comunità Montana Marsica 1 I Comuni Civitella Roveto CENNI STORICI Civitella Roveto si trova nella Valle qua e lacerti di pavimentazioni in Roveto, un territorio che fu presto cocciopesto. conquistato dai Marsi per avere ac- Dopo la conquista romana del 303 cesso alle vie della transumanza. a.C., alla fine della seconda guerra Il più antico inse- sannitica, la Val- diamento cono- le Roveto venne a sciuto è un abi- trovarsi sotto l’in- tato dell’età del fluenza di Roma, Bronzo, indivi- che per avere un duato da ricogni- controllo diretto zioni di superfi- su tutto il terri- cie. torio, aveva fon- Nel periodo itali- dato due colonie co (V secolo a.C.), latine: Sora, po- quando nella sta all’inizio della Marsica iniziò a vallata e Alba Fu- pianificarsi il si- cens, situata nei stema vicanico, pressi del lago che prevedeva lo Fucino, in terri- spostamento de- torio Equo. gli abitati verso In piena età ro- le zone pianeg- mana il territorio gianti, per esse- di Civitella dipen- re più vicini alle deva dal munici- aree coltivabili pio marso di An- e ai circuiti via- Civitella Roveto, scorcio tinum, poi venne ri, sotto l’attuale nel centro storico inserito nella IV borgo antico sor- Archivio della Comunità Regione Sabina sero alcuni villag- Montana Marsica 1 et Samnium e, gi, tra cui il vicus nel IV secolo d.C., di Civitella Rove- fu assegnato alla to e il vicus di Casali. Quest’ultimo Provincia Valeria. fu frequentato dal III secolo a.C. Come altre zone subì le conseguenze fino all’inizio del Medioevo e anco- derivate dalla crisi dell’impero, af- ra conserva resti di terrazzamenti frontando le invasioni barbariche, con costruzioni in opera poligona- la guerra bizantino-gotica, l’inva- Civitella Roveto, veduta aerea - Archivio della Comunità Montana Marsica 1 le, cisterne per la raccolta dell’ac- sione dei longobardi e dei saraceni. I Comuni Civitella Roveto EREMO DI S. BARTOLOMEO

In epoca carolingia, la Marsica di- Aprutii ultra flumen Piscarie. Sem- L’eremo è stato edificato nel Medio- venne sede di contea autonoma bra che il nuovo sovrano abbia so- evo nei pressi di una grotta situata (contea dei Marsi): in questo perio- stato per un periodo a Civitella nel sul pendio del Monte Orbetta, non do ebbe inizio il fenomeno dell’in- 1278. lontano da un altro romitorio intito- castellamento, con gli abitati che Nel XIV secolo, arrivarono nella lato a S. Angelo, adattando le strut- tornarono ad arroccarsi sulle altu- Marsica i primi feudatari romani, di ture costruite alla cavità naturale, re, rioccupando o costruendo nuo- diretta emissione papale, tra cui gli per realizzare un ambiente chiuso. ve roccaforti. Orsini, che si appropriano anche di All’interno si conservano ancora la- Nel X secolo, i conti dei Marsi si in- Civitella. Nel XIV i Colonna otten- certi di affreschi. sediarono stabilmente nella Marsi- nero dal re di Spagna Ferdinando il Si racconta che il santo abbia tra- ca e alla fine del secolo, grazie ad Cattolico la baronia della Valle Ro- scorso in questo luogo gli ultimi oculate politiche amministrative, veto e nel Cinquecento insediarono anni di vita, dormendo su un sedile riuscirono ad impossessarsi di tut- nel paese la corte baronale. Questo di pietra, che oggi funge da altare. Civitella Roveto, fontana to il territorio: la costruzione di una riconoscimento permise al borgo Archivio della Comunità rete di castelli garantì loro un con- il mantenimento di un ruolo di ri- Montana Marsica 1 trollo capillare. Durante quest’ope- lievo, che conservò anche dopo l’a- ra di incastellamento, venne edifi- bolizione dei feudi del 1806, come cato il castrum di Petrarolo di cui testimoniano l’istituzione nel paese restano alcuni tratti delle mura di della Curia della Valle e del relativo fortificazione che chiudevano l’abi- Archivio e la scelta del posto come NICCHIE VOTIVE tato. Il borgo nel secolo successivo sede del Circondario, che compren- veniva indicato già come Civitella, deva i comuni di Civita d’Antino e Percorrendo le strade di Civitella teriali (terracotta, gesso, legno) nome che fu sostituito con “Civitel- e le frazioni di Meta, Ca- Roveto, sulle pareti esterne di alcu- che riproducono la Madonna con la della Valle” alla fine del Cinque- nistro, Pescocanale, ne case, si possono notare nicchie o il Bambino, Santi o scene più com- cento. e Pagliara. Nel corso dell’Ottocen- tempietti, per lo più risalenti all’Ot- plesse; i cosiddetti tempietti, inve- Con il 1268 e la famosa battaglia to Civitella Roveto perse il suo ruo- tocento, che racchiudono rappre- ce, chiusi con un cancello o con un dei , il francese Carlo lo di supremazia sugli altri piccoli sentazioni religiose. vetro a protezione delle immagini I d’Angiò conquistò anche la Marsi- centri della zona, mantenendo come Le nicchie di varie forme, sporgen- sacre, sono delle edicole di piccole ca. Il 5 ottobre del 1273 il territorio frazione solo Meta. ti o incassate nel muro accolgono dimensioni costruite a terra. venne inserito nello Justitiariatus sculture realizzate con diversi ma- I Comuni Civitella Roveto CHIESA DI S. GIOVANNI BATTISTA TRADIZIONI POPOLARI Eventi religiosi: La chiesa fu edificata nel Quattro- • 17 gennaio: cento ma nel Seicento fu completa- Festa di sant’Antonio Abate. mente ristrutturata in stile baroc- • 24 giugno: co, come indica la data 1595 incisa Festa di San Giovanni Battista. Gli abitanti si ritrovano all’alba sul- sulla facciata. Della struttura pri- le rive del fiume. Dopo la celebra- mitiva resta il campanile a torre. zione della Santa Messa i fedeli si All’esterno, l’edificio si presenta immergono nelle acque del fiume con una facciata a capanna interrot- Liri, a ricordo del Battesimo di Cri- ta da volute, che fanno da raccordo sto nel Giordano. La festa prosegue con una grande processione segui- fra le diverse altezze. Alle estremità ta da fuochi pirotecnici. si trovano due lesene angolari, ter- • mese di giugno, frazione di Meta: Civitella Roveto, fontana minanti in una sfera di pietra. Festa della SS. Trinità. Archivio della Comunità Una scalinata in pietra consente di • 10 agosto: Festa di San Lorenzo. Montana Marsica 1 • 15 agosto: Festa dell’Assunta. raggiungere il portale dotato di un • 16 agosto: Festa di San Rocco. timpano in pietra, chiuso da una porta in bronzo realizzata dall’arti- Eventi enogastronomici sta Pasquale Di Fabio, nativo di Ci- • sabato dopo Ferragosto: Sagra dei Quagliategli (pasta fatta in casa di vitella Roveto. forma allungata, condita con fagio- L’interno, arricchito da stucchi ba- li). rocchi risalenti all’epoca del re- • mese di agosto: Sagra del Tartufo stauro, presenta una navata unica. e del Fungo Porcino. • 30 ottobre: Sagra della Castagna. I pilastri laterali sostengono sia la Civitella Roveto, fontana cornice marcapiano, su cui si impo- Archivio della Comunità Montana Marsica 1 stano le volte lunettate della nava- Testo a cura di ta, sia le arcate, che danno acces- Torrora, e una tela con lo Sposali- Emanuele Montanari so alle cappelle laterali, coperte da zio della Vergine, databile tra fine volte a botte. Oltre il transetto, co- XVI e inizio XVII secolo. perto da una cupola, si apre l’absi- Il S. Biagio realizzato nel Settecen- de che ospita l’altare maggiore. Tra to è una copia di un’opera di Tizia- i numerosi dipinti conservati nella no Vecellio. chiesa, particolare menzione va data ai più antichi: una pala raffiguran- te la Madonna con il Bambino tra S. Antonio da Padova e S. Antonio abate, del 1787, opera di Giovanni Testi a cura di Antonella Saragosa

