Comune di Vailate (Provincia di )

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Studio della componente geologica, idrogeologica e sismica Legge Regionale 11 Marzo 2005 - n. 12 e successive integrazioni

Aggiornamento alle DGR 30 novembre 2011 - n. IX/2616 riguardante la componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT, DGR del 30 marzo 2016 n. 5001 concernente le funzioni trasferi te ai comuni in materia sismica, DGR 6738 del 19 giugno 2017 relativa all’attuazione del Piano di Gestione del Rischio di Alluvione (PGRA) nel settore urbanistico e di pianificazione dell’emergenza e Regolamento regionale 23 novemb re 2017 - n. 7 sull’invari anza idraulica e idrologica.

Variante parziale - novembre 2018

Relazione geologica

SINDACO SEGRETARIO GEOLOGO

Dott. Angelo Scotti via Lungo Adda, 24 - (Cr) n° 763 Ordine dei Geologi della Lombardia

adozione D.C.C. n. del /1 /2018 approvazione

Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

Sommario

1 Premessa 3 2 Inquadramento geografico 4 3 Principali lineamenti fisiografici e morfologici 5

3.1 ELEMENTI BIBLIOGRAFICI ...... 5

3.2 ANALISI DELLA MORFOLOGIA LOCALE ...... 10 4 Lineamenti strutturali 15 5 Aspetti idrogeologici 17

5.1 STRUTTURA IDROGEOLOGICA ...... 17

5.2 DEFLUSSO DELLA FALDA ...... 31 6 Caratteristiche idrografiche 38

6.1 ASPETTI IDROGRAFICI E IDROGEOLOGICI RILEVATI ...... 44 7 Elementi di pedologia 54

7.1 ASPETTI GENERALI ...... 54

7.2 ASPETTI APPLICATIVI DELLE CARATTERISTICHE PEDOLOGICHE ...... 56 8 Considerazioni sulla vulnerabilità della falda freatica all’inquinamento58

8.1 PREMESSA ...... 58

8.2 GENERALITÀ’ SUL METODO SINTACS ...... 58

8.3 VALORI DELL’INDICE DI VULNERABILITÀ E RELATIVA RAPPRESENTAZIONE ...... 61 9 Aspetti geotecnici 63

9.1 SINTESI DEI DATI DISPONIBILI ...... 63

9.2 ELEMENTI STRATIGRAFICI INTEGRATIVI RIGUARDANTI GLI AMBITI AT07 E AT08 ...... 71 11Aspetti sismologici e risposta sismica locale 76

11.1 RIFERIMENTI NORMATIVI E DEFINIZIONI ...... 76

11.2 CENNI SULLA SISMOLOGIA DEL TERRITORIO ...... 81 12Indagini simiche - parametri geofisici e categoria di sottosuolo 87

12.1 ASPETTI GENERALI ...... 87 12.1.1 Modalità esecutive delle indagini sismiche 90

12.2 RISULTATI DELLE INDAGINI SISMICHE ...... 91 12.2.1 MISURE MASW 91 12.2.2 MISURE H/V - CENNI METODOLOGICI 94 12.2.3 Strumentazione utilizzata e modalità di acquisizione 95 12.2.4 Elaborazione ed analisi dei dati 95

12.3 VALUTAZIONE EFFETTI SISMICI DI SITO: SECONDO LIVELLO DI APPROFONDIMENTO IN LOMBARDIA ..... 98

12.4 STIMA DEL RISCHIO DI LIQUEFAZIONE CON DATI DI VS ...... 106 13Conclusioni e classi di fattibilità (Norme Geologiche di Piano) 108 Allegati : 1a - tabella dati prove penetrometriche; 1b - grafici e interpretazioni prove penetrometriche; 2 - stratigrafie pozzi e struttura idrogeologica.

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1 Premessa

Il presente elaborato e i relativi allegati testuali e tavole rappresentano un aggiornamento dello studio della componente geologica del PGT redatto a dicembre 2008, parzialmente ampliato a luglio 2012, in merito a numerosi aspetti di gestione del territorio derivanti dall’introduzione di varie normative regionali e nazionali intervenute successivamente, nonché dell’approvazione da parte della regione Lombardia dello s tudio di “Determinazione del Reticolo Idrico Minore (ai sensi della DGR del 18 dicembre 2017 n°X/7581)”, predisposto dallo studio Agriter di Crema e datato maggio 2018 .

In particolare si citano tra le norme regionali alle quali è stato adeguato il presente studiò di PGT, la DGR 30 novembre 2011-n. IX/2616 riguardante globalmente la componente geologica, idrogeologica e sismica dei PGT, la DGR 11 luglio 2014 n.2129 di aggiornamento delle zone sismiche in Regione Lombardia, la DGR del 30 marzo 2016 n. 5001 concernente le funzioni trasferite ai comuni in materia sismica , la DGR 6738 del 19 giugno 2017 relativa all’attuazione del Piano di Gestione del Rischio di Alluvione (PGRA) nel settore urbanistico e di pianificazione dell’emergenza e il Regolamento regionale 23 novembre 2017 n. 7, recante criteri e metodi per il rispetto del principio dell’invarianza idraulica ed idrologica. Infine è opportuno citare il D.M. 17 gennaio 2018 “Aggiornamento delle «Norme tecniche per le costruzioni»” che nel paragrafo 3.2.2 ha modificato parzialmente i criteri di valutazione delle categorie di sottosuolo ai fini dell’azione sismica e che nel paragrafo 6.12 si occupa della fattibilità di opere su grandi aree.

La struttura generale e buona parte del presente elaborato sono costituiti dal documento redatto nel 2008 per il PGT, a sua volta basato sullo studio geologico per il PRG del 2003, e comprende anche le appendici sulle caratteristiche stratigrafiche dell’area industriale a nord dell’abitato (AT07 e AT08) e sui vincoli dei pozzi pubblici dell’acquedotto redatte nel 2012.

Sono stati invece in gran parte riscritti i capitoli concernenti il rischio sismico, con l’introduzione degli esiti delle misure geofisiche effettuate a giugno 2018 e di altre reperite nella bibliografia locale, nonché con l’elaborazione delle verifiche di secondo livello di approfondimento previste per la zona sismica 3.

Sono stati infine redatti gli elaborati concernenti l’applicazione del PGRA nel territorio comunale e uno specifico documento relativo ai criteri di attuazione dell’invarianza idraulica e idrogeologica nel territorio comunale. I testi di questi ultimi documenti sono contenuti in un distinto fascicolo logicamente connesso al presente ed esplicitamente richiamato nell capitolo13 Conclusioni e classi di fattibilità (Norme Geologiche di Piano)

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2 Inquadramento geografico

Il territorio comunale è costituito da un tratto di pianura di forma circa quadrata di 9,79 Km 2 posto al confine settentrionale della Provincia di Cremona, a quote comprese tra 107 e 94 m s.l.m.

Sulla cartografia I.G.M. in scala 1:25.000 l’area amministrata è identificabile nel foglio n° 46, tavoletta III N.E. “Caravaggio”. Nella Carta Tecnica Regionale 1:10.000 l’area è presente principalmente nella sezione C6a3, mentre una parte di territorio posto a nord dell’abitato, pari al 15% del totale, appartiene alla sezione C6a2, ed una porzione collocata ad est, pari al 9% del totale, appartiene alla sezione C6b3.

Il confine nord definisce il limite amministrativo dalla Provincia di

Cremona con quella di Bergamo e Figura 1: individuazione area di studio nel territorio regionale interessa i comuni di Arzago d’Adda, e Misano di Gera d’Adda per uno sviluppo complessivo di 7,45 Km, mentre a sud sono presenti i comuni di , e lungo un perimetro di 8,02 Km.

E’ presente un unico centro urbano collocato nella parte nord orientale del territorio che si estende approssimativa per 0,75 Km2 e ospita una popolazione di circa 4.500 abitanti.

I dati dei Censimenti Generale dell’Agricoltura indicano per il 1990 una superficie Agricola Utilizzata (SAU) pari a 8,00 Km 2 (81,7 % del totale amministrato), che scende a 7,40 Km 2 (75,6 % del totale amministrato) nel 2000.

L’utilizzo del territorio agricolo comprendeva nel 1990 2, 91 Km 2 di seminativi che nel 2000 sono incrementati a 5,16 Km 2, mentre la porzione destinata a prato e pascolo è passata da 4,36 Km 2 nel 1990 a 2,23 Km 2 nel censimento del 2000. Il patrimonio zootecnico constava di 2300 bovini e 2.800 suini nel 1990, ed è passato a 1450 bovini e 4000 suini nel 2000.

La presenza del Roggia Vailata e del reticolo di rogge e di fontanili da essa derivati sia a monte sia all’interno del territorio comunale, costituisce l’elemento fisiograficamente più importante, storicamente formatosi in periodo medioevale e consolidatosi nei secoli successivi.

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3 Principali lineamenti fisiografici e morfologici

3.1 Elementi Bibliografici Il territorio di Vailate si estende su un’area totalmente pianeggiante, posta nella fascia di transizione tra l’alta e la media pianura lombarda a quote comprese tra 107 e 94 m s.l.m. La superficie occupa la parte più occidentale del terrazzo pleistocenico interposto tra le depressioni vallive oloceniche dei fiumi Adda ad occidente e Serio ad oriente. Nella cartografia geologica ufficiale, foglio 46 - Treviglio (Figura 2), tale terrazzo forma localmente una fascia di 9,6 Km di larghezza estesa in direzione nord -sud ed è attribuito alle alluvioni fluvioglaciali del Würm e del Riss ( fgWR). I depositi olocenici dell’Adda sono ascritti in gran parte alle alluvioni antiche (a1), e solo le fasce più prossime ai fiumi Adda e Serio sono collocate tra le alluvioni recenti (a2), tuttora soggette ad esondazioni.

0 2 4 Km

Figura 2: stralcio del foglio geologico n° 49 Treviglio e delimitazione del confine comunale di Vailate : scala 1: 100.000

Il confine occidentale del territorio amministrato dista da 250 a 600 m dal ciglio del terrazzo pleistocenico, formato da un gradino non sempre chiaramente distinguibile di 2÷4 m di altezza che depone verso la fascia delle alluvioni oloceniche dell’Adda. Localmente queste ultime sono presenti con un’ampiezza particolarmente elevata, estendendosi per circa 6,8 Km all’altezza dell’abitato di Rivolta d’Adda (situato alla latitudine della parte settentrionale del territorio di Vailate) e di 8,5 Km all’altezza dell’abitato di Agandello (alla

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L’Adda si presenta attualmente con un alveo di configurazione intermedia tra l’intrecciato ed il monocursale, scorrendo in prossimità della porzione più occidentale della fascia di alluvioni oloceniche, a distanze minime di 6,0 Km dal confine comunale di Vailate. A tale conformazione del corso d’acqua si “contrappongono” sulle superfici del terrazzo pleistocenico poste alla medesima latitudine (e quindi in tutto il territorio di Vailate), la presenza di tracce di un reticolo anastomizzato, testimonianza delle condizioni di maggiore trasporto che dovevano caratterizzare le ultime fasi di aggregazione della piana fluvioglaciale (sandur) würmiana.

Ad oriente il terrazzo pleistocenico è delimitato dall’analoga scarpata formata dall’incisione post glaciale che ospita le alluvioni recenti ed attuali del fiume Seri o, e che si individua con buona continuità tra gli abitati di Mozzanica, Trezzolasco e ad una distanza minima di circa 5,8 Km dal confine orientale del territorio di Vailate. Le analisi eseguite per la redazione della Carta Geologica della Provincia di Bergamo2 modificano in modo sostanziale l’interpretazione della cartografia ufficiale , i cui rilievi datano 1962-64, ed individuano in questa parte di territorio la presenza di un copertura formata da sedimenti fluviali del Fiume Serio “cartografati genericamente come Unità Postglaciale, differenziando solo le aree immediatamente a lato dell’alveo attuale, separate dal resto dell’unità da orli di terrazzo e ben caratterizzate pedologicamente …”. L’Unità Postglaciale (indicata con il n° 119c nella carta della Provincia di Bergamo) è cartografata a partire dal confine orientale del territorio di Vailate nel tratto tra via del Perdono ed il fontanile di Misano3, e si estende localmente su tutta la superficie a SE della congiungete Vailate – Misano – Caravaggio fino al fiume Serio (a nord l’Unità occupa una fascia larga 2 km tra Caravaggio ed Arcene e si estende per 1 ÷ 5 km intorno al fiume Serio), risultando interessata da una copertura limo-argillosa che “a sud di Caravaggio assume carattere continuo e raggiunge comunemente lo spessore di 2 metri”. Gli autori osservano che tale copertura “è presumibilmente legata ad eventi di piena del F. Serio, che facilmente interessavano ampie aree data la mancanza di significativi orli morfologici tra il Serio e la pianura circostante (fatta eccezione per quello delimitante l’alveo attuale).” L’unità è ritenuta quindi dagli Autori il prodotto della deposizione per tracimazione nella pianura

1 Mauro Marchetti (1992): Geomorfologia ed evoluzione recente della Pianura Padana Centrale a nord del fiume Po. Tesi di dottorato, Università degli studi di Milano – Dipartimento di Scienze della Terra. 2Provincia di Bergamo (2000) : Carta Geologica della Provincia di Bergamo a cura del Servizio Territorio della Provincia di Bergamo, del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Milano e del Centro di Studi per la Geodinamica Alpina e Quaternaria del CNR. 3 La cartografia non si estende nel territorio di Vailate perché limitata dal confine provinciale, ma le considerazioni geologiche baste sul rilevo dei territori a monte hanno il vantaggio di fornire una migliore visione dei processi genetici, sviluppati principalmente in direzione di valle e le caratteristiche individuate trovano una ragionevole continuità nelle aree immediatamente a valle dei limiti studiati.

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…”dal punto di vista pedologico si è riconosciuta la presenza di suoli con vario grado di evoluzione: Entisuoli, Inceptisuoli ed Alfisuoli poco espressi, a vario grado di idromorfia. I caratteri idromorfi divengono preponderanti, riflettendosi in sistematici cambiamenti della tassonomia dei suoli (Sottordini Aquepts e Aquents), a sud di Caravaggio, in corrispondenza delle sequenze sommitali limo-argillose.

Si denota una rilevante corrispondenza di quanto sopra osservato con le delineazioni proposte nella carta pedologica prodotta dall’ERSAL 4, riprodotta nella tavola DP_12, che nelle Unità Cartografiche poste a SE e Sud dell’abitato di Vailate individuano una predominanza di caratteri idromorfi. Le definizioni paiono però differenziarsi per il carattere franco dei suoli (in luogo di fine) ed il più limitato spessore “ moderatamente profondo” (90 cm) su substrato scheletrico indicate dal ERSAL.

Nella cartografia sotto riportata buona parte del territorio di Vailate appare interessato dall’unità 66 (Alloformazione di Cantù, corrispondente p.p. al fluvioglaciale Riss II – Würm della carta geologica - fgWR ), costituita dagli apporti fluvioglaciali e fluviali scaricati dei bacini dell’Adda e del Brembo durante l’ultima avanzata glaciale, che gli autori datano tra i 20.000 ed i 25.000 anni nella fase iniziale e che ritengono terminata prima dei 12.000 anni dal presente (episodio di Cantù). L’unità è litologicamente costituita da “ghiaie con ciottoli arrotondati con matrice in genere sabbiosa e sabbie spesso a laminazione incrociata, in corpi grossolanamente stratificati di forma lenticolare o stratoide, spesso con strutture interne quali gradazioni inverse o normali, embricature di ciottoli, cluster e laminazione incrociata. Spostandosi dalle zone prossimali al ghiaccio a quelle più distali, (quindi in aree corrispondenti al territorio di Vailate), questi depositi presentano una grossolana stratificazione suborizzontale o incrociata planare a basso angolo;…frequenti anche strati e lenti sabbiose a struttura interna laminata. Localmente la sommità mostra sequenze “fining upward”, con passaggio da ghiaie a limi con ciottoli sparsi, destrutturati dall’azione pedogenetica.”. In base ai conteggi petrografici questi depos iti sono caratterizzati da quantità variabili di rocce carbonatiche (0-40%) e cristalline (38-86%), e dalla scarsa presenza di rocce sedimentarie terrigene (3-13%)… .

La morfologia dell’unità è generalmente ben conservata, e si caratterizza per l’assenza di copertura loessica ed un profilo di alterazione poco evoluto, con profondità massima del fronte di decarbonatazione di circa 2 m. Sulla superficie si osservano forme longitudinali a bassissima sinuosità, incassate rispetto al livello principale della pia nura e con orli spesso netti, che rappresentano tracce di paleoalvei di alcune centinaia di metri di lunghezza e mediamente, secondo il testo, di “alcune decine di metri di larghezza”. In realtà quanto riportato sulla carta indica la presenza di strutture larghe da 200 a 300 m, con dimensioni quindi analoghe alle tracce presenti in territorio di Vailate e nelle superfici pleistoceniche limitrofe, come osservato nel commento della successiva Figura 4.

4 ERSAL (ora ERSAF) (2002) : I suoli della Pianura Cremasca – SSR 37

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0 1 2 3 4 km

Figura 3 : stralcio della carta geologica della Provincia di Bergamo – scala grafica

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0 1 2 3 4 km

Figura 4 : stralcio della carta tematica della Regione Lombardia - Morfologica , foglio C6 Crema –Treviglio – scala 1: 50.000. Le linee a tratteggio indicano le tracce di paleoalvei, ritenuti allo stesso livello del piano campagna. Ulteriori informazioni sulla morfologia dell’area sono desumibili dal foglio C6 della carta tematica della Regione Lombardia – Morfologica, parzialmente riprodotta nella Figura 4. Si denota l’esteso sviluppo di tracce di paleoalvei rettilinei o a limitata sinuosità, s ia nel territorio di Vailate (il più esteso corrispondente all’allineamento Fontanile dei Dossi, Fontanile dei Buchi e Fontanile Vignolo), sia nelle aree poste a Sud e ad Est del limite

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 9 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______amministrativo, che rivelano la presenza di una ricca paleo -idrografia caratterizzata da elevato trasporto solido al fondo e da elevati gradienti topografici. A differenza di quanto indicato nella Carta Geologica della Provincia di Bergamo, i paleoalvei sono posti a quote prossime al piano campagna e risulta assente la strut tura discontinua che si individua tra Casirate d’Adda ed il confine NW del territorio di Vailate, che probabilmente ha avuto un peso rilevante nella formazione locale della piana pleistocenica e che parrebbe in continuità con il citato paleoalveo che interessa la porzione occidentale del territorio di Vailate.

3.2 Analisi della morfologia locale La superficie del territorio comunale presenta una regolare pendenza media del 3,34‰ in direzione sud, con quote comprese tra i 107,16 m s.l.m. nel punto più settentrionale posto in prossimità dell’ingresso della roggia Vailata in territorio comunale, ed i 93,86 metri s.l.m. che si riscontrano in quello più meridionale, vicino dell’asta del fontanile della Cà, per un dislivello complessivo di 13,30 m.

Le caratteristiche morfologiche complessive di un territorio interamente piano come quello di Vailate paiono difficilmente apprezzabili mediante l'osservazione diretta, che consente di distinguere in questo caso solo le depressioni più marcate che localmente accompagnano alcune teste di fontanile (Fontane dei Dossi e dei Buchi), o lievi irregolarità nelle aree coltivate.

Per individuare la conformazione morfologica del territorio e quindi tentare un’interpretazione genetica da porre in relazione con i processi di formazione d i questo tratto di pianura, si è proceduto con la costruzione di un modello digitale del terreno (DTM) mediante una elaborazione dei punti quotati presenti sulla restituzione fotogrammetrica in scala 1: 5.000. In particolare sono stati selezionati n° 483 p unti quotati maggiormente significativi dell'andamento naturale della superficie topografica, escludendo quindi tutti i punti relativi a strade, ponti o manufatti. Ciò ha comportato una lieve riduzione dei dati in corrispondenza del centro abitato, che però pare non avere compromesso il buon esito complessivo del lavoro.

In seguito è stata effettuata un’elaborazione mediante QuikGrid Version 4.3 che impiega un algoritmo di generazione della griglia piuttosto semplice, basato sulla proporzione inversa dei pesi da attribuire ai singoli valori con il quadrato della distanza degli stessi dai punti della griglia. Le isoipse sono successivamente ricavate prendendo il punto di mezzo di ciascuna maglia quadrata come media dei quattro angoli ed adottando una interpolazione lineare. L’esito ottenuto è stato verificato in un momento successivo alla redazione della cartografia della tavola 1 mediante il programma Surfer ® 7, impiegando l’algoritmo di interpolazione di base denominato Point Kriging e variogramma lineare.

Si sottolinea che l’osservazione della tavola deve essere condotta tenendo conto che nella maggior parte dei casi l’utilizzo di metodi di interpolazione spaziale dei dati produce una lieve attenuazione delle forme nette, e quindi non sempre quanto evidenzi ato corrisponde nei dettagli con quanto osservabile sul terreno. Nondimeno l’elaborazione

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La morfologia è inoltre rappresentata con modalità che rendono più immediatamente apprezzabili le caratteristiche peculiari della superficie nel DTM (Digital Terrain Model) riprodotto nella Figura 5.

Figura 5 : rappresentazione tridimensionale del territorio elaborata con gli stessi dati della tavola DP_11. Esagerazione verticale pari a 75: le linee continue sono le isoipse spaziate 1 m , le frecce sottolineano la direzione del gradiente topografico. La tavola DP_11 e la Figura 5 evidenziano una superficie piana a debole e regolare acclività verso SSE che mostra solo loc almente discontinuità morfologiche, principalmente connesse alla presenza della citata depressione allungata in direzione circa nord -sud e che congiunge le teste dei fontanili dei Dossi, dei Buchi e Vignolo, ed alla depressione che si estende in direzione SSE nella porzione più orientale del territorio, lungo l’allineamento C.na Resega – C.na Perdono fino a valle delle fontane Bettà e Delle Guardie. Tale struttura potrebbe costituire la traccia di un paleoalveo in prosecuzione di quello indicato nella Carta Geologica della Provincia di Bergamo a Calvenzano, che a sud si sviluppa con l ’analoga traccia indicata dalla carta tematica C6 della Regione Lombardia tra la C.na Volpino e Farinate.

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Interposta tra le due depressioni si osserva un’area con isoipse diverg enti che delineano una blanda conoide estesa in corrispondenza dell’abitato e delle superfici poste a valle dello stesso.

Nella porzione più occidentale del territorio si denotano solo irregolarità minori, riconoscibili presso la fontana Bugino e forse la fontana Della Cà, all’interno di una uniforme pendenza in direzione Sud. La disposizione delle isoipse ed i rilievi eseguiti in campagna non hanno confermato la presenza nell’area del paleoalveo riportato nella citata carta tematica C6 della Regione Lombardia, che nel documento appare esteso lungo il percorso tra la C.na del Micio ed il fontanile Fontanelle, proseguendo oltre il confine comunale in direzione di Torlino Vimercati per circa 1 Km. La presenza della struttura trova però conferma nelle delineazioni formulate dall’ERSAL (2002), che individuano circa in corrispondenza di tale tratto l’unità di paesaggio LG4 così definita: “Paleoalvei o depressioni di origine torrentizia privi di sedimentazione attiva, delimitati da orli di terrazzo raccordati alla pianura…”.

In assenza di un’espressa conformazione delle superfici topografiche, le differenze nell’interpretazione sono certamente imputabili al maggiore o minore peso dato nella fotointerpretazione a lievi variazioni tonali di colore, dove ai toni più s curi si associa comunemente la presenza di riempimenti dei canali fluviali per opera dalle acque di tracimazione (la frazione fine così deposta determina un drenaggio lento e possiede una rilevante capacità di ritenzione idrica), mentre le tonalità più chi are sono associate alle aree infracanaliche, formate dalle barre fluviali costituite in prevalenza da depositi ghiaioso sabbiosi talora estesi sino alla superficie, dove si osserva una marcata pietrosità nel profilo del suolo.

Di seguito si riportano due sezioni topografiche orientate da Nord a Sud realizzate nella porzione centro occidentale del territorio e in corrispondenza dell’abitato, nelle quali si denota la presenza di modestissime variazioni di acclività media passando da nord a sud del territorio comunale (da 3,8 a 3,2‰ nella sola sezione A -A’).

sezione A - A' (x 50 verticale)

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sezione B - B' (x 50 verticale)

Figura 6: sezioni topografiche del territorio comunale tracciate da nord verso sud L’esistenza di una “rottura di pendenza”, con variazioni di acclività da circa il 4 ‰ in prossimità del confine provinciale e riduzione al 2,5‰ verso sud 5 o intorno a quota 100 m s.l.m. 6 è stata talora riconosciuta e posta in relazione alla presenza dei fontanili, ma i dati ora disponibili (restituzione fotogrammetrica in scala 1: 5.000) e sopra commentati non confermano tale ricostruzione.

In merito all’interpretazione sulla genesi morfologica del territorio è opportuno riferirsi al citato lavoro di M. Marchetti (1992), che nell’ambito di un’estesa analisi delle morfostrutture di maggiore estensione areale e dei microrilievi di tutta la superficie di pianura tra le cerchie moreniche ed il fiume Po, ha ritenuto di suddividere l’unità fisiografica denominata “Livello fondamentale della Pianura” in tre sottoclassi, di cui le prime due, definite Sandur7 prossimale e Sandur intermedio o di transizione, risultano reciprocamente delimitarsi in una fascia comprendente il territorio di Vailate.

Il Sandur prossimale rappresenta la porzione più settentrionale della piana fluvioglaciale e si caratterizza per la presenza di gradienti topografici compresi tra l’10 ed il 5-6‰, e per la costante ed esclusiva presenza di tracce di paleoidrografia di tipo braided (canali intrecciati). Comprende aree delimitate a nord, in modo piuttosto netto, dalle scarpate dei terrazzi fluvioglaciali antichi (glaciazioni del pleistocene medio e inferiore) e degli apparati morenici, mentre a sud l’unità sfuma nella successiva: il limite “viene localizzato in quella fascia dove il gradiente topografico è di circa il 4‰” e corrisponde approssimativamente alla linea superiore delle risorgive ed alla comparsa di tracce meandriformi.

5 Comune di Vailate (giugno 1987): Progetto Generale di completamento e rinnovo della rete fognaria urbana. 1° stralcio esecutivo. – Relazione geologico-tecnica a cura del dott. Geol. Giovanni Bassi (pag. 1) 6 Comune di Vailate (agosto 1992- delibera CC n° 19 del 18-06-92) : Studio dei fontanili a cura del dott. Geol. Giovanni Bassi (pag. 1 e 2 e carta 1 “geomorfologica”) 7 Il termine Sandur, di origine islandese, identifica la piana proglaciale antistante il ghiacciaio formata da una serie di conoidi coalescenti di debolissima pendenza costituiti da materiale alluvionale sabbioso deposto principalmente dall’acqua di fusione. Le pronunciate variazioni di portata dei torrenti glaciali determinano un ambiente instabile in cui gli alvei sono soggetti a rapida evoluzione, e che per la presenza di numerose barre, hanno andamento “a trecce”, determinato anche dal notevole flusso di sedimenti.

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Il Sandur intermedio o di transizione, esteso localmente fino a sud di Crema, è caratterizzato dalla progressiva accentuazione dell’aspetto meandrif orme della paleoidrografia, ed “in questo settore si esauriscono le manifestazioni di risorgive e le zone a drenaggio difficoltoso”.

Nel tratto tra l’Adda e l’Oglio l’Autore sottolinea l’uniformità delle pendenze legate alla interdigitazione dei coni di pe rtinenza del “Brembo” e del “Serio”, formati da scaricatori che durante il pleniglaciale würmiano dovevano occupare approssimativamente la posizione degli attuali fiumi, e mediante “la sovrapposizione degli indizi desunti da indagini geomorfologiche tradizionali e delle indagini condotte trattando i dati altimetrici ” giunge alla ricostruzione grafica delle conoidi di aggradazione della piana fluvioglaciale, ritenute “oggettive” nella parte più prossimale (a monte) e “ tendenti a sconfinare nella nell’interpretazione soggettiva nella parte più distale ”, alla quale appartiene il territorio di Vailate. La riportano uno stralcio della ricostruzione operata dall’Autore:

Il territorio di Vailate appare quindi formato dalla fusione delle conoidi dell’Adda, in gran parte smantellata dall’attuale valle olocenica, e del Brembo. La conoide del Serio presenta un andamento anomalo con isoipse convergenti, che suggeriscono un limitato contributo di sedimenti nella formazione della piana; ciò è ritenuto “ forse riconducibile alla mancanza di un anfiteatro morenico allo sbocco del corso d’acqua in pianura ”.

Figura 7 : conoidi fluvioglaciali di provenienza alpina ed isoipse distanziate 5 m : La denominazione identifica solo la posizione geografica dello scaricatore, ma non necessariamente coincide con l’attuale idrografia: 6) “Molgora”, 7) “Adda”, 8) “Brembo”, 9) “Serio”, 10) “Cherio”, 11)”Oglio”. Le conoidi appaiono coalescenti nelle posizioni distali e localmente si estendono ampiamente a sud del territorio di Vailate : scala 1: 500.000 circa Il complesso degli elementi analizzati consente la definizione di un corret to inquadramento della superficie territoriale almeno per le porzioni più prossime alla superficie e di maggiore interesse pratico, sia per gli aspetti geotecnici sia per quelli idrogeologici.

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4 Lineamenti strutturali

Le indagini di carattere geofisico legate innanzitutto alle esplorazioni per idrocarburi e i numerosi pozzi perforati nella pianura padana, hanno consentito di definire con buona precisione la forma e lo spessore dei depositi profondi.

Il carattere fondamentale dell’asse padano è rappresentato nella parte meridionale da un sistema di pieghe a vergenza appenninica (provocate da spinte a principale componente Sud-Nord) che interessano le successioni marine del Miocene medio - superiore e del Pliocene, all’interno di un bacino di avanfossa fortemente subsidente, mentre a nord, dove si colloca il territorio di Vailate, è presente una monoclinale relativamente indisturbata che si approfondisce ordinatamente dal margine alpino fino a profondità di 7500 m in corrispondenza del bacino di Parma.

Le successioni meridionali costituiscono al margine NW dell’ampia struttura a festone che, all’incirca da Volpedo (11 Km a sud di Voghera) si protende verso il centro della Pianura Padana, fino al Colle di San Colombano, per flettersi, dapprima a ESE verso Cremona, e poi a SE in direzione della zona di Parma - Reggio Emilia.

La struttura, generatasi a seguito di movimenti rotazionali antiorari (Vanfossi et ali i, 1994), evidenzia la presenza al suo margine occidentale di un’area con anomalia magnetica residua, che è stata interpretata come un ostacolo all’avanzamento delle coltri appenniniche, rappresentato dal basamento pre -mesozoico e delle sue coperture triassiche presenti a “ridotta” profondità, nonché da corpi vulcanici, come evidenziato da numerosi autori (Pieri-Groppi, 1981; Castellarin et alii, 1985 e 1992; Cassano et alii,1986; Castellarin e Vai, 1986; C.N.R., 1991).

Il fronte delle strutture profonde è interessato da fratture che scompongono le rocce secondo un piano parallelo a quello dello scorrimento (ramp) e da sistemi di faglie trascorrenti, che traslano lateralmente i blocchi.

E’ da rilevare che (Pieri e Groppi, 1981) la zona frontale degli Appennini viene a giustapporsi a quella dell’arco del Sudalpino -Orobico, giungendo in pratica ad un contatto- scontro, nella zona tra Cornegliano Laudense e (18 Km a Nord di Cremona).

Secondo gli stessi autori i terreni marini più recenti che vengono coinvolti sono quelli pliocenici, ma le deformazioni interessano anche la parte basale del quaternario (Pleistocene).

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Vailate

Plms

5 Km

Figura 8: sezione strutturale della pianura orientata circa SSW – NNE; sezione n° 5, AGIP 1986.

Legenda: Q = quaternario; Plms = Pliocene medio e superiore; Pli = Pliocene inferiore; Ms = Miocene superiore; Mm = miocene medio; Mi = Miocene inferiore; PG = Palogene; Mz = Mesozoico (K Cretaceo, J Giurassico, Tr Triassico) . In rosso con croci nere è indicato il basamento cristallino, talora sovrastato da vulcaniti permiane. La sezione sopra riportata illustra lo schema strutturale in corrispondenza dell’asse padano, e passa nella porzione NW del territorio comunale (da AGIP 1986: Pianura padana - interpretazione integrata di dati geofisici e geologici, 73° congresso Società Geologica Italiana, Roma).

Risultano evidenziati gli effetti della tettonica compressiva che a partire dal Miocene medio ha interessato i termini mesozoici e cenozoici della successione, suturati in superficie dai depositi plio-pleistocenici. Nella sezione si osserva anch e il piegamento ad anticlinale del basamento carbonatico triassico che ospita il campo petrolifero di Malossa, che si sviluppa in un accennato sovrascorrimento coinvolgente anche il substrato cristallino. In corrispondenza del territorio di Vailate lo spes sore dei depositi terrigeni del pliocene e del pleistocene inferiore e medio, formati in prevalenza da argille sabbiose, si aggira intono ai 1400 m.

I dati di un pozzo petrolifero perforato in una zona nord occidentale del territorio di Vailate (pozzo Seresole 1) messi a disposizione dall’AGIP 8, confermano la presenza di depositi pleistocenici fino alla profondità di almeno 1000 m dal piano campagna, ed indicano in circa 620 m lo spessore dei depositi saturati con acqua dolce .

8 AGIP (dicembre 1994): Acque Dolci Sotterranee – inventario dei dati raccolti dall’AGIP durante la ricerca di idrocarburi in Italia dal 1971 al 1990.

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5 Aspetti idrogeologici

5.1 Struttura idrogeologica Le valutazioni concernenti la conformazione dei corpi acquiferi, le modalità di ricarica e di deflusso nonché le caratteristiche qualitative delle acque sotterranee “profonde” sono principalmente desunte dall’analisi della documentazione bibliografica, accresciuta in modo cospicuo nell’ultimo decennio. Per quanto concerne la falda superficiale, i rilievi eseguiti con le prove penetrometriche e con i sopralluoghi presso i 14 fontanili presenti nel territorio, hanno consentito la ricostruzione della freatimetria nel periodo di massima elevazione del livello.

Il principale contributo alla conoscenza degli acquiferi della Pianura Padana è fornita dalla pubblicazione della Regione Lombardia - ENI Divisione Agip, "Geologia degli acquiferi padani della Regione Lombardia" 2002, che utilizzando "l'enorme mole di dati ed informazioni sul sottosuolo della pianura, raccolti nel coso degli anni dagli enti citati e opportunamente integrati, ha permesso di aggiornare in modo significativo le conoscenze sulla struttura e sull'evoluzione sedimentaria del bacino alluvionale Padano .". Il carattere eminentemente applicativo dell'indagine e l'autorevolezza della fonte ne fanno uno dei più rilevanti documenti utilizzabili per pianificazione territoriale rivolta a lla tutela delle risorse idriche sotterranee attualmente disponibile sull'argomento.

Nel paragrafo che segue si riporta un ampio stralcio, riferito al territorio di Vailate, delle conoscenze illustrate nella citata documentazione, fornendo elementi essenzi ali per lettura della cartografia.

I GRUPPI acquiferi A, B, C, D definiscono unità idrostratigrafiche di rango superiore formate da complessi di strati con geometrie e caratteri petrofisici variabili ma deposti in ambienti sedimentari contigui e in continuità di sedimentazione, definiti a tetto e a letto da barriere impermeabili o semipermeabili di estensione regionale. Conseguentemente i flussi idrici risultano prevalentemente paralleli ai limiti dell'unità (ad eccezione delle aree di ricarica diretta), ed il livello piezometrico misurabile negli acquiferi presenti in ogni Gruppo è distinto e indipendente da quello degli acquiferi contenuti in altri gruppi in corrispondenza di una medesima verticale. All'interno dei gruppi è possibile distinguere localmente "complessi acquiferi" formati da Sistemi Acquiferi (corpi geologici formati da prevalenti depositi poroso-permeabili), separati da barriere di permeabilità locali e da Sistemi Acquitardi (corpi geologici formati da prevalenti depositi fini).

In estrema sintesi, dal punto di vista stratigrafico i gruppi rappresentano uno o più cicli sedimentari compresi tra due fasi trasgressive principali (avanzamento del mare sul continente) che apportano argille marine e sedimenti continentali fini di chiusura del ciclo, mentre per effetto di oscillazioni climatico-eustatiche si producono Sequenze Deposizionali Elementari che costituiscono cicliche alternanze di corpi sedimentari a granulometria prevalentemente grossolana con corpi sedimentari a granulometria p revalentemente fine.

La sedimentologia dei gruppi acquiferi può essere così riassunta:

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Gruppo acquifero D : argilla siltosa e silt con intercalazioni di sabbia fine alla base, sabbia fine e media bioturbata nella parte intermedia e ghiaia alternata a sabbi a nella parte alta; sistema deposizionale di delta -conoide progradante da nord verso sud.

Gruppo acquifero C : notevole varietà sedimentaria rappresentata da alternanze di depositi marini di piattaforma silicoclastica, depositi di transizione deltizi e li torali, depositi continentali di pianura alluvionale con sistemi fluviali a meandri. Gli intervalli sabbiosi dei sistemi deltizi e litorali rappresentano dei serbatoi caratterizzati da significativo spessore (10-30 m), buona continuità laterale e buone caratteristiche di permeabilità e porosità (sabbie fini e medie, classate, prive di intercalazioni argillose). I depositi di piana alluvionale sono rappresentati da alternanze di sabbie grigie di buone caratteristiche idrogeologiche e argille verdi che localmente determinano condizioni di confinamento. Un importante fase trasgressiva, con deposizione di argille marine, suddivide il gruppo in due distinti acquiferi su ampio settore della pianura lombarda.

Gruppo acquifero B: L'ambiente di sedimentazione rappresentato in tale gruppo è esclusivamente continentale, con sistemi di deposizione di piana alluvionale dominata da sistemi fluviali a canali intrecciati (braided) ad alta energia. Si ritiene che l'instaurarsi di tale ambiente vada posto in relazione con il rapido deterioramento del clima connesso alle fasi glaciali pleistoceniche. La successione sedimentaria mostra un generale aumento verso l'alto della granulometria dei sedimenti ed è suddivisibile in due cicli di circa 20 m di spessore a gradazione normale (diminuzione della granulometria verso l'alto). Il ciclo inferiore è rappresentato in prevalenza da sabbie da fini a grossolane grigie e grigio giallastre, in strati da sottili a molto spessi (da 3 -10 a > 100 cm), con intercalazioni subordinate di argilla siltosa verde e presenza di frustoli e tronchi. Il ciclo superiore è caratterizzato da granulometrie più grossolane, con chiara prevalenza delle ghiaie nelle aree più prossime a quelle alpine di alimentazione, e di sabbie in quelle più meridionali.

Gruppo acquifero A: Il gruppo presenta forti analogie con il sottostante gruppo B e comprende le litologie più grossolane presenti nelle successioni considerate. I caratteri sedimentologici dei depositi paiono connessi a sistemi fluviali ad alta energia conseguen ti al deterioramento climatico dei cicli glaciali pleistocenici. Si denota una chiara variazione graduale di facies da nord verso sud, con aumento delle litologie sabbiose a scapito di quelle ghiaiose e la comparsa nelle posizione più distali di intercalaz ioni decimetriche di argilla ed argilla siltosa che determinano confinamenti locali della falda.

In merito ai rapporti tra la suddivisione degli acquiferi lombardi operata nel presente documento con l’istituzione di Gruppi Acquiferi e quanto definito in l etteratura, gli Autori propongono una tavola sinottica di seguito riportata, che comprende anche le rispettive scale cronostratigrafica (definizione delle età di sedimentazione in milioni di anni), magnetostratigrafica (fasi di inversione del magnetismo te rrestre), e biostratigrafica (operata in base all’estinzione di microfossili marini).

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Figura 9 : schema dei rapporti stratigrafici (figura 5.1 del documento in esame) La documentazione cartografica del documento originale, qui stralciato, consiste in otto tavole e cinque sezioni, di cui solo la n° 3 interessa l’area di Vailate essendo localmente allineata tra Caravaggio e Sergnano, passando circa 4 Km ad est del confine comunale. Per la lettura della sezione, la cui traccia è di seguito indicata nel primo riquadro del Gruppo A, pare sufficiente riferirsi alla relativa legenda. Per gli stralci delle planimetrie occorre precisare che la prima serie di riquadri di ogni grup po delinea principalmente, con la colorazione e con le isolinee nere, la profondità della base di ogni singolo gruppo in m s.l.m. (isobate); a tale notazione si aggiunge con le linee amaranto la misura delle isopache, cioè dello spessore complessivo dei si ngoli gruppi, saturato con acqua dolce (nel caso di Vailate l’interfaccia con acqua salmastra è a circa 620 m dal p.c. e quindi tutti i Gruppi sono saturi di sola acqua dolce). Le tavole quindi descrivono la profondità di esplorazione necessaria per la ricerca d'acqua in acquiferi distinti.

La seconda serie di tavole descrive gli spessori cumulativi dei soli corpi poroso - permeabili dei singoli gruppi e quindi fornisce un ’indicazione delle potenzialità delle riserve d'acqua dolce disponibili (a prescindere dagli aspetti connessi alla ricarica).

Con riferimento alla successione idrostratigrafica delineata dalla documentazione per il territorio di Vailate ed alle stratigrafie dei tre pozzi per acqua riportate nell’allegato 2 si denota principalmente quanto segue:

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Le perforazioni per l’acquedotto pubblico hanno attraversato per l'intero spessore la successione di ambiente continentale del gruppo acquifero A, che risulta localmente definibile entro la profondità di 6264 m ed è costituita per l’88% circa da depositi ghiaioso sabbiosi spesso molto grossolani, ciottolosi nei primi 20 m e con intercalazione di strati argillosi di 12 m di spessore oltre i 2733 m dal p.c. La buona continuità di tali strati acquitardi nel territorio di Vailate è chiaramente indicata ne lla “sezione 3” con la “barriera regionale” posta intorno ai 30 m dal p.c., e nella sezioni C, 1 e 2 dello Studio idrogeologico della Provincia di Cremona (1992), pur non essendo verificabile con i soli dati litostratigrafici a disposizione dello scrivente .

Tentando una correlazione con l’ampia letteratura disponibile, sviluppata soprattutto sugli acquiferi della Provincia di Milano ( 9, 10, 11, ecc.), è possibile individuare nei primi 2733 m del gruppo A il primo acquifero superficiale definito in letteratur a. Questi risulta caratterizzato da elevata permeabilità, soggetto a ricarica da parte di acque meteoriche e di quelle di infiltrazioni da corsi d’acqua, canali artificiali e pratiche irrigue, ed è dotato di conducibilità idraulica compresa tra 10 -3 e 10-4 m/s, trasmissività dell’ordine di 10 -2 m2/s e consente di ottenere portate specifiche di 20 l/s*m.

La porzione inferiore del gruppo A può risultare associata al secondo acquifero definito in letteratura, formato da sabbie e ghiaie talora in matrice limos a, con conglomerati ed arenarie nella posizione basale, che per litologia e posizione stratigrafica possono dubitativamente essere associati all’unità del “Ceppo dell’Adda” (Pleistocene inf.) testimone di un ambiente sedimentario fluviale a canali anastomizzati. (Orombelli 1979). In effetti la parte basale del gruppo A contiene strati ghiaioso conglomeratici di spessore metrico riscontrabile nelle stratigrafie dei pozzi 1 e 2, ed un banco arenaceo - conglomeratico di 13 m di spessore nella stratigrafia del pozzo 3. In bibliografia la conducibilità idraulica di tale acquifero è indicata di un ordine di grandezza inferiore rispetto al primo acquifero, mentre la trasmissività risulta compresa tra 10 -2 e 10-3 m2/s.

Si sottolinea che quasi tutti i numerosi pozzi p rivati prevalentemente adibiti ad uso civile, tra cui quello di C.na Genia, che è l’unico con litostratigrafia depositata presso il genio Civile di Cremona, prelevano acque a profondità comprese tra i 10 ed i 25 m dal p.c., in un acquifero sostanzialmente privo di protezione naturale.

Ulteriori valutazioni sulla conformazione dei Gruppi nel territorio di Vailate e sulle correlazioni con i pochi dati litostratigrafici disponibili (solo i 3 pozzi pubblici), sono espresse nelle didascalie delle figure.

