LETTEREMERIDIANE www.letteremeridiane.it Anno VIII n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 - € 2,00

Una radice di pietra e di mare più forte della diversità delle rive (Franco Cassano) Senza Pasquino la Questione non è più meridionale Èil ROSSO MAGGIO il mese di Pasquino Crupi Franco Arcidiaco l mese di Maggio per Pasquino Crupi suo studio presso l’Università “Dante Ali- del mio ultimo Primo Maggio e della mia Il 21 agosto era un giorno caldo con il cie- era un mese speciale: il corteo della ghieri”, la malattia gli aveva risparmiato ultima processione di San Leo”. Non tro- lo coperto, davanti al portone della chiesa, I Festa del Lavoro e, quattro giorni do- solo lo sguardo fiammeggiante e la verve vai nemmeno la forza di schernirlo, i nostri circondato da centinaia di persone, mi po, la processione di San Leo. Due eventi, umoristica, ma la sua voce era debole e lo occhi si inumidirono all’unisono e mi pre- guardavo smarrito e cercavo di dare un di natura solo apparentemente opposta, stesso immancabile sigaro non aveva il cipitai ad abbracciarlo senza fiatare. Ci co- senso a quella decisione dei suoi cari di far che lo coinvolgevano da protagonista asso- profumo di sempre. Lo guardai bene dietro noscevamo da troppi anni e mai avevamo svolgere il funerale in chiesa; ci misi poco luto nella sua Bova. I primi giorni dello la coltre di fumo, mi ricambiò lo sguardo e barato tra di noi, nemmeno in occasione a rendermi conto che i presenti lo trovava- scorso Aprile, il Professore mi convocò nel mi gelò: “Direttore, si avvicina il tempo delle innumerevoli dispute conseguenti al- no del tutto naturale. Pur nel massimo ri- le sue imprevedibili e repentine scelte po- spetto della decisione della moglie e dei fi- litiche che mi spiazzavano. Ci davamo ri- gli, mi rimbombavano nella testa le chiare gorosamente il “Voi”, lui, un gigante al parole che, pochi mesi prima, il prof. mi Il pastore caritatevole, l’abate neghittoso e la morte di San Leo mio cospetto, mi riservava un rispetto che aveva pronunciato e che io custodirò sem- rese il bastone del pellegrino e s’incamminò dalla Sicilia verso Reggio, e mi metteva in imbarazzo. “Mi dovete pub- pre come suo testamento spirituale. Nei “…P da lì verso le montagne di Bova. Vi giunse stremato. Sentiva la morte en- blicare al più presto un librettino su San giorni successivi alla sua morte, i media trargli nel corpo. Ma voleva e doveva morire là, nel monastero d’ verso cui tra- Leo”, mi disse perentorio; trovai la forza sono stati assaltati da “coccodrilli” di ogni scinava le sue ossa rotte… Chiese aiuto a un pastore, che infine si decise a caricarse- di scherzare: “Professore, che fate vi butta- specie. lo sulle spalle, liberandole dal fascio di rami che le gravava. Questo Santo, che sem- te sotto le bandiere?”, “Direttore, lo sape- Tanti ricordi erano sinceri e pertinenti, al- bra essere nato con la vocazione del corteo plorante dietro di sé, ebbe alla vigilia del- te, non potrei mai credere in un Dio onni- tri artefatti e opportunisti. Ma quello che la morte la sua prima processione: il pastore procedeva con il monaco Leo sulle spal- potente e, nel contempo, incapace di do- veramente è risultato offensivo, fatto sal- le, leggero come una piuma, e dietro, sollevato da terra, seguiva il fascio di rami. mare la scelleratezza dell’uomo e l’imper- vo, onore al merito, il sincero omaggio tri- Il pastore allora comprese che quel monaco, adagiato sulle spalle, era un Santo e si of- fezione della Natura. L’invenzione del li- butato da dirigenti e militanti del PDCI, è frì, con le lacrime agli occhi, di portarlo fino al Monastero. San Leo lo pregò vicever- bero arbitrio è la dimostrazione dell’inca- stato il silenzio della Sinistra ufficiale, sa d’andare al Monastero e di chiedere all’abate di recarsi presso di lui per confessar- pacità della chiesa di dimostrare l’esisten- quel mondo, che Pasquino aveva incarnato lo, dato che la fine era vicinissima. Ciò che il pastore fece. Ma l’abate, poco cristiana- za di Dio; ma c’è un angolo importante e interpretato da protagonista, che non lo mente, rifiutò di andarci e, alzando il braccio, replicò con mirabile coniugazione: «Tut- della mia anima che riservo alla Madonna aveva mai amato veramente, spaventato ti i poveri e i malviventi vengono qui a morire». Chissà se avesse voluto intendere e far- di Polsi, a cui era devotissima mia madre, probabilmente dal suo spirito eretico. E ci intendere che la povertà crea i malviventi e che la malavita non crea la povertà. Sia e al culto di San Leo, il Santo Operaio”. così il più grande interprete della cultura Mettemmo subito in cantiere il “San Leo”, meridionalista, il più fervente cantore del- quel che sia, l’abate neghittoso aveva fatto appena in tempo a pronunciare quelle pa- le lotte del mondo operaio e contadino, role che il braccio gli rimase paralizzato. L’anima di San Leo volò in cielo. Le campa- che uscì qualche giorno prima della festa, ma poi le forze e gli ultimi sfibranti impe- brillante e corretto alfiere dell’edonismo ne del monastero e delle chiese, mosse da energia celeste, sciolsero il loro canto di glo- laico, si è ritrovato ad essere celebrato pri- ria. Accorsero i boscaioli di Bova e d’Africo. Salirono da i pastori per i qua- gni non gli consentirono di riguardare il te- sto su Polsi. Nel rispetto della sua volontà, ma tra le navate di una chiesa e subito do- li la vita non era bella nè d’inverno nè d’estate. Vennero da Platì i fieri mulattieri, che po tra gli emicicli presidiati da una destra avevano talvolta ristorato il Santo con il loro vino. Con il tamburello e l’organetto, mu- e con il consenso del figlio Vincenzo, ho chiesto a don Pino Strangio, rettore del lontana mille miglia dalla sua storia e dal- ti per il lutto, mossero i loro piedi, esperti di tarantella, gli uomini e le donne di Car- la sua cultura più profonda. Ironia della deto. Giunsero da Bagnara le lavoratrici del mare, già pronte al pianto cantato…”. Santuario di Polsi, di preparare una prefa- zione al volume che uscirà nei primi mesi sorte e summa iniuria generata da questi da San Leo. Un santo operaio, Pasquino Crupi, Città del Sole edizioni del prossimo anno. tempi selvaggi. 2 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane Chiesa, ’ndrangheta e magistar

e Nicola Gratteri non fosse il sulla e sui calabresi che lui, Franco Arcidiaco più importante Procuratore da trentino, aveva capito molto me- S aggiunto della Repubblica glio di tanti di noi che qui siamo na- daco non è un mafiologo nè un ma- presso il tribunale di Reggio Cala- ti, viviamo e operiamo; e aveva le fiografo… Il dottor Boemi, invece è bria, ma fosse un semplice scrittore- idee chiare anche sul ruolo dei preti. d’altra pasta, ha il senso della prima saggista, nessuno, a parte i più pi- In uno dei tanti indimenticabili col- linea, dove si sente il tuono del can- gnoli amanti del buon gusto, trove- loqui, in occasione della preparazio- none, che il resto del paese, cui la rebbe niente da ridire sulle sue com- ne dei suoi tre libri pubblicati dalla guerra viene raccontata, non può parsate televisive e sulle interviste a mia casa editrice con la collabora- avere. Io onoro questo combattente, effetto rilasciate a giornalisti com- zione di Ida Nucera, amava tratteg- non battendo lo stesso chiodo, ma in- piacenti. Ci si potrebbe limitare a giare metaforicamente le figure dei debolendo la durezza del legno”. classificarle tra le normali attività di Promessi Sposi, e sottolineava come Dovremmo fare tutti tesoro dell’in- marketing che le grandi case editrici Lucia, icona di luce ma attorniata segnamento di questo grande politi- (e in questo la Mondadori di Marina dalle tenebre e assediata da Don Ro- co calabrese e rientrare tutti nei ran- Berlusconi è maestra) sviluppano al- drigo, “esempio tragico di tutti i no- ghi: i giornalisti a fare i giornalisti (e l’uscita di un best seller. D’altra par- stri mafiosi”, fosse ben difesa da Fra non la cassa di risonanza di chic- te, nei giorni precedenti, abbiamo vi- Cristoforo e non da don Abbondio chessia), i preti a curare le anime (e sto come i media, con in testa i soli- che lui definiva “prete ineccepibile tralasciare i corpi), i politici a gover- ti noti del Fatto Quotidiano, non si sul piano formale, ma privo di luce nare nell’interesse generale (e qui la siano fatti scrupolo di rilanciare i de- profetica, perché chiuso nel buio del- vedo nera…), gli intellettuali a stu- liri berlusconiani per promuovere le sue paure”. Quanti don Abbondio diare e non tacere ed infine i magi- l’ennesimo libro-panettone di Bruno e quanti Fra Cristoforo ci sono in strati e le forze dell’ordine a combat- Vespa. Valle del Buonamico fallì misera- Calabria, dottor Gratteri? E anche tere il male e a… scrivere libri, ma Ma proprio questo è il punto, Nicola mente ed ebbe come unico effetto, ammesso che i primi fossero in so- solo dopo il pensionamento. Riten- Gratteri non è Bruno Vespa e i suoi guarda un po’, il trasferimento del prannumero, se la sentirebbe di iscri- go, infatti, che l’azione dei magistar verli tutti nella colonna dei cattivi? libri fino ad oggi sono stati conside- Vescovo Bregantini da Locri a Cam- sia vissuta con gran disagio dal cor- rati delle pietre miliari per lo studio e Non tutti i preti possono essere don pobasso. L’8 ottobre del 2007, esat- po della Magistratura, poichè rischia l’interpretazione del fenomeno ’n- Pino Puglisi o don Peppino Diana tamente un mese prima di essere tra- di produrre gli stessi effetti destabi- drangheta. Pertanto se un magistrato così come non tutti i magistrati pos- lizzanti che l’azione degli archistar di quel livello scrive sulle pagine di sferito, padre Giancarlo “profetica- sono essere Giovanni Falcone o Pao- mente” così scriveva dalle colonne ha provocato nel campo dell’Archi- un libro, destinato a vendere centi- lo Borsellino. Io che non sono nè tettura. naia di migliaia di copie, che in Ca- de “il Quotidiano”: “Solo chi vince il cattolico nè credente sono in grado labria la Chiesa è connivente con la male nella sua umanità può frenare di stilare un lunghissimo elenco di mafia, arrivando a gettare ombre ad- la negatività attorno a sé. Di freni ha preti di ogni ordine e grado che ogni dirittura sulle figure di Giancarlo tanto bisogno, oggi, la nostra Cala- giorno, con impegno ed abnegazio- Bregantini e Giuseppe Morosini, è bria. Freni alle chiacchiere inutili. ne, assolvono alla loro funzione di LettereMeridiane legittimo domandarsi per quale mo- Freni alle invidie e alle gelosie. Fre- stare al fianco degli ultimi; ché que- ni ai sentimenti coltivati nel rancore CITTÀ DEL SOLE EDIZIONI tivo abbia deciso di bruciare questo sto dev’essere il loro ruolo e non cer- REGGIO CALABRIA prezioso materiale di indagine get- che meditano vendette. Freni a tra- to quello di fare il cane da guardia tandolo ai quattro venti e mettendo smissioni televisive pensate non per delle istituzioni. In una società civile Iscrizione Registro Stampa sull’avviso i principali sospettati. informare ma per infangare. Freni al- e organizzata non ci deve essere Trib. di n° 17 la vanità della mente e alla durezza dell'11 luglio 1991 Non risulta, infatti, che in tanti anni frammistione di ruoli, esemplari in Iscrizione R.O.C. n° 9262 di lotte alla ’ndrangheta sia mai del cuore! Questo perché mai dalla questo senso furono le parole che emersa alcuna pista concreta che ab- bassezza può nascere il futuro! (…) Italo Falcomatà rivolse serenamente, Via Ravagnese Sup. 60/A bia portato gli investigatori non dico è nel silenzio, nell’umiltà, nel perdo- com’era suo costume, ad un altro 89131 Reggio Calabria fino all’altare, ma nemmeno dentro no, nella bonitas che nasce l’uomo magistrato di prima linea, quel dottor Città del Bergamotto la penombra della sagrestia. La stes- nuovo!”. Salvatore Boemi che gli destinava Tel. 0965644464 sa inchiesta sulle Cooperative della Aveva le idee chiare padre Giancarlo decine di avvisi di garanzia: “Un sin- Fax 0965630176 www.cittadelsoledizioni.it e-mail: [email protected] [email protected] 3 La Varia di Palmi. Il rito sarà bene riconosciuto dall’Unesco. 16-17 L’impero castigliano e l’Italia. ABBONAMENTO ANNUO: € 20,00 comprese spese postali 4-5 L’indimenticabile “maestro” Ugo Arcuri. 18-19 L’Italia degli altri: il racconto-saggio di Mario Fortunato. da versare su CCP n. 55406987 intestato a Città del Sole Edizioni S.A.S. 6-7 Il giovane compositore Girolamo Deraco premiato per l’opera 20-21 Il Premio giornalistico nazionale “La matita rossa e blu 2013”. più breve al mondo. Direttore Responsabile: 22 Il Meic della Diocesi di Oppido-Palmi alla riscoperta FRANCO ARCIDIACO 8 L’impegno degli studenti Asi Unical nel valorizzare idee e territorio. del cristianesimo delle origini. Poeti e scrittori meridionali del ‘900 cancellati dai programmi Direttore Editoriale: FEDERICA LEGATO per i licei. 23 L’opera omnia dell’indimenticato poeta reggino Giuseppe Morabito. Coordinamento Editoriale: 9 Il progetto di Residenza etica teatrale della Piana Giustizia e legalità. Tra vetrina (ricercata) e riforma (necessaria). ORIANA SCHEMBARI della Compagnia Dracma. 24-25 Stampa: All’Associazione “Sos Yugoslavia – Sos Kosovo Metohija” 26 Creative Artworks Group S.r.l. - Reggio Calabria 10 La prosa di Jacques Lacan. il Premio Alta Nobiltà Umanitaria 2012. 11 La realtà visionaria del giovane artista Giuseppe Perrone. Associato USPI 27 Il libro di Enrico Vigna a sostegno dei bambini siriani vittime Unione Stampa della violenza. 12 La seconda edizione della Rassegna “Note di Gusto”. Periodica Italiana 28-29 “Il paese che odia i libri” de LAB Iulm. «Questo periodico è aperto a quanti desiderano 13 La maratona fotografica “Il Ri-scatto della Piana” e il “Premio collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costitu- Elmo 2013”, due eventi organizzati dall’Associazione “Piazza Dalì”. 30 Lo sguardo alemanno e quel che ne resta. zione della Repubblica italiana che così dispo- ne: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio 14 L’età del “grande esodo” in una mostra allestita Poesie. pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo dalla Fondazione Roma-Mediterraneo. 31 di diffusione”. La pubblicazione degli scritti è La classicità al centro delle opere di Domenico Fera. subordinata all’insindacabile giudizio della re- 32 La prosa lirica di Gala Dalì. dazione; in ogni caso, non costituisce alcun rap- 15 Mattia Preti a 400 anni dalla nascita. porto di collaborazione con la testata che, quin- 33 Il ricordo di Nino Stillitano, il comunista degli anni del “Sole non quieto”. di, deve intendersi prestata a titolo gratuito. A Reggio Calabria nasce l’Associazione politico-culturale “Start out”. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artisti- che e materiali redazionali inviati al giornale, an- sommario 34-39 Le novità della Città del Sole. che se non pubblicati, non vengono restituiti». 3 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 La Varia di Palmi: il folklore che diventa emozione corale Il rito, simbolo della devozione mariana, sarà bene riconosciuto dall’Unesco Mimma Sprizzi

are un giro a piedi nella città di lato quella della profonda devozione ma- “mbuttaturi” e il popolo alle corde, tutti l’opera dei più valenti artigiani della Palmi, qualche ora prima della riana, dall’altro quella civica della parte- impegnati nello sforzo di tirare tutti nella città. Nei giorni che precedono la scasata F spettacolare “scasata” della grande cipazione popolare: l’animella, la bambi- stessa direzione, sono la rappresentazio- si susseguono i momenti preparatori ad macchina della Varia, dà più di ogni altra na posta all’estremità del carro, rappre- ne viva, visiva e reale della volontà e del- essa: la selezione dei figuranti, del Padre- cosa il sapore di questa antica festa, l’at- senta non “solo” la Madonna, ma l’intera lo sforzo di un intero popolo, non solo terno e dell’Animella, la prova di corag- tesa della quale si respira nel silenzio ir- comunità palmese; le corporazioni degli verso la riuscita del trasporto della Varia, gio dell’Animella, ed il giorno prima la reale che la precede. L’emozione è nell’a- processione della Madonna della Lettera. ria, nei volti delle poche persone che si Tutti questi momenti contribuiscono a far incrociano per le strade semideserte, per- crescere l’attesa e l’attenzione della po- ché tutto nella comunità palmese quel polazione, in larga parte coinvolta nel- giorno vive per lei, per questa antica tra- l’organizzazione della festa, che mantie- dizione che ha il potere di far vibrare an- ne sempre quel carattere popolare, non cestrali emozioni. sempre privo di imprevisti, comunque Quando nel 1582, il sacro capello della prontamente risolti, che contribuisce al Madonna, donato dai Messinesi alla città sapore della festa. di Palmi per l’aiuto prestato durante una E finalmente arriva il giorno fatidico. Già grave pestilenza, giunse in città, la devo- molte ore prima la folla assiepa il corso zione verso la Madonna diventò partico- della città, teatro della corsa del carro larmente sentita e divenne patrimonio co- della Varia. Un variegato corteo storico mune con la comunità di Messina. In onore della Madonna vennero tributate precede la scasata, nel corso del quale solenni processioni con grandi festeggia- l’Animella viene prelevata dalla casa Ti- menti, alla cui spesa concorreva tutto il gano, dove per tradizione viene prepara- popolo pagando un balzello imposto dal ta, come una sposa, e quindi vestita petti- Comune sull’acquisto della carne. Inol- nata ed adornata; e da lì viene portata al tre, sul modello di Messina, si realizzò un carro. Gli mbuttaturi, dopo alcune evolu- enorme carro votivo rappresentante l’As- zioni e giochi a carattere di sfoggio di sunzione di Maria al cielo. Il carro, raffi- forza e vitalità e goliardia, allegria ed en- gurante una nuvola, oggi è alto 16 metri, tusiasmo, si sistemano sotto le travi, do- e vede alla sua sommità l’Animella, cioè po essersi tolte le scarpe, che potrebbero la bambina che rappresenta l’anima della bruciarsi a causa delle scintille prodotte Madonna che sale in cielo. Sotto di lei il dai pattini che scivolano sulle ciappe del padreterno e ancora più giù gli angeli, corso. Gli angioletti selezionati nei gior- tutte figure rappresentate da personaggi ni precedenti vengono issati sui loro seg- vivi. La nuvola, scintillante grazie alla giolini ed assicurati con una chiusura mica di cui è cosparsa ed arricchita da con lucchetto. Tutto è pronto, perché al- bambole provenienti da Norimberga, è le 19, quando il sole lentamente si ab- sorretta da una struttura di ferro dotata di bassa sull’orizzonte del mare, proprio di congegni rotanti, che fanno girare il sole fronte alla Varia, questa scaserà, al colpo e la luna, che la decorano, ed anche le di cannone. bambole poste poco sotto la sommità. A Cala il silenzio, i volti sono tesi, i cuori trasportarla, sotto le travi ed il cippo di battono forte. Ecco il colpo di cannone. legno su cui è montato il tutto, circa 200 Gli uccelli si levano in volo, mentre un “mbuttaturi”, divisi in cinque corporazio- unico urlo, immenso, unanime, si leva ni: bovari, contadini, artigiani, carrettieri dalla folla. Il carro prende a scivolare, e marinai. l’odore di bruciato è acre, lo sforzo degli Da allora fino ad oggi la festa è rimasta mbuttaturi e del popolo alle corde è mas- intatta, intatte sono le tradizioni per l’al- simo, i volti si deformano, il sudore scor- lestimento della macchina, gli appunta- re. Eppure, per chi vede la Varia avvici- menti per la scelta dei figuranti, intatta è narsi od allontanarsi, a seconda di dove si la rappresentazione e la devozione alla trova, finché è lontana sembra scivolare Madonna della Lettera patrona della città, senza sforzo: la bambina in cima saluta e ma ancora di più è rimasto intatto lo stu- benedice, sorridente, la nuvola sembra pore e la meraviglia per un evento che si leggere, e brilla al sole cadente. Solo mantiene vivo da secoli, di una vitalità quando il carro è vicino si percepisce lo piena di vibrante e sentito interesse. stridore dei pattini sul selciato, la fatica e Nel tempo la festa ha assunto sempre più (foto di Giovanni Squatriti) lo sforzo dei trasportatori, l’angoscia del una duplice e inscindibile valenza: da un popolo che assiste alla pericolosa prova. ma verso il superamento delle difficoltà Finalmente il carro si ferma a salutare e della città. benedire il mare, in prossimità dell’affac- La grande meraviglia di questa festa è cio. Non resta che girare le corde e scen- proprio la partecipazione corale, colletti- dere di nuovo verso la piazza. Pochi atti- va ed emozionale alla festa stessa. Tutti mi e riprende la corsa, mentre la folla coloro che si fanno travolgere dalla gran- brulica freneticamente, animandosi sui dezza di questo evento ne sopportano la marciapiedi o correndo con la Varia. Fi- fatica e la condividono con gli altri, assu- nalmente si arriva in piazza I maggio, il mendo che solo nella coralità c’è la vitto- carro si ferma. L’urlo del popolo adesso è ria, il raggiungimento dell’obiettivo. diverso, più profondo, liberatorio. Quan- Sarà per tutte queste cose insieme che la ta emozione, quanta paura, quanta gioia. festa della Varia di Palmi, insieme alla re- È fatta. te delle grandi macchine a spalla di Nola, L’edizione svoltasi quest’anno, oltre ad Sassari e Viterbo, è oggi alla vigilia di un essere particolarmente importante per la prestigioso riconoscimento da parte del- presenza dell’osservatore Unesco, è stata l’UNESCO come bene riconosciuto qua- di grande impatto: bella la macchina, sen- le patrimonio immateriale dell’umanità. tita e voluta la realizzazione della festa, La festa, che si svolge l’ultima domenica registrata tra l’altro la presenza in città di di agosto, comincia in realtà due settima- oltre 180 mila persone, a dimostrazione ne prima, quando il “cippo” viene tra- che quando una comunità ha bisogno di sportato all’inizio del corso, cioè nel pun- unità, di forza e di speranza, la suggestio- to da cui scaserà la Varia. Sul cippo può ne di un simbolo assume una valenza sto- essere quindi eretta la struttura, grazie al- rica che unisce oltre ogni divisione. 4 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane Si può insegnare, l’utopia? Ugo “maestro” dedito alla modernità Educazione dell’individuo, cultura, lavoro, lotta alla subalternanza ed

importanza. Proprio così. La banalità gliorare il pezzetto di mondo nel luo- za potere, grimaldello dell’unico vero uando cerco di fissare il ricor- ininterrotta, la prosopopea e la serio- go in cui il caso lo ha deposto. Si po- “rovesciamento” rivoluzionario della do di mio padre – ed in questi sità del tutto infondata di molti intel- trebbe obiettare che questo sarebbe condizione di subalternanza. La scuo- Q giorni1 lo sto facendo su invi- lettuali e presunti maestri dei nostri bastato per fare di lui un liberale, ma il la dunque: non tanto un’istituzione to degli amici dell’Istituto “Ugo Arcu- tempi- a questo proposito - colpiscono punto è che non ignorava affatto l’al- con tutti i suoi necessari paludamenti, ri” – il criterio principe con cui assem- chi ha conosciuto certi aspetti dell’in- tra metà del cerchio: non credeva però ma il luogo di tutti gli interrogativi e blare le immagini mi sembra essere segnamento di Ugo Arcuri, il suo che fosse possibile – e giusta - la mili- di tutte le metamorfosi, il centro di una questo: lui, cosa ne avrebbe detto? grande talento divulgativo, una sem- tarizzazione dell’eguaglianza che i mobilità sociale e di una cultura che - Non costruirò queste pagine come uno plicità e chiarezza (mi verrebbe da di- tempi proponevano. sole - tengono in piedi la democrazia, scrigno di ricordi privati: il ricordo re una chiarità) che ho poi difficilmen- Ma questi temi riguardano e riportano la legalità e persino la possibilità di personale è una specie di oggetto in- te trovato, nella mia vita di allieva ed circolarmente alla visione che Ugo Ar- dare scacco al destino. Non che condi- fiammabile se acceso, e di troppo fria- insegnante, una leggerezza ed insieme curi aveva della scuola. Il centro pro- videsse l’illusione dei tardi anni ‘60, bile se spento, comunque troppo den- che la scuola cioè dovesse liberare gli tro i percorsi oscuri dei sentimenti e – istinti piuttosto che educarli, ma era primo tra questi – della nostalgia. Vor- per una scuola “liberata” a sua volta, rei piuttosto offrire ai lettori una sua cioè per uno spazio in cui possono re- immagine per così dire “a mezza co- gnare il pensiero e la contraddizione, sta”, non sulle alture della teoria, ma non una risposta definitiva e autorita- neppure nelle valli profonde del perso- ria al problema e all’interrogativo mo- nale. Difficile comunque contenere rale, ma la possibilità e il dialogo su questo ricordo in uno spazio e in un quell’interrogativo. La libertà era per tempo e sfuggire alla sensazione che lui il luogo dove solo può sorgere l’i- Ugo Arcuri non abbia affatto abbando- dea dell’eguaglianza ed anche – ap- nato il mondo dei vivi: vi entra anzi punto - la domanda su ciò in cui essa con il suo talento delle parole chiare e consiste. Scuola e spazio della co- piane, il suo talento innato per la verità scienza individuale, quello dove tutto e la sua fede in ideali che travalicano accade, dove tutto comincia… Sareb- ogni moda effimera. bero forse bastati pochi anni, al di là In questi anni, nell’ininterrotto omag- del fragile crinale degli anni ‘70, in cui gio e ricordo che gli è stato tributato, lo anche nei licei di provincia comincia- si è spesso chiamato “maestro”. È or- va ad emergere un profilo antropologi- mai un luogo comune quello per il qua- co di studente proprio della nascente le nel nostro tempo abbondano i pro- società di massa, sarebbero davvero fessori e scarseggiano i maestri: ed è bastati pochi anni per disilludere proprio da questo punto che vorrei par- profondamente Ugo Arcuri. Ma anche tire per ricordarlo e ricostruirne l’im- qui – forse - prima o poi le armi di magine che propriamente mi appartie- Achille saranno restituite ad Aiace: in ne, ancora a distanza di trent’anni. fin dei conti possiamo immaginare l’e- sagitato Brunetta non molto diverso da quel famoso senatore Tomè con cui, Se dovessi mettere qui negli anni ‘50, Ugo Arcuri sostenne un per iscritto tutto quello coraggiosissimo - anzi temerario - di“ cui non abbiamo parlato, scontro giudiziario respingendone le stesse accuse sfrontate, mosse oggi al- mio padre ed io, riempirei la scuola, di albergare incapaci, fan- due libri. Ugo Arcuri nulloni e gente che guadagna un pacco Quanto lavoro mi ha lasciato, di soldi. Anche oggi, in effetti e contro una grande forza nel trattare ed anche pulsore di tutte queste accennate con- tutte le aspettative, restituire serietà ed mio padre. nel manipolare temi cruciali di storia vinzioni era il senso che egli attribuiva autorevolezza alla scuola potrebbe es- Sono ancora qui, all’opera. del pensiero, un uso direi scanzonato all’opera della scuola e dei buoni inse- sere un serio segnale di controtenden- ed innocente di metafore didattiche gnanti: giudizio complementare e spe- za rispetto allo sfacelo morale e cultu- che sono state una sua cifra decisa- culare rispetto a quello, che allora ap- rale figlio della trasformazione antro- Amos Oz, mente irresistibile. Ma, parlando di pariva forse debole e antiquato, sull’a- pologica elaborata negli studi di Me- Storia di amore e di tenebra magistero, bisognerà pur dire - infine - strattezza marxista della struttura e diaset, nei centri commerciali, in una in che cosa esattamente è consistito il sulla sostanziale inutilità di tutti i si- cultura biecamente ignorante, edoni- suo insegnamento, al di là delle mode stemi filosofici non fondati – appunto sta, immeritocratica. transitorie che la sua vita ha attraver- - sulla persona e sull’individuo, sulla Alla scuola, al primato dell’individuo sato. Personalmente credo che la sua sua possibile educazione al dialogo e come luogo dal quale partire ed al Una scena descritta da Platone” nel libertà di giudizio, rispetto al suo tem- al riconoscimento dell’altro. quale arrivare, più ancora che ad un si- “Protagora” mi ha sempre fatto pensa- po ed anche rispetto al suo spazio - se C’è una concorrenza spietata nel setto- stema teorico e/o ad una rete di riferi- re al suo stile. Il giovane Ipparco è pie- così si può dire - siano stati un grande re delle profezie, ma credo di poter di- menti teorici, riporta anche la sua fede no di emozione per l’arrivo ad Atene insegnamento. Lo è stato di certo, in re con certezza che, se avesse costrui- pacifista ed antimilitarista. Poiché la del celebre Protagora, un sofista stra- tempi in cui dominavano miti eguali- to un sistema, cosa che non ha avuto il guerra comincia nell’animo dell’uomo, niero e alla moda, da cui ci si attendo- tari ma non particolarmente liberali, il tempo di fare, ma forse non avrebbe è da qui che bisogna partire, da quel fa- no lezioni straordinarie (a pagamen- suo fortissimo senso della libertà, ma comunque fatto, la scuola ne sarebbe moso “foro interiore” di agostiniana to). Socrate è qui chiamato in causa da anche della responsabilità del singolo stata il centro. Come il Don Milani memoria, che era sempre nei suoi pen- Platone per smontare questa ingenua individuo, quella non delegabile ad al- della scuola di Barbiana, Ugo Arcuri sieri, da un disarmo degli animi, ma aspettativa: la prima dote di un buon cuna Storia ed alcuna Struttura, e del- pensava all’educazione e all’istruzio- anche da quella rivolta delle coscienze maestro è quella di non darsi troppa l’impegno di ciascun individuo a mi- ne come all’unico vero potere dei sen- che era stato il grande insegnamento di 5 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 Arcuri, l’indimenticabile con salde radici nel passato alla illegalità, cambiamento: l’asse del suo pensiero Donatella Arcuri

Gandhi e di Capitini. I “medaglioni” esclusività del verbo marxista rispetto so: il lavoro, la cultura del fare piutto- oggetti indifferenti ci possiedono e di cui stava lavorando negli ultimi mesi ad altre ipotesi e altre tradizioni di sto che quella della collera permanente cui non sappiamo dove smaltire i rifiu- della sua vita, piccoli ritratti di grandi pensiero rivoluzionario, prima tra tut- e del lamento, l’uscita della Calabria ti? Penso che questa cattiva modernità pacifisti e profeti (in particolare mi ri- te quella libertaria ed anarchica. Cre- dall’eterno stato di minorità in cui una non gli piacerebbe affatto e mi dico cordo di aver discusso con lui dell’e- do, e con questo so di incrinare una classe politica incapace e corrotta l’a- anzi - a questo proposito – che tutto sperimento pedagogico libertario di Ja- versione accreditata dei fatti, che Ugo veva da sempre abbandonata. questo risveglierebbe in lui non solo e snaja Poliana) - avrebbero probabil- Arcuri fosse in fondo un empirista, e Non posso non ricordare, di quegli an- non tanto un rigurgito di filosofico mente chiarito più precisamente questo che i sommovimenti violenti, le palin- ni, la passione con cui Ugo Arcuri con- pessimismo cosmico, ma anche un punto e ricostruito l’asse al quale - a genesi radicali gli apparissero, un po’ divise le battaglie civili di quella sta- moto di disobbedienza civile. me sembra - Ugo Arcuri pensava: edu- come al Dostojewskj dei Demoni, il gione. Certamente non ignorava affat- Vorrei concludere con due brevi ricor- cazione dell’individuo, cultura, lavoro, segno di un odio profondo nei confron- to il dolore e gli strappi che divorzio ed di personali, ma non troppo, che trovo lotta alla subalternanza ed alla illega- ti della realtà. Ma alla realtà – invece - aborto portano nella vita personale, ma assolutamente illuminanti. Il primo ri- lità, cambiamento. Facile inferire che Ugo Arcuri era profondamente legato, era per un sistema di regole che mante- guarda una breve ed intensa poesia di questi stessi elementi erano, da sem- forse anche per il peso della sua malat- nessero le convinzioni religiose nel Eluard che gli era stata inviata, in uno pre, quelli di una possibile ricostruzio- tia. Con buona approssimazione posso luogo in cui la loro stessa natura le pre- dei suoi ricorrenti, affettuosi biglietti, ne dei termini della complicata faccen- dire che non si faceva illusioni, né po- disponeva a restare, cioè ancora una da Francesco Adornato, suo affeziona- da che allora si chiamava, al singolare, litiche né religiose: e tuttavia non ha volta la coscienza dell’uomo e non le tissimo: “questione meridionale”. Ed anche lì permesso a se stesso nessuna incrina- leggi dello stato (stiamo ancora consta- tutti gli elementi del quadro sono oggi tura del piacere intellettuale, della tando a sufficienza quanto sarebbe uti- Vivendo in un borgo tranquil- radicalmente cambiati, ma solo nella gioia di vivere, della libertà di giudi- le attenersi a questo sano principio). lo/ dove la via muove, lunga e ricostruzione storico sociologica, poi- zio, col suo particolare dono di distilla- Infine non si può chiudere il cerchio dura, ad un luogo di lacrime e ché il menù culturale della Calabria è re serenità dalla tenebra e di fidarsi - senza toccare un tema così intimamen- sangue/ noi siamo puri/ sono invece, più o meno, lo stesso: politica appunto - della nostra fragile umanità, te legato a quegli anni, come una sor- tiepide e calme le notti / e a famelica ed acefala, intrecci familistici molto più di qualsiasi divinità e molto ta di carbonio 14, e così propriamente quelli che ci amano /verrà da soffocanti, dominio incontrollato della più di qualsiasi palingenesi. ad Ugo Arcuri. Oggi il termine “tolle- noi/ questa preziosa fedeltà su- malavita e dell’incultura, con l’aggra- ranza” – com’è noto - appare desueto prema/ la speranza della vita vante di un’economia dopata da canali ed implausibile, evocando benevole di approvvigionamento del tutto illega- Il suo talento innato concessioni ai “diversi” e – di nuovo - Discutemmo di quel luogo di lacrime li. Ma anche qui i deboli segnali di spe- per la verità gerarchie etniche e sociali non abban- e sangue che a me, banalmente, sem- ranza, emessi di tanto in tanto dal fon- “ donabili né abbandonate. I tolleranti brava la morte. Ma la morte - lui disse do delle tenebre, non sono certo attri- e la sua fede in ideali appaiono retaggi di una sorta di pater- - non è affatto un luogo di lacrime e buibili ad alcun sistema ed alcuna isti- che travalicavano nalistico assolutismo illuminato che sangue. Non ricordo purtroppo come tuzione, ma alla capacità di indignazio- ogni moda effimera sarebbe politicamente corretto deporre andò a finire quella conversazione e se ne e rivolta di singoli individui, gruppi, a favore di reciproci riconoscimenti, ri- ne venne fuori altro, ma vorrei fermar- movimenti, in gran parte giovanili. spetti, confronti. Ma, al di là delle con- mi su un’immagine che nel tempo mi Ma erano anni - quelli ‘60 e ‘70 - in ” troversie non dico infondate e nomina- sembra ancora legata a quella speran- cui le serene convinzioni di Ugo Arcu- Occorre forse ricordare, contro una listiche ma forse sovrastrutturali, resta za della vita evocata da Eluard: mio ri dovevano reggere l’urto di un tu- tradizione forse un po’ oleografica che il dato di fatto, ineludibile, di un mon- padre e suo fratello Armando, di fedi multo ideologico, sociale esistenziale lo ha riguardato, che Ugo Arcuri non do che formula accuse di clandestinità, politiche assai diverse e neppure com- assolutamente travolgente: da molti ignorava affatto il principio di real-po- che ricostruisce ghetti e separatezze plementari, seduti sul terrazzo della segmenti di quel tumulto anche mio litica, secondo il quale ogni rivoluzio- dovunque, che non soltanto non “tolle- nostra casa a discutere di politica, in padre accettò con entusiasmo di farsi ne ha il suo momento conservatore: ra”, ma esclude con ferocia inaudita. un mattino d’estate, davanti ad una travolgere, ma non dalle fedi teologi- infatti, e forse in virtù di questa lungi- Tornando dunque all’apertura del cer- forma di pecorino: uno tagliava e l’al- che ed acritiche dei tempi, non dalle miranza, era spesso un po’ più in là, chio… cosa ne avrebbe detto lui? Te- tro raddrizzava. La forma spariva in propensioni collettive - e non solo gio- con sorridente e bonario scetticismo, mo di dover concludere che oggi, per tempi brevi (proverbiali mangiatori di vanili - ad assumere mitologie che gli rispetto a tutti i miti, più o meno estem- leggere questo mondo del terzo millen- formaggio, gli Arcuri, in tempi in cui apparivano pericolosamente idolatre, poranei, del suo tempo. Credo che il nio e contro la barbarie della sordità si ignorava tutto del tasso di colestero- e non soltanto perché coltivavano una mito del 5° Centro siderurgico sia sta- collettiva, non sarebbero sufficienti la lo) e nessuno aveva convinto l’altro violenza o l’altra. ta l’unica sua vera forma di coinciden- sua vena tolstojana, né i suoi studi su dei propri argomenti: ma i toni resta- Il mondo giovanile, io stessa in testa, za con certa cultura operaistica che non Capitini, né la sua fiducia nelle risorse vano quelli di un bonario rispetto e di immerso nelle tenebre della giovinez- era certo nelle sue corde. Alla metà de- immunitarie suscitate dall’educazione una ironica, sorridente attenzione reci- za, brandiva allora la magia sinistra e gli anni ‘70 uno dei primi ecologisti e dal lavoro; né la sua raffinata e un po’ proca. Ecco… mi sembra del tutto tra- metafisica della parola “struttura” e, del tempo, Franco Nebbia, venne in vi- malinconica vena estetica. Inattuali e montata proprio la possibilità di quel- contro quelle che sembravano teorie sita da noi: lo portammo in giro per la radicali ieri, i suoi valori morali ap- lo sguardo attento, e di un piccolo spa- idealiste e crociane (peraltro conosciu- Piana, lui e Vittorio Emiliani, poi diret- paiono - oggi - quelli di una tradizione, zio vuoto tra le cose, dove lasciare che te di seconda e terza mano), sguainava tore del Messaggero ed allora esperto ma soprattutto di una speranza scom- l’altro si esprima: il rumore del mondo un Marx utilizzato altrettanto sconsi- di beni ambientali e culturali. Si discu- parsa: valori disarmati ed inermi, non appare assordante, impedisce ogni re- deratamente ed ignorantemente. Alle teva del 5° Centro siderurgico, pro- più innestabili nella nuova superficie ciproco ascolto e - se non fosse espres- virtù taumaturgiche del verbo marxi- messa politica seguita alla drammatica extralight sulla quale vaghiamo. sione di una forse troppo rozza geo- sta leninista, mio padre si ribellava rivolta reggina del ‘70. Nebbia, esta- Navigatore solitario, ma forse non metria – direi che l’al di qua che ab- con energia, ma non certo in nome siato dalle distese di ulivi e rapito da quanto oggi sembri, Ugo Arcuri appa- biamo costruito in questi trent’anni so- dello status quo: in questi ultimi anni i quei sottoboschi, così tipici e folti, di re come un uomo dedito, nel breve miglia molto, ma proprio molto, ad un suoi amici fedeli (come Vincenzo Fu- piccoli agrumi, si diceva orripilato dal- spazio dei suoi paeselli, ad una moder- luogo di lacrime e sangue. sco) e – spero me lo si consenta - i suoi l’idea di un’industria ad alto impatto nità con salde radici nel passato, in un ambientale, che avrebbe in pochi anni figli vicari (come Francesco Adorna- tempo che coltivava l’austerità senza 1 Questo scritto è stato ultimato nell’in- to) hanno spiegato, molto meglio di fatto il deserto dove splendeva tutto avarizia ed una sobrietà piena di di- verno 2008, in occasione dei 30 anni come potrei farlo io in questa sede, i quell’oro grigio verde. Mi ricordo mio screzione. Cosa ne avrebbe detto lui di dalla morte di Ugo Arcuri, ma non pub- motivi della sua resistenza ad acco- padre difendere, contro quei miti natu- questo mondo sovraffollato, in cui di- blicato a causa delle successive vicende gliere le nostre vulgate e la pretesa di risti e romantici, le ragioni del progres- stese di merci, ettari di cose, parole ed della rivista alla quale era destinato. 6 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane Girolamo Deraco premiato al Festival internazionale di Miskolc

