otiziario Bibliografico periodico della Giunta regionale del Veneto 31

n. 31 - giugno 1999 - sped. in abb. postale art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - taxe perçue - tassa riscossa - Filiale di Padova Notiziario bibliografico n. 31, giugno 1999 I N D I C E periodico quadrimestrale d’informazione bibliografica a cura della Giunta regionale del Veneto

Comitato promotore Giancarlo Galan (presidente della Giunta regiona- le), Angelo Tabaro (dirigente regionale Cultura, Informazione e Flussi migratori) Iniziative per la tutela e valorizzazione dei Beni Culturali Ecclesiastici Comitato di redazione (Fabrizio Magani) 5 Claudio Bellinati (direttore dell’Archivio e della I Beni Culturali Ecclesiastici (Claudio Bellinati ) 7 Biblioteca Capitolare di Padova), Massimo Canella (dirigente regionale Servizio Attività Editoriali), La Miniatura a Padova dal Medioevo al Settecento (Simonetta Pelusi) 9 Chiara Finesso, Bianca Lanfranchi Strina (sovrin- tendente ai Beni archivistici del Veneto), Anelio Pellizzon, † Silvio Tramontin, Marino Zorzi (diretto- re della Biblioteca Nazionale Marciana) RECENSIONI E SEGNALAZIONI Direttore responsabile Anelio Pellizzon Opere generali Responsabile di redazione Chiara Finesso Libri, tipografi, biblioteche. Ricerche storiche dedicate a Luigi Balsamo (Vincenza Donvito)12 Segreteria di redazione G. Zordan, Repertorio di storiografia veneziana. Testi e studi (Mario Quaranta)12 Giovanna Battiston, Susanna Falchero G.F. Vivivani - G. Volpato, Bibliografia veronese (Cinzio Gibin)13 R. Pasta, Editoria e cultura nel Settecento (Mario Quaranta)13 Collaboratori alla redazione di questo numero Gestione e Formazione nei Musei del Veneto, a cura di L. Baldin (Lina Ossi)13 Cinzia Agostini, Antonia Arslan, Claudio Bellinati, Sergio Bettini, Marco Bevilacqua, Alessandro Hit Parade Libri. 140 consigli di lettura per bambini e ragazzi (Marco Bevilacqua)14 Casellato, Sonia Celeghin, Fiorino Collizzolli, Giu- seppe De Meo, Vincenza Donvito, Marilia Ciampi Righetti, Antonio Fabris, Susanna Falchero, Luigina Filosofia - Storia della scienza Fontana, Giuseppe Fort, Elio Franzin, Guido Galesso G.T. Bagni, Dopo “Larte de labbacho”. Trattati scientifici e manuali didattici Nadir, Massimo Galtarossa, Barbara Giaccaglia, dal XV al XIX secolo nella storia della matematica (Mario Quaranta)14 Cinzio Gibin, Fabrizio Magani, Giorgio Nonveiller, Lina Ossi, Simonetta Pelusi, Ferdinando Anton M. Lorgna scienziato ed accademico del XVIII secolo Perissinotto, Anna Pietropolli, Franco Posocco, tra conservazione e novità (Cinzio Gibin)15 Mario Quaranta, Giuseppe Sandrini, Michele Simonetto, Franco Tagliarini, Pier Giorgio Tiozzo, Storia della chiesa Piero Zanotto P. Gios, Vita religiosa e sociale a Padova. La visita di Diotisalvi da Foligno Collaboratori alla rassegna bibliografica alle parrocchie cittadine (1452-1458) (Ferdinando Perissinotto)15 Giovanna Battiston, Patrizia Cecilian, Susanna Fal- G. Azzolin, Gli Scotton. Prediche battaglie imboscate. Tre fratelli monsignori, chero, Giovanni Plebani, Lorenzo Tiso papi, cardinali e vescovi tra liberalismo e modernismo (Mario Quaranta)15 Direzione e Redazione Giunta regionale del Veneto Scienze sociali Centro Culturale di Villa Settembrini 30171 Mestre Venezia - via Carducci 32 A.M. Zanetti, Una ferma utopia sta per fiorire. Le ragazze di ieri: tel. 041 980447 - fax 041 980499 idee e vicende del movimento femminista nel Veneto degli anni Settanta (Antonia Arslan)16 Immagini femminili a confronto. Manifesti e fotografie tra Otto e Novecento, Giunta regionale del Veneto - Direzione Cultura, Informazione e Flussi migratori a cura di M.B. Autizi e M. Cisotto Nalon (Marco Bevilacqua)17 30121 Venezia - Palazzo Sceriman G. Bettin, Laguna Mondo. Conversazione con Renzo Franzin (Ferdinando Perissinotto)17 Cannaregio Lista di Spagna, 168 tel. 041 2792619 - fax 041 2792617 E. Milanesi, Fatti a pezzi. Dieci anni che sconvolsero il Nord Est (Marco Bevilacqua)18 F. Busetto, Traversie e opportunità. La politica: impegno civile e passione Recapito della Redazione “Notiziario Bibliografico” di una vita (Mario Quaranta)18 presso Il Poligrafo casa editrice 35128 Padova - via Turazza 19 Ambiente - Scienze naturali tel. 049 776986 - fax 049 8070910 (tutti i materiali per la rivista V. Brunot, Laguna: fragili testimonianze d’autentica vita veneziana (Pier Giorgio Tiozzo)18 vanno inviati a questo indirizzo) Alla scoperta del museo diffuso. Percorsi didattici nel territorio padovano (Marco Bevilacqua)19 Periodicità: quadrimestrale Il Sile (Giuseppe Sandrini)19 Tiratura: 15.000 copie - distribuzione gratuita G.B. Tozzato, Pescatori e barcaroli sul Sile nel ’300 (Michele Simonetto)20 Editore: Il Poligrafo, Padova La montagna oltre il Duemila. Una sfida per l’Europa (Franco Posocco)20 Autoriz. del Trib. di Padova n. 1291 del 21-6-1991 Spedizione in abb. post. art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - taxe perçue - tassa riscossa - Filiale di Padova Lingua - Tradizioni Stampa: Arti Grafiche Padovane L. Divari, Il topo: “...dei battelli chioggiotti detti anche toppi...” (Pier Giorgio Tiozzo)20 In copertina: E. Viti, Libro bianco, 1929 La casa e le tradizioni popolari, a cura di M. Cortelazzo (Fiorino Collizzolli)21 Grafia Veneta Unitaria (Pier Giorgio Tiozzo)21 IL P OLIGRAFO R. Vianello, Toponomastica a Burano (Piero Zanotto)22 Proverbi e stagioni (Susanna Falchero)22 2 Arte Veneto. Itinerari neoclassici. I luoghi, la storia, l’architettura T. Franco, Michele Giambono e il monumento a Cortesia (Barbara Giaccaglia)37 da Serego (Guido Galesso Nadir)22Noale dei Tempesta (Marilia Ciampi Righetti)37 La lunetta di Andrea Mantegna al Santo. Arte e cultura R. Russo, Palazzi di Venezia (Piero Zanotto)38 (Marilia Ciampi Righetti)23Le pietre di Verona. La città romana, scaligera e veneziana, A.L. Lepschy, Davanti a Tintoretto. Una storia del gusto testi di P. Brugnoli (Marilia Ciampi Righetti)38 attraverso i secoli (Guido Galesso Nadir)23G. Zucchetta, Venezia e i suoi canali (Eluio Franzin)38 Venezia da Stato a mito, a cura di A. Bettagno (Anna Pietropolli)24Musica - Teatro - Cinema A. Parronchi, Donatello. Saggi e studi (Lina Ossi)24 Atti del Convegno Internazionale di Studi per il 5° centenario La porpora. Realtà e immaginario di un colore simbolico della nascita di Angelo Beolco il Ruzante (Giuseppe De Meo)39 (Guido Galesso Nadir)25 F. Fido, La serietà del gioco. Svaghi letterari e teatrali nel Settecento Lo statuario pubblico della Serenissima. Due secoli di collezionismo (Giuseppe De Meo)40 di antichità, a cura di I. Favaretto e G.L. Ravagnan (Anna Pietropolli)26 L. Trezzini, Una storia della Biennale teatro 1934-1995 Antichità sacre di Chioggia del Medio Evo raccolte (Piero Zanotto)40 e illustrate da D. Giannagostino Gradenigo (Cinzia Agostini)26 L. Morbiato, Cinema ordinario. Cento anni di spettacolo F. Magani, Il “Panteon Veneto” (Anna Pietropolli)27cinematografico a Padova e in provincia (Marco Bevilacqua)40 Se non v’è denar, l’Arcadia... è presto terminata. L. Fantina, Le trincee dell’immaginario. Spettacoli e spettatori Simbolismo nelle monete e nelle medaglie tra Controriforma nella grande guerra (Marco Bevilacqua)41 e secolo dei lumi (Vincenza Donvito)27 Il decoro della Fenice: tecniche per la ricostruzione Letteratura - Memorialistica e il restauro degli apparati decorativi, a cura di F. Amendolagine e G. Boccanegra (Sonia Celeghin)27Leopardi e la cultura veneta. Edizioni, autografi, fortuna, a cura di G. Ronconi (Giuseppe Sandrini)41 La cappella degli Scrovegni. Indagini, restauri, interventi (Barbara Giaccaglia)27A. Arslan, Dame, galline e regine. La scrittura femminile italiana fra ’800 e ’900 (Giuseppe Fort)42 F. Saya - G. Onesto - M. Vita, Il recupero della Sacrestia Lignea della Chiesa di San Clemente (Piero Zanotto)28Elisabetta Caminer Turra (1751-1796). Una letterata veneta verso l’Europa, a cura di R. Unfer Lukoschik (Cinzio Gibin)42 F. Vizzutti, Goffredo Sommavilla 1850-1944 (Barbara Giaccaglia)28 L’opera di Diego Valeri, a cura di G. Manghetti (Pier Giorgio Tiozzo)43 Sante Cancian (1902-1947) (Barbara Giaccaglia)28 Catalogo del Fondo Diego Valeri (Pier Giorgio Tiozzo)43 Quaderni della Donazione Eugenio da Venezia (Lina Ossi)29 E. Bartolini, Vita di Giacomo Casanova (Piero Zanotto)43 S. Viani, Decorazioni (Lina Ossi)29 D. Varagnolo, Sie mologhi veneziani (Piero Zanotto)44 Giancarlo Franco Tramontin, a cura di G. Sartoris (Lina Ossi)30 D. Milani Vianello, Fondamenta dei vetrai (Susanna Falchero)44 Renato Pengo. Opere 1966-1996 Pengo. Percezioni mutanti (Giorgio Nonveiller)31G.G. Cappellaro, Porta Altinia (Susanna Falchero)44 Anna Rossettini, testi di D. Marangon (Barbara Giaccaglia)31A. Zorzi, San Marco per sempre (Piero Zanotto)44 Murrine e millefiori nel vetro di Murano dal 1800 al 1930, A. Trevisiol, Diario di un parroco di periferia (Susanna Falchero)45 a cura di A. Bova (Marilia Ciampi Righetti)31E. Fontana, I mandarini della piccola Atene (Elio Franzin)45 Compendio della “Nuova Guida di Venezia” Viaggi con mezzi pubblici di trasporto, a cura di G. Mozzi di Mons. G.A. Moschini (Piero Zanotto)32e M. Bastianello (Marco Bevilacqua)45 Il lago. Fotografie del Garda dal 1858 ad oggi (Giuseppe Sandrini)32 M.B. Rigobello - F. Autizi, Palazzo della Ragione a Padova. Storia Vita e arte sotto la volta del cielo (Mario Quaranta)32Veneziani in Levante, musulmani a Venezia, a cura di F. Lucchetta (Giovanna Battiston)45 Architettura - Urbanistica J.-C. Hocquet, Denaro, navi e mercanti a Venezia 1200-1600 L. Finocchi Ghersi, Alessandro Vittoria. Architettura, (Franco Tagliarini)46 scultura e decorazione nella Venezia del tardo Rinascimento B. Mugnai, L’esercito ottomano da Candia a Passarowitz (Guido Galesso Nadir)33(Piero Zanotto)46 D. Calabi - U. Camerino - E. Concina, La città degli ebrei. La caduta della Serenissima nei dispacci della diplomazia Il Ghetto di Venezia: architettura e urbanistica (Sergio Bettini)34piemontese e inglese (Elio Franzin)47 G. Arbore Popescu - S. Zoppi, Palazzo Papadopoli a Venezia Ricciotti Bratti, La fine della Serenissima (Elio Franzin)47 (Sonia Celeghin)34G. Zoccoletto, Il doge tradito (Antonio Fabris)47 L. Vedovato, Villa Farsetti nella storia (Sonia Celeghin)34Rivoli 1797: scenari e riflessi di una battaglia, F. Barbieri - G. Candia, Gerardo Marchioro “architetto a cura di G. Banterla (Cinzio Gibin)48 costruttore” di Castelnuovo Vicentino (Sergio Bettini)35Venezia Quarantotto. Episodi, luoghi e protagonisti Architettura del Polesine. Il recupero di Palazzo Pepoli a Trecenta, di una rivoluzione (Pier Giorgio Tiozzo)48 a cura di M. Lucat (Guido Galesso Nadir)35R. Scola Gagliardi, Le corti rurali tra Tartaro e Tione Padova. La forma del tempo, a cura di C. Rebeschini (Elio Franzin)36dal XV al XIX secolo (Giuseppe Sandrini)48 F. Dotti, Lo spazio e la memoria. Esempi di architettura popolare G. Aldrighetti - M. De Biasi, Il gonfalone di San Marco veneta (Mario Quaranta)36(Antonio Fabris)49 Insediamenti alpini nelle Dolomiti, in Carnia e nei territori Walser, V. Ruzza, Il Risorgimento a Vittorio Veneto a cura di A. Angelini (Sonia Celeghin)37e nella Sinistra Piave (Mario Quaranta)49 3 E. Pessot, 1805-1813. Treviso e il Dipartimento del . ISTITUZIONI E CULTURA Amministrazione pubblica e società in epoca napoleonica (Michele Simonetto)50 F. Lampertico, Carteggi e diari 1842-1906 (Mario Quaranta)50L’Accademia Olimpica di Vicenza (Osvaldo Petrella) 59 A. Fornasin, Ambulanti, artigiani e mercanti. L’emigrazione dalla Carnia in età moderna (Massimo Galtarossa)51I cent’anni della Fondazione Bevilacqua La Masa dedicata alla giovane arte veneta (Giorgio Nonveiller) 63 A. Casellato, Una ‘piccola Russia’. Un quartiere popolare a Treviso fra fine Ottocento e secondo dopoguerra (Ferdinando Perissinotto)51 E. Brunetta, Poveri a Treviso. Miseria e apparati assistenziali nel XIX e nel XX secolo (Alessandro Casellato)51 RIVISTERIA VENETA F. Piazza, Sotto la bandiera di Gigione. Luigi Luzzatti a Oderzo: un deputato e il suo collegio elettorale (Fiorino Collizzolli)52 958-1998. I Collalto. Conti di Treviso, patrizi veneti, Spoglio dei periodici di storia e archeologia - principi dell’Impero (Antonio Fabris)52storia della chiesa e religione (1997-1999) 68 G. Dalla Zuanna - M. Loghi, Popolazione e popolazioni. Studi territoriali preliminari alla storia della popolazione veneta Storia e archeologia: 1856-1911 (Ferdinando Perissinotto)52Altrochemestre 67 M. Oggiano, L’Italia alpina del Nord-Est. Un’analisi demografica Annali dell’Istituto Veneto per la Storia della Resistenza 67 (Ferdinando Perissinotto)53 Annuario storico della Valpolicella 67 Politica e amministrazione nella Vicenza del dopoguerra. Verbali del Comitato di Liberazione Nazionale Provinciale, Archeologia Uomo Territorio 67 a cura di M.G. Maino (Marco Bevilacqua)53Archeologia veneta 68 Navi di Legna. Evoluzione tecnica e sviluppo della cantieristica Archivio Storico di Belluno Feltre e Cadore 68 nel Mediterraneo dal XVI secolo ad oggi, a cura di M. Marzari Archivio Veneto 69 (Cinzio Gibin)54Chioggia. Rivista di studi e ricerche 69 Ludica. Annali di storia e civiltà del gioco 70 Archeologia Materiali di storia del movimento operaio e popolare veneto 70 G. Zampieri, Vetri antichi del Museo Civico Archeologico Padusa. Bollettino del Centro polesano di studi storici di Padova (Cinzia Agostini)54archeologici ed etnografici 71 M. De Bellis, Cento frammenti di antichi vetri adriesi Patavium. Rivista veneta di Scienze dell’antichità custoditi nel Rijks Museum van Oudheden di Leida (Cinzia Agostini)54 e dell’Alto Medioevo 71 Il Baldo-Garda in epoca romana (Cinzia Agostini)55Protagonisti 71 L. Alpago-Novello, L’età romana nella provincia di Belluno Quaderni di archeologia del Veneto 72 (Giuseppe Sandrini)55 Quaderni per la storia dell’Università di Padova 73 Canar di San Pietro Polesine. Ricerche archeo-ambientali Studi e ricerche 74 sul sito palafitticolo, a cura di C. Balista e P. Bellintani (Giovanna Battiston)55Studi storici Luigi Simeoni 74 Studi Veneziani 75 Terra d’Este. Rivista di storia e cultura 75 L’EDITORIA NEL VENETO Venetica. Annuario degli Istituti per la storia della Resistenza di Belluno, Treviso, Venezia e Verona 75

“Cultura popolare veneta” (Pier Giorgio Tiozzo): Storia della Chiesa e religione: L. Urban, Processioni e feste dogali. “Venetia est mundus” 56 Esodo. Quaderni di documentazione e dibattito sul mondo cattolico 76 Scartafaccio d’agricoltura. Manoscritto di un contadino Quaderni di storia religiosa 76 di Spinè di Oderzo (1805-1810), a cura di L. Morbiato 56 Ricerche di Storia Sociale e Religiosa 77 G. Agostinetti, Cento e dieci ricordi che formano il buon fattor Studia Patavina. Rivista di Scienze Religiose 77 di villa, a cura di U. Bernardi e E. Dematté 57 Studi di Teologia 78 G. Grava - G. Tomasi, La fienagione nelle Prealpi venete 57 Vita Minorum. Rivista di spiritualità e formazione interfrancescana 79

4 ne sempre più matura da parte del pubblico, numeroso alle mostre di contenuto storico-artistico, presente negli itinerari del turismo INIZIATIVE curioso, che continua ad avvicinare un crescente numero di visita- tori a musei, a monumenti e opere del territorio, tra cui, e non PER LA TUTELA potrebbe essere altrimenti, le chiese. Interesse, passione sempre E VALORIZZAZIONE più desiderosa di essere organizzata in più approfondite conoscen- ze sembra da un lato mettere a fuoco un promettente indirizzo sul DEI BENI CULTURALI piano della formazione di una concreta civiltà culturale, di cui si dovrà necessariamente tenere conto nella futura pianificazione, ma ECCLESIASTICI solleva alcune perplessità sull’autentica percezione di quei valori Fabrizio Magani storici e spirituali, nel contesto dei quali le opere religiose sono nate. é chiaro come per i responsabili ecclesiastici questa non possa Direzione Cultura - Informazione della Regione Veneto essere una questione trascurabile quando tali problematiche inve- stono la fruizione degli edifici di culto. Ma non sembrerà un paradosso se simili questioni di “contenuto” siano da tempo abbracciate anche dalla parte laica, cui attiene la tutela e la valorizzazione dei Beni Culturali; nel momento in cui l’esperienza ha ormai dimostrato come l’individuazione e la cono- Il 15 dicembre 1998 si è svolto a Venezia, presso la Scuola scenza del dato materiale, pur dotato di un proprio livello artistico, Grande di San Giovanni Evangelista, un interessante convegno a nulla serve se non risulta accompagnato da quei valori storici, dedicato alla tutela e alla valorizzazione dei Beni Culturali Eccle- ambientali che ne estendano il senso in una dimensione più siastici promosso dalla Giunta Regionale del Veneto e dalla Con- propriamente culturale. È chiaro che un principio così esposto ferenza Episcopale Triveneta. risulta particolarmente rilevante nel momento in cui oggi si Importante per gli interlocutori che hanno voluto promuovere la vogliono ricercare proficui e innovativi riscontri economici nel giornata di studio Ð presenti infatti rappresentanti della Regione campo dei Beni Culturali: basti pensare, ad esempio, alla semplice Veneto, della Conferenza Episcopale Italiana e del Ministero per i e sempre più diffusa “bigliettazione” per l’accesso agli edifici di Beni e le Attività Culturali – ma soprattutto perché nell’occasione culto, in ragione di un loro legittimo sostegno, e al generale si è proceduto a sottoscrivere il Protocollo d’Intesa in materia di intendimento che essi siano da assimilare a dei veri e propri musei, catalogazione dei Beni Culturali di proprietà ecclesiastica, a firma con il rischio della diminuzione di quei valori simbolici e spirituali del Metropolita Patriarca di Venezia Cardinale Marco Cé, per di cui si è parlato. conto della Provincia Ecclesiastica Veneta, e dell’onorevole Un’informazione non banale su simili argomenti potrà riversarsi Giancarlo Galan, Presidente della Regione Veneto. sul piano della didattica di base, che si deve ritenere più che mai Si tratta, dunque, di un momento nodale per le attività di tutela indispensabile; non solo per la formazione di operatori del settore, e valorizzazione dei Beni Culturali, di cui la conoscenza attraverso ma anche per determinare una larga conoscenza da estendere al la catalogazione costituisce non solo un momento preliminare ma concetto di rappresentazione della storia e della civiltà. pure strutturale rispetto a problemi di individuazione e divulgazio- Su queste tematiche si sta muovendo con grande slancio l’Uffi- ne delle informazioni, dato che buona parte dei materiali interessati cio Beni Culturali della Conferenza Episcopale Italiana, su base alle indagini passate e future sono pertinenti all’ente ecclesiastico. nazionale, per quanto è risultato dalle disposizioni del Concordato Mai come in questo momento è necessario tornare a riflettere sui del 18 febbraio 1984 e della successiva Intesa per la tutela dei Beni contenuti di simili operazioni dopo anni di attività in cui si è Culturali ecclesiastici del 13 settembre 1996, definita a suo tempo assistito a un efficace coordinamento tra Regione e Soprin- dal card. Camillo Ruini rilevante sul piano istituzionale, con cui “si tendendenze. Ci si domanda cioè come sia possibile, oggi, ri- consolida la già viva collaborazione tra Stato e Chiesa […] perché disegnare il ruolo della catalogazione di fronte alle urgenze deter- tale collaborazione si sviluppi e si precisi ulteriormente in futuro”. minate dai rapporti tra proprietari delle schede catalografiche e I soggetti chiamati a interagire a livello locale sono da individuarsi degli oggetti individuati nella prospettiva della fruizione pubblica nei Soprintendenti e nei Vescovi diocesani, ed anche (in relazione (e cioè nell’ottica della necessaria attività di tutela del bene) nonché al patrimonio culturale di rispettiva competenza) negli Istituti di della divulgazione delle informazioni che, con la messa a punto di vita consacrata e nelle Società di vita apostolica, che concorrono Banche Dati e di strutture di comunicazione informatiche da con i titolari ecclesiastici a cooperare con gli organi statali a veicolare in Internet, determinano non pochi interrogativi sui determinate condizioni e secondo le disposizioni emanate dalla criteri d’accesso ai contenuti delle schede, da valutarsi nel pieno Santa Sede. rispetto delle attuali norme giuridiche in materia. Si tratta, invero, di una forma di “centralismo” che in tempi di Nel corso dei lavori del convegno sono apparsi, in proposito, rivendicazione di autonomie amministrative utili all’efficacia de- estremamente importanti i pareri espressi da mons. Attilio Nicora, gli interventi potrebbe apparire desueta; ma per certi versi è ritenuta delegato della Presidenza CEI per le questioni giuridiche, e di oggi necessaria per quelle finalità di rifondazione delle strutture Guglielmo Monti, Soprintendente per i Beni ambientali e ecclesiastiche responsabili dei Beni Culturali, come, in sede di architettonici del Veneto Orientale. Da due formazioni e da punti convegno, ha ribadito mons. Giancarlo Santi, direttore dell’Ufficio di vista differenti sono pervenuti a contenuti del tutto comuni sul competente per la Conferenza Episcopale Italiana. piano dell’approccio al Bene Culturale oggetto di catalogazione. Di grande risalto istituzionale appare la firma dell’Intesa tra L’enorme interesse che negli ultimi anni si è venuto a determinare Regione Veneto e Provincia Ecclesiastica Veneta in materia di intorno al tema generale dei Beni Culturali ha prodotto un’attenzio- catalogazione e utilizzo delle schede dei Beni Culturali di proprietà 5 ecclesiastica. L’atto viene al culmine di anni di collaborazione, che normativa ministeriale, sulle quali l’Ente ecclesiastico ha la capa- ha visto impegnata l’Amministrazione regionale dal 1986, quando cità di controllo dei dati contenuti, nel rispetto della paternità con la legge n. 2 del 9 gennaio venne istituito il Centro di scientifica degli esecutori. E così, all’insegna del principio del documentazione dei beni culturali e ambientali del Veneto, con i reciproco scambio di informazioni, si ispira il capitolo dedicato all’ compiti di raccolta, elaborazione e divulgazione relativi al patri- “Utilizzo del materiale catalografico da parte dell’Ente Ecclesiasti- monio storico della civiltà del nostro territorio, di cui il bene co”, in cui si determina la piena disponibilità per gli usi inerenti ecclesiastico è parte integrante. all’identificazione e tutela, definizione patrimoniale, inserimento L’atto ha anche il merito di dare continuità, ponendosi in una in Banche Dati e realizzazione di pubblicazioni a fini di studio o prospettiva coerente, con un’altra precedente Intesa di grande informativi. rilievo tra Regione Veneto e Provincia Ecclesiastica per la conser- Un punto di grande importanza è costituito dalle deliberazioni in vazione e la valorizzazione del patrimonio artistico e storico degli materia di “Utilizzo del materiale catalografico da parte della enti ecclesiastici veneti, stipulata nel 1994. Ambedue le parti Regione”, soprattutto per la parte delicata che attiene alla diffusio- concorrono nell’impegno di garantire la conservazione e il ripristi- ne delle informazioni su reti telematiche, poiché l’Amministrazio- no del patrimonio storico del Veneto; collaborano alla sua ne dispone di una Banca Dati denominata DO.GE. Veneto (Docu- valorizzazione secondo programmi di controllo, di attuazione e di mentazione Generale) in cui sono inserite le schede e le immagini impegno finanziario, avvalendosi dello scambio di informazioni di varie tipologie di Beni Culturali. In attesa di un definitivo reciproche in sede di commissione paritetica. é interessante rileva- regolamento d’accesso, la Regione si impegna a fornire la docu- re come in Veneto si siano anticipati largamente i contenuti della mentazione eventualmente richiesta, previa comunicazione al- citata Intesa tra il Ministero per i Beni Culturali e la Conferenza l’Ente ecclesiastico, proprietario dei materiali di pertinenza, e ad Episcopale italiana (1996), e quanto, in questo senso, sia avanzata oscurare il campo relativo alla “collocazione specifica” degli la posizione programmatoria dell’Amministrazione regionale nel oggetti storico-artistici mobili, nonché a fornirne un’immagine a campo dei Beni storico-artistici Ð soprattutto nei confronti della risoluzione ridotta per interdire la riproduzione a stampa. proprietà ecclesiastica – anche alla luce del decreto legislativo n. Non ultimo l’impegno sottoscritto per le “Nuove campagne 112 del 31 marzo 1998 riguardante il “Conferimento di funzioni e catalografiche”, secondo il quale la Regione potrà fornire la colla- compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli enti locali”. borazione per progetti definiti con Stato e Diocesi, riconoscendo a Le novità legislative hanno coinvolto di recente la riorganizzazione queste ultime la titolarità organizzativa e scientifica ed impegnan- degli apparati centrali dello Stato, portando alla creazione del dosi a sostenere i costi in misura qualificante. Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ma da più parti si ritiene é necessario ribadire quanto appaia rilevante, in termini di che nella sostanza non si sia pervenuti a quel decentramento che prospettiva, l’impegno della Regione Veneto nel segno della tu- potrebbe migliorare anche la rete organizzativa della cultura, tela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico del territorio, secondo più decisi princìpi di autonomia gestionale, come sembra- così come è emerso dal vivace dibattito occasionato dalla firma no dimostrare le istanze emerse dallo stesso convegno veneziano e dell’ultima intesa in materia di catalogazione. Ha una volta in più la firma del menzionato Protocollo d’Intesa. dimostrato quanto siano avvertite simili problematiche anche Quest’ultimo si articola in diversi punti: la “Disponibilità del dai nuovi soggetti ecclesiastici chiamati a collaborare in forme materiale catalografico di proprietà della Regione”, secondo cui più dirette e responsabili, all’insegna di una progettualità comune, l’Amministrazione mette a disposizione delle Diocesi le schede su del tutto auspicabile per la vita della rete culturale del nostro supporto cartaceo e corredate da fotografie e grafici previsti dalla territorio.

6 Fu così che il 6 luglio 1993, ospiti della Magnifica Comunità a Pieve di Cadore, si svolse un importante incontro sulla “Conferen- I BENI CULTURALI za di servizi, alla luce della legge 241/1990”, relatore il prof. Alberto De Roberto, presidente della II sezione del Consiglio di ECCLESIASTICI Stato. L’esplorazione dell’aspetto partecipativo nelle varie Un decennio di collaborazione problematiche, la possibitità di esaurire in un “unico” contesto fra la Consulta per i BB.CC.EE. l’iter procedimentale delle varie competenze, l’esplorazione di tale nuovo modo di amministrare: tutto l’insieme ha contribuito ad delle Tre Venezie e la Giunta Regionale aprire nuovi orizzonti e ad incrementare una maggiore partecipa- del Veneto - Le pubblicazioni zione di soggetti alla salvaguardia e alla valorizzazione del patri- Claudio Bellinati monio storico/artistico. In tutti questi incontri si faceva impellente una risposta alle varie problematiche della “formazione” degli operatori, nell’ambito dei BB.CC.EE. Ed ecco, allora, uscire per i tipi della Cedam (Padova) un Manuale per studenti di Scuole superiori e operatori nel patrimonio storico-artistico, curato da chi scrive. Con saggi di Alla luce della Lettera Apostolica per il XII centenario del II mons. Giancarlo Menis, mons. Alberto Piazzi e dell’arch. Franco Concilio di Nicea, la Consulta per i Beni Culturali Ecclesiastici Posocco si mirava ad offrire, soprattutto a giovani studenti, la delle Tre Venezie (presidente il card. Marco Cé, Patriarca di possibilità di avvicinarsi alla legislazione, alla didattica e alla Venezia, e vicepresidente S.E. mons. Maffeo Ducoli, vescovo di bellezza dell’arte; necessarie non solo per operatori nell’ambito del Belluno e Feltre) diede un vigoroso impulso allo studio e alla patrimonio storico-artistico, ma soprattutto per i futuri custodi ed soluzione dei problemi inerenti il vasto patrimonio storico-artisti- amministratori, in molte parrocchie, del già citato e sempre prezio- co. Le parole di Giovanni Paolo II sulla “autentica arte cristiana” so patrimonio di civiltà cristiana costituito dalle opere d’arte e dal stimolarono la preparazione di quello che in un decennio (1989/ patrimonio archivistico librario. In appendice si stampava anche 1999) sarebbe stato il primo di ben sei incontri. Fu infatti il 7 ottobre l’importante Lettera della Pontificia Commissione “de patrimonio 1989 il giorno nel quale, presso la Basilica di sant’Antonio in artis et historiae conservando” (Roma, 15.10.1992), a firma di S.E. Padova, venne realizzato il primo Convegno del decennio attuale, mons. Francesco Marchisano (attuale presidente della Pontificia dal suggestivo e modernissimo titolo di Conservazione e Commissione per i Beni Culturali della Chiesa). Si dava diffusione valorizzazione dei BB.CC.EE. delle Tre Venezie. Dopo gli interventi anche ad alcune norme fondamentali, pubblicate nella lettera della di mons. Pietro Garlato, del prof. Francesco Sisinni e dell’avv. CEI (28.02.1993) dal titolo: “La progettazione di nuove chiese”. Ivone Cacciavillani, ebbe luogo un’interessante Tavola rotonda E fu nel 1994 (15 ottobre), nella splendida abbazia di Praglia, che con la partecipazione delle Soprintendenze del Veneto. venne celebrato un memorabile incontro dal titolo: “Filosofia e La visita alla restaurata Cappella del beato Luca (Belludi), tecnologia del restauro. Gli ‘emblémata’”. In tale circostanza si guidata dal prof. Gianluigi Colalucci, diede l’avvio a quella serie giunse finalmente alla firma di una Intesa fra la Regione Veneto e di “visite guidate” che caratterizzarono sempre i vari Convegni. la Provincia Ecclesiastica Veneta per la conservazione e Venne pertanto lanciato l’S.O.S. per diverse chiese che necessita- valorizzazione del patrimonio storico-artistico degli enti ecclesia- vano di “intervento urgente” (cfr. pp. 77-78 degli Atti). Nacque stici veneti. Tale intesa precedeva felicemente quanto sarebbe stato allora l’idea di un Vademecum per gli operatori nei BB.CC.EE. che poi avallato nella cosiddetta Intesa Ruini-Veltroni, tra il Presidente vide la luce l’anno successivo (1990), a cura dell’avv. Ivone della CEI e il Ministro per i BB.CC. in Italia (13 settembre 1996). Cacciavillani e di chi scrive. La presentazione di un Glossario di Infine, a completare il decennio di attività della Consulta per i termini attinenti alle varie problematiche dei BB.CC.EE. (unitamente Beni Culturali Ecclesiaastici delle tre Venezie, uscivano nel gen- all’illustrazione degli aspetti giuridici inerenti alle problematiche naio del corrente anno gli Atti del Convegno, organizzato a Praglia stesse) ha prospettato una moderna rassegna di disposizioni il 9 novembre 1996, con il suggestivo titolo: Valorizzazione dei canoniche e civili, assolutamente necessarie ad ogni operatore nel Beni Culturali Ecclesiastici e autonomie regionali (attuazione campo dei Beni Culturali ecclesiastici. dell’art. 12 del Concordato 1984). Il primo campo nel quale si faceva impellente una dignitosa Al Convegno, oltre mons. Giancarlo Santi, avevano partecipato soluzione di vari problemi era quello degli Archivi Ecclesiastici. vari rappresentanti di Regioni italiane, ad illustrare le diverse Ecco pertanto farsi innanzi tutto una vasta organizzazione, per convenzioni sottoscritte, p.e. tra la Regione Umbria e la Conferen- preparare (presso la bella sede della Basilica di santa Giustina in za Episcopale Umbra; tra la Provincia di Lecce e le diocesi della Padova) un appropriato Convegno dal titolo Archivi ecclesiastici e Metropolia ecc. Furono presentate altre convenzioni stipulate nella mondo moderno (5 ottobre 1991). La presenza della dott. Bianca Regione Emilia-Romagna. Alla Tavola rotonda presiedette S.E. Strina Lanfranchi, di p. Emanuele Boaga, della dott. Francesca mons. Attilio Nicora, che concluse l’incontro con un’interessante Cavazzana Romanelli ecc. contribuì ad approfondire il problema disamina dei vari problemi, attinenti alla valorizzazione e alla della salvaguardia e della valorizzazione di archivi ecelesiastici, custodia dei BB.CC.EE., formulando inoltre importanti auspici, alla grandi e piccoli, con specifica attenzione alla salvaguardia dei luce di non pochi interrogativi circa la situazione dei beni stessi alle “libri antiquiores”, cioè dei registri parrocchiali, talvolta in preca- soglie del terzo millennio. rie situazioni di custodia e di valorizzazione. Uscivano frattanto, in Un decennio di operosa attività, in collaborazione con la Giunta sede nazionale, da porte della CEI, i famosi e sempre attuali Regionale del Veneto e con le Soprintendenze accreditate nella Orientamenti (1992), che confermavano e ampliavano in vari punti regione, ha condotto ad una vasta catalogazione dei beni artistici e le già preziose Norme del 1974. storici. Un progetto, ancora in fase di programma, dovrebbe 7 condurre alla realizzazione di schede attinenti la conoscenza archi- Consulta per i Beni Culturali delle Tre Venezie tettonica e ambientale degli edifici ecelesiastici: in particolare delle Giunta Regionale del Veneto chiese, parrocchiali o non, che costituiscono il grande patrimonio Bibliografia del decennio 1989/1999 di beni ecclesiastici immobili della intera regione Veneto. é stata inoltre felicemente condotta a termine la informatiazazione di almeno 7 su 10 degli Archivi storici delle diocesi della Regione Conservazione e valorizzazione dei Beni Culturali Ecclesiastici, Atti Veneto. Si prospetta inoltre una catalogazione informatizzata dei del Convegno (Padova, Basilica del Santo, 7 ottobre 1989), Padova, principali archivi parrocchiali, che contengono preziose notizie, Cedam, 1990. non soltanto locali, poiché i cosiddetti “libri antiquiores” (mag- Vademecum per gli Operatori nei Beni Culturali Ecclesiastici, a cura giormente esposti a danni provenienti da mutazione di collocazio- di Claudio Bellinati e Ivone Cacciavillani, Padova, Cedam, 1990. ne) sono vere e proprie fonti di importanti “memorie”, assoltutamente necessarie per chiunque voglia tessere con positive documentazioni Archivi ecclesiastici e mondo moderno, Atti del convegno (Padova, la storia della propria parrocchia. Basilica di S. Giustina, 5 ottobre 1991), Padova, Cedam, 1993. L’auspicio di tutti è che il prossimo Giubileo incrementi il La “Conferenza di servizi” nella conservazione, tutela e valorizzazione desiderio e l’attuazione di un’effettiva conoscenza storica delle dei Beni Culturali Ecclesiastici, Atti del Convegno (Pieve di Cadore- molteplici e preziose vicende, inerenti la secolare storia religiosa Belluno, Salone della Magnifica Comunità di Cadore, 6 luglio 1993), delle popolazioni venete. a cura di Claudio Bellinati, s.e., 1994. Beni Culturali Ecclesiastici. Significato, promozione, valorizzazione. Manuale per Studenti di Scuole Superiori e Operatori nel Patrimonio storico-artistico, a cura di Claudio Bellinati, Padova, Cedam, 1994. Filosofia e tecnologia del restauro. Gli “emblemata”, Atti del Conve- gno (Padova, Abbazia di Praglia, Teolo, 15 ottobre 1994), a cura di Claudio Bellinati, s.e., 1995. Intesa per la conservazione e valorizzazione del Patrimonio Artistico e Storico degli Enti Ecclesiastici Veneti tra Regione Veneto e Provin- cia Ecclesiastica Veneta, (Padova, Abbazia di Praglia - Teolo, 15 ottobre 1994), s.e., 1995. Valorizzazione dei Beni Culturali Ecclesiastici e Autonomie regionali, nell’attuazione dell’art. 12 del Concordato 1984, Atti del Convegno Evangelario di Isidoro, 1170 (Abbazia di Praglia-Teolo, 9 novembre 1996), Padova, Il Poligrafo, Padova, Biblioteca Capitolare 1999.

8 di produzione libraria e al contempo fucina di altissime manife- stazioni di pensiero. LA MINIATURA A PADOVA Sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica, con il patrocinio del Ministero per le Attività Culturali e con il contributo DAL MEDIOEVO della Regione Veneto, è stato possibile organizzare questa che si è AL SETTECENTO subito configurata come una delle più vaste mostre nella storia della Miniatura mai organizzata in Italia. A promuovere l’iniziati- Simonetta Pelusi va, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, attraverso i Civici Musei e il Settore Attività Culturali, assieme alla Provincia di Padova e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con la collaborazione di IBM Global Services. La mostra è il frutto di sette anni di ricerche, coordinate e condotte in prima persona da Giordana Canova Mariani, responsa- bile scientifico dell’iniziativa, che ne ha coordinato anche il proget- Lo sviluppo consistente dell’or- to. La direzione è stata affidata a Davide Banzato, direttore dei ganizzazione di mostre biblio- Musei Civici di Padova, e all’architetto Gian Franco Martinoni, grafiche in Italia degli ultimi anni, direttore del Settore Attività Culturali. Curatori dell’esposizione, sviluppo che non ha eguali nel- oltre a G. Canova Mariani, D. Banzato e G.F. Martinoni, Federica l’attività delle istituzioni biblio- Toniolo, Giovanna Baldissin Molli, Fiorenza Scarpa, Mirella Cisotto tecarie estere, è il prodotto di due Nalon e Michela Benetazzo. La schedatura del materiale e la fattori: da una parte la spinta alla stesura dei saggi del catalogo sono stati affidati ai maggiori esperti conoscenza dell’arte libraria e gra- italiani e internazionali. Così come erano da annoverare fra le fica da parte di un pubblico di personalità di maggior rilievo nel campo codicologico e archivistico, massa sempre più attento e sensi- nonché storico-artistico, i componenti del comitato scientifico, che bile all’importanza del patrimo- hanno assicurato la riuscita dell’iniziativa e l’attendibilità, sotto Igino, De Astronomia, Padova, anno c. 1470, New York, The Pierpont Morgan Library nio culturale nazionale, dall’altra tutti i punti di vista, dei contenuti scientifici. il desiderio delle amministra- La grande esposizione è articolata in tre sezioni, cui fanno capo zioni di dare visibilità sì agli “oggetti” in sé, ma anche a tutta quattro sedi: “Parole dipinte. La miniatura a Padova dal Medioevo quell’attività scientifica e di ricerca che sottende alle politiche di al Settecento”, allestita a Padova a Palazzo della Ragione e a valorizzazione, conservazione e tutela dei beni culturali. Palazzo del Monte; “La Bibbia istoriata padovana”, presentata a Superati finalmente i pur fondati dubbi dei puristi che conside- Rovigo nelle sale dell’Accademia dei Concordi; e infine “Calligra- ravano i beni librari e archivistici non idonei all’esposizione in una fia di Dio. La miniatura celebra la Parola”, suggestivamente teca, situazione che allontanava irrimediabilmente gli oggetti espo- collocata nell’Abbazia benedettina di Praglia. sti dalla loro primaria destinazione d’uso, la lettura o quantomento Le sedi cittadine espongono alcuni fra i maggiori capolavori la consultazione diretta di più pagine, si è giunti al confezionamento d’alta epoca, di cui si parlerà più avanti; ma ricordiamo, oltre ai libri di prodotti culturali di grande spessore Ð pur nella consapevolezza liturgici, in grande maggioranza, la sezione, di grande interesse, che l’unica interpretazione corretta della funzione del bene librario dedicata ai libri in volgare che, sotto la cura di Furio Brugnolo, sia quella del coinvolgimento “fisico” del fruitore – comunque nel raccoglie testimonianze raffinatissime, come i canzonieri provenzali rispetto dell’identità dei beni esposti. e il celebre Erbario Carrarese, ora alla British Library. La sezione E, come ricordava Alfredo Serrai (docente all’Università di ospitata dall’Abbazia di Praglia è a tema monografico, e si incentra Roma “La Sapienza” e punto di riferimento per le scienze bi- sull’illustrazione della Bibbia e dei Codici liturgici. Infine, l’ecce- bliografiche e biblioteconomiche) in diversi suoi interventi, non è zionale e irripetibile evento della riunificazione ed esposizione sicuramente sufficiente l’esposizione di due pagine affrontate di un della Bibbia Istoriata Padovana ha luogo presso l’Accademia dei volume, ancorché superbamente illustrate o miniate, se il visitatore Concordi di Rovigo. non viene raggiunto da ragguagli che gli consentano di superare Basta scorrere l’indice del ponderoso catalogo, nella sezione questa obbligata staticità con i mezzi della bibliografia, della dedicata al catalogo delle opere esposte, per avere un’idea schematica bibliologia e della ricerca soggiacente. In una parola, ciò che sta ma esauriente del percorso disegnato per illustrare la storia della alla base delle mostre bibliografiche è il catalogo che, oltre ad miniatura patavina: dal Maestro del Gaibana all’avvento del goti- Igino, De Astronomia, Padova, anno c. 1470, enumerare e descrivere le opere esposte, sta a testimoniare l’attività New York, The Pierpont Morgan Library di ricerca ad esse relativa; esso è il cuore e quasi la ragione della co bolognese; il Trecento, la mi- mostra, dà la misura del suo apporto culturale, il valore delle sue niatura giottesca nei libri liturgici motivazioni, gli spunti per nuove indagini. e nei libri della cultura; l’età Spesso quindi i cataloghi di esposizioni bibliografiche divengo- carrarese; l’avvento della domi- no vere e proprie pietre miliari degli studi di settore: una qualità che nazione veneziana e il tardogotico salta agli occhi di chiunque avvicini il catalogo della mostra “La del Quattrocento; il Rinascimen- miniatura a Padova dal Medioevo al Settecento”, pubblicato in to nei libri della cultura umanistica occasione dell’esposizione padovana, suddivisa e articolata in ben padovana; il calligrafo Bartolo- quattro sedi, che ricostruisce un percorso storico e artistico, parten- meo Sanvito, a Padova e Roma; la do dal manoscritto miniato per approdare alla decorazione del libro biblioteca di Iacopo Zeno, mano- a stampa, in un ambito culturale, quello padovano, primario centro scritti romani e incunaboli vene- 9 ziani; Giovanni Vendra- venne restituito per errore alla Marciana, un altro (Aristophanis min e il classicismo a Pa- vita, grece) risulta disperso, gli altri (sei latini, cinque greci, due dova; Lorenzo Canozi ti- ebraici, uno italiano e uno armeno) sono tuttora conservati a Parigi. pografo a Padova; gli inizi Lo stesso destino fu seguito dagli otto incunaboli miniati, asportati di Benedetto Bordon e dai Francesi dalla biblioteca del Capitolo della Cattedrale, tra cui l’apogeo del gusto ferra- il pregevole esemplare delle Comoediae di Plauto, in folio (Vene- rese; la biblioteca di Pie- zia, Vindelino da Spira e Giovanni da Colonia, 1472), miniato da tro Barozzi e Antonio Ma- Giovanni Vendramin su commissione di Iacopo Zeno, di cui porta ria da Villafora; dal Cin- le armi, che la mostra presentava in mezzo agli altri suoi tesori. quecento al Settecento: li- Percorsi segnati dalla Storia, oggi emendati dalla sensibilità di bri liturgici e documenti istituti di conservazione libraria che, consapevoli della portata d’archivio miniati. culturale dell’avvenimento, hanno contribuito, con il prestito dei I circa trecento manoscritti preziosi reperti in loro possesso, alla realizzazione del progetto e incunaboli miniati espo- espositivo, dietro le ricerche degli organizzatori che, sulla base di sti in occasione della mo- antichi inventari, hanno potuto identificare la provenienza di stra, provenienti da più di alcuni pezzi. cinquanta biblioteche e Sempre nell’ottica del recupero e restituzione di documenti alla musei di tutto il mondo, loro sede naturale, all’Accademia dei Concordi di Rovigo è esposta sono soltanto una piccola per la prima volta la celebre Bibbia istoriata padovana, oggi due Evangelario di Isidoro. Anno 1170, per la Cattedrale parte di quella che fu la manoscritti Ð conservati rispettivamente a Rovigo e a Londra Ð di Padova. Padova, Biblioteca Capitolare produzione del centro cul- originariamente costituenti un unico codice, ormai incompleto, turale patavino, produzione che, pur senza raggiungere la vastità di probabilmente già smembrato nel XVI secolo, che con le sue attuali quella di nuclei quali la medievale, o Venezia e Firenze nel 344 illustrazioni (4 vignette tabellari su ciascuna pagina, con Rinascimento, riuscì a delineare una propria cifra stilistica, riferibile didascalia di commento in volgare padovano) rappresenta forse oggi ad un centro religioso e universitario importante ma delimitato. l’opera più illustrata del Trecento padovano, qui per la prima volta L’industria libraria patavina, riflesso di una committenza sia esposta a fogli sciolti, con un sistema che li rende visibili sia dal ecclesiastica Ð Chiesa e Ordini religiosi Ð sia laica Ð classe dirigen- recto sia dal verso. te, mondo culturale e Università in particolare, ma anche diverse Al di là di questi aspetti spettacolari e di sicuro grande impatto corporazioni cittadine laiche e devozionali Ð, appare finalizzata sul pubblico, come sottolineato da Giordana Canova Mariani, alla realizzazione di prodotti destinati soprattutto alla liturgia e responsabile del cordinamento scientifico dell’iniziativa, la mostra all’uso accademico. va considerata soprattutto come un punto di arrivo di esperienze E non è un caso che proprio a Padova si fossero andate creando precedenti (si ricordano ancora le due esposizioni dei codici miniati nel tempo alcune fra le maggiori raccolte (non pensiamo sia il caso della Biblioteca Capitolare di Padova, del 1950, in occasione di parlare di “collezioni”) di manoscritti e incunaboli miniati, che dell’Anno Santo, e del 1967, in concomitanza con le manifestazio- diedero vita a inestimabili librerie private e pubbliche. Accanto alle ni per il VII centenario della nascita di Giotto) e come base per grandi biblioteche ecclesiastiche e monastiche, si ricordano le l’avvio di nuove ricerche: e non c’è dubbio che anche questo eccezionali librerie di Pietro Donato, Fantino Dandolo, per cui secondo risultato sia stato pienamente raggiunto. La disamina del- eseguì miniature forse lo stesso Andrea Mantegna, Giovanni la vasta e complessa ma- Francesco Capodilista, Iacopo Zeno, per cui lavorò Giovanni teria condotta da G. Ca- Salterio del monastero di San Pietro in Padova. Miniatore parigino, sec. XIII. Vendramin, Pietro Barozzi, che commissionava lavori ad Antonio nova Mariani nel suo im- Padova, Biblioteca del Seminario Maria da Villafora; e Zeno e Barozzi, in epoche diverse, formarono portante saggio di aper- due tra le più grandi raccolte di incunaboli, appositamente acqui- tura del catalogo (La mi- stati e fatti illuminare. niatura a Padova dal Me- Molte di queste raccolte sono andate disperse, anche se i pezzi dioevo al Settecento, pp. che le componevano sono stati quasi tutti rintracciati nelle più 13-32), indispensabile per importanti biblioteche mondiali. E qui si sfiora un altro argomento chiunque si avvicini per la a favore di iniziative culturali quali quella di cui stiamo parlando: prima volta all’argomen- la possibilità di ricomporre in unità, pur temporaneamente, la trama to e per chi, pur avendolo di un tessuto che è andato sfaldandosi nel tempo, restituendo alla già affrontato, ne esiga un comunità culturale odierna un aspetto dello spessore e della gran- compendio aggiornato, dezza di un tempo che va globalmente rivisitato perché, come contiene già i germi delle ammonisce Claudio Bellinati, Consultore della Pontificia Com- future ricerche, scaturiti missione per i Beni Culturali della Chiesa, “chi non affonda le dal lavoro preparatorio radici nel passato, non può costruire un solido futuro” (p. 458). della mostra. La natura estremamente “mobile” dei beni librari, ne ha sempre Innanzitutto, quella che l’Au- fatto oggetto di dispersioni per vari motivi, strane sparizioni e trice stessa chiama “una improvvise ricomparse, compravendite, smembramenti, prede di delle acquisizioni più sor- guerra a fatica Ð e non sempre Ð restituite. Ben diciassette furono prendenti di questa mo- gli inestimabili manoscritti asportati dai Francesi nel 1797 dalla stra (p. 15) è la scoperta biblioteca dell’abbazia di Santa Giustina: nessuno ritornò. Uno della mole di lavoro svol- 10 to dai miniatori a Padova dai primi decenni del Cinquecento sino comunque in possesso di al Settecento inoltrato, epoca in cui perdurava ancora l’uso un suo codice stilistico ben dell’esemplazione e della miniatura dei grandi corali. Al di là dei delineato. sontuosi, pur nella loro sobrietà, codici liturgici medievali e Un altro contributo offer- rinascimentali, si riavvicinano così monumenti dell’arte libraria e to dalla ricerca finalizzata archivistica oscurati dal pregio e dalla bellezza dei loro confratelli alla presente esposizione più antichi; va sottolineato come anche i codici più tardi siano pur alla conoscenza del patri- sempre esemplari unici, meritevoli di rivalutazione per il pregio monio miniaturistico pata- dell’esecuzione e la fantasia di temi e invenzioni. E si può dire che vino, è dato proprio dal- questa sia la prima volta che tale rivalutazione viene operata, l’analisi delle miniature sostenuta da un valido impianto scientifico, presente sia nelle della serie degli Antifonari schede di descrizione del materiale Ð pregevoli libri liturgici ma responsoriali feriali e fe- anche diplomi e registri universitari e schede di monacazione, stivi secundum consue- spesso inediti Ð sia nel saggio di G. Baldissin Molli, che fa luce su tudinem Romanae Curiae, un settore, quello della fase tarda della miniatura, assai scarsamente eseguiti su commissione indagato, e i cui pochi contributi derivano quasi esclusivamente da della Cattedrale che così indagini svolte in occasione di esposizioni mirate. poté ottemperare all’esi- Benché volti ai celebri codici patavini esemplati e miniati dal genza di rinnovare i pro- Medioevo al Rinascimento, neppure gli studi più recenti avevano pri libri liturgici. Ordinati ancora condotto ad una sistematizzazione dei dati relativi a calligrafi probabilmente per il gran- Erbario carrarese. Per Francesco Novello da Carrara, e miniatori. Il catalogo presenta, per la cura di V. Dal Santo, un de giubileo del 1300, al- anno 1350-1405. Londra, British Library primo repertorio, suddiviso per epoca, tratto da documenti d’archi- meno due, come risulta vio padovani spesso inediti, che getta nuova luce sull’attività di dall’analisi di documenti sinora inediti, erano già terminati e questi artisti e artigiani: il dato che emerge con maggior evidenza miniati il 19 luglio 1306 (p. 89), un anno dopo il completamento è l’assenza di grandi botteghe e la frammentazione delle attività in degli affreschi della Cappella degli Scrovegni, cui alcune delle piccoli laboratori, dove i maestri lavoravano autonomamente e a miniature che li ornano sono chiaramente ispirate. E sia il Lezionario disposizione, di volta in volta, dei facoltosi committenti. eseguito per l’Abbazia benedettina di Santa Giustina, oggi a Non è certo questa la sede per ripercorrere le tappe della storia Berlino, sia la serie di Antifonari fatti esemplare e miniare dalla della miniatura a Padova, che si delinea in maniera estremamente comunità francescana di Sant’Antonio, oggi conservati presso la approfondita sia nelle schede di descrizione delle opere esposte, sia Biblioteca Antoniana, testimoniano del clima di rinnovamento nei saggi a corredo del catalogo, alla cui consultazione e lettura si vissuto da Padova in quegli anni in cui il libero Comune cedeva il rimanda senz’altro (C. Bellinati, I “libri miniati” della Biblioteca passo alla Signoria carrarese. Capitolare di Padova; F. Flores D’Arcais, Il “giottismo” nella Ma la committenza non era soltanto quella ecclesiastica o acca- miniatura padovana del primo Trecento. Proposte e ipotesi; demica: negli anni novanta del Trecento si ha una fioritura di opere F. Toniolo, La Bibbia Istoriata padovana; M. Medica, Nuove miniate destinate ad uso privato, caratterizzate da una maggiore tracce per l’attività padovana del Maestro delle iniziali di Bruxel- ornamentazione. A questa tipologia afferisce una Divina Comme- les; S. Marcon, La miniatura nei codici di Giovanni Marcanova; dia conservata presso la Biblioteca Gambalunghiana di Rimini, A. de la Mare, Bartolomeo Sanvito da Padova, copista e miniatore; esemplata per se stesso dal patrizio veneziano Iacopo Gradenigo, L. Armstrong, Copie di miniature del Libro degli uomini famosi, molto legato alla corte padovana. Per la prima volta ne viene qui Poiano 1476, di Francesco Petrarca; G. Toscano, Gaspare da proposta una collocazione temporale fra il 1393-94, attribuendone Padova e la diffusione della miniatura “all’antica” tra Roma e la parte miniata preponderante a Cristoforo Cortese, che sareb- Napoli; G. Baldissin Molli, La tarda miniatura; D. Banzato, be divenuto il massimo esponente della miniatura tardogotica Placchette, legature, miniature; F. Brugnolo, G. Peron, Monumen- veneziana. ti e testimonianze manoscritte della cultura volgare padovana del La miniatura è forse un oggetto per noi fuori dal tempo: essa Medioevo: sec. XII-XIII). Piuttosto, si preferisce sottolineare qui richiede lunghi tempi di osservazione, di meditazione, di pensiero. ancora qualcuno fra gli spunti di maggior interesse forniti dagli La sua struttura complessa, la sua arcana simbologia sembrano studi che soggiacciono all’organizzazione dell’iniziativa. fatte per intimidire l’osservatore, eppure la sua preziosità e rarità Tra il XII secolo e la prima metà del XIV il committente per ammaliano chiunque la avvicini. Questa mostra eccezionale offre eccellenza fu la Cattedrale, grazie al cui impegno possiamo oggi al visitatore l’occasione per accostarsi ad un mondo di delicata ammirare capolavori quali l’Evangelistario di Isidoro (1170) e bellezza, ed il volume che l’accompagna non solo ne è il comple- l’Epistolario esemplato da Giovanni da Gaibana (1259), mento indispensabile dal punto di vista storico-scientifico, ma, mansionarius e cantor, e miniato da un ancora sconosciuto artista, grazie alle sue splendide riproduzioni, è anche lo strumento in detto Maestro del Gaibana; e un ruolo non minore lo giocaro- grado di consentirci di riflettere su pagine che mai ci sarebbe dato no l’Abbazia di Santa Giustina e il Convento francescano di di sfogliare. Sant’Antonio. Il Trecento determinava il cambiamento del linguaggio figurati- La miniatura a Padova dal Medioevo al Settecento, progetto e vo patavino e di tutta l’area padana: l’evento determinato dall’ese- coordinamento scientifico Giordana Canova Mariani, catalogo a cuzione, da parte di Giotto, del ciclo di affreschi commissionati da cura di Giovanna Baldissin Molli, Giordana Canova Mariani, Enrico Scrovegni per la cappella dell’Annunziata annessa alla Federica Toniolo, Modena, Panini, 1999, 4°, pp. 623, ill., dimora di famiglia, era destinato a rinnovare anche la miniatura, già L. 130.000. 11 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