9 Francani V. , Pozzi R. Condizioni di alimentazione delle riserve idriche del territorio Milanese. La rivista della strada Milano 1981. 10 Provincia di Milano : le risorse idriche sotterranee della Provincia di Milano – vol 1° lineamenti idrogeologici , Provincia di Milano , 1995. 11 Avanzini M, Beretta G.P., Francani V., Nespoli M. Indagine preliminare sull’uso sostenibile delle falde profonde nella Provincia di Milano – Consorzio per l’Acqua Potabile ai Comuni della Provincia di Milano, 1995.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 20 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

Figura 10: quota del limite basale in m s.l.m. 50 Nel territorio comunale si denota un lieve incremento dello spessore complessivo del Gruppo che passa da circa 80 m nella parte NE a circa 90 m in quella SW. Vi è una differenza di circa 15 m con quanto sopra riferito circa la profondità del gruppo desumibile dalle 0 stratigrafie dei pozzi pubblici, rientrante comunque nelle approssimazioni insite nel tracciamento dell’andamento medio dei valori espresso nella carta, o anche in effettive variazioni locali degli spessori del deposito.

Figura 11: spessore cumulativo dei livelli poroso permeabili in m. I retini sovrapposti indicano la capacità 40 60 protettiva dei suoli nei confronti delle acque sotterranee (moderata e talora bassa nel territorio di Vailate) secondo gli elaborati ERSAL, ampiamente ripresi nella presente relazione. Il valore rimane pressoché costante in tutto il territorio di Vailate, intono ai 40 m. In questo caso vi è una differenza di circa -12 m con quanto sopra riferito sulla base delle stratigrafie dei pozzi pubblici.

0 0 50 Figura 12: profondità del limite basale in m s.l.m. e spessore della parte del gruppo B saturato in acqua dolce in m (linea amaranto). Il Gruppo presenta uno spessore costante di circa 50 m ed è interessato solo da acque dolci. In questa unità sono collocati i filtri dei tre pozzi per uso potabile al servizio della rete pubblica di Vailate. 50 Anche in questo caso vi è una differenza di circa 15 m con quanto sopra riferito circa la profondità del gruppo desumibile dalle stratigrafie dei pozzi pubblici, per la 0 quale valgono le medesime argomentazioni espresse per il gruppo A..

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 21 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

0 Figura 13: spessore cumulativo dei livelli poroso permeabili in m. Il valore rimane pressoché costante in tutto il territorio di Vailate, intono ai 20 m. In questo caso le stratigrafie dei pozzi pubblici indicano uno spessore dei depositi permeabili di circa 24 m, quindi sostanzialmente coincidente con quanto riportato nella carta a fianco.

20 20 40

0 60

-100

Figura 14: quota del limite basale in m s.l.m. e spessore della parte del gruppo C saturato in acqua dolce in m (linea amaranto) Nel territorio comunale si denota un incremento dello spessore complessivo del Gruppo che -150 passa da circa 80 m nella parte N a circa 110 m in quella S. Il pozzo pubblico n° 2 attraversa il gruppo probabilmente fino alla base.

-200

Figura 15: spessore cumulativo dei livelli poroso permeabili in m. Si osserva un rilevante aumento dei depositi permeabili da NE verso SW, che consente di ritenere le are sud occidentali adatte per la ricerca in 60 40 acquiferi profondi e particolarmente protetti. 20 20 Tale aspetto ha un rilevante interesse pratico ma occorre osservare che il pozzo pubblico n° 2 , pur attraversando tutto il gruppo, ha incontrato solo limitati 40 livelli permeabili, per uno spessore complessivo di circa 8 m. La posizione del pozzo è prossima al confine orientale di Vailate dove la carta mostra una forte riduzione degli spessori, e quindi considerando le citate approssimazioni connesse ai valori medi che la carta 60 60 esprime, la differenza riscontrata (circa 32 m) può non essere ritenuta grave.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 22 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

-100

500 -500 400 Figura 16: profondità del limite basale in m s.l.m. e spessore della parte del gruppo D saturato in acqua -650 dolce in m (linea amaranto). -600 Il Gruppo presenta uno spessore che varia da circa -500 400 m nella parte settentrionale del territorio a circa 500 m in quella meridionale ed è interessato solo da acque dolci. -400

60

80

100 Figura 17: spessore cumulativo dei livelli poroso 00 permeabili in m . Come nel caso del gruppo 120 acquifero C si osserva un aumento dei depositi 140 permeabili da NE verso SW. L’aumento è però 160 proporzionalmente meno accentuato del caso precedente 180 200

Un altro importante studio della struttura idrogeologica che interessa sia pure indirettamente il territorio di Vailate è contenuto nella pubblicazione n° 182 del Gruppo Nazionale per la Difesa delle Catastrofi Idrogeologiche – Linea di ricerca 4, che in questa sede è ripresa dall’articolo pubblicato nel fascicolo 22 della rivista Acque Sotterranee (giugno 1989) “Influenza della struttura idrogeologica della pianura bergamasca sull’inquinamento da atrazina delle acque sotterranee ”.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 23 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

L’indagine ha preso avvio dal rinvenimento, a partire dal 1986, di pesticidi nelle acque sotterranee della pianura bergamasca in concentrazioni superiori a quelle ammissibili per l’uso potabile (l’allora D.P.R. 236/88), ed è stata finalizzata a chiarire il comportamento di tali sostanze sotto il profilo idrogeologico.

Lo schema stratigrafico al quale gli Autori hanno fatto riferimento è riprodotto nella figura a fianco, ed appare genericamente adatto anche per l’alto cremasco se si considera una rilevante diminuzione dei “Conglomerati tipo Ceppo dell’Adda” che sfumano verso sud in ghiaie prive di cementazione.

Figura 18: schema della serie idrogeologica – tipo della pianura bergamasca

Confrontandolo con lo schema dei rapporti stra tigrafici del documento AGIP-Regione Lombardia (2002), si notano differenze nell’attribuzione cronostratigrafica dei “Conglomerati tipo Ceppo dell’Adda” qui dubitativamente attribuiti al Pliocene superiore, ma tale circostanza non ha implicazioni pratiche per gli aspetti di seguito esaminati.

Un aspetto invece di notevole importanza pratica è invece connesso alla ricostruzione della geometria degli acquiferi nell’area centro meridionale della pianura bergamasca, dove secondo gli Autori si evidenzia la prese nza di una “dorsale” sepolta allineata da sud ovest verso nord est (poco a nord della congiungente Treviglio - Martinengo) che porta i terreni villafranchiani, che formano il substrato dell’acquifero, ad approssimarsi alla superficie topografica, fino a quote comprese tra 60 e 110 m s.l.m.

Gli effetti di tale struttura consistono “nella riduzione di spessore dei depositi continentali del Pleistocene inferiore e medio, con conseguente riduzione della trasmissività dell’acquifero”, e nella “separazione delle falde, con riflessi sulla loro idrochimica nonché sulla possibilità di contaminazione”…

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Vailate Pleistocene sup.

Pleistocene inf. e medio

Pliocene sup.- Pleistocene inf?

4 Km

Figura 19 : porzione meridionale della sezione idrogeologica n° 1 dell’articolo. Scala grafica …“la presenza di un’unità argilloso-sabbiosa con fossili marini (sabbie di Asti?) che si porta a 90 m s.l.m. a Treviglio produce la riduzione a circa 10 m dello spessore d ei conglomerati in soli 6,5 km” (rispetto all’area di Verdellino dove presentano uno spessore di 260 m).12

E’ necessario precisare che la presenza della “dorsale” parrebbe solo parzialmente confermato dagli elaborati dello studio AGIP -Regione Lombardia, che individuano un sensibile innalzamento e riduzione di spessore del Gruppo D, accompagnato da un innalzamento del substrato pliocenico e dall’interfaccia acque dolci/acque salmas tre, all’altezza di Treviglio (pozzo Brignano nella sezione AGIP-Regione Lombardia), ma tale elevazione porta il substrato a quote prossime al livello marino e pare non coinvolgere i Gruppi A e B che, pur subendo una sensibile riduzione, permangono con uno spessore complessivo di circa 100 m.

Agli Autori analizzano inoltre le condizioni di alimentazione e di deflusso delle falde, osservando che le acque contenute “nei depositi fluvioglaciali e nell'unità a conglomerati sono tra di loro comunicanti in quanto non esistono livelli impermeabili continui di separazione. Laddove infatti esistono corsi d’acqua alimentanti, si nota una diluizione del contenuto salino nelle acque sotterranee; essa viene indicata dalla conducibilità e dalla durezza delle acque che aumentano allontanandosi dai corsi d’acqua.

La maggiore potenzialità appartiene alle falde contenute nei depositi alluvionali e fluvioglaciali recenti: esse consentono portate specifiche di oltre 20 l/s*m. Le falde contenute nei depositi fluvioglaciali antichi consentono portate specifiche inferiori…”. Ciò risulta in buon accordo con i valori osservati nei pozzi pubblici di Vailate, che sono di 7,5 l/s*m per il pozzo 1e compresi tra circa 1,5 e 2 l/s*m per i pozzi 2 e 3.

Lo studio presenta anche una carta delle isopiezometriche della prima falda, comprendente la delimitazione del limite settentrionale dei fontanili e l’andamento delle curve di isoconcentrazione di Atrazina.

12 Il testo riproduce fedelmente quanto scritto nell’articolo, ma osservando la sezione le considerazioni paiono adeguate a descrivere l’area di Castel Rozzone.

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Figura 20 : carta delle isopiezometriche tratta dall’articolo in discussione con lievi modifiche grafiche Nel tratto tra Treviglio e Verdellino si osserva un aumento (rispetto a monte) del gradiente idraulico fino a valori dello 0,5%, dovuto alla presenza della “dorsale” ed alla conseguente diminuzione di spessore dei depositi permeabili e della trasmissività, mentre nella parte meridionale, in corrispondenza di Vailate, i valori del gradiente tornano intorno ad essere dello 0,2 – 0,3%. Glia Autori sottolineano che “risulta evidente dall’andamento delle isopiezometriche il ruolo di alimentazione svolto dal Fiume Bremb o, mentre gli altri corsi d’acqua sono in condizioni drenanti…”. “In sostanza, secondo tale interpretazione, la falda avrebbe una forte ricarica nell’alta pianura dalle precipitazioni, e soprattutto nelle zone apicali delle conoidi, dalle perdite dei corsi d’acqua. Un forte contributo di alimentazione si avrebbe anche nelle aree soggette alle pratiche irrigue in seguito all’infiltrazione delle acque distribuite sui terreni.”.

Due ulteriori e importanti aspetti messi in luce dallo studio riguardano le caratteristiche idrochimiche delle falde e la diffusione dell’Atrazina a monte e a valle della “dorsale”.

In merito al primo aspetto gli autori forniscono i diagrammi di Schoeller concernenti pozzi che emungono a varie profondità, osservando che le differenze d ei valori costituiscono un indicatore di scarsa o nulla comunicazione tra le falde contenute nei depositi olocenici e pleistocenici e quelle profonde. “Queste ultime risulterebbero pertanto meno vulnerabili all’inquinamento dalla superficie, ma con un tass o di rinnovamento molto basso, come risulta dalla ricostruzione della struttura idrogeologica”.

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Il pozzo esaminato più prossimo a Vailate è quello di Caravaggio, che presenta filtri collocati a profondità relativamente superficiali ed a profondità equivale nti a quelle dei pozzi pubblici di Vailate, posti tra –89 e –114 m dal p.c.

Figura 21 : diagramma di Schoeller delle acque prelevate a varie profondità nel pozzo di Caravaggio. In merito alla diffusione dell’Atrazina, la sezione sopra riportata in precedenza mostra con le curve di isoconcentrazione che in corrispondenza della “dorsale” si ha una forte diminuzione dell’inquinante in profondità, che raggiunge concentrazioni molto basse nelle falde protette presenti nell’alto strutturale. Nell’area meridionale della pianura il confronto tra le variazioni di concentrazione di Atrazina nei pozzi di Brignano e Caravaggio e le escursioni stagionali della falda, contenuta entro 2 -3 m con raggiungimento delle quote massime assolute nei mesi di luglio-agosto e minimo in aprile-maggio in relazione alla pratica irrigua, mostrano una correlazione positiva che pare quindi dimostrare la prevalenza dei meccanismi di infiltrazione verticale locale nei processi di contaminazione diffusa della falda s uperficie.

Il più rilevante contributo alla conoscenza degli aspetti idrogeologici della Provincia di Cremona attualmente disponibile è costituito dallo “Studio Idrogeologico della Provincia di Cremona.13.

13 “Studio Idrogeologico della Provincia di Cremona” realizzato dal Politecnico di Milano – DSTM, sezione Geologia Applicata per conto dell’Associazione Cremona Ambiente, con la pubblicazione n° 610 del Gruppo Nazionale Catastrofi Idrogeologiche (Pitagora Ed, 1992).

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Di seguito si riferiscono stralci delle sezioni idrogeologiche 1 – 2 e B – C che interessano il territorio comunale.

Nella planimetria, che reca le tracce delle sezioni, sono anche indicati i pozzi esaminati, distinti in pubblici (quadrati pieni) e privati (quadrati vuoti). Si sottolinea che la parte delle sezioni che intersecano il territorio comunale probabilmente poggiano anche sui profili dei 7 pozzi privati evidentemente in possesso degli Autori, ma che non sono stati reperiti dallo scrivente presso gli uffici consultati (Comune, Genio Civile, USSL ).

S

S

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E

E VAILATE

Figura 22 : sezioni idrogeologiche passanti per il territorio di Vailate o nelle immediate vicinanze (B) Glia Autori definiscono uno schema stratigrafico analogo a quello precedentemente illustrato per la pianura bergamasca distinguendo una serie di medio -alta pianura che comprende tutto il territorio provinciale a nord del parallelo passante per la parte meridionale della città di Crema.14

Dal punto di vista idrogeologico la serie è descritta come risulta dal seguente schema: denomin. DEFINIZIONE LITOLOGIA CARATTERI IDRAULICI

AP1 alluvioni recenti e depositi ghiaioso sabbiosi trasmissività da media ad terrazzate, depositi elevata (da 10 -2 a 2*10-2 fluvioglaciali m2/s), coefficiente di würmiani infiltrazione rilevante (0,2)

AP2 depositi fluvioglaciali depositi ghiaioso sabbiosi con trasmissività da 10 -3 a frequenti intercalazioni di limi, 2*10-3 m2/s; coefficiente di

14 La definizione di medio-alta pianura è qui da intendersi riferita alla sola provincia di Cremona, poiché come precisato nel capitolo dedicato agli aspetti morfologici il territorio cremasco occupa la zona di transizione tra le porzioni più distali delle conoidi fluvioglaciali e la piana fluviale interessata da corsi d’acqua a meandri, e quindi ad esso corrisponde meglio la definizione di media pianura.

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rissiani e mindeliani argille e rari conglomerati infiltrazione 0,1

AP3 Argille, limi e torbe Limi e argille di colore grigio, trasmissività è nell’ordine di in facies raramente giallognolo, rare sabbie 10-4 m2/s villafranchiana e ghiaietto; le lenti limoso argillose hanno di frequente spessore di oltre 10 m

L’unità AP1 presenta un rilevante spessore in corrispondenza delle alluvioni oloceniche dell’Adda, dove livelli impermeabili continui non si osservano fino a profondità superiori a 100 m dal p.c., mentre procedendo verso est si assiste ad un lento assottigliamento dell’Unità, “favorita dal delinearsi di due importanti dorsali : quella di Spino - Pandino ad ovest e quella di - Cumignano nella parte sudorientale”.

Le sezioni in direzione N-S descrivono nel modo più rappresentativo i rapporti geometrici tra le unità e la loro variazioni nella direzione di aggradazione dei depositi sedimentari.

Nella sezione B, passante circa 1 Km ad ovest del territorio di Vailate, si osserva che l’Unità AP1 passa da circa 70 m in corrispondenza di Arzago a circa 30 m all’altezza di Pandino, permanendo su tale spessore fino a . Tale riduzione è interpretata come conseguenza della citata dorsale del substrato, che porta a quote più elevate te rreni meno permeabili dell’Unità AP2. All’altezza di Dovera sono presenti, intorno a 0 m s.l.m., spesse bancate argillo–limose grigie ritenute dubitativamente in facies villafranchiana.

Nella sezione C, passante dal pozzo 2 di Vailate, l’unità AP1, pur riducendosi rispetto alla precedente, mantiene spessori non di rado superiori ai 50 m, al di sotto della quale compaiono potenti bancate argillose, anche di oltre 20 m, che identificano la presenza dell’unità AP2 su uno spessore di almeno 40 m. Gli intervalli acquiferi di quest’ unità risultano di circa 10 m a Vailate, ed aumentano sensibilmente verso sud, fino a triplicare oltre Scannabue. La dorsale delineata nella precedente sezione risulta meno chiaramente osservabile nella presente, tuttavia gli Autori, s ottolineando il fatto che tra Calvenzano e Scannabue (quindi nel territorio di Vailate) la sezione mostra una consistente riduzione dell’Unità AP1 “alla quale fa seguito in profondità uno spessore di oltre 50 m di limi e argille pressoché continui”, ipotizzano che il territorio di Vailate costituisca la parte terminale, verso oriente, della dorsale Spino – Pandino, e “l’accenno della presenza di una ben più marcata dorsale, che prende il nome della vicina località di Sergnano, meglio descritta nelle sezioni successive” ( E, F, poste più ad est).

Le sezioni in direzione W-E definiscono alcuni aspetti di dettaglio della successione sopra illustrata.

La sezione 1 mostra il rilevante spessore delle ghiaie e sabbie nella “valle” olocenica dell’Adda “ed il loro graduale decremento fino all’altezza di Mozzanica (4 Km ad est di Vailate), dove assume importanza, con l’avvicinamento alla superficie dell’Unità AP2, la dorsale sepolta di Sergnano che caratterizza tutto questo tratto fino a Torre Pallavicina.

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Gli Autori osservano come a Vailate “al di sotto dei 60 m, nei quali è ben rappresentata la componente più permeabile, si riscontrino banchi argillosi di rilevante continuità, probabilmente facenti parte dell’unità AP3”.

In riferimento a tale ultima consid erazione è necessario precisare che la ricostruzione formulata appare coerente con quanto rilevato per la pianura bergamasca (1989), ma sensibilmente in contrasto con lo studio AGIP-Regione Lombardia (2002) precedentemente citato, soprattutto in merito all’attribuzione cronostratigrafica. Inoltre l’affermazione non pare coerente con quanto sopra commentano per la sezione C in merito agli spessori delle unità AP1 e AP2.

La sezione 2 interseca la parte meridionale del territorio di Vailate e descrive la presenza fino alla profondità di circa 60 m di un deposito di ghiaie sabbiose che tende verso Capralba ad assottigliarsi sovrapponendosi a depositi formati da alternanze di sabbie con limi in banchi spessi e continui.

In termini generali quindi la ricostruzione litostratigrafica della zona di Vailate evidenzia la buona continuità laterale della successione individuata con il pozzo n° 2, che pare svilupparsi lateralmente in tutta l’estensione territoriale ed in continuità con i territori limitrofi. Si denota, a partire dalla superficie, la presenza di un deposito ghiaioso sabbioso di 50 – 60 m di spessore che presenta le caratteristiche idrauliche esposte in precedenza per l’unità AP1, e che probabilmente si accresce lievemente verso sud, seguito da alternanze in parti uguali di sabbie e argille limose per circa 50 m (unità AP2) che formano un probabile secondo acquifero, distinto dal sovrastante per modalità di alimentazione e deflusso.

Data la buona continuità delle unità idrogeologiche sopra descritta nelle sezioni, le caratteristiche idrauliche dell’acquifero sfruttato con i pozzi pubblici a Vailate paiono sufficientemente descritte dai valori di una prova di pompaggio eseguita dagli A utori della pubblicazione in esame sul pozzo 2, che ha consentito di valutare la trasmissività dell’acquifero in 3,51 * 10 -3 m2/s, valore in linea con quanto sopra indicato per i depositi dell’unità AP2.

Per la caratterizzazione dell’unità AP1 è possibile far riferimento alla prova di pompaggio eseguita ad Agandello, sul pozzo 1 che presenta filtri collocati esclusivamente alla base del primo acquifero, e che ha consentito di valutare la trasmissività in 1,09 * 10 -2 m2/s.

5.2 Deflusso della falda In merito al moto delle falde nel territorio cremasco risultano disponibili vari documenti di seguito riassunti, nonché l’esito dei rilievi eseguiti dallo scrivente su tutto il territorio (2002) ed un dettaglio relativo alla sola area urbana realizzato per la progettazione della fognatura in via Verdi (2000).

La Figura 20, già commentata nel testo, riporta uno schema a piccola scala della configurazione delle isopiezometriche nel te rritorio della bassa bergamasca, che risulta caratterizzata tra Treviglio e Vailate da un gradiente verso sud del 2,5 ‰.

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Uno studio redatto nel 1999 per conto della Provincia di Bergamo 15 dal titolo “carta idrogeologica e dei principali elementi di impatto ambientale della fascia dei fontanili compresa tra i fiumi Adda e Oglio” delinea in modo esauriente ed aggiornato le caratteristiche della piezometria in territorio di Vailate (dati rilevati nel 1997 -98).

Figura 23: stralcio della “carta idrogeologica” (1999). Scala grafica (originale 1: 50.000): il reticolo sovrapposto è 1 Km di lato.

LEGENDA PRINCIPALE :─── linee magenta sottili = isopiezometriche in m s.l.m.(le frecce rimarcano la direzione di flusso) ; oooo linee a pallini verdi = attuali limiti della fascia di fontanili; oooo linee a pallini gialli = vecchi limiti della fascia di fontanili (N.B. il limite settentrionale negli anni ’50 si passava a nord di Treviglio, quello meridionale è praticamente invariato); Elementi soggetti ad inquinamento: ☼ pozzi pubblici; o pozzi privati; ● fontanili attivi; ◒fontanili parzialmente estinti; ⊗ fontanili estinti; Potenziali ingestori e produttori reali o potenziali di inquinamento : cava inattiva non in falda ; cava inattiva in falda ; cava attiva non in falda ; cava attiva in falda □ aziende insalubri; ► recapito fognario in acque superficiali ; ── collettore fognario principale; deposito di prodotti tossico nocivi; allevamenti bovini ; allevamento suini .

15 CNR - Centro per la geodinamica Alpina e Quaternaria e Università di Milano - Dipartimento di Scienze della Terra.

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L’andamento delle isopiezometriche nel territorio di Vailate rispecchia quanto descritto in precedenza, con un gradiente del 2,5‰ in direzione sud che perman e sostanzialmente costante nei primi chilometri oltre il limite comunale sia a monte che a valle. Nella parte occidentale della carta si manifesta il ruolo drenante del fiume Adda che comporta una deformazione verso monte delle isopiezometriche a partire d al margine orientale del terrazzo pleistocenico, quasi coincidente con il limite amministrativo di Vailate.

In relazione alle quote della superficie topografica a Vailate, l’andamento delle isopiezometriche definisce una soggiacenza della falda di circa 3 m nella parte settentrionale del territorio, di 2÷2,5 m in corrispondenza dell’abitato e di meno di un metro nelle parti meridionali, e ciò motiva la costate produttività dei fontanili posti più a sud.

Si segnala che le osservazioni riguardanti lo stato di attività dei fontanili, almeno nel territorio di Vailate, non paiono corrispondenti alla realtà rilevata, poiché tutti i fontanili indicati come “parzialmente estinti” sono caratterizzati dall’asciutta invernale legata alla fluttuazione del livello freatico, ma sono apparsi attivi durante il periodo irriguo e generalmente in buono stato di conservazione. Inoltre la cava inattiva presente appena oltre il confine comunale in direzione di Arzago d’Adda è indicata come “non in falda” , mentre i sopralluoghi hanno rilevato la presenza di falda alla profondità di circa 5 m dal p.c. Ai fini della valutazione del rischio di contaminazione della falda, in particolare di quella freatica, è da rilevare l’importanza della segnalazione dello sca rico di un collettore fognario in acque superficiali 200 m a nord del confine comunale in territorio di Calvenzano, nonché la vicina presenza di un’industria insalubre e di un deposito di prodotti chimici tossico nocivi.

Un altro contributo bibliografico relativo al deflusso della falda è contenuto nel citato “Studio Idrogeologico della Provincia di Cremona” (1992), il quale riporta una tavola relativa all’andamento della falda superficiale (che qui non viene riferita, parendo sufficienti e di maggiore dettaglio le cartografie già illustrate e gli esiti dei rilievi compiuti nel corso del 2002), ed una relativa all’andamento della falda “profonda”. Quest’ultima è definita localmente dalla presenza d’intervalli impermeabili o semipermeabili sufficientemente continui lateralmente, tali da consentire l’isolamento idraulico di una o più porzioni di acquifero: nel territorio in esame tale carattere è riscontrabile a profondità prossime a circa 50 m.16

In riferimento all’intero territorio provinciale gli Autori segna lano una generale differenza dei livelli piezometrici tra la falda superficiale, maggiormente elevata di alcuni metri e la falda profonda. Nell’area cremasca settentrionale la conformazione delle isopiezometriche della falda “profonda” non si discosta sens ibilmente da quelle della falda superficiale e in territorio di Vailate si osserva una configurazione quasi coincidente con

16 Glia Autori nel commento relativo alle carte isopiezometriche non specificano tale valore, che viene pero precisato con riferimento alla distinzione tra falde superficiali e profonde nel capitolo relativo alla caratterizzazione idrochimica degli acquiferi.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 33 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______quella illustrata nella cartografia precedente (provincia di Bergamo 1999), dalla quale si differenzia per una maggiore soggiacenza di circa -2 m in tutti i settori (la falda profonda è indicata a 102 m s.l.m. al limite settentrionale e 92 m s.l.m. in quello meridionale). Non si evidenzia, almeno nell’area in esame e nel suo immediato intorno, alcuna variazione di gradiente idraulico imputabile alla presenza delle citate “dorsali” di Spino – Pandino ed a quella di Sergnano. Con riferimento alla zona di confluenza del fiume Serio con l’Adda, dove le differenze piezometriche tra falda superficiale e profonda appaiono particolarmente marcate, gli Autori sottolineano che vi è “la possibilità di una drenanza dei livelli superiori, o di una diretta interconnessione tra le falde che permetta l’alimentazione della falda profonda”. Il fenomeno della drenanza, ossia del moto verticale attraverso gli strati semipermeabili per effetto della differenza di carico idraulico che probabilmente si manifesta in modo consistente solo in alcune aree della provincia poste in prossimità dei fiumi, può interessare localmente anche acquiferi idrogeologicamente protetti come quelli captati con i pozzi pubblici di Vailate, inducendo contaminazione provenienti dalla falda superficiale, coinvolta da inquinamenti di varia natura.

102 -50 98 -50 94 90

Figura 24 isopiezometriche della falda profonda e limiti della fascia di fontanili (linee nere più marcate); nel riquadro il dettaglio relativo a Vailate I processi di alimentazione e deflusso delle acque sono compresi ed interpretati, oltre che dalla configurazione dei livelli pie zometrici sopra descritti, anche dalle caratteristiche idrochimiche e dalle loro variazioni nello spazio e nel tempo (come precedentemente accennato in relazione allo studio condotto per l’inquinamento da Atrazina nella pianura bergamasca).

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Gli Autori del citato “Studio Idrogeologico della Provincia di Cremona” (1992) , mediante raccolta di dati bibliografici e campionamenti diretti, pervengono alla suddivisione del territorio provinciale in aree caratterizzate da differenti facies idrochimiche, cioè di associazioni di sostanze che caratterizzano le acque di falda. L’area di Vailate risulta compresa rispettivamente nella facies denominata A1C per le falde “profonde” ed in quella denominata A1CS per quelle superficiali.

La facies A1C si osserva prevalentemente nel tratto più settentrionale della provincia e lungo il fiume Adda e non presenta significativo degrado; essa è tipica delle acque di recente infiltrazione che non hanno subito processi modificatori importanti . Chimicamente è caratterizzata dai parametri della facies descritta successivamente, dalla quale si discosta per l’assenza di contaminazioni antropiche 17.

La facies A1CS presenta una composizione “caratterizzata dalla prevalenza fra i cationi del calcio sul magnesio e di questo sulla somma del sodio e potassio. Questi ultimi si trovano in concentrazioni pressoché simili a quelle dei cloruri, che risultano meno abbondanti dei solfati (che in questa facies sono sempre superiori a 0,2 meq/l) i quali a loro volta sono in concentrazioni inferiori allo io ne bicarbonico (circa 1 meq/l). Le acque della facies A1CS presentano costantemente un indice di squilibrio cloroalcalino positivo 18…. Si segnala che la facies rappresenta quella più frequentemente riscontrabile nella piana bergamasca e bresciana ed è pertanto da considerarsi “normale” per questo settore ed è in diretto contatto con l’alta e la media pianura”. Dato il facile interscambio con la superficie tale facies è però soggetta a variazioni di alcuni componenti tipici delle contaminazioni antropiche (nitrati, cloruri, solfati ed altri legati a particolari episodi).

17 La definizione qui data è desunta dalla tesi di laurea del dott. Andrea Giovannella “caratteri chimici delle acque sotterranee della Provincia di Cremona”- AA 1999-2000 , Università di Parma – Corso di laurea in Scienze Geologiche, poiché nel testo della pubblicazione citata la descrizione non viene data. 18 Il rapporto [Cl – (Na+K)]/Cl è definito da Schoeller indice di disequilibrio cloroalcalino ed esso “generalmente dà un orientamento circa la ripartizione della acque di diversa età in un bacino idrogeologico; la liberazione del sodio e del potassio da parte delle miche, alle quali le acque sotterranee cedono il calcio, tende a far sì che il rapporto diventi negativo nelle acque più antiche”. I valori dell’Indice a Vailate sono prossimi allo 0,0 sia per i pozzi superficiali sia per quelli profondi, delineando per questi ultimi un attivo scambio con acque di recente infiltrazione.

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Figura 25 diagramma di Schoeller del pozzo di Vailate (pozzo profondo) e di due pozzi superficiali in territori limitrofi Agnadello , Capralba : si denota in tutti i casi una composizione corrispondente alla facies A1C sopra definita, ed alle acque prelevate a varie profondità nel pozzo di Caravaggio In merito ai singoli composti presenti nelle acque del t erritorio di Vailate ed in quello immediatamente limitrofo si osserva quanto segue :

Il cloruri presentano concentrazioni medie di circa 15 mg/l nei pozzi superficiali e scendono a circa 6 mg/l in quelli profondi, delineando una diminuzione con la profondi tà che secondo gli Autori testimonia l’origine antropica del composto nelle acque superficiali.

I nitrati sono anch’essi frequentemente presenti, sia pure in modo discontinuo, nelle acque superficiali dove possono raggiungere concentrazioni di qualche decina di mg/l, mentre sono generalmente in quantità moderata nelle acque profonde. A Vailate si sono osservati da 8 a 12 mg/l sia nei pozzi superficiali che in quelli profondi, valori che rappresentano una concentrazione piuttosto elevata rispetto alla media provinciale.

L’ammoniaca è presente saltuariamente e solo nelle acque di falda superficiali della parte settentrionale della provincia. A Vailate lo studio in esame indica la sostanziale assenza dello ione ammonio in tutti i pozzi.

Durezza e conducibilità: i valori riscontrati dagli Autori variano da 24 a 31 °F (acque dolci), con valori inferiori per le acque più profonde. La conducibilità varia da 430 e 460 mS/cm.

Ferro: le concentrazioni in tutto il settore posto al confine con la provincia di Bergamo sono basse (valori da 0,00 a 0,02 mg/l a Vailate), mentre si osserva un rapido incremento in corrispondenza delle dorsali di Pandino e di Romanengo -Soresina a testimonianza della presenza in quelle aree di falde scarsamente alimentate con acque ricche di ossigeno.

I solfati : i valori in tutto il settore posto al limite con la provincia di Bergamo sono elevati con concentrazioni da 48 a 62 mg/l nei pozzi superficiali e da 16 a 34 mg/l in quelli

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Composti organo-alogenati (solventi clorurati): Gli Autori riferiscono di un episodio di contaminazione con valori anche oltre il limite di 40 mg/l (che costituisce la soglia di legge) che ha coinvolto direttamente il territorio di Vailate negli anni 1991 -1992, riferendolo a rilasci di sostanze avvenuti a monte del territorio provinciale. Non è nota allo scrivente l’evoluzione del fenomeno.

In merito alla presenza di ammoniaca, ferro e manganese nel territorio provinciale in concentrazioni che spesso superano i limiti di legge, la m edesima U.O. del Politecnico di Milano che ha realizzato lo “Studio Idrogeologico ..” sopra riassunto, ha condotto una specifica indagine19 finalizzata a riscontrare l’origine di tali composti che sono ammessi nelle acque potabili per deroga legislativa solo in caso di riconosciuta origine naturale.

La diffusione di tali sostanze negli acquiferi cremonesi pare riscontrare una sostanziale coincidenza, e se il ferro ed il manganese, che hanno un comportamento analogo, testimoniano la scarsa alimentazione delle falde con acque ricche di ossigeno e si rinvengono infatti in concentrazioni elevate solo in falde profonde, il comportamento dell’ammoniaca appare più complesso. Per la comprensione di tali aspetti è risultato fondamentale valutare la distribuzione dell’azoto totale, che ha consentito di verificare che in tutta la Provincia l’elemento presenta più elevate concentrazioni nella prima falda sotto forma di azoto nitrico, diminuendo nelle falde intermedie 20 più superficiali per poi tornare ad elevarsi fino a raggiungere nuovi massimi nelle falde profonde, ma in questo caso nella forma ridotta di ione ammonio.

Anche all’interno di singoli gruppi di falde, distinte in superficiali, intermedie e profonde, la concentrazione dell’azoto mostra una stratificazione, i nterpretabile secondo gli Autori come conseguenza di una duplice provenienza dell’elemento. “Dalla superficie provengono i nitrati, che vengono arrestati dal substrato poco permeabile del primo acquifero dove si concentrano. Nelle falde intermedie e soprat tutto in quelle profonde si sviluppa, in presenza di sostanze organiche contenute nel terreno, l’azoto ammoniacale che tende ad aumentare con la profondità per il maggior contenuto di sostanze organiche proprio delle unità più antiche. La stratificazione esistente su buona parte del territorio fra acquiferi intermedi e acquiferi profondi impedisce una più omogenea distribuzione dell’azoto…”. Tale separazione spiega l’assenza di ammoniaca in alcune falde profonde, sottostanti ad altre che ne presentano un co ntenuto rilevante.

19 Provincia di Cremona (1993) Aspetti idrogeologici del problema della presenza di azoto ammoniacale nelle acque sotterranee della Provincia di Cremona. – CNR – GNDCI , pubblicazione n°980. Pitagora Ed. 20 Gli Autori distinguono tra falde: 1)superficiali = direttamente alimentate dai corsi d’acqua e dalle acque meteoriche; 2) intermedie = non completamente separata dalla falda superficiale ed alimentata per lo più dalle aree poste a monte della provincia; 3) profonde = per lo più separata dalla falda superficiale, di alimentazione molto lontana e molto antica.

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Tali conclusioni derivano anche dall’analisi isotopica dell’Ossigeno 18 ( 18O), del deuterio (2H) e del tritio ( 3H) che hanno consentito di “datare” le acque sotterranee, definendone quindi la velocità di scambio con le acque superficial i e di caratterizzare mediante l’isotopo 15N l’origine naturale o antropica (se con fertilizzanti di sintesi) dell’azoto.

Nelle osservazioni conclusive del capitolo dedicato a tali aspetti, gli Autori illustrano che le acque prelevate nei pozzi superficiali in varie località della provincia mostrano età comprese tra 12 a 25 anni, mentre in quelle intermedie e profonde presentano età superiori ai 100, o anche ai 1000 anni, ovvero sono soggette ad un lento ricambio. Inoltre “i valori misurati dell’isotopo 15N permettono di rilevare che nella massima parte di casi l’azoto ammoniacale rivela un’origine naturale, mentre quello nitrico risulta di evidente origine antropica.”.

Quanto sopra espresso conferma, sulla base di uno studio specificamente mirato, che nel territorio di Vailate, dove anche la falda captata con i filtri dell’acquedotto presenta una buona velocità di ricambio pur essendo classificabile come falda intermedia, l’eventuale presenza di nitrati e di ammoniaca anche in quantità inferiori ai limiti di legge deve essere considerata come una anomalia, che segnala contaminazioni in atto tali da giustificare l’avvio di attente indagini idrogeologiche e geochimiche da parte degli enti preposti.

6 Caratteristiche idrografiche L’ordinamento delle acque superficiali nel territorio comunale è definito da un reticolo irriguo ben strutturato e stabile, improntato alla presenza di un importante canale adduttore costituito dalla roggia Vailata che entra in territorio da nord dopo aver distribuito le proprie acque in una serie di rii secondari nel territorio ad ovest e a sud di Treviglio.

Il canale è stato realizzato probabilmente nel XIV secolo 21 e deriva le acque dal fiume Adda nel territorio di Canonica d’Adda (BG) estendendo il proprio comprensorio irriguo nella pianura bergamasca occidentale, in piccola parte su terreni milanesi in sinistra Adda, e nel comune di Vailate dove sfocia nella roggia Misana - Cremasca.

Dopo complesse controversie amministrative la por tata concessa con atto di transazione con il ministero competente datato 11 giugno 1963 ammonta a 8 m 3/s per l’irrigazione estiva e ad 1,715 m 3/s per la stagione invernale, per irrigare 3.063 ha di comprensorio diretto e 625 ha di comprensorio indiretto 22. Secondo il Loffi ( 21) pare

21 Informazioni sulla roggia Vailata sono principalmente tratte da :”Consorzio Irrigazioni Cremonesi cento anni” (1986) - Camera di Commercio Industria Artigianato ed Agricoltura di Cremona & Consorzio per l’incremento della Irrigazione nel territorio cremonese, a cura di Bruno Loffi. 22 L’autore citato nella nota precedente chiarisce il significato del cosiddetto comprensorio indiretto: si tratta di quella parte di territorio che viene irrigato con acque dell’utenza “ripigliate” dopo il primo utilizzo, o attraverso le colature che rappresentano infatti uno sfrido tipico dell’irrigazione a scorrimento (a sua volta caratteristico delle zona di antica irrigazione), o mediante lo sfruttamento dei canali sortilizi i quali, alimentati dalla prima falda, hanno una portata che risente grandemente dell’irrigazione che avviene nell’intorno del loro tracciato. L’individuazione del comprensorio indiretto è ragionevolmente possibile solo in pochi casi, e “non è da escludere che la sua delimitazione sia a volte frutto di vaghe tradizioni”. Le perdite nell’irrigazione a scorrimento sono connesse sia al fatto che per mantenere per un certo

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 38 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______corretto ritenere che la Pubblica Amministrazione abbia assegnato una dotazione 2,5 l/s per ettaro sul comprensorio diretto (quindi un totale di 3.036*2,5= 7.590 l/s), ed una dotazione di 0,59 5 l/s per ettaro sul comprensorio indiretto (quindi un totale di 625*0,59= 368 l/s). L’autore inoltre segnala che il decreto di riconoscimento dell’utenza irrigua Vailata (1952) prevede che in caso di siccità sarà praticata a roggia Vailata una riduzione di portata proporzionalmente maggiore di quella apportata al canale demaniale Muzza.

Secondo lo statuto del Consorzio (1885), il canale alimenta alcune diramazioni con partizioni fisse: Fara 4/18, Casirate 4/18, Calvenzano 4/18, Vailate 6/18.

Un primo documento che inquadra il territorio comunale dal punto di vista irriguo è fornito nella figura seguente, che individua il percorso della roggia Vailata e la provenienza delle acque.

Figura 26: stralcio della “carta delle irrigazioni - quadro b” in “LO STATO ATTUALE DELLE IRRIGAZIONI IN LOMBARDIA”, a cura di P.L.Romita, R.Giura, D.De Wrachien, D.Galiperti in La Bonifica – anno XXVI n° 1 scala 1: 100.000 provenienza delle acque irrigue: fiume Brembo; fiume Adda fontanili e coli

tempo una lama d’acqua nella porzione di campo (più depressa) lontana dal punto di approvvigionamento è inevitabile che questa debordi dal campo, sia a quello che nel tempo occorrente perché la lama bagnante raggiunga tutta l’estensione del campo, nelle aree più prossime al punto di approvvigionamento il terreno ha assorbito molta più acqua della propria capacità di ritenzione, e quindi l’eccesso viene ceduto alla falda sottostante. Valutare l’entità complessiva dei “ripigli” è difficile o impossibile in territorio vasti e fittamente irrigati, e secondo l’autore pare ragionevole stimarla in circa il 25-30% dell’acqua fornita.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 39 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

Una cartografia di maggior dettaglio (originale in scala 1:25.000) illustra le aree servite dai singoli dispensatori in territorio di Vailate, ed è arricchita nella nota in calce dalle informazioni sull’estensione delle superfici servite e sulle portate valutate dall’Autore per il periodo irriguo (da giugno a settembre).

Si osserva che il dispensatore denominato Cavallina non trova riscontro nella diversa documentazione cartografica consultata (IGM, catastale, restituzione fotogrammetrica), e nel volume “Le Acque di Superficie del Territorio Cremasco ”23 al capitolo 5 (censimento della rete irrigua…), mentre viene citato nel medesimo volume al capitolo 6 (sintetiche considerazioni sullo stato…) con la specifica di “acque provenienti da fontanili “. Allo scrivente pare ragionevole presumere che le acque recapitiate dal dispensatore provengano dal fontanile delle Guardie e/o dal fontanile di Misano.

Figura 27: stralcio della tavola 1 dei comizi irrigui del “Catasto delle acque irrigue della provincia di Cremona” – (1986) Camera di Commercio Industria Artigianato ed Agricoltura di Cremona & Consorzio per l’incremento della Irrigazione nel territorio cremonese, a cura di Bruno Loffi.

23 Le Acque di Superficie del Territorio Cremasco (Crema, 1981) – Regione Lombardia, Amministrazione provinciale di Cremona, Comune di Crema, Comitato Zonale Agricolo di Crema – a cura del dott. Geol. Giovanni Bassi e della Cooperativa di Lavoro G.I. di Crema.

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I numeri all’interno dei poligoni individuano i comizi (superfici irrigate) dei dispensatori (rogge) presenti nella regione agraria n° 1 (Pianura Cremasca) cui appartiene il territorio di Vailate. Nella tabella seguente è indicata l’estensione del comizio nel solo territorio comunale e le portate estive somministrate nella regione agraria (coincidente con la totale disponibile ad esclusione della roggia Cavallina. Superficie territoriale 977 ha Superficie improduttiva 62 ha Superficie agraria e forestale 915 ha, di cui : seminativo lordo 352; prati permanenti compresi orti familiari 551; boschi 12 Numero Denominazione dispensatori Estensione del comizio in Portata ordinaria estiva del dispensatore in comizio territorio comunale (ha) litri/s , distinta in coli + sorgive = totale 36+42 Cavallina + Valletta 21 6 + 38 = 44 42 Valletta, fontana 26 0 + 64 43 Dossi, fontana 33 0 + 80 36 Cavallina 61 34 + 68 = 102 44 Bogino, fontana 46 0 + 80 39 Buchi, fontana 69 0 + 134 45 Vailata 637 1497 (fiume Adda) + 15 = 1512 41 Misano, fontanile di 2 0 + 3

Il reticolo irriguo in territorio comunale è dettagliatamente illustrato nella tavola DP_13.

Le rogge direttamente alimentate dalla Vailata si estendono per tutta la porzione centro settentrionale del territorio, disposte in direzione NNW – SSE e regolarmente spaziate, ad intervalli variabili da 180 a 600 m circa, e ciò testimonia, a parere dello scrivente, la presenza di un organico governo delle acque durante il periodo di formazione del reticolo24, che ha consentito di evitare irrazionali disposizioni dei cavi.

La lunghezza complessiva delle rogge in territorio comunale, ad esclusione della Vailata, assomma a circa 18,2 Km e considerando valori medi delle larghezze dei cavi misurati sulla restituzione fotogrammetrica, si può stimare che la superficie costantemente coperta dalle acque in periodo estivo assommi a circa 40.000 m 2, che divengono circa 50.000 m 2 se si considera il contributo della Vailata.

Tale superficie costituisce un diffuso bacino di ricarica della falda con portate che si possono stimare per canali medi e grandi in 1015 litri/s per Km ( 21). Con riferimento ai dati sopra esposti, comprendendo anche la roggia Vailata, si ottiene un valore di ricarica di 0,23  0,35 m3/s.

Se a tale portata si somma quella persa per infiltrazione nella misura del 20% della dotazione irrigua media (2,5 l/s *0,2 = 0,5 l/s per ettaro) secondo quanto indicato nella nota (22), pari a 915 ha * 0,5 l/s = 0,4 m 3/s, si ottiene un valore di circa 0,7 m 3/s che costituisce un’apprezzabile percentuale della portata complessiva dei fontanili esposti nella tavola 3, che assommano in periodo estivo a circa 1,2 m 3/s.

