Piano Territoriale Provinciale di (ex art.12 L.R.9/86) RELAZIONE GENERALE DELLO SCHEMA DI MASSINA.

7.4. ANALISI DELL’ATTUALE OFFERTA DI TRASPORTO NELLE SUB-AREE PROVINCIALI DI RIFERIMENTO.

7.4.1. L’AREA METROPOLITANA DI CATANIA.

L’area metropolitana catanese costituisce la parte centrale del territorio provinciale; si estende per circa 950 kmq e vi risiedono oltre 750.000 abitanti. Abbiamo quindi una densità di popolazione che è decisamente maggiore di quella delle altre due aree. Altro dato interessante è la concentrazione, sempre in quest’area ed in specie nei maggiori centri abitati, di attività socio-economiche e quindi, per quanto di nostro interesse, di un notevole numero di poli di attrazione di mobilità (scolastici, di ricerca – didattica (Università), sanitari, industriali, di terziario, amministrativi...). Questi ultimi esercitano la loro influenza non solo all’interno dell’area in questione, ma anche nei confronti dell’intero territorio provinciale e, in più casi, della Sicilia centro-orientale.

Il centro principale è ovviamente il capoluogo, Catania, in cui risiede circa il 40% del totale degli abitanti dell’area. Questo dato sta ad evidenziare, da una parte, il suo ruolo di attrazione-generazione di spostamenti, dall’altra il fatto che esistono tutt’attorno a Catania una serie di comuni, alcuni dei quali aventi un’urbanizzazione che non ha soluzione di continuità con quella del capoluogo, di una certa rilevanza sia dal punto di vista del numero dei residenti che da quello della concentrazione delle attività. Basti a tal proposito ricordare la presenza, nei pressi di Catania, di comuni con un numero di abitanti superiore a 40.000 quali , Paternò e nonché tutta una serie di comuni dell’area dell’Etna sud con popolazione variabile dai 5.000 ai 20.000 abitanti, i cui centri urbani sono pressoché adiacenti l’uno all’altro. Trattasi dell’area facente capo ai comuni di: S.Agata li Battiati, S. Giovanni la Punta, , , , S. Gregorio, , , , , , Aci S. Antonio, Valverde, circoscritta dai territori di Catania a sud, Acicastello ed Acireale ad est, Zafferana a nord, e S. Pietro Clarenza ad ovest.

Per quanto riguarda l’offerta di trasporto, oltre a quanto già esposto in riferimento alle direttrici principali di mobilità, si evidenzia il ruolo:

•= della Ferrovia Circumetnea che attualmente, in ambito di area metropolitana ha in esercizio: la tratta urbana di Catania, dal porto sino alla stazione Borgo, quasi del tutto ammodernata e quindi a doppio binario, elettrificata e a scartamento ordinario, con un intertempo di passaggio dei convogli di circa 15 minuti; da Borgo a Paternò via Cibali, Nesima, Misterbianco (per poi proseguire lungo il tracciato perietneo) dove attualmente vi è un binario unico a

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scartamento ridotto e non elettrificato ed una frequenza media di un convoglio ogni ora circa. Come già in parte detto, l’attuale frequentazione d’utenza è sicuramente maggiore lungo la tratta in ambito metropolitano rispetto al resto del percorso anche se è, come esercizio metropolitano, decisamente bassa a causa dell’assenza di un inserimento della stessa in una rete integrata di trasporto pubblico;

•= della bretella autostradale (viale Mediterraneo) che congiunge il casello di Catania della A18 in zona S. Gregorio al centro urbano della città e che viene percorsa non solo da quanti sono diretti alla (provengono dalla) A18, ma anche da coloro che dai centri etnei dell’area denominata prima Etna sud gravitano, nello svolgimento delle loro attività, su Catania. Considerevole è quindi il flusso veicolare lungo questo segmento autostradale che implica, nelle ore di punta, la congestione veicolare con notevoli accodamenti in corrispondenza sia della sezione d’ingresso alla città (via Giuffrida) che all’uscita dalla (all’ingresso alla) bretella, a S. Gregorio, in direzione dei (provenendo dai) centri etnei;

•= delle strade provinciali. Queste ultime, di dimensione trasversale e tortuosità molto differenti tra loro, formano sul territorio un reticolo che è particolarmente fitto nell’ambito dell’area Etna sud. Sono utili sia per il collegamento dei centri più piccoli con quelli più grandi a loro prossimi (è il caso del collegamento dei centri dell’Etna sud con Catania; di Zafferana E., Viagrande, Trecastagni, Aci S. Antonio.con Acireale; di Belpasso, Camporotondo, S. Pietro Clarenza con Misterbianco; di , S.Maria di Licodia, Belpasso con Paternò); sia per il collegamento diretto tra loro; sia per immettersi nelle vie, assi portanti delle direttrici principali di mobilità.

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7.4.2. L’AREA DEL CALATINO.

L’area del calatino (sud Simeto) costituisce la parte meridionale della provincia di Catania. Si ricorda che questo territorio si estende per circa 1551 kmq ed è quindi pari quasi alla metà dell’intera superficie provinciale.

I comuni di quest’area sono: , Castel di Judica, , , , Militello val di Catania, , , , , San Cono, , , , che complessivamente hanno una popolazione di circa 155.000 abitanti.

Per quanto utile alla trattazione che segue si precisa che le attività economiche principali sono l’agricoltura ( notevole la produzione di uva, fichidindia, agrumi...) e l’artigianato ( soprattutto a Caltagirone).

