Concorso Steampunk Di Baionette Librarie Raccolta in Ebook Di Tutti I Racconti in Gara Nella Prima Edizione

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Concorso Steampunk Di Baionette Librarie Raccolta in Ebook Di Tutti I Racconti in Gara Nella Prima Edizione Concorso Steampunk di Baionette Librarie Raccolta in eBook di tutti i racconti in gara nella prima edizione Introduzione Questo eBook non è l'antologia del Concorso Steampunk di Baionette Librarie, ma una semplice raccolta contenente tutti i racconti in gara. I racconti sono stati inseriti così com'erano, senza alcun editing o correzione dei refusi. Sono stati lasciati difetti come la presenza di spazi tra le parole e le virgolette caporali all'interno dei dialoghi oppure l'uso dell'apostrofo al posto dell'accento con la "E" maiuscola. Sono stati impostati rientri di inizio paragrafo uguali per tutti e, dove necessario, sono stati eliminati gli spazi quando usati per distanziare le parole (sostituendoli con il corretto indicatore di allineamento o con l'uso dei rientri). Queste sono le uniche modifiche apportate. La raccolta è distribuita gratuitamente sotto Creative Commons. Tutti i diritti sui racconti e sulle illustrazioni sono dei rispettivi autori. Maggiori informazioni sono disponibili su questa pagina. Nota sulla copertina. L'immagine proviene dal numero del 15 settembre 1914 di Simplicissimus, rivista tedesca di satira pubblicata tra 1896 e 1967. I numeri sono stati digitalizzati e messi a disposizione del pubblico via internet da alcuni anni. Essendo questa raccolta un'opera non commerciale, ho modificato l'immagine scelta e l'ho utilizzata in buona fede come già avviene nei siti che riportano le copertine di Simplicissimus. Indice dei Racconti Piloti e Nobiltà 5 L1 L0 22 Il Colosso di Colorado Springs 38 Il Lunasil 45 Photophantastes 61 La Maschera di Bali 76 L’ultimo caso di O’Mallory 95 RabbiT 112 Coniglio con patate 124 Risiko 132 Oggetto d’amore 146 BUNNY Il cacciatore di taglie 159 Mammuth 176 Bumblebee 188 Il Coniglio sulla luna 206 Fil Rabbit 213 L'incontro 227 Manoscritto trovato su un'aeromobile precipitata 240 Si vis pacem… 246 Appuntamento col destino 255 Squadra Speciale 0 270 Kaninen 281 Sogni a vapore 290 Saltellando verso Est 294 Lowres 307 Tea Machine 317 Jocelyn 333 Il varco 339 Cacciatore e preda 349 The Cog Of War 363 Piloti e Nobiltà Gli ospiti erano già arrivati e l’aspettavano alla piazzola: cinque formiche in abiti costosi che sostavano sotto quel prodigio dell’ingegneria savoiarda. A un’occhiata sommaria l’eligibile sembrava uno scarafaggio infilzato da un ombrellone, anche se di quella bislacca somiglianza Elsa non aveva mai fatto parola con nessuno. L’aspetto della macchina però era tozzo al limite dell’imbarazzo, c’era poco da fare a riguardo. Si preparò con un sospiro a ciò che l’aspettava e attraversò la pista col caschetto di cuoio sotto braccio. Non c’era un filo di brezza e il cielo era coperto da una cappa continua di nuvole. L’accolse una raffica di sguardi esterrefatti, in un silenzio mortale. Nobili, pensò stringendo la mascella. E non c’era davvero da aggiungere altro. Fu Egisto Sinisa, Cavaliere del Regno nonché gentile anfitrione del gruppo di ospiti, a fare un passo avanti annunciato da un opportuno colpo di tosse e dire: «La stavamo aspettando, comandante. Tempo magnifico, oggi, nevvero?» «Non proprio, Cavaliere,» rispose lei. Schivò con noncuranza la mano tesa e imboccò senza indugio la rampa. «Potete imbarcarvi, signori. Partiamo subito.» Non si fermò ad attendere la replica e scomparve nel ventre dell’eligibile, proprio quando una voce anonima alle sue spalle sibilava: «Ma che scherzo è? Lei non mi aveva detto che era una donna!» La cabina di pilotaggio era separata dal vano passeggeri da un breve corridoio ch’era necessario attraversare a testa china, con una porta stagna su ciascun lato a dividere i compartimenti. Elsa non aveva mai sigillato quelle porte in nessuno dei suoi cinque voli precedenti. Ma c’è sempre una prima volta, pensò. Oh sì. Raggiunse la cabina e per prima cosa gettò il casco da una parte e si levò la giacchetta da aviatrice, rimanendo con la sola canotta verde scuro. Mentre prendeva posto sulla poltroncina, un uomo pingue uscì a fatica da una botola. In testa portava calcato un elmetto da aviatore della stessa foggia di quello di Elsa, con il soggolo libero che ballava da una parte. Aveva la fronte imperlata di gocce che si raccoglievano sulle tempie e scorrevano giù, perdendosi nella selva nera di un paio di baffoni. «Caldo d’inferno, maledizione,» brontolò l’uomo, «non vedo l’ora di essere in mare. ’Giorno Elsa.» «Ciao Cesare, come andiamo?» «Tutto bene. Ah… ho notato di nuovo quella crepa nella piastra di scarico, giù in sala motori. Stavo cercando di capire se poteva creare problemi alla chiusura della paratia di servizio.» «Non penso. Stamattina era a posto, però.» Elsa lo guardò pensierosa. «Ho effettuato io il controllo preliminare.» «Credo che sia per via del surriscaldamento