MITI E FATTI Una Guida Al Conflitto Arabo-Israeliano Di Mitchell G
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MITI E FATTI Una Guida al conflitto Arabo-Israeliano di Mitchell G. Bard 1 1.Le radici d'Israele…………………………………………….1 2 Il periodo del mandato……………………………………….14 3 La spartizione…………………………………………………23 4. La guerra del 1948…………………………………………..28 5. Verso Suez……………………………………………………35 6. La Guerra dei Sei Giorni del 1967………………………….39 7. Tra le guerre…………………………………………………48 8. La guerra d'attrito 1967-1970………………………………53 9. La Guerra del Kippur del 1973……………………………..55 10 I confini……………………………………………………..60 11. Israele ed il Libano…………………………………………70 12. Le Guerre del Golfo……………………………………….82 13. Le Nazioni Unite…………………………………………..96 14. I Profughi…………………………………………………..104 15. Il trattamento degli Ebrei nei paesi arabo-islamici…………129 16. I diritti umani nei paesi arabi……………………………….155 17. I diritti umani in Israele e nei Territori……………………..168 18. Le rivolte dei Palestinesi…………………………………….181 19. Gerusalemme…………………………………………………212 20. La politica medioorientale americana……………………….226 21 Gli insediamenti …………………………………………….261 22. L'equilibrio degli armamenti……………………………..276 23. I media………………………………………………………. Le radici d'Israele, di Mitchell G. Bard Miti da confutare 03.a. "Gli Ebrei non hanno titolo alla terra che chiamano Israele" 03.b. "La Palestina e' sempre stata un paese arabo" 03.c. "La Dichiarazione Balfour non ha dato agli Ebrei il diritto ad una patria in Palestina" 03.d. "La 'poszione tradizionale' degli Arabi in Palestina e' stata messa a repentaglio dall'insediamento ebraico" 03.e. "Il Sionismo e' razzismo" 03.f. "I Sionisti avrebbero potuto scegliere un'altra contrada in luogo della Palestina" 03.g. "Perfino Herzl aveva proposto l'Uganda come lo stato ebraico in luogo della Palestina" 03.h. "Tutti gli Arabi si sono opposti alla Dichiarazione Balfour, considerandola un tradimento dei loro diritti" 2 03.i. "I Sionisti non hanno fatto sforzo alcuno per stipulare un compromesso con gli Arabi" 03.j. "I Sionisti sono stati lo strumento coloniale dell'Imperialismo occidentale" 03.k. "Nel carteggio Hussein-MacMahon gli Inglesi avevano promesso agli Arabi l'indipendenza" 03.l. "Gli Arabi hanno combattuto per la liberta' nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale" [I miti in dettaglio:] 03.a. MITO "Gli Ebrei non hanno titolo alla terra che chiamano Israele" 03.a. FATTI Un comune fraintendimento e' che gli Ebrei siano stati costretti alla diaspora dai Romani dopo la distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme nel 70 EV, e che poi, 1.800 anni dopo, siano improvvisamente ritornati in Palestina rivendicando il loro paese. In realta', il popolo ebraico ha mantenuto i legami storici con la terra avita per oltre 3.700 anni, creando una lingua nazionale ed una civilta' peculiare. Il popolo ebraico fonda la sua rivendicazione alla Terra d'Israele su almeno quattro titoli: 1) D%o ha promesso la terra al patriarca Abramo; 2) Il popolo ebraico vi si e' stabilito e l'ha sviluppata; 3) La comunita' internazionale ha concesso la sovranita' politica sulla Palestina al popolo ebraico; 4) Il territorio e' stato catturato in seguito a guerre difensive. Anche dopo la distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme e l'inizio dell'esilio, la vita ebraica in Palestina e' continuata e spesso e' anche fiorita. Furono ricreate grandi comunita' a Gerusalemme ed a Tiberiade nel 9no Secolo EV, e nell'11mo Secolo EV nacquero delle comunita' ebraiche a Rafa, Gaza, Ascalona, Giaffa e Cesarea. I Crociati massacrarono molti Ebrei nel 12mo Secolo EV, ma le comunita' ricuperarono nei successivi due secoli dacche' un gran numero di rabbini e semplici pellegirini ebrei immigro' a Gerusalemme ed in Galilea. Eminenti rabbini avrebbero fondato delle comunita' a Safed, Gerusalemme ed altrove nei successivi 300 anni. All'inizio del 19mo Secolo - molti anni prima della nascita del moderno movimento sionista - piu' di 10.000 Ebrei vivevano in quello che oggi e' Israele [1]. I settantotto anni di edificazione nazionale, che iniziarono nel 1870, culminarono nella rifondazione dello stato ebraico. Il "certificato di nascita" internazionale di Israele e' stato convalidato dalla promessa della Bibbia, dall'ininterrotto stabilimento ebraico fin dai tempi di Giosue'; dalla Dichiarazione Balfour del 1917; dal mandato della Societa' delle Nazioni, che includeva la Dichiarazione Balfour; la 3 risoluzione di spartizione delle Nazioni Unite del 1947; l'ammissione d'Israele all'ONU del 1949; il riconoscimento d'Israele dalla maggior parte degli altri stati; e, soprattutto, la societa' creata dal popolo d'Israele in decenni di esistenza nazionale prospera e dinamica. 03.a. LA FRASE CELEBRE: "Nessuno fa un favore ad Israele proclamando il suo 'diritto all'esistenza'". Il diritto d'Israele ad esistere, cosi' come quello degli Stati Uniti, dell'Arabia Saudita, e di altri 152 paesi, e' assiomatico ed assoluto. La legittimazione d'Israele non e' sospesa a mezz'aria in attesa di riconoscimento. (...) Certo non v'e' altro stato, grande o piccolo, giovane o vecchio, che considererebbe il semplice riconoscimento al suo 'diritto all'esistenza' un favore, od una concessione negoziale". Abba Eban [2] 03.b. MITO "La Palestina e' sempre stata un paese arabo". 