RELAZIONE PAESAGGISTICA

Dati anagrafici del Richiedente

GEOM. FAEDDA ANTONINO, residente in , (OR), Piazza San Giovanni Battista, legale rappresentante dell' Ente COMUNE DI SEDILO, Partita IVA:80005090958.

Ubicazione dell'opera e/o dell'intervento

L'intervento verrà realizzato nel Comune di SEDILO (OR), in località loc. San Costantino, lungo il percorso dell’omonima strada di collegamento tra il santuario ed il centro abitato, ricadente in Zona A3 nel vigente Piano Particolareggiato del Centro di antica e prima formazione. Coordinate GIS dell'intervento: 40.166325; 8.935127 L'intervento ricade in Territorio extraurbano o rurale.

Sulla cartografia allegata gli interventi sono stati evidenziati attraverso appositi segni grafici o coloriture, nonché sono stati evidenziati i punti di ripresa fotografica.

Tipologia dell'opera e/o dell'intervento

Messa in sicurezza della strada di collegamento Sedilo-San Costantino - secondo stralcio - lotto n. 3. Realizzazione muri a secco, manutenzione ordinaria e straordinaria con metodo cuci/scuci di muri in pietra, realizzazione muro in c.a. di contenimento scarpata e rivestimento con pietra locale. altre opere mi minore rilevanza. L'intervento non ricade tra quelli previsti dall'Allegato 1 del DPR 139/2010, nè tra quelli previsti dal DPCM 12 dicembre 2005 (opere di grande impegno territoriale), per cui dovrà essere richiesta un'autorizzazione Ordinaria.

Caratteristiche dell'intervento e destinazione d'uso

L'intervento previsto è di tipo fisso. La destinazione d'uso è area pubblica.

ANALISI DELLO STATO ATTUALE

Contesto geografico morfologico e paesaggistico

Sedilo si trova sul limitare dell'altopiano di Campeda-. La zona altimetrica è quella della collina interna. Il suo territorio è attraversato dal fiume Tirso, il più lungo della Sardegna, il cui sbarramento presso origina il lago Omodeo. L'invaso occupa parte del territorio di Sedilo. L'ambiente naturale è vario. La vegetazione potenziale è quella costituita dalle formazioni a lecceta. Sono molto comuni specie come le roverelle (Quercus pubescens), le sughere (Quercus suber) e, nelle vallate, l'olmo (Ulmus minor). La macchia mediterranea è caratterizzata da specie quali l'olivastro (Olea europaea), il lentisco (Pistacia lentiscus), il corbezzolo (Arbutus unedo), il mirto (Myrtus communis) ed il cisto femmina (Cistus salvifolius). La vegetazione ripariale che si sviluppa lungo le sponde dei corsi d'acqua è caratterizzata dal pioppo (Populus alba), dal salice fragile (Salix fragilis) e dal tamericio (Tamarix gallica). La fauna è rappresentata dalla volpe, il cinghiale, conigli e lepri, oltre alle varie specie di uccelli. Dal punto di vista geologico il territorio di Sedilo come lo si può osservare oggi, si è originato in seguito al fenomeni erosivi e di ruscellamento che sono seguiti ad un'intensa attività tettonica e vulcanica. I fenomeni erosivi hanno portato alla sedimentazione all'interno della vallata di , ai quali è seguita un'attività vulcanica di tipo effusivo che ha portato alla formazione di estese colate di basalto. La morfologia del versante occidentale del territorio è caratterizzata da un altopiano basaltico sulla cui sommità si trovano numerose sorgenti. Nel settore meridionale, in prossimità del fiume Tirso, si trovano basse colline mentre tutta la zona ad est del fiume presenta una morfologia determinata dalla presenza di strati alternati duri e teneri (ignimbriti e tufi). Classificazione sismica: zona 4 (sismicità irrilevante), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003

Descrizione dello stato attuale dell'area di intervento

L'area tutelata si presenta genericamente in buono stato conservativo, se non per alcune aree oggetto dell'intervento proposto, che necessitano di immediata manutenzione, quali: Manutenzione secondo il sistema "Cuci/scuci" di muri a secco lungo la strada denominata "San Costantino", e realizzazione di un nuovo tratto di muro a secco per garantire la continuità visiva del paesaggio; Realizzazione di un muro di sottoscarpa a valle di un importante rilevato stradale che dovrà essere rivestito in pietra locale; Realizzazione di un muro di sostegno/protezione paramassi del costone a monte del santuario realizzato in pietra locale a vista; Posa in opera di una rete paramassi a protezione dello stesso costone roccioso; Manutenzione di alcun muri a secco previa livellamento della testa muro e sostituzione di porzioni di muro non idonee.