I Comuni Collarmele CENNI STORICI

Una prima campagna di scavo, all’i- nizio del Novecento, ha portato al ritrovamento di frammenti risalenti all’età repubblicana: una dedica ad Atena, pavimenti in opus spicatum, tracce di due mausolei, tombe sem- plici con copertura a cappuccina e un tesoro monetale più tardo con tre monete di Giuba I di Numidia e 434 denarii e quinarii, databili fino all’epoca augustea. La stazione di Cerfennia era segnalata su tutte le Collarmele, pale eoliche più importanti mappe di epoca ro- Archivio della Comunità mana, tra cui la Tabula Peutinge- Montana Marsica 1 riana, che la segnala tra Alba Fu- cens e Statula con un collegamento tio romana, sempre nei pressi di S. con Marruvium. Felicita, con un grande acquedotto Nell’alto Medioevo il toponimo muta sotterraneo, e quelli di una strada in Cerfenge, come menzionato nel- antica, descritta da Febonio. Collarmele, veduta aerea - Archivio della Comunità Montana Marsica 1 le cronache dei monasteri di Farfa Nel XV secolo, sull’area attraversa- ta dalla via Valeria, viene tracciato L’etimologia del nome è incerta e ne dei nomi di due di questi villag- e Casauria. Di grande interesse è il tratturo che da Celano giungeva connessa con le fantasiose ipotesi gi: Colle e Armele. un documento casauriense del 975 a Foggia, permettendo al paese di sull’origine del paese: la derivazio- Il paese con l’attuale fisonomia ha d.C., nel quale sono indicati i beni mantenere il proprio ruolo di colle- ne da collis amenus (luogo salubre) probabilmente origine in epoca feu- e i confini delle località Cerfenge e gamento e zona di frontiera. proverrebbe dalla leggenda, narra- dale. Gli storici locali raccontano Armele, ceduti dall’abate Adamo. Nel 1806 il Regio Governo emanava ta da Febonio, secondo cui Marsia, oscure storie di agguati, morti vio- Si apprende che l’insediamento an- una legge che prevedeva l’aggrega- re della Lidia, in occasione del suo lente e spiriti maligni: una creden- tico e medioevale di Cerfennia era zione dei paesi con meno di 1000 soggiorno sulle rive del lago Fuci- za popolare voleva i persecutori di ubicato nel luogo dove sorge la Ma- abitanti ai centri vicini di maggiore no, avrebbe fondato numerosi pa- Cristo nativi di questi luoghi. donna delle Grazie, attestazione ri- densità abitativa: Collarmele pas- esi, dando loro i nomi esotici del- Certo è che anche in tempi anti- presa da Corsignani nel 1738 nella sava così sotto la giurisdizione del le sue terre, come Celene (Celano), chissimi Collarmele mantenne una descrizione di S. Felicita in Cer- Comune di , nel Distretto di Licia (Lecce), Cappadocia e Collar- grande importanza come zona di fennia, posta alle radici del Monte . mele (da Armenia). La teoria più frontiera. Imeo, sopra l’abitato di Collarmele. A seguito della costituzione di un probabile è che il borgo sia stato Nello stesso territorio sorgeva Cer- Poco resta oggi delle imponenti ar- Comune autonomo con Cerchio, nel costituito dall’unione dei dieci vil- fennia, centro di particolare impor- chitetture romane, distrutte dai fre- 1811, Collarmele riconquista solo laggi presenti nella zona, avvenuta tanza già nel corso della guerra ita- quenti terremoti cui è soggetta la cinque anni dopo la propria indi- per necessità difensive in occasioni lica e nel III-I secolo a.C., in quanto Marsica, ma nel Seicento, come ri- pendenza amministrativa. delle invasioni longobarde. Il topo- stazione della via Valeria e insedia- porta Luca Holstenio, erano anco- nimo deriverebbe proprio dall’unio- mento fortificato. ra evidenti i resti murari della sta- I Comuni Collarmele INSEDIAMENTI PREISTORICI E PROTOSTORICI subequana: il ritrovamento di trac- tanza la presenza di frammenti di ce di un insediamento protostorico selce biancastra, ascrivibili all’età testimonierebbe un uso della zona del Ferro, assenti in altri siti della già in quella fase. Di grande impor- Marsica.

TORRE VEDETTA

La torre vedetta di Collarmele sor- ge sul colle intorno al quale si di- slocava il centro abitato, in allinea- mento con quelle di Aielli e Celano. Fu eretta alla fine del Trecento, in occasione dell’adeguamento difen- sivo dei centri promosso da Carlo II d’Angò, dai conti Berardi di Cela- no. Grazie all’ubicazione d’altura, la torre doveva avere una funzione sia difesa che di comunicazione con le altre sullo stesso asse. Presenta una struttura esterna a Pianta catastale di Collarmele - Rilievo di Francesca De Sanctis pianta circolare mentre quella in- terna del piano superiore è ottago- Ricognizioni di superficie, nell’area mensioni, genericamente databili nale. La parte più bassa della mura- Pianta della Torre Vedetta del Comune di Collarmele, hanno all’età del Bronzo. tura è rivestita da pietre irregolari, Rilievo di Francesca De Sanctis riscontrato tracce di insediamenti A Fonte Cituro frammenti di cera- disposte in filari sovrapposti. A set- abitativi datati tra il Neolitico e l’e- mica e scorie di argilla a impasto te metri da terra è osservabile un tà del Ferro. attestano la presenza di un insedia- restringimento del diametro della parte superiore e l’apertura di nu- Nel sito, nelle vicinanze della chie- mento abitativo collocabile all’età merose feritoie. Sul versante sud sa Madonna delle Grazie, picco- del Ferro. si apre una porta sopraelevata che li reperti ceramici testimoniano la Nei pressi di Forca Caruso sono reca in basso le mensole di appog- presenza di un insediamento ascri- stati riconosciuti frammenti di ce- gio della passerella che permetteva vibile all’Eneolitico. Altri frammen- ramica, databili alla cultura appen- l’accesso all’interno. Gravemente danneggiata dal terre- ti fittili risalgono all’ultima fase del ninica dell’età del Bronzo. L’area moto del 1915, un primo intervento Neolitico: il ritrovamento farebbe è posta sul tracciato della transu- di consolidamento ha permesso la pensare ad un riuso del sito a di- manza praticata dai popoli fucensi e ricucitura delle mura esterne. L’ul- stanza di tempo. tradizionalmente individuata come timo restauro ha risanato la stabili- In località Fonte Nuova sono stati luogo di sosta negli spostamen- tà della muratura di coronamento. Oggi alcuni edifici occludono l’in- Torre Vedetta rinvenuti parti di vasi di varie di- ti più lunghi diretti verso la zona gresso. Foto di Francesca De Sanctis I Comuni Collarmele S. FELICITA S. MARIA DELLE GRAZIE

