COMPITO AUTENTICO Il Gotico in Italia 1 GIORNO: MILANO

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COMPITO AUTENTICO Il Gotico in Italia 1 GIORNO: MILANO COMPITO AUTENTICO Il Gotico in Italia 1 GIORNO: MILANO • partenza ore 7:05 treno Valenza- Alessandria • arrivo ore 7:20 • ore 8:10 pullman (flix bus) per Milano e arrivo alle ore 9:25 • ore 9:40 visita Castello Sforzesco CASTELLO SFORZESCO Diverse e complesse sono state le trasformazioni che nel corso dei secoli hanno modificato il Castello Sforzesco, rendendolo uno tra i monumenti più rappresentativi e popolari di Milano. Il Castello Sforzesco venne costruito da Francesco Sforza nel Quattrocento. Nel Cinquecento passò sotto il dominio spagnolo, che lo utilizzò come cittadella militare. Più tardi Napoleone ordinò la distruzione dell’edificio, in accordo con la popolazione milanese. Il Castello Sforzesco sopravvisse alla distruzione e venne restaurato ad inizio Novecento. Alla fine passò al Comune di Milano ed è oggi sede di alcuni dei più importanti musei della città. In tutto ciò, la funzione principale del castello era quella di difesa ed lo è sempre stata da quando furono avviati i progetti di edificazione. • ore 13:00 passaggio attraverso Galleria Vittorio Emanuele per pranzo a 'Le Banque' • ore 14:30 visita al Duomo DUOMO DI MILANO La cattedrale, una delle più grandi della cristianità, è molto originale e si allontana per molti punti dalla tradizione italiana. La pianta, con due coppie di navate laterali ( si può dire a cinque navate, tanto quelle laterali sono spaziose ), con transetto aggettante ( pure esso unito di navate laterali ), con coro poligonale e deambulatorio. La navata centrale è ampia il doppio di quelle laterali, che sono si altezza leggermente decrescente, in modo da permettere l'apertura di piccole finestre ad arco acuto, sopra gli archi delle volte, che illuminano l'interno in maniera diffusa e tenue. I cinquantadue pilastri polistili dividono le navate e sorreggono le volte a costoloni simulanti un traforo gotico. In elevazione le proporzioni sono ampie, così come la comunicazione fra le diverse parti. L'esterno offre l'esempio più ricco e complesso di tardo gotico, il più esuberante d'Europa. I pilastri degli archi rampanti, ugualmente ricoperti di decorazione rettilinea, sono sormontati da alte guglie appuntite; gli archi rampanti, ornati profusamente allo stesso modo, conducono al coronamento dei muri superiori, con la straordinaria balaustrata ad archi sotto innumerevoli timpani, essa pure sormontata da guglie. • ore 16:30 uscita dal Duomo • ore 16:40 metro gialla per Milano Centrale • ore 18:20 partenza treno per Firenze • ore 20:00 arrivo a Firenze • ore 20:30 cena Da Marione HOTEL PENDINI Alloggerete all’ Hotel Pendini, poco distante dal ristorante, per 2 notti, dove lascerete i vostri bagagli e li riprenderete tornando da Siena, durante lo scalo del treno per Milano. L’ Hotel Pendini, situato a 5 minuti a piedi dal Duomo di Firenze, è un raffinato albergo costruito nel 1876. Le camere sono graziose, dallo stile classico, le sistemazioni sono accessibili solo tramite le scale e vi è un’elegante sala da pranzo con vista sulla città. 2 GIORNO: • oreFIRENZE 8:00 colazione • ore 9:00 visita Santa Maria Novella • ore 10:30 visita Duomo + Museo dell'Opera SANTA MARIA NOVELLA È in questa chiesa, la più importante dell’ordine dei Dominicani, che il gotico italiano della seconda metà del XIII secolo produce l’opera più completa e più feconda per l’avvenire. La pianta ricorda le abbazie cistercensi a terminazione rettilinea con cappelle rettangolari orientate, che si aprono su un vasto transetto. Le navate laterali, molto alte, comunicano con la navata centrale per mezzo di arcate altissime, sostenute da pilastri contornati da semicolonne. Le finestre superiori, circolari, si aprono su vasti tratti di muro spoglio. In questa chiesa nulla fa pensare a un contatto con l’arte francese contemporanea; il gotico italiano produce qui il suo primo capolavoro compiuto. DUOMO DI FIRENZE Colpisce per le dimensioni monumentali e per il suo apparire come monumento unitario, soprattutto all’esterno, grazie all’uso degli stessi materiali: marmo bianco di Carrara, verde di Prato, rosso di Maremma e il cotto delle tegole. Il corpo basilicale è diviso in tre navate, divise da grandi pilastri, dalle cui basi si dipanano le mebrature architettoniche che culminano nelle volte ogivali. La costruzione del Duomo presentò problemi immensi che non furono del tutto risolti. Pare che la pianta del 1300 prevedesse una terminazione orientale a cupola su ottagono, sul quale dovevano aprirsi tre conche. Una soluzione che fu ripresa e ampliata alla metà del XIV secolo e alla quale, nel XV secolo, Brunelleschi aggiunse il coronamento maestoso della cupola attuale. Nel 1418 fu indetto un concorso pubblico per la progettazione della cupola. Brunelleschi adottò una soluzione altamente innovativa, predisponendo una doppia calotta in grado di autosostenersi durante la costruzione, senza ricorrere alle tradizionali armature di sostegno. La disposizione dei mattoni a spina di pesce serviva soprattutto a creare un appiglio per le file dei mattoni in modo