Il giovane compositore calabrese si aggiudica il prestigioso premio con l’opera più breve al mondo Maria Pia Tucci

l premio “Bartók Plusz” riservato condotto la sua composizione all’in- rappresentare l’uomo nel suo hic et che stabilendo così un altro record al- al vincitore del Festival interna- terpretazione parossistica della realtà. nuc, che inevitabilmente diventa colpo l’interno della stessa serata, “La som- I zionale dell’opera che si svolge a Lettore dei tempi e delle contamina- di faro, illuminazione” questo il con- ma ci fa tornare a quell’otto iniziale - Miskolc, Ungheria, suona italiano e zioni non ha mai abbandonato il senso cept dell’opera, dichiara Deraco. E ribadisce Deraco - a quel richiamo porta il nome del compositore Girola- lirico della visione interpretativa, che questo ha strabiliato, divertito, esalta- dell’eterno espresso nel segno capo- mo Deraco. “TACI”, primo posto exe- traspare nelle sue opere. to pubblico e gli addetti ai lavori. volto”. quo, per gli 8 secondi che compongo- Ed con questo slancio d’innovazione e “Pensavamo ad uno scherzo, una bur- L’opera nasce come lettura di un tem- no l’opera più breve al mondo che nel- tradizione che è arrivato a questo pre- la - dichiara Kesselyák Gergely, diret- po imperfetto, ma con una serialità la stessa serata raddoppia il guinness mio. Sfidando i canoni musicali e rac- tore artistico della manifestazione - matematica che avvolge la cosmicità. dei primati per il suo numero di esecu- chiudendoli in un “frammento” mini- poi leggendo l’introduzione all’opera Concepita in una frazione di terra, si fa zioni. Un gesto assoluto, lirico, che mo, ma reinterpretabile ed intellegibile. e guardando la partitura abbiamo capi- interpretazione del vissuto e si com- entra a pieno titolo nella storia della TACI, una partitura letta ed eseguita to che c’era “qualcuno” dietro que- porta come il suo contrario. musica. alla perfezione dall’Orchestra del Mi- st’opera! Che il concetto espresso era L’opera è libretto, musica, azione, tut- Girolamo Deraco ha origini calabresi, skolci Operafesztivàl, interpretata con forte e dirompente”. to, è minimodramma. Una forma nato a Cittanova, in provincia di Reg- linearità d’intenti dal regista Aczél Come in un calcolo matematico per- ascensionale che si alimenta e si svi- gio Calabria, vive a Lucca, dove si è András. Un minimodramma per voce fetto, l’esecuzione è stata ripetuta 17 luppa come frattale sonoro. Lo spazio diplomato con il massimo dei voti in ed orchestra diretto da Cser Ádám, volte con altrettante variazioni sceni- diventa visione, teatro del silenzio. composizione presso l’Istituto musi- cantato dalla voce soprano di Röser cale Luigi Boccherini con il Maestro Orsolya Hajnalka, che ha lasciato tutti Pietro Rigacci, e nella città toscana è col fiato sospeso. Quell’ “illusione di da quattro anni compositore in recin- spazio” nasce in silenzio, esce dall’i- Note dence per il Maestro Gustav Khun solamento, legge il vuoto sociale che Biografiche presso l’Accademia di Montegral. segna la società contemporanea e par- La sua maturità compositiva e la sua la in musica. Girolamo Deraco alza la Girolamo Deraco, forte sensibilità lo hanno portato in voce e fa aprire sipari grazie alle sue classe 1976, Cittanova questi anni a vivere esperienze di intuizioni d’avanguardia. (RC - Italia), è diplo- TACI è l’infinito dell’umanità finita. grande spessore artistico. Il suo nome mato in composizio- si è incrociato spesso con quelli più “Nell’era della velocità, delle connes- importanti del panorama musicale ita- sioni in grado di abbattere spazi e tem- ne, con il M° Rigacci, liano ed internazionale ed ha ricevuto pi, esprimere un respiro che è circon- presso l’Istituto Supe- premi e riconoscimenti in tutto il mon- dato dal vuoto che lo contiene è la riore di Studi Musica- do. La sperimentazione musicale ha massima espressione umana che possa li Boccherini di Luc- ca. Unico compositore dal 1848, anno della fondazione del “L. Boccherini”, ad aver conseguito il diploma con il massimo dei voti, la lode, la menzione e la borsa di studio. Vincitore di diverse borse di studio tra cui quel- la con il M° Corghi all’Accademia Chigiana di Siena nel 2008, 2009 e nel 2010 (con anche il Diploma di merito) e nel 2010 con il M° Gooch alla Tru- man State University, Missouri - USA. Finalista e vincitore di concorsi di composizione, tra cui: Bartok+, Miskolci Operafesztivál, Anima Mundi, Operiamo Oggi, Musica e Arte, Corciano in Banda, G.E.R.M.I., Giovambattista Martini, Timur, O.C.C., Rosolino Tosca- no, Concorso di Composizione Euritmia. Il forte senso del teatro lo porta a comporre nuove opere sperimentali cercan- do di esplorare le molteplici forme del gesto teatrale-musicale, non solo sotto l’aspetto sonoro, ma anche sotto quello visivo: “…musica da ascoltare con gli occhi” è il suo pensiero estetico. Molteplici le collaborazioni che lo portano a comporre per artisti di chiara fa- ma internazionale. La sua musica è stata eseguita in importanti festival in Ita- lia, Germania, Austria, Finlandia, Argentina, Canada, Missouri e New Mexico – USA; il consenso d’approvazione è unanime. Da ottobre 2009 è composito- re in residence dell’Accademia di Montegral del M° Kuhn. La sua musica è pubblicata da Sconfinarte. Da sinistra Aczél András, Röser Orsolya Hajnalka e Girolamo Deraco L’infinito è fatto di piccolo cose “vere”: Girolamo Deraco si racconta… ll’indomani del premio inter- vivere i rapporti umani... Così ho cer- “Taci” è un gesto musicale-teatrale to esteriore, ascolto di un mondo che nazionale dell’Opera di Mi- cato di concentrare questa esperienza fortissimo, e non sono solo gli 8 se- si muoveva tutt’intorno, una chiara A skolc, abbiamo avvicinato il in una breve opera lirica per ricavarne condi di teatro che scateneranno emo- provocazione “sentirsi” l’uno con l’al- compositore Deraco per conoscere il suo contrario: l’infinito, che è fatto zione ma anche il silenzio che si co- tro e con il mondo circostante, fatto di meglio le sue emozioni e per entrare in di piccole cose “vere”. struirà subito dopo… Quale sarà la mille suoni quotidiani. In “Taci” la vi- contatto con il mondo del minimo- Come davanti ad uno specchio ci sa- reazione del pubblico? Chi sarà il pri- sione è al contrario, è l’ascoltatore che dramma da guinness dei primati. ranno state delle domande alla base mo ad applaudire? Quanto durerà il si- ascolta se stesso, la sua emotività che Perché un’opera di 8 secondi? Qua- dello scrivere questa partitura… e lenzio che si creerà, se la voce, il diret- crea aspettativa, tensione che diventa le “provocazione” alla base di un le risposte, sono arrivate? tore e l’orchestra rimarranno immobi- di massa (il pubblico), teatro del si- pensiero che vuole trasmettere l’in- Certo. Dopo anni di ricerca e speri- li nel massimo silenzio e il più lungo lenzio. finito in un “tempo minimo”? mentazioni nel campo del teatro musi- possibile, senza scaricare mai la ten- Così mi auguro che un qualsiasi spet- Per me, il “frammento” è il modo este- cale, “Taci” è un concept che vuole sione emotiva nell’eseguire un’opera tatore, possa insieme ai suoi vicini, tico contemporaneo di vivere l’arte e scatenare nell’ascoltatore l’aspettati- così corta e così tecnicamente diffici- moltiplicare quel senso di aspettativa la vita. Ogni giorno centinaia di paro- va, la curiosità musicale di un “pre- le? Quanto durerà questo silenzio? dentro di sé che crea grandi tensioni le invadono la nostra quotidianità, tv, sente” che passa e va verso un “futu- Questa è stata ed è la mia personale musicali, che si materializza nell’o- pubblicità, social network, apparenze ro” che deve arrivare, ma vista la bre- curiosità... la mia emozione nel “vede- pera. effimere travestite da realtà impalpa- vità di questa opera, il “futuro” diven- re” quel “futuro/presente”… bili hanno cambiato la percezione del ta “presente” nello stesso momento. Cage, del silenzio ne faceva un ascol- continua alla pagina seguente 7 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 Compagnia avvocati alla ribalta el mese di Maggio al Teatro Golden di Roma, è andata in scena la prima del- N l’opera teatrale: DREYFUS nell’ambito dei 1° Festival del Teatro Forense; le successive repliche, invece, presso il Teatro della Cometa di Roma all’interno della 280 Rassegna annuale “Tuttinscena”. L’opera, realizzata dalla “Compagnia Avvocati alla ribalta”, è stata fortemente voluta dall’avvocato Rosario Tarantola il quale, sulla base di una lunga e rigoro- sa ricerca della documentazione storica, ha steso la sceneggiatura avvalendosi della collaborazione dei regista Vittorio Pavoncello, il quale, con esperienza e ta- lento, ha curato l’adattamento teatrale. Lo spettacolo, di notevole impatto emotivo, si sviluppa su due momenti della sto- ria francese. Da un lato emerge, quale elemento portante, l’accusa infamante di spionaggio del giovane ufficiale francese, di famiglia ebraica: Alfred Dreyfus, il quale, condannato alla deportazione a vita nel primo processo dei 1894, sconta cinque anni all’isola dei Diavolo, nella Guyana francese. Grazie all’intervento dei Colonnello dello Stato Maggiore Georges Picquart e al- la presa di coscienza di un subdolo, crescente sentimento antisemita e soprattutto grazie allo sconvolgente, coraggioso articolo pubblicato da Emíle Zola sul gior- nale L’Aurore dal titolo J’accuse, l’imputato ottiene nel 1899 la revisione dei pro- cesso alla fine dei quale viene scandalosamente nuovamente condannato; nello stesso anno viene graziato insieme agli artefici della macchinazione giudiziaria in suo danno in occasione dell’Esposizione Universale dei 1900. Ma grazie alla tenacia dei suoi difensori nel 1906 viene definitivamente assolto dalla Corte dii Cassazione e reintegrato definitivamente nell’esercito. La drammatica vicenda viene narrata nella stesura teatrale dalla nipote di Drey- fus Madeleine Levy, combattente nella resistenza francese, quando nel, 1943 vie- ne interrogata nel campo di Drancy prima di essere deportata ad Auschwitz dove perderà la vita. Lo spettatore percepisce,in scena, il profondo contrasto di una Francia a cavallo tra due secoli, in pieno sviluppo industriale, economico e culturale, che appare gaudente e spensierata ma che si rivela tragicamente ancora ignara deì devastan- ti effetti della presenza dell’invasore tedesco. La Compagnia: Avvocati alla Ribalta ha all’attivo lunghi anni di esperienza tea- trale. Formatasi neli 1997, ha realizzato opere il cui contenuto fondamentale è co- stituito dalla difesa dei diritti umanì e dal trionfo della Giustizia. Tra le trasposi- zioni sceniche, tratte da fatti di cronaca e famosi processi, ricordiamo due diver- se sceneggiature dei Processo di Norimberga, rappresentato non solo nei teatri ma anche in sedi significative e storiche, in città come Roma, Palermo, Marzabotto, Firenze, Ronciglione, Genova, Berlino, Pisa, La Spezia. Altri spettacoli come: Delitto a Villa Madeira, Il processo Bebawi, Processo ai Frati di Mazzarino si so- no alternati a farse e spettacoli brillanti come: Chi crede nella Giustizia sarà giu- stiziato, Un tocco… in libertà, Un tocco… di solidarietà, L’arte nel sangue, Una causa da non perdere.

segue dalla pagina precedente di ritorno”e poi Reggio Calabria al Conservatorio Cilea per l’esecuzione di “Majia” (“Magia” dal dia- letto reggino) mutazione per sassofono contralto (su Il pubblico sorpreso e silenzio- una melodia popolare calabrese). so, immobile ed entusiasta è sta- Poi ad Erl per la prima austriaca di “Thou” (“Tu” in to palcoscenico al contrario, è inglese antico) e per la prima assoluta in omaggio a stato l’opera nell’opera, è stato il Wagner “Abenddämmerung” (“Serata crepuscola- risultato cercato ed il premio è re”) sul frammento “Romeo e Giulietta”, e poi anco- stato riconoscimento e risposta ra in Italia e da settembre partirà un tour impegnati- all’intuizione, comprensione in vo tra Messico, Germania e Malta. toto del concetto espresso. La curiosità ultima, a questo punto: TACI sarà Cosa significa questo premio? eseguita nel luogo del suo concepimento, cioè a Ogni volta che si ha la fortuna Malta? di vincere un premio è segno Vedremo... (con un sorriso di chiosa... che ci lascia che il lavoro fatto porta risulta- ben sperare! ndr). ti, ma è anche sogno che si rea- lizza. Scrivere musica è una co- M.P.T. sa bellissima ma anche molto seria, ci vuole un grande impe- gno e una grande passione. Per Girolamo Deraco me questo premio significa TACI Un momento dello spettacolo molto poiché l’opera scritta è minimodramma per voce ed orchestra una sintesi di molti anni di ri- Cosa manca all’Italia per essere, oggi, all’avan- cerca e lavoro. Sono felice del risultato. Eseguito in prima internazionale al Festival in- guardia in campo musicale e culturale? ternazionale dell’opera di Miskolc il 23 giugno Quanta Calabria c’è in quello che porti sul penta- Dare fiducia completa a nuovi progetti e nuove idee, gramma? 2013 anche rischiando molto. Porto da esempio la mia ul- Primo premio exequo Credo sia veramente difficile dimenticare le proprie tima esperienza ungherese. Lì ho trovato un teatro origini, specialmente se sei nato in Magna Grecia e Record opera più corta (8 secondi) pronto in tutte le sue forze a sostenere un’idea di ot- Record opera più eseguita in una serata (17 volte) se il teatro ce l’hai nel sangue. La Calabria è un pro- to secondi… chapeau! fumo che rimane addosso poiché è un richiamo an- Soprano: Röser Orsolya Hajnalka cestrale. La musica che scrivo è sempre piena di ri- Cosa ti sentiresti di dire ad un giovane che vuole Comparse: Miskolci Balett mandi a quel che fu un tempo glorioso per tutto il avvicinarsi alla tua professione? Maestro collaboratore: Philippe de Chalenda Mediterraneo! È un lavoro bellissimo che, se è fatto con passione e determinazione, può portare a grandi risultati nono- Orchestra del Miskolci Operafesztivàl Il 2013 è l’anno del bicentenario di due grandi Direttore: Cser Ádám compositori: Verdi e Wagner, due stili ma un uni- stante le difficoltà che può contenere la particolarità dell’essere un compositore! Bisogna studiare molto Regia: Aczél András co destino: la grandezza. Direttore artistico: Kesselyák Gergely Verdi e Wagner nonostante abbiano scritto in uno sti- e scrivere tanto per poter raggiungere un livello che può dare l’opportunità di esprimersi in qualsiasi di- le che li vedeva contrapposti musicalmente, hanno La giuria era composta da: cercato e raggiunto entrambi lo stesso risultato: emo- rezione, poiché oggi scrivere musica significa affac- zionare il pubblico con l’opera! Ogni compositore ciarsi su di un mondo pieno di sorprese ed essere in- Alekszej Rbnyikov (compositore), ambisce a questo traguardo, emozionare il pubblico, terpreti di un momento in cui la creatività può esse- Kerényi Miklós Gábor (direttore), poiché una composizione per quanto bella possa es- re la molla per una rinascita culturale e sociale. Fekete Gyula (compositore) sere, se è chiusa in un cassetto verrebbe meno al suo I tuoi prossimi impegni? Kesselyák Gergely (direttore e direzione artisti- mistero: il palcoscenico, luogo deputato d’eccellenza Prima tappa dopo il premio Ungherese: Malta, dove ca del Miskolci Operafesztivàl), Karel Drgac per l’esecuzione della più complessa forma d’arte. tra l’altro l’opera è stata concepita, quasi un “omaggio (direttore). 8 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane Gli studenti Asi Unical corrono sul circuito internazionale L’impegno di giovani menti made in Calabria nel valorizzare idee e territorio Angelo Bellocco

anti sono gli eventi che hanno da una caccia al tesoro tra i cubi del- recentemente inondato il pa- l’Unical a una visita guidata della T norama dell’Unical. città di Cosenza. Inoltre, ogni sera, Il CLA, Centro Linguistico di Ateneo, dopo cena, i ragazzi sono stati ac- rappresentato dalla professoressa Car- compagnati a feste in locali sempre men Argondizzo, ha partecipato al Fe- diversi. stival d’Europa 2013 tenutosi a Firen- È stato possibile effettuare anche una ze. L’Università ha avuto il privilegio visita del porto di Gioia Tauro, dove di ospitare lo scrittore e giornalista gli ingegneri che vi lavorano hanno Roberto Saviano. Calbatt, la start-up fornito interessanti spiegazioni sul “made in Unical”, è stata selezionata loro modus operandi e su alcuni dopo una scrematura tra 215 candida- software che utilizzano. Un’espe- ti, provenienti da Italia e Spagna, per rienza certamente istruttiva per gli competere nel primo concorso Enel stessi ragazzi calabresi. Lab: tra i 13 finalisti Calbatt ha trion- E al novero dei luoghi visitati si può fato insieme ad altri 6 progetti. aggiungere Scilla, con i suoi stretti Così, mentre l’Università organizza i vicoli d’altri tempi ed un fascino sto- suoi eventi, mentre giovani imprendi- rico ormai raramente riscontrabile. tori si fanno strada perpetrando la di- Per finire, l’ultimo giorno disponibi- lagante via delle start-up, anche gli Gli studenti Asi Unical e i loro ospiti del workshop internazionale “Think Green” le è stato dedicato unicamente allo studenti decidono di mettersi in gioco. svago: una mattinata trascorsa tra le Qualche mese fa, l’ASI Unical (As- presentato dall’ASI Unical e IGeA la prima giornata, eccezion fatta per acque cristalline di Tropea e un po- sociazione Studenti di Ingegneria) (Ingegneri Gestionali Associati) in un party di benvenuto organizzato la meriggio passato ad assaporare le dell’Università della Calabria, grazie qualità, rispettivamente, di EESTEC sera stessa. L’insicurezza dei parteci- prelibatezze di Pizzo Calabro. alla collaborazione con Confindu- LC Cosenza e ESTIEM LG Calabria. panti era ben visibile: cosa potrei di- La partenza degli amici stranieri ha stria Cosenza, ha presentato l’incon- Una sfida per gli organizzatori, re? E come si dice in inglese? Queste portato un iniziale, diffuso malumore. tro “Confindustria Challenge”. In se- un’opportunità per tutti i partecipanti. e altre domande affollavano la mente Accompagnandoli all’aeroporto di guito gli esponenti dell’associazione, L’evento è iniziato ufficialmente il degli studenti presenti. Lamezia si ricordavano i pochi ma in- A. Franzì, C. Lopresto, M. Naccarato 13 maggio scorso e si è concluso il Perché una cosa è cantare in inglese tensi giorni trascorsi insieme, parlan- e M. Cavaliere per citarne alcuni, si 19: dalla Germania alla Grecia, dalla la canzone del proprio cantante pre- do un inglese visibilmente più fluido. sono recati a Monaco per presenziare Svizzera alla Turchia, ragazzi e ra- ferito, un’altra è dialogare e rappor- Eppure tutti hanno ricavato il meglio al Congresso EESTEC 2013. Tale gazze di differenti Paesi sono stati al- tarsi con altre persone. Nonostante i possibile da un’esperienza “unica”. congresso è stato l’evento annuale loggiati in residenze messe a disposi- dubbi iniziali il workshop si è evolu- Questo successo è una pietra sulla più importante per EESTEC. zione dall’Università ed hanno se- to nel migliore dei modi. quale fondare l’organizzazione di al- A dimostrare quanto difficile sia guito lezioni ad hoc insieme agli stu- L’organizzazione dell’evento, gestita tri eventi simili, opportunità di ap- ostacolare l’irrefrenabile entusiasmo denti calabresi, condividendo insie- unicamente da studenti, ha previsto prendimento essenziali che si basano giovanile, per lo più se contornato e me i piaceri che solo la nostra terra un programma equilibrato e comple- sul confronto con coetanei prove- infiammato da successi come quelli può offrire. to. Le mattine erano riservate alle le- nienti da luoghi diversi. citati in precedenza, ci pensa il work- L’arrivo e la sistemazione degli stu- zioni, mentre i pomeriggi sono stati Perché “il progresso deriva da un in- shop internazionale “Think Green”, denti ha occupato quasi interamente occupati con le più svariate attività, telligente uso dell’esperienza”. Poeti e scrittori meridionali del ’900 cancellati dai programmi per i licei

uasi di nascosto, nel silen- na, Luzi, Sereni, Caproni, Zanzotto, gnati all’Ottocento, non c’è un solo Amerigo Iannacone zio generale, nel 2010 una ...). Il percorso della narrativa, dal- meridionale. C’è stato un netto ri- commissione di cosiddetti la stagione neorealistica ad oggi, fiuto della cultura del Sud. Gli au- Q comprenderà letture da autori signi- tori meridionali saranno confinati a esperti nominata dall’allora mini- gno proprio sulla questione con la stro dell’Istruzione Maristella Gel- ficativi come Gadda, Fenoglio, realtà regionali, mentre la letteratu- partecipazione di Aprile. Paolo mini, ha stilato il documento dal Calvino, P. Levi e potrà essere inte- ra vera, quella che conta, sarà quel- Saggese, uno dei professori che (in- burocratico titolo «Schema di rego- grato da altri autori (per esempio la dell’Italia del Nord, vincente ed sieme con Alfonso Nannariello, lamento recante “Indicazioni na- Pavese, Pasolini, Morante, Mene- europea». Alessandro Di Napoli, Franca Mo- zionali riguardanti gli obiettivi spe- ghello...)». Ma c’è davvero un complotto nor- linaro, Peppino Iuliano) anima l’as- cifici di apprendimento concernen- E Quasimodo? Dimenticato? Ma, dista? Poiché dicono che a pensar sociazione, spiega di non voler ali- ti le attività e gli insegnamenti insieme al premio Nobel, l’oblio male qualche volta ci si azzecca, mentare «polemiche o battaglie di compresi nei piani degli studi pre- ministeriale ha mietuto altre vittime c’è chi ha avanzato una richiesta retroguardia. O, peggio ancora, una visti per i percorsi liceali di cui al- illustri, come il salernitano Alfonso ufficiale di “correzione”, con un contrapposizioni Nord-Sud». Al l’art.10, comma 3, del d.P.R. 15 Gatto, i lucani Rocco Scotellaro e esposto al ministro del precedente contrario l’appello, lanciato anche a marzo 2010, n. ... in relazione al- Leonardo Sinisgalli, i siciliani Leo- governo Francesco Profumo e an- tutte le scuole italiane, vuol essere l’articolo 2, commi 1 e 3, del mede- nardo Sciascia e Elio Vittorini, l’a- che al Capo dello Stato e ai presi- un manifesto per l’unità culturale simo d.P.R.”:» bruzzese Ignazio Silone, il ciociaro denti di Camera e Senato. Sempli- del Paese. «Perché — scrive Sagge- Le “indicazioni” prevedono che Libero De Libero ed altri autori che cissima la richiesta: «Integrare le se — una cultura nazionale vera- «Dentro il secolo XX e fino alle so- hanno il torto di essere meridionali. indicazioni didattiche con i nomi di mente unitaria deve dare agli stu- glie dell’attuale, il percorso della È indignato Pino Aprile, scrittore Quasimodo, Gatto, Scotellaro e di denti la visione completa degli au- poesia, che esordirà con le espe- meridionalista, autore del fortunato altri intellettuali del nostro Sud e di tori, includendo quelli del Sud. In- rienze decisive di Ungaretti, Saba e Terroni. Nel libro Giù al Sud alla regioni del Centro Italia poco rap- vece con la Gelmini - aggiunge - è Montale, contemplerà un’adeguata vicenda ha dedicato un intero capi- presentate». L’appello arriva dal stata introdotta, non sappiamo conoscenza di testi scelti tra quelli tolo. Per lui non ci sono dubbi: «Su «Centro di documentazione della quanto volontariamente, una visio- di autori della lirica coeva e succes- 17 poeti o scrittori del XX secolo, poesia del Sud» di Nusco, in Irpi- ne decisamente nordista che tiene siva (per esempio Rebora, Campa- escludendo Verga e Pirandello asse- nia, dove ieri si è tenuto un conve- fuori almeno 15 regioni». 9 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013

Cultura del teatro ed educazione alla legalità: l’impegno per il territorio La compagnia Dracma alla ricerca del Bello perduto Al via il Progetto di Residenza etica teatrale della Piana di Gioia Tauro Maria Pia Tucci

aBellezza, quella che salverà il mondo, e ri-scoperta delle radici ma- teatro che metterà in rete i Comuni di Vibo quella del giovane “Idiota” protagoni- gno greche, quelle del teatro Valentia, , Palmi, Polistena e Locri - L sta del romanzo di Dostoevskij, la Bel- per eccellenza appunto, che ha sottolineato - e che annovera fra i suoi lezza da “insegnare alla gente”, di cui parlava hanno fatto della nostra una obiettivi primari quelli di favorire il processo Peppino Impastato, sono le linee guida del pro- delle civiltà monumentali di di affrancamento dalle cosiddette “schiavitù getto di Residenza teatrale curato dalla Com- cui nulla deve andare perduto, mediali”, attraverso una disciplina eminente- pagnia Dracma, presieduta dall’attore e regista per recuperare l’orgoglio e la mente di gruppo e non tecnicamente riprodu- nicoterese Andrea Naso. Dracma, nasce nel dignità di Cittadini liberi. Ce- cibile come quella teatrale, che per gli studen- 2005 a Vibo Valentia come associazione cultu- sare Pavese, nelle sue Lettere ti possa configurarsi come un’esperienza dia- rale di promozione sociale e diventa Compa- scriveva “la gente di questi lettica, socializzante e, soprattutto, agita da gnia nel 2009 con un’autoproduzione intitolata paesi è di un tatto e di una cor- esseri umani in carne e ossa che rappresenta- “Pinocchio Cadetto Imperfetto” che porta in tesia che hanno una sola spie- no uno spettacolo dal vivo, dando vita così a scena il bullismo scolastico; quasi contempo- gazione: qui una volta la ci- uno dei riti artistici collettivi simbolicamente raneamente dopo aver vinto un bando regiona- viltà era greca”. Recuperare più significativi della nostra tradizione cultu- le con un progetto di laboratorio teatrale e mes- Valori e incamerare Saperi. La rale. Non solo, il senso di fare teatro per le sinscena (Calabria Palcoscenico 2009) produ- Residenza teatrale si compor- scuole è anche quello di educare alla memoria ce Terreamare, frutto del laboratorio, poi evo- ta come un’agenzia educativa e alla riscoperta delle nostra radici culturali, lutosi in Terre, spettacolo selezionato e incluso di alto spessore. Un impegno attraverso la rappresentazione di spettacoli nel “Magna Graecia Teatro festival 2010” e nel civico, che attraverso l’arte tratti da testi della letteratura calabrese. L’edu- 2011 il Comune di Ricadi è stato scelto come del palcoscenico vuole arriva- cazione alla libertà e alla memoria - conclude residenza di produzione dello stesso festival re alla consapevolezza del Naso - non può infine prescindere dall’educa- grazie alla presenza residente del Centro Spe- Bello, alla conoscenza della re le giovani generazioni alla cultura del bel- rimentale Dracma nella gestione del Teatro nostra storia, dei luoghi e del- lo, del bene comune e della legalità, attraver- Torre Marrana. Dracma ha già all’attivo cinque le personalità che li hanno fat- so delle rappresentazioni che pongano in esse- produzioni teatrali in soli tre anni di attività. to grandi. L’obiettivo è fornire re i temi dell’antimafia sociale, dell’educazio- Oggi la compagnia teatrale è stata ammessa al gli strumenti per una visione ne ambientale, dell’impegno civile per il cam- cofinanziamento del Progetto regionale di Re- aperta e nuova della realtà in biamento e il riscatto sociale, culturale ed eco- sidenza Teatrale Multidisciplinare nel Comu- cui ci muoviamo. Educare alla nomico di questa terra”. ne di Polistena. Da qui per tre anni svolgerà cultura del Bello equivale alla attività di formazione e produzione teatrale metà del cammino verso una Un calendario ricco che ha alzato il sipario il sostenuta da partnership di pregio: Libera, società fatta di diritti e doveri, 5 ottobre scorso con il racconto teatrale “Stu- l’Auser, la Cgil, Emergency, realtà di primo fatta di senso civico e civile, Andrea Naso pidorisiko”, prodotto da Emergency e che livello nel mondo del volontariato e del terzo dove ogni tipo di violenza non proseguirà per un’intera stagione portando in settore e che nella Piana d Gioia Tauro si di- trova spazio. È un percorso scena spettacoli a carattere squisitamente so- stinguono per il loro impegno sociale. che deve servire a maturare, rafforzandola, l’i- antica, ma che, se ben canalizzate, possono ciale. Peppino Impastato scriveva: “la Bellez- Partner culturale editoriale è Città del Sole dentità culturale, soprattutto nelle nuove gene- rendersi potenza creativa e sociale: il teatro ha za fornirebbe un’arma contro la rassegnazio- Edizioni. Gli autori di Città del Sole incontre- razioni ed è per questo che la Residenza teatra- un ruolo catartico”. Se l’impegno creativo si ne, la paura e l’omertà. All’esistenza di orren- ranno il pubblico serale e gli alunni delle le è Prosa, Teatro Famiglie, Teatro danza, Tea- coniuga a quello sociale ecco che l’attore di- di palazzi sorti all’improvviso, con tutto il lo- scuole coinvolte nel progetto. La drammatiz- tro ragazzi, Teatro di tradizione, Musica. È ape- venta anche educatore, operatore culturale. ro squallore, da operazioni speculative, ci si zazione di alcuni testi farà da apertura agli ritivi letterari e laboratori d’arte scenica. Il ca- Patrizia Mirelli, Donatella Rizzo, Daniela abitua con pronta facilità, si mettono le tendi- spettacoli teatrali con gli “aperitivi letterari” lendario è ricco e ci proietta nel dramma socia- D’Agostino, Maria Concetta Riso, Tino Cala- ne alle finestre, le piante sul davanzale, e pre- durante i quali si degusteranno i prodotti di le dell’indifferenza -quella che più di tutte non brò, Renzo Pagliaroto e Paolo Cutuli: attori, sto ci si dimentica di come erano quei luoghi Libera terra e Valle del Marro. Un altro tassel- lascia spazio alla speranza- per superarla. La registi e scenografi professionisti compongo- prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è co- lo ad un progetto complesso ed importante scardina per farla uscire da sé, come solo l’arte no il team di Dracma che “si propone - conti- sì, pare dover essere così da sempre e per che abbraccia interi settori del sociale volti al- del teatro sa fare. Il teatro ci mette davanti ad nua il regista Naso - di introdurre alla cono- sempre. È per questo che bisognerebbe educa- la cultura della legalità, alla visione del conte- uno specchio, ci rende attori e spettatori; ci ri- scenza del teatro e dei suoi linguaggi espressi- re la gente alla bellezza: perché in uomini e sto come valore produttivo e propositivo, il corda e per questo ci rimette in gioco. vi gli studenti delle province di Vibo Valentia donne non si insinui più l’abitudine e la rasse- solo in grado di fornire gli strumenti per un e Reggio Calabria, con cicli di spettacoli pro- gnazione ma rimangano sempre vivi la curio- serio e consapevole cambiamento. “Del Bello “Una bella sfida, fare teatro in Calabria - di- fessionali di teatro d’arte ai massimi livelli sità e lo stupore”. È forse questo il senso di perduto” è un percorso tra identità e memoria. chiara Andrea Naso - terra di contraddizioni qualitativi, differenziati in funzione dell’età tutto: insinuare la curiosità, lo stupore, non Un progetto di teatro etico rivolto alla ricerca endemiche e incancrenite che hanno origine della fruizione. Un progetto di didattica del l’abitudine e la rassegnazione. 10 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane La prosa di Jacques Lacan: un tesoro di riflessioni sull’individuo La lezione del Maestro d’oltralpe per riappropriarci della parola che ci manca Giuseppe Gangemi

l filosofo siculo Gorgia, uno ich werden” non significa che l’io Mentre gli junghiani scomodano giocano un ruolo secondario e tra- dei grandi sofisti greci, a pro- deve prendere il posto dell’incon- gli archetipi dell’inconscio collet- scurabile. Sono evidenti invece i I posito del logos (linguaggio, scio, ma che la coscienza deve li- tivo, Lacan, genialmente, si accor- condizionamenti che hanno luoghi discorso) disse “un potente dinasta berarsi dei suoi travestimenti, de- se che dividendo la parola greca comuni, falsità e stereotipi sociali che con corpo piccolo e invisibi- gli autoinganni, delle maschere satiros in “sa Tyros”, il significato nella formazione dell’individuo. lissimo, compie azioni veramente immaginarie, per effettuare un diventava “Tiro è tua”. Il lavoro Molti abitanti dell’Italia meridio- divine: può infatti far cessare il ti- percorso a ritroso verso l’Altro e onirico aveva elaborato la preoc- nale, privati della memoria storica, more, togliere il dolore, produrre ritrovare l’autenticità. Influenzato cupazione di Alessandro per l’esi- erano ed in parte sono ancora con- gioia e accrescere la compassio- da Heidegger, Lacan sostiene che to della battaglia. Con i famosi vinti della propria indolenza e del- ne”. Ciclicamente viene messo in non è l’uomo a parlare, a decidere quattro discorsi, Lacan divide le la incapacità di intraprendere a dubbio l’importante contributo co- il suo destino, ma che l’uomo è nevrosi in quattro categorie fonda- causa di fattori geografici, climati- noscitivo, terapeutico ed educati- parlato dal linguaggio che si situa mentali. L’intellettuale è affetto ci, storici, culturali o addirittura vo della psicoanalisi, l’arte di gua- nell’inconscio. Gli analisti anglo- dal “Discorso dell’università”, in genetici. Molti intellettuali, scam- rire con le parole. L’anno scorso su sassoni propendono invece per il quanto si pone continuamente biando le conseguenze del malgo- Repubblica è apparso un manife- rafforzamento dell’io contro il pe- dubbi. Attraverso l’Edipo e la Ca- verno postunitario con le cause, sto in difesa di questa pratica che ricolo rappresentato dall’irrazio- strazione, stabilisce la formula hanno alimentato queste falsità gli autori dello scritto hanno defi- con la teoria del familismo amora- nito scienza. Contro coloro che so- le, il mito risorgimentale, la pre- no favorevoli alla sua istituziona- sunta secolare arretratezza del lizzazione, i seguaci di Jacques Sud. Queste errate convinzioni Lacan (Parigi 1901 – Parigi 1981) causano complessi di colpa, man- promuovono la formazione dello canza di autostima, svalutazione di psicoanalista fuori dai circuiti ac- se stessi e del proprio territorio. È cademici, in osservanza allo spiri- auspicabile una psicoanalisi mag- to di libertà della disciplina e per giormente aperta ai contributi del- seguire gli intenti del suo iniziato- la storia, della sociologia, della fi- re Freud, impostazione proseguita losofia e consapevole dei propri li- da Lacan che consentiva a tutti di miti nel trattamento delle patolo- seguire il proprio insegnamento e gie mentali gravi. non poneva alcuna condizione, se L’autismo che Lacan attribuiva al- non lo studio e l’autoanalisi, a chi l’influenza delle madri autoritarie, voleva praticare questa disciplina. si è rivelato un problema genetico Da giovane ero affascinato dalla e neurologico, tuttavia i lacaniani prosa barocca dell’analista france- rivendicano l’efficacia del tratta- se, che nei seminari trascritti da un mento analitico entro i primi 18 suo allievo e pubblicati in Italia da mesi di vita del bimbo. Il lacani- Einaudi, univa il lascito di Freud smo raffigura l’uomo in maniera con l’esistenzialismo e con le nuo- statica, esente da mutamenti. Già ve acquisizioni dello strutturali- da ragazzo, quando leggevo que- smo linguistico e antropologico. Jacques Lacan sto autore, mi chiedevo se il sedu- Ricordo in particolare la lezione cente sistema che aveva elaborato, basata sul De Magistro di Sant’A- nalità esterna e interna. Lo stu- dell’omosessuale, del nevrotico, le categorie del reale, dell’imma- gostino tramite la quale capii la dioso francese diceva che nei rap- dello psicotico. La guarigione (al- ginario e del simbolico, le formule versatilità del filosofo medievale e porti con il “paziente” (uso per tro termine rifiutato da Lacan e qui dell’inconscio, avrebbero retto al l’intelligenza di suo figlio Adeo- semplicità questo termine passivo usato per semplificare), consiste trascorrere del tempo. Il filosofo dato, la cui argomentazione sull’o- che Lacan rifiutava), questi tera- secondo il Maestro d’oltralpe, nel Althusser, in un libro di memorie rigine del linguaggio prevale su peuti entrano come un rinoceronte riconoscimento e nell’accettazione scritto poco prima di suicidarsi, quella paterna. Il Maestro, così era in un negozio di porcellane. Freud, della personalità determinata nel- demolisce il mito di Lacan, lo pre- chiamato Lacan nel suo Paese, so- anticipando la linguistica, scoprì i l’infanzia dalle strutture simboli- senta nudo, con le sue debolezze, steneva che la parte autentica del- meccanismi fondamentali del lin- che. Strutture che nascondono la anche un po’ meschino. Derrida lo l’uomo è l’inconscio, le esperienze guaggio che il sogno trasforma in solitudine, l’assenza, l’incomuni- definisce fallogocentrico, dogma- che rimuoviamo. Per non conti- immagini. Nel metodo lacaniano cabilità. Occorre elaborare la barra tico. nuare a parlarci addosso, dobbia- lo psicoanalista enigmista aiuta che ci divide, la deriva del sogget- Sicuramente il suo insegnamento mo riappropriarci della parola che l’analizzante (il soggetto della cu- to, il desiderio del nulla e accetta- per alcuni aspetti è ancora valido e ci manca. L’io, la parte cosciente, ra o “paziente” per intenderci) a re il ruolo che il simbolico ha de- costituisce un tesoro di riflessioni ci inganna, è malattia, misconosci- compiere il percorso inverso, dalle terminato. Uno dei problemi, per sull’individuo, sul linguaggio e mento. La psicoanalisi serve a ef- immagini alle parole, come la de- non dire dei vizi della psicoanalisi, sulla società. Dopo il suo fondato- fettuare una dislocazione, a sosti- cifrazione di un rebus. Famosa è al quale Lacan non sfugge, è il re, solo Ignacio Matte Blanco, stu- tuire l’io con l’es. l’interpretazione lacaniana di un ruolo eccessivo che essa attribui- dioso cileno, può essere paragona- Nei seminari spiega che una frase sogno di Alessandro Magno che la sce alla famiglia nella formazione to a Lacan per il contributo di no- fondamentale di Freud era stata in- notte precedente la battaglia per della personalità. vità e originalità apportato alla terpretata male. “Wo es war, soll conquistare Tiro sognò un satiro. La genetica, la società, il caso, psicoanalisi. 11 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 La realtà visionaria di Perrone Il concetto di identità nel mondo a tinte forti e contrastanti del giovane artista calabrese Federica Legato

