COMPITO AUTENTICO Il Gotico in Italia 1 GIORNO: MILANO

• partenza ore 7:05 treno Valenza- Alessandria • arrivo ore 7:20 • ore 8:10 pullman (flix bus) per Milano e arrivo alle ore 9:25 • ore 9:40 visita Castello Sforzesco CASTELLO SFORZESCO Diverse e complesse sono state le trasformazioni che nel corso dei secoli hanno modificato il Castello Sforzesco, rendendolo uno tra i monumenti più rappresentativi e popolari di Milano. Il Castello Sforzesco venne costruito da Francesco Sforza nel Quattrocento. Nel Cinquecento passò sotto il dominio spagnolo, che lo utilizzò come cittadella militare. Più tardi Napoleone ordinò la distruzione dell’edificio, in accordo con la popolazione milanese. Il Castello Sforzesco sopravvisse alla distruzione e venne restaurato ad inizio Novecento. Alla fine passò al Comune di Milano ed è oggi sede di alcuni dei più importanti musei della città. In tutto ciò, la funzione principale del castello era quella di difesa ed lo è sempre stata da quando furono avviati i progetti di edificazione. • ore 13:00 passaggio attraverso Galleria Vittorio Emanuele per pranzo a 'Le Banque' • ore 14:30 visita al Duomo DUOMO DI MILANO La cattedrale, una delle più grandi della cristianità, è molto originale e si allontana per molti punti dalla tradizione italiana. La pianta, con due coppie di navate laterali ( si può dire a cinque navate, tanto quelle laterali sono spaziose ), con transetto aggettante ( pure esso unito di navate laterali ), con coro poligonale e deambulatorio. La navata centrale è ampia il doppio di quelle laterali, che sono si altezza leggermente decrescente, in modo da permettere l'apertura di piccole finestre ad arco acuto, sopra gli archi delle volte, che illuminano l'interno in maniera diffusa e tenue. I cinquantadue pilastri polistili dividono le navate e sorreggono le volte a costoloni simulanti un traforo gotico. In elevazione le proporzioni sono ampie, così come la comunicazione fra le diverse parti. L'esterno offre l'esempio più ricco e complesso di tardo gotico, il più esuberante d'Europa. I pilastri degli archi rampanti, ugualmente ricoperti di decorazione rettilinea, sono sormontati da alte guglie appuntite; gli archi rampanti, ornati profusamente allo stesso modo, conducono al coronamento dei muri superiori, con la straordinaria balaustrata ad archi sotto innumerevoli timpani, essa pure sormontata da guglie. • ore 16:30 uscita dal Duomo • ore 16:40 metro gialla per Milano Centrale • ore 18:20 partenza treno per Firenze • ore 20:00 arrivo a Firenze • ore 20:30 cena Da Marione HOTEL PENDINI Alloggerete all’ Hotel Pendini, poco distante dal ristorante, per 2 notti, dove lascerete i vostri bagagli e li riprenderete tornando da Siena, durante lo scalo del treno per Milano. L’ Hotel Pendini, situato a 5 minuti a piedi dal Duomo di Firenze, è un raffinato albergo costruito nel 1876. Le camere sono graziose, dallo stile classico, le sistemazioni sono accessibili solo tramite le scale e vi è un’elegante sala da pranzo con vista sulla città. 2 GIORNO: • oreFIRENZE 8:00 colazione • ore 9:00 visita Santa Maria Novella • ore 10:30 visita Duomo + Museo dell'Opera SANTA MARIA NOVELLA È in questa chiesa, la più importante dell’ordine dei Dominicani, che il gotico italiano della seconda metà del XIII secolo produce l’opera più completa e più feconda per l’avvenire. La pianta ricorda le abbazie cistercensi a terminazione rettilinea con cappelle rettangolari orientate, che si aprono su un vasto transetto. Le navate laterali, molto alte, comunicano con la navata centrale per mezzo di arcate altissime, sostenute da pilastri contornati da semicolonne. Le finestre superiori, circolari, si aprono su vasti tratti di muro spoglio. In questa chiesa nulla fa pensare a un contatto con l’arte francese contemporanea; il gotico italiano produce qui il suo primo capolavoro compiuto. DUOMO DI FIRENZE Colpisce per le dimensioni monumentali e per il suo apparire come monumento unitario, soprattutto all’esterno, grazie all’uso degli stessi materiali: marmo bianco di Carrara, verde di Prato, rosso di Maremma e il cotto delle tegole. Il corpo