GIORGIO ZORDAN, Repertorio di storiografia ve- neziana. Testi e studi, elaborazione informatica RECENSIONI e coordinamento a cura di Silvia Gasparini, Pa- dova, Il Poligrafo, 1999, 8°, pp. 366, L. 60.000. E SEGNALAZIONI La storia di Venezia ha un posto di rilievo del tutto particolare nella storiografia italiana: essa conosce una continuità di studi e ricerche che non si riscontra per altre città italiane. È ovvio che ciò è legato alle caratteristiche particolarissi- Lombardia: 1589-1734; P. Bellettini, Il torchio me della Serenissima, la quale ha svolto un ruolo e i caratteri: l’attrezzatura tipografica a Bolo- non paragonabile con nessun’altra città italiana. OPERE GENERALI gna in età moderna; C. Fahy, La descrizione del Venezia è un unicum nella storia occidentale sul torchio tipografico nel Dizionario delle arti e de’ piano territoriale e politico: è costituita da un mestieri (1768-1778) di Francesco Griselini; A. gruppo di isole collegate da ponti e canali, e ha avuto uno Stato che è durato oltre mille anni, Libri, tipografi, biblioteche. Ricerche storiche Petrucciani, Storie di ordinaria tipografia. La svolgendo per un lungo periodo un ruolo interna- dedicate a Luigi Balsamo, Firenze, Olschki, 1997, Stamperia Lerziana di Genova (1745-1752) e zionale imperiale. A ciò va aggiunta una eccezio- 8°, 2 voll., pp. XVII-700, ill., L. 150.000. Bernardo Tarigo; M. Berengo, Una tipografia liberale veneziana della Restaurazione. Il Gon- nale continuità nella produzione culturale, spe- La silloge di studi è promossa dall’Istituto di doliere. cie artistica (in senso lato), mentre l’Università biblioteconomia e paleografia dell’Università Nel secondo volume: F. Petrucci Nardelli, Un di Padova ha costituito l’unico centro di alta degli studi di Parma, per la curatela di Arnaldo legatore viterbese del Quattrocento. Per l’iden- cultura scientifica e professionale di questo Sta- Ganda ed Elisa Grignani, e intende onorare l’in- tificazione della figura di un artigiano del libro; to, in cui sono stati chiamati a insegnare gli signe studioso delle discipline del libro Luigi L. Quaquarelli, Lodi di Bologna in tipografia; J. studiosi delle diverse discipline più autorevoli di Balsamo. La nota biografica finale ne ricostrui- Veyrin-Forrer, Provenances italiennes dans la tutta Europa. La Serenissima fu uno Stato laico sce la ricca attività professionale: insegnante, Bibliothèque de François Rasse des Neux; R. diretto da una oligarchia che mise in atto un ispettore alla Soprintendenza bibliografica per la Campioni, Una ‘fatica improba’: la bibliografia complesso armamentario istituzionale e ideolo- Lombardia, Soprintendente bibliografico per la delle opere di Giulio Cesare Croce; L. Avellini, gico per assicurare una continuità nella direzione Sardegna, docente universitario, direttore della Un emulo bolognese del Ramusio: Valerio Zani dello Stato. celebre testata “La Bibliofilia” per i tipi di Olschki, curatore del “Genio Vagante” (1691-1693); U. Per questi, e altri motivi, Venezia ha sollevato presidente del Corso di laurea in Conservazione Rozzo, ‘Furor bibliographicus’ ovvero la da sempre l’interesse degli storici, e proprio in dei Beni culturali dell’Università di Parma. Le bibliomania; A. Serrai, La Chasse aux Biblio- questi anni, in cui le vicende del 1797-99 sono al sue acquisizioni nel campo della ricerca sono graphes: perizia e paranoia nell’Abbé Rive; M. centro di un grande dibattito, gli storici si ripercorribili nell’amplissima bibliografia dei suoi Lowry, Boyars, Bishops and Bibliophiles: an reinterrogano sulla sua fine, sulle ragioni profon- scritti curata da A. Ganda, mentre l’elenco, a Aldine Network in Revolutionary Europe; D.W. de che ne hanno determinato la “caduta”, an- cura di E. Grignani, delle 45 tesi preparate da Krummel, Archer Taylor’s Three Epochs of ch’essa oggetto di un mitologismo duro a morire. suoi allievi del Corso di perfezionamento in Bibliography; P. Innocenti, Collocazione mate- In questo repertorio bibliografico sono elen- Biblioteconomia di Parma testimonia dell’entu- riale e ordinamento concettuale in biblioteche cati migliaia di studi, ricerche, saggi, ordinati siasmo sempre riposto nell’attività formativa di pre-moderne; S.M. Malinconico, Librarians & secondo criteri chiari, che facilitano enorme- docente. I contributi che i due volumi raccolgo- Technological Change: Opportunities, Disaf- mente qualsiasi ricerca bibliografica su Venezia, no, oltre ad essere assai numerosi, portano le fection and Management Responsabilitis; A. “nelle lingue occidentali correnti” dall’alto me- firme di studiosi di fama internazionale e sono Olschki, Libri, cultura, banche e dintorni; M. dioevo alla sua “caduta”. Le fonti, prima di tutto: ulteriore affermazione della stima goduta da Festanti, Il corso di perfezionamento in Biblio- dalla cronachistica e storiografia politica alle Balsamo per gli esiti scientifici delle sue ricer- teconomia di Parma. fonti normative, giudiziarie, agli atti diplomati- che. La miscellanea diviene così un punto di Vincenza Donvito ci. E poi la storia della storiografia, quella civile solido riferimento per quanti si occupano a vario e politica, la città e l’ambiente, la società, la titolo del libro nell’epoca della sua produzione storia della legislazione e la politica del diritto, la manuale; ritengo pertanto gradita la puntuale Zecca, il diritto civile, commerciale, marittimo, segnalazione degli interventi. le professioni legali, le relazioni con paesi esteri, Nel primo volume: L. Hellinga, Press and l’economia e la finanza, fino al “quotidiano, Text in the First Decades of Printing; M. Daves, l’effimero, l’evento”, e altri argomenti ancora. Two Book-lists of Sweynheym and Pannartz; A. Insomma, chi intende avviare una ricerca, o Ganda, Fortuna Zarotto: stampatore di poco anche solo compiere una buona lettura su un conto e... ladro? (Milano 1471-1476); D.E. argomento, un personaggio, un periodo della Rhodes, Alessandro Ruinagia da Piacenza (1472- storia veneziana, dispone oggi di questo stru- 1556): vita e opere; E. Barberi, La Frotola nova mento agile, costruito secondo criteri di elabora- già attribuita ai torchi di Aldo Manuzio; N. zione chiaramente indicati da Silvia Gasparini. Harris, Filologia e bibliologia a confronto nel- Nella presentazione Giorgio Zordan, profes- l’Orlando furioso del 1532; R.L. Bruni, Le tre sore di Storia del diritto italiano all’Università di edizioni cinquecentesche delle Rime contro Padova, precisa che sono stati omessi “scritti di l’Aretino e la Priapea di Nicolò Franco; D. esclusivo carattere storico-artistico e storico- Zancani, Un recupero quattrocentesco: La vita letterario”, già catalogati in loro strumenti biblio- di Pietro Avogaresco bresciano di Antonio grafici, mentre sono presenti quelli dell’area Cornazzano e il lavoro di un editore del Cinque- storico-giuridica, politica e istituzionale. Ben rap- cento (Remigio Nannini); W. Pettas, The Giunti presentata è anche la letteratura storica contem- and the Book Trade in Lyon; P.F. Gehl, Credit poranea, che in quest’ultimo decennio ha cono- Sales Strategies in the Late Cinquecento Book sciuto un arricchimento di notevoli proporzioni. Trade; M. Infelise, Ex incognito notus? Note sul Ora, lavori come questo si inseriscono felice- tipografo Sarzina e l’Accademia degli Incogniti; mente in un ordine di studi, quelli su Venezia, A.G. Cavagna, Statuti di librai e stampatori in che sono cospicui e ininterrotti lungo i secoli. 12 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Scorrendo il volume, vediamo che uno spazio nomia specifica, volta a darci un’immagine delle esteso si sono conquistati gli “autori”, ossia i “fasi della vita degli stampati quali beni econo- protagonisti della storia veneziana, da Marin mici e oggetti simbolici”; il binomio libro-edito- Sanudo ad Andrea Dandolo, da Marcantonio ria è infatti strumento essenziale per una più Sabellico a Gasparo Contarini, e poi Paolo Paruta, completa esplorazione sociale della cultura, i cui Paolo Sarpi, Fulgenzio Micanzio. Il “mito di risultati, come in questo caso, sono di grande Venezia” è un altro dei topoi più frequentati; i interesse. suoi ordinamenti, le tecniche di gestione del Mario Quaranta potere, l’“esemplarità” della sua oligarchia: sono tutti argomenti assai frequentati dalla storiografia, e dove studiosi stranieri hanno sempre manife- stato un vivo interesse. Ma le vicende storiche di Venezia, la storia dei suoi ordinamenti politici OSSERVATORIO REGIONALE MUSEI DEL VENETO, hanno ovviamente lo spazio maggiore, ed è qui Gestione e Formazione nei Musei del Veneto. I° che si può misurare la continuità degli studi, gli Conferenza Regionale dei Musei del Veneto (Ve- approfondimenti e i nuovi paradigmi storiografici nezia, 16-17 giugno 1997), a cura di Luca Baldin, che sono stati elaborati per spiegare le ragioni Treviso, Canova, 1998, 8°, pp. 176, s.i.p. che hanno fatto di Venezia uno Stato, un impero, tra i più longevi della storia occidentale. Il volume presenta gli atti della Prima Confe- Mario Quaranta renza Regionale dei Musei del Veneto che ha visto il confronto e il dibattito tra esperti, studio- si, operatori del settore sui temi della gestione museale e della formazione-occupazione nel cam- po dei beni culturali. L’Osservatorio Regionale RENATO PASTA, Editoria e cultura nel Settecento, GIUSEPPE FRANCO VIVIANI - GIANCARLO VOLPATO, Firenze, Olschki, 1997, 8°, pp. 296, L. 58.000. sui Musei del Veneto, recentemente istituito Bibliografia veronese (1993-1996), Verona, (1997), è il frutto di una convenzione stipulata tra Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di L’autore affronta un tema abbastanza nuovo l’Università di Venezia Ca’ Foscari e la Regione, Verona - Università degli studi di Verona, 1998, nella pubblicistica sul Settecento, ossia il ruolo finalizzata alla collaborazione in materia di co- 8°, pp. 607, s.i.p. che l’editoria ha svolto in Italia nel processo di noscenza e salvaguardia dei beni culturali. modernizzazione avviato in quel periodo. In Giancarlo Galan, introducendo i lavori, discu- Si tratta del quinto volume della Bibliografia particolare viene esaminata la diffusione di testi te le ragioni che hanno portato alla costituzione veronese che copre l’arco di tempo che va dal illuministici e la trasformazione di generi lettera- dell’Osservatorio permanente e le sue finalità 1993 al 1996. I precedenti volumi coprivano i ri legati alla formazione di un nuovo tipo di operative che si concretano prima di tutto nella seguenti anni: volume I, 1966-1970; volume II, pubblico. Ci soffermiamo sui risultati della ricer- raccolta dei dati, prioritaria rispetto a qualunque 1971-1973; volume III, 1974-1987; volume IV, ca che riguardano l’area veneta, e che ha nel forma di intervento. Della Banca Dati parlano 1988-1992. é uno strumento utilissimo per tutti tipografo Bernardo Paperini il suo promotore più Giorgio Vigo e Maria Teresa De Gregorio: pre- gli studiosi che intendano svolgere delle ricerche importante. Dalla sua bottega è uscito, tra il 1753 sentano gli esiti dell’indagine condotta nel 1996 aventi come oggetto Verona e il suo territorio e il 1767, “un best-seller dell’editoria italiana sulla realtà museale veneta e le modalità della nella sua dimensione naturale e storica. Il proget- settecentesca”: l’edizione in dieci volumi delle ricerca che ha preso avvio dai dati già acquisiti to, nato trent’anni fa, ha messo a disposizione del commedie di Goldoni, edizione che si contrap- dall’ISTAT, dalla pubblicistica corrente, dalla pubblico 13.500 notizie bibliografiche e 100.000 pose polemicamente a quella veneziana di Giu- ricerca in atto. Alle 259 sedi museali effettive è informazioni su autori, personaggi, luoghi, fatti, seppe Bettinelli (solo Metastasio conobbe nello stato inviato un questionario che ha permesso la eventi del territorio veneto-occidentale. Il suc- stesso periodo un pubblico altrettanto vasto). rilevazione della situazione. Serve di chiarimen- cesso di questa iniziativa è testimoniato dal fatto Lo stesso Goldoni investì nell’impresa edito- to, a questo proposito, la definizione di museo che la Bibliografia Veronese è presente nelle riale più di duemila scudi, ricavandone alla fine che è stata adottata quale riferimento per la prima maggiori biblioteche di 33 Paesi dei quattro il doppio (il costo dell’opera era di tre paoli indagine conoscitiva: essa indica nel museo l’isti- continenti. Il presente volume è dovuto al “pa- toscani il volume, equivalenti a venti lire toscane tuzione culturale permanente aperta al pubblico ziente e certosino lavoro Ð scrivono il Presidente per l’intera opera); le prime 1750 copie furono che ricerca, acquisisce, conserva, studia, espone dell’Accademia e il Rettore dell’Università – di esaurite dalle sottoscrizioni. La fortuna di questa e valorizza testimonianze materiali di civiltà. E due studiosi veronesi che, animati da esemplare edizione va di pari passo con quella di Goldoni, che svolge funzioni di pubblico interesse attinen- spirito di servizio, hanno dedicato parte del loro che intanto è protagonista della vita teatrale ti alla tutela, alla ricerca scientifica, alla didat- impegno all’organizzazione della ricerca scien- bolognese, tanto che un’edizione non perfetta tica, alla fruizione e alla valorizzazione relative tifica, premessa indispensabile allo sviluppo del- delle sue opere è ora realizzata per quell’area da ai beni di cui ha titolo ad occuparsi. I dati la stessa”. Girolamo Corciolani. Lo stesso accadde in To- presentati distinguono i musei secondo la ti- Le schede bibliografiche sono suddivise se- scana con l’edizione Paperini, coeva con le rap- pologia, la categoria (scientifico, storico, ar- condo il seguente piano di classificazione: gene- presentazioni goldoniane a Firenze. L’edizione tistico, archeologico…), la provincia, la proprie- ralità, opere generali; filosofia e discipline con- (di duemila copie) fu poi affidata allo stampatore tà, l’accessibilità alla visita, la tipologia dell’edi- nesse; religione; scienze sociali; linguistica; scien- Niccolò Gavelli di Pesaro, il quale aveva una ficio, le attrezzature e i sevizi disponibili ecc. ze pure; tecnologia (scienze applicate); arti; let- buona rete distributiva e così si poteva risponde- Angela Roncaccioli parla dei problemi di un teratura; storia e geografia. Ogni sezione com- re più tempestivamente alla domanda teatrale approccio direzionale al museo e si interroga prende delle sottosezioni. Ogni scheda bíblio- indotta dallo stesso Goldoni, che “costituisce di sulle strategie di innovazione, di investimento, grafica, redatta con i criteri scientifici attuali, per se stessa un fenomeno capitale della sociologia di rischio. Nicoletta Comar definisce il ruolo contiene delle sintesi dell’argomento trattato. letteraria del Settecento italiano”. In tutta questa delle Province nei confronti del patrimonio Il libro si chiude con gli indici dei nomi e dei vicenda campeggia l’abile Goldoni, a cui va in museale diffuso, precisando l’importanza del soggetti. Lo studioso che intendesse intrapren- larga parte il merito del successo; egli è infatti coordinamento provinciale, intermedio tra Co- dere una ricerca su Verona e il suo territorio “editore di se stesso ed esperto pilota della sua muni e Regione; sottolinea con forza il valore dei troverà nei volumi della Bibliografia veronese creatura grazie alla accurata regia delle dediche, musei locali, tessuto connettivo di buona parte un indispensabile strumento di lavoro che facili- delle prefazioni e dei manifesti”. È indubbio che della cultura in Italia. Giovanni Castellani si terà sicuramente la sua ricerca. con questo lavoro si sta affermando la storia interroga sul decentramento in atto tra Stato e Cinzio Gibin dell’editoria come disciplina con una sua auto- Regioni, argomentando su federalismo e autono- 13 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

mia che dovrebbero andare di pari passo. Luigi PROVINCIA DI P ADOVA - ASSESSORATO ALLA C ULTU- Malnati parla dei problemi di gestione dei musei RA E INTERVENTI SOCIALI, Hit Parade libri. 140 e delle aree archeologiche, fornendo i dati di consigli di lettura per bambini e ragazzi, Pado- riferimento che ne configurano l’entità e discu- va, Il Poligrafo, 1998, 8°, pp. 192, ill., s.i.p. tendo dei vuoti legislativi che ne acuiscono le difficoltà. Guglielmo Bonfante illustra i principi Cosa amano veramente leggere i bambini e i che ispirano la gestione dei Beni Culturali Eccle- ragazzi? La risposta non è ovvia perché i gusti di siastici e gli obiettivi operativi che la diocesi di lettura dei giovanissimi non coincidono con quelli Verona intende perseguire di fronte alla crescen- degli adulti. Eppure chi recensisce e promuove i te domanda di cultura. Carlo Gregolin tratta dei libri appartiene al mondo “dei grandi” e spesso musei e delle collezioni scientifiche dell’Univer- utilizza dei criteri di giudizio non adatti se rivolti sità di Padova; presenta l’attività del Centro a testi indirizzati a lettori in erba. Interdipartimentale di Servizi Musei Scientifici, Così questo libro – promosso dall’Assessora- creato nel 1984 per coordinare l’attività dei di- to alla Cultura della Provincia di Padova Ð nasce versi musei e delle principali collezioni di cui dalla volontà di riempire una possibile lacuna, l’Università è dotata ed è custode. offrendo la possibilità di scegliere “cosa legge- Francesca Lazzari parla del rapporto tra il re” dotandosi dei giusti strumenti per farlo, stru- museo, la città, il territorio a Vicenza, illustrando menti che siano anche “a misura di bambino”. Il le molte iniziative che vi si realizzano e la parti- volume si propone di presentare un ampio oriz- colare importanza dell’intervento dei privati nel- zonte di testi, selezionati in base a difficoltà di l’offerta di eventi culturali. Patrizia Manessi comprensione, caratteristiche tipografiche, con- parla della realtà e delle prospettive nella gestio- tenuti, argomenti, eccetera. ne di un piccolo museo e presenta la collocazione Gli interrogativi ai quali dare risposta sono e il contesto territoriale del Museo di Storia tanti e non facili: come orientarsi fra le tante Larte de labbacho, un testo di aritmetica pratica Naturale di Montebelluna, soffermandosi sul pubblicazioni (non tutte a buon livello), come pubblicato a Treviso nel 1478, che costituisce il particolare patrimonio naturalistico ed archeolo- riconoscere la qualità, quali titoli sono da consi- primo manuale di questa disciplina pubblicato gico che lo distingue e illustrando la scelta diret- gliare, che uniscano pregi di scrittura e nel da noi. Poi l’autore fa la storia delle terne tiva che privilegia la didattica. contempo risultino gradevoli ai giovani palati. pitagoriche, entrando nel merito dei rapporti fra Nella seconda sezione del volume, dedicata Dal lavoro accurato di una nutrita equipe di la matematica cinese e quella occidentale; rap- alla Formazione e occupazione nel campo dei insegnanti scaturiscono le risposte a questi ed porti controversi e ancora oggi non ben definiti. Beni Culturali, Massimo Montella definisce il altri quesiti; l’obiettivo primario è comunque Numerosi sono i manuali medievali, partendo ruolo delle Regioni; Paolo Viti quello dell’im- quello della semplicità e rapidità di consultazio- dal libro di Fibonacci del 1202, Liber Abaci, per presa privata; Giovanni Morelli dei Corsi di ne e a questo scopo il catalogo è suddiviso in soffermarsi poi sul metodo di sottrazione in Laurea in Conservazione dei Beni Culturali; quattro sezioni in base alle fasce d’età: letture dai pubblicazioni che vanno da quella di Clavio del Alessandra Miraglia dei “disoccupati molto spe- tre ai sei anni, dai sei agli otto, dagli otto agli 1738 al testo per le scuole di Pincherle del 1920. cializzati”; Cesare Campa degli interventi regio- undici, dagli undici ai quattordici. Ciò consente di individuare non solo l’affina- nali per la formazione; Willer Bordon della legi- Ogni volume recensito presenta una sintetica mento formale che via via è stato introdotto, ma slazione; Fulvio Landillo del ruolo delle coope- scheda che riunisce una serie di dati di utilità anche un efficace utilizzo didattico, qui bene rative; Enrico Chiari del volontariato e dell’oc- immediata: nome dell’autore e dell’eventuale esemplificato. cupazione; Mario Cavriani dei corsi di formazio- illustratore dei testi, casa editrice, argomento C’è poi logica medievale, cui fa seguito lo ne per schedatori realizzati nel rodigino. trattato, numero di pagine, formato, prezzo, con- sviluppo della teoria dei numeri avviata nel Sei- Di particolare interesse, in questa sezione, è sigli di lettura. A fianco di questa veloce legenda, cento, e l’autore, dando il suo contributo all’at- l’intervento a più voci intitolato Il coordinamen- segue una più accurata descrizione con le note tuale leopardeide, inizia commentando un brano to dei direttori, curatori e tecnici dei musei sull’autore, la trama del libro e infine una valu- del giovane Leopardi tratto dallo Zibaldone. italiani, che in qualche modo suggella il dibattito tazione complessiva dell’opera. Si tratta pertan- Parla poi dell’impostazione assiomatica di Peano, che si è snodato nelle due intense giornate. Gli to di uno strumento di semplice consultazione accanto a quella intuizionistica; mentre all’alge- autori, Cristiana Morigi Govi, Alessandra Mottola che ha il pregio di cercare di promuovere una bra dedica un esauriente capitolo: dall’opera del Molfino, Fausto Pesarini hanno organizzato a precoce iniziazione alla lettura, perché lettori si bolognese Rafael Bombelli (la cui Algebra esce Bologna, nel 1995, un convegno dal titolo “La nasce, ma anche si diventa. nel 1572) al grande Euler, la cui Algebra è del gestione dei musei civici. Pubblico o privato?” Marco Bevilacqua 1770, e dopo di lui abbiamo una vera e propria In seguito al convegno, stimolati dalla richiesta esplosione di questa fondamentale branca mate- emersa in quell’occasione, i tre studiosi hanno matica con Ruffini, Abel e Galois. creato una sorta di collegamento tra le diverse Un posto di rilievo assume Cartesio, e poi la istituzioni per intervenire autorevolmente nel geometria nell’Ottocento, mentre ai manuali del dibattito sui beni culturali in Italia. Tale organi- FILOSOFIA calcolo differenziale è dedicato un informato smo, denominato Coordinamento, ha sede pres- STORIA DELLA SCIENZA capitolo, con il contrasto Newton-Leibniz, per so il Museo Civico Archeologico di Bologna ed giungere ai Riccati e a coloro che hanno usato lo ha compiti precisi che si sostanziano in agili strumento della matematica in ambiti scientifici consultazioni permanenti con i colleghi direttori diversi. Siamo di fronte a un’utile excursus della dei musei. In particolare i tre studiosi insistono GIORGIO TOMASO BAGNI, Dopo “Larte de storia della matematica, in cui è pressoché assen- perché sia garantita la formazione specialistica labbacho”. Trattati scientifici e manuali didatti- te una contestualizzazione storica perché l’obiet- dei direttori e dei curatori. Occorre avere diretto- ci dal XV al XIX secolo nella storia della matema- tivo è un altro: porre in evidenza i momenti alti ri studiosi, direttori specialisti e non direttori tica, Treviso, Ateneo di Treviso, 1998, 8°, pp. di questa disciplina, ossia i contributi scientifici manager. Le proposte del Coordinamento inclu- 320, ill., s.i.p. via via raggiunti, individuando come possono dono anche i musei scientifici che sono in gran fare parte di una media cultura di base attraverso numero civici ed universitari, e rappresentano L’autore ci presenta una storia della matema- un adeguato utilizzo didattico. Molto utile sia quindi un caso particolare, ma non secondario, tica da un punto di vista nuovo, sottolineando, l’apparato iconografico e sia le numerose rispetto ai musei storico-artistici sui quali è insieme all’importanza dei manuali, il loro pos- bibliografie: strumenti per ulteriori letture e ap- focalizzata più spesso l’attenzione. sibile uso didattico odierno, con esemplificazio- profondimenti. Lina Ossi ni persuasive. Si parte (siamo a Treviso!) con Mario Quaranta 14 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Anton M. Lorgna. Scienziato ed accademico del ze della liturgia e della morale cristiana, offre XVIII secolo tra conservazione e novità, Atti dei interessanti spunti di riflessione sulle prime convegni di Roma (28-29 marzo 1996) e di STORIA DELLA CHIESA avvisaglie di un processo di secolarizzazione già Verona (29-30 novembre 1996), Roma, Accade- in atto nella società del tempo, solo in parte mia nazionale delle scienze detta dei XL - Vero- contrastato da un clero non sempre preparato ad na, Biblioteca Civica - Accademia di agricoltura affrontare il compito a cui era stato preposto. La PIERANTONIO GIOS, Vita religiosa e sociale a scienze e lettere, 1998, 8°, pp. 414, ill., sip. dimostrazione di questa inadeguatezza si riscon- Padova. La visita pastorale di Diotisalvi da tra soprattutto leggendo i verbali della seconda Foligno alla parrocchie cittadine (1452-1458), Tra gli scienziati italiani del XVIII secolo un visita, i cui esiti mettono in luce l’incapacità o Padova, Libraria Padovana editrice, 1997, 8°, posto di rilievo occupa Anton Maria Lorgna meglio la poca volontà manifestata dal clero pp. 159, ill., s.i.p. (1735-1796) di cui gli Atti tracciano un ulteriore locale nel mettere in atto gli indirizzi pastorali e articolato profilo intellettuale. Noto per avere proposti nella prima visita. Dal punto di vista La critica storiografica non ha ancora raggiun- fondato nel 1782 l’Accademia dei Quaranta, amministrativo non si sono compiuti i censimen- to un’uniformità di giudizio sulla validità della denominata allora “Società Italiana”, che aveva ti dei parrocchiani richiesti dall’autorità vescovile, documentazione relativa alle visite pastorali come come scopo di riunire i più valenti scienziati né si sono aggiornati gli inventari dei beni eccle- materiale e fonte diretta per approfondire lo della penisola italiana che la geografia politica siastici; dal punto di vista della morale cristiana, studio della società e della sensibilità religiosa teneva divisi; un progetto di politica culturale adulterio e concubinato, che erano stati denun- tardo medievale. Spesso tali documenti sono fondato sull’autonomia dell’attività dello scien- ciati dalla prima visita come i principali vizi da infatti dei semplici atti burocratico-amministra- ziato. Lorgna ha infatti voluto l’Accademia indi- combattere nella diocesi, si ripresentavano con tivi che poco lasciano trasparire della concretez- pendente da ogni forma di sostegno finanziario la stessa estensione e frequenza. La volontà di za storica del mondo a cui fanno riferimento, utili di provenienza statale, una scelta che ribadiva riforma e rinnovamento spirituale esercitata dal- più a trarre informazioni sull’organizzazione l’importanza della libertà di ricerca. l’alto dall’autorità ecclesiastica si scontrava con periferica del clero o su aspetti secondari dell’or- La fondazione dell’Accademia non fu altro le inerzie e le resistenze di una società apparen- dinamento canonico che ad aprire uno squarcio che il punto alto di una linea culturale voluta dal temente refrattaria al cambiamento, ma in effetti sulla vita religiosa di una diocesi. Sfuggono in Lorgna che a fianco della ricerca privilegiava attraversata da processi di trasformazione pro- maniera significativa a queste perplessità i docu- l’insegnamento e la didattica. Un esempio fu fondi che sarebbero maturati e giunti a compi- menti relativi alle due visite pastorali promosse rappresentato dalla sua esperienza di insegnante mento nei secoli successivi. nel 1452 e 1458 dal vescovo di Padova Fantino di matematica, prima, e di responsabile, poi, del Ferdinando Perissinotto Donato e compiute, in veste di vicario generale e Collegio militare di Verona. luogotenente vescovile, da Diotisalvi da Foligno Egli lasciò un’impronta pedagogica fondata, e i cui verbali originali sono stati riportati nel differentemente dai consimili istituti di allora, testo curato da padre Pierantonio Gios. sull’insegnamento della matematica e quindi su Come nota il curatore in un breve ma interes- un forte approccio teorico. GIOVANNI AZZOLIN, Gli Scotton. Prediche batta- sante saggio introduttivo, i primi decenni del XV Tuttavia, nella ricerca scientifica, Lorgna non glie imboscate. Tre fratelli monsignori, papi, secolo erano stati segnati da un profondo rinno- mancò di affiancare alla riflessione teorica l’in- cardinali e vescovi tra liberalismo e modernismo vamento spirituale che interessava tutta l’area dagine sperimentale, come attestano i suoi studi dall’Unità d’Italia al primo Novecento, prefaz. veneta e che trovava proprio nel monastero di di chimica e di idrostatica. Buon conoscitore di Gabriele De Rosa, Vicenza, La Serenissima, Santa Giustina uno dei suoi più importanti centri della lingua francese, nella sua biblioteca si 1999, 8°, pp. 395, L. 40.000. di irradiazione. L’opera di Diotisalvi rivela così trovano libri di scienziati di tutta Europa; accan- un interessante angolo di prospettiva per analiz- to alle opere scientifiche, a documentazione del- La letteratura sul movimento cattolico veneto, zare l’ambizioso e in parte irrealizzato progetto l’orizzonte culturale del veronese, se ne trovano già molto vasta, si arricchisce ora con questo di riforma e di promozione culturale e spirituale anche di carattere storico-filosofico. In corri- volume di un altro, importante “tassello”, rap- che l’autorità religiosa compì nel Veneto a caval- spondenza epistolare con molti scienziati italiani presentato dai tre fratelli Scotton di Breganze, lo fra la prima e la seconda metà del XV secolo ed europei, nel Veneto egli collaborò molto con che per oltre un cinquantennio hanno svolto un per attuare una vera e propria opera di Francesco Griselini e con Alberto Fortis; que- infaticabile ruolo di difensori dell’ortodossia da evangelizzazione di una massa di fedeli il cui st’ultimo fu entusiasta sostenitore dell’Accade- posizioni ultra reazionarie, appoggiati da Papi e modello di religiosità era molto spesso inficiato mia fondata da Lorgna e dello spirito “libero” e temuti da cardinali e vescovi. da pratiche superstiziose e da una rilassatezza dei “repubblicano” che la caratterizzava. Giacomo (Jacopo) è nato il 3 settembre 1834, costumi molto distanti da un retto e coerente stile Il volume contiene una preziosa rassegna Andrea il 2 marzo 1838 e Gottardo il 22 giugno cristiano di vita. L’attenzione che il legato bibliografica curata da Giovanni Paoloni, il qua- 1845; sono stati ordinati sacerdoti rispettiva- vescovile dimostra nei confronti della prepara- le è stato l’allestitore della mostra su Lorgna mente nel 1857, 1860 e 1869. “Tra il 1860 e il zione culturale dei parroci nelle pievi come della presentata a Roma; quella inaugurata a Verona 1863 – afferma l’autore – i tre fratelli Scotton corrispondenza del popolo dei fedeli alle esigen- invece è stata allestita dal direttore della biblio- sono già nettamente schierati sulle trincee degli teca civica Ennio Sandal. intransigenti più rocciosi, guidati e consigliati” Nel volume, che si avvale delle introduzioni di da monsignor Domenico Villa (abate di S. Maria Gian Tommaso Scarascia Mugnozza e di Vitto- in Colle di Bassano) e influenzati da mons. rio Castagna, rispettivamente presidente dell’Ac- Francesco Panella. I loro primi scontri sono con cademia Nazionale delle Scienze detta dei XL e i preti liberali di Bassano, e poi contro il vescovo presidente dell’Accademia di Agricoltura Scien- di Vicenza Giovanni A. Farina, il quale aveva ze e Lettere di Verona, sono contenuti gli inter- espresso, sia pure in modo vago, tendenze anti- venti dei seguenti studiosi: Calogero Farinella, temporaliste. Franco Piva, Ettore Curi, Antonio Di Meo, Fran- L’autore traccia in modo nitido il profilo dei cesco Vecchiato, Piero Del Negro, Roberta tre fra i dodici fratelli (due donne si fecero Penso, Federico Wurmbrand, Luigi Pepe, Ales- monache), la loro formazione culturale, metten- sandra Fiocca, Maria Teresa Borgato, Paola do in evidenza il loro radicamento nella campa- Bianchi. gna veneta, anche se andava evidenziato più Cinzio Gibin nettamente che la loro opposizione al sorgente sindacalismo socialista si esprime con l’esalta- zione della mezzadria elevata a paradigma di un generico corporativismo rurale. 15 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

La caratteristica fondamentale che accomuna riscavando fuori dai giornali e dai volantini del- i tre fratelli è la loro eccezionale attività di l’epoca mille iniziative e manifestazioni, mille predicazione svolta con un grande successo, SCIENZE SOCIALI azioni di volontariato a difesa dei diritti femmi- testimoniato dalle richieste numerose che veni- nili, quanto abbia pesato sul progresso femmini- vano fatte da ogni parte d’Italia per averli nei le anche legislativo degli anni Settanta l’apporto quaresimali; ci sono rimasti i numerosissimi testi dei movimenti veneti, spesso all’avanguardia, ANNA MARIA ZANETTI, Una ferma utopia sta (a stampa e manoscritti) di questa attività, che spesso così innovativi da essere imitati dal resto per fiorire. Le ragazze di ieri: idee e vicende del consentono di individuare le radici culturali del- del paese. Di questo non c’è da stupirsi se si movimento femminista nel Veneto degli anni le loro prediche, su cui l’autore esprime questa pensa a quali fermenti di contestazione e di Settanta, pref. di Lietta Tornabuoni, Venezia, conclusiva valutazione. “Ci sono poi i limiti velleità rivoluzionarie percorrevano il Nordest Marsilio, 1998, 8°, pp. 229, s.i.p. caratteristici della loro predicazione che s’im- in quegli anni, come forte fosse il radicamento pernia e si sostiene su un metodo apologetico e nel Veneto dei vari movimenti extraparlamentari, Una “ferma utopia sta per fiorire”: dal bel controversistico da battaglia, che esclude per da Lotta Continua a Potere Operaio, con i quali titolo di questo libro, ripreso da un endecasillabo principio le ragioni degli altri”. E più oltre: “Lo spesso i movimenti femministi ebbero contatti, di Piera Oppezzo, che campeggiava a grandi stile oratorio dei tre fratelli Scotton è proprio dei non tutti agevoli, anzi spesso per la verità conflit- lettere di pennarello su una parete del “Centro di predicatori del Sette-Ottocento e oscilla tra il tuali: è di quegli anni l’espressione, che ebbe un Documentazione della Donna di Padova” nel lirismo mistico e bucolico, l’invettiva catastrofi- certo successo, di “angelo del ciclostile” (ricor- lontano 1976, il lettore ricava immediatamente il ca savonaroliana e millenaristica e l’anedottica diamo tutti la fatidica sigla c.i.p., ciclostilato in senso profondo del volume di Anna Maria Zanetti: popolare”. I modelli a cui si ispirano sono, oltre proprio, dell’epoca precedente a quella delle offrire una rivisitazione, attraverso i documenti a De Maistre, De Bonald e il primo Lamennais, fotocopie), per definire l’equivalente rivoluzio- scritti e la memoria orale dei testimoni, del i predicatori francesi “chiamati ultramontani della nario dell’“angelo del focolare”, cioè la ragazza movimento femminista nel Veneto degli anni seconda generazione e cioé Louis Veuillot e che sta nell’ombra del capo, l’esecutrice devota Settanta, della sua attività, delle sue proposte, dei quelli del gruppo dell’Univers”, e poi Jean di ordini, priva di iniziativa personale. suoi risultati, che non sia però soltanto una ope- Baptiste Massillon, famoso quaresimalista della E difatti, mentre per il “glorioso ’68” e per gli razione, magari seducente, di ricupero nostalgi- corte di Luigi XIV. Comunque lo schema della anni successivi della contestazione al maschile co del “come eravamo”. loro predicazione e della loro posizione entro la fioriscono libri di ricordi e rivisitazioni, dei mo- Perché l’intenzione dell’autrice appare subito Chiesa rispetta quello elaborato dal gesuita vimenti femministi la memoria storica è molto molto più ricca e complessa. Da un lato, il libro Barruel, secondo il quale c’è una stretta continui- carente, e la documentazione pubblicata scar- si propone di offrire una onesta e completa docu- tà fra illuminismo, liberalismo, massoneria, so- sissima. Trovo quindi particolarmente impor- mentazione di un periodo cruciale per la presa di cialismo, tutti uniti dai tre fratelli in una inappel- tante, anche da questo punto di vista, l’acqui- coscienza, non solo culturale, ma anche politica, labile condanna. é la base ideologica del Sillabo, sizione storica che questo libro permette di fare. anche sociale, delle donne italiane; dall’altro, ne il testo base dell’azione polemica che esercitano La messe di giornali, volantini, resoconti di riu- vuole affermare con forza le conseguenze attua- all’interno della Chiesa contro tutti coloro che se nioni, testi di vario genere Ð tutti di prima mano li, rivendicando la necessità di una memoria ne discostano. Ð qui esemplarmente raccolti e utilizzati, che storica che permetta alle giovani donne di oggi di Con la nascita del giornale “La Riscossa” (17 provengono quasi tutti dal prezioso archivio del comprendere che quelle libertà, che esse sentono agosto 1890) i tre fratelli hanno uno strumento Centro di Documentazione della Donna di Pado- ormai come connaturate e Ð si potrebbe dire Ð per esercitare questa loro azione di controllo va, attivo dal 1975 al 1978, disegna un panorama esercitano con spontaneità, sono invece il frutto dell’ortodossia entro la Chiesa; il momento più di estrema plausibilità e completezza della varie- di una lunga pazienza, di un lungo operare, propizio è rappresentato dal modernismo; dopo gata mappa dei movimenti femministi veneti di vigoroso e coraggioso. Infine, ci dovrà essere la Pascendi essi si fanno paladini della lotta quegli anni, non senza un elemento autobiogra- ancora molta fermezza in questa utopia, suggeri- antimodernista, considerando modernisti tutti fico convincente e ben raccontato: si leggano a sce l’autrice, perché è un’utopia che ancora oggi coloro che divergevano dalle loro posizioni. é questo proposito le belle pagine introduttive. sta per fiorire: la vera ricchezza della donna, la rimasta emblematica la loro crociata contro l’ar- Il volume è strutturato in due parti. Nella sua originalità strutturale e di pensiero, comincia civescovo di Milano Andrea Ferrari, che De prima vengono esposti con ordine i temi del appena adesso a fiorire e fruttificare, anche se Rosa definisce, lui, sempre così diplomatico nei femminismo, secondo l’elaborazione dei gruppi sono stati superati gli ostacoli più evidenti del giudizi, “scriteriata”. Non solo, l’autore docu- veneti, spesso molto polemici e originali, come costume e delle leggi. E ancora: Anna Maria menta anche l’altra grande battaglia condotta la richiesta del salario alle casalinghe. Rivivono Zanetti riesce a documentare con precisione, contro il vescovo di Vicenza Ferdinando Rodolfi, così fedelmente il clima dell’epoca, quando molte che si protrae a lungo, fino a che, dopo il 1914, donne scoprirono il piacere di stare insieme con inizia il declino dell’iniziativa degli Scotton. un progetto, di dar libero sfogo alla propria Tutta questa attività di ringhiosi censori si è creatività, con tutta la carica di entusiasmo (e dispiegata perché è stata appoggiata dal papa Pio qualche volta ovviamente le ingenuità) che lo X, il quale ha utilizzato gli Scotton sia entro scoprire se stesse poteva offrire; e poi le polemi- l’Opera dei Congressi che nell’azione repressiva che sul malcostume sanitario, sul sapere scolasti- antimodernista. Comunque l’autore mette in co tradizionale e così via. L’autrice puntualmen- evidenza l’“atmosfera cupa e intimidatoria” che te segnala i nomi (alcuni ancora molto noti, altri questi ultrareazionari hanno creato entro la Chie- dimenticati) di quelle che agirono più attivamen- sa, determinata dalla loro chiusura verso qualsi- te: le autrici di proposte che nei vent’anni tra- asi novità, e da una riduttiva interpretazione del scorsi da allora sono diventate magari volgariz- non expedit anche dopo la Rerum novarum di zati luoghi comuni, le protagoniste delle lotte più Leone XIII. Dall’eccezionale attivismo di questi accese, le teoriche, le insegnanti, le politiche; intransigenti è sorto qualcosa di importante, che sempre, con molta onestà, da una prospettiva di l’autore non evidenzia: l’embrione di un appara- rilettura dei testi di allora e del loro contesto. to per un partito di massa. Si può dire che mentre Nella seconda parte compaiono in ordine crono- in Germania, nello stesso periodo, è la socialde- logico, tutti i gruppi realmente operativi: di cia- mocrazia che crea l’apparato di un partito di scuno viene riportata una sintetica descrizione e massa di stampo socialista, in Italia tale azione è riprodotti alcuni documenti. Il lettore può così svolta dai clericali, i cui frutti saranno accolti dal farsi un’idea oggettiva del vario aggregarsi di movimento cattolico più tardi. quei movimenti, del rischio di spontaneismo e di Mario Quaranta velleitarismo che qualche volta essi correvano, 16 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

ma anche Ð contemporaneamente Ð della ric- vita che dal ribellismo giovanile, all’impegno chezza di proposte e di elaborazioni intellettuali ambientalista, alle responsabilità di governo nel- che offrivano. Il libro ben fa vedere, poi, l’inevi- l’amministrazione comunale è stata comunque tabile suddividersi di ogni gruppo, e la durata sempre segnata dall’esigenza profonda di co- limitata nel tempo: ma Anna Maria Zanetti giu- struire consapevolmente una comuità vivibile, stamente mette in rilievo come in questa fase, complessità di una realtà variegata, mobile, pul- ancora pre-istituzionale e tutta basata sullo spen- sante che sfugge ad ogni tentativo banalizzante dersi gratuito e volontario delle aderenti, con le di semplificazione e omologazione. loro scarse forze questi gruppi fecero con molto Se qualche tempo fa in Dove volano i Leoni. anticipo quel tipo di proposte che oggi quasi ogni Fine secolo a Venezia, Bettin si era confrontato Comune, ogni struttura istituzionale prevede e con l’intreccio fra i miti e la realtà della città finanzia, come le Commissioni per le Pari Op- lagunare, oggi in questa conversazione allarga il portunità, per non parlare delle nuove leggi e dei discorso alla dimensione più ampia e articolata nuovi ministeri. di quel laboratorio metropolitano che connette in Antonia Arslan una unità differenziata il centro culturale e stori- co di Venezia, il polo industriale di Marghera, la città emporio e dei servizi di Mestre, estenden- dosi poi verso l’entroterra e aprendosi alla realtà policentrica e profondamante interconessa del Immagini femminili a confronto. Manifesti e Nord-Est. Il problema è, come per il testo prece- fotografie tra Otto e Novecento, catalogo della dente, l’esperienza della modernizzazione dove mostra (Padova, Galleria Civica, 28 febbraio - 5 la memoria individuale di un ragazzo, nato in un aprile 1999), a cura di Maria Beatrice Autizi e quartiere a ridosso delle fabbriche e che giocava Mirella Cisotto Nalon, Padova, Il Poligrafo, 1999, fra montagnole di materiale di scarico e pozzan- 4°, pp. 190, ill., L. 45.000. ghere iridescenti di rifiuti chimici, si combina nuovi ruoli e nuove occupazioni, verso quel- con la memoria collettiva delle lotte operaie l’emancipazione che, pur tardiva, sarà inarre- L’esposizione, organizzata dalla Commissio- degli anni Sessanta, con una fetta importante di stabile. Quella degli ultimi vent’anni del Nove- ne Pari Opportunità e dall’Assessorato alla Cul- storia italiana, quella attraversata da una vorticosa cento è più consapevole e grintosa, non si cimen- crescita segnata però dal degrado, dallo sfrutta- tura del Comune di Padova, ha offerto una chiave ta più in parti tipicamente maschili – perché non mento selvaggio dell’ambiente, da tensioni di lettura su come sia cambiata l’identità delle ne sono rimaste Ð, rivoluziona e gioca di conti- esplosive. é in questo ambito che matura la donne nel corso del Novecento e su quali ruoli, nuo con la sua immagine e, da aggressiva, si scelta ambientalista di Bettin, una scelta che quali stereotipi si siano via via imposti nelle trasforma in garante della stabilità e dei valori nasce, più che dall’idea romantica di difesa della diverse epoche. I materiali provenivano dalla della differenza sessuale, talvolta diventa auto- natura, dall’esperienza della fabbrica e dalla Collezione Salce del Museo Civico di Treviso e ironica o dissacrante come nelle fotografie di necessità di affrontare concretamente le contrad- dal Fondo Turolla dei Musei Civici di Padova, Oliviero Toscani per Benetton. Ma spesso non dizioni dello sviluppo. Il problema non è sempli- che, forte dei suoi 30.000 pezzi, è stato messo a rinuncia alla formalità estetica della mannequin, cemente quello di contrastare un processo di disposizione del pubblico per la prima volta con non riuscendo ancora a trovare, nella mente e industrializzazione incontrollato, che sconvolge una notevole serie di fotografie. nell’immaginario dei cosiddetti “creativi”, una il precario equilibrio dell’eco-sistema lagunare, Il volume ospita le riproduzioni di tutti i rari collocazione da “semplice” essere umano, priva ma di offrire alternative credibili a questo model- poster pubblicitari e le fotografie d’epoca raccol- di doti inarrivabili, di aggettivi e di “trabocchet- lo di crescita, salvaguardando le esigenze del ti e organizzati nel percorso storico-estetico del- ti” visivi fondati sulla facile convenzionalità (sia lavoro e, nello stesso tempo, ribadendo le priori- la mostra, che ha preso in esame Ð per eviden- estetica che filosofica) delle forme. Ma è un tà delle ragioni della vita. Alternative ispirate a ziarne, polarizzandoli, i contrasti Ð due precisi destino, questo, che coinvolge completamente un’idea di trasformazione complessiva che se- periodi: gli anni a cavallo tra Otto e Novecento e anche l’uomo. Eppure, le sfrontate e spericolate condo Bettin contiene e sintetizza assieme l’idea gli ultimi due decenni di questo secolo. Il catalo- autiste ritratte, nel 1905, da Mario Borgoni per la di rivoluzione e quella di riforma. Si tratta con- go Ð che, nella parte iniziale, ospita, tra gli altri, Fabbrica di automobili De Luca-Daimler e, nel cretamente, per quanto riguarda la realtà del- un intervento di Sabino Acquaviva (“Il rinnova- 1899, dallo stesso Dudovich (“Fiera del Santo”) l’entroterra veneziano, di passare da un’indu- mento dei ruoli femminili”), un’intervista a Gillo sembrano paradossalmente più libere e stria pesante, con una terribile incidenza sul- Dorfles sul manifesto contemporaneo e un inte- anticonformiste di altre donne protagoniste della l’ambiente, a un’industria pensante, caratteriz- ressante contributo di Eugenio Manzato (“Don- pubblicità degli anni Ottanta, apparentemente zata “da alta intensità tecnologica, basso impatto na e pubblicità: variazioni sul tema tra Otto e trasgressive, ma, di fatto, esornativo simbolo di ambientale, minima nocività per chi ci lavora, Novecento”) – lascia parlare le immagini, i volti, seduzione come nella migliore (o peggiore) tradi- continua innovazione, stretta connessione tra gli abiti e i corpi, che sono mutati negli anni così zione del binomio donna-birra o donna-motori. produzione e ricerca, fra fabbrica e università”. come sono cambiati la società e il vissuto quoti- Marco Bevilacqua In termini più generali si tratta di “agire local- diano. Accostandosi all’argomento, occorre te- mente, ma pensare globalmente”, tenendo pre- nere presente che la stragrande maggioranza sente che il concetto di interdipendenza, a fianco delle immagini è stata realizzata da pubblicitari, a quello di complessità, è la chiave per compren- fotografi, disegnatori e registi uomini, che quindi dere la realtà del nostro tempo. dell’immaginario femminile hanno potuto forni- GIANFRANCO BETTIN, Laguna Mondo. Conversa- In quest’ottica si inseriscono nel dialogo tra re soltanto una parziale interpretazione. zione con Renzo Franzin, Portogruaro (VE), Bettin e Franzin le apparenti divagazioni sui La donna di fine ’800 ci appare ancora roman- Ediciclo - Nuova Dimensione, Venezia, 1997, viaggi del prosindaco di Venezia a Sarajevo e nel tica, rassicurante, talvolta fragile, quasi sempre 8°, pp. 95, L. 10.000. Chiapas. Il primo è il luogo della complessità generosa nelle forme (si vedano poster di negata, violentata, l’esempio di come una ottusa impostazione classica come “Liquore Strega Il lungo dialogo tra Gianfranco Bettin e Renzo volontà di identificazione, di rifiuto e paura della Alberti” di Marcello Dudovich, del 1905, e “Espo- Franzin può essere letto come un viaggio nella differenza possa annientare un’esperienza seco- sizione Generale Italiana” di Enrico Gamba, complessità: la complessità di un’ambiente come lare di pluralismo culturale, religioso, etnico; il 1884) e ammiccante nello sguardo (esemplare quello lagunare dove l’equilibrio instabile tra i secondo è lo spazio della resistenza, ma anche l’audace affiche pubblicitaria di Giovanni molteplici fattori ambientali e umani è stato per della speranza, della possibilità di una sintesi Carpanetto per gli “Impermeabili G. Accon- secoli, più che un problema irrisolvibile, una azzardata tra realismo e utopia. ciamessa & C.”, 1897), ma già proiettata verso risorsa vitale, complessità di un’esperienza di Ferdinando Perissinotto 17 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