da impedirne lo scivolamento fino alla presa della malta. Per la complessità dell’impresa e lo straordinario risultato ottenuto, la costruzione della cupola è considerata la prima, grande affermazione dell’architettura rinascimentale. MUSEO DELL'OPERA Il primo progetto della nuova Cattedrale fu del grande architetto e scultore Arnolfo di Cambio. La pianta con absidi trilobate, a forma di fiore, rendeva omaggio alla città di "Fiorenza". Arnolfo e i suoi aiutanti avevano realizzato anche le sculture della facciata che doveva celare alla vista la Cattedrale più antica, Santa Reparata, ancora in funzione durante i lavori. Rimosse nel 1587, e oggi in gran parte esposte nel Museo dell'Opera del Duomo, le sculture di Arnolfo rendono pienamente conto del percorso artistico del maestro, aggiornato sulle novità gotiche e impegnato nella definizione di un linguaggio plastico nuovo, di matrice classica, dalla forza essenziale e dall'eleganza sobria. Dopo una lunga stasi dei lavori, seguita alla morte di Arnolfo, nel 1334 il Comune di Firenze affidò la direzione dell'impresa a Giotto, giunto all'apice della sua notorietà. Questi progettò il Campanile e sovrintese alla costruzione del primo ordine con l'aiuto di Andrea Pisano, che dal 1337, dopo la morte del maestro, ebbe l'incarico di proseguire i lavori. Nonostante le alterazioni di Andrea e poi del terzo capomaestro, Francesco Talenti, che portò a termine la costruzione, il Campanile risulta armonioso nell'alleggerimento delle superfici murarie verso l'alto, traforate da bifore e trifore. Il basamento venne decorato con un ciclo di formelle realizzate da Andrea Pisano e dai suoi collaboratori, tra i quali Maso di Banco e Alberto Arnoldi, secondo un programma di carattere enciclopedico che rappresenta la creazione dell'uomo e il suo percorso terreno verso la redenzione, attraverso la Genesi, le Arti Meccaniche e Liberali, le Virtù, i Pianeti, i Sacramenti, sotto la tutela di Profeti e Sibille. La facciata del Duomo, le sue quattro porte laterali e il campanile costituirono tra XIII e XV secolo un vero e proprio museo all'aperto della scultura fiorentina, nonché una sfida per gli artisti a ricercare nuove, personali soluzioni. Il percorso di Donatello è legato in gran parte proprio alla sua attività per l'Opera di Santa Maria del Fiore, che lo impegnò dai suoi esordi. Attraverso il “Profetino” per la Porta della Mandorla, poi il David in marmo (destinato a un contrafforte della Cupola e oggi conservato nel Museo del Bargello), infine il San Giovanni Evangelista per la facciata, Donatello stabilì i capisaldi della propria poetica e pose le basi della scultura rinascimentale. Con la serie dei cinque Profeti e l'Abramo per il campanile, eseguiti a partire degli anni Venti e Trenta del Quattrocento, e con la Cantoria terminata nel 1439, propose la sua personalissima interpretazione dell'arte classica, sconvolta da una forza interiore che anima volti, panneggi, gesti, capigliature, esempio di libertà espressiva unita al rigore formale. Lasciò infine un esempio della sua potenza creativa finale nella tardissima Maria Maddalena del 1453, una figura drammatica animata da un'energia puramente spirituale, ormai priva di qualsiasi traccia di idealizzazione classica, destinata al Battistero e conservata oggi nel Museo dell'Opera del Duomo. Negli stessi anni altri grandissimi scultori fiorentini ebbero incarichi importanti. Nell'interno del Duomo, sopra le porte delle Sagrestie, al ritmo sfrenato della Cantoria di Donatello si contrapponeva la misura pacata della Cantoria, coeva, di Luca della Robbia, oggi entrambe nel Museo dell'Opera. Negli anni Quaranta Luca eseguì anche le due lunette in terracotta invetriata che coronano le porte delle Sagrestie e, durante gli anni Settanta, i rilievi dei battenti bronzei. In anni precedenti lo stesso maestro aveva completato il ciclo di formelle per il Campanile iniziato da Andrea Pisano. • ore 12:30 pranzo a 'La Finistarrae' • ore 14:30 visita al complesso monumentale di Santa Croce + Mostra Buonarroti • ore 17:00 tempo libero per guardare Piazza della Signoria e Via dei Calzaiuoli COMPLESSO MONUMENTALE DI SANTA CROCE E' un edificio vastissimo, la cui navata principale raggiunge quasi 20 m di larghezza (16 m a Chartres) e eguaglia in altezza le cattedrali del nord (34 m). La copertura è in legno, tranne nell'abside e nelle cappelle terminali. L'interno di Santa Croce è apparentemente semplice e altamente monumentale al tempo stesso, con tre navate divise da due file di grandi pilastri a base ottogonale. L'interno, ampio e solenne, ha una forma di croce "egizia" (o commissa) cioè a "T", tipico di altre grandi chiese conventuali, con un transetto particolarmente esteso (73,74 m) che taglia la chiesa all'altezza dell'abside poligonale. La pianta, come a Santa Maria Novell, segue lo schema delle chiese cistercensi. La successione di dieci cappelle orientate, cinque su ciascun lato dell'abside, lascia ampie superfici per la decorazione parietale. Le immense finestre dell'abside a due luci conferiscono un accento essenziale, molto gotico nel suo verticalismo, all'effetto luminoso.
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