basilicale è diviso in tre navate, divise da grandi pilastri, dalle cui basi si dipanano le mebrature architettoniche che culminano nelle volte ogivali. La costruzione del Duomo presentò problemi immensi che non furono del tutto risolti. Pare che la pianta del 1300 prevedesse una terminazione orientale a cupola su ottagono, sul quale dovevano aprirsi tre conche. Una soluzione che fu ripresa e ampliata alla metà del XIV secolo e alla quale, nel XV secolo, Brunelleschi aggiunse il coronamento maestoso della cupola attuale. Nel 1418 fu indetto un concorso pubblico per la progettazione della cupola. Brunelleschi adottò una soluzione altamente innovativa, predisponendo una doppia calotta in grado di autosostenersi durante la costruzione, senza ricorrere alle tradizionali armature di sostegno. La disposizione dei mattoni a spina di pesce serviva soprattutto a creare un appiglio per le file dei mattoni in modo da impedirne lo scivolamento fino alla presa della malta. Per la complessità dell’impresa e lo straordinario risultato ottenuto, la costruzione della cupola è considerata la prima, grande affermazione dell’architettura rinascimentale. MUSEO DELL'OPERA

Il primo progetto della nuova Cattedrale fu del grande architetto e scultore Arnolfo di Cambio. La pianta con absidi trilobate, a forma di fiore, rendeva omaggio alla città di "Fiorenza". Arnolfo e i suoi aiutanti avevano realizzato anche le sculture della facciata che doveva celare alla vista la Cattedrale più antica, Santa Reparata, ancora in funzione durante i lavori. Rimosse nel 1587, e oggi in gran parte esposte nel Museo dell'Opera del Duomo, le sculture di Arnolfo rendono pienamente conto del percorso artistico del maestro, aggiornato sulle novità gotiche e impegnato nella definizione di un linguaggio plastico nuovo, di matrice classica, dalla forza essenziale e dall'eleganza sobria. Dopo una lunga stasi dei lavori, seguita alla morte di Arnolfo, nel 1334 il Comune di Firenze affidò la direzione dell'impresa a Giotto, giunto all'apice della sua notorietà. Questi progettò il Campanile e sovrintese alla costruzione del primo ordine con l'aiuto di Andrea Pisano, che dal 1337, dopo la morte del maestro, ebbe l'incarico di proseguire i lavori. Nonostante le alterazioni di Andrea e poi del terzo capomaestro, Francesco Talenti, che portò a termine la costruzione, il Campanile risulta armonioso nell'alleggerimento delle superfici murarie verso l'alto, traforate da bifore e trifore. Il basamento venne decorato con un ciclo di formelle realizzate da Andrea Pisano e dai suoi collaboratori, tra i quali Maso di Banco e Alberto Arnoldi, secondo un programma di carattere enciclopedico che rappresenta la creazione dell'uomo e il suo percorso terreno verso la redenzione, attraverso la Genesi, le Arti Meccaniche e Liberali, le Virtù, i Pianeti, i Sacramenti, sotto la tutela di Profeti e Sibille. La facciata del Duomo, le sue quattro porte laterali e il campanile costituirono tra XIII e XV secolo un vero e proprio museo all'aperto della scultura fiorentina, nonché una sfida per gli artisti a ricercare nuove, personali soluzioni. Il percorso di è legato in gran parte proprio alla sua attività per l'Opera di Santa Maria del Fiore, che lo impegnò dai suoi esordi. Attraverso il “Profetino” per la Porta della Mandorla, poi il in marmo (destinato a un contrafforte della Cupola e oggi conservato nel Museo del Bargello), infine il San Giovanni Evangelista per la facciata, Donatello stabilì i capisaldi della propria poetica e pose le basi della scultura rinascimentale. Con la serie dei cinque Profeti e l'Abramo per il campanile, eseguiti a partire degli anni Venti e Trenta del Quattrocento, e con la Cantoria terminata nel 1439, propose la sua personalissima interpretazione dell'arte classica, sconvolta da una forza interiore che anima volti, panneggi, gesti, capigliature, esempio di libertà espressiva unita al rigore formale. Lasciò infine un esempio della sua potenza creativa finale nella tardissima Maria Maddalena del 1453, una figura drammatica animata da un'energia puramente spirituale, ormai priva di