ERNESTO MILANESI, Fatti a pezzi. Dieci anni che FRANCO BUSETTO, Traversie e opportunità. La Mosca’: ha emarginato la ‘vecchia guardia’ e sconvolsero il Nord Est. Veneto e dintorni dalle politica: impegno civile e passione di una vita, limitato l’integrazione delle nuove leve di giova- pagine del Manifesto 1988-1998, present. di present. di Mario Isnenghi, Padova, Il Poligrafo, ni, e ciò non per motivi caratteriali ma politici. Lo Umberto Curi, Padova, Il Poligrafo, 1998, 8°, pp. 1998, 8°, pp. 184, L. 22.000. stesso Togliatti al congresso della federazione 188, ill., L. 24.000. padovana del 1947 fu particolarmente duro nei Franco Busetto delinea il suo percorso politi- confronti di Gaddi oltre che del settarismo dei Questo libro raccoglie dieci anni di corrispon- co nel contesto dell’azione svolta dal Partito comunisti padovani. Ma dopo le elezioni del ’48 denze di Ernesto Milanesi per “Il Manifesto”. Comunista a Padova. Il periodo qui considerato e le tensioni che ne seguirono, ci fu il cambio Dieci anni di impegno professionale di un gior- va dalla Resistenza fino al 1958, anno in cui della guardia: Gaddi fu mandato nella segreteria nalista schierato per un quotidiano “scomodo”. Busetto conclude la sua opera come segretario della direzione regionale e Busetto fu scelto per Fin dagli incipit, Milanesi palesa la stoffa del del Pci a Padova, iniziata nel 1951. L’autore quella di Padova. Egli ci fornisce un puntiglioso grande corrispondente, attento ai segnali e ai traccia inizialmente un quadro della Resistenza a resoconto delle lotte condotte dagli operai e dai mutamenti della società civile. Citiamone alcuni Padova in cui un ruolo centrale avrebbe svolto contadini in quegli anni, dei risultati raggiunti a titolo esemplificativo: “È stato lasciato nudo, Concetto Marchesi e l’Università (una valuta- insieme agli ostacoli incontrati. Un aspetto inte- legato ad un albero. A soli 14 anni ha già assag- zione controversa, che le più recenti ricerche ressante è costituito dalla sua attività nel Consi- giato la violenza razzista”; “Un poliziotto ucciso hanno ridimensionato). Ma l’aspetto più interes- glio comunale, ove avviene il confronto con le dai banditi, autori di una rapina all’ufficio posta- sante è rappresentato dalla descrizione di perso- altre forze politiche e dove più visibile è la linea le, davanti alla stazione ferroviaria”; “Morte naggi che l’autore ha conosciuto, e che si staglia- politica dei comunisti, che proprio nel campo ecologica a Venezia. La laguna è impestata dalle no sullo sfondo di una situazione di radicali e della cultura manifestano limiti di fondo. microalghe in decomposizione”; “Ventimila rapidi mutamenti. Sull’attività svolta dai comu- Busetto individua giustamente nel Piano come con il concerto di Elton John. L’Arena di nisti in questo periodo viene ricordata la valuta- regolatore di Padova presentato dall’urbanista Verona domenica era gremita di giovani per il zione fortemente riduttiva espressa allora da Luigi Piccinato un momento fondamentale della terzo meeting dei ‘Beati i costruttori di pace’”. Amendola, che viene contestata da coloro che storia della città. Egli rivendica l’appoggio dato Tra Padova, Venezia, Verona, Treviso, Vicen- agivano a Padova e nel Veneto sulla base di dati dai consiglieri comunali del Pci; ma sembra za si snoda la cronaca di questo decennio; riletta e fatti, che Busetto mette bene in fila, quasi a sfuggirgli il fatto che, prima del dibattito pubbli- oggi giustifica la reazione di Umberto Curi, smentire le riserve del dirigente nazionale. co in Consiglio comunale, il rettore dell’Univer- autore della presentazione, che elogia Milanesi È in questo periodo che avviene l’adesione al sità Guido Ferro, soprattutto per conto della come un anticipatore dello sviluppo degli eventi; Partito Comunista, motivata in questi termini: facoltà di Medicina, aveva imposto dopo uno un autentico investigatore che vede e prevede ciò “Quelli della mia generazione sentivano di dover scontro con l’urbanista rimasto riservato l’inter- che accade in questo pezzo d’Italia, il Nord Est, oggetto di numerosissimi studi, ricerche, tavole sciogliere un debito di gratitudine morale e intel- ramento (il cosiddetto tombinamento) di due rotonde e quant’altro, per comprendere fenome- lettuale verso quei compagni. Perché, a dire il corsi d’acqua fondamentali per la storia e per ni che fuoriescono dai consueti apparati cate- vero, noi eravamo stati fascisti, seppure molto l’urbanistica padovana. Il primo fu il canale dei goriali della sociologia e della politologia. giovani”. E proprio questa ragione di fondo è alla Gesuiti o di San Massimo, ai piedi dell’ospedale Milanesi ha scelto quale cronaca seguire, ed base di un atteggiamento forse eccessivamente giustinianeo; il secondo fu il tratto del Naviglio è rimasto su quel terreno con puntiglio e con benevolo verso quei ‘compagni’ che hanno lotta- del ponte romano di San Lorenzo fino alle porte un’attenzione ai fatti davvero non comune. Di to contro il fascismo nel corso degli anni Trenta, Contarine. Ed oggi Busetto afferma con sincera ogni evento e di ogni personaggio che sono sono stati in carcere, ma quando si sono trovati a franchezza: “Commettemmo un errore quando “balzati alla cronaca”, come si dice, ci fornisce dirigere il Partito Comunista a Padova, nel dopo- acconsentimmo alla proposta della Giunta di dati precisi, contestualizzati con sobrietà, in cui guerra, in una situazione completamente nuova coprire l’antico naviglio lungo l’area centrale del il momento valutativo non è mai esplicito ma che richiedeva tattiche incompatibili con lo stile centro, che costituiva una felice combinazione di emerge dalla struttura stessa del “pezzo”; dove clandestino precedente, si sono rivelati sostan- verde e di acque, un pregio ambientale di Pado- l’indignazione, quando ad esempio parla del zialmente impreparati. é stato il caso di Amerigo va”. Un ultimo rammarico l’autore esprime a fenomeno tangentopoli (qui seguito fin dai suoi Clocchiatti, che nel primo dopoguerra dirigeva proposito del circolo “Il Pozzetto”, che egli inva- sviluppi iniziali), non emerge dalle aggettivazio- la Federazione del Pci, spostandosi con una no tentò di tenere in vita malgrado le critiche e le ni ma è dentro i fatti, messi in relazione con la nutrita guardia del corpo; tutto ciò nel momento opposizioni di molti. situazione dei partiti o della società civile. E in cui, ricorda l’autore, “si doveva costruire il Mario Quaranta quando ci sono eventi, come l’assalto al campa- partito nuovo per affrontare innanzitutto le ur- nile dei leghisti, interpella lo storico per fare genti difficoltà della ripresa e della ricostruzio- capire le possibili ragioni che possono spiegare ne”. Con molta onestà Busetto mette in rilievo questa singolare vicenda. una ‘costante’ della vita del Pci a Padova: una Insomma Milanesi ha intuito e capito quale discrasia più o meno accentuata fra la linea AMBIENTE doveva essere il punto di osservazione per com- politica elaborata dal gruppo dirigente (Togliatti, prendere il tumultuoso sviluppo del Nord Est, e prima di tutti) e ciò che veniva recepito, e più SCIENZE NATURALI dalla cronaca emerge una continuità di eventi spesso frainteso, a Padova. L’autore ricorda le analoghi che, messi in fila, danno un quadro difficoltà in cui si è svolta l’attività dei comunisti attendibile di ciò che è questo pezzo di Italia, padovani (un paragrafo è dedicato a “Il fanati- quali sono i costi del suo eccezionale sviluppo. smo anticomunista”); in particolare egli tenta un VINCENT BRUNOT, Laguna: fragili testimonianze A conclusione del libro, Daniele Pagnutti ci dà bilancio del ruolo svolto dalla Dc a Padova e nel d’autentica vita veneziana, traduzione di Isabel- una breve cronologia del decennio, che va letta Veneto dalla Resistenza in poi, ricordando le la Bembo, Venezia, Maredicarta, 1998, 8°, pp. come una efficace preparazione alla lettura di diverse e contrastanti valutazioni che la stessa 64, ill., L. 35.000. questa storia di un decennio, che ci fa capire cosa storiografia più recente ha espresso. Dall’altra è effettivamente successo in questa parte d’Ita- parte delinea un quadro articolato della situazio- Con questo volume, dedicato a tratteggiare la lia, le ragioni profonde della disgregazione dei ne sociale della città e della provincia, dei risul- dimensione antropologica del mondo lagunare partiti tradizionali, e lascia al lettore spazio per tati espressi dalle elezioni della Costituente: Pa- veneziano, inizia l’attività una nuova casa editri- ulteriori letture, perché ciò che sta avvenendo qui dova è l’unica provincia del Veneto e dell’Italia, ce, la “Maredicarta”, già attiva a Venezia come si salda poi con il resto d’Italia, con questa lunga, insieme a Bergamo, in cui vince la monarchia. libreria nautica, specializzata in pubblicazioni e infinita transizione la quale, se non trova un Nel 1946 Pietro Secchia invia Giuseppe Gaddi a cartografia sul mare. Unica del genere nel Veneto, adeguato sbocco sul terreno politico, renderà più dirigere la federazione di Padova; al di là del- ed in aree limitrofe, la piccola libreria-editrice si lacerante la vita di ognuno di noi. l’amicizia e della gratitudine, Busetto sottolinea rivolge decisamente verso un target specifico, Marco Bevilacqua i limiti di questo comunista che giungeva ‘da quello degli appassionati del mare, delle escur- 18 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

sioni nautiche e della cultura locale legata all’ac- a visualizzare le caratteristiche essenziali del qua. A questa specificità si collega l’attività luogo o del monumento. Il volume, frutto di un editoriale, nella quale si tende a far emergere progetto editoriale dell’Assessorato alla Cultura l’oculatezza delle scelte e il buon gusto dettato della Provincia di Padova, è stato realizzato con dalla passione e dalla competenza. Questo primo la collaborazione di esperti di associazioni cultu- volume (che conta già un’edizione francese, rali e archeologiche. acquisita dalla Gallimard) apre una collana in cui Marco Bevilacqua l’illustrazione fa la parte del leone, essendo pri- vilegiata all’interno di lavori fortemente divul- gativi, che intendono coniugare testi piani con il gusto della ricerca e della interpretazione, in una impostazione editoriale che risente della sempli- Il Sile, a cura di Aldino Bondesan, Giovanni cità dei testi rivolti all’infanzia. Caniato, Francesco, Vallerani, Michele Zanetti, Il volume si presenta come un taccuino di Verona, Cierre, 1998, 8°, pp. 357, ill., L. 96.000. acquerelli e di disegni, accompagnati da qualche breve annotazione, lavori realizzati sul posto tra In coedizione con la Provincia di Treviso, con maggio e luglio 1998 da un giovane, già afferma- il supporto dell’Ufficio Unesco di Venezia e con to disegnatore e illustratore parigino. Un album il patrocinio del Ministero per i Beni culturali e nel quale Vincent Brunot, tratteggiando con la ambientali e del Dipartimento di geografia del- matita e illustrando con colorati e caldi acquerel- l’Università di Padova, la Cierre pubblica uno li, rappresenta suggestioni e scorci suggeriti dal- splendido volume dedicato al Sile, primo di una la visita ad ambienti e siti della Laguna di Vene- collana sui fiumi e sul loro ambiente naturale ed zia, mostrando luoghi e situazioni così come si umano. Rispetto al Piave (argomento del prossi- sono presentati ai suoi occhi. PROVINCIA DI P ADOVA - ASSESSORATO ALLA C ULTU- mo titolo della collana), il Sile gode di una fama Oggetto della sua attenzione è la Venezia RA, Alla scoperta del museo diffuso. Percorsi più lieve e domestica: limpido fiume di risorgiva, cosiddetta “minore”: non il centro Marciano, i didattici nel territorio padovano, Padova, Il navigato per secoli da colorate imbarcazioni, la palazzi dell’aristocrazia e il Canal Grande, per Poligrafo, 1998, 4°, pp. 256, ill., s.i.p. storia gli ha risparmiato il sangue e la gloria del intenderci, ma gli spazi lagunari e i segni delle suo illustre vicino. presenze umane che vi si scorgono. Il volume Si tratta di un volume sulla didattica dei beni Eppure sono molti i motivi di interesse del vuole trasmettere le sensazioni di vita quotidiana culturali e ambientali del territorio padovano. Sile, corso d’acqua che sgorga improvviso lonta- colte dall’acquerellista francese, in percorsi svi- Notoriamente l’Italia palesa, rispetto agli altri no dalle valli alpine, nel cuore della pianura luppati al di fuori di itinerari turistici e celebrati- paesi, dei ritardi gravissimi in materia di salva- veneta, raggiungendo l’Adriatico con felice len- vi. Quasi tutte le illustrazioni della raccolta sono guardia, conservazione e valorizzazione del pa- tezza. Sulla sua strada si è costruita una città imperniate sull’acqua, sia per i profili che da trimonio artistico e naturalistico. Ritardi che unica, Treviso (la cui vicenda urbanistica, in- questa emergono (le varie, diverse isole, il litora- seguitano a non colmarsi anche e soprattutto per trecciata a una complessa idrografia, è ripercorsa le, i casoni, le chiese) e per gli squarci paesaggistici le carenze del nostro sistema educativo e scola- in un capitolo del libro), si è allineata una schiera che offre (valli da pesca, vallesine, “ghebi”), sia stico, che non ha mai affrontato seriamente uno di mulini, sono scesi i barconi delle merci per per la variegata composizione che l’ambiente specifico programma di sensibilizzazione cultu- approdare a Venezia attraverso la laguna. Oggi lagunare offre se visto da terra (le suggestioni rale su questi argomenti. In questo senso, il libro molti aspetti del mondo rivierasco del Sile si lagunari con i colori delle vele, il giallo-verde in questione si rivolge a insegnanti e studenti, sono dissolti, i vecchi “burci” si sono fermati ai delle barene, i colori della Giudecca vista dal proponendosi di fungere Ð come indica Andrea margini della corrente, con gli scafi invasi dal campanile di San Giorgio, rappresentato in co- Colasio nella presentazione Ð da supporto e sti- canneto; ma l’istituzione del Parco regionale fa pertina). molo per la conoscenza e la riscoperta del patri- sperare in un recupero di attenzione. Molte le barche illustrate, sin dall’arrivo a monio territoriale provinciale, definito come un I testi del volume, accompagnati da una ricca Venezia dal Ponte della Libertà, e poi nella vero e proprio “eco-museo” diffuso. iconografia che spazia dalle mappe d’epoca alle peregrinazione condotta lungo un percorso cir- I percorsi didattici, che costituiscono una det- fotografie aeree, conducono il lettore alla sco- colare, dal nord delle valli lagunari verso Chioggia tagliata mappa dei luoghi “notevoli” del territo- perta della geografia e del paesaggio di questo a sud, dall’est del litorale del Lido e di Pellestrina rio patavino, sono suddivisi in sei sezioni: “Tra fiume silenzioso (ÇSilis, qui siletÈ, secondo all’ovest delle barene e dei casoni verso la terra- storia e archeologia”, “Castelli e giardini stori- un’etimologia dubbia ma sempre suggestiva), ferma. Costituisce dunque una testimonianza ci”, “I luoghi del monachesimo: corti, abbazie, viva del rapporto tra le acque e le terre, così come monasteri”, “Incontro all’astronomia”, “Sentieri si articola in questo particolare ambiente veneto. e percorsi naturalistici”, “Mito, storia, ambien- Pur essendo pressoché inesistenti le rappre- te”. Ogni sezione è corredata da questionari di sentazioni di figure umane, le illustrazioni ne verifica, diversificati per scuole elementari, me- colgono i segni della presenza. Il trait d’union è die e superiori. Inoltre, dove previsto dalla mate- costituito dalle diverse tipologie e modelli di ria, il volume contiene una bibliografia didattica barca (da trasporto, da svago o da lavoro, fino generale e delle sintetiche schede di osservazio- alle imponenti e moderne navi), dalle attività che ne che possono coinvolgere gli studenti in una si svolgono in laguna, e soprattutto dai segni più specifica e approfondita ricerca sul tema della presenza delle popolazioni che vivono in prescelto. laguna: i casoni di pescatori, le bilance per la Tra i luoghi storici e naturali descritti trovia- pesca, la sistemazione delle valli. Pur nella mo i castelli di San Zeno e del Catajo, i giardini impostazione paesaggistica, le illustrazioni di delle ville Contarini e Barbarigo, l’Abbazia di Brunot testimoniano dunque un approccio antro- Santa Maria di Praglia, la Corte Benedettina di pologico alle tematiche lagunari, una attenzione Correzzola, la Torre della Specola, i fiumi alla vita “autentica” (come recita il sottotitolo del Bacchiglione e Brenta, il Museo di Cava Bomba, volume) e ci invitano ad addentrarci in questo l’oasi del Bosco di Rubano, Valle Millecampi, le mondo, a viverlo, a mantenerlo vivibile, preser- Terme di Montegrotto e la Casa delle Farfalle di vandolo dai pericoli di distruzione. Abano. Ogni scheda informativa è provvista di Pier Giorgio Tiozzo fotografie, disegni, mappe e schemi che aiutano 19 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

delle civiltà che si sono sviluppate sulle sue un’identità gelosamente custodita. E in effetti, sponde, delle attività economiche tradizionali, quando nell’introduzione del curatore Maurizio delle bonifiche, degli artisti che hanno cercato Busatta si afferma senza incertezze che “negli LINGUA - TRADIZIONI nel Sile il segreto, come scrisse Giovanni Co- obiettivi di convergenza e di coesione ricercati misso, di una “ingenua e viva freschezza”. dall’Unione Europea è individuabile lo scenario Giuseppe Sandrini prospettico entro cui situare la zona alpina”, si LUIGI DIVARI, Il topo: “...dei battelli chioggiotti ammette implicitamente che proprio le Alpi, detti anche toppi...”, Venezia, Maredicarta, 1998, tradizionale confine tra genti, stati e culture, cioè pp. 64, ill., 8°, L. 35.000. sito di margine (limes) e di separazione, mutando completamente il loro significato politico e terri- Noto per i suoi lavori sulle barche lagunari, GIOVANNI BATTISTA TOZZATO, Pescatori e bar- toriale, divengono nel continente pacificato un frutto di una viva passione per le imbarcazioni caroli sul Sile nel ’300. Documenti, Treviso, luogo centrale e di integrazione. tradizionali minori, il veneziano Lugi Divari Castello d’Amore - Mogliano Veneto (TV), Scorrendo le pagine della storia si potrebbe propone un accattivante volume dedicato al Arcari, 1998, 8°, pp. 95, ill., s.i.p. anche osservare che proprio sulle acropoli mon- ‘topo’, una barca adibita prevalentemente ai tra- tane delle comunità ladine e reto-romanze si può sporti lagunari, il cui termine è utilizzato per una Da un punto di vista microstorico l’autore di trovare ancora qualche relitto antropologico di larga varietà di tipologie, come sinonimo di questa interessante pubblicazione ha inteso far quella idea universale e unificante dell’intero battello. luce su aspetti di vita economica e sociale lungo Occidente, che è stata travolta dalla formazione La ricerca di Divari è centrata sulle caratteri- le rive del Sile nel corso del Trecento. Ne è uscito degli stati nazionali. Avendo attinto alle diverse stiche ed sugli usi del ‘topo’ tradizionale (prece- un quadro di storia dal quale si evince la com- culture e alle distinte civiltà, peraltro ancora dente alla motorizzazione), una imbarcazione plessità ma anche il delicato equilibrio che era a individuabili nell’arco alpino orientale (angulus utilizzata ormai solo da appassionati (si contano fondamento dell’antropizzazione di un ambiente Italiae), Arnaldo Coleselli era consapevole che il a Venezia ancora solo poco più di una trentina di come quello del fiume trevigiano. destino europeo delle Alpi non era in contraddi- barche con la “vela al terzo”) e che costituiva la Il Sile era una via d’acqua privilegiata per il zione con l’autonomia che le comunità locali barca più semplice e diffusa non solo nei traspor- trasporto del legname e importante via di scam- volevano formalmente riconosciuta. Gianfranco ti, ma anche nella pesca e nelle più varie attività bio commerciale. Così rilevante era la sua fun- Orsini con una commossa testimonianza ricorda lagunari e litoranee. Questa varietà di utilizza- zione da spingere gli estensori degli statuti del il pensiero e l’attività del collega parlamentare. zione e tipologie è tipica dell’area lagunare me- comune di Treviso ad inserire norme apposita- Ma al di là degli aspetti celebrativi, la pubbli- ridionale, per cui nel complemento del titolo mente destinate a regolare giuridicamente l’eco- cazione mostra la sua utilità soprattutto in alcuni viene specificato “battelli chioggiotti” ripren- nomia che ruotava attorno al fiume. Norme che, saggi scientifici: quello giuridico di Gian Candi- dendo una definizione d’epoca e focalizzando il per certi aspetti, spiccano per la loro attualità: do De Martin, quello sociologico di Antonio ruolo centrale di Chioggia nelle tradizioni popo- periodi di proibizioni, salvaguardia ittica ecc. Scaglia, quello naturalistico di Cesare Lasen, lari e lagunari minori, la sua caratterizzazione Dopo essersi soffermato sulle lotte che si quello demografico di Gino Zornitta, per fare come centro della pesca e delle modeste attività accesero tra il vescovo di Treviso e i conti di qualche citazione tra le molte possibili, oltre che commerciali nella laguna e lungo le coste. Collalto per il privilegio esclusivo della pesca, attraverso una suggestiva riflessione di Feliciano Partendo dalla situazione attuale il discorso che comportava lucrosi introiti sulle licenze, l’autore Benvenuti, uno dei teorici del regionalismo. Di viene sviluppato in forma di brevi schede con descrive la vita dei barcaroli a partire dalle nume- particolare utilità, perché difficilmente reperibi- testi e immagini sui diversi aspetti del “topo”. rose tipologie dei mezzi di trasporto che solcavano li, i documenti e le risoluzioni del Parlamento Divari delinea la presenza dell’imbarcazione in le acque del fiume. Interessanti le pagine nelle europeo, che in appendice accompagnano i testi ambito lagunare e lungo tutta la costa dell’Alto quali viene descritta la vita quotidiana, i riti, le assieme ad una recente lettera del Commissario Adriatico, sia italiana che dalmata (facendo rife- abitudini, i costumi degli abitatori dal Sile. europeo per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale rimento alla documentazione presente, in so- L’autore chiude con suggestivi riferimenti a Franz Fischler. Dal complesso dei contributi e stanza fine Ottocento e prima metà del Novecen- testamenti medievali di barcaroli e pescatori: delle ricerche, che si spera la Fondazione voglia to) e ne evidenzia gli utilizzi nell’ambito della documenti che ci restituiscono il volto umano di proseguire, producendo con cadenza periodica pesca: in mare e nelle campagne delle sarde: questi uomini o delle loro famiglie. ulteriori volumi di indagine e di documentazione come “portolata”, cioè come barca per trasporto Michele Simonetto sulla realtà montana, non emerge solo l’impegno del pesce dalla zona di pesca (dove rimanevano di una società, un tempo di contadini/emigranti le compagnie di bragozzi) al mercato più vicino; ed ora di esperti costruttori di un’economia nei “mistiereti” (cioè delle attività di piccola innovativa e complessa, ma anche il particolare pesca in laguna e lungo le coste); nella pesca a rapporto uomo/ambiente, che converrà appro- strascico. La montagna oltre il Duemila. Una sfida per fondire e penetrare più accuratamente, perché in Analizza quindi gli aspetti di costruzione della l’Europa, a cura di Maurizio Busatta, Belluno, esso sta forse la chiave interpretativa dell’identi- barca e delle varie attrezzature di armamento, Fondazione Montagna e Europa “Arnaldo tà storica e della specificità culturale. dalle vele “al terzo” al timone, agli alberi, remi e Colleselli”, 1998, 8°, pp. 246, s.i.p. La montagna in generale e le Alpi dolomitiche forcole, per concludere con riferimenti a partico- in particolare, sono uno spazio forte, ove la lari attività, come il servizio di trasporto da Che la montagna costituisca uno spazio fisico natura indica perentoriamente le modalità in- Chioggia a Venezia, e l’uso da parte degli orto- e antropico specificamente definito e che la rela- sediative e suggerisce insieme le “regole” del- lani di Sottomarina. Il testo è completato da un tiva comunità locale nel momento presente sia l’abitare il territorio. La comunità che lo vive e lo glossario dei termini usati nelle attività di bordo. fortemente attratta dalle seduzioni di una ram- presidia è quella stessa che ne assicura la difesa Il discorso viene sviluppato in modo piano, e pante modernità e al tempo stesso avverta il e la manutenzione, realizzando al contempo con- soprattutto sulla base di una forte adesione alla dovere di conservare il proprio patrimonio di dizioni economiche ed insediative idonee per il documentazione disponibile e all’esperienza di- tradizione, è la prima osservazione che sorge suo sviluppo civile. é in questo contesto unico e retta di “topante”. Le parole scritte si affiancano spontanea in chi stia sfogliando l’ultimo libro al tempo stesso universale che si può ritrovare il e si integrano fortemente con le illustrazioni, edito dalla Fondazione Montagna e Europa senso e(ste)tico della natura, che impone la con- numerosi acquerelli e disegni realizzati con varie “Arnaldo Colleselli” di Belluno. Già nell’inte- figurazione formale, indica la vocazione del sito tecniche, a colori e in bianco e nero. Si tratta di stazione Ð Montagna oltre il Duemila, sottotitolata e sollecita la creatività della comunità. Le Alpi “disegni documentativi”, sempre tratti da riferi- Una sfida per l’Europa – e nell’immagine di divengono in tale prospettiva un laboratorio in- menti iconografici, creativi in quanto illustrano copertina Ð una aguzza dolomite trafitta da una dispensabile per la nuova Europa e la zona di con semplicità e chiarezza di particolari ciò che lama d’acciaio – si avverte questa tensione verso unificazione delle sue diversità. nelle fotografie storiche si perde nella composi- un futuro progettuale, tuttavia nel radicamento di Franco Posocco zione più complessiva, ma che a questa rimango- 20 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

no fortemente ancorati e suffragati. Per questi ciascuno da esempi e commento. é evidente aspetti il volume segna una nuova sensibilità ed l’importanza di una scrittura che si presenti in espressività dell’autore, e agevola la conoscenza forma unitaria, in grado di essere chiaramente e di un mondo vario e complesso, delle vestigia di semplicemente comprensibile ai non veneti, ed una cultura marinara che rischia di essere unificante per le diverse tradizioni della nostra irrimediabilmente perduta. regione. Così come era stato per precedenti pro- Pier Giorgio Tiozzo poste (ricordiamo in particolare quella di L. Canepari e Manlio Cortelazzo, Trascrizione pra- tica dei dialetti veneti, in Introduzione a ricerche etnografiche nel Veneto, Vicenza, Accademia Olimpica, 1981), la proposta di una grafia scien- La casa e le tradizioni popolari, a cura di Manlio tifica dialettale non pare sia stata accolta con Cortelazzo, Vicenza, Neri Pozza, 1998, 8°, sufficiente attenzione dai cultori del dialetto, pp.462, ill., L. 90.000. quali la moltitudine di autori di poesie che popo- lano la miriade di concorsi promossi nel Veneto, Economia (oikos casa) nel suo etimo origina- ma riveste comunque un ruolo importante nei rio, in luogo del significato riduttivo assunto in lavori di riflessione sulla lingua, o che intendono età moderna, valeva per cura della casa, definiva avviare attività didattiche sugli usi linguistici del tutti gli accorgimenti affidati alla cura femmini- Veneto. Pur non mancando aspetti da chiarire le, per prepararla ad accogliere l’ospite. E pro- ulteriormente e aggiustamenti da fare, il lavoro prio con la descrizione della casa rurale, “come rappresenta un riferimento significativo nel per- luogo affettivo, economico, sociale della fami- corso che dovrà condurre all’insegnamento della glia patriarcale” prende l’avvio il lungo raccon- L’ultima parte del poderoso volume è occupa- lingua (o, come si preferisce, dei dialetti veneti) to, che attraverso densi capitoli restituisce alla ta da un glossario etimologico essenziale per e alla riflessione critica su di essa. memoria tradizioni che per secoli hanno accom- gustare il sapore, la densità e il realismo delle Pier Giorgio Tiozzo pagnato la vita, nella fatica e nella festa, del espressioni e dei modi di dire dialettali, ampia- popolo delle campagne venete e che le rapide mente utilizzati nel testo, e da una altrettanto trasformazioni di questo scorcio di secolo hanno suggestiva documentazione fotografica che ren- distanziato dalla nostra percezione. de concreta e viva ogni manifestazione della F. Rizzi descrive la casa nei suoi elementi cultura popolare raccontata nei vari capitoli. RICCARDO VIANELLO, Toponomastica a Burano, strutturali, nella tipologia, nelle varianti locali, Fiorino Collizzolli Venezia, Comune di Venezia - Centro Produzio- per soffermarsi poi sull’arredo e gli utensili di ne Multimediale, 1999, 8°, pp. 138, s.i.p. uso quotidiano con i quali si doveva provvedere a tutte le necessità della famiglia. Un capitolo Sulle orme di Giuseppe Tassini, autore nel molto interessante è dedicato da E. Borsatto al 1863 del volume (da allora più volte ristampato) cibo: accanto alla descrizione dei modi di confe- Grafia Veneta Unitaria, manuale a cura della Curiosità veneziane, nel quale spiegò i signifi- zionare le pietanza viene dedicata una particola- Giunta regionale del Veneto, Venezia, Giunta cati riferiti soprattutto ai secoli dogali di Venezia re attenzione alle fasi che accompagnano il rito regionale del Veneto - Battaglia Terme (PD), La “nascosti” dietro ai toponimi della città d’acqua. collettivo della cottura del pane e delle polente; Galiverna, 1995, pp. 59, 8°, s.i.p. Toponimi che apparvero per la prima volta sui segue una ampia sezione dedicata all’orto-giar- muri, in modo organico, all’inizio dell’Ottocen- dino e al frutteto, la cui cura scandisce, in rappor- Il volume propone un quadro di norma- to. Possiamo considerarlo addirittura un “picco- to al tempo naturale delle stagioni, i ritmi del lizzazione del modo di scrivere in veneto, avvia- lo Tassini” il libro di cui si sta parlando, frutto tempo sociale, ritualizzato a sua volta dal tempo to sulle indicazioni emerse dalle proposte di della certosina puntigliosa appasionata ricerca liturgico. legge in merito allo “Studio e valorizzazione d’archivio di Riccardo Vianello. Mai prima d’ora La vita rurale è sempre stata caratterizzata da della lingua veneta” poste in discussione nel si era sconfinati per una simile indagine dal uno stretto rapporto di dipendenza reciproca con Consiglio regionale che aveva rinviato alla Giunta perimetro del cosiddetto centro storico. gli animali, e quindi una importante sezione del Veneto l’intervento in materia. L’ipotesi era é da un quindicennio che Vianello si dedica a narra di gatti, cani, polli, conigli, oche, anatre, stata raccolta con interesse dall’allora assessore quotidiane ricerche toponomastiche nei vari ar- faraone, si sofferma con minuzia sul maiale Ettore Beggiato, autore anche di una breve pre- chivi parrocchiali e pubblici, cui ha dedicato (màs-cio, porsèlo, porsèo, porthèl) e sull’alleva- sentazione al volume, nella quale viene fatta la varie opere a cominciare da Sacca Fisola, storia mento del baco e delle api. La vicinanza con gli cronistoria dei passaggi istituzionali che hanno e toponomastica. Aveva già scritto cinque anni animali, è vicinanza fisica, che porta fina a cova- portato alla pubblicazione. fa, all’interno del volume Storia di Burano uscito re le uova dei bachi nel tepore del letto (coàre i Il “manuale” è stato redatto da una commis- a cura di Mario De Biasi, una ricerca sui Cogno- uvi tra el lèto de péna e de scartòsi) ma pure sione nominata dalla Regione, coordinata da mi e soprannomi di Burano nella toponomastica. affettiva e lo denunciano chiaramente i nomi Manlio Cortelazzo e composta da esponenti con Una autorità, quindi, in materia. Esploratore, suggestivi che il dialetto è in grado di escogitare diversi interessi verso il dialetto, la ricerca espres- come indirettamente lo definisce De Biasi, di per indicare le minute variazione che accompa- sa dal mondo universitario, la pubblicistica e il quei territori lagunari che il Tassini ignorò. È gnano le trasformazioni del baco. mondo editoriale, la “militanza” rappresentata infatti chiarificante la “spiegazione” ch’egli dà La seconda parte del testo segue con compe- da esponenti dell’associazionismo culturale e della realtà di Burano nei secoli nel suo testo tenza antropologica ed etnografica la condizione della scrittura dialettale. introduttivo, solida premessa che consente di umana nelle fondamentali tappe della vita, (L. L’approccio individuato è stato quello di esse- inoltralci nella consultazione dei toponimi elen- Cocco), nella cura ed igiene della persona e delle re il più rispondente possibile alle pronunce cati in ovvio ordine alfabetico che forma il corpus erbe per curare uomini e animali (F. Zampiva) attuali e alle consuetudini grafiche dell’italiano, del volume. nella moda popolare quotidiana e festiva (M. optando per soluzioni pragmatiche in grado di E vi troviamo, scritti in corsivo, pure i toponimi Ceretta). Ampie sezioni sono dedicate al tempo accogliere la varietà espressiva regionale e con- nel tempo soppressi o sostituiti con altri, muniti della festa, della fiera, della sagra, del filò e alla sentendo, dove possibile, l’uso di segni alterna- d’ampie spiegazioni poi ulteriormente sorrette configurazione del tempo sociale che queste tivi legati a convenzioni in uso. da note, quindi suddivisi in più elenchi, a partire occasioni contribuiscono a fissare, rafforzando Motivati e integrati dagli apparati di riferi- dai toponimi di cui Burano poteva fregiarsi nel un profondo senso di appartenenza alla colletti- mento, il volume presenta “l’alfabeto grafico” 1661. Fino a quelli del 1998. Pagine intercalate vità (C. Battaglin Ignazzi, G. Dellai). contenente tutti i segni individuati, corredati da piantine e fotografie d’epoca. 21 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Opera meritoria anche per il Comune di Vene- Quattrocento, capace di esprimere una altolocata zia che l’ha voluta insieme al Consiglio di Quar- e ambiziosa committenza. Il titolo del libro con- tiere isolano. Per inciso aggiungiamo come l’in- ARTE tribuisce a limitare le aspettative del lettore al- teresse per la materia da parte di Riccardo l’esame di un’opera singola, e ciò rende più Viannello sia lungi dall’essere esaurita. Conti- efficace il piacere di veder aperti esiti ben più nua ora con la Toponamastica a Pallestrina e ampi e articolati. La strategia dell’autrice, di TIZIANA FRANCO, Michele Giambono e il monu- San Pietro in Volta tra Settecento e Ottocento, il proporre un profilo limitato per meglio suggerire mento a Cortesia da Serego, present. di Alessan- cui primo risultato forma un articolo pubblicato progressive estensioni, traspare nella scelta di dro Bettagno, Padova, il Poligrafo, 1998, 8°, pp. sulla Rivista di Studi e ricerche ÇChioggiaÈ, scandire il volume in due parti: la prima dedicata 256, ill., L. 47.000. n. 14 dell’aprile 1999. al Monumento Serego e la seconda destinata a Piero Zanotto chiarire molti momenti dell’attività di Giambono La ricostruzione del fitto tessuto costituito lungo un itenerario che ha in Venezia, Padova e dall’attività artistica nel Veneto, nei primi de- Verona i propri poli. La complessa e ordinata cenni del Quattrocento, estesa fin oltre la metà materia, emersa dalle indagini rivolte al monu- del secolo, riceve, grazie al presente lavoro di mento veronese, diviene quindi efficace stru- Tiziana Franco, un prezioso contributo. Grazie a Proverbi e stagioni, Testi significativi del primo mento per illuminare più complessivamente l’at- una più nitida definizione dell’identità storica di concorso nazionale “Il sale della vita” (Venezia tività del maestro veneziano, definendone il ca- Michele Giambono, in alcuni episodi che lo - ottobre 1996), Vicenza, Rezzara, 1997, 8°, pp. talogo, attraverso la verifica delle proposte videro protagonista, prendono contorni precisi 126, L. 18.000. attributive. aspetti in precedenza sottratti ad un organico L’esame del Monumento equestre al capitano disegno. Mentre Venezia era al vertice della sua Dopo l’ampio successo e i numerosi riscontri dell’esercito scaligero Cortesia da Serego, che, potenza e le città della terraferma potevano offri- positivi seguiti al Convegno internazionale nel presbiterio della chiesa di Sant’Anastasia a re ricche occasioni, richiamando artisti di scuole “La ricerca nelle Università della terza età: Verona, affianca l’altare maggiore, è introdotto, lontane, si andavano preparando le condizioni autorealizzazione, partecipazione e creatività”, in primo luogo, dall’indagine relativa alla sua del declino della fortuna dei maestri legati alla svoltosi nel 1995 a Venezia, il Coordinamento origine. Le scelte della committenza sono in- fertile tradizione tardogotica. Nelle opere di dei Centri Sociali e dei Gruppi Anziani di Vene- scritte nella cultura, diffusa nei centri veneti e a Michele Giambono potevano ancora risplendere zia e la Federuni hanno bandito un concorso sua volta ben radicata nelle corti europee, che le forme preziose dell’immaginario di una civiltà indirizzato ai corsisti delle Università della Ter- mirava a celebrarsi in quanto aristocrazia, affer- al tramonto. Appare ora possibile una spregiudi- za Età. Scopo iniziale di questo interessante mando le proprie virtù cavalleresche. Le rifles- cata stima della sua personalità artistica, “di progetto era dare continuità al discorso con- sioni proposte suscitano l’auspicio di una rico- notevole respiro, di fantasia libera e vitale”, gressuale tramite l’attività concreta delle Uni- gnizione specifica, estesa all’insieme composito sottratta all’ombra proiettata a ritroso dagli esiti versità della Terza Età. La principale innovazio- dei monumenti equestri precedenti all’opera aperti con le opere padovane di Donatello e ne, forse, poteva essere rintracciata proprio nella donatelliana realizzata a Padova. Progressiva- Mantegna. Le molte attese nutrite da Giuseppe fascia interessata dal bando concorsuale: non Ð mente lo sguardo della studiosa si accentra sul- Fiocco, Luigi Colletti, Roberto Longhi, Edoardo come di solito accade Ð bambini e ragazzi, stu- l’autore e quindi sulle forme dell’opera, focalizza Arslan, Sergio Bettini, Rodolfo Pallucchini e denti delle scuole o delle università, né tantome- le complesse soluzioni nelle quali ritroviamo Licisco Magagnato, da tutti coloro che intrapre- no appassionati di poesia o narrativa desiderosi congiunti elementi plastici Ð ascritti a Pietro di sero gli studi nei primi decenni del Novecento, di mettere alla prova le proprie abilità, ma i Nicolò Lamberti – e pittorici, questi ultimi rico- possono ora trovare una precisa riformulazione. corsisti anziani impegnati in ricerche sul tema “Il nosciuti, grazie alla ricerca documentale e al- Contemporaneamente vengono aperti ulteriori sale della vita”. l’analisi diretta, a Giambono. indirizzi di studio e, se pure su un registro diver- Gli elaborati raccontano dunque il dipanarsi La sicura quanto problematica attribuzione so, appare l’opportunità di porre in adeguato della vita agricola (mai uguale a se stessa, sem- veronese, elusa dalla precedente monografia di valore aspetti del patrimonio culturale della so- pre diversa pur nella sua ripetitività) nel succe- Norman Land, diviene per Tiziana Franco uno cietà veneta, fino a questo momento rimasti in dersi dei giorni, delle stagioni e degli anni, attra- strumento efficace e persuasivo per ridisegnare una riduttiva penombra. verso i proverbi Ð che costituiscono, appunto, la l’intero catalogo del maestro veneziano. Serrati Il volume, pubblicato nell’ambito della Colla- “saggezza” e “il sale” dei popoli. confronti, sostenuti da una rigorosa ricerca docu- na di Studi dell’Ateneo Veneto, propone al letto- Pertanto, il volume Ð articolato in due sezioni: mentale, permettono di seguire un percorso con- re un percorso articolato e complesso. L’autrice una dedicata a racconti e testimonianze della vita vincente quanto non rettilineo. A un primo moto ci introduce con sicurezza, permettendoci di contadina e l’altra al confronto fra le diverse a ritroso, agli anni della formazione veneziana, disegnare un orizzonte storico vivace, teso a tradizioni Ð diventa non solo tributo e riconosci- attorno al perduto ciclo di pitture per la Sala del comprendere la fertile attività degli artisti legati mento all’impegno dei corsisti, ma soprattutto Maggior Consiglio in Palazzo Ducale che videro al terreno sociale dell’aristocrazia veneta del rappresenta uno strumento preziosissimo per la protagonisti Gentile da Fabriano e Pisanello, nel memoria collettiva. Condividiamo infatti l’opi- primo lustro del secondo decennio, segue un nione che Ð oltre alle tradizioni Ð non debba nuovo avanzamento che permette di seguire il andare smarrito defintivamente (e senza possibi- costituirsi di una personalità artistica definita lità di recupero) quel patrimonio inestimabile entro un quadro ricco quanto oggi frammentario. legato alla tradizionale trasmissione orale, affin- L’itinerario, segnato dalle precise attribuzioni, ché – come ricorda Gianna Marcato nel saggio conduce all’altro snodo cruciale della presenza introduttivo – “...non perda del tutto la sua fun- di Giambono, Pictor Santi Marci, nella decora- zione di memoria storica, perché in essa, chi non zione musiva della Cappella dei Mascoli, della ha conosciuto partecipando, possa leggere il quale vengono proposte fondate soluzioni at- senso di una cultura importante per la sua carica tributive. Le conclusioni offerte, pur senza una di condivisione e di profonda appartenenza che artificiosa sopravvalutazione delle capacità del ha condensato”. maestro di recepire positivamente gli stimoli Susanna Falchero provenienti dalle esperienze padovane, introdu- cono alcune ipotesi capaci di cogliere in tutta la sua drammaticità la svolta avvenuta in quel torno di tempo. Il testo nasce da esigenze scientifiche che guidano ogni momento del lavoro, ma ad esse la 22 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