l talento fa quello che vuole, il ge- Calabria, dopo i quali decide di segui- nio fa quello che può. Del genio re un percorso di ricerca stilistica per- I ho sempre avuto la mancanza di sonale per approdare, oggi, ad un’im- talento”. Questa frase di Carmelo Be- pronta originale, riconoscibile, che ne campeggia sulla pagina facebook di emerge e si distingue nel magma delle Giuseppe ‘Peppe’ Perrone, giovane ar- proposte artistiche made in Calabria. Da sempre appassionato di fumetti, Giuseppe comincia da giovanissimo a familia- rizzare con gli strumenti del disegno. Riproduce, inven- ta, dà sfogo alla sua fanta- sia. Ci prova con i pennelli e i colori, in Accademia, ma è un amore-odio; alle prime difficoltà si arrende e, nel frattempo, lavora con il pa- dre, anch’egli geometra. Ma il richiamo dell’arte è forte, più forte. Oggi dipin- ge per 10-12 ore al giorno, non fa altro. È il suo me- stiere, anche se non vive di pittura. Non ancora. Suo padre, intanto – purtroppo - è venuto a mancare prema- turamente. Conserva i suoi strumenti di lavoro e li utilizza per il ‘suo’ di lavoro, tra i colori ad olio. Fanno parte dei suoi ricordi, di un legame che continua. Oltre. Come la “Nessuno”, 2012 olio su tela 60x60 sua arte, oltre il tempo, oltre la dimensione reale ma for- menti viaggiano su fili elettrici ben Non è un mondo senza volti il suo, af- temente radicata in essa, isolati. Sono insonorizzati. Il materia- fatto. Tutto, la scelta dei colori, ogni perché come egli stesso af- le isolante è la vacuità. Un vortice di linea, quanto i giochi di luce e ombra ferma, la materia dei suoi indifferenza, solitudine, schiavitù me- ci comunicano il concetto di identità. quadri è la vita, la vita che diatica, tecnologica. Di contro un ‘al- Tante le mostre personali e collettive a lo investe, lo attraversa quo- cui Giuseppe Perrone ha partecipato tidianamente e che prende tro’ mondo, quello della fantasia, del- l’autenticità, della ricerca interiore. nel territorio regionale. Tanta la pas- “La ricerca della perfezione interiore”, 2011 forma nella sua mente, che sione, l’amore per il suo lavoro di arti- olio su tela 70x100 trova spazio e, dunque, li- Raccontano molto i dipinti di Peppe, alternano denuncia e ironia, universi sta che, al pari del suo ‘genio’, lo con- bertà nel suo pensiero. durrà lontano. tista di Taurianova, cittadina sita nel Le figure dalle tinte forti e contrastan- reali e visionari che si intersecano, o che si contengono l’uno dentro l’altro, cuore della Piana di Gioia Tauro, e ti ricordano gli ominidi naif di Keith Per info: sembra quasi indicarci la via tra le im- come molteplici prospettive del pen- Haring, artista simbolo del graffitismo siero, dell’atto stesso di pensare. fanpage facebook “Peppe Perrone Studio” magini dei suoi quadri, tra le sfaccet- anni Ottanta. Ma le figure ritratte da tature del suo pensiero di artista e di Giuseppe non sono in frenetico movi- uomo, un tutt’uno. mento, anzi, spesso i suoi quadri rac- Note biografiche Un autodidatta, Giuseppe, poco più contano una staticità disarmante, quel- che trentenne, che dopo il diploma di la della mente, che si proietta sul cor- Nato il 29 giugno del 1981 a Polistena (RC), dipinge e vive a Taurianova (RC), geometra, frequenta per pochi mesi po. Una realtà sintetica, specchio di l’Accademia di Belle Arti di Reggio dove consegue il diploma di geometra nel 1999. una società dove le emozioni, i senti- Inizia a disegnare da bambino e a dipingere da autodidatta nel 2004. Sempre nel 2004 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, riti- randosi dopo quasi un anno, per essere libero di esprimersi senza condizionamen- ti accademici. Dal 2006 al 2010 espone le sue prime opere nella manifestazione Taurianovese “Invasioni Urbane” creata e realizzata dall’Associazione “Mammalucco”. Nel dicembre 2007 partecipa alla collettiva di pittura “Pennelli Taurianovesi” nel- l’ambito della quarta settimana regionale delle biblioteche. Nel giugno 2011 partecipa al “Nonfermarti” presso il complesso monumentale di Sant’Agostino museo dei Bretti e degli Enotri - Cosenza. Nell’agosto 2011 partecipa alle “Corti Aperte” a San Giorgio Morgeto. Nell’agosto 2011 partecipa alla seconda edizione di “Comizi d’amore” a Bellan- tone, Laureana di Borrello. Nell’agosto 2012 partecipa alla sesta edizione di “Invasioni Urbane” realizzata dall’Associazione “Mammalucco” a Taurianova. Nel settembre 2012 partecipa alla terza edizione di “Comizi d’amore” a Bellan- tone, Laureana di Borrello. Il 25 luglio 2013 espone alle “Corti Aperte”, con una personale presso Palazzo Calcaterra organizzata dal Comune di Polistena. Dall’11 agosto al 6 settembre 2013 partecipa ad una collettiva di pittura presso le stanze del Comune di Rizziconi, collateralmente alla seconda edizione del “Pre- mio Elmo”, ideato e organizzato dall’Associazione “Piazza Dalì” e il Comune di Rizziconi. Il 15 agosto 2013 partecipa alla collettiva\estemporanea della quarta edizione dei “Comizi d’Amore” a Bellantone, Laureana di Borrello (RC). Dal 28 al 30 settembre partecipa alla collettiva di pittura “Ready to stART” presso “Gradazione d’alcol. Sono qui ma non ricordo come”, 2012 olio su tela il comune di Cittanova, organizzata dall’Associazione Culturale “PraticaMente”. 70x100 12 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane “Note di Gusto 2013”: grande successo per la seconda edizione della rassegna culturale Realtà associazionistiche e imprenditoriali del territorio insieme nel segno della qualità

i è svolta nel mese di aprile, crificata in tutti gli ambiti. Eppu- I partners della rassegna per buona parte dell’anno si preparano dunque le mozzarel- nella splendida cornice del re, ancora esistono coloro che le, nelle varie forme e pezzature, la ricotta fresca e salata, il della qualità ne fanno il principio “Note di Gusto 2013”: primosale bianco e farcito, la toma fresca, la caciotta dolce, S Loft degustazione dell’a- lo stracchino, la robiola, la mozzarella affumicata con la fondante di tutta la loro attività. zienda Acton di Leporano, im- Azienda agricola MARIA ELEONORA ACTON paglia di grano e una vera specialità: lo yogurt parzialmen- merso nel bellissimo e storico Senza qualità, infatti, tutto diven- DI LEPORANO te scremato in barattoli di vetro confezionati ed etichettati a borgo di Cannavà di Rizziconi, ta piatto e senza “sapore”. L’im- c.da Rotta - Cannavà di Rizziconi (RC) mano, tutto a garanzia della tipicità e della qualità. tel. 0966 59211 - 339 6869458 nel cuore della Piana di Gioia portante, come in tutte le cose del MURDOLO mondo, non è solo “ciò che fai”, www.actondileporano.com Tauro, la rassegna artistica, cultu- Amore per la terra, tradizione, qualità e buon gusto. Ecco le Piazza Italia n.25 - Taurianova (RC) - tel. 0966 611770 rale musicale ed enogastronomi- ma quanto amore, cura e attenzio- caratteristiche dell’Azienda Maria Eleonora Acton di Lepo- www.murdolo.it ca “Note di Gusto 2013”. L’e- ne e scelta degli ingredienti ci rano, un brand che affonda le proprie radici nel passato, ma Celebre e storica pasticceria di Taurianova, Murdolo punta che vive nel presente, grazie ad una continua opera di rin- sulla qualità dei suoi prodotti artigianali, scegliendo sempre sclusivo evento, giunto alla se- metti nel “fare”». le materie prime migliori e preferendo i prodotti del proprio Associazioni di volontariato e at- novamento e sviluppo portata avanti dalle persone che la- conda edizione, organizzato dal- vorano per il successo del progetto. Qui, nella tenuta di territorio. La qualità di Murdolo nasce da mani sapienti e Cannavà, oggi, come allora, continua la coltivazione degli dall’esperienza di chi ha sempre lavorato con passione e di antichi olivi tradizionali che si affianca a quella di piante di chi ha sempre amato le cose fatte con cura pur spendendo tipologia più moderna. Tra ottobre e novembre le diverse tante energie. Murdolo da sempre dedica attenzione e sup- cultivar di olive vengono raccolte seguendo un ordine cro- porto agli eventi culturali che si svolgono nel proprio terri- nologico, in funzione della migliore qualità dell’olio otteni- torio e soprattuttto agli eventi culturali di qualità. bile, per creare un prodotto di eccellenza. La famiglia Ac- ton cura direttamente tutte le fasi della produzione, dalla CANTINE IELASI raccolta, alla molitura, fino all’imbottigliamento ed alla Bianco (RC) - tel. 347.18.16.435 vendita con il suo marchio “La Foresta”. Nasce così un ot- email [email protected] - www.cantineielasi.it timo olio extra vergine, declinato nelle varietà monoculti- Una tradizione familiare che “profuma” d’antico, un per- var attualmente in commercio: Ottobratica, Leccino, Caro- corso tracciato nel segno della valorizzazione del territorio. lea, Frantoio, Roggianella ed infine Cannavà – dal nome Corrono addirittura i primi dell’800 infatti, quando alcuni del borgo in cui risiede. antenati della famiglia Ielasi legano il proprio nome alla produzione del Greco di Bianco, scrivendo così le prime PICHILLI - azienda vitivinicola pagine di una storia destinata a durare nel tempo. Sulla scia via Mazzini n.45 - Palizzi (RC) di quelli che potremmo definire i “pionieri del culto del tel. 0965.30.48.81 - www.vinipichilli.com Nettare degli Dei”, nel 1920 è il Cavalier Avv. Domenico L’azienda vitivinicola nasce nel 2003 dalla passione di An- Ielasi a continuare la produzione di famiglia: una produzio- tonino Pichilli e dalla sua devozione a Palizzi. A lui il gran- ne a fini amatoriali e di stretto consumo, ma comunque de merito della rinascita della viticultura di Palizzi e della contrassegnata da grande passione e meticolosità. Un’altra su affermazione in tutto il territorio. Eccellenza è la parola significativa tappa si registra sempre nella prima metà de- chiave di Nino Pichilli, che costruisce una filosofia azien- gli anni ‘50, quando il figlio di Domenico Ielasi, ovvero il dale attorno al concetto di qualità, anche a costo di sacrifi- magistrato Ferdinando Ielasi, rafforzerà la produzione fa- care un’intera produzione. Oggi la via dell’eccellenza è miliare arricchendola del Vino Mantonico, sino all’ingres- perseguita da quattro giovani donne provenienti da realtà so nella Cacib (Cooperativa Agricola Calabro Ionico Bian- professionali molto diverse tra loro ma nella conduzione chese). Un momento della rassegna (foto “Ottica Fotografia S. Mazzù”) della vitivinicola, con fermezza, condividono l’idea che il Dopo la fine della Cacib, avvenuta negli anni ‘80, la “no- vino esprima valori universali: il vino è storia e tradizione, stra” storia riprende agli inizi del terzo millennio, grazie an- il vino è innovazione, il vino è cultura, il vino è paesaggio, che all’impulso dato dalla Comunità Europea, la quale ha il vino è arte, il vino è comunicazione, il vino è comunio- riconosciuto il valore e l’importanza del Vino Greco di l’Associazione culturale musicale tività imprenditoriali locali uniti ne, in uno il vino è porta della conoscenza. Bianco, considerandolo Prodotto Protetto. Nel 2004, viene no profit “Magica Musica” di per offrire al territorio e ai cittadi- dunque rifondata l’Azienda Agricola: una sorta di “passag- ARMONIE ALLA ROSSI gio di consegne” nel nome della continuità, dato che l’a- Taurianova, nasce dall’ingegno di ni un momento culturale di alto zienda è contrassegnata ancora dal nome Ferdinando Ielasi. livello, per «soddisfare la voglia una speciale degustazione a cura dello chef NINO ROSSI Luca Battaglia, con l’intento di Poco più che trentenne, Nino Rossi è già considerato un en- riuscire a portare, anche in pro- di “innaffiare la propria anima” fant prodige della della cucina italiana. I suoi piatti sono un MAGICAMUSICA ASSOCIAZIONE CULTURALE vincia e ad un pubblico selezio- con un po’ di arte, cultura e musi- concentrato di sapori, aromi, colori. Una cucina essenziale, MUSICALE NO PROFIT - via Alcide De Gasperi autentica, quella di Nino Rossi, tra i più amati e apprezzati n.20/22 TAURIANOVA (RC) nato, la qualità nella cultura, nel- ca» e di conoscere, riscoprire e tel. 0966.643.797 - email [email protected] degustare prelibatezze locali, chef del panorama gastronomico calabrese. Il sentimento e l’arte, nella musica e nell’enoga- una smisurata passione mescolata a sobrietà ed eleganza www.magicamusica.it stronomia. Una sfida brillante- frutto dell’amore per il proprio sono il suo punto di forza. Esaltare senza strafare: è la filo- L’associazione culturale musicale no profit “MagicaMusi- mente vinta, grazie anche alla lavoro e per il proprio territorio. sofia di Nino Rossi, il cui punto di partenza è il rispetto as- ca” rappresenta l’area di impegno al volontariato dell’im- collaborazione e alla sensibilità Il ricco programma della rasse- soluto della tradizione, la scelta di materie prime di qualità presa culturale musicale, scuola di musica, MagicaMusica eccelsa e la stagionalità dei prodotti. Il risultato è un origi- di Taurianova (RC). L’associazione è un organismo di vo- di alcune realtà associazionisti- gna - composto dal reading tratto nale stile creativo che lo porta a reinventare piatti emozio- lontariato operante nell’ambito culturale musicale distacca- che e imprenditoriali del territo- dall’ultimo libro di Federica Le- nanti. Dopo aver girovagato in lungo e largo per l’Italia e to, sia dal punto di vista fiscale e giuridico sia dal punto di rio, che hanno pienamente sposa- gato “È quello che vidi negli oc- lavorato nelle cucine dei più grandi chef stellati, da Gian- vista delle attività e degli ambiti di intervento. L’associa- to, in qualità di partners della ras- carlo Perbellini a Norbert Niederkofler, Nino Rossi decide zione nasce dalla volontà di riportare alle vere origini la pa- chi di Annette…” (Città del Sole di tornare in Calabria per gestire in prima persona l’Azien- rola “associazionismo” che esiste solo nelle forme di No segna, lo spirito che ha caratteriz- Edizioni) e musicato dal vivo dal da agricola di famiglia, “VILLA ROSSI”, immersa nel ver- Profit e Onlus e quindi di volontariato e dalla “vera” voglia zato un evento unico nel suo ge- pianista Daniele Ciullo, dalla per- de degli oliveti della campagna di Santa Cristina d’Aspro- di promuovere la cultura in tutte le sue forme espressive. nere. monte. www.villa-rossi.it sonale “I giorni del Papa – La AUSER territoriale di Gioia Tauro Motto dell’iniziativa è stato, dun- via Bellini - Gioia Tauro (RC) que, il concetto di “qualità”: «una stanza del mito” del duo Tila – MANULI Maria Concetta Policari / Gian- via Serra n.65-69 - Gioia Tauro (RC) [email protected] - www.auser.it parola che sempre più viene sa- via XXIV MAGGIO n.74 - Taurianova (RC) L’Auser è un’associazione a rete nazionale che opera nel marco Pulimeni e il concerto del www.torrefazionemanuli.it campo della solidarietà sociale, autogestendo servizi di aiu- “Mirror Quartet”, Salvatore Schi- La Ditta Torrefazione Manuli si occupa della torrefazione e to alla persona, di promozione sociale e culturale. Nella pilliti (contrabbasso e basso elet- della vendita di caffè. Competenza, tradizione, cultura e Piana di Gioia Tauro sono presenti cinque circoli, nei co- professionalità sono i valori che contraddistinguono la dit- muni di Taurianova, Maropati, San Pietro di Caridà, Delia- trico) – Daniele Dato (pianoforte) ta Torrefazione Manuli. La cura e l’attenzione per la qualità nuova e Gioia Tauro – coordinati da un organismo territo- Chiara Tomaselli (voce) – Anto- hanno caratterizzato e contraddistinto il lungo percorso del- riale - che, attraverso l’impegno concreto, quotidiano e ca- nio Gelardi (batteria e percussio- l’azienda verso il suo obiettivo: creare un caffè che rapisce pillare della nutrita rete dei circa 250 volontari, cerca di ri- la vista, impregna le narici, esalti i sensi e crei un attimo in spondere ai bisogni del territorio. Un progetto sociale per ni) - è stato intercalato da vari cui la mente abbandona tutti i pensieri della giornata per tutte le età, rivolto, in primo luogo, ai soggetti più deboli: momenti di degustazione a cura concentrarsi su quell’unico attimo di piacere. Questa è la anziani, bambini ed immigrati, con l’obiettivo di migliora- dei partners enogastronomici, che missione dell’azienda, che si propone oggi di soddisfare re le loro condizioni di vita. L’attività dell’Auser, nella Pia- qualsiasi tipo di richiesta e palato. na di Gioia Tauro, viene attuata dai volontari - coordinati hanno avuto la possibilità di pre- dalla Presidente Mimma Sprizzi - con responsabilità e una sentare, al numeroso pubblico CASEIFICIO IL GRANATORE forte motivazione, puntando anche alla creazione di spazi presente, i propri prodotti - dal- c.da S. Gaetano n.51 PALMI (RC) - tel. 0966.260.001 di partecipazione democratica, momenti di aggregazione e email [email protected] - www.ilgranatore.it di informazione ed espletando un’importante opera di ac- l’uso delle materie prime alle va- La nostra dedizione e la passione alla vita artigiana ed al cesso ai diritti. Nell’ambito di Note Di Gusto 2013, Auser rie fasi di lavorazione, sino all’u- mondo agroalimentare hanno dato vita ad un sogno chia- ha promosso e organizzato il reading dal libro “È quello che tilizzo finale. Letteratura, arte e mato “Il Granatore”. La mia famiglia, la mia terra, la voglia vidi negli occhi di Annette...” di FEDERICA LEGATO e la di crescere sono gli elementi dai quali nasce un sentimento personale del duo TILA. musica hanno pertanto incontrato che si esprime con un linguaggio dove ogni cosa rappresen- ed intrecciato la tradizione eno- ta tradizione, conoscenza, innovazione e passione e si tra- LITOTIPOGRAFIA COLARCO gastronomica, nel segno della duce in un “manufatto”. I nostri prodotti sono l’espressione Via Matteotti, i^ trav.,8 - Taurianova (RC) di un sentimento che nasce dalla passione per la terra, il ri- tel. 0966.611.740 - email [email protected] passione e del talento. spetto delle tradizioni, il sapere di una scienza che ogni www.colarco.com A suggello dell’evento, infine, giorno si rinnova... per dare il meglio. Io ed il mio team di La Litotipografia COLARCO di Taurianova (RC) è da “Armonie alla rossi”, una specia- collaboratori siamo lieti di darti il benvenuto nel mondo “Il sempre un interlocutore attento ai principali eventi cultura- Granatore”, nato nel 2010, che prende il nome dalla loca- li del territorio. La litotipografia “Colarco” ha contribuito Luca Battaglia (foto “Ottica le degustazione a cura dello chef lità dove si estendono i cinque ettari dell’azienda agricola. facendosi carico dei costi di stampa di tutti i materiali pro- Fotografia S. Mazzù”) Nino Rossi. Qui vengono prodotti i manufatti con solo latte di bufala; mozionali e informativi di questo evento. 13 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 Il “Ri-scatto della Piana”: la maratona fotografica di Piazza Dalì Le bellezze naturali, storiche e artistiche del territorio al centro dell’iniziativa dell’Associazione culturale Federica Legato

adici secolari”, “Da un al- ze naturali, storiche e artistiche del tro punto di vista”, “Ri- territorio. “R scatto. Ho in mente tutto Riscoprire i luoghi, riappropriarsi de- un altro mondo”, “La storicità del luo- gli spazi, guardarli con occhi nuovi, go”, queste le quattro tematiche pro- con lo scopo di “riscattare” il territo- poste dall’Associazione “Piazza Dalì” rio. Un territorio martoriato spesso di Rizziconi per la prima maratona fo- dall’incuria e dall’indifferenza, che è tografica “Il Ri-scatto della Piana”, ancora capace di stupire, incantare e svoltasi lo scorso giugno nel territorio le cui infinite potenzialità sono insite del comune pianigiano. L’iniziativa, in ogni scorcio e che le foto dei nume- nata da un’idea di Maria Concetta Po- rosi partecipanti alla maratona hanno licari, fotografa professionista e arti- saputo immortalare. Micro-racconti, sta del duo “Tila” (con Ginacarlo Pu- le oltre 120 foto in concorso, che par- limeni), è stata un’occasione unica lano di una terra al margine che conti- per gli appassionati di fotografia, che nua a credere nelle proprie tradizioni, hanno avuto modo di confrontarsi, in a sperare in un futuro migliore, una piena libertà espressiva, con le bellez- terra che sa accogliere e che in grado

I soci di Piazza Dalì consegnano il premio a Nicodemo Sità (foto “Ottica Fotografia S. Mazzù”) di dare molto a chi sa vedere. Paesag- miazione, tenutasi, nel mese di luglio, gi, persone, scene di vita quotidiana, nella splendida cornice di “Palazzo dettagli e prospettive inedite si sono Arcuri” dove è stata allestita una mo- susseguite in questo viaggio per im- stra con tutti gli scatti in gara. magini alla riscoperta delle proprie Le foto sono state valutate dalla giuria radici, della propria identità, fatta di di “Piazza Dalì”, supportata da due tasselli minimi che narrano un’unica tecnici, e dal popolo di facebook, che storia. come una sorta di giuria popolare ha L’evento organizzato dall’Associazio- contribuito a decretare il vincitore. Il ne “Piazza Dalì” – coordinata dal pre- primo premio, una macchina fotogra- sidente Gianmarco Pulimeni – con il fica professionale (Reflex) è stato as- patrocinato dall’Assessorato alla cul- segnato a Nicodemo Sità, che con le tura del comune di Rizziconi, è stato, sue quattro foto ha saputo meglio pertanto, un momento importante per esprimere le tematiche proposte, men- la cittadina della Piana, che ha avuto il tre a tutti i concorrenti è stato conse- Foto di Nicodemo Sità sul tema “Ri-scatto. Ho in mente tutto un altro mondo” suo culmine durante la serata di pre- gnato un attestato di partecipazione. Storie di ordinaria cultura per il Premio Elmo 2013 Anche quest’anno, cinque le personalità che hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento istituito dall’Associazione “Piazza Dalì”

torie di ordinaria cultura, questo il leitmotiv della realtà ricca, ma per molti aspetti com- seconda edizione del “Premio Elmo”, il prestigioso plessa e difficile, come quella del Sud S riconoscimento istituito - con il patrocinio della Italia. La serata di premiazione, condotta Regione Calabria, dell’Assessorato alla cultura del co- da Luigi Grandinetti e Nadia Macrì, - che mune di Rizziconi e la collaborazione dell’associazione è stata un momento di riflessione e di “Arte & Cultura a Taormina” - dal gruppo di giovani so- confronto tra le varie realtà culturali e le ci di “Piazza Dalì”, rappresentati dal presidente Gian- numerose personalità artistiche presenti - marco Pulimeni, e conferito a personalità, singoli artisti, si è svolta, lo scorso primo settembre associazioni, operatori culturali, impegnate concreta- presso i locali del palazzo municipale del mente a valorizzare il concetto di arte e di cultura in una centro pianigiano. Quest’anno una giu- ria di tecnici presieduta dalla giornalista Maria- Teresa Papale, presiden- te dell’associazione “Ar- te & Cultura a Taormi- na”, e composta da Clau- dia Berselli, artista di “In-flusso”, Bruna Con- doleo, storico dell’Arte Direttore Responsabile “Ars et furor”, Pasquale Gianmarco Pulimeni e Milena Privitera (foto “Ottica Fotografia D’Ambrosio, Radio Ciro- S. Mazzù”) ma, Fabio De Chirico, Sopraintendenza per i Beni Storici, Arti- le” tra queste due regioni. “Premio Elmo 2013” è, dun- stici ed Etno-antropologici della Calabria, que, stato conferito: a Giovanni Fava per la sezione Arti- Milena Privitera, giornalista Taomina-Ar- sti, a Carmine Abate per la sezione Scrittori/Giornalisti te, e dalla giornalista Marika Surace, do- mentre il MAB- Museo all’aperto Bilotti di Cosenza, po un’attenta disamina delle candidature, ideato da Carlo Bilotti, e la Fondazione Italo Falcomatà di ha deciso di premiare cinque personalità, Reggio Calabria sono stati i vincitori della sezione Pro- che si sono distinte per meriti artistici co- motori. Due, invece, i premiati della sezione “speciale”: me per l’impegno culturale nel territorio, l’Associazione Tao Book- Taormina Book Festival, gui- Claudia Berselli consegna il premio a Giovanni Fava (foto che operano tra Calabria e Sicilia, con data da Antonella Ferrara ed Eduardo Lamberti Castro- “Ottica Fotografia S. Mazzù”) l’intento, quindi, di creare un “ponte idea- nuovo. 14 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane Immagini e documenti che raccontano l’emigrazione italiana nelle Americhe Viaggi e miraggi: l’età del “grande esodo” in una mostra Palazzo Arnone, a Cosenza, ha ospitato l’esposizione allestita da Fondazione Roma-Mediterraneo Maria Pia Tucci

iaggiare è sinonimo di scoperta, espositivo che documenta l’età del “gran- Una mostra che vale la pena di visitare. nuovo, imprevisto o fin troppo de esodo”, quella che impoverì la neouni- Un percorso che conduce il visitatore a V previsto e programmato. Ha un ta Italia dei suoi figli che schiacciati dalle confrontarsi con un passato che ancora dove e un quando, una direzione, una rot- imposte sui terreni abbandonarono le pesa sul nostro tessuto economico-socia- ta. Una dimensione immaginaria e reale. campagne appesantiti com’erano dalla già le. L’opportunità di guardare la storia del- Ha un perché e anche un complemento di prepotente crisi agraria di fine ‘800. l’emigrazione da un punto di vista insoli- compagnia, che può essere il viaggio I documenti ci parlano di un fenomeno to, che non è solo quello dell’abbandono stesso. Ha un plurale insito nel suo stes- che interessò dal 1876 al 1900 prevalente- ma è anche quello della successiva co- so fine. mente l’aria nord-est dell’Italia, il circa struzione, come testimoniano le fotogra- Ci sono oggetti, luoghi, mezzi, facce, ani- 46% dell’intero popolo migrante proveni- fie di scene di vita nella Little Italy. me, aspettative, gesti. Ci sono “non luo- va infatti dal Veneto, Piemonte e Friuli Le foto di Meucci che dall’America fu ghi”, immagini e memorie. Venezia Giulia. Dopo la Grande guerra e defraudato del suo brevetto e “riabilitato” Per una generazione intera però il verbo fino ai primi anni ‘60 del ‘900 fu invece quale inventore del telefono solo 113 an- del viaggio ha assunto un sapore diverso, la gente del Meridione d’Italia, Sicilia, ni dopo. Le copertine delle composizioni al gusto di nostalgia, speranza e di voglia Calabria, Campania e Puglia a popolare i di tango argentino e le relative partiture, di riscatto. Sentimenti ascrivibili in paro- transatlantici che salpavano per le terre le “copielle”, piccoli spartiti di canzoni le piene come Mamma e Patria, che sa- d’America. dialettali che cantano la nostalgia per la ranno cantate poi in versi celebri che di- Il filo della narrazione prende corpo tra- terra d’origine. verranno immortali nella memoria collet- mite gli oggetti di uso quotidiano e quella Un ambiente suggestivo ed eloquente che tiva del nostro popolo. valigia, complemento di compagnia sui emoziona e interroga su quel verbo della Tutto questo ben si legge nella mostra iti- generis, si gonfia di appartenenza, si cari- partenza usato al presente per narrare la nerante che documenta l’emigrazione ita- ca di oggetti utili allo spirito e alla prati- storia. Come in una sintassi del reale, del- liana nelle Americhe “Partono i Bastimen- ca. Foto in scenografica tridimensione. l’oggi che come ieri riecheggia e si fa mo- ti”, in mostra a Palazzo Arnone a Cosenza Documenti audiovisivi concessi dalle te- nito. fino al 27 ottobre scorso, grazie al sodali- che RAI. Valigie di cartone. Corredi. Pas- “…Poi si udì il fischio e il pirografo co- zio tra la Fondazione Roma e la Soprin- saporti. Partiture. Carte d’imbarco. Curio- minciò a muoversi/ allora le donne scop- tendenza guidata da Fabio De Chirico. si manuali sulle norme comportamentali. piarono in pianto/dei giovani che rideva- Studiata e allestita dalla Fondazione Ro- Sezioni descrittive delle grandi imbarca- no si fecero seri/e si vide qualche uomo ma-Mediterraneo presieduta da Emanuele zioni e le loro fedeli riproduzioni in scala. passarsi la mano sugli occhi”… così Ed- Francesco Maria Emanuele sotto la dire- A bordo capitale umano targato Italia. mondo De Amicis nel 1889 descrive, in zione di Francesco Nicotra (direttore dei Foto e reperti scandiscono il tempo, inse- versi immortali, come in un affresco, re”, “Partono i bastimenti”, “Italiani in programmi speciali della NIAF, National gnano una topografia del dolore perché quelle partenze e quel viaggio da lui stes- America”, “Il naufragio del vapore Sirio”, nudi ed esplicativi, descrivono la storia fi- Italian American Foundation) e di Franco so compiuto 1884 a bordo del piroscafo Parasassi, la mostra è un interessante “Core ingrato”, “Non t’amo più”, “O’ so- no alla contemporaneità, a cui è dedicata le mio”, “Una furtiva lacrima” e “Mam- una delle sezioni espositive. Il volto di Nord America, ribattezzato Galileo, sulla viaggio documentaristico e analitico di un rotta Genova-Buenos Aires. Insieme allo fenomeno che ha generato una scissione ma” e due successi più recenti ma altret- Obama, che è indissolubile da quello del- umana e socio-culturale con cui ancora tanto evocativi come “Titanic” di France- l’America di oggi e quello sfigurato dal- scrittore erano imbarcati 1800 emigranti. oggi l’Italia si trova a dover fare i conti. sco De Gregori e “Caruso” di Lucio Dal- l’attentato alle Twin Towers che ne ha se- Oggi negli Stati Uniti vivono ventiseimi- Le note di “Mamma mia dammi cento li- la fanno da colonna sonora al percorso gnato le coscienze. lioni di italo-americani. La classicità al centro delle opere di Domenico Fera L’artista sulla scia dell’importante tradizione scultorea della provincia reggina Giuseppe Gangemi

omenico Fera, eccellente scultore pacchianeria spacciata per arte non sono co artista catanese che operò a Reggio Ca- trasforma in ritratti. I suoi clienti sono reggino, è l’emblema della solitu- unicamente un vizio reggino. L’Italia in labria durante il secondo Dopoguerra, ri- esclusivamente privati, non ha mai ricevu- D dine e della difficoltà di operare particolare, ma anche l’Europa e l’intero trattista, ed Ezio Roscitano, reggino, i to richieste dalle amministrazioni. Ciò in un contesto degradato dove gli ammini- pianeta hanno smarrito il senso del bello. quali testimoniano il fervore artistico che malgrado ha dichiarato di essere ricono- stratori non si interessano all’arte e, quan- Gli esempi di kitsch abbondano ovunque. esisteva nella città durante il secolo scor- scente verso la Provincia, in particolare do se ne occupano, lo fanno privilegiando Basta pensare alla orribile statua di Gio- so. Fera ama molto la classicità, non è in- nei riguardi dell’assessore Lamberti Ca- gli interessi di bottega, il cattivo gusto e vanni Paolo II situata a Roma di fronte la teressato alle mode che impongono l’a- stronuovo e del presidente Raffa i quali gli artisti di dubbio valore. stazione Termini, che ha suscitato una vi- strazione o la stilizzazione delle figure, hanno accettato recentemente una sua do- Il lungomare di Reggio Calabria è uno de- vace polemica ma non è stata rimossa, o al anche se a volte indugia troppo sull’anti- nazione, un busto della dea Demetra, che gli esempi più eclatanti delle scelte sba- museo di Filadelfia (USA) dove sono sta- co. Ci spiega che in Grecia la scultura era è stato collocato nella prestigiosa Sala gliate della committenza pubblica. Le im- ti esposti i sacchi dell’immondizia con il l’arte di fare statue, oggi invece si con- Rossa di palazzo Foti dedicata a monsi- ponenti ma fragili sculture di Rabarama, loro contenuto. Il sociologo Paolo Arcudi, trabbandano come sculture delle installa- gnor Ferro, arricchendo la notevole colle- originali ma preconfezionate, avulse dal al quale ho anticipato i contenuti di questo zioni tridimensionali, meri assemblaggi zione dell’Ente. Una ragazza reggina mol- contesto storico e urbanistico calabrese, articolo, vede nella decadenza estetica un che dietro motivazioni concettuali na- to bella, incontrata casualmente sul Corso, risaltano molto e attirano i turisti che non segno della crisi etica. scondono spesso l’incapacità di scolpire. ha accettato di posare per Domenico e ha si accorgono della pregiata stele dedicata Domenico Fera lavora pazientemente nel- “Abbiamo una storia insigne e una grande prestato il suo volto alla dea. La Villa co- al poeta magnogreco Ibico, nascosta in la sua modesta casa laboratorio di via Do- civiltà, per me è importante valorizzare munale di Reggio ospita dei giganteschi parte dalla vegetazione, dei cubi lapidei menico Muratori, in mezzo ai cani che questa cultura e porla come riferimento torsi in marmo sintetico eseguiti alcuni arricchiti di bassorilievi e iscrizioni eretti raccoglie per strada riversi sul pavimento della mia arte. L’umanesimo, l’armonia anni fa dal maestro. Le figure, secondo in onore di Corrado Alvaro, del monu- per placare l’afa. Malgrado l’isolamento e sono un retaggio che alcuni artisti meri- quanto ci riferisce, rappresentano dei per- mento ai caduti di Francesco Jerace, testi- le difficoltà, non ha perso la voglia di dionali hanno conservato perché noi sia- sonaggi mitologici immaginari che richia- monianze di un passato che affidava la esprimere le sue doti. Si rifà alla impor- mo gli eredi di coloro che eternavano le mano le nostre antiche origini. Grazie a perpetuazione della memoria solamente tante tradizione scultorea della provincia azioni eroiche degli uomini virtuosi: guer- queste opere, che necessitano di un restau- ad opere ed artisti degni di questo nome. di Reggio Calabria che annovera artisti rieri, condottieri, filosofi, atleti, dedican- ro, ha avuto una certa notorietà. Domeni- Oggi ci aggiriamo in maniera surreale fra come Michele Guerrisi, Alessandro Mon- do loro dei monumenti. I Bronzi di Riace co è anche un ottimo disegnatore, ripren- triangoli e compassi, blocchi di pietra e di teleone, Pasquale Panetta. Si ispira soprat- sono dei guerrieri” prosegue Fera, “perché de la scuola rinascimentale toscana che legno senza senso o di scarsa qualità arti- tutto a Francesco Jerace, Rocco Larussa, i greci, quando eseguivano delle sculture considera il disegno la base delle arti figu- stica, teatri chiusi o trasformati in negozi, alla scultura greco-romana e rinascimen- dedicate agli dei, non scolpivano le pupil- rative. Moltissime famiglie, non solo reg- una Villa comunale deturpata dal cemen- tale, cerca fra molti ostacoli di rinvigorire le, invece nelle rappresentazioni di perso- gine, custodiscono delle sue sculture e dei to, dove muore il gusto di una città che era e di dare nuova linfa all’arte nel reggino. naggi storici scavavano le pupille”. Fera suoi disegni e gli consentono generosa- eclettica e raffinata. Il cattivo gusto, la Mi chiede di ricordare anche Serafino Co- lavora con perizia i blocchi di marmo che mente di continuare la sua attività. 15 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 Mattia Preti: il Cavalier calabrese a 400 anni dalla nascita