03.b. FATTI Si ritiene che il termine "Palestina" derivi dal nome "Filistei", un popolo egeo che, nel 12mo Secolo AEV, si insedio' lungo la pianura costiera dell'attuale Israele e della Striscia di Gaza. Nel Secondo Secolo EV, dopo aver schiacciato l'ultima rivolta giudaica, i Romani applicarono il nome "Palestina" prima alla Giudea (la parte meridionale di quella che ora e' chiamata la Riva Occidentale) in un tentativo di ridurre al minimo l'identificazione ebraica con la Terra d'Israele. La parola araba "Filastin" deriva da questo nome latino [3]. Le Dodici Tribu' d'Israele hanno formato la prima monarchia costituzionale in Palestina verso il 1000 AEV. Il secondo re, Davide, fu il primo a fare di Gerusalemme la capitale dello stato. Sebbene la Palestina sia stata divisa in due regni separati, l'indipendenza ebraica sotto la monarchia e' durata per oltre 400 anni. Questo e' molto di piu' dell'indipendenza goduta dagli Americani in quello che ora chiamiamo "Stati Uniti" [4]. Quando gli Ebrei cominciarono ad immigrare in Palestina in gran numero nel 1882, ci vivevano meno di 250.000 Arabi, e la maggior parte di loro era giunta di recente. La grande maggioranza della popolazione araba nei decenni scorsi erano in un certo senso dei nuovi venuti - o immigrati di recente, o discendenti di persone che erano immigrate in Palestina negli ultimi 70 anni" [5]. La Palestina non e' mai stata un paese esclusivamente arabo, sebbene l'Arabo sia pian piano divenuto il linguaggio di gran parte della popolazione dopo 4 le invasioni Mussulmane del Settimo Secolo EV. Non e' mai esistito uno stato indipendente arabo o palestinese in Palestina. Quando il famoso storico arabo-americano, il cattedratico di Princeton Prof. Philip Hitti, testimonio' contro la spartizione davanti al Comitato anglo-americano nel 1946, egli disse: "Nella storia non c'e' alcuna cosa come la 'Palestina', proprio no" [6]. Difatti, la Palestina non e' mai esplicitamente menzionata nel Corano, dove viene invece chiamata "la terra santa" (al-Arad al-Muqaddash). [7] Prima della spartizione, gli Arabi palestinesi non si vedevano come portatori di un'identita' separata. Quando fu convocato il primo congresso delle Associazioni Islamico-Cristiane a Gerusalemme nel Febbraio 1919 per scegliere i rappresentanti palestinesi alla Conferenza di Pace di Parigi, fu adottata la seguente risoluzione: "Noi consideriamo la Palestina parte della Siria araba, dacche' non ne e' mai stata separata in alcun momento. Le siamo legati da legami nazionali, religiosi, linguistici, naturali, economici e geografici". [8] Nel 1937, un leader arabo locale, Auni Bey Abdul-Hadi, disse alla Commissione Peel, che avrebbe poi suggerito la spartizione della Palestina: "Non esiste un paese [detto Palestina]! 'Palestina' e' un termine coniato dai Sionisti! Non c'e' Palestina nella Bibbia. Il nostro paese e' stato per secoli parte della Siria". [9] Il rappresentante dell'Alto Comitato Arabo alle Nazioni Unite invio' una presa di posizione all'Assemblea Generale nel Marzo 1947 che sosteneva che "la Palestina era parte della Provincia di Siria" e che "politicamente, gli Arabi di Palestina non erano indipendenti nel senso che formavano un'entita' politica a se' stante". Alcuni anni dopo, Ahmed Shuqeiri, successivo presidente dell'OLP, avrebbe detto al Consiglio di Sicurezza: "Tutti sanno che la Palestina non e' altro che la Siria meridionale". [10] Il nazionalismo arabo-palestinese e' soprattutto un fenomeno successivo alla Prima Guerra Mondiale, che non e' divenuto un movimento politico significativo fino a dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967 e la presa israeliana della Riva Occidentale. 03.c. MITO "La Dichiarazione Balfour non ha dato agli Ebrei il diritto ad una patria in Palestina" 03.c. FATTI Nel 1917, la Gran Bretagna emise la Dichiarazione Balfour: "Il Governo di Sua Maesta' vede con favore lo stabilirsi in Palestina di una dimora nazionale (national home) per il popolo ebraico, e fara' del suo meglio per facilitare il conseguimento dell'obbiettivo; sia ben inteso che non si fara' nulla che possa pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunita' non-ebraiche di Palestina od i diritti e la condizione politica 5 goduti dagli Ebrei in qualsiasi altro paese". Secondo la Commissione Peel, nominata dal Governo Britannico per indagare sulle cause delle rivolte arabe del 1936, "si era inteso, al tempo della Dichiarazione Balfour, che il campo in cui doveva stabilirsi la Dimora Nazionale Ebraica era l'intera Palestina storica, compresa la Transgiordania". [11] Lo scopo del Mandato per la Palestina era mettere in atto la Dichiarazione Balfour. Esso si riferiva specialemnte ai "legami storici del popolo ebraico con la Palestina" ed al valore morale della "ricostituzione della loro dimora nazionale in quel paese". Il termine "ricostituzione" mostra il riconoscimento del fatto che la Palestina era stata la dimora degli Ebrei. Inoltre, i Britannici ricevettero istruzioni di "fare del loro meglio per facilitare" l'immigrazione ebraica, di incoraggiare gli insediamenti sulla terra e "garantire" la Dimora Nazionale Ebraica.