studiosa sa coniugare felicemente, sottraendosi dei più attivi in questo campo fu Giovanni de ad ogni possibile facile concessione riduttiva, Lazara, appassionato estimatore di Andrea una prosa capace di incoraggiare nella lettura Mantegna, conoscitore d’arte ed esperto colle- anche chi vi si avvicini con strumenti critici zionista di stampe. meno sofisticati. I metodi della ricerca appaiono Anna Maria Spiazzi riferisce su Il restauro dei singolarmente compatibili con le potenzialità frammenti del ciclo di affreschi della Cappella divulgative. Ovetari agli Eremitani, inviati a Roma dopo il Guido Galesso Nadir bombardamento del 1944 che in gran parte risul- tarono non identificabili e dopo un’attenta opera di manutenzione vennero ordinati, numerati e posti in casse omogenee. Dopo il restauro i materiali furono fotografati e le loro immagini La lunetta di Andrea Mantegna al Santo. Arte e trasferite in CD-ROM. Si è così avviato il progetto cultura, Atti del Seminario di studio in occasione di ricomposizione virtuale, mediante il compu- del restauro della lunetta del Mantegna (Padova, ter, ma le possibilità di riuscita sono però limitate Basilica del Santo, 22 maggio 1998), numero mo- perché i frammenti riguardano solo il 20% della nografico della rivista “Il Santo”, s. II, XXXVIII, superficie dipinta. fasc. 3, sett.-dic. 1998, Padova, Centro Studi An- Il volume comprende anche le ricerche: di toniani, 1998, 8°, pp. 523, ill., s.i.p. Maria De Lourdes Sirgado Ganho, Sant’Antonio nei Sermoni di P. Antonio Vieira S.J. (1608- Il volume raccoglie gli Atti del Seminario di 1697); di Stefano Di Orsio, Rassegna e rilievi studio (22 maggio 1998), organizzato dal Centro critici a proposito di una nuova storia dei Frati Studi Antoniani in occasione del restauro della giglio candido per S. Antonio e una verde sfera Minori Conventuali; di Gian Luigi Bruzzone, lunetta del Mantegna alla basilica di Sant’Antonio su un vaso per S. Bernardino. Cinque lettere inedite di Girolamo Pallantieri, di Padova. La lunetta di Andrea Mantegna, uno Queste e molte altre considerazioni, specie in Junior, OFMConv. dei pochi esempi di pittura a fresco del maestro rapporto alle contemporanee pitture di Mantegna Marilia Ciampi Righetti rimasti a Padova, dopo la distruzione della cap- nella cappella Ovetari, le perdute Storie di San pella Ovetari, fu staccata nel 1923-24 dal portale Giacomo, sono contenute nei due saggi iniziali di della basilica del Santo e collocata su un nuovo Gianluigi Colalucci, Il restauro della lunetta di supporto, ma nel 1935 fu definitivamente rimos- Andrea Mantegna raffigurante i santi Antonio e sa per sottrarla alle intemperie ed esposta al Bernardino adoranti il monogramma “IHS” e di ANNA L AURA L EPSCHY, Davanti a Tintoretto. Una museo Antoniano. Alberta De Nicolò Salmazo, L’affresco di An- storia del gusto attraverso i secoli, prefaz. di Fu dipinta da Mantegna nel 1452, come dice drea Mantegna al Santo: un incontro di “mae- Carlo Ginzburg, Venezia, Marsilio, 1998, 8°, pp. l’iscrizione sull’architrave, in 13 giornate di la- stosa gravità”. L’articolo successivo di Giovan- 353, ill., L. 42.000. voro, direttamente sul muro, senza cioè ricorrere na Baldissin Molli, Problemi iconografici del al trasferimento di un disegno preparatorio. san Bernardino di Andrea Mantegna, sottolinea La scelta di Anna Laura Lepschy di sottoporre Raffõgura i Santi Antonio e Bernardino che so- come proprio a Padova nel quaresimale del 1423 all’indagine la fortuna di Jacopo Tintoretto, dal stengono una raggera dorata a 12 raggi, circon- si precisò il tipo di predicazione concreta, dram- Cinquecento ad oggi, è particolarmente motivata data da una scritta inserita in una ghirlanda, che matica, legata al quotidiano di questo campione e opportuna. La ricezione avuta dalle opere del ha al centro il monogramma di Cristo in rame della fede, ben degno di essere raffigurato insie- maestro nei secoli ha dato luogo, infatti, a reazio- cesellato e dorato. Le due figure sono rappresen- me a Sant’Antonio. Intorno alla metà del secolo ni singolarmente contrastanti, in particolare da tate con rilievo scultoreo e prospettiva frontale XV il culto di San Bernardino raggiunse il suo parte degli storici dell’arte, come Carlo Ginzburg dal punto di vista ribassato dell’osservatore nel apice a Padova dove fu elaborato il tipico ritratto nota nella prefazione. Ciò per altro è avvenuto in sagrato del Santo. Il monogramma, in raffinate di profilo del Santo predicatore che poi si impose presenza della perdurante popolarità del mae- lettere gotiche, mostra i caratteri stilistici del- in tutta l’Italia settentrionale. Quanto all’insolito stro, sia presso il largo pubblico, sia fra i letterati l’orefice Nicolò detto “del Papa”. attributo di una sfera verde su un vaso cilindrico, e i filosofi. L’opera di Tintoretto è stata oggetto Nei cinque secoli di esposizione all’aperto la già definito come pianta, si tratta molto probabil- di valutazioni, anche recenti, in esplicito contra- lunetta subì alterazioni e danni soprattutto nella mente di un recipiente per aromi usato nelle sto fra loro, fino a giungere, condensate, in una parte pittorica che presenta ampie lacune, come pestilenze, flagello contro il quale San Bernardino recente pellicola di Woody Allen, dove il prota- il volto, il braccio e la gamba di S. Antonio e la era invocato. gonista è indotto a condividere un incondiziona- gamba e il piede di San Bernardino che vennero Giordana Mariani Canova nell’intervento In- to apprezzamento del ciclo di S. Rocco, pur ri- completamente rifatti, non si sa quando. Nume- flussi mantegneschi nella miniatura padovana conoscendo la propria totale incomprensione rosi nei secoli furono gli interventi di restauro, del Quattrocento coglie e sottolinea elementi delle qualità dei teleri. A fronte delle illustri l’ultimo dei quali nel 1997-98, quando fu sosti- della cultura e del linguaggio di Mantegna e di adesioni possiamo facilmente trovare stroncature tuito il supporto e consolidata la pittura, rimuo- Donatello in incunaboli e manoscritti di artisti altrettanto radicali, portate con energia tale da vendo altresì i ritocchi e le ridipinture recenti, come Giovanni Vendramin padovano, Girolamo porre molti quesiti sulle ragioni profonde che le lasciando però le parti insostituibili, come il da Cremona e il “Maestro dei putti” veneziano. originavano. D’altronde il testo suggerisce nel volto di sant’Antonio. Il saggio di Donato Gallo, San Bernardino da lettore l’ipotesi di considerarlo portatore di ulte- La seconda figura della lunetta, ben conserva- Siena a Padova: predicazione, devozione civica riori valenze, che investono anche l’immagine ta e nitidamente leggibile, è S. Bernardino da e culto traccia un quadro della presenza del Santo stessa di Venezia, spesso coinvolta immediata- Siena, assai venerato a Padova dove aveva sog- nella città dove suscitò una grande eco di pietà mente nei giudizi: “Quando Venezia non eserci- giornato e predicato l’anno prima di morire nel con due predicazioni nel 1423 e 1443. Una delle ta alcuna attrattiva, anche le tele di Tintoretto 1443. Suo è il simbolo del sole raggiante, d’oro prime espressioni del diffondersi del suo culto fu perdono ogni fascino”. in campo azzurro, intorno al monogramma di appunto la lunetta del Santo dipinta dal Mantegna L’autrice ha condotto la sua ricerca rivolgen- Cristo; sua la scelta delle parole della scritta su commissione dell’Arca del Santo. dosi precipuamente proprio alle opinioni dei non all’interno della ghirlanda: “In nomine Jesu omne Fabrizio Magani analizza poi La “fortuna” di professionisti, mentre si è limitata a rievocare genu flectatur, celestium, terrestrium et in- Andrea Mantegna a Padova tra Settecento e brevemente nell’introduzione le più note prese fernorum”, tratta dalle Lettere di San Paolo. Ottocento, quando studiosi, collezionisti e mer- di posizione degli storici dell’arte. Opportuna Ai piedi dei due Santi sono raffigurati con canti avviarono un movimento di ricupero del- anche in considerazione di ciò la bibliografia realistica evidenza i libri, attributo comune, il l’arte “primitiva” del Tre e Quattrocento. Uno cronologica inclusa nel volume. La scelta del- 23 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

riduttive o marginali esposte nell’ambito del Giancarlo Galan, presidente della Giunta Regio- disegno teorico complessivo, si pronunciarono nale del Veneto, e dal compianto Feliciano Ben- con incondizionata stima di fronte alle opere. Il venuti, allora Presidente della Fondazione Gior- riconoscimento dell’eccellenza della pittura del gio Cini, sono da ricercare nel profondo signifi- maestro sembra incrinare le convinzioni altri- cato che ebbe la caduta della Repubblica, fatto menti consolidate. L’entusiasmo portò l’inglese, che, se da un lato pose fine alla secolare storia di per altro, ad avvicinare Tintoretto ai protagonisti Venezia come Stato, dall’altro diede inizio alla della cultura di ogni tempo, a coloro che seppero sua mitizzazione, tuttora ben presente. esprimere “la più elevata potenza intellettuale Proprio partendo dalla constatazione dell’esi- dell’uomo”. La forza dell’esperienza visiva di- stenza di questi due distinti periodi, la mostra è retta delle opere veneziane portò anche il france- stata suddivisa in due filoni, l’uno riguardante la se, pure di estrazione culturale lontana da quella storia di Venezia nei secoli del suo splendore, dal di Ruskin, a forzare le gerarchie conseguenti alla Cinquecento al Settecento, l’altro invece tenden- propria formulazione teorica. La loro distanza te ad illustrare l’evolversi di Venezia in mito, non gli impedì di riconoscere come fattori com- alimentato soprattutto dalle parole di scrittori e plementari, essenziali dell’arte di Tintoretto, il poeti. naturale e il sovrannaturale. Taine, inoltre, avviò I numerosi saggi che precedono il catalogo un’esplicita, quanto determinata, revisione delle delle opere esposte analizzano in modo puntuale l’autrice permette di assumere come preliminare riflessioni di parte avversa, a partire dalle in- ed esaustivo i molteplici aspetti insiti in questa piattaforma di osservazione l’insieme delle con- comprensioni di Vasari, sottoposto, a sua volta, duplicità della vita di Venezia: dopo un sintetico siderazioni più competenti, espresse dagli storici ad una radicale riprovazione. ma efficace excursus sui contenuti e sul signifi- dell’arte e tutte poste a valle delle riserve alimen- Oltrepassata la svolta ottocentesca la figura di cato della mostra realizzato da Alessandro Bet- tate da Giorgio Vasari nei confronti di Tintoretto. Jacopo Robusti si avvia ad assumere la conside- tagno, si va dalle pagine legate agli anni gloriosi Furono queste a dare inizio ad un confronto nel razione contemporanea. Accanto alle nuove per- del Cinquecento veneziano e alla volontà di quale l’appartenenza, dei fautori e dei detrattori, plessità, formulate da Roberto Longhi, emergo- dominare la scena politica, sociale e artistica del alla cultura tosco-romana o veneta esercitò co- no le considerazioni degli scrittori e dei filosofi. governo lagunare (si vedano gli interventi di stante pregiudizio. Fra le prerogative del maestro Essi vanno a costituire un frastagliato e congruo Eugenio Turri su “Una cartografia per ammini- riemerge, indipendentemente dagli orientamenti quadro del gusto contemporaneo, che riserva al strare e per glorificare” e di Lionello Puppi su delle stime, la difficoltà di collocarlo nelle cate- lettore suggestioni di ulteriori confronti, mentre “Dal mito allo Stato. Nota sull’illustrazione pit- gorie storiche più consolidate: posto in una posi- si afferma, nell’alveo della cultura, con rinnova- torica di una tarda integrazione dell’agiografia zione anfibia fra Manierismo e Barocco, non ta vitalità, la controversa presenza attuale della marciana”) a quelle dedicate invece al periodo trova nei teorici dell’uno e dell’altro una consi- pittura di Tintoretto, estesa oltre lo specifico successivo alla caduta di Venezia. é qui forse derazione organica. orizzonte artistico. che si trovano le maggiori novità, in quanto i Il lettore è posto nella condizione di apprezza- Guido Galesso Nadir saggi pubblicati vanno a toccare argomenti meno re compiutamente la singolarità del pittore, mai noti e dunque meno studiati, quali il significato e completamente dimenticato, neppure da coloro le forti influenze dell’arte veneziana sulla pittura dichiaratisi dichiaratamente avversi, come di- inglese, americana e soprattutto francese del- mostra la quantità di riproduzioni diffusa nelle l’Ottocento e del Novecento a riprova della tena- collezioni europee. é forse solo nel Settecento, Venezia da Stato a mito, catalogo della mostra cia con la quale Venezia come mito ha continua- nell’età dell’accademia, che la sua figura attra- (Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore, 30 to a sopravvivere. versa una più profonda eclissi. Tuttavia anche sul agosto - 30 novembre 1997), a cura di Alessan- La seconda parte del volume è dedicata alle finire del Seicento gli fu riconosciuto un ruolo dro Bettagno, Venezia, Marsilio, 1997, 8°, pp. schede delle opere presenti alla Fondazione Cini privilegiato, assieme ad altri protagonisti della 442, ill., s.i.p. durante l’esposizione, che rappresentano in modo scuola veneziana, nell’ambito della polemica chiaro quanto le manifestazioni artistiche delle che opponeva i sostenitori del colore ai fautori In occasione del bicentenario della caduta diverse epoche possano ben illustrare la secolare del disegno. Anche in quell’occasione la fecondità della Repubblica di Venezia è stata organizzata storia e il successivo mito di Venezia e facilità d’esecuzione, motivi altrimenti consi- dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, gra- Anna Pietropolli derati negativi, furono addotti per accreditarne zie al contributo della Regione Veneto, l’esposi- l’eccellenza. L’incomprensione del valore di zione intitolata “Venezia da Stato a Mito”, tenu- Tintoretto appare progressivamente il fattore tasi dal 30 agosto al 30 novembre 1997 presso comune ai critici di parte classicista, anche se di l’isola di San Giorgio Maggiore, di cui il presen- estrazione veneziana: coloro che riconoscevano te volume costituisce il catalogo. Le ragioni di ALESSANDRO P ARRONCHI, Donatello. Saggi e studi nei maestri del Centro Italia i propri modelli tale iniziativa, spiegate nelle Presentazioni da 1962-1997, Vicenza, Neri Pozza, 1998, 8°, pp. furono incapaci di comprendere l’opera di Jacopo 186, ill., s.i.p. e di collocarne la singolarità nell’ordine delle proprie concezioni. Il volume raccoglie una serie nutrita di saggi , Comprensibile e conseguente appare la radi- maturati in quarant’anni di lavoro sull’opera di cale rivalutazione, avvenuta nel corso dell’Otto- Donatello. L’itinerario di ricerca che l’Autore cento, da parte in primo luogo di coloro che dispiega è esemplare per la profondità della seppero apprezzarne i caratteri in precedenza lettura formale, la chiarezza pacata della scrittu- spregiati sebbene riconosciuti. Accanto agli ra, la ricca documentazione. L’interesse e l’at- estimatori di parte veneta, in particolare di Pietro tualità sorprendente della ricerca muovono da Selvatico, sono posti opportunamente in luce una considerazione iniziale: la valutazione del- dall’autrice le distinte eppure convergenti valu- l’opera di Donatello è un problema ancora aper- tazioni di John Ruskin e Hippolyte Taine. to, mentre il valore delle opere sicuramente attri- Tintoretto sembra tuttavia, pur guardato con buitegli è, da più di 600 anni, al di sopra dei occhio favorevole, paradossalmente, di difficile giudizi della critica. Lo scultore infatti non ha comprensione anche nelle nuove categorie. En- mai suscitato “quel fenomeno di cristallizzazio- trambi gli estimatori assunsero una posizione ne che ha fatto delle sculture di Michelangelo dei ambigua, in quanto, a fronte di considerazioni feticci che si ammirano senza guardarli e si 24 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

guardano senza vederli. Donatello non ha scolpi- fondamente segnato il mondo antico, scompar- to figure più grandi del vero per l’eternità, ha so assieme all’impero di Bisanzio. A quasi due lavorato per tutti quanti vivevano intorno a lui secoli di distanza il convegno dedicato alla por- alla precisa misura di ognuno. Su intenzione e pora – svoltosi a Venezia nell’ottobre del 1996, per incarico di Cosimo il Vecchio ha alterato la del quale ora sono stati pubblicati gli atti Ð ha storia innalzando a un mediocre condottiero la rappresentato il momento conclusivo di un pro- prima statua equestre in bronzo dopo l’antichità cesso di restituzione al suo valore di uno dei [...] Ma cosa leghi tra loro opere tanto diverse, e, simboli più profondi e radicati del mondo antico, se vogliamo ridurre le domande al minimo, qual ma ancora oggi penetrato nel nostro immagina- sia il centro che le collega, è una domanda alla rio. L’insieme, comprendente la mostra realizza- quale ci si sente impossibilitati a dare una rispo- ta nell’autunno del 1996, della quale qui è ripro- sta. La sua opera è una grande costellazione di dotto il catalogo curato da Doretta Davanzo Poli, immagini le più disparate, ma cos’è che può si è potuto compiere grazie all’impegno conver- mettere in relazione la calma olimpica dell’Evan- gente di numerosi studiosi, provenienti da ambiti gelista Giovanni per la facciata del Duomo e la disciplinari diversi. La ricerca ha coinvolto chi- dura, incresciosa scontentezza del Battista di mici, fisici, zoologi, archeologi, filologi, storici Siena, la sensuosa e impudente bellezza di quello dell’arte e della letteratura, portatori di compe- che vorrà chiamare il Mercurio-David e la grinta tenze e metodi disciplinari distinti, complemen- del Geremia? È questa disparità di vedute che ha tari e convergenti nel medesimo oggetto, per disorientato la critica; la quale si è sentita talvolta andare a formare un mosaico che ricostruisce il obbligata a togliergli opere sue perché sembra- sontuoso “statuto della porpora“. vano allontanarsi da un suo carattere impostosi La storia del prezioso colore estratto dalla vita come fondamentale”. del mare si intrecciò alla storia degli imperi e I due saggi di apertura della raccolta ripresen- non vi è dubbio che si sia giunti ormai ad una delle chiese, ebbe aspetti politici, economici, tano un problema già dibattuto dalla critica in notevole approssimazione. Lo studioso traccia le religiosi, ed è innanzi tutto storia di una millenaria occasione del centenario donatelliano, nel 1986: linee guida delle varie ipotesi di ricostruzione, cultura estesa dal bacino mediterraneo, sia verso quello dell’esordio dello scultore, sulla soglia basandosi essenzialmente sulle esemplificazioni il Vicino Oriente, sia verso l’Europa continenta- della cui attività stanno alcuni documenti del- grafiche, e isolando in esse i dati che si possono le, coinvolgendo popolazioni diverse, abbacinate l’Opera del Duomo riguardanti il pagamento per considerare positivi. La ricostruzione con cui si dal fascino del colore sacro, del sangue e del la lavorazione di due figure per la porta della confronta direttamente è quella praticamente at- potere, fino a divenirne aspetto caratterizzante. Mandorla e l’intervento per le tribune dello stes- tuata, vale a dire quella del Boito, del 1895, e per La sua archeologia si delinea nel saggio di Enrico so Duomo. Si profila fin da queste prime opere il la quale ipotizza significativi aggiustamenti. Acquaro, esteso alle civiltà antiche, ai Fenici e ai tema della prospettiva nella scultura , che sarà tra La trattazione di ciascun tema prende il via dal Greci, ai centri di produzione del colore diffusi gli interessi centrali dello scultore: Donatello punto di arrivo ultimo dell’intero corpo della lungo le coste del Mediterraneo e oltre le colonne assimila immediatamente le nuove regole pro- critica donatelliana; da lì, Parronchi ci accompa- d’Ercole. D’altronde il colore, identificato con spettiche ed utilizza gli artifici della pittura nei gna al cospetto dell’opera di un artista che crede- gamme estese dal rosso al viola, seppe trascende- rilievi, veri e propri quadri scolpiti, utilizzando vamo di conoscere, ma del quale restava finora in re i limiti ristretti propri della sua consistenza lo strumento dello stiacciato. Si vedano il rilievo ombra la grande modernità. Più vicini al nostro sensibile, per assumere connotazioni diverse e di San Giorgio che libera la Principessa dal gusto sono gli aspetti nuovi scoperti nel natu- anche contraddittorie, altrettanto varie quanto le drago, a Firenze; il Banchetto di Erode, a Siena; ralismo integrale, esemplato nei nudi, primi del- tonalità cromatiche e le differenti sostanze che i Tondi con le Storie di San Giovanni nella la storia dell’arte moderna; nella rilettura di permisero di surrogarlo, in numero tale da consi- Sagrestia Vecchia; i rilievi dell’altare del Santo, David-Mercurio; nella identificazione del San gliare di declinarne il nome al plurale. a Padova. Particolarmente interessante è il rap- Sebastiano ligneo, di Bologna, che si credeva Le porpore incorporano e trascinano con sé il porto con Masaccio, inizialmente piuttosto ge- perduto; infine, nella convincente ricostruzione colore del cerchio del sole disteso sopra il vasto nerico e distaccato, poi intenso e indissolubile, dell’Altare del Santo di Padova. A queste impor- mare all’aurora e al tramonto, quando congiun- tanto da identificarsi in una vera e propria comu- tanti acquisizioni critiche si aggiungono due gono la luce e le tenebre. Evocano il sangue, linfa nione di credo artistico, in un vero e proprio nuove proposte per il catalogo dell’artista: una vitale, quando scorre nelle vene, e morte, quando sodalizio. Sono numerose ed affascinanti le at- creta, un ritratto di vecchia, e un piccolo crocifis- fugge dal corpo. Forse già in questa congiunzio- tribuzioni discusse: il Crocifisso ligneo di Santa so bronzeo di grande qualità formale. ne ossimorica risiede la potenza simbolica del Croce; il Davidino e il San Giovannino; il tondo L’apparato bibliografico, documentario e il- colore. Illuminano questo aspetto soprattutto i marmoreo raffigurante Dio Padre ed interpretato lustrativo che accompagna ciascuna tappa del contributi di Luca Severini, dedicato alla presen- come chiave di volta della cupola brunelleschiana percorso critico dello studioso impreziosisce il za della porpora nella letteratura greca, e di a Firenze; il Lavabo marmoreo collocato sulla volume e gli assegna una collocazione di spicco Oddone Longo che protende l’indagine fino a parete della Sacrestia Vecchia di San Lorenzo; la tra i più importanti studi donatelliani. Shakespeare. Accanto al richiamo ricorrente al Tomba Catrik in Santa Croce; il Battista dei Frari Lina Ossi sangue, emerge il costante nesso intrattenuto del a Venezia. In altri casi l’A. interviene a corregge- colore con le forme del potere e l’immagine dello re antichi errori di lettura: il famoso David di status, espresso nel carattere suntuale della por- bronzo rappresenta in realtà Mercurio e di que- pora. Tuttavia i rapporti fra il sangue, il potere e st’ultimo possiede tutti gli attibuti: pètaso in- il colore appaiono non meno controversi, sempre ghirlandato di foglie, figura nuda con i soli La porpora. Realtà e immaginario di un colore portatori di suggestioni contraddittorie, sia nel calzari, atteggiamento tutt’altro che guerriero, simbolico, Atti del Convegno di studio (Venezia, contesto della cultura greca e romana, sia in corona d’alloro ai piedi ecc. Altrove è la corretta 25-25 ottobre 1996), a cura di Oddone Longo, quella giudaico cristiana. Fu soprattutto nel rea- collocazione originaria ad impegnare lo studio- Venezia, Istituto Veneto di Scienze Lettere ed lizzarsi della passione di Cristo che giunsero a so: il cosiddetto Amore-Athis del Bargello altro Arti, 1998, 8°, pp. 479, ill., s.i.p. addensarsi esplicitamente le opposte valenze della non era in origine che un estroso reggifestone per porpora, evocata dal colore del sangue versato e la Cantoria del Duomo. Una prova cruciale del Nel 1833 il chimico vicentino Bartolomeo del mantello irrisoriamente calato sulle spalle percorso critico di Parronchi, già pubblicata la Bizio riscopriva la tecnica inventata dai Fenici della vittima. La connessione realizzata in Cristo prima volta nel 1963, riguarda la ricostruzione per estrarre dai murici, dei molluschi marini, la ritorna poi nella storia degli imperatori romani dell’altare del Santo, a Padova. Il tentativo è stato sostanza capace di generare uno dei colori sim- dopo Costantino, come in quella della chiesa fatto almeno una decina di volte dalla critica e bolici, il pigmento della porpora, che aveva pro- cristiana, per contraddistinguerne l’eccellenza 25 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

delle gerarchie, l’appartenenza ai livelli massimi Antichità Sacre di Chioggia del Medio Evo rac- di nobiltà fondata sul martirio, con il relativo colte ed illustrate da D. Giannagostino Gradeni- flusso di sangue, e contemporaneamente sul- go monaco casinese vescovo della medesima cit- l’ostentazione del lusso. Ostentazione di magni- tà e di suo ordine dissegnate da Giovanni Gre- ficenza così cara alla corte di Bisanzio e a tutti vembroch nel mese di novembre MDCCLXIII, coloro che guardarono ad essa come modello di Chioggia (VE), Edizioni Nuova Scintilla, 1996, sacralità e autorità, avvalorato dalla presunta rist. anast., 4°, pp. XI-XLIII-52, ill., s.i.p. identificazione con la più antica aristocrazia imperiale. Si tratta dell’ultima edizione, curata da Nico e Apparentemente estranei alla rete semantica, Matteo Sibour Vianello, delle Antichità di continuamente arricchita nella cultura occiden- Chioggia, il Codice attraverso il quale, a metà del tale, come nei tessuti imperiali nei quali dalla XVIII secolo, l’allora vescovo di Chioggia Gian- porpora affiorano filamenti d’oro, appaiono gli nagostino Gradenigo, evidenziatosi tra l’altro altrettanto suggestivi richiami al pigmento durante il suo episcopato in quanto “costituì un purpureo che Boghos Levon Zekiyan ritrova nei punto di riferimento culturale notevole, aprendo miti delle origini della cultura armena, nella il suo episcopio a un’accademia letteraria, occu- letteratura e nella lingua, ma riconducibili alle pandosi di storia locale, scrivendo una serie di cromie naturali. Le tracce di continui richiami al fascicoli di storia ecclesiastica”, ha probabil- colore ricavati dai molluschi mediterranei è mente “inteso far ritrovare alla città la propria mostrata da Giovanni Lorenzoni nelle opere identità”, commissionando al Grevembroch venete medioevali realizzate in porphyrites lithos, l’illustrazione delle locali opere sacre di età nel marmo di porpora. Questo saggio ha il pregio medievale. di presentare episodi di scultura e architettura to proprio in quella che fu la sua sede originaria Nella nuova veste tipografica il Codice, “che veneziani – in particolare nell’area marciana, due pareti dello Statuario pubblico di Venezia, viene finalmente presentato in modo degno alla dove l’uso del porfido discende dalla stessa ra- grazie anche ai disegni eseguiti nel Settecento da visione dei chioggiotti e degli amanti dell’arte”, gione simbolica dei modelli bizantini Ð e con- Anton Maria Zanetti il Giovane. Questa colle- riproduce, al settantacinque per cento delle loro temporaneamente di introdurre un’ulteriore pos- zione, partendo dal suo nucleo cinquecentesco, è dimensioni originali e a colori, le quarantre tavo- sibile area di ricerca. Il frequente accostamento andata poi a formare l’attuale Museo Archeolo- le di disegni realizzate da Giovanni Grevembroch, del porfido rosso a quello verde Ð tinta che nel gico Nazionale di Venezia. e le “Illustrazioni”, descrizioni non esenti da corso del Medioevo assunse un’intensa valenza Nate per volere di Domenico e Giovanni Gri- simbolica, in special modo alla corte di Federico mani, che, con le loro donazioni a favore della II di Svevia – allarga l’interesse all’associazione Serenissima, a partire dal 1523 diedero vita allo della porpora con altri colori. Statuario, le collezioni di antichità, ospitate negli La percezione di trovarsi di fronte ad una ambienti appositamente progettati e studiati da ricerca ancora foriera di ulteriori filoni è suscita- Vincenzo Scamozzi dal 1596, si arricchirono nel ta anche dai saggi relativi alla presenza della corso del XVII e XVIII secolo, divenendo non porpora nei manoscritti miniati. Nell’Introdu- solo campo di intervento per restauratori e copisti, zione ai codici purpurei, di Italo Furlan, e nel ma anche una fonte continua di ispirazione per seguente contributo di Giordana Mariani Canova, una folta schiera di artisti che trovava nelle sale dedicato alla produzione rinascimentale e all’at- dello Statuario un fertile luogo di modelli. tività di Bartolomeo Sanvito. In particolare que- Dopo la caduta della Repubblica il destino di st’ultimo permette di constatare come “nell’uma- queste raccolte fu purtroppo segnato: spostate nesimo veneto la pergamena purpurea si trova dalla loro sede materiale e trasferite in Palazzo commenti di ordine estetico dei reperti rappre- usata non tanto per i libri, sacri e profani, desti- Ducale, esse vennero in seguito smembrate, fino sentati (urne e pietre sepolcrali, iscrizioni, nati alla secreta lettura e alla meditazione indivi- all’attuale ordinamento del Museo Archeologi- sarcofagi, statue, quadri, campane, vasi, sigilli, duale dei più aristocratici umanisti”. Un fenome- co, realizzato da Carlo Anti tra il 1923 e il 1926, medaglie, reliquari). no non diffuso, ma significativo, che pone il che ha completamente annullato il significato Tali “Illustrazioni”, scritte nel 1835 da mons. problema di verificare il rapporto fra i codici tinti collezionistico di queste opere per la Repubblica Girolamo Ravagnan, sono state, per scelta edito- antichi e i manufatti moderni, provenienti dalla di San Marco nell’arida consequenzialità del- riale, riportate nel libro copiando fedelmente dai raffinata cultura padovana, “grande madre di l’evoluzione stilistica e delle scuole. manoscritti originali, “lasciando inalterate tutte libri” e polo di irradiazione negli anni centrali del I vari saggi presenti nel volume Ð suddiviso in le peculiarità di grafia, [...] non sono stati corretti Quattrocento, come testimoniato dai richiami tre parti Ð ripercorrono nella prima sezione le nemmeno gli errori di scrittura e le sviste”, ed alle forme di Donatello, di Mantegna e dei Bel- vicende storiche relative alle collezioni dello anche nella resa grafica del testo si sono scelti lini, presenti nei manoscritti esaminati. Statuario dalla loro nascita fino allo smembra- l’uso del corsivo ed altri accorgimenti per cerca- Guido Galesso Nadir mento ottocentesco e alla successiva nascita del re “di conservare così, per quanto fattibile, al Museo Archeologico, con significativi interven- lettore il sapore ed il gusto degli originali”. ti relativi all’architettura scamozziana e al pre- Esse vengono precedute e seguite da due let- zioso apporto dato da queste collezioni a nume- tere dello stesso Ravagnan, indirizzate la prima rosi artisti veneziani. La seconda parte è intera- (datata 30 novembre 1835) al Podestà di Chioggia Lo statuario pubblico della Serenissima. Due mente dedicata a problemi relativi ai singoli Fortunato Luigi Naccari, la seconda (del 26 secoli di collezionismo di antichità 1596-1797, pezzi che costituivano lo Statuario: sculture ro- aprile 1833) al bibliotecario della Marciana Pie- catalogo della mostra (Venezia, Biblioteca Na- mane, copie, bronzetti antichi e “all’antica”, tro Bettio, aventi come argomento rispettiva- zionale Marciana, 6 settembre - 2 novembre numismatica e glittica. La terza parte, infine, mente “una spezie di ultimo mio Testamento sul 1997), a cura di Irene Favaretto e Giovanna raccoglie le schede del materiale esposto. contenuto del Libro medesimo” e lo studio del Luisa Ravagnan, Cittadella (PD), Biblos, 1997, Il libro viene chiuso da un’appendice dove pastorale di avorio rappresentato nella trenta- 4°, pp. 326, ill., L. 50.000. sono riportati alcuni brani tratti dalle impressioni cinquesima tavola del Grevembroch. che numerosi viaggiatori stranieri presenti a Cinzia Agostini Questo volume costituisce il catalogo della Venezia dal XVI al XVIII secolo colsero sullo bella mostra allestita nel corso del 1997 nell’an- Statuario. tisala della Biblioteca Marciana, che ha ricostrui- Anna Pietropolli 26 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

FABRIZIO MAGANI, Il “Panteon Veneto”, introd. veneziane ottocentesca, molto più articolato e realizzazione si deve agli sforzi compiuti dall’ Di Giuseppe Pavanello, Venezia, Istituto Vene- interessante di quanto in passato si potesse pen- equipe dell’Associazione Scientifica Palazzo to di Scienze, Lettere ed Arti, 1997, 4°, pp. 239, sare. Il libro è ovviamente corredato dalle schede Cappello di Venezia, Centro Internazionale per ill., s.i.p. dei busti e dei medaglioni, tutti ben riprodotti la ricerca e il restauro degli apparati decorativi dalle immagini di Luigi Baldin. barocchi e neoclassici. Il volume offre una messe Ispirato all’iniziativa promossa da Antonio Anna Pietropolli di risultati da studi e ricerche accurate che hanno Canova nel 1813 di collocare all’interno del “giustificato – come ben spiegano, nella loro Pantheon romano i busti dei più famosi artisti introduzione, i due curatori Francesco Amen- italiani, il “Panteon Veneto” nacque dalla propo- dolagine e Giuseppe Boccanegra Ð come unica sta formulata nel 1847 Ð in occasione del IX possibilità corretta, sotto tutti i punti di vista, la Congresso degli scienziati italiani – dall’Istituto Se non v’è denar, l’Arcadia... è presto terminata. ricostruzione della Fenice così come è stata de- Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, che voleva Simbolismo nelle monete e nelle medaglie tra cisa e confermata dalla commissione prefettizia celebrare la storia della Serenissima con l’esecu- Controriforma e secolo dei Lumi, catalogo della che ha redatto il bando di concorso per la rinasci- zione di busti e medaglioni marmorei dei suoi mostra, Padova, Musei Civici - Trento, Luni ta del Teatro” dopo che l’incendio della tragica maggiori protagonisti (non solo politici e milita- editrice, 1997, 4°, pp. 141, ill., L. 25.000. notte del 29 gennaio del ’96, lo aveva distrutto ri, ma anche poeti, artisti e letterati). L’esecuzio- parzialmente. “Che fare dunque di un relitto Il Museo Bottacin, che ospita significativa- ne delle opere venne affidata agli scultori più in consistente, rimasto dopo l’igneo naufragio?”. mente il Centro regionale per la catalogazione auge del momento. L’attenzione degli studiosi si è posata sulle cono- numismatica del Veneto, custodisce una raccolta Fabrizio Magani, autore dello studio, ripercorre scenze degli scritti di Giambattista Meduna, de- di collezioni numismatiche fra le più importanti in questo libro le vicende legate al Panteon coratore, e dei contemporanei e su quelle degli della regione. L’esposizione segue temporal- Veneto, iniziato nel 1847 e conclusosi nel 1931 artigiani veneziani che hanno operato per gene- mente e idealmente analoghe iniziative volte a con la realizzazione del busto di Carlo Gozzi: le razioni all’interno del cantiere del teatro e sui documentare il patrimonio dell’istituzione dal opere, collocate in Palazzo Ducale, vennero da Manuali che, soprattutto nell’Ottocento, hanno Trecento al Cinquecento e intende divulgare la qui rimosse nel 1955 (tranne gli otto ritratti arricchito la letteratura di settore (p. 16). Una conoscenza di monete e medaglie dei due secoli dogali e il busto di Fra Mauro Camaldolese, pubblicazione non realizzata quella del Meduna, successivi. Il catalogo e i saggi sono divisi in due trattenuti nel Palazzo per l’attinenza del sogget- sulla ricostruzione del Teatro dopo l’incendio sezioni, rispettivamente per monete e medaglie. to) e trasferiti presso il Museo di Storia Naturale del 1836, ma che “concentrò tutto il suo materia- Si indaga così la presenza nella monetazione del Fondaco dei Turchi. Da qui le sculture passa- le in una relazione destinata ai palchettisti e le cui italiana del simbolismo classico, attinto al patri- rono poi nella sede della Galleria di Arte Moder- decorazioni, come emerso dalle indagini condot- monio iconografico del mondo antico in partico- na di Ca’ Pesaro, per giungere infine nel 1989 a te, furono progettate nel 1854 per partecipare lare per il tramite delle incisioni pubblicate nei Palazzo Loredan, sede dell’Istituto Veneto, gra- all’acustica della sala palchi”. Dunque un obiet- cataloghi a stampa dei collezionisti, dimostran- zie al quale furono restaurate. tivo sia ambizioso sia affascinante quello, ivi, do che “un filone classicistico non si è mai spento Le oltre sessanta opere di questa raccolta, proposto dagli studiosi: “tentare di portare a nel lungo cammino dell’arte incisoria italiana” eseguite quasi interamente entro il XIX secolo, termine il lavoro del Meduna”. (Giovanni Gorini). Ampio spazio è dato poi sono quasi tutte caratterizzate, come sottolinea Nella prima parte del volume, frutto di una all’analisi del complesso rapporto tra le ragioni anche Giuseppe Pavanello nell’Introduzione, da lunga indagine archivistica, la studiosa Roberta economiche e quelle formali Ð tipologiche e un forte realismo – nonostante la molteplicità di Cuttini, accompagnando il lettore nella “grande simboliche – nel determinare l’aspetto della autori Ð a volte quasi caricaturale. Ad ogni statua avventura della Fenice attraverso aggiornamenti moneta coniata (Andrea Saccocci). e medaglione è affiancata un’iscrizione conte- ed inediti”, offre un mirabile excursus sulla sto- La sezione dedicata alla medaglistica si apre nente una breve descrizione dei principali meriti ria decorativa del teatro. La seconda parte, ove con un saggio che appunta l’attenzione sulle e caratteristiche del personaggio, nonché l’indi- viene evidenziato il lungo e minuzioso lavoro persistenze dei temi classici anche nel repertorio cazione del committente. che tutta l’equipe di studiosi ha dovuto sostenere di immagini delle medaglie, analizzate in base Oltre ai capitoli dedicati strettamente alla sto- nello svolgimento del progetto per la ricostruzio- alla ricorrenza di alcuni schemi iconografici: il ria del Panteon, il volume contiene anche alcune ne della Fenice, raccoglie lo studio di F. Amen- tempio, le personificazioni, i simboli (Elisabetta interessanti pagine dedicate agli scultori che ne dolagine, N. Brasola, A. Cescon dedicato al Chino). L’ultimo studio esamina la medaglia eseguirono le opere (tra questi Pietro Bearzi, “percorso della memoria: un contrappunto al come veicolo di diffusione dell’ideologia della Luigi Minisini, Pietro Zandomeneghi, Luigi testo di Giambattista e Tommaso per ciò che Controriforma, cui fa da contrappunto la produ- Borro), nelle quali Magani coglie l’occasione riguarda l’apparente magnificenza delle decora- zione di medaglie satiriche contro la Chiesa Ð per ricostruire l’orizzonte e lo stato della scultura zioni” e quello di G. Boccanegra e P. Giordani benché la loro diffusione fosse maggiore presso sulle tecniche decorative. le nazioni protestanti che non in Italia; interes- Il volume, corredato da splendide illustrazioni santi infine le considerazioni sulla produzione degli apparati decorativi della Fenice, disegnati veneziana e veneta non ufficiale di medaglie in scala naturale 1:1, si chiude con un utilissimo religiose e di devozione (Roberta Parise). A glossario sui termini di cantiere in relazione alle corredo del catalogo dei pezzi in mostra, sono tecniche espletate. poste alcune schede di volumi e tariffe dell’epo- Sonia Celeghin ca a stampa (Marco Callegari). Vincenza Donvito

La cappella degli Scrovegni. Indagini, restauri, interventi, Atti della Giornata di studi (Padova, Il decoro della Fenice: tecniche per la ricostru- 25 febbraio 1998), Padova, Comune, 1998, 8°, zione e il restauro degli apparati decorativi, a pp. 70, ill., s.i.p. cura di Francesco Amendolagine e Giuseppe Boccanegra, Venezia, Marsilio, 1997, pp. 150, Alla luce delle polemiche nazionali ed estere 8°, ill., L. 44.000. relative alla corretta o meno conservazione della cappella degli Scrovegni da parte del Comune di Con la pubblicazione del presente volume Padova, è stata indetta una Giornata di studi, viene messo a disposizione di un pubblico, anche tenutasi a Padova il 25 febbraio 1998, che ha non specialista, una preziosa indagine, la cui avuto come oggetto la cappella degli Scrovegni 27 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

e le problematiche relative alla sua conservazio- abbandono, con un conseguente degrado di estre- re Flavio Vizzutti, già interessatosi alla figura ne; il Comune di Padova ha poi promosso la ma gravità (muffe e tarli avevano intaccato seria- dell’artista nel suo volume intitolato Breve sto- presente pubblicazione dedicata agli Atti di tale mente le finiture anche interne del legno) da ria della pittura bellunese dal secolo XV al XIX Giornata di studi. Apre il volumetto il contributo costituire un problema il tentativo di recupero secolo, edito nel 1986; nel 1994, poi, un’impor- intitolato Cronistoria degli interventi operati integrale del manufatto nel rispetto dei suoi pregi tante mostra itinerante promossa dall’Ambascia- per la salvaguardia della cappella degli Scro- artistici originali. Il volume riporta, insieme a ta e dall’Istituto Italiano di Cultura di Montevideo, vegni nella seconda metà del ’900, di Serenella vari scritti storici, come quello di Agostino allo scopo di far conoscere le opere del periodo Borsella, la quale illustra poi anche il fondamen- Sagredo del 1829 estrapolato da Le isole della uruguayano del pittore, ha stimolato l’autore ad tale problema della Raccolta e smaltimento delle laguna di Venezia, la descrizione del restauro approfondire le ricerche d’archivio riguardo alla acque meteoriche e di superficie prossime al nella sua capillarità a firma degli artefici del figura, fino ad allora non molto studiata, del monumento; problema evidenziato fin dalla se- recupero, in primis Mauro Vita. Sommavilla. conda metà dell’800, poiché la cappella non era “Abbiamo accolto con entusiasmo la sfida — Goffredo Sommavilla ricevette una prima mai stata dotata di un sistema per tale raccolta e scrive Mauro Vita per l’intera equipe di restaura- educazione artistica dal padre Giuseppe, pittore smaltimento e le acque piovane allagavano lo tori e di quanti hanno creato le condizioni perché ma soprattutto scenografo; continuò lo studio del scantinato presente sotto la navata della cappella il restauro si rendesse possibile — consapevoli di disegno sotto la guida del paesaggista Giovanni e in esso ristagnavano. offrire ai cittadini, ai fedeli, agli appassionati Danieli (1824-1890) e del pittore Alessandro Un altro importante intervento è quello di d’arte, il frutto dei monaci Camaldolesi, restitui- Seffer (1831-1905) e nel 1867 si iscrisse all’Ac- Claudio Modena sui problemi di statica della to, per quanto possibile, al suo antico splendore”. cademia di Belle Arti di Venezia, dove fu allievo cappella degli Scrovegni, corredato di alcune Con una raccomandazione: “Al termine del re- di Michelangelo Grigoletti, assieme a Giacomo figure, tra cui pianta e sezioni della cappella, stauro è auspicabile che questo complesso venga Favretto e a . A quel tempo il mondo grafici e disegni. Altri saggi riguardano il proble- utilizzato per lo scopo per cui è nato; ciò implica artistico veneziano era scosso da innovazioni di ma dell’umidità nelle murature e gli interventi di che l’ambiente venga riscaldato, arieggiato ed tipo veristico e da stimolanti scambi culturali conservazione delle stesse, nonché le prove di utilizzato. Sarà comunque utile vengano fatte dovuti ai soggiorni in laguna di artisti del gruppo pulitura e consolidamento degli intonaci; si ve- pulizie e periodiche incerature, al fine di aiutare dei “macchiaioli” e di artisti partenopei. Nel dano i contributi di Vasco Fassina, Edi Pezzetta, la buona conservazione nel tempo”. 1874 il Sommavilla si recò a Firenze, per un Paola Santopadre. Giuseppe Basile, dell’Istituto In chiusura di volume una doppia sequenza corso di perfezionamento presso l’Accademia. Centrale del Restauro, parla poi del recente inter- fotografica documenta quale era lo stato di ab- Proprio a Firenze vinse il primo premio ad un vento conservativo sugli affreschi di Giotto, ef- bandono e degrado della sacrestia e come essa si concorso di disegno. Nel 1882 si recò dapprima fettuato nell’autunno del 1997, mentre riguarda presenta oggi. in Argentina e poi nell’Uruguay, a Montevideo; il microclima interno della cappella il contributo Piero Zanotto qui accettò il posto di professore di disegno nella di Cesare Bonacina, Piercarlo Romagnoni, Pao- Scuola d’Arti e Mestieri e qui morì nel 1944, lo Baggio e Marco Mariotti. davanti al suo ultimo quadro incompiuto. Barbara Giaccaglia La monografia, oltre al testo che ricostruisce le vicende biografiche dell’artista, presenta FLAVIO VIZZUTTI, Goffredo Sommavilla 1850- un’analisi stilistica accurata delle sue opere, cui 1944, Belluno, Istituto bellunese di ricerche fa seguito l’elenco delle fonti consultate, sia socilai e culturali, 1998, 8°, pp. 143, ill., s.i.p manoscritte che a stampa. FRANCO SAYA - GIAMPAOLO ONESTO - MAURO Barbara Giaccaglia VITA, Il recupero della Sacrestia Lignea della L’Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Chiesa di San Clemente, cura editoriale della Culturali ha curato la pubblicazione della pre- Azienda ULSS 12 Veneziana e della Cassa di sente monografia dedicata al pittore bellunese Risparmio di Venezia, 1998, 8°, pp. 43, ill., s.i.p. Goffredo Sommavilla (1850-1944). Ne è l’auto- Sante Cancian (1902-1947), catalogo della mo- Furono i padri Camaldolesi insediatisi a San stra (Treviso, Museo Civico “Luigi Bailo”, 3 Clemente Ð isola della laguna veneziana situata ottobre - 8 dicembre 1998), a cura di Luca nel Canal Morto a circa un miglio dalla città, Baldin, Giovanni Bianchi, Eugenio Manzato, soggetta nei secoli a molti cambiamenti di pro- prefazione di Toni Toniato, Treviso, Canova, prietà e giurisdizione e quindi d’uso da quando, 1998, 8°, pp. 141, ill., s.i.p. nel 1131, vi si aprì, grazie al ricco e onorato mercante Pietro Gatileso, uno “spedale” – a Nel 1997 è stato celebrato il cinquantesimo volere nella seconda metà del Seicento la prezio- anniversario della morte di una tra le maggiori sa Sacrestia lignea, definita giustamente “icona personalità artistiche della Marca Trevigiana del della storia di Venezia”. L’opera è frutto del nostro secolo: Sante Cancian. La Provincia di lavoro di raffinati intagliatori di legno e di Treviso, in collaborazione con il Comune di tagliapietra, dei quali si documentano nomi e Treviso, ha curato l’allestimento di due diverse interventi portati a buon fine a cavallo fra il esposizioni: nel 1997 ha aperto le celebrazioni Seicento e il Settecento. Il 1° luglio del 1693 una mostra dedicata alla produzione grafica di viene stipulato il contratto con il “mistro Bene- Cancian, a Castello Roganzuolo, suo paese nata- detto Marchetti da Brescia, Marangon per la le, mentre nel 1998 è stata la volta di una grande fabrica e la construptione de banchi et armenti rassegna antologica dell’opera del poliedrico della sacrestia et de banchi et spalliere avanti artista, tenutasi nella Galleria d’Arte Moderna all’altare del Santissimo”. del Museo Civico di Treviso. Antologica che si Chiusa alla vita monastica dal decreto na- sviluppava lungo diversi percorsi tematici e tem- poleonico del 25 aprile 1810 che ordinava la porali, per permettere all’osservatore di cogliere soppressione degli ordini religiosi, l’isola – già tutta la complessità di una produzione artistica un tempo lazzareto Ð nel 1855 divenne con che ha sperimentato vari linguaggi espressivi e decisione del governo austriaco sede di quel varie soluzioni stilistiche. manicomio femminile che rimase attivo fino a un Il catalogo si avvale degli interventi di Gio- paio di decenni fa. Lasso di tempo intercorso fino vanni Bianchi, Luca Baldin ed Eugenio Manzato. ad oggi che ha portato la sacrestia e l’isola al suo Come ricorda Giovanni Bianchi, Sante Cancian 28 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Quaderni della Donazione Eugenio da Venezia, Flavia Scotton fornisce i dati biografici e pro- n. 4, diretti da Virginia Baradel e Giuseppina Dal fessionali di Guido Perocco, sottolineando in Canton, Venezia, Fondazione Querina Stampalia, particolare il contributo dello studioso nei 1998, 8°, pp. 76, ill., s.i.p. trent’anni di direzione del Museo di Ca’ Pesaro, e gli eventi più importanti che sono maturati per Il Quaderno propone alcuni recenti contributi l’impegno diretto dello studioso. Ricorda che alla ricerca che riguarda la storia dell’arte italia- Perocco, nell’intento di potenziare le collezioni na degli anni Venti-Quaranta, con particolare dell’Ottocento già presenti nel museo, vi ha riferimento agli artisti che operarono a Venezia. trasferito i dipinti di Ippolito Caffi, rendendo Giuseppina Dal Canton rende omaggio alla note le opere del pittore bellunese-veneziano in figura e all’opera di Guido Perocco, dedicando Italia e all’estero. Animato dallo stesso intento, alla preziosa ed impegnativa eredità che lo stu- nello stesso anno, ha trasferito a Ca’ Pesaro il dioso ci ha lasciato il saggio di apertura, intitola- lascito Molmenti, comprendente opere di Giaco- to Rapporti tra i capesarini e l’Europa. Si mo Favretto, Guglielmo Ciardi, Alessandro sofferma in particolare su tre autori che testimo- Milesi, Luigi Nono, Ettore Tito e altri artisti niano con la loro opera la complessità delle veneziani della seconda metà del secolo. E molte aperture culturali e la dimensione europea dei altre sono le oculate acquisizioni di questo stesso linguaggi impiegati: Vittorio Zecchin, Teodoro periodo: il bronzo di Henry Moore, Elmetto n. 2, Wolf Ferrari, Eugenio Prati. Nel saggio intitola- il Triplice gong di Calder, il Monumento agli to La seconda stagione di Ca’ Pesaro, Alessan- Sforza e il Ritratto di Lilian Gish di Arturo aveva aderito a quel movimento di pensiero degli dro Del Puppo entra nel vivo delle vicende che Martini. Tra le donazioni che si sono realizzate anni trenta denominato “strapaese”, il cui scopo hanno segnato l’evoluzione della ricerca artisti- negli anni della sua direzione, spicca su tutte era quello di descrivere la semplice vita della ca, a partire dal ricordo colorito e vivacissimo di quella della raccolta Lionello De Lisi, ricca di provincia; per questo nelle sue opere ritraeva Nino Barbantini, riguardante le fasi conclusive opere di artisti stranieri ed italiani, tra i quali De esclusivamente episodi di vita quotidiana della dell’esperienza dei primi anni : “Dopo il ’19 Ca’ Chirico, Morandi, Sironi, Carrà, Casorati, Kan- sua Treviso. Autodidatta, formatosi nell’ambiente Pesaro cominciò dunque a declinare, non che dinsky, Mirò. Dei primi anni ’60 è l’acquisizione artistico locale, fu aperto, però, anche alle sugge- anni dopo, come pure anche adesso, non ci siano dei pastelli di Gino Rossi e della maiolica stioni delle avanguardie, che conobbe negli anni rivelati e non ci si collaudino giovani bravissimi, policroma di Leoncillo; del ’66 è la donazione di Venti, durante i suoi viaggi di formazione a ma perché nel ’20, quando gli scartati cronici e opere di Francesco Messina, Felice Carena, Vit- Parigi e a Bruxelles. Dotato di una personalità torio Zecchin, Ugo Valeri, . Nel molto versatile, fu caricaturista, pittore e grafico corso degli anni ’70 sono stati numerosi i doni da pubblicitario; la caricatura fu per lui una forma parte diretta di artisti quali Guidi, Licata, Music, espressiva privilegiata, perché gli permetteva di Martinuzzi, Turcato. mostrare il lato ironico della realtà quotidiana e Tuttavia il lavoro di ricerca e di valorizzazione l’ironia è la chiave di lettura per poter compren- del patrimonio artistico dello studioso si è esteso dere tutta la sua opera. Già negli anni Trenta anche fuori degli spazi museali e al di là dell’am- Cancian entrò nel novero degli artisti più impor- bito locale. Infatti, mentre da un lato ha avviato tanti che lavoravano a Treviso e nel Veneto, tra la schedatura generale delle opere e la campagna i quali Arturo Martini e Gino Rossi. In quel fotografica nonché la catalogazione del patrimo- periodo si allontanò dalla pittura ad olio per nio esterno, di tutte quelle opere cioè che sono dedicarsi quasi esclusivamente al disegno e al- distribuite nei pubblici uffici (comuni, provin- l’acquerello. Il disegno, a matita, a carboncino e cia, regione uffici giudiziari e finanziari), dal- poi anche a penna, gli permetteva di fermare con l’altro lato in questi stessi anni ha ospitato mo- tratti incisivi la psicologia dei soggetti ritratti, stre importanti come quella dedicata a Rau- mentre con l’acquerello riusciva a rendere le schenberg e a Rothko, eventi che hanno dato atmosfere luminose della campagna o il cro- sostanza al carattere originario, internazionale matismo di una sagra di paese. appunto, della Galleria veneziana. Luca Baldin, nel suo saggio critico intitolato Lina Ossi L’io allo specchio, spiega l’importanza e il ruolo assunto dall’autoritratto nell’arte di Sante disperati degli anni prima ci si accamparono, fu Cancian. Egli si ritraeva spesso in mille modi violato lo spirito e oltraggiato il decoro della sua diversi, con una passione per il travestimento avventura breve ma dignitosa e utile [...] Da indubbiamente singolare, rimandandoci un’im- notare che gli anziani di Ca’ Pesaro, i pittori cioè SIMONE VIANI, Decorazioni, Monfalcone (GO), magine di sé sempre differente. Ecco, quindi, e gli scultori del luogo che sapevano fare il Edizioni della Laguna, 1998, 8°, pp. 264, ill., s.i.p. l’autoritratto come tentativo di autodefinizione. proprio mestiere, s’erano tratti in disparte ed Eugenio Manzato delinea, invece, il ruolo di esponevano in gruppo in una bottega di piazza. A “Si prenda una carta geografica, la si appenda Sante Cancian come grafico pubblicitario. Negli modificare poi in definitiva la natura e le funzio- al muro. Quale che sia la parte del mondo che anni venti e trenta nei centri minori, come Treviso, ni di Ca’ Pesaro intervenne, di lì a poco, l’indiriz- essa rende visibile, le mancherà sempre qualcosa nei quali lo sviluppo industriale ed economico zo innovato delle Biennali, che cominciarono e per divenire ‘quadro’. Sarà sempre, comunque era più lento, anche le esigenze pubblicitarie continuarono egregiamente ad accogliere in casa sia trattata, la superficie tabulare della rappre- erano minori rispetto a città come Milano, Bolo- loro i giovani di merito con la fiducia più solle- sentazione, più di un quadro, nonostante l’inter- gna, Torino, dotate di case editrici con macchi- cita. Ca’ Pesaro seguita anche lei a fare del bene, vento di linee, colori, diciture, riporti, segni e nari specifici per la stampa di manifesti di grandi e seguiterà a farne. Ma in modi differenti da numeri che ne attestino la scientifica aderenza dimensioni. Nelle città come Treviso i commit- quello della sua origine, conformandosi ormai all’essere e alla sua enunciabilità. Il mondo vi si tenti si accontentavano di ciò che potevano offri- alle circostanze e alle convenienze che da allora offre in spettacolo, come un tappeto di segni, re le piccole tipografie del luogo, che si rivolge- sono dunque sostanzialmente mutate”. riportati, rigorosi, ridondanti. Il nostro sguardo vano ai pittori locali; Alberto Martini, Bepi Sileno Salvagnini disegna il profilo di Mar- umano ben difficilmente compirà l’esperienza Fabiano e, fin dagli anni giovanili, Sante Cancian gherita Sarfatti, critico irriducibile e ne segue le simultanea di osservare insieme le coste del- si dedicarono anche a questa attività. tracce dalla biennale del 1928 alle mostre in l’Africa e dell’America, il tracciato delle loro Barbara Giaccaglia Scandinavia del 1931-1932. conformazioni fluviali o montuose, il vacuo 29 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