qualsiasi traccia di idealizzazione classica, destinata al Battistero e conservata oggi nel Museo dell'Opera del Duomo. Negli stessi anni altri grandissimi scultori fiorentini ebbero incarichi importanti. Nell'interno del Duomo, sopra le porte delle Sagrestie, al ritmo sfrenato della Cantoria di Donatello si contrapponeva la misura pacata della Cantoria, coeva, di Luca della Robbia, oggi entrambe nel Museo dell'Opera. Negli anni Quaranta Luca eseguì anche le due lunette in terracotta invetriata che coronano le porte delle Sagrestie e, durante gli anni Settanta, i rilievi dei battenti bronzei. In anni precedenti lo stesso maestro aveva completato il ciclo di formelle per il Campanile iniziato da Andrea Pisano. • ore 12:30 pranzo a 'La Finistarrae' • ore 14:30 visita al complesso monumentale di Santa Croce + Mostra Buonarroti • ore 17:00 tempo libero per guardare Piazza della Signoria e Via dei Calzaiuoli COMPLESSO MONUMENTALE DI SANTA CROCE E' un edificio vastissimo, la cui navata principale raggiunge quasi 20 m di larghezza (16 m a Chartres) e eguaglia in altezza le cattedrali del nord (34 m). La copertura è in legno, tranne nell'abside e nelle cappelle terminali. L'interno di Santa Croce è apparentemente semplice e altamente monumentale al tempo stesso, con tre navate divise da due file di grandi pilastri a base ottogonale. L'interno, ampio e solenne, ha una forma di croce "egizia" (o commissa) cioè a "T", tipico di altre grandi chiese conventuali, con un transetto particolarmente esteso (73,74 m) che taglia la chiesa all'altezza dell'abside poligonale. La pianta, come a Santa Maria Novell, segue lo schema delle chiese cistercensi. La successione di dieci cappelle orientate, cinque su ciascun lato dell'abside, lascia ampie superfici per la decorazione parietale. Le immense finestre dell'abside a due luci conferiscono un accento essenziale, molto gotico nel suo verticalismo, all'effetto luminoso. La grandiosa basilica è probabilmente opera di Arnolfo di Cambio, che vi avrebbe lavorato a partire dal 1294-1295, anche se non abbiamo documenti scritti che lo confermino. La critica però ha confermato ormai l'attribuzione tradizionale, sia per l'elevato livello qualitativo del complesso, sia per le analogie con altre opere del grande architetto. PIAZZA DELLA SIGNORIA Piazza della Signoria è stata al centro della vita politica di Firenze fin dal XIV secolo. La Piazza ha visto realizzarsi importanti eventi storici e grandi trionfi, come il ritorno dei Medici nel 1530. Nel 1497 fu qui organizzato il Falò delle Vanità promosso dal frate domenicano Girolamo Savonarola, che fece bruciare nella piazza migliaia di oggetti da lui ritenuti "peccaminosi", tra cui libri e dipinti.

Solo un anno più tardi il Savonarola fu accusato di eresia e fu bruciato sul rogo nella stessa Piazza della Signoria, come ci ricorda una targa in marmo posizionata di fronte alla fontana del Nettuno. Le famose sculture collocate in Piazza della Signoria hanno riferimenti alle vicende politiche di Firenze, con qualche contrasto. Il David fu realizzato da e posizionato di fronte al Palazzo Vecchio a simboleggiare il potere della Repubblica fiorentina in contrasto con la tirannia dei Medici. Ercole e Caco (1534) di Bandinelli simboleggia invece il potere fisico della famiglia. Il Nettuno (1575) di Ammannati ricorda le ambizioni marittime dei Medici, mentre la statua equestre del Duca Cosimo I (1595) del Giambologna è un elegante ritratto di un grande uomo, che riuscì a portare tutta la Toscana sotto il potere militare dei Medici. FONTANA DI NETTUNO

Nel 1559, per creare la prima fontana pubblica di Firenze, Cosimo I de’ Medici bandì un concorso al quale parteciparono i più importanti scultori fiorentini dell’epoca: Benvenuto Cellini, Baccio Bandinelli, Vincenzo Danti, Bartolomeo Ammannati e il Giambologna. Venne scelto il Nettuno dell’Ammannati, considerato vera e propria allegoria della potenza fiorentina sui mari. La fontana di Nettuno realizzata da Bartolomeo Ammannati e dal Giambologna si colloca tra gli anni 1563-1565 in occasione dell'inaugurazione di un nuovo acquedotto.