Descrizione storico-architettonica dell'area di intervento

Note storiche

I primi insediamenti nel territorio di Sedilo sono attribuibili al Neolitico e testimoniati dal ritrovamento di numerose Domus de janas, databili a quel periodo. Dall'età del bronzo fanno la loro comparsa numerosi nuraghi, risalenti ad epoche diverse in una sequenza cronologica determinabile dalla tipologia costruttiva. Si ritrovano così i nuraghi a corridoio ed i nuraghi a tholos, oltre alle numerose tombe dei giganti e villaggi nuragici. Con la parziale conquista dell'Isola da parte dei Cartaginesi, le truppe di Asdrubale e Amilcare si spinsero fino a Talasai di Sedilo risalendo lungo il fiume Tirso. La conquista della Sardegna da parte dell'Impero Romano portò presto alla colonizzazione. Nel territorio di Sedilo sono stati ritrovati numerosi cippi e urne funerarie recanti iscrizioni in latino, oltre ad un tratto di strada lastricata. All'età bizantina si deve l'introduzione dei culti orientali, come quello in onore di San Basilio e dello stesso San Costantino Imperatore. Con l'età giudicale la Sardegna viene suddivisa in quattro regni autonomi, i giudicati. Sedilo faceva parte della curatoria di Guilcier, o Gilciber, detta più tardi Ozier Real, posta nella porzione centro-settentrionale del giudicato di . Con la fine del giudicato e la conquista aragonese Sedilo venne infeudato nel 1410. Nel 1416 tutto il Gilciber e i territori della curatoria di Parte Barigadu vennero concessi in feudo a Valore di Ligia, un arborense che aveva tradito il giudice di Arborea Ugone III nel corso delle guerre tra Aragona e Arborea; quando però Valore e suo figlio Bernardo si recarono a prendere possesso del feudo, vennero uccisi insieme alla loro scorta a Zuri dagli abitanti delle due contrade. Nel 1435 il paese venne concesso in feudo dal re d'Aragona Alfonso V il Magnanimo a Galcerano de Requenses. Nel 1537 il feudo, che comprendeva anche i paesi di , e Zuri, venne venduto da un nipote del Requenses alla famiglia dei Torresani, e nel 1566 venne elevato al rango di contea confermata agli stessi Torreani. Nel 1726, estinta la famiglia Torresani, il feudo passò al demanio del Regno di Sardegna, amministrato quindi direttamente da funzionari reali e non da signori feudali. Nel 1737 la contea venne elevata a marchesato e concessa al canonico Francesco Solinas. Dal Solinas i feudi passarono ai Delitala che fissarono la residenza a Sedilo. Nel 1839 il sistema feudale venne abolito, il paese fu riscattato agli ultimi feudatari e divenne un libero comune. Con regio decreto del 15 luglio 1909 fu istituita una sezione di pretura, facente capo al mandamento di Architetture religiose

 Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista.  Chiesa del Carmine (conosciuta localmente con il nome di Chiesetta delle Anime).  Chiesa della Santa Croce.  Chiesa di Sant'Antonio Abate.  Chiesa di San Basilio.  Chiesa di San Giacomo.  Santuario di San Costantino Imperatore.