ne, le le definizioni di decorativo e di illustrativo operato una sorta di collage sui singoli contributi date da Riegl, Schlosser, Berenson, Croce, Ma- che Simone Viani, scomparso prematuramente rangoni, Panofsky, Longhi, Focillon, Read, Bet- nel 1988, ha offerto all’amico scultore negli anni tini, Ragghianti, Damisch ed altri ancora, e rin- compresi tra il 1977 e il 1986, nelle varie occa- traccia la sua esemplificazione nelle dichiarazio- sioni espositive. Ma il volume raccoglie altri ni, negli scritti, nelle opere di Courbet, Cézanne, importanti contributi: Mario Piantoni documen- Matisse, Boccioni, Kandinsky, Newman, Pollock. ta la produzione critica di Simone Viani attraver- é un percorso affascinante che tiene insieme so un accurato apparato bibliografico; Giusi quadro e tappeto, nei quali Viani coglie l’intrec- Sartoris disegna il percorso dello scultore tra cio della genesi, la struttura formale, la dinamica attività artistica e critica; un accurato regesto della produzione, sempre diverse ma sempre delle opere documenta esemplarmente la produ- sostanza di due orizzonti realizzativi cui mirano zione dello scultore, mentre le belle immagini in le varie teorizzazioni dell’arte. bianco e nero riproducono una cinquantina di Elia Bordignon Favero traccia la mappa delle opere. Completano il volume un’antologia della relazioni culturali che stanno alla base degli critica che raccoglie scritti di Pier Carlo Santini, scritti di Simone Viani, fornendo un contributo Giuseppe Mazzariol, Virgilio Guidi, Diego Va- indispensabile alla collocazione storica del pen- leri, Umbro Appollonio, Giuseppe Marchiori, siero di Viani. Il capitolo intitolato Gli scritti di Carlo L. Ragghianti, Wladimiro Dorigo, Enrico Simone Viani propone la raccolta bibliografica Crispolti, Toni Toniato, Luigi Serravalli, Gior- di Viani, utile a documentare l’articolazione gio Segato, Luciano Caramel. Alla rara comple- degli interessi e la vasta produzione dell’Autore tezza del volume concorrono anche il registro scomparso appena quarantenne. delle mostre personali e collettive ed un ricco La seconda parte del volume contiene le im- apparato bibliografico. conradiano popolato di racconti dei mari sconfi- magini dei Cartoni di Alberto Viani, padre di Dino Formaggio legge nelle opere dello scul- nati che le fondano e le costituiscono in un lento Simone: 40 opere realizzate nell’arco di tempo tore il magistero d’arte di Alberto Viani, a sua ed immutabile tessuto dell’essere”. che va dal 1956 al 1983 e riconoscibili perché al volta debitore ad Arturo Martini; riconosce i È questo l’inizio folgorante di un breve sag- disegno vero e proprio si accompagnano segni viventi che la città, Venezia, ha lasciato nei gio, Cornice, primo dei due contenuti nel volume arabeschi, scarabocchi, segni cercati o marcati, corpi scolpiti da Tramontin, nei quali sente la intitolato Decorazioni, opera di Simone Viani, un vero e proprio laboratorio per la meditazione presenza originale dell’idea stessa di scultura. del 1983, edita per il decimo anniversario della e la ricerca dell’artista. “L’idea di scultura è, tra tutte le idee subordina- scomparsa dell’Autore. La scrittura, l’oggetto Altri importanti scritti documentano il rappor- tive che discendono dal grande paradigma gene- (carta geografica, muro, mondo, quadro...), la to di amicizia tra il maestro Carlo L. Ragghianti rale di una idea di artisticità, certamente una scelta di campo (lo spettacolo del mondo che si e l’allievo Simone Viani, a partire proprio dalla delle più antiche e più permanenti della storia offre come un tappeto di segni...) si presentano recensione del grande storico dell’arte al saggio dell’uomo [...]. Come ogni idea regolativa del- come un pensiero perfettamente datato e nello Decorazioni. l’esperienza in generale, ma particolarmente del- stesso tempo deflagrante. Ecco qui il formali- Mario Piantoni, collega di Simone all’Univer- l’esperienza artistica, essa si riempie di contenuti smo, lo strutturalismo, la fenomenologia delle sità di , parla dell’amico scomparso e dei sensibili diversi di tempo in tempo, di artista in lezioni di Storia della critica d’arte, di Estetica, di progetti lasciati incompiuti; disegna con cura la artista, di stile in stile, addirittura di opera in Storia dell’arte contemporanea di Sergio Bettini trama dei riferimenti e delle fonti della produzio- opera. La scultura di Tramontin nasce da un e di Dino Formaggio, a Padova, negli anni ’60. ne critica di Simone, focalizzandone il valore lungo cammino storico, anzitutto, sul quale si Ecco l’esercizio della nuova consapevolezza cri- culturale nella capacità di stabilire relazioni, innesta una personale sperimentazione tecnico- tica sul mondo delle forme che è maturata in nella ricerca volta alla scoperta delle relazioni formale che ne caratterizza l’originalità e il valore”. quegli anni. dinamiche tra le fonti. A completamento di tale L’accostamento delle letture critiche mette in “Quattro listelli d’un qualunque materiale, straordinario percorso labirintico, il volume in- luce una vicinanza affettiva, quella tra il maestro quattro segni prolissi o nudi nella loro materialità, clude il corpus dei riferimenti Ð espliciti ed e l’allievo, che rende ancor più palpabile un scoscesi o trasparenti nel fungere da cornice, ed impliciti Ð contenuti nel saggio Decorazioni e sentimento forte, diffuso in tutti i contributi del ecco: si apre lo spazio intangibile, non burocra- nella recensione di Ragghianti. volume; forte è soprattutto l’affetto dell’artista tico e deagostiniano, di un’ispezione del mondo. Lina Ossi per l’amico scomparso ed altrettanto forte si È il limite dell’immaginario, la stretta paratia sente l’affetto del giovane critico alle prese con dell’essere in visione, ove il segno può divenire le opere dell’amico scultore. sogno [...] La cornice chiude ed apre insieme un Elio Franzini completa la lettura critica della mondo, una storia; anche il più grande atlante poetica di Tramontin, ed afferma che “ricercan- racchiude lo spazio umano trasformato in historia, Giancarlo Franco Tramontin, a cura di Giusi do quasi la filosofia, o l’estetica, che guida il impalcato nel sistema simbolico del tempo, della Sartoris, present. di Dino Formaggio, saggi di lavoro di Tramontin appare in primo luogo, più cronologia con le sue corrispondenze, vane o Elio Franzini e Simone Viani, Monfalcone (GO), che una ragionata storia critica, l’ispirazione di efficaci, pur sempre ineluttabili. [...] Si prenda Edizioni della Laguna, 1997, 8°, pp. 324, ill, una volontà – volontà artistica, come avrebbe ancora la carte geografica, forse è meglio disten- s.i.p. detto Riegl – di non cedere al vuoto di un’arte derla al suolo, con o senza cornice, sarà più vicina al suo essere originario, inizierà ad appa- Dedicato a Simone Viani, il bel catalogo che rire più umana, più carta, e materia più densa di ha la presentazione di Dino Formaggio, docu- segni cromatici e di appigli grafici. Senza nomi, menta l’opera e la figura artistica di Giancarlo senza località, potrà farsi vedere come la ge- Franco Tramontin. Il volume è nato dall’inten- neratrice di significati, l’immaginario in poten- zione dello scultore di fare un bilancio del suo za. Come ogni quadro, come ogni tappeto quan- lungo lavoro e di lasciarsi guidare in questo do siano opere d’arte attuate, nel qual caso dette- percorso da quanto per lui aveva scritto Simone ranno le leggi specifiche dell’autonoma scelta e Viani. Alla presentazione di Dino Formaggio si dello svolgimento poetico. Allora il resto diverrà aggiungono un saggio di Elio Franzini e il testo decorazione”. di Simone Viani intitolato Il mondo delle forme Il secondo saggio è intitolato Decorazioni. e la loro visibilità. Quest’ultimo lavoro è in Viani prende l’avvio, o meglio, mette in relazio- realtà il frutto di un’attività redazionale che ha 30 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

incapace, al di là di ogni classicismo formalisti- possibile azzeramento e su quello propositivo di co, di porre se stessa all’interno di una dimensio- una operatività riflessiva che è avvertibile già in ne classica. Classico è certo una parola ambigua certe proposizioni della sua pittura tra il 1988 e il che però, nel momento in cui si applica a un’ope- 1990-91 e che nelle opere più recenti trova ade- ra d’arte, sa significare la consapevolezza espres- guati momenti di approfondimento. L’artista usa siva di un incontro con la vita, la storia e i loro forme d’interazione tra pittura, fotografia, video dissidi che non si disperde, come spesso è acca- e installazione che implicano sempre un inter- duto in questo secolo, nell’elogio dell’effimero o vento diretto e “a caldo”, passando da un mezzo in debolezze citazionistiche bensì è, sempre e all’altro operando ibridazioni che mettono in comunque, pur attraverso strade diverse, ricerca forma opere i cui dispositivi allargano il contesto di una forma che è visione del mondo, esibizione percettivo modificandolo attraverso voluti scon- di un senso in divenire, metamorfosi che l’arte finamenti. Pengo trova in queste recenti opere simbolicamente offre al pensiero”. (dipinti e installazioni) una propria “misura” che Lina Ossi non dipende affatto dai mezzi impiegati, ma dall’uso sapiente di un certo quoziente di causa- lità, evitando ogni strutturazione rigida. Tipico esempio può essere un’opera come Discarica, 1998, fatta di 60 piccoli dipinti quadrati casual- Renato Pengo. Opere 1966-1996, con scritti di mente accastati in terra, con un televisore che Pierre Restany, Giorgio Segato, Gian Piero spunta suggerendo quasi una intercambiabilità Brunetta, Dosson di Casier (TV), Canova, 1996, tra immagine fissa e immagine mobile, tra il suo ra. é del 1989 la sua prima mostra personale alla 4°, pp. 135, ill, s.i.p. farsi e disfarsi in infiniti pixels, disposti nelle Galleria del Cavallino di Venezia, con catalogo Pengo Percezioni mutanti, catalogo della mostra fasce orizzontali di fine trasmissione. curato da Dino Marangon. Nel giugno del 1994 (Padova, Palazzo del Monte, 2 gennaio - 7 marzo La bella serie di dipinti Visibile invisibile espone per la seconda volta nella stessa galleria. 1999), a cura di Gian Franco Martinoni ed Enrico (1995-96) mette in forma le soglie impalpabili e Ha tenuto diverse mostre personali ed ha parte- Gusella, con scritti di Renè Major, Renato Barilli, inoggettuali delle ombre di una o due presenze cipato già a varie mostre collettive. Vive e lavora Caterina Limentani Virdis, con traduzioni fran- umane, mai troppo identificabili, quali epifanie a Venezia, in un palazzo veneziano a San Barnaba. cese e inglese di Pierre Pellizzari, Milano, Electa, del loro dissolvimento, entro un elaboratissimo Barbara Giaccaglia 1999, 4°, pp. 135, ill., s.i.p. tessuto pittorico di scritture o di sottili sfumature cromatiche che ne accentuano la labilità. Ricor- Renato Pengo (nato a Padova nel 1943) è un derei infine l’installazione a parete Eclissi (1996), artista che si è formato tra Padova e Venezia, ha composta di 15 ovali in cartone blu, incorniciati esordito nella seconda metà degli anni Sessanta e variamente disposti evocando un perfetto si- Murrine e millefiori nel vetro di Murano dal 180 producendo sperimentazioni incentrate sulla pit- lenzio cosmico affatto aniconico Ð ma non anni- al 1930, a cura di Aldo Bova, Rossella Junck, tura che attraversano varie modalità linguistiche chilente – ove non v’è informazione né alcun Puccio Migliaccio, catalogo della mostra (Vene- dal neoformalismo al concettualismo. Tali spe- rumore di fondo, ma appunto la condizione ek- zia, Fondazione Querini Stampalia), Venezia, rimentazioni di Pengo sono capaci di accogliere statica che li può abolire. Fa parte di quel “vuoto Galleria Rossella Junck, 1998, 8°, pp. 223, molteplici suggestioni, con un processo per energetico”, di cui parlava Restany richiamando ill., s.i.p. sommatoria di forme e figure, comprendendo Yves Klein, in un suo bel testo sul pensiero e il poi un movimento duplice di diradamento e lavoro di Pengo. L’elegante volume edito in occasione della Giorgio Nonveiller esposizione presso la Fondazione Querini Stampalia (ottobre ’98 - gennaio ’99), raccoglie i saggi di Rosa Barovier Mentasti, Attilia Do- rigato, Rossella Junck e Giovanni Sarpellon sul- le tecniche e sugli artisti del vetro a murrine e Anna Rossettini, testi di Dino Marangon, Vene- millefiori tra la fine dell’800 e i primi anni del zia, Edizioni del Cavallino,1998, 8°, pp. 122, ill., ’900, corredati da tavole, disegni e schede. s.i.p. Conclude il volume una rassegna delle esposizioni dei vetri di Murano nell’800, a cura Il volume costituisce una sorta di diario per di Aldo Bova. immagini della pittrice Anna Rossettini, nelle La denominazione “murrina” fu assunta alla cui opere ella, come dice Dino Marangon, “…sem- fine dell’800 dai maestri muranesi che intende- bra voler felicemente ripercorrere l’arduo cammi- vano ricuperare la tecnica antica dei vetri pre- no che conduce alle più lontane fonti del com- senti al museo. Risalgono al 1870 i primi vetri concentrazione su pochi elementi. La pittura plesso e articolato linguaggio della pittura…”. “murrini”, da un’errata interpretazione dei “vasa resta per Pengo una base culturale fondamentale, Anna Rossettini nasce a Venezia il 6 maggio myrrhina” citati da Plinio il Vecchio, tentativi di ben presente nella sua interrogazione aperta sul- 1940. Nel 1966 si laurea in giurisprudenza a riprodurre il vetro mosaico romano, detto anche la contemporaneità e sui rischi che nuovissime Padova, ma non praticherà mai, iniziando invece “vetro etrusco a mille fiori” composto di sezioni forme di alienazione proiettano sul futuro pros- a scrivere sulla pagina culturale del quotidiano di canne vitree o di nastri vitrei policromi, uniti simo qualora ci si limitasse alla mera acquie- Avvenire. Il suo interesse per l’arte ed in partico- per effetto del calore. Si sviluppò un’ampia pro- scenza delle sempre più sofisticate tecnologie lare per il teatro la porta a conoscere il regista del duzione di vetri soffiati e interamente coperti di elettroniche o al loro puro rifiuto, precludendo Teatro dell’Avogaria; segue un corso di teatro e murrine a millefiori e di vetri non soffiati e colati nuovi esiti espressivi, conducendo a una sorta di partecipa ad uno spettacolo. La Rossettini viene in stampi, molati e lucidati, secondo una tecnica vicolo cieco laddove si escludesse ogni inter- poi attratta dalla danza, partecipando anche ad antica, precedente all’invenzione della canna da vento creativo, invece di recuperare una piena una coreografia. Quindi nasce in lei la passione soffio. reattività immaginativa come propone l’artista. per la pittura e nel 1980 si iscrive alla Scuola Al primo cultore della tecnica, Vincenzo L’interrogazione di Pengo si diparte dall’in- Libera del Nudo, all’Accademia di Belle Arti di Moretti, seguirono gli “Artisti Barovier”, Gio- terruzione provocata dall’immagine televisiva – Venezia e conosce il pittore Luciano Gaspari; vanni, Benvenuto, Benedetto e Giuseppe che lo schock tecnologico di cui parla Pierre Restany sotto la sua guida scoprirà i grandi maestri del operava nello spirito dell’Art Nouveau, ma te- Ð mantenendosi insieme sul piano critico di un passato e si dedicherà completamente alla pittu- nendo anche presente la grande tradizione 31 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

e grandi balli, scritturandosi artisti di primo Garda. Il catalogo ne dà una buona riproduzione, nome. Il prezzo dell’entrate ordinaria non è mag- accompagnata da un testo di Italo Zannier che giore di austr. lir. 3”. E poi v’erano il Gallo o S. ripercorre il mito del Benaco come tappa del Benedetto, il Malibran e S. Samuele, la Sala delle “grand tour” dei viaggiatori europei diretti verso Marionette, quindi passeggiate in gondola, con il cuore d’ltalia. talune precisazioni sulle tariffe “interne” e sulla Proprio a una famiglia di fotografi stranieri si libera contrattazione per tragitti nei “vicini luo- deve una prima corposa serie di immagini. Par- ghi”, ad uno o a due remi. E come regolarsi con liamo dei Lotze, in particolare di Moritz, che già i Servitori di Piazza, ovvero gli odierni intro- alla metà dell’Ottocento aveva trasferito il suo mettitori, con un’avvertenza: “Il forestiere deve studio da Monaco di Baviera a Verona, e del far quel conto che il suo buon discernimento gli figlio Richard, che rimase in riva all’Adige an- detta, sul valore e su’ raziocinj storici o critici che che dopo l’annessione all’Italia. Le fotografle avesse a intendere da questa classe di mentori”. dei Lotze, conservate nella Biblioteca Civica di E cenni, importanti, sui vari consolati, sui... Verona, documentano fortificazioni, ville, bor- banchieri, sui principali artisti e loro studj, sui ghi, spiagge della riviera gardesana avvolgendo- principali negozianti di stampe, libri, oggetti le in un’aura intatta e senza tempo. d’arte e d’antichità e come regolarsi con la Dire- Altre immagini d’epoca, di autori noti o sco- zione di Polizia al momento della partenza da nosciuti, provenienti dalla collezione Milani, ci Venezia. Opportunamente il testo di mons. presentano magnificamente la vita e i paesaggi muranese, Vittorio Zecchin, Teodoro Wolf Moschini è preceduto da una presentazione di del lago sul finire dell’Ottocento; l’arrivo del Ferrari e i maestri della ditta “Fratelli Toso”, Marina Gregotti che illumina davvero, conce- nuovo secolo è segnato da alcune riprese del attiva fin dal 1854. dendosi qualche arguzia evocativa, sulla Vene- pittore Angelo Dall’Oca Bianca, che fu anche Negli anni Venti Umberto Bellotto ideava il zia del tempo. Con gli austriaci dominanti che i fotografo attento alla quotidianità e alla vita connubio tra ferro battuto e vetro, mentre altri veneziani chiamavano “todesch”, prendendo po- popolare, e dalle stampe ricavate per l’occasione artisti si cimentavano nell’arte del vetro-mosai- sto in Piazza al Florian mentre i militari sedevano da una serie di bellissime lastre del fotografo e co con esiti di assoluta originalità: i pittori Mario al caffè di fronte, il Quadri. “Di li a poco Venezia, De Luigi e Luciano Gaspari, Paolo Venini, Carlo fino ad allora solo breve tappa obbligatoria per i calcografo Luigi Cavadini. Scarpa, Riccardo Licata, Tapio Wirkkala, Alfre- viaggiatori del Gran Tour, che raggiungevano L’ultima sezione è riservata a immagini re- do Barbini, Yoichi Ohira, Massimo Nordio Firenze, Roma e Napoli, si accorgerà d’essere centissime, con un salto cronologico (circa no- Marilia Ciampi Righetti oggetto di un’altra più pacifica invasione, quella vant’anni, in pratica l’intero Novecento con tutti del turismo. Una data significativa, il 1822, se- i suoi traumi) che lascia un po’ perplessi. Si passa gna l’apertura dell’Hotel Reale, proprietà della così, direttamente, alle fotografie di Gabriele famiglia Danieli sulla riva degli Schiavoni, nel- Basilico, i cui Sguardi gardesani si inseriscono l’ex palazzo Dandolo”. Di cui l’autore della con intelligente modernità nella tradizione del Compendio della “Nuova Guida di Venezia” di Nuova Guida di Venezia (gran conoscitore della paesaggio fotografico, e a quelle di Enzo e Raf- Mons. G.A. Moschini - Venezia 1847, Milano, città, fu autore anche de La chiesa e il seminario faello Bassotto, Cesare Colombo e Massimo Chimera per The Venise International Foun- Vitali. ° di S. Maria della Salute, Venezia 1842) specifica dation, 1998, 16 , pp. 48, s.i.p. che è spesso alloggio di principi, epperciò ha Giuseppe Sandrini grandiosi appartamenti e scelto servizio”. Benemerita “The International Foun- Piero Zanotto dation”, che per gli auguri di fine 1998 ha ripor- tato in luce in 500 esemplari numerati e dedicati ad altrettante persone amiche della Città d’Ac- MARIA BEATRICE RIGOBELLO - FRANCESCO AUTIZI, qua, la “nuova Guida di Venezia” che Monsignor Palazzo della Ragione a Padova. Vita e arte G.A. Moschini scrisse nel 1847 ad uso soprattut- Il lago. Fotografie del Garda dal 1858 ad oggi, sotto la volta del cielo, Piazzola sul Brenta (PD), to di coloro che cominciavano ad essere i primi catalogo della mostra (Verona, Scavi Scaligeri - Papergraf, 1998, 8°, pp. 151, ill., s.i.p. visitatori colti (e danarosi) di Venezia ancora Cortile del Tribunale, 11 luglio-settembre 1998), soggetta alla occupazione austriaca. “Notizie testo di Italo Zannier, Vicenza, Neri Pozza, 1998, I due autori tracciano la storia della Padova particolari al Forastiere” (Alberghi e Locande 4°, pp. 267, ill., s.i.p. principali), recita il titolo del primo capitolo. E le medievale e moderna avendo come centro il curiosità, per noi di respiro storico, sono da qui in Palazzo della Ragione, che perciò diventa l’em- Nell’estate del 1998 gli spazi espositivi rica- avanti infinite. Come quella, quando si parla dei blema di una città, in cui si riconosce la sua vati negli scavi archeologici sotto i palazzi Bagni che il turista avrebbe potuto fare, che identità. Dopo il disastroso incendio del 1174 scaligeri, autentico ventre della Verona romana ignora la spiaggia lidense per privilegiare l’ac- che distrusse 2614 case, Padova conobbe un qua della laguna. e medievale, hanno ospitato una rassegna di costante aumento demografico, tanto che nel Si legge: “Riconosciuta l’importanza del ba- fotografie, d’epoca e non, dedicate al lago di 1281 aveva raddoppiato i suoi abitanti (ora gno salso della lagune di Venezia, vengono eretti 30.000), e con un assetto urbanistico pressoché nella stagione estiva, ogni anno, due stabilimenti definitivo. Un acuto osservatore di questo tu- galleggianti sul Canal di S. Marco, uno Militare multuoso sviluppo, Giovanni da Nono, ci forni- di contro al Molo, ove havvi scuola di nuoto, e sce un’immagine attendibile della Padova me- l’altro di Rima alla punta della Dogana di terra dievale, governata dopo il 1775 da un Podestà fra l’imboccatura dei due canali, Giudecca e forestiero. Già nel 1217 la città ha una solida Grande, con ampia vasca per nuoto in comune, e amministrazione, un diffuso benessere e una con appositi gabinetti colle gondole da bagno”. giustizia che funziona bene e protegge i più Un vademecum che non trascura nulla. Dal debole di fronte alle ricche casate. valore delle diverse monete che con lieve perdita Gli autori ci forniscono una esauriente infor- potevano essere usate a Venezia insieme a quella mazione su quello che sarà definito il “principale legale austriaca nei suoi diversi pezzi, da spende- palacium communis Padue”, insieme a una pre- re nei ristoranti, nelle trattorie, nei caffè, nei cisa descrizione della sua struttura architettoni- teatri (“ è il maggiore: solitamente ca, utilizzando anche testimonianze dell’epoca e aperto nella stagione di carnevale e di qua- i risultati degli studi che sono stati continui e dregesima: Vi si rappresentano opere in musica numerosi nel corso dei secoli. 32 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

tare Montefeltro in S. Francesco della Vigna, ARCHITETTURA ribaditi nella cappella Grimani in S. Sebastiano. URBANISTICA Queste ulteriori evoluzioni non costituirono an- cora le tappe conclusive dell’attività del maestro. Negli anni ottanta è possibile constatare una nuova svolta che portò lo scultore a soluzioni che LORENZO FINOCCHI GHERSI, Alessandro Vittoria. preludevano alla crescita di una precoce sensibi- Architettura, scultura e decorazione nella Vene- lità barocca. Per l’altare dei Marzeri in S. Zulian zia del tardo Rinascimento, Udine, Forum, 1998, e dei Luganegheri in S. Salvador, Vittoria seppe 8°, pp. 318, ill., L. 60.000. concepire una nuova organica unità drammatica, comprendente l’assetto architettonico, scultoreo Lo studio propone una visione d’insieme del- e pittorico. L’insieme rappresentativo raggiunse l’attività di un versatile artista trentino, protago- una sintesi teatrale originale e offre un’ulteriore nista della scena artistica veneziana del secondo prova dell’apertura alle concezioni formali del Cinquecento, scultore, medaglista, architetto, nuovo secolo, che videro ancora il maestro stuccatore, impresario e collezionista, capace di trentino consapevole protagonista, a sua volta in declinare le proprie scelte sia nei confronti della grado di orientare il linguaggio degli scultori committenza, sia rispetto alle personalità dei delle generazioni future. grandi maestri con i quali dovette e seppe col- Esiti altrettanto compiuti non sono invece ravvisabili nelle opere propriamente archi- Ci viene ricordato che sant’Antonio interven- laborare. Ogni incontro, ogni rapporto è posto nel dovuto rilievo, è delineato dal punto di vista dal tettoniche dell’ultimo scorcio del secolo, attribui- ne presso il Comune per arrestare la prassi di te non senza incertezze. La facciata di palazzo condannare i debitori insolventi, proponendo quale se ne colgono gli esiti, riconosciuti nelle opere. Esse sono singolarmente analizzate, prima Balbi e della scuola di S. Fantin propone un’ac- che consegnassero i beni che rimanevano e fos- corta sintesi di soluzioni ampiamente sperimen- sero allontanati dalla città finché non avessero ancora che nella loro consistenza formale, nelle circostanze che ne determinarono la realizzazione. tate nel Cinquecento. Ghersi osserva, in partico- risarcito il debito; proposta che fu accettata. lare rispetto al primo edificio, come il suo pregio Il luogo in cui si esercita la giustizia è il Il contributo di Ghersi, che ha potuto avvalersi dell’ampia documentazione messa a disposizio- principale consista “nell’essere generato da un Palazzo della Ragione, in cui appunto si decide uso colto e spigliato della tradizione architettoni- “il torto e la ragione” di coloro che venivano ne da Riccardo Predelli all’inizio del Novecento, presenta anche originali esiti che vanno a preci- ca cinquecentesca, rimodulata secondo le esi- portati davanti ai giudici. Gli autori si soffermano genze prospettiche e funzionali della fabbrica in sulla Padova medievale e sul ruolo che fin dalla sare il catalogo di Alessandro Vittoria. La carriera di Alessandro Vittoria è seguita fin base alla sua posizione privilegiata sulla più nascita, nel 1222, ha svolto l’Università, ove importante via d’acqua della città”. insegnano i più illustri studiosi del tempo. Primo dai primi incerti anni della formazione a Trento, nella città natale, all’arrivo a Venezia e l’inseri- L’epilogo del volume costituisce un tentativo fra tutti viene ricordato Pietro d’Abano, la cui di leggere la rappresentazione che il maestro opera astrologica è alla base del grande ciclo mento nella scena dominata da Jacopo Sansovino, alle esperienze vicentine e padovane, accanto ad volle dare di sé nel proprio monumento funebre. pittorico del Palazzo. Si ricordano gli interventi Fu pensato nel corso di quarant’anni e fu posto trecenteschi volti ad ampliare il Palazzo: “l’in- artisti della levatura di Palladio e Sanmicheli. Nell’interpretazione di Ghersi, che ci porta ad nella chiesa di S. Zaccaria, destinato a mantenere tervento di fra’ Giovanni rappresentò il trionfo viva la memoria del fortunato forestiero. Il busto dell’architettura gotica nell’area medievale di apprezzare la capacità di Vittoria nel recepire dai maestri affermati quanto possibile furono quelle di Alessandro Vittoria vi compare circondato Palazzo della Ragione”. dalle personificazioni delle tre arti, diversamen- Con la caduta dei Carraresi del 1405 inizia una esperienze, in ambienti più aperti alla speri- mentazione artistica e alle influenze centro-ita- te partecipi della formazione della sua persona- nuova fase nella storia di questa città; il 2 febbra- lità. Agli occhi dello storico appaiono i tratti di io 1420 un grande incendio devasta il Palazzo, e liane, a consentire la maturazione di una perso- nalità distinta da quella prestigiosa, quanto in- un carattere privo di ogni arrogante ostentazione, sui motivi di tale incendio e sulla struttura dello bensì consapevole del proprio ruolo di protago- stesso Palazzo i pareri e le valutazioni degli combente, di Sansovino. Il confronto fra le scelte di quest‘ultimo, ope- nista, conquistato con intelligente determinazio- storici, cui si fanno precisi riferimenti, sono ne, al cospetto di personalità artistiche di assolu- tuttora discordi. Comunque il Palazzo fu presto rate per la tomba di Alessandro Contarini nella Basilica di S. Antonio a Padova, e le differenti ta eccellenza, rispetto alle quali sarebbe potuto restaurato nell’assetto che oggi ammiriamo. L’in- essere dignitoso e comprensibile subordinarsi. cendio distrusse il lavoro di Giotto, e la ricostru- per il monumento Venier realizzato da Sansovino nella chiesa veneziana di S. Salvador, permette Adeguata quindi l’iscrizione latina posta alla zione fu affidata al padovano Nicolò Miretto, base per completarne la composizione: vivos coadiuvato da Stefano da Ferrara allievo dello di dare consistenza ad un autonomo profilo del Vittoria. Fu d’altronde proprio la maturità acqui- duxit e marmore vultus. Squarcione. Vengono infine analizzati i vari Guido Galesso Nadir restauri che dal Cinquecento in poi sono stati sita al servizio di committenti privati, nelle città compiuti su questo edificio, l’ultimo dei quali è subalterne alla dominante, a permettere al giova- avvenuto due anni fa. Ma il contributo più inno- ne artista di ottenere, al termine del sesto decen- vativo i due autori lo danno nell’analisi puntuale nio del Cinquecento, commissioni pubbliche di degli affreschi, di cui forniscono interpretazioni valore a Venezia, nonostante la perdurante posi- accurate e più spesso convincenti, attraverso uno zione privilegiata detenuta ancora Sansovino. splendido apparato iconografico: in ciò consiste Saranno gli anni successivi a sancire il definitivo la novità e l’importanza di questo lavoro. successo, quando, in particolare, si affermò qua- Mario Quaranta le abile ritrattista presso la nobiltà più influente. Anche in questi episodi Vittoria si rivelò capace di assecondare e rispondere adeguatamente alle condizioni poste da una esigente committenza Nelle opere del settimo decennio, Ghersi rico- nosce l’acquisizione di un linguaggio plastico capace di aprirsi alle novità rappresentate dalla coeva pittura veneziana, di assimilare le aggior- nate esperienze romane. é possibile valutarne la maturazione negli effetti pittorici di efficacia drammatica presenti nelle figure destinate all’al- 33 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

DONATELLA CALABI - UGO CAMERINO - ENNIO GRIGORE ARBORE POPESCU - SERGIO ZOPPI, Palaz- CONCINA, La città degli ebrei. Il Ghetto di Vene- zo Papadopoli a Venezia, Roma, Consiglio Na- zia: architettura e urbanistica, Venezia, Marsilio, zionale delle Ricerche, 1993, 8°, pp. 62, ill., s.i.p. 1991, 8°, pp. 260, ill., L. 18.000. Il volume, edito dal Consiglio Nazionale delle Il completamento dei lavori di restauro della Ricerche di Venezia, ripercorre, attraverso la Scuola italiana e del Museo ebraico di Venezia, critica storiografica e le fonti archivistiche, le condotti da Ugo Camerino tra il 1984 e il 1991 Ð vicende storiche architettoniche del Palazzo la cui descrizione e i cui rilievi concludono il Papadopoli, prima dei Coccina e poi del Tiepolo, volume – ha fornito l’occasione per un riesame sede dal 1967 del CNR. dell’intera vicenda dell’insediamento ebraico in Partendo dalla lettera del 18 dicembre del sestiere di Cannaregio. 1568, “rivolta dall’Imperatore Massimiliano II In una prima sezione, “Parva Jerusalem”, Ennio al suo Ambasciatore presso la Repubblica di Concina prende avvio da quel “vivacissimo au- Venezia, in cui si chiedevano informazioni sulla tunno del Medioevo veneziano” quando la zona dell’attuale Ghetto Vecchio ospitava la “Casa situazione artistica veneziana” (p. 3) e ove spicca del Geto” con le sue quattordici fornaci per la il nome di “Jacomettus Tagliapietra” ovverosia fusione (getto) del rame, successivamente utiliz- l’autore del Palazzo Coccina, Giancomo Dei zato per il bronzo delle bocche da fuoco della Grigi, lo studio di A.G.Popescu e Sergio Zoppi Serenissima: una collocazione, nella parte occi- offre al lettore una ricostruzione di ciò che origi- dentale, che si rilevò funzionale quando, nel l’intero spazio del Ghetto Novo “verso la terra di nariamente era l’architettura tardocinquecentesca primo Quattrocento, Venezia cominciò ad am- Israele”. Sulla più antica, la Scuola Grande Te- del palazzo fino agli ultimi interventi della se- pliare il suo “stato da tera”. Solo molto più tardi, desca, ashkenazita, che compare nel primo conda metà dell’800. nel 1541, la Repubblica, attuando un decreto trentennio del ’500, si hanno pochi documenti, “Dopo l’estinzione dell’ultimo rampollo dei senatorio del 1516 che accoglieva un suggeri- mentre notizie più numerose riguardano la Sina- Coccina, Francesco, nel 1748 il Palazzo acqui- mento di Zaccaria Dolfin, propose di concentra- goga Italiana, istituita probabilmente attorno al stato dai Tiepolo di San Benedetto” (p. 9) viene re gli ebrei veneziani in quest’area della città e il 1566. Il Talmud impone alla sinagoga di elevarsi a rappresentare uno dei luoghi più significativi “Geto de rame” divenne il “Geto dove habita li sulla città, per il “forte simbolismo biblico del- nella vita culturale veneziana, dopo il crollo della hebrei”. D’ora in avanti la “storia di un sito l’ascesa, dell’altezza, della verticalità, della Repubblica. Con la morte di Giandomenico Al- veniva a legarsi così per la prima volta alla storia sacralità dei siti elevati”. Il Talmud chiede inol- morò Tiepolo, nel luglio 1837, viene alienato a dell’ebraismo” e il Ghetto veneziano diviene “il tre luminosità agli ambienti per la preghiera: le Valentino Camello e successivamente passato, primo modello di segregazione a vasta scala” sinagoghe veneziane hanno tutte cinque finestre, nel 1852, al maresciallo austriaco Bartolomeo (Zevi) da cui discendono, come nome, tutti gli “cinque lumi, per ricorrere alla terminologia Sturmer che lo vende, dopo soli quattro anni, al altri ghetti. Concina ricostruisce le tappe evolutive architettonica di età rinascimentale, attraverso le conte Alberto Pourtalès, alla cui morte subentre- del quartiere ripercorrendo le fasi di bonifica quali la luce entra nelle sale della conoscenza e ranno, nell’acquisizione, i fratelli Nicolò ed An- iniziate dal Ghetto Vecchio, tra la fine del Tre- della preghiera”. Il discorso sugli spazi sacri gelo Papadopoli. Per volontà di questi ultimi il cento e il primo ventennio del Quattrocento, termina con l’esame delle sinagoghe del Ghetto palazzo subirà negli anni 1874-75 profonde tra- sulla vicina “isola erbosa” e paludosa, che diver- Vecchio, dal tardo ’500 sino ai rapporti con le sformazioni, dovute a “lavori di ingrandimento e rà il Ghetto Novo. Esamina poi il caratteristico chiese cattoliche seicentesche. rimodernamento” per opera di Girolamo Levi e impianto urbano che si sviluppa “a corte” attorno Nella seconda sezione, “Il Ghetto e la città Michelangelo Guggenheim” (p. 12). Dal 1922 al campo pentagonale, con una redditizia opera- 1541-1866”, Donatella Calabi estende il discor- diverra poi proprietà dei Conti Arrivabene. zione immobiliare avviata nel 1455 dai costruttori so alla molteplicità delle funzioni sociali svolte Il volume, che è completato anche dal testo in Costantino e Bartolomeo da Brolo “nella pariferia nel quartiere e più in generale al peculiare signi- inglese, è corredato dalle illustrazioni degli in- in espansione della trionfante Venezia dell’ulti- ficato che acquista la segregazione ebraica in terni del Palazzo e da un’accurata bibliografia. mo tramonto del Medioevo”; e che diventerà nel terra veneziana, dove “il consolidamento e il Sonia Celeghin secolo successivo, per quella sua forma chiusa e primo ampliamento del ghetto a Cannaregio ha costretta “ch’è come un castello”, il tessuto edi- comportato un processo di cristallizzazione di lizio ideale per la nascitura “città degli ebrei”. pratiche e di comportamenti” e “questo processo La migrazione degli ebrei “dal corpo della ha corrisposto sì ad una segregazione nei luoghi, città” verso “una situazione insulare e nettamen- ma una segregazione in qualche modo accettata LORIS VEDOVATO, Villa Farsetti nella storia I, te suburbana” come quella del Ghetto, viene da (se non perseguita) da veneziani ed ebrei” per il Santa Maria di Sala (VE), Biblioteca Comunale ° Concina fatta iniziare con il rinnovamento del- fatto che Venezia, città di mercanti, basò “la sua 1994, 4 , pp. 174, ill., s.i.p. l’area centrale compresa tra Rialto e S. Marco – fortuna commerciale proprio sulla necessità del- ispirato tra Medioevo e primo Rinascimento da la compresenza pacifica di diversi gruppi etnici”. L’interessante pubblicazione di Loris Vedo- una nuova pietas Reipublicae Ð che portò al Così “gli ebrei non furono mai ‘naturalizzati’ né vato, primo di due volumi, conferma, ancora una progressivo allontanamento da questa dei mer- chiamati ‘sudditi’, ma trattati, con un brillante volta, l’importanza che viene ad assumere il canti ebrei. Peraltro in questo scorcio di Cinque- escamotage giuridico, come ‘stranieri’ ”. continuo riferimento dedicato allo studio della cento le leggi speciali non vanno solo a loro Nell’esame più articolato delle attività svolte documerntazione archivistica quale elemento danno, come attesta l’autorizzazione a detenere nella “città degli ebrei”, vengono ampiamente indispensabile alla ricerca storica. Fortemente proprietà immobiliari, sino ad allora negata in descritti i primi cimiteri ebraici, l’approvi- ancorata, dunque, a fonti inedite, l’opera rappre- forza di norme giuridiche medievali. L’istituzio- gionamento di cibo kasher, le forme di governo senta una miniera di notizie sia sulle vicende ne nel 1583, da parte dei Dieci Savi sopra le interno, la costituzione di enti cultrali, comunita- storiche che hanno portato alla realizzazione Decime, della casaca’ (termine mutuato dal- ri e assistenziali legati alle sinagoghe, la nascita della villa a Sala, nel padovano, sia sui personag- l’ebraico “casacod”, locazione o conduzione ere- dei banchi di prestito, le differenti forme in- gi coinvolti nell’impresa ove per l’appunto spic- ditaria di un fondo), integrava di fatto gli ebrei sediative e le loro modificazioni nei Ghetti Novo ca la famiglia Farsetti. “nel sistema veneziano di imposizione fiscale e Vecchio, la nascita dei “senseri” – procacciatori Il piano dell’intera opera di Vedovato si arti- sulla rendita immobiliaria, alla stessa stregua dei e mediatori di affari fondamentali nel Seicento cola in due volumi, di cui il secondo tratta in cittadini e di ogni residente in città”. per l’economia produttiva ebraica –, il Canale maniera approfondita il monumento archi- L’ultimo capitolo curato da Concina descrive degli Ebrei (1668), fino al declino settecentesco tettonico. A seguire un’appendice che raccoglie le sinagoghe, di cui le tre principali sono raccolte e alla cultura del “risanamento” ottocentesco. la ricca documentazione archivistica e bi- nell’angolo sud-orientale del campo, orientando Sergio Bettini bliografica nonché i cataloghi del museo, della

34 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

galleria, delle piante, dei libri botanici e le opere capomastri è da ricercarsi, più che nelle sue dei Berici (VI); S. Tommaso a S. Tomio di Malo di Paolo Posi, l’artista rococò che, insieme all’ar- competenze di costruttore, in quella sua (VI); S. Vitale a Castelnuovo (VI); S. Maria An- chitetto Charles Louis Clèrisseau, fu incaricato frequentazione del mondo delle diocesi vicentino- nunziata a Nanto (VI); S. Maria Annunciata a da Filippo Farsetti nella progettazione del veronesi-padovane, che si consolidò provviden- Selva di Montebello (VI); S. Pietro a Isola prestigioso complesso edilizio a Sala. zialmente quando il nostro “campione di ‘fede Vicentina (VI); S. Bartolomeo a Rettorgole di In questa prima parte dell’opera l’attenzione ingenua’ e di ‘pietà edificante’ – come è ricorda- Caldogno (VI); Sacro Cuore di Gesù a Belvedere dello studioso è, invece, rivolta all’abate vene- to nel luttino stampato per il trigesimo dalla di Rosà (VI); S. Antonio Abate a Rosà (VI); S. ziano Filippo Farsetti (1733-1774) di cui l’auto- “famiglia inconsolabile” – sposò, nel 1877, la Salvatore a Bosco di Nanto (VI); S. Urbano a re, tracciando la forte personalità, “mette in luce sorella del parrocco di Povolaro (per il quale più Cresole di Caldogno (VI); S. Giovanni Battista a Ð come sottolineato, nella presentazione, dal tardi ampliò la chiesa). Lugo di Fara (VI); S. Caterina in Villa a S. presidente della Biblioteca comunale di Santa Il «bon Marcioro», che nell’unica immagine Giovanni Ilarione (VR); S. Stefano a Brognoligo Mana di Sala, Antonio Lovato Ð la sua profonda pervenutaci ben corrisponde alle descrizioni for- (VR); S. Maria Assunta a Monteviale (VI); S. preparazione e i vasti interessi culturali sui quali nite dai muratori locali (“basso di statura, tar- Pietro a Castelgomberto (VI); S. Lorenzo in San il nobile veneziano fondò la sua visione della vita chiato, sempre con un cappello in testa e... una Pietro a S. Pietro in Gù (PD); Tempio Ossario a che lo guidarono nella costruzione della Villa”. castagna in tasca, motivo questo che gli valse il Bassano del Grappa (VI); S. Antonio Abate a La narrazione ha inizio con una panoramica delle soprannome di ‘ingegner Castagna’ ”), cominciò Borgoforte (PD); S. Bartolomeo a Presina (PD); S. vicende storiche riguardanti il luogo ove l’abate come scalpellino, nel 1871, a fianco di Vittorio Benedetto e Gaetano a Cereda (VI); S. Giovanni realizzò la sua villa, dal Basso Medioevo, “epoca Barichella e Giuseppe Sottoriva, suoi “probabili Battista a Locara (VR); S. Maria Assunta a Gru- in cui Sala apparteneva all’omonima famiglia primi maestri”, per i quali dette prova di essere molo delle Abbadesse (VI); S. Martino a Villa del padovana di origine germanica”, fino alle origini “distinto tagliapietra, bravo, paziente e del dise- Ferro (VI); S. Sebastiano a Povolaro (VI); S. Gior- della famiglia Farsetti, attraverso i vari perso- gno valente”. Ma Gerardo ambiva a diventare gio Martire a Costabissara (VI); S. Lorenzo Mar- naggi che si sono susseguiti nel possesso del “maestro di se stesso” – come recita la lapide tire a Pianezze S. Lorenzo (VI); S. Brizio a complesso. Il racconto prosegue poi con i corposi commemorativa che lo ricorda – e pertanto iniziò Costalunga (VR); Ss. Apostoli Filippo e Giacomo capitoli dedicati alla figura e all’attività di Filip- a documentarsi, studiando e disegnando archi- a Longara (VI); S. Antonio a Thiene (VI); S. po, discepolo del frate francescano Carlo Lodoli. tetture su manuali i cui fascicoli slegati sono Andrea a Veggiano (PD); S. Daniele a Treville Ricco, grazie all’enorme fortuna ereditata dai tuttora conservati dagli eredi. La sua vita profes- (TV); S. Michele Arcangelo a Sossano (VI); “del nobili Farsetti veneziani, appassionato di belle sionale, svoltasi fra il 1866 e il 1922, sia pur di Vescovo” a Vicenza; S. Giovanni Battista a arti e di scienze naturali, l’abate fu “ dapprima a modesta qualità, fu assai intensa, comprendendo Carbonara (PD); S. Giorgio a Tremignon (PD); S. Parigi quindi trascorse parecchi anni, in tempi un numero rilevante di chiese nella Diocesi di Leonardo a Vestanova (VR); Madonna delle Gra- diversi, a Roma, divenuta allora la capitale del- Vicenza, Padova e Verona, oltre ad alcune opere zie a Costabissara (VI); S. Maria Assunta ad Arre l’arte”. Quest’ultimo soggiorno fu decisivo per di edilizia civile. La sua “tragica morte” – preci- (PD); S. Maria Ausiliatrice a Gambellara (VI). le “sue realizzazioni future”. L’interesse per il pitò dall’impalcatura della chiesa di Arre – fu Chiese non datate: SS. Pietro e Paolo a Barbano mondo classico lo porterà infatti all’istituzione dovuta, secondo alcune imprecisate “fonti ora- (VI); S. Apollinare a Bonaldo (VR); S. Michele a “nel proprio palazzo Farsetti, sul Canal Grande, li”, all’epilessia di cui soffriva, mentre altri avan- Brendola (VI); S. Leonardo a Ignago (VI); S. di una vera Accademia di disegno, sull’esempio zano la più intrigante ipotesi “della spinta nel Stefano a Piovene Rocchette (VI); S. Pietro a S. dell’Accademia di Francia a Roma... e sulla vuoto di qualche ‘invidioso’ ”. Pietro Mussolino (VI). quale si formò più tardi il Canova”. E sul giovane Per l’interesse degli studiosi di storia locale Opere di architettura civile: Palazzo di Rumor, artista Antonio, che tanto ebbe a frequentare, per riportiamo in ordine cronologico il catalogo del- Casa di abitazione rurale, Casa colonica del Sig. i suoi studi, il Museo Farsetti, si chiude questa le opere del Marchioro a cura di Gabriella Candia, Villani Giobatta sito in Montemezzo, Casa di prima parte di studi dedicata alla Villa a Sala, il corredato da un’utile piantina per la loro localiz- Danzo Domenico e figlio nel territorio di Ca- tutto corredato da una ricca documentazione zazione. Di ogni opera viene fornita la descrizio- stelnuovo, Casa comunale di Sossano, Scuola di iconografica e fotografica. ne, alcune foto (il soffitto della navata di S. Pietro Sossano, Scuola di Campiglia, Scuola di Bosco Sonia Celeghin a Isola Vicentina ripreso con fish-eye assume di Nanto. un’indebita suggestione barocca), i disegni auto- Sergio Bettini grafi disponibili e le fonti. Chiese datate: Ss. Vito, Modesto e Crescenzo a Gambugliano (VI); S. Maria a S. Vitale a FRANCO BARBIERI - GABRIELLA CANDIA, Gerardo Montecchio Maggiore (VI); S. Pietro a Campiglia Marchioro “architetto costruttore” di Castel- Architettura del Polesine. Il recupero di Palazzo nuovo Vicentino, Vicenza, Stocchiero Grafica, Pepoli a Trecenta, a cura di Marco Lucat, Vene- 1993, 8°, pp. 106, ill., s.i.p. zia, Regione Veneto, 1996, 4°, pp. 88, ill., s.i.p.