Quanto sopra espresso non costituisce certo un bilancio idrologico della falda freatica, ma più modestamente il tentativo di fornire gli ordini di grandezza del fenomeno, particolarmente importante per il territorio di Vailate, sia per valutare gli effetti sulla

24 Il documento cartografico più antico consultato dallo scrivente è una “Mappa del territorio di Vailate” con scala in trabucchi milanesi presente presso l’Ufficio tecnico comunale. La mappa non è datata, ma per analogia con altri documenti simili ritengo possa essere realizzata intorno alla metà del’700 e descrive un reticolo irriguo in gran parte coincidente con l’attuale.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 41 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______qualità dell’acqua di falda delle pratiche agricole, si a in genere delle attività antropiche che costituiscono i “centri di pericolo” (fognatura, serbatoi interrati, scavi in falda in genere…)

In merito alla qualità dell’acqua fornita dalla roggia Vailata a tutto il reticolo irriguo, e indirettamente alla falda ed ai fontanili, l’unico documento aggiornato a disposizione dello scrivente è parso essere un documento elaborato dalla Provincia di Bergamo 25, che nell’ambito degli adempimenti disposti ai sensi del D.Lgs 258/00, ha realizzato una stazione di monitoraggio lungo la roggia Vailata ad Arzago d’Adda, poco a monte dell’ingresso della stessa in territorio di Vailate.

Tralasciando la descrizione dei metodi che consentono la classificazione delle acque ai sensi della normativa, si riportano nel seguito i dati della stazione ed alcune definizioni essenziali per la comprensione delle tabelle. Valutazioni complessive sulla qualità dell’acqua sono sufficientemente espresse dagli Autori nella parte finale del capitolo.

Lo stato ambientale di un corpo idrico superficiale è definito sulla base dello stato ecologico e dello stato chimico del corpo idrico. STATO ECOLOGICO: prende in esame gli elementi biotici dell’ecosistema acquatico ed i parametri chimici e fisici di base (obbligatori) relativi al bilancio dell’ossigeno ed allo stato trofico. Prevede l’utilizzo dell’I.B.E. (indice biotico esteso). STATO CHIMICO: prende in esame i microinquinanti (organici ed inorganici). Si tratta di parametri addizionali e non obbligatori, da determinare quando ne esistono i presupposti. La classificazione procede attraverso il monitoraggio dei corpi idrici che deve articolarsi in una “fase conoscitiva” della durata di 24 mesi.

…omissis ….la frequenza dei campionamenti stabilita dal Decreto prevede campionamenti mensili per i parametri chimico-fisici e microbiologici e trimestrali per l’I.B.E.. ma nel presente caso, per i corsi d’acqua artificiali sono stati eseguiti due controlli riferiti alle condizioni di massima e minima portata….omissis…La classificazione risultante non può pertanto avere carattere “ufficiale”, anche se è comunque indicativa dello stato qualitativo dei corsi d’acqua monitorati.

Roggia Vailata Ossigeno disciolto di sat. (%) 5 BOD5 (mg/l) 20 COD (mg/l) 40 Azoto ammoniacale (mg/l) 20 Nitrati (mg/l) 20 Fosforo totale (mg/l) 80 Coliformi fecali 20 Totale punteggio macrodescrittori+ 205 I.B.E.* 6,75 STATO ECOLOGICO CLASSE 3

+ Il livello di inquinamento espresso dai macrodescrittori (i composti chimici in tabella + Escherichia coli, qui sostituita dai coliformi totali) è collocato in 5 intervalli di valore dal migliore al peggiore passando da 1 a 5 Si omette la relativa tabella ** I.B.E., Indice Biotico Esteso è un metodo di valutazione dei corsi d’acqua basato sulla diversa sensibilità all’inquinamento da parte della comunità di organismi macroinvertebrati che lo popolano, questo fatto consente pertanto di individuare la qualità biologica del corso d’acqua indagato e di classificarlo, mediante valori numerici, in classi di qualità. STATO ECOLOGICO DEI CORSI D’ACQUA (SI CONSIDERA IL RISULTATO PEGGIORE TRA I.B.E. E MACRODESCRITTORI) CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 CLASSE 4 CLASSE 5 I.B.E. < 10 8 – 9 6 – 7 4 – 5 1, 2, 3 LIVELLO DI INQUINAMENTO 480 – 560 240 – 475 120 – 235 60 – 115 < 60 DAI MARODESCRITTORI

25 Monitoraggio dei corsi d’acqua superficiali della provincia di Bergamo - Anni 1998/1999; (disponibile sul sito della provincia di Bergamo).

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stato di qualità ambientale:

Corso d’acqua Stato ecologico Inquinanti chimici > valore Stato di qualità ambientale soglia di tabella 1# ROGGIA VAIALTA CLASSE 3 NESSUNO SUFFICIENTE

# si omette la tabella 1, che comprende i metalli pesanti ed inquinanti organici (pesticidi e composti organo clorurati)

Definizione dello stato ambientale per i corpi idrici superficiali ELEVATO omissis I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico mostrano bassi livelli di alterazione derivati dall’attività umana e si discostano solo leggermente da quelli normalmente associati BUONO allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate. La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento. I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico si discostano moderatamente da quelli di norma associati allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate. I valori mostrano segni di SUFFICIENTE alterazione derivati dall’attività umana e sono sensibilmente più disturbati che nella condizione di “buono stato”. La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento. Si rilevano alterazioni considerevoli dei valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale, e le comunità biologiche interessate si discostano sostanzialmente da quelle di norma SCADENTE associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato. La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da comportare effetti a medio e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento. PESSIMO omissis

Si rileva che il punteggio dei macrodescrittori e dell’I.B.E. coincidono nella stessa classe 3, anche se il raggiungimento del medesimo punteggio relativamente ai macrodescrittori è frutto di percorsi sostanzialmente diversi. La roggia Vailata presenta un pessimo valore di ossigeno (livello 5), ma elevata qualità relativamente al fosforo totale (livello 1) ed al COD (livello 2) oltre ad una sufficiente situazione per tutti gli altri parametri considerati (livello 3) compreso il parametro microbiologico che in molti casi rappresenta il parametro che penalizza maggiormente la classificazione. Lo stato di qualità ambientale che ne deriva, considerata l’assenza di particolari fenomeni di contaminazione dovuta ai parametri chimici inorganici indicati in tabella 1 , risulta sufficiente e quindi in linea con il primo obiettivo di qualità che si prefigge il Decreto 152/99.

Data l’assenza di particolari centri di pericolo a valle del punto di campionamento, si può considerare che le acque distribuite nel reticolo irrig uo abbiano complessivamente uno stato paragonabile a quello sopra descritto. Il degrado, ben noto, avviene nell’abitato di Vailate per la presenza di numerosi scarichi urbani immessi nella roggia.

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6.1 Aspetti idrografici e idrogeologici rilevati Dopo aver esaminato gli aspetti idrogeologici e idrologici generali nel presente capitolo è illustrato l’esito dei rilievi realizzati mediante il censimento dei pozzi e delle risorgenze.

Le caratteristiche dei pozzi pubblici sono descritte nell’allegato 2 e sufficientemente inquadrate nel contesto idrogeologico locale dal capitolo 5.

Per quanto concerne i pozzi privati, come già riferito nel paragrafo 5.2, si osserva che presso gli uffici del Genio Civile di Cremona solo in un caso (C.na Vidoretto) sono risultati presenti dati adeguati (ubicazione, litostratigrafia ed analisi chimica e batter iologica delle acque prelevate), mentre in tutte le altre circostanze (circa 95 pozzi) le informazioni derivanti da autodenunce sono apparse fortemente carenti o molto approssimative e talora contraddittorie, ed il parziale ordinamento dei dati successivam ente esposti ha comportato un considerevole impegno ma non ha consentito di conseguire un risultato soddisfacente, e quanto riferito nella tabella appare spesso lacunoso e non sempre affidabile.

I dati di seguito riassunti derivano primariamente dall’elenco di 16 pozzi per uso produttivo (quasi esclusivamente zootecnico) presente presso l’Ufficio Operativo Servizio Tecnico Amministrativo Provinciale Strutture del Genio Civile di Cremona che conten gono discrete informazioni sull’ubicazione del pozzo (foglio e mappale, ma non le coordinate), sulla profondità totale del pozzo e sull’utilizzo delle acque, ma non è compiutamente precisato l’intervallo filtrato, mentre l’ammontare del consumo annuo è def inito sempre in base a stime.

Ulteriori informazioni, principalmente riguardanti i pozzi ad uso domestico ex art. 93 del T.U. sulle acque, sono state ricavate dalle autodenunce presentate al Comune al fine dei determinare la contribuzione spettante per fognatura e depurazione. Quest’elenco contiene informazioni su 8 dei 16 pozzi produttivi, talora non coerenti con quanto indicato nell’elenco del Genio Civile. In una decina di casi non sono presenti o sono errate informazioni sull’ubicazione del pozzo e quindi non è stato possibile riportarli in carta, in 50 casi non è indicata la profondità dei pozzi, mentre il dato relativo alle quantità prelevate è sempre frutto di stime, e quindi di attendibilità molto limitata (i valori per i pozzi non produttivi varano da 0 a 5000 mc/anno con media di 120 mc/anno che si riduce a 56 mc/anno se non si considera il valore massimo).

Le informazioni complessive (Genio Civile + autodenunce) sulle modalità di scarico delle acque (Fognatura, Suolo o corso d’Acqua Superficiale) s ono assenti in 15 casi, in 3 casi sono indicati corsi d’Acqua Superficiali, in un caso il corso d’Acqua Superficiale ed il suolo, in 33 casi il suolo, in 3 casi il suolo e la fognatura, in 41 casi la fognatura.

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______/anno

/anno PROPRIETARIO (legale

PROPRIETARIO (legale 3

3

Foglio mappale annocostr diametrocm profondità prelievo m perforolivello scarico

artigianale Agicolo Zootecnico Civile Potabile

N° PROG. rappres.) Industriale note

Foglio mappale annocostr diametrocm profondità prelievo m perforolivello scarico

artigianale Agicolo Zootecnico Civile Potabile N° PROG. rappres.) Industriale note 39 Zambelli Mario 5 251 1981 7.5 15 100 Fognatura X irrig. giardino 38TRIS Zambelli Eugenia 1 54 1993 14 18-20/30-35 50 Suolo X? X 58 Vicini Carolina 5 2297 1970 2.5 ? 50 Suolo X X Orto+giardino GC1 Berticelli Giovanni 1 54 ? ? 14 820 no ? X 57 Assaselli Mario 5 ? ? ? ? 50 Suolo X 29BIS Doneda Giuseppe 1 55 1991 5 20-25 50 Suolo X 71 Mauro Ida 5 ? 1900 2 ? 20 Fognatura X Irriguo-FIORI 12 Manenti Giuseppe 1 172 ? 10 ? 100 ? 5 Marelli Antonio 6 49 ? 2.7 10-13 1 Fognatura X solo uso emergenza 29 Doneda Giuseppe 1 182 1969 4 0-25 15 Fognatura X 56 Uberti Enrica 6 50 1958 5 20-24 0 Fognatura X Irrig. 68 Galghi Dario 1 ? ? 14 ? 20 Suolo X X IRRIGUO 53 Desimoni Gaetano 6 62 1900 5 0-20 10 Fognatura X irrig. Fiori 33 Tazzi Anna Maria 1 151SUB 1993 ? ? 30 Suolo X IRRIGUO 3 Maffioli Carolina 6 162 ? 6.3 ? 30 Fognatura X X 65 Sudati Angelo 2 41 1979 7.5 35 0 no Suolo X X X pozzo battuto 67 Antonelli Ugo 6 199 1970 2.5 20-22 200 no Suolo X 200 mc in autodenuncia 82 De Cock Lucie 2 54 1997 15 ? 5000 Suolo+AS X X PRODUTTIVO 41 Regonesi Giuseppe 6 224 1970 ? ? 50 S+F X 40 Berticelli Graziella 2 78 ? ? ? 250 Acque Sup. 62 Uberti Vero Mario 6 284 1972 72 ? 260 Fognatura X 32BIS Ferrari Cesare Giovanni 2 108 ? ? ? 0 Suolo 44 Resmini Pierangelo 6 288 ? ? ? 60 S+F X SN_1 Busnelli Augusto 2 130 ? ? ? 50 ? X X 54 Desimoni Gaetano 6 289 1900 5 0-20 10 Fognatura X irrig. Fiori GC2 Az.Agr.Francesca di Cremona Franca2 173 ? ? ? 3154 no ? ALTRI USI 69 Vergiani Paolo Francesco 6 297 ? ? ? 0 Fognatura X 61 Uberti Vero Mario 2 224-6 1992 6 ? 60 Acque Sup. X Irriguo 43 Mondonico Catullo 6 347 1974 5 ? 10 Fognatura 64 Uggetti Giacomo 2 55 o 88 ? ? 18 1829 no Suolo X Berticelli Mario 6 438 ? 5 0-20 20 Fognatura X IRRIG. FIORI 48 Mondonico Battista 3 8 1968 3.3 15 978 no Acque Sup. X X X pozzo battuto 77 Pezzoli Giovanni 6 454 ? ? ? 120 Fognatura X 66 Sudati Angelo 3 36 ? ? 21 2681 no Suolo X pozzo battuto - uso saltuario per orto 36BIS Ferrari Carlo Vittorio 6 517 1970 5 ? 10 Fognatura X 6 Cecchinelli Silvia 3 50 ? ? ? 10 Suolo X IRRIGUO 49 Bonandrini Margherita 6 521 ? ? ? 30 Suolo X 20 Barbieri Giuseppe 3 59 1978 5 20 100 Suolo X IRRIGUO 73 Garatti Giuseppe 6 546 ? ? ? 360 Fognatura 25 Nazarri Vittoria Angela 3 65 1966 5 ? 30 Fognatura X 37TRIS Asti Enrico 7 6 1950 4 10-12 3 Suolo X 78 Fontana Elisabetta 3 78 1972 4.2 15-17 250 Fognatura X X ORTO E GIARDINO 37QUATERAsti Enrico 7 6 1950 4 10-12 5 Suolo X GC 4 Nazzari Mario 7 8 ? ? ? 98 no ? X 60 Stombelli Valter 3 86 1960 4 12-15 10 Suolo X Irrig. Giardino L 28 Bonsignori Graziella 7 97 1968 3.7 ? 30 Suolo X X 22 Regonesi Paolo e Regonesi Barbara3 88 ? 10 15-20 50 Fognatura X RELATIVA AL FOGLIO ED AL MAPPALE, ma la scarsa 2 Manzoni Antonio, Giuseppe, Angelo7 127 1900 2.5 15 31536 no Suolo X X X? 59 Stombelli Maddalena 3 103 1960 ? ? 10 Suolo X Irrig. Giardino 51 Rinaldi Ivana 7 134 1977 7 18 13 no Suolo X X 11 Montani Antonio 3 135 1945 5 ? 30 Fognatura X IRRIGUO qualità dei dati disponibili rende possibile che in numerosi GC 5 Berticelli Luigi 8 222 ? ? 25 3784 no ? X 50 Zambelli Franco 3 159 ? ? ? 90 Fognatura casi36 laFerrari collocazione Carlo Vittorio risulti9 12 errata.1962 5 25 63072 no Suolo X X pozzo battuto - inutilizzato 46 Mazzoleri Giovanni 3 161 ? ? ? 0 Suolo X 75 Bicetti e Bettinoni Gianfranco 9 14 1994 5 20 2491 no Suolo X X pozzo battuto 55 Zambelli Giovanna 3 187 1954 5 20-24 0 Fognatura X IRRIGUO 4 Pirovano Antonio 9 115 1940 2.5 ? 200 no Suolo X 2 prod IRRIGUO 21 Sara Emilio 3 276 ? 5 ? 2 Fognatura X IRRIGUO la37BIS numerazioneAsti Enrico adottata11 è24 quella1960 derivante4 10-12 dall'elenco3 Suolo delle X 26 Barbieri Severino 3 308 ? 4.8 ? 30 Suolo X IRRIGUO 45 Berticelli Fabio 11 24 ? ? ? 90 ? X 18 Maffioli Antonia 3 367 <1970 5 20 40 Fognatura X autodenunce del 2002 e quindi non ha alcun carattere 32 Ferrari Cesare Giovanni 12 78 ? ? 40 2996 no Suolo X X 52 Zambelli Rosa 3 402 ? 7.5 0-15 100 ? X X ordinatorio.27 Vergiani Pierangela e Santo 12 1/6 1995 2.5 15 90 Suolo X 10 Zambelli Luigi Albino 3 923 1969 2 40 28 Fognatura X X 8 Besanzini Bruno 17 31 <1950 5 15 80 Fognatura X X 81 Zambelli Giovanni e Giuseppe 3 136SUB8 1969 3.2 ? 100 Fognatura X X per34 i pozziManenti Alfonsa presenti Luigia ? 251 ? 7.5 0-16 50 Fognatura X 79 Mondonico Giuseppa 3 151-183 ? ? ? 50 Fognatura X X X indicata1 Comotti la Camillo sola proveneienza? ? 1950 da detto5 ?elenco75 (G.C.)Fognatura X X 74 Fontana Vittore 3 442? 1988 7.5 15-23 10 Fognatura X X X 7 Mapelli Angelo ? ? 1974 5 ? 100 Fognatura 80 Tirloni Samuele 3 49SUB1 1950 4.8 ? 50 Suolo X GIARDINO 13 Stombelli Giovanni ? ? 1931 9 ? 100 Fognatura X GC 3 Veluti Giuseppe e Antonio 4 82 ? ? 21 1987 no ? X 14 Pala Rinaldo ? ? ? 14 ? 50 Fognatura X X IRRIGUO 30 Zerboni Agostino 5 22 ? 5 ? 100 Fognatura X 15 Belloni Giovanni ? ? ? 5 20 100 ? X IRRIGUO 31 Asti Enrico 5 52 1950 4 10-12 70 F+Suolo X 17 Soldati Pierangelo ? ? <1970 ? ? 40 Fognatura X 37 Asti Enrico 5 52 1950 4 10-12 10 Suolo X 19 Soldati Luigia per il marito defunto? Montani? Pietro<1970 ? ? 30 Fognatura X X 42 Regonesi Giuseppe 5 93 4 1-28 160 ? X 24 Dott. Pierantonio Brusa ? ? ? 10 38 ? Fognatura X 16 Resmini Tomaso 5 137 1900 2.5 ? 5 Fognatura X 47 Bonsignori Andreina ? ? ? ? ? 18 ? X X 63 Cecchinelli Maria Teresa 5 184 1970 60 ? 100 ? X X? 70 Mennella Daniela ? ? ? ? ? 50 ? X X 76 Cecchinelli Luigi 5 184 1970 6 ? 100 Fognatura X X X? Scutillo Antonio ? ? ? ? ? 50 ? X X 38BIS Zambelli Eugenia 5 196 1970 7.5 15-18/30-35 98 no Suolo X? X X 9 Calzi Battista 1950 5 20 70 Fognatura X X 3 23 Fontana Maria Rosa 5 217 ? 10 14-16 1 Suolo X IRRIGUO 35 Albani Castelbarco Visconti Gropallo della Sforzesca Conte Cesare fontanile dei Grossi - 20,000 m anno stimati 3 72 Barla Cleto 5 247 1968 5 ? 50 Suolo X X Irrig-giardino-civile Albani Castelbarco Visconti Gropallo della Sforzesca Conte Cesare fontanile della Cà - 30,000 m anno stimati 3 38 Zambelli Eugenia 5 251 1970 7.5 30-35 0 Fognatura X Albani Castelbarco Visconti Gropallo della Sforzesca Conte Cesare fontanile delle Guardie - 35,000 m anno stimati 3 39 Zambelli Mario 5 251 1981 7.5 15 100 Fognatura X irrig. giardino Albani Castelbarco Visconti Gropallo della Sforzesca Conte Cesare fontanile Correre - 13,000 m anno stimati

NOTA : i dati sono primariamente rilev ati dalle autodenunce annuali dei proprietari dei pozzi; una ulteriore fonte di dati è l'elenco dei pozzi ad uso produttivo presente presso il genio civile nel 2002. Con fondo grigio sono indicati i pozzi inclusi nell'elenco del genio civile (molti sono pr esenti anche come autodenunce al comune). Con fondo arancione i mappali o i fogli che non esistenti.

Con il carattere blu sono indicati i valori presenti nell'elenco del genio civile che integrano o che correggono quanto indicato nell'autodenuncia al comun e del 2002.

I n colore marrone e corsivo sono indicati i dati rilevati direttamente presso i proprietari che integrano o correggono ii dati delle autodenuce.

La posizione dei pozzi indicata in carta è relativa al foglio ed al mappale, ma la scarsa qualità d ei dati disponibili rende possibile che in numerosi casi la collocazione risulti errata. La numerazione adottata è quella derivante dall'elenco delle autodenunce del 2002 e quindi non ha alcun carattere ordinatorio. per i pozzi presenti solo nell'elenco del genio civile si è indicata la sola provenienza da detto elenco (G.C.)

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 45 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

Le informazioni sul tipo di utilizzo delle acque prelevate paiono spesso dubbie o ambigue e in nessun caso tra quelli che indicano l’utilizzo potabile o zootecnico risultano presenti dati di analisi chimiche e/o batteriologiche.

In merito agli aspetti più strettamente idrogeologici, si osserva che i dati dei pozzi produttivi indicano profondità massime di perforazione comprese tra 14 e 40 m con media di circa 22 m, ed analoghe indicazioni si hanno considerando i pozzi non produttivi.

Il fabbisogno di acque per uso privato viene dunque completamente soddisfatto mediante prelievo dall’acquifero superficiale, che come precedentemente precisato costituisce un corpo permeabile sostanzialment e omogeneo privo di intervalli limo argillosi, e presenta un grado di protezione all’inquinamento molto scarso.

I pozzi stessi costituiscono un potenziale veicolo di diffusione dell’inquinamento principalmente per possibili infiltrazioni lungo le superfici esterne e non cementate, e l’assenza di un archivio completo ed aggiornato sullo stato delle opere di captazione e sui centri di pericolo (fognature, serbatoi interrati, scarichi sul suolo e nei corsi d’acqua, stoccaggio sul terreno di sostanze che posson o essere veicolare dalle acque di pioggia etc.), rende impossibile valutare il rischio potenziale di contaminazione. Inoltre l’assenza di dati analitici sulle acque sotterranee di prima falda non consente di valutare lo stato qualitativo della risorsa e di giudicare se sussistano o meno i requisiti indispensabili per l’uso alimentare (potabile o zootecnico), che in numerosi casi è dichiarato anche per i pozzi non produttivi.

Si suggerisce pertanto che l’amministrazione comunale, ai fini della tutela della risorsa, solleciti il coordinamento degli enti (Arpa e Provincia) destinatari dei dati di analisi chimica e batteriologica che con cadenza annuale devono essere effettuate dalle aziende o privati che utilizzano le acque per uso alimentare. Per quanto riguarda i pozzi ad uso domestico, è opportuno che le informazioni disponibili vengano tutte aggiornate e verificate mediante un sopralluogo e che si valuti la sussistenza o meno di requisiti di igiene della testa del pozzo, che dovrà prevedere l’impermeabilizz azione per almeno 1 m di raggio delle superfici intorno al punto di presa, e opere di contenimento di eventuali liquidi sversati anche accidentalmente intorno al pozzo, disponendone la realizzazione in caso di assenza.

Nel corso dei rilievi eseguiti sono stati effettuati sopralluoghi presso tutti i pozzi produttivi ed in alcuni pozzi per uso domestico, finalizzati principalmente all’effettuazione di misure del livello freatico, ma in nessun caso è stato possibile discendere lo strumento di misura per l’assenza dell’apposito foro di ispezione peraltro previsto dalla normativa.

In merito agli aspetti quantitativi del prelievo di acque sotterranee, le indicazioni contenute nella documentazione consultata, per quanto puramente orientative e probabilmente sottostimate in assenza di strumenti di misurazione, consentono di valutare il consumo di acqua per uso produttivo in 116.000 mc/anno, rappresentati per l’80 % da due sole aziende, ed in circa 10.000 mc/anno per quelli ad uso non produttivo.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 46 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

Il prelievo dai pozzi pubblici per uso potabile assomma a circa 250.000 mc/anno ( 13), ma in questo caso l’emungimento avviene in una falda separata da quella superficiale, anche se probabilmente in parte alimentata da quest’ultima per drenanza attraverso intervalli semipermeabili, consentita della differenza di livello piezometrico descritta nel paragrafo 5.2.

Confrontando le stime dei prelievi, posti con una ragionevole approssimazione p er eccesso pari a 400.000 mc/anno (12,7 litri/s), con la portata media totale delle falde in territorio Cremonese, indicata in 3-5 mc/s (13), pari a 100-170 litri/s per Km, si ottiene che nel territorio di Valiate per una estensione di 1,5 Km, che descrive un tubo di flusso all’interno del quale sono collocati quasi tutti i prelievi da pozzo, transitano 150÷250 litri/s e ne vengono prelevati volumi corrispondenti al 8÷5%.

Riferendosi ai soli prelievi nell’acquifero superficiale, è possibile effettuare un analogo confronto mediante la stima delle portata della prima falda ricorrendo alla relazione Q= T*i dove la trasmissività T (m2/s) può essere assunta pari a 0,0109 m 2/s sulla base delle prove condotte nel pozzo superficiale di Agnadello ( 13), mentre il gradiente idraulico i risulta essere stabilmente di 2,5‰ (sia dati bibliografici che rilievi originali).

Il calcolo conduce ad una stima della portata di 27 litri/s per Km (che appare allo scrivente piuttosto bassa), ed in questo caso i consumi (126.000 mc/anno = 4 litri/s) considerati applicati all’interno del medesimo tubo di flusso di 1,5 Km di larghezza, rappresenterebbero il 10% del deflusso totale transitante. In periodo estivo la falda viene contestualmente ricaricata con volumi stimati nel capitolo precedente in circa 700 litri/s in tutto il territorio comunale, corrispondenti a circa 400 litri/s nel tubo di flusso, che vengono ampiamente drenati dai fontanili presenti nella parte meridionale del territorio.

In sostanza dal bilancio sommario sopra esposto, nel quale non si tiene conto dell’ulteriore contributo alla falda derivante delle precipitazioni (30÷50 litri/s in tut to il territorio), emerge che i prelievi da pozzo effettuati nel territorio di Vailate costituiscono una porzione molto piccola dei volumi connessi al deflusso sotterraneo ed alla ricarica, ed allo stato attuale non possono avere significativa influenza su l livello freatico e sulla portata dei fontanili.

In assenza di misure del livello freatico presso i pozzi privati (risultati tutti inaccessibili perché costituiti da tubi direttamente infissi nel terreno o perché privi dell’apposito foro di ispezione o per altre cause), per definire la configurazione della falda superficiale nell’intero territorio comunale si è fatto ricorso a misure dei livelli dell’acqua presso 11 dei 14 fontanili distribuiti in modo abbastanza uniforme nel territorio comunale, ed in un micropiezometro collocato nell’anno 2000 in via Verdi 26, successivamente indicato come P3 per rispettare la denominazione originariamente data.

26 Comune di Vailate (2000) - relazione geologica e geotecnica di supporto al progetto di fognatura in via Verdi, a cura dello scrivente.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 47 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

Le misure presso sono state eseguite in data 29/03/02 ed il 03/04/02 per determinare le quote minime (o almeno la presenza dell’acqua nelle teste dei fontanili), ed in data 11/09/02 per individuare il massimo livello freatico al termine della stagione irrigua.

I dati di soggiacenza (m) rilevati sono riferiti nella tabella seguente, dove sono riportate anche le coordinate Gauss.Boaga del centro delle teste dei fontanili e le quote del piano campagna (in m s.l.m.) posto in prossimità del punto di misura indicate sulla restituzione fotogrammetrica, che hanno consentito di definire la quota assoluta del livello freatico. Le misure sono state eseguite con particolare attenzione, ponendo un filo teso tra due picchetti sopra la testa del fontanile, e misurando la distanza dalla superficie dell’acqua.

X Y Quota Soggiacenza Quota falda * Soggiacenza Quota falda p.c. 29/03 o 03/04/02 29/03 o 03/04/02 11/09/02 11/09/02

Fontana dei Dossi 1546525 5035107 104,0 > 3,8 fondo asciutto < 100,2 3,2 100,8 MICROPIEZOMETRO P3 1547066 5034416 102,6 4,38 98,22 2,5 100,1 Fontana Bugì o Bugino 1545383 5034071 100,5 >2,8 fondo asciutto < 97,7 1,5 99,0 Fontana dei Buchi 1546373 5034218 100,8 >2,6 fondo asciutto < 98,2 1,7 99,1 Fontana Valletta 1548079 5034239 100,6 >1,6 fondo asciutto < 99,0 1,2 99,4 Fontana delle Guardie 1548355 5034130 100,0 2,0 98,0 1,6 98,4 Fontana Bettà 1547900 5034054 100,1 >1,55 fondo asciutto < 99,0 1,2 98,9 Fontana dei Grassi 1546909 5033326 98,2 >1,6 fondo asciutto < 96,6 1,1 97,1 Fontana Bianca 1546291 5033155 98,3 >1,7 fondo asciutto < 96,6 1,4 96,9 Fontana Carrere 1547158 5032560 96,2 1,9 94,3 1,5 94,7 Fontana Burlengo 1546768 5032439 96,0 2,0 94,0 1,7 94,3 Fontana della Cà 1545445 5032222 94,1 >1,7 fondo asciutto < 92,4 1,2 93,0

* in assenza di acqua (<), il valore numerico indica anche la quota del fondo Tabella 1 : ubicazione e quote dell’acqua rilevate presso i fontanili L’elaborazione dei dati è stata eseguita con Surfer 7 ® applicando il metodo di Kriging con un variogramma di interpolazione lineare, ed ha consentito la ricostruzione con buona approssimazione dell’andamento della superficie freatica in gran parte del territorio comunale.

Si evidenzia una direzione di flusso da nord a sud con gradiente medio del 2,5‰ che conferma pienamente i dati bibliografici precedentemente esposti. Le isopiezometriche si infittiscono nella porzione meridionale del territorio e descrivono una variazione del gradiente da circa il 2‰ tra le isopiezometriche 100,0 e 98,0 m s.l.m. a circa il 3,0‰ tra le isopiezometriche 98,0 e 95,0, delineando nel complesso la presenza di una falda a profilo parabolico (falda cilindrica), in prima approssimazione associabile alla diminuzione di trasmissività verso sud. A valle dell’isopiezometrica 97,0 m s.l.m. si osserva una lieve rotazione del flusso in direzione SSW, probabilmente connessa alla vi cina presenza della depressione formata della piana olocenica dell’Adda. Gli aspetti di dettaglio appena esposti vanno comunque valutati con cautela, sia perché sono assenti dati nella parte sud orientale del territorio, sia perché errori nella valutazione delle quote del terreno dove è stato posizionato il filo per la misura della soggiacenza (come descritto sopra), possono incidere sulla conformazione locale delle isopiezometriche.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 48 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

In conclusione alla scala alla quale si è operato non si evidenziano nel la morfologia della falda elementi strutturali di rilievo (assi di drenaggio o aree di alimentazione)

La ricostruzione sopra definita può essere ragionevolmente ritenuta rappresentativa della configurazione raggiunta dalla falda durante il periodo di maggi ore elevazione del livello freatico in tutto il territorio comunale, ma si sottolinea che i valori individuati non possono essere considerati massimi assoluti, in primo luogo per la mancanza di peso statistico delle osservazioni, ma anche per le consideraz ioni di seguito espresse.

 Il flusso dell’acqua all’interno di una “trincea” avviene per differenza di livello piezometrico e quindi per definizione la quota dell’acqua è inferiore a quella della falda: la differenza non è nota ma per analogia con situazioni osservate dallo scrivente nell’area milanese può essere stimata nell’ordine dei –20 ÷ -40 cm.

 Alcune misure compiute presso i fontanili da parte degli estensori di uno studio provinciale sui fontanili e comunicati allo scrivente 27, indicano talora battenti d’acqua estivi più elevati di quelli rilevati l’11/09/02 (+ 0,15 m nel fontanile dei Dossi e Valletta, +0,12 nel fontanile Bettà, +0,10 nel fontanile dei Grassi, +1, 2 (?) nel fontanile Bianca), ma occorre puntualizzare che tali misure, effettuate appoggiando un asta sul fondo, sono difficilmente paragonabili perché può facilmente variare il punto di riferimento.

 Ripetute misure eseguite con precisione di circa 1 cm in piezometri collocati nell’area urbana(26) hanno evidenziato la presenza della falda a quote massime di 101,4 m s.l.m. in via Papa Giovanni, dove l’attuale ricostruzione delinea la presenza della falda a 100,5 m s.l.m., di 100,7 in corrispondenza del micropiezometro P3 di via Verdi contro l’attuale misura di 100,1, mentre nella parte meridionale dell’area interessata dall’intervento (via Costantino) le differenze risultano più ridotte, con quote massime misurate nel 2000 di 99,8 ,contro una attuale stima di 99,5 m s.l.m. Anche i gradienti misurati in tale circostanza, da ritenersi assolutamente affidabili perché riferiti a numerose misure, indicano valori circa doppi rispetto a quanto sopra riportato (4‰ in luogo del 2‰).

27 Provincia di Cremona – settore ambiente – Indagine conoscitiva sui fontanili della Provincia di Cremona, censimento campionario (1999) e 2° fase censimento (2002) a cura di D’Auria G. e Zavagno F.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 49 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

Figura 28 : isopiezometriche desunte dai rilievi delle quote dell’acqua presso i fontanili in data 11/09/2002 .- scala 1:25.000. La ricostruzione effettuata conserva comunque un’accettabile rappresentatività dell’andamento complessivo nel territorio, ed è stata quindi utilizzata per ottenere un documento derivato di notevole eloquenza, che è la carta della soggiacenza minima della prima falda, ottenuta mediante una funzione di Surfer 7 ® denominata Grid Math che consente di generare carte isopache mediante sottrazione di due griglie di dati (grid) (in questo caso si è utilizzata la superficie topografica e la conformazione della falda).

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 50 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

Figura 29 : soggiacenza della falda freatica realizzata con i dati della quota dell’acqua presso 11 fontanili ed un micropiezometro in data 11/09/2002 . Il risultato evidenzia nella parte del territorio posta a nord del parallelo passante della C.na del Perdono un’area rettangolare di circa 1,5 Km 2 (15 % del totale amministrato) dove la soggiacenza risulta compresa tra i 4,5 m ed i 3,5 m, seguita a sud dall’area urbana dove la soggiacenza risulta di 3,5 ÷ 2,5 m a nord e 2,0 ÷ 1,5 m lungo il perimetro meridionale.

Come riferito in precedenza l’interpolazione di dati misurati presso i fontanili conduce a stimare una soggiacenza nell’abitato talora superiore ai valori sperimentalmente minimi rilevati nell’estate 2000 (v. nota 26), e quindi nel capitolo riguardante i criteri di valutazione della fattibilità geologica si terrà conto di livelli freatici superiori di 0,5÷1,5 m rispetto a quanto riportato nella carta in esame nell’area urbana posta tra l’isobata 1,5 m e l’isobata 2,5 m, di 1,5÷2,0 m tra l’isobata 2,5 m e l’isobata 3,5 m , di 1,5÷2,5 m tra l’isobata 3,5 m e l’isobata 4,5 m.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 51 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

In tutta la parte occidentale e sud occidentale del territorio di Vailate (cir ca 4 Km 2, pari al 40% del totale), la soggiacenza risulta compresa tra 1,5 e 2,5 m , mentre ad est e a sud della parte meridionale dell’abitato, su una superficie di circa 2 Km 2, la soggiacenza risulta prevalentemente compresa tra 1,5 e 0,5 m, con valori inferiori lungo il confine comunale coincidente con il percorso della roggia Misiana - Cremasca. In questo caso bisogna precisare che l’assenza di misure in prossimità del citato confine rende la cart a in tale settore poco affidabile.

Se si esclude la parte urbana dove la ricostruzioni risulta inadeguata ( -0,9 m nel centro-nord e –0,3 m nel centro-sud rispetto ai rilievi del 2000 26) probabilmente a causa di locali interferenze (dispersioni dall’alveo della roggia Vailata) non apprezzabili con sole misure esterne al perimetro abitato, la ricostruzione ottenuta e verificata in corrispondenza dei fontanili risulta soggette ad errori limitati a ± 20 cm, e quindi i trat ti essenziali della distribuzione della soggiacenza sopra delineati possono essere ritenuti adeguatamente rappresentativi delle condizioni presenti nel territorio durante i mesi irrigui.

In merito all’escursione del livello freatico le uniche indicazioni b ibliografiche esistenti per area riguardano la stazione freatimetrica UIPO di Treviglio (2°51’ W Monte Mario, 45°31’N) e sono molto datate. Pare ragionevole supporre che per effetto dell’espansione urbana e industriale, negli ultimi decenni la quota della falda possa aver subito importanti modificazioni, ma tenuto conto del carattere sostanzialmente agricolo mantenuto dal comune di Vailate, anche le serie più antiche si ritiene possano essere significative, almeno per quanto riguarda l’entità delle fluttuaz ioni stagionali, dipendenti principalmente delle irrigazioni.

Figura 30: oscillazioni freatiche a Treviglio: dati ripresi dalla pubblicazione citata nella Figura 26 I grafici delineano valori medi dell’escursione compresi tra 1,55 m e 1,90 m con un andamento stagionale costantemente caratterizzato da un minimo ad aprile - maggio (che presumibilmente si manifestava al termine dell’asciutta, attualmente effettuata per la roggia Vailata nei mesi di febbraio - marzo), seguito da un rapido incremento, mediamente

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 52 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______di 2,2 cm al giorno, fino a raggiungere un massimo a luglio - agosto. L’abbassamento dei livelli si manifestava con variazioni solo lievemente meno rapide (mediamente 1,5 cm/giorno) fino al raggiungimento di un minimo relativo a novembre – dicembre al quale seguiva un incremento nei mesi da gennaio a marzo forse connesso alla più elevate precipitazioni efficaci (evapotraspirazione praticamente nulla), che portavano la falda a quote prossime al valore medio annuo. Le figure evidenziano anche che negli intervalli successivi di tempo considerati si è assistito ad una traslazione verso il basso dell’intero grafico (sia della media annua che degli estremi) di 30÷35 cm, e ciò probabilmente costituisce ha costituito la fase iniziale di un trend che ha portato all’estinzione di numerosi fontanili presenti nel territorio di Treviglio ed alla probabile riduzione di portata di quelli di Vailate. Ulteriori dati pubblicati dall’UIPO per il periodo 1969 -1972, anno di cessazione delle misure, confermano tale evoluzione.

L’analisi dei dati mensili relativi al periodo 1961 – 1972 pubblicati dall’UIPO indicano una deviazione standard compresa tra 0,15 (dicembre) e 0,63 m (agosto) con valori maggiormente dispersi nei mesi da maggio ad agosto (d.s. media 0,5 m), mostrando nel complesso una buona prossimità della popolazione di valori intorno al valore medio, ed ancora una volta l’origine diretta delle fluttuazioni.

L’escursione massima osservata a Vailate nel 2002 è stata rilevata nel micropiezometro P3 con una differenza di 1,88 m tra le misure del 03/04 e del 11/09/02 (tabella precedente), mentre tenendo conto dei valori più elevati del livello freatico rilevati nello stesso punto in data 01/09/00 durante l’esecuzione del lavoro precedentemente citato (26), il valore massimo dell’escursione appare essere di 2,44 m.

Le escursioni massime osservate a Vailate nel periodo dal 13/07/00 al 20/11/00, mostrano una graduale variazione lungo i circa 500 m che separano in direzione NNW SSE i micropiezometri, con valore massimo di 0,9 m a nord, i n via Papa Giovanni, progressivamente decrescente in direzione sud fino a raggiungere il minimo di 0,55 m in via Costantino.

Analogo comportamento pare potersi desumere dai dati dei fontanili, dove quelli nord occidentali rivelano variazioni di livello di almeno 60 cm, fino ad almeno 1,3m nella fontana Bugì, mentre in quelli più meridionali (Carrere e Burlengo ) le variazioni di livello sono di 0,4 e 0,3 m rispettivamente.

Il complesso di fattori sopra descritti conferma l’esistenza di un fronte di ricarica nella parte centro settentrionale del territorio di Vailate alimentato dalla roggia Vailata e dalle rogge derivate, che ha il proprio limite meridionale in corrispondenza della S.P. 34 e nella sua prosecuzione ideale verso ENE, a sud della quale prevale il drenaggio realizzato dai fontanili.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 53 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

7 Elementi di pedologia

7.1 Aspetti generali

L’analisi delle caratteristiche pedologiche del territorio è rilevante sia per l’individuazione delle potenziali capacità agronomiche dei terreni, sia per valutare la funzione protettiva esercitata dai suoli nei confronti delle acque sotterranee.

Quanto riferito nel presente capitolo non è frutto di rilievi appositamente condotti nel corso della presente indagine, ma rappresenta una sintesi, riferita al territorio di Vailate, dello studio pedologico pubblicato dell’ERSAL (SSR n°37, giugno 2002) per l’area cremasca, ed è cartograficamente rappresentato nella tavola 2.

La collaudata metodologia d’indagine si inserisce nel contesto di un compless o di studi avviati dall’Ente nel 1985, che hanno prodotto con 38 pubblicazioni l’analisi pedologica in scala 1:50.000 di tutto il territorio lombardo di pianura.

Il contenuto specialistico di tali indagini è supportata da analisi del paesaggio condotte mediante la cartografia storica e le foto aeree, la realizzazione di numerose osservazioni puntuali (in media 1 profilo ogni 6 Km 2 e 3,8 trivellate al Km2, pari a circa n° 37 nel solo territorio di Vailate) ed analisi chimiche e tessiturali sui campioni . Il risultato ottenuto è da ritenersi qualitativamente superiore rispetto a una eventuale indagine sulle caratteristiche tessiturali dei terreni superficiali quale si sarebbe potuto realizzare nell’ambito del presente studio. Per le considerazioni sopra espress e la scala 1:37.500 delle carte elaborate dall’ERSAL costituisce un informazione di sufficiente dettaglio per le finalità di pianificazione; la riproduzione delle stesse in scala 1:10.000 operata con la tavola DP_12 risponde solo all’esigenza di mantenere prossima la scala di rappresentazione con gli altri dati di analisi

Entrando nel merito dell’analisi pedologica, si deve premettere che nei territori di pianura l’attività agricola si sovrappone in modo determinante ai fattori naturali di pedogenesi (tempo, clima, substrato e morfologia delle superfici), producendo il rimescolamento dell’orizzonte superficiale e di parte degli orizzonti diagnostici e in numerosi casi realizzando la decapitazione o la sepoltura del profilo originario con lavori di livellamento.

I suoli sono stati classificati adottando il sistema elaborato dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) chiamato Soil Taxonomy, per il quale è di primaria importanza l’individuazione del regime di umidità prevalente. Per ragioni connesse ad esigenze di continuità nella cartografia regionale, l’ERSAL ha classificato tutti i suoli dell’area ammettendo la prevalenza di un regime di umidità ustico (suolo è secco, cioè l’acqua è trattenuta dal suolo con una tensione > 15 atm, totalmente o parzialmente per almeno 90 giorni cumulativi e per meno di 45 giorni consecutivi in estate, almeno 6 anni s u 10, benché tale regime rappresenti solo una minoranza dei casi ottenuti nell’elaborazione dei dati climatici con suoli che presentano una AWC (quantità d’acqua in un suolo che può essere estratta dalle radici delle piante) pari a =150 mm, e sia invece pr evalente nell’area

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 54 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______il regime di umidità udico (vi è umidità, cioè l’acqua è trattenuta dal suolo con una tensione < 15 atm, in qualche parte della sezione di controllo, per 90 o più giorni cumulativi e per almeno 6 anni su 10).

I suoli presenti sul terrazzo pleistocenico (Livello fondamentale della Pianura) hanno normalmente subito processi pedogenici per tempi significativamente più lunghi rispetto ai suoli delle piane oloceniche e in climi differenti dall’attuale (più caldi e umidi), e ciò ha consentito la lisciviazione delle basi di scambio (soprattutto Ca ++, Mg ++, K+, Na +) dagli orizzonti superficiali e la formazione di un accumulo di argille sotto l’orizzonte arato, tipico dei suoli appartenenti all’Ordine Alfisols. Il ferro liberato dall’alterazione de l sedimento di origine si trova per lo più legato al complesso argillo -umico e conferisce all’orizzonte argillico caratteristiche colorazioni bruno rossastre, mentre i carbonati sono stati rimossi dall’orizzonte superficiale e talora si accumulano in profo ndità.