Eretta nel 1561 per volere della ritocchi postumi. Tra queste spicca principessa Costanza Piccolomini, la pala della “Vergine delle Grazie”, padrona della baronia di Pescina, S. datata al 1570. Anche le volte, oggi Maria delle Grazie rappresenta una prive di ornamento, dovevano con- delle ultime felici espressioni arti- formarsi al programma iconografi- stiche del Cinquecento abruzzese. co interno. La struttura è tipica della chiesa La facciata è organizzata in due votiva: una pianta semplice, dove fasce: la più bassa, in travertino, l’aula rettangolare precede il pre- comprende il portale centrale, ha sbiterio quadrato sormontato da pilastri angolari e finestrelle da pre- una volta a crociera, al di sotto del- ghiera, quella superiore a timpano, la quale si trova la tribuna, po- sta su colonne. Probabilmente la copertura della navata uni- ca avrebbe dovuto ripetere le forme della tribuna, come at- testa la presenza di colonne, di identica tipologia, agli angoli anteriori dell’arco di separa- zione tra la zona dei fedeli e quella dei presbiteri. Il pro- getto originario non fu però completato. L’altare in pietra è collegato alle pareti latera- li attraverso due muretti, do- tati ognuno di piccole porte Santa Maria delle Grazie Archivio della Comunità Collarmele, veduta aerea - Archivio della Comunità Montana Marsica 1 che recano lo stemma dei Pic- Montana Marsica 1 colomini, la data di fondazio- Le prime notizie, riportate dal Chro- Abbandonata nel corso del Seicen- ne e la dicitura Collis Armelis. nicon Casuriense, risalgono al 975. to, il suo culto venne trasferito nel- All’interno, oltre ad una preziosa sorretta da pilastri angolari in tra- Inserita nella Diocesi dei Marsi nel la chiesa Santa Maria de Castrum croce processionale e a un tribolo vertino, presenta un rivestimento a XII secolo col nome di “S. Felicita in Collis. La denominazione origina- d’argento di scuola sulmonese ri- mattonelle invetriate, sul quale si Cerfennia”, nel Trecento, come at- ria viene successivamente ricon- feribili al Quattrocento, sono con- aprono due nicchie che racchiudo- testano i registri delle Decime Vati- quistata col passaggio della pieve a servate, nell’area presbiteriale, pit- no statue di santi. cane, la giurisdizione si alterna tra parrocchia. ture cinquecentesche di un certo Pescina e Aielli, ma il nome viene Compromessa dal terremoto del pregio, purtroppo compromesse da Testi a cura di Rossella Del Monaco cambiato in “S. Felicita de Colle”. 1915, è stata ricostruita ex novo. I Comuni

TRADIZIONI POPOLARI Eventi religiosi: • 9 e 10 luglio: Festa di Santa Feli- cita e dei Sette Figli Martiri. • 24 settembre: Festa della Madon- na della Mercede. Testo a cura di Emanuele Montanari

Collarmele, foto d’epoca Archivio della Comunità Montana Marsica 1 I Comuni Collelongo CENNI STORICI

della conflittualità, indusse gli abi- tanti a spostarsi sulle alture, dove furono edificati i centri fortificati cinti da mura poligonali di Mon- te Annamunna, Colle Colubrica, la Scodata, Colle della Croce (con i resti del castello altomedievale di Vico), Stazzo Pavone, Castelluccio, Colle della Guardiola e la Giostra di Amplero. Per l’età preromana e romana, dati significativi provengono dagli sca- Carta del territorio di Collelongo vi del sito archeologico di Amplero, Archivio della Comunità che ci testimonia una modalità di Montana Marsica 1 vita simile a tutti gli altri insedia- menti circumlacuali di questo perio- diffondersi costruendo chiese e mo- do, con lo spostamento degli abitati nasteri e che continuarono ad ado- in zone più pianeggianti, la nasci- perarsi anche durante il Regno ca- ta di necropoli legate ai villaggi e, rolingio -quando la Marsica diventò Collelongo, veduta aerea - Archivio della Comunità Montana Marsica 1 soprattutto, con un veloce processo sede dell’autonoma Contea dei Mar- si- e durante le invasioni saracene. Nel territorio di Collelongo le pri- niche agricole favorì la crescita di romanizzazione della popolazio- Come conseguenza di queste ultime me tracce di vita sono rappresenta- demografica con un conseguente ne locale, inserita nella regio IV Sa- devastazioni gli abitati tornarono te da ritrovamenti di superficie di aumento degli insediamenti vici- bina et Samnium dopo la conquista ad arroccarsi sulle alture, rioccu- due strumenti litici di selce bianca ni al lago. Nei pressi di Collelon- romana. pando o costruendo nuove roccafor- utilizzati dai Neanderthal, una pun- go abbiamo i villaggi di Amplero e Gli eventi seguiti alla crisi dell’Impe- ti. Nel X secolo sorse, sulle strutture ta laminare e un residuo di nucleo. Fondjò. Quest’ultimo, con continu- ro romano toccarono anche questo di un preesistente oppidum italico, Per il primo Neolitico (V millennio ità di vita dall’età del Bronzo alla territorio, che nel IV secolo fu asse- il Castello di Collem Longum sulla a.C.), epoca in cui inizia la pratica fase italico romana, ha restituito gnato alla Provincia Valeria. Nello sommità di Monte Calvario e vi fu dell’agricoltura e si introduce l’uso capanne subappenniniche e proto stesso periodo la situazione dege- edificata la chiesa della Madonna della ceramica, abbiamo frequenta- villanoviane, ceramica appenninica nerò a causa delle invasioni barba- del Monte. zioni umane attestate dal ritrova- con incisioni, frammenti di ciotole riche, della guerra bizantino-gotica Nel XII secolo durante il dominio mento di ceramiche impresse presso carenate subappenniniche e nume- e dell’invasione dei Longobardi che normanno degli Svevi, quando la Amplero e nel villaggio di Trasulo rosi frammenti di ceramica proto- assoggettarono la Marsica e la or- Marsica era soggetta al Principato nella Vallelonga, con ceramica im- villanoviana. Vi sono state trovate ganizzarono in un Gastaldato sot- di Capua, Collelongo era feudo del- pressa decorata a unghiate e a li- anche scorie di lavorazione di ferro toposto al Ducato di Spoleto. la Contea di Celano. Dall’epoca del nee, che sarà utilizzato fino all’età e di bronzo. Un aiuto importante agli abitanti regno di Federico II il castello fu go- del Ferro. Nell’età del Ferro il fenomeno venne dato dalle comunità monasti- vernato da diverse potenti famiglie: Nelle successive età del Rame e del dell’abbandono dei siti di pianura, che benedettine legate alle abbazie nel XV secolo, divenne di proprietà Bronzo, il miglioramento delle tec- dovuto in parte anche all’aumento di Cassino e Farfa, che iniziarono a I Comuni Collelongo L’AREA ARCHEOLOGICA DI AMPLERO dei Piccolomini, che diedero inizio costruendo splendidi palazzi, alcu- ad una nuova economia legata alla ni scampati anche al terremoto del pratica pastorale transumante. 1915. I conflitti tra chiesa e nobiltà si Contrariamente a quanto avvenne acutizzarono e perdurano anche nei paesi attigui al lago, il prosciu- nei secoli successivi fino al 1806, gamento dell’Ottocento non portò quando fu sancita l’abolizione delle vantaggi al territorio, ulteriormen- proprietà feudali e il paese divenne te colpito dal terremoto del 1915 e Comune. Beneficiarono di questo dalla recessione generata dai due cambiamento poche famiglie loca- conflitti mondiali. li, che ostentarono la loro ricchezza