Gli Autori dedicano un esauriente saggio a Il fascicolo propone l’esame del restauro rea- Gerardo Marchioro (Castelnuovo Vicentino, lizzato in una piccola località rurale della provin- 1850-1922), costruttore di chiese neomedie- cia di Rovigo, affondata nella piatta pianura valiste nella provincia veneta. L’opera di questo veneta e posta fra il corso dell’Adige e del Po. Il “buon uomo” conferma quel che già notava Palazzo, a lungo parte dei possedimenti della L. Patetta nel suo libro su L’architettuta famiglia Pepoli, originaria di Bologna e insediata dell’Eclettismo (Mazzotta 1975): “In Italia, il a Ferrara nel corso del Cinquecento, è l’esito di medievalismo si sviluppa in ritardo rispetto al interventi avvenuti nei secoli, ma che assunsero resto dell’Europa e resta, inoltre, un fenomeno un disegno coerente nel corso del Settecento. Nel abbastanza marginale e una tendenza che coin- magnifico salone d’onore e nella suggestiva sca- volge una parte minoritaria del professionismo”. la elicoidale si riconosce tuttavia il rispetto di una Il Marchioro era un “tipico esempio di onesto tipologia edilizia cinquecentesca, che chiama in autodidatta”, che un ingegnere, tal Antonio Bor- causa modelli vignoleschi. L’austero esterno ne go, promosse da “capomastro” a “progettista- fa una presenza che si impone nel piatto paesag- costruttore”, come attesta un’autorizzazione al- gio circostante e giustifica l’intervento di restau- l’esercizio della professione del 1903, riprodotta ro, avvenuto grazie ai fondi dell’Unione Euro- nel testo. La sua fortuna professionale e la con- pea. L’iniziativa si inscrive nel programma de- seguente invidia provocata nei suoi ex-colleghi stinato a promuovere la rivalutazione del patri- 35 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

l’assedio del 1509 ha un alto valore architettonico va si è scatenata la speculazione edilizia della ed ha determinato lo sviluppo della città almeno APE che, grazie anche all’architetto Peressutti, fino agli inizi del Novecento. Dentro le sue mura ha distrutto il quartiere medievale di Santa Lucia cinquecentesche, fino al 1954, data del piano e creato il quartiere della città giardino. regolatore di Luigi Piccinato, Padova è stata una Il destino urbanistico di Padova sarebbe cam- città d’acque, quelle del Brenta e del Bacchiglione biato se il piano regolatore dell’architetto Luigi mescolate assieme dal canale della Brentella. Piccinato approvato nel 1954 fosse stato rispet- Come mostra anche la pianta di Giovanni Valle, tato. Ma non fu così. Fu distrutto il quartiere dentro le mura cinquecentesche vi era perfino Conciapelli. Perfino un architetto del livello di uno squero per riparare le barche ai piedi della Calabi collocò un edificio modernissimo a poche Specola, alla biforcazione del Naviglio e del decine di metri dal Duomo in una antica strada. Piovego. I portici rappresentano uno dei caratteri L’Università non è stata capace di esprimere peculiari dell’architettura padovana. Nel suo ter- interventi architettonici degni di questo nome, zo libro dell’Architettura, Palladio indica come specialmente al di là del Piovego. Si è accontetata modello della strada ideale quelle padovane do- di costruire una bella passerella non particolar- tate di portici “per i quali possano al coperto i mente rispettosa delle mura cinquecentesche. monio e le risorse delle zone rurali. Il restauro cittadini andare a far i loro negozi senza essere Le foto del volume e il commento offrono una compiuto mirava al recupero materiale del ma- offesi dal sole, dalle piogge e dalle nevi”. Il immagine ed una interpretazione veramente nuo- nufatto, ora compreso nel patrimonio della Re- portico è uno spazio funzionale che ha origini va di una città straordinaria che da decenni non gione Veneto. Coerente e necessaria appare que- antiche. Era una parte del suolo privato che trova una gestione urbanistica ed architettonica sta pubblicazione, che ripercorre tutte le fasi veniva messo a disposizione della colletività per degna del suo patrimonio storico. dell’intervento e si offre anche alla lettura in un uso comune. I portici hanno colpito l’atten- Elio Franzin inglese e francese per alcuni efficaci riassunti in zione di Michel de Montaigne durante il suo lingua. Inoltre presenta una rapida conte- viaggio in Italia il quale ha scritto che a Padova stualizzazione storica dell’edificio. Sebbene ab- “Case e portici fanno di tutte le strade pubbliche bandonato nel corso degli ultimi anni e parzial- un chiostro”. Ma già nel piano regolatore cittadi- mente adibito a funzioni inproprie, si presentava no del 1872 emerge la scarsa consapevolezza dei FERNANDO DOTTI, Lo spazio e la memoria. Esem- tuttavia in uno stato di degrado limitato, sia nelle caratteri peculiari dell’architettura padovana ed pi di architettura popolare veneta, present. di strutture, sia nelle parti di maggiore pregio arti- in particolare dei portici. Un altro grave colpo Dino Scantamburlo, pref. di Gianni Braghieri, stico, costituite dalle decorazioni a stucco. Le all’urbanistica padovana è rappresentato dal Padova, Cleup, 1998, 8°, pp. 143, ill., L. 25.000. condizioni originarie si prestavano quindi ad un tombinamento, avvenuto nel 1953, fuori del pia- efficace recupero, avviato opportunamente a par- no regolatore del canale dei Gesuiti-San Massi- L’autore fornisce un quadro pressoché com- tire dalle preliminari ricerche intese a compren- mo ai piedi dell’ospedale giustinianeo. pleto (integrato da un vasto apparato iconografico) derne la consistenza del valore e della materia. La complessa storia delle acque padovane e delle diverse tipologie abitative e delle trasfor- Ora, concluso il recupero materiale, appare del loro rapporto con la vita quotidiana degli mazioni che hanno subito nel corso dei secoli, inderogabile una riflessione che affronti il cru- abitanti non è stata ancora scritta. Ma la si può nella persuasione espressa nell’idea-guida di ciale problema della nuova destinazione d‘uso. parzialmente immaginare confrontando i ponti questa ricerca, ossia che “storia e costume, evo- Risulta evidente infatti che l’opera, soprattutto più antichi della città con quelli novecenteschi luzione e progresso trovano il loro concreto nella sua fragile integrità artistica, è destinata, come quello, privo di caratterizzazione, di corso modus vivendi nella razionalità dell’architettura come un fiore reciso, ad un processo di degrado, Milano. della ragione”. L’autore intende così “catalogare forse ancora più rapido ed esiziale dopo il restau- Padova possiede uno spazio straordinario le fasi più importanti della costruzione antro- ro, se non inserita in un piano che ne permetta il triangolato dalla basilica del Santo, l’Orto bota- pizzata” (ossia storicamente via via modificata reintegro funzionale nella comunità di Trecenta. nico e il Prà della valle. In confronto con i primi dagli uomini) della centuriazione Aureliana, È infatti solo nell’uso adeguato che qualunque due è l’ultimo a rimetterci perché realizzato quella parte della pianura veneta che dal nord di oggetto, materiale o spirituale, si sottrae al de- soltanto parzialmente in base al progetto di un Padova si dirama nelle due vie romane Postumia grado, alla sterile atrofia della pura contempla- patrizio veneziano ricco di una cultura innovativa, e Aurelia. é il classico paesaggio padano, con zione estetica, e sollecita la sua continua manu- Andrea Memmo. La piazza plurifunzionale con- una tipologia nettamente caratterizzata e attra- tenzione. cepita da Memmo in funzione dei magazzini versata da quattro fondamentali corsi d’acqua: il Guido Galesso Nadir commerciali e delle numerose botteghe è stata Brenta, il Muson, il Sile e il Tergolo. L’autore trasformata in un giardino. La sua gestione è punta poi all’edilizia popolare, la quale è caratte- molto più semplice. Non richiede né idee né rizzata dalle possibilità di ampliamenti e altera- progetti. Dopo la prima guerra mondiale a Pado- zioni secondo una “poetica” che va da Borromini agli artigiani, e che si pone in alternativa a una Padova. La forma del tempo, a cura di Claudio concezione della bellezza (del manufatto) come Rebeschini, Elena Annovazzi, fotografie di Ri- perfezione e perciò immodificabile. chard Khoury, Limena (PD), Signum, 1998, 8°, Nel Medioevo, in un periodo in cui si registra pp. 159, ill., s.i.p. un vuoto del potere politico, la chiesa diventa l’unico referente e la parrocchia il centro della Padova: le sue mura, le acque, i portici, le vita sociale. Tre sono gli elementi architettonici piazze. Ed accanto a questi quattro elementi fondamentali: l’edificio chiesa, il sagrato e fondamentali,il Prà della valle, l’Orto botanico, l’alberone, ossia il grande albero sotto il quale si la Basilica del Santo. Uno scrittore francese, riuniscono gli anziani per discutere l’organizza- Jean Giono, ha osservato, in modo molto acuto, zione della vita civile del paese. Viene poi sotto- come i turisti stranieri, ma non solo quelli, che lineato il ruolo svolto dai Benedettini nell’opera arrivano a Padova proveniendo da Venezia non di bonifica, che peraltro si sviluppa in tutta siano in grado di assimilare la profonda diversità Europa, opera che consente di estendere l’utiliz- esistente fra le due città. Venezia non ha infatti né zo di aree sempre più vaste per l’agricoltura. Il mura né portici. Padova, per moltissimi aspetti, territorio padano è essenzialmente un paesaggio è il suo contrario. La recinzione della città rap- artificiale, il che indica appunto un’intensa vita presentata dalla cerchia muraria costruita dopo agricola, integrata da disboscamenti, bonifiche 36 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

del terreno e controllo dei fiumi. Un discorso a sé rona e Vicenza, evidenziando edifici poco noti dovrebbe essere riservato ai casoni, la cui prima accanto ad architetture di fama internazionale esistenza ci è attestata da Cesare, che nel De bello come il Caffè Pedrocchi di Padova e il Teatro La gallico ci descrive le abitazioni (i casoni, appun- Fenice di Venezia. to) dei Galli e dei Germani (e la cui esistenza si Barbara Giaccaglia protrae, nel padovano, fino agli anni Trenta di questo secolo). L’autore distingue i casoni “pri- mitivi”, esistenti fino all’alto medioevo, e quelli “evoluti”, che appaiono nel XIV secolo, arricchiti di un camino. Noale dei Tempesta, testi di Mariapia Barzan, Dopo avere sottolineato che nel periodo dei Andrea Fattori, Giuseppe Rallo, Francesco Coz- Comuni (Due-Trecento) c’è una regressione eco- za, foto di Samuele Galeotti, pref. di Franco nomica nel territorio padano, Dotti affronta il Posocco, Noale (VE), Rotary Club dei Tempesta, problema del ruolo svolto dalla Serenissima dopo 1998, 8°, pp. 143, ill., s.i.p. che fu presa la contestata decisione, da parte del governo veneziano, di poter acquistare fondi Maria Pia Barzan, Andrea Fattori, Giuseppe agricoli in terraferma. Ciò determinò infatti una Rallo, Francesco Cozza, Franco Posocco hanno profonda modificazione delle campagne e del- collaborato con i loro saggi alla ricerca su Noale, l’architettura; basterà accennare, Palladio docet, città-castello che nel Medioevo ricevette dai alle ville cosiddette “estroverse”, ossia affaccia- Tempesta l’impronta originale, ancora presente te su grandi giardini e poste lungo corsi d’acqua e riconoscibile, che ne definì l’identità. Noale navigabili. sorse come borgo fortificato intorno a un merca- Nel terzo e ultimo capitolo l’autore si sofferma queste popolazioni sul paesaggio montano. Agli to, nodo di scambi tra le vie di terra e d’acqua sulle case rurali dell’Ottocento, su quelle coloni- “insediamenti ed emigrazioni in Carnia” è dedi- nella pianura contesa tra Padova e Treviso e si che operaie e sul tentativo, compiuto dal grande cata la seconda parte del volume, il cui studio arricchì via via di attività legate all’artigianato, al proprietario terriero Paolo Camerini, di fondare approfondito dai professori di Geografìa Fisica commercio, alle libere professioni, all’esercizio una “città territoriale” a Piazzola sul Brenta. Un ed Antropica dell’Università di Trieste e Trento, dell’autorità politica e religiosa. originale tentativo di creare una struttura agro- Micelli, Vaia e Zilli, nell’esame del rapporto I Tempesta, avogari (avvocati) del vescovo di industriale sostanzialmente autarchica, che ha dell’uomo con il proprio territorio, sottolinea il Treviso, raggiunsero un alto grado di prestigio e una sua funzionalità fino agli anni Trenta del forte legame degli autori con la loro terra. A di potere già nel XII secolo e accumularono un Novecento, e che comunque ha determinato la testimonianza, ancora una volta, della passione vasto patrimonio di terre e feudi intorno a Noale, creazione del più grande centro operaio della per i luoghi visitati, lo studio dell’architetto Lidia dove eressero una salda rocca. Nel secolo XIII provincia di Padova, ove permane il villaggio Rui sui paesi in quota dell’Alta Val Cordevole conobbero alterne fortune a conseguenza delle operaio (case operaie) oltre ad altre strutture. conclude l’opera, arricchita di uno spIendido agitate vicende politiche e solo alla fine del Mario Quaranta repertorio fotografico e dei delicati acquerelli di secolo stabilizzarono il loro ruolo di protagonisti Vittorio Ceretti. nella politica di Treviso, mantenendolo anche Sonia Celeghin dopo la conquista degli Scaligeri (1329). Solo la politica espansionistica di Venezia pose fine alla fortuna della famiglia che si estinse nel 1380. Insediamenti Alpini nelle Dolimiti, in Carnia e Le fortificazioni, con il complesso apparato di nei territori Walser. Alpine Siedlungen in den mura, torri, porte, fossati e terrapieni sono rima- Dolomiten, in Karnien und in den Gebieten, a Veneto. Itinerari neoclassici. I luoghi, la storia, ste a confermare l’origine di città-castello, sim- cura di Andrea Angelini, scritti di Francesco l’architettura, a cura di Roberto Masiero, Debora bolo di un’identità gelosamente custodita nei Micelli, Lidia Rui, Franco Vaia, Luigi Zanzi, Antonini, Massimiliano Bandera, Michela secoli. Le case e i palazzi in cotto sono spesso Sergio Zilli, Venezia, Regione del Veneto - Maguolo, fotografie di Alessandra Chemollo e rivestiti di affreschi, come l’Ospedale dei Battu- Belluno, Fondazione G. Angelini, 1996, pp. 249, Ettore Bellini, Venezia, Marsilio - Regione del ti, i palazzi Zogia, Menegazzi, Soranzo, Martini, 4°, ill., s.i.p. Veneto, 1998, 8°, pp. 208, ill., s.i.p. Campigotto, Due Spade, Tebaldi, Borghesan, Lamberti, Sorgato e altri che conservano anche All’interno del programma di realizzazione La presente guida edita dalla Marsilio è inte- all’interno decorazioni eleganti e vivaci, di tradi- “Turismo d’Alta Montagna e Ambiente” sorto ramente dedicata alle numerose testimonianze zione quattrocentesca che giustificano gli appel- per iniziativa della Regione Veneto, della Regio- dell’architettura e dell’arte neoclassica di cui il ne Autonoma Venezia Giulia e della Pro- Veneto è ricco. vincia Autonoma di Bolzano, si inserisce questa Apre il volume un’introduzione storica ad pubblicazione congiunta della Fondazione “Gio- opera di Roberto Masiero, che analizza le tra- vanni Angelini” di Belluno e Regione Veneto, sformazioni del territorio veneto all’inizio del- “rivolta ad approfondire il rapporto uomo-terri- l’età moderna per spiegare il così vasto diffon- torio in quel particolare ambiente che la monta- dersi in esso di chiese, palazzi, ville, giardini, gna genera”. L’iniziativa, il cui campo d’indagi- rustici, cimiteri, teatri e piazze in stile neoclassico. ne interessa le popolazioni dell’arco alpino al di Segue una cartina del Veneto con evidenziati i sopra dei 1000 m di altitudine, si propone di luoghi in cui è possibile ammirare qualche pre- offrire al lettore un utile strumento d’informa- senza neoclassica. zione sui tipi di insediamenti alpini nelle Dolo- Di ogni località segnalata al lettore, in cui si miti, in Carnia e nei territori Walser. L’opera, conservano queste presenze, viene dapprima elegante nella veste grafica, riunisce i contributi accennata la storia del periodo considerato e di esperti nel settore. successivamente vengono prese in esame le vi- L’attenzione del primo autore, Luigi Zanzi, cende e le caratteristiche principali di ciascun professore di Teoria e Metodologia delle Scien- edificio o piazza o giardino neoclassico situato in ze storiche all’Università di Pavia, si posa sulla quel luogo o in provincia di esso. La guida elenca rappresentazione dei territori percorsi dai Walser così Bassano del Grappa, Belluno, Castelfranco nelle loro migrazioni e l’incidenza che ebbero Veneto, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Ve- 37 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

lativi di “nobile e vago” per il centro di Noale. Mozart, Monet, Goethe, Turner, Wagner e, pos- “Cultura umanistica e arte rinascimentale”, “Ver- Anche i frammenti di ceramiche recuperati, al- siamo aggiungere come esempio di visitatore so il tramonto della Serenissima”, accompagnata cuni appartenenti al genere dei gameli o cerami- fedele con appuntamenti fissi ad ogni fine anno dal fluire di immagini d’acqua e di pietra. Le che amatorie, doni in occasioni di fidanzamenti Woody Allen. testimonianze del passato si inseriscono nel tes- o nozze, attestano con l’eleganza del segno e Premessa necessaria per entrare nel vivo dei suto cittadino: l’Arena romana, il teatro, i ponti, l’accurata esecuzione l’elevato tono di vita contesti che descrivono l’origine, la storia, le le porte, gli archi, le mura, le strade, le piazze, i famigliare e sociale a Noale nei secoli XIV, XV e curiosità di ognuno dei 66 palazzi “schedati”, di monumenti, le chiese, i monasteri, i chiostri, i XVI. Ancor oggi il centro storico offre gli spazi a cui il libro offre in foltissima campionatura le campanili, i palazzi, le torri, le scale, le case, le misura d’uomo adatti a socializzare, esempio di foto, anche di interni. A conclusione una piantina fontane realizzate soprattutto in pietra, modella- una aspirazione al vivere civile che affonda le aiuta a individuare la collocazione dei palazzi ta dal tempo, che reca le tracce di una vita fervida sue radici nel passato e che mai è venuta meno. che appartengono soprattutto alle due rive del e operosa, come il basolato romano nella signifi- Marilia Ciampi Righetti serpeggiante Canal Grande. Conclude una nota cativa immagine che riveste il volume. bibliografica, guida anche questa per chi volesse Marilia Ciampi Righetti allargare il raggio della specifica conoscenza su quelle che Ruskin definì le pietre di Venezia. Piero Zanotto RAFFAELLA RUSSO, Palazzi di Venezia, Venezia, ° GIANPIETRO ZUCCHETTA, Venezia e suoi canali, Arsenale, 1998, 8 , pp. 198, ill., s.i.p. Venezia, Marsilio, 1998, 4°, pp. 155, ill., L. 70.000. Di agilissimo formato tanto da poter essere Venezia è stata creata scavando fango che tenuto comodamente in mano, o nella borsa delle Le pietre di Verona. La città romana, scaligera serviva a bonificare il terreno delle isolette signore, mentre l’ospite passeggia per Venezia, e veneziana, testi di Pierpaolo Brugnoli, foto di prescelte per edificare. Così si creavano anche il libro di Raffaella Russo è una sorta di Antonio Belvedere, testi in italiano e inglese, dei nuovi “rii”, l’unica via di comunicazione vademecum monotematico rivelatore della sto- Verona, Cierre, 1997, 8°, pp. l28, ill, L. 46.000. dentro la struttura urbana. La rete dei rii interni di ria di 66 manufatti di origine patrizia. I palazzi di Venezia era considerata di vitale importanza per Venezia erano il segno tangibile della opulenza Il territorio intorno a Verona è ricco di marmi la viabilità urbana ma anche per la salute pubbli- delle famiglie che li edificarono, e il loro elevato “non solo bianchi, ma ancora negri e rossi, e di ca, data la loro funzione di collettori e depuratori numero fu “la conseguenza della moltiplicazio- diversi colori macchiati e divisati; dei quali alcu- dei liquami fognari. ne del ceto nobile e della grande ramificazione ni sono durissimi, altri mezzani e altri teneri”, é molto difficile calcolare quanti sono i rii delle famiglie. Le varie linee della famiglia tutti utilizzati nella costruzione della città che per veneziani. Secondo un Prospetto elaborato dal- Contarini, per esempio, nel corso dei secoli co- questo fu definita “marmorina” dagli Scaligeri. l’Ufficio tecnico municipale nel 1869, aggiorna- struirono più di venticinque palazzi...”. Le pietre di Verona, col testo a fronte in to, i rii veneziani si sviluppano per una lunghezza Prima di procedere nella “schedatura” dei inglese e corredato di un ricco e suggestivo complessiva pari a circa 37,2 km. A seconda palazzi, l’A. disegna nell’introduzione il formar- apparato iconografico, è dedicato a un pubblico della larghezza e della posizione rispetto ai cana- si della città d’acqua a Rivolato, dal primo doge di italiani e stranieri sensibili all’arte, interessati li principali, ogni rio presenta una sua caratteri- eletto nell’anno 697, inizialmente solo un vassal- a scoprire o a ritrovare il carattere originale, stica velocità con la quale avanza il flusso di lo dell’imperatore di Bisanzio. È la ragione per vivace e multiforme di Verona. La città scaligera marea. La velocità dei flussi di marea ha una cui dalle iniziali costruzioni di legno, soggette a si offre all’esperienza del lettore attraverso il importanza vitale per l’attività di esporto e devastanti incendi, si procedette nel XII e XIII linguaggio delle parole e delle immagini che depurazione dei liquami domestici affidata a rii secolo ad usare gradualmente materiali meno insieme contribuiscono ad illustrare lo scorrere che sono anche una rete fognaria. Dove è scarso esposti al rischio del fuoco, “quali la pietra degli eventi, l’eleganza e il significato dei monu- il ricambio di marea vi sono cattivi odori. Poiché i fanghi si depositano sul fondo è lavorata, il mattone — che fece sì che il poeta menti, le atmosfere sospese, intense e animate. necessario rimuoverli periodicamente. Quindi la Alfred de Musset nel secolo scorso potesse par- La storia lunga e affascinante di Verona è pulizia periodica dei canali interni è un’attività lare di Venise la rouge — e la pietra d’Istria”. narrata in brevi capitoli: “La città più romana essenziale per la sopravvivenza della città. Nel Scrive ancora Raffaella Russo: “È a partire da dopo Roma”, “Da san Zeno al libero Comune”, corso della giornata si svolgono due cicli com- questo periodo che iniziò a svilupparsi lo stile “Prestigiosa capitale di una grande signoria”, pleti di marea e quindi vi sono due momenti in gotico veneziano tanto decantato da John Ruskin cui il livello delle acque è più basso e due in cui nel suo libro Le pietre di Venezia. Gli archi a è più alto. Il livello più alto della marea veniva sesto acuto, le polifere, i giochi dei marmi colo- segnato sulle basi di marmo degli edifici dalla rati caratterizzano questo stile che rivela chiara- fascia verde delle alghe. La Repubblica ordinò mente l’influenza bizantina dovuta ai legami che il limite superiore della fascia verde, chiama- politici e commerciali che Venezia aveva instau- to “Comune marino”, fosse segnato con una C rato con l’Oriente”. E descrive le caratteristiche alta circa 10-12 cm. Tale C era un punto di ri- del palazzo veneziano “a pianta tripartita in cui la ferimento per lo scavo del fango nei rii (cinque funzione di abitazione si coniuga con quella di piedi veneti sotto Comune) e per l’altezza dei bordi ufficio e di fondaco. La facciata principale, ca- delle fondamenta (due piedi sopra Comune). ratterizzata da un gruppo centrale di finestre, è La prima indagine scientifica sui rii risale al sempre rivolta verso l’acqua: l’androne, che va 1898. Le successive campagne di misura della da un capo all’altro dell’edificio e permette di qualità delle acque e dei fanghi dei rii hanno accedervi sia da terra che dall’acqua, è fiancheg- evidenziato un peggioramento generale della giato da ampi magazzini al pianoterra, mentre ai situazione. Per decenni i rii non sono stati scava- piani superiori lungo il pòrtego centrale sono ti. Confrontando la rete attuale dei rii con la disposte le varie stanze”. pianta della città di Alessandro Badoer del 1672 In età moderna, metamorfosi che continua si constata che nel corso di tre secoli sono stati ancora oggi, “numerosi palazzi sono stati tra- fatti sparire 46 rii per una lunghezza di 7.355 sformati in alberghi, alcuni in sedi di uffici metri, pari al 20% della rete attuale. pubblici o appartamenti...”, senza per questo far Il fango si accumula sui canali al ritmo costan- perdere a Venezia quel fascino che seppe attirare te fra i cinque e dieci centimetri all’anno. Alla poeti e artisti e illustri viaggiatori: Proust, Lord metà degli anni Settanta lo scavo dei rii è stato Byron, Renoir, Chateaubriand, Hemingway, interrotto. I rii sono diventati impercorribili per 38 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Gli ultimi casseri in legno sono stati utilizzati nel mo-spettacolo patavino, a cominciare dalla log- 1957. Sono stati sostituiti da palancole in accia- gia Cornaro, a conferma della forte compe- io. Verso la metà degli anni Sessanta si escogitò netrazione che, nel Rinascimento, caratterizza il il sistema di lasciare un pontone con una gru a rapporto fra giardino e teatro. Il contributo di benna nell’interno del bacino da asciugare. Ma Achille Olivieri affronta il tema affascinante dei appena ripresero gli scavi nel 1984 si è constatato riferimenti culturali e filosofici celati o palesi che nella tecnica di escavazione vi era stato un nell’opera di Ruzante. regresso. Con l’escavazione a umido il fango del Nella parte seconda, Raimondo Guarino dedi- canale veniva asportato da una specie di grosso ca un denso studio a “La ‘Betia’ e il teatro”, nel cucchiaio montato su una zattera manovrata da quale il capolavoro ruzantiano è interpretato alla alcuni uomini, chiamato “zattera e badilon”. luce di sottili quanto rigorosi riscontri con le Attualmente vengono usate invece delle benne a consuetudini rappresentative che, tra Padova e sei ganasce che spesso danneggiano le murature Venezia, andavano elaborando una alternativa sotto acqua. Nel maggio del 1993 fu presentato linguistica e antropologica alla commedia dal consorzio Fagos un nuovo macchinario mol- classicista. Ivano Paccagnella esamina invece la to innovativo: una testa dragante capace di pom- questione del “Plurilinguismo di Ruzante”, pare il fango aspirato dal fondo direttamente a soffermandosi sul problema del pavano. A una bettolina attraverso una condotta galleggian- Piermario Vescovo si devono poi penetranti in- te di collegamento. Purtroppo questo sistema dagini sulle trasformazioni sceniche e non è stato ancora adottato. drammaturgiche nel teatro dell’autore padovano Elio Franzin in funzione spazio-temporale. Apre la terza sezione il contributo di Giorgio Padoan su “La Moscheta da egloga a comme- le imbarcazioni, comprese quelle dei Vigili del dia”, nel quale si ricostruisce il processo di fuoco, per varie ore del giorno. La più antica ristrutturazione compiuto dal commediografo testimonianza sull’escavazione dei rii è quella MUSICA - TEATRO sul testo originario dell’opera, al fine di conferir- costituita da una annotazione in data 2 marzo CINEMA le la forma canonica della commedia rina- 1224 nel Liber Plegiarum Comunis. L’operazio- scimentale in cinque atti. Sullo stesso capolavo- ne è continuata fino alla fine della Repubblica. ro torna Antonio Franceschetti, dedicando ad Nel 1787 si è raggiunto il record di 28 escavazioni esso l’ampio saggio “Aspetti e motivi della portate a termine. Nell’Ottocento, data la crisi Moscheta”. La ricerca di Georges Ulysse (“Va- Atti del Convegno Internazionale di Studi per il riazioni e costanti nel teatro del Beolco: il caso gravissima della città, per sostenere il flusso 5° centenario della nascita di Angelo Beolco il turistico lo scavo dei rii si svolse intensamente della Vaccaria”)conclude, insieme all’originale Ruzante (Padova-Venezia 5-6-7 giugno 1997), a apporto di Andrea Bombi sulla “canzon del fino alla rivoluzione di Daniele Manin. Ma du- cura di Piermario Vescovo, “Quaderni Veneti”, rante la seconda dominazione austriaca Giusep- Ruzante”, la terza sezione. Dei contributi riuniti nn. 27/28, gennaio/dicembre 1998, Ravenna, nella quarta parte del volume dobbiamo limitarci pe Salvadori interrò ben 19 canali finché non Longo, 1999, 8°, pp. 391, L. 80.000. intervenne nel 1844 l’ingegnere idraulico Pietro a segnalare, oltre alla comunicazione della com- Paleocapa. Dopo l’annessione di Venezia al- Ricchi e numerosi sono stati gli interventi al pianta Marisa Milani (“I preruzantiani e qualche l’Italia, il successore di Salvadori, l’ingegnere Convegno Internazionale di Studi su Ruzante, post”), la preziosa ricerca di Emilio Lippi sui capo del Comune Giuseppe Bianco, presentò un svoltosi a Padova e Venezia nel 1997, con il “Testi Pavani della Marca Trevigiana”, l’ampio piano di intervento sui rii. Agli inizi del Nove- patrocinio della Regione Veneto, il contributo excursus di Elisabetta Selmi riguardante “Aspet- cento ci si illuse di poter pulire i rii senza la loro del Comune di Padova e l’apporto diretto del ti della ricezione di Ruzante nel secondo Cinque- “messa in asciutto” mediante le draghe mosse da Centro Interuniversitario di Studi Veneti e delle cento” e la ricostruzione sulla “fortuna” tardiva energia elettrica o a vapore. Si dimenticò che la Università di Padova e di Venezia. La pubblica- del Nostro, effettuata da Franco Fido con il manutenzione dei rii era necessaria anche per la zione, curata da Piermario Vescovo, riordina gli lavoro “Da Maurice Sand a Copeau e oltre: la riparazione delle fondazioni degli edifici. Spes- Atti delle tre giornate di studio suddividendoli in riscoperta di Ruzante in Francia”. so le draghe provocarono dei danni. quattro sezioni. Nella prima parte si possono Giuseppe De Meo Nel 1907 fu istituito il Magistrato alle acque leggere studi e ricerche riguardanti i territori e gli per le provincie venete e Mantova quale organo spazi (sia fisici che culturali) entro cui si svolse competente per il mantenimento del regime idrau- l’attività di Ruzante; nella seconda, accanto ad lico lagunare. Nel 1935 l’ingegner Enrico Miozzi indagini storico-filologiche troviamo studi sul dell’Ufficio tecnico comunale lanciò una propo- plurilinguismo di Ruzante e sulle strutture sta rivoluzionaria, quella di rivestire il fondo dei drammaturgiche del suo teatro. La terza parte canali. Essa fu applicata solo parzialmente. La riunisce alcune analisi di testi dell’autore-attore manutenzione dei canali continuò fino all’ema- patavino, mentre nella quarta sezione compaio- nazione della legge speciale per Venezia n.171 no contributi che arricchiscono la conoscenza del 16 aprile 1973 nella quale non era previsto della produzione letteraria in lingua pavana im- nessun stanziamento per la manutenzione dei mediatamente precedente o coeva al Beolco, canali. Dal 1973 fino alla nuova legge speciale insieme a studi relativi alla ricezione di Ruzante per Venezia del 1984 trascorsero 11 anni di nel secondo Cinquecento o riguardanti la sua completa interruzione dello scavo dei canali. riscoperta in Francia. L’otto aprile 1993 finalmente fu firmato un pro- Nella prima sezione, Gino Benzoni con “Tra tocollo che stabilì definitivamente la destinazio- Padova e Venezia: Beolco” esamina il carattere ne dei fanghi. Dal 1993 a fine del 1998 sono stati dei legami esistenti fra Ruzante e la città lagunare, scavati 108.600 metri cubi di fango. Ne rimango- visti nel più ampio contesto dei rapporti intercor- no da scavare altri 320.700. La tecnica di manu- renti, nel Cinquecento, fra la Dominante e i tenzione dei rii ha subito durante i secoli una territori di terraferma e con Padova in particola- notevole evoluzione. I metodi fondamentalmen- re, la più orgogliosa delle città suddite. Antonella te erano due: l’escavazione a secco e quella a Pietrogrande (“Giardino e luogo scenico nel- umido. Nel primo caso venivano creati degli l’epoca di Ruzante”) analizza alcuni dei luoghi sbarramenti alle due estremità chiamati casseri. scenici che videro le rappresentazioni dell’uo- 39 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

FRANCO FIDO, La serietà del gioco. Svaghi lette- cinquant’anni della nascita di Goldoni, una serie rari e teatrali nel Settecento, Lucca, Maria Pacini di spettacoli goldoniani in più siti teatrali, offerti Fazzi, 1998, 8°, pp. 233, L. 28.000. oltre che da complessi italiani, da compagnie tedesche, francesi, rumene, jugoslave, inglesi, Italianista, docente ad Harvard, fra i maggiori polacche. A scorrere i nomi dei complessi teatra- studiosi di Goldoni, Franco Fido rivolge la sua li italiani ed esteri, dei registi, degli attori, i titoli attenzione, con questo saggio, a quella “gaia delle piéces portate in laguna (al Teatro Verde scienza” che è la letteratura giocosa del Settecen- dell’Isola di San Giorgio Maggiore si poterono to, secolo nel quale “la distanza fra cultura vedere anche alcune rappresentazioni di no giap- ‘paludata’ e ‘leggera’ sembra diminuire” e pren- ponesi nella loro esecuzione più genuina) dal de spazio una “cultura del gioco” intesa come 1934 al 1995, v’è da stupirsi d’entusiasmo per la disposizione positiva verso nuovi modi di cono- grande opportunità offerta dalla Biennale a Ve- scenza. L’autore, senza tralasciare garbate nezia attraverso la cultura del teatro di prosa. punzecchiature contro la seriosità letteraria e Una grande lunga stagione! ricordando che “giocare vuol dire essere seri Piero Zanotto senza prendersi sul serio”, apre un discorso cri- tico su aspetti poco noti della nostra cultura letteraria e teatrale nel secolo dei lumi, sceglien- littica contro la filosofia, i costumi, il nuovo stile do di proposito autori e generi considerati, spes- del secolo”. Un altro importante filone della so a torto, minori. Sei (più un’Appendice su produzione del commediografo veneziano è quel- LUCIANO MORBIATO, Cinema Ordinario. Cento Lorenzo Da Ponte) sono i capitoli che trattano lo dei drammi spagnoleschi, a lungo lasciati anni di spettacolo cinematografico a Padova e in l’interessante argomento, ciascuno dedicato ad giacere nell’oblio da parte di critici e teatranti, provincia, prefazione di Gian Piero Brunetta, un particolare ambito o autore della letteratura sui quali Fido compie una prima ricognizione. Padova, Il Poligrafo, 1998, 4°, ill., L. 40.000. “leggera” dell’epoca. Il capitolo primo esplora il Giuseppe De Meo mondo della novella settecentesca, genere ormai “Siamo un esercito. Partiamo a difendere lo al tramonto dopo i fasti del passato e prima della Zèbre”. L’immaginazione di Daniel Pennac, rifioritura otto-novecentesca, al quale si sostitu- nell’ultimo romanzo sulla saga di Malaussène, irono, nel favore degli autori e del pubblico, la ha portato un intero quartiere parigino a occupa- commedia ed il romanzo. Tracciando una LAMBERTO TREZZINI, Una storia della Biennale re un cinema per salvarlo dalla speculazione tassonomia della novellistica del Settecento, l’au- teatro 1934-1995, Venezia, Marsilio, 1999, 8°, edilizia. L’Italia non è Belleville, ma i segnali di tore ricostruisce momenti significativi per una pp. 204, ill., L. 35.000. ripresa e rinascita del cinema, inteso come luogo storia di questo genere letterario e si sofferma fisico della rappresentazione filmica, ci sono sulla produzione di Gasparo e Carlo Gozzi e, in Storia complessa quella del teatro di prosa tutti: aumento e diversificazione dell’offerta particolare, su quella di Giambattista Casti e di della Biennale a Venezia, settore arrivato ultimo (multisale), conseguente incremento di spettato- Domenico Batacchi, autori di novelle satiriche in fra le due guerre (1934) ad affiancare l’Esposi- ri e, soprattutto, consolidamento della mole di versi di stampo illuminista e libertino. zione d’Arte (1895) e quindi il Festival interna- studi e di iniziative per la salvaguardia e la La tipologia delle forme letterarie ludiche zionale di musica contemporanea e la Mostra conservazione dei vecchi cinema e della loro praticate nel ’700 include le “forme riflesse” internazionale d’arte cinematografica (gli altri memoria. La storia cinematografica locale si della parodia, del pastiche e del remake, che Fido settori che hanno nel tempo ampliato l’attività deve confrontare con la geografia delle sale. Su esamina nel secondo capitolo. Esempio del pri- dell’Ente sono nati dopo il 1945). Iniziativa questa linea, dopo Tempo e passatempo. Pubbli- mo modo, che in Francia e in Inghilterra partita con intenti di coinvolgimento “esterno” co e spettacolo a Treviso tra Otto e Novecento di furoreggiava nei théâtres de la Foire o nella della città, utilizzata (non senza polemiche, rive- Livio Fantina, che una decina di anni fa costitu- veste dei burlesque plays, è fornito da noi dal latesi nel tempo spurie se non del tutto miopi) per iva una delle sue prime uscite, l’editore Il Poligrafo testo Rutzvanscad il Giovine, del nobile dilettan- l’offerta consona e pertinente ch’essa poteva pubblica ora una appassionante storia del cinema te veneziano Zaccaria Valaresso, pubblicato a dare con l’utilizzo di scorci dei suoi scenari (e dei cinema) padovano stilata con accuratezza Venezia nel 1724, rifacimento parodico di un’au- urbani. Ed è rimasta indimenticata la messa in da Luciano Morbiato e promossa dall’Assesso- torevole tragedia in versi di Domenico Lazzarini scena appunto nel 1934, con la regia di Gino rato alla Cultura della Provincia di Padova. del 1720. Curioso caso di emulazione stilistica è Rocca, in Corte del Teatro a San Luca, della Padova ne emerge come capitale del cinema poi quello costituito dal pastiche intitolato La goldoniana Bottega del Caffé, protagonista nel del Veneto, un ruolo che questa città, con la sola sera, vera e propria prosecuzione, ad opera del ruolo di Don Marzio il napoletano Raffaele parentesi della Biennale e della Mostra di Vene- veronese Giambattista Mutinelli, del Giorno di Viviani. Mentre in campo San Trovaso trovava zia, ha saputo conquistarsi generando varie Parini, che il vate lombardo attendeva di conclu- esecuzione la mess’in scena dello shakespearia- sottospecie di “cinefili, cinedipendenti, cineama- dere, dopo la pubblicazione dei primi due poemetti no Mercante di Venezia con la regia di Max tori, cinèfagi, cinetechisti privati, cineclubisti, (Il Mattino e Il Mezzogiorno) appunto con la Reinhardt. Due autentici eventi! composizione, già annunciata, de La Sera. Lamberto Trezzini vi arriva tuttavia dopo ave- Con il capitolo dedicato a Pietro Chiari, l’aba- re doverosamente guardato a quello ch’egli chia- te veneziano emulo e concorrente di Goldoni, ma il “cammino istituzionale della Biennale” e l’autore spezza una lancia in favore di un autore quella che fu a partire dal 1930 la Cooperazione spesso indicato come fautore di consumismo e dello spettacolo, voluta dal regime, alla ricerca, conformismo culturale. Con le sue sessanta fra nella connessione tra Stato e Teatro e con una commedie e tragicommedie, e i numerosi ro- certa demagogia populistica e ideologica, del più manzi, l’onnivoro scrittore si rivelerebbe, con vasto consenso. A Trazzini interressa analizzare tutte le sue ambivalenze e contraddizioni, figura i cambianti che all’interno della Biennale si di “modesta, e tuttavia [...] innegabile portata imposero nel tempo, vuoi per il superamento del culturale”. L’analisi della Marfisa bizzarra è il suo Statuto vuoi, sull’onda ideologica del primo dei due studi che Fido riserva a Carlo Sessantotto, in obbedienza a quella che sarà Gozzi nel quarto capitolo. Degna di figurare fra chiamata la “nuova Biennale”. Dove la spe- le opere maggiori dello scrittore, la Marfisa rimentazione trova spazisempre più generosi. In nasce, come abitudine del combattivo conte, da qulche modo spazzando via il teatro di tradizione un’occasione polemica, quale “diatriba apoca- ch’ebbe ad esempio nel 1957, per i duecento- 40 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

cineforisti, cineguffisti, cinecucchisti (intesi come che, assecondando le variazioni di atteggiamen- iscritti al Centro Universitario Cinematografico) to intervenute, privilegiano ora il momento di e cineautonomisti (soprattutto intesi come fran- difesa della moralità, ora il momento ricreativo, gia degli iscritti ad Autonomia Operaia con forte ora quello assistenziale...”. vocazione ad impadronirsi del suddetto Centro La guerra, insomma, nel momento di massima Universitario Cinematografico)…”. difficoltà per il paese, diventa un dovere, un L’homo cinematographicus patavinus già nel- imperativo etico che viene filtrato, digerito e l’ottobre del 1896, al Teatro Garibaldi, poteva riproposto anche dal mondo dello spettacolo. Il assistere alla prima proiezione di uno spettacolo libro è ricco di citazioni, rimandi, contributi, del “Cinematografo Edison”. Nel 1930, all’Eden, testimonianze, che illuminano di luce nuova la risuonavano le note de Il cantante di Jazz, il storia della cultura e della vita sociale di un’epo- primo film sonoro, cui dovette la sua fama Al ca in cui anche lo spettacolo, sul fronte dell’im- Jolson. Nel 1933, al Bo’, venne discussa la prima maginario, si calava in trincea. tesi italiana di storia del cinema, sancendo Marco Bevilacqua l’acquisizione tra le arti di questa moderna for- ma espressiva. Sorretto da un buon apparato di illustrazioni, il volume è suddiviso in tre parti. La prima, Attraverso una serie di testimonianze, memo- intitolata “Panoramica”, è dedicata alla ricostru- rie di spettacoli, articoli e segnalazioni sulla zione storica della cinematografia patavina: dal- stampa dell’epoca, Fantina ricostruisce un’epo- LETTERATURA le prime proiezioni avventurose, nei teatri o in ca, utilizzando gli eventi e i personaggi dello spazi improvvisati, all’avvento del sonoro, dal spettacolo Ð matrice alla quale hanno aderito MEMORIALISTICA cinema di regime alla crescita esponenziale del sguardi e comportamenti di uomini e donne dopoguerra, dalla concorrenza televisiva di “La- coinvolti più o meno direttamente nella guerra – scia o raddoppia” alla crisi degli anni Settanta- come strumento d’indagine. La storia dello spet- Ottanta, fino al nuovo sviluppo delle multisale. tacolo, sostiene l’autore, è soprattutto storia di un Leopardi e la cultura veneta. Edizioni, auto- La seconda parte, “Sequenza”, contiene oltre pubblico che, entrando a contatto con esso, “se grafi, fortuna, a cura di Giorgio Ronconi, Padova, duecento schede dedicate a ciascuno dei locali ne impadronisce piegandolo alle sue attese, Biblioteca Universitaria, 1998, 8°, pp. 217, ill., s.i.p. cinematografici – ancora attivi e non – della città metabolizzandolo nelle sue esperienze, coagu- e della provincia. Attraverso questa mappa, la landolo in immagini evocatrici, rispecchiandosi é il catalogo della mostra bibliografica che si più completa e aggiornata mai pubblicata, emer- nei fantasmi strappati al testo e trasformati in è tenuta a Padova nel maggio del 1998, in occa- ge la figura dell’architetto Quirino De Giorgio, immagini guida delle proprie sensazioni”. sione del secondo centenario della nascita del autore di numerosi progetti di sale cinematogra- Nei primi anni del Novecento, mutano rapida- poeta di Recanati e in concomitanza col conve- fiche tra cui l’Altino e il Quirinetta, che da lui mente la qualità e la fruibilità degli spettacoli, gno di studi organizzato dall’Università di Pado- assunse la denominazione. che dai teatri e dalle piazze si trasferiscono nei va e dall’Istituto Veneto di scienze lettere ed arti. L’ultima sezione – “Primo Piano” – completa cinematografi, nei politeama, nei cafè chantant, Il Ridotto del Teatro Verdi ha ospitato, per ini- il volume con una serie di approfondimenti su ambienti in cui si realizza una certa eterogeneità ziativa della Biblioteca Universitaria, del Comu- aspetti particolari legati al cinema, dalle espe- di pubblico, una sorta di nuova “promiscuità” tra ne di Padova e della Giunta nazionale leopardiana, rienze di gestori e proiezionisti celebri, dalla uomini e donne, soprattutto giovani, sconosciuta una vasta scelta di manoscritti e volumi, nell’inten- storia dell’associazionismo ai film girati in città. nell’Ottocento. In particolare il cinema, superate to di disegnare la mappa dei rapporti tra Leopardi Il volume, tra l’altro, contiene i testi di molte le prime difficoltà tecniche, a furore di popolo e la cultura, la letteratura, l’editoria veneta. recensioni e segnalazioni d’epoca, tra cui i cele- “diventa la nuova carta topografica delle cono- “Vi entrò recanatese, uscì cittadino del mon- bri commenti dell’erudito Ettore Rassi, sulle scenze, dei sentimenti, delle aspirazioni, delle do”, diceva De Sanctis a proposito di quell’im- pagine de Il Veneto negli anni Venti-Trenta, e fedi, strumento di conoscenza e orientamento, su mensa esperienza umana che fu per il giovanis- successivamente, dopo la Liberazione, su quelle cui si sperimentano i nuovi sentieri del compor- simo Leopardi la frequentazione della biblioteca de Il Gazzettino. Apprezzabile la scelta di inseri- tamento e dei sentimenti collettivi”. del padre Monaldo. E di ordine innanzitutto re, in appendice, un dettagliato e utile indice La guerra, però, rimescola le carte, riporta in librario sono i rapporti tra il poeta dell’Infinito e dei nomi. auge talenti e professioni desueti. Nelle campa- il Veneto, regione che non ha avuto un ruolo Marco Bevilacqua gne e nei paesi tornano i cantastorie, i musicanti, importante nella sua biografia (incentrata sul- i domatori, gli uomini forzuti e i burattinai. l’asse Bologna-Firenze-Napoli oltre che sul “na- Anche nelle città del NordEst mutano clima e tio borgo selvaggio”) ma assai presente nella sua gusto, si impongono nuove necessità. E così, “le formazione culturale. tragiche dinamiche messe in campo dalla guerra I saggi di Giorgio Ronconi, Oddone Longo, LIVIO FANTINA, Le trincee dell’immaginario. si rispecchiano ben presto, come in uno spec- Giuliano Tamani, Guido Baldassarri e Rolando Spettacoli e spettatori nella grande guerra, Ve- chio, nelle modalità e nella concezione dello Damiani mettono in evidenza, attraverso lo rona, Cierre, 1998, 8°, pp. 160, ill., L. 26.000. spettacolo”. Zibaldone e i testi antologizzati nella Crestomazia Lo spettacolo leggero conosce un periodo di italiana, il legame di Leopardi con scrittori veneti é davvero indovinato il titolo di questo libro, abbandono e di disinteresse, comprensibile dato quali Melchiorre Cesarotti, Gasparo Gozzi, ultima fatica di un autore, Livio Fantina, apprez- il clima nazionalistico e irredentista di un paese Scipione Maffei (per far solo alcuni nomi), e zato per l’originalità delle sue ricerche nel cam- in guerra, in cui la tragicità degli eventi spinge il quello ancor più corposo, se pur forse più ester- po della fotografia e del cinema. é quello che si pubblico a privilegiare e a identificarsi in spetta- no, con l’editoria della Serenissima, così fiorente dice, da un punto di vista editoriale, un titolo coli “tragici”, a forte contenuto etico, in una nel Settecento da costituire per un dotto di riuscito, evocativo e accattivante. Tema di que- parola “impegnati”. “Persino le variazioni di Recanati una sorgente inesauribile di letture. sto lavoro, che rientra nel novero delle pubbli- atteggiamento nei confronti della guerra che Sfogliando il catatogo ci si imbatte così, per cazioni promosse dall’Istituto per la Storia della emergono ad esempio tra il clero trevigiano, così esempio, nel frontespizio del Verter stampato a Resistenza e della società contemporanea della attento a non perdere i contatti con la sensibilità Venezia, presso Giuseppe Rosa, nel 1796: pro- Marca Trevigiana, è l’immaginario, i modelli popolare [...], si riflettono Ð sottolinea Fantina Ð prio in questa versione, opera del medico pado- “estetici” in voga nel Veneto, e in particolare nella messa a disposizione delle proprie sedi, vano Michiel Salom, Leopardi conobbe ed amò nel trevigiano, negli anni del primo conflitto persino il prestigioso palazzo Filodrammatici, il romanzo di Goethe. mondiale. per allestire le case del soldato, spazi istituzionali Giuseppe Sandrini 41 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