Le celebri opere dell’artista di Taverna, grande interprete della pittura barocca Giuseppe M. S. Ierace

na Chiesa di Montescaglioso, vi- al Museo di Capodimonte, dove la dram- espressivi, cristal- cino Matera, conserva un nutrito maticità esplode in un tumultuoso grovi- lizzati in posture U nucleo di dipinti attribuibili a glio di corpi agonizzanti o in disfacimen- dalla gestualità ac- Mattia Preti (1613-1699): la Cena in casa to. Singolare lo schizzo per uno degli af- centuata, ma soprat- Levi, l’Adorazione dei Magi, l’Adorazione freschi, perduti, delle porte della città, do- tutto caratterizzati dei Pastori e le Nozze di Cana. Stando al ve la Vergine con il bambino, nell’incom- dalla magnificenza manoscritto pervenuto, proverrebbero da bere su degli agonizzanti distesi su sepol- dei costumi. L’am- Roma, in quanto donati alla Parrocchiale cri e lastre tombali, propone una visione bientazione, esage- del paese lucano dal Marchese Cattaneo del Giudizio universale, presieduto però ratamente animata, nell’Ottocento. Furono acquistati quindi da un’entità femminile. offre l’opportunità da facoltoso committente, dato che il Ca- Prima di trasferirsi definitivamente a Mal- all’autore di indu- valier calabrese godeva di notevole pre- ta, concludendo una proficua e, per quei giare sulle singole stigio, fin dalla seconda metà del Seicen- tempi, lunga carriera, dona numerose tele figure, sui visi de- to, soprattutto nel Meridione, per essere anche al suo paese natio, alla chiesetta di gli ospiti come sul- considerato un primo grande interprete S. Domenico e a quella di S. Barbara, il l’eleganza del loro della pittura barocca capace di interrom- cui parroco era stato suo precettore. vestiario, sugli arti pere il decorso del precedente naturalismo Nelle tele di Montescaglioso ha però im- muscolosi dei pa- napoletano. Giovanissimo, Mattia Preti presso gli esempi di maggior contenuto di stori o dei servitori, raggiunge nella città dei papi, il fratello un po’ tutti quegli elementi della pittura come sulla solerzia Gregorio (1603-1672), che lavorava con barocca, filtrata attraverso i suoi tipici di questi ultimi o lo stignanese Francesco Cozza (1605- portati luministici. Le quattro tele, nella sulla meravigliata Il tema del banchetto nelle Nozze di Cana (1655 ca.) 1682), cugino di Tommaso Campanella parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo, con perplessità dei pri- (di cui fece un realistico ritratto); viaggia esplicito riferimento a episodi evangelici, mi, oppure su particolari pittoreschi di Oloferne, o Autoritratto come martire). per l’Italia, la Spagna e le Fiandre e va a formano due coppie. magi o vivandieri di colore. Lo spettacolo Altrettanto presenti, e dirette, sono co- Modena a dipingere cupola e coro di S. La Cena in casa Levi e le Nozze di Cana è totale e ridondante, senza che venga tra- munque le influenze di Giovanni Lanfran- Biagio. Cavaliere dell’Ordine di Malta dal sviluppano il tema del banchetto, presente lasciato alcun dettaglio, dai cani che rosic- co (1582-1647) e Guido Reni (1575- 1642, dapprima “d’obbedienza” per esse- nelle analoghe Nozze di Cana (1655 ca.) chiano gli avanzi alla decorazione degli 1642). Mentre per quanto riguarda Luca re poi promosso di “grazia” (in virtù della della National Gallery di Londra, nel Con- otri in cui si consuma il miracolo dell’ac- Giordano (1634-1705) bisogna supporre nobiltà della madre, Innocenza Schipani, vito di Baldassarre (1657) del Museo di qua trasformata in vino. Il crepuscolo del- semmai della reciprocità, se non proprio appartenente a una delle quattordici fami- Capodimonte, oppure nella più matura l’atmosfera consente di filtrare una fioca un’attività tangenziale con l’opera di Mat- glie patrizie di Taverna), partecipa al con- Cena del ricco Epulone (1665 ca.), dipin- luminosità ambrata, in grado di esaltare tia Preti, presente in città negli anni cru- temporaneo fervore innovativo, che in un ta per il Monte di Pietà, e, nel loro insie- certi grigi e le tonalità brune, in netto, ma ciali della formazione del “Fapresto”. felice incontro-scontro di tendenze e di me, sembrano riproporre una rappresenta- armonico, contrasto con l’intensità dei Tornato dai viaggi di studio a Roma, Fi- renze e Venezia, il napoletano, infatti, dal 1653 in poi, andrà sviluppando il suo stile in senso barocco, dapprima rifacendosi ai modi pittorici del Ribera, di cui riprese al- cuni temi iconografici di successo, e, suc- cessivamente, accostandosi quindi, nel de- cennio successivo, al Cavalier calabrese, divenuto di già un punto di riferimento, oltre che di stimolo per molti altri artisti, fin dai suoi primi capolavori giovanili, quali l’Orpheus in Hades (1640-1645), al Kunsthaus di Zurigo, o il Casto Giuseppe e la moglie di Putifarre, a Napoli, il cui elegante dinamismo delle figure riprese di tre quarti e con taglio ravvicinato, riper- corre esempi caravaggeschi d’oltralpe, al- la Valentin de Boulogne, Le Valentin (1591-1632), più di Georges du Mesnil de La Tour (1593-1652), senza dimenticare tuttavia né il sentimento classico delle for- me, che lasciano risplendere il biancore “La Regina Tomiri affonda la testa di Ciro in un bacile Uno dei capolavori giovanili: Orpheus in Hades (1640-45 ca.) delle carni femminili, appena celate sol- di sangue” a Palazzo Amaduri di Gioiosa J. (RC) tanto nelle parti più intime dal panneggio delle lenzuola, né il punto di vista legger- idee, a volte contraddittorie, ha accompa- zione della “tavola imbandita” riconduci- vermigli, più o meno accesi, ma sempre mente ribassato o la luce plasmante degli gnato la più originaria espressione del ba- bile alle tradizionali “nature morte” fiam- carichi. Il barocco romano è molto d’at- ormai tassativi insegnamenti di Guercino rocco romano. Questa esperienza rimane minghe, come avveniva parallelamente, tualità in queste tele, con un certo gusto e Lanfranco. abbastanza vivida nei dipinti del Nostro, ma con differenti risultati di raggruppa- per la ritrattistica fedele e quel ricorso, nei quali una personale genialità traspone mento, in Gerrit van Honthorst (1592- contenuto dall’avarizia, nei tocchi di rosso i principi “formali” del caravaggismo. 1656) o nel coetaneo Bartholomeus van e da una tavolozza basata sulle terre cotte, Note Bibliografiche: Il celebre tavernese si avvale particolar- der Helst (1613-1670). L’Adorazione dei anche se le due Adorazioni avrebbero tro- mente degli effetti di una luce radente, ap- Magi e l’Adorazione dei Pastori trattano vato qualche ispirazione in Correggio Arslan W.: “Relazione di una mis- plicandoli con controllato dinamismo a invece il soggetto della Natività, anch’es- (1489-1534). La Cena in casa Levi e le so ripreso più volte, il primo a Wells-next- Nozze di Cana potrebbero costituire un re- sione artistica in Basilicata”, in composizioni abbastanza gremite di per- “Campagne della Società Magna sonaggi in movimento, su fondali di sce- the-Sea, Holkham Hall (Adorazione dei ferenziale omaggio a Paolo Veronese nografie architettoniche o di un cielo tra il Magi, 1653-1655 circa), l’altro (Adorazio- (1528-1588), come sembrano esserlo l’in- Grecia 1926-27”, Roma, 1928. tenebroso e il tempestoso, in un repertorio ne dei pastori, 1655 circa), al Muzeum credulità di Tommaso al Guercino (1591- Frangipane A.: “Un quadro di M. di variazioni luministiche che, dal “colori- Narodowe di Varsavia e pure a Napoli, in 1666), la Crocefissione a Battistello Ca- Preti in Lucania”, in “Brvtivm”, 1, smo d’ascendenza veneta”, dai toni argen- S. Maria di Monteverginella. racciolo (1578-1635), Susanna e i vec- 5-6,1936. tei del Tintoretto (1519-1594), attraverso In ognuna delle quattro tele, tuttavia, si ri- chioni allo Spagnoletto, José de Ribera Grelle Iusco A.: “Arte in Basilicata”. il “classicismo d’impronta bolognese”, trovano i medesimi elementi compositivi (1591-1652), la regina Tomiri immerge Catalogo della Mostra, 125-126, derivato dai Carracci - Ludovico (1555- formali. I personaggi si stipano quando nel sangue la testa di Ciro (ripresa più 1981. 1619) e i cugini Agostino (1557-1602) e accosto alla tavola imbandita quando in- volte e presente anche a Gioiosa Jonica, Annibale (1560-1609) -, si adegua alla le- torno al Bambino, per acquistare movenze pinacoteca Amaduri) a Peter Paul Rubens Mazzeo D. e Settembrino G.: “Pit- zione naturalista di Michelangelo Merisi teatrali, da attori compassati nel vivo di (1577-1640), Giaele e Sisara ad Artemisia tori del ’600: due esponenti della (1573-1610). una rappresentazione, dallo sfondo sceno- Gentileschi (1593-1653), anche se per co- scuola napoletana e romana in Ba- A Napoli giunse dopo la peste del 1656, graficamente elaborato, con architetture stei quel tema grandguignolesco costituì silicata”, in “Basilicata Regione lasciandovi testimonianza in numerose incastrate in volumi di balaustre, pilastri, forse un inconscio contrappeso allo stupro Notizie”, 5, 107-108, 1997. opere, la cui impressionante spettacolarità archi, o classicità statuarie. subìto da parte del paesaggista Agostino Negri Arnoldi F.: “Storia dell’Ar- ci viene riportata dai bozzetti, conservati Tutti protagonisti dai volti fortemente Tassi (si rammenti: Giuditta che decapita te”, vol. III, Fabbri, Milano, 1990. 16 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane L’impero castigliano e l’Italia. Cosa rimane La necessità di restituire il periodo italospagnolo alla

a storiografia francese, pur do alla Calabria, e le Spagne. Le Ita- Nel 1442 – salto molti complicati rafforza il sistema giuridico giusti- metodologicamente e tecni- lie, scriviamo nel nostro libro; e passaggi – morta l’ultima Angiò, nianeo, che, grazie ai grandi giuristi L camente così attrezzata da dobbiamo dire anche le Spagne, un Giovanna II, Alfonso il Magnanimo e avvocati napoletani (ricordiamo il far scuola al mondo, è del tutto inat- insieme di regni che, dalla reconqui- re d’Aragona, Sardegna e Sicilia di- nostro Gian Francesco Paparo, XVII tendibile nelle sue conclusioni per- sta, si andarono man mano unendo viene re di Napoli (Sicilia citra Pha- secolo), raggiunge altissimi livelli di ché persegue un unico corale scopo, sotto lo stesso sovrano con Carlo V rum: la locuzione Regno di Napoli efficienza e di giustizia. dimostrare che la Francia è grande. d’Asburgo, ma solo nel XIX secolo, invarrà nel secolo seguente), e si tra- Le popolazioni sentono la nuova si- Se qualcuno ha la sovrumana pa- e a stendo, unificando amministrati- sferisce nel continente; lascia poi, tuazione come continuazione del- zienza di leggere la fluviale narra- zione che ne fa Victor Hugo e non sa la storia per conto suo, si forma l’i- dea che Waterloo sia stata non la di- sfatta francese ben nota, ma una spe- cie di pareggio fuori casa, e colpa dell’arbitro (non scherzo: leggete il capitolo Quid obscurum). Lo stesso per il 1940-4; i Tedeschi conquista- rono la Francia in quindici giorni tutto compreso, la Francia occupata lavorò per la Germania profumata- mente pagata in solidi marchi (e, sia detto per inciso, l’operaio francese per la prima volta nella sua storia conobbe assistenza sanitaria e altri benefici sociali che il lavoratore teu- tonico conosceva dai tempi di Bi- smarck, e figuratevi sotto Hitler), e alla fine s’inventò la resistenza e che aveva stravinto la guerra. Lodevoli sentimenti patriottici, osserverebbe Polibio, però che non valgono nulla sotto l’aspetto scientifico. Ed è da stupirsi che gli Italiani si bevano i ri- sultati della storiografia francese senza mai osar concepire il benché minimo dubbio. Nei confronti della Spagna, che dai tempi di Carlo Magno sognano di conquistare, i Francesi mostrano un atteggiamento di disprezzo; si ag- giunga che la storiografia protestan- te ha creato la legenda neyra anticat- tolica e antiasburgica, immortalata per noi dai massonici versi del Car- Michelangelo Cerquozzi «La rivolta di Masaniello» (Olio su tela, 1648, Galleria Spada, Roma) ducci, e si capirà perché la storiogra- fia ufficiale italiana lamenti così do- vamente. Di questi regni facevano morendo nel 1458, Sardegna, Sicilia l’assetto statale già consolidato con i lentemente la “dominazione” spa- parte anche gli Stati italiani, conser- e Aragona al fratello, e Napoli al fi- Normanni. Molti regnicoli combat- gnola; mentre saluta come una gra- vando tuttavia le proprie leggi e glio Ferrante I. A questi succedono tono negli eserciti regi nelle guerre zia di Dio… beh, sarebbe del nemi- consuetudini. Alfonso II, Ferrante II e Federico, cosiddette tra Spagna e Francia; nel co Suo… l’occupazione francese. O Una curiosità: Alarico, dopo il sacco ma la debolezza della dinastia espo- 1528 Catanzaro respinge con le sue perché tutto il mondo sa che gli Spa- di Roma, voleva passare in Sicilia o ne il Regno a minacce francesi e forze un assedio francese; nel 1557 gnoli massacrarono gli Indios in in Africa; la tempesta gli affondò le spagnole. Civitella [del Tronto] ricacciò il navi, e tornò verso Cosenza, dove Americhe che a tutt’oggi di Indios Nel 1503 Ferdinando d’Aragona di- francese duca di Guisa; nel 1571 na- morì. Ataulfo e Galla Placidia con- viene re di Napoli (qui, Ferdinando vi del Regno, navi e uomini di Cala- sono zeppe; e quasi nessuno depreca dussero i Visigoti in Spagna, inizio che siano stati sterminati i Pelleros- III), primo sovrano a non risiedere bria partecipano alla vittoria di Le- dei regni cattolici. Tale decisione, nel Reame. Gli succede il nipote panto; troviamo navi napoletane an- sa degli Stati Uniti, dove, infatti, senza alcun nostro merito, s’intende, non ne è rimasto quasi nessuno. E se Carlo d’Asburgo, poi imperatore che in mezzo alla sfortunata Invinci- e lo dico a scanso di vanità provin- Carlo V; a questi Filippo II, Filippo bile Armada del 1588 contro gli In- almeno l’Alfieri crea degli Spagnoli cialotte, venne assunta in Calabria! immagini tragiche in Don Carlos, III, Filippo IV, infine Carlo II. Essi glesi; Ettore Ravaschieri principe di Il rapporto politico reale inizia nel sono rappresentati a Napoli da un Satriano conduce truppe spagnole e nel romanzo manzoniano se ne deri- 1282. La Sicilia si ribella a Carlo dono aspetti buffi e caricaturali. viceré, che, per richiesta della stessa dei suoi feudi alla Guerra di Oneglia d’Angiò, e chiama a regnare Pietro, nobiltà napoletana, fu sempre un del 1624, in difesa di Genova contro Tali premesse ideologiche e meto- da lì a poco Pietro III re d’Aragona, dologiche sono necessarie a spiega- iberico, generalmente castigliano: Francesi e Savoia… perché marito di Costanza figlia di straniero, perché solo uno straniero Incombe il pericolo turco. Già i re re un linguaggio che il lettore tro- re Manfredi. La Guerra del vespro verà diverso dalle invettive risorgi- divampa in tutta Europa, e si conclu- poteva tenere a bada i riottosi meri- Aragonesi, soprattutto poi i viceré mentali, però anche da quella scor- de per stanchezza con la pace di Cal- dionali, ed evitare le loro eterne ri- erigono castelli e torri d’avvista- ciatoia del revisionismo comodo che tabellotta del 1304. La Sicilia divie- valità! mento, o “cavallare”. Il sistema fun- dice sempre il contrario dell’avver- ne un regno autonomo con i discen- Si tratta di unione personale sotto un ziona, soprattutto dopo Lepanto, ma sario e conquista qualche fugace ap- denti di Pietro, finché, morto Marti- solo sovrano, non di “dominio” co- grava sulle finanze e del Regno, che plauso. E narriamo, per sommi ma no I senza eredi, gli subentra il padre loniale, un concetto ottocentesco ha la proprietà degli edifici, e delle spero esaurienti capi, il lungo rap- Martino II, che era già re d’Aragona anacronistico nei secoli precedenti: universitates (comuni) che devono il Regno conserva l’autonomia, anzi porto politico tra l’Italia, con riguar- e Sardegna. provvedere alla gestione. 17 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 di spagnolo nella tradizione calabrese? verità storica in un’Europa troppo nordica Ulderico Nisticò

Si lamenteranno incursioni, gravis- sola; stranamente, Carlo visse inve- morte, ma non certo nel senso che scar, Aiello; gli Aragona, Montalto sima quella del 1594 da Reggio a ce a lungo, e la sua debolezza ag- ammazzassero la gente a capriccio, [Uffugo]; gli Alarcon de Mendoza, Soverato per opera del pascià Cica- gravò quella dell’impero. Morendo solo che riscuotevano le spese giudi- Rende. Spesso erano feudatari as- la; ma i Turchi deposero ogni vel- infine nell’anno 1700, designò suo ziarie al posto dello Stato. senti, e non lasciarono molte tracce leità di conquista. successore il pronipote Filippo V di I viceré si curarono soprattutto della del loro passaggio. Nel XVI secolo la Calabria attraver- Borbone, che era anche pronipote di città di Napoli, che divenne sotto di Non restano molti termini nel dialet- sa un lungo periodo di prosperità Luigi XIV di Francia; scoppia la loro in un certo senso il Regno stes- to calabrese: ‘ndianu per mais; garhu grazie alla pace interna, all’ammini- Guerra di successione spagnola, al so e non solo il nome. Assecondaro- ‘ndianu per tacchino (Indie Occiden- strazione efficiente dei feudatari e cui termine, nel 1713, la Sicilia pas- no ogni interesse e ambizione della tali, America); nignu, bambino; nel all’industria della seta: gran parte sa ai Savoia, nel 1720 scambiata con capitale anche a scapito delle pro- XVII secolo, sultiera/o per nubile e della terra coltivabile è destinata al la Sardegna; Napoli e Milano, agli vince: significativo è che le abbiano scapolo; secondo alcuni, mi spagnu, gelso, e il prodotto viene avviato a Asburgo d’Austria. Nel 1734 la riservato il privilegio del solo centro se non deriva dal greco spànios, ca- Catanzaro per la lavorazione e com- Guerra di successione polacca porta di studi universitari dell’intero Me- rente; portugallu per arancia. merciata in tutta Europa. sui troni di Napoli e Palermo Carlo ridione, respingendo richieste di C’è qualche traccia di rapporto con I re castigliani hanno trovato un ac- di Borbone, figlio di secondo letto di luoghi riconosciuti di cultura quali le Americhe spagnole: cognome cordo con le grandi casate feudali, Filippo V e di Elisabetta Farnese, Cosenza e Lecce. Il territorio non Guaranì, glifi “aztechi” di S. Gio- che, rinunciando a pretese politiche, ma come sovrano indipendente, vie- venne del tutto trascurato, anche se vanni in Fiore, figure nude di donne ottengono vasti territori e titoli di tando i trattati ogni eventuale unione le opere militari assorbirono certo amerindiane a Squillace, forse me- principe e duca decisamente spro- con la Spagna. Carlo viene accolto più risorse di quelle monumentali e moria del vicereame di Francisco… porzionati all’effettiva importanza nei due Regni perché figlio del re di artistiche. Qualche costumanza spagnola si ri- dei feudi. C’è ben poco di don Ro- Spagna, senza far alcun conto della La cultura è capillarmente diffusa; conosce nei riti della Settimana San- drigo, nel Regno: il principe di Ca- sua genealogia francese. Quando non si può dire che sia vivace e con- ta, in particolare nel Caracolo di Ca- stelvetere venne decapitato a Napoli Carlo nel 1759 divenne Carlo III in traddittoria da creare opere di poesia stelvetere (oggi Caulonia). per malversazioni sui sudditi; questi Spagna e lasciò Napoli e la Sicilia al quali nascono solo dall’angoscia e o si adeguano o chiedono e ottengo- figlio Ferdinando IV – III, si con- dal dolore o dall’esaltazione e su- Lontani dal metodo banale, oggi di no giustizia dai tribunali e dal vi- servò un qualche legame con la cor- perbia. Notevoli la filosofia, con Te- moda, del revisionismo automatico, ceré, o procedono spicciamente co- te di Madrid. La decadenza spagno- lesio, Campanella; la medicina; la bisogna restituire il periodo di unio- me pare accadesse al poeta Galeaz- la separò Napoli dalle Spagne. giurisprudenza; l’arte barocca. Un ne italospagnola alla verità storica. zo di Tarsia pugnalato per eccesso di tentativo di fare del napoletano una È insensato che ancora qualcuno at- sentimenti nei confronti delle ragaz- lingua letteraria urta contro la sua tribuisca alcuni o tutti i mali del Me- zotte. natura di dialetto e contro evidenti ridione al “dominio spagnolo” ces- I grandi feudi tendono a dissolversi Italia e Spagna difficoltà fonetiche, e viene adottato sato trecento e cinque anni fa; o do- già verso la fine del Cinquecento: hanno separato il “toscano”. Largo è l’uso del latino vrebbero dire lo stesso di Milano, “ non solo in ambiente ecclesiastico; spagnola dal 1536 a un altro “domi- spese per le guerre e le magnificen- le loro sorti za, sentenze di inesorabili tribunali compare a tratti anche lo spagnolo nio” straniero fino al 1859; e se i civili, inducono a vendere pezzo a nel XVIII secolo (…) cancelleresco: era lingua ufficiale in mali derivano dagli “stranieri”, Na- pezzo, e si formano feudi assai pic- Bisogna ricongiungerle Sardegna ancora quarant’anni dopo poli e Palermo erano indipendenti coli, nonostante gli altisonanti titoli: l’avvento dei Savoia. dodici decenni prima di Milano. Ov- istituzione sempre più anacronisti- nel nome della cultura Cosa rimane di spagnolo nella tradi- vio che una tale semplificazione ri- ca, il feudo sopravvivrà per concor- latina comune zione calabrese? Qualche toponimo sorgimentale sa di ideologia e nulla dia discorde dei tanti che in un mo- come Imbarro di Tiriolo; Razzona di prova in fatto di storia! Nella psico- do o nell’altro vi trovavano una pa- e di obbiettivi interessi Cardinale; Villa Aragona, oggi An- logia collettiva dei Calabresi c’è rassitaria collocazione: famiglie nu- mediterranei, quasi un dali...; molti cognomi: Alcaro, Alva- molta superbia, è vero, però era as- ro, Amirante, Almirante, Aragona, sai più antica della presenza spagno- merose del barone, clero, ammini- fronte meridionale stratori, impiegati, consultori, barri- Barreca, Blasco, Bonito, Cardona, lesca! E superbia a buon mercato: il celli, servi… nei confronti Castiglia, Catalano, Catalogna, Cor- don dei re passò ai principi poi ai Inizia una serie di violentissimi ter- di un’Europa dova, Diaz, Fiorita, Franco, Garcea, notai infine agli ultimi sconosciuti remoti, costante dolorosa della no- Gerona, Giamo, Gironda, Linares, come sinonimo di “signore” nella stra storia dagli anni 1580 circa, che troppo nordica. Lopez, Maiorca, Marincola, Mata- stessa odierna accezione italiana. durerà fino alla devastazione del cera, Matalone, Pelaggi e Pelagi, Del resto, all’insolenza nobiliare 1908. ” Perri, Perrone, Perrotta, Ramirez, iberica fece seguito e regna oggi una Sandoz, Sanci e Sanzo, Scibilia, Si- ben peggiore, quella francese fonda- Nel secolo XVII il troppo vasto im- sca, Spagnolo e Spagnuolo, Valensi- ta sui titoli di studio: una qualità, pero castigliano entra in crisi. La Pe- Dai tempi di Filippo II il Regno vie- ne diviso in province, rette da un in- se, Varano, Vargas… ahimè, spesso direttamente propor- nisola iberica si spopola, e vengono Ricordiamo anche la presenza di al- zionale all’ignoranza di tutto che meno molte attività economiche. tendente poi detto preside: Calabria Ultra, Calabria Citra, Basilicata, cune casate feudali: un Ixar fu per non sia la professione. Gravano sulla Corona una serie di breve tempo signore di Reggio; i de Italia e Spagna hanno separato le lo- Terra d’Otranto, Terra di Bari, Capi- impegni nelle Americhe e in Asia; la Castro Bisbal, di Briatico; il Gran ro sorti nel XVIII secolo, salvo qual- lunga e inutile guerra per conservare tanata, Molise, Abruzzo Citra, Capitano, di Gioia [Tauro]; i de che sporadico episodio: il carlista le Friande; la sostanziale sconfitta Abruzzo Ultra, Terra di lavoro, Prin- Mendoza, di Castelmonardo (oggi Borjes chiamato da Francesco II e nella Guerra dei trent’anni. cipato Ultra, Principato Citra. Cia- Filadelfia); i Sanchez de Luna furo- messosi senza fortuna alla testa de- Episodio degno di rilievo è quello scuna comprende feudi e città dema- no marchesi di Gagliato; i Marinco- gli insorti; Amedeo di Savoia eletto del 1647, noto come di Masaniello, niali con istituzioni particolari; in la, duchi di Petrizzi e baroni di So- nel 1871 re di Spagna, ma rinunciò che, iniziato come una sommossa Calabria: Reggio, Stilo, Catanzaro, verato; principi di Squillace sono i dopo due anni; il determinante inter- cittadina, dilaga per tutto il Regno; e Crotone, Taverna, Cosenza, Tropea, Borgia, ma era il ramo “italiano” di vento italiano a fianco di Franco nel viene sentito dai contemporanei co- Amantea e la badia di S. Giovanni in Alessandro VI: estinto questo, Anna 1936-9, che non divenne però mai me un vero scontro di classi sociali. Fiore. I capoluoghi sono sede di Re- sposò un Francisco Borja y Aragon, un rapporto politico. Carlo II, re dal 1661, è ammalato e gia Udienza. che fu viceré del Perù; gli Ayerbe Bisogna ricongiungerle nel nome senza eredi; se ne ritiene imminente Si trovano anche tribunali locali: I d’Aragona ebbero Simeri; i d’Ava- della cultura latina comune e di ob- la scomparsa e si affacciano ipotesi feudatari si arrogarono anche l’am- los d’Aquino, Belcastro; i Guevara, biettivi interessi mediterranei, quasi di successione, la più fondata quella ministrazione della giustizia, persi- Rocca [Imperiale]; i de Cardenas, un fronte meridionale nei confronti degli Asburgo di Vienna, ma non la no con lo ius gladii delle condanne a Laino; i Castigliar, Verbicaro; i Si- di un’Europa troppo nordica. 18 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane L’Italia degli altri: il racconto- Il viaggio nel viaggio in un Paese soverchiato dal suo stesso

’è una marcata differenza tra la sieme diretto discendente – per esem- Nell’VIII capitolo del suo libro, anno- con una croce di legno riportante un valigia e lo zaino, e Mario For- pio, nell’armonia fisica di taluni suoi terà che da solo il cordiale interlocuto- numero, che presto sarebbe stata ri- C tunato ce lo fa intuire al termi- abitanti – e insieme negazione distrutti- re aveva curato il parco intorno alle mossa per lasciar spazio a qualcun al- ne del primo dei tre racconti (New Ca- va e aberrata dell’antica cultura elleni- tombe, facendolo apparire un ben cura- tro”). A protezione della sepoltura, in labria, Su un ramo del lago di Como, I ca. In definitiva, - ammette Fortunato - to giardino. “Quando me ne andai, seguito i figli piantarono un cipresso, tre giardini) che compongono “L’Italia Norman Douglas cerca gli dèi. Eppure quell’uomo cortese mi dette un gran ora centenario. degli altri” (Neri Pozza, Vicenza è un uomo poco incline al mistici- mazzo di fiori, colti con gran cura, John Ruskin (1819-1900) ebbe a soste- 2013). La valigia emana l’afro odore smo…”. Si accorge della barbarie pro- rammaricandosi molto di non poterme- nere, in “The Poetry of Architecture” (a dell’emigrazione, come ci insegna, in fittatrice in cui versa la politica , ne offrire di più belli, a causa della sta- puntate sul “London’s Architectural “Pietre di pane” (2011), Vito Teti (pre- del vampirismo del sistema di tassazio- gione troppo avanzata”. Magazine”, dal Settembre 1837 al Di- sente nell’elenco dei Ringraziamenti in ne, dello sfruttamento insensato del ter- A distanza di vari decenni, quel perso- cembre 1838), che “la vera gloria del fondo al volume); mentre il Nostro ha ritorio. naggio sarebbe stato identificato, gra- paesaggio italiano è la sua infinita ma- ripercorso l’avventura del giornalista “I problemi della Calabria di inizio No- zie agli studi del prof. Pierre Coustillas, linconia. Ed è giusto che sia così; i ve- tunisino Salah Methnani nella terra del- vecento sembrano i medesimi che la af- con Giulio Marino (1842-1901), appar- ri abitanti dell’Italia sono i morti… Il le illusioni televisive in cui molti stra- fliggono ancora. Tuttavia Douglas non tenente a una buona e antica famiglia principale, supremo vanto del suo or- nieri sono destinati a rimanere a lungo è interessato alla critica sociale. Non è crotoniate, il quale aveva viaggiato goglio è lo hic iacet, essa non è più che degli extracomunitari (“Immigrato”, un socialista. L’unica definizione che molto in tutta Europa in compagnia del un vasto sepolcreto”. 1990 e 2006). Lo zaino sa invece di sceglie per sé è quella di epicureo…. In Barone Luigi Berlingeri (1816-1900). Norman Douglas ripercorreva l’itinera- qualcosa che sta tra il pellegrinaggio e pari tempo conservatore e rivoluziona- il vagabondaggio, forse, per il modo di rio. Nel senso che ama l’etichetta e le aprirlo, richiuderlo, portarlo in spalla, buone maniere ma le deride, e le deride indossarlo. appunto perché le ama”. Sua unica Mario Fortunato lo zaino lo compra per preoccupazione è quella di dimostrarsi imitazione, per rassomigliare il più insofferente alla morale corrente. “Nel possibile all’amico scandinavo che si 1895, quando lavora ancora per il Fo- prefigge di emulare. È nato e cresciuto reign Office, stila un rapporto sull’in- in Calabria, per la precisione a Cirò, dustria della pietra pomice a Lipari, ma ha poi vissuto altrove: Roma, dove che porta all’abolizione ufficiale del la- si è laureato in filosofia, New York, voro minorile, ma nel 1916 viene pro- Como, Milano, Berlino e per un qua- cessato a Londra per indecent assault ai driennio, a Londra, ha diretto l’Istituto danni proprio di un minore…”. E dal Italiano di Cultura. Per questo la Cala- servizio diplomatico era già stato licen- bria che ricorda è quella delle sue ori- ziato appena sorse un potenziale scan- gini, o almeno “quella parte di me che dalo sessuale. vi è sepolta dai tardi anni Settanta”. Ed Non dice di essere attratto dalla fisio- è ciò che ritrova nella descrizione del nomia degli zotici meridionali, ma ne viaggiatore e scrittore inglese di “Old resta parimenti affascinato: “I loro vol- Calabria” (1915), Norman Douglas ti sembrano spaccati con l’ascia in ma- (1868-1952): “In quest’angolo di Ma- schere di cupa virilità: una vita dura tra gna Grecia la natura si è manifestata deserti di calcare bruciante si riflette con severa parsimonia: roccia e acqua! nella loro espressione… Se volete ve- Ma queste rocce e queste acque sono dere il vero calabrese, dovete osservare una realtà, sono la materia di cui è for- i contadini quando tornano la sera dal mato l’uomo”. lavoro dei campi: tra loro si ritrova l’indescrivibile marchio della razza; Paesaggio calabrese per carattere e per lineamenti, essi sono diversi dagli italiani, appartengono a Il corollario un tipo ascetico, un tipo spagnolo. Il In realtà, non era, come erroneamente rio descritto da Gissing e dall’archeolo- di ogni voyage vostro calabrese è stranamente sprez- aveva pensato Gissing, il custode del go francese François Lenormant “ cimitero, bensì una Guardia Civica con (1837-1883), in La Grande Grèce. Fu zante di agi e comodità; è un personag- en Italie è la ricerca gio di poche ma acconce parole, leale, il compito di sovrintendere al verde proprio durante il viaggio in Calabria della felicità. indifferente ai dolori e alle sofferenze pubblico, e quindi, in tale veste, si oc- che all’archeologo francese occorse e, quando abbia animo religioso, ten- cupava della villa comunale e del viale, quel fatale incidente che l’avrebbe po- dente di preferenza verso le forme più come del cimitero. co dopo condotto all’exitus, appena aspre e dure della fede”. Il favorevole ritratto elaborato dal Gis- quarantaseienne. Disgustato dall’ipocrisia vittoriana,” L’autore di “By the Ionian Sea: notes of sing verso la fine del 1897, incuriosirà Colui che si era nascosto dietro lo l’autore, divenuto in seguito famoso aramble in Southern Italy” (1901), lo Norman Douglas a tal punto da spin- pseudonimo di “Normyx”, nel dare alle per il romanzo “South Wind” (1917), scrittore classicista inglese George Gis- gerlo, anni dopo, a cercare “the amia- stampe i suoi primi “Unprofessional sembra che avesse provvisoriamente sing (1857-1903), a Crotone, conobbe ble guardian of the cemetery”, senza Tales” (1901), fa molto spesso riferi- rintracciato una sorta di aristocratico ri- un personaggio che gli fece un’ottima immaginare che l’avrebbe trovato se- mento all’archeologia e alle vicende scatto “nella vecchia Calabria dei pic- impressione e che descrisse con molta polto in una semplice tomba provviso- storiche dell’età classica, con dotte ci- coli centri sperduti, delle fiumare riar- sincera simpatia nel suo diario di viag- ria, la cui foto pubblicò in “Old Cala- tazioni letterarie, ma guarda al paesag- se, dei giovani pastori dagli occhi lan- gio, principalmente dopo essere stato bria” (Chapt. XXXVI: Memories of gio, trovandolo lussureggiante ed esoti- guidi”. colpito assai negativamente dalla città e Gissing): “Dead, like those whose gra- co, e agli abitanti, riconoscendone la “Qui si possono ancora trovare pastori dai suoi abitanti, verso i quali, con buo- ves he tended; like Gissing himself. He vitalità, ma ciononostante non trascura leggendari: giovanetti ricciuti, sdraiati na probabilità, aveva nutrito delle aspet- expired in February 1901 - the year of le considerazioni sulle condizioni so- sub tegmine fagi nel migliore stile di tative fin troppo elevate, nell’illusione the publication of the “Ionian Sea”, and ciali ed economiche della Calabria dei Teocrito e occupati a deliziare le loro di ritrovare la stessa civiltà fiorita ai they showed me his tomb near the right primi del secolo scorso. greggi a suon di flauto”. tempi della Magna Grecia. Il sindaco, da side of the entrance; a poor little grave, La questione meridionale era stata solle- Abbandonata la carriera diplomatica e proprietario terriero guardingo, gli con- with a wooden cross bearing a number, vata da poco, con acume storico-politico la famiglia, si era già stabilito a Napoli cesse il permesso di visitare l’agrumeto which will soon be removed to make da Giustino Fortunato (1848-1932). e a Capri, prima di decidere “di andare a patto di “tenere le mani a posto!”. room for another one”. (“Morto, come “L’unità d’Italia è stata e sarà - ne ho alla scoperta di quella che all’epoca Quella stessa mattina, incontra una quelli le cui tombe aveva badato; come fede invitta - la nostra redenzione mo- viene universalmente considerata una guardia civica con il compito di sorve- Gissing stesso. Era spirato nel febbraio rale - scriveva il 2 settembre 1899 a Pa- terra selvaggia e non di rado ostile”. gliare il cimitero, che si dimostra affa- 1901 – l’anno di pubblicazione di Io- squale Villari (1827-1917) - Ma è stata, Immagina che l’estremità della peniso- bile e intelligente, un vero gentiluomo nian Sea, e mi fu mostrata la sua sepol- purtroppo, la nostra rovina economica. la sia ancora “più radicale” e contenga cosmopolita, competente ed efficiente tura prossima all’entrata sul lato destro; Noi eravamo, il 1860, in floridissime un qualcosa di primigenio, “che sia in- sul lavoro quanto gentile nei modi. una tomba piccola e molto modesta, condizioni per un risveglio economico, 19 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 saggio di Mario Fortunato splendore, ormai lontano nel tempo Giuseppe M. S. Ierace

