Gallo, Un Bartleby Alla Mondadori

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Gallo, Un Bartleby Alla Mondadori ALIAS DOMENICA 21 GIUGNO 2015 (7) IN «VITA DI DANTE» PER CAROCCI GIORGIO INGLESE ACCOMPAGNA IL LETTORE NELLA SELVA DELLE QUESTIONI «STORIA DI UN EDITOR. NICCOLÒ GALLO» DI GIAN CARLO FERRETTI, DAL SAGGIATORE Niccolò Gallo nel suo studio di Roma a Piazza Ungheria Il telefono più occupato d’Italia ma, dietro il filo, un enigma: perché un critico tra i più fini DANTE ANNISESSANTA si ritrasse nel ruolo di MASSIMO RAFFAELI ring decisivo alla composizione de Gli stru- lana «Il castelletto» da Nistri Lischi si re- economico di farsi funzionario di una ca- di (impeccabile) menti umani). clude in una dinamica puramente reda- sa editrice la quale si fonda, scrive Ferret- Èraroimbattersiinunafiguracen- Ora, il lavoro di Ferretti muove da una zionale, in una trafila di pareri editoriali ti, «non tanto sulla sperimentazione e sul- funzionario di Segrate, Certo, probabile, trale che sappia tuttavia mantenersi così duplice domanda: come mai il critico mi- (peraltro splendidi, di esattezza implaca- la avanscoperta quanto piuttosto sull’ac- defilata da sembrare inapparente. Questa litante, colui che era stato il censore delle bile) o nella stesura di anonime bandelle quisizione di autori definiti e garantiti, promuovendo fu, fino all’autospoliazione, la facies di Nic- crude tranches neorealiste e invece il pro- di copertina? E più precisamente: perché nel quadro di un sostanziale ecumeni- colò Gallo (Roma 1912-Santa Liberata di motore di un «realismo critico» (Bassani, Gallo, pur mantenendo il profilo etico e smo istituzionale esecondounostretto il bestseller di qualità? Grosseto 1971), filologo, critico letterario Cassola, Dessì), tace del tutto dopo il ’56? l’intransigenza intellettuale che tutti gli ri- rapporto tra valore di mercato e valore plausibile: proposte epoiraffinatissimoeditor.Nericostruisce come mai il raffinato promotore della col- conoscono, accetta negli anni del boom culturale, successo e qualità,fatturatoe oggi la biografia intellettuale il decano dei nostri storici della produzione editoriale, prestigio»? Perché Gallo da Mondadori Gian Carlo Ferretti, pubblicando Storia di non può permettersi, alla lettera, gli auto- un editor Niccolò Gallo [/NERO](Il Saggia- ri di ricerca e di tendenza che sarebbero per una biografia tore-Fondazione Arnoldo e Alberto Mon- idealmente i più suoi e che invece vede dadori, pp. 151, e 16.00), un volume che pubblicati dalla concorrenza in quegli an- si segnala sia per il nitore interpretativo Gallo,unBartlebyni di inaudita espansione editoriale: il che sia per la abbondanza degli apporti docu- vuol dire, per esempio, che nella sua colla- di PAOLO PELLEGRINI poeta, sacra ai dantisti e su cui giu- mentari, per lo più inediti o rari. Di Gallo na dei «Narratori italiani» non possono fi- Già Umberto Carpi rare ad occhi – quasi – chiusi. E rimaneva ai lettori una poesia fraterna, e gurare i Pasolini, Volponi, Parise (tutti edi- Tutto comincia nel 2004: poi, continui e diretti rimandi a te- appunto intitolata Niccolò,afirma ti da un giovane e agguerrito Garzanti) né Umberto Carpi (scomparso nel aveva demolito sti (epistole dantesche, De vulga- dell’amico di una vita troppo breve, Vitto- iTestori,Arbasino,Meneghello(tuttiediti 2013), sanguigno capofila della ac- ri, Commedia), cronache (Villani, rio Sereni, con l’immagine di una antica e per Feltrinelli dal suo amico Bassani) ma cademia pisana, pubblica due l’idea di un Dante Compagni), commenti e biografe persino ineffabile cortesia, quella di colui nemmeno taluni scrittori di fisionomia densi tomi dedicati a La Nobiltà antiche (Boccaccio, l’Ottimo, Pie- che sa ascoltare impavido e ricambiare alla Mondadori consolidata già passati per «Il castelletto» di Dante.Unaprofondarevisione tetragono ai colpi tro di Dante), riprodotti, quando mutamente l’intensità di uno sguardo, eoraaccoltinelcatalogoEinaudi(uno della biografia del poeta che ne del caso, in brevi estratti (se in lati- l’attesa di una parola soccorrevole; di lui, per tutti, il suo amato Carlo Cassola). legge il capolavoro come work in della sorte: no, con opportuna traduzione). delle sue scritture limpidissime (già devo- Quando arriva in Mondadori, nonostan- progress,sortadiregistrazionein In appendice, a dare il tono, un lute negli anni cinquanta a riviste di area te la sponda di Sereni, Gallo sa bene che il presa diretta delle sue sofferte ma una prospettiva saggio storico di Giuliano Milani comunista quali «Società», «Il Contempo- mood novecentista del vecchio Arnoldo continue conversioni politiche da sulla Firenze del Duecento, di ra- raneo»), residuava non soltanto un volu- non si spinge troppo al di là delle opere guelfo bianco a guelfo nero, da ne- «politica» ra lucidità. La scansione certo / me antologico e da tempo introvabile, complete