STELE FUNERARIE ANTROPOMORFE E STELE PORTA ROMANE

In località Pietraia, Dalla località Revotene nell’area archeologi- proviene anche una te- ca di San Castro di Am- sta di guerriero con tor- plero, sono state trovati que (girocollo), di picco- due frammenti di stele le dimensioni, databile funerarie antropomor- tra fine VI e inizi V seco- fe. La prima conserva lo a.C. solo la porzione inferio- Tra i monumenti fune- re, su cui sono scolpite rari di età romana c’è un due gambe, nota come numero rilevante di stele Veduta della Valle di Amplero - Archivio Associazione Antiqua “le gambe del diavolo”. porta (porta Ditis) di di- L’area comprende un (centro nale, restaurata nel I secolo a.C. Fu Datata al VI secolo a.C. versa tipologia. La por- fortificato d’altura) dell’età del Fer- distrutto tra fine IV e inizi III secolo è stata recuperata fuori ta è sempre divisa in due ro situato sulla sommità del colle a.C., forse durante la prima guerra contesto e fa parte del ante e ogni anta presen- La Giostra, un vicus italico, che oc- sannitica, e successivamente venne gruppo di stele che, in ta due pannelli con quel- cupa il pendio di S. Castro, e la cor- frequentato come luogo di culto dal quanto antropomorfe, lo inferiore solitamente Stele funeraria rispondente necropoli, situata nel- II secolo d.C. All’interno della cinta sembrano voler espri- più lungo di quello supe- antropomorfa la valletta del Cantone. si trovano, infatti due, edifici sacri. mere la memoria dell’in- riore. Spesso sono scol- “Le gambe del Diavolo” L’ocres di La Giostra fu occupato Il più antico, datato II secolo a.C., dividuo rappresentato. piti anche dei battenti ad Archivio Associazione tra il VI e il V secolo a.C. L’abitato era costruito su un alto podio in La seconda, conosciuta anello, a volte tenuti tra Antiqua era costituito da capanne in paglia opera poligonale e aveva una cister- come “il torsetto di Am- i denti di protomi leoni- e argilla, probabilmente distribuite na circolare in opera poligonale ad- plero”, rappresenta par- ne. Il timpano appare li- intorno ad un area sacra, difese da dossata al lato nord. L’altro edificio, te del busto di una figura femmini- scio o decorato da motivi zoomorfi una cinta muraria in opera poligo- di dimensioni maggiori, risale al I le, con seni a calotta sferica. o floreali. I Comuni Collelongo

secolo a.C. è costituito da tre celle cropoli del Cantone, usata dal I se- nella tipologia alati che stroz- asimmetriche addossate al lato lun- colo a.C. al I d.C, ospita circa 50 diffusa in Ita- zano un’oca. I go a Nord, precedute da un vestibo- tombe sistemate su più file ai lati lia centrale. Le quattro angoli lo. L’ambiente centrale, nel quale si della valle e che è stata. Le tipologie gambe hanno del telaio sono trova una base di statua, ha le pa- sono diverse: dalle semplici tombe uno dei cilindri decorati da una reti affrescate in II stile a fossa a quelle in mura- decorato nella figura fantasti- pompeiano e il pavimen- tura di opera incerta con parte anterio- ca. I culmina to in signino con interse- copertura a lastroni o a re da una testa dei fulcra della zioni di tessere bianche. volta, alcune delle qua- barbata, forse testata sono co- Al suo interno sono stati li all’interno presentano una divinità del stituiti da una trovati frammenti di una anche una banchina e mondo dei mor- protome di lin- statua in terracotta. delle nicchie per l’allog- ti, con capel- ce con le orec- Ad est del tempio più an- giamento del corredo e li lunghi e una chie lunghe, tico è stata ritrovata una del pasto funebre. Spes- corona di cap- mentre sui me- stipe votiva scavata nella so una stele porta funge sule di papave- daglioni proba- roccia, che ha restituito da chiusura. Le tombe ro sulla fronte. bilmente sono reperti datati tra il VII e 24 e 28 conservano trac- Nella parte po- Letto funerario in osso intarsiati dei il II secolo a.C. ce di intonaco dipinto: steriore sono Archivio Associazione Antiqua demoni funera- Il Vicus di S. Castro, usa- in particolare nella tom- raffigurati due ri femminili di to fino all’età tardo anti- ba 28 si distingue l’im- serpenti che raggiungono la corona origine etrusca, le Lasae. ca, era diviso in due dal magine di un uccellino. di capsule di papavero e due amorini vallone della Giostra e Alcune tombe sono a ca- si adagiava su terrazza- mera e da una di esse, la menti con sostruzioni in 14, provengono due letti opera poligonale di III e in osso del I secolo a.C. LA VILLA ROMANA DI VOLUBRE I secolo a.C. Questa tomba conteneva Sul primo terrazzamento sei deposizioni con ric- Lungo la Vallelonga sul confine claudia. L’edificio doveva essere una vi erano abitazioni, spazi Particolare del letto chi corredi. Vi si accede- con , sono stati individua- villa rustica, poiché ha restituito un aperti e cisterne in ope- funerario in osso va tramite un corridoio ti i resti di una villa romana, con ambiente contenente numerosi do- ra incerta per la raccol- Archivio scavato nella roccia, in murature in opera incerta e opera lia interrati. ta dell’acqua. La terrazza Associazione pendenza verso l’inter- reticolata, utilizzata dall’età giulio- inferiore era stata adibi- Antiqua no, alla base del quale ta a necropoli, con tombe era ricavata una cana- di II secolo d.C., due delle quali a letta, utilizzata per introdurre nella cappuccina con incinerati, ed altre tomba i liquidi delle offerte. L’inter- a camera. La terrazza più in basso no con pavimento in signino aveva era occupata da altre abitazioni. le pareti decorate da affreschi. Al vicus di S. Castro è legata la ne- Il letto funerario in osso, rientra I Comuni Collelongo IL BORGO MEDIEVALE CHIESA DI SANTA MARIA A MONTE

Il borgo, ancora ni palazzi del La chiesa fu eretta nel X se- della Madonna delle Grazie. ben conservato, Cinquecento colo dai benedettini all’in- Nota anche come Madonna era protetto da che hanno su- terno della cinta muraria di Collelongo, è un dipinto una cinta forti- bito vari rima- del Castello di Collem Lon- su tela applicata su tavola, ficata munita di neggiamenti gum. Nel Seicento passò ai opera di un ignoto artista torrette circo- in epoche suc- lari, all’interno cessive. francescani che edificarono del XIII secolo. La tavola della quale si All’esterno del- l’attiguo convento. In origi- di forma rettangolare, con trovavano anche le mura sono ne l’interno era diviso in due tondo nella parte superiore delle abitazioni. situate la Cap- navate, la terza fu aggiunta in cui è inserito il volto in- Al centro abita- pella dei Flo- nella metà del Cinquecento, coronato della Vergine, rap- to si accedeva ridi, dedicata quando fu costruito anche presenta la Madonna seduta mediante due Centro storico di Collelongo, sede alla Madonna il portale in pietra. Dipinto della su un trono, con in braccio porte principali dell’Amministrazione comunale del Rosario, Della chiesa primitiva resta- Madonna delle il Bambino benedicente alla e due posterule. eretta in occa- Grazie Il castello rina- Archivio della Comunità sione del Giu- no alcuni frammenti sculto- maniera greca, che tiene un Foto di Mauro scimentale era Montana Marsica 1 bileo dell’anno rei inseriti nelle murature. libro nella mano sinistra. posizionato sul- 1700 e che ora La facciata è a capanna, Vitale Ai piedi della Vergine, sul- la sommità ed aveva inglobato la ospita il Sacrario ai caduti di tutte ha due monofore ai lati del la destra, c’è la figura di un torre quadrata di epoca normanna. le guerre, e la chiesa di S. Rocco portale ed un rosone in pie- orante, probabilmente, il Rimangono in piedi anche alcu- del Seicento. tra senza raggi. Sulle pareti latera- committente dell’opera. Nella parte li si aprono delle finestre lunghe e inferiore sono dipinte altre figure: strette. Sul tetto si innalza un pic- sulla destra un angelo e sulla sini- MUSEO ARCHEOLOGICO E MUSEO DELLA CIVILTÀ CONTADINA colo campanile a vela. Distrutta dal stra un vescovo. Questa parte della sisma del 1915 fu ricostruita nelle tavola è mutila, infatti è mancante Il museo archeolo- Dal Palazzo Botticel- sue fattezze rinascimentali. Da que- della fascia rossa terminale che la gico è stato ricavato li parte un percorso sta chiesa proviene la pala d’altare incornicia sugli altri tre lati. all’interno dell’anti- museale della civil- co Palazzo Botticel- tà e dell’arte conta- li risalente al XVII dina, che attraver- secolo e custodisce sa il centro storico IL CASTELLO DI COLLEM LONGUM un’importante rac- illustrando storia e colta di reperti, che tradizioni del luogo. Il Castello di Collem Longum sorse muraria impostata sul pendio for- vanno dal VI secolo Lungo il percorso è sulla sommità di Monte Calvario, temente scosceso. All’interno della a.C. al I d.C., molti stata allestita una nel X secolo, sulle strutture di un cinta si possono ancora individua- dei quali provenien- casa-museo, fedele preesistente oppidum italico. Era re i resti dell’abitato. ti dall’area archeo- Parte del percorso sulla ricostruzione di una un castello recinto di cui rimango- logica della Valle di civiltà contadina casa contadina dei no i resti di una torre a pianta qua- Amplero. Archivio della Comunità primi del Novecen- drata e alcuni tratti della recinzione Testi a cura di Antonella Saragosa Montana Marsica 1 to. I Comuni

