Entropia E Sintropia …………Pag 13
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
SCUOLA DI COUNSELING PREVENIRE E’ POSSIBILE LA COMPRENSIONE DELLE COINCIDENZE SIGNIFICATIVE DELLA VITA ALLA LUCE DELLE DIVERSE CAPACITÀ SPIRITUALI DELLE PERSONE DIPLOMANDI: ANDREA BACCI CARMEN TUNNO CORRELATORE: PROF. VINCENZO MASINI ANNO DI CORSO 2010/2011 2 SOMMARIO_________________________________________ INTRODUZIONE -……………………………………...PAG 5 CAPITOLO I - ENTROPIA E SINTROPIA …………PAG 13 CAPITOLO II – FENOMENOLOGIA, I PRESUPPOSTI TEORETICI DEL RAPPORTO TRA TEMPO ED ESPERIENZA ………………..PAG 37 CAPITOLO III – PROFILI, OPPOSIZIONI ED AFFINITA’ SECONDO IL MODELLO DI PREPOS ……………………………………….PAG 57 CAPITOLO IV – LE EMOZIONI LETTE IN CHIEVE SINENTROPICA …………………………………………………………………...PAG 67 CAPITOLO V – IL DUALISMO DEL TEMPO NELLE RELAZIONI INTERNE DI OPPOSIZIONE E DI AFFINITA’……………….PAG 113 CAPITOLO VI – IL MODELLO SINTROPICO ………..PAG 147 CAPITOLO VII – IL QUESTIONARIO DELLA SINTROPIA ……………………………………………………………………PAG 181 APPENDICE - I DATI RACCOLTI DAL CAMPIONE SELEZIONATO, GLI ISTOGRAMMI E GLI INDICI DI CORRELAZIONE …………PAG 223 3 INTRODUZIONE 4 Inizieremo subito col chiederci: il tempo può diventare nostro amico? Discuteremo del cominciare e del divenire, di ciò che sta prima del tempo e di ciò che sta dopo il tempo. Prima e dopo assumeranno significati diversi o addirittura opposti al comune modo di pensarli. Tutto si gioca intorno a un rovesciamento dei significati classici del tempo. Questa ricerca rappresenta una naturale prosecuzione del nostro libro dal titolo “L’Umanità del tempo” pubblicato da Armando Editore nel 2010, alle cui conclusioni ci vogliamo in parte ricollegare: “Prima ancora che l’uomo, attraverso il peccato, cadesse nel tempo, Dio lo aveva già creato per realizzare la possibilità dell’umana redenzione, prima ancora che il tempo divenisse abbandono del messaggio dell’Agàpe, Dio lo rendeva luogo dell’Agàpe e del dono del Suo unico Figlio”. In queste poche righe il tema del tempo è centrale. Non si tratta di un tempo inteso come flusso, che inesorabilmente scorre e contro il quale noi, spettatori inerti, non possiamo fare nulla, ma si tratta di un tempo che sembra nascere da Dio e dall’uomo, dall’infinito e dal finito, dall’eternità e dal tempo, dagli errori umani e da Dio quale spazio di una nuova possibilità di redenzione. Il tempo nasce dalle scelte dell’essere umano, come distanza dall’agàpe, ma esisteva nella mente di Dio “prima del tempo”. In questa sede non parleremo esplicitamente di “peccato” perché questa parola porta in sé retaggi e dogmi che non fanno chiarezza sul suo significato profondo e su come questo ci obbliga a stare nel tempo. Dobbiamo tentare di entrare nella dimensione dell’errore umano inteso come squilibrio sia nelle relazioni interne, sia nelle relazioni con l'altro in senso meno teologico. La conclusione del nostro libro quindi ci obbliga a sviluppare l’etica celata in esso, che non deve diventare un dogma ma deve trasformarsi in consigli pratici al fine di rendere la nostra personalità “circolare” e armonica. I temi trattati nei Vangeli rimangono fortemente presenti. Gli insegnamenti del “Figlio dell’Uomo” si sposano bene con il modo di pensare le relazioni secondo il modello della scuola di Prepos, grazie alla quale questa ricerca è stata possibile. Dal convegno di Tolentino (febbraio 2009) “L’umanità del counselor”, nasce l’idea d’intitolare il nostro libro “L’umanità del tempo” per 5 continuare la nostra instancabile ricerca sui temi legati alla temporalità classica, che cerchiamo di “umanizzare” teorizzando la percezione dello scorrere del tempo come distanza tra gli uomini e come distanza dell’uomo dalla Verità, distanza la cui conseguenza è un’interiorità spesso lacerata. Il tempo si origina all’interno di ogni dualismo come la relazione, l’empatia e il libero arbitrio. Alla luce del concetto appena espresso di temporalità, l’empatia è quel processo che tenta di ristabilire, nel coglimento dei vissuti altrui, l’unità perduta tra gli uomini recuperando l’infinita differenza tra l’uno e l’altro, infinita differenza che non è mai in-differenza. Grazie all’empatia è possibile seguire quella traccia contenuta nel tempo, nata prima di ogni tempo e iscritta nell’inquietudine che viviamo nelle nostre relazioni con l’altro. Il concetto di entropia, a causa del suo stretto legame con il tempo, è al centro della nostra ricerca. Di entropia ne ha parlato per la prima volta Rudolf Clausius nel 1864 in occasione delle sue ricerche sulle proprietà del calore come forma di energia. Fu L. Boltzman a renderlo in termini statistici come rapporto ordine/disordine, mentre il fisico Sir Arthur Eddington (1927) dimostrò come l’entropia obbliga il tempo a muoversi lungo la direzione classica di passato – presente - futuro. Fu l’astrofisico Frautschi nel 