della camera di combustione, quando avviamo la macchina distillatrice. La temperatura sale parecchio in fretta prima che entrino in funzione i raffreddatori.» «Gli daremo un’altra occhiata stasera, a motore caldo.» «Già, ma sarà meglio che quella crepa non la veda uno di loro, però.» Cesare accennò con la testa agli ospiti che risalivano la rampa. A quanto sembrava, là dietro era in corso una mezza litigata. «Ti hanno già presa in simpatia, vedo.» «Mmpff…i soliti stronzi maschilisti. Nobili.» «Ho sentito che uno è imparentato con – » «I somari sono a posto?» tagliò corto Elsa. «Certo. Sono tutti collegati.» «Allora prendi posto. Prima partiamo, prima ci liberiamo di quei boriosi aristo-stronzi.» «Aristo-stronzi,» considerò Cesare sedendosi sull’altra poltroncina. «Questa non è male.» La comitiva fece capolino in cabina di pilotaggio preceduta dal Cavalier Sinisa, che gorgheggiava come un uccellino decantando le meraviglie dell’eligibile. Alle sue spalle, le teste degli ospiti si affollavano una sull’altra scoccando intorno occhiate a metà strada tra l’incuriosito e il diffidente. «… e qui ci troviamo nel cervello del mezzo, la cabina di pilotaggio. Ospita il pilota del velivolo e un navigatore. Ah, ma come vi ho detto poc’anzi siamo a buon punto con la progettazione di quel modello dotato di mappatura automatica.» «Tornate ai posti assegnati e allacciate le cinture,» disse Elsa. Si stava infilando i suoi guanti di pelle. «E ricordate di aggrapparvi agli appositi sostegni.» «Comandante, prima della partenza vorrei mostrare agli ospiti la sala macchine, con il suo permesso.» «Negativo.» «Ma ho promesso al Conte di mostrargli il circuito di distillazione del motore e io – » «Niente da fare, tornate là dietro e ancoratevi ai sedili. Tempo un minuto e saremo in volo.» Per tre secondi Elsa sentì sulle spalle il gelo di un paio d’occhi furiosi, poi udì uno scricchiolio di suole di cuoio e la voce accomodante di Sinisa: «Signori, torniamo dietro, vi prego, in questo momento i piloti sono molto impegnati. Comunque, come dicevo, il telaio è leggero e resistente. Finiture in legno di quercia come potete vedere. Ottime. Minuterie, piastre e scambiatori sono tutti di ottone. Con la nuova produzione, in autunno, aumenteremo la percentuale di alluminio nella struttura. È un procedimento costoso, ma ci sono ottime prospettive per riuscire a ridurre il peso della macchina di un buon quindici percento, e va da sé che…» Elsa sbuffò. Cesare la stava guardando ma il suo sguardo non era ricambiato. Tuttavia nel suo tono bonario le disse: «Elsa, non credo che farai carriera in aviazione, sai? E no, se te lo stai chiedendo, non dipende dal fatto che sei donna.» Elsa tirò una leva e il motore a distillazione si avviò ronzando sotto i loro piedi. Una scala graduata s’illuminò. Elsa attese che l’indicatore salisse e infine si stabilizzasse nella zona verde che indicava il massimo. Quindi sollevò un paio di levette, girò un’altra manopola e il grande, goffo monorotore dell’eligibile prese a ruotare, lentamente dapprima, poi sempre più veloce, mentre la punta delle eliche s’incurvava verso l’alto. «Mi piace volare,» disse a denti stretti, «ma il troppo è troppo, cazzo.» Ma Egisto Sinisa, indomito Cavaliere del Regno, tornò alla carica un momento prima che l’eligibile si staccasse da terra. Il suo viso magro e normalmente molto pallido (ma in quel momento rosso di collera) rispuntò in cabina di pilotaggio. I suoi efebici baffetti biondi vibravano come corde di violino. «Non so che cosa crede di fare, comandante, ma quella gente là dietro – » «Siamo in fase di decollo, Cavaliere.» Elsa era indaffarata a pigiare pulsanti e tirare leve nella selva di comandi della plancia. «In qualità di comandante del velivolo, devo ricordarle che non può restare in cabina a meno che non possieda un brevetto di volo regolarmente registrato, o un attestato di pari classe.» «Comandante, non mi costringa a ricordarle che sono qui con queste persone su incarico specifico del Re!» «Non proprio. Lei è qui per interessamento di suo cognato, il Vicesegretario agli Affari Esteri. Non credo che il Re si disturberebbe a firmare le carte d’imbarco a mezza dozzina di stranieri in visita.» Il Cavaliere drizzò il busto così repentinamente che per poco non andò a sbattere contro la cornice superiore della paratia. Il cappello da cavalleria scivolò in avanti e la visiera gli nascose gli occhi furenti. Lo tirò indietro con un gesto rabbioso. «Lei è stipendiata dal mio ufficio, non se lo scordi. E se continua con questo atteggiamento così poco collaborativo, le posso assicurare che molto presto chi di dovere ne sarà informato.» Elsa girò la poltroncina e gl’indicò la cornice della porta stagna su cui Sinisa sostava. «Ciononostante, allo stato attuale delle cose la sua autorità finisce lì. Qui comincia la mia. Perciò non la faccia tanto lunga e torni a cicalare dai suoi preziosi clienti. Qui siamo in due e sappiamo cosa fare.
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