TRADIZIONI POPOLARI Eventi religiosi: • 16-17 gennaio: Festa di Sant’An- tonio Abate. Festa notturna nella quale vengo- no visitate le “cottore” (caldaie di rame), poste in vecchie case dotate di grandi camini, dove si trascor- re la notte. Le due piazze del paese vengono ornate di enormi fasci di legna infuocati detti “torcioni”. Ver- so le 22.00 del 16, dalla chiesa par- te la processione, accompagnata da musicanti paesani e ragazzi armati di fiaccole che cantano la canzone dedicata a Sant’Antonio Antonio, per la benedizione delle case dove sono le “cottore”. All’alba vengono distribuiti i “cicirocchi” (grantur- co cotto). Verso le 6 del mattino da ogni edificio che ospita la “cottora” esce una ragazza in costume tradi- Vetrina nel Museo della zionale (“rescagnata”) con in testa Civiltà Contadina una conca particolarmente addob- Archivio della Comunità bata; la migliore conca sarà infine Montana Marsica 1 premiata. • 15-17 agosto: Feste dei Santi pa- Eventi enogastronomici troni Madonna dell’Assunta e San • prima domenica di agosto: Sagra Rocco. dell’Agnello. La celebrazione comprende una so- Si svolge negli incantevoli Prati di lenne processione in paese con le S. Elia a quota 1500 m s.l.m. con statue dei santi. Patroni, manife- l’assaggio del saporito agnello pa- stazioni sportive, gastronomiche, esano. musicali concluse con spari e fuo- chi pirotecnici. • Giorno del Corpus Domini: Infio- rata tradizionale per le strade. • 24 giugno: Festa di San Giovanni. Durante la notte è usanza che i ra- gazzi innamorati portino rose alle belle ragazze, mentre alla brutte vengono donate piccole croci rea- Testo a cura di lizzate con erba di cicuta. Emanuele Montanari I Comuni CENNI STORICI ai circuiti viari. Marsica e la or- Sono stati loca- ganizzarono in lizzati due vil- un gastaldato laggi riferibili sottoposto al Du- a quest’epoca, il cato di Spoleto, il vicus di Castel- Regno carolingio luccio al di sotto che rese la Mar- di Gioia Vecchio sica sede dell’au- e il vicus La Ci- tonoma Contea vita. Il villaggio dei Marsi e le di Castelluc- invasioni sara- cio ha restitui- cene, gli abitati to, oltre a bron- Gioia dei Marsi, tornarono ad ar- zetti databili al foto d’epoca del Borgo di Gioia Vecchio roccarsi sulle al- III-I secolo a.C., Archivio della Comunità ture, rioccupan- Montana Marsica 1 ceramiche del do o costruendo Bronzo finale nuove roccaforti e della prima età del Ferro e fram- come nel caso della Rocca di Spero- Gioia dei Marsi, veduta aerea - Archivio della Comunità Montana Marsica 1 menti ceramici decorati a squame. ne, che risale all’XI secolo. Tracce di vita nel territorio di Gio- vari oppida, alcuni dei quali sono Si può ipotizzare una continuità Nel XII secolo durante il dominio ia dei Marsi risalenti al Mesolitico stati individuati nelle località di d’uso dell’abitato dall’età del Bron- normanno degli Svevi, quando la sono state attestate grazie al ritro- Vallo di San Nicola, Colle Arienzo, zo finale fino al VI secolo a.C. Marsica era soggetta al Principato vamento di un grande insediamento Civita delle Bianche, che presenta i La conquista romana interessò an- di Capua, la roccaforte di Sperone, all’aperto e di un successivo villag- resti di una cisterna a tholos chiu- che questo comparto territoriale, nei pressi dell’attuale Gioia Vecchio, gio Eneolitico, riferibile alla tipica sa da un’unica lastra, Castelluccio che rientrò nella Regio IV Sabina era feudo di Simone di Capistrel- cultura di , che si trovano e Gioia Vecchio difeso da mura po- et Samnium. Testimoniano questo lo. Nel borgo c’erano due chiese, S. nei pressi di Strada 28 e 29 nella ligonali, di cui resta una porta sca- processo di romanizzazione alcune Maria in Sperone e S. Nicola, posta piana del Fucino. Il villaggio ha re- vata nella roccia e il fossato. Sono tombe rupestri della metà del I seco- al di fuori della fortezza. stituito anche ceramiche subappen- state identificate anche due aree se- lo a.C. trovate a Gioia Vecchio, nu- Nel XIV secolo il castello di Gioia niniche dell’età del Bronzo. polcrali, risalenti alla stessa epoca, merosi reperti archeologici e i resti Vecchio apparteneva a Tommaso di Per l’età del Bronzo finale, abbiamo nelle località di San Veneziano e di di una villa di età repubblicana, si- S. Giorgio che lo vendette nel 1334 solo ritrovamenti sporadici, proba- Castelluccio. tuata sotto Colle San Vincenzo tra al Monastero di S. Maria della Vit- bilmente pertinenti a sepolture. Durante il periodo italico (V secolo Gioia dei Marsi e Lecce nei Marsi. toria di . Nella successiva età del Ferro il fe- a.C.) iniziò a pianificarsi il sistema Dopo il crollo dell’Impero Romano, Nel 1429 passò alla contea di Celano nomeno dell’abbandono dei siti di vicanico, con gli abitati che torna- le invasioni barbariche, la guer- e più tardi fu donato ai Duchi Picco- pianura, che indusse gli abitanti a rono a stabilirsi in pianura per es- ra bizantino-gotica, l’invasione dei lomini dal Re Ferrante d’Aragona. spostarsi sulle alture, vide nascere sere più vicini alle aree coltivabili e longobardi, che assoggettarono la Nel Seicento esisteva un Ospedale I Comuni Gioia dei Marsi CHIESA DI S. MARIA NUOVA nei pressi della chiesa di S. Nicola. era stata dedicata una cripta con Conosciuta nell’antichità come S. da un mecenate del luogo. Tra la fine del Settecento e gli ini- altare nella chiesa di S. Nicola di Maria in Sperone, viene citata per Alcune visite pastorali del XVII se- zi dell’Ottocento gli abitanti inizia- Sperone. la prima volta nella Bolla di Cle- colo ci danno ulteriori informazio- rono a trasferirsi a Manaforno e vi Seppure la ricostruzione interessò mente III del 1188, e la sua costru- ni sull’edificio, apprendiamo infatti rimasero fino al 1915, quando il sia Gioia Vecchio che l’odierno pa- zione non deve che nel 1638 la terremoto distrusse quasi comple- ese, nel 1964, poiché buona parte essere di molto chiesa era “recet- tamente il paese. A Manaforno è at- dell’antico borgo risultò inagibile, anteriore a que- tizia”, ovvero era testata la presenza delle chiese di S. gli abitanti furono tutti trasferiti a sta data, come di origine laicale Michele Arcangelo e di S. Maria ad Gioia dei Marsi. confermerebbe e privata e come Nives, alla quale precedentemente lo stile romani- tale era legata co-gotico in base al personaggio ai cui canoni era che ne aveva vo- CASTELLO DI GIOIA VECCHIO/SPERONE stata edificata. luto l’edificazio- La denominazio- ne, pertanto era Il Castello di XIII secolo per ne di “Nuova”, riservata ai pre- Sperone, anti- volere dei con- in sostituzione ti recepti, cioè co toponimo di ti dei Marsi. La del toponimo di nativi del luogo Gioia Vecchio fu torre circolare, “Sperone” che che avevano il costruito dopo conservata per stava ad indica- potere di deci- la distruzione di un’altezza di 16 re il luogo in cui dere liberamen- due castelli pre- metri, è l’unico sorgeva, fu ag- te opponendo- esistenti, quello elemento che ri- giunta dopo i re- si spesso anche di Sparnasio e di mane dell’antica stauri del Catal- alle decisioni del Asinio. Inizial- fortificazione; di. vescovo. Un’altra mente denomi- situata a 1240 Nel 1334 fu ven- Chiesa di Santa Maria Assunta relazione datata nato Castello di m. di quota. L’in- duta, insieme al a Gioia Vecchia al 1676, ci rivela Sparnasio, risale terno è a pian- Castello di Gioia Archivio della Comunità il numero degli nella sua prima ta ottagonale, Vecchio, al mo- Montana Marsica 1 altari presenti fase costruttiva suddiviso in due nastero di Santa nell’edificio e la all’XI secolo. piani e dotato di Maria della Vittoria di Scurcola alle loro intitolazione: l’altare maggio- Il Castello era un unico ingres- cui dipendenze rimase fino al 1429, re era dedicato al SS. Sacramento una vera e pro- so posizionato a quando il borgo passò alla Contea e alla Visitazione della Beatissima pria fortezza, Torre di Sperone dodici metri di di Celano. Vergine, gli altari di S. Giacomo munita di cinta Foto di Francesca De Sanctis altezza, il che fa Fu danneggiata e depredata duran- Apostolo, di S. Rocco, di S. Anto- muraria, a cui fu presupporre che te il saccheggio del brigante Marco nio di Padova, di S. Antonio Abate, aggiunta una torre di avvistamen- fosse accessibile solo con una scala Sciarra, alla fine del Cinquecento e della SS. Trinità, del SS. Rosario, to cintata, nella seconda metà del lignea sistemata all’occorrenza. restaurata qualche decennio, dopo dello Spirito Santo e dell’Annuncia- I Comuni Gioia dei Marsi