Tali trasformazioni si sono evolute a partire da un substrato fortemente differenziato formato da corsi d’acqua di tipo braided o rettilinei descritto con completezza riprendendone la definizione data dagli Autori (v. nota 2 più sopra) come Alloformazione di Cantù.

Un altro elemento che rende complessa ed articolata la distribuzione dei suoli nel territorio è la varia presenza di acqua che interessa sia gli Alfisuoli attribuendone caratteri di lieve idromorfia, che suoli più recenti presenti nell’area sud orientale del territorio che si presentano con idromorfia moderata, descritti dagli Autori (2) come Unità Postglaciale con copertura limo-argillosa (n° 119c), e che nella cartografia dell’ERSAL vengono approssimativamente a corrispondere alle Unità Tassonomiche BVC1 (Unità Cartog rafica 19).

Questa è descritta come un Inceptisuolo con drenaggio molto lento per la presenza di falda semipermanente prossima al piano campagna o comunque entro il metro di profondità.

La presenza di acqua spesso interagisce con il processo di decarbonata zione del profilo determinando la formazione di un orizzonte calcico in corrispondenza del limite di oscillazione e talora ridistribuzioni o risalite di carbonati verso la superficie, così che negli Alfisuoli è possibile trovare orizzonti calcici a breve p rofondità.

Le differenze individuate negli Alfisuoli presenti nel territorio di Vailate sono piuttosto modeste, e riguardano l’assenza di scheletro nella sezione di controllo dell’Unità Tassonomica DSA1 (U.C. 5) ed il fatto che le Unità INA1 e SNV1 (U.C. 1 1 e 21 rispettivamente) sono collocate all’interno dell’Unità di Paesaggio LQ definita come “ porzione centrale della pianura con intensi fenomeni di idromorfia ”. La presenza di tali aspetti trova ampia concordanza con quanto precedentemente esposto con l a carta della soggiacenza nella parte meridionale del territorio, ma non pare giustificabile lungo la fascia indicata a NE dell’abitato (U.C. 11) dove la quota freatica si mantiene anche durante il periodo irriguo a profondità molto superiori allo spessore del suolo.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 55 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

La sintesi riguardante le caratteristiche pedologiche sopra discusse relativamente ai suoli di Vailate è riportata nella tabella inserita nella tavola DP_12.

7.2 Aspetti applicativi delle caratteristiche pedologiche L’analisi condotta con le modalità sopra accennate consente agli Autori di formulare alcune valutazioni di utilità pratica mediante l’utilizzo di procedure codificate . In particolare costituiscono strumenti utili ai fini della pianificazione comunale sia l’identificazione della classe di qualità agronomica dei suoli (capacità d’uso), sia il giudizio sulla capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque profonde (ac que sotterranee di prima falda). Le valutazioni ottenute dall’ERSAL sono riportate nella tavola DP_12.

La capacità d’uso viene individuata il un sistema ripartito in 8 classi, numerate da I a VIII in funzione della gravità e del numero delle limitazioni difficilmente correggibili che restringono il campo delle possibili pratiche colturali. Solo le prime 4 classi indivi duano suoli adatti all’agricoltura, mentre le classi dalla V alla VII sono riferite a suoli adatti solo al pascolo ed alla forestazione. La classe VIII individua suoli non utilizzabili ai fini agro - silvo-pastorali.

Nel territorio di Vailate appartengono alla classe I i suoli dell’U.C. 5, mentre i suoli delle Unità Cartografiche 8, 11 e 21 sono collocati nella classe II. Nella classe III è collocata solo una piccola porzione di territorio ricadente nell’U.C. 19. Di seguito si forniscono le definizioni delle classi citate:

CLASSE I : suoli con limitazioni assenti o molto lievi.

CLASSE II: suoli con alcune limitazioni facilmente controllabili, che riducono la scelta delle colture e richiedono moderati interventi di conservazione.

CLASSE III: I suoli presentano severe limitazioni, che riducono la scelta delle colture e/o richiedono precise pratiche di conservazione.

I suffissi ‘s’ e ‘w’, riportati nella tabella di sintesi accanto alla classe, si riferiscono rispettivamente alla sussistenza di limitazioni di tipo pedologico, quali scarsa profondità del suolo, bassa saturazione del complesso di scambio (TBS) o altro, specificato tra parentesi a fianco della classe, o alla presenza di eccesso idrico nel profilo.

La capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque sotterranee esprime l’attitudine dei suoli a funzionare da barriera naturale nei confronti della propagazione di inquinanti idrosolubili. Tale capacità protettiva costituisce un elemento fondamentale nella valutazione della vulnerabilità delle acque sotterranee all’inquinamento, la cui determinazione contempla però la valutazione di numerosi altri parametri, quali la topografia, la caratteristiche di dispersività dell’inquinante nell’insaturo (sotto il suolo) e nel saturo (falda), e le caratteristiche dinamiche della falda stessa.

Si riporta di seguito lo schema di analisi applicato dall’ERSAL, con alcune semplificazioni concernenti la classe granulometrica, e con la traduzione dei termini originariamente in inglese. Lo scopo attuale infatti è di rende re comprensibile al lettore la

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 56 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______procedura seguita, mentre per una precisa individuazione della metodologia occorre riferirsi al “manuale per la compilazione delle schede delle unità cartografiche ” disponibile presso l’ERSAL.

La definizione della permeabilità in particolare rappresenta un parametro di complessa definizione che deve essere valutato in campagna osservando le principali caratteristiche del suolo che influenzano la velocità d’infiltrazione dell’acqua (tessitura, porosità, struttura, etc.) e non pare necessario riportare per esteso le categorie occorrenti a tale determinazione. Il valore indicato assieme al giudizio qualitativo rappresenta la stima della velocità d’infiltrazione che gli Autori del metodo (U.S.D.A.) ritengono di poter associare alle caratteristiche pedologiche individuate e non il risultato di misure appositamente eseguite.

I valori di pH e C.S.C. che vengono utilizzati nella procedura sono i più altri tra quelli riscontrati entro i 100 cm.

PARAMETRI

Classi di capacità PERMEABILITÀ PROFONDITÀ DELLA CLASSI GRANULOMETRICHE ph e C.S.C. protettiva (velocità in FALDA (in meq/100 gr) m/sec)

ELEVATA Bassa >100 cm Argillosa, argillosa limosa, >5 argilloso-franca, limoso grossolana, 10-6 10-8 franca, argilloso scheletrica, più >10 tutte le classi fortemente contrastanti in cui il primo termine sia argillosa o argilloso limosa

Franca grossolana e franco MODERA Moderata 50-100 cm con 4,5-5,5 permeabilità bassa scheletrica, più tutte le classi fortemente contrastanti in cui il TA -5 -6 > 100 cm con 10 10 primo termine non sia argillosa o 5-10 permeabilità moderata argilloso limosa Sabbiosa, sabbioso scheletrica, BASSA Elevata <50 cm con < 4,5 permeabilità bassa frammentale più tutte le classi fortemente contrastanti in cui il -4 -5 10 10 < 100 cm con primo termine sia sabbiosa, <5 sabbioso scheletrica o frammentale permeabilità moderata

Il risultato dell'elaborazione conduce a un giudizio omogeneo di vulnerabilità MODERATA per tutto il territorio di Vailate.

Si sottolinea che la valutazione del presente indice costituisce una componente importante della valutazione della vulnerabilità del territorio all'inquinamento, la cui determinazione richiede però anche la valutazione degli aspetti idrogeologici, morfologici ed antropici.

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8 Considerazioni sulla vulnerabilità della falda freatica all’inquinamento

8.1 Premessa In sede di revisione della pianificazione urbanistica, la predisposizione di una carta che fornisca indicazioni sulla vulnerabilità del primo acquifero ha il duplice sc opo di introdurre tale parametro tra gli argomenti da esaminare ai fine di valutare l’opportunità degli interventi sul territorio e di costituire una suddivisione di massima sulla quale incentrare più mirate indagini per progetti specifici.

Una fra le più esaurienti definizioni che vengono date di vulnerabilità all'inquinamento di un acquifero, o meglio, dell'acqua di falda contenuta e fluente entro un acquifero è la seguente: la suscettibilità specifica dei sistemi acquiferi, nelle loro diverse parti componenti e nelle diverse situazioni geometriche ed idrodinamiche, ad ingerire e diffondere, anche mitigandone gli effetti, un inquinante fluido o idroveicolato tale da produrre impatto sulla qualità dell'acqua sotterranea, nello spazio e nel tempo (CIVITA 199428). Tale definizione esprime la vulnerabilità intrinseca del sistema idrogeologico, cioè quella dipendente dalle sole caratteristiche naturali: climatologia, pedologia, geologia, idrogeologia.

La sovrapposizione della vulnerabilità intrinseca con la distr ibuzione delle infrastrutture, attività o usi del suolo che hanno rapporto con l'utilizzo dell'acqua sotterranea (centri di pericolo, punti di prelievo, preventori e riduttori di inquinamento) e con la mappatura delle aree di falda contaminate, permette di definire la vulnerabilità integrata di un'area, che costituisce uno strumento tecnico di supporto alla pianificazione territoriale ed alla gestione delle emergenze idrogeologiche, che si è cercato di definire in prima approssimazione con l’analisi che seg ue e con la redazione della tavola 4 di sintesi.

La redazione di una carta della vulnerabilità intrinseca costituisce comunque il primo e fondamentale passo per la definizione della vulnerabilità integrata, che potrà essere di volta in volta aggiornata con le più puntuali conoscenze sulle caratteristiche idrogeologiche del territorio comunale, apparse fortemente carenti, e con una sistematica individuazione dei centri di pericolo.

8.2 Generalità’ sul metodo SINTACS Fra i numerosi metodi parametrici esistenti pe r la determinazione della vulnerabilità intrinseca in Italia29 , il sistema parametrico a punteggi e pesi S.I.N.T.A.C.S. 30 rappresenta un esempio ampiamente conosciuto a livello internazionale e adatto alle realtà idrogeologiche, climatiche e di impatto che si riscontrano sul territorio italiano; grazie alla

28 CIVITA M. (1994) - Le carte della vulnerabilità degli acquiferi all'inquinamento: teoria e pratica. Pitagora Ed. Bologna. 29 D.L. 152/99, allegato 7, parte A: Zone vulnerabili da nitrati : 30 Realizzato in Italia nell'ambito del CNR-GNDCI (Consiglio Nazionale delle Ricerche - Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche, CIVITA, 1994).

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 58 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______strutturazione a parametri e pesi è possibile distinguere diverse situazioni idrologiche e di impatto e fornire una valutazione indicativa del grado di vulnerabilità di un sito, consentendo comparazioni tra situazioni anche molto diverse fra loro, in modo da offrire indicazioni facilmente interpretabili alle Pubbliche Amministrazioni.

Il metodo adottato consiste essenzialmente nella valutazione quantitativa, trasformata in un punteggio crescente da 1 a 10 in funzione dell'influenza sulla vulnerabilità, di 7 parametri d’ingresso, e in una serie di pesi moltiplicatori, diversi per ogni fattore considerato, che consentono di amplificare l’importanza da dare ai parametri nei vari ambienti. La sommatoria dei prodotti dei punteggi per i pesi determina l’indice di vulnerabilità, variabile da assai elevato (Ee) fino a bassissimo (BB).

I sette fattori considerati da SINTACS sono:

Soggiacenza della falda (sia freatica che confinata) Infiltrazione efficace Non saturo (effetto di autodepurazione del -) Tipologia della copertura (presenza di suolo) Acquifero (caratteristiche idrogeologiche del -) Conducibilità idraulica dell’acquifero Superficie topografica (acclività della -)

Si osserva che nel metodo può essere riconos ciuta una consistente ridondanza dei parametri considerati, (es. fattori S ed N; I, N e T ; A, C) che sono tra loro fortemente interdipendenti. Tale aspetto è esplicitamente ammesso nel metodo DRASTIC 31, da cui il SINTACS discende, ed è giustificato dalla natura stessa del metodo, che ha lo scopo di costituire uno strumento di facile utilizzo , nel quale i parametri introdotti non derivano da specifiche e rigorose indagini (costose), ma da quanto è facilmente disponibile (negli Stati Uniti) e che forma una “comprensione soggettiva del mondo reale in una specifica area”.

In pratica si suddivide il territorio con un immaginario reticolo e per ogni cella si valuta il valore di ogni singolo parametro trasformandolo in punteggio mediante grafici forniti dal metodo. Successivamente si moltiplica il punteggio per coefficienti (pesi - Wn) il cui valore varia in relazione all’ambiente in cui si opera (rocce fessurate, carsismo, pianura irrigua, aree esondabili, pianure a scarso impatto antropico) e dalla somma dei val ori ottenuti si definisce il grado di vulnerabilità della cella. Le dimensioni delle celle del reticolo sono in funzione della scala alla quale si vuole produrre il risultato finale, ed alla disponibilità di dati significativi.

La valutazione della vulnerabilità all'inquinamento per l’area indagata è relativa al primo acquifero, inteso come primo livello incontrato dal piano -campagna (non considerati riporti, suoli o livelli eluviali) di almeno 0,5 m di spessore con conducibilità idraulica alla mesoscala superiore a 1 x 10 -6 m/s. Il meccanismo di contaminazione

31 DRASTIC - United States Environmental Protection Agency, ALLER et al., 1987-: costituisce il metodo principale sul quale è stato sviluppato SINTACS

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 59 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______ipotizzato per la valutazione della vulnerabilità è un'infiltrazione verticale e puntuale dell'inquinante dal piano-campagna al tetto del primo acquifero.

Nel caso in esame è stato possibile usufruire di un’elaborazione realizzata dall’Unità Operativa 4 del GNDCI – CNR (Istituto di Chimica Agraria ed Ambientale della Facoltà di Agraria di Piacenza), che nell’ambito di un programma di sperimentazione di analoghi indici parametrici di valutazione del rischio di contaminazione delle acque sotterranee da composti agricoli 32, ha redatto un’analisi del territorio provinciale mediante l’uso del metodo SINTACS.

La griglia scelta per l’elaborazione è costituita da quadrati di 1 Km di lato, probabilmente pensata per una restituzione grafica intorno alla scala 1:50.000, prossima a quella utilizzata per la carta dei suoli dell’ERSAL precedentemente illustrata, ma può costituire un prodotto accettabile anche per la pianificazione locale per le ragioni di seguito esposte.

Prendendo infatti in considerazione i fattori che compongono il parametro SINTACS si osserva che quelli noti con adeguata precisione (Superficie topografica - acclività) e Soggiacenza della falda), non variano in modo significativo in tutto il territorio. Infatti nel primo caso la superficie appartiene alla classe con acclività da 0 a 1% e quindi il punteggio è costantemente = 10, mentre nel secondo caso la variazione di sogg iacenza da 1 a 4 m comporta una variazione dell’indice da 10 a 8. La differenza peraltro riguarda solo una piccola parte del territorio, mentre la porzione maggiore è rappresentata da valori dell’indice da 9 a 10.

Per quanto concerne l’Infiltrazione efficace (I), questa dipende da fattori meteorologici (piovosità e temperatura) ed antropici (pratiche irrigue), nonché da fattori geomorfologici e idrogeologici che vengono conglobati nel cosiddetto indice di infiltrazione (c). Poiché i primi fattori sono costanti nel territorio, c viene determinato in base alle caratteristiche del suolo, fatto che ci riconduce all’utilizzo del documento dell’ERSAL realizzato come detto a scala prossima a quella dell’elaborato in esame.

La valutazione del Non saturo (effetto di autodepurazione), comporta la definizione delle caratteristiche della zona insatura, compresa tra la base del suolo e la zona satura dell’acquifero, che può essere condotta correttamente solo disponendo di dati litostratigrafici dei primi metri, in assenza dei quali è necessario fare ricorso all’informazione sulle caratteristiche dei substrati espresse nella carta pedologica, ricadendo nel caso precedente.

Per quanto riguarda la tipologia della copertura (suolo T), risulta oltremodo evidente che si tratta di un parametro per eccellenza ott enibile dalle carte pedologiche. Il parametro riveste un ruolo importante nella mitigazione dell’impatto, particolarmente nei confronti di un inquinamento di tipo diffuso (agricolo, zootecnico ecc.) pe rché al suo interno si esplicano processi di filtrazione, di biodegradazione, assorbimento/adsorbimento e di

32 CNR – GNDCI, pubblicazione n° 2478 (2002) - I nitrati di origine agricola nelle acque sotterranee. Un indice parametrico per l’individuazione delle aree vulnerabili. Pitagora Ed. Bologna

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 60 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______volatilizzazione. Il fattore prende in esame la porzione superiore della zona vadosa (zona insatura), caratterizzata da significativa attività biol ogica, in genere estesa entro i primi 100 cm.

Per valutare il parametro caratteristiche dell’Acquifero (A) con un dettaglio più significativo di quanto desumibile dalle fonti bibliografiche (certamente note agli estensori dello studio in discussione) occorrerebbero almeno i dati litostratigrafici dei pozzi superficiali, che come detto non sono presenti.

Analogamente la distribuzione sul territorio del parametro Conducibilità Idraulica (C), che indica la capacità di spostamento attraverso il mezzo saturo de ll’acqua di falda e quindi anche di un contaminante, può essere individuata solo mediante dati sulle prove di pompaggio dei pozzi, che come nel caso precedente non sono disponibili.

In conclusione l’utilizzo di un elaborato prodotto per valutare a piccola scala un vasto territorio all’interno di un’analisi per la pianificazione locale, non determina nel caso specifico la perdita di rilevanti dettagli ma rappresenta in qualche modo lo stato effettivo delle conoscenze, che potrà essere migliorato solo con un’attenta politica di controllo sulle opere di captazione delle acque sotterranee.

Inoltre poiché le informazioni più discriminanti sono quelle relative ad aspetti pedologici, pare non irrilevante considerare che il lavoro sia stato condotto da specialisti del settore, ragionevolmente dotati di maggiore sensibilità dello scrivente nell’attribuire il punteggio ai parametri.

8.3 valori dell’indice di vulnerabilità e relativa rappresentazione La vulnerabilità intrinseca si ottiene determinando per ogni cella la s ommatoria dei

7 parametri ciascuno moltiplicato per il proprio peso. I SIN TACS = S Ws + I Wi + N Wn + TWt + A Wa + C Wc + S Ws.

L’indice ottenuto viene normalizzato (I NO), così da ottenere una scala di valori da 0 a 100 così definita :

BB molto basso 0-24 B basso 25-35 M medio 36-49 I colori utilizzati sono quelli indicati dal metodo A alto 50-69 E elevato 70-79 Ee molto elevato 80-100

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 61 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

Figura 31 : griglia di 1 Km di lato del valore dell’Indice SINTAC tratto da bibliografia citata In sintesi quasi tutto il territorio comunale presenta un grado medio di vulnerabilità, mentre nella parte più occidentale s’individua un valore “alto” per ragioni che allo scrivente paiono incomprensibili, data la continuità dei suoli ad ovest del limite comunale almeno fino al ciglio della scarpata che depone verso la valle olocenica dell’Adda.

A completamento di quanto illustrato si evidenzia che il territorio di Vailate appartiene alle zone vulnerabili ai nitrati da origine agricola di cui all’allegato 2 della DGR 11 ottobre 2006 n. 8/3297 e tale appartenenza è stata confermata dalla deliberazione n. IX/4984 del 07/03/2013 e più recentemente dal PTUA 2016 (Piano di tutela ed uso delle acque), come indicato nello stralcio della planimetria riportata qui a fianco. Nel territorio trova quindi applicazione la D.g.r. 16 maggio 2016 - n. X/5171 Approvazione del Programma d’azione regionale per la protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole nelle zone vulnerabili ai sensi della direttiva nitrati 919+69/676/CEE.

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9 Aspetti geotecnici

9.1 Sintesi dei dati disponibili L’obiettivo della caratterizzazione geotecnica a piccola scala è di individuare la presenza di eventuali aree di rilevante estensione, che possono rivelarsi problematiche per la realizzazione di interventi di urbanizzazione ed edilizi, sia per la presenza di terreni con scarsa capacità portante o fortemente compressibili, sia per la cospicua variabilità laterale dei parametri meccanici.

L’esame delle caratteristiche geotecniche del territorio si basa su 35 prove penetrometriche disponibili sul territorio, in parte provenienti da precedenti lavori eseguiti dallo scrivente per l’amministrazione comunale e per privati, ed in parte desunte da indagini effettuate da colleghi a supporto di piani di lottizzazione.

Le prove utilizzate sono in gran parte penetrometrie dinamiche continue standard SCPT 33 eseguite senza rivestimento, ad eccezione delle 5 prove PF per le quali è stato impiegato il rivestimento, ma sono presenti anche tre prove statiche CPT risultate molto utili per confermare le caratteristiche tessiturali dei terreni nei primi metri.

Tutte le prove presentano una profondità compresa tra -5 m e -8 m, e in numerosi casi nei fori di prova sono stati collocati micropiezometri aperti costituiti da tubicini in plastica di 2,5 cm di diametro, microfessurati trasversalmente per circa 1 m dalla base, per la misura del livello freatico.

Di seguito sono elencate, in ordine cronologico, le prove disponibili ed il relativo codice con il quale compaiono nelle Figura 33 , Figura 34 e negli allegati.

 N 2 prove SCPT a -7,2 m presso l’Ospedale Caimi, al centro dell’abitato di Vailate, eseguite nel luglio 2007, con posa di un micropiezometro. C odice = PC (Penetrometrie Caimi).

 N. 5 prove SCPT a -5,1 m eseguite con rivestimento dell’asta lungo via Verdi nel luglio 2000, con posa di altrettanti micropiezometri rivestiti da tessuto non tessuto, che hanno consentito di seguire l’evoluzione del livello freatico durante la stagione estiva ed autunnale, rilevando tra l’altro gli stretti rapporti esistenti con la presenza di acqua nella roggia Vailata ( 34). Codice = PF (Penetrometrie Fognatura).

 N. 5 prove SCPT a profondità variabili tra -6,0 e -8,1 m eseguite a novembre 2001 per il PRG del 2003, realizzate nelle aree interessate da potenziali sviluppi edilizi, lungo il perimetro dell’abitato. Codice = P (Penetrometrie PRG).

33 Le caratteristiche tecniche dell’attrezzatura utilizzata sono le seguenti: punta conica con angolo di apertura di 60° e base di 50,5 mm di diametro; aste di manovre di 32 mm di diametro e peso di 6,25 Kg/m; altezza di caduta di 0,75 m; massa del maglio di 74.0 Kg; avanzamento punta : 0,3 m 34 Comune di Vailate (2000) relazione geologica e geotecnica di supporto al progetto di fognatura in via Verdi.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 63 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

 N. 4 prove SCPT a -8 m gentilmente fornite dal dott. Giuseppe Malerba di Cremona, che a settembre 2007 ha redatto uno studio per l’inte rvento edilizio “PL comparti 11, 12 e 13” alla periferia NW dell’abitato. La numerazione è quella del documento originario del collega, e non è continua. I dati comprendono la profondità dell’acqua nel foro misurata poco dopo la prova. Codice = PM (Penetrometrie Malerba).

 N. 3 prove CPT (prove penetrometriche statica - Cone Penetretion Test) a -4,6 /-5,0 m sempre fornite dal dott. Malerba per il PL citato in precedenza. Codice = PM CPT (Penetrometrie Malerba statiche CPT).

 N. 10 prove SCPT a -6,3 m tratte dalla relazione geologico – tecnica di luglio 2008 redatta dal Dott. Mattia Lucchi per il Piano Integrato di Intervento C 15, posto alla periferia orientale dell’abitato, fornite dall’U.T. comunale. I dati comprendono la profondità dell’acqua nel foro misurata poco dopo la prova. Codice = [ N ] (numero progressivo della prova tra parentesi quadrata).

 N. 6 prove SCPT eseguite per il PGT il 22.12.2008, ubicate esternamente all’abitato e principalmente in corrispondenza delle aziende agricole dismesse , dove secondo un criterio espresso dal progettista del piano, sono possibili interventi di recupero con destinazione residenziale. In tre delle 6 prove sono stati collocati micropiezometri aperti, due dei quali hanno consentito una precisa misura della soggiacenza della falda. Codice = PGT (Penetrometrie per il PGT 2008)

L’allegato 1b contiene tutti i diagrammi di prova, che consistono nel caso delle prove SCPT nei valori di Nc, numero di colpi per 30 cm di avanzamento – linea verde a gradini, e nei valori trasformati in equivalente N SPT (linea a gradini colore rosso scuro), questi ultimi impiegati per valutare i parametri geotecnici riferiti a fianco dei diagrammi di prova. Per le 2 prove statiche CPT sono indicati i valori di resistenza alla punta q c in kg/cm (linea continua colore rosso scuro), i valori di resistenza totale Rf in kg/cm 2 (linea continua a tratti colore rosso scuro), i valori del rapporto di frizione Fr in %(linea a gradini verde) ed i valori dell’attrito laterale unitario fs in kg/cm 2.

L’interpretazione litostratigrafica e geotecnica è stata condotta con i criteri precisati nelle seguenti note in calce, riguardanti rispettivamente le prove SCPT ( 35) e CPT (36).

35 Le prove penetrometriche dinamiche con punta conica SCPT consentono di avere un’informazione quantitativa sulla resistenza opposta dal terreno ad essere attraversato da un cono sollecitato con un energia costante (numero di colpi NC), ed hanno due grossi vantaggi: essere eseguibili in quasi tutti i depositi ed avere un costo limitato. Di contro non forniscono alcuna informazione sulla composizione granulometrica, che deve essere accertata con altri mezzi (carotaggio continuo o prove SPT, che consentono il recupero di campioni), ed in assenza di un sondaggio di taratura è possibile solo indicare la presenza o l'assenza di intervalli di scarsa consistenza. Ragionevolmente si può ritenere comunque che intervalli caratterizzati da bassi valori di NC non possano essere costituiti da ghiaie o ghiaie con ciottoli, e che valori elevati non possono essere dati da terreni particolarmente fini, ma in tutti gli infiniti casi intermedi l’interpretazione litostratigrafica rappresenta una semplice congettura. Il criterio interpretativo, in assenza di un adeguato modello teorico, è quello di correlare i dati forniti dalla prova penetrometrica con punta conica con quelli dell’STP (Standard Penetration Test), che comporta un analogo procedimento di prova ma l’utilizzo di un campionatore cavo al posto della punta.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 64 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

Dal punto di vista pratico vi è la possibilità di esprimere un valore di resistenza in qualche modo correlabile al grado di addensamento dei depositi (supposto, come nel nostro caso, che sia noto il fatto che si tratta di terreni incoerenti), e quindi alla connessa resistenza al taglio fornita dall’attrito tra i granuli. In merito al rapporto NC/NSPT la letteratura mostra valori molto dispersi, che ad esempio variano da 5 a 0,2 (Meyerhof, 1956 in Pasqualini E. Standar Penetration Test, 1983) e non consentono, se non in ambito locale ed a seguito di prove condotte su verticali contigue, di individuare valori affidabili. Conseguentemente nel derivare dai dati NC quelli di NSPT occorre assumere un atteggiamento di grande prudenza. In generale risulta abbastanza utile fare riferimento al rapporto sperimentale NSPT / Nc ~ 1,7 suggerito da Cestari (1996) sulla base delle esperienze dello Studio Geotecnico Italiano (SGI) su terreni sabbiosi, talora con limo o ghiaia, e di Tissoni in ghiaie sabbioso limose (Geologia Tecnica n° 4 , 1987). Inoltre secondo A. Cancelli (Appunti di geotecnica per idraulici e trasportisti del Politecnico di Milano, Ed. CUSL 1986), è possibile indicare valori del rapporto = 1 in sabbie e ghiaie e di 1,5-2 in sabbie fini. Date le incertezze sopra espresse si è ritenuto che adottare un rapporto costante NSPT / Nc = 1,7 per tutti i valori di prova portasse a valori molto elevati di NSPT nei tratti con NC >20 , e che non applicare tale trasformazione fosse troppo punitivo nei tratti caratterizzati da valori bassi di NC. Per evitare di creare discontinuità nella trasformazione dei dati, si è ritenuto utile adottare il seguente criterio : per Nc <= 3 NSPT = Nc *1,7 0,6957 per 3< Nc <= 20 NSPT = 2,5673*Nc ^ per Nc > 20 NSPT = Nc I valori di densità relativa DR sono ricavati a partire dai dati trasformati, utilizzando una relazione di Fardis e Veneziano riportata in Bowles (1984) "Physical and Geotechnical Properties of Soils". Ed McGraw-Ill int: Dr = e ^(ln N - 0,222*lns'v - 2,67) / 2,06, tratto da un articolo in Estimation of SPT - N and relative density - ASCE, GT10 (1981). Dai valori di Dr, per le prove indicate con codice PC, PF e P ,si sono ricavate le stime dell’angolo di resistenza al taglio di picco in condizione non drenate f' interpolando una curva intermedia tra quelle proposte da Mayerhoff e Peck Hanson (riportate ad esempio in Tornaghi, 1981, fig. 10). Per le prove più recenti, indicate con codici PM, [N], PGT, si è utilizzata la relazione di Hatanaka e Uchida (1996, Empirical Correlation between Penetration Resistance and Internal )^0,5 Friction Angle of Sandy Soils. Soils and Foundations. 36(4): 1-10.) data da : f'= (20*N1 +20, dove N1 = NSPT CN e

0.5 CN = (pa/’v0) è il coefficiente di normalizzazione proposto da Liao e Whitman (1986).

36 La prova denominata C.P.T. (Cone Penetration Test), o prova penetrometrica “statica”, consiste nella misura della spinta necessaria (indicata come qc) ad ottenere l’avanzamento nel terreno di una punta standard (3,57 cm di diametro, angolo al vertice di 60°) a velocità costante di 2 cm/s. La spinta sulla punta avviene attraverso una serie di astine coassiali alla batteria principale, che consentono la lettura della resistenza alla sola punta, escludendo quindi l’attrito che si sviluppa sulla batteria durante l’infissione nel terreno. Le misure sono effettuate per tratti di 8 cm, intervallati da 12 cm di avanzamento con punta chiusa, cioè solidale alla batteria. Il metodo consente anche di misurare indirettamente l’attrito tra un manicotto di 150 cm2 di superficie laterale ed il terreno, ottenendo così valori indicativi delle caratteristiche tessiturali del tratto interessato. Con questa tecnica si possono quindi sommariamente distinguere i terreni che offrono resistenza prevalentemente per effetto della coesione tra i minerali (terreni argillosi s.l.) da quelli nei quali la resistenza alla deformazione è in prevalenza offerta dall’attrito tra i granuli (comportamento incoerente, terreni sabbiosi s.l.). Il valore Fr (friction ratio) definisce appunto tale misura, come rapporto tra la resistenza di punta qc e la resistenza di attrito sul manicotto fs (detta resistenza di attrito laterale locale). La misura della resistenza alla punta è correlata dagli autori sia sperimentalmente che mediante modelli teorici, con i parametri di caratterizzazione meccanica dei terreni, in particolare con la coesione non drenata cu e con l’angolo di resistenza al taglio in condizioni drenate f’. Molto utile è infine la correlazione diretta dei dati penetrometrici con la capacità portante limite dei pali in sabbie. Nell’analisi si è assunto un peso di volume g = 1,9 t/m3, valore adeguato a rappresentare sabbie di media densità sopra il livello di falda. I grafici delle prove CPT mostrano due differenti diagrammi principali. La linea spessa rosso-mattone descrive 2 l’andamento della resistenza alla punta qc in Kg/cm ed è riferita alle ordinate poste nella parte inferiore del foglio. Il diagramma con linea sottile tratteggiata, come riportato in legenda, si riferisce alla misura della resistenza opposta dal terreno all’avanzamento della punta contemporaneamente al trascinamento del manicotto di frizione. Il valore letto non viene utilizzato come tale, ma serve per individuare, per differenza con il valore della punta, tenuto conto degli aspetti geometrici del sistema, il valore percentuale della resistenza di attrito laterale, riportato con riferimento alle ascisse poste nella parte alta del foglio, con linea di colore verde–azzurro “a gradini”. Quest’ultima riporta il valore percentuale della resistenza di attrito locale fs rispetto alla resistenza alla punta qc (Fr = friction ratio), e costituisce un parametro correlato alla tessitura dei terreni attraversati, come affermato nel precedente paragrafo. Il valore di fs è riportato con diagramma a superficie quadrettata, con riferimento alle ascisse poste nella parte alta del foglio.

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Ulteriori dati litostratigrafici sono stati ricavati dalla relazione geologica effettua ta dal dott. Giovanni Bassi a giugno 1987 per il “primo stralcio esecutivo di rinnovo rete fognaria ” che riporta l’esito di sondaggi geognostici eseguiti con escavatore fino alla profondità di 1,7 ÷ 1,9 m dal p.c. I dati ripresi da tale relazione sono riportati nell’allegato 1b.

L’elaborazione di tutte le indagini disponibili ha evidenziato l’ASSENZA di terreni con caratteristiche concretamente sfavorevoli per la realizzazione di strutture edilizie di dimensioni analoghe a quelli presenti in territorio comunale.

La sola area caratterizzata da valori bassi di resistenza penetrometrica nei primi 2-3 metri è quella della prova P 4/5 (estremità NE dell’abitato), forse per la presenza di una consistente coltre di limo superficiale descritta dagli Autori nella parte orientale di Vailate (v. § 3.1). Secondo la proprietà dell’area, tuttavia, la porzione superficiale del terreno potrebbe essere stata rimaneggiata o riportata e in tal caso il dato rilevato non sarebbe rappresentativo delle situazioni al contorno. Le altre prove che mostrano valori di resistenza superficiale inferiore alla media, di norma compresa tra NSPT =7 e NSPT = 10 nei primi 3 metri, sono le PM 4 e PM 14 ubicate all’estremità NW dell’abitato , che a differenza della prova P4/5 mostrano uno strato di scarsa resistenza (in parte sabbie sciolte) non dalla superficie ma da -0,8/-1,5 m a –3 m circa.

Parte delle prove penetrometriche eseguite nell’abitato e alla sua periferia, ed in prevalenza nella porzione N e NW, mostrano in superficie un intervallo di resistenza relativamente bassa, caratterizzato da valori di NSPT prossimi a 5 nel primo metro (prove PF 1, P1, P2, P3, P4, PM 2, PM 4, PM 6, PM 14, [1], [3], [5], PGT 1). L’intervallo è interpretato in prevalenza come “ghiaia sabbiosa limosa sciolta o di media densità ”, oppure come “sabbia limosa” intendendo come tale un deposito grossolano a supporto di matrice corrispondente alla descrizione fornita dagli Autori per la parte più meridionale dell’Alloformazione di Cantù Autori e riferita al paragrafo 3.1: “Localmente la sommità mostra sequenze “fining upward”, con passaggio da ghiaie a limi con ciottoli sparsi, destrutturati dall’azione pedogenetica”. Tale descrizione è coerente con quella fornita nella cartografia dell’ERSAL dove tutti i suoli, con l’eccezione dell’Unità Cartografica 5, c he è poco presente nell’immediata periferia dell’abitato, sono collocati nella famiglia granulometrica franco scheletrica. Le descrizioni fornite dal citato lavoro di G.Bassi (1987), anch’esse relative a punti collocati alla periferia dell’abitato, individ uano la presenza in superficie di depositi fini per spessori compresi tra 0,6 a 1,4 m, pari a quelli descritti dalle prove penetrometriche, ma non citano la presenza di ciottoli nel profilo.

L’interpretazione litostratigrafica delle prove si fonda sui valori di qc e di Fr, mediante confronto con i diagrammi proposti da SCHMERTMANN (1978) di seguito riportato, tratto da “PROVE GEOTECNICHE IN SITU” , Ferruccio Cestari, Ed Geo-Graph s.n.c. 1996. I valori di f‘ (angolo di resistenza al taglio in condizioni drenate) sono ottenuti dalle correlazioni proposte da TROFIMENKOV J.B.(1974) e riportate in TORNAGHI R. (1981), che tengono conto del valore dello sforzo normale verticale efficace s‘vo (in assenza di falda pari al peso del terreno sovrastante).

I valori di cu (coesione non drenata), ove presenti, sono ottenuti a partire dalla seguente relazione: cu = (qc – s’vo)/ Nk 2 con qc = resistenza alla punta in Kg/cm ; 2 s’vo = sforzo totale verticale in Kg/cm ; Nk = fattore di capacità portante = normalmente 14  33%(Bjerrum 1972).

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Sotto tale copertura i profili penetrometrici delineano la costa nte presenza di un banco ghiaioso sabbioso di spessore compreso tra 1 m e 2 m che presenta valori di N SPT compresi tra 10 e 25 e che costituisce un ottimo terreno di posa per fondazioni ordinarie. Anche i dati del citato lavoro di G.Bassi (1987) individuano sotto la copertura la costante presenza di ghiaia grossolana, specificando la varia presenza di una matrice sabbiosa o limosa che si suppone debba essere subordinata (tessitura a supporto di clasti).

Nelle restanti prove (PF 2, PF 4, PF 5, PC 1, PC2, [2], [4], [6], [7], [8], [9], [10], PGT 6) lo spessore di tale copertura è molto ridotta o assente, e pochi centimetri sotto la superficie sono presenti deposti di ghiaia o gh iaia sabbiosa densa, che si estendono per 1 o 2 metri determinando valori particolarmente elevati di resistenza al taglio nei terreni coinvolti da fondazioni superficiali. (ad esempio le prove PF 5 e le [2], [7], [8], [9], [10]).

Inferiormente si distingue un intervallo caratterizzato da valori di NSPT sensibilmente minori e di spessore variabile.

Nelle prove P1 e P5 tale intervallo pare ben riconoscibile e costituisce uno strato dello spessore di 1 m caratterizzato da 3 < NSPT < 5 , mentre nelle prove P2, P3 e P 4, che oltre i 3 metri di profondità si assomigliano molto, è presente un banco uniforme interpretato come sabbia o sabbia ghiaiosa di media densità, che si estende fino alla profondità di circa

–6,5 m (-5,4 m in P 4) con valori di NSPT piuttosto uniformi, compresi tra 6 e 13 con media di 10. La parte del profilo inferiore ai –3 m nelle prove P 1 e P 5 è caratterizzato da un quasi costante aumento della resistenza penetrometrica fino a valori di 25 ÷ 30 NSPT, mentre nelle prove P 2, P 3 e P 4 il passaggio ai valori superiori appare lievemente più netto.

Le prove eseguite per la progettazione della fognatura in via Verdi si differenziano dalle precedenti sia per l’assenza della copertura limosa nel primo metro nelle prove PF 2, PF 3 e PF 5, sia per una maggior diversificazione complessiva dei profili.

La prova PF 1 è stata eseguita a partire da un prato coltivato e mostra un andamento praticamente identico a quello della P 1 condotta 250 m ad est precedentemente descritta, mentre le prove PF 2 e 3 si distinguono da tutte le altre per un profilo mediamente di minore resistenza, caratterizzato dalla presenza di alcuni intervalli di sabbia sciolta.

Le prove PF 4 e PF 5 sono tra loro simili e si caratterizzano per la presenza a partire dalla superficie e per uno spessore rispettivamente di 3 e 2 m di un banco di ghiaia e sabbia dense, con valori di 15 < NSPT < 30 , seguito da valori inferiori, compresi tra NSPT 6 e 20.

Le prove denominate PC 1 e PC 2, effettuate presso l’ospedale Caimi, individuano analogamente alle precedenti la presenza di ghiaie addensate sin dalla superficie, e d in particolare di un banco di 2 metri di spessore di ghiaie molto addensate caratterizzate da valori di NSPT da 26 a 50 che termina intorno ai 3 metri di profondità. La parte inferiore del profilo risulta formato da uno strato di sabbia di media densità dello spessore di 1 metro seguito da ghiaia e sabbia densa e molto densa con valori di NSPT da 10 a 26.

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Le prove PM mostrano un profilo tra loro analogo, abbastanza simile alla prova P2 dalla quale si distinguono per l’assenza dello strato resistente intor no a –2,0 m.

Le prove eseguite per il PII C15, indicate con il codice [N], sono in gran parte simili alla prova P5, ad esclusione delle [3], [4], [5] che mostrano un profilo mediamente di minore resistenza.

In sintesi, prescindendo dai dati più superficia li della prova P4 probabilmente non rappresentativi, la fascia periferica dell’abitato pare caratterizzarsi per la presenza costante di uno strato di ghiaia e sabbia addensata di discreto spessore posto sotto una copertura limosa, seguita da un profilo complessivamente omogeneo di discrete o buone caratteristiche meccaniche, che in nessun caso rivela la presenza di strati di scarsa consistenza.

Nella porzione centro meridionale dell’abitato prevalgono ghiaie addensate sin dalla superficie, che alla profondità di circa 3 m lasciano il posto a intervalli di sabbie e ghiaie di discrete o buone caratteristiche meccaniche, mentre in parte dell’area centro orientale sono presenti nel profilo sabbie sciolte e non compaiono banchi ghiaiosi densi di spessore rilevante. Anche in questo caso non sono presenti strati di scarsa consistenza tali da rendere realmente problematica la realizzazione di edifici di dimensioni ordinare.

Le variazioni laterali sono presenti e talvolta accentuate su brevi distanze come nel caso delle prove [1] [2] confrontate con la [3], mentre in altri casi i profili delle prove penetrometriche realizzate a distanze di alcune centinaia di metri mostrano spesso rilevanti analogie (PF 4 e 5; PF1 e P1; P2 e P3, e nel complesso tutte le prove PGT ad esclusione della PGT 6).

La falda è dovunque superficiale, osservata in ambito urbano a quote comprese tra 0,6 m (G.Bassi giugno 1987, sondaggio 5) e 4,38 m dal p.c. (piezometro nel foro della prova PF 3 il 03/04/02), con oscillazioni stagionali effettiva mente misurate di 2,44 m, più elevate nella parte settentrionale ed inferiori in quella meridionale. Conseguentemente si devono supporre costantemente presenti le problematiche ad essa connesse, relative principalmente all’esecuzione di opere in sotterrane o.

Per realizzare una suddivisione di massima del territorio comunale in base alle caratteristiche geotecniche, invece di raggruppare corpi sedimentari dotati di uniformi caratteristiche litologiche e/o geotecniche, si è preferito utilizzare un ”indice ” di immediata utilità costituito dal valore di stima del carico ammissibile.

La distribuzione spaziale del carico ammissibile nel territorio costituisce un primo tentativo d’interpolazione dei dati, non supportato da evidenze morfologiche o litologiche, e riflette principalmente la presenza o meno di un banco ghiaioso – ciottoloso superficiale molto addensato (v. allegati).

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Il metodo di calcolo utilizzato per la stima del carico ammissibile è quello proposto da Brinch Hansen37, implementato con un foglio di calcolo di Excel pubblicato in “ingegneria geotecnica e geologia applicata” dalla EPC Libri s.r.l II ed. 2007.

I dati geometrici introdotti, riportati ad esempio nella figura a fianco, sono quelli medi per opere residenziali ordinarie, ossia fondazioni lineari di larghezza B = 0,8 m posate alla profondità di 0,6 m dal piano campagna.

Nel calcolo la falda è cautelativamente posta a -0,6 m dalla base delle fondazioni, ossia a 1,2 m dalla superficie. Tale circostanza, dai dati disponibili, potrebbe manifestarsi al temine della stagione irrigua nella parte centrale e meridionale dell’abitato, ma non nella parte settentrionale dove la falda dovrebbe mantenersi a profondità costantemente superiori a 2 m dal piano Figura 32: esempio di calcolo del carico ammissibile campagna.

L’adozione di tale criterio cautelativo comporta la riduzione di circa il 40% del valore del carico ammissibile (carico limite diviso per un fattore di sicurezza Fs = 3) che si otterrebbe ipotizzando la falda a profondità pari o superiori a 2 m dal piano campagna, ossia oltre la profondità del cuneo di rottura del terreno ipotizzato dal modello.

In tutti i casi osservati, a causa della predominanza di deposti incoerenti nel profilo, si è ipotizzata una resistenza al taglio in condizioni drenate , espressa dal valore dell’angolo di attrito di picco f’p.

I risultati sono riferiti nella sottostante tabella e rappresentati graficamente nella distribuzione planimetrica delle figure successive.