Studia il comportamento di ragazze e un’eleganza che non ci appartiene, di- Un’autoanalisi indotta dalla dromoma- ragazzi, aggiunge Fortunato: “mentre retti come siamo verso il futuro, “men- nia che comporta simultaneamente una passeggiano sulla via principale del tre la bellezza è l’eterno presente”. La trasformazione gnoseologica, ammessa paese, o all’uscita dalla messa domeni- considerazione dell’autore de “L’Italia dal grande letterato e umanista tedesco, cale, o infine durante le feste del santo degli altri” è “che l’immenso e can- in “Italienische Reise” (1817): “Anche patrono, che di solito si trasformano in giante riflesso, che noi – italiani e viag- se sono sempre lo stesso, pure credo autentici riti dionisiaci”. giatori stranieri – siamo, rischia di es- d’esser cambiato fino al midollo delle A condurre il gioco è sempre lei, ma di sere un riflesso cieco, uno specchio ne- ossa”. entrambi lo scrittore inglese annota la ro, inservibile”. “Kennst du das Land, wo die Zitronen bellezza arcaica: “le sopracciglia dise- “L’Italia – prosegue l’autore di “Luo- blühn,/ ove scintillano sovra bruno fo- gnate in un’unica linea diritta, che con- ghi Naturali” (1988) e “I giorni inno- gliame arance d’oro/ un aer lieve spira feriscono loro un aspetto quasi ieratico. centi della guerra” (2007) - non di rado pel cielo azzurro/ umile il mirto, alto Non riesco a indovinare da quale razza suggerisce l’idea di un Paese in qual- l’alloro…”. derivi questo lineamento marcato, che che modo soverchiato dal suo stesso “A ogni modo – sia che si tratti del suo si perde con l’andare degli anni quando splendore, ormai lontano nel tempo”. passato glorioso, sia che prevalga la le sopracciglia diventano più folte e ir- Mario Fortunato scrive “soverchiato”, volgarità dei tempi presenti – l’Italia ri- regolari nel contorno. Potremmo defi- ma aggiunge che l’aggettivo che più mane un fondale perfetto. Nei racconti nirlo ellenico, in base all’antiquato spesso usava il suo amico Gary Glick- e nei romanzi italiani di James, ma di- principio che tutto ciò che è attraente man, romanziere di “Years from Now” rei lo stesso anche per le pagine di dia- proviene dai greci”. Si richiama poi a (1987), per esprimere questo sentimen- rio di Vidal, il Belpaese non è che la Platone, nel registrare che: “l’anima sa to, era “overwhelmed”, schiacciato, so- scena mirabile su cui recitano perso- trovare l’oggetto della sua ricerca, e praffatto, perché “gli sembrava che la naggi e interpreti unicamente anglosas- pur senza chiara consapevolezza, segue felicità artistica degli italiani si fosse soni”. Tutti caratteri dai lineamenti le tracce del suo oscuro desiderio…”, per certi aspetti arenata o spenta in un propri che recitano con naturalezza, perché “l’Amore, secondo i greci, era autocompiacimento delle passate glo- perché interpretano se stessi, mentre figlio del Caos”. rie, che non possedeva più la spinta l’Italia fa loro da palcoscenico e gli ita- propulsiva di una volta”. liani da pubblico: un pubblico com- sano e profittevole. L’unità ci ha perdu- Se praticare la psicoanalisi equivale a prensivo, poiché, in quanto cattolico, ti. E come se questo non bastasse, è Il viaggio aiuta a fare letteratura, probabilmente ha ra- predisposto al perdono, od ospitale for- provato, contrariamente all’opinione di gione Fortunato a scomodare Frederic se perché esterofilo per tradizione. tutti, che lo Stato italiano profonde i recuperare una Prokosch (1908-1989) in quell’autoa- Eppure, la dolcezza della nostra lingua, suoi benefici finanziari nelle province “ parte di se stessi, nalisi che descrive in una celebre e sen- che si fa amare rendendosi totalitaria settentrionali in misura ben maggiore sazionale raccolta di ricordi del1983, sino alle estreme conseguenze, non ci che nelle meridionali”. certamente preesistente, “Voices: A memoir”. aiuta affatto a farci conoscere per quel- Più di un secolo dopo, l’ospite norve- ma “dimenticata “Quella gioia costante ed effervescente lo che siamo veramente, almeno a sen- gese, di quell’estate di quarant’anni fa, e incompresa”, accentuava addirittura la mia solitudi- tire i commenti di Gore Vidal (1925- leggeva un saggio di Jens Ingvald Bjør- ne. Era come la scoperta di un aspetto 2012), ricordati da Fortunato: “…anda- neboe (1920-1976), dal titolo: “Politi e a non più respingerla di me stesso di cui ero sempre stato re ai party per lui era un tormento, per- og anarki, Essays om katter, domstoler nell’oscurità della consapevole ma che tendeva a nascon- ché gli aristocratici, che erano gli unici og mennnesker “ (Politica e anarchia, dersi, a mascherarsi dietro un costume, a conoscere le lingue, erano perlopiù saggi su gatti, tribunali e persone), una rimozione. come in un carnevale… ero come un degli idioti e non avevano assoluta- dura critica dei costumi della propria animale che esplorasse un territorio, mente nulla da dire, mentre gli intellet- società e di quella occidentale in gene- fiutando, frugando, scavando, spiando”. tuali, che di cose magari ne avevano da rale. Uno dei primi suoi romanzi, Før Un viaggiatore sensibile come” lui si Il viaggio aiuta a recuperare una parte dire parecchie, non parlavano nient’al- Hanen Galer (1952), gli aveva causato sente irrimediabilmente escluso dal- di se stessi, certamente preesistente, ma tro che l’italiano”. Analoga osservazio- l’ingiusta accusa di simpatizzare per il l’intangibilità di un sistema umano, “dimenticata e incompresa”, e a non ne, ponendosi in netta difesa, aveva fat- nazismo, mentre in realtà per non arruo- grazie al quale aveva sperato di avere più respingerla nell’oscurità della ri- to il regista italiano introverso Roberto larsi era fuggito in Svezia. “Uten en accesso alle agognate divinità di un mozione. “Ecco che cosa, di un deter- Rossellini alla star svedese Ingrid tråd” (1966) venne tacciato di porno- tempo. “Il disagio del caos è il tributo minato luogo, produce felicità – come Bergman che avrebbe impalmato. I grafia e censurato in tutto il Nord Euro- che il viaggiatore supercivilizzato – in un carnevale dell’anima, la masche- molti idiomi che parlate non valgono pa. “Ai suoi occhi, non si trattava sol- preso al laccio di una modernità inau- ra non occulta ma mostra ciò che altri- una sola interiezione dei nostri dialetti! tanto di un grande scrittore connaziona- tentica – deve pagare all’antica forza menti rimarrebbe invisibile”. Letteratu- le, ma di un idolo scandaloso e ubriaco- del mito. C’è una notevole eccedenza ra, pura letteratura, ma anche analisi ne, che criticava con violenza la società estetica, nella visione della Calabria del profondo, che Freud in persona col- puritana del suo Paese e stravedeva per elaborata da Douglas, che non credo tivava assieme all’amore per l’arte e la Bibliografia essenziale: l’Italia del Sud, piena di sole, vino e li- sia piaciuta al mio trisavolo Giustino storia. “Molta della passione romantica bertà sessuale”. (Per il “sole di fuoco” Fortunato, grande meridionalista suo per l’Italia nasce con il culto delle rovi- avrà avuto ragione, ma quanto a libertà contemporaneo…”. ne. Nel tardo Settecento, si veniva alla Douglas N.: “Old Calabria”, sessuale, negli anni settanta, l’avremmo Ma forse l’eccedenza estetica è proprio ricerca di tracce del passato classico. Si Secker, London 1915 tutti immaginata in Scandinavia!). “Per “il leitmotiv di tutti i Gran Tour, che immaginava un’Arcadia di pastorelli, Fortunato M.: “L’Italia degli al- lui, l’Italia era una specie di Eden: il dalla fine del Settecento, hanno esplo- bei paesaggi e resti archeologico… È tri”, Neri Pozza, Vicenza 2013 luogo in cui ci si liberava con facilità rato, e perciò interpretato, e in definiti- possibile che questa mania per il passa- dei propri abiti e si poteva bere un vino va creato, l’identità italiana. Il corolla- to avesse a che fare con un curioso bi- Gissing G.: “By the Ionian sea: eccellente a buon mercato… un Paese rio di ogni voyage en Italie è la ricerca sogno di scavare nella propria vita, alla notes of a ramble in Southern visto perlopiù come luogo della libera- della felicità – volendo sintetizzare, ricerca di un po’ di felicità”. Italy”, Chapman & Hall, Lon- zione dalle strutture rigide e codificate una specie di sport estremo ante litte- C’è forse una smania nel desiderio di don1901 della società: un Paese di vacanze, nel ram. Tuttavia, a meno che non si incli- visitare il nostro paese, dice Fortunato: Lenormant F.: “La Grande Grèce senso etimologico della parola”. ni a qualche credo religioso, il concet- “… qualcosa di rivoltato: il desiderio di (vol. 1 et 2: Littoral de la mer Io- Anche Douglas si era fatto un’idea tut- to di felicità è un’astrazione piuttosto giungere in un luogo segreto e pertur- nienne; vol. 3: La Calabre), A. ta sua del complicato gioco della sedu- relativa, mentre è difficile non ricono- bante dell’io, che coincide con un luo- Levy libraire-editeur, Paris 1881 zione svolto in Calabria. “Dobbiamo scere alla bellezza un suo statuto ogget- go geografico concreto. L’Italia sembra rivedere i nostri concetti sulle passioni tivo. Il guaio è che in Italia tale statuto insomma una proiezione dell’anima. È Prokosch F.: “Voices: A memoir”, amorose di questi meridionali; nessuno si moltiplica e perciò si sperpera”. un fantasma, si potrebbe dire con La- Farrar Straus & Giroux, New è più fondamentalmente sano di loro in Fortunato cita il poeta Josif A. Brodskij can”. Goethe era pienamente consape- York 1984 faccende di cuore; non hanno nemme- (1940-1996), quando parla della bel- vole di questa condizione psicologica: Teti V.: “Pietre di pane. Un’an- no un pizzico della nostra sentimenta- lezza di Venezia che si propaga nei ri- “…scopo di questo mio magnifico tropologia del restare”, Quodli- lità; raramente sono innamorati in mo- flessi della laguna, e questa “smodata viaggio in Italia non è quello di illuder- bet, Macerata 2011 do ingenuo…”. quantità” spinge all’emulazione di mi, bensì di conoscere me stesso”. 20 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane Il premio Matita Rossa e Blu e Per il 5° anno consecutivo convergono

alla quinta edizione dell’ormai Reggio Calabria tra i giornalisti premia- classico appuntamento con il ti, a cui non sono mancati gli argomenti D premio “La matita rossa e blu” e gli spunti per dibattere sullo stato di della Fondazione Italo Falcomatà è emer- salute della professione. sa l’esigenza di esercitare un giornalismo I riconoscimenti, quest’anno, sono stati più coraggioso e anticonformista. attribuiti a Marino Sinibaldi per la sezio- Questo tema ha rappresentato l’ossatura ne radio e televisione e a Gianfrancesco del confronto tenutosi, lo scorso 12 lu- Turano per il web oltre al premio specia- glio, sul palco del circolo del Bridge a le ad Amedeo Ricucci, ad Adele Cam-

Servizio fotografico di Francesco Nucara

bria alla carriera (vivace il racconto del- Bolzoni di Repubblica a focalizzare l’at- le sue esperienze) e, per la sezione gio- tenzione sul punto dominante afferman- vani in sinergia con Repubblica.it, con la do che «il problema dei giornalisti italia- presenza del suo direttore Giuseppe ni è quello di essere eccessivamente ubbi- Smorto, alla studentessa Elettra Papaccio dienti rispetto al potere. La stampa di ca- del liceo classico “Gramsci” di Olbia. sa nostra è troppo conformista e quando Durante la discussione è stato Attilio vai fuori dalle righe ti isolano».

sta lettera. E se non l’aprirai mai, devo dei grattacieli divisi in celle, perché la ora cercare una sola parola con cui verità ha lo stesso tempo delle piante e riassumere quello che voglio e quanto spazio del mare. Si muove con lentezza, lo desideri. ma riaffiora. Sia tutto antico per ridi- ventare moderno, trovi il mondo i vec- Per rendere onesta una società bisogna chi valori , mattoni della società. contemplarla, guardarla negli occhi, Così, Mondo, quando mi cercherai per vedere tutto quello che si è lasciata chiedermi cosa io intendessi con questo l Premio Giornalistico Nazionale “La sempre più difficili e complesse. sfuggire e ha fatto correre via: vedo pa- messaggio ti risponderò che “o si deve I matita rossa e blu” gode dell’Alto Ad aggiudicarsi il primo premio Elettra gine al vento mai scritte che ti chiedo- guardare il futuro, o non si deve: ma per Patronato del Presidente della Repub- Papaccio del Liceo Classico Gramsci di no, con altra forma, la medesima cosa. decidere di non farlo, guardare verso di blica, oltre che del Patrocinio della Re- Olbia, con il seguente componimento: La Trasparenza non risiede dietro mura lui è necessario.” Esaminando le pre- gione Calabria, della Provincia e del di vetro, ma dentro palazzi più umani messe per questo avvenire, ti confido Comune di Reggio Calabria. Nelle pre- che voglio una società di cui si veda so- cedenti edizioni sono stati premiati Lu- Caro mondo, ti scrivo lo la sostanza, che accolga con meno cia Annunziata, Giuseppe Baldessarro, spine, che sia meno sinuosa nell’intrec- Attilio Bolzoni, Aldo Cazzullo, Annali- Sto cercando il mondo per un colloquio ciare giri di potere e parole sulla mera- sa Cuzzocrea, Roberto Galullo, Luciano importante: in sua assenza gli lascerò vigliosa Terra. Gullì, Riccardo Iacona, Enrico Menta- questo messaggio. Ed io mi impegno ad avere coraggio, na, Marcelle Padovani, Pietro Raschillà, Mondo mio, non sono qui a scriverti perché il nostro Paese può ripartire: ha Giuseppe Smorto, Giannantonio Stella, una lettera piena di promesse come fan- le forze, è necessario spenderle bene. Sergio Zavoli. no i demagoghi, ma a riempire ogni pa- Avere coraggio significherà per me Grazie, alla collaborazione con Repub- rola della sua essenza. Desidero che tu adoperarsi anche senza un ritorno eco- blica.it il premio fortemente voluto dal riesca a scorgermi, anche come se fossi nomico, non inseguire solo un torna- suo direttore Giuseppe Smorto e dall’e- semplicemente un puntino sopra di te, conto personale. ditore della Città del Sole edizioni Fran- proprio nel modo in cui noi guardiamo co Arcidiaco, comprende la sezione gio- un prato verde vedendovi un fiore o un Il mio impegno per il mondo comincia vani riservata agli studenti delle scuole sasso, o ancora come dall’alto riuscia- da subito: mi sforzerò nel lavoro di tut- italiane iscritte al progetto Repubbli- mo a scorgere sopra un albero il suo ti i giorni, cercando di bilanciare anche ca@SCUOLA, il progetto didattico del piccolissimo frutto: ecco, io sono qui. le debolezze di chi mi sta intorno, sarò Gruppo Editoriale L’Espresso. “Io sono Ti ho cercato perché desidero trovare costante nell’adempiere a questo pro- qui, ecco la mia lettera al mondo” è sta- una soluzione nel groviglio del futuro. posito, entusiasta laddove gli altri siano to il tema della sezione giovani, a cui gli Non sai come lo farò? scontenti. Farò tutto ciò per trasmettere studenti hanno partecipato con la com- Ti sintetizzerò brevemente quanto cre- passione nella ricostruzione del mondo posizione di un articolo. L’obiettivo è do: vorrei soprattutto una società più e contagiare, non come una malattia, stato quello di dare voce ai desideri e al- onesta. ma come difesa immunitaria, l’amore le passioni, alla rabbia e ai sogni dei In questa giornata di fresca calura per- per il mondo e la fratellanza tanto can- giovani che in questi anni, di crisi e di- cepisco quasi l’immanenza della tua tata nel nostro Inno. soccupazione, sono chiamati a sfide anima che sta già, forse,leggendo que- Elettra Papaccio Ti lascio una lettera, aperta. 21 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 il gotha del giornalismo italiano a Reggio Calabria i più importanti giornalisti italiani

A questo ha aggiunto un ulteriore input difficile». Secondo Sinibaldi «il giorna- Ma questo non è stato l’unico problema * per riflettere: «Quando parli di mafia de- lismo è sempre stato servile ma oggi esi- del giornalismo nazionale affrontato nel- Alessandro Crupi vi stare attento. La politica per la mafia ste una maggiore pluralità dei mezzi di la serata. è come l’acqua per i pesci e quando si comunicazione. Il vero problema è co- Si è anche data notevole importanza alla meno alla regola fondamentale: osserva- dice questo, fare giornalismo diventa niugare quantità e qualità». competenza, alla tecnologia multimedia- re con i propri occhi». Importante è lo le e al ruolo dell’inviato, soprattutto sul sviluppo del giornalismo lungo la scia luogo di guerra. Nessuno meglio di Ri- dei nuovi strumenti multimediali ma con cucci ha potuto approfondire quest’ulti- prudenza. E Turano, in questo contesto, mo aspetto raccontando quanto vissuto ha scagliato una freccia a Grillo: «Ha in Siria: «Oggi ci sono condizioni che costruito la sua carriera mettendo le no- consentono agli editori di risparmiare in stre inchieste sui suoi siti e trasformando modo ignominioso perché non si rendo- chi ha creato questo mestiere in un no conto dell’importanza di avere l’in- obiettivo polemico». A ritornare sul va- viato sul posto. lore della tecnologia ci ha pensato Bol- Per capire e raccontare i fatti bisogna zoni: «Si tratta di una grande occasione» stare dove si svolgono. Il giornalista de- e Ricucci ha osservato: «La rete è anche ve offrire trasparenza e oggi è sempre piena di truffatori. Dietro un video c’è anche chi fa propaganda». più slegato dalla vita reale. La domanda Rosetta Neto Falcomatà, presidente del- che ciascuno di noi deve porsi quando la Fondazione, ha tirato le somme della scrive un pezzo è: a che serve?». «La serata: «La competenza del giornalista competenza – ha poi ricordato Turano – dev’essere al servizio di un’informazio- è il valore aggiunto di questo mestiere, ne veritiera, imparziale e completa». cioè la capacità di tradurre ciò che gli al- tri non vedono. Nella nostra professione c’è una quota di * da L’Ora della Calabria embedded colossale e questo fa venire del 14 luglio 2013 “Resto a disposizione della città” Intervista al professor Costa in pensione dopo quaranta anni di docenza

L’editore e la direzione di Lettere Meridiane salutano il * prof. Enrico Costa in pensione dal 1°novembre e si au- Laura Sidari gurano di poterlo annoverare ancora per lungo tempo tra i collaboratori più prestigiosi della casa editrice. vicolo, la strada, la piazza coinvolta nelle riprese e quin- di c’era molta città nel cinema per cui l’ho nel dna il rap- o l’orgoglio di aver stabilito un rapporto se- porto cinema-città». reno e proficuo con la città, di aver contri- E Reggio come la vede sotto questo punto di vista? «H buito a costruire un ateneo degno di questo «Come città del cinema potrebbe offrire molti spunti, pur- nome e la certezza “gramsciana” che il filo interrotto del ché non si facciano sempre film dedicati alla ‘ndrangheta». corso di laurea in urbanistica dovrà essere solo riannoda- E dal punto di vista urbanistico? to. Sono sicuro che nella Mediterranea si farà avanti più «Secondo me si sono buttati molti soldi, che avrebbero di una persona di buona volontà che ha sempre creduto in dovuto essere spesi più per la periferia che per opere non Urbanistica come fattore di sviluppo e non veicolo di spe- indispensabili. Il Viale della libertà, per esempio». culazione e scempio del paesaggio». Se potesse dove interverrebbe? Così parla, il professor Enrico Costa, presidente del corso Enrico Costa e il Rettore Pasquale Catanoso «Nella testa della gente» di laurea in Urbanistica, poco prima della sua ultima se- «Perché mi è sembrato doveroso, sarebbe stato assurdo Prego? duta di laurea. Dal primo novembre è andato in pensione prendere la cattedra e portarmela in altre città. Sono resi- «Abolirei la retorica del “sono innamorato della mia città” e la giornata di ieri è stata più che altro una festa, con una dente qui, voto qui. Partecipo alla vita della città, come e poi magari scopri che hanno realizzato la sopraelevazio- commissione allargata che consentisse a tutti i colleghi di farebbe un professore universitario che non si deve mi- ne abusiva della loro casa, deturpando il paesaggio». partecipare. Presenti il rettore Pasquale Catanoso, il pro schiare con le beghe politiche. Ciò mi consente di poter Anche la forma è sostanza, dunque? rettore Adolfo Santini e il direttore del DArte Gianfran- dialogare con tutti». «Sicuramente, ci sono indagini sociologiche che dimo- co Neri. Tantissimi anche gli studenti e gli ex allievi, og- Qual è il contributo che pensa di aver dato alla nostra strano come la delinquenza alligni dove si vive nel brutto gi brillanti e promettenti studiosi. città? e non regna il bello». Professor Costa, oggi è la fine di un percorso che dura Reggio è esteticamente bella? quasi un quarantennio. Tracciamo un bilancio: come «Credo, nell’esempio. La città ha recepito i contributi che poteva e voleva recepire. Non ci sono segni sul territorio, «Se ti fermi al lungomare lo è sicuramente, me se ti ad- ha trovato questa facoltà al suo arrivo e come la sta la- dentri all’interno, ti domandi come fanno a viverci». sciando? ma gli architetti che sono passati di qui, hanno svolto un lavoro onesto e consapevole. Il mio contributo sta nella Quale sarà d’ora in poi il suo contributo per la nostra «Sono arrivato in questa università nel 1975, quando le città, quale vorrebbe e potrebbe essere? schede del catalogo dei libri erano tenute insieme con lo formazione di tanti professionisti che si sono distinti nel- la loro professione, soprattutto nel rispetto dell’ambiente «Non cerco lavoro, ma sono a disposizione della città». spago. Eravamo un gruppo di amici, mossi da grande en- Resterà a Reggio? tusiasmo, abbiamo cercato di costruire questa università, e dalla legalità. Senza legalità non c’è urbanistica. Privi- legiare il pubblico, ma non penalizzare il privato». «Certo, ho anche scritto una poesia: “Qui resterò. Sguar- giorno per giorno, attraverso piccole conquiste, in un mo- di limpidi di giovani qui trovai, altri velati di tristezza, al- mento economicamente più favorevole e di grande atten- Insieme all’architettura e all’urbanistica, un’altra sua passione è il cinema. tri arroganti, tutti al pari per me se vuoi cambiare, costu- zione verso il Sud. Lavoravamo in stanzette, alcune umi- mi, pregiudizi, vizi e malaffare fiumi di sangue e violenze de. Oggi ci troviamo in un complesso tra i più importanti «Sono stato allevato a pane e cinema. Mia madre era un’appassionata, mio padre discende da una famiglia di non temei, conformismi e convenienze rifiutai, per il bene d’Italia. Da qui sono passate tutte le migliori intelligenze di figli molto, troppo amari, fra tanto buio grande luce al del paese della cultura architettonica e urbanistica. Alcu- pionieri del cinema napoletano. La sorella di mia nonna paterna è stata la prima donna regista (Elvira Notari). In fin trovai spegnerla ancora? No restar conviene. Dove se ni sono rimasti 3 anni, altri come me circa 40». non a Reggio? Proprio nel cuore del Mediterraneo”». Da quando è stato nominato docente ordinario, ha una città come Napoli, il clima e il paesaggio si prestano scelto Reggio come sua città d’adozione. Decidendo molto alle riprese esterne. Si girava in città, nei vicoli, non solo di lavorarci, ma anche di viverci. Perché? nelle piazze e la gente partecipava, rispondeva. C’era il *da “L’Ora della Calabria” del 31 ottobre 2013 22 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane La Diocesi di Oppido-Palmi: terra di Santi Il Meic alla scoperta del cristianesimo delle origini Domenico Surace efinire la Piana di Gioia Tauro di epoca romana, è stata recentemente re- terra di santi sembra oggi, al let- staurata. La sua fama è arrivata a Venezia D tore medio, uno sproposito, una ove esistono ancora la piazza e la chiesa esagerazione, se non una vera e propria San Fantino. La festa ricorre il 24 luglio bestemmia. Le cronache giornalistiche, a Taureana, con caratteristica processio- infatti, sempre attente al negativo, de- ne di cavalli. Poi, cronologicamente, tro- scrivono prevalentemente questo territo- viamo la figura di Sant’Elia il Giovane rio come “terra di nessuno” dove, non ot- (823 - 903). Straordinaria vita la sua, temperando ai doveri e venendo meno i coinvolta turbinosamente nelle vicende diritti, l’elemento umano è dedito alla so- storiche dell’occupazione araba della Si- praffazione o alla violenza con la conse- cilia; dopo infinite peripezie, tra cui la guenza nefasta di subire le regole della cattura e la vendita come schiavo in Afri- “incivile” convivenza imposte dalla ’n- ca, riesce a tornare a casa a tarda età però drangheta. da monaco e asceta. Viene ricordato a Ma è stato sempre così ed è solo negati- Palmi il 21 luglio, sul monte che porta il vo il tessuto antropologico di questa par- suo nome e su cui fondò un monastero. te di Calabria? In verità la lettura e la Abbiamo poi Sant’Elia lo Speleota (864 comprensione della realtà sociale è sem- - 960) reggino di nascita ma la sua mis- pre un esercizio complesso e richiede, ol- sione spirituale si sviluppò, prevalente- tre che imparzialità di giudizio, una vi- mente, presso Melicuccà in una grotta, sione più attenta e articolata. A questo Resti antico Monastero di S. Elia a Galatro - Secoli X fino XV ancora oggi meta di visite e pellegrinag- proposito il M.E.I.C. (Movimento Eccle- gi. Al culmine della sua fama, la comu- siale di Impegno Culturale – Gruppo nità monastica al suo seguito raggiunse il Luigi Marafioti della Diocesi Oppido- numero di centocinquanta monaci. Palmi) ha deciso, in linea con i suoi fini San Fantino Egumeno (927 - 1000), statutari dettati dal messaggio cristiano, mosse i primi passi sulla via della santità di documentare nel territorio di sua com- proprio presso la grotta di Melicuccà e petenza, tramite un video, le tracce della dopo anni di vita eremitica concluse la spiritualità cristiana nell’arco temporale sua esistenza a Tessalonica in Grecia. che intercorre tra IV e XI secolo. Il fine Oggi è patrono del paesino di Lubrichi, di questo lavoro è quello di ripercorrere, frazione del comune di Santa Cristina a ritroso, la vita e le opere di otto santi lo- d’Aspromonte, ove viene festeggiato il cali che in questo territorio sono vissuti e 31 luglio. San Nicodemo di Mammola hanno permeato profondamente con la (920 - 1010), nativo della Piana, in un loro opera salvifica la mentalità e la spi- luogo ormai scomparso di nome Sicrò, ritualità delle popolazioni locali, tanto fonda un monastero presso la località che ancora oggi i fedeli ne serbano glo- montuosa della Limina circondato da riosa memoria. Essi non hanno operato e monaci suoi discepoli. Lo si festeggia a vissuto da soli, ma accompagnati e imi- Mammola il 12 marzo. Dal 17 settembre tati nel cammino di fede, da migliaia di 1995, Padre Ernesto Monteleone moder- monaci, dal greco: solitari. no eremita, nello stesso sito ove sorgeva C’è stato un tempo in cui si contavano l’antico monastero ha scelto di ripercor- nell’intera Calabria quattrocento mona- rere le stesse orme del santo in perfetta steri e il fenomeno religioso del mona- solitudine e preghiera. chesimo basiliano divenne capillare gra- San Filareto (1020 - 1070), originario zie a due successive ondate migratorie della Sicilia e attratto dalla vita ascetica, dall’oriente bizantino e una dalla vicina sceglie il celebre monastero di Sant’Elia Sicilia occupata dagli arabi. il Giovane presso il monte omonimo di Nell’opera La scala del paradiso di San Palmi, quale luogo adatto di ricerca e Giovanni Climaco (VII secolo) il mona- contemplazione di Dio. Da qualche anno co, solitamente un laico, così viene de- una nuova chiesa a lui dedicata è stata scritto: “è colui che conduce una vita an- eretta alla periferia di Seminara. gelica, benché abiti nel corpo materiale e San Luca di Melicuccà (1035 - 1114) ve- corruttibile. Solo monaco è colui che si niva chiamato “il grammatico” per la attiene alle norme della parola di Dio, in potenza e raffinatezza dei suoi scritti. Fu ogni tempo, in ogni luogo e in ogni azio- vescovo di Isola Capo Rizzuto e morì ne. Monaco vuol dire un’ininterrotta vio- presso il monastero di San Nicola di Vio- lenza alla natura e continua custodia dei terito, da lui fondato presso il comune di sensi. Monaco significa aver puro il cor- Molochio. La sua memoria ricorre il 10 po, pura la lingua, illuminata la mente”. dicembre. San Bartolomeo da Simeri Monaco vuol dire un’anima che nel son- (1050 - 1130) pur nativo della provincia no e nella veglia è sempre intenta a un di Catanzaro, nella nostra diocesi la tra- continuo pensiero della morte. Essi eser- dizione gli assegna la fondazione del citavano un grande ascendente sulle po- monastero di San Bartolomeo di Trigo- polazioni che ne assorbivano la menta- nia presso Sant’ Eufemia D’Aspromonte. lità; tra i tanti, alcuni, dotati di maggiore Fonda altri prestigiosi monasteri quali: spiritualità e carisma, si affermarono per Santa Maria del Patir presso Rossano e ascesi e slancio mistico verso la ricerca del Santissimo Salvatore a Messina. di Dio, raggiungendo le sublimi vette Di tutti questi santi, vissuti nella Valle della santità. Il più antico conosciuto (IV San Fantino. Questa icona realizzata dall’artista palmese Loredana La- delle Saline, così si chiamava l’odierna secolo) è San Fantino, detto il “Cavalla- capria, nell’anno 1994, viene portata in processione ogni 24 luglio a Piana di Gioia Tauro, conosciamo il per- ro”, di Taureana di Palmi, primordiale Taureana di Palmi. Ricorda il secondo miracolo del santo, l’attraversa- corso di fede e i miracoli grazie alle vite, antesignano e testimone della solidarietà mento del fiume Metauros (Petrace) con l’acqua impetuosa che al suo “bios”, scritte dai monaci loro contem- cristiana verso i poveri e bisognosi; la passaggio si ferma per salvarlo dalle minacce di morte del padrone Bal- poranei presso gli “scriptoria” annessi chiesa a lui dedicata, con annessa cripta samio. ai monasteri. 23 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 I versi chi scrivia: l’opera omnia di Giuseppe Morabito Edita da Città del Sole, la raccolta dei componimenti dell’indimenticato poeta reggino

Giuseppe Morabito A RRIGGIU ’U SÙRICI PULITICU I VERSI CHI SCRIVIA da E cuntamula ru peri da L’undata CU TTANTU AMURI No’ rrìzzicu ma rrùsicu, Poesie in dialetto reggino Ndi ‘sta carma e serena nuttata, nci rissi ’u zzocculuni pp. 328 - Euro 16,00 cù ‘stu celu chi pari ‘nu mantu a sso’ fratastru ’u tìsicu, chin’i stiddhi, c’a luna argentata, a fazzu da patruni! Rriggiu beddha ti vardu e m’incantu! Non sugnu nduccu e stròlicu ran parte della produzione poetica di Giu- Si ‘na perla lucenti pusàta mi campu com’a ttia, seppe Morabito – circa 200 componimenti und’u mari ‘ccarizz’a marina, chi mangi scorci fràciti, G – fu composta fra la fine degli anni settan- undi faci ‘u prudiggiu ‘na fata mundizza e pporcherìa; ta e l’inizio degli anni novanta. Morabito, nato nel allocàta ‘nto stritt’i Missina! chi stai cusì ’ntanatu 1928 a Reggio Calabria (dove ha sempre vissuto) è Cù riflessi di tanti culuri, ’ddijunu nto tumbìnu: stato docente di Lingue e Letterature Straniere nel- pari comu pittàtu lu mari, si tuttu spilacchiatu, le Scuole Medie, ha pubblicato cinque volumi di tutt’antornu di luci splindùri, mi pari un filarinu! poesie in dialetto: E cuntamula ru peri (1982), L’un- pararisu ‘stu locu mi pari! Jeu mbeci m’arrimìnu data (1986), ‘A vita (1988), Comu ‘na fogghia Sciata l’aria di zàghira oduri e trasu chianu chianu, chi ssi spandi pì ‘stu lungomari aundi nesci ’u sgobbu, (1990), Favole (1992), ha inoltre al suo attivo nume- chinu d’arburi e prati cù sciuri, aundi nc’è mi sgranu!… rosi inediti, oltre a due commedie pubblicate nel e ‘na fila di centu parmari! Ampèna sentu sciàvuru 2001 Ntrugghi e bampugghi (rappresentata dalla Jeu, vardandu i billizzi to’ rari, o rràschiu di furmaggiu, “Compagnia Teatro di Reggio”) e ‘A vuci ra cuscen- mai mi stancu e mmi jincu lu cori: u baffu e ’a cura ’ntìsicu, za. È morto il 29/07/2004 in seguito a un incidente ‘stu giardinu, ‘stu celu, ‘stu mari, mi jettu all’arrembaggiu! stradale. Fu autore di una poesia che spazia fra la sa- mi descrìvu non trovu palori ! Mi ’ntrùfulu, mi spùlicu tira, la lirica e il ripiegamento intimistico ben inter- Tu niscìsti da menti i ‘na fata, scafali e ccifuneri, pretando il nostro tempo nella sua rapida trasforma- L’Opera prima di Morabito, un quaderno di 25 poe- e pì nnui Rriggitani si vantu: pì mmia no’ nci su’ tràppuli, zione con un linguaggio che recupera i termini del- sie dal titolo “E cuntamula ru peri”(1982) è quella ‘ndi ‘sta carma e serena nuttata, vilenu e suriceri! la nostra tradizione per adattarli alla contempora- meno conosciuta, anche perché quasi tutti i compo- Rriggiu beddha ti vardu e m’incan- Su’ zzòcculu puliticu, neità. Ben presto i suoi versi sono stati conosciuti e nimenti furono ripubblicati due anni dopo in un tu!!! cumpari ru jattuni apprezzati dal vasto pubblico, dal mondo intellettua- nuovo volume, più ampio e articolato, dal titolo chi ffaci ’a sintinella le, dalla critica, fra gli altri, da Antonio Piromalli “L’Undata”, dove incontrarono il vasto pubblico. nda stanza ri buttuni! ’A POISIA Mi mpaddhu, fazzu abbusi, (Letteratura Calabrese, Pellegrini editore 1996), Questo primo nucleo di poesie rispecchia una fase in e a mme cummari ’a jatta, Pasquino Crupi (Storia della letteratura calabrese, cui il poeta scriveva per puro divertimento, ancora I pueta su’ ccomu li surgivi, nda ll’occhi cariddhusi, Periferia editore 1997), Guido Malvaso (prefatore inconsapevole della propria dimensione. Emerge ognunu nd’avi ‘mpettu la so’ vina, nci scindi ’a catarratta!… dei primi tre volumi di poesie), Italo Falcomatà (pre- una considerazione: Morabito fin dall’esordio pos- d’aundi, comu acqua cristallina, Si ppoi mi veni anfatta fatore di Comu ‘na fogghia e Favole), Francesco siede uno stile e un linguaggio fortemente caratteriz- ’u versu scurri mentr’a pinna scrivi… mi trasu o’ Quirinali, Chirico (Poeti nostri, Laruffa editore 2003), Emilia- zanti che manterrà costantemente, salvo una mag- E vvola senza scrùssciu p’ogni locu, mi futtu puru ’a sola no Scappatura (Breve storia della poesia dialettale giore cura nelle pubblicazioni successive – soprat- si faci strata, ‘ntinnirisci ’a genti; c’a peddhi ru stivali!… nella Reggio del dopoguerra, Città del Sole edizio- tutto nelle “Favole”. Anche dal punto di vista me- messaggiu di buntà, scoti la menti No’ rrìzzicu ma rrùsicu, ni 2012). Le recensioni di Vincenzo Paladino, Rena- trico non si allontanerà mai (e avrebbe potuto farlo) e tti rapisci ’u cori a ppocu a ppocu. a fazzu da patruni, to Meliadò, Antonio Orso, Pasquale De Filippo, Na- da una sillabazione già tracciata e collaudata, forse A poisia chi è?… Lampu d’amuri, ’a tràppula no’ scatta tino Aloi, Giuseppe Pensabene, Corrado Marescal- più congeniale alla sua intrinseca musicalità, dove sscintilla chi t’addhum’a fantasia, si rrobba ’u zzocculuni! co, Luigi Tripepi, Pietro Smorto, Adriana Condemi, l’andamento ritmico è costante e la rima puntuale. sintimentu di gioia o di duluri… E mali chi mmi vai, Clelia Montella, Maria Festa sono presenti come po- E quand’è scritta c’a parrata mia, si stentu m’a cunciliu, riggitaneddha, la palora è sciuri pì mmia sa’ chi mbentaru? stfazione dei testi, altre in numerosi giornali e rivi- (Arturo Cafarelli – dalla Presentazione all’opera di campu ’mprofumatu c’arricria! L’arrestu a domiciliu!! ste specializzate locali e nazionali. omnia di Giuseppe Morabito)

Per la vita totale di Giuseppe Morabito Pasquino Crupi* veva ragione Italo Svevo: la nostra vita è un errore ritualisti” americani. Ma noi siamo di quelli che credono il mobilità del marmo da Esopo, Fedro, La Fontane, La Bruyè- di calcolo. Anche la morte è un errore di calcolo. contrario e che traguardo etico sia quello da raggiungere sen- re e il romanesco Trilussa. Le bestie di Giuseppe Morabito A Quando incominciamo a percepirla come una mi- za avere mai ingannato nessuno, senza mai aver truffato al- non incarnano i vizi degli uomini e non servono per trarre naccia possibile, anche se umanamente immaginata ancora cuno, senza mai avere messo nel mirino denaro e carriera. sentenze gnomiche sugli uomini. Osservano e commentano lontana, cerchiamo di ritardarne l’avvento, evitando gli spre- Giuseppe Morabito è stato di questa sparuta cerchia. il vario mondo umano. Non solo questo, e sarebbe già ele- chi geniali accorcianti il cammino da noi all’implacabile e Fu e rimane altissimo poeta. E qui io voglio ricordare il suo mento di grande novità. Le bestie dei favolisti antichi e mo- necessariamente implacata Signora. E, poi, si muore non dei impegno e il suo lucore di poeta con le parole che si di Lui derni di animalesco hanno solo la pelle e il nome che come guai sui quali trepidamente abbiamo vigilato, ma travolti tra scrisse la Giuria del Premio Bova 2003: Giuseppe Morabito tali le individua. La loro vita animalesca è stata sequestrata un autobus e un’automobile. Come è accaduto a Giuseppe ha dato sviluppo e originalità alla poesia dialettale con 5 in- come avviene per le bestie chiuse nello zoo. Giuseppe Mo- Morabito, or l’altro giorno, sul corso Garibaldi di Reggio vidiabili raccolte: E cuntamila ru peri (1982), L’undata rabito ha aperto lo zoo. Ha restituito la vita zoologica alle Calabria, frequentato dai suoi passi oziosi, accompagnati dal (1986), ‘A vita (1988), Comu ‘na fogghia (1990), Favole bestie. Il capovolgimento è epocale. Antonio Piromalli, un gesto delle mani roteanti al di sopra della testa, bianca di ca- (1992). Poiché nulla è vietato al cuore cantante di questo intellettuale grande la cui morte continuamente rimpiangia- pelli e candida di pensieri, e la parola che inseguiva il cielo: poeta grande, il cui “verseggiare è principesco”, come dice mo, ha scritto di Giuseppe Morabito che il suo fraseggiare è un mondo migliore. Antonio Piromalli, maestro per sempre, il genio suo ha pro- principesco. Ed è vero. Ma ci pare di poter aggiungere che È sempre un peccato contro il pensiero morire. Per errore di dotto scintille anche nel campo della commedia, arricchito egli è il principe dei poeti calabresi anche per l’allotrio cam- calcolo o per errore. Sento più profondo questo peccato, lo dalle sue piéces: mino che ha imposto alla favola, la quale eternamente gio- sento come un peccato capitale, quando, come ora faccio, ri- Non sempre e non in tutto si è poeti. Qualche volta dorme vane, poco ama che cresca e si sviluppi. penso la vita totale di Giuseppe Morabito. Non ebbe che ge- anche Omero e ha dormito in alcuni passaggi della Divina Infine, se si può dire infine, per un cuore, che batteva sem- nerosità, onestà, poetica musica. Commedia anche Dante. Non suoni come enfasi. Giuseppe pre per gli altri, Giuseppe Morabito fu promotore di cultura Fu grande cattedra di eticità meridionale per i nipoti, rimasti Morabito non dorme mai. È sempre poeta. Nulla di ciò che e dei poeti dialettali della sua Reggio, che egli non solo mi orbati dal padre quando erano ancora in età fanciulla, ed è è umano, mi è estraneo, dichiarava il poeta latino Stazio. fece conoscere, ma quasi m’impose di riconoscere. Come ho stato a loro padre fino all’ultimo respiro di sua vita, così co- Nulla di ciò che tocca Giuseppe Morabito, è refrattario alla fatto nella mia “Storia della letteratura calabrese” per Gigi me per la madre di questi orfani per tutta la vita, qual si ad- voce cantante della poesia. E tocca tutta la società contem- Compagna, Pasquale Calcaramo, Pasquale De Filippo, dice alle infezioni dello spirito, fu il fratello, che le si pose poranea: i suoi grandi drammi e le banalità quotidiane. Mimmo Martino. accanto con la stessa indissolubilità pura che lega il suono Con tutte le corde risuonanti nella poesia: lirismo, ironia, Ora è di là. E sembra volermi dire, pur ringraziando, che delle campane della Chiesa del Signore al segno votivo dei sarcasmo, umorismo. E in Lui, tutt’insieme: lirico, ironico, adesso tutto questo non conta, e la parola, che fu verso, si è fedeli. sarcastico, umoristico. Poeta sferico. Ricorda Ovidio per la fatta preghiera per Dio. Non conta per quelli che stanno di Fu tutto della moralità del lavoro, che obbliga ciascuno, nel capacità di trasformare in verso cantante e scintillante qua- là, non per noi che continuiamo a stare quaggiù, sempre più Vangelo da non disattendere, a guadagnarsi il pane con il su- lunque tema addenti. bisognosi, dopo il Suo stacco, della luce che non poca ha dore della fronte e con il sudore dei calli alla mano. Dicono Alto e distinguibile, Giuseppe Morabito è insuperabile e in- messo nelle nostre menti ottenebrate. ora che il valore dell’uomo è stabilito da quanto è riuscito a superato come poeta favolista. C’è una cancrena Innova in * “il Quotidiano della Calabria”, guadagnare nel corso della sua esistenza. Lo dicono gli “spi- una materia, che era stata decisa, precisata, fissata con l’im- Domenica 11 luglio 2004 24 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane Giustizia e legalità. Tra vetrina Quando diventa vano, se non inutile, il normale