zione. Nella chiesa erano conserva- ginali con una pianta a croce greca. zione dal Comune, a ricordo della te anche alcune le reliquie di San- Prima della distruzione, l’interno tradizione, vengono sistemate balle ti che sembra fossero state portate della chiesa era decorato da affre- di fieno. L’indomani, nel corso della nel 1610. schi settecenteschi. L’altare maggio- Messa viene esposta al pubblico la Un altro altare dedicato a S. Vincen- re policromo, con quattro nicchie statua della Madonna della Libera. La compagnia riparte all’alba del- zo Martire, attestato solo dopo il decorate da sculture era il risultato la domenica, percorrendo lo stes- 1757, fu realizzato successivamen- di diversi rimaneggiamenti. La fon- so itinerario raggiunge Gioia dei te per custodire il corpo del Santo. te battesimale era decorata da scul- Marsi, dove la comunità la accoglie Dopo lo spostamento degli abitan- ture del Cinquecento mentre la ta- con pubblici festeggiamenti. ti da Gioia Vecchio a Manaforno, la voletta che la chiudeva, presentava • primo sabato di maggio: Festa chiesa di S. Maria conservò comun- decorazioni gotiche. All’esterno era della Madonna delle Grazie. que la propria funzione di parroc- completata da un campanile merla- I fedeli si recano in pellegrinaggio Veduta di Gioia dei Marsi, foto d’epoca chiale. to, simile ad una torre di guardia. a piedi alla chiesa di Gioia Vecchio. Archivio della Comunità Distrutta dal terremoto del 1915, fu • prima metà di giugno: Festa di Montana Marsica 1 completamente ricostruita dopo il Testi a cura di Antonella Saragosa San Nicola. Dopo le funzioni religiose di rito, 1950 mantenendo le sue forme ori- Madonna dell’Addolorata. un corteo di fedeli raggiunge l’an- tico e abbandonato paese di Spero- Eventi enogastronomici ne. • 30 luglio: “I Sentieri del fusto”, TRADIZIONI POPOLARI • prima domenica di settembre: Fe- degustazioni di birre artigianali sta di San Vincenzo Martire, patro- Eventi religiosi della Valle”, si consuma la colazio- • 14 agosto: Sagra della Sagna Gio- no di Gioia dei Marsi, il cui corpo • primo venerdì di maggio: Pellegri- ne al sacco. Si prosegue per Forca iese. è conservato nella Chiesa Parroc- naggio al Santuario della Madonna Caruso, dove si recita la “Via Cru- chiale. della Libera di . cis”, e : dopo la visita • 26 aprile, frazione di Casali d’A- Come da tradizione centenaria, il al Santuario della Beata Gemma, la schi: Festa della Madonna del Buon pellegrinaggio si svolge a piedi dal- compagnia si accampa per il pran- Testo a cura di Consiglio. la chiesa parrocchiale di Gioia dei zo. Giunti a , a causa di un Emanuele Montanari • mese di giugno, frazione di Casali Marsi al Santuario della Madonna antico astio tra i due paesi, la fol- d’Aschi: Pellegrinaggio al Santua- della Libera di Pratola Peligna. La la dei fedeli trova finestre e chie- rio della Santissima Trinità a Valle- “compagnia”, l’insieme dei fedeli, se chiuse. Si arriva infine a Pratola pietra. divisa tra gli uomini in testa e le Peligna: la compagnia accolta dai • 6 agosto, frazione di Casali d’A- donne, affronta il lungo viaggio di festeggiamenti del paese entra in schi: Festa del SS. Salvatore, patro- penitenza intonando canti devozio- chiesa, percorre in ginocchio la na- no del paese. nali e popolari. vata principale e il perimetro dell’al- • 5 e 7 agosto, frazione di Casali L’itinerario dura dodici ore: si rag- tare e segue la funzione religiosa. d’Aschi: Festa della Madonna delle giunge Pescina viaggiando in pie- Anticamente, i fedeli si accampano Grazie. di a bordo di furgoncini scoperti e per la notte nelle stalle dei pratola- • terza domenica di settembre, fra- durante la prima sosta, al “Ponte ni, oggi nei locali messi a disposi- zione di Casali d’Aschi: Festa della