di Bacchelli o Tombari così co- ro intrinseco (fazione vittoriosa probabile / plausibile appare ri- Scritti critici (Il Polifilo 1975), messo insie- me saprà presto che il piglio ereticale del dentro la cerchia delle mura fio- cui dà credito spettata: se può dirsi certo che me dagli amici Ottavio Cecchi, Cesare giovane Alberto non può spingersi troppo rentine: Corso Donati, per capir- «uscito dalla Porta di Piazza Garboli, Gian Carlo Roscioni all’indoma- al di là di quanto lo stesso Gian Carlo Fer- ci) a nero estrinseco (le castella- questo saggio, nell’ottobre del 1301, (…) Dante ni della sua scomparsa, quanto alcune cu- retti avrebbe un giorno definito il «best nie, toscane e non, gravitanti in or- non rimise mai più piede nella ratele memorabili, dalla Storia della lette- seller di qualità», vale a dire una formazio- bita filopapale: Moroello Malaspi- ricco ed euristico sua città», la certezza sfuma risa- ratura italiana del De Sanctis (Einaudi ne di compromesso fra le ragioni della ri- na, i conti Guidi di Dovadola), fi- lendo i declivi del Casentino dove 1958) al Carteggio Dino Campana-Sibilla cerca letteraria e le ipoteche di leggibili- no al conclusivo approdo ghibelli- «l’evoluzione dell’atteggiamento Aleramo (Vallecchi 1958) sino a una mai tà/vendibilità di un prodotto. Non è un no, approdo non privo di ambigui- dantesco verso Firenze (…) rende abbastanza rammentata edizione dei caso che alcuni fra gli autori più organica- tà, specie verso il presunto alfiere Cangrande nel Paradiso ridotto a comunque probabile un approdo Canti leopardiani e firmata a quattro ma- mente patrocinati da Gallo si chiamino del ghibellinismo italiano, il vero- servo encomio; la «quasi certez- già nel 1309 ai castelli guelfi di Do- ni sul principio degli anni sessanta col Fulvio Tomizza, Piero Chiara e Carlo Sgor- nese Cangrande della Scala. L’im- za» della falsità della Quaestio de vadola», secondo una antica tradi- compagno di via a lui più antipode per lon, come nemmeno è un caso che, in tal magine di un Dante tetragono ai aqua et terra eilconseguente,pre- zione che si deve al Boccaccio. tempra e formazione, Cesare Garboli. senso, la vistosa eccezione (per Mondado- colpi della sorte ne esce demolita. coce approdo a Ravenna. Il ro- Sulla vexata quaestio del viaggio a Non bastasse, Gallo aveva prestato la fi- ri un’eccezione addirittura megalomania- La prospettiva, tutta politica, rior- manzo diventa vulgata pisana, e Parigi invece «la critica moderna nezza lenticolare della propria scrittura, ca) sia rappresentata da Stefano D’Arrigo dina e dispone le poche tessere dalla torre della Muda dilaga, sino deve limitarsi a prendere atto del- quella procedente da una mano che pare- il cui immane Horcynus Orca andrà a documentarie, rilegge i passaggi ad approdare alle soglie della pre- la tradizione, senza poterla confer- va non avesse nervi, alla versione di un stampa solo anni dopo la morte di Gallo. fondamentali del poema: incasel- stigiosissima Harvard University mare, né confutare» (p. 100). piccolo classico e anzi un gioiello delle let- Scrive Ferretti, al riguardo: «Si può ipotiz- la senza difficoltà i più docili e – fa- Press: con buona pace dei trinari- Eppure, al netto del solido im- tere francesi, il romanzo Aimée (Feltrinel- zare che Gallo cerchi una alternativa alle ta nolentes trahunt –, persuade ciuti filologi? pianto documentario e delle di- li 1959), opera solitaria del primo fra tutti crisi e delusioni della sua battaglia critica non senza forzature quelli più riot- No. La nuova biografia dante- chiarazioni di principio, resta l’im- gli editor secolari e cioè Jacques Rivière. nella pratica dell’investimento di sé. La tosi. È testo arduo però: a una ver- sca di Giorgio Inglese, fresca di pressione che l’operazione di Car- Della vicenda singolare di Gallo restava stessa lontananza dalla macchina elastessa sione più cantabile provvede, con stampa presso Carocci, prova, fin pi e Santagata abbia fatto breccia. dunque troppo o troppo poco per non do- pur formale difesa di una dimensione arti- tratti di originalità e lavoro di ag- dal titolo (Vita di Dante Una bio- Se è vero, ad esempio, che si re- verla necessariamente recepire alla stre- gianale allora, con relativi anacronismi, pos- giornamento, Marco Santagata grafia possibile,pp.191,e 23,00), spinge ragionevolmente la gua di una leggenda ovvero di un enigma, sono diventare una condizione per lavorare (Dante. Il romanzo di una vita, ad arginare la piena. L’intento ‘novella’ dei sette canti e si avan- lo stesso di un intellettuale la cui parabola meglio, senza peraltro mettere in discussio- Mondadori 2012), che con l’ami- dell’autore è evidente, e per altro zano giustificate riserve sulla data- somigliasse a un tracciante: prima l’impe- ne le logiche produttive e commerciali del co Carpi lavora, a Pisa,
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