Siti archeologici

Il territorio di Sedilo ha un'elevata densità di monumenti riconducibili alla civiltà nuragica ed ai periodi storici successivi. Il più famoso sito archeologico è il complesso nuragico di Iloi, con un nuraghe trilobato. Le campagne di scavo, condotte negli anni dall'Università di Sassari, hanno portato progressivamente alla scoperta di un villaggio nuragico, due tombe dei giganti e, nella vicina valle, una necropoli a domus de janas. Altro interessante sito dell'età nuragica è Puntanarcu, con la caratteristica fonte. Luoghi di interesse naturalistico

Con i fondi derivati dalla Misura 4.14b del Programma operativo regionale Sardegna 2000/2006 è stata predisposta, dall'Ente foreste della Sardegna, una rete di sentieri percorribili a piedi, in bicicletta o a cavallo attraverso le campagne del paese. Un sistema di segnali in legno indica i percorsi con le relative distanze. I sentieri si ricollegano ad una rete più ampia comprendente il territorio dei comuni limitrofi, tra i quali arrivando fino all'oasi naturalistica di Assai (in territorio di ). Santuario di Santu Antinu.

Il santuario di San Costantino, localmente chiamato santuario di Santu Antinu (a volte erroneamente detto di Santu Antine) è un santuario campestre della Sardegna, ubicato su una collinetta chiamata Monte Isei, all'interno dei confini comunali di Sedilo. La chiesa, fulcro del santuario, protetto da antiche mura, sorge all'interno di una vasta area in pendenza, all'interno della collina, da cui si può godere della vista panoramica sul vicino lago Omodeo. Nell'area intorno alla chiesa, all'interno di una cinta muraria, denominata sa corte, si svolge nel mese di luglio l'Ardia, spettacolare corsa a cavallo celebrata in onore di San Costantino, Augusto dell'Impero Romano (306-337) che nel 313 emanò l'Editto di Milano garantendo libertà religiosa e quindi contribuendo alla fine delle persecuzioni ai cristiani, titolare del santuario, il cui culto nell'isola è eredità della dominazione bizantina. Tra tutti i luoghi di culto dedicati nei territori della Repubblica Italiana a San Costantino (in Sardegna, Toscana, Tirolo italiano, Basilicata, Calabria), questo di Sedilo è il più importante. La chiesa del santuario.

Non si conosce l'epoca esatta di fondazione del complesso, tuttavia sappiamo che la principale chiesa attuale venne costruita intorno al XVI secolo su una costruzione preesistente del VI secolo dedicata allo stesso santo, eretta probabilmente da monaci basiliani dell'antico centro urbano di Nordai e abbandonata durante il XV secolo, periodo al quale risalgono alcune parti murarie della chiesa, in special modo all'interno del presbiterio e della sagrestia. La costruzione attuale venne tirata su intorno al XVI secolo, durante la dominazione spagnola, in stile gotico catalano, come attestato dall'aquila bicefala dello stemma dell'Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V d'Asburgo, allora anche Re di Spagna e di Sardegna come Carlo I, scolpita sul peduccio del costolone che dà verso l'altare dalla porta della sagrestia. Questa però fu ristrutturata pesantemente nella seconda metà del XVIII secolo poiché ormai fatiscente, optando per una demolizione che conservasse il presbiterio, le due cappelle laterali e la sagrestia mentre venivano contemporaneamente ampliate le navate ed elevate le volte tramite anche l'abbassamento di circa un metro del pavimento, permettendo così la realizzazione di un piccolo rosone interno e l'innalzamento del presbiterio a rispetto dei canoni liturgici dell'epoca. Di seguito venne rivista la facciata, adattata ai canoni del Settecento, sul cui lato destro s'imposta un piccolo campanile a vela. Un'iscrizione sulla stessa facciata, nonché sul secondo pilastro a destra della navata centrale, rivela la data di fine della ricostruzione al 1789. La costruzione andò però incontro ad altri rimaneggiamenti nel XX secolo, a partire dalla demolizione e ricostruzione dell'altare maggiore nel 1904 sino alla sistemazione della mensa, dei gradini dell'altare della balaustra nel 1908 a carico del cagliaritano Enrico Spanu. Nel 1912 infine l'interno della chiesa venne totalmente intonacato e affrescato per prepararlo alle celebrazioni che di lì a poco si sarebbero tenute in occasione del sedicesimo centenario della promulgazione dell'Editto di Milano del 1913. Nel 2013 invece, in occasione del diciottesimo centenario della promulgazione dell'editto, il comune sedilese ha posto una lastra commemorativa in marmo nella parte di controfacciata della navata destra della chiesa, scolpendoci in color oro la parte principale e più famosa del testo dell'Editto di Milano.