I Comuni Lecce nei Marsi CENNI STORICI

Lecce nei Marsi, pascoli - Archivio della Comunità Montana Marsica 1 Numerose le ipotesi sull’etimologia invece l’influenza spagnola succes- del nome, la più probabile indica siva, confermata dalla presenza di una derivazione dal latino quercus molti cognomi e denominazioni di Lecce nei Marsi, foto d’epoca del centro storico ilex, la pianta del leccio, abbondan- derivazione iberica e araba: la lo- Archivio della Comunità Montana Marsica 1 te nella vallata circostante all’ubi- calità Macrana, deriverebbe da ma- nell’Abruzzo Appenninico. Diacono nel Registro Cassinese del cazione originaria del paese, dove cran, dall’arabo “terra lontana”. In epoca medievale, il nome diven- 1066. Altre notizie giungono dalla rimangono i resti dell’antico centro Il primo insediamento, i cui resti ta Licium: presidio longobardo, del Bolla di Clemente III del 1188, in- abitato. romani e medioevali sono ancora quale sono ancora visibili i resti dirizzata al vescovo dei Marsi Elia- Riguardo la fondazione del paese, visibili a Lecce Vecchia, era Litium, della cinta muraria, che mantiene no, nella quale sono riportati cenni l’affascinate teoria di Di Pietro, la fa un centro fortificato italico risalen- la funzione di vedetta avuta in epo- sul paese e sulle sue chiese. risalire al X secolo, opera di alcune te al V secolo a.C., posto a difesa ca romana. Probabilmente da qui In età sveva, il paese è ormai un ca- famiglie provenienti dalla Licia di di una importante via montana di furono avvistati nel 937 i Saraceni, strum dotato di mura difensive con ritorno dalle crociate: l’ipotesi sa- comunicazione nel cammino verso che – come attesta Leone Ostiense torrette, due porte di città e la torre rebbe comprovata da due fatti: l’in- sud, che attraversa il valico di San- – l’esercito del conte dei Marsi Ot- vedetta cintata a pianta quadrata di dicazione nei Marsi del nome, che gro - - . tone II spinse verso la valle Sube- tradizione normanna, di cui resta- testimonierebbe una certa estra- La ricostruzione risale probabil- quana attraverso la via montana di no visibili solo i tre lati e sulle cui neità della popolazione, e il culto mente all’invasione dei Longobardi, Litium. mura a cortina si imposta il fianco del santo partono Biagio, venerato che sfruttarono proprio questo per- La prima notizia dell’abitato forti- sud del castello cistercense, l’unico soprattutto in Asia Minore. Certa è corso per penetrare capillarmente ficato medievale è riferita da Pietro ancora in piedi. Dai Focolaria an- I Comuni Lecce nei Marsi CENNI STORICI GROTTE E INSEDIAMENTI PREISTORICI gioini dei 1273 lo troviamo affian- sotto l’autorità della contea dei con- Nel territorio del comu- cato ai vicini Speronasinum, Vicum ti dei Marsi e seguendone le sorti. ne di Lecce sono stati e Catsulum. Nel XVI secolo la giurisdizione del- rinvenuti due insedia- La politica di contenimento adotta- la zona passa ai Piccolomini: docu- menti neolitici. Il pri- ta da Ruggero II conte di Celano, menti d’archivio attestano variega- mo di questi, Rio Tana, nei confronti dei conti Marsi com- te calamità sociali e naturali che è stato scoperto durate portò non solo la divisione del feu- provocarono la graduale decadenza do nelle contee Albe e del paese. una campagna di scavo e Celano, ma favorì la costituzione Estorsioni, depredazioni e la con- del 1992 da Ventura, delle Univerisitas, libere associa- dotta delle autorità amministrati- lungo il canale di boni- zioni di cittadini, basate su norme ve e militari spagnole di passaggio fica Rio Tavana. di diritto privato contenute in spe- per Lecce, comoda sosta nel tragit- Sempre in prossimità cifici statuti. Il centro, mai stato in- to verso Napoli, furono così sentite del Rio Tavana, ai pie- feudato, fu trasformato nell’Univer- da provocare nel 1643 una formale di del versante setten- sitas Litii, mantenuta e favorita da protesta del viceré Don Antonio Fer- trionale di Colle Bucil- Federico II, perché in una zona di nandez di Toledo. La peste del 1656 la, sono state rinvenute estrema importanza per la delimi- decimò la popolazione, causando Rovine di Lecce Vecchia due frammenti di cio- tazione dei confini del regno. A se- l’abbandono di numerose abitazio- Archivio della Comunità guito della Battaglia di Tagliacoz- ni: un esodo che si protrasse fino al tole riferibili all’età del Montana Marsica 1 zo, Carlo d’Angiò donò il territorio XIX secolo. Il Catasto Onciario del Bronzo. come feudo facente parte della con- regno delle Due Sicilie, compilato Di interesse speleolo- concrezioni di grande rilevanza: un tea di Celano al francese Federico del 1753, testimonia una discreta gico le due grotte pre- S. Dionigi, che dopo pochi decenni, ricchezza e un nucleo abitativo di senti in zona: la Grotta di Amino e corridoio con vasche piene d’acqua, nel 1302, lo cedette al Convento Ci- 1100 unità. quella dei Mandrilli. Quest’ultima, che giungono alla sala della casca- stercense di S. Maria della Vittoria Fino al XIX secolo, le principali atti- agibile e lunga 250 metri, presenta ta, alta circa 15 metri. a Scurcola Marsicana. vità economiche sono il commercio Nel 1402 i leccesi, approfittando di legname e soprattutto la pasto- della difficile situazione economica rizia: i leccesi si spostano abitual- CENTRI FORTIFICATI, SANTUARI E NECROPOLI e sociale nella quale versava il Mo- mente in Puglia, conducendo anche nastero, riuscirono a riacquistare i le pecore di altri centri vicini, come Nelle località attorno all’abitato di Il più importante è il sito di Cirmo, privilegi che gli derivavano dall’es- nel caso di Ortucchio. Il prosciuga- Lecce nei Marsi sono state rinvenu- risalente all’età del Ferro, probabil- sere terra demaniale, grazie al pri- mento del Fucino porterà ben pochi ti sette siti nei quali è stato possi- mente abitato dalla popolazione che vilegio di re Ladislao che la dichiarò benefici, causando la diminuzione bile riconoscere tracce di insedia- edificherà in seguito Vicus Annius. “sub dominio e demanio Reali”. La dell’umidità e la conseguente estin- menti di epoca romana. Presenta una pianta ovoidale: all’e- conquista ebbe, però, breve durata: zione dell’ulivo e di altre colture Nelle località Ceccaia, Colle L’Iavu- sterno è ancora ben visibile il fos- Licium, il centro più popolato dopo agricole. Semidistrutto dal terre- te e Cirmo sono stati riconosciuti sato difensivo scavato nella roccia, Celano, pur mantenendo i suoi pri- moto del 1915, il paese sarà rico- vilegi, venne annessa alle proprietà struito 300 metri più in basso ri- i resti di tre centri fortificati itali- largo mediamente cinque metri, del giustiziere del Regno, il conte spetto all’abitato originario. ci d’altura montana, databili all’età mentre il circuito murario ben con- Cola o Nicola di Celano, passando repubblicana. servato sui versanti nord e ovest ha I Comuni Lecce nei Marsi

mento idrico della zona: della stra- di Fonte Acqua Santa, oltre a mo- da permangono solo i tipici tagli su nete in bronzo e argento romano- roccia e terrazzamenti, che riman- campane e di Neapolis, datate III dano alla tipologia riscontrabile secolo a.C. nella “via Romana” ad Aielli Alto. Sul versante nord di Castelluccio Dell’originaria recinzione muraria sono state rinvenute tre tombe da- a pianta circolare del sito di Cecca- tabili al I secolo a.C. La struttura è ia è possibile osservare solo fram- a camera con pianta rettangolare, menti della fascia interna ad anel- all’interno restano tracce di panchi- lo. L’insediamento di Colle L’Iavute, ne interne e dell’incavo per la depo- come per l’antica Litium, presenta sizione del corredo funerario. Pro- ha una struttura bicuspidale con babilmente in origine l’accesso era pianta ovoidale. Si conservano trac- formato da porte girevoli in pietra, ce delle recinzioni in opera poligo- simili a quelle della vicina necropo- nale. li di Taroti. Presso Fonte Acqua Santa e in loca- Nelle località Campo e S. Rocco, sono lità Cretaro sono collocabili due pic- state rinvenute tracce di abitazioni coli santuari italico-romani. Nella agricolo-pastorali dotate di terraz- primo caso, l’area destinata al culto zi e cortili esterni a pianta quadra- doveva trovarsi al termine del Val- ta o rettangolare e costruite utiliz- lone di Lecce Vecchia, sotto le rovi- zando grandi blocchi appoggiati Lecce nei Marsi, foto aerea - Archivio della Comunità Montana Marsica 1 ne del paese. Nella zona sono stati sulla roccia. L’analisi delle muratu- rinvenuti ex voto in ceramica raffi- re conferma la datazione all’epoca uno spessore di 2,40 metri. Su que- convertito in epoca medievale della guranti parti anatomiche e animali, rinascimentale, come indicato dalle sto lato si apre una porta di tipo “a chiesa di S. Biagio, che le Cronache mascherine quadrangolari tipiche iscrizioni presenti sui resti di due corridoio interno obliquo”, non ben Cassinesi del 1047 danno ubica- del territorio fucense e un obolo ar- edifici, il primo nell’area di Ample- individuabile a causa di uno scavo to sul monte Sabuco. Nel sito sono genteo di Phistelia, databile tra il ro (1504), l’altro a Campo (1506). clandestino. All’interno del recin- state rinvenute monete in argento 380 e il 350 a.C. Mancano totalmente tracce delle to murario non sono distinguibi- e bronzo, datate tra il IV secolo a.C. A Cretaro, in corrispondenza del coperture, ancora visibili nella pri- li strutture abitative, ma resta una e il IV d.C., ex voto e altri reperti in versante nord-ovest del Monte Tur- ma metà del Novecento. Grazie alle fossa ovale, che segnala la presenza ceramica, che comprendono un arco chio, lungo la strada montana che testimonianze locali, è possibile af- di una cisterna italica, nelle cui vi- storico dall’età del Ferro al basso da Castelluccio arriva a La Cicera- fermare che fossero costituite da un cinanze è stato rinvenuto un fram- Medioevo. Sotto il centro abitato, na, sono stati raccolti ex voto e ma- tetto in legno, composto da piccole mento di tegola a sigillo rettangola- lungo l’antica via di comunicazione scherine di tipologia affine a quelli tavole. re con parte di un’iscrizione. Questo tra Vicus Annius e Litium, era ubi- reperto potrebbe confermare l’esi- cata la sorgente del Pozzo dell’Otre, stenza di un tempio, probabilmente principale fonte di approvvigiona- I Comuni Lecce nei Marsi ANTICA LITIUM VICUS ANNIUS