ANTONIA ARSLAN, Dame, galline e regine. La Teresa, che è del 1886 (per non parlare di altri scrittura femminile italiana fra ’800 e ’900, romanzi, come Sogno o Anima sola), l’autrice, Milano, Guerini, 1998, 8°, pp. 221, L. 32.000. nel disegnare con estrema lucidità la “fisiologia della zitellona”, pone davanti agli occhi delle Antonia Arslan da almeno un ventennio sta lettrici e dei lettori il destino di quelle legioni di dedicando energie ed intelligenza allo studio ragazze non sposate, intristite nel chiuso delle della letteratura femminile italiana. Da tempo la case, senza un uomo o un futuro per colpa di sua attenzione si è appuntata particolarmente sul parenti egoisti, denuncia in modo realistico la periodo che va dal 1860 Ð anno in cui fu procla- condizione femminile. mata l’Unità d’Italia – al 1914 – data di inizio Accanto a Neera, Contessa Lara, scrittrice della Prima Guerra mondiale. Periodo partico- dalla vita trascorsa in un aura scandalistica di larmente interessante poiché è in questi anni che amori irregolari. Dotata di una intelligenza comincia a emergere e ad affermarsi anche da noi intuitiva e di una elegante facilità di immagina- una moderna produzione di romanzi, novelle, zione e di scrittura, Contessa Lara fu vittima di poesie scritte da donne. una fragilità tipicamente femminile che le fece La convinzione che è alla base di tutti i saggi ricercare per tutta la vita un uomo a cui appog- contenuti nella presente silloge è che la nascita di giarsi. Le sue pagine sono basate su una malinco- una letteratura al femminile otto-novecentesca nica e disincantata disillusione e sul disegno di può essere compresa solo prendendo le mosse proporre un impietoso bilancio dell’eterno dal momento in cui cominciò ad imporsi anche dualismo tra il maschile e il femminile. Le pagi- da noi una letteratura popolare di consumo, tra ne forse più significative scritte da Lara sono cui fanno spicco da una parte i romanzi d’appen- contenute nelle sue due favole: Una famiglia di dice, dall’altra i cosiddetti romanzi “rosa”. Sco- topi e La bambola. Se il tema dominante della chiave di una vita appagata”. Ebbene, a questo po di queste opere è solo l’intrattenimento e, se prima è il bisogno di protezione e di reciproco ideale la Caminer donò tutto: la sua intelligenza, vogliamo, un blando effetto pedagogico. Ma conforto, nella seconda, oltre al disegno del le sue energie, i suoi beni materiali tanto che assai interessante è il fatto che tra il pubblico crudele destino di decadenza della piccola prota- dovette indebitarsi per fare andare avanti il “Nuo- sempre più vasto attirato da queste letture d’eva- gonista, viene dissacrato l’istituto della famiglia. vo Giornale Enciclopedico d’Italia”. sione, si fanno di anno in anno più numerose le Di non minore suggestione è l’analisi che, Il libro presenta una biografia a tutto tondo donne, il cui livello di vita sta migliorando ed entro la vastità davvero sorprendente del panora- della Caminer. Attraverso la riflessione sul car- hanno pertanto più tempo libero da dedicare ai ma letterario al femminile a cavallo tra Ottocento teggio e la ricostruzione delle querelles di cui fu libri. Non solo, ma questo nuovo pubblico di e Novecento, il volume dedica Ð come per esem- protagonista, Rita Unfer tratteggia un profilo lettrici sollecita la nascita di una letteratura po- plificare le tesi che vi sono proposte – all’esame biografico in cui la Caminer emerge nella pie- polare al femminile. E le scrittrici, che parlano puntiglioso di due romanzi di Neera: Teresa e nezza della sua vitalità. Il pregio del volume sta alle donne e offrono loro sogni da seguire per Crevalcuore. Secondo l’Arslan il primo può proprio nel presentarci una donna viva, che non sfuggire alla realtà, fatta di subordinazioni e di essere considerato un vero e proprio Bil- si ritrae di fronte alle avversità, consapevole del emarginazioni, si moltiplicano. A loro si affian- dungsroman al femminile; nel secondo assistia- proprio ruolo di intellettuale, pronta a battersi per carono ben presto, su un piano di letteratura più mo al rovesciamento di alcuni stereotipi della i suoi ideali anche se ciò poteva costringerla “alta” un’ampia schiera di romanziere e di letteratura femminile. La protagonista viene do- all’isolamento. Molti furono gli ostacoli che novellatrici: una vera e propria “galassia som- tata di una intelligenza volitiva, il protagonista dovette superare in questo suo tragitto culturale: mersa” che in parte attende ancor oggi una sua maschile invece di un carattere femmineamente dalle feroci critiche di Carlo Gozzi, alle censure più esatta rivalutazione: essere cioè giudicata debole ed insicuro. é con romanzi come questi cui era costretto il suo giornale. Ma ciò che non con gli stessi criteri usati per un Verga o un che la produzione letteraria al femminile a caval- le fu perdonato dagli ambienti veneziano e d’Annunzio, fuori da ogni preclusione. È questo lo dei due secoli riesce a liberarsi dai lacci delle vicentino fu la sua libertà di interpretare il ruolo il compito che le parti componenti la presente tematiche e dei modi della produzione d’evasio- di donna: per le convenzioni dell’epoca ella antologia, in cui sono raccolti tutti gli interventi ne (d’appendice o rosa che sia) e ad assumere in rappresentò un modello negativo in quanto fu critici dell’autrice sull’argomento dal 1980 ad pieno la dignità di letteratura “alta”. portatrice di un’idea non subalterna della donna. oggi, si propongono. Dall’itinerario critico di Giuseppe Fort Questo atteggiamento, per l’epoca rivoluziona- Antonia Arslan emerge una vera e propria storia rio, le sue elevate capacità dirigenziali, la visione letteraria al femminile otto-novecentesca. Fina- militante-progressista della cultura non poteva- lità comune alla scrittura femminile del periodo no che sollevarle l’opposizione dei settori con- è quello di assecondare il desiderio di riscatto e servatori veneti e veneziani. di autorealizzazione delle donne anche in carrie- Elisabetta Caminer Turra (1751-1796). Una let- Il saggio della Unfer, che si appresta a pubbli- re fino ad allora riservate agli uomini. Queste terata veneta verso l’Europa, a cura di Rita care il carteggio della Caminer, è affiancato da produzioni letterarie si tengono tuttavia lontane Unfer Lukoschik, Verona, Essedue, 1998, 16°, altri due molto importanti interventi: quello di dal proporre soluzioni apertamente femministe e pp. 125, L. 20.000. Calogero Farinella dal titolo “Nel giornale di una contrapposizione recisa agli uomini e al- Bettina”. Elisabetta Caminer Turra e alcuni l’ambiente. Anzi la caratteristica comune di tale Nella protagonista de La Bella e la Bestia, la amici veronesi; quello di Catherine M. Sama, letteratura è quella di oscillare tra il proposito di famosa favola settecentesca di Jeanne Marie Le Verso un teatro moderno. La polemica tra Elisa- evidenziare l’importanza fondamentale per le Prince de Beaumont, si può trovare la chiave betta Caminer e Carlo Gozzi. donne dell’amore (coniugale, materno, filiale) interpretativa di quella che fu la vicenda intellet- Il libro ha accompagnato la mostra come elemento portante della loro affermazione tuale di una grande donna: Elisabetta Caminer bibliografica, curata dalla stessa Unfer e da e quello di esaltare il loro nascente protagonismo. Turra. Infatti la sua battaglia in campo culturale, Agostino Contò e Claudio Gallo, allestita presso Entro questa cornice culturale comune si collo- il raggiungimento della felicità umana, non ri- la Biblioteca Civica di Verona dal 27 novembre cano i profili che il volume dedica ad alcune delle fletteva altro che l’ideale, espresso allegorica- 1998 al 20 febbraio 1999. All’inaugurazione, si più importanti protagoniste letterarie dell’epoca. mente, della fiaba: “ciò che conta – scrive la è tenuta una tavola rotonda a cui hanno parteci- Prima di tutte Neera, “spregiudicata e riflessi- curatrice – non è la nobiltà di nascita se essa non pato la curatrice del volume e gli autori degli altri va insieme”, dotata di un certo pessimismo è accompagnata dalla nobiltà dei sentimenti e due interventi contenuti nel libro, Luciano Guer- melanconico e allo stesso tempo di una profonda come siano generosità d’animo, altruismo e la ci, Franco Fido, Volker Kapp. Ad aprire i lavori passionalità, i cui romanzi presentano protagoni- serena disponibilità a far parte integrante ed il direttore della Biblioteca Civica Ennio Sandal. ste in bilico tra azione e frustrazione. Così in attiva del consorzio umano ad essere l’unica Cinzio Gibin 42 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

L’opera di Diego Valeri, a cura di Gloria Man- Diego Valeri, di Angelo Ferrarini; Il “primo giornali e riviste, contenti notizie di o su Valeri. ghetti, Atti del Convegno nazionale di studi tempo” della poesia di Valeri. Le raccolte giova- La numerazione progressiva dei volumi e artico- (Piove di Sacco, 29-30 novembre 1996), Piove di nili (1908-1913), di Milena Albertin. li è funzionale ad un opportuno e utile indice per Sacco (PD), Biblioteca Comunale, 1998, 8°, pp. Il volume costituisce un approfondimento e autori, che ne agevola la consultazione. 177, ill., s.i.p. una riproposizione della poesia valeriana, del Il volume raccoglie anche una ponderosa se- suo modo di esprimersi semplice, apparente- conda parte di elenchi tematici dedicati a Diego Nato a Piove di Sacco nel 1887, morto nel mente immediato, ma in realtà frutto di un lavo- Valeri, che occupano le pagine da 73 a 128. Si 1976, Diego Valeri si è formato a Padova ed ha rio intenso e di un estro originale. Il Convegno, tratta di cinque bibliografie, tutte ordinate vissuto tra Padova e Venezia. Il poeta e scrittore ricco di presenze e di contributi offerti al poeta cronologicamente, rispettivamente relative: ai veneto, uno dei più significativi del nostro seco- veneto, è stato anche occasione di intitolare numerosi scritti di Diego Valeri; ai testi di Valeri lo, con un ruolo riconosciuto anche nella lettera- ufficialmente la Biblioteca comunale di Piove di specificatamente dedicati alle due città della sua tura nazionale, ha mantenuto un legame di me- Sacco a Diego Valeri e di accogliere in una vita, Padova e Venezia; agli scritti di Valeri in moria verso la Saccisica e il paese natio, sul quale apposita sezione della Biblioteca la parte della altre lingue, con pubblicazioni in altre lingue di ha scritto poche ma accorate e mirabili pagine. Il biblioteca privata di Valeri che è stata donata suoi testi e poesie, articolati per lingua; alle opere Convegno ha inteso rinsaldare questo legame e dalla figlia alla città, in ricordo perenne del tradotte da Diego Valeri (dal francese, dal tede- raccogliere una serie di testimonianze e riflessio- proprio padre. sco, traduzione dei vangeli); agli scritti su Diego ni di amici di Valeri e di studiosi veneti. Pier Giorgio Tiozzo Valeri, un’ampia rassegna, che parte dal 1926 ed Dopo l’introduzione della curatrice, la mag- arriva al 1996. giore studiosa di Valeri, vengono pubblicati in- Pier Giorgio Tiozzo terventi di vario genere. Si parte dalle testimo- nianze, come quella di Vanni Ronsisvalle (regi- sta del filmato-intervista RAI “Incontri: Diego CITTË DI PIOVE DI SACCO - BIBLIOTECA COMUNALE Valeri”, del 1969, riproposto in occasione del “DIEGO VALERI”, Catalogo del Fondo Diego Convegno) e Il mio Diego: uomo di gentilezza di Valeri, a cura di Paola Scapin, Raffaella Zannato, ELIO BARTOLINI, Vita di Giacomo Casanova, Gian Antonio Cibotto (che ha ricordato l’amico Antonio Zanon, introd.di Gloria Manghetti, Pio- Milano, Mondadori, 1998, pp. 426, L. 32000. con sette ricordi, metaforicamente sette rose ve di Sacco (PD), Biblioteca Comunale, 1998, 8°, rosse poste sulla sua tomba), ma anche i ricordi pp. XIV-128, 3 ill., s.i.p. é questa la quarta volta che Elio Bartolini, di Milena Milani e di Andrea Zanzotto, interven- scrittore friulano che festeggia nel 1999 mezzo ti di Antonella Anedda, Enrico Gusella, Giovan- Donato al centro della Saccisica nel 1996 dalla secolo di attività, con un’ampia esperienza di ni Salmaso. Si hanno quindi visitazioni dei rap- figlia del poeta veneto Diego Valeri, il Fondo sceneggiatore cinematografico e un film Ð L’al- porti dello scrittore con il mondo veneto, propo- viene conservato nella Biblioteca comunale ed è tro Dio Ð da lui diretto nel 1975 e ambientato a sti da Paolo Tieto per quanto riguarda il paese costituito da quasi 600 documenti (tra libri, estrat- Marghera, si accosta alla figura di Giacomo natio (Piove di Sacco nelle poesie e in altri scritti ti, fotografie e articoli) e 300 pezzi (ritagli di Casanova. Lo fece in prima battuta vent’anni fà di Diego Valeri) e da Silvio Ramat (Città di giornali e riviste) contenuti in otto cartelle. Que- con Il duello ovvero Saggio della vita di G. C. Valeri) per la rappresentazione delle diverse sto materiale si aggiunge ad altra documentazio- Veneziano. Vi ritornò pubblicando Le 33 lettere città venete, con particolare riferimento a Pado- ne lasciata dalla famiglia alla Fondazione Gior- di Francesca Buschini e Giacomo Casanova e va e a Venezia. La parte prevalente è opportuna- gio Cini di Venezia nel 1977, in occasione del diede alle stampe nel 1994 Casanova dalla feli- mente occupata da riflessioni sulla poesia: lettu- convegno tenuto ad un anno dalla scomparsa, e cità alla morte. re del solitario e moderno percorso poetico di un fondo lasciato da Valeri stesso, nel 1975, Ha dunque esplorato a fondo la natura del valeriano con Diego Valeri: gli inizi. Dialogo alla Biblioteca del Centro interdipartimentale di controverso personaggio, affidandosi per questo filtrato con l’avanguardia, di Ugo Piscopo (che Palazzo Maldura dell’Università di Padova. “romanzo biografico” non soltanto alle indi- evidenzia il suo percorso al di fuori dell’avan- La pubblicazione del Catalogo consente spensabili pagine de l’Histoire de ma vie scritte guardia poetica) e Valeri, Verlaine e la moderni- un’ampia diffusione delle informazioni inerenti da Giacomo di suo pugno, bensì portando alla tà, di Mario Richter; il legame con Palazzeschi i materiali conservati ed una più efficace consul- luce carteggi e documenti d’epoca e quanto di analizzato da Gloria Manghetti (“Gli amici poe- tazione. importante han testimoniato storici e studiosi ti”: Aldo Palazzeschi e Diego Valeri); L’ultimo Dopo la presentazione di Giorgio Bovo e non soltanto italiani in questo secolo. Una vita Valeri di “Calle al vento” rivisto da Cesare l’introduzione di Gloria Manghetti, che illustra a tumultuosa, come ben sappiamo, dissipata il più Galimberti; proposte di riflessione più comples- grandi linee il materiale e il percorso fatto, la nota delle volte dal Protagonista per desiderio di ri- siva come Il poeta e la poesia nella scrittura di tecnica dei curatori apre il Catalogo, ordinato schio e di avventura. Dalle pagine di Elio alfabeticamente e per numero d’ordine crescen- Bartolini, di bella forza narrativa, la figura di te, con descrizione catalografica redatta sugli Giacomo Casanova si staglia come incastonata standard Isbd, ordinata per titolo, e indicante la nello sfondo di Venezia, dell’Italia e dell’Europa collocazione del Fondo (la suddivisione, creata con molti degli eventi storici del Settecento, appositamente per la sezione, rispecchia la secolo percorso dai lucidi fremiti dell’Illu- tipologia dei documenti, articolandosi in poesia, minismo. Ed è seguita, pedinata fin nell’intimo prosa distinta per argomenti, traduzioni, scritti di eventi anche appena sussurrati sfocianti in su Valeri, libri e riviste vari, vangeli, cartelle di altri di eclatante dilatazione come la fuga del ritagli di giornale, fotografie). Il Catalogo si personaggio dai Piombi dove il rigore delle leggi articola in tre parti. Innanzitutto 467 schede di della Serenissima lo avevano relegato. Dalla volumi di contenuto e genere diversi (con testi nascita alla crepuscolare avvilita fine nel Castel- anche di Valeri), all’interno della quali vengono lo di Dux in Boemia dov’era ormai esiliato con comprese 44 estratti e 4 fotografie. Nella descri- mansione di bibliotecario dopo avere perduto la zione abbondano le note, con indicazione di stima di quanti, nobili ed ecclesiastici, lo aveva- eventuali dediche, segni e firme, precisazione su no a lungo protetto. eventuali segnature di Valeri contenute all’inter- Spirito eclettico e arguto osservatore. é questo no. Seguono un elenco di 89 articoli (indicati per che emerge dal puntiglioso affascinante ritratto titolo), di e su Valeri, raccolti da 46 testate che ne fa Bartolini, facendo prevalere in modo diverse, e il catalogo delle cartelle di ritagli di consono sugli aspetti mondani la dimensione del articoli (i 300 pezzi contenuti in otto cartelle, Casanova narratore e letterato. Identità culturale così come pervenute alla Biblioteca), tratti da di molte sfumature, talvolta contraddittoria e 43 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

perfino enigmatica, permeata di edonismo con davvero di fronte a un auditorium addormentato, GIAN GIACOMO CAPPELLARO, Porta Altinia, con nel fondo di sé un istinto autodistruttivo. Dun- che applaudiva sveglissimo quando l’attore alla una nota di Andrea Zanzotto, Venezia, Centro que, di un vitalismo venato di tristezza (e così lo ribalta fingeva di andarsene discreto senza far Internazionale della Grafica, 1998, 8°, pp. 115, vide nel suo film Federico Fellini). Romanzo rumore. E quindi tornava fintamente meraviglia- ill. s.i.p. esaustivo quindi sulla vita di Giacomo Casanova to: Come? Ve seu svegliai? No l’avaria credudo... questo di Elio Bartolini? Di certo compendia e / Dasseno me despiase... scusème... Ve saludo! Il personaggio, se così si può dire, con il quale risistema con solare dovizioso rigore quanto Piero Zanotto inizia Porta Altinia è un’ape, anzi, un’“ape vaga- finora era stato scritto anche autorevolmente su bonda” che ronza nel giardino... Notazione inso- di lui da illustri indagatori. lita, forse, ma poco dopo ci si trova già di fronte Piero Zanotto a un’“inquadratura” (proprio come in una ripresa cinematografica) dalla Stazione Ferroviaria e, DANIELA MILANI VIANELLO, Fondamenta dei ve- pian piano, si dipana il racconto. é il ritratto di trai, pref. di Giovanni Sarpellon, Venezia, Cen- una città “umile, cordiale e afflitta da una povertà tro Internazionale della Grafica, 1997, 8°, pp. diffusa, con i suoi usi e costumi di vita, i suoi DOMENICO VARAGNOLO, Sie monologhi venezia- 126, ill., s.i.p. linguaggi, i personaggi bizzarri”, ricorda l’Auto- ni, Venezia, Associazione “Il Teatro alla moda”, re, un ritratto fra le due guerre mondiali in un 1999, 8°, pp. 83, ill. Una piccola isola della laguna veneziana, dal- momento di relativa tranquillità e speranza. le lontane origini contadine, oggi famosa tanto Pagina dopo pagina si incontrano fatti, perso- Il 20 agosto 1949 moriva tragicamente a 67 quanto la nobile Venezia: “l’isola dei vetri d’ar- naggi, avvenimenti speciali, ma anche piccole anni Domenico Varagnolo. Uno degli ultimi te” – arte che valse ai suoi “maestri” diritti cose quotidiane. Ecco allora la passeggiata do- sensibili cantori attraverso la poesia e il teatro equiparabili alla classe dominante. E, nell’isola, menicale delle ragazze, i nomignoli fra paesani e vernacolo dell’anima popolare e piccolo borghe- una fondamenta che ne costeggia il canale più la gita al mare; la “beghina” dal “cappellino a se veneziana. Di una vene colorita e insieme importante: Fondamenta dei Vetrai. Lungo que- frittola [...] che si è assunta il disperato compito ricca di ritrosie, come rivelano anche questi versi ste sponde, a metà Settecento, si snodano le di governare la moralità del quartiere”; l’attac- scritti per il sonetto intitolato “Presentazion”, vicende di una serie di personaggi, i cui nomi chino affetto da una dissenteria perniciosa che attraverso i quali egli si diceva perplesso della riecheggiano quelli di famiglie realmente vissute gli valse a vita il titolo di “Cagazalo”; il tram sua attività poetica. Si chiedeva in essi infatti: all’epoca, ma le cui storie nascono dalla brillante chiassoso che faceva vibrare ogni cosa al suo “Sògio un poeta?... Ma! mi ve confesso / che fantasia di Daniela Milani Vianello. passaggio; le merendate e il bancone delle angu- proprio garantirvelo no posso, / per el semplice Alvise, Chiara e Contarina, tre personaggi rie che segnava l’arrivo della bella stagione; le fato che, mi stesso, / soto soto aspeto qua, no me diversi, ma le cui vite, nel bene e nel male, sono foto in posa e le canzonette... conosso”. Varagnolo donò molto di sé, del suo indissolubilmente legate all’arte del vetro e alle Una panoramica di ricordi, grandi e piccoli, amore per Venezia, al teatro. Sue commedie botteghe dei vetrai. Storie di passioni brucianti ricordi preziosi perché lontani – tanto da assume- come Matina de nozze recitata dalla compagnia come le fornaci, di amori ancora da scoprire re quasi il tono dolce di una favola Ð, ma ancor di Ferruccio Benini il 20 febbraio 1911 al Teatro come i tesori nascosti, di passioni ormai sopite o più preziosi perché vissuti con gli occhi di bam- Goldoni, che segnò il suo esordio in questa abbandonate come alcune antiche botteghe bino, e con lo stesso “sguardo” raccontati. disciplina “specchio della vita nei suoi momenti dismesse. E ancora tradimenti alla devozione Susanna Falchero anche minimi eppur altissimi”, o ancora I quadri amorosa o alla tradizione di bottega, scoperte rititolata La dote di Gigeta, furono espressioni sensuali e affascinanti, incontri fra esistenze a sincere di uno stato mentale che sapeva vibrare metà fra la magia e la vita quotidiana... Storie per ogni palpito della sua città. “Posso peraltro raccontate con delicatezza e maestria, accompa- dir, cussì a un dipresso, / che, senza andar in gnate da preziose illustrazioni d’epoca e da un ALVISE Z ORZI, San Marco per sempre. Una storia fregole a ogni costo, / dele volte me basta anca un piccolo glossario. mai raccontata, Milano, Mondadori, 1998, 8°, sempiesso per sentirme nel’anima comosso”, Fondamenta dei vetrai è indubbiamente una pp. 315, L. 32.000. come ebbe a confessare sempre nel sonetto cita- lettura piacevole Ð oltre che interessante Ð che to. Era anche stato uomo pubblico, avendo creato affascina senza mai stancare, ma rappresenta In un intarsio esemplare di passato e attualità nell’ambito della Biennale con sicuro entisiasmo soprattutto un sentito tributo alla piccola, ma che conduce il lettore a capire l’odierna vicenda e competenza, chiamato nel 1906, appena grande, Murano. politica e soprattutto economica del Nordest del ventiquattrenne, come suo stretto collaboratore Susanna Falchero nostro paese, le pagine di questo libro raccontano da Antonio Fradeletto che dell’Ente era il segre- gli accadimenti della gente veneta nel corso dei tario generale, l’Archivio storico. secoli: dai giorni della Roma imperiale di cui i Alcuni suoi celebri monologhi, sei per l’esat- Veneti furono fedeli alleati, via via nel tempo tezza, furono oggetto di un volumetto assai dif- quando con tenacia e spinti da imperiosi eventi fuso dopo la morte. Vengono ora ripubblicati con diventarono gli artefici del “primo autentico lo stesso titolo, con un ritratto del Varagnolo in miracolo veneto”, la nascita di Venezia. Con lo copertina di Alessandro Milesi risalente al 1929 sfaldarsi della millenaria Repubblica del Leone, e all’interno alcuni disegni illustrativi del pittore nei domini ch’essa aveva raccolto sotto la sua Clauco Benito Tiozzo. Fornito di una approfon- bandiera si assiste ad atteggiamenti contrappo- dita prefazione di Bruno Rosada che esamina i sti: mentre da parte delle varie Signorie locali è testi collocandoli nell’atmosfera storica dei gior- evidente l’insofferenza (e quindi la latente e ora ni in cui essi furono via via scritti, vale a dire tra palese infedeltà) nei confronti del Governo ve- il 1904 e il 1920. neziano, proprio gli umili, i popoli del bresciano, Il primo e forse il più conosciuto dei sei del bergamasco e d’altre realtà difesero come monologhi si chiama Il Cale. Ritratto di una poterono, a oltranza e con sacrificio, la bandiera Venezia povera, popolare, ricca di dignitosi sus- marciana dalle cupidigie degli eserciti stranieri. sulti, collocata alla Tana, nei pressi dell’Arsena- Non amata dunque dalle classi privilegiate, nel le. Testo squisitamente teatrale, perché articola- fondo rissose per cupidigia di potere, la Domi- to con abile coinvolgimento del pubblico. Al- nante riscosse invece dai popoli che ne formaro- l’inizio invitato a serar i oci per meglio immagi- no per quattro secoli il suo tessuto sentimenti narsi ciò che gli si andava raccontando, e alla fine sinceri di lealtà. Zorzi percorre la storia del fingendo di trovarsi dopo tanta lunga litania Nordest con esemplare puntiglio documentario 44 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

anche nel dopo Venezia: la miseria che rischiò di che era o sembrava felice. Il docente vede i suoi sovrannaturale alla nostra comune fisicità. An- soffocare le sue genti, costringendole ad una colleghi Ð il preside retore e pavido, il siciliano che in un autobus, Bene e Male si fronteggiano emigrazione di massa; la sofferenza recata nelle grafomane e traffichino, il frequentatore di oste- camuffati (non lo sono sempre?), lei seducente in sue carni dalla Grande Guerra; la triste vicenda rie, l’esibizionista laico, l’operaista parolaio – minigonna inguinale, lui in jeans e giubbotto: a dal Fascismo portatore di illusoria stabilità; quindi come delle macchiette. chi legge il gusto di scoprire quale delle due la vicenda della Resistenza durante il secondo Davanti alla contestazione studentesca i do- identità riuscirà a prevalere. conflitto. La dura ricostruzione e infine il mira- centi si dividono ma le ragioni del loro atteggia- Marco Bevilacqua colo economico che ha portato il Nordest ad mento non hanno una motivazione profonda. Il essere protagonista (non sempre benevolmente professore non sa vedere nessuna via d’uscita guardato) di dibattiti politici amplificati dalla fi- che non sia un cambiamento di mestiere pura- nestra televisiva. mente velleitario. La fragilità del professor Alberti Piero Zanotto è rimasta nascosta per anni, esattamente come quella della scuola. L’idea di cambiare profes- STORIA sione è una fuga, soltanto una velleità. Il viaggio a Roma, alla sede del Ministero della Pubblica istruzione, per un incontro con il ministro che è DON ARMANDO TREVISIOL, Diario di un parroco loro concittadino, del provveditore agli studi, dei Veneziani in Levante, musulmani a Venezia, a di periferia, Padova, Il Prato, 1998, 8°, pp. 239, presidi, dei docenti e degli studenti contestato- cura di F. Lucchetta, Roma, Herder, 1997, 8°, ill. L. 25.000. ri è una specie di pellegrinaggio verso il nulla. A pp. 176, L. 45.000. conclusione dell’anno terribile il docente Il Diario di don Armando Trevisiol uscì, nella trevigiano di storia e filosofia è consapevole Uscito come supplemento monografico della sua “prima parte” (1974-1986) in occasione dei che molte certezza se ne sono andate defini- rivista ÇQuaderni di studi arabiÈ, il presente 25 anni di sacerdozio. Il volume che invece oggi tivamente. volume offre al lettore una serie di contributi sui possiamo leggere contiene, oltre alla riedizione Elio Franzin personaggi e sulle merci che nell’Età Moderna della prima parte, l’“aggiornamento” dell’ulti- percorsero le vie del Mediterraneo, quelle vie mo decennio. che univano la città dei dogi con quelle del Immaginando di rivolgersi a un pubblico più Bosforo e i suoi dominî. Pur nel rigore dell’inda- ampio e variegato di quello che assiste alle pre- gine scientifica e di un puntiglioso ricorso alle diche domenicali, Trevisiol ha settimanalmente Viaggi con mezzi pubblici di trasporto, a cura di fonti documentarie, gli autori presentano perso- pubblicato su una rivista parrocchiale i pensieri Giulio Mozzi e Marina Bastianello, Padova, Il naggi le cui vicende sembrano uscite da qualche e le riflessioni che la “vita da parroco” gli ha Poligrafo, 1998, 16°, pp. 138, L. 16.000. romanzo di ambiente orientale. suscitato. Pensieri che riflettono “un’immagine Giovani cristiani fatti prigionieri dai turchi e e una testimonianza di prete un po’ diversa dagli “Viaggiare. Arrivare. E sapere che bisogna convertitisi all’Islam, medici ebrei e cristiani che archetipi tradizionali di sacerdote, tutto chiesa e scendere”. Tre frasi a significare il viaggio, che operavano contemporaneamente tanto nella casa compunzione” – come ci ricorda lo stesso autore è il tema proposto per la seconda edizione di una del bailo veneziano quanto nel serraglio del – e che, proprio per questo, rendono ancora più selezione di racconti, promossa dall’Arci Nuova sultano, tenendo i contatti tra questi due mondi, preziosa e piacevole la lettura del suo Diario. Associazione di Padova con il patrocinio della sono i protagonisti del saggio curato da France- Susanna Falchero Amministrazione Provinciale. Questo libricci- sca Lucchetta che puntigliosamente, giorno dopo no, curato da Giulio Mozzi e Marina Bastianello, giorno, anno dopo anno, segue le loro vicende. riunisce quattordici di questi racconti di gente Alcuni hanno sorti drammatiche, come il nobile che viaggia, apprezzabile contributo di analisi veneziano Marino Pesaro, catturato giovanetto e poetica di questa dimensione dell’universo quo- morto poco più che ventenne, oppure Ercole ENZO FONTANA, I mandarini della piccola Atene, tidiano. Martinengo, catturato sotto le mura di Famagosta Treviso, Santi Quaranta, 1999, 8°, pp. 162, L. Un’umanità che viaggia, si incontra e forse e ferocemente evirato, o ancora come il figlio 20.000. non si rincontrerà mai più; tutti i giorni, alla naturale del viceré di Sicilia, don Diego di stessa ora, le stesse azioni ripetute alla noia, alla Vigliena, che invano tentò di fuggire e tornare in Come è stata vissuta la contestazione studen- nausea: salire, scendere, fermate, stazioni, treni, cristianità. tesca, esplosa nel 1968/69, anche nelle città e nei autobus, stesse strade, stessa gente, ma anche no. Sempre veneziani in Levante sono i protago- piccoli centri di provincia, dai docenti? Non sono Forse la realtà più ordinaria nasconde sfac- nisti del saggio di A. Akif Erdoyru. Si tratta però moltissime le loro testimonianze. Enzo Fontana, cettature, angoli visuali inattesi. Già, perché se ti di mercanti che lasciarono volontariamente la trevigiano, docente di storia e filosofia nel liceo soffermi un attimo, con l’attenzione scientifica patria per andare a commerciare nella lontana locale, ha scelto per raccontarlo lo strumento del dell’osservatore, ad osservare quegli attimi che ti Cipro. Una comune affermazione tra gli storici è romanzo breve. possono sembrare ripetizioni banali e perdono che siano soprattutto le liti a lasciare traccia negli Il racconto del protagonista, docente di storia nel ripetersi il loro senso e il loro colore, azioni archivi, e infatti qui troviamo sentenze di una e filosofia, comincia con un misterioso e confuso apparentemente così meccaniche riacquistano la corte di giustizia islamica che cercava di com- malore che lo colpisce il 7 dicembre 1968, men- loro cifra di imprevedibile novità. porre i dissidi sorti tra mercanti veneziani e tre sta per partire la contestazione studentesca. Il Così queste narrazioni, selezionate tra quante musulmani. malessere fisico e l’oscura crisi psicologica del hanno partecipato al concorso, sono fonte di Veneziani in Levante furono anche i consoli e docente ai aggravano col passare del tempo, il osservazioni, talvolta banali, talora divertenti e gli ambasciatori inviati a trattare con i soldani tempo della contestazione studentesca e dell’oc- argute, che scaturiscono da una realtà, quella del d’Egitto e con i sultani per ottenere le migliori cupazione delle scuole, compreso lo storico liceo pendolarismo, che fortemente si impone, on- condizioni possibili per il commercio dei sudditi cittadino. Mentre si distacca sempre di più dai nipresente anche a livello di saturazione di spazi, di San Marco. Gli accordi di pace stabiliti dopo suoi colleghi, ripetivi, meccanici nelle loro idee di odori (spesso spiacevoli), di rumori. l’invasione dell’Egitto da parte degli ottomani e nelle loro abitudini, il docente guarda frequen- Se si superano le prime pagine con la sensazio- sono al centro delle ricerche di Yutaka Horii, che temente con affetto e con tenerezza la bellissima ne di già letto, già sentito, si scoprono anche passa così alla storia del diritto internazionale. città di pietre, mura, chiese, palazzi. Improvvisa- invenzioni gustose come quella di Alessandro Giuliano Lucchetta ha trovato invece tra le mente, con la malattia, il mondo esterno è diven- Carpin (Trebaseleghe-Padova: corsa delle 7,20), carte dei Provveditori alla sanità, conservate tato indecifrabile e ostile per il professore. Le che immagina due passeggeri, a prima vista presso l’Archivio di Stato di Venezia, elenchi di consuetudini di vita del tempo trascorso prima ordinari, ma che ben presto si rivelano essere musulmani morti in città. Ecco quindi che co- del ’68 diventano soltanto il ricordo di un tempo messaggeri celesti che mescolano la loro identità mincia ad uscire dall’ombra una presenza spesso 45 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

sottaciuta e dimenticata: uomini soli, non ac- fu l’impero della Sublime Porta, vale a dire il compagnati dai familiari, venuti a Venezia o per Governo ottomano che Nicolò Macchiavelli rias- ragioni di commercio o perché fatti schiavi du- sunse ne Il Principe in una lucidissima frase: rante una guerra, questi musulmani hanno lascia- “Tutta la monarchia del Turco è governata da un to poche tracce di loro al di là dell’imponente signore, gli altri sono suoi servi”, il quale a lungo Fondaco dei Turchi, dove ora ha sede il Museo di attraverso il suo esercito diede tanto filo da Storia naturale, e dove un tempo era stata ricava- torcere ai Cristiani e in particolare a Venezia. ta una piccola moschea. Le loro tombe, che Uno scontro quasi ideologico, spiega Mugnai, l’autore situa con grande probabilità al Lido quello religioso tra l’Islam e il mondo cristiano. presso il cimitero ebraico, sono ormai da lungo Dilatato per buona parte dell’Europa, del tempo scomparse. Ancora musulmani a Venezia Nordafrica, nel Levante e nel Peloponneso. sono anche i personaggi descritti nell’articolo di Nel primo tomo Mugnai ridimensiona taluni Michela Dal Borgo. Si tratta però di uomini che, radicati luoghi comuni stratificatisi nei secoli divenuti cristiani, cercarono di inserirsi nel mon- nel nostro immaginario. Ad esempio per due do del lavoro veneziano, mettendo a frutto la loro volte egli parla della “tradizionale tolleranza dei conoscenza delle lingue. Turchi in fatto di religione”. E ne spiega storica- Non solo gli uomini, ma soprattutto le merci mente le ragioni, con puntiglio, così come con viaggiarono verso Oriente. Non deve quindi stu- analisi quasi scientifica egli si sofferma sulla pire la presenza di placchette di vetro-avventurina composizione di quello che fu l’Impero degli veneziano con iscrizioni inneggianti a Maomet- Ottomani di cui facevano parte i principati di to, Alì e Fatima nella regione musulmana del Transilvania, di Valachia e Moldavia, e così di Gujaråt nell’India nord-occidentale. Di fattura stati barbareschi, e dell’esercito, sui suoi metodi ottocentesca, questo vetro passò dunque dal- monopolio pressocché totale sull’acquisto delle di reclutamento, l’equipaggiamento, la cavalle- l’isola di Murano in Oriente per esservi qui spezie e il primato dei suoi mercanti ad Alessan- ria, le divise, ogni arma in dotazione e tutto il lavorato, come dimostra il saggio di Eros Bal- dria, le galee dello Stato messe a disposizione resto. Dentro il periodo che comprende l’inizio dissera. Altre tracce di un’antica frequentazione esclusiva dei mercanti nobili, il monopolio del della guerra di Creta (1645) e l’anno (1718) della con il mondo orientale si trovano infine nella trasporto di sale. Infatti la ripresa economica alla conferenza di pace di Passarowitz, quando l’eser- toponomastica e nelle parole veneziane, e quindi fine del XV secolo e i nuovi progressi dell’arma- cito ottomano, continuando a riproporre un mo- italiane, come dimostra Giovanni Battista Pelle- mento navale vanificarono tale prerogative. Alla dello militare vecchio di secoli, stava vivendo il grini che ricostruisce per il termine ‘zattera’ fine del XVI secolo il porto di Venezia conobbe suo inarrestabile declino. Nonstante ciò, scrive un’etimologia araba, stante a indicare un’ordina- un’attività mai vista, ma l’essenziale degli scam- Mugnai, bisogna ricordare quanto “il modello ta fila di tronchi. bi era ormai appannaggio dei mercanti stranieri militare degli Ottomani abbia influenzato gli Giovanna Battiston e delle loro navi. Nel momento in cui i mercanti eserciti europei”, compresa Venezia, che adottò veneziani rinunciarono alla proprie iniziative, la formazioni e tattiche di combattimento messe a città affrontò un nuovo mutamento, procedendo punto dai loro avversari turchi molti secoli prima. all’industrializzazione e alla bonifica agricola. Tale puntigliosa disamina storica, servita nei Da chi erano costruite le élites a Venezia e chi due volumi di cartine e di molti disegni illustra- JEAN-CLAUDE HOCQUET, Denaro, navi e mercanti occupava il rango primario nella città mercanti- tivi eseguiti dallo stesso Autore con finalità do- a Venezia. 1200-1600, Roma, Il Veltro, 1999, 8°, le? Chi monopolizzava il potere, la fortuna e la cumentaria e didattica, continua dal primo al pp. 339, L. 35.000. ricchezza nello Stato patrizio che andava for- secondo tomo. Ed è in questo che vengono de- mandosi nel XIV secolo? Quali erano le forme di scritti, insieme a quello di Vienna da parte turca L’Autore – direttore di ricerca al Centro na- potere economico, sociale e politico? Come si nel 1683, due assedi che videro contrapposte le zionale delle ricerca scientifica di Parigi e diret- producevano le élites e come perpetuavano il armi della Mezzaluna e quelle della Serenissima. tore del laboratorio di Storia dell’Università di loro modo di vivere? I veneziani privilegiavano I Turchi assediarono la veneziana Candia per tre Lilla –, che dal ’58 ha dedicato i propri studi alla alcune forme collettive di proprietà per la neces- anni, dal 1666 al 1669, ottenendo alla fine l’umi- storia di Venezia, presenta in questo volume una sità di riunire i capitali necessari per l’attività liata resa della bandiera di San Marco. Il 6 testimonianza della sua riflessione sulla storia imprenditoriale. Lo Stato aveva un ruolo impor- settembre, il “Capitano generale da Mar France- dell’economia e della società veneziana. tante nella salvaguardia delle solidità; esso rap- sco Morosini trattò la cessione della città; gli Dal XIII al XIV secolo Venezia proseguiva una presentava il bene comune a tutti. La serrata del ufficiali veneti si contesero l’onore di abbando- politica d’egemonia nel Mediterraneo e nell’Ita- Maggior Consiglio aveva definito i confini della nare per ultimi la fortezza”. Le perdire umane lia padana e resisteva a potenti imperi e coalizio- nobiltà, che si riservava, oltre alle magistrature, ni europee. Come si era formata una tale potenza gli armamenti marittimi e il diritto di concorrere politica, economica e militare? Gli introiti del in esclusiva agli appalti delle galere destinate ai sale, gestiti dalla Camera del sale con funzioni di viaggi. I saggi raccolti nel volume danno rispo- banca pubblica e destinati al finanziamento della ste originali a tanti proplemi della storia econo- guerra, al pagamento degli interessi e al paga- mica della Repubblica di Venezia e aprono nuo- mento del debito pubblico, contribuirono al- ve, interessanti prospettive. l’espansione e poi alla conservazione dello Sta- Franco Tagliarini to. Il sale aveva a Vanezia finalità commerciali della massima importanza. Le importazioni di sale ammortizzavano i costi di navigazione delle grosse navi armate, riducevano il tasso dei noli richiesti ai mercanti per le altre merci, e sovven- BRUNO MUGNAI, L’esercito ottomano da Candia zionavano la marina. Prestiti finanziati dalla a Passarowitz (1645-1718), Venezia, Filippi, Camera del sale, rimborsati sui trasporti di sale 1998, 2 voll., pp. 167 e 119, L. 30.000 ciascuno. da Cipro e da Ibiza, incoraggiavano la costruzio- ne navale. Venezia riuscì a conservare le proprie Pubblicati a distanza di alcuni mesi, i due posizioni strategiche sulle rotte commerciali me- severi volumi dello storico Bruno Mugnai, gran diterranee, ma perse il proprio ruolo egemonico conoscitore della realtà ottomana, ridisegnano di monopolio, che si fondava su tre pilastri: il dentro un preciso periodo temporale, quello che 46 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

furono spaventose da entrambe le parti: 108.000 RICCIOTTI BRATTI, La fine della Serenissima, GIORGIO ZOCCOLETTO, Il doge tradito, Venezia, Turchi e 29.088 Alleati, tra cui 280 patrizi veneti. present. di Giuseppe Gullino, ristampa anastatica Edizioni Ottoniane - Gruppo di Ricerca storica, Analogo racconto dettagliatissimo Mugnai lo a cura della Deputazione di storia patria per le 1998, 8°, pp. 190, s.i.p. fa per un’altra sconfitta veneziana, in una situa- Venezie, Venezia, Deputazione di Storia Patria, zione rovesciata: a Negroponte nell’Eubea nel 1998, 8°, pp. 233, ill., s.i.p. Il volume narra l’umana e politica vicenda di 1688 gli assedianti erano le formazioni cristiane, Daniele Manin, l’ultimo doge di Venezia, dal composte anche da “venturieri” d’altri Stati, Ricciotti Bratti,a lungo direttore dei musei momento della sua assunzione al soglio ducale guidate ancora nell’ultima fase dal Morosini. civici veneziani, utilizzando la corrispondenza, fino alla morte, avvenuta nel 1802, dopo cinque Scrive Mugnai: “La vittoria riportata dai turchi a ricevuta dai parenti, dal podestà di Feltre Andrea anni vissuti come privato cittadino, ma gravato Negroponte segnò il punto di arresto dell’offen- Vitturi dal gennaio 1796 fino al maggio 1797, ha dal peso dell’accusa di aver tradito Venezia e la siva veneta nell’Egeo”. scritto una narrazione continuata dell’ultimissi- Repubblica. Usa il metro dell’imparzialità, Bruno Mugnai. mo periodo di vita della Repubblica di Venezia. Per quanto riguarda la conoscenza storica, due Una analisi dettagliatissima ancorché segnata, I parenti erano Stefano Guerra, Michelangelo da sono le novità che il volume propone. In primo proprio per questo, da un’equidistanza che rende Riva e Pietro Marcello. La Deputazione di storia luogo l’attribuzione allo stesso Manin, data come i due volumi Ð compendiati da note bibliografiche patria per le Venezie ha deciso la ristampa probabile dall’A., di un manoscritto conservato di riferimento e supporto, financo da un glossario anastatica del volume apparso per la prima volta presso l’Archivio di Stato di Venezia che narra le dei termini turchi – un’opera di divulgazione nel 1917. La caduta della Repubblica di Venezia ultime vicende della Serenissima. In secondo storico-militare. è un periodo storico che inevitabilmente viene luogo l’addebito del tradimento non al doge Piero Zanotto descritto o studiato alla luce di criteri di carattere stesso, travolto dagli avvenimenti, cui cercò in- politico-istituzionale o militare. Normalmente vano di opporsi, ma a un gruppo di nobili veneti gli storici si sono allontanati dalla descrizione che lo costrinsero alla resa, con “seduttrice elo- della vita quotidiana della nobiltà e del popolo quenza” e “artificiosi discorsi” (doc. 43). nella Terraferma e a Venezia subendo forti Da un punto di vista strutturale il volume è La caduta della Serenissima nei dispacci della condizionamenti ideologici. Fin dalla prima pa- diviso in due parti di pari ampiezza. La seconda diplomazia piemontese e inglese, saggi di Gio- gina della cronaca ricavata dalla corrsipodenza si parte, i “documenti”, è un compendio di fonti vanni Sforza e Cecil Roth, introd. di Stefano incontra fra i nobili veneziani che accolsero in accuratamente trascritte. La prima invece si pre- Pillinini, Venezia, Deputazione di Storia Patria modo ospitale gli ufficiali francesi Lodovico per le Venezie, 1998, 8°, pp. 246, s.i.p. Maria Widmann un valoroso soldato, morto du- rante la campagna di Russia dopo aver meritato Il volume ripropone, in ristampa anastatica, numerose ed altissime decorazioni. Fu partico- due saggi di G. Sforza e di C. Roth apparsi nel larmente ammirato da Stendhal. E questa figura 1913 e nel 1953 sul “Nuovo Archivio Veneto” e rompe completamente lo schema storiografico sull’“Archivio Veneto” dedicati ai dispacci dei molto diffuso di una nobiltà veneziana tutta diplomatici piemontesi ed inglesi spediti nel ormai incapace di azione militare. La Repubbli- 1797, mentre la Repubblica Serenissima stava ca di Venezia ancora nel 1796 aveva un patrimo- per autosciogliersi davanti alla pressione del- l’esercito napoleonico. I documenti dei diploma- nio consistente di ufficiali, di soldati, di marinai tici residenti a Venezia sono molto interessanti e di imbarcazioni perfettamente in grado di resi- poiché la storiografia sulla caduta della Serenis- stere o di creare dei grossi problemi all’esercito sima è stata finora eccessivamente influenzata di Napoleone. Frequentemente nella cronaca dalle testimonianze dirette dei responsabili, i emerge il contrasto fra Venezia e la nobiltà patrizi veneziani. padovana. Lo stesso Melchiorre Cesarotti inter- Francesco Malingri dei conti di Bagnolo, mi- venne nella polemica fra i provveditori veneziani nistro residente del Re di Sardegna, descrive i e la nobiltà padovana con la sua opera il Telegono tentativi di alcuni senatori o di scrivere nel libro descrivendo Padova come una città abitata da senta come il racconto di quanto da queste fonti d’oro una parte dei nobili della Terraferma o di belve in forma umana. La mediazione, anche si evince, in un racconto fatto anche di dialoghi, ammettere nel Gran Consiglio i deputati delle urbanistica, tentata da Andrea Memmo era com- strutturato nelle sue parti con artifici formali e provincie. Anche il cavaliere Carlo Bossi, al pletamente fallita. La vita mondana veneziana, servizio del Re di Sardegna, descrive dettaglia- teatrale, musicale, era di una intensità quasi retorici (dal flash back iniziale a parallellismi e tamente lo stesso tentativo compiuto dal patrizio isterica. La classe dirigente oligarchica non di- strutture a chiasmo), che il lettore può apprezzare Gabriele Marcello, assecondato da un paio di mostrava certo la consapevolezza dei mutamenti senza avvertirli. Dunque un saggio storico in patrizi fra cui un Grimani. La richiesta di far introdotti nella scena internazionale politica e forma di romanzo, ma che rivendica la scientifi- partecipare la nobiltà di Terraterma fu avanzata militare. La proclamazione della neutralità ar- cità della storia e che a certificazione di ogni anche dall’ambasciatore francese a Venezia mata o disarmata più che una manifestazione di passaggio, di ogni periodo, non ricorre alle note, Lallement nei suoi incontri con il senatore Fran- viltà da condannare moralisticamente, come è bensì al raffronto puntuale con i testi trascritti cesco Pesaro, il quale spinse il suo comporta- avvenuto troppo spesso, è stata l’espressione di nell’appendice documentaria. mento a favore dell’Austria fino a non informar- una caduta del livello di cultura politica della Dalla storiografia romantica, alla Michelet, ne il Senato. Bossi non ha dubbi sul fatto che oligarchia veneziana sempre più ristretta nume- siamo oggi giunti a una storia dotta e apparente- l’insorgenza nella Terraterma contro l’esercito ricamente e non solo. Colpisce la diversità di mente asettica, che vuole descrivere il passato francese di occupazione sia ispirata dagli Inqui- sentimenti e di comportamenti esistenti fra la senza cedimenti al sentimento. Molti storici ri- sitori di Stato. E formula una ipotesi interessante nobiltà veneziana sempre più confusa, incerta, fiutano infatti di accostarsi, anche nei momenti sulle ragioni della fuga del senatore Pesaro a rinunciataria e i ceti popolari. Più che una crisi di relax, ai romanza storici per timore di essere Vienna facilitata dai membri del Consiglio dei militare quella della Repubblica di Venezia ap- fuorviati dall’immaginazione di chi narra. Ulti- Dieci, interessati al suo silenzio sul loro com- pare come una crisi politica caratterizzata da una manente negli States, ma solo per ragioni legate portamento nei confronti delle richieste avanzate forte sfiducia, conflittualità interna fra gli stessi alla necessità degli autori di coprire le spese delle dai francesi. Viene anche confermata l’ostilità nobili. La resistenza militare veneziana ai primi loro pubblicazioni e far guadagnare l’editore, sia delle Municipalità, nominate dai francesi, in assaggi da parte dei francesi si frantuma subito, questo pur anche un’istituzione universitaria, è tutta la Terraferma contro quella di Venezia, dimostra tutta la mancanza di capacità e di volon- nato un nuovo filone storiografico che cerca il erede obbligata della defunta Repubblica tà di coordinare da parte degli organi politici e dato interessante e piacevole in sé, pur senza oligarchica. militari superiori. debordare dal rigore scientifico. Questo volume, Elio Franzin Elio Franzin sganciato da necessità editoriali, inaugura una 47 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