37 Brinch-Hansen J., A Revised and Extended Formula for Bearing Capacity, Danish Geotechnical Institute, Bulletin 28, Copenhagen, 1970

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5035400 400

verticale coordiate f' qa in kPa penetrometrica Gauss Boaga considerato (Brinch-Hansen) 5035200 110 PF 1 1546989 5034646 32 110 PF 2 1546933 5034402 36 180 PF 3 1547066 5034419 32 110 PF 4 1547031 5034285 38 230 PF 5 5035000 80 1547160 5034175 42 400 PRG 1 1546740 5034615 32 110 PRG 2 1546889 5034859 32 110 110 V 110 V PRG 3 1547268 5035155 32 110 140 125 V PRG 4 1547643 5034978 29 80 5034800 PRG 5 1547597 5034071 34 140 160 V PC 1 1547220 5034492 35 160 110 PC 2 1547226 5034510 35 160 V 110 PM 2 1546911 5034833 34 140 110 V P PM 4 1546842 5034810 33 125 140 265 5034600 PM 6 1546800 5034744 35 160 140 630 160 V 630 PM 14 1546713 5034536 34 140 160 540 PM 1 CPT 1546885 5034872 32 110 350 180 PM 7 CPT 1546833 5034697 32 110 110 350110300 180 PM 10 CPT 1546756 5034577 34 140 265 5034400 PII [1] 1547491 5034385 39 265 PII [2] 1547487 5034429 41 350 230 PII [3] 1547530 5034421 32 110

V PII [4] 1547537 5034444 36 180 PII [5] 1547563 5034426 40 300 5034200 400 PII [6] 1547551 5034464 41 350

V PII [7] 1547554 5034485 44 540 PII [8] 1547558 5034518 45 630 140 PII [9] 1547554 5034539 45 630 PII [10] 1547552 5034578 39 265 5034000 PGT 1 1547365 5033724 35 160 PGT 2 1548022 5033149 41 350 PGT 3 1546364 5032513 39 265 PGT 4 1545666 5033478 40 300 PGT 5 1545309 5033653 40 300 5033800 PGT 6 1547321 5035372 42 400 160

1546800 1547000 1547200 1547400 1547600

Figura 33: esito dell’elaborazione del carico ammissibile per fondazioni di larg. B = 0,8 m a –0,6 m dal piano campagna e relativa rappresentazione planimetrica indicativa, relativa alla sola area urbana. Le figure delineano per l’area urbana valori costantemente discreti, compresi tra 100 e 150 kPa, o elevati, superiori a 150 kPa nella parte centrale e meridionale dell’abitato, con la sola eccezione della prova 4 eseguita per il PRG, che si conferma essere una anomalia probabilmente poco rappresentativa delle aree di contorno.

Nelle aree extraurbane, indagate principalmente con le prove eseguite a dicembre 2008, l’esito dell’elaborazione testimonia la presenza di valori elevati dei carichi ammissibili (> 200 kPa) e l’assenza di problematiche geotecniche particolari per fondazioni ordinarie. La distanza relativa tra le verticali eseguite in ambito extraurbano (da 400 m a 1,2 km) non consente di escludere la presenza di disomogeneità laterali osservate anche su brevi distanze nell’ambito urbano, dove le prove sono in alcuni casi molto ravvicinate.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 70 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

5036000

5035500 PGT 6

PRG 3

5035000 PRG 4 PM 1 CPT V PRG 2 V PM 2 PM 4 V

PM 6 V PM 7 CPT

PF 1 V

PRG 1 V PM 10P CPT PII [10] PM 14 PII [9] PC 2 V PII [8] PC 1 PII [7] PII [6] PII [4] 5034500 PIIPII [2]PII [3] [5] PF 2 PF 3 PII [1] V V

PF 4

V PF 5

V

PRG 5 V 5034000

V

PGT 1

V PGT 5 V

5033500 PGT 4

V

PGT 2

5033000

V V V

V

PGT 3 5032500

5032000

1545500 1546000 1546500 1547000 1547500 1548000 1548500

Figura 34: rappresentazione planimetrica dei dati di Figura 33 per l’intera superficie compresa tra le verticali.

9.2 Elementi stratigrafici integrativi riguardanti gli ambiti AT07 e AT08

Con riferimento alle aree di variante (AT07 e AT08) collocate nell’area industriale – artigianale a nord dell’abitato di Vailate, in assenza di dati geotecnici e stratigrafici direttamente rilevati alcune considerazioni di medio dettaglio possono essere dedotte dalle stratigrafie dei pozzi indicati in due GIS delle Provincie di Bergamo e Cremona, riferiti il calce alla Figura 35.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24, 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 71 di 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT - Aggiornamento alla variante parziale, novembre 2018 ______

2

3

1

4

Figura 35: sovrapposizione della carta delle piccole derivazioni (GIS Banche dati delle risorse idriche della provincia di Bergamo http://siter.provincia.bergamo.it/agssitera/default.aspx ) con la carta dell’individuazione degli ambiti di trasformazione della Variante Generale del PGT di Vailate. Sono indicate con numerazioni n pozzi per i quali sono note le stratigrafie. Il pozzo n. 4 è stato individuato dalla consultazione dell’Atlante Ambientale della Provincia di Cremona.(http://www.atlanteambientale.it).

Le stratigrafie dei pozzi, ubicati a distanze variabili tra 450 e 700 metri circa dal centro delle aree di trasformazione AT07 e AT08 sono riportate nella Figura 36 e segnalano la costante presenza di depositi grossolani nei primi 35 -50 metri e la comparsa di strati coesivi di apprezzabile spessore solo oltre i -53 metri.

Nella parte centrale e orientale della sezione è possibile riconoscere, nei primi 10 -20 metri, un’unità molto grossolana, dove alle ghiaie e sabbie si accompagnano costantemente ciottoli forse in quantità prevalente sulle ghiaie (unità 1 ), mentre inferiormente e nell’intero profilo del pozzo più occidentale, predomina la presenza di ghiaia su una frazione subordinata di sabbie grossolane (unità 2).

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107.5 1 107.0 3

103.0 4

1

2

Scala orizzontale circa 1:6.000 Scala verticale circa 1:300 Le colonne in colore rosso identificano la presenza dei filtri (se indicati 3 nella documentazione consultata) 1 : unità con deposti molto grossolani 2 : unità con depositi grossolani 3 : unità formata da alternanze di depositi impermeabili o semipermeabili con strati acquiferi

Figura 36 : stratigrafie dei pozzi presenti a distanze di alcune centinaia di metri dagli ambiti AT7 e AT8, ubicati nella planimetria di Figura 35

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La falda freatica è segnalata a profondità di circa 5 metri nel pozzo più settentrionale (n. 2) e di 3 metri nel pozzo n. 3, mentre non sono fornite indicazioni sulla quota dell’acqua nei restanti due pozzi.

I valori citati sono comunque in linea con quelli indicati nella tavola DP_13 “aspetti idrografici e idrogeologici”, che suggerisce per le aree di trasformazione quote di falda di 101 – 102 m s.l.m. a fronte di quote topografiche di 105 -106 metri (tavola DP_11 – aspetti morfologici), individuando una soggiacenza di circa 4 metri come riferito nella della relazione geologica.

Per quanto riguarda la categoria di sottosuolo, i n assenza di dati direttamente rilevati per definire l’azione sismica di progetto (ora riferiti nel § 12) ai sensi dalle Tabelle 3.2.II e 3.2.III delle NTC 2018, è possibile fare riferimento ai profili stratigrafici. Non è possibile derivare valori di Vs dai profili litologici, ma è sicuramente possibile indicare un intervallo ragionevole di valori, e conseguentemente prevedere l’amplificazione massima attesa.

Tipo di terreno Vs [m/s] Argilla molto soffici 40 ÷ 80 Argille e limi normalmente consolidati 150 ÷ 300 Sabbia da mediamente a ben addensata 200 ÷ 400 Ghiaia 400 ÷ 800 Rocce tenere 500 ÷ 1000 Calcari fratturati 700 ÷ 1500 Rocce cristalline non alterate 700 ÷ 1500

Tabella 2: valori indicativi di Vs per vari terreni e rocce, da Faccioli & Paolucci “elementi di sismologia applicata all’ingegneria” , Pitagora Ed. 2005 Con riferimento a quanto riportato nella Tabella 2 e alle considerazioni sopra espresse in merito al profilo stratigrafico fino ad oltre 30 metri, è possibile stimare cautelativamente il valore Vs30 come prossimo alla media tra il valore minimo delle ghiaie e quello medio delle sabbie, ottenendo Vs 30 = 350 m/s che colloca il sottosuolo circa a cavallo tra il tipo C e B. L’esito dell’indagine sismica eseguita a giugno 2018 ha confermato questa previsione.

Le aree di trasformazione AT07 e 08 ricadono interamente nella classe 2, salvo la fascia al confine nord definita dalla roggia Vailata, dove è presente la classe 3B istituita per la tutela e manutenzione del corso d’acqua. La classe 2 presenta come principale prescrizione l’obbligo di considerare nella progettaz ione l’ipotesi della falda freatica alla profondità di -2 metri dalla superficie e l’adozione di cautele per la salvaguardia dell’acquifero freatico. Quest’ultimo è particolarmente vulnerabile sia per la limitata profondità del livello piezometrico, sia pe r l’elevatissima permeabilità dei depositi che formano le prime decine di metri dalla superficie topografica.

Tenuto conto delle caratteristiche sopra citate, si suggerisce che l’Amministrazione comunale, prima del rilascio di autorizzazioni di trasformaz ione urbanistica in ambito produttivo, chieda la verifica dello stato di salubrità della falda mediante la realizzazione di almeno un piezometro a valle dell’insediamento, la cui posizione dovrà essere determinata in funzione delle caratteristiche dell’insediamento stesso e che consentirà di campionare le acque e di fissare le condizioni iniziali, anche a tutela degli interessi dell’insediante.

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Salvo diverse valutazioni che possono emergere in rapporto alle caratteristiche del ciclo produttivo, l’analisi delle acque di prima falda potrà riguardare i seguenti elementi e composti:

Idrocarburi totali (n-esano) Idrocarburi policiclici aromatici Solventi aromatici Arsenico Mercurio Piombo Cadmio Cromo totale Cromo VI Zinco Nichel Rame 3 Ferro

Tenuto conto dell’esito della prima analisi, ovvero in assenza di problematiche particolari, si potrà valutare la periodicità della verifica, ragionevolmente annuale o biennale e si potranno ridurre i parametri da esaminare.

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11 Aspetti sismologici e risposta sismica locale

11.1 Riferimenti normativi e definizioni Le norme nazionali (DM 17 gennaio 2018 di aggiornamento delle «Norme tecniche per le costruzioni» in vigore dal 20.03.2018 in particolare nei § 3.2.2, 3.2.3, 7.2.6, 7.11.3) e regionali (DGR 30 novembre 2011 IX/2616 Aggiornamento dei “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT, la DGR 2129/2014 contenente la nuova classificazione sismica regionale e la DGR 5001/2016 relativa ai criteri attuativi della LR 33/2015 in materia di costruzioni in zona sismica e relativa vigilanza) richiedono che tra gli elementi di pericolosità geologica siano valutati i possibili effetti che particolari condizioni geologiche e geomorfologiche (condizioni locali) posso determinare in occasione di eventi sismici.

La “risposta sismica locale” sul progetto può essere studiata con le modalità indicate nel § 7.11.3 delle NTC, ma qualora le condizioni stratigrafiche e le proprietà dei terreni siano chiaramente riconducibili alle categorie definite nella Tab. 3.2.II (Categorie di sottosuolo che permettono l’utilizzo dell’approccio semplificato), si può fare riferimento a un approccio semplificato che si basa sulla classificazione del sottosuolo in funzione dei valori della velocità di propagazione delle onde di taglio V S.

Le azioni sismiche di progetto si definiscono a partire dalla “pericolosità sismica di base” definita da studi sismologici nazionali e regionali di seguito sinteticamente riferiti, mentre gli effetti locali sono distinti in funzione del comportamento dinamico dei materiali coinvolti, dipendenti dalla morfologia e dalle caratteristiche meccaniche del terreno presente nelle prime decine di metri.

Si distinguono due grandi gruppi di EFFETTI LOCALI:

 quelli determinati dall’amplificazione sismica locale

 quelli dovuti all’instabilità

La prima interessa terreni stabili ma che per effetto della loro disposizione e caratteristiche meccaniche producono modificazioni in ampiezza, durata e contenuto in frequenza del moto sismico (terremoto di riferimento) proveniente da una sottostante formazione rocciosa (bedrock).

Nell’ambito di tale fenomeno si distinguono:

 amplificazione topografica, che si manifesta quando sono presenti morfologie superficiali che favoriscono la focalizzazione delle onde sismiche in prossimità della cresta del rilievo a seguito di fenomeni di riflessione sulla superficie libera e di interazione fra il campo d’onda incidente e quello diffratto. Nella Tabella 3.2.I II, categorie topografiche, delle NTC 2018 si distinguono:

o T1 Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i ≤ 15° o T2 Pendii con inclinazione media i > 15° o T3 Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media 15° ≤ i ≤ 30° o T4 Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media i > 30°

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Le categorie topografiche si riferiscono a configurazioni geometriche prevalentemente bidimensionali, creste o dorsali allungate, e devono essere considerate nella definizione dell’azione sismica se di altezza maggiore di 30 m.

In territorio di Vailate non sono presenti scarpate morfologiche ad esclusione di quelle che delimitano le strade gli alvei dei principali canali, di 1 – 2 metri di altezza, che non definiscono ambiti soggetti ad amplificazione topografica. L’area è piana e quindi non rientra tra quelle soggette ad amplificazione topografica (categoria T1).

 amplificazione litologica: si verifica quando sono presenti morfologie sepolte (bacini sedimentari, chiusure laterali, corpi lenticolari, eteropie ed interdigitazioni, gradini di faglia ecc.), e/o da particolari profili stratigrafici che possono generare esaltazione locale delle azioni sismiche trasmesse dal terreno, fenomeni di risonanza fra onda sismica incidente e modi di vibrare del terreno e fenomeni di doppia risonanza fra periodo fondamentale del moto sismico incidente e modi di vibrare del terreno e della sovrastruttura.

L’“intrappolamento” delle onde sismiche all’interno del deposito sedimentario è determinato dal contrasto di impedenza 38 (prodotto fra la densità ρ del terreno o della roccia e la velocità V delle onde (ρ*V=Z)) tra strati sedimentari o tra sedimenti e bedrock.

ρtVs(t)

ρrVs(r)

Figura 37: schema rappresentativo di amplificazioni dovute a condizioni litologiche e/o geometriche e a destra grafici della funzione di amplificazione al variare del fattore di frequenza (F= wH/Vs, con w =2pf= frequenza circolare) e del valore del rapporto di impedenza.

Il rapporto d’impedenza I = ρ r Vs(r)/ρtVs(t) superiore circa a 2 dà luogo ad effetti sensibili di amplificazione, che in particolare si manifestano quando la frequenza dell’eccitazione sismica si approssima o coincide con la frequenza fondamentale dello strato Vs superficiale, identificabile dalla relazione f = funzione del suo spessore e della Vs, 1 4H ovvero quando si realizzano condizioni di risonanza (§ 12.2.1 dedicato alle prove H/V).

Tale condizione può essere presente a Vailate ma le indagini disponibili, sia sismiche che geotecniche non individuano indizi di strutture sepolte nell’area urbana e periferica in grado di determinare variazioni significative delle onde sismiche . L’amplificazione litologica deve

38 Il contrasto di impedenza sismica fra strati di roccia adiacenti influisce sul coefficiente di riflessione. In particolare, fra le rocce profonde (bedrock) e le rocce alluvionali appoggiate su di esse, il contrasto è la causa degli "intrappolamenti" di energia (riflessioni multiple) all'interno delle piane alluvionali, una delle principali cause dei più vistosi effetti di amplificazione di sito. In questo senso, forti contrasti di impedenza fra bedrock e alluvioni, e particolari condizioni geometriche (spessori delle alluvioni) possono provocare particolari interazioni tra frequenze del moto ondulatorio in arrivo e modo di vibrare degli edifici (pseudo-risonanza). Tratto dal sito http://www.sissa.it/main/ SISSA : Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, Trieste.

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17.01.2018, con l’individuazione della categoria di sottosuolo di cui alla Tabella 3.2.II. del citato

D.M., che in base all’esito di tutte le prove geofisiche disponibili, di seguito illustrate, risulta essere prossima al limite tra la “C” e la “B” e comporta un incremento della sollecitazione sismica ipoti zzata su suolo rigido di categoria A.

L’instabilità riguarda principalmente le dinamiche dei versanti ma può interessare anche terreni particolarmente scadenti dal punto di vista geotecnico, dove si possono verificare scivolamenti e rotture del suolo. Nei terreni granulari sopra falda sono possibili cedimenti a causa della densificazione del materiale, mentre sotto falda sono possibili fenomeni di liquefazione. Fenomeni analoghi a quelli della liquefazione possono interessare anche depositi/unità stratigrafiche contenenti argille tissotropiche, il cui rifluimento può innescare frane superficiali o espansioni laterali.

Nel caso in esame fenomeni di densificazione, che producono cedimenti, non sono probabili perché l’evento sismico atteso è basso e il fenomeno citato interessa solo terreni naturali o artificiali (ad esempio i terreni di riporto) a grana sabbioso-limosa e messa in posto recente 39, mentre fenomeni di liquefazione possono essere esclusi per le ragioni indicate nel § 12.4.

Per quanto concerne il rischio di liquefazione, ovvero di perdita istantanea di capacità portante per incremento delle pressioni neutre generate dal sisma, questa interessa terreni granulari fini (sabbiosi) saturi di acqua, costantemente presenti a Vailate.

Figura 38: Fasce granulometriche per la valutazione preliminare della suscettibilità alla liquefazione di un terreno per i terreni a granulometria uniforme (a) ed estesa (b) (da AGI, 2005 Aspetti Geotecnici della Progettazione in Zona Sismica) e § 7.11.3.4.2 NTC 2018. Le elaborazioni effettuate con i dati delle prove penetrometriche disponibili hanno condotto a escludere tale rischio nelle aree indagate, e quindi a ritenere il fenomeno molto improbabile in tutto il territorio.

Fenomeni analoghi a quelli della liquefazione possono interessare anche depositi/unità stratigrafiche contenenti argille tissotropiche, il cui rifluimento può innescare frane superficiali o espansioni laterali. Argille montmorillonitiche sono sicuramente p resenti negli orizzonti di accumulo illuviale dei suoli, estesi in profondità fino a 1 -1,5 metri, ma fino

39 Definizioni tratte da: Linee guida per la realizzazione dello studio di compatibilità sismica per i Piani di Assetto del Territorio comunali e intercomunali (PAT e PATI) – D.G.R. n. 3308/2008 Regione Veneto

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24 , 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 78/ 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT: aggiornamento alla variante particolare, novembre 2018 ______alle profondità investigate (6 – 10 metri) sono molto rare e sottili le intercalazioni limo argillose e conseguentemente il potenziale fenomeno si pu ò considerare poco rilevante

Con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica …” era entrata in vigore la nuova classificazione sismica, che sud divideva il territorio nazionale in 4 zone sismiche e colloca Vailate nella zona 4, di bassissima sismicità, caratterizzata nominalmente da una accelerazione orizzontale massima su suolo di categoria A (V s > 800 2 m/s)  ag =0,05 g, con g = accelerazione di gravità = 9,81 m/s , ma con l’entrata in vigore della D.G.R. 11 luglio 2014, n.2129 “Aggiornamento delle zone sismiche in Regione Lombardia” l’area è stata collocata nella “zona sismica 3”, circostanza che peraltro non ha modificato le sollecitazioni simiche da considerare essendo queste ultime fornite dal reticolo dell’INGV con le “mappe interattive di pericolosità sismica”.

In realtà già con la pubblicazione il 4 febbraio 2008 delle Norme Tecniche per le Costruzioni, ora aggiornate con il citato DM 17.01.2018, l'azione sismica di riferimento da adottare per la progettazione non era più rappresentata dalle “zone” precedentemente citate, ma venne definita sulla base dei nodi di una rete nazionale di valori di pericolosità sismica, proposti da valori tabellari riferiti nell’allegato stesso e disponibili al sito http://esse1-gis.mi.ingv.it/.

Come nel caso delle “zone” il valore è espresso in termini di accelerazioni previste su suolo rigido di categoria A (V s > 800 m/s) in unità g.

L’accelerazione orizzontale massima del suolo ag, come definita dall'OPCM 3519/2006, è quella che in ambito internazionale è chiamata PGA (Peak Ground Acceleration) ed è una funzione probabilistica associata a soglie di eccedenza e valori di incertezza, e non è più rappresentata da un unico numero ma da un insieme di valori.

Il valore di riferimento impiegato per le costruzioni ordinarie è quello delle probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni equivalente a un tempo di ritorno di 475 anni, corrispondente allo Stato Limite di salvaguardia della Vita (SLV) nel DM 17 gennaio 2018.

Tale condizione riferita al territorio in esame mostra 0,0 74

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24 , 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 79/ 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT: aggiornamento alla variante particolare, novembre 2018 ______

Figura 39 : valori di pericolosità sismica espressa in termini di accelerazione prevista su suolo rigido. Nella figura a sinistra è rappresentato il caso di probabilità di superamento del 10 % in 50 anni, corrispondente ad un tempo di ritorno di 475 anni. Nella parte destra della figura è rappresentato lo spettro elastico di risposta al variare della frequenza del segnale sismico e della probabilità di non superamento, calcolate con un fattore di smorzamento del 5%. Si denota che la pericolosità sismica in questa più recente elaborazione è incrementata di circa l’83 %, e conseguentemente sia i calcoli strutturali sia quelli concernenti le condizioni di stabilità dei terreni (in particolare riguardanti i rischi di addensamenti e di liquefazione), richiedono condizioni p iù cautelative.

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11.2 Cenni sulla sismologia del territorio L’assetto strutturale dell’area è descritto nel § 4 e sull’attività di tali strutture l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha reso disponibile sul web il Database of Individual Seismogenic Sources (DISS) , “che contiene una gran quantità di materiale pubblicato e originale sulle principali sorgenti sismogenetiche italiane, oltre a dati geografici, sismologici, geologici e tettonici, ed è liberamente utilizzabile da chi sia interessato a queste informazioni.” La versione 3.2.1 è disponibile all’indirizzo http://diss.rm.ingv.it/diss/.

Figura 40: sintesi delle informazioni sulla struttura sismogenetica che comprende Vailate. La Figura 40 indica che il territorio di Vailate appartiene al la sorgente sismogenetica codice DISS ITCS002 denominata Western S-Alps external thrust deep individuata dagli autori nel 2015 (Burrato P., D'Ambrogi C., Maesano F.E.), e descritta come segue:

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24 , 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 81/ 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT: aggiornamento alla variante particolare, novembre 2018 ______

“Questa Fonte Composita appartiene alle Alpi meridionali più esterne, ed è generata da spinte vergenti a sud che collocano il fronte sepolto sotto la pianura lombarda. La definizione è stata aggiornata con la ricerca sviluppata durante il Progetto europeo GeoMol (http://www.geomol.eu/ ). L'elemento principale utilizzato per l'interpretazione è la presenza di due strati principali di distacco all'interno della successione stratigrafica tagliata dalle faglie di spinta delle Alpi meridionali. I due orizzonti di distacco sono uno più profondo situato nella parte superiore delle evaporiti del Triassico (o base della sequenza carbonatica mesozoica), e uno più superficiale situato alla base dei depositi di avanfossa della Gonfolite.

Quest'ultima nell'area compresa tra Milano e Mantova, diventa più superficiale verso est seguendo la geometria del bacino che ospitava i sedimenti. Come conseguenza della presenza dei due orizzonti di distacco, il fronte esterno delle Alpi meridionali è caratterizzato da una spinta profonda maggiore che attraversa la sequenza carbonatica mesozoica e da spinte superficiali sviluppate all'interno dei depositi di Gonfolite.

Il risultato pratico dell'interpretazione delle fonti sismogenetiche è che il fronte esterno delle Alpi meridionali è ora interpretato come un’immersione segmentata con fonti separate: una corrispondente alla spinta più profonda e due con le spinte più superficiali, che formano due piccoli archi. Questi ultimi, poiché il loro distacco è più superficiale ve rso est, hanno anche un angolo di discesa ridotto nella stessa direzione che ha importanti implicazioni sul loro potenziale sismogenico, cioè la massima magnitudo del potenziale terremoto.

Questa fonte sismogenetica è la più profonda e la più grande delle strutture esterne e gli attuali cataloghi di terremoti mostrano in questa regione una rada distribuzione di sismicità minore, con pochi o nessun evento che può esservi associato.

La direzione di questa Fonte è stata interpretata in base all'orientamento generale delle strutture tettoniche mappate e l’immersione da evidenze del piano di spinta. Si presume che la direzione di moto rappresenti la pura spinta, mentre le profondità minima e massima sono basate sulla geologia del sottosuolo e sull'incertezza rela tiva alla profondità alla quale è radicata la spinta attiva. Il tasso di scivolamento è stato dedotto dai dati geodinamici regionali, mentre la massima entità è stata desunta dai dati sismologici regionali. ”.

A tale struttura è attribuita una velocità di scorrimento (slip rate) di 0,1 – 0,5 mm all’anno e la possibilità di generare terremoti di magnitudo Mw 6,0.

La struttura contiene una sorgente sismica localizzata appena a nord ovest di Orzinuovi, circa 22 km a ESE di Vailate, ritenuta responsabile del terremoto del 1802, al quale è attribuita una magnitudine equivalente Me = 5, 7 e un tempo di ricorrenza da 1000 e 5000 anni (ITIS104 - Romanengo, aggiornamento 2010).

In merito alla storia sismica di Vailate, questa non è sufficientemente nota direttamente perché i cataloghi macrosismici comprendono pochi dati provenienti da tale località, ma è stimabile dalle informazioni storiche provenienti da altri siti, quali Lodi e Caravaggio, rispetto alle quali si può ritenere in territorio di Vailate grossomodo DBMI15: Bergamasco baricentrico. I dati sono riassunti nel catalogo DBMI04, dal 09.02.1979 Is=5 quale sono tratte le informazioni seguenti, aggiornate per quanto riguarda specificamente Vailate con la rappresentazione qui a fianco derivata dal più recente catalogo DBMI15.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24 , 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 82/ 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT: aggiornamento alla variante particolare, novembre 2018 ______

Storia sismica di Lodi (LO) [45.314, 9.501] Osservazioni disponibili: 30 Is = intensità macrosismica in scala MCS: Effetti In occasione del terremoto: Is Anno Me Gi Or Mi Se AE Io Mw D= danneggiamento, comunemente > 6. NC 1117 01 03 13 Veronese 9-10 6.49 Io = intensità epicentrale in scala MCS NC 1197 Brescia 6-7 5.03 6 1222 12 25 11 Basso bresciano 8-9 6.05 F = risentito (felt) 3< Is < 5 F 1276 07 28 18 30 Italia settent. 6 5.11 NF = non avvertito, in presenza di segnalazione Is = 1. NC 1346 02 22 11 Ferrara 7-8 5.81 4-5 1348 01 25 CARNIA 9-10 6.66 NC = non classificato F 1383 07 24 20 PARMA 5-6 4.63 5 1511 03 26 14 40 Slovenia 9 6.51 Mw = magnitudine momento nell’area epicentrale 5-6 1695 02 25 05 30 Asolano 9-10 6.61 Da : Stucchi et alii. (2007). DBMI04, il database delle 4-5 1741 04 24 09 20 FABRIANESE 9 6.08 osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani 6 1802 05 12 09 30 Valle dell'Oglio 8 5.67 utilizzate per la compilazione del catalogo parametrico 4 1873 03 12 20 04 Marche meridionali 8 5.88 CPTI04. http://emidius.mi.ingv.it/DBMI04/ 4 1873 06 29 03 58 Bellunese 9-10 6.33 3 1884 09 12 PONTOGLIO 6 4.83 4-5 1887 02 23 05 21 50 Liguria occidentale 9 6.29 4-5 1891 06 07 01 06 14 Valle d'Illasi 8-9 5.71 6 1894 11 27 FRANCIACORTA 6-7 4.95 5 1901 10 30 14 49 58 Salo' 8 5.67 NF 1907 04 25 04 52 BOVOLONE 6 4.94 3 1909 01 13 45 BASSA PADANA 6-7 5.53 NF 1913 11 25 20 55 VAL DI TARO 5 4.85 NF 1913 12 07 01 28 NOVI LIGURE 5 4.72 4 1914 10 27 09 22 GARFAGNANA 7 5.79 3 1918 04 24 14 21 LECCHESE 6 5.07 3-4 1920 09 07 05 55 40 Garfagnana 9-10 6.48 3 1936 10 18 03 10 BOSCO CANSIGLIO 9 5.90 2 1960 03 23 23 08 49 Vallese 6-7 5.36 4 1972 10 25 21 56 PASSO CISA 5 4.95 F 1976 05 06 20 FRIULI 9-10 6.43 4 1983 11 09 16 29 52 Parmense 6-7 5.10

Figura 41: elementi di storia sismica dell’area intorno a Vailate. Il terremoto conosciuto di maggiore intensità con epicentro in prossimità di Vailate è quello denominato “Caravaggio” del 10 settembre 1781, che secondo il catalogo CFTI4Med (Catalogue of Strong Earthquakes in (461 B.C. -1997) and Mediterranean Area (760 B.C.-1500). INGV-SGA http://storing.ingv.it/cfti4med) ha avuto epicentro tra Calvenzano e Casirate, e si è risentito a Vailate con una intensità compresa tra il VI ed il VII grado 40.

40 Nella scala MCS (Mercalli, Cancani, Sieberg): grado VI = Forte. Il terremoto viene avvertito da tutti con paura e molti fuggono all’aperto. Liquidi si muovono fortemente; quadri cadono dalle pareti e oggetti dagli scaffali; oggetti assai stabili vengono spostati o rovesciati; Case isolate, solidamente costruite subiscono danni leggeri (spaccature e caduta dell’intonaco di soffitti e di pareti). Qualche tegola e pietra di camino cade. VII grado. Molto forte. Grandi campane rintoccano. Corsi d’acqua, stagni e laghi si agitano e s’intorbidiscono. Danni moderati a numerosi edifici costruiti solidamente (piccole spaccature nei muri;caduta di pezzi piuttosto grandi dell’intonaco, a volte anche di mattoni). Caduta di tegole. Molti fumaioli lesionati al punto da cadere sopra il tetto danneggiandolo. Decorazioni mal fissate cadono da torri e costruzioni alte. Possibile distruzione di case mal costruite.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24 , 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 83/ 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT: aggiornamento alla variante particolare, novembre 2018 ______

Di minore intensità a Caravaggio è quello sopra citato della “valle dell’Oglio”, avvenuto il 12 maggio 1802 (Latitudine 45.254° Longitudine 9.550° Io = 8 Mw = 5.67), i cui risentimenti a Vailate non sono però indicati nei cataloghi.

Figura 42: risentimenti sismici in occasione del terremoto “valle dell’Oglio” del 1802, e diagramma di disaggregazione per il nodo compreso tra Arzago d’Adda e Vailate.

L’analisi dei cataloghi alla base della mappa di pericolosità sismica riferita, ha consentito agli autori di determinare un “diagramma di disaggregazione”, che esprime il contributo percentuale alla stima di pericolosità fornito da tutte le possibili coppie di valori di magnitudo (M) e distanza (R). Il parametro ε rappresenta il numero di deviazioni standard per cui lo scuotimento (logaritmico) devia dal valore mediano predetto da una data legge di attenuazione dati M ed R.

Le informazioni contenute nella parte destra della Figura 42, indicano che buona parte della pericolosità sismica a Vailate deriva da terremoti che si verificano entro distanze di 20 Km e che presentano magnitudine tra 4,0 e 5,5. I valori medi sono di M = 4,77 e R = 16,1 Km.

Altre elaborazioni concernenti la pericolosità sismica del territorio sono fornite dalla cartografia del progetto ITHACA (ITaly HAzard from CApable faults) sviluppato dal Servizio Geologico d’Italia - ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale),

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24 , 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 84/ 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT: aggiornamento alla variante particolare, novembre 2018 ______rivolto in particolare all’individuazione delle faglie capaci, definite come faglie che potenzialmente possono creare deformazione in superficie .

Gli autori definiscono il database delle faglie capaci come “strumento fondamentale per: a) analisi di pericolosità ambientale e sismica, b) comprensione dell’evoluzione recente del paesaggio, c) pianificazione territoriale e d) gestione delle emergenze di Protezione Civile.”.

“La facile consultazione e l’affidabilità delle conoscenze relative alle faglie attive e capaci assume un ruolo chiave nella corretta assegnazione della pericolosità sismica e della vulnerabilità delle strutture sensibili e delle aree urbane. In molte zone d’Italia questo strumento si rivela utile per la pianificazione territo riale, ma anche per l’analisi della vulnerabilità delle strutture sensibili già esistenti e perfino delle costruzioni storiche e dei monumenti, considerato l’immenso patrimonio storico e artistico presente nel territorio italiano.

Poiché le conoscenze nel campo delle faglie attive e capaci sono in continua evoluzione, è molto utile poter usufruire di uno strumento che consenta una rapida consultazione di tutti i dati disponibili e periodicamente aggiornati. Questo è lo scopo del sistema informativo ITHACA (ITaly HAzard from CApable faults). La banca dati, sviluppata dall’ISPRA, contiene informazioni di natura cartografica e non delle faglie attive e capaci presenti in Italia.

Nello stralcio della documentazione riportata in Figura 43 si evidenzia la presenza di una faglia disposta a distanza di circa 4 km dal confine ovest e sud del territorio comunale (circa 6 km dal centro dell’abitato), le cui caratteritiche sono riportate in calce alla figura.

Figura 43: visione a piccola scala e in dettaglio della posizione delle faglie capaci indicate nel database di ITHACA, dal sito http://www.isprambiente.gov.it/it/progetti/suolo-e-territorio-1/ithaca-catalogo-delle-faglie-capaci.

GENERAL IDENTIFICATION Fault Code 87034 Fault Name Treviglio Region Name Lombardia System Name Po Plain

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L’aspetto rilevante sotto il profilo della pianificazione è dato dall’assenza di interferenza dei pericoli di fagliazione superficiale con l’abitato, almeno allo stato delle conoscenza in materia. Pur non essendo individuato il grado di affidabilità e la precisione planimetrica delle previsioni formulate nel documento tecnico sopra citato, ancora in fase di perfezionamento come chiaramente dichiarato dagli autori, si è ritenuto utile citarlo in quanto proveniente da fonte autorevole41 e riguardante una problematica potenzialmente molto rilevante, sia per le questioni di sicurezza sismica sia per i riflessi economici sul territorio.

41 Nella presentazione dell’ante si precisa che : L’ISPRA svolge le funzioni …dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici …dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica…e dell’Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare….

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12 Indagini simiche - parametri geofisici e categoria di sottosuolo

12.1 Aspetti generali Per definire il profilo delle onde di taglio Vs e la categoria di sottosuolo ai sensi delle

Tabelle 3.2.II e 3.2.III delle NTC 2018 mediante il calcolo di Vs 30, è stata eseguita un’indagine sismica mediante i metodi MASW (Multichannel Analysis of Surface Waves) e Re.Mi (Refraction Microtremor) realizzando due stendimenti rappresentati nella planimetria di Figura 44 (simica MASW 1 e 2), dove sono riportate anche le posizioni di due analoghe prove eseguite da colleghi geologi che hanno fornito l’assenso all’uso dei dati ottenuti.

La prima di queste ultime è stata prodotta a gennaio 2018 dal Dott. Stefano Fassini per il progetto di edifici residenziali in via 1 Maggio 30-32, la seconda è stata eseguita nel mese di ottobre 2017 dallo Studio Associato CASTALIA (Dott. Incerti D. e Dott. Mazzoleni G.) in via Roma, all’altezza dell’ingresso del campo sportivo ed è presente nel documento di progetto di recupero dell’ex asilo Zambelli - Ferri, con sua riconversione in nuovo Municipio.

MASW 1 546734.6 5035707.1 MASW 2 547392.2 5034339..2 Via 1 Maggio 547403.5 5034797.7 547284.3 5033928.2 Via Roma

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Figura 44: ubicazione degli stendimenti sismici e coordinate dei centri delle stese nel sistema WGS84. Base cartografica DBTR Regione Lombardia (shape file disponibili per Vailate). Avendo potuto consultare i due elaborati citati, collocati rispettivamente nella porzione NE dell’abitato e in quella sud, si è valutato opportuno indagare aree prive di informazioni ma interne all’edificato, ottenendo in tal modo una discreta copertura dell’intero territorio ed il contestuale possibile impiego diretto dei risultati per interventi edilizi prossimi alle aree investigate.

Si precisa a tal proposito che in territori di pianura le variazioni laterali più consistenti generalmente riguardano i primi metri dalla superficie e i valori ottenuti con investigazioni geofisiche, che per loro natura descrivono condizioni medie del substrato, possono essere ragionevolmente ritenuti validi per molte centinaia di metri intorno all’area investigata . Il confronto di tutti i dati geofisici qui presentati, conferma la validità di tale affermazione generale anche per il territorio di Vailate.

L’area di esecuzione della MASW 1, per quanto detto, è stata scelta in corrispondenza della zona industriale, all’estremità nord del territorio, in prossimità della piattaforma di raccolta differenziata dei rifiuti in via Sandro Pertini n.16.

La MASW 2 è stata invece effettuata presso le Scuole Elementari in via Dante Alighieri n. 26, in posizione circa intermedia tra via 1 Maggio e via Roma.

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Le prove eseguite per il PGT sono state denominate MASW 1 e MASW 2 benché sia stata impiegata anche la metodologia Re.Mi, perché quest’ultima ha fornito dati meno chiari e durante l’interpretazione si è deciso di trascurarne l’apporto. Peraltro le due metodologie impiegate in ogni stendimento possono essere considerate complementari.

La metodologia Re.Mi è una tecnica “passiva” che si basa sulla registrazione del rumore sismico indotto dalle attività antropiche (traffico, fabbriche ecc.), è adatta in ambienti fortemente antropizzati e consente elevate profondità di indagine.

I limiti di tale prova sono l’impossibile applicazione in ambienti poco “rumorosi” e il rischio di sovrastimare i valori di Vs in presenza di rumore fortemente direzionale, non ortogonale allo stendimento sismico.

La metodologia MASW è una tecnica “attiva” basata sulla registrazione de l segnale sismico indotto da una massa battente. I pregi sono la buona capacità di definizione dei valori di Vs, soprattutto per gli orizzonti più superficiali (primi 20 -30m), mentre i limiti sono dati dal non essere adatta in ambienti rumorosi e di avere limitate profondità di indagine in presenza di terreni con basse velocità.

Difficilmente prima di realizzare l’indagine è possibile valutare quale sia la tecnica che può fornire i risultati migliori, quindi in campagna si è proceduto, come detto, con la realizzazione di entrambe le misure, e in fase di elaborazione si è valutata la qualità dei profili di velocità ottenuti.

Per la descrizione dei principi fisici e dei metodi di elaborazione si fa rimando alla letteratura specialistica ampiamente sviluppata in questi anni.

Per la tecnica Re.Mi si citano le procedure proposte da J.N.Louie del Seismological Laboratory and Dept. of Geological Sciences dell’Università del Nevada, basate su due aspetti fondamentali: la disponibilità di strumenti in grado di regis trare onde di superficie con frequenze fino a 2 Hz per intervalli di tempo sufficientemente lunghi (30 sec) e la possibilità mediante una trasformata di Fourier bidimensionale (p -f) slowness-frequency su un rumore di fondo (microtremor), di separare le ond e di Rayleigh (onde di superficie) da altri tipi di onde che compongono il sismogramma, rendendo possibile la distinzione delle vere velocità di fase dalle velocità apparenti.

Con il metodo MASW il profilo delle onde di taglio verticali Vs è ottenuto considerando che il contributo predominante alle onde superficiali generate artificialmente è dato da quelle di Rayleigh, che viaggiano con una velocità correlata alla rigidezza della porzione di terreno interessata dalla propagazione delle onde. In un mezzo st ratificato le onde di Rayleigh sono dispersive e quindi le onde di alta frequenza si propagano negli strati più superficiali mentre quelle a bassa frequenza si propagano negli strati più profondi.

Il metodo consente di ottenere una velocità di fase (o curv a di dispersione) sperimentale apparente nel range di frequenze compreso tra 5Hz e 70Hz che dà informazioni sulla parte più superficiale del suolo. L’elaborazione prevede tre fasi di lavoro:

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1. calcolo della velocità di fase (o curva di dispersione) appare nte sperimentale, 2. calcolo della velocità di fase apparente numerica, 3. individuazione del profilo di velocità delle onde di taglio modificando opportunamente lo spessore h, le velocità delle onde di taglio Vs e di compressione Vp e la densità di massa degli strati che costituiscono il modello del suolo, fino a raggiungere una sovrapposizione ottimale tra la velocità di fase (o curva di dispersione) sperimentale e la velocità di fase (o curva di dispersione) numerica corrispondente al modello di suolo assegnato.

12.1.1 MODALITÀ ESECUTIVE DELLE INDAGINI SISMICHE La strumentazione impiegata è il “Geode”, un sismografo modulare a 24 bit ad elevata dinamica (144 dB di range dinamico totale – 105 dB istantanei a 2 msec di campionamento). L’ampia banda d’ingresso (1.75 Hz – 20 kHz, con velocità di campionamento da 0.02 msec a 16 msec), consente allo strumento di essere utilizzabile per varie applicazioni: sismica a rifrazione, sismica a riflessione (anche ad altissima risoluzione), monitoraggio di vibrazioni, applicaz ioni sismologiche, downhole e VSP.

L’attrezzatura utilizzata è composta da:  Sismografo modulare Geode 3-1000+ canali,  Massa battente da 10 Kg,  Piastra di battuta in alluminio 15x15x2,5cm,  Batteria ricaricabile 12 V,  Cavo per sismica a rifrazione stranded , 130 mt con 24 takeouts SPT -21 a 5 metri di intervallo e due code da 7.5 mt l’una terminate con connettore Bendix 61S,  Geofoni GS20DX, 4.5 Hz verticali, 395 Ohm con puntale da 3’’ ed 1,5 mt di cavo terminato con mueller clip singola MC -20-SP,  Computer portatile. Per la tecnica Re.Mi l’acquisizione dei dati è stata svolta tramite la registrazione del noise ambientale impiegando geofoni da 4.5Hz con stendimento di 16 geofoni disposti ogni 5 metri (G1 --- G 16). Sono stati raccolti oltre 30 records di lunghezza di 30 sec. con campionamento ogni 2ms.

L’elaborazione per la classificazione dei profili del sottosuolo è stata effettuata impiegando il pacchetto software SeisOpt Re.Mi. 2.0 prodotto dalla Optim Software LLC . Nella prima fase è stata eseguita un’analisi spettrale del sismogramma che ha consentito di elaborare un’immagine della distribuzione del segnale di velocità sismica in funzione delle diverse frequenze che lo compongono. Da tale elaborazione è stata poi estrapolata la curva di attenuazione del seg nale caratteristico e in funzione del suo andamento (curva di dispersione) si è risaliti alla stratigrafia sismica in termini di velocità delle onde di taglio (Vs). l risultato finale consiste quindi nella rappresentazione grafica del profilo di velocità e nel calcolo della relativa Vs 30.

Per la tecnica MASW si è impiegato lo stesso stendimento della prova “Re.Mi. ”, costituito da un allineamento di 16 geofoni spaziati di 5 m. La lunghezza delle registrazioni è stata di 1 sec, con un passo di campionamento di 0.250 ms. L’energizzazione è stata realizzata percuotendo con una massa di 10 Kg una piastra metallica poggiata al terreno a distanze di 5 e 10 m dal primo geofono.

Il software utilizzato per l’elaborazione dei dati è il “winMASW” versione Academy, della Eliosoft. L’approccio utilizzato non prevede la determinazione di curve di dispersione modali (scelta soggettiva), ma l’analisi di diretta di tutto lo spettro di velocità (approccio FVS Full Velocity Spectrum).

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12.2 Risultati delle indagini sismiche

12.2.1 MISURE MASW MASW 1 - Piattaforma ecologica - via Sandro Pertini 16

Prova MASW 1 prof.(m) V (m/s) s 1.8 180 3.5 280 7.5 300 17.0 370 35.0 490

Poiché la norma stabilisce che la classificazione deve riguardare i terreni sotto le fondazioni, in funzione del piano di posa delle stesse, la Vs,30 (equivalente) calcolata con la relazione 30 푉 = e quindi la categoria di sottosuolo (Tab. 3.2.II NTC 2018) sono: 푠30 푁 ℎ𝑖 ∑𝑖=1 푉𝑖

Quota piano di fondazione Intervallo dal p.c. VS,30 Categoria di sottosuolo

0 m 0/-30 m 367 m/sec B -1 m -1/-31 m 383 m/sec B -2 m -2/-32 m 401 m/sec B -3 m -3/-33 m 410 m/sec B -4 m -4/-34 m 418 m/sec B -5 m -5/-35 m 426 m/sec B

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Non si osservano inversioni di velocità e l’incremento con la profondità è graduale denotando una sostanziale uniformità stratigrafica.