La figura colossale del Dio del mare su un carro trainato da quattro cavalli è contornata da tre giovani tritoni e da quattro figure che rappresentano Doride Oceania con la figlia Nereide Teti e due divinità marine. DAVID Il David di Michelangelo è una famosa scultura opera dell'artista Michelangelo Buonarroti che iniziò i lavori nel 1501 e li terminò nel 1504. La scultura è realizzata in marmo bianco, è alta 5,17 metri ed è stata commissionata dall'Opera del Duomo di Firenze come simbolo della repubblica fiorentina; la statua rappresenta l'eroe biblico, prima di affrontare Golia. Una volta terminata questa opera venne esposta in piazza della Signoria proprio di fronte a Palazzo Vecchio, dove attualmente è esposta una copia dell'originale. Il David di Michelangelo rimase lì fino al 1873 finché alla celebrazioni del 400esimo anniversario della nascita di Michelangelo si decise di spostare l'opera all'interno dell'Accademia di Belle Arti. L'eroe rappresentato da Michelangelo sembra trasparire un forte concetto di solidità, perfezione e potenza legate assieme da linee armoniose e dolci; un prototipo perfetto di bellezza assoluta, ha un volto molto espressivo e curato, mentre il busto e le braccia sono caratterizzate da linee forti a testimonianza di colui che con la fede di Dio, non ha paura di niente e di nessuno. ERCOLE E CACO

Il gruppo scultoreo di Ercole e Caco fu realizzato da Baccio Bandinelli, su commissione di Clemente VII e Alessandro dei Medici, e venne posto nel Luglio del 1534 davanti alla porta di Palazzo Vecchio di fianco alla statua del David, dal lato di San Pier Scheraggio, come già previsto nel progetto al quale era stato interessato Michelangelo nel 1508.

“Caco, l’essere del male, guarda il David michelangiolesco, quasi ne fosse il Golia, Ercole ne sostiene la testa per i capelli e guarda verso Giuditta, quasi in attesa del colpo finale che, prima di lui, l’eroina donatelliana, mortifera vincitrice del male, sta per vibrare “. Il gruppo marmoreo di Ercole e Caco, fu posto di fronte al David a significare la vittoria sui nemici interni dei Medici, come il primo su quelli esterni; è un altro simbolo caro ai fiorentini, che consideravano il semidio fondatore della città; l’opera è stata oggetto di critiche e lodi fino dal tempo della sua collocazione. LA LOGGIA DEI LANZI La bella Loggia dei Lanzi è una piccola galleria all' aperto a destra di Palazzo Vecchio, disegnata dall' Orcagna nel 1376, con archi che richiamano molto il classicismo Rinascimentale. Tra le opere poste sotto la Loggia si possono ammirare il Ratto delle Sabine del Giambologna e la statua del Perseo con la testa di Medusa, opera di Benvenuto Cellini (1554), un monito per coloro che si mettono contro i Medici (la Medusa rappresentava la repubblica). Proprio dietro la Loggia dei Lanzi è la Galleria degli Uffizzi, il bellissimo museo d'arte più famoso e visitato di tutta l'Italia. VIA DEI CALZAIUOLI Una delle vie più centrali e raffinate di Firenze. Nei suoi 400 metri è molto ricca di particolari storici affascinanti Prima del XV secolo, la via era stata ripartita in segmenti più piccoli che avevano preso i nomi dalla loro vocazione commerciale o dalle famiglie di appartenenza quali: Via dei Cacioli (venditori di formaggio), Via de' Banderai, Via de' Bonaguisi (famiglia mercantile dei quali resta ancora il palazzo in angolo con Via Condotta) Via dei Brigliai, il Corso degli Adimari, il Corso dei Pittori. La chiesa di sorge laddove precedentemente al VIII secolo esisteva un monastero femminile con vasti terreni ad orto, da cui derivò il nome di San Michele in orto e poi appunto, Orsanmichele. A metà del XIII secolo fu destinata al mercato delle granaglie, ma nel 1304 un incendio la distrusse e fu così ricostruita nel corso del secolo con una pianta rettangolare e sopraelevata di due piani. Sui pilastri esterni possiamo tutt’oggi ammirare le copie delle 14 statue dei santi patroni commissionate dalla Signoria alle corporazioni fiorentine, e scolpite dalle mani di Donatello, Verrocchio, Ghiberti, Giambologna e Nanni di Banco. Le sculture originali sono state trasferite al Museo di Orsanmichele, sito ai piani superiori dell’edificio. La sala inferiore ospita la Chiesa dedicata a S.Anna che ha una rarissima struttura a due navate ed è coperta da sei volte a crociera affrescate con temi ripresi dal