Esterno L'arco monumentale all'ingresso principale del santuario. L'ingresso al santuario, protetto da una cinta muraria che dà al suo interno il nome di sa corte, è dato da due ingressi differenti; un secondario arco a tutto sesto in trachite rossa detto portale de ferru, ossia portale di ferro, poiché chiuso da un cancello di ferro, e un omologo principale detto portale de linna, ossia portale di legno, poiché costruito solo secondariamente in trachite rossa ma su un preesistente cancello di legno. Si tratta di un arco monumentale a una fornice in trachite rossa dedicato al titolare San Costantino, come rivela l'iscrizione latina posta sull'attico. La comparsa in cielo di quest'ultima scritta accanto a una croce cristiana sarebbe stato uno dei segni che avrebbero predetto a Costantino la vittoria nella battaglia di Ponte Milvio, condotta contro il rivale Massenzio per la guida dell'Impero. Superati gli ingressi si ha accesso a sa corte, dalla quale si sviluppano dapprima i così detti muristenes, o cumbessias, dei loggiati dal tetto di canne, sostenuto da pilastrini, appoggiati internamente al muro perimetrale del santuario. Avevano la funzione originaria di alloggio ai pellegrini, punti di ristoro oppure di vendita delle merci, nonché al loro centro ospitare sa omo de s'eremitanu, ossia la casa del custode del santuario. Superati questi, sa corte si apre in una pianura ospitante un recinto circolare in muratura detto sa muredda, il quale, interrotto da un'apertura d'accesso, ospita al suo centro una colonna in marmo bianco sormontata da una croce. Vista dall'alto verso il basso del santuario, si notano tutte le costruzioni principali. Dopo quest'ultima, sopra quello che risulta un bastioncino di terra data l'inclinazione del terreno, s'innalza la chiesa, fulcro del santuario. La facciata della chiesa, in trachite rossa a vista, è a terminale curvilineo. Il portale è sormontato da timpano retto da due semicolonne, sopra il quale s'innesta una delle due targhe a memoria dei lavori di ristrutturazione settecentesca. Ai lati e all'interno del timpano si trovano tre nicchie, mentre sopra si apre una finestra rettangolare. Sul lato sinistro della facciata si innalza un piccolo campanile a vela, ancora azionabile da una corda libera che scende lungo la facciata. Più in alto rispetto alla chiesa, infine, si sviluppano altri muristenes, lungo i quali corrono una serie di sedili in pietra detti sas istradas. Interno

I più antichi muristenes sono costituiti da un vano ricevente luce e aria dalla porta e il pavimento in terra battuta. Per quanto riguarda la chiesa invece rimane il presbiterio a pianta quadrangolare con volta a crociera e costoloni con peducci scolpiti alla base. L'aula, divisa in tre navate da pilastri e archi a tutto sesto, voltata a botte è ascrivibile all'epoca successiva ed è conclusa, a ridosso del presbiterio, con un arco ogivale. Tra gli arredamenti interni della chiesa si possono notare due statue in legno e in parte d'oro raffiguranti la madre dell'Imperatore Costantino, Sant'Elena, e il Papa San Silvestro, realizzate dal maestro Juan Juanuario Canopia su ordine del rettore del santuario, don Pedro Falqui, nel 1673. Altre due statue lignee, sempre appartenenti al XVII secolo, raffigurano invece Santa Maria di Nordai e Santo Stefano e sono collocate nelle cappelle laterali. La statua di San Costantino in legno policromo è invece un ex voto donato presumibilmente nel 1886, data ricordata nella targa affissa sul basamento della stessa statua. Questa infatti sembra risalire a un periodo anteriore e potrebbe provenire da qualche altra chiesa campestre dedicata al santo e già andata distrutta verso la fine del XIX secolo. All'interno del luogo di culto sono esposti altri e numerosissimi ex voto, che ne rivestono quasi integralmente le pareti ed i pilastri. L'Ardia L'Ardia di San Costantino è una manifestazione tradizionale che si tiene a Sedilo, in Sardegna, il 6 e 7 luglio di ogni anno. Il vocabolo "ardia" deriva dal verbo bardiare che significa "proteggere, fare la guardia". Origine della manifestazione L'Ardia consiste in una processione a cavallo che si svolge lungo tutto il percorso che porta al santuario nonché attorno alla chiesa dedicata all'imperatore romano Costantino I (localmente chiamato Santu Antinu), colui che nel 312 sconfisse Massenzio, usurpatore a Roma, nella battaglia di Ponte Milvio. Benché manifestazioni che rientrano nel profilo dell'Ardia, si tengano anche in molti altri centri dell'Isola, in occasione di diverse festività religiose (per esempio a (NU), si corre l'ardia in onore della Beata Vergine d'Itria, a Sindia (NU) si corre l'ardia in onore dei santi Giorgio, Raffaele e Isidoro, a Giave (SS) si corre l'ardia in onore di San Sebastiano Martire, a (NU) si