zione delle regole che lo disciplina- no laddove questo contrasti con […] Perché “…l’indipendenza, l’imparzialità e l’ingiustizia“ risulti la necessaria riservatezza della fun- zione giurisdizionale mentre un limi- accettabile, deve te ostativo assoluto sembra potersi individuare nel divieto di esprimere mascherarsi opinioni e commenti su fatti proces- da giustizia […] suali ancora non definitivi e rispetto ai quali il giudice abbia esercitato la sua funzione…”. Un limite che ri- sponde ad una violazione di principi Barrington Moore” jr. costituzionalmente garantiti e so- prattutto chi ha responsabilità giuri- ome scrissi in un passato non sdizionali “narrando di fatti recenti, molto lontano, riflettendo su indicando nomi e cognomi delle per- C alcune considerazioni nate sone imputate negli stessi, con le in- da contesti diversi ma riconducibili tuibili conseguenze che ne derivano, ad esperienze personali, professiona- e senza che tali vicende nemmeno ri- li e di vita, scrivere di giustizia in sultino definitivamente giudicate…” Italia è come scrivere su un’intermi- ottiene il risultato di instaurare nabile pagina di un libro senza fine, “…un rapporto innaturale con l’opi- senza luce. Un libro dove in ogni nione pubblica, dal momento che passo vi deve essere il rispetto della l’architettura politica e giuridica at- preliminare dell’indagine stessa ne egli potrà forse incontrare il consen- giustizia come valore, come istitu- traverso la quale definire i nuovi ter- utilizza gli elementi acquisiti per so di quest’ultima ma non potrà che zione, come momento di riequilibrio mini di un progetto, sia esso di pro- scrivere un saggio? Ora, al di là del- perdere quella fiducia nella sua im- parzialità…”. Aspetti, insomma, che del danno arrecato da un’azione de- gramma che di diritto. In fondo è del la descrizione del volume, non vo- littuosa alla società civile prim’anco- lendo essere questa una recensione, pregiudicano, nella manifestazione tutto evidente, se si vuole essere in- di un rapporto del tutto speciale tra ra che all’individuo. Ma dove, altret- tellettualmente onesti, che la via ita- diventa interessante, però, descrivere tanto, in ogni pagina, continuano ad ciò che l’organo dei penalisti rileva: organi giudiziari, investigativi e me- liana al rito accusatorio, nella sua dia, quell’obbligo al segreto o alla ri- adombrarsi anche aspetti di un mo- ibridazione post romanistica, ha reso e cioè il fatto che l’Autore di tale vo- dello non perfetto, ambiguamente lume “…ha utilizzato il patrimonio servatezza su informazioni cono- sempre meno significativi i principi sciute in virtù delle funzioni eserci- adagiatosi su un modello accusatorio di riservatezza, imparzialità e ter- di conoscenza acquisito in ragione reso apparente da un sistema inquisi- della sua funzione – relativo ad una tate soprattutto se riguardanti posi- zietà dell’azione giudiziaria che si zioni non definite e/o non definitive. torio che sopravvive nella mancata serie di procedimenti (spesso ancora rende avulsa dal risultato a cui essa Ora, il caso del volume dimostra riforma dei ruoli e delle funzioni. pendenti) riguardanti la criminalità tende: chiarire fatti e responsabilità quanto sia palese il fatto che vi sia Un’ambiguità che attribuisce la dife- organizzata – come base della stessa secondo le norme e nelle naturali se- oggi una diversa interpretazione del- sa del diritto sostanziale, e del diritto trama narrativa...”. Sempre secon- di. Principi, invece, spesso resi vani do la Camera Penale di Milano in le funzioni e dei risultati. La trasfor- positivo, ad una dimensione quasi da un prevalere della vetrina investi- mazione dei processi, o, meglio, il autocratica e non, paradossalmente, questa prospettiva l’Autore avrebbe gativa che rimodula fatti e conside- “…utilizzato verbali di interrogato- trasferimento di indagini e processi autonoma ed indipendente secondo razioni in virtù di “aule” diverse da sul piano mediatico e la ricerca della la legge, di un potere sul potere. La rio cui ha proceduto personalmente quelle preposte, che siano televisive arricchendo il contenuto degli stessi migliore vetrina sono i limiti di un’a- giustizia in Italia, che nel suo non fa- o pagine di libri scritte utilizzando zione che non dovrebbe, perché non re autocritica rischia di non sconfig- con la descrizione di sensazioni e quanto fatto in attività di indagine stati d’animo vissuti in prima perso- consentito dal codice di procedura gere nessuno se non se stessa giorno magari ancora in corso. penale, prefigurarsi fattispecie, tan- per giorno, sembra essersi orientata a na nel compimento di atti propri del- Dividendo così il tema tra riforma e l’esercizio della funzione giurisdi- tomeno risultati, mentre dovrebbe li- percorrere una non felice deriva pre- vetrina diventa quasi fisiologico ri- mitarsi alle verifiche e non lasciarsi conizzata da Sciascia dal momento zionale…”. Ma non solo. Nel libro, spondere alla necessità della prima sempre secondo la Camera Penale di andare a pre-giudizi circa l’ipotesi che implodendo su convincimenti laddove il sistema lascia libertà per configurata o configurabile senza te- così radicati, al punto da non distin- Milano, l’Autore, “…utilizza ampia- la seconda. Un esempio è dato dalla mente atti processuali oggetto del- ner conto di quello che sarà l’esito guere più nulla e nessuno, laddove pubblicazione di un volume edito da processuale. Tutto questo in piena tutto è mafia e nulla è mafia. Per usa- l’esercizio della propria funzione una nota casa editrice e scritto da un giurisdizionale come trama della controtendenza, per non dire contro, re una frase di Sciascia, “[…] a for- magistrato, in servizio, divenuto og- sua ricostruzione spingendosi a trat- i principi di economia processuale a za di andare in profondità, si è getto di una nota resa pubblica da tare vicende processuali ancora pen- cui si ispira il codice di rito e la Co- sprofondati […]”. La giustizia è, e parte della Camera Penale di Milano. denti e ancorché definendole tali, le stituzione e a secoli di conquista di resta in Italia, un caso irrisolto nelle Una quasi recensione formulata su ha fatalmente proposte come verità civiltà giuridica. E, di fronte a questa sue dinamiche e nelle sue modalità temi di principio e molto interessan- ormai acquisite…”. Ciò che emerge, come ad altre interpretazioni perso- di esercizio. Dalla riforma parziale te, quella dell’organo dei penalisti, in un’ottica di garanzia, di deontolo- nali sul come esercitare ruoli e fun- di un codice di rito ad non ben preci- che stigmatizza i limiti etico-deonto- gica espressione delle funzioni e di zioni, nulla può essere valido a giu- so senso di autonomia del potere logici – ma ve ne sarebbero anche di rispetto delle regole, è che “…il giu- stificare un’obbligatorietà dell’eser- giudiziario che si manifesta spesso giuridico/legali - indicando i principi dice finisce per offrire ai lettori il cizio dell’azione penale che a volte è in un’ampia libertà di azione dove si violati e sui quali, una riflessione si proprio convincimento al di là dello un’obbligatorietà limitata a fatti o sovrappongono, con il prevalere del- rende necessaria ed utile per definire stesso esito delle vicende processua- persone piuttosto che ad altri o altre. l’uno piuttosto che dell’altro, istituti con chiarezza il quadro qui descritto. li. Come se la verità si identificasse È vero che di saggi sulla giustizia ne che richiedono approcci e culture In fondo, se non fossero esigenze di con quanto da lui deciso e dimenti- sono stati scritti molti. Da cultori di non giustizialistiche, ma garantisti- vetrina, come dovrebbe considerarsi cando che la sua decisione non è al- ogni tempo di una legalità singolare che e liberali, siano essi a favore del- la descrizione di un’indagine nei tro che una tappa di un percorso giu- che trasformano in verità assolute l’accusa che della difesa. In questo suoi particolari e il porre riflessioni o risdizionale articolato e comples- personalissimi punti di vista, per al- senso, parlare di riforma della giusti- descrivere stati d’animo da parte di so…”. Altrettanto coerentemente cuni, manifestati attraverso l’uso zia dipende sempre di più dalla pre- chi rappresentando un organo di ga- con l’assunto, la Camera Penale di della funzione rivestita. Verità, a senza di idee chiare su ciò che si ranzia sulla condotta delle indagini – Milano non contesta un diritto, evi- volte oggettive se processualmente vuole, sul come lo si vuole ottenere è questa la funzione ad esempio di dente nella sua tutela costituzionale, affermate, ma anche spesso presunte e, soprattutto, su chi deve realizzare un GIP - posto nell’ambito della fase ma i limiti dell’esercizio e la viola- o mal presentate, che richiederebbe- 25 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 (ricercata) e riforma (necessaria) senso del giusto partendo da un libro Giuseppe Romeo

ro maggior cautela se ci si limitasse dare così un significato “statistico” termine e i presupposti sui quali si ad argomenti di fatto piuttosto che all’attività condotta o acquisire ele- fonda il reato associativo italiano definire in sedi extra-giudiziali e menti o informazioni attraverso for- preferendo il termine “groupe crimi- pre-dibattimentali indagini ancora in mule coartive semplificando il lavo- nel organisé”, riconoscendo, così la corso o in via di definizione. È chia- ro degli accertamenti. Un ricorso ne- necessità della funzionalità, ovvero ro, allora, che nell’affrontare un si- cessario, se ricorrono presupposti l’organicità dimostrata con fattispe- mile argomento ci si ritrova spesso ben precisi ed urgenti che non posso- cie personalmente incontrovertibil- ad osservare che esistono interpreta- no, però, essere dilatati o lasciati al- mente attribuibile al singolo, all’in- zioni e ampi spazi di libertà che ma- l’interpretazione del momento allor- terno di un disegno criminale com- le interpretano il senso di autonomia quando il pericolo di fuga o la peri- plessivo. che è garantito alla magistratura. colosità della reiterazione del reato o Anche in questo caso la risposta a Un’autonomia che serve sì a tutelare l’inquinamento delle prove è già tra- ciò è evidente e la si può esemplifi- il cittadino dall’esercizio su di esso scorso e tale misura venga applicata care con un altro caso. In un conve- di funzioni condizionate, ma che non in tempi differiti. In questo senso il gno d’oltralpe una tesi italiana può tollerare che nell’esercizio delle caso dei parlamentari o delle persone espressa da un PM era quella che in attribuzioni si condizioni con giudizi già ristrette sono emblematici. Nel caso di rogatoria internazionale i estemporanei, e non poi surrogati primo caso, ci si chiede quali siano Paesi di diritto comune, ovvero an- dalla definizione delle cause medesi- le esigenze cautelari per un ordine di glosassoni - ma non solo questi - ri- me, l’opinione pubblica dividendola custodia notificato ed eseguibile solo gettavano la richiesta perché, secon- tra innocentisti e colpevolisti, annul- in tempi diversi quando si pronun- do il relatore, in questi Paesi il nostro lando e privando di qualunque signi- cerà sull’accoglimento l’organo po- 416-bis non è capito. ficato il principio costituzionale del- litico preposto. Nel secondo, ancora La verità non è che non è capito, la presunzione di innocenza sosti- più paradossale, la notifica di un bensì vengono richieste precise e tuendolo con quello della presunzio- provvedimento “cautelare” a perso- concrete motivazioni su responsabi- ne di colpevolezza. na già ristretta. Ma non solo. Tra i lità soggettive ed oggettive, su fatti Insomma, tra fatti e libri, che il mo- paradossi ve ne sopravvivono altri. individualmente attribuibili al sog- dello accusatorio italiano soffra di E, tra questi non sfuggono i reati as- getto citato e destinatario della roga- coerenza non è difficile da compren- sociativi laddove la costruzione so- toria. In fondo, per chi ha costruito la derlo e qui la politica, quella di colo- ciologica del 416-bis ha prevalso propria plurisecolare civiltà giuridi- re, non c’entra nulla. La ragione è sulla responsabilità personale allar- ca sul concetto dell’habeas corpus data da una riforma processuale de ad una opportunità politica, bensì gando l’ipotesi associativa al di fuo- non poteva, e non può, che essere co- amorfa, introdotta nel 1989 non per- essa rappresenta una delle tante con- ri del novero della fattispecie ogget- sì. Il contrario sarebbe abdicare a re- ché interessasse il rito accusatorio dizioni tecnico-giuridiche senza le tiva e del contributo personale, og- gole inquisitorie e attribuire al dub- nel suo insieme, ma perché si reputa- quali un rito accusatorio non può gettivo, ovvero materiale, valutando bio, non ragionevole, l’essere princi- va utile per poter introdurre i riti al- funzionare, rischiando di trasformar- aspetti teleologici, se non genetico- pio e argomento sufficiente per inda- ternativi, quelli abbreviati per inten- lo da espressione di rito garantito, generazionali che non sono ricono- gare. Ma come sempre, la verità è derci. Questo, nel convincimento nella difesa della parità delle parti e sciuti in nessun ordinamento di dirit- nella sostanza delle cose. Limiti alle che ciò avrebbe garantito lo sfolti- di terzietà del giudice, nella sede di to comune, facendo sì che il 416-bis riforme, poco spirito di autocritica, mento del carico processuale con non comprensibili aberrazioni dovu- andasse oltre l’essere un reato a for- inamovibilità e radicamento di l’abbattimento dei tempi del giudi- te al sovrapporsi di funzioni giurisdi- ma libera e affermando la possibilità espressioni di potere, non sono sem- zio. Ma con un errore di fondo: l’a- zionali. che possano esistere fattispecie per- pre garanzia di obiettività e non pos- ver voluto evitare, però, di mettere in Ma non solo questo. Un’altra criti- seguibili a difesa preventiva. sono giustificare autonomie di eser- discussione ciò che andava fatto per cità del modello è rappresentata dal Aspetti non trascurabili e che dise- cizio di funzioni e garantire inamo- coerenza di rito: cioè il preesistente, ricorso alla carcerazione preventiva gnano un sistema critico se si pensa, vibilità sine die soprattutto guardan- ed attuale, ordinamento giudiziario. che è diventata sempre di più, nel ad esempio che la stessa Convenzio- do ai risultati processuali ottenuti. La cosiddetta separazione delle car- tempo, l’unico strumento per poter ne delle Nazioni Unite di Palermo Tantomeno se l’esercizio delle fun- riere, giusto per utilizzare un argo- dare corso a provvedimenti restrittivi del 2000 sulla criminalità organizza- zioni risponde, poi, più ad esigenze mento tra i più dibattuti, non rispon- al di fuori della flagranza di reato e ta transnazionale, non ha utilizzato il di vetrina che di diritto.

Un raccontino sulla legalità Ulderico Nisticò edicato ai lettori intelligenti, che certo sono delle quali fanno uso alterno e a convenienza ma D molti. Nel De civitate Dei, IV, 4, sant’Ago- le hanno, tuttavia non hanno la giustizia. Non so stino così narra: Alessandro Magno, mentre con- se mi sono spiegato! quista l’Asia, cattura e condanna a morte un pre- I cittadini passabilmente onesti che vivono, per done; questi, prima di morire, gli dice così: “Che forza, in uno Stato disonesto possono scegliere differenza c’è tra te e me? Che io rubo poco e mi se ribellarsi o subire, ma certo non possono es- chiamano ladro; tu stai rubando il mondo, e ti sere convinti che obbedire alle leggi di uno Sta- chiamano imperatore”. E così concluse il santo e to ingiusto sia un dovere morale kantiano; al acuto Agostino: “Remota itaque iustitia quid massimo, sarà una necessità o una furbata. sunt regna nisi magna latrocinia? quia et latroci- Ecco perché io mi tengo lontano un milione di nia quid sunt nisi parva regna?” miglia dai convegni sulla legalità. Oltre tutto, Traduzione letterale: se togli la giustizia (se non sono a dieta. praticano la giustizia) che sono i regni se non Prevengo obiezioni dai pochi lettori stupidi: io bande di ladri di grandi dimensioni? E le mi ribello, però quasi da solo, e il potere contro bande di ladri, cosa se non piccoli regni? Atten- cui combatto mi sorride: una raffinata forma di zione, Agostino dice “iustitia”, cioè giustizia chiare e severe e senz’appello; perciò, diremmo repressione gentile. morale e politica, non “ius”, cioè legge. Sa bene oggi, le bande di ladri praticano la legalità inter- Oh, se tornassimo a leggere sant’Agostino! Non che alle bande di ladri manca la giustizia, ma na, eccome: ma la praticano al fine dell’ingiusti- siamo forse in una terra che fu degli Agostiniani non mancano certo le leggi, anzi ne hanno di zia! Gli Stati sbagliati, iniqui, hanno le leggi, dello Zumpano per secoli? 26 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane Il Premio Alta Nobiltà Umanitaria 2012 a “Sos Yugoslavia - Sos Kosovo Metohija” L’importante riconoscimento di Novosti Serbia all’impegno concreto dell’Associazione

ni di esistenza dell’Associazione in chiarato nelle motivazioni della svariati modi e forme, e si tratta Giuria del premio, va all’alto valo- delle migliaia e migliaia di persone re morale delle attività, messe in di buona volontà che hanno attra- campo dall’Associazione, a quello versato il sentiero di Sos Yu, hanno informativo circa la situazione del condiviso le idee, i punti di vista, le Kosovo, ma anche all’alto valore scelte fatte. della Solidarietà, una solidarietà Questo riconoscimento, come di- concreta.

Italia, 18 dicembre 2012. Il Direttivo di SOS Yugoslavia. SOS Kosovo Metohija

Associazione di Solida- Questo premio, arrivato al suo 50° rietà Onlus “Sos Yugo- anniversario, è considerato nella L’ slavia - Sos Kosovo Me- Repubblica di Serbia, il più alto e tohija”, tramite il presidente Enri- onorevole riconoscimento del po- co Vigna, ha ricevuto il Premio- polo serbo; il giornale Novosti (e la Riconoscimento “Alta Nobiltà loro Televisione) è considerato da Mezzo secolo del Premio-Riconoscimento “Alta Nobiltà Umanitaria” Umanitaria” 2012, per l’alto valo- ogni parte politica e sociale, un au- per chi con le sue azioni ha toccato “il raggiungimento più nobile”; per re morale e materiale della Solida- torevole e dignitoso organo di celebrare i più alti valori umani, ed il coraggio di quelle persone che non rietà verso le popolazioni serbo informazione indipendente. hanno paura per la loro vita, se si tratta di aiutare qualcun altro. kosovare sofferenti del Kosovo Un riconoscimento all’impegno so- “Il nostro successo più nobile e più solenne è premiare l’azione più du- Metohija, nell’arco degli ultimi lidale, informativo e concreto di ratura, più bella, più coinvolgente e le più onorate gesta”, ha detto il di- dieci anni. tutti coloro che in questi tredici an- rettore ed editore di “Vecernje Novosti”, nell’assegnare i premi. Il saluto di Enrico Vigna alla Cerimonia del Premio ggi io sono qui, non è perché nazionali del Sindacato Samostalni telli e sorelle che non posso citarli mento io sono con il mio cuore, la Enrico Vigna è un grande della Zastava di KG; Milko Maksic tutti, ma spero mi perdonino di non mia mente, la mia anima… anche in O uomo, ma perché, in questi nostro referente per i Progetti nel- averli nominati, ma noi li abbiamo ogni angolo di Kosmet da me visto e tredici anni e mezzo, migliaia di ita- l’enclave di Gorazdevac; Padre Teo- tutti nel cuore. conosciuto, e dove oggi ho la fortuna liani perbene (una piccola parte di dosio e Padre Andrej del Monastero Donne e uomini onesti, leali, sempli- di avere come amici, come fratelli e italiani, quella parte che non voleva di Decani; Jasmina Brajkovic Presi- ci ma preziosi come e più dell’oro; sorelle, tanti che mi onorano del loro la guerra contro la Repubblica Jugo- dente dell’Associazione Sklerosi sinceramente patrioti del proprio po- affetto, che mi hanno concesso la slava ed il vostro popolo e si schierò Multipla della Sumadja; Gordana Ri- polo, e moralmente integri e dignito- possibilità di sentirmi uno di loro, in- per la pace…), hanno aiutato, soste- stic responsabile dell’Associazione si. Sono loro che ci hanno dato la sieme forti e dignitosi nella resisten- nuto, appoggiato la nostra Associa- famiglie Rapiti nel Kosovo di Nis; e possibilità di fare solidarietà alle vo- za contro ingiustizie e menzogne da zione Sos Yugoslavia-Sos Kosovo Radmila Vulicevic (Presidente di stre genti: senza di essi, non credo cui sono calpestati. Io porto essi con Metohija e ci hanno permesso di po- Srecna Porodica, Associazione di che avremmo potuto fare quello che me ogni giorno della mia vita, e sono ter fare in termini di Solidarietà con- donne vedove di guerra e profughe abbiamo fatto. essi che mi danno il calore che riscal- creta ciò che abbiamo fatto… Enrico del Kosovo Metohija) e tanti altri fra- Io sono qui oggi, ma in questo mo- da il mio cuore e la mia anima. Sono Vigna, pur con tutta la buona volontà loro che danno a me e a tutti noi del- possibile, avrebbe potuto portare la nostra Associazione la forza per qualche pacco di sigarette e di cara- continuare il nostro impegno di soli- melle e poco altro… perché io sono darietà e di lotta contro le falsità per semplicemente uno degli associati di la verità, contro le ingiustizie per la SOS, in second’ordine il suo Presi- giustizia, contro la guerra per la pace dente. ed il progresso per ogni popolo. Io sono qui oggi, perché ho avuto la Fino a che i nostri fratelli e sorelle fortuna e l’onore di incontrare e co- del Kosovo Methoija resisteranno, noscere tredici anni fa e così via nel noi come Associazione Sos Yu-Ko- tempo, persone come: Gordana Pav- sovo Metohija, come semplici uomi- lovic di Decia Istina (Ass. Vedove di ni e donne che credono nei valori guerra di BG); Rajka Veljovic (re- dell’Amicizia e della Solidarietà tra i sponsabile dell’Ufficio Adozioni In- popoli, cercheremo di fare la nostra ternazionali del Sindacato Samostal- modesta parte al loro fianco, come ni della Zastava di KG); Ruzica Mi- l’abbiamo dignitosamente e concre- losavljevic allora Segretaria del Sin- tamente fatta in questi tredici anni e dacato Samostalni della Zastava di mezzo… perché la ragione, la giusti- KG; Blaze Radic maestro nell’encla- zia, la verità sono dalla loro parte. ve di Orahovac; Ilja Spiric Presiden- te dell’Associazione Sklerosi Multi- Enrico Vigna pla del Kosovo Metohija; Miljanka Presidente di SOS Yugoslavia Sakovic dell’Ufficio Adozioni Inter- SOS Kosovo Metohija 27 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 Un progetto di Solidarietà nella Siria martoriata Un libro che documenta la pace i cui ricavati saranno devoluti a sostegno dei bambini siriani vittime della violenza Enrico Vigna*

e Nazioni Unite lanciano l’al- sistiti bimbi di qualsiasi provenienza; larme: in Siria sono oltre 3 mi- nell’obiettivo del perseguimento tena- L lioni i bambini colpiti dalle con- ce della difesa della convivenza etnica seguenze devastanti della crisi che atta- e religiosa, da sempre esistente in Si- naglia il paese da oltre due anni. ria e di un processo di pacificazione “La crisi vissuta dai più piccoli è l’e- all’interno del popolo siriano. mergenza”, ha dichiarato Leila Zerrou- Garanti e fiduciari del Progetto e dei gui, Rappresentante speciale del Segre- contributi che saranno devoluti, sarà tario generale per i minori e i conflitti Padre Mtanios a Roma ed il Patriarca- armati dell’ONU, di fronte al Consiglio to Greco Melchita di Siria. di sicurezza delle Nazioni Unite. Un forte invito a singoli, associazioni, Zerrougui ha poi aggiunto che gli at- realtà che hanno a cuore la pace e la tacchi contro gli ospedali e le scuole giustizia, e ritengono che in ogni an- mettono a repentaglio la vita dei bam- golo della Terra i bambini sono sem- bini e impediscono loro di accedere al- pre e comunque il futuro dell’umanità, le cure mediche e all’istruzione. Stando alle dichiarazioni della funzio- naria Onu, i bambini vengono recluta- ti e impiegati per attività militari dai gruppi armati stranieri. Zerrougui ha invitato con forza le Na- zioni Unite all’elaborazione di una so- luzione effettiva che ponga fine al- l’impunità delle continue “gravi vio- lenze” in atto contro i bambini in Siria. Il 9 aprile, anche l’organizzazione in- ternazionale Save the Children ha de- nunciato che i bambini siriani sono esposti a un pericolo diretto, arruolati dai gruppi di militanti stranieri presen- ti nel paese. (da Infopal Press TV - 22/4/2013). Questo libro nasce con due modesti obiettivi: Uno come lavoro di docu- mentazione/informazione per la Pace, la Verità e la Giustizia, dalla parte dei popoli contro falsità e menzogne dei riana, aggredita e violentata da interessi sicurezza sono stati evacuati e trasferi- a prendere contatto e contribuire con potenti. L’altro come impegno concreto e mire ad essa estranee ed esterne. ti in aree più sicure. presentazioni, eventi, serate, idee e at- di solidarietà verso chi le guerre, le vio- In un primo tempo pensavo di contri- Data la situazione, con il suggerimen- ti concreti. lenze, le sopraffazioni le subiscono e ne buire al sostegno dei 25 bambini (cri- to di Padre Mtanios, abbiamo deciso Fermare la guerra e le violenze non sono vittime, spesso per disegni e obiet- stiani, musulmani, curdi…) rapiti da di contribuire al Progetto sostenuto e siamo in grado di farlo. Solidarizzare tivi lontani ed oscuri ad essi. bande terroriste e fondamentaliste, ri- voluto dal Patriarca Gregorio III di concretamente dipende, invece, solo Tutti i ricavi dalla vendita di questo li- masti orfani e poi liberati dall’Eserci- Laham e del Patriarcato Greco Mel- da ciascuno e dalla sua coscienza. bro saranno interamente devoluti al so- to Siriano, che erano ospitati e accudi- chita siriano, per la costruzione di un [email protected] stegno di un Progetto per i bambini si- ti nel Monastero di Qara, che però vi- reparto pediatrico dell’ospedale Saher, riani vittime della violenza che sta in- sti ripetuti attacchi e minacce al Mo- nella cittadina di Khabab nella regione *Presidente di SOS Yugoslavia sanguinando e opprimendo la società si- nastero di bande criminali, per la loro di Dar’à, in cui verranno curati ed as- SOS Kosovo Metohija Il dialogo tra Oriente ed Occidente per un mondo più equilibrato… anto si è parlato di Siria, in i cittadini ne hanno consapevolezza. famando il popolo e lasciando negli tutti i modi e secondo diversi Anche i visitatori ne traggono la me- agi la classe reggente. In questo modo T punti di vista, ma mi domando desima impressione. Perché si tratta si favorisce il rafforzamento dell’op- quante volte si è ascoltata la voce del di un popolo colto e pacifico che ha posizione che pagando può comprare Paese in sé. Con ciò non voglio farmi sulle spalle una esperienza quasi mil- il popolo che in qualche modo deve portavoce del mio Paese, solo aggiun- lenaria di vita. pur mangiare. gere in questo fiume di parole, sensate (…) I fermenti di guerra e di cosid- (…) Il mio auspicio è che l’Occidente o meno, anche la mia. Il mio essere si- detta rivoluzione giunti in Siria non sappia far discernimento tra le verità e riano, la mia storia siriana, il mio vis- sono germinati tra i siriani, si tratta di le falsità legate alla questione siriana, suto siriano dicono che la Siria non è interventi esterni. Certo, il Paese non e magari riesca ad essere fedele a un progetto di pace e di democrazia per è il migliore dei mondi possibili, ne- quanto detto e richiesto da Kofi An- tutto il Medio Oriente, semmai è già e cessita come tutti di continui cambia- nan, senza dover mettere la questione da tempo modello di tutto ciò! (…). menti, migliorie, ulteriori sviluppi, siriana sotto il regime del Capitolo Il modello siriano da sempre garanti- diversi restauri, ma tutto ciò non è VII1 dello Statuto dell’ONU. In se- sce la possibilità di una società armo- causa e madre di tale malcontento. A condo luogo, poi, l’Occidente deve nicamente bilanciata tra culture, reli- mio avviso non si deve parlare più di iniziare a concentrarsi maggiormente gioni ed etnie, in ogni campo, dalla ‘Primavera araba’, ma iniziare a par- su se stesso, risolvendo i problemi ad politica alle arti più semplici. In tutto lare di ‘Primavera europea’, il mondo esso interni e lasciando che queste ci- il mio vissuto non ricordo di alcuna Occidentale, prima di operare un viltà si autodeterminino e solo così, discriminazione (…). qualsiasi intervento, che sia a livello Oriente e Occidente potranno formare Tutto ciò non dice che la Siria sia un internazionale imponendo sanzioni o un mondo più equilibrato. Soprattutto Paese perfetto, sono ben consapevole di invio di armi o soldi per le diverse deve comprendere che non può impor- che la perfezione non appartiene a fazioni, dovrebbe preoccuparsi di ca- re un modus vivendi che non ci è con- questo mondo, posso però affermare pire bene i problemi che intende risol- sono e il più delle volte il suo inter- che la società siriana, tra tutte quelle vere a priori. E in merito alle sanzio- vento genera solo morte e distruzione. della regione circostante è quella in ni, dovrebbe avere ben chiaro che non cui si vive meglio tale integrazione, e si rovescia una compagine politica af- dalla Prefazione di Padre Haddad 28 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane 29 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 de “LAB Iulm” 30 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane Lo sguardo alemanno e quel che ne resta Il saggio di Mario Bolognari a Casa Cuseni, Taormina Vanni Ronsisvalle

rano i primi di maggio di que- Pensate ai templi dell’antichità classica uso della civiltà occidentale. Forse un st’anno e a Berlino si visitava del paesaggio siciliano e alle cupole gon- ragazzo finto selvaggio passa tuttora E una mostra con un titolo ambi- fie della controriforma barocca che sotto le finestre di Bolognari in attesa di zioso ed infedele Storia del nudo in foto- Goethe si rifiutò di vedere… Non vi è diventare uno di quei camerieri, di quei grafia. Intanto mancava il nostro von nulla di rovine e nulla di cupole in von liftie di grandi alberghi in attesa di di- Gloeden universalmente riconosciuto Gloeden. Il paesaggio semmai è circo- ventare ricchi per i lasciti di riconoscen- come il Padre Nobile del genere. Vi era- scritto agli attori. I ragazzi sbocciano tra ti apprezzatori. Ciò che un anno dopo no signore e signori variamente ritratti le pietre come gli ulivi saraceni. Quello di l’altro (con effetto proporzionale perfet- separatamente o tristemente ammuc- Taormina è un poco tra virgolette, quello to) ha mutato le prospettive di vita dei chiati. Di interessanti invece i visitatori. che le spetta per antichissime patenti pro- ragazzi di von Gloeden, dei loro proge- Berlinesi di mezza età o anziani, il loro prio nei suoi monumenti. Il resto passa, nitori, genitori, figli, nipoti oggi debor- modo di aggirarsi ingenerava veramente epoche storiche dipinte, raccontate, foto- da nel sociale, nell’economico. Mentre un interesse antropologico; finta disin- grafate, filmate, passano tutte ma Taormi- Bolognari smonta la cartolina illustrata voltura, sguardi distaccati che andavano na sarà sempre qua per la nostra soddisfa- finto anglo-tedesca la Taormina di un dall’uno all’altro soggetto; poi ritorno zione che non è soltanto paesaggistica. cartaceo di scarsa qualità… furtivo per osservare da vicino, diciamo Sopra il cielo, sotto il cielo… E, imman- Bolognari mi cita a pagina 42. Mi inte- i dettagli. Qualcuno li ha fotografati e cabile di nuovo, il genius loci. ressavo ad un Andrè Gide che arriva a sono loro un bel documento antropolo- Il genius loci non fotografato (in quanto Taormina nel 1900, fuori dalla stazione gico, come non fossero passati anni ed forse impossibile) ma dipinto sì, lo sco- affitta una carrozza, allontana la moglie anni dalla Berlino degli Anni Venti, prii all’Hoffburg Theater a Vienna, Madeleine e bacia il giovane cocchiere quella di Christofer Isherwood, di ‘Ad- quando giravo il film tv sull’ultima im- che lo aspetta a cassetta… Racconta tut- dio a Berlino’, dei Cabaret en Travesti, peratrice absburgica, Zita. La Taormina to in quel libro L’immoralista dove di- come mi raccontava mio padre che per- Una visione marxiana circola giudizio- dell’affresco di Klimt che partendo da chiara la sua omosessualità di cui si era fezionava la sua specializzazione in gi- samente direi, come lascito culturale, una fotografia (non di von Gloeden) ti andato via via convincendo dopo il ma- necologia in quella Università, altre pro- nel mettere a fronte cultura e società o pone davanti alla visione di un teatro an- trimonio che un medico cretino gli ave- fessionali nudità da consultare. Era il almeno come suggeriva Lukács per ogni tico abbagliante nella perfezione incor- va suggerito come rimedio alle sue vere 1924. Sottotitolo della mostra, ora che ci opera letteraria che si deve confrontare rotta delle sue architetture tutte in piedi e tendenze. Perché tutto questo a Taormi- penso: Karrousel Schwein, come dire con la storia reale. Per meritare attenzio- dove circolano, o diventano fantastiche na? Qui la storia fa ancora un salto in una Kammerspieel porcellona. ne. E questa c’è tutta. presenze carnali, donne appunto klimtia- avanti di cinquanta anni, quando Gide Lo studio di Mario Bolognari raccolto in Accostiamo la fotografia alla letteratura, ne tra ori e tutte le tonalità del blu, del vi ritorna mettendosi nei pasticci con al- questo libro è così esteso, così composto la letteratura in quanto forma d’arte, è verde, il fuoco delle terrecotte, l’etereo tri personaggi non trascurabili come tra scienza ed informazione, così ricco mistificazione. Quanto di sublime la mi- degli alabastri e il marmo rosso di Taor- Cocteau, Truman Capote. Io ne ho fatto di spunti e tentazioni da obbligarmi ad stificazione estrae dalla letteratura ap- mina, prima che venisse saccheggiata un romanzo e mio figlio Diego un film una scelta per toccarne tutte le corde partiene alla qualità della letteratura nelle sue cave per farne busti di impera- Un amore di Gide, con lo stesso titolo. senza dilagare oltre una stesura tollera- stessa, conseguita attenendosi ai canoni tori romani e poi nelle sue chiese. Se aprite internet e cercate quel titolo lo bile. Così metto insieme i miei appunti più onesti e spregiudicati della mistifica- Intanto mi chiedo se questo luogo, questa vedrete consegnato ad un sito: Lettera- di prima lettura. zione. Le foto di von Gloeden sono una terrazza* sia stata scelta per fare da sfon- tura gay, certo in buona compagnia se i mistificazione di tipo fatalmente lettera- do a ciò che viene detto, oppure è una di testi suggeriti spaziano dall’Oscar Wilde I RAGAZZI DI VON GLOEDEN (Mario Bo- rio, recitano secondo copione. Questo si quelle fortunate coincidenze che sponta- del Ritratto di Dorian Gray all’Orlando lognari - pp. 400 - Euro 20,00, Città del So- evince da ciò che ti sussurra senza pare- neamente si offrono per creare una sug- della Woolf… Mentre io l’avevo conce- le edizioni) re Bolognari. Infatti, una peculiarità del- gestione, favorire uno scenario che di per pito come un triller politico dove ri- Al di là delle valenze scientifiche, que- la letteratura rispetto alle altre categorie sé viene ad illustrare tangibilmente il te- schiavo la reazione della battagliera fi- sto libro è attraversato da una corrente della creatività umana, è la capacità di sto. La relazione è più complessa. Mi glia di Gide allora vivente. Storie. Al di sotterranea, ciò che in teatro si dice un a fabbricare il non luogo, ossia tramutare soccorrono i dialoghi che ebbi con Daph- là di esse, quante derivazioni basso com- parte costante proprio per questa realtà l’inesistente nel reale con pochissimi ne Phelbs la nipote del pittore Kitson fre- merciali di nobili revenant - di un pas- da laboratorio che passava, passa tutto- mezzi ossia con la parola, possibilmente quentatore, come ricorda Bolognari del sato inesistente - zombi dell’isola che ra sotto casa dell’autore. scritta, con la fotografia benfatta, quella protagonista del suo libro e dei suoi mo- non c’è, un errore un calcolo compiaciu- A prima vista si potrebbe ritenere che che trasmette emozioni, stimola attrazio- delli. A me fa venire in mente lo storico to in cui sono caduti in tanti. Come il cu- Bolognari esamini una comunità, pove- ni. Parrebbe l’opposto di ciò che fa l’an- rapporto tra pittura e fotografia. Prima di gino di von Gloeden. Si chiamava Wil- ra all’origine in qualche modo violenta- tropologia, ma non è così. von Gloeden il mezzo tecnico serviva co- lhelm von Pluskow, e cercò di imitarlo ta da bizzarrie estetizzanti (ragazzini in- me appunto, promemoria per i pittori che ma senza il suo talento artistico e con dotti a rappresentare teatralmente una IL MITO poi ne trasferivano il soggetto sulla tela. scopi appunto commerciali. Agiva a Na- realtà inesistente) - senza accorgersi que- Quando non vi è altro da dire si tira in Accadde agli impressionisti, Degas so- poli e a Roma, fu arrestato e cacciato gli esteti della goffaggine del travesti- ballo lui. O il genius loci. Altra rispetta- prattutto con le sue ballerine. Poi avven- dall’Italia di allora per sfruttamento del- mento non soltanto di coroncine, di veli e bile categoria antropologica contempla- ne il rovesciamento, dal dipinto alla foto. la prostituzione, prossenetismo. di tulle svolazzanti ma anche psichico - ta pure dall’architettura, persino nel di- E von Gloeden ne è uno dei casi più sin- Ecco, il libro di Mario Bolognari oltre al- da un tedesco sensibilizzato da circostan- segnare una panchina. E l’architettura ha tomatico. Il suo nudo più celebre tra quel- la piacevolezza della scrittura dal registro ze particolari come forse la tubercolosi a che fare con la letteratura, i monumen- ben controllato senza svilire la scientifi- li ritratti a Taormina, intitolato Caino, del cità dell’analisi, corretta e letterariamente prima della omosessualità e facile da rea- ti si leggono. Tanto per dire: ecco l’amo- 1902, chissà perché è tolto si potrebbe lizzare. I motivi sono appunto il contesto re per il pregevole e lo storicamente im- godibilissima smonta, sbriciola tutto que- dire proprio di peso, dal modesto nudo sto e lo ripropone in una luce altra. Una che scorre sotto la superficie del testo che portante del vero passato di Taormina; il Assiso sul bordo del mare del modestis- diventa così quasi un paratesto… Taormi- sinopsi del libro che illumini il propenso libro di Bolognari non è soltanto von simo a mio avviso pittore Flumdrie. E lettore sollecitandolo ad andare avanti a na come oggetto di studio. Calarsi nella Gloeden con le sue vicende giudiziarie, quanto Mariano Fortuny vi è negli ag- genesi di una invenzione per andare a tro- bordo dei capitoli così inanellati e conse- traviamenti ed estetismi. Vi è - non tanto ghindati efebi di von Gloeden come ne- guenti, la risolverebbe così: prendete pa- varne il non vero discutibile… di sfuggita - ciò che dallo sfondo emerge gli stupendi abiti femminili per i tableau E in questo senso consiste il trapelare del- gina 380, l’ultima del testo, scrive con- qua e là in primo piano. Ad esempio la vivant en travestì improvvisati da Kitson cludendo Bolognari… Si tratta di una lo sguardo politico. Mi sono chiesto quan- presenza a Taormina, mentre Gloeden si che sono raccolti in questa casa museo. to di Marc Augè, citato in quarta di coper- forma di disincanto che si impossessa di aggira con il suo treppiedi e le sue mac- Il raffinato von Gloeden di buona fami- coloro che vedono passare il mondo sot- tina di un altro importante libro di Mario chine per fotografare (ma generalmente glia, inventando il primitivo e l’esotico, Appuntamento a Samarcanda - sotto tito- to casa propria e finiscono per assuefar- lavora nel chiuso dello studio) la presen- truccando pastorelli e pescatorelli da si alla diversità, alla novità. lo Taccuini e saggi di ricerca antropolo- za di miss Hill, fondatrice della scuola gica - a Bolognari sia rimasto tra le righe efebi testimonial del mito dionisiaco E più avanti… per ricamatrici che chiama i Salesiani a mediterraneo non sapeva di anticipare Taormina città turistica ci sarà fino a di un testo stilisticamente perfetto, che av- Taormina per una cortina sanitaria che vince come lo scoprire un giacimento di quei tipi e tipe che si sporgono dai tele- quando sopravviverà un cameriere o un protegga i giovani da traviamenti e tila schermi per promuovere un detersivo, bambino di albergo. Il furore degli uo- notizie sconosciute intrecciate al tema (equivalente siculo della daisycrown, co- conduttore, intarsiate nella scrittura dove un anticoncezionale, una crema contro mini che si proclamano normali non scivolano dentro piacevolmente. roncina di margherite, con cui gli anglo- le rughe e promettendo l’eterna giovi- avrà distrutto il suo ambiente; il mito Ecco la citazione da Augè: sassoni inspiegabilmente designavano le nezza delle epidermidi. Il suo senso del- sarà nella testa di ciascuno ma nella I nostri studi devono interessarsi all’i- occasioni di incontri tra omosessuali) e l’esotico e la promozione turistica. In- realtà di nessuno. dentità, ma sono parziali o errati se non del futuro santo Annibale Maria di Fran- fatti l’idea per esempio di Margareth si occupano con eguale impegno di tutti cia con le sue suore rogazioniste che si Mead che andava a spiare sul campo i *Casa Cuseni, la residenza taorminese i riti dell’alterità. Un’antropologia che impongono da sole. Ma tutto ciò non è comportamenti sessuali degli indigeni di del pittore Robert Kitson amico di von guardi solo all’identità manca alla sua casuale e gratuito poiché sono siparietti Samoa alcuni la trovavano semplicemen- Gloeden dove il libro di Bolognari è sta- funzione. funzionali a comprendere il resto. te allettante. Le giovinezze primitive ad to presentato il 18 giugno 2013. 31 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013