Nuovo e dal Vecchio Testamento. Da notare le vetrate sulle lunette delle trifore risalenti al XIV secolo. Ogni domenica pomeriggio nella chiesa vengono organizzati concerti ad ingresso libero. Un’altra importante chiesa in via Calzaiuoli è quella dedicata a San Carlo dei Lombardi, costruita a partire dal 1349 per volere della Signoria. Nel 1616 passò alla confraternita della “nazione lombarda” ed assunse questo nome. La struttura originaria è rimasta pressoché inalterata; a navata unica termina in un presbiterio tripartito da pilastri. Infine si ricorda che è proprio in questa via, laddove oggi risiede il punto vendita Coin, che ebbe vita, quasi due secoli fa, il primo emporio di Firenze, il Bazar Bonajuti, soppiantato a inizio XX secolo da Duilio 48, il celebre precursore dei grandi magazzini, in attività fino al 1988. • ore 19:30 cena dal ‘Brindellone’ 3 GIORNO: SIENA • ore 7:30 colazione • ore 8:10 partenza treno per Siena • Arrivo alla stazione di Siena per le 9:40 • ore 10:00 visita Piazza Del Campo • dalle ore 10:20 alle 12:00 visita Duomo di Siena e Museo dell’ opera PIAZZA DEL CAMPO Centro e cuore della città, questo luogo rivoluziona l'idea stessa della piazza italiana medievale, rifiutando, l'imposizione di una planimetria convenzionale e qualsiasi commistione fra potere pubblico e potere religioso. Nata su un terreno fragile e fangoso, in epoca romana fu bonificata completamente, restando però un centro periferico. Il nucleo della città in formazione si trovava più in alto, nella zona di Castelvecchio, e il futuro ''Campo'' era uno spazio per i mercati. La prima notizia di una suddivisione delle due piazze si ha nel 1193 e fa dedurre che nel frattempo fosse stato costruito almeno un muro divisorio: da una parte, quindi, il Campo che assume una particolare forma 'a conchiglia', dall'altra il Mercato. Intorno al muro, inizia la costruzione di fabbriche e botteghe. 1270 caduto il governo dei Ventiquattro nasce l'idea di uno spazio indipendente sia dal potere ecclesiastico che da quello nobiliare. È questo il grande progetto civico che porta alla costruzione del Palazzo Pubblico e alla centralità urbana del Campo. Sarà il governo dei Nove a cominciare lentamente l'attuazione del progetto. All'inizio del Trecento il Palazzo è compiuto e i Nove vi prendono alloggio nel 1310. Da quel momento, inizia la progressiva decorazione e miglioria della piazza. La pavimentazione della piazza inizia nel 1327 e termina nel 1349. Ancora oggi, la parte centrale è pavimentata in modo analogo, con la suddivisione in nove spicchi a memoria del Governo dei Nove. Il Campo con la sua splendida forma 'a conchiglia' era cinto da ricchi palazzi medievali che i secoli, però, hanno fortemente trasformato, privandoli di alcune loro caratteristiche senza alterare per altro il colpo d'occhio complessivo. Di fatto, al di là dei singoli interventi sui fabbricati, il filo e l'insieme della piazza si mantengono inalterati da quasi sette secoli (un progetto per coronare la piazza di logge, firmato da Baldassare Peruzzi, fu accantonato nel Cinquecento). FONTE GAIA La fonte trae l'acqua dalla zona nord fuori della città, lungo un crinale che non incontra valli o depressioni. Per trasportare l'acqua fino alla piazza, Giacomo Vanni di Ugolino (detto poi dell'Acqua) impiegò otto anni per scavare grandi canali sotterranei detti bottini. L'acqua arrivò alla fonte nel 1342, seguita da una grande festa dei senesi (per questo la fonte è detta gaia). È la regina delle fonti senesi sia per la sua posizione, la Piazza del Campo, sia soprattutto per l'indubbio valore artistico. Della fonte Gaia del Trecento (che pure aveva una bella decorazione scultorea) quasi niente sappiamo, tranne che fu sostituita dal celebre complesso attuale all'inizio del Quattrocento. L'opera, che Jacopo della Quercia scolpì tra il 1409 e il 1419, deve, infatti, essere considerata tra le maggiori espressioni della scultura italiana del Quattrocento. La fonte che oggi il turista può ammirare è la copia di Tito Sarrocchi che dal 1858 sostituisce l'originale, rovinata dal trascorrere dei secoli e i cui resti si trovano al complesso museale del Santa Maria della Scala. L'acqua che non viene utilizzata giunge, tramite bottini più o meno praticabili, a valle della fonte stessa, alimentando le seguenti fonti: Pantaneto, S. Maurizio, Casato, Pispini.