corre l'ardia per i santi Pietro e Paolo, a Cossoine (SS) si corre l'ardia in onore di San Sebastiano e a Pozzomaggiore (SS) sempre in onore di San Costantino, San Pietro e San Giorgio), la più strutturata e consolidata è s'Ardia di Santu Antinu di Sedilo. Fino ai primi decenni del 1900 si correva l'ardia anche nel borgo medievale di Sette Fontane presso , in occasione dei festeggiamenti in onore di San Leonardo. Uno scritto anonimo, databile intorno al 1860, dal titolo "Di alcuni giochi equestri/in feste popolari/della Sardegna/e specialmente della Sartilla di " - custodito presso la Biblioteca Universitaria di con annotazioni autografe del canonico Giovanni Spano - riporta testualmente "... Altre due magnifiche feste sono quelle di San Leonardo a Santu Lussurgiu, e di San Costantino a Sedilo, nelle quali si fanno giochi equestri, cui danno il nome di Ardie, e che riescono di sorprendente effetto a vedersi ...". La figura di Costantino Si narra che, prima dello scontro decisivo, al giovane imperatore apparvero due visioni: una croce con intorno la scritta IN HOC SIGNO VINCES "con questo segno vincerai" e, in seguito, Cristo stesso che gli ordinava di apporre tale segno sul labaro (il vessillo militare composto da un drappo quadrato color porpora attaccato a una lancia) sostituendo così l'immagine dell'aquila imperiale. Nel 313, Costantino promulgò l'Editto di Milano che accordò la libertà di culto ai cittadini dell'impero romano e pose fine alle persecuzioni contro i cristiani. L'imperatore, con la sua politica liberale, contribuì in maniera notevole alla diffusione della religione cristiana che contava già un nutrito numero di proseliti e dopo la sua morte si diffuse un culto popolare nei suoi confronti. Tra i riti a lui dedicati, la suggestiva Ardia di Sedilo si contraddistingue per la sua temerarietà e l'ardimento dei cavalieri e attesta in maniera inequivocabile la grande devozione dei sedilesi. La corsa