1982 a dimostrare come nell’Universo in espansione l’entropia è in continuo aumento. L’etimologia del termine entropia richiama ai significati di “en”=energia e “tropos”= direzione (o trasformazione). Dalle formule di A. Einstein sulla relatività generale si evince una equivalenza tra massa ed energia. La stessa energia si sviluppa in forme diverse una delle quali è il calore di cui Rudolf fu un importante teorico. In base al II principio della termodinamica, durante le trasformazioni dell’energia una parte di questa si disperde nell’ambiente circostante in modo irrecuperabile creando un aumento del livello di disordine, cioè di entropia. Il tempo che tutti conosciamo è l’esperienza dei processi entropici che facciamo quotidianamente. L’entropia ha una precisa direzione che va dall’ordine verso il disordine alla quale noi associamo il flusso del tempo come movimento dal passato verso il futuro, dalla causa all’effetto. Osservando un vaso cadere e frantumarsi a terra notiamo qual’è la direzione classica dell’evento di cui facciamo esperienza. Non 6 abbiamo mai visto l’evento al contrario. Come l’entropia ha una unidirezionalità dei flussi di trasformazione dell’energia, così al tempo è associata una precisa direzione. Non è possibile percepire il tempo in direzioni diverse da quelle che conosciamo perché del tempo se ne fa esperienza e l’esperienza è contenuta nel principio di entropia che esprime la direzione che diamo quotidianamente agli eventi. La formula di Einstein non si limita però a descrivere i processi entropici solo nella direzione classica, perchè la formula originaria racchiude in sé, in termini matematici, anche un’energia di segno negativo (-E) che non ha un valore solo aritmetico. Nel 1942 L. Fantappiè stabilì la stretta connessione tra “l’energia negativa” e i processi che dominano i sistemi viventi chiamando sintropia il flusso energetico. L’entropia riguarda i processi di trasformazione della materia (+E), la sintropia rappresenta il processo di funzionamento dei sistemi viventi (-E). A differenza della materia i sistemi viventi non si muovono solo dall’ordine verso il disordine, da causa a effetto ma anche dal disordine all’ordine e dall’effetto alla causa. Gli esseri viventi per il fatto di essere costituiti da un corpo materiale e da anima/spirito, sono sistemi complessi nei quali confluiscono sia i flussi entropici sia i flussi sintropici. Alcune strutture organiche (sistema vascolare, struttura cerebrale, sistema respiratorio) nascono in forma frattalica per incaricarsi di intermediare tra questi due flussi del tempo. In termini di tempo la sintropia si esprime come flusso degli eventi che dal futuro va verso il passato. Il livello sintropico di un sistema vivente si riconosce perché, rispetto a quello di sola materia, cerca la sopravvivenza, evitando di abbandonarsi alla morte termica e ricercando valori e significati da attribuire alla propria esistenza. I sistemi viventi si rapportano al flusso sintropico del tempo cercando di soddisfare tre categorie di bisogni: bisogni materiali, bisogni di connessione e bisogni di significato. I bisogni materiali non soddisfatti conducono alla morte fisica, i bisogni di connessione alla depressione, i bisogni di significato all’angoscia. Il tempo non avrebbe ragione di esistere se la realtà non funzionasse secondo processi dualistici ossia come un dialogo continuo tra due opposti. Entropia e sintropia si inscrivono in questo rapporto duale. Percepiamo il tempo per il fatto che 7 esiste un movimento che conduce le nostre azioni da un punto a un altro, da un prima a un poi, due opposti che danno senso al tempo come movimento “verso”. Tempo, non è solo entropia o solo sintropia ma è giorno/notte, meno/più, maggiore/minore, ordine/disordine, falsità/verità. Il dualismo falsità/verità descrive il tempo più di altri perché ingloba e riassume le due direzioni. Tutto quello che facciamo è in funzione di una continua ricerca della verità che perseguiamo attraverso scelte derivanti dal nostro libero arbitrio. Secondo il nostro pensiero sono tre i dualismi elitari in cui il rapporto con la verità si sviluppa: soggetto/oggetto, corpo/anima-spirito, soggetto/soggetto. L’umano equilibrio dipende da come i tre dualismi convivono in noi. Considerando il tempo come dualismo il nostro equilibrio dipende dalla relazione con il tempo stesso. Una stabile personalità può esistere solo quando i due opposti, entropici e sintropici, arrivano a dialogare in armonia in modo da rendere dinamico il rapporto esterno e interno tra emozioni, affinità e opposizioni. Il rapporto dialogico paritario tra i due aspetti del tempo lo abbiamo chiamato SINENTROPIA. Ogni emozione è il risultato del nostro libero rapporto con il tempo entropico/sintropico. I contenuti della ricerca risultano abbastanza impegnativi, per questo motivo