I terreni sotto le quote di fondazione si collocano quindi nella categoria B di sottosuolo: “Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti, caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalente compresi tra 360 m/s e 800 m/s”.

MASW 2 - Scuole elementari - via Dante Alighieri n. 26

Prova MASW 2 prof.(m) V (m/s) s 3.0 185 8.0 280 16.0 380 35.0 490

Quota piano di fondazione Intervallo dal p.c. VS,30 Categoria di sottosuolo

0 m 0/-30 m 358 m/sec C -1 m -1/-31 m 373 m/sec B -2 m -2/-32 m 390 m/sec B -3 m -3/-33 m 408 m/sec B -4 m -4/-34 m 416 m/sec B -5 m -5/-35 m 425 m/sec B

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Il profilo sismico rilevato è praticamente identico a quello della prova MASW 1, confermando l’uniformità stratigrafica.

I terreni sotto le quote di fondazione ipotizzate a profondità di almeno 1 metro si collocano quindi nella categoria B di sottosuolo la cui definizione è stata già sopra riferita, mentre considerando la posa della fondazione sulla superficie il valore ottenuto nominalmente colloca il sottosuolo nella categoria C di sottosuolo: “Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti con profondità del substrato superiori a 30 m, caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalente compresi tra 180 m/s e 360 m/s. ”.

In pratica le velocità sismiche Vs osservate sono prossime al limite tra le categorie B e C e di tale condizione si tiene conto nella verifica di secondo livello di seguito riportata.

I profili indicati negli elaborati dai colleghi geologi (prove del Dott. S. Fassini in via Primo maggio e dello Studio Associato CASTALIA in via Roma), di seguito riferiti, indicano profili di Vs lievemente inferiori e ricadenti entrambi nella categoria C.

MASW Via Primo Maggio (Dott. S. Fassini) e via Roma (Studio CASTALIA)

Via Primo Maggio

prof.(m) Vs (m/s) velocità onde sismiche di taglio - Vs in m/s 6.0 280 24.0 335 0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 31.0 384 0 MASW via Primo Maggio 5 MASW via Roma

10

15 Via Roma

prof.(m) Vs (m/s) 1.5 174 20 8.5 263 45.0 370 101.5 450

profondità metri in profondità 25 246.5 540

30

35

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I valori di Vs,30 ottenuti in questi casi sono rispettivamente di 330 e 321 m/s e variano con la profondità come indicato nella seguente tabella:

VS,30 via 1 maggio VS,30 via Roma Categoria di Quota piano di fondazione Intervallo dal p.c. m/s m/s sottosuolo

0 m 0/-30 m 330 321 C -1 m -1/-31 m 334 332 C -2 m -2/-32 m 338 340 C -3 m -3/-33 m 341 344 C -4 m -4/-34 m 345 349 C -5 m -5/-35 m 349 353 C

Si denotano anche in questo caso una buona concordanza di valori tra le due prove, il costate aumento con la profondità delle velocità e l’assenza di inversione delle velocità.

La differenza rispetto ai valori rilevati con le misure MASW 1 e 2 effettuate per il PGT è di circa il 10% nelle misure fino a circa -10 metri di profondità e di circa il 20% in quelle profonde. Tali differenze sono compatibili con le incertezze insite nelle misure geofisiche, a maggior ragione quando sono effettuate con strumenti differenti, e nei processi di interpretazione che nel caso del PGT hanno avuto a principale riferimento i dati stratigrafici dei pozzi per acqua descritti nella relazione generale.

Si precisa infine che lo scrivente non concorda con l’estensione dell’interpretazione a profondità molto superiori a 30 metri fornita per la prova effettuata in via Roma.

A completamento delle indagini geofisiche si è provveduto ad eseguire misure dei rapporti spettrali HVSR - Horizontal to Vertical Spectral Ratio (ipotesi di Nakamura) per definire con misure dirette frequenza di risonanza propria del sito, che è uno degli obiettivi della procedura di seguito illustrata col la verifica di secondo livello, e la presenza di discontinuità dovute a contrasti di impedenza.

Il metodo consiste nel calcolare il rapporto spettrale della componente nei piani orizzontale H e verticale V del rumore mediante un sismometro costituito da una terna di velocimetri che registra le componenti del disturbo lungo la direzione verticale e le direzione orizzontali ortogonali.

12.2.2 MISURE H/V - CENNI METODOLOGICI

Il metodo dei rapporti spettrali di singola stazione (HVSR) e' largamente utilizzato in paesi con elevato rischio sismico quali il Giappone per la stima degli effetti di amplificazione di s ito.

Il microtremore, un’impercettibile oscillazione naturale del suolo, è presente in qualsiasi punto della superficie terrestre e consiste per lo più nelle onde sismiche prodotte dal vento e dal moto ondoso marino negli strati superficiali della Terra. Anche le attività umane (industrie, traffico stradale ecc.) possono produrre localmente microtremore, ma in genere tale segnale viene attenuato piuttosto rapidamente a causa delle sue caratteristiche di alta frequenza.

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Il microtremore agisce da oscillatore naturale e quindi permetta, tramite adeguata strumentazione, la misura diretta delle frequenze di vibrazione dei terreni e dei manufatti.

La tecnica utilizzata, proposta da Nakamura (Nakamura, Y., 1989. A method for dynamic characteristics estimation of subsurface using microtremor on the ground surface. QR of RTRI, Vol. 30, No.1, 25-33) per lo studio delle amplificazioni di sito assume che i microtremori consistano principalmente di onde di Rayleigh che si propagano in un singolo strato soffice su semispa zio e che la presenza di questo strato sia la causa dell'amplificazione al sito.

Le ipotesi su cui si basa la tecnica di Nakamura sono le seguenti:

. i microtremori sono generati da sorgenti superficiali, e non da sorgenti profonde i cui contributi sono trascurabili; . le sorgenti dei microtremori in superficie non influenzano i microtremori alla base dello strato considerato; . la componente verticale del moto non risente di effetti di amplificazione locale;

il picco visibile nei rapporti H/V (rapporto tra l’ampiezza spettrale della componente orizzontale e l’ampiezza spettrale della componente verticale) è indipendente dalle caratteristiche della sorgente d el rumore ed è invece fortemente dipendente dalle condizioni stratigrafico -litologiche del terreno. Tale picco è inoltre ben correlato con la frequenza fondamentale di vibrazione del terreno soggetto alla propagazione di onde S verticali e con il picco fondamentale delle curve di dispersione delle onde di Rayleigh.

Le principali applicazione delle prove H/V si possono così sintetizzare:

 Misura delle frequenze di risonanza dei suoli;  Effetti di sito e microzonazione sismica (curve H/V, metodo di Nakamura);  Stratigrafia sismica passiva;  Vs30 da fit vincolato della curva H/V;  Segnalazione dei possibili fenomeni di doppia risonanza suolo -struttura.

Di particolare importanza è la frequenza di vibrazione del sito, caratterizzata dal maggiore rapporto di ampiezze H/V, nell'intervallo di frequenze di interesse ingegneristico (frequenze generalmente inferiori a

15 Hz), denominata frequenza fondamentale di vibrazione f 0.

E’ possibile poi determinare la profondità degli strati sismici mediante la misura diretta delle frequenze di vibrazione, associata alla misura delle velocità delle onde S tramite la relazione: f0= Vs/4H dove Vs è la velocità media delle onde di taglio, e H è la profondità della discontinuità sismo-stratigrafica.

A causa della consistente non-univocità della soluzione, una modellazione del solo HVSR, in mancanza di una solido ancoraggio stratigrafico e senza quantitative informazioni sulle Vs ottenute da misure Masw / Esac-ReMi. o da altri metodi da prove in foro (Cross-Hole, Down-Hole), non risulta affidabile per la determinazione del profilo di velocità delle onde S e quindi della valutazione della Vs30.

12.2.3 STRUMENTAZIONE UTILIZZATA E MODALITÀ DI ACQUISIZIONE

Per l’acquisizione dei dati è stato utilizzato un tromografo digitale della ditta Micromed S.r.L modello “Tromino ENGY ”, che racchiude al suo interno 3 terne (2 di velocimetri e l’altra di accelerometri) di sensori ortogonali tra loro e con possibilità di campionamento nell’intervallo di frequenze compreso tra 0.1 e 256 Hz. In questo caso le 2 registrazioni hanno avuto una lunghezza di 20 minuti, con un campionamento a 128 Hz.

12.2.4 ELABORAZIONE ED ANALISI DEI DATI Per l’elaborazione dei dati sismici è stato utilizzato il software “Grilla” che consente di effettuare: o Analisi spettrale completa delle tracce, calcolo delle curve H/V per la determinazione delle frequenze di risonanza del sottosuolo; o Procedure di pulizia delle tracce nel dominio del tempo e dell e frequenze; o Test sulla significatività dei picchi secondo le linee guida europee (Criteri Sesame); o Determinazione delle frequenze dei modi di vibrare delle strutture con rimozione dell’effetto di sottosuolo;

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24 , 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 95/ 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT: aggiornamento alla variante particolare, novembre 2018 ______o Creazione di un report automatico con tabelle e illustrazioni.

Loc. VAILATE – Piazzola Ecologica Strumento: TEP-0122/01-10 Formato dati: 16 byte Fondo scala [mV]: n.a. Inizio registrazione: 28/05/18 08:16:30 Fine registrazione: 28/05/18 08:36:30 Nomi canali: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP DOWN Durata registrazione: 0h20'00''. Analizzato 85% tracciato (selezione manuale) Freq. campionamento: 128 Hz Lunghezza finestre: 16 s Tipo di lisciamento: Triangular window Lisciamento: 12%

RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE Picco H/V a 4.38 ± 2.92 Hz (nell'intervallo 0.1 - 15.0 Hz).

Criteri per una curva H/V affidabile [Tutti 3 dovrebbero risultare soddisfatti]

f0 > 10 / Lw 4.38 > 0.63 OK nc(f0) > 200 4480.0 > 200 OK

A(f) < 2 per 0.5f0 < f < 2f0 se f0 > 0.5Hz Superato 0 volte su 106 OK A(f) < 3 per 0.5f0 < f < 2f0 se f0 < 0.5Hz

Criteri per un picco H/V chiaro [Almeno 5 su 6 dovrebbero essere soddisfatti] SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V - - Esiste f in [f0/4, f0] | AH/V(f ) < A0 / 2 NO + + Esiste f in [f0, 4f0] | AH/V(f ) < A0 / 2 NO A0 > 2 1.32 > 2 NO

fpicco[AH/V(f) ± A(f)] = f0 ± 5% |0.66749| < 0.05 NO f < (f0) 2.92029 < 0.21875 NO A(f0) < (f0) 0.0972 < 1.58 OK

Lw lunghezza della finestra nw numero di finestre usate nell’analisi nc = Lw nw f0 numero di cicli significativi f frequenza attuale f0  frequenza del picco H/V f deviazione standard della frequenza del picco H/V (f0) valore di soglia per la condizione di stabilità f < (f0) ampiezza della curva H/V alla frequenza f A0 0 AH/V(f) ampiezza della curva H/V alla frequenza f SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI – - f frequenza tra f0/4 e f0 alla quale AH/V(f ) < A0/2 + + f frequenza tra f0 e 4f0 alla quale AH/V(f ) < A0/2

A(f) deviazione standard di AH/V(f), A(f) è il fattore per il quale la curva AH/V(f) media deve essere moltiplicata o divisa

logH/V(f) deviazione standard della funzione log AH/V(f) (f0) valore di soglia per la condizione di stabilità A(f) < (f0)

Valori di soglia per f e A(f0) Intervallo di freq. [Hz] < 0.2 0.2 – 0.5 0.5 – 1.0 1.0 – 2.0 > 2.0

(f0) [Hz] 0.25 f0 0.2 f0 0.15 f0 0.10 f0 0.05 f0 (f0) per A(f0) 3.0 2.5 2.0 1.78 1.58 log (f0) per logH/V(f0) 0.48 0.40 0.30 0.25 0.20

Figura 45 Risultati della prova HVSR 1

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Loc. VAILATE – Scuola Primaria G. Pascoli Strumento: TEP-0122/01-10 Formato dati: 16 byte Fondo scala [mV]: n.a. Inizio registrazione: 28/05/18 09:18:37 Fine registrazione: 28/05/18 09:38:37 Nomi canali: NORTH SOUTH; EAST WEST ; UP DOWN Durata registrazione: 0h20'00''. Analisi effettuata sull'intera traccia. Freq. campionamento: 128 Hz Lunghezza finestre: 16 s Tipo di lisciamento: Triangular window Lisciamento: 12% Picco H/V a 7.19 ± 3.09 Hz (nell'intervallo 0.1 - 15.0 Hz). RAPPORTO SPETTRALE ORIZZONTALE SU VERTICALE

Criteri per una curva H/V affidabile [Tutti 3 dovrebbero risultare soddisfatti]

f0 > 10 / Lw 7.19 > 0.63 OK nc(f0) > 200 8625.0 > 200 OK

A(f) < 2 per 0.5f0 < f < 2f0 se f0 > 0.5Hz Superato 0 volte su 174 OK A(f) < 3 per 0.5f0 < f < 2f0 se f0 < 0.5Hz

Criteri per un picco H/V chiaro [Almeno 5 su 6 dovrebbero essere soddisfatti]

SERIE TEMPORALE H/V DIREZIONALITA' H/V - - Esiste f in [f0/4, f0] | AH/V(f ) < A0 / 2 2.75 Hz OK + + Esiste f in [f0, 4f0] | AH/V(f ) < A0 / 2 NO A0 > 2 1.75 > 2 NO

fpicco[AH/V(f) ± A(f)] = f0 ± 5% |0.4294| < 0.05 NO f < (f0) 3.08632 < 0.35938 NO A(f0) < (f0) 0.09 < 1.58 OK

Lw lunghezza della finestra nw numero di finestre usate nell’analisi nc = Lw nw f0 numero di cicli significativi f frequenza attuale f0  frequenza del picco H/V f deviazione standard della frequenza del picco H/V (f0) valore di soglia per la condizione di stabilità f < (f0) A0 ampiezza della curva H/V alla frequenza f0 AH/V(f) ampiezza della curva H/V alla frequenza f – - SPETTRI DELLE SINGOLE COMPONENTI f frequenza tra f0/4 e f0 alla quale AH/V(f ) < A0/2 + + f frequenza tra f0 e 4f0 alla quale AH/V(f ) < A0/2

A(f) deviazione standard di AH/V(f), A(f) è il fattore per il quale la curva AH/V(f) media deve essere moltiplicata o divisa

logH/V(f) deviazione standard della funzione log AH/V(f) (f0) valore di soglia per la condizione di stabilità A(f) < (f0)

Valori di soglia per f e A(f0) Intervallo di freq. [Hz] < 0.2 0.2 – 0.5 0.5 – 1.0 1.0 – 2.0 > 2.0

(f0) [Hz] 0.25 f0 0.2 f0 0.15 f0 0.10 f0 0.05 f0 (f0) per A(f0) 3.0 2.5 2.0 1.78 1.58 log (f0) per logH/V(f0) 0.48 0.40 0.30 0.25 0.20

Figura 46 Risultati della prova HVSR 2 Analizzando i risultati delle prove si possono fare le seguenti considerazioni:

 Nel campo di frequenze di interesse ingegneristico (normalmente 1-10/15 Hz) non sono stati individuati picchi del rapporto H/V significativi;  La frequenza caratteristica nella prova 1 è stata individuata a 4.4 Hz, mentre nella prova 2 a 7.2 Hz;  Frequenze secondarie sono state individuate in entrambe le prove a 0.7 Hz;  Il valore del rapporto H/V, sempre inferiore a 2, indica contrasti d’impedenza sismica modesti.

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12.3 Valutazione effetti sismici di sito: secondo livello di approfondimento in Lombardia La normativa regionale lombarda concernente la valutazione del rischio sismico nell’ambito della disciplina urbanistica (D.g.r. 30 novembre 2011 - n. IX/2616 Aggiornamento dei “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del piano di governo del territorio …”), prevede tre livelli di approfondimento con grado di dettaglio in ordine crescente.

Il primo livello comporta il riconoscimento delle aree passibili di amplificazione sismica sfruttando sia le osservazioni geologiche fornite dalla cartografia d’inquadramento sia i dati esistenti, adottando lo schema riportato nella Figura 47. Considerando l’esito delle indagini eseguite e le indicazioni sugli aspetti sismici contenute nella Tavola 15 del PGT “classi di fattibilità delle azioni di piano”, l’unico scenario di pericolosità sismica che interessa l’area di progetto è dato da “amplificazioni litologiche e geometriche”, definito con la sigla Z4a e dovuto alla presenza di spessi depositi fluviali.

Infatti, per quanto riferito nei capitoli precedenti, si può escludere il rischio di “cedimenti”, intesi come addensamenti rilevanti di sabbie sciolte per effetto d el sisma (sigla Z2a), perché non sono presenti nel sito “terreni di fondazione particolarmente scadenti o depositi altamente compressibili”, mentre per il rischio di “liquefazione dei depositi granulari fini saturi” (sigla Z2b), l’esclusione è conseguente all’elaborazione proposta nel § 12.4.

Figura 47: tabella 1 dell’allegato 5 alla dgr 30 novembre 2011 - n. IX/2616 per l’individuazione degli scenari di pericolosità sismica Ai sensi della citata disciplina regionale l’analisi di secondo livello, o eventualmente quella di 3° livello ove l’analisi di 2° livello ne rivelasse la necessità, è richiesta in zona 4 per edifici il cui uso prevede affollamenti significativi o che comportino rischi rilevanti per la popolazione ai fini della sicurezza sismica o per costruzioni con funzioni pubbliche o

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Di seguito si descrive il percorso compiuto per sviluppare l’analisi di 2° livello, che comporta una valutazione semi-quantitativa degli effetti di amplificazione litologica, espressa dal Fattore di Amplificazione “Fa”, che riguarda le aree perimetrate nella carta di pericolosità sismica locale mediante confronto con valori soglia di riferimento definiti dalla Regione Lombardia per ogni comune, secondo una procedura approntata dal Politecnico di Milano e che è riferita nell’allegato 5 della citata dgr 30 novembre 2011 - n. IX/2616.

I valori di soglia sono indicati in un elaborato disponibile nelle pagine web della Direzione Generale Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia, nell’area dedicata alla Componente geologica a scala comunale http://www.regione.lombardia.it/wps/portal/isti tuzionale/HP/DettaglioRedazionale/servizi -e-informazioni/Enti -e-

Operatori/territorio/pianificazione -comunal e-e-provinciale/componente-geol ogi ca-pgt nel file “Analisi_sismica_-_soglie_lomb_-_dgr7374_2008.xls.”.

In generale la metodologia fa riferimento a una sismicità di base caratterizzata da un periodo di ritorno di 475 anni (probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni) ma può essere eseguita considerando altri periodi di ritorno. La procedura si attua come di seguito specificato.

Dai dati litologici, geotecnici e dall’andamento in profondità delle Vs s’individua la litologia prevalente del sito e di seguito la scheda di riferimento tra quelle proposte dal metodo. Sono state predisposte 6 tipi di schede litologiche:

o scheda per le litologie prevalentemente ghiaiose; o scheda per le litologie prevalentemente limoso-argillose (tipo 1 e tipo 2) o scheda per le litologie prevalentemente limoso-sabbiose (tipo 1 e tipo 2) o scheda per le litologie sabbiose (di solito preferibile in zone di pianura).

Secondo quanto indicato dalla procedura occorre fare riferimento alla scheda con caratteristiche più prossime a quelle rilevate in sito, che in questo caso è rappresentata da quella per litologie sabbiose, di solito preferibile in zone di pianura e che è coerente con la litologia descritta nella relazione geologica, come appare dal confronto con i “ parametri indicativi” che descrivono l’ambito di applicazione della scheda stessa .

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Figura 48 : parametri indicativi della scheda per le litologie sabbiose dell’allegato 5 alla Deliberazione Giunta regionale 30 novembre 2011 - n. IX/2616.

In realtà vista la composizione media indicata dalle stratigrafie dei pozzi sarebbe parsa più adatta la scheda per le litologie prevalentemente ghiaiose, ma la verifica di applicabilità descritta nel capoverso successivo ha evidenziato l’impossibilità di operare con tale scelta.

Una volta individuata la scheda di riferimento , infatti, è necessario verificarne la applicabilità al caso in esame controllando che il profilo dei valori di Vs con la profondità ottenuto nel sito ricada, almeno in gran parte, nel “ campo di validità” della scheda stessa, ovvero nella porzione superiore destra del diagramma Vs /profondità ill ustrato dalla Figura 49, come effettivamente si riscontra nel caso in esame.

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scheda per "litologia sabbiosa" velocità onde sismiche di taglio - Vs in m/s 0 100 200 300 400 500 600 700 800 0 5 10 Campo di validità 15 20 25 30 35 40

45

50 55 60 Campo di 65 NON validità 70

profondità in metri in profondità 75 80 Vs limite validità scheda SABBIOSA 85 MASW 1 Vailate 90 MASW 2 Vailate 95 100 MASW via Primo Maggio 105 MASW via Roma 110 115 tendenza ipotizzata 120

Figura 49: schema di controllo della coerenza del profilo sismico individuato con la scheda di riferimento e ipotesi di prosecuzione delle Vs in profondità (tendenza ipotizzata in legenda). Per valutare il fattore di amplificazione Fa, il successivo passo è di individuare il periodo proprio del sito “T”42 calcolato considerando tutta la stratigrafia fino alla profondità in cui il valore della velocità Vs è uguale o superiore a 800 m/s, utilizzando la seguente relazione:

dove al numeratore compare la distanza dalla superficie del substrato “rigido” moltiplicata per quattro. Poiché l’indagine geofisica è interpretabile fino a circa 35 metri e non raggiunge il substrato, la profondità dello stesso deve essere individuata “ipotizzando un opportuno gradiente di Vs con la profondità sulla base dei dati ottenuti dall’indagine, tale da raggiungere il valore di 800 m/s”.

42 Nota: Una struttura non deve mai possedere una frequenza di risonanza uguale alla frequenza fondamentale di risonanza dei terreni di fondazione (doppia risonanza), al fine di minimizzare gli effetti di un evento sismico intenso. La “doppia risonanza”, si traduce in un aumento considerevole delle sollecitazioni agenti sull’edificio e quindi, del danno che quest’ultimo può subire con un forte sisma.

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Quest’operazione è stata compiuta disegnando la linea a tratteggio riportata nel grafico in prosecuzione della MASW 1 e 2 sulla base della litologia nota dalle stratigrafie ed assumendo nel calcolo i relativi valori Vs/profondità che raggiungono la misura di 800 m/s alla profondità 140 metri circa.

Al denominatore della relazione di stima del periodo proprio “T”, compare la velocità media ponderale il cui calcolo è riportato nella Tabella 3:

da a Masw Vsi*hi Tabella 3: calcolo del periodo proprio dei terreni di 0 1.8 180 324 fondazione. In colore verde i valori assunti in ipotesi per determinare le Vs fino a 800 m/s. 1.8 3.5 280 476 3.5 7.5 300 1200 7.5 17 370 3515 Ottenuto il periodo proprio del terreno di 17.0 35 490 8820 fondazione, equivalente alla frequenza di 0,96 Hz, 35 55 550 11000 il passo successivo è quello di operare una 55 75 600 12000 selezione, entro una matrice presente nella 75 100 650 16250 scheda di valutazione, che in funzione della 100 120 700 14000 profondità e della velocità Vs dello strato 120 140 750 15000 superficiale consente di individuare quale curva 140 160 800 16000 utilizzare per la stima del valore di Fa. hi 160.0 Vsi*hi 98585

hi 640 Vsi*hi/Shi 616 periodo T 1.04 secondi

Tabella 4: matrice per la scelta delle curve T / Fa (tipo 1, 2 o 3) per la determinazione dell’amplificazione litologica, con indicazione del tipo di curva individuata per il caso specifico (rettangolo arancione). Nel caso in esame fino alla profondità di 4 metri, spessore minimo indicato dalla procedura, la velocità media ponderale è di 225 m/s per la MASW 1 e 202 m/s per la MASW 2, entrambi valori ricadenti nella casella che denota la curva 2 che quindi ri sulta essere quella di riferimento.

Note: 1) secondo le indicazioni degli autori il valore di Vs dello strato superficiale riportato nella scheda è da intendersi come “limite massimo di ogni intervallo”. 2) Il rettangolo rosso che distingue alcune caselle nella matrice è presente nella grafica originaria del documento e si riferisce a una condizione estranea a quella del sito in esame, precisata nel riquadro destro della Tabella 4.

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Definita nella scheda in esame la curva di riferimento da adottare, il valore del fattore di amplificazione Fa s’individua dall’intersezione dell’ordinata passante per il per iodo proprio T precedentemente determinato (T = 1,04 s) con la curva stessa fornita dalla scheda di riferimento adottata.

Figura 50: curve che identificano le variazioni del fattore di amplificazione in funzione del periodo proprio del terreno. Le curve disponibili per tale valutazione sono riferite a due intervalli di periodo 0,1-0,5 s e 0,5-1,5 s. Il primo intervallo si riferisce a edifici relativamente bassi e rigidi, indicativamente formati da strutture elevate da 1 a 5 piani (da 3 a 15 metri), il secondo a edifici alti e flessibili, indicativamente formate da strutture elevate da 5 a 15 piani (da 15 a 45 metri).

Per esemplificare il significato dei due intervalli prescelti la figura a fianco fornisce alcune relazioni sommarie tra altezza degli edifici e il periodo fondamentale di vibrazione, tratta da “Il periodo nella valutazione sismica di edifici esistenti in c.a .” G.M. Verderame, I. Iervolino, C. Mariniello e G. Manfredi Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Università degli Studi di Napoli Federico II - Linea 2 del progetto triennale, 2005/2008, ReLUIS – Dipartimento della Protezione Civile.

L’uso dei grafici di Figura 50 consente di individuare i seguenti valori :

Fa0.1-0.5 = 1,0

Fa 0.5-1.5 = 1,71, approssimato come richiesto dalla procedura a Fa0.5-1.5 = 1,8 L’uso delle relazioni analitiche fornite dal metodo in aggiunta ai grafici confermano la lettura sopra riportata:

Il fattore di amplificazione nell’intervallo di frequenza del sisma di 0.1 -0.5 secondi è: Fa 0.1- 0.5 = 1,0 se il periodo proprio del terreno T > 0.8 ; il fattore di amplificazione nell’intervallo di frequenza del sisma di 0.5 -1.5 secondi è pari a: Fa 0.5-1.5 = 1.73-0.61 ln T, corrispondente nel nostro caso a 1.71, se il periodo proprio del terreno ricade nell’intervallo 0.8 < T < 1.8 s. L’ultimo passo necessario a completare la verifica si realizza confrontando il valore di Fa ottenuto dall’applicazione scheda di riferimento adottata, con un parametro di analogo significato calcolato dalla Regione Lombardia per ciascun comune e per le diverse categorie di suolo (B, C, D ed E delle Norme Tecniche per le Costruzioni) e per i due intervalli di periodo considerati: 0.1-0.5 s e 0.5-1.5 s.

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Il parametro calcolato è riportato, come detto, nel file soglie_lombardia.xls disponibile nel sito della Direzione Generale Territorio e Protezione Civile della regione Lombardia, contiene per ciascun Comune della Regione Lombardia i valori massimi del fattore di amplificazione sismica (Fa) per ogni categoria di sottosuolo, che rappresenta il valore di soglia oltre il quale lo spettro proposto dalla normativa è ritenuto insufficiente a tenere in considerazione la reale amplificazione presente nel sito.

I valori concernenti Vailate sono riportati nella seguente tabella, dove sono evidenziati i casi di sottosuoli di categoria B e C (Tabella 3.2.II NTC ‘18), che è quella identificata nell’analisi sismica:

COMUNE INTERVALLO di Valori soglia dell’amplificazione (Fa) per periodo (s) categoria di sottosuolo B C D E 0.1 - 0.5 1.44 1.85 2.2 1.98 Vailate 0.5 - 1.5 1.71 2.41 4.16 3.08 Tabella 5: valori di soglia del fattore di amplificazione Fa per il comune di Vailate. Il confronto tra i valori di amplificazione litologica locale ottenuti dalla verifica di secondo livello (Fa locale) e i valori di soglia evidenzia quanto segue :

Fa locale 0.1-0.5 = 1,0 < 1,44/ 1,85 (soglia NTC ‘18) con sottosuoli B e C ;

Fa locale 0.5-1.5 = 1,80 > 1,71 (soglia NTC ‘18) se sottosuolo B

Fa locale 0.5-1.5 = 1,80 < 2,41 (soglia NTC ‘18) se sottosuolo C

Sulla base dei dati rilevati con l’indagine sismica, l’analisi di secondo livello conferma che per gli edifici più bassi (fino a circa 5 piani) la normativa esistente e il relativo spettro sono sufficienti a tenere in considerazione gli effetti di amplific azione litologica specifici del sito in esame, sia considerando il sottosuolo di categoria B, sia considerandolo in categoria C.

Per gli edifici di maggiore altezza occorre distinguere se si considera il sottosuolo come di categoria B oppure di categoria C. Nel primo caso il fattore di amplificazione ottenuto è superiore al valore di soglia (Fa locale 0.5-1.5 = 1,80 > 1,71) e quindi per la progettazione di edifici è possibile in alternativa:

1) procedere alle indagini ed agli approfondimenti di 3° livello;

2) utilizzare lo spettro caratteristico della categoria di suolo superiore, cioè quello del sottosuolo di categoria C che, come indicato in Tabella 5, presenta un valore di soglia pari a 2,41, quindi ben superiore al valore di Fa = 1,80 ottenuto con la verifica di secondo livello.

Nel secondo caso, ovvero se si considera da subito il sottosuolo come di categoria C, la progettazione strutturale può utilizzare lo spettro caratteristico di tale categoria in quanto , come detto Fa locale 0.5-1.5 = 1,80 < 2,41.

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Un’ultima notazione riguarda l’applicabilità della procedura sopra riferita con riferimento al § 2.5.2.1 “limiti di utilizzo degli abachi per amplificazioni litostratigrafiche” della pubblicazione “Gruppo di lavoro MS, 2008 - Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica.” predisposto dalla “Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - Dipartimento della protezione civile, Roma, 3 vol. e Dvd”.

In tale documento si precisa che “la presenza di un’inversione di velocità nel profilo delle Vs di una successione litostratigrafia s’intende realizzata quando un terreno rigido sovrasta stratigraficamente un terreno meno rigido (soffice) con un rapp orto Vs,ri g /Vs,sof > 2, con la Vs dello strato più rigido maggiore di 500 m/s. In tali casi è opportuno passare a un livello di approfondimento superiore .”

I profili ottenuti non mostrano alcuna inversione e quindi l’applicazione del criterio limite di applicabilità definito dal “Gruppo di lavoro MS, 2008” non comporta la necessità di eseguire un livello superiore di approfondimento.

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12.4 Stima del rischio di liquefazione con dati di Vs Oltre che mediante i dati delle prove penetrometriche dinamiche come rifer ito nel paragrafo Categoria di suolo di fondazione e stima del rischio di liquefazione della relazione geologica del 2012, la verifica la rischio di liquefazione può essere fatta con i valori di Vs ottenuti dalle misure geofisiche.

Per la verifica è stata condotta impiegando per la magnitudo il valore di M = 6,0 in base alle considerazioni riferite nel § 11.2 e in Figura 40, e per l’accelerazione massima al suolo ama x =0,14 g, considerando a g = 0,0918 g come indicato in Figura 39, e come fattore di amplificazione stratigrafica Ss = 1,5 ipotizzando cautelativamente un sottosuolo di categoria C (tabella 3.2.V NTC 2018). Il valore di ama x è pari a 0,11 g se si considera un sottosuolo di categoria B, come risultante dalle indagini sismiche effettuate per il PGT.

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L’elaborazione è stata effettuata con il metodo NCEER 1998 43 mediante software Cliq vers. 1.7.6.49 della GeoLogismiki software company.

Cautelativamente si è ipotizzata la falda a un metro dalla superficie topografica e l’assenza di frazione fine nel profilo (FC=0). Il profilo di Vs impiegato è quello della MASW 1, ma come evidenziato in Figura 49 nei primi 15 metri dalla superficie il profilo è quasi completamente sovrapponibile a quello alle restanti prove e quindi la verifica appare adatta a rappresentare il comportamento di una vasta porzione di ter ritorio.

Il risultato evidenzia valori normalizzati di V s,1 superiori a 300 m/s, che quindi non compaiono nel grafico CSR - Vs,1. e l’assenza di rischio che è espresso da valori del fattore di sicurezza costantemente superiore a 5.

43 Youd T.L., Idriss I.M., Andrus R.D., Arango I., Castro G., Christian J. T., Dobry R., Liam Finn W.D., Harder L. F. Jr., Hynes M.E., Ishihara K., Koester J.P., Laio S.S.C., Marcuson Iii W.F.,Martin G.R., Mitchell J.K., Moriwaki Y., Power M S., Robertson P.K., Seed R.B., Stokoe IiK.H. (2001) - Liquefaction resistance of soils: Summary report from the 1996 NCEERand 1998 NCEER/NSF workshops on evaluation of liquefaction resistance of soils. Jour.Geotech. Geoenviron. Eng., 127(10), pp. 817–833 ______

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13 Conclusioni e classi di fattibilità (Norme Geologiche di Piano) In tutto il territorio esaminato ed interessato da possibili interventi attuativi, non si sono evidenziate condizioni di problematicità tale da rendere sconsigliabile o particolarmente complessa la realizzazione di edifici analoghi a quelli più diffusamente presenti in Vailate. L’elaborazione in termini di resistenza al taglio dei dati derivati da 35 prove penetrometriche (27 dinamiche SCPT con foro non rivestito, 5 dinamiche con rivestimento e 3 statiche con punta meccanica Begemann) ha consentito di formulare una prima stima del carico ammissibile (qa in kPa) per fondazioni superficiali ordinarie, ipotizzando travi rovesce posate alla profondità D =-0,6 m dal p.c., di larghezza B=0,8 m. I risultati del calcolo, riferito nel capitolo 9 e nelle Figura 33 e Figura 34, evidenziano che in ogni circostanza, pur ipotizzando cautelativamente una falda a -1,2 m dalla superficie, i valori ottenuti non prefigurano condizioni problematiche per l’esecuzione degli edifici.

L’aspetto più rilevante, peraltro comune a tutto il territorio di Vailate ad esclusione in parte della porzione più settentrionale a nord dell’abitato, è dato dalla presenza di una falda freatica superficiale che durante i rilievi effettuati a settembre 2002 è stata osservata in ambito urbano alla profondità di –2,5 m dal piano campagna, ma che in base ai rilievi effettuati nel 1997 (5), nel 2000 (26), a fine settembre 2007 (prove PM), e fine giugno 2008 (prove [N] negli allegati), mostra soggiacenze minime comprese tra -1,3 e -1,8 m dal piano campagna.

I rilievi effettuati il 19 ed il 22 dicembre 2008 per il PGT non modificano il quadro delle conoscenze definito in precedenza, perché i livelli di falda all’inizio dell’inverno sono lontani sia dai valori minimi di fine aprile – inizio maggio, sia dai valori massimi che si registrano a fine agosto, ed inoltre la presenza di abbondanti piogge nelle settimane precedenti il rilievo ha provocato valori piuttosto elevati per il periodo.

Data l’assenza di misure nei pozzi privati, risultati tutti inaccessibili per tale verifica, il risultato conseguito nel 2002 e riassunto nella Figura 29, ed ancor più quello del rilievo 2008, appaiono scarsamente utilizzabili per la previsione dei livelli massimi della falda da assumere come riferimento per gli interventi edilizi, e tale circostanza obbliga ad accreditare un’ipotesi cautelativa circa i livelli che possono caratterizzare l’area durante il periodo irriguo, da maggio a settembre.

L’opportunità di assumere un’ipotesi cautelativa è stata confermata dai dati di più recenti indagini condotte nell’area urbana per interventi di edilizia privata (anni 2017 - 2018, in via Quasimodo, via Fremi, via Marconi, via Gorini) che hanno evidenziato nell’ambito urbano soggiacenze lievemente minori di quelle riportate nella ricostruzione .

I dati disponibili, discussi al paragrafo 6.1, suggeriscono un innalzamento massimo del livello freatico rispetto a quanto rilevato (interpolato) nel 2002, di circa 30 cm nella parte meridionale dell’abitato e di circa 90 cm in quella centrale, ma occorre tenere conto che in ambiti ristretti (singola costruzione o piano di zona) i livelli possono dipendere da fenomeni locali, quali l’entità dell’irrigazione, la permeabilità verticale dei terreni ( tavola

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DP_12 – aspetti pedologici) e lo stato di conservazione delle rogge, che talora presentano un alveo ben dragato e possono essere fortemente disperdenti, ma in altri casi mostrano al fondo depositi fini che ne determinano la parziale impermeabilizzazione.

Dal punto di vista pratico la presenza di una falda superficiale determina indubbie problematiche esecutive e la necessità di adottare soluzioni progettuali per impedire l’allagamento delle opere in sotterraneo, ma sotto il profilo geotecnico comporta solo limitate e prevedibili conseguenze, concernenti una moderata diminuzione del carico ammissibile. Di tale aspetto dovranno tenere conto i progettisti delle opere con i normali accorgimenti di calcolo, considerando anche che in presenza di terreni coesivi ( estesi in genere fino a profondità di 0,6 ÷ 1,4 m) è molto probabile che scavi condotti fino a profondità superiori a quella del livello piezometrico non intercettino l’acqua, mantenuta confinata (lievemente in pressione) dal sovrastante deposito poco permeabile, come osservato da G. Bassi (5,1987).

Di maggiore rilevanza invece è la possibile contaminazione della falda che l’esecuzione di fognature, serbatoi interrati, scarichi e movimenti di terra in genere possono determinare. Sotto questo profilo la presenza di depositi fini nella porzione superficiale del profilo può determinare sensibili differenze pratiche, ma a causa dell’impossibilità di valutare l’effettiva continuità late rale dei depositi presenti nei primi 1,5 m e del fatto che le opere di fondazione comportano comunque l’asportazione almeno parziale di tale copertura, pare opportuno adottare per tutto il territorio criteri omogenei di tutela, differenziando solo due ambiti, quello della fascia settentrionale del territorio dove si può stimare che anche in condizioni di massima piena idrogeologica il livello di falda si manterrà a profondità non inferiori a 2 metri, e quello a valle di tale limite , dove la falda può stagionalmente essere presente a profondità inferiori a 2 metri.

Il valore di soggiacenza di 2 metri si ritiene possa convenzionalmente separare le aree dove sono poco probabili interferenze dirette tra le opere di fondazion i ordinarie e la falda, dalle aree dove tali interferenze possono più facilmente manifestarsi, sia in fase esecutiva sia di esercizio.

Impiegando tale criterio, nel rispetto della TABELLA 1 della d.g.r. 30 novembre 2011 - n. IX/2616, la porzione settentrionale del territorio comunale è stata c ollocata nella classe 2 “fattibilità con modeste limitazioni”, mentre quella a valle è stata collocata nella classe 3 di fattibilità “fattibilità con consistenti limitazioni”, che riguarda “zone nelle quali sono state riscontrate consistenti limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso per le condizioni di pericolosità /vulnerabilità individuate, per il superamento delle quali potrebbero rendersi necessari interventi specifici o opere di difesa. In pratica si è ritenuto opportuno mantenere la classe d’ingresso suggerita dalla normativa (tabella 1), che specificamente prevede la classe 3 in presenza di “ aree a bassa soggiacenza o con presenza di falde sospese ”.

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Le prescrizioni di seguito formulate hanno il sostanzia le obiettivo di indicare le procedure tecniche minime da adottare in caso di interventi edilizi, al fine di realizzare la maggiore tutela delle acque sotterranee.

Copia delle indagini effettuate e della relazione geologica di supporto deve essere consegnata, congiuntamente alla restante documentazione, in sede di presentazione dei Piani attuativi (l.r. 12/05, art. 14) o in sede di richiesta del permesso di costruire (l.r. 12/05, art. 38).

Si evidenzia infine che il territorio di Vailate appartiene alle zone vulnerabili ai nitrati da origine agricola di cui all’allegato 2 della DGR 11 ottobre 2006 n. 8/3297 e tale appartenenza è stata confermata dalla deliberazione n. IX/4984 del 07/03/2013 e più recentemente dal PTUA 2016 (Piano di tutela ed uso delle acque ).

Una differente suddivisione del territorio comunale, questa volta in tre fasce denominate rispettivamente Nord, Centro e Sud è istituita per l’applicazione dei criteri d’invarianza idraulica e idrogeologica e la realizzazione dei sistemi di drenaggio sostenibile.

La scelta di operare una diversa suddivisione, applicabile solo per tali finalità, deriva dalla natura dei sistemi di drenaggio previsti ed elencati nell’allegato 5 del documento semplificato di rischio idraulico e delle loro possibili varianti e combinazioni, che è meno direttamente vulnerabile alla presenza a breve distanza della falda freatica, la quale comunque, per regola generale, deve trovarsi a distanza minima di almeno 1 metro dalla base del sistema.

A titolo di esempio, una pavimentazione permeabile o un sistema di bioritenzione la cui base dovesse trovarsi in alcuni periodi dell’anno a distanze inferiori a un metro rispetto al livello massimo freatico previsto, potrebbe subire una moderata riduzione dell’efficienza del sistema ma nessun danno strutturale, mentre serbatoi interrati o comunque manufatti sotterranei (es. fosse di ascensori, cantine, fognature, tombe etc.) progettati senza tenere conto della possibile presenza della falda, possono subire danni gravi sia per la sp inta idrostatica, sia per effetto delle infiltrazioni.

I sistemi di drenaggio urbano sostenibile che comprendono strutture impermeabili interrate, come vasche di laminazione, serbatoi di accumulo per il riuso delle acque piovane e soluzioni analoghe, sono soggetti alle prescrizioni di seguito riportate, valide in genere per tutte le opere costruite nel sottosuolo, ad esclusione della fascia Nord dove è consentito considerare la quota massima di falda presente a -2,5 metri dalla superficie.

Tale eccezione è dovuta al fatto che la fascia Nord riguarda solo la porzione più settentrionale della superficie posta in classe 2, dove la soggiacenza è maggiore del valore cautelativo adottato per la superficie in classe 2.

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In caso di dubbi sulla natura dell’opera di d renaggio, che può comprendere combinazioni di sistemi di ritenzione interrati e superficiali, ai fini dell’assunzione convenzionale del livello massimo di falda , prevale il criterio di seguito riportato di suddivisione del territorio due zone, la classe 2 e la classe 3A.

2 aree con soggiacenza della falda bassa

In tutto il territorio appartenente a tale classe, e individuato graficamente nella tavola DP_15, la progettazione di interventi edilizi di qualunque natura dovrà avvenire assumendo l’ipotesi di falda presente, almeno alcuni mesi dell’anno, alla profondità di – 2,0 m (due metri) dalla quota naturale del piano campagna (considerata in assenza di riporti o depressioni artificiali), fatto salvo il diverso esito di accertamenti che dimostrino su base statistica l’assenza di tale pericolo con tempi di ritorno di almeno 30 anni.

Per la realizzazione di opere o interventi che comportino scavi a profondità non superiori a -2 m, l’accertamento delle caratteristiche geologico tecniche dei terreni dovrà avvenire secondo le modalità contenute nel D.M. 17 gennaio 2018 Aggiornamento delle “Norme tecniche sulle costruzioni”.

In caso di opere che comportano scavi o posa di manufatti a profondità dal piano campagna superiori alla profondità sopra indicata, e comunque nell’eventualità di scavi sotto il livello freatico se rinvenuto a quote superiori, il rilascio della concessione edilizia dovrà essere subordinata all’effettuazione di indagini puntuali estese alla p arte del sottosuolo influenzata direttamente dalla costruzione del manufatto e ad una valutazione di compatibilità che definisca il pericolo di contaminazione della falda freatica e determini le modalità di attenuazione del rischio.

In relazione a quest’ultimo aspetto, nella documentazione di progetto in particolare dovranno essere precisate:

- modalità e tempi di eventuale abbattimento del livello freatico ed una valutazione delle possibili interferenza con le strutture di fondazione degli edifici limitrofi; - procedura previste per la mitigazione del rischio di dispersione di inquinanti durante le fasi di lavorazione; - elenco dei materiali e prodotti utilizzati per l’esecuzione delle opere in sotterraneo. In caso d’interventi che possano prevedere l’utilizzo di miscele di bentonite, polimeri, resine acquose e silicato di sodio, dovrà essere illustrata la modalità di utilizzo e la quantità di prodotti impiegati. In tale occorrenza l’Ufficio Tecnico comunale potrà richiedere la realizzazione di un monitoraggio sulla qualità delle acque di falda che consenta di definirne le caratteristic he prima e successivamente l’intervento.