Il rituale, tendenzialmente identico, ha inizio nel momento in cui i tre capicorsa, radunatisi insieme agli altri cavalieri innanzi alla casa parrocchiale, ricevono dal sacerdote gli stendardi benedetti (Sas Pandelas): il primo di colore giallo oro, il secondo rosso, il terzo bianco. Il parroco stesso, alcuni mesi prima, designa, desumendolo da un registro conservato in parrocchia secondo un ordine cronologico d'iscrizione, il nome del capocorsa (prima pandela), al quale spetta il compito di guidare l'Ardia. Egli viene affiancato in questo incarico da altri due cavalieri da lui scelti (sa segunda e sa terza pandela). A questi ultimi ed alle tre scorte (sas iscortas) è affidato il compito di impedire che il capocorsa venga raggiunto e superato dai restanti cavalieri, simboleggianti l'esercito di Massenzio, ossia la paganità. I tre cavalieri e utilizzano o possono utilizzare, come strumento in difesa di Costantino, gli acuminati stendardi evitando di usarli "di punta" mentre le scorte dispongono ognuno di un bastone (delle dimensioni del manico di un piccone) rivestiti di un tessuto rosso porpora. Il superamento de sa prima pandela rappresenterebbe la vittoria del paganesimo sul cristianesimo, oltre che un terribile affronto per gli alfieri. Al termine della consegna degli stendardi, i cavalieri, guidati dal parroco e dal sindaco ed accompagnati da una banda musicale e dai fucilieri, che costituiscono un rumoroso ed efficiente servizio d'ordine e annunciano l'arrivo del corteo, attraversando le vie principali del paese si dirigono verso il santuario, situato nelle campagne del paese, a breve distanza dal centro abitato. Giunti a su Frontigheddu, un poggio sovrastante la strada che conduce all'arco d'ingresso del santuario, i partecipanti ricevono una ennesima benedizione dal parroco. Mentre le tre scorte faticano a tenere ad una certa distanza dalle tre pandelas i potenziali inseguitori (in genere in numero da 60 a 90) sa prima controlla la situazione e, dal momento in cui la triade delle autorità a cavallo devia dal percorso principale, è libera di spronare la cavalcatura e partire verso la chiesa attraverso l'arco seguita dai due compagni e dal resto dei cavalieri, non possono più essere trattenuti dai legni delle scorte. Con un percorso dapprima sassoso e in ripida discesa, poi costretto nell'arco di San Costantino, un tempo più stretto e lungo, più obliquo e attraversato da una soglia rilevata (tutti impedimenti rimossi nel fondamentale rifacimento novecentesco dell'ing. Giovanni Costantino Depalmas) la polverosa colonna raggiunge al galoppo il santuario; poi, lentamente, vi compie intorno un numero imprecisato di giri in senso orario che, generalmente, varia da cinque a sette ma può arrivare anche a nove o undici. I cavalieri, come sempre al volere della prima bandiera, si precipitano indi verso sa muredda, un muretto circolare al centro del quale si trova una croce, effettuando anche qui un certo numero di giri in senso orario e poi antiorario; l'inversione, alquanto spettacolare e imposta dalle scorte ai recalcitranti inseguitori, serve a riprendere il verso adatto per affrontare l'ultima salita di galoppo, verso la chiesa, ove la parte più spettacolare dell'Ardia si conclude.

Dopo la corsa

Dopo la celebrazione della Messa l'intero corteo dei cavalieri, passando per un secondo arco del muro di cinta del santuario, come ultimo atto dell'Ardia, si ricompone a su Frontigheddu per poi dirigersi verso il paese e raggiungere la casa del parroco, dove ha luogo la riconsegna degli stendardi. L'uscita dall'arco avviene in genere per coppie o piccoli gruppi di cavalieri che si sfidano in crepuscolari gare di velocità, particolarmente apprezzate dal pubblico dei fedeli, fino alla ripida salita di su Frontigheddu. Tutta la cerimonia si ripete la mattina seguente, in genere in una atmosfera più intima e raccolta. Il giorno dell'ottava, infine, si svolge, con lo stesso rituale dell'Ardia a cavallo, l'Ardia a piedi, alla quale partecipano un gran numero di giovani e i cui capicorsa e scorte sono scelti con le stesse procedure di cui sopra. In allegato si riporta la documentazione fotografica prevista dalla vigente normativa in materia. Le riprese fotografiche consentono una vista di dettaglio dell'area di intervento ed una vista panoramica del contesto da punti dai quali è possibile cogliere con completezza le fisionomie fondamentali del contesto paesaggistico, le aree di intervisibilità del sito. Le riprese fotografiche sono corredate da brevi note esplicative e dall'individuazione del contesto paesaggistico e dell'area di intervento.

PRESENZA DI AREE TUTELATE PER LEGGE (art. 142 D.Lgs. 42/04)

Non sono presenti aree tutelate per Legge di cui all'art. 142 del D.Lgs. 42/04.