In stretto riferimento all’obiettivo di questo studio, i flussi di mobilità sono quindi determinati dalle seguenti motivazioni di spostamento: agricola (trasferimento di prodotti della terra), scolastica ( movimento di studenti dai vari comuni dell’area verso Caltagirone e verso Catania), di pendolarismo ( in particolar modo verso il capoluogo provinciale e verso i centri industriali e manifatturieri all’infuori della provincia quali Gela e Ragusa).

Oltre all’offerta di trasporto che attiene alle direttrici principali di mobilità e che, come già esposto, ha l’obiettivo del raggiungimento del capoluogo provinciale, si nota:

•= un segmento di strada statale denominata Libertinia in zona di Licodia Eubea;

•= una rete di strade provinciali tendente a garantire il collegamento dei vari centri tra loro e con le infrastrutture principali di trasporto (Strade statali) e l’accessibilità all’intero territorio ivi comprese le parti di quest’ultimo non urbanizzate. Trattasi mediamente di strade provinciali aventi un tracciato con notevole tortuosità e carreggiate comprese tra i 5,00 ed i 7,00 m caratterizzate da flussi veicolari medio-bassi che in alcuni punti sono decisamente minimi.

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7.4.3. L’AREA PEDEMONTANA JONICA. L’area pedemontana ionica è costituita dal territorio dei comuni di , , Bronte, , , , , , , Maniace, , Milo, , , e S. Alfio. I dati relativi alla popolazione residente in tutta l’area sono di circa 180 mila abitanti.

L’area pedemontana jonica si inquadra nel contesto generale tra l’area metropolitana della provincia di Catania e la provincia di Messina. Ha una naturale vocazione di tipo agricolo e turistico ed è caratterizzata da un flusso di mobilità dovuto essenzialmente alle seguenti esigenze:

•= turistica, rivolta alla fruizione della costa ionica da S. Marco a Riposto e alla fruizione dell’Etna sia per scopi escursionistici che per attività sciistiche;

•= commerciale, che vede come polo di attrazione il di Giarre;

•= agricola, per gli agrumeti ubicati sulla costa in territorio di Giarre e Riposto e vigneti ubicati nel territorio pedemontano;

•= scolastica, per flussi di mobilità di tipo pendolare attratta dai comuni di Giarre e Riposto, dovuta alla presenza nei loro territori di tutte le tipologie di scuole secondarie superiori.

Anche per l’area pedemontana jonica si evidenzia dal punto di vista delle infrastrutture viarie una impostazione della rete basata sul modello radiocentrico che punta su Giarre. Se a ciò si aggiunge che anche il sistema ferroviario risulta insufficiente sia per il trasporto passeggeri che per il trasporto merci (intermodalità) e che il sistema portuale è sotto utilizzato, ne consegue ovviamente una forte penalizzazione per l’economia locale.

L’assenza di una regolare trama viaria, unita alla commistione tra traffico di media percorrenza, locale, commerciale, turistico, creano inevitabili congestioni nel traffico. Tutto ciò è amplificato dal fatto che la rete viaria attuale è quella storica e che gli interventi realizzati negli anni 60-70 ribadivano la concezione radiocentrica, vista come unica fonte di sviluppo e di economia.

L’area pedemontana jonica è attraversata da due delle direttrici individuate all’interno della provincia di Catania:

♦= direttrice jonica; ♦= direttrice perietnea.

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L’offerta di trasporto è assolta dalle infrastrutture evidenziate precedentemente (corrispondenza tra offerta di trasporto e direttrici di mobilità), a cui si associano delle infrastrutture viarie di minore importanza che possono sostanzialmente essere individuate dalla rete di strade provinciali.

La strada statale 114, che ha una larghezza media di mt. 10.00 attraversa i centri dei comuni di Giarre, Mascali e Fiumefreddo, presenta un elevato flusso di traffico dovuto essenzialmente alla commistione tra mobilità locale, di breve e media percorrenza, turistica e commerciale. La commistione di flussi viene esaltata dalla prossimità del casello di Giarre dell’autostrada Catania-Messina con la strada statale 114.

Tra le strade provinciali meritano sicuramente attenzione la S.P. 2/I-II, che congiunge Acireale a Riposto attraversando o lambendo i centri S. Maria La Scala, S. Tecla, Scillichenti, Pozzillo, Stazzo e Torre Archirafi, la S.P. 4/I, che congiunge Giarre a Zafferana attraversando il centro di S.Venerina e la strada Mareneve che congiunge Linguaglossa, attraversando la pineta, alle piste di sci poste alle falde dell’Etna. Le suddette strade, che attraggono mobilità di tipo turistico e agricolo- commerciale, hanno basse caratteristiche tecniche che possono essere compendiate sinteticamente nella inadeguatezza della larghezza media delle carreggiate, rispettivamente di mt. 6.40, 7.20 e 7.00, e nella tortuosità dei tracciati che quasi sempre mantengono la primitiva configurazione.

Tutti i comuni pedemontani da Adrano a Piedimonte sono attraversati direttamente dalle S.S. 280 e 120 e dalla ferrovia Circumetnea, ad esclusione dei centri di Maniace e Castiglione di Sicilia che si congiungono alle strade statali prima evidenziate tramite le S.P. 17/III (larghezza media mt. 6.00) e la S.P. 7/I (larghezza media mt. 7.00)

Nell’area pedemontana insiste una tratta della ferrovia dello stato attualmente dismessa che congiunge Randazzo alla linea Siracusa- Messina, in prossimità di Calatabiano, attraversando l’incantevole valle dell’Alcantara.

Si evidenzia infine la prossimità, in corrispondenza dei centri di Riposto e Randazzo, delle linee ferrate delle Ferrovie dello Stato e della Circumetnea.

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