L’autorizzazione all’installazione degli impianti stradali di distribuzione di carburante, dovrà esplicitamente tenere conto delle linee guida sui serbatoi interrati di ARPA Lombardia rif. (rev.0 del 15/3/2013), è subordinata alla effettuazione di indagini di cui al citato D.M. 17/01/18 ed alla realizzazione di un monitoraggio dei gas interstiziali nel

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24 , 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 111/ 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT: aggiornamento alla variante particolare, novembre 2018 ______non saturo (Gas Soil Survey) per definire la situazione di “bianco” del sito, prima dell’installazione dell’impianto, ed a successivi controlli biennali da predisporre in funzione delle dimensioni e tipologie dei serbatoi interrati.

Per la realizzazione di tubi interrati, e segnatamente di fognature, si fa rimando alle prescrizioni contenute nel decreto del ministero LL.PP. del 12 dicem bre 1985 “norme tecniche relative alle tubazioni”.

Per le opere di ristrutturazione sugli edifici che prevedono la modifica del funzionamento strutturale delle fondazioni, il progetto dovrà essere accompagnato da una relazione geotecnica che valuti l'alterazione dei carichi indotti sul substrato di fondazione.

3A aree con soggiacenza della falda molto bassa

In tutto il territorio appartenente a tale classe ed individuato graficamente nella tavola DP_15, la progettazione di interventi edilizi di qualunque natura dovrà avvenire assumendo l’ipotesi di falda presente, almeno alcuni mesi dell’anno, alla profondità di – 1,0 m (un metro) dalla quota naturale del piano campagna (considerata in assenza di riporti o depressioni artificiali), fatto salvo il diverso esito di accertamenti che dimostrino su base statistica l’assenza di tale pericolo con tempi di ritorno di almeno 30 anni.

Per le aree ricadenti in tale classe valgono tutte le prescrizioni della classe 2 in merito alla esecuzione di scavi e di opere eseguite a profondità inferiori o superiori a quella della falda, in questo caso convenzionalmente assunta a -1,0 m dal piano campagna.

3B (fasce di rispetto dei corsi d'acqua)

Il documento “Determinazione del Reticolo Idrico Minore (ai sensi della DGR del 18 dicembre 2017 n°X/7581)” per il Comune di Vailate elaborato dallo studio Agriter di Crema e datato maggio 2018, nella Relazione introduttiva - Determinazione del Reticolo Idrico Minore - riferisce che “che nessun corso d’acqua che interessi il territorio comunale di Vailate è classificato come Reticolo Idrico Principale, …come Reticolo Idrico di competenza del Consorzio di Bonifica, …come Reticolo Idrico Minore”.

Per effetto di dette conclusioni tutti i corsi d’acqua che sono stati individuati nelle tavole 1 e 2 allegati al citato documento e che interessano il territorio comunale di Vailate sono classificati come “Rete Irrigua Principale” ed appartengono a privati.

Preso comunque atto della vastità e dell’importanza ambientale e storica della rete idrografica presente nel territorio di Vailate, nonché della rilevanza ai fini della sicurezza idraulica della sua conservazione, nella carta della fattibilità è stata individuata una fascia di rispetto dei canali, collocandola nella classe 3 di fattibilità , disponendo il divieto all'edificazione fino alla distanza di 10 m dai corsi d'acqua in ambito extraurbano e di 4

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Inoltre sui corsi d'acqua sopra individuati vige il divieto di tombinatura ai sensi dell’art. 115, comma 1 del D. Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 e s.m.i. e del Piano di Tutela ed Uso delle Acque della Lombardia

La fascia di rispetto individuata corrisponde a una porzione di territorio compresa entro una distanza di 10 o 4 metri rispettivamente per parte dal ciglio dell'alveo inciso o del piede esterno dell’argine quando presente. La rappresentazione fornita nella tavola è indicativa, e dove occorra, la precisa definizione della fascia vincolata dovrà avvenire con rilievi planialtimetrici in scala non minore di 1:500.

In caso di spostamento dei corsi d’acqua lungo percorsi differenti da quelli ora esistenti, il vincolo riferito sarà adattato al nuovo percorso.

3C (aree soggette a moderato e occasionale allagamento)

Una superficie di circa 7000 mq posta in corrispondenza dell’intersezione tra via Montebello e via Mazzini, secondo le testimonianze verbali dei gestori della roggia Vailata, è soggetta a essere allagata con acque lentiche (sostanzialmente prive di flusso) con formazione di ristagni di modesta altezza in occasione di precipitazioni intense durante la stagione irrigua. La causa del fenomeno sembra attribuibile al cattivo stato di manutenzione di una derivazione della roggia Ghidella , che transita sotto le abitazioni lungo un percorso che non è indicato in nessuna delle planimetrie disponibili.

Poiché secondo le testimonianze sopra citate i fenomeni descritti hanno prodotto danni di moderata entità e disagi temporanei, si ritiene di poter associare l’area alla pericolosità P2/M ai sensi del § 3.3.3 della dgr X / 6738 del 19/06/2017, collocandola nella classe 3 di fattibilità, con le seguenti prescrizioni (tratte da: Reticolo naturale e reticolo consortile – disposizioni comuni del paragrafo citato):

1. Gli eventuali interventi edilizi sono subordinati alla realizzazione di uno studio di compatibilità idraulica, che l’Amministrazione comunale è tenuta ad acquisire in sede di rilascio del titolo edilizio. Tale studio è finalizzato a definire i limiti e gli accorgimenti da assumere per rendere l’intervento compatibile con le criticità rilevate, in base al tipo di pericolosità e al livello di esposizione locali. Detto studio può essere omesso per gli interventi edilizi che non modificano il regime idraulico dell’area allagabile, accompagnando il progetto da opportuna asseverazione del progettista (es. recupero di sottotetti, interventi edilizi a quote di sicurezza); 2. L’intervento dovrà garantire l’applicazione di misure volte al rispetto del principio dell’invarianza idraulica, finalizzate a salvaguardare e non peggiorare la capacità ricettiva del sistema idrico e a contribuire alla difesa idraulica del territorio; 3. E’ vietato realizzare piani interrati o seminterrati non dotati di sistemi di autoprotezione e idonei accorgimenti edilizi, almeno consistenti negli interventi di cui ai successivi punti dal n. 7 al 12 (tratti dal § 3.5.3 della dgr sopra citata); 4. Nei piani interrati o seminterrati, dotati di sistemi di autoprotezione e idonei accorgimenti edilizi, dimensionati sulla base degli esiti dello studio compatibilità idraulica, è vietato un uso che preveda la presenza continuativa di persone; 5. Il progetto e la realizzazione delle trasformazioni consentite, dovrà comprendere soluzioni compatibili, senza danni significativi, con la sommersione periodica; 6. Il progetto e gli interventi dovranno favorire il deflusso/infiltrazione delle acque di esondazione, evitando interventi che ne comportino l’accumulo, ovvero che comportino l'aggravio delle condizioni di pericolosità/rischio per le aree circostanti.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24 , 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 113/ 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT: aggiornamento alla variante particolare, novembre 2018 ______

7. Le pareti perimetrali, pavimenti e solette dovranno essere realizzati a tenuta d’acqua; 8. Deve essere prevista la presenza di scale/rampe interne di collegamento tra il piano dell’edificio potenzialmente allagabile e gli altri piani; 9. Gli impianti elettrici dovranno essere realizzati con accorgimenti tali da assicurare la continuità del funzionamento anche in caso di allagamento; 10. Le aperture dovranno presentare sistemi di chiusura a tenuta stagna e/o provviste di protezioni idonee; 11. Le rampe di accesso devono essere provviste di particolari accorgimenti tecnico-costruttivi (dossi, sistemi di paratie, etc.) per impedire l’ingresso dell’acqua; 12. Devono essere previsti ed installati sistemi di sollevamento delle acque da ubicarsi in condizioni di sicurezza idraulica.

4A (zona di tutela assoluta dei pozzi pubblici, coincidente con quella di rispetto)

L’area corrisponde alla zona di tutela assoluta dei pozzi pubbl ici ad uso idropotabile (o meglio come sopra definiti “che erogano acqua potabile a terzi mediante impianto di acquedotto che riveste carattere di pubblico interesse ”). La superficie interessata è quella compresa entro il raggio di 10 m dall’opera di capta zione, all’interno della quale non è possibile lo svolgimento di alcuna attività e che “ deve essere adeguatamente protetta e adibita esclusivamente ad opere di captazione o presa e ad infrastrutture di servizio .”.

4B (fasce di scorrimento delle piene del reticolo superficiale)

Le superfici inserite in tale sottoclasse sono costituite dagli alvei di piena del reticolo idrografico. All’interno di tali superfici sono consentiti soli interventi di manutenzione ordinata e straordinaria finalizzati al mantenimento delle corrette condizioni di deflusso delle acque.

Nella medesima classe sono inseriti i 14 fontanili presenti in territorio comunale e le superfici limitrofe individuate con apposito tratto grafico nella tavola DP_15, per i quali non sono consentite opere di urbanizzazione né azioni o interventi che possano compromettere le risorse idriche superficiali e sotterranee; in particolare non sono consentite alterazioni del sistema idraulico del capofonte e del micro -ambiente costituitosi, ad eccezione delle normali operazioni di manutenzione.

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24 , 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 114/ 116 Comune di Vailate (Cr) Relazione geologica di PGT: aggiornamento alla variante particolare, novembre 2018 ______

Figura 1: individuazione area di studio nel territorio regionale ...... 4 Figura 2: stralcio del foglio geologico n° 49 Treviglio e delimitazione del confine comunale di Vailate : scala 1: 100.000 ...... 5 Figura 3 : stralcio della carta geologica della Provincia di Bergamo – scala grafica ...... 8 Figura 4 : stralcio della carta tematica della Regione Lombardia - Morfologica , foglio C6 Crema –Treviglio – scala 1: 50.000. Le linee a tratteggio indicano le tracce di paleoalvei, ritenuti allo stesso livello del piano campagna...... 9 Figura 5 : rappresentazione tridimensionale del territorio elaborata con gli stessi dati della tavola DP_11. Esagerazione verticale pari a 75: le linee continue sono le isoipse spaziate 1 m , le frecce sottolineano la direzione del gradiente topografico...... 11 Figura 6: sezioni topografiche del territorio comunale tracciate da nord verso sud ...... 13 Figura 7 : conoidi fluvioglaciali di provenienza alpina ed isoipse distanziate 5 m : La denominazione identifica solo la posizione geografica dello scaricatore, ma non necessariamente coincide con l’attuale idrografia: 6) “Molgora”, 7) “Adda”, 8) “Brembo”, 9) “Serio”, 10) “Cherio”, 11)”Oglio”. Le conoidi appaiono coalescenti nelle posizioni distali e localmente si estendono ampiamente a sud del territorio di Vailate : scala 1: 500.000 circa ...... 14 Figura 8: sezione strutturale della pianura orientata circa SSW – NNE; sezione n° 5, AGIP 1986...... 16 Figura 9 : schema dei rapporti stratigrafici (figura 5.1 del documento in esame) ...... 19 Figura 10: quota del limite basale in m s.l.m...... 21 Figura 11: spessore cumulativo dei livelli poroso permeabili in m. I retini sovrapposti indicano la capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque sotterranee (moderata e talora bassa nel territorio di Vailate) secondo gli elaborati ERSAL, ampiamente ripresi nella presente relazione...... 21 Figura 12: profondità del limite basale in m s.l.m. e spessore della parte del gruppo B saturato in acqua dolce in m (linea amaranto)...... 21 Figura 13: spessore cumulativo dei livelli poroso permeabili in m. Il valore rimane pressoché costante in tutto il territorio di Vailate, intono ai 20 m...... 22 Figura 14: quota del limite basale in m s.l.m. e spessore della parte del gruppo C saturato in acqua dolce in m (linea amaranto) Nel territorio comunale si denota un incremento dello spessore complessivo del Gruppo che passa da circa 80 m nella parte N a circa 110 m in quella S...... 22 Figura 15: spessore cumulativo dei livelli poroso permeabili in m. Si osserva un rilevante aumento dei depositi permeabili da NE verso SW, che consente di ritenere le are sud occidentali adatte per la ricerca in acquiferi profondi e particolarmente protetti...... 22 Figura 16: profondità del limite basale in m s.l.m. e spessore della parte del gruppo D saturato in acqua dolce in m (linea amaranto)...... 23 Figura 17: spessore cumulativo dei livelli poroso permeabili in m . Come nel caso del gruppo acquifero C si osserva un aumento dei depositi permeabili da NE verso SW. L’aumento è però proporzionalmente meno accentuato del caso precedente ...... 23 Figura 18: schema della serie idrogeologica – tipo della pianura bergamasca ...... 24 Figura 19 : porzione meridionale della sezione idrogeologica n° 1 dell’articolo. Scala grafica...... 25 Figura 20 : carta delle isopiezometriche tratta dall’articolo in discussione con lievi modifiche grafiche ...... 26 Figura 21 : diagramma di Schoeller delle acque prelevate a varie profondità nel pozzo di Caravaggio...... 27 Figura 22 : sezioni idrogeologiche passanti per il territorio di Vailate o nelle immediate vicinanze (B) ...... 29 Figura 23 : stralcio della “carta idrogeologica” (1999). Scala grafica (originale 1: 50.000): il reticolo sovrapposto è 1 Km di lato. 32 Figura 24 isopiezometriche della falda profonda e limiti della fascia di fontanili (linee nere più marcate); nel riquadro il dettaglio relativo a Vailate ...... 34 Figura 25 diagramma di Schoeller del pozzo di Vailate (pozzo profondo) e di due pozzi superficiali in territori limitrofi Agnadello , Capralba : si denota in tutti i casi una composizione corrispondente alla facies A1C sopra definita, ed alle acque prelevate a varie profondità nel pozzo di Caravaggio ...... 36 Figura 26: stralcio della “carta delle irrigazioni - quadro b” in “LO STATO ATTUALE DELLE IRRIGAZIONI IN LOMBARDIA”, a cura di P.L.Romita, R.Giura, D.De Wrachien, D.Galiperti in La Bonifica – anno XXVI n° 1 scala 1: 100.000 ...... 39 Figura 27: stralcio della tavola 1 dei comizi irrigui del “Catasto delle acque irrigue della provincia di Cremona” – (1986) Camera di Commercio Industria Artigianato ed Agricoltura di Cremona & Consorzio per l’incremento della Irrigazione nel territorio cremonese, a cura di Bruno Loffi...... 40 Figura 28 : isopiezometriche desunte dai rilievi delle quote dell’acqua presso i fontanili in data 11/09/2002 .- scala 1:25.000...... 50 Figura 29 : soggiacenza della falda freatica realizzata con i dati della quota dell’acqua presso 11 fontanili ed un micropiezometro in data 11/09/2002 ...... 51 Figura 30: oscillazioni freatiche a Treviglio: dati ripresi dalla pubblicazione citata nella Figura 25 ...... 52 Figura 31 : griglia di 1 Km di lato del valore dell’Indice SINTAC tratto da bibliografia citata ...... 62 Figura 32: esempio di calcolo del carico ammissibile ...... 69

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Figura 33: esito dell’elaborazione del carico ammissibile per fondazioni di larg. B = 0,8 m a –0,6 m dal piano campagna e relativa rappresentazione planimetrica indicativa, relativa alla sola area urbana...... 70 Figura 34: rappresentazione planimetrica dei dati di Figura 32 per l’intera superficie compresa tra le verticali...... 71 Figura 35: sovrapposizione della carta delle piccole derivazioni (GIS Banche dati delle risorse idriche della provincia di Bergamo http://siter.provincia.bergamo.it/agssitera/default.aspx ) con la carta dell’individuazione degli ambiti di trasformazione della Variante Generale del PGT di Vailate. Sono indicate con numerazioni n pozzi per i quali sono note le stratigrafie. Il pozzo n. 4 è stato individuato dalla consultazione dell’Atlante Ambientale della Provincia di Cremona.(http://www.atlanteambientale.it)...... 72 Figura 36 : stratigrafie dei pozzi presenti a distanze di alcune centinaia di metri dagli ambiti AT7 e AT8, ubicati nella planimetria di Figura 34 ...... 73 Figura 37: schema rappresentativo di amplificazioni dovute a condizioni litologiche e/o geometriche e a destra grafici della funzione di amplificazione al variare del fattore di frequenza (F= wH/Vs, con w =2pf= frequenza circolare) e del valore del rapporto di impedenza...... 77 Figura 38: Fasce granulometriche per la valutazione preliminare della suscettibilità alla liquefazione di un terreno per i terreni a granulometria uniforme (a) ed estesa (b) (da AGI, 2005 Aspetti Geotecnici della Progettazione in Zona Sismica) e § 7.11.3.4.2 NTC 2018...... 78 Figura 39 : valori di pericolosità sismica espressa in termini di accelerazione prevista su suolo rigido. Nella figura a sinistra è rappresentato il caso di probabilità di superamento del 10 % in 50 anni, corrispondente ad un tempo di ritorno di 475 anni. Nella parte destra della figura è rappresentato lo spettro elastico di risposta al variare della frequenza del segnale sismico e della probabilità di non superamento, calcolate con un fattore di smorzamento del 5%...... 80 Figura 40: sintesi delle informazioni sulla struttura sismogenetica che comprende Vailate...... 81 Figura 41: elementi di storia sismica dell’area intorno a Vailate...... 83 Figura 42: risentimenti sismici in occasione del terremoto “valle dell’Oglio” del 1802, e diagramma di disaggregazione per il nodo compreso tra Arzago d’Adda e Vailate...... 84 Figura 43: visione a piccola scala e in dettaglio della posizione delle faglie capaci indicate nel database di ITHACA, dal sito http://www.isprambiente.gov.it/it/progetti/suolo-e-territorio-1/ithaca-catalogo-delle-faglie-capaci...... 85 Figura 44: ubicazione degli stendimenti sismici e coordinate dei centri delle stese nel sistema WGS84. Base cartografica DBTR Regione Lombardia (shape file disponibili per Vailate)...... 88 Figura 45 Risultati della prova HVSR 1 ...... 96 Figura 46 Risultati della prova HVSR 2 ...... 97 Figura 47: tabella 1 dell’allegato 5 alla dgr 30 novembre 2011 - n. IX/2616 per l’individuazione degli scenari di pericolosità sismica ...... 98 Figura 48 : parametri indicativi della scheda per le litologie sabbiose dell’allegato 5 alla Deliberazione Giunta regionale 30 novembre 2011 - n. IX/2616...... 100 Figura 49: schema di controllo della coerenza del profilo sismico individuato con la scheda di riferimento e ipotesi di prosecuzione delle Vs in profondità (tendenza ipotizzata in legenda)...... 101 Figura 50: curve che identificano le variazioni del fattore di amplificazione in funzione del periodo proprio del terreno...... 103

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Dott. Angelo Scotti – GEOLOGO – Via Lungo Adda 24 , 26026 Pizzighettone (Cr) pag. 116/ 116 Comune di Vailate (Cr) Allegato 1a PGT 2018 - Studio della componente geologica, idrogeologica e sismica ai sensi della Deliberazione di Giunta regionale 30 novembre 2011 n. IX/2616

PC 1/ 2 PC 2/ 2 PF 1/ 5 PF 2/ 5 PF 3/ 5 PF 4/ 5 PF 5/ 5 p.c.= 102,5 s.l.m p.c.= 103,1 s.l.m p.c.= 102,2 s.l.m p.c.= 102,4 s.l.m p.c.= 102,6 s.l.m p.c.= 101,6 s.l.m p.c.= 101,2 s.l.m qc qc qc qc qc qc qc profondità NSPT equiv.in NSPT equiv.in NSPT equiv.in NSPT equiv.in NSPT equiv.in NSPT equiv.in NSPT equiv.in NSCPT NSCPT NSCPT NSCPT NSCPT NSCPT NSCPT (m) equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2

0,3 6 9 45 30 30 150 3 5 26 8 11 55 3 5 26 6 9 45 10 13 64 0,6 4 7 34 10 13 64 3 5 26 24 24 120 3 5 26 20 21 103 20 21 103 0,9 10 13 64 4 7 34 5 8 39 32 32 160 4 7 34 13 15 76 30 30 150 1,2 11 14 68 14 16 81 2 3 17 10 13 64 5 8 39 13 15 76 38 38 190 1,5 48 48 240 7 10 50 3 5 26 6 9 45 5 8 39 11 14 68 30 30 150 1,8 68 68 340 6 9 45 6 9 45 5 8 39 5 8 39 10 13 64 28 28 140 2,1 55 55 275 16 18 88 11 14 68 4 7 34 8 11 55 15 17 84 17 18 92 2,4 62 62 310 30 30 150 11 14 68 6 9 45 4 7 34 23 23 115 9 12 59 2,7 31 31 155 66 66 330 8 11 55 4 7 34 2 3 17 23 23 115 5 8 39 3 29 29 145 28 28 140 3 5 26 5 8 39 4 7 34 12 14 72 9 12 59 3,3 26 26 130 28 28 140 3 5 26 7 10 50 9 12 59 5 8 39 6 9 45 3,6 10 13 64 26 26 130 5 8 39 9 12 59 6 9 45 4 7 34 6 9 45 3,9 9 12 59 17 18 92 8 11 55 6 9 45 3 5 26 8 11 55 6 9 45 4,2 5 8 39 6 9 45 15 17 84 5 8 39 2 3 17 7 10 50 15 17 84 4,5 15 17 84 5 8 39 16 18 88 7 10 50 2 3 17 9 12 59 8 11 55 4,8 13 15 76 6 9 45 23 23 115 13 15 76 7 10 50 13 15 76 10 13 64 5,1 11 14 68 13 15 76 18 19 96 22 22 110 11 14 68 17 18 92 12 14 72 5,4 15 17 84 13 15 76 5,7 13 15 76 21 21 105 6 17 18 92 14 16 81 6,3 18 19 96 19 20 100 6,6 26 26 130 15 17 84 6,9 5 8 39 7,2 17 18 92 7,5 14 16 81 7,8 15 17 84 8,1 10 13 64 8,4 15 17 84 8,7 20 21 103 9 27 27 135 9,3 24 9,6 22 9,9 26 10,2 18

tabella dati di prove penetrometriche dinamiche SCPT eseguite dal 1997 al 2001 pag 1/5 Comune di Vailate (Cr) Allegato 1a

PGT 2018 - Studio della componente geologica, idrogeologica e sismica ai sensi della Deliberazione di Giunta regionale 30 novembre 2011 n. IX/2616

P 1/ 5 P 2/ 5 P 3/ 5 P 4/ 5 P 5/ 5 p.c.= 102,3 s.l.m p.c.= 102,7 s.l.m p.c.= 104,0 s.l.m p.c.= 102,4 s.l.m p.c.= 102,4 s.l.m qc qc qc qc qc profondità NSPT equiv.in NSPT equiv.in NSPT equiv.in NSPT equiv.in NSPT equiv.in NSCPT NSCPT NSCPT NSCPT NSCPT (m) equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2

0,3 1 2 9 1 2 9 1 2 9 2 3 17 1 2 9 0,6 3 5 26 2 3 17 3 5 26 2 3 17 2 3 17 0,9 4 7 34 3 5 26 3 5 26 1 2 9 4 7 34 1,2 4 7 34 3 5 26 8 11 55 1 2 9 10 13 64 1,5 7 10 50 4 7 34 13 15 76 2 3 17 10 13 64 1,8 20 21 103 17 18 92 17 18 92 2 3 17 6 9 45 2,1 16 18 88 25 25 125 15 17 84 4 7 34 4 7 34 2,4 12 14 72 23 23 115 5 8 39 4 7 34 2 3 17 2,7 8 11 55 9 12 59 14 16 81 4 7 34 2 3 17 3 5 8 39 7 10 50 13 15 76 3 5 26 5 8 39 3,3 3 5 26 10 13 64 5 8 39 4 7 34 7 10 50 3,6 6 9 45 9 12 59 5 8 39 7 10 50 6 9 45 3,9 15 17 84 8 11 55 5 8 39 8 11 55 11 14 68 4,2 15 17 84 10 13 64 3 5 26 6 9 45 11 14 68 4,5 9 12 59 8 11 55 6 9 45 8 11 55 17 18 92 4,8 13 15 76 10 13 64 7 10 50 7 10 50 20 21 103 5,1 16 18 88 7 10 50 15 17 84 10 13 64 20 21 103 5,4 23 23 115 11 14 68 8 11 55 7 10 50 7 10 50 5,7 28 28 140 6 9 45 9 12 59 17 18 92 10 13 64 6 31 31 155 6 9 45 8 11 55 23 23 115 19 20 100 6,3 8 11 55 7 10 50 11 14 68 19 20 100 6,6 17 18 92 5 8 39 17 18 92 25 25 125 6,9 19 20 100 18 19 96 34 34 170 32 32 160 7,2 15 17 84 19 20 100 28 28 140 20 21 103 7,5 17 18 92 30 30 150 22 22 110 21 21 105 7,8 15 17 84 26 26 130 19 20 100 17 18 92 8,1 10 13 64 22 22 110 18 19 96 8,4 8,7 9 9,3 9,6 9,9 10,2

tabella dati di prove penetrometriche dinamiche SCPT eseguite dal 1997 al 2001 pag 2/5 Comune di Vailate (Cr) Allegato 1a

PGT 2018 - Studio della componente geologica, idrogeologica e sismica ai sensi della Deliberazione di Giunta regionale 30 novembre 2011 n. IX/2616

SCPT PM 2 SCPT PM 4 SCPT PM 6 SCPT PM 14 PM 1 CPT PM 7 CPT PM 10 CPT p.c.= 103,6 s.l.m p.c.= 103,0 s.l.m p.c.= 103,0 s.l.m p.c.= 102,2 s.l.m p.c.= 103,6 s.l.m p.c.= 102,9 s.l.m p.c.= 102,4 s.l.m qc qc qc qc qc Rt fs qc Rt fs qc Rt fs profondità N NSPT equiv.in N NSPT equiv.in N NSPT equiv.in N NSPT equiv.in profondità SCPT SCPT SCPT SCPT 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 Kg/cm Kg/cm Kg/cm (m) equiv. Kg/cm equiv. Kg/cm equiv. Kg/cm equiv. Kg/cm (m) Kg/cm Kg/cm Kg/cm Kg/cm Kg/cm Kg/cm

0,3 2 3 17 2 3 17 2 3 17 2 3 17 0,2 0,40 0,6 3 5 26 4 7 34 3 5 26 4 7 34 0,4 40 46 0,27 31 39 0,80 21 34 1,47 0,9 5 8 39 4 7 34 4 7 34 2 3 17 0,6 53 57 0,60 33 45 0,07 40 62 0,27 1,2 3 5 26 3 5 26 4 7 34 3 5 26 0,8 37 46 0,60 27 28 0,93 67 71 1,00 1,5 6 9 45 3 5 26 3 5 26 3 5 26 1 15 24 0,27 21 35 0,53 39 54 0,73 1,8 4 7 34 1 2 9 3 5 26 3 5 26 1,2 22 26 0,13 25 33 0,33 49 60 0,60 2,1 4 7 34 2 3 17 6 9 45 4 7 34 1,4 17 19 0,60 14 19 0,73 98 107 4,13 2,4 4 7 34 2 3 17 5 8 39 3 5 26 1,6 102 111 0,80 27 38 1,13 139 201 1,27 2,7 2 3 17 3 5 26 3 5 26 3 5 26 1,8 108 120 2,73 34 51 0,87 55 74 0,87 3 3 5 26 2 3 17 2 3 17 4 7 34 2 88 129 4,40 33 46 0,40 46 59 0,93 3,3 7 10 50 3 5 26 2 3 17 2 3 17 2,2 93 159 0,93 39 45 0,73 59 73 0,73 3,6 8 11 55 3 5 26 4 7 34 6 9 45 2,4 181 195 8,00 35 46 0,47 51 62 1,47 3,9 7 10 50 5 8 39 3 5 26 5 8 39 2,6 42 162 0,67 20 27 0,93 73 95 1,27 4,2 8 11 55 5 8 39 10 13 64 5 8 39 2,8 99 109 3,27 31 45 0,53 36 55 2,20 4,5 16 18 88 6 9 45 7 10 50 11 14 68 3 115 164 3,00 17 25 0,80 184 217 1,13 4,8 16 18 88 6 9 45 17 18 92 11 14 68 3,2 62 107 1,13 42 54 0,87 41 58 1,47 5,1 14 16 81 8 11 55 12 14 72 9 12 59 3,4 68 85 0,67 53 66 0,80 37 59 0,53 5,4 16 18 88 16 18 88 17 18 92 12 14 72 3,6 39 49 0,60 41 53 0,80 18 26 0,53 5,7 14 16 81 12 14 72 22 22 110 15 17 84 3,8 88 97 0,47 49 61 1,60 21 29 0,40 6 16 18 88 10 13 64 26 26 130 23 23 115 4 114 121 2,07 35 59 0,47 18 24 0,53 6,3 14 16 81 23 23 115 17 18 92 29 29 145 4,2 136 167 0,40 42 49 0,73 20 28 1,53 6,6 16 18 88 26 26 130 25 25 125 21 21 105 4,4 159 165 2,87 85 96 2,13 33 56 0,33 6,9 22 22 110 25 25 125 17 18 92 15 17 84 4,6 206 249 241 273 1,87 39 44 2,33 7,2 27 27 135 27 27 135 28 28 140 19 20 100 4,8 253 281 91 126 3,27 7,5 25 25 125 21 21 105 22 22 110 22 22 110 5 236 285 7,8 21 21 105 28 28 140 26 26 130 27 27 135 5,2 8,1 23 23 115 32 32 160 19 20 100 25 25 125 5,4 8,4 5,6 8,7 5,8 9 6 9,3 6,2 9,6 6,4 9,9 6,6 10,2 6,8

tabella dati di 4 prove penetrometriche dinamiche SCPT e tre statiche CPT effettuate il 30.09. 2008, sui comparti PL 11-12-13. Dott. Giuseppe Malerba pag 3/5 Comune di Vailate (Cr) Allegato 1a PGT 2018 - Studio della componente geologica, idrogeologica e sismica ai sensi della Deliberazione di Giunta regionale 30 novembre 2011 n. IX/2616

SCPT [1] SCPT [2] SCPT [3] SCPT [4] SCPT [5] SCPT [6] SCPT [7] SCPT [8] SCPT [9] SCPT [10] p.c.= 101,7 s.l.m p.c.= 101,9 s.l.m p.c.= 101,8 s.l.m p.c.= 101,9 s.l.m p.c.= 101,8 s.l.m p.c.= 102,0 s.l.m p.c.= 102,3 s.l.m p.c.= 102,4 s.l.m p.c.= 102,4 s.l.m p.c.= 102,4 s.l.m qc qc qc qc qc qc qc qc qc qc profondità NSCPT NSPT equiv.in NSCPT NSPT equiv.in NSCPT NSPT equiv.in NSCPT NSPT equiv.in NSCPT NSPT equiv.in NSCPT NSPT equiv.in NSCPT NSPT equiv.in NSCPT NSPT equiv.in NSCPT NSPT equiv.in NSCPT NSPT equiv.in (m) equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2

0,3 3 5 26 4 7 34 5 8 39 6 9 45 4 7 34 8 11 55 7 10 50 8 11 55 5 8 39 13 15 76 0,6 3 5 26 10 13 64 3 5 26 4 7 34 3 5 26 5 8 39 5 8 39 11 14 68 7 10 50 7 10 50 0,9 5 8 39 21 21 105 2 3 17 12 14 72 4 7 34 4 7 34 14 16 81 18 19 96 11 14 68 15 17 84 1,2 14 16 81 20 21 103 2 3 17 8 11 55 8 11 55 10 13 64 16 18 88 17 18 92 14 16 81 13 15 76 1,5 16 18 88 11 14 68 4 7 34 3 5 26 6 9 45 10 13 64 15 17 84 21 21 105 19 20 100 8 11 55 1,8 16 18 88 10 13 64 4 7 34 5 8 39 4 7 34 9 12 59 16 18 88 8 11 55 21 21 105 7 10 50 2,1 10 13 64 7 10 50 4 7 34 7 10 50 4 7 34 4 7 34 5 8 39 2 3 17 19 20 100 3 5 26 2,4 5 8 39 3 5 26 4 7 34 3 5 26 5 8 39 3 5 26 2 3 17 4 7 34 7 10 50 4 7 34 2,7 3 5 26 3 5 26 3 5 26 2 3 17 4 7 34 3 5 26 4 7 34 7 10 50 5 8 39 2 3 17 3 2 3 17 3 5 26 2 3 17 3 5 26 2 3 17 3 5 26 3 5 26 4 7 34 4 7 34 3 5 26 3,3 4 7 34 7 10 50 6 9 45 6 9 45 7 10 50 4 7 34 4 7 34 6 9 45 7 10 50 5 8 39 3,6 6 9 45 13 15 76 7 10 50 3 5 26 6 9 45 4 7 34 7 10 50 6 9 45 18 19 96 8 11 55 3,9 3 5 26 5 8 39 6 9 45 4 7 34 4 7 34 7 10 50 11 14 68 6 9 45 12 14 72 6 9 45 4,2 3 5 26 6 9 45 16 18 88 6 9 45 5 8 39 10 13 64 14 16 81 13 15 76 10 13 64 9 12 59 4,5 3 5 26 16 18 88 17 18 92 4 7 34 12 14 72 8 11 55 19 20 100 11 14 68 15 17 84 20 21 103 4,8 2 3 17 19 20 100 15 17 84 11 14 68 14 16 81 5 8 39 10 13 64 16 18 88 9 12 59 12 14 72 5,1 9 12 59 13 15 76 10 13 64 18 19 96 16 18 88 6 9 45 9 12 59 19 20 100 11 14 68 11 14 68 5,4 11 14 68 23 23 115 9 12 59 12 14 72 11 14 68 6 9 45 9 12 59 15 17 84 12 14 72 13 15 76 5,7 20 21 103 11 14 68 7 10 50 10 13 64 7 10 50 4 7 34 6 9 45 17 18 92 25 25 125 11 14 68 6 25 25 125 10 13 64 7 10 50 8 11 55 7 10 50 4 7 34 19 20 100 23 23 115 10 13 64 10 13 64 6,3 24 24 120 13 15 76 11 14 68 12 14 72 18 19 96 4 7 34 18 19 96 20 21 103 9 12 59 16 18 88 6,6 4 7 34 6,9 10 13 64 7,2 12 14 72 7,5 7,8 8,1 8,4 8,7 9

pag 4/5 tabella dati di 10 prove penetrometriche dinamiche SCPT eseguite a luglio 2008 per il PII C 15. Dott. Mattia Lucchi Comune di Vailate (Cr) Allegato 1a Studio della componente geologica, idrogeologica e sismica ai sensi della Deliberazione di Giunta regionale 30 novembre 2011 n. IX/2616

SCPT 1/ 6 PGT '08 SCPT 2/ 6 PGT '08 SCPT 3/ 6 PGT '08 SCPT 4/ 6 PGT '08 SCPT 5/ 6 PGT '08 SCPT 6/ 6 PGT '08 località e coord. Cimitero 1547365; 5033724 C.na La Cascinetta 1548022; 5033149 C.na Genio 1546364; 5032513 C.na Uccellanda 1545666; 5033478 C.na del Micio 1545272; 5033650 Str.vic. Mongiar. 1547282; 5035341 Gauss Boaga p.c.= 100,5 s.l.m p.c.= 97,6 s.l.m p.c.= 97,0 s.l.m p.c.= 99,3 s.l.m p.c.= 100,9 s.l.m p.c.= 105,2 s.l.m qc qc qc qc qc qc profondità NSCPT NSPT equiv.in NSCPT NSPT equiv.in NSCPT NSPT equiv.in NSCPT NSPT equiv.in NSCPT NSPT equiv.in NSCPT NSPT equiv.in (m) equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2 equiv. Kg/cm 2

0,3 7 10 50 9 12 59 5 8 39 6 9 45 4 7 34 4 7 34 0,6 3 5 26 4 7 34 5 8 39 4 7 34 5 8 39 2 3 17 0,9 4 7 34 9 12 59 4 7 34 6 9 45 6 9 45 6 9 45 1,2 3 5 26 12 14 72 6 9 45 5 8 39 8 11 55 8 11 55 1,5 4 7 34 5 8 39 4 7 34 5 8 39 5 8 39 14 16 81 1,8 6 9 45 2 3 17 6 9 45 11 14 68 7 10 50 11 14 68 2,1 6 9 45 4 7 34 8 11 55 12 14 72 9 12 59 10 13 64 2,4 2 3 17 5 8 39 7 10 50 10 13 64 6 9 45 24 24 120 2,7 4 7 34 12 14 72 9 12 59 6 9 45 6 9 45 21 21 105 3 7 10 50 10 13 64 10 13 64 8 11 55 7 10 50 20 21 103 3,3 6 9 45 9 12 59 9 12 59 12 14 72 12 14 72 38 38 190 3,6 12 14 72 17 18 92 13 15 76 15 17 84 10 13 64 41 41 205 3,9 10 13 64 10 13 64 17 18 92 15 17 84 14 16 81 37 37 185 4,2 17 18 92 25 25 125 10 13 64 18 19 96 20 21 103 28 28 140 4,5 21 21 105 20 21 103 15 17 84 20 21 103 17 18 92 31 31 155 4,8 15 17 84 16 18 88 21 21 105 13 15 76 21 21 105 48 48 240 5,1 22 22 110 17 18 92 18 19 96 17 18 92 18 19 96 35 35 175 5,4 24 24 120 27 27 135 20 21 103 21 21 105 18 19 96 35 35 175 5,7 20 21 103 26 26 130 22 22 110 19 20 100 15 17 84 6 19 20 100 27 27 135 18 19 96 15 17 84 17 18 92 6,3 20 21 103 19 20 100 15 17 84 14 16 81 20 21 103 6,6 6,9 Falda da p.c. quota s.l.m. Falda da p.c. quota s.l.m. Falda da p.c. quota s.l.m. 7,2 22/12/08 -2,2 95,4 22/12/08 -2,3 97,0 22/12/08 < -2,9 <102,3 7,5 7,8 8,1 8,4 8,7 9

tabella dati di 6 prove penetrometriche dinamiche SCPT eseguite in aree extraurbane pag 5/5 Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche Altre prove - prove eseguite per la fognatura di via Verdi prova penetr.SCPT per fognatura v. Verdi PF 1/ 5 località : via Papa Giovanni; Coord Gauss Boaga X= 1546989; Y =5034646 data di esecuzione prove : 13/07/2000 quota piano campagna = 102,2 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 !3 sabbia 3! limosa Dr =45 % f'= 31-33° di media !5 densità 1 2 Quota falda alla data esecuzione sondaggi : -1,18 m dal p.c. limo ! sabbioso 3 ! 6 !

a 11

n 2 ! g sabbia

a

p 11 ! Dr =65 % f'= 36° densa e

m

a ghiaietto

c ! 8

o

n

a i 3 p !

l 3

a sabbia

d

3 sciolta i ! Dr =37 % f'= 33-35°

r

t e 5 m !

n

i

à 8

t !

i

d

n 4 15 sabbia

o f ! densa e

o

r

p 16 ghiaia ! Dr =76 % f'= 41° ! 23 5 18

:

l

e

t

-

) legenda

r

C

(

e n° colpi/30 cm

n

o

t

t

e n° colpi corretto per SPT

h

g

i

z 6

z rivestimento

i

P !

4

2

1

,

1

a

9

d

3

d

4

A

7

o

/

g

2

n

7

u

3

L

0

a

i

v

-

o

g 7

o

l

o

e

g

-

i

t

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche Altre prove - prove eseguite per la fognatura di via Verdi prova penetr.SCPT per fognatura v. Verdi PF 2/ 5 località : piazza Aldo Moro, civico n°4; Coord Gauss Boaga X= 1546933; Y =5034402 data di esecuzione prove : 13/07/2000 quota piano campagna = 102,4 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE

scala verticale 1:40 LITOSTRATIGRAFICA 0 ! 8 ! 24 Dr >90 % f'> 43° ghiaia ! 32 1 10 ! 6 ! 5 ! Dr =48 % f'= 33°

a 4 Quota falda alla data esecuzione sondaggi : -2,07 m dal p.c.

n 2 !

g

a p 6 !

m

a

c 4 ! sabbia

o

n limosa

a i 5 di media p !

l 3 densità

a

d

7

i !

r

t

e Dr =63 % 9 f'= 38° m !

n

i

à 6

t !

i

d

n 4 5

o

f !

o

r p 7 ! sabbia 13 ! densa e Dr =80 % f'= 42° ghiaia 5 22

:

l

e

t

-

)

r

C

(

e

n

o

t

t

e

h

g

i

z 6

z

i

P

4

2

1

,

1

a

9

d

3

d

4

A

7 legenda

o

/

g

2

n

7

u

3 n° colpi/30 cm

L

0

a

i

v

n° colpi corretto per SPT

-

o

g 7

o rivestimento

l

o

e !

g

-

i

t

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche Altre prove - prove eseguite per la fognatura di via Verdi prova penetr.SCPT per fognatura v. Verdi PF 3/ 5 località : via Verdi - fermata autobus; Coord Gauss Boaga X= 1547066; Y =5034419 data di esecuzione prove : 13/07/2000 quota piano campagna = 102,6 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE

scala verticale 1:40 LITOSTRATIGRAFICA 0 !3 3! !4 1 5 sabbia ! limosa Dr =48 % f'= 32° 5 di media ! densità 5 !

a 8

n 2 !

g

a Quota falda alla data esecuzione sondaggi : -2,28 m dal p.c. p 4 ! sabbia di

m

a media

c Dr =38 % 2 ! f'= 31-34° densità e

o

n sciolta

a i 4 p !

l 3 a sabbia di

d

9 i ! Dr =62 % f'= 39° r media

t e 6 densità m !

n

i

à 3

t !

i

d sabbia n 4 2 o sciolta f ! Dr =30 % f'= 33°

o

r p 2 ! sabbia 7 ! densa e Dr =60 % f'= 39° ghiaia 5 ! 11

:

l

e

t

-

)

r

C

(

e

n

o

t

t

e

h

g

i

z 6

z

i

P

4

2

1

,

1

a

9

d

3

d

4

A

7 legenda

o

/

g

2

n

7

u

3 n° colpi/30 cm

L

0

a

i

v

n° colpi corretto per SPT

-

o

g 7

o rivestimento

l

o

e !

g

-

i

t

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche Altre prove - prove eseguite per la fognatura di via Verdi prova penetr.SCPT per fognatura v. Verdi PF 4/ 5 località : via Monteverdi; Coord Gauss Boaga X= 1547031; Y =5034285 data di esecuzione prove : 13/07/2000 quota piano campagna = 101,6 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 ! 6 ghiaia ! 20 ! 13 Dr = 77 % f'= 38° 1 !13 sabbia densa e 11 ! ghiaietto 10 ! Dr = 64 % f'= 37° Quota falda alla data esecuzione sondaggi : -1,99 m dal p.c.

a 15

n 2 ! g ghiaia e

a p ! 23 Dr =85 % f'= 42° sabbia

m

a molto

c ! 23 densa

o

n

a i 12 p !

l 3

a

d

5

i !

r

t e 4 sabbia m ! Dr =48 % f'= 35° di media

n

i

densità

à 8

t !

i

d

n 4 7

o

f !

o

r

p 9 ! sabbia Dr =74 % f'= 41° 13 densa e ! ghiaia 5 17

:

l

e

t

-

)

r

C

(

e

n

o

t

t

e

h

g

i

z 6

z

i

P

4

2

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,

1

a

9

d

3

d

4

A

7 legenda

o

/

g

2

n

7

u

3 n° colpi/30 cm

L

0

a

i

v

n° colpi corretto per SPT

-

o

g 7

o rivestimento

l

o

e !

g

-

i

t

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche Altre prove - prove eseguite per la fognatura di via Verdi prova penetr.SCPT per fognatura v. Verdi PF 5/ 5 località : via Costantino; Coord Gauss Boaga X= 1547160; Y =5034175 data di esecuzione prove : 13/07/2000 quota piano campagna = 101,2 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 ! 10 ! 20 ! 30 Dr >90 % ghiaia e sabbia f'> 43° 1 ! 38 molto densa ! 30 ! Quota falda alla data28 esecuzione sondaggi : -1,73 m dal p.c.

a 17

n 2 !

g

a p ! 9 Dr = 62 % f'= 38°

m

a

c 5 ! o sabbia

n

a di media i 9 p !

densità l 3

a

d

6

i !

r

t e 6 m !