PRESENZA DI BENI CULTURALI TUTELATI (artt. 10 e 11 del D.Lgs. 42/04)

Non sono presenti beni culturali tutelati, come definiti dalla parte seconda del D.Lgs. 42/04.

ESTREMI DEI PROVVEDIMENTI DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO DEI VINCOLI

IL PIANO PARTICOLAREGGIATO. Il comune di Sedilo ha dato l’avvio alla procedura di redazione del Progetto Definitivo del Piano Particolareggiato del Centro di antica e prima formazione e dell’ambito A3 del P.U.C. in adeguamento al Piano Paesaggistico Regionale approvato con delibera n°36/7 del 05/09/2006.Per il caso di Sedilo, il perimetro del centro matrice comprende la maggior parte dell’edificato urbano e comprende le zone A1, A2, B1 e parte della B2 che compongono il centro storico. Al centro matrice appartengono in totale 112 isolati e 1142 unità edilizie, ad esclusione solamente di alcune zone a margine dell’abitato di Sedilo. Oltre all’edificato urbano il Piano coinvolge anche l’ambito A3 del P.U.C. in cui si colloca il Santuario di San Costantino.

PARAMETRI DI LETTURA DELLE CARATTERISTICHE PAESAGGISTICHE

Da una attenta lettura dei parametri paesaggistici dell'area di intervento è stato riscontrato quanto segue:

● Integrità (Integrazione di strutture in muratura necessarie alla sicurezza e manutenzione della strada in oggetto) ● Degrado (Recupero e manutenzione di porzioni di muri a secco e non in condizioni di instabilità e degrado.)

PARAMETRI DI LETTURA DEL RISCHIO PAESAGGISTICO, ANTROPICO, AMBIENTALE

Da un'attenta analisi dei luoghi sono stati rilevati elementi di rischio paesaggistico, antropico, ambientale:

● Capacità di assorbimento visuale (Le opere previste in progetto si fondono perfettamente nel contesto esistente pertanto non hanno alcun impatto ambientale.

EFFETTI ED ALTERAZIONI CONSEGUENTI ALLA REALIZZAZIONE DELL’OPERA

Effetti conseguenti

A seguito della realizzazione dell’opera non si avranno effetti.Gli Interventi proposti sono volti a garantire la sicurezza della strada di collegamento Sedilo/San Costantino con manutenzione di alcuni muri esistenti e realizzazione di nuovi muri sullo stile di quelli esistenti con pietra locale a vista. Tipi di alterazioni del sistema paesaggistico

Non si prevedono alterazioni del sistema paesaggistico a seguito della realizzazione dell'opera.

MITIGAZIONE DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO

Come rilevabile dagli elaborati grafici di progetto allegati, sono state adottate soluzioni in grado di determinare i minori problemi di compatibilità paesaggistica.

Utilizzo di materiali quale pietra locale conforme alle architetture esistenti, per la realizzazione di muri e muri a secco nonchè per il rivestimento di un muro in cemento armato da realizzare a valle del rilevato stradale.

Tempi previsti di realizzazione: Immediatamente Grado di capacità di contrastare gli effetti negativi dell'intervento: Riqualificazione

CONCLUSIONI

In conclusione si osserva che gli interventi proposti risultano assolutamente compatibili con le componenti ambientali e paesaggistiche esaminate, con gli obiettivi di qualità paesaggistica e con i criteri di gestione delle aree assoggettate a vincolo.

Il confronto fra le caratteristiche dello stato attuale, gli elementi di progetto e gli obiettivi della tutela paesaggistica non ha evidenziato impatti negativi significativi, come meglio illustrato dagli allegati elaborati grafici di progetto.

SEDILO, 27 maggio 2020.

Il progettista

------Ing. ANTONIO DOTT. ING. NIOLA

SIMULAZIONI DI PROGETTO

Vista 1 stato attuale

Vista 1 simulazione di progetto

Vista 2 stato attuale

Vista 2 simulazione di progetto

Vista 3 tato attuale

Vista 3 simulazione di progetto

Vista 4 stato attuale

Vista 4 simulazione di progetto

Vista 5 stato attuale Vista 5 simulazione di progetto