felice sintesi di storia e narrativa poiché non solo vesse rivelarsi illusoria, infatti il generale fran- nio Cicogna) e ripercorrendo la formazione po- permette di partecipare emotivamente ai fatti, cese, a distanza di pochi mesi dalla battaglia di litica dell’avvocato Daniele Manin e del letterato senza paura di perdere l’orientamento storico, al Rivoli, avrebbe stipulato il trattato di Cam- Niccolò Tommaseo. Quindi le immagini e i volti pari di molti altri romanzi storici apparsi in questi poformido. A rappresentare la disillusione di una della insurrezione, assedio e resistenza, fino alla ultimi anni, anche ambientati in territorio veneto, generazione fu Ugo Foscolo le cui parole sono resa finale (con gli armati e la Guardia civica) e ma permette altresì al lettore di accostarsi alla ricordate nell’intervento dello studioso Renzo soprattutto le testimonianze oculari, costituiti fonte documentaria, dando quindi la possibilità Zorzi: “Il sacrificio della patria nostra è consu- dai “reportage” pittorici di Luigi Querena (con di verificare la veridicità della storia e formarsi mato. Tutto è perduto e la vita, se pure ne verrà 11 grandi tempere ed altre opere), i disegni e le un’opinione personale. Una felice sintesi che concessa, non ci resterà che per piangere le vedute di Ippolito Caffi, le scene popolari tra- farà probabilmente scuola. nostre sciagure e la nostra infamia: Il mio nome smessaci dagli oli di Vincenzo Giacomelli, epi- Antonio Fabris è nella lista di proscrizione. Io so, ma vuoi tu che sodi raccontati dagli acquerelli di Giuseppe Lo- per salvarmi da chi mi opprime mi commetta a renzo Gatteri. Altri fermenti sono costituiti dalle chi mi ha tradito?”. medaglie e monete, con la cartamoneta patriotti- Cinzio Gibin ca e comunale coniata nel biennio, la creazione (nel tardo Ottocento) di monumenti agli eroi di Rivoli 1797: scenari e riflessi di una battaglia, a quegli anni, la collezione d’arte raccolta da Do- cura di Gino Banterla, Atti del Convegno inter- menico Zoppetti, gli apparati (cronologia 1844- nazionale (Rivoli Veronese 17-18-19 gennaio 1866 e bibliografia). 1997), Rivoli Veronese, Comune - Comitato Venezia Quarantotto. Episodi, luoghi e protago- Il catalogo ripercorre le vicende attraverso la Rivoli ’97, Cologna Veneta (VR), 1998, 8°, ill., nisti di una rivoluzione, 1848-49, a cura di produzione artistica e documenta l’abbondanza pp. 295, sip. Giandomenico Romanelli, Michele Gottardi, e significatività dell’oleografia delle vicende Franca Lugato e Camillo Tonini, Milano, Electa, veneziane. Il 14 e 15 gennaio 1797 Rivoli Veronese fu 1998, 4°, pp. 239, ill., s.i.p. Il Quarantotto è stato un laboratorio di idee, di teatro della battaglia tra le truppe napoleoniche e afflati repubblicani ed unitari, di esperienze po- quelle austriache. Il comune di Rivoli Veronese Il volume è il catalogo della mostra omonima litiche e sociali, praticate con intendimenti e ha voluto ricordare quell’evento con un conve- promossa dal Comune di Venezia al Museo prospettive anche radicalmente diverse: con un gno che ha riunito 18 studiosi italiani e stranieri: Correr in occasione del 150° anniversario dei occhio rivolto alla millenaria Repubblica oligar- Fernand Beaucour, Virginia Cristini, Carlo Ghi- moti che hanno costituito la prova generale del chica che si era chiusa 50 anni prima e con l’altro salberti, Vasco Senatore Gondola, Franz Heinz Risorgimento italiano e dell’affermazione della occhio teso alla ricerca di una federazione di stati Hye, Giorgio Lucchini, Gian Paolo Marchi, Fran- borghesia. La mostra ha costituito il momento italiani. Un’esperienza comunque decisiva per la cesco Martinati, Giuseppe Papagno, Gianni più rilevante di una serie di iniziative attivate a storia veneziana (per la sua identità contempora- Perbellini, Annarosa Poli, Silvio Pozzani, Giu- Venezia, e si è affiancata a numerose altre a nea) e significativa per i destini veneti, che ha seppe Talamo, Achille Tartaro, Jean Tulard, livello regionale, patrocinate anche dalla Regio- preparato l’unione all’Italia del 1866. Eugenio Turri, Francesco Vecchiato, Renzo ne Veneto, che con la Legge n. 1 del 1998 ha La pubblicazione (e la mostra) si muove lun- Zorzi. Le traduzioni delle relazioni straniere stanziato un miliardo di lire per ricordare i moti go il filo rievocativo e celebrativo ed illustra con sono state curate da Pierluigi Ligas. del 1848-49 nel territorio regionale. abbondanza di riferimenti iconografici e pittorici Le relazioni hanno permesso di delineare un Realizzata sulla scorta dei materiali conserva- le vicende della città di Venezia. Rimangono tra le ampio quadro, non solo militare ma anche poli- ti al Museo Civico del risorgimento veneziano (il righe i riferimenti per un bilancio critico di questa tico, di quella battaglia e delle sue conseguenze: Correr appunto), la mostra ripercorre l’epopea “Repubblica Veneta” e non viene affrontato il il teatro dello scontro, la cronaca della battaglia, rivoluzionaria veneziana che tra il marzo 1848 e quadro lagunare e di rapporti con l’entroterra. le conseguenze militari, quelle politiche, il rior- il novembre ’49 ha costituito l’esperienza della Pier Giorgio Tiozzo dino dell’amministrazione, della scuola e del- “Repubblica” di Daniele Manin. La pubblicazio- l’assistenza, la valenza risorgimentale di quella ne si articola in due sezioni: una serie di brevi battaglia sono i temi trattati dai convegnisti. interventi di riferimento e di approfondimento Dal punto di vista militare, è noto, la vittoria ed il catalogo vero e proprio, con schede intro- delle truppe francesi ha spianato la strada alla duttive di sezione e riproduzione delle opere. REMO SCOLA GAGLIARDI, Le corti rurali tra Tar- conquista di Mantova e ha permesso a Napoleo- Nella prima parte Franco Della Peruta illustra il taro e Tione dal XV al XIX secolo, Legnago (VR), ne di consolidare il suo dominio nell’Italia del quadro politico e sociale in cui vengono ad Nuovi Orizzonti, 1997, pp. 181, ill., s.i.p. Nord. Le conseguenze politiche furono enormi: inserirsi le vicende. Paul Ginsborg delinea un dal punto di vista internazionale la Francia rivo- ritratto di Daniele Manin, Brigitte Mazhol rivede La Provincia di Verona ha contribuito alla luzionaria conquista il suo diritto di esistere, dal il modo in cui la rivoluzione è stata vista in pubblicazione di questo volume, che conclude la punto di vista dell’Italia Napoleone sarà il gran- Austria, Francesco Frasca inquadra le operazio- trilogia dedicata dall’autore alla civiltà e al pae- de artefice delle trasformazioni politiche che ni militari e Adolfo Bernardello la Guardia civi- saggio agrario della Bassa veronese in epoca investiranno la penisola italiana. “La battaglia ca, Giovanni Pillinini la pubblicistica del perio- moderna. Dopo il territorio compreso tra Adige di Rivoli Ð scrive lo storico Carlo Ghisalberti Ð do, Bruno Bertoli le posizioni della Chiesa vene- e Menago e quello tra Menago a Tregnon, è ora rappresenta un evento importante, una svolta ziana, Piermario Vescovo affronta il teatro e la presa in esame la fascia di pianura amministrata cruciale, un fatto addirittura epocale. Essa porta, produzione letteraria, Giandomenico Romanelli dai Comuni di Nogara, Gazzo Veronese, Erbè e infatti, alla creazione di un nuovo assetto del- le espressioni architettoniche ed artistiche, Luisa Sorgà, delimitata a occidente dalla Provincia di l’Italia settentrionale e pone le basi per un muta- Alban la memoria risorgimentale di quell’epopea. Mantova. mento della geografia politica della penisola, A Michele Gottardi il compito di introdurre la Siamo in una terra fertile, che digrada verso destinata nel biennio successivo ad essere inte- seconda parte, articolata per sezioni. La vocazio- la depressione paludosa del Busatello, oasi gralmente rivoluzionata per l’azione congiunta ne di Venezia a città capitale, affrontata princi- naturalistica sopravvissuta a secoli di bonifica. dei patrioti e dell’esercito francese, mentre fa palmente nella situazione precedente ai moti Dove si trovavano boschi e incolti, i benedettini assaporare alla repubblica d’oltr’Alpe con la (attraverso le opere di Ippolito Caffi, il IX Con- del monastero veronese di San Zeno avviarono stipulazione dei trattati un momento di tregua e gresso degli scienziati italiani tenutosi a Venezia già nel medioevo un’opera di drenaggio delle qualche riconoscimento internazionale da parte nel 1847, la pubblicazione della monumentale acque e di recupero del suolo per arativi e arborati. di avversari fino a quel momento decisi a conti- Venezia e le sue lagune edita da Antonelli, le Questo processo toccò il culmine nel Rinasci- nuare la lotta contro la rivoluzione”. mappe della città e l’interesse per la portualità, il mento, con l’introduzione della coltura del riso é noto come la speranza suscitata da Napole- Palazzo Giovanelli, con i disegni di Leonardo che costituisce ancor oggi la nota dominante del one in tanti giovani italiani ed intellettuali do- Gavagnin, la testimonianza di Emanuele Anto- paesaggio agrario della zona. 48 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Il censimento delle corti rurali e il riassunto sparuta minoranza di filofrancesi li accolse con delle loro vicende dall’avvento della Serenissi- fiducia”. Fiducia che non accordò una popola- ma (1405) fino al secolo scorso è illustrato dalla zione subito spogliata dei propri averi (specie le riproduzione di stupende mappe d’archivio, molte chiese) e aggravata da tasse. La fine della Repub- delle quali si riferiscono appunto alla sistema- blica di San Marco (12 maggio 1797) fu anche zione idrografica delle risaie. Gli insediamenti quella dei due Comuni; si costituirono le Muni- dominicali sono spesso di grande pregio cipalità, ma con il trattato di Campoformio il architettonico; un fascino particolare hanno i Veneto passa all’Austria, e “l’arrivo degli au- mulini e le pile da riso alimentati dalle acque del striaci fu accolto, specie dai conservatori, ma Tartaro e del Tione. anche dalla gran massa della popolazione, addi- Ci limiteremo a due esempi che ancora oggi rittura con entusiasmo”. Il ristabilimento del- colpiscono chi viaggia sulla strada da Erbè a l’ordine austriaco creò presto un diffuso malcon- Sorgà: tra le ville merita una segnalazione il tento, e sintomi di aperta opposizione si avverto- “Palazzon” dei conti Murari dalla Corte Brà, no già nel marzo 1800, anno in cui ci fu una detto anche il “Palazzon del Diaolo” e ispirato disastrosa siccità. L’autore si sofferma sulle vi- secondo la tradizione a cartoni di Giulio Roma- cende delle altre due brevi presenze francesi, e il no; tra gli opifici si distinguono, per imponenza, giudizio complessivo di questi primi sedici anni quelli annessi alla corte Grimani di Pontepossero, è negativo: nel 1813 inizia a diffondersi la che intercettano le placide acque del Tione. pellagra, segno inequivoco di una situazione di Giuseppe Sandrini indigenza di molta parte della popolazione. Dal 1815 al 1848 c’è la dominazione austriaca, e fin dall’inizio il territorio cenedese viene integrato nella provincia di Treviso, “unione, afferma l’au- tore, non solo antistorica ma anche illogica in GIORGIO ALDRIGHETTI - MARIO DE BIASI, Il gonfa- quanto gli interessi della Destra Piave e quelli lone di San Marco. Analisi storico-araldica del- della Sinistra Piave sono molto spesso antitetici”. lo stemma, gonfalone, sigillo e bandiera della Il primo quinquennio è contrassegnato da una Città di Venezia, Venezia, Filippi, 1998, 8°, pp. quando l’arme del Regno d’Italia sostituì quelle grave carestia, che limita drasticamente la pro- 378, ill., L. 65.000. di ogni città, Venezia conservò sempre l’emble- duzione agricola. Nel biennio 1820-21 non si ma di san Marco in forma di leone. L’immagine registra una presenza carbonara, e più insistente Dopo mezzo secolo di attesa, nel 1996 sono viene ripresa dalla visione di Ezechiele, letta è la rivendicazione di una unione fra i due Comu- stati codificati lo stemma e il gonfalone di Vene- attraverso l’interpretazione di san Girolamo, ni, osteggiata però dall’imperatore. Solo sul fini- zia, mentre nel 1997 hanno trovato nuova defini- laddove si accosta il leone, simbolo di forza, re degli anni venti c’è un risveglio patriottico che zione anche lo stemma e la bandiera della città. all’evangelista Marco, colui che raccolse le con- parte dal Seminario: lo studente Carlo Simeone Il volume, preparato per la presentazione alla fidenze di Pietro, il prediletto tra gli apostoli. Padovan parteciperà alle lotte studentesche pa- cittadinanza dei nuovi simboli, raccoglie l’anali- Chiudono il volume la descrizione araldica dovane del 1848. si storica ed araldica degli emblemi, necessaria degli emblemi e una serie di 120 immagini che L’autore individua con precisione la ragione per comprendere le scelte effettuate e la simbo- illustrano la storia iconografica del leone mar- di fondo dell’opposizione, poi sfociata in una logia sottintesa alle diverse figure. cinano, dalle più antiche rappresentazioni fino aperta lotta antiaustriaca, nel fatto che l’Austria Le più antiche notizie risalgono al Mille, quan- agli ultimi emblemi ufficiali. ha negato “ogni benché minima autonomia ai do il doge Pietro Orseolo II, ormai pronto a Antonio Fabris veneti, frenando ogni iniziativa industriale, com- partire per una grande spedizione navale contro merciale e sociale, subordinando ogni decisione i Narentani, ricevette da Domenico, vescovo di all’esclusivo interesse dell’Impero asburgico”. Olivolo, il “trimphale vexillum”, cioè una ban- Precisa e ricca di dati e fatti è l’insurrezione del diera da combattimento, di cui tuttavia non è 1848, dove emerge il contributo dato dai due chiaro quale fosse il simbolo: alcuni pensano al VINCENZO RUZZA, Il Risorgimento a Vittorio Comuni; e dopo il ritorno degli austriaci l’oppo- leone, mentre altri a una croce. Un secolo dopo, Veneto e nella Sinistra Piave, Treviso, Antilia, sizione palese o più spesso occulta non diminuì, nel 1096, l’anno della prima crociata, fu il doge 1997, 8°, pp. 236, L. 28.000. alimentata da un regime fiscale molto pesante Vitale Michiel I a consegnare a suo figlio Gio- per la popolazione. All’annessione del Veneto si vanni, che stava per pertire per la Terrasanta, lo L’autore narra le vicende che hanno coinvolto giunge dopo che si era manifestata l’azione dei “stendardo con l’effige di San Marco Protettor i due Comuni di Cèneda e Serravalle dal periodo mazziniani (interessante risultano le notizie sul- della Repubblica, che portava la Croce”: si tratta napoleonico a quello risorgimentale; due Comu- l’insurrezione fallita del 1864), e quella del dunque della prima rappresentazione certa del ni che furono a lungo in conflitto con la Serenis- neoguelfismo (presente nel Seminario). Così, leone marciano. Da allora il “ducis vexillum” sima, la quale solo nel 1768 impose la sua sovra- subito dopo l’annessione del Veneto i due Co- iniziò a comparire in tutte le piazze del Levante, nità. In questa azione poté contare sulla nobiltà muni riuscirono a realizzare il loro obiettivo di portato dai mercanti o piantato dalle armate cenedese, avversa alle ingerenze e prerogative sempre, l’unificazione in una sola città, Vittorio, venete. Il leone venne rappresentato in maniere vescovili nella vita della comunità. Questa posi- a cui nel 1923 fu aggiunto “Veneto”. Infine più diverse. Nei tempi antichi apparve soprat- zione antivescovile fu rafforzata dai canonici del vanno segnalate ben 35 pagine di schede biogra- tutto “in maestà”, con termine veneziano “in Capitolo, di origine nobiliare, e perciò schierati fiche sugli abitanti dei due Comuni che hanno moleca”, per la sua similitudine con il granchio; anch’essi contro il vescovo, che aveva un con- partecipato alle vicende storiche di quel periodo. fu poi rappresentato spesso nella forma “passan- senso popolare. Sul finire del Settecento si dif- Una ricerca condotta con scrupolo, con un utiliz- te”, cioè con le zampe posteriori poggiate in fondono, sia pure in un ambito ristretto, le idee zo intelligente del materiale d’archivio, da cui acqua e le anteriori sulla terra, come nei quadri di gianseniste subito stroncate. Atteggiamenti emerge con chiarezza cosa è effettivamente stato Vittore Carpaccio, a sottolineare il duplice domi- “francofili” emergono poi in varie occasioni; a il periodo napoleonico e quello risorgimentale in nio sul mare a sulla terra; oppure venne inserito Conegliano c’è “un vero e proprio partito fran- due piccole realtà territoriali, ove si muove una in un ubertoso paesaggio, come nelle opere di cofilo” con appoggi anche nel clero locale, e il gran parte della popolazione e le istituzioni (il Cima da Conegliano”, a sancire il predominio di potere cerca di contrastarli con alcuni processi. Seminario, prima di tutto); un’Italia “minore” da una politica volta alla conquista della terraferma. Negli anni cruciali dal 1797 al 1815 i due Comu- cui si comprendono meglio le ragioni profonde Tranne qualche breve periodo in cui Venezia ni riaffermano la loro fedeltà a Venezia e si della storia italiana. fu simboleggiata in forme femminili, oppure battono contro i francesi, tanto che “solo una Mario Quaranta 49 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

ELENA PESSOT, 1805-1813. Treviso e il Diparti- a concentrare così il senso di tuta la vita comuni- civile per assicurare un largo consenso al blocco mento del Tagliamento. Amministrazione pub- taria della chiesa che si avviava ad affrontare il sociale che ha diretto l’Italia in quel periodo. blica e società in epoca napoleonica, Treviso, nuovo secolo. La parrocchia si rivelava così un E tutto ciò avviene attorno a un personaggio Antilia, 1998, pp. 253, ill., 8°, L. 34.000. “insostituibile... collegamento tra governo e cit- che difese una linea di politica economica in tadini”, anche grazie ai nuovi compiti ammini- controtendenza. Basterà ricordare quella, oppo- L’autrice ha padroneggiato con sicurezza, strativi che le vennero attribuiti. Il libro chiude sta, di Alessandro Rossi, il grande imprenditore “documenti alla mano”, una materia di per sé con alcune interessanti note sul tema del rappor- industriale tessile di Schio, che divenne il leader ostica e difficile da dipanare come la storia delle to governanti-governati nell’epoca presa in con- riconosciuto del blocco protezionista, giustifi- strutture politico-amministrative del Dipartimen- siderazione. L’autrice sospende il giudizio invi- cando la necessità anche del protezionismo agra- to del Tagliamento tra il 1805 e il 1813. L’ipotesi tando a nuove ricerche, ad ulteriori scavi rio (dal 1877 al 1887) in funzione dello sviluppo che segna il sicuro esordio del volume è data archivistici e documentari. Ma, intanto, ella ha industriale. Lampertico era sì, come Rossi un dalla presa d’atto della radicale impossibilità di indicato efficacente la via giusta da seguire. socialpaternalista, entrambi appartenenti al- conciliare le sopravvivenze del passato veneto- Michele Simonetto l’orientamento del “socialismo della cattedra”; austriaco con le strutture politico-amministrati- avevano avuto una comune educazione clerico- ve del Regno Italico. I piani di riassetto istituzio- moderata, ma divergevano radicalmente sulla nale dei territori veneti prevedevano infatti politica economica. Lampertico, che aveva le l’azzeramento delle vecchie circoscrizioni co- sue maggiori proprietà terriere in Toscana, fece munitarie, delle giurisdizioni separate, dei confi- FEDELE L AMPERTICo, Carteggi e diari 1842-1906, parte del blocco liberoscambista. Solo una pic- ni storici, e la creazione di un’amministrazione vol. II: F-L, a cura di Renato Camurri, Venezia, cola parte della campagna (Piemonte, Veneto) ispirata da un ferreo criterio di articolazione Marsilio, 1998, 8°, pp. 742, ill., s.i.p. ebbe vantaggi dal blocco protezionista, non certo gerarchica facente capo alle prefetture alla cui i contadini. Egli previde con molto anticipo che base si ponevano le nuove entità comunali. Sen- Con questo secondo volume dell’epistolario l’Italia sarebbe stata ridotta alla fame dal prote- za mai perdere di vista il contesto politico-diplo- di Fedele Lampertico (1842-1906), curato con zionismo, come puntualmente si verificò, e nel matico entro cui si staglia la vicenda storica del grande competenza e acribia da Renato Camurri, ’98 si ebbero gli scoppi di rivolte popolari. I Dipartimento, l’autrice delinea il quadro delle veniamo a conoscere 555 lettere di altri 134 rapporti tra i due erano tali, che nel suo Diario, difficoltà oggettive che condizionarono la piena corrispondenti su 26.775 censite (solo le lettere quando Rossi morì, Lampertico scrisse solo: attuazione della riforma napoleonica, a comin- F-L), rappresentative di un ampio ventaglio so- “Oggi è morto Alessandro Rossi”. ciare dalla necessità di procedere alla cooptazione ciale e culturale: ci sono politici e scienziati, Fra i molti corrispondenti, ne ho letti alcuni, le del nuovo ceto dirigente sulla base di una cultura religiosi e letterati, grandi funzionari di stato, lettere dello storico di Galileo Antonio Favaro, giuridico-amministrativa della quale esso era in giornalisti e amministratori. Camurri, che per dell’economista Francesco Ferrara, del filosofo gran parte sprovvisto. ogni corrispondente ha scritto una rigorosa sche- Luigi Ferri, dello scrittore Antonio Fogazzaro, Via via il libro si addentra nello specifico delle da biografica (unite, formeranno una singolare del pedagogista Aristide Gabelli, del rivoluzio- problematiche giuridico-amministrative offerte enciclopedia di personaggi legati al clerico-mo- nario russo Alexander Herzen, del pedagogista dalla non facile opera storica di riorganizzazione derato vicentino), nell’introduzione ci dice quali cattolico Raffaello Lambruschini, del fondatore del Dipartimento fra cantoni, distretti e comuni, sono stati i molteplici problemi che ha affrontato dell’antropologia criminale Cesare Lombroso: con l’appendice, che pesa ancor oggi, dello spo- nel corso di dieci anni di attività per ordinare e lettere di “scambi culturali”, si diceva una volta, stamento degli antichi confini della Marca verso selezionare il materiale di questo vastissimo fon- ove non mancano riferimenti ai concorsi univer- l’area isontina definito “l’aspetto più eclatante do archivistico. sitari, informazioni sulle vicende culturali dei della distrettuazione del dicembre 1807”. Nono- Da queste lettere, viene esplorata la “straordi- protagonisti, e in tutti c’è un atteggiamento sin- stante le notevoli difficoltà incontrate nell’opera naria ragnatela di rapporti che per oltre cin- cero di deferenza verso lo studioso, prima di di rifondazione di un apparato politico-ammini- quant’anni il senatore vicentino ha coltivato e tutto, ma anche verso chi può intervenire per strativo efficiente e funzionale lo studio non diretto, in un continuo rapporto di intermediazione risolvere alcuni dei loro problemi professionali. manca di delineare l’emergere, accanto ad ampi tra società civile e Stato”. Ciò che emerge alla Ma due sono i carteggi che spiccano per inte- segmenti della nobiltà tradizionale le cui fortune fine è un nitido profilo dei gruppi dirigenti del- resse, scientifico il primo, umano il secondo. Si e il cui prestigio non sembravano scalfiti dai l’Italia liberale, in particolare della classe diri- tratta dei rapporti che Lampertico ha intrattenuto rivolgimenti seguiti alla caduta delle Repubblica gente veneta liberal-moderata, i problemi che ha con Luigi Luzzatti: 862 le lettere, scritte nel veneta e della cui opera Napoleone si avvalse affrontato, gli ostacoli che ha dovuto superare, il corso di una vita, dal 1861 al 1905. Con Luzzatti ampiamente, di una nuova classe dirigente che è tipo di rapporti che ha istituito con la società c’è un’affinità culturale e politica; questo possibile identificare con i ceti appartenenti al epistolario è essenziale per conoscere a fondo mondo della possidenza e del commercio. uno dei protagonisti della politica italiana; molto Alcune pagine sono poi dedicate all’esame spesso Luzzatti “si confessa”, per così dire, ed delle figure di prefetti, viceprefetti e segretari esprime con grande franchezza le sue idee, i generali del dipartimento del Tagliamento, esa- progetti, le letture, con valutazioni, osservazioni me che porta l’autrice a individuare una po- sempre intelligenti. larizzazione tra due realtà ben distinte: quella dei L’altro carteggio interessante è quello con la vertici dipartimentali contraddistinti da una spic- figlia Angelina, sposata con il marchese Fabio cata competenza e professionalità e quella dei Mangilli, da cui poi si separò. E se le lettere del gradini più bassi della gerarchia amministrativa; primo periodo giovanile ci offrono, come affer- ove operarono funzionari poco preparati, inca- ma Camurri, “degli affreschi di casa Lampertico paci di affrontare i notevoli compiti imposti dalla molto convincenti”, quelle successive al matri- nuova e complessa macchina burocratica. Le monio e al distacco dal marito ci danno l’imma- conseguenze della politica ecclesiastica gine di una donna nuova, che si emancipa anche napoleonica vengono colte con chiarezza. La dalla stretta tutela paterna, per cui il curatore può secolarizzazione degli ordini e il rinnovamento concludere dicendo che questa è una storia delle strutture eccelsiastiche comportarono, se- emblematica, in cui troviamo “rappresentate le condo la Pessot, una trasformazione irreversibile: contraddizioni della vecchia società cetuale “ad una pluralità di espressioni devozionali si preunitaria e le aspirazioni di quel mondo bor- sostituì la parrocchia, nella quale furono concen- ghese che proprio negli anni a cavallo del secolo trate a poco a poco la catechesi e tutte le pratiche si afferma definitivamente”. religiose e liturgiche”. Nella parrocchia si venne Mario Quaranta 50 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

ALESSIO FORNASIN, Ambulanti, artigiani e mer- ALESSANDRO CASELLATO, Una ‘piccola Russia’. periodo, alla capacità di penetrazione della Chie- canti. L’emigrazione dalla Carnia in età moder- Un quartiere popolare di Treviso fra fine Otto- sa che, con la complicità prima del regime, poi na, Verona, Cierre, 1998, 8°, pp. 206, L. 26.000. cento e secondo dopoguerra, Verona, Cierre Ð della situazione congelata della guerra fredda, Treviso, Istituto per la storia della resistenza e erose a poco a poco la diversità del quartiere. Il L’emigrazione dalla Carnia, il più esteso ter- della società contemporanea della Marca colpo finale fu quindi assestato, nel dopoguerra, ° ritorio montano della terraferma veneta, viene trevigiana, 1998, 8 , pp. 255, ill., L. 35.000. dalle trasformazioni economiche ed urbanisti- comunemente attribuita allo squilibrio fra pover- che: la chiusura del porto, delle vecchie fabbri- tà delle risorse e sovrappopolazione. A questo Uno dei temi più affascinanti della storia con- che, il degrado del vecchio borgo connesso alla luogo comune si contrappone la ricerca di questo temporanea è il passaggio dalla memoria alla costruzione di nuovi edifici d’edilizia popolare giovane studioso di storia economica la cui ipo- storia, l’indagine dei i percorsi accidentati che che favorirono la periferizzazione del quartiere tesi di fondo è che sia la domanda di lavoro, cioè dalle molteplici prospettive individuali conver- ed ancora la carenza di servizi sociali, la crisi il “mestiere”, determinante per la maggior parte gono nel racconto distaccato e oggettivo dello delle attività economiche tradizionali, la divisio- dei flussi migratori della Carnia (p. 156). storico. In questo lavoro paziente di ricostruzio- ne del quartiere attraversato da una nuova arteria Il presente lavoro, risultato di un’ampia rie- ne la percezione del tempo passato può subire di scorrimento veloce, snaturarono definiti- laborazione della sua tesi di dottorato di ricerca, strani effetti di straniamento: eventi relativa- vamente la vecchia Fiera, sanzionando la rivin- è fondato su una solida preparazione demogra- mente vicini al nostro presente ci sembrano par- cita della città sulla anomalia, troppo a lungo fica, di cui è testimonianza l’appendice dedicata lare da una lontananza remota, anche se dettagli, tollerata, di una Piccola Russia nel cuore del alla popolazione della Carnia (secoli XVI-XIX), piccole particolarità, casi marginali del quadro Veneto. in cui l’autore discute sull’attendibilità della d’assieme ci appaiono con una familiarità che Ferdinando Perissinotto raccolta di dati statistici e censimenti disponibili accentua piuttosto che attenuare la sensazione di per la Carnia. spaesamento. La causa di questo sfalsamento Per rendere conto del complesso sistema di della prospettiva deriva spesso da processi di circolazione umana l’autore rintraccia le scansioni rimozione che, il più delle volte inconsapevoli, cronologiche dell’emigrazione di tipo “stagio- nonostante la loro genesi sociale, intervengono ERNESTO BRUNETTA, Poveri a Treviso. Miseria e nel tessuto della memoria collettiva, selezionan- apparati assistenziali nel XIX e nel XX secolo, nale” attraverso le curve nella registrazione dei ° battesimi e nei tempi di stipula degli atti notarili do i ricordi e consegnando all’oblio fette consi- Venezia, Marsilio, 1997, 8 , pp. 200, ill., s.i.p. stenti del nostro passato. Ancora trent’anni fa a in fiorini del Reno, che considera una spia della Treviso, giocando a calcio con i ragazzi del Giunge a coronamento di un pluridecennale presenza e dell’impatto della stessa. L’impulso quartiere vicino di Fiera, il motto canzonatorio percorso di studi il libro che Ernesto Brunetta ha del flusso emigratorio dei cramers, cioè i mer- “Fiera gente da galera” era un refrain ricorrente dedicato ai “poveri” di Treviso. Si tratta, per canti ambulanti della Carnia (p. 39), trae il pro- che sanciva risicate vittorie o, più spesso, cerca- molti aspetti, della risposta ad alcune delle que- prio alimento dall’intreccio che si realizza fra i va di riscattare sonanti sconfitte, ma di cui non ci stioni che l’autore aveva posto sin nella sua principali contratti creditizi e la piccola proprietà si curava di indagare l’origine. Questo perché il prima produzione storiografica contribuendo, della terra, che funge da garanzia per la ricerca processo di rimozione ha offuscato la causa agli inizi degli anni Settanta, a riaprire e rinnova- del denaro necessario all’acquisto delle merci. mantenendo l’effetto, cancellando la memoria re gli studi sulla Resistenza veneta: quale fu Il forte legame fra le comunità di partenza e i della differenza esibita di un quartiere anomalo l’ancoraggio profondo della lotta di Liberazione luoghi di arrivo dell’emigrazione viene analizza- che di una Treviso perbene, borghese, clericale e quale il ruolo svolto in essa dalle classi to nell’età moderna e ricostruito attraverso la rappresentava l’anima proletaria, antagonista, subalterne? quali energie collettive, quali dina- geografia dell’emigrazione dei mercanti di stof- orgogliosa della propria specificità rissosa ed miche sociali quel fenomeno riuscì a intercettare? fe, spezie e medicinali (cremor tartaro, teriaca, effervescente. Dietro la “gente da galera” si Da quelle domande e da quegli studi pio- mitridato) per i paesi dell’Europa centrale (prin- nasconde così la storia di una Piccola Russia che neristici, l’attenzione di Brunetta si era già da cipalmente Graz e Augusta), mentre per i tessito- Casellato con un affetto pari alla precisione dello tempo spostata verso i temi della storia sociale ed ri, sarti e cappellai la meta preferita era Venezia. sguardo critico, ricostruisce dalla fine dell’Otto- economica di lungo periodo, gli unici capaci di L’emigrazione definitiva è un fenomeno che, cento al secondo dopoguerra. La storia di un dare spiegazione all’emergere del fenomeno pur convivendo con le altre tipologie, si afferma quartiere di confine, tra la città e la campagna, tra resistenziale e la suo rapido rifluire. Al di sotto nei paesi tedeschi nel corso del XVII e XVIII la terra e il fiume, cresciuto attorno ai due centri degli episodi della politica, spiega l’autore, stan- secolo connessa all’insediamento permanente attrattivi del porto e dello squero, che conobbe, no infatti “le onde profonde della società, quelle dei negozianti carsici, con l’acquisto di case, tra la fine del secolo scorso e gli inizi del nuovo, che si muovono nel sottosuolo e che mostrano i magazzini e spesso della cittadinanza, oppure l’avvio del processo di industrializzazione. Con loro effetti soltanto nel lungo periodo, conosco- nell’inserimento nel tessuto urbano di Venezia le fabbriche si diffusero anche i grandi ideali no scansioni diverse e si muovono con altri dei pochi capi mastri carnici che si erano affer- socialisti che trovarono nell’irrequieta popola- ritmi” [p. 135]. mati e avevano superato le difficoltà del control- zione del quartiere un fertile terreno di diffusione Questa storia della povertà in provincia di lo del mercato del lavoro esercitato dalle corpo- fino a fare di Fiera un territorio franco, guardato Treviso rappresenta quindi un’occasione di sin- razioni. con un misto di sospetto e paura dalla vicina città. tesi e verifica di ipotesi interpretative a lungo Diversa sarà la situazione dei semplici lavo- é un esperimento curioso e insolito quella della indagate e via via precisate. Il lavoro Ð che ranti carsici a Venezia la cui occupazione rimane Fiera socialista che integra nella nuova ideologia abbraccia due secoli della storia della società legata a cicli stagionali o più brevi, oppure la modi d’essere e tradizioni “arcaiche”. Con parte- trevigiana, dalla caduta di Venezia al secondo presenza dei negozianti ambulanti di medicinali cipe ironia Casellato parla del “Socialismo in dopoguerra Ð ripercorre per sommi capi le tappe nell’Europa centrale, la cui scomparsa è connes- quartiere solo” per sottolineare, assieme all’iso- dello sviluppo capitalistico e dei progressivi sa con la perdita d’interesse per le merci che lamento rispetto ad una realtà ostile, la particola- smottamenti e adattamenti del tessuto sociale trasportavano, siglando a metà Ottocento un rità di un’esperienza che trovava il suo centro più che di quello sviluppo furono la conseguenza. In processo di lunga durata dell’emigrazione carsica. che nelle sedi di partito o nella casa del Popolo, primo piano, questa volta, la “Marca cenciosa”, Osservando una xilografia del 1568 di Horst per altro la prima costituita nella Provincia, nelle cioè le classi subalterne, i cui profili sociologici von Amman che ritrae un mercante ambulante, osterie del quartiere, ma che seppe reagire in sono stati recuperati da Brunetta attraverso lo con un cesto ricolmo, che offre la sua bigiotteria modo compatto e temerario all’aggressione fa- studio degli apparati assistenziali destinati insie- (p. 99) si può iniziare a capire come l’immagine scista, erigendo trincee e barricate nel 1921 per me alla cura e al controllo dei poveri. Resta tradizionale dell’emigrazione abbia in realtà un respingere le camicie nere, calate in massa a prevalente, tuttavia, nell’impostazione dell’au- grado di strutturazione maggiore di quanto la Treviso anche per “normalizzare” la pericolosa tore, una attenzione alla dimensione istituziona- semplicità del documento possa suggerire. eccezione dell’enclave socialista. Ciò che non le del fenomeno. Lontano, quindi, dalle sugge- Massimo Galtarossa poté la violenza fascista riuscì invece, nel lungo stioni di Geremek e della storia “dal basso”, lo 51 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

sguardo di Brunetta predilige una visione pano- ramento del territorio: dall’istituzione di corsi di condizioni di un’apertura verso il centro Europa, ramica, che finisce per sovrapporsi con quella educazione tecnico agraria, all’apertura di scuo- favorirono un nuovo ramo familiare alla corte delle classi dirigenti. Sono esse, in fin dei conti, le professionali e magistrali che coinvolgono d’Asburgo, che due secoli dopo avrebbe portato e non i poveri le vere protagoniste di questa attivamente la nuova élite culturale postrisor- nuova potenza e lustro. Ai Collalto, tra l’altro, si storia: è la borghesia (certo nelle sue componenti gimentale nell’attività di promozione educativa, deve l’importazione di quei vitigni ungheresi, più progressiste e illuminate) che da un lato dalla fondazione della stazione biologica di Pa- come il Tocai, che tanto hanno attecchito nelle innesca il volano del capitalismo e dall’altro non dova per la preparazione di sperimentatori, allo nostre terre. può non farsi carico di aggiornare via via le stabilimento bacologico di Vittorio Veneto. Alla Il volume raccoglie gli atti del convegno tenu- risposte alle emergenze sociali legate ai sempre approvazione della costruzione del ponte sul tosi nel castello di San Salvatore, aperto dopo nuovi modelli di “povertà”. I poveri, invece, Piave, o in seguito della ferrovia Motta-Treviso. alcuni decenni, proprio per questa occasione. sembrano intrappolati tra la pressione delle La rivoluzione parlamentare che porta al go- Michele Potocnik e Antonio Salvador (in strutture economiche e le soluzioni delle classi verno la Sinistra, l’intreccio tra politica e affari, Collalto, il castello e le origini…), ricostruisco- dirigenti: prevalentemente non scelgono, ma su- il sospetto che anche Luzzatti si lasci coinvolge- no, facendo tesoro di recenti indagini archeo- biscono gli eventi e le decisioni altrui. re favorendo S. Breda con la Società Veneta per logiche, le vicende storiche degli antichi castelli Tutta da indagare, quindi, rimane la dimensio- Imprese e costruzioni Pubbliche, ipotesi che dei Collalto, che controllavano quel vasto terri- ne soggettiva del povero, ovvero le strategie che Piazza esclude sulla base della considerazione torio collinare compreso tra i fiumi Piave, Soligo proprio i ceti popolari urbani e rurali posero che Luzzatti rimase sempre un sostenitore del- e i torrenti Lierza e Crevada. autonomamente in atto non solo per far fronte l’esercizio statale delle ferrovie, la cui statiz- Vincenzo Ruzza (Da Conti di Treviso a Conti alla miseria, ma anche per mettere a frutto le zazione fu approvata su suo impulso nel periodo di Collalto. Mito e realtà), abbozza le diverse opportunità che l’evoluzione economica e socia- giolittiano. La legge elettorale del 1882, che lo leggende sull’origine della famiglia (cimbra, le andava aprendo anche per le classi subalterne. vede contrario all’allargamento del suffragio, e romana), ripercorrendo poi la sua storia più anti- I brevi cenni che in quest’ottica Brunetta dedica l’attivismo per riparare i danni delle inondazioni ca alla luce dei pochi dati sicuri che si conoscono. al fenomeno migratorio e alla incubazione del del Piave e della Livenza; il collegio senza Luz- Con due distinti saggi (I fratelli Collaltino e boom economico fanno intuire la fecondità di zatti e il suo ritorno nel 1909; il decennio nero Vinciguerra… e Anche un Collalto tra i corri- ulteriori approfondimenti in questa direzione. degli anni Ottanta e i grandi successi di risa- spondenti dell’avventuriero Giacomo Casanova), Infine, una nota critica all’editore Marsilio, namento finanziario dello Stato che in età gio- Giampaolo Zagonel entra nel campo della lette- che in questo caso non ha reso onore al prestigio littiana si fa promotore di interventi pubblici o la ratura, trattando degli scrittori che la famiglia del suo marchio abbandonandosi alla ormai dif- legislazione sull’emigrazione, messe a confron- produsse. Tra questi il più famoso è Collaltino, fusa cattiva abitudine di non corredare il testo di to con le modificazioni della composizione so- figlio di Manfredo, già amico dell’Aretino e del uno strumento prezioso – e doveroso in un’opera ciale e lo sviluppo anche nell’area veneta di Bembo, che visse un lungo e burrascoso amore scientifica come questa – qual è l’indice dei società operaie, fino alle elezioni del 1919, con con la poetessa-cortigiana Gaspara Stampa negli nomi. metodo proporzionale e a scrutinio di lista che anni 1548-51, e fu autore di rime di un certo Alessandro Casellato consacrano i nuovi partiti di massa, e chiudono la pregio. Inoltre si rammenta come a palazzo stagione politica liberal-borghese che porteran- Collalto a Vienna ebbe luogo la prima esibizio- no Luzzatti ad accettare la nomina a senatore e ad ne nella capitale austriaca del giovanissimo uscire dai centri della decisione politica. Wolfgang Amedeus Mozart. Fiorino Collizzolli Al pari di molte altre famiglie feudali, anche i FRANCESCO PIAZZA, Sotto la bandiera di Gigione. Collalto fondarono monasteri, su cui vantarono Luigi Luzzatti a Oderzo: un deputato e il suo per secoli un controllo diretto, o attaverso l’ele- collegio elettorale, Treviso, Istituto per la storia zione dell’abate o con diritti di juspatronato. Un della resistenza e della società contemporanea simile monastero fu per i Collalto quello di della Marca trevigiana - Verona, Cierre, 1998, 958Ð1998. I Collalto. Conti di Treviso, Patrizi Nervesa, che Alberto Sonego (Il periodo mona- 8°, pp. 83, L. 18.000. Veneti, Principi dell’Impero, Atti del convegno stico a S. Eustachio di Nervesa…), studia soprat- (Castello di San Salvatore, Susegana, 23 maggio tutto attraverso la figura di due abati, Alberto e La diffusione del credito e le banche popolari 1998), Vittorio Veneto (TV), Circolo Vittoriese Bonasio. Da sempre mecenati, i Collalto seppero è il testo con il quale il giovane economista di Ricerche Storiche, 1998, 16°, pp. 287, s.i.p. riunire attorno a loro artisti di fama, che allieta- veneziano Luigi Luzzatti propone, nel 1863, la rono le loro dimore e le seppero rendere sontuose sua visione della cooperazione e del credito e che Nell’àmbito del ciclo di studi promosso dal al pari del loro lignaggio. Giorgio Mies (con Arte informa la sua febbrile attività di fondatore di Circolo Vittoriese di Ricerche Storiche sulle e artisti al servizio dei Collalto), enumera, divi- banche popolari e lo porta ad affiancare come famiglie nobili del territorio trevisano, i Collalto dendoli secolo per secolo, gli artisti che maggior- segretario il ministro dell’Agricoltura Industria e rappresentano un momento importante per l’an- mente lavorarono per la famiglia. Moltissimi i Commercio Minghetti. La sua determinazione a tichità ed importanza che la famiglia ha avuto nomi, tra questi Antonio Vivarini, Giovanni diventare membro del Parlamento si incontra nella storia della Marca. La nobiltà dei Collalto Antonio de’ Sacchis, detto il , France- con l’urgenza dei notabili di Oderzo di trovare un viene fatta risalire all’801, quando Carlo Magno sco Pagani da Milano e il Modoli. candidato di prestigio per il proprio collegio concesse (ma il diploma è andato perduto) lo Antonio Fabris elettorale, bene inserito nel potere centrale, al stato e le prerogative comitali a Geraldo e a sua quale affidare le sorti malandate di un territorio moglie Albergonda; il radicamento della fami- periferico, vessato dalla passata dominazione glia Collalto nel territorio è invece attesto da un austriaca. Inizia così un rapporto che, nonostante diploma del 958, con il quale Berengario II re una lunga interruzione, legherà lo statista al suo d’Italia e suo figlio Adalberto, associato al trono, GIANPIERO D ALLA Z UANNA - MARZIA L OGHI, Popo- collegio per cinquant’anni. concedevano a Rambaldo, cioè Regimbaldus, il lazione e popolazioni. Studi territoriali preli- Questo rapporto è il tema della ricostruzione “campione del re”, la corte di Lovadina, presso il minari alla storia della popolazione veneta proposta da F. Piazza in questo agile ma comple- Piave, nella contea di Treviso. Da allora i Collato 1856-1911, Padova, Cleup, 1997, 8°, pp. 152, to saggio che, partendo dalla precoce elezione, divennero una delle più importanti famiglie del ill., L. 35.000. invalidata due volte proprio per il requisito del- trevisano, sempre al passo con i tempi della l’età, intreccia la grande politica con la cura del storia: conti di Treviso, coaugularono l’opposi- Già nel titolo della ricerca di Giampiero Zuanna piccolo collegio e i suoi bisogni. In brevi capitoli zione antiveneziana ma, inglobata la Marca nella e Marzia Longhi si trova implicita la questione su vediamo scorrere sullo sfondo la grande politica Serenissima, entrarono nella nobiltà veneziana, cui si articola lo sviluppo del testo: è possibile nazionale, della quale Luzzatti è da subito stella ricoprendo incarichi di prestigio nello stato parlare, dal punto di vista demografico di una di prima grandezza, e gli interventi per il miglio- veneto; nel XVI secolo, allorché si attuarono le “popolazione” per il Veneto tra la seconda metà 52 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

dell’800 e la Grande Guerra o è più cauto distin- dove aumenta anche la fecondità, più ridotto nel comuni contraddistinti da una fecondità molto guere diverse popolazioni data la difficoltà di veronese, dall’altro la trasversale Sud-Nord, per- bassa, scarsa attività, un elevata presenza di individuare comportamenti demografici comu- ché i comuni montani partivano con una popola- ultrasessantenni, con saldi migratori e naturali ni, facilmente identificabili per tutta la regione? zione di età relativamente più anziana e quindi negativi. Lo studio sembra propendere per questa seconda “più facilmente modificabile a parità di variazio- Ferdinando Perissinotto ipotesi anche se ugualmente giunge a definire, a ni del movimento naturale.”. partire da alcuni specifici criteri di riferimento, Ferdinando Perissinotto degli assi di variabilità territoriale che permetto- no, attraverso una comparazione analitica, di mettere a confronto le diverse particolarità giun- Politica e amministrazione nella Vicenza del gendo comunque a disegnare un quadro d’assie- dopoguerra. Verbali del Comitato di Liberazio- me da cui risaltano alcune differenze specifiche MARIO OGGIANO, L’Italia alpina del Nord-Est. ne Nazionale Provinciale 7 maggio 1945 - 3 della situazione veneta sia rispetto all’Italia che Un’analisi demografica, Venezia, Cafoscarina, luglio 1946, a cura di Maria Grazia Maino, al più generale contesto europeo. 1996, 8°, pp. 191, ill., s.i.p. Vicenza, Neri Pozza, 1997, 8°, pp. 242, L. 30.000. Lo studio si avvale come unità di misura territoriale del distretto, unità amministrativa di Il lavoro di Mario Oggiano prende in esame Quinta pubblicazione della collana di Neri matrice austriaca, collocata tra la provincia e la l’area alpina del Nord Est per esaminare, a partire Pozza “Fonti e studi per la storia del Veneto regione. Dopo aver studiato le componenti socio da un’analisi comparata dei risultati dei censi- contemporaneo”, diretta da Angelo Ventura, economiche dei distretti veneti, organizzandoli menti del 1971 e del 1991, le situazioni di mag- questo testo raccoglie i verbali del CLN provin- secondo le polarità montagna-pianura, città-cam- gior o minor malessere demografico che con- ciale vicentino datati dal 7 maggio 1945 al 3 pagna, conduzione diretta-bracciantato, la ricer- traddistinguono le zone oggetto della ricerca. Lo luglio 1946. Si tratta di una documentazione che ca prende in esame lo sviluppo delle specifiche studio prende così in esame le diverse caratteri- offre un contributo essenziale per la comprensio- componenti di flusso: mortalità, fecondità, nu- stiche della popolazione, analizzandone le dina- ne di quel periodo storico, quando, nell’immi- zialità, migratorietà. Per quanto riguarda i primi miche di flusso e i diversi fattori di permanenza, nenza della sconfitta dei nazifascisti, già si ac- due fattori presi in esame, lo studio di Zuanna e crescita, migrazione, suddividendo i comuni cendeva il dibattito sul riordino politico-ammi- Longhi evidenzia come solo nel periodo che va dell’area in questione non semplicemente per nistrativo del paese. Nella prefazione, Emilio dall’Unità alla Grande Guerra il Veneto superi il unità amministrative, ma anche per dimensioni Franzina ricorda come già l’11 settembre 1944 regime demografico premoderno, caratterizzato demografiche e per fasce altimetriche. Il lavoro un comunicato del CLNR del Veneto avesse sia da una mortalità che da una fecondità elevata è preceduto da una primaria definizione di che contribuito a indicare la via da seguire per la per attestarsi su tassi estremamente ridotti di cosa rappresenta, dal punto di vista dell’analisi scelta degli uomini e delle cariche provvisorie, mortalità (agli inizi del ’900 la più bassa in demografica, l’ambiente alpino, concentrando “dichiarando preminente, zona per zona, la com- Italia), mentre la natalità rimane tendenzialmen- l’attenzione sui fattori che tradizionalmente han- petenza dei CLN provinciali”. Di qui l’importan- te stabile, pur se è variabile, da zona a zona, il no fatto di queste