Dr =52 % f'= 36°

n

i

à 6

t ! i sabbia

d

n 4 15 densa e

o f ! ghiaia

o

r p ! 8 Dr =58 % f'= 38° !10 5 12

:

l

e

t

-

)

r

C

(

e

n

o

t

t

e

h

g

i

z 6

z

i

P

4

2

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,

1

a

9

d

3

d

4

A

7 legenda

o

/

g

2

n

7

u

3 n° colpi/30 cm

L

0

a

i

v

n° colpi corretto per SPT

-

o

g 7

o rivestimento

l

o

e !

g

-

i

t

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche Altre prove - prove eseguite per il PRG nel 2003 prova penetrometrica dinamica(SCPT) P 1/ 5 località : via vicinale dei Colarelli ; Coord Gauss Boaga X= 1546740 ; Y =5034615 data di esecuzione prove : 16/11/2001 quota piano campagna = 102,3 m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 suolo agrario 1 limo sabbioso

3 ghiaia sabbiosa Dr =45 % f'=32° 4 limosa di media 1 4 densità

7 ghiaia e 20 Dr = 80 % f'=41° sabbia densa

a 16

n 2

g

a

p 12

m

a

c

8

o

n

a i 5

p

l 3 a Dr = 40 % f'= 30-32°

d

3

i

r

t sabbia, e 6 probabil

m emente

n

i ghiaiosa

à 15

t i di media d f'= 36° n 4 15 Dr =65 % densità

o

f

o

r

p 9

13

5 16 ghiaia e sabbia 23 Dr =80 % f'= 40-42° densa

:

l

e

t

-

28

)

r

C

(

e

n

o

t 31

t

e

h

g

i

z 6

z

i

P

4

2

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,

1

a

9

d

3

d

4

A

7 legenda

o

/

g

2

n

7 n° colpi/30 cm

u

3

L

0

a

i n° colpi corretto per SPT

v

-

o

g 7

o

l

o

e

g

-

i

t

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche Altre prove - prove eseguite per il PRG nel 2003 prova penetrometrica dinamica(SCPT) P 2/ 5 località : via Papa Giovanni ; Coord Gauss Boaga X= 1546889; Y =5034859 data di esecuzione prove : 16/11/2001 quota piano campagna = 102,7 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 suolo agrario 1 limo sabbioso

2 ghiaia Dr =40% f'=32° sabbiosa 3 limosa 1 3

4 ghiaia e 17 sabbia molto

a 25 f'=42° densa n 2 Dr = 85 %

g

a

p 23

m

a

c

9

o n Dr = 55 % f'= 32° a i 7

p

l 3

a

d

10

i

r

t e 9

m

n

i

à 8

t

i d f'= 32° n 4 10 Dr =55 % o sabbia,

f

o probabil

r

p 8 emente ghiaiosa 10 di media densità 5 7 11

:

l

e

t

-

6

)

r

C

(

e

n

o

t 6

t

e

h

g Dr =51 % f'= 31°

i

z 6

z

i

P 8

4

2

1

,

1

a

9

d

3

d 17

4

A

7

o

/

g

2

n sabbia

7

u

3 19

L 0 densa e

a

i Dr =68 % f'= 35°

v

-

ghiaia

o

g 7

o 15

l

o

e

g

-

i

t

t

o 17

c

S

o legenda

l

e

g n 15 n° colpi/30 cm A 10 n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche Altre prove - prove eseguite per il PRG nel 2003 prova penetrometrica dinamica(SCPT) P 3/ 5 località : via vic. del Perdono - PDZ 1°maggio ; Coord Gauss Boaga X= 1547268; Y =5035155 data di esecuzione prove : 16/11/2001 quota piano campagna = 104,0 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 suolo agrario 1 limo sabbioso

3 ghiaia sabbiosa Dr =40% f'=32° 3 limosa

1 8

13 Dr = 70 % f'=36° 17

a 15 ghiaia e n 2 g sabbia

a

p 5 densa

m

a

c

14

o n Dr = 60 % f'= 34° a i 13

p

l 3

a

d

5

i

r

t e 5

m

Dr =45 % f'= 31°

n

i

à 5

t

i

d

n 4 3 o sabbia

f

o di media

r

p 6 densità

7 Dr =50 % f'= 32° 5 15 8

:

l

e

t

-

f'= 32° 9 Dr =50 %

)

r

C

(

e

n

o

t 8

t

e

h

g

i

z 6

z

i

P 7

4

2

1

,

1

a

9

d

3

d 5

4

A

7

o

/

g

2

n sabbia

7

u

3 18

L 0 densa e

a

i Dr =65 f'= 35°

v

- % ghiaia

o

g 7

o 19

l

o

e

g

-

i

t

t legenda

o 30 c 26

S n° colpi/30 cm

o

l

e

g

n n° colpi corretto per SPT

A 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi / 30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche Altre prove - prove eseguite per il PRG nel 2003 prova penetrometrica dinamica(SCPT) P 4/ 5 località : zona Artigianale Est - Sig. Cervi; Coord Gauss Boaga X= 1547643; Y =5034978 data di esecuzione prove : 16/11/2001 quota piano campagna = 102,4 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 2

2

probabile 1 terreno di riporto limo Dr =18-28 % f'=28-30° 1 1 sabbioso sciolto 2

2

a 4

n 2

g

a

p 4

m Dr = 38 % f'=31° sabbia

a

c sciolta 4

o

n

a i 3

p

l 3

a

d

4

i

r

t e 7

m

n

i

à 8

t

i d f'= 32° n 4 6 Dr =55 % o sabbia,

f

o probabilm

r

p 8 ente ghiaiosa 7 di media densità 10

1

1 5

9

3

4

7 7

/

2

7

3

0

:

l

e 17

t

-

)

r

C

(

23

e

n

o

t Dr =55-70 % f'= 35°

t

e 6

h

g

i

z 11

z

i

P

4

2

, 17

a

d

d

A

sabbia

o

g 34

n

u densa e

L

a ghiaia

i

v

7

- 28

o Dr =85 % f'= 42°

g

o

l

o

e

g

- 22 legenda

i

t

t

o c n° colpi/30 cm

S

o

l

e 19

g n° colpi corretto per SPT 22

n

A 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche Altre prove - prove eseguite per il PRG nel 2003 prova penetrometrica dinamica(SCPT) P 5/ 5 località : zona Sud Est - Sig.Dominoni Elena; Coord Gauss Boaga X= 1547597; Y =5034071 data di esecuzione prove : 16/11/2001 quota piano campagna = 102,4 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 suolo agrario 1 limo sabbioso ghiaia 2 sabbiosa Dr =34 % f'=30° limosa 4 sciolta 1 10 ghiaia e 10 Dr = 65 % f'=36° sabbia densa 6

a 4

n 2

g

a sabbia p 2

m sciolta

a Dr = 30 % f'= 30°

c

2

o

n

a i 5

p

l 3

a

d

7

i

r sabbia

t e 6 di media m Dr =45-55 % f'= 34° densità

n

i

à 11

t

i

d

n 4 11

o

f

o

r

p 17 ghiaia e sabbia 20 Dr =75 % f'= 40° densa 5 20 7 sabbia di

Dr =50 % f'= 32° media

:

l

e

t

- densità

10

)

r

C

(

e

n ghiaia e

o

t 19

t

e

h sabbia

g

i

z 6

z

i densa

P 19

4

2

1

,

1

a

9

d

3 sabbia molto

d 25

4

A

7

legenda

o / densa e

g

2 Dr =90 % f'= 42°

n

7 u n° colpi/30 cm

3 32 ghiaia

L

0

a i n° colpi corretto per SPT

v

-

o

g 7

o 20

l

o

e

g ghiaia e

-

i

t

t sabbia

o 21

c

S densa o f'= 37° l Dr =70 %

e

g n 17 A 18 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche Altre prove - prove eseguite per ospedale Caimi prova penetrometrica SCPT osped. Caimi PC 1/ 2 località : via Caimi ; Coord Gauss Boaga X= 1547220; Y =5034492 data di esecuzione prove : 25/07/1997 quota piano campagna = 102,5 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 6 ghiaia 4 sabbiosa limosa di 10 media densità 1 11

48 ghiaia e sabbia 50 molto Dr >90 % f'>45° densa,

a 52 forse con n 2 g ciottoli

a

p 50 Quota falda alla data esecuzione sondaggi : -2,42 m dal p.c.

m

a

c 31 ghiaia e

o

n sabbia

a i 29 molto

p

l 3 Dr = 90 % f'= 45° densa

a

d

26

i

r t sabbia, e 10

m probabilm

n

i ente

à 9 ghiaiosa

t

i

d Dr =55 % f'= 32° di media n 4 5 o densità

f

o

r

p 15

13 ghiaia e sabbia 11 5 densa

15 Dr =65 % f'= 35°

:

l

e

t

-

13

)

r

C

(

e

n

o

t 17

t

e

h

g

i

z 6

z

i

P 18

4

2

1

,

1

a

9

d

3

d 26

4

A

7

o

/

g

2

n

7

u

3

L

0

a

i

v

-

o

g 7

o

l

o legenda

e

g

-

i n° colpi/30 cm

t

t

o

c

S n° colpi corretto per SPT

o

l

e

g

n

A 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche Altre prove - prove eseguite per ospedale Caimi prova penetrometrica SCPT osped. Caimi PC 2/ 2 località : via Caimi ; Coord Gauss Boaga X= 1547226; Y =5034510 data di esecuzione prove : 25/07/1997 quota piano campagna = 103,1 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 30 riporto 10

4 ghiaia 1 14 sabbiosa limosa di 7 Dr =60 % f'=35° media densità 6

a 16

n 2

g

a

p 30

m

a

c 50 ghiaia e

o

n sabbia

a i 28 molto

p

l 3 Dr = 90 % f'= 45° densa

a

d

28

i

r

t e 26

m

n

i

à 17

t

i

d sabbia, n 4 6 probabilm

o

f

o ente

r p 5 Dr =55 % f'= 32° ghiaiosa di media 6 densità 5 13 13

:

l

e

t

-

21 ghiaia e

)

r

C

( sabbia

e

n

o

t 14 molto

t

e

h

g Dr =85 % f'= 42° i densa

z 6

z

i

P 19

4

2

1

,

1

a

9

d

3

d 15

4

A

7

o

/

g

2 sabbia,

n

7 u Dr =40 % f'= 30° 3 5

L

0 sciolta

a

i

v

-

o

g 7

o 17 ghiaia e

l

o

e

g

sabbia

-

i

t Dr =85 % f'= 42°

t

o 14 molto

c

S

o densa

l e legenda

g n 15 A n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche Altre prove sondaggi geognostici eseguiti con escavatore per il primo stralcio esecutivo di rinnovo rete fognaria località : l'ubicazione dei punti di indagine è riportata sulla tavola 2/5 relazione geologica a cura del dott. Giovanni Bassi - giugno 1987

sondaggio sondaggio sondaggio 1 2 3

suolo suolo suolo limoso bruno limoso limoso -0,6 m bruno bruno -0,8 m -1,0 m ghiaia ghiaia ghiaia grossolana grossolana -1,4 m grossolana -1,45 m in matrice con sabbia in matrice sabbiosa sabbiosa -1,7 m e limi -1,60 m -1,9 m -1,8 m

sondaggio sondaggio 4 5

suolo limoso suolo bruno limo limoso bruno argilloso -0,8 m -0,9 m

-1,10 m limo -1,1 m marrone ghiaia -1,4 m con ciottoli grossolana ghiaia in matrice limosa nera profondità in metri grossolana -1,8 m

:

l

e -1,9 m dal piano campagna

t con limi

-

) nocciola

r

C

(

e

n

o

t

t

e

h

g

i

z

z

i

P

4

2

1

,

1

a

9

d

3

d

4

A

7

o

/

g

2

n

7

u

3

L

0

a

i

v

-

o

g

o

l

o

e

g

-

i

t

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche ALTRE PROVE - dati forniti dal dott Giuseppe Malerba - Cremona prova penetrometrica SCPT PM 2 località : PL comparti 11-12-13 ; Coord Gauss Boaga X= 1546911; Y =5034833 data di esecuzione prove : 30/09/2007 quota piano campagna = 103,6 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 suolo agrario 2 limo sabbioso

3

5 Dr =50 % f'=34°

1 3 sabbia ghiaiosa 6 limosa di media densità 4 -1,80 m

a 4 n 2

g a Dr =45% f'=34° p 4

m

a

c

2 Dr =35% o f'=29° sabbia,

n a sciolta i 3

p

l 3

a

d

7

i

r

t e 8 m sabbia e Dr =55% f'=35°

n i ghiaia di

à 7

t media

i d densità n 4 8

o

f

o

r p 16

16 Dr =70% f'=40°

1

1

9

3 14

4

7 5

/

2

7

3 16

0

:

l

e

t

-

) r 14

C ghiaia e

(

e

n

o sabbia

t

t e 16

h

g densa

i

z

z i 6

P

14

4

2

,

a

d

d

A 16

o

g

n

u

L

a 22

i

v

-

o

g

o

l o 7 27

e

g

-

Dr =80% f'=42°

i

t

t

o

c

S 25

o

l e legenda

g

n A n° colpi/30 cm 21 23 n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche ALTRE PROVE - dati forniti dal dott Giuseppe Malerba - Cremona prova penetrometrica SCPT PM 4 località : PL comparti 11-12-13 ; Coord Gauss Boaga X= 1546842; Y =5034810 data di esecuzione prove : 30/09/2007 quota piano campagna = 103,0 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 suolo agrario 2 limo sabbioso

4 sabbia 4 Dr =50 % f'=36° ghiaiosa limosa di 1 3 media densità 3

1 -1,80 m Dr =30% f'=28°

a 2 n 2 sabbia,

g

a sciolta p 2

m

a

c

3 Dr =35% f'=30°

o

n

a i 2

p

l 3

a

d

3

i r Dr =40% f'=32°

t e 3

m

n

i

à 5

t i sabbia e

d n 4 5 ghiaia di

o

f

o media

r p 6 densità

6 Dr =50% f'=35°

1

1

9

3 8

4

7 5

/

2

7

3 16

0

:

l

e

t

-

) r 12

C

( f'=37° e Dr =60%

n

o

t

t e 10

h

g

i

z

z i 6

P

23

4

2

,

a

d

d

A 26

o

g

n u Dr =80% f'=42° ghiaia e

L

a 25

i sabbia

v

-

o densa

g

o

l o 7 27

e

g

-

i

t

t

o

c

S 21

o

l e legenda

g

n A n° colpi/30 cm 28 32 n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche ALTRE PROVE - dati forniti dal dott Giuseppe Malerba - Cremona prova penetrometrica SCPT PM 6 località : PL comparti 11-12-13 ; Coord Gauss Boaga X= 1546800; Y =5034744 data di esecuzione prove : 30/09/2007 quota piano campagna = 103,0 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 suolo agrario 2 limo sabbioso

3

4 Dr =45 % f'=36°

1 4 sabbia ghiaiosa 3 limosa di Dr =40% f'=33° media densità 3 -1,80 m

a 6 n 2

g a Dr =50% f'=35° p 5

m

a

c

3

o

n

a i 2 p sabbia, f'=30° l 3 Dr =35% a sciolta

d

2

i

r

t e 4 sabbia e

m Dr =40% f'=32° ghiaia di

n

i

media

à 3

t i densità

d n 4 10

o

f

o

r p 7

17 Dr =60% f'=35°-40°

1

1

9

3 12

4

7 5

/

2

7

3 17

0

:

l

e

t

-

) r 22

C ghiaia e

(

e

n

o sabbia

t

t e 26

h

g densa

i

z

z i 6

P

17

4

2

,

a

d

d

A 25

Dr =70-80%

o f'=40°-42°

g

n

u

L

a 17

i

v

-

o

g

o

l o 7 28

e

g

-

i

t

t

o

c

S 22

o

l e legenda

g

n A n° colpi/30 cm 19 26 n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche ALTRE PROVE - dati forniti dal dott Giuseppe Malerba - Cremona prova penetrometrica SCPT PM 14 località : PL comparti 11-12-13 ; Coord Gauss Boaga X= 1546713; Y =5034536 data di esecuzione prove : 30/09/2007 quota piano campagna = 102,2 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 suolo agrario 2 limo sabbioso

4 sabbia Dr =45 % f'=36° ghiaiosa 2 limosa

1 3 -1,30 m Dr =40% f'=34° 3

3 sabbia, di media densità a 4 n 2

g

a

p 3 f'=32° m Dr =40%

a

c

3

o

n

a i 4

p

l 3 a sabbia,

d

2

i sciolta

r

t e 6 m sabbia e

n i ghiaia di

à 5 Dr =45% t f'=34° media

i d densità n 4 5

o

f

o

r p 11

11 Dr =60% f'=38°

1

1

9

3 9

4

7 5

/

2

7

3 12 ghiaia e

0

:

l e sabbia

t

-

) densa r 15

C

(

e

n

o

t

t e 23

h

g

i

z

z i 6

P

29 Dr =80%

4 f'=42°

2

,

a

d

d

A 21

o

g

n

u

L

a 15 f'=39° i Dr =65%

v

-

o

g

o

l o 7 19

e

g

-

i

t

t

o

c

S 22

o

l e legenda

g

n A n° colpi/30 cm 25 27 n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche ALTRE PROVE - dati forniti dal dott Giuseppe Malerba - Cremona prova penetrometrica statica CPT PM 1 CPT località : PL comparti 11-12-13 ; Coord Gauss Boaga X= 1546885; Y =5034872 data di esecuzione prove : 30/09/2007 quota piano campagna = 103,6 circa m s.l.m. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 910 INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA 0 suolo agrario rapporto di frizione in % - attrito laterale locale in kg/cm 2 limo sabbioso

f'= 33-34° sabbia densa

1 f'= 31° sabbia sciolta

ghiaia e sabbia densi 2 f'= 35-36

a

n

g

a

p

m

a

c

o

n

a

i

p

f'= 34° l 3

a sabbia

d

i ghiaiosa

r t densa con

e

m intercalazioni

n di sabbie

i

à f'= 31° sciolte

t

i

d

n

o

f

o r 4 p f'= 35°

f'> 38° ghiaia con sabbia densa

)

r

C

( 5

e

n

o

t

t

e

h

g

i

z

z

i

P

-

4

2

,

a

d

d

A

o

g 6

n u f'= angolo di resistenza al

L f'= angolo di resistenza al

a

i

v taglio in condizioni drenate

- taglio in condizioni drenate

i

t

t Cu = coesione non drenata

o

c Cu = coesione non drenata

S

s

o

l

e

g

n legenda

A

resist. alla punta Kg/cmq

.

t

t

o res. punta+manicotto Kg/cmq

d

: 7

i rapporto di frizione in %

c

i

f

a attrito lat. locale Kg/cmq

r

g

e

e

n

o

i

z

a RAPPORTO DI

t

e

r

p FRIZIONE

r

e

t

n intervallo tipico

i di sabbie pulite resistenza alla punta (qc) e resistenza alla punta + manicotto in Kg/cmq 8

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160 170 180 190 200 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 1,8 2 2,2 2,4 2,6 2,8 3 3,2 3,4 3,6 3,8 4 4,2 4,4 4,6 4,8 5 5,2 5,4 5,6 5,8 6 6,2 6,4 6,6 6,8 7 7,2 7,4 resist. alla punta Kg/cmq 40 53 37 15 22 17 102 108 88 93 181 42 99 115 62 68 39 88 114 136 159 206 res. punta+manicotto Kg/cmq 46 57 46 24 26 19 111 120 129 159 195 162 109 164 107 85 49 97 121 167 165 249 attrito lat. locale Kg/cmq 0 1 1 0 0 1 1 3 4 1 8 1 3 3 1 1 1 0 2 0 3 Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche ALTRE PROVE - dati forniti dal dott Giuseppe Malerba - Cremona prova penetrometrica statica CPT PM 7 CPT località : PL comparti 11-12-13 ; Coord Gauss Boaga X= 1546833; Y =5034697 data di esecuzione prove : 30/09/2007 quota piano campagna = 102,9 circa m s.l.m. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 910 INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA 0 suolo agrario rapporto di frizione in % - attrito laterale locale in kg/cm 2 limo sabbioso

f'= 33°

sabbia di 1 media f'= 32° densità

sabbia limosa f'= 31° media densità

sabbia forse ghiaiosa di media 2 f'= 32 densità con intercalazioni

a di sabbie

n

g sciolte

a

p

m

a

c

o f'= 29-30°

n

a

i

p

l 3

a

d

i

r

t

e

m

n

i

f'= 32°

à

t

i

d

n

o

f

o r 4 p f'= 31°

ghiaia con f'> 38° sabbia densa

)

r

C

( 5

e

n

o

t

t

e

h

g

i

z

z

i

P

-

4

2

,

a

d

d

A

o

g 6

n u f'= angolo di resistenza al

L f'= angolo di resistenza al

a

i

v taglio in condizioni drenate

- taglio in condizioni drenate

i

t

t Cu = coesione non drenata

o

c Cu = coesione non drenata

S

s

o

l

e

g

n legenda

A

resist. alla punta Kg/cmq

.

t

t

o res. punta+manicotto Kg/cmq

d

: 7

i rapporto di frizione in %

c

i

f

a attrito lat. locale Kg/cmq

r

g

e

e

n

o

i

z

a RAPPORTO DI

t

e

r

p FRIZIONE

r

e

t

n intervallo tipico

i di sabbie pulite resistenza alla punta (qc) e resistenza alla punta + manicotto in Kg/cmq 8

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160 170 180 190 200 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 1,8 2 2,2 2,4 2,6 2,8 3 3,2 3,4 3,6 3,8 4 4,2 4,4 4,6 4,8 5 5,2 5,4 5,6 5,8 6 6,2 6,4 6,6 6,8 7 7,2 7,4 resist. alla punta Kg/cmq 31 33 27 21 25 14 27 34 33 39 35 20 31 17 42 53 41 49 35 42 85 241 253 res. punta+manicotto Kg/cmq 39 45 28 35 33 19 38 51 46 45 46 27 45 25 54 66 53 61 59 49 96 273 281 attrito lat. locale Kg/cmq 1 0 1 1 0 1 1 1 0 1 0 1 1 1 1 1 1 2 0 1 2 2 Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche ALTRE PROVE - dati forniti dal dott Giuseppe Malerba - Cremona prova penetrometrica statica CPT PM 10 CPT località : PL comparti 11-12-13 ; Coord Gauss Boaga X= 1546756; Y =5034577 data di esecuzione prove : 30/09/2007 quota piano campagna = 102,4 circa m s.l.m. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 910 INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA 0 suolo agrario rapporto di frizione in % - attrito laterale locale in kg/cm 2 limo sabbioso

f'= 35° sabbia densa

1 f'= 33°

ghiaia e f'= 36° sabbia densi

2 f'= 33 sabbia forse ghiaiosa di

a media

n

g densità

a

p

m

a

c

o f'= 32°

n

a

i

p

l 3

a

d

i

r

t

e f'= 31°

m

n

i

à

t

i

d

n sabbia

o

f f'= 29°

o sciolta limosa r 4

p

f'= 30°

) ghiaia con

r

C sabbia densa

( 5

e f'> 38°

n

o

t

t

e

h

g

i

z

z

i

P

-

4

2

,

a

d

d

A

o

g 6

n u f'= angolo di resistenza al

L f'= angolo di resistenza al

a

i

v taglio in condizioni drenate

- taglio in condizioni drenate

i

t

t Cu = coesione non drenata

o

c Cu = coesione non drenata

S

s

o

l

e

g

n legenda

A

resist. alla punta Kg/cmq

.

t

t

o res. punta+manicotto Kg/cmq

d

: 7

i rapporto di frizione in %

c

i

f

a attrito lat. locale Kg/cmq

r

g

e

e

n

o

i

z

a RAPPORTO DI

t

e

r

p FRIZIONE

r

e

t

n intervallo tipico

i di sabbie pulite resistenza alla punta (qc) e resistenza alla punta + manicotto in Kg/cmq 8

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160 170 180 190 200 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 1,8 2 2,2 2,4 2,6 2,8 3 3,2 3,4 3,6 3,8 4 4,2 4,4 4,6 4,8 5 5,2 5,4 5,6 5,8 6 6,2 6,4 6,6 6,8 7 7,2 7,4 resist. alla punta Kg/cmq 21 40 67 39 49 98 139 55 46 59 51 73 36 184 41 37 18 21 18 20 33 39 91 236 res. punta+manicotto Kg/cmq 34 62 71 54 60 107 201 74 59 73 62 95 55 217 58 59 26 29 24 28 56 44 126 285 attrito lat. locale Kg/cmq 1 0 1 1 1 4 1 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 0 1 2 0 2 3 Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche ALTRE PROVE - dati del Piano Int. Interv. C15 - Immobiliare Cervi - dott. Mattia Lucchi prova penetrometrica SCPT [1] località : PII C15 ; Coord Gauss Boaga X= 1547491; Y =5034385 data di esecuzione prove : 25/06/2008 quota piano campagna = 101,7 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 suolo agrario 3 limo sabbioso

3 Dr =50 % f'=36° 5 sabbia 1 ghiaiosa 14 limosa f'=45° densa e di 16 -1,50 m Dr =75% media densità 16

a 10 n 2

g

a

p 5

m

a c sabbia, 3 Dr =35% o f'=30° sciolta

n

a i 2

p

l 3

a

d

4

i

r t Dr =50% f'=34° e 6 sabbia e

m

ghiaia di

n

i

media

à 3 t densità

i d passante a n 4 3

o

f sciolta

o

r p 3 Dr =35% f'=29°

1

1 2

9

3

4

7

/

2 9

7

3 5

0

:

l

e

t

- 11

)

r

C

(

e n 20

o t ghiaia e

t

e

h g Dr =70-80% i f'=42° sabbia

z

z i 25

P densa

4

2 6

,

a

d 24

d

A

o

g

n

u

L

a

i

v

-

o

g

o

l

o

e

g

-

i t 7

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A legenda n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche ALTRE PROVE - dati del Piano Int. Interv. C15 - Immobiliare Cervi - dott. Mattia Lucchi prova penetrometrica SCPT [2] località : PII C15 ; Coord Gauss Boaga X= 1547487; Y = 5034429 data di esecuzione prove : 25/06/2008 quota piano campagna = 101,9 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 suolo agrario 4 limo sabbioso

10 Dr =85% f'=42° 21 sabbia 1 ghiaiosa 20 limosa densa e di 11 -1,50 m Dr =65% f'=40° media densità 10

a 7 n 2

g

a

p 3

m

a c sabbia 3 Dr =35-40% o f'=32° di media

n

a i 3 densità

p

l 3

a

d

7

i

r t Dr =65% f'=40° e 13 sabbia e

m

ghiaia di

n

i

media

à 5 t densità, a i Dr =60% d f'=35° tratti densa n 4 6

o

f

o

r p 16 Dr =70% f'=41°

1

1 19

9

3

4

7

/

2 13

7

3 5

0

:

l

e

t

- 23

)

r

C

(

e n 11

o

t

t

e

h g Dr =65% i f'=37°

z

z i 10

P

4

2 6

,

a

d 13

d

A

o

g

n

u

L

a

i

v

-

o

g

o

l

o

e

g

-

i t 7

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A legenda n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche ALTRE PROVE - dati del Piano Int. Interv. C15 - Immobiliare Cervi - dott. Mattia Lucchi

prova penetrometrica SCPT [3] località : PII C15 ; Coord Gauss Boaga X= 1547530; Y = 5034421 data di esecuzione prove : 25/06/2008 quota piano campagna = 101,8 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 5

3 suolo agrario limo sabbioso 2 f'=32° 1 2

4 sabbia -1,50 m ghiaiosa 4 Dr =45% f'=34° limosa di media densità a 4 n 2

g

a

p 4

m

a c sabbia, 3 Dr =35% o sciolta

n

a i 2

p f'=30°

l 3

a

d

6

i

r

t

e sabbia e 7 Dr =50% f'=35°

m

ghiaia di

n

i

media

à 6 t densità, a

i d tratti densa n 4 16

o

f

o Dr =70% f'=41°

r p 17

1

1 15

9

3

4

7

/

2 10

7

3 5

0

:

l

e

t

- 9

)

r

C

(

e n 7

o

t

t

e

h g Dr =50% f'=35°

i

z

z i 7

P

4

2 6

,

a

d 11

d

A

o

g

n

u

L

a

i

v

-

o

g

o

l

o

e

g

-

i t 7

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A legenda n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche ALTRE PROVE - dati del Piano Int. Interv. C15 - Immobiliare Cervi - dott. Mattia Lucchi prova penetrometrica SCPT [4] località : PII C15 ; Coord Gauss Boaga X= 1547537; Y = 5034444 data di esecuzione prove : 25/06/2008 quota piano campagna = 101,9 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 6 suolo agrario limo sabbioso 4

12 Dr =70% alternanza f'=42° di sabbia 1 8 ghiaiosa limosa di 3 -1,50 m Dr =40% f'=33° media densità 5

a 7 Dr =50% n 2

g

a

p 3

m

a c sabbia, 2 Dr =35% o f'=30° sciolta

n

a i 3

p

l 3

a

d

6

i

r

t e 3 sabbia e

m

ghiaia di

n

i

media

à 4 t densità, a

i d tratti densa n 4 6 Dr =40-45% f'=33°

o

f

o

r p 4

1

1 11

9

3

4

7

/

2 18 f'=41° 7 Dr =70%

3 5

0

:

l

e

t

- 12

)

r

C

(

e n 10

o

t

t

e

h

g

i z Dr =55% f'=35°

z i 8

P

4

2 6

,

a

d 12

d

A

o

g

n

u

L

a

i

v

-

o

g

o

l

o

e

g

-

i t 7

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A legenda n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche ALTRE PROVE - dati del Piano Int. Interv. C15 - Immobiliare Cervi - dott. Mattia Lucchi

prova penetrometrica SCPT [5] località : PII C15 ; Coord Gauss Boaga X= 1547563; Y = 5034426 data di esecuzione prove : 25/06/2008 quota piano campagna = 101,8 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 4 suolo agrario limo sabbioso 3

4

1 8 Dr =55% f'=42° sabbia 6 -1,50 m ghiaiosa 4 limosa di media

a 4 densità n 2 g Dr =45-50%

a f'=35°

p 5

m

a

c

4

o

n

a sabbia, i 2 Dr =35% f'=30°

p

sciolta l 3

a

d

7

i

r

t e 6

m

n i Dr =50-55% f'=33°

à 4

t

i

d n 4 5

o

f

o r sabbia e p 12 ghiaia di media

1

1 14

9 densità, a

3

4

7 tratti densa

/

2 16 7 Dr =70% f'=40°

3 5

0

:

l

e

t

- 11

)

r

C

(

e n 7

o

t

t

e

h

g

i z Dr =55% f'=35°

z i 7

P

4

2 6

,

a

d 18

d

A

o

g

n

u

L

a

i

v

-

o

g

o

l

o

e

g

-

i t 7

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A legenda n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche ALTRE PROVE - dati del Piano Int. Interv. C15 - Immobiliare Cervi - dott. Mattia Lucchi prova penetrometrica SCPT [6] località : PII C15 ; Coord Gauss Boaga X= 1547551; Y = 5034464 data di esecuzione prove : 25/06/2008 quota piano campagna = 102,0 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 8 suolo agrario limo sabbioso 5

4

1 10 sabbia ghiaiosa Dr =65% f'=42° limosa di 10 -1,50 m media 9 densità

a 4 n 2

g

a

p 3

m

a c sabbia 3 o Dr =35-40% f'=32° di media

n

a i 3 densità

p

l 3

a

d

4

i

r

t e 4

m

n

i

à 7

t

i

d n 4 10 Dr =55-60% f'=37°

o

f

o r sabbia e p 8 ghiaia di media

1

1 5

9 densità, a

3

4

7 tratti densa

/

2 6

7 Dr =50% f'=34°

3 5

0

:

l

e

t

- 6

)

r

C

(

e n 4

o

t

t

e

h

g

i

z

z i 4

P

4 Dr =40% f'=32°

2 6

,

a

d 4

d

A

o

g

n

u 4

L

a

i

v

-

o 10

g o f'=36° l Dr =55%

o

e

g

-

i t 7

t 12

o

c

S

o

l

e

g

n

A legenda n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche ALTRE PROVE - dati del Piano Int. Interv. C15 - Immobiliare Cervi - dott. Mattia Lucchi prova penetrometrica SCPT [7] località : PII C15 ; Coord Gauss Boaga X= 1547554; Y = 5034485 data di esecuzione prove : 25/06/2008 quota piano campagna = 102,3 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 7 suolo agrario limo sabbioso 5

14 1 sabbia 16 Dr =75% f'=45° ghiaiosa limosa 15 -1,50 m densa 16

a 5 n 2

g a alternanze p 2

m Dr =30-45% f'=30°-33° di sabbia

a

c di media

4 o densità e

n

a i 3 sciolta

p

l 3

a

d

4

i

r

t Dr =45-60% f'=33°-40° e 7

m

n

i

à 11

t

i

d n 4 14

o

f

o r sabbia e p 19 Dr =75% f'=42° ghiaia di media

1

1 10

9 densità, a

3

4

7 tratti densa

/

2 9

7

3 5

0

:

l

e

t

- 9

)

r

C Dr =50% f'=34°

(

e n 6

o

t

t

e

h

g

i

z

z i 19

P

4 Dr =70% f'=41°

2 6

,

a

d 18

d

A

o

g

n

u

L

a

i

v

-

o

g

o

l

o

e

g

-

i t 7

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A legenda n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche ALTRE PROVE - dati del Piano Int. Interv. C15 - Immobiliare Cervi - dott. Mattia Lucchi prova penetrometrica SCPT [8] località : PII C15 ; Coord Gauss Boaga X= 1547558; Y = 5034518 data di esecuzione prove : 25/06/2008 quota piano campagna = 102,4 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 8 suolo agrario limo sabbioso 11

18 sabbia ghiaiosa 1 17 Dr =80% f'>45° limosa densa 21 -1,50 m 8 Dr =30% sabbia a 2 f'=30° n 2 sciolta

g

a

p 4

m

a

c

7

o

n

a i 4 sabbia e

p

ghiaia di l 3 Dr =50-55% f'=34°-37° a media

d

6

i

r densità

t e 6

m

n

i

à 6

t

i

d n 4 13

o f Dr =65% o f'=39°

r p 11

1

1 16

9

3

4

7

/

2 19 ghiaia e

7 Dr =70%

3 5 f'=41°

0

sabbia

:

l

e

t

- 15 densa

)

r

C

(

e n 17

o

t

t

e

h

g

i

z

z i 23

P

4 Dr =75% f'=42°

2 6

,

a

d 20

d

A

o

g

n

u

L

a

i

v

-

o

g

o

l

o

e

g

-

i t 7

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A legenda n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche Provincia di Cremona ALTRE PROVE - dati del Piano Int. Interv. C15 - Immobiliare Cervi - dott. Mattia Lucchi

prova penetrometrica SCPT [9] località : PII C15 ; Coord Gauss Boaga X= 1547554; Y = 5034539 data di esecuzione prove : 25/06/2008 quota piano campagna = 102,4 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 5 suolo agrario limo sabbioso 7

11

1 14 sabbia 19 ghiaiosa -1,50 m limosa densa 21 Dr =80% f'>45°

a 19 n 2

g

a

p 7 m sabbia

a

c 5 Dr =40-50% f'=34°-35° media

o

n densità

a i 4

p

l 3

a

d

7

i

r

t e 18 Dr =70% f'=41°

m

n

i

à 12

t

i

d n 4 10

o

f

o r sabbia e p 15 ghiaia di media

1

1 9

9 densità, a

3

4

7 tratti densa

/

2 11

7 Dr =60%

3 5 f'=38°

0

:

l

e

t

- 12

)

r

C

(

e n 25

o

t

t

e

h

g

i

z

z i 10

P

4 Dr =55% f'=36°

2 6

,

a

d 9

d

A

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g

n

u

L

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v

-

o

g

o

l

o

e

g

-

i t 7

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A legenda n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche ALTRE PROVE - dati del Piano Int. Interv. C15 - Immobiliare Cervi - dott. Mattia Lucchi prova penetrometrica SCPT [10] località : PII C15 ; Coord Gauss Boaga X= 1547552; Y = 5034578 data di esecuzione prove : 25/06/2008 quota piano campagna = 102,4 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40

0 suolo agrario 13 limo sabbioso 7

15 Dr =75% f'>45° sabbia ghiaiosa 1 13 limosa densa 8 -1,50 m 7 Dr =55% f'=38°

a 3 n 2

g

a sabbia p 4 sciolta e di

m

a media

c 2 Dr =30-40% f'=30°-33° densità

o

n

a i 3

p

l 3

a

d

5

i

r

t e 8 Dr =50% f'=36°

m

n

i

à 6

t

i

d n 4 9

o

f

o r sabbia e p 20 ghiaia di media

1

1 12

9 densità, a

3

4

7 tratti densa

/

2 11

7 Dr =60% f'=38°

3 5

0

:

l

e

t

- 13

)

r

C

(

e n 11

o

t

t

e

h

g

i

z

z i 10

P

4

2 6

,

a

d 16

d

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n

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i

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-

o

g

o

l

o

e

g

-

i t 7

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A legenda n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche

prova penetrometrica SCPT 1/ 6 PGT '08 località : Cimitero ; Coord Gauss Boaga X= 1547365; Y = 5033724 data di esecuzione prove : 22/12/2008 quota piano campagna = 100,5 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 suolo agrario 7 limo sabbioso

3

4 Dr =45% f'=36° sabbia ghiaiosa 1 3 limosa di media 4 densità

6 Dr =55% f'=37°

a 6

n 2

g

a f'=30° sabbia, p 2 Dr =30% sciolta

m

a

c

4

o

n

a i 7 Dr =50%

p

sabbia e l 3 a ghiaia di

d

6

i f'=34°-42°

r media

t e 12 densità

m

n

i Dr =60-65%

à 10

t

i

d

n 4 17

o

f

o

r

p 21

1

1 15

9

3

4

7

/

2 22 ghiaia e

7

3 5

0

sabbia

:

l

e

t

- 24 densa

)

r

C

(

e

n 20

o

t

t

e

h

g

i

z Dr =75% f'=41°

z

i 19

P

4

2 6

,

a

d 20

d

A

o

g

n

u

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i

v

-

o

g

o

l

o

e

g

-

i

t 7

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A legenda n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche

prova penetrometrica SCPT 2/ 6 PGT '08 località : C.na La Cascinetta ; Coord Gauss Boaga X= 1548022; Y = 5033149 data di esecuzione prove : 22/12/2008 quota piano campagna = 97,6 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE Pz3 LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 suolo agrario 9 limo sabbioso

4 sabbia 9 ghiaiosa limosa di 1 12 Dr =70% f'=44° media densità 5 sabbia, Dr =30% f'=31° o

2 t

a sciolta

r

t

s a 4

e n 2

n

g -2,20 m Dr =50% f'=34° e a

f

p 5

o

m t sabbia e

t

a

a

c ghiaia di

12 r

t o media

n

a densità i 10

p

l 3

a

d Dr =60-70% f'=36°-42°

9

i

r

t e 17

m

n

i

à 10

t

i

d

n 4 25

o

f

o

r

p 20

1

1 16 Dr =70% f'=41°

9

3

4

7

/

2 17 ghiaia e

7

3 5

0

sabbia

:

l

e

t

- 27 densa

)

r

C

(

e

n 26

o

t

t

e

h

g

i

z Dr =85% f'=45°

z

i 27

P

4

2 6

,

a

d 19

d

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o

g

n

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-

o

g

o

l

o

e

g

-

i

t 7

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A legenda n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche

prova penetrometrica SCPT 3/ 6 PGT '08 località : C.na Genio; Coord Gauss Boaga X= 1546364; Y = 5032513 data di esecuzione prove : 22/12/2008 quota piano campagna = 97,0 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 suolo agrario 5 limo sabbioso

5

4 Dr =50% f'=40° sabbia ghiaiosa 1 6 limosa di media 4 densità

6

a 8 sabbia e n 2 Dr =55% f'=38° g ghiaia di

a

p 7 media

m densità

a

c

9

o

n

a i 10 Dr =60% f'=39°

p

l 3

a

d

9

i

r

t e 13

m

n

i Dr =65-70% f'=38°-42° sabbia e

à 17 ghiaia

t

i

d densi n 4 10

o

f

o

r

p 15

1

1 21

9

3

4

7

/

2 18 ghiaia e

7

3 5

0

sabbia

:

l

e

t

- 20 densa

) Dr =75% f'=41°

r

C

(

e

n 22

o

t

t

e

h

g

i

z

z

i 18

P

4

2 6

,

a

d 15

d

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n

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g

o

l

o

e

g

-

i

t 7

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A legenda n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche

prova penetrometrica SCPT 4/ 6 PGT '08 località : C.na Uccellanda; Coord Gauss Boaga X= 1545666 ; Y = 5033478 data di esecuzione prove : 22/12/2008 quota piano campagna = 99,3 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE Pz2 scala verticale 1:40 LITOSTRATIGRAFICA 0 suolo agrario 6 limo sabbioso

4

6 sabbia Dr =50% f'=40° ghiaiosa 1 5 limosa di media 5 densità

o 11 f'=41° t Dr =65% a sabbia e

r

t ghiaia

s a 12

e n 2 densa

n

g

e

a

-2,30 m f

p 10

o

m t

t

a

Dr =45 % a c f'=36°

6 r

t

o

n

a i 8 sabbia e

p

l 3 ghiaia di

a

d

12 media i Dr =60%

r

t densità e 15

m

n

i

à 15

t f'=40°-43°

i

d

n 4 18

o

f

o r Dr =70-75% p 20

1

1 13

9

3

4

7

/

2 17 ghiaia e

7

3 5

0

sabbia

:

l

e

t

- 21 densa

)

r

C

(

e

n 19

o

t

t

e

h

g

i

z Dr =75% f'=39°

z

i 15

P

4

2 6

,

a

d 14

d

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g

n

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i

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-

o

g

o

l

o

e

g

-

i

t 7

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A legenda n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche

prova penetrometrica SCPT 5/ 6 PGT '08 località : C.na del Micio; Coord Gauss Boaga X= 1545272; Y = 5033650 data di esecuzione prove : 22/12/2008 quota piano campagna = 100,9 circa m s.l.m. INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 suolo agrario 4 limo sabbioso sabbia 5 Dr =55% ghiaiosa f'=42° limosa di 6 media densità 1 8

5 sabbia e Dr =55-60% f'=38°-40° ghiaia di 7 media densità

a 9

n 2

g

a

p 6

m

a

c Dr =50% f'=36° 6

o

n

a i 7

p

l 3

a

d

12

i

r

t e 10 Dr =60-65% f'=39°-40°

m

n

i

à 14

t

i

d

n 4 20

o

f

o

r

p 17

1

1 21

9

3

4

7

/

2 18 ghiaia e

7

3 5

0

sabbia

:

l

e

t

- 18 densa

) Dr =65-75% f'=40°-43°

r

C

(

e

n 15

o

t

t

e

h

g

i

z

z

i 17

P

4

2 6

,

a

d 20

d

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g

n

u

L

a

i

v

-

o

g

o

l

o

e

g

-

i

t 7

t

o

c

S

o

l

e

g

n

A legenda n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm Comune di Vailate Allegato 1b Provincia di Cremona RELAZIONE GEOLOGICA PER IL PGT 2018 - prove geognostiche

prova penetrometrica SCPT 6/ 6 PGT '08 località : Str. vicinale Mongiardini; Coord Gauss Boaga X= 1547282 ; Y = 5035341 data di esecuzione prove : 22/12/2008 quota piano campagna = 105,2 circa m s.l.m. Pz1 INTERPRETAZIONE LITOSTRATIGRAFICA scala verticale 1:40 0 suolo agrario 4 limo sabbioso

2 Dr =35% f'=34°

6 Dr =60% f'=42° sabbia e 1 8 ghiaia di media 14 densità, a tratti densa 11 Dr =65% f'=41°

o

t

a 10 a

n 2 r

t

g

s

a

e

p 24

n

i

m

f

a

o

c

t 21 Dr =75%

f'=44° t

o

a

n

r

a < -2,90 m t i 20

p

l 3 a falda ?? ghiaia e

d

38 i sabbia

r

t

e densa Dr >90% 41

m

n

i

à 37

t

i

d

n 4 28 f'>45°

o f Dr =90%

o

r

p 31

1

1 48

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4

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/

2 35

7

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0

:

l

e

t

- 35

)

r

C

(

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n

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4

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o

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-

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t

o

c

S

o

l

e

g

n

A legenda n° colpi/30 cm n° colpi corretto per SPT 8 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 N° colpi/30 cm all. 2 alla relazione geologica Studio geologico di PGT - variante parziale 2018