Il villaggio di Vicus, nell’attuale impostate sul pendio roccioso del località Castelluccio, si era forma- Vallone di Macrano. I reperti ab- to in epoca repubblicana: a segui- bracciano un arco temporale dal to dell’accordo di pace tra Roma periodo italico-romano al Medioe- e i Marsi del 302 a.C., la gens An- vo, tra i più rilevanti vi è un teso- nia scelse quest’area come sede del retto monetale composto da sette proprio villaggio. L’insediamento chilogrammi di argenti di Neapo- prende il nome di Vecus Anius, poi lis. Con il riconoscimento della cit- Vicus Annio e fu utilizzato fino alla tadinanza conferito ai Marsi a metà fine del mondo antico. del I secolo a.C., il centro viene in- Il sito italico è strutturato in piano, corporato nell’ager del Municipium sui lati del Rio Tavana e sul pen- di Marruvium (San Benedetto dei dio di Castelluccio. Il collegamento Marsi) e dotato di un impianto or- con gli insediamenti vicini era ga- togonale, con un sistema viario or- rantito da strade montane, lungo le ganizzato con strade longitudinali quali sono stati rinvenuti tombe e strette e parallele. In epoca medio- tracce di piccoli templi. Il santuario evale, dall’879 al 1031, il control- principale, ubicato a sud del centro lo della zona passa al monastero di abitato, era collegato alle sorgenti Montecassino. Distrutto nel 1463 e al corso del Rio Tavana. Dedica- da Ruggiero Acclozamora, figlio to a Valetudo, divinità di matrice e di Leonello e Iacovella, il villaggio Ruderi dell’Antica Litium - Foto di Silvio Bruno formazione marso-umbra, presenta fu abbandonato e ricostruito più in un impianto a terrazze digradanti alto sulla collina di Castelluccio I resti del centro fortificato italico e medioevale. Sull’altura della tor- sono scarsamente riconoscibili, a re sono stati rinvenuti una fibbia in causa dei crolli provocati dal terre- bronzo raffigurante una clava ercu- moto del 1915. Dall’analisi del re- lea e tre bronzetti raffiguranti Er- cinto murario difensivo si riscon- cole combattente e in riposo, datati trano resti di opera poligonale, che al IV-III secolo a.C., e un’offerente ne confermano l’esistenza. femminile del IV secolo. Lo scavo La fortificazione presenta una pian- ha restituito anche due monete ar- ta ovoidale allungata caratterizzata gentee e una in bronzo relative a da due alture poste a nord e a sud. Neapolis, due in argento di Phiste- Sul sito sono presenti resti di ter- lia e monete campano-romane che razzamenti, colonne in pietra cal- riportano la dicitura “Roma” o “Ro- carea locale, tracce di tegolame ro- mano”. mano e frammenti ceramica italica I Comuni Lecce nei Marsi ANDREA DE LITIO TRADIZIONI POPOLARI

trato dalla cultura umbra. Eventi religiosi In questo contesto si inserisce l’o- • 3 febbraio, frazione di Vallemora: pera di Andrea De Litio, il cui ca- Festa del patrono San Biagio. L’usanza vuole che oltre alle rattere extraregionale si evince da celebrazioni liturgiche e documenti che attestano la sua at- devozionali si consumino le tradi- tività nella chiesa di Sant’Agostino zionali ciambelle dedicate al santo. a Norcia, nel 1442, al fianco di Bar- • mese di aprile: tolomeo di Tommaso da Foligno e Festa di Sant’Antonio Abate e della Nicola da Siena. Madonna delle Grazie. Autore di importanti cicli pittori- • mese di settembre: Feste della ci, come quello della cattedrale di Madonna Addolorata e San Biagio. Madonna di Cese, di Andrea de Litio Atri e delle chiese di S. Francesco • 11 novembre: Foto di Mauro Vitale a Sulmona, S. Silvestro a Mutigna- Festa di San Martino. no, Guardiagrele, Castelli e Badia Per l’occasione vengono prepara- Il clima instaurato da Leonello Ac- Morronese, l’arte di De Litio subi- te le caratteristiche focacce: all’im- clozamora, fine umanista e fedele sce l’influenza di molti grandi arti- pasto viene aggiunta una moneta, collaboratore di Alfonso D’Arago- buon auspicio per chi la morderà. sti tardogotici e rinascimentali. na, permise l’apertura alle nuove • 13 dicembre: Festa e Fiera di San- Vicino alla ricerca di forme snelle sollecitazioni culturali quattrocen- ta Lucia. e dinamiche su cui predominano le tesche. In questo periodo emerge Il grande mercato si tiene nell’omo- linee di contorno di Filippo Lippi, la personalità di Andrea De Litio, il nima valle, nella parte superiore del mostra interesse anche per le vivi- pittore rinascimentale più interes- paese. de tavolozze di Beato Angelico, per sante del panorama abruzzese, nato Eventi enogastronomici gli effetti luministici di Domenico a Licium tra il primo e il secondo • 7 agosto: Sagra dell’Agnello. Veneziano e per le innovazioni pla- • 12 agosto: Sagra del Cinghiale decennio del Quattrocento. stiche e fisionomiche di Piero della Costume tipico Non sono state riscontrate notizie Francesca. Testo a cura di Archivio della Comunità precise riguardo il suo apprendi- Opera di particolare interesse a lui Emanuele Montanari Montana Marsica 1 stato artistico, forse svolto con il attribuita è la cosiddetta Madon- Maestro di S. Silvestro e di Beffi, na di Cese, una pala d’altare di cui autore di alcuni affreschi alla Cat- oggi resta solo la parte superiore, tedrale di Celano, a cui sembra che custodita al Museo di Arte Sacra di Andrea abbia fornito un suo prezio- Celano: il volto dolce ma distaccato so contributo. della Vergine rimanda a influenze Nel primo Rinascimento, in Abruz- espressive della maniera tardogoti- zo le istanze del gotico internazio- ca senese. nale, giunte da Venezia, si affian- cavano e fondevano con quelle del Testi a cura di Rossella Del Monaco protorinascimento fiorentino, fil-