Spostandosi lungo il Campo è possibile ammirare il Palazzo Petroni e quello Piccolomini Salamoneschi, in laterizio, il primo con trifore murate. Sull'Angolo detto Curva S. Martino si vedono il Palazzo Ragnoni e, dietro esso, le rimanenze degli edifici poi inglobati nel Palazzo Piccolomini. Oltre troviamo il palazzo Mezolombardi-Rinaldini, oggi conosciuto come Palazzo Chigi- Zondadari. Superato il vicolo dei Pollaioli, troviamo i bei palazzi Tornainpuglia-Sansedoni, Vincenti e Piccolomini.

Questi palazzi, di fondazione trecentesca, furono fortemente modificati fra il 1760 e il 1767 e unificati da un'unica facciata con riprese neogotiche. Tutto l'insieme, però, con il suo compatto laterizio e con i suoi toni fra il rosa e il rosso, dona al Campo una delle più belle decorazioni architettoniche e fa da bel contraltare al Palazzo Pubblico e alla Torre. Il Palazzo della Mercanzia si trova fra i vicoli di S. Pietro e S. Paolo, anch'esso rimaneggiato nel Settecento. I palazzi Saracini e Scotti, fra S. Paolo e la Costarella dei Barbieri, lasciano intravedere, al di là delle modifiche più tarde, l'impianto medievale, così come, subito dopo, il Palazzo Accarigi e, particolarmente, il Palazzo Alessi. Questi ultimi conservano la bella merlatura guelfa e resti di bifore e trifore. Infine, troviamo il palazzo Mattasala-Lambertini, con base in pietra, subito dopo il Chiasso del Bargello e via del Casato di Sotto. IL PALIO DI SIENA Non è forse necessario ricordare che Piazza del Campo è anche il teatro di uno degli eventi folklorici e tradizionali, più importanti d'Italia e del Mondo: Il Palio. Come forse non è necessario ricordare che il Palio è una competizione fra le contrade di Siena nella forma di una giostra equestre di origine medievale. La corsa (tradizionalmente chiamata 'carriera') si svolge normalmente due volte l'anno: il 2 luglio si corre il Palio di Provenzano (in onore della Madonna di Provenzano) e il 16 agosto il Palio dell'Assunta (in onore della Madonna Assunta). DUOMO DI SIENA La chiesa si trova sopravvalutata da una piattaforrma di alcuni gradini, ed è la croce latina con tre navate e una cupola esagonale all' incrocio dei bracci. L' interno ha un aula divisa in tre navate da pilastri polistili, con un transetto diviso in due navate (quattro se si considerano anche le cappelle) e un profondo coro. Le volte sono a crociera in tutte le navate, decorate da un azzuro stellato. Il claristorio è molto alto, decorato da archi a sesto acuto e dotato da raffinate e traforate trifore (bifore nel transetto) che illuminano tutto l'interno. Tutta la struttura interna è dominata dalla bicromia bianca e nera, riferimento ai colori dello stemma di Siena, creando un ricercato effetto chiaroscurale. La facciata, tutta in marmo bianco con qualche decorazione in rosso di Siena e serpentino di Prato, è divisibile in due metà, inferiore e superiore, riferibili a due distinte fasi costruttive. La ricchezza della decorazione, prevalentemente scultorea, nasconde irregolarità e asimmetrie derivate dalla lunga fase costruttiva a cui misero mano molteplici progettisti. Nel Duomo di Siena si voleva superare la gloria della cattedrale di Orvieto e anche quella di Firenze. Con molte modifiche delle piante, e dopo il riepilogo di parti di concezione più antica, l'opera venne completata tra incredibili incoerenze tecniche. Per tutto ciò si è spesso definita