Loto trae suo sostentar da sporco fango!” A lucertuledda Cadiu a cruci “Mira e riconosci il suo zelo Leggenda vuol che in magico reame, nell’esser piccolin, privo di stelo, Prescialora nchjana, Da ‘Lati nchjanai, in notte di tempesta burrascosa, eppure sotto questo esterior velo nasciu ora da so tana. l’occhi jazzai. atta a rinfrancar paggi e dame desideroso di salir al cielo”». I scaluni saddarija, Ristai, la fiamma nel caminardèa focosa. a so raggiuni pi cumpagnia. a cruci non truvai. Quand’ecco savio uom, mastro in toto, Pensa parole che or vi tramando metter senza freno lingua in moto: guerrier giacente tra spighe di grano, Fermiti, aundi vai?, Cadìu a cruci, «Vi narrerò la fin di guerrier Loto, in crudele mondo che sta lasciando; a guardia grida assai. nti stu paisi cucicuci. pria che l’abbracciasse eterno vuoto. levando al ciel, aperta, la mano Comu aundi vaju! Nuddu a dduci, andand’a cingere dorata sfera. Cercu giustizia, su sensa saju. sensa scrusciu sta nuci. L’unico suo vanto è discendenza Dell’al di là ospite entro sera, d’armigera famiglia di bottega. prossimo varcator di sua frontiera, A turri, ora è muzza, non chiese salvazion, né fe’ preghiera. Ora pur’a lucertula! Niun v’è che vada in guerra, senza Vidi aundi pirdist’a bertula. nuddu si mbuzza. lo metallo ch’al suo voler si piega. A turri pi pocu teni, Parlò a lei, ch’avea al fin persa, Subbitu vatindi, Quando primo forte fu abbattuto i scali scindatindi. a nuddu ndi sovveni. ecco favellar un bardo astuto: urlando con voce di voce priva: “Fate ciò che chiede real tributo: «“Non ho rimpianti per sorte avversa, A turri, ancora si fida, t’amo, ché rendesti mia vita viva”. O chiam’o carbineri, all’armi contro male sconosciuto!” e ti passinu tutt’i pinsèri. cu senti a so grida? Infin prode, nero in armatura, A nostra storia, privo d’alcuno tipo di premura D’Appellu è a corti, Nel tempo in cui tuon sovvien a lampo cca si ndrizzin’i cosi storti. resta sensa mimoria. ciascun in caserma avèa recarsi. pria che Loto poss’aver paura lo falcia, qual fattor in mietitura». Alle volte non v’è scelta o scampo, E to cosi tornatindi, Cadìu a cruci, la vita non permette di ritrarsi. «Tal’è l’epilogo? Lei cosa fece?» a giustizia sperdatindi. debbuli a me vuci. Colei il cui cor d’amar l’impone «Si sposò e figli ne ebbe tanti». E novi precisi, Virgogna mutuperia, prega in religiosa locazione, «Sporca sgualdrina dal cuore di pece!» i giudici su assisi. dici a me palora feria. sì ch’ella, stando a udir sermone, «Che altro far? La vita va avanti. non lo vide partir per la tenzone». Pianse sotto il chiaror d’ogni Luna, Pronti l’abbucati, Nterra ntorcinijata, un dì fronteggiò avversa fortuna: sbolazzanti e scialati. a cruci rruggiata. Cadran al suolo lacrime amare, viviam una vita, oppure nessuna, I lucertuleddi sciancati, Si lattarija u rianàci, buia tristezza gonfierà il petto altra certezza non ve n’è alcuna». spettinu sbarruati. cadìu a cruci, signu i paci. di chi vorrà lo orecchio prestare a ciò che ancor non è stato detto. «E perché più l’amor, che la vita, preme?» A bilanza è a livellu, O cimiteru i mari morti, Son io semplice, povero attore «Dolce dama, questo è ciò c’accade chi vo diri: è nu burdellu. nu lamentu pi sti torti. narrante storia di crudo dolore quando due cuori battono insieme, Tu, ora a giustizia ffendi, Fora i machini su tanti, dello guerriero col nome di fiore quando due vite incrocian le strade». i to palori su vilipendi. nuddu vidi a turri vacanti. e del suo ultimo gesto d’amore: Angelo Bellocco - Cinquefrondi Nti sta ntica turri, «Il general a suoi, prodi e forti: D’Appellu è a Corti, p’i Saracini si curri. “Siate prudenti, non foglie al vento! riparu pi tutt’i torti. O trentacincu sta cruci, Se in guerra v’è gloria lo san i morti! Fra penali e civili, i don Arcudi è sign’i luci. Trascorro il tempo u tempu non è vili. Dalla vita non s’ha risarcimento!” in una città che dorme. Possente braccio giavellotto scaglia, A volte mi illudo di essere al centro del U Cumuni oji e ajeri, difende lo suo petto ferrea maglia, A lucertula cercava riparu, a tutti nui ndi meri. mondo, ma nti stu locu è assai caru. rotea lo spadon ch’infilza e taglia poi mi sveglio e mi accorgo Nti stu mbernu, ed entra fin al cor della battaglia. U tempu assai longu, i me palòri su a ndernu. di non esistere a quandu tengu t’u tongu. e affido al vento quelle quattro lettere Orchisimia “O dei, il comandante ha ragione! strappate alla canicola. Si ndi torna a so ajola, Tutti a brandir guerreschi attrezzi! Giuseppe Gangemi Facciam dei nemici un sol boccone! armenu sensa facc’i sola. Insieme dobbiam ridurli in pezzi!” Na serpi nira a spetta, Arbiri Ma può accader ch’alcuno rifletta: a so sintenza nci detta. qualor una cosa sia fatta in fretta Orchisimia A campagna sulagna, può non finir come ci si aspetta, A Cappelli pi capud’annu i mbernu si sparagna. infatti sconfitta mai fu più netta». Dormi u lintiscu, Nchjanu pi Piriolu, i stati u so friscu. Qual bilancia Mondo è assemblato: sensa cchiù violu. Sira sensa suli un sol corpo e due diversi piatti, Casi casalini, A ginnaru si para, ma tutto su essa va soppesato i maru Llarà e Marini. Sensa suli scura, hjuruta mmendulara. pria di passar da parole a fatti. na luci calatura, Janca e rosa i so vesti, Guerra, madre di misteri contorti, Sciaventrati armaceri, mi mpastura. i mbernu i so festi. perché lo eroe seminante morti strambaru e sinteri. L’unda na scialatura. vien elevato a forte tra forti Sta campìa fu rricca, Tutta ntorcinijata, e par che d’altri a niuno importi? ora sulagna e sicca. a ficara spogghjata. Mungibeddu sensa formi, A livara argentata, Tutt’oggi accade, più non mi freno, Sulu ma sentu vuci, mmucciatu non dormi. duna livi a macinata. ch’al truce culminar dello conflitto u ventu mi parra duci. Si ntorcinija, sempre di morti zuppo è’l terreno, Virdi ddi chjani, e nuvulati passija. A viti, sensa fogghji, senza ch’alcuno vi tragga profitto. i l’Arbani. i duna pi scarfogghji. Or basta, col mio pubblico mi scuso U me mari, A susinara bruna, Per questo vago disquisir confuso Santu Larenzu ntica, sentu sonari. i nenti si dduna. Ch’al nostro raccontare fa d’intruso; pari chi spica. L’unda u so cantari, del verbo tornerò a far buon uso: Sulagn’a so genìa, a so schiuma ballari. A nespulara a rappiceddi, suspira e pinija. i so sapuriti frutticeddi. «Nuvole ch’arricchiscono l’azzurro, A petra i Motta, A robbinia nuda, fiori coloranti un verde mare, Cu suli frisculija, ten’a so lotta. i friddu non suda. vento che pian soffia, qual sussurro, na murra si currija. Milli lumeri, levante un odor particolare. U figghju i maru Ndrìa, na navi sensa pinseri. U liandru ntroffatu, Certo, qualcosa avrà ricordato, e so pecuri mbija. si ripara ntrizzatu. come sogno quasi dimenticato, U cezzu rrussicatu, O Checcu, stu mari, spetta mbisiccatu. perché s’è all’istante ridestato I dda banda hjumara, sentu sonari, un uomo quasi morto in quel prato. Prunedda si ripara. l’unda cantari, U carrubbu ndurutu, U suli a so hjara, a schiuma ballari. Sotto lo sguardo di fulgido Sole fanatica si para. è sempri vistutu. gli parve di scorger gentil fanciulla Ora, i mbernu disìu, Na luci stasira, cu sapi chi viu. proferir poche semplici parole E mari camucissi, sensa suli rispira. ed il dolore scomparve nel nulla: nenti nci dissi. “Osserva laggiù, nel fango distante, I vardai, Tornu nt’a strata, Surdu stu rugulu, quel fiore di loto, sì affascinante, mancu nci parrai. Melitu è sbandata. spetta com’a nu mulu. sparger nell’aria aroma fragrante impreziosendo il mondo circostante”. Si nnacun’i lisari, O mari, Na ficara mmantata, u ventu ne dassa stari. non senti sonari, i niru schizziata, “Quel debole, minuto fiore, dici? Dinnu e u sannu, non senti cantari, I so frutti sapuriti, e a schiuma ballari. mbernitichi cogghjiti.

Che non lo s’elevi ad alto rango: bon capud’annu. poesie si pensa ch’esso causi malefici, Orchisimia Orchisimia Orchisimia 32 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane La prosa lirica di Gala Dalì Il “diario” della scrittrice russa dalla penna intensa Martina Piromalli

io, invece, sono piccola, con cessivamente del più grande dei sur- sionata come un’amante abbandona- seni piccoli, con il viso come realisti Salvador Dalì. I frammenti, ta”, diventano parte integrante del E una pietruzza rotonda, con il ritrovati dal Centre d’Estudis Dali- suo racconto. Tutti questi elementi cuore che batte furiosamente, che di nians e assemblati in questo Diario non sembrano alternarsi fra loro, co- colpo sale alla gola o scende alla formano due blocchi distinti: uno me in un prodotto industriale com- pianta piatta del mio piede “greco- rappresentante l’infanzia vissuta con posto da strati di cui è facile rintrac- romano”. la famiglia a Mosca e l’altro l’incon- ciarne la fine, ma si fondono indis- tro con quell’uomo “molto alto, co- solubilmente, facendo in modo che Il confine che delimita la prosa dal- me uno di quegli alberi della Ca- fra l’onirico e il reale non si incon- la poesia è spesso profondo e netto; lifornia” il Catalano, Dalì. La prosa trino barriere e tutto risulti fluido e a volte invece sembra che questo si di Gala è lirica, breve ma intensa, illimitato. diradi così tanto da sparire e permet- capace di tracciare in maniera irre- Il breve volume è ornato alle estre- tere che questi due generi si fondino golare ma intimamente sincera i mità da una particolare raccolta di l’uno nell’altro. segmenti della sua esistenza, e inol- immagini, molte delle quali riporta- Questo è ciò che avviene nel libro tre dimostrando la capacità di estra- no le pagine originali del diario, do- “La vita segreta, diario inedito di polare da questi riflessioni più alte e ve, fra la calligrafia confusa e i fogli Gala Dalì”, la cui versione italiana è profonde, ricamando su temi fonda- ingialliti, il lettore può ritrovare la stata curata dalla casa editrice L’Ip- mentali per la sua vita e per la lette- mano di Gala. pocampo nel febbraio 2012. ratura in genere, primo fra tutti l’a- Una breve e intensa opera, da assa- Elena Dmitrievna D’jakonova, don- more. Gli attimi di poesia più pura, porare senza pause, che, allo stesso Gala Dalì na russa, nata alla fine del XIX seco- dove la scrittrice ci si mostra come un tempo, ci rende più consapevoli di LA VITA SEGRETA lo, meglio conosciuta con lo pseudo- mosaico composto da aggettivi e me- una figura mitizzata e d’altra parte Diario inedito nimo di Gala, fu ispiratrice e compa- tafore, “Forte come le braccia aperte analizza le numerose sfaccettature gna, prima del poeta Éluard e suc- di una quercia millenaria”, “Appas- di una donna, amante e musa. pp. 104 - Euro 15,00

Il Comitato di Quartiere minato con lo stesso titolo del componimento. La e-mail di “La voce di Porta Portese, trasmissione dovrà recare come oggetto il nome dell’autore Comitato di quartiere con il patrocinio del Municipio Roma XII e il titolo del componimento, nella seguente forma: COGNO- La voce di Porta Portese ME NOME – TITOLO (es: MANZONI ALESSANDRO – I indice la prima edizione del PROMESSI SPOSI). Ai fini dell’ammissione al concorso, nel- Porta Portese non è solo il mercato delle pul- CONCORSO LETTERARIO LA VOCE la e-mail di trasmissione dovranno essere riportati i seguenti ci di Roma, ma è soprattutto un Quartiere in DI PORTA PORTESE OGGI dati: cerca di una propria identità, caotico e ru- • titolo del componimento; moroso, ma pur sempre affascinante perché Articolo 1 - (Oggetto del concorso e modalità di partecipa- • cognome e nome dell’autore; pullula di umanità. zione) • luogo e data di nascita dell’autore; C’è chi lo conosce per la passeggiata domeni- “La Voce di Porta Portese Oggi” è un concorso letterario, • breve bio-bibliografia dell’autore (non più di 300 caratte- cale al mercato, chi per le lunghe attese all’A- ideato da Claudio Fiorentini, promosso dal Comitato di ri, spazi inclusi); genzia delle Entrate, chi per la piazza con la Quartiere La Voce di Porta Portese e patrocinato dal XII Mu- • contatto telefonico, e-mail e indirizzo postale dell’autore; nicipio di Roma. Il concorso si propone di offrire alle perso- • autocertificazione nella forma: fontana dismessa, chi per le baracche che ne che amano Roma, che conoscono il quartiere di Porta vendono biciclette, caschi, autoradio… chi per «Con l’invio della mia opera per partecipare al concorso let- Portese, e che amano scrivere, l’opportunità di esprimersi sul terario “La Voce di Porta Portese Oggi”, accetto il Regola- il ricambista di elettrodomestici, chi per alcuni tema “Porta Portese Oggi”. L’oggetto del componimento può mento in ogni suo punto. Mi impegno alla riservatezza du- ristorantini particolari… e c’è chi lo disprezza essere una poesia, un aneddoto, una descrizione, un raccon- rante la fase di valutazione e a non divulgare e sottoporre a per la sporcizia e il caos… e lo vive solo come to di fantasia, un fatto reale o inventato o una denuncia che terzi in nessuna forma la mia opera o quella degli altri par- un nodo cruciale per la circolazione… abbia come scenario il quartiere di Porta Portese così come tecipanti al concorso, fino alla chiusura dello stesso. Dichia- Insomma, è un luogo e un non luogo, che vi- lo conosciamo oggi. Non è richiesto nessun contributo di let- ro che il racconto contenuto nel file allegato alla presente e- ve quotidianamente il suo essere periferia del tura. mail è frutto del mio ingegno. Dichiaro altresì di essere pro- centro storico, il suo essere limite e frontiera. prietario unico dei diritti di sfruttamento economico dell’ope- Ma noi non vogliamo che il nostro quartiere Articolo 2 - Il concorso è suddiviso in 7 sezioni: ra inviata. Con l’invio di “(indicare il titolo dell’opera)”, con sia solo un parcheggio di scambio, noi che lo Sez. A – Poesia dialettale il quale partecipo al concorso suddetto, Sez. ___, acconsen- viviamo, sappiamo quanta vita c’è nelle no- Sez. B – Poesia in italiano to al trattamento dei miei dati personali, ai sensi del decreto stre strade, e lo riconosciamo come un Quar- Sez. C – Racconto breve (max. 4000 caratteri) legislativo n. 196 del 2003». tiere vivo, popolato da gente stimolante che Sez. D - Fotografia può dare un contributo di valore alla città. Sez E – Scuole – racconti di bambini della IV e V elementare Articolo 5 - (Disposizioni generali) Per questo vogliamo proporre una serie di Sez. F – Scuole – racconti di giovani della scuola media I partecipanti autorizzano da ora la pubblicazione dei pro- eventi culturali, che aggreghino gli abitanti, Sez. G – Scuole – disegni scuole elementari pri elaborati sul sito del Comitato di Quartiere La Voce Di I partecipanti possono partecipare con un solo componimen- Porta Portese www.lavocediportaportese.com. La partecipa- che ci consentano di fare rete, e di dimostra- to inedito per ogni sezione, avente come oggetto la vita a re che noi siamo vivi, e che siamo anche zione al concorso implica l’incondizionata accettazione del Porta Portese oggi, che sia frutto di fantasia o vissuto in pri- presente Regolamento in tutti i suoi punti, nonché della even- creativi! ma persona. tuale divulgazione del proprio nome e cognome. La prima di queste iniziative è il premio lette- rario La Voce di Porta Portese Oggi, che Articolo 3 - (Note stilistiche) Articolo 6 - (Valutazione degli elaborati, fasi del concorso e coinvolge anche le scuole, e che nasce con lo Gli elaborati: premiazione) scopo di far conoscere la ricchezza di questo - Le poesie (Sez. A e Sez. B) non devono superare i 30 versi. La giuria del concorso è composta da scrittori, da soci fon- quartiere e di unire i cittadini in un evento - I racconti non devono superare i 4000 caratteri (spazi inclusi), datori del Comitato di Quartiere La Voce di Porta Portese e culturale che, forse per la prima volta, è sta- - Tutti i componimenti devono essere corredati da un titolo; da insegnanti delle scuole del Quartiere. Sulla base delle va- to organizzato da un Comitato di Quartiere. - Eventuali citazioni devono essere riportate in carattere corsivo; lutazioni della giuria saranno selezionati tre componimenti Vi invitiamo già da ora a farvi promotori del- per ogni sezione, ai quali verranno assegnati attestati di ri- la prima edizione del nostro premio letterario Articolo 4 - (Termini di scadenza e modalità d’invio) conoscimento. “La voce di Porta Portese Oggi”! Gli elaborati devono essere trasmessi, entro il 31 dicembre Gli elaborati premiati saranno esposti negli esercizi commer- Vi preghiamo di aderire mandando una 2013, per email all’indirizzo [email protected] ciali di Quartiere che aderiscono all’iniziativa. I partecipan- email a [email protected], e e devono recare l’indicazione delle generalità e/o dei reca- ti saranno premiati con pergamene ed attestati. La cerimonia a lasciare un commento sul nostro sito, piti dell’autore. di premiazione si terrà presso l’Aula Magna della scuola www.lavocediportaportese.com dove è stato Ciascun elaborato dovrà pervenire, in formato elettronico Franco Cesana. I partecipanti sono sin da ora invitati alla ce- pubblicato il bando. Word (.doc o .docx) o PDF per gli scritti, JPG o PDF per di- rimonia di premiazione prevista per fine febbraio o inizio segni e fotografie, tassativamente in forma di allegato, deno- marzo 2014. 33 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 Il comunista degli anni del “Sole non quieto”

ino Stillittano, scomparso lo politica e, quando era prevista la presen- scorso 30 luglio all’età di 94 an- za di un “compagno della Federazione”, Franco Arcidiaco ni, era l’archetipo del militante noi giovani passavamo la notte prece- N punto di vista nel punto di vista della Se- del PCI. Rigoroso, intransigente, prepa- dente a studiare e ripetere l’intervento rato, instancabile e coraggioso ha segna- che avevamo preparato. Chi come me ha greteria”, e ancora: “La discussione era to con la sua presenza la vita politica avuto la fortuna di frequentare la scuola quasi sempre aspra, ma il costume vole- della provincia reggina. Il manifesto fu- del Comunismo italiano, ha acquisito un va: al di sopra di tutto l’unità del Partito nebre lo ha indicato semplicemente co- bagaglio etico e culturale di valore ine- e il documento unitario finale conclude- me “insegnante elementare in pensio- stimabile che ci ha permesso di mante- va ogni volta il dibattito”. Sono tanti gli ne”. Il figlio Elio, apprezzato primario nere la barra dritta nel corso di quella episodi della vita di Nino che si potreb- di medicina interna all’ospedale di Meli- “tempesta perfetta” che è stato il venten- bero citare a riprova della sua tempra to Porto Salvo, ha voluto così rispettare nio berlusconiano, figlio della sciagura- morale e politica, ma preferisco lasciare la volontà del padre, la cui vita è sempre ta stagione del tramonto delle ideologie. la parola ancora a Pasquino Crupi, per stata improntata dall’umiltà e dalla pas- Qualcuno prima o poi dovrà trovare il raccontare un episodio che descrive in sione politica, e nel contempo fornire la coraggio e la serenità di scrivere la sto- modo folgorante l’uomo e il suo tempo: mirabile sintesi della vita di un militante ria di quell’assurdo percorso, segnato da “Siamo a Piazza Duomo, a qualche me- comunista che aveva la vocazione alla una forma di follia collettiva, che ha se di distanza dal luglio incendiato e in- lotta e non alla carriera. Eppure il necro- portato alla cosiddetta “svolta della Bo- cendiario. 10 luglio 1970 la sfida è lan- logio di Nino avrebbe potuto riempire lognina”. ciata. Parlano in piazza i socialisti e i co- parecchie pagine, tanti infatti erano stati Quando, il 12 novembre 1989, Achille munisti. I fascisti erano orgogliosi di i ruoli di primo piano che aveva rivesti- Occhetto, improbabile successore di dirsi fascisti e mostravano che in effetti to e gli incarichi che aveva svolto nel Gramsci-Togliatti-Longo-Berlinguer, lo erano, tentando di impedire il comi- corso della sua lunga vita, sempre in pri- avviò il percorso che avrebbe portato al- zio. Da Roma è venuto il vicesegretario ma linea e con grande senso di responsa- lo scioglimento del PCI, non tenne affat- del PSI Giovanni Mosca. È sul palco. bilità. Sul finire degli anni ‘90 aveva da- to in conto l’elemento cardine che fun- Per i comunisti parla Nino Stillittano. to alle stampe con la mia casa editrice un tenere vittima dello scippo del titolo di geva da collante etico nel partito e che Parla. I fascisti urlano. Urla di più Nino volume che aveva un titolo dal sapore capoluogo, per il semplice motivo che era costituito dal rispetto fideistico dei Stillittano, rivolto ai fascisti: <>. La francamente stento a immaginare un al- documenti, coerente alla dottrina episte- nata dalla pratica del mai troppo rim- strada a Giovanni Mosca è spianata. Il tro politico in grado di produrre un reso- mologica di impronta marxista che pianto “Centralismo Democratico” mito che a Reggio comunisti e socialisti conto della sua attività di questa portata) orientava Nino Stillittano nei suoi studi (quanto ce ne sarebbe bisogno nel PD non parleranno più è sfatato. Nino Stil- nel quale aveva inteso raccogliere una di storia contemporanea. Sono stati cin- oggi...); il quale non era solo un geniale littano, un comunista fatto di pasta spe- sterminata mole di documenti che testi- que anni nei quali ho avuto modo di fre- ossimoro, ma costituitiva l’espressione ciale, è stato il protagonista della svolta, moniavano la sua attività politica nel so- quentare Nino abbastanza assiduamente, della parte più alta e nobile della politi- che lentamente porterà alla ripresa della lo territorio della provincia di Reggio mi ha sempre manifestato una simpatia e ca, quella derivante dal più serrato con- vita democratica Reggio”. Calabria. Cinque anni dopo, di comune una stima che affievolivano quel senso fronto dialettico incuneato saldamente In realtà la ripresa della vita democrati- accordo, abbiamo estrapolato da quel la- di soggezione che inevitabilmente la sua tra i binari dell’ideologia. Scrive, a que- ca a Reggio avrebbe tardato ancora a ve- voro la sezione che riguardava la rivolta figura mi trasmetteva. Mi tornavano in sto proposito, il grande Pasquino Crupi nire, sarebbe arrivata solo sul finire del del ‘70 e ne è scaturito un più agile vo- mente i primi anni di militanza nel PCI, nella sua prefazione a “Era l’anno del ‘93 con l’avvento di Italo Falcomatà. Un lume dal titolo: “Reggio capoluogo, fu sul finire degli anni ‘70, nella storica se- sole non quieto”: “Nino Stillittano non sogno durato appena otto anni, troppo vero scippo?”, arricchito da una vasta zione “Nino Battaglia” del quartiere era ortodosso per vocazione e conformi- breve per una città complessa e proble- appendice di documenti. La tesi che ne Tremulini. Le interminabili e fumose smo, ma, poiché faceva parte del gruppo matica che deve il suo tragico destino scaturiva dimostrava inequivocabilmen- riunioni che si svolgevano erano delle dirigente, l’etica del centralismo demo- proprio alla carenza di uomini di quel te che la città di Reggio non si poteva ri- vere e proprie palestre di dialettica e di cratico voleva che egli celasse il suo carisma. A Reggio Calabria nasce l’Associazione politico-culturale “Start out” i è svolta, lo scorso 7 ottobre, no, e, in secondo luogo, della voglia di potrà avere una possibilità di salvarsi Franco Arcidiaco che ha deciso di ba- presso la sala conferenze del metterci in gioco, con desiderio e par- dal baratro che la sta risucchiando e sare il proprio intervento su delle paro- S Dopolavoro ferroviario, una tecipazione; impegnandoci a organiz- che si chiuderà sopra di essa condan- le chiave pronunciate dai tre ragazzi, conferenza stampa nel corso della qua- zare degli eventi, delle occasioni di ri- nandola ad un’uscita di scena umilian- sostenendo che Reggio ha bisogno del- le è stata presentata la nuova associa- trovo per tutti, in cui faremo conoscere te dal posto di primo piano che una l’intervento di nuove energie sane che zione politico-culturale “Start out” con il volto bello di una Reggio ormai triste gloriosa storia le aveva assegnato. possano risollevare, attraverso l’inne- la partecipazione dell’editore, Franco e malinconica». Ha continuato portan- La parola è passata in seguito al Teso- sco di un circolo virtuoso, le sorti di Arcidiaco. do l’attenzione degli ascoltatori sulle riere, Natale Evoli, che, oltre a ribadire una città che sembra condannata ad un L’associazione nasce con il proposito di tre parole, che si reggono l’un l’altra, la necessità del cambiamento, si è sof- terribile declino. Ma oltre a sottolinea- agire attivamente, attraverso la crescita che contraddistingueranno l’azione fermato sull’importanza della cultura re i frutti marci e disastrosi di una cat- culturale dei propri soci, sul territorio. dell’associazione: cultura-sociale-poli- per la rinascita cittadina e citando la tiva amministrazione, ha espresso la Solo attraverso la cultura e la creazione tica. Ed è proprio sul rapporto tra poli- costituzione ha affermato: «Non posso propria fiducia in un cambiamento pos- di spazi di relazione e di incontro si può tica e cultura che si è soffermato il Se- fare a meno di ricordare poi che la co- sibile soprattutto grazie alle iniziative sperare nella rinascita di una classe cit- gretario Gaetano Giandoriggio, ponen- stituzione, all’art. 9 in sintesi recita che come questa promossa dai fondatori tadina che, attraverso un vivace impe- do un accento particolare su quella che “La Repubblica promuove lo Sviluppo “Start out”. Giovani che, come ha det- gno, possa offrire nuova linfa alla no- lui stesso ha definito “la pietra dello della cultura e la ricerca scientifica e to Arcidiaco, hanno deciso di “mettere stra città, Reggio Calabria, e dare il via scandalo”, e cioè la parola politica. Af- tecnica” ecco noi di “Start out” credia- la faccia” per la propria città e mettersi ad un cambiamento. “Start out” crede ferma il giovane laureato in filosofia: mo sia quindi un vero e proprio dovere in gioco per la propria città. È tempo fermamente che questa rivoluzione, «La parola politica, oggi svilita e svuo- civico quello di promuovere la cultura che si torni a vivere di valori, di dove- non solo sia possibile, ma debba comin- tata del senso originale, affonda le pro- e ogni forma attraverso cui si manifesta ri; è tempo, insomma, di costruire una ciare dai giovani, i cittadini di domani. prie radici nella concezione greca della e vi assicuriamo che faremo del nostro nuova società che si riconosca in nuo- È per questo che si presenta come uno polis, ossia nella città, o meglio ancora meglio per dimostrarvelo». Si è inoltre ve progettualità e che cresca attraverso di quegli spazi di relazione attraverso i nella comunità. Quindi se per politica soffermato sulle figure che compongo- il dialogo e il confronto tra le diverse quali raccogliere le energie sane di que- da questo momento in poi ci riferiamo no il direttivo e sui metodi e le moda- idee in gioco. Arcidiaco ha concluso sta città e dare il via ad una nuova sta- al diritto-dovere di partecipazione di lità di azione sulla realtà cittadina an- con una considerazione paesaggistica gione di democrazia partecipata. tutti alla cosa pubblica non solo non ci nunciando anche delle collaborazioni facendo riferimento al tipico scenario È stato il presidente, Davide Melchion- vergogniamo di essere una associazio- sull’intero territorio provinciale che del “non-finito” reggino e sostenendo na, a rompere il ghiaccio e presentare ne politico-culturale ma, al contrario, verranno presentate in seguito. Pietro che una delle vie d’uscita dal degrado è gli obiettivi e i fini dell’associazione speriamo di essere all’altezza dei valo- Barillà ha presentato il sito Startout.it quella di ripensare ad una Reggio “bel- sottolineando lo stato di degrado in cui ri civici che il termine implica». E con- ribadendo che la rete è oggi, nel terzo la e possibile”, perché le brutture, i di- versa il territorio reggino e affermando clude ribadendo che solo attraverso il millennio, uno strumento di azione in- sastri edilizi e gli orrori architettonici che «l’impegno è frutto, di una passio- ritorno all’esercizio della cittadinanza, dispensabile. sono il segno e il sintomo, se non addi- ne verso, prima di tutto, la cultura e le e in particolare attraverso forme di par- La parola è, infine passata all’editore, e rittura una delle cause, del cattivo com- sfaccettature che la contraddistinguo- tecipazione attiva, la città di Reggio rappresentante della cultura reggina, portamento del cittadino reggino. 34 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane I feroci silenzi raccontati da Federica Legato La giovane scrittrice calabrese, dallo stile denso e aforismatico, alla sua terza prova letteraria

Federica Legato trice calabrese, forse la più matura, la più sconfitte, uomini che Oriana Schembari È QUELLO CHE VIDI accorata. Con romanzi d’introspezione, non sanno trovarsi… di forte spessore psicologico, dalla scrit- e una bambina, An- NEGLI OCCHI DI ANNETTE… tura aforismatica, densa, cesellata, Fede- nette, che ha smesso pp. 80 - Euro 12,00 rica Legato affronta spesso i temi dell’in- di parlare, è chiusa ricostruisce e finalmente ac- comunicabilità e della difficile costruzio- nel suo mondo «per- quieta. In questo romanzo c’è eggere è un rischio, è un lus- ne del sé. Il suo oggetto d’indagine sem- ché qualcosa al di un padre che non ha saputo es- so, … un modo per uscire da bra proprio essere l’analisi del percorso fuori è andato stor- sere padre, non ha protetto, sé e dall’ambiente circo- accidentato che ognuno attraversa per to». «Per i grandi, - non ha lottato, e soprattutto «L non ha spiegato, negando ogni stante, ma anche un modo per frequenta- riuscire a porsi nel mondo. Cadute le ma- dice la Legato - è re più consapevolmente se stessi, il pro- schere, gli infiniti volti nei quali spesso perfettamente il con- possibile soluzione al dolore prio ordine o disordine mentale». Nelle ci costringiamo per far fronte agli altri, trario. Ciò che pro- dei figli. Abbandonati alla vita parole del critico Alfonso Berardinelli ri- occorre fare i conti solo con se stessi, con voca sofferenza è il e al silenzio. Ma il romanzo suona l’avvertimento forse più estremo: i tradimenti autoinflitti, le aspettative de- non riuscire a rompe- della Legato è molto di più. Il leggere è un rischio, in primo luogo, per- luse, il coraggio mancato. Per specchiar- re gli schemi, il non lettore può abbandonarsi ad ché precipita il lettore nelle pieghe di un si veramente e liberarsi dai legacci che riuscire ad interrom- ogni parola, ogni frase, ogni io estraneo che si può scoprire, stupefat- saldamente e disperatamente ci tengono pere i meccanismi… pagina, che può essere letta, ti, essere molto simile al proprio. Allora uniti, non si può prescindere dalla paro- e respirare». È forse qui il nucleo di que- riletta, lasciata affondare. Ma quella pa- è la parola dell’altro a scavare in profon- la, le parole che non abbiamo detto e che sta narrazione: l’adulto scivola nell’istin- rola che affonda, a un certo punto può di- dità, portando alla luce frammenti di vita ci portiamo dentro, le parole che ci sono to di conservazione, si irrigidisce nella ventare lama e tranciare nodi che non sa- non dimenticati e mai risolti. Un proces- state negate, cercate e non trovate, e che sua maschera e si crogiola nell’immagi- pevamo di avere. È questo il rischio. Se so di immedesimazione e rivelazione che diventano feroci assenze. ne che ha di sé. Quando questa viene me- decidiamo di correrlo, allora, potremmo prende vita nell’ultimo romanzo di Fede- In questo breve romanzo, dalla trama ra- no, è la rottura, il dramma, l’incapacità di trovare dentro di noi parole che aspetta- rica Legato. È quello che vidi negli occhi refatta ma circolare, ci sono molti perso- mettersi in discussione, perdersi e ritro- vano di essere liberate. O altre parole di Annette, edito da Città del Sole Edi- naggi alla ricerca di parole. Ci sono preti varsi. Come? Ancora grazie all’esercizio nuove, che possono servire per raccon- zioni, è la terza opera della giovane scrit- che hanno bisogno di confessioni, donne sapiente della parola, che rimette ordine, tarci, per vivere, per sperare. Poesia e musica: Ammasca Una trasmissione da marciapiede La forza e l’incanto di una lingua antica Una selezione della fortunata serie tv “Quante Reggio”

John B. Trumper - Collettivo Dedalus Franco Arcidiaco - Gianluca Del Gaiso AMMÂSCÂ IL MEGLIO DEL PEGGIO pp. 160 - Euro 15,00 DEL MODELLO REGGIO Una trasmissione da marciapiede n ampio lavoro di ricerca scientifica, docu- mentazione e creazione artistica dedicato al DVD - Euro 4,99 gergo dei quadarari di Dipignano, paese ca- U n’idea nata per caso sull’onda di una indi- labrese in provincia di Cosenza, la cui storia è carat- terizzata dalla presenza di una ricca comunità di la- gnazione crescente in riva allo Stretto. Forse voratori del rame. Attraverso gli studi di John B. U uno degli ultimi sussulti di orgoglio per una Trumper, glottologo e linguista, e le canzoni del Col- città che sembra ormai destinata all’oblio del tempo che corre. Alla caccia dell’untore ma senza quella vo- lettivo Dedalus - con i contributi di Marta Maddalon, glia di rimboccarsi le maniche. Tradita o forse sem- Franco Araniti e Franco Michele Greco - si svolge plicemente esplosa in tutto il suo provincialismo. l’itinerario di questa opera corale, nella quale diversi Fatto sta che alla fine nasce tra una battuta e un’altra punti di vista e di ricerca si uniscono per far scoprire l’idea del “Meglio del peggio del Modello Reggio”.

al lettore le caratteristiche dell’ammascante e le pos- Uno spazio televisivo (la trasmissione è andata in on- sibilità di scrivere ˆ da nella stagione invernale di due anni fa su Telereggio) in cui raccogliere e soprat-

poesia e musica, E ammâscâte… (per tarantella) tutto dare voce ai cittadini, mettendoci la faccia. E poco importa che fosse sole o

ˆ sfruttando la forza ˆ pioggia, la trasmissione iniziata in sordina, è cresciuta nel tempo raccogliendo testi- e la duttilità di una monianze e segnalazioni “on the road”. Con un pizzico (indispensabile) di ironia il lingua antica. E ammâscâte, e ammâscâte viaggio di questa esperienza ha attraversato la vecchia piazza Italia, misurato lo sta- Il volume si com- minèche smârche o mârcunate to del Tapis roulant, viaggiato fino alle periferie sud e nord, tra Pellaro e Arghillà. pone di un accurato ca si’ nun ammâ?câte miânu Denuncia sì certo, ma senza nulla aggiungere. E soprattutto con la stessa domanda di dizionario della lin- né vi ‘ncarcu e né vi sgrânu. sempre. Quella per cui tutto ebbe inizio: l’amministrazione sicuramente è carente, gua e di un cd che S’accropa a la ‘mbruna ssu tângune, ma quanto è anche colpa dei cittadini? Così ne esce uno spaccato di Reggio che spa- raccoglie un pre- tawiju chi nun sgargia li ciaune. zia dall’inciviltà del vicino agli enormi cantieri sbandierati e abbandonati. Un anno zioso lavoro musi- dopo, quella stessa voglia ha riportato l’occhio delle telecamere a “tornare sul luogo S’accropa a ‘nu ‘ndrappu lu wóffiu di grugnu, del delitto” raccogliendo in un dvd, quanto in quei mesi era cambiato e quanto inve- cale, nato dalla col- s’accropa a ‘nu ‘ndrappu di lu chjignu. ce era rimasto uguale nel suo sfacelo di abbandono e incuria. Inutile dire da quale la- laborazione tra il Intrârma a ssu nânte affinâ serpentina to la bilancia pesi di più. Di certo tanto, da quel primo “ciak”, è cambiato. L’arrivo poeta Franco Ara- della Commissione al Comune, la crisi economica che ha pesantemente colpito an- niti e il collettivo c’a nun abbriglia né gritta né ‘mbruna. (E parlate, e parlate che lo Stretto. Alle porte le prossime elezioni, ma anche una città che sembra nel suo Dedalus, gruppo di fluire costante sul Corso, ormai molto lontana dalle promesse delle urne. Allo stesso musica tradiziona- donne sole o maritate tempo, cresce invece l’associazionismo e la voglia di certa società civile di cambia- le calabrese. che se non mi parlate re le cose, stanca di dover vivere ai confini del mondo. “Il meglio del peggio del Mo- né vi chiedo e né vi mangio. dello Reggio” in questo senso, offre forse uno spaccato che oltre ad essere un buon Il Collettivo Deda- S’uccide alla notte codesto zoticone. punto di partenza per gli addetti ai lavori, ha la pretesa di farsi quella famosa doman- lus con il cd “Am- guardo che non picchi le persone da che forse rappresenta davvero la differenza tra un futuro di cambiamento e un’al- masca” è tra i fina- S’uccide a un lenzuolo il porco cattivo tra stagione che si consuma in attesa del prossimo inverno. In ogni caso, anche e so- listi del Premio Ten- prattutto un modo ironico di prendersi in giro, per due cittadini che raccontano il so- s’uccide a un lenzuolo del pene gno di tanti che vorrebbero andare a vivere in una Bella città in riva al Mar Mediter- co 2013, per la se- In mezzo al deretano è lingua raneo, come potrebbe essere Reggio Calabria… zione “Album del- che non ingravida né rame né notte). l’anno”. Gianluca Del Gaiso 35 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 Il forestiero: l’opera postuma di Lucio Pasquale Una finestra sull’animo umano a confronto con la realtà del nostro tempo

co di interrogativi è verso l’ignoto e per- ro dei personaggi che per l’intreccio del- ciò pieno di imprevisti, alla fine gli le vicende e dei luoghi su vari livelli: let- Francesco Dell’Apa eventi esterni e psicologici lo faranno di- terario, sociale, etico. Agostino si trova ventare odissiaco, come l’eroe omerico, proiettato nel profondo Sud in un paese per approdare alla sua Itaca cioè nel se- abitato prevalentemente da contadini a nuovo Agostino in una condizione psi- no accogliente della famiglia. loro estraneo per cultura e per lingua e cologica inquietante spingendolo nel la- Agostino rappresenta un personaggio perciò forestiero. Trascorre le giornate birinto oscuro e tortuoso da cui era usci- che per certi versi sembra di un’altra nella solitudine in una vecchia casa in to trovando il filo di Arianna nell’amore. epoca, problematico, legato in modo as- campagna, l’unico momento di evasione Lucio riesce in modo mirabile, esploran- soluto alla tradizione, alla famiglia che dalla monotonia del vivere è durante il do le infinite possibilità della parola, ad ama profondamente ma talora si sente pranzo in una rustica e accogliente trat- indagare l’animo umano nel momento in escluso non riuscendo a comprendere le toria. Con la frequentazione quotidiana cui tutti gli schemi saltano, a tratteggia- dinamiche interne ad essa, si sente tra- dapprima sorge una spontanea amicizia re la personalità e il carattere dei perso- scurato e non capito, da qui quel disagio con Concetta, la proprietaria, la quale naggi: Eleonora, Agnese, Elsa, Gino. bene analizzato da Sigmund Freud. In prova sincera simpatia per l’ospite sco- Ciascuno di loro esprime sensibilità dif- lui a poco a poco subentra l’insoddisfa- nosciuto. ferenti; scandaglia il loro mondo interio- zione del vivere cioè la noia, che certa- Agostino rimane lusingato dalle atten- re e dimostra di avere molti registri nel mente non è il più bello di tutti i senti- zioni di una donna non invadente, sem- rappresentare le loro ansie, il loro com- menti come direbbe Leopardi, l’illusio- plice ma anche lei bisognosa di affetto, portamento, il loro essere persone alla ri- ne che l’allontanarsi dai familiari possa incomincia a provare via via un senti- cerca di affetto. La realtà esterna è de- dargli quella serenità e tranquillità inva- mento profondo che si tramuta in amore. scritta ma soltanto per offrire agganci e no cercata. L’amore diventa il farmaco che guarisce capire quale meccanismo scatta nell’ani- Agostino in un certo senso rispecchia la il suo animo travagliato, gli dà l’entusia- mo dei personaggi. La vocazione all’in- Lucio Pasquale dagine psicologica si accentua nella de- IL FORESTIERO crisi dell’uomo moderno ben descritto smo di avere ritrovato se stesso, di pote- da Franz Kafka, da Italo Svevo, da Lui- re vivere felice. È una liaison amorosa scrizione particolare delle azioni dei per- pp. 112 - Euro 10,00 gi Pirandello, da James Joyce e da altri fuori dagli schemi borghesi, è una espe- sonaggi quasi per trovare una rivalsa su autori: la difficoltà di instaurare una ade- rienza nuova che lo arricchisce spiritual- di loro e una giustificazione al suo agire. sione con il mondo che lo circonda, l’in- mente non facendo pesare a lei la diver- Il romanzo Il forestiero nell’elegante ve- er intendere questo romanzo Il fo- capacità di realizzarsi in una dimensione sità di cultura e di visione del reale. ste editoriale, di questo bisogna dare atto restiero non bisogna soffermarsi di autenticità, la consapevolezza della Quando il paese scelto da Agostino inco- all’editore Franco Arcidiaco che mette P alla superficie solo per soddisfare sua condizione di escluso, cioè di non mincia a diventargli familiare e a trova- impegno e cura nel suo lavoro come la curiosità nel seguire lo sviluppo della riuscire a comunicare, in breve di fore- re la serenità avvenimenti imprevisti straordinaria è la copertina dell’artista trama del racconto occorre tenere pre- stiero. È evidente che Lucio ha voluto sconvolgono il suo quieto vivere, travol- Mirella Rossomando, è un libro di valen- sente tutta la produzione letteraria di Lu- oggettivare una realtà, portandola all’e- gono le sue certezze fanno precipitare di za narrativa assoluta che sfocia nell’uma- cio Pasquale. Fa il suo esordio con Cor- nesimo. Erompe impetuoso il sentimento po 8 corpo 10 (1982) una plaquette de- ma anche la razionalità quando sembra dicata ai giovani che vogliono intrapren- che al protagonista Agostino ogni via di dere la professione di giornalista, segui- salvezza sia preclusa riemerge dal buio ranno i Giorni (1992), L’uomo di vetro esistenziale e ritrova accoglienza nel por- (2001), La notte del gabbiano (2001), to sicuro della famiglia. Lucio Pasquale Scritti randagi (2004), Il taschino a de- ha avuto il dono raro di aver saputo in- stra (2010) - cito solo i libri di Narrativa ventare e raccontare una storia con la perché c’è un file rouge che unisce que- consapevolezza della relatività di ogni sti scritti. La produzione annovera altri cosa umana e della capacità di ogni esse- testi che riguardano la sua professione di re di uscire dal suo guscio e dalle secche consulente aziendale. Al centro c’è l’uo- del solipsismo e di riprendere a vivere. mo del nostro tempo con i suoi proble- Testo che si fa inoltre apprezzare per la mi, le sue inquietudini, le sue ansie, i sobrietà discorsiva, per la chiarezza di suoi timori calato in una società in cui a linguaggio, che è uno dei caratteri pecu- volte fa fatica a riconoscersi, oppresso liari della sua scrittura, per la trama nar- da cambiamenti repentini nei costumi, rativa che non trasborda verso forme sen- nei rapporti interpersonali così veloci timentali o autocommiseranti. che le generazioni hanno difficoltà a ca- In ultima analisi il romanzo apre una fi- pirsi. Vi è una evidente dicotomia per nestra sulla problematicità e inquietudi- ogni persona tra presente e passato e da ne della storia interiore di ogni uomo e a qui sorge la difficoltà di essere nell’oggi lettura ultimata induce a riflettere sulla e capire i fenomeni sociali. realtà del nostro tempo. Il romanzo Il forestiero, opera postuma, già il titolo è emblematico e enigmatico, si colloca sul doppio versante dell’io e dell’altro, dell’io perché il protagonista, Da sinistra: Franco Arcidiaco Agostino, ha la consapevolezza di vive- e Francesco Dell’Apa re in un ambiente che non è il suo, del- (foto di Maria Buttinelli) l’altro perché tale viene inteso dagli abi- tanti del paese tanto da essere percepito come un “uomo misterioso (che) fugge stremo limite, diffusa in molti strati so- sempre da qualcosa”. Il racconto si svi- ciali, con quella capacità di osservazio- luppa su quella linea di neorealismo, che ne, di riflessione, di analisi che noi tro- allunga le sue radici nel sociale, in cui viamo come filo conduttore in tutte le prevale in grande misura la componente sue opere. La capacità di sapere guarda- psicologica. Il romanzo ha il suo incipit re il mondo, che l’esperienza del suo la- nella fuga. Fuggire è sempre l’estrema voro gli offriva a contatto di gente di di- ratio, diventa metamorfosi di una condi- verso livello sociale, con quella acribìa zione verso un’altra senza possibilità di che metteva in ogni sua manifestazione. conoscere quello che vi è aldilà della L’attualità del romanzo sta soprattutto siepe. La nuova realtà vagheggiata viene nell’avere prodotto un pensiero sul qua- sublimata nel sogno dell’evasione, nella le riflettere: l’opacità della vicenda del- speranza o meglio nell’illusione che la l’uomo le cui pagine svelano malinconia vita si indirizzi verso una esistenza mi- e tristezza. gliore ma come ogni sogno anche quello Il romanzo si presta ad una lettura che del protagonista si rivelerà illusorio. Il suscita interesse sia per la vicenda esi- viaggio di Agostino con tutto il suo cari- stenziale del protagonista e per il nume- 36 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane L’Elenco: come sopravvivere ai reality Martina Bertola - Ilaria Fusé ro criticata, mette a disposizione. L’esaltazione Mariacarla Marini Misterioso della crudeltà e della sterile consistenza dell’ap- parire tanto cara alle logiche di mercato, qui L’ELENCO vengonoreinventate in un perfetto stile, potrem- Morire in diretta mo dire, neo-tarantiniano, in una rivisitazione pp. 336 - Euro 12,00 del genere pulp attraverso un linguaggio sempli- Giuseppe Tetto ce e diretto montato insieme in un impeccabile na storia sul coraggio di vivere attraverso un “telefilm letterario”. viaggio terribile alla riscoperta degli autenti- E qui nell’ “Elenco” tutto è portato alle estreme E poi abbiamo Anita, un per- ci legami umani. Sullo sfondo una feroce e conseguenze: le fragilità dei rapporti, e in que- sonaggio davvero interessan- U te. Strutturato in maniera in- tagliente critica alla moderna società dei media. Tut- sto caso fra gli adolescenti, vengono messi sot- to questo è “L’Elenco” primo romanzo delle giovani to una lente d’ingrandimento che i tre protago- telligente viene fuori solo alla autrici Martina Bertola, Ilaria Fusè e Mariacarla Ma- nisti si passano a ogni capitolo. Electra, Andrea lunga distanza e sembra esse- rini Misterioso. I fatti: due classi del liceo classico e Anita ci prendono per mano per accompagnar- re il contenitore embrionale “Alessandro Manzoni” di Romavengono sequestrate ci in questo gioco al massacro dove, grazie alla di tutte le storture, di tutte le e costrette a partecipare al più sadico dei reality in struttura narrativa utilizzata, regalano a ognuno paure e contraddizioni che ca- circolazione, “L’Elenco”. Scopo del gioco sterminar- di noi la possibilità di affrontare la stessa situa- ratterizzano ogni ragazzo pre- si a vicenda per il malato divertimento di spettatori zione ma con occhi e sentimenti di volta in volta di- sente al gioco. depravati. Ma non lasciatevi ingannare dall’oppri- versi. Se Electra si erge istintivamente a leader cari- Sono tutti ingredienti questi che fanno dell’ “Elenco” mente tensione che trasuda da ogni pagina del libro smatico del gruppo (e piano piano scoprirà di avere un romanzo compromettente perché una volta inizia- perché tutto questo è necessario a esaltare il concetto spalle forse troppo piccole per reggere un peso così to obbliga il lettore a riflettere in modo schietto sul- di amore verso l’altro e per la vita, che le tre autrici grande), Andrea invece, pigro e poco avvezzo alle re- la sincerità dei propri legami. È un libro che non per- hanno in mente di trasmettere. E lo fanno servendosi sponsabilità, si lancerà in una riscoperta di sé fino al- mette pause nel quale ci si deve tuffare e addentrarsi degli strumenti che la stessa società dei media, da lo- le estreme conseguenze. in un solo respiro. Le parole di un padre tra memoria e dolore Uno studente negli anni oscuri del fascismo

Domenico Tortorici Mario La Cava DOMENICO E CHIARA LA STORIA DI SLAVOJ SLAVIK Amore e dolore di padre Dal romanzo pp. 104 - Euro 12,00 Una stagione a Siena l volume, curato dai giornalisti Domenico Malara e pp. 104 - Euro 10,00 I Anna Foti, si propone di tenere viva la memoria dei giovani reggini, Domenico Tortorici e Chiara Matalone, a vita di un intellettuale spezzata dal- vittime sacrificali della strage di San Polo di Brescia. La L l’odio razziale, questa è la vicenda notte del 4 marzo 2012, Mario Albanese, un camionista umana di Slavoj Slavik sloveno di Trieste e di 34 anni, sparò alla ex moglie, Francesca Alleruzzo, e studente a Siena negli anni oscuri del fasci- al suo nuovo compagno, Vito Macadino, uccidendoli. smo. La sua è una personalità forte che spe- Poi, salito in casa, sparo e uccise nel sonno anche Chia- ra e lotta per il riconoscimento di quei dirit- ra, figlia 19enne della ex moglie, nata da una preceden- ti civili che vengono negati a lui e alla sua te relazione della donna, e il suo fidanzato Domenico. gente: “Sono destinato alla prima linea!”e Un evento che sconvolse tutta la comunità reggina e non poi, parlando dei suoi sogni, “speriamo be- solo. Il progetto editoriale nasce dal bisogno del papà di Domenico, Benedetto Torto- ne...” dice al suo amico Paolo Altobello, ra- rici, di raccontare il dolore di un padre sopravvissuto al più giovane dei suoi figli. A gazzo del sud, venuto dalla Calabria per studiare a Siena. E Paolo è, in questo memoriale, cuore della pubblicazione, si affiancano la testimonianza di Dino realtà, Mario La Cava la cui vita è rimasta profondamente segnata da Matalone, papà di Chiara, e altri contributi in ricordo dei due giovani. quell’amicizia fraterna, tanto da volerlo rendere immortale raccontando la sua storia. Una lettura antropologica del turismo moderno in Sicilia Storie di uomini in lotta per la libertà

Mario Bolognari Giorgio Castella I RAGAZZI DI VON GLOEDEN LOTTE E LIBERTÀ Poetiche omosessuali e rappresentazioni dell’erotismo storia di donne siciliano tra Ottocento e Novecento e uomini antifascisti Prefazione di Franco Battiato pp. 160 - Euro 12,00 pp. 400 - Euro 20,00 ai paesi della Piana a quelli arrivo a Taormina nel 1878 del barone tedesco omosessuale D della Locride, un ventaglio L’ Wilhelm von Gloeden è stato considerato l’inizio del turismo di tumultuosi avvenimenti a in- moderno della località siciliana. La relazione tra il fotografo e la co- fuocare il periodo storico degli an- munità locale, al di là degli stereotipi e rappresentazioni tendenti a ni successivi alla seconda guerra mitizzare gli anni tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, mondiale. Sono storie vere di uo- è stata molto più complessa, presentandosi per un verso come la co- mini e donne che si sono battuti, lonizzazione, persino dei corpi adolescenti, da parte degli stranieri sacrificando spesso la propria vita, omosessuali nei confronti dei ragazzi siciliani; per un altro come l’in- contro i soprusi e le ingiustizie so- corporazione da parte dei locali di modelli culturali “altri” per un uso ciali. Tramite le testimonianze di- rovesciato del potere economico e sociale. Non una vicenda di costume, ma un vero e proprio con- rette di chi ha vissuto in prima persona l’esperienza dei campi di flitto sociale, dal quale alcuni sono usciti vinti (emigrati o emarginati dal contesto locale) o vincito- concentramento, l’oppressione fascista, le sommosse popolari al ri (nuovi ricchi, imprenditori turistici, divenuti tali perché aiutati da un facoltoso “amico” straniero). grido di “Pane, non guerra” e le brigate partigiane, Giorgio Castel- La rappresentazione ideologica attraverso stereotipi legati alla cultura romantica del nord Europa e la ci parla con semplicità e passione di queste vicende, imprezio- proiettati sul Sud d’Italia ha, poi, durante tutto il Novecento, creato il mito dei luoghi come Taormi- sendone il racconto con aneddoti e “retroscena”. Eventi di notevo- na, Capri, Venezia, ritenuti libertari, tolleranti, un po’ greci, un po’ arabi, nei quali l’omosessualità le importanza, storica e sociale, che l’autore ha scelto di narrare af- assume funzioni ideologiche, sdogananti, destoricizzanti. Il testo propone una lettura antropologica finché non si perda nell’oblio il sacrificio di tanti eroici protagoni- dell’intera vicenda, con l’ausilio di fonti originali, e ne svela il sostrato retorico e la natura politica. sti della lotta per la libertà. 37 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 Una strage dimenticata nel volume di Salvatore Belcastro Un’analisi storica sulla questione agraria della Sila e i moti dell’agosto del ‘25

Salvatore Belcastro tifica con la storia delle usurpazioni e quella degli usi civici, partendo dalla fine SOTTO IL SELCIATO del Settecento fino ai primi decenni del Novecento, utilizzando una corposa do- Storia di una cumentazione costituita da dispacci prefettizi, ritagli di giornali dell’epoca e DUE AGOSTO 1925 strage dimenticata missive del Partito nazionale fascista dirette ai diversi gerarchi del partito. pp. 126 - Euro 12,00 Belcastro in Sotto il selciato, passa in rassegna numerosi avvenimenti che sono Sulle nere cime dell’Altopiano tappe della questione agraria e molti fenomeni ad essa collegati, come il brigan- grida straziante il ghibli alvatore Belcastro, chirurgo e do- taggio. La conclusione che ne trae è che quegli avvenimenti verificatisi sulla grida il canto di morte, il piombo stretto cente universitario, con questo piazza antistante il Municipio di San Giovanni in Fiore, vennero volutamente e nella domenica alta d’agosto S saggio ripropone all’attenzione scientificamente occultati alla storia per salvare gli uomini del “regime”, con sul bruno selciato dell’Annunziata. dell’opinione pubblica nazionale, ma so- l’intervento della censura che intervenne sulla grande stampa. Infatti, soltanto prattutto all’attenzione dei suoi concitta- negli anni Sessanta una lapide Sulle scale a mille a onde va dini, l’efferata strage di innocenti verifi- fatta erigere dall’amministra- la gente, la mia gente catasi nella mattinata del 2 agosto 1925, zione di sinistra, ne ricorda a in pugno il grano nel cuor furente. quando una massa di contadini inermi futura memoria quei fatti e i Spari… pozze di sangue manifestava contro l’imposizione di tas- nomi di quelle innocenti vitti- schiamazzi e urla se inique sui generi di prima necessità, me della violenza fascista as- una nuvola grigia sul campanile imposte dal commissario prefettizio servita ai latifondisti. ignara gioca coi ghibli Giovanni Rossi; gabelle assolutamente insostenibìli per le condizioni di vita del Il libro è stato presentato a San nella lugubre campana. popolo sangiovannese che si trovava nella miseria più assoluta, poiché le terre Giovanni in Fiore, presso Casa Gioacchino è in rivolta demaniali destinate ai contadini, nel corso dei decenni, erano state usurpate dai Lopez, il 12 agosto da Fulvio Filomena è a terra travolta latifondisti che ancora tuttora ne gestiscono ogni zolla. Quella tragica mattina, la Mazza, Pino Fabiano, Emilia- un sobbalzo, una lacrima, un grido polizia fascista al comando di un commissario megalomane e “cacarellaro”, fe- no Morrone e dall’assessore al- un ultimo tumulto ce fuoco sulla folla ammassata sul sacrato dell’Abbazia Florense davanti al por- la cultura Giovanni Iaquinta, in grembo l’ultimo sussulto. tone del Municipio, provocando la morte di cinque persone, un uomo e quattro alla presenza dell’autore e del- donne, delle quali due in avanzato stato di gravidanza: Filomena Marra, Barba- l’editore, Franco Arcidiaco. Spari, ancora spari… pozze di sangue ra Veltri, Marianna Mascaro, Antonia Silletta e Saverio Basile, mentre non me- schianti, schiamazzi e urla… no di quindici furono i feriti tra i quali si ricordano Rosina Gallo, Bernardo da “Il nuovo Corriere della Sila” nel pietoso silenzio della sera Sciarrotta e Peppino Tiano per la loro giovanissima età. al grido straziante dei vento. Il prof. Belcastro in questo saggio, che segue da poco Il silenzio dei lupi (Rub- Libro premiato Mario Basile bettino editore), incentrato sullo stesso argomento ma sotto forma di romanzo, “Franz Kafka Italia” 12.7.2013 analizza in questo suo ultimo lavoro, la questione agraria della Sila che s’iden- III Edizione 2013 Storie minime della Calabria di ieri e di oggi Il romanzo meridionalista di Zitara Bruno Gemelli Nicola Zitara IL GRANDE OTTO MEMORIE DI QUAND’ERO ITALIANO Storie dimenticate di Calabria In appendice il saggio Una versione pp. 256 - Euro 15,00 giusnaturalista del socialismo scientifico Prefazione di Carlo Benedetti runo Gemelli, noto giornalista calabrese, apre il libro del- pp. 472 - Euro 20,00 B la memoria e ricompone storie minime della sua terra, at- traverso i ricordi di vicende e personaggi incontrati nella sua emorie di qund’ero italiano è il primo ro- lunga carriera di cronista. Racconti di una Calabria di ieri e di “M manzo di Nicola Zitara. È romanzo storico, oggi dove rivivono grandi personalità, fatti oscuri, piccole cu- come l’ha definito lo stesso autore, ma anche auto- riosità. Titta Foti, il Leo Longanesi della Calabria. Ciccio Mo- biografico. Si potrebbe anche definire come saga di dafferi, il sindaco antimafia di Gioiosa Jonica. Vico Ligato, la una dinastia di saggi e operosi imprenditori amalfi- prima vittima eccellente. E poi tante storie collettive: il crepu- tani, approdati con successo in Calabria nella secon- scolo dei ‘casini’; gli eroici fanti della “Brigata Catanzaro”; i da metà dell’Ottocento e destinata al fallimento calabresi nella spedizione dei Mille e nella Costituente repub- aziendale per l’emarginazione economica seguita blicana. Ma anche una storia mai raccontata prima: la relazione all’Unità. I due piani s’intersecano e integrano pia- Donatini-Molinaroli degli inizi anni Cinquanta che esaminava le cevolmente. Il giovane lettore godrà l’incanto dell’affresco originale del secondo tre città calabresi aspiranti al capoluogo e che non è mai stata, prima di oggi, pubblicata. Il “grande ot- Novecento dipinto dall’Autore con figure a tutto tondo e colori forti e gentili; chi to”, dal nome della corsa automobilistica che nel dopoguerra solcava le strade tortuose della Calabria, ha vissuto quel periodo avrà modo di rievocarlo dal punto di vista dell’Autore, una si compie qui, in questo libro, che circolarmente torna sui luoghi dimenticati, sollevando la polvere de- prospettiva meridionalista che scaturisce dalla saggezza ed esperienza dello studio- positata dal tempo, «dentro il ventre della Calabria e fuori dal giardino degli umori appassiti». so e del letterato d’eccezione...”. La storia dell’Intelligence italiana Un romanzo per capire la ’ndrangheta

Antonella Colonna Vilasi Paolo Praticò STORIA DEI SERVIZI SEGRETI MALANDRINI ITALIANI Faciti largu chi passa Sciruni, Dall’Unità d’Italia alle sfide del XXI secolo lu capu di li malandrini pp. 264 - Euro 17,00 pp. 168 - Euro 14,00

l cuore del volume consiste dell’esposizione della storia dell’in- a storia della ’ndrangheta presentata in una veste che co- I telligence italiana, dagli Stati preunitari alle ultime nomine ai L niuga romanzo e scrupolosa ricerca storica. Attraverso vertici delle agenzie informative attuali. I sei capitoli che compon- una serie di spaccati che vanno dall’epoca delle imprese di gono il testo sono corredati da schede di approfondimento su feno- Garibaldi agli anni ‘60, l’autore si propone di analizzare il meni e/o personaggi degni di nota nell’ambito dei diversi periodi paradosso di questo mondo così primitivo e segreto, fatto di di riferimento affrontati nella trattazione. Contiene inoltre, ben 13 rigide costanti e di tradizione, eppure mai in declino durante interviste, realizzate dall’autrice, ad illustri protagonisti dei servi- i decenni di tumultuosi cambiamenti storici e progresso che zi d’informazione del nostro paese: ex direttori d’intelligence, tra compongono l’arco del Novecento. Malandrini ricorre i riti cui Mario Mori, ex capi di Stato Maggiore e generali d’Armata, iniziatici, la ferocia, i codici di comportamento degli affiliati come Vincenzo Camporini, e infine politici ed esperti internazio- e narra le vicende di coloro le cui sorti si sono incrociate, o nali d’intelligence, Carlo Jean e Giuseppe De Lutiis in primis. piuttosto scontrate, con quelle dell’“onorata società”. 38 Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 LettereMeridiane Il fascino e la forza del poemetto d’Aspromonte La città di Belcastro a cura di Carmelina Sicari in un racconto storico Giovanni Scarfò LA CANZONE D’ASPROMONTE Emilio Grimaldi Poema del Quattrocento BELCASTRO pp. 104 - Euro 15,00 Nelle memorie di Rodolfo Piterà pp. 94 - Euro 10,00 antastorie, burattini e romiti, tra la Gente d’A- spromonte, cantano la storia d’amore tra Ruggie- ell’agosto 2012 Emilio Grimaldi, C ri e Gallicella. Il fascino del poemetto, rispetto al- scopre per caso le memorie del nonno la canzone in lasse romanze del 1190, sta essenzialmente Rodolfo Piterà riguardanti la città di nella costruzione del volgare, una lingua che ha un fasci- N Belcastro. Decide allora di ripercorrerne l’im- no primitivo, una forza drammatica. Protagonista è la magine attraverso quei ricordi, curando perso- montagna, l’Aspromonte, oggi nota per i misfatti in essa nalmente i materiali ritrovati. Ne viene fuori compiuti, ma, fino al 1600, con l’ultimo rifacimento di un libro nel quale l’autore, oltre a dipingere la Ludovico Dolce “Le avventure del conte Orlando”, sino- storia di usi, costumi, musica e società del nimo di forza e di coraggio. In Aspromonte si riuniscono tempo, produce una rassegna della città e del- gli eserciti e si svolgono terribili combattimenti; in Aspromonte giunge Orlandino che soc- le sue vicende principali. Un racconto storico corre lo zio Carlomagno e sconfigge Almonte, ed in Aspromonte viene iniziato cavaliere. prezioso, che nessuno prima di lui aveva mai DVD: docufilm “La Canzone d’Aspromonte”. scritto, sulla comunità di Belcastro. La cultura nella società umana I versi intensi di Tympani Christian Palmieri - Gaetano Leonardi Giuseppe Tympani IL PREMIO CROTONE (1952-1963) POESIE E PAGINE SCELTE Impegno culturale e nuovo pp. 176 - Euro 14,00 meridionalismo. Cronache pp. 104 - Euro 15,00 a poesia di Giuseppe Tympani vive nel mondo degli affetti teneri e delicati, di passioni sentite …Poi quando a mezzanotte il vecchio poeta L col cuore e con l’anima; c’è nei suoi versi il tra- Giuseppe Ungaretti comparve, affannato e sor- sporeto e l’entusiasmo della giovinezza ma anche la tri- ridente, nella grande platea affollata, essendo stezza e la malinconia di un temperamento pensoso. Bi- “ sogna tenere conto del clima della poesia di Tympani per arrivato in quel momento da Roma, un omaggio stre- pitoso significò la volontà di tutto un popolo a rende- poterla giudicare con obbiettività; ci troviamo infatti nei re onore alla cultura. Certamente molti di quelli che limiti della poetica dannunziana e nel mondo sentimen- applaudivano ignoravano i veri meriti di ognuno. tale di Gozzano, il che spiega talune forme di impressio- Non tutti erano persone colte. C’è chi notò che la pre- nismo a cui il poeta un po’ spesso indulge. Anche il Pa- valenza era data dagli elementi popolari. Ma che im- scoli talvolta si risente nei versi psicologicamente intensi porta? Essi erano persone civili, essi sapevano il posto di Tympani, soprattutto in quelli di carattere domestico e che deve spettare alla cultura nella società umana”. familiare, in cui il poeta canta affetti presenti o perduti. Mario La Cava, Corrispondenze dal Sud Italia Tratto dalla Letteratura Calabrese di Antonio Piromalli. L’alunno sacerdote di Pascoli Il divino poeta in vernacolo reggino Giuseppe S. Minutoli - A cura di Domenico Suraci Sergio Di Giacomo - Giuseppe Ramires CARMELO LANUCARA IL PROFESSOR PASCOLI A MESSINA Biografia e i tre Canti dell’Inferno E L’ALUNNO SACERDOTE La tesi di Laurea di Salvatore dantesco in vernacolo reggino De Lorenzo su l’Ipotesi Messianica pp. 72 - Euro 10,00 nella IV Egloga di Virgilio ella triste solitudine della campagna Um- pp. 248 - Euro 18,00 bra, quando ancora la bufera sinistra del nazi-fascismo minacciava, perfino, la vita hi era lo studente al quale il professore Giovanni “N del più pacifico contadino, io che in quella campagna Pascoli, nei cinque anni della sua docenza di Let- mi trovavo, insieme alle mie creature, che tanto avevo C teratura Latina presso l’Università di Messina, anelato nelle dure giornate del carcere, e che tremavo assegnò l’unica tesi di laurea a noi nota? Come mai l’ar- gomento dell’elaborato, redatto da un giovane sacerdo- più per la loro, che per la mia esistenza, ho cercato di te, ha una forte caratterizzazione religiosa? Qual è il va- eludere il pensiero assillante di una nuova cattura (che lore scientifico e culturale di quella trattazione e dell’opzione ermeneutica ivi accolta? A mi avrebbe definitivamente strappato dagli affetti dei queste e ad altre domande tenta di rispondere il Volume che, nel riproporre in maniera cri- miei cari) col dedicarmi, inusitatamente, a ricomporre tica, con un attento esame filologico, una tesi di laurea concepita nel lontano 1901. in vernacolo, i versi immortali del divino poeta...”. Carmelo Lanucara Il legame tra due vite sospese Rosalia Messina Aforismi contro l’ovvietà Silvana Baroni PIÙ AVANTI DI QUALCHE PASSO PARALLELEBIPEDI pp. 104 - Euro 10,00 pp. 130 - Euro 8,00 ue gemelle, due vite sospese tra il doppio e la metà. D Un nucleo matriarcale che si riscatta dalla miseria e ilvana Baroni coltiva da sempre aforismi particolarmente laconici ( la dall’ingiustizia sociale. Un legame fortissimo che non si S lunghezza non supera quasi mai la riga), alleggeriti dei nessi di subor- allenta mai, un piccolo mistero che si svela solo alla fine. dinazione della frase, stilizzati e lineari come i suoi disegni (“una retta fra Primo classificato Premio Narrativa e Poesia “Città del due punti” scrive la scrittrice) e nei quali la limitatezza verbale si trasfor- Tricolore” Reggio Emilia 2013 Sicilia, 1950. ma in una lama precisa e tagliente l’ovvietà e l’ordinarietà della realtà. 39 LettereMeridiane Anno VIII - n. 32/34 - Aprile/Dicembre 2013 Qualità e prospettive delle città eco-efficienti Madre e figlia: Sante Foresta PIANIFICAZIONE STRUTTURALE un dialogo a lungo Strategie - Strumenti - Processi pp. 300 - Euro 18,00 rimandato n Europa le aree urbane sono confrontate a una serie di problemi am- Ida Nucera bientali, quali la cattiva qualità dell’aria, gli elevati livelli di traffico LA CASA DELL’ASSENZA I e di congestione, lo sviluppo incontrollato delle città, le emissioni di pp. 104 - Euro 12,00 gas serra, la produzione di rifiuti e di acque reflue. Questi problemi pos- sono provocare danni all’ambiente e incidere sulla salute umana. Attra- a complessa e delicata tessi- verso la pianificazione strutturale le autorità locali svolgono un ruolo de- tura che vela il rapporto ma- cisivo nell’attuazione della legislazione ambientale e nel miglioramento dre-figlia, raccontata intensa- dell’efficienza ambientale delle città. Le città più eco-efficienti hanno L mente all’interno di un cerchio di messo a punto un approccio integrato alla gestione urbana in base al qua- relazioni femminili significative le le decisioni quotidiane sono guidate da una visione strategica e da che segnano in maniera indelebile obiettivi strategici. È un modo di procedere che può contribuire a miglio- l’Autrice, emozioni vive dentro rare la qualità della vita e le prospettive economiche di una città, permettendo di attrarre nuovi abitanti e un’analisi lucidissima e, talvolta, nuove imprese. Se è vero che la pianificazione strutturale è in grado di attivare azioni significative a livel- lo locale, è altrettanto vero che le pubbliche autorità a livello regionale, nazionale ed europeo devono an- spietata. Un dialogo a lungo riman- ch’esse dare prova di iniziativa. Pianificazione Strutturale è la sintesi delle attività didattiche svolte negli dato, per prudenza, per eccessivo ultimi anni nel Corso di Laurea in Urbanistica e delle ricerche di base finanziate dalla Mediterranea. pudore, per la difficoltà di procede- Prefazione di Enrico Costa re sulla carne viva... L’amore, la terra: una storia Tre esistenze unite da un filo invisibile Margherita Catanzariti Felice Diego Licopoli SEGUI SEMPRE IL GATTO BIANCO STRISCE DI LUNA pp. 144 - Euro 12,00 pp. 488 - Euro 15,00

uesto libro vuole essere un inno all’amo- n giovane immigrato nella New York dei re, all’arte e alla poesia. Un inno alla bel- primi del Novecento, un abile sarto di Q lezza della nostra terra e alla sostanza del- U Gioia Tauro e un farabutto che si aggira per le cose. Ai segreti nascosti dentro ognuno di noi. le strade di Genova, questi i protagonisti di Strisce Vuole essere un inno alla memoria di qualcosa di luna. Tre esistenze, tre storie lontane, diverse, ep- che non torna, ma di cui resta viva la grazia. Per pure connesse da un filo invisibile che le renderà quelli che si chiederanno quanto ci sia di vero in parte di un lungo arco narrativo dove le speranze, i queste pagine, forse perché riconosceranno qual- sogni, i valori, la follia, il cinismo e persino la cru- cuno dei personaggi o dei luoghi che hanno ispi- deltà si intrecciano, sotto la pallida luce della luna, rato la storia, rispondo che tutto è vero e tutto è in- per dare vita ad una serie di spaccati che ben rap- ventato… presentano la realtà e le contraddizioni di quel seco- lo che da poco ci siamo lasciati alle spalle. I Film in difesa dell’ecosistema 30 Lp per raccontare i ‘70 Antonio Fabio Familiari - Valentina Bertuzzi Domenico Giordano NUCLEAR MOVIES 30 DISCHI ITALIANI Percorsi del nucleare nel cinema …per parlare di anni ‘70 di fantascienza pp. 224 - Euro 15,00 pp. 72 - Euro 10,00 n’opera sulla musica degli anni Settanta l nucleare, la finitezza delle risorse umane e ricostruiti attraverso i dischi. Anni Settan- naturali, la ricerca di una maggiore sostenibi- U ta visti e vissuti da appassionati di musica I lità, sono questi i temi della cosiddetta “fanta- e collezionisti di vecchi vinili. Descritti dalle note scienza matura”. È attraverso questo Genere che il di soli trenta LP, che più degli altri l’autore ha cinema mette in luce la consapevolezza che, di- ascoltato e apprezzato. Solo vinili italiani, perché struggendo l’ambiente, l’uomo sfida il proprio fu- questi da sempre risultano più confacenti ai gusti turo. Nell’efficace descrizione di un pianeta ecolo- dell’autore, amante del rock made in Italy e della gicamente minato, questi film sottendono un im- nostra canzone d’autore. Dire “solo trenta dischi” portante monito e cioè che l’unica possibilità per la può sembrare poco… Tuttavia “solo trenta dischi” salvaguardia dell’ecosistema è la ricerca di una educazione ambientale che scon- potrebbero già essere sufficienti a ricostruire una giuri quello che lo schermo racconta come una “ipotesi di minaccia”. storia. Che è personale ma, ne siamo certi, comune anche a tanta altra gente…

pescatore Glauco e la dolce Scilla, divenendo dramma terri- L’infame destino di un mito bile e osceno. Allo scrittore Oreste Kessel Pace di Palmi è stato conferito il Oreste Kessel Pace premio alla carriera, a Rende il 21 settembre 2013, dall’asso- SCILLA ciazione culturale Gueci di Rende (CS) e dall’Accademia di Racconto mitologico Belle Arti e di Lettere di Salerno. Il prestigioso riconoscimen- pp. 72 - Euro 10,00 to è stato assegnato durante una serata di gran gala svoltasi nella ridente citta calabrese, alla presenza di autorità del mon- mero, Virgilio, Ovidio, ma anche Tucidide, Plinio, Polibio, Eustazio, do politico e culturale, con la seguente motivazione: “Artista Cicerone cantarono l’infame destino di Scilla, la bellissima fanciulla insignito del Premio alla Carriera per aver dato lustro al mon- O trasformata in creatura bestiale per invidia e gelosia. Il mito rivive do culturale calabrese con i numerosi, qualificati e alti contri- nelle pagine di questo libro, nel racconto dell’amore impossibile tra il giovane buti negli ambiti storico, antropologico, artistico e sociale”. PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA “Proseguiremo nell’impegno sinergico

con le istituzioni territoriali e i cittadini” Lettere Meridiane n. 34-2013 Pubblicità istituzionale

ingrossare il bacino dei disoccupati e zione. Il liberismo lascia poco spazio degli inoccupati, provocando la chiu- alla solidarietà in un mondo in cui la sura di piccole aziende commerciali, maggiore preoccupazione dei governi la cancellazione di laboratori artigia- sono le banche, le borse, mentre passa nali, la crisi dei consumi, l’espulsione in secondo piano la condizione di mi- dal fragile sistema produttivo degli lioni di famiglie che non hanno da over 50. Sono cresciute così le dise- mangiare. “Se il denaro diventa il guaglianze, la precarietà, la paura del centro della nostra vita – ha detto Pa- futuro. In mancanza di dialogo socia- pa Francesco lo scorso autunno – ci le si rischia di fare prevalere la violen- afferra e noi perdiamo la nostra iden- za, l’individualismo, la rissosità e tità di essere umani”. vengono meno la solidarietà e il con- I cittadini vivono con difficoltà e tributo alla pace. disorientamento anche l’attuale pe- La frenesia della società contem- riodo “d’interregno” in cui le vecchie poranea fa aumentare nel cittadino regole che disciplinavano il funziona- globale il bisogno di speranze per un mento dello Stato non producono più domani meno incerto. Nonostante la effetti, mentre le nuove tardano a ve- crisi e le nuove povertà, le nostre co- nire, soprattutto a causa della risso- munità - in cui sono ancora molto for- sità tra e all’interno delle formazioni ti i legami familiari e radicato il senso politiche e agli schiarimenti parla- dell’appartenenza e della solidarietà - mentari. riescono ad attutire gli effetti dell’e- Come rappresentanti dell’ente marginazione rispetto ad altre realtà Provincia, che nostro malgrado conti- geografiche che da tempo ormai han- nua ad essere svuotato di funzioni e i siamo lasciati alle spalle no perso questo capitale sociale. risorse, ci sentiamo obbligati a prose- un 2013 particolarmente I cittadini sono stanchi delle pro- guire nell’impegno sinergico con le C difficile per la nostra realtà messe e degli impegni che la leader- altre istituzioni territoriali e soprat- geografica che, analogamente a quan- ship politica assume quando chiede il tutto con i cittadini. Al tempo stesso to avviene in tutto il Paese, ha dovuto consenso elettorale. La gente è diso- non smetteremo di svolgere il ruolo fare i conti con gli effetti di un’econo- rientata e si fida poco di una classe di- di stimolo nei confronti del Governo e mia globale portatrice di nuove po- rigente in parte corrotta che si allonta- del Parlamento, così come verso la vertà e di emarginazione sociale. na sempre di più dal bene comune. Regione: i primi sono chiamati ad as- I tanti sacrifici affrontati e quelli Analogamente guarda con sospetto le sumere provvedimenti per una nuo- che ancora ci attendono, però, non banche, i mercati, impegnati come so- va condizione socio - economica del devono farci diventare ostaggio della no nell’incrementare la ricchezza di Mezzogiorno, la terza, invece, deve rassegnazione e del pessimismo che quanti rappresentano il capitalismo dimostrare grande capacità di pro- ci rubano la fiducia nei confronti del- finanziario. grammazione soprattutto nell’inve- le istituzioni e, finanche, rendono dif- Da produttori di beni, oggi siamo stire le risorse dell’UE finalizzandole ficile il dialogo all’interno della stessa diventati consumatori: sudditi di un alla modernizzazione strutturale del- comunità di appartenenza. modello occidentale che ci rende tutti la Calabria. Gli effetti della crisi economica più poveri e che continua a smantella- mondiale scoppiata nel 2008, in parti- re il sistema solidaristico che si regge- Dr Giuseppe Raffa colare, qui da noi, hanno contribuito a va anche sui vecchi modelli di produ- Presidente della Provincia