la cattedrale di Siena come il fallimento più monumentale nella stori dell' adattamento italiano dell' architettura gotica. MUSEO DELL’OPERA Qui ha sede il Museo dell’Opera, uno dei più antichi musei privati istituiti in Italia. Viene fondato nel 1869 con il consenso del Ministero della Pubblica Istruzione, in un periodo estremamente fecondo di grandi realizzazioni. La sede è prestigiosa. La collezione è infatti conservata negli ambienti ricavati dalla chiusura delle prime tre campate della navata destra del cosiddetto Duomo Nuovo, la cui costruzione, iniziata nel 1339, venne interrotta dopo la peste del 1348. Ed è divisa in: - PIANO TERRA: si trova l’importante raccolta di statuaria senese trecentesca, presenta anche due importanti opere di artisti quattrocenteschi : un bassorilievo raffigurante la Madonna in trono col Bambino e il cardinal Casini, di Jacopo della Quercia (1437-1438), e il celebre tondo di Donatello con la Madonna col Bambino, detta 'del Perdono' (1458 ca.). In fondo alla sala è stata collocata la grande Vetrata realizzata da Duccio di Buoninsegnatra il 1287 e il 1290. - PRIMO PIANO: qui incontriamo la magnifica pala d’altare con la Maestà di Duccio di Buoninsegna, capolavoro dell’arte pittorica italiana del primo Trecento.Nella parte anteriore è raffigurata la Madonna in trono, santi e angeli, e in quella posteriore la Passione di Cristo. Si trova anche la Natività della Vergine (1342).Nelle salette attigue troviamo una ricca e prestigiosa collezione di scultura lignea e di codici miniati. - LA SALA DEL TESORO: Nella Sala del Tesoro sono disposte oltre duecento suppellettili legate alla liturgia sacra. Ricca e importante è la sezione dedicata ai calici, bellissimo quello con smalti realizzato da Goro di ser Neroccio nel XV secolo, e ai reliquiari. Tra questi meritano attenzione il Reliquiario di san Galgano e il Reliquiario del braccio di san Giovanni - ULTIMO PIANO: nelle tre sale dell’ultimo piano troviamo la collezione dei dipinti su tavola e tela di soggetto sacro databili tra il XIII e il XIX secolo. Si trova anche la Madonna degli Occhi Grossi, la Madonna dell’Umiltà e santi (1423) e le due grandi tavole con le Prediche di San Bernardino realizzate da Sano di Pietro nel quinto decennio del Quattrocento. - SALA DELL' ALFIERI: ospita le pale d’altare di Matteo di Giovanni: la Madonna in trono con sant’Antonio e san Bernardino (1460) , e la Madonna in trono con quattro santi e angeli (1480). Tra le opere più originali della sala c' è la tavola con San Paolo in trono, realizzata da Domenico Beccafumi nel 1516, a cui si aggiunge l’elegante coppia in terracotta policroma con l’Angelo annunciante e la Vergine annunciata e seguita dall’artista intorno al 1545. - SALA DEGLI ARAZZI: La produzione del XIX secolo è illustrata dai grandi bozzetti per i mosaici delle cuspidi della facciata del Duomo, realizzati nel 1878 dai pittori Luigi Mussini e Alessandro Franchi. Intorno alle pareti è conservata una importante collezione di tessili provenienti dalla cattedrale, mentre, in una vetrina al centro della sala, si trova la preziosa Casula in diaspro lucchese, realizzata tra il XIII e il XI secolo. • ore 13:00 pranzo da Guido Riccio • ore 14:18 treno per Milano • ore 18:42 arrivo a Milano • Ore 19:08 treno da Milano Porta Genova a Valenza • ore 20:30 arrivo a Valenza Speriamo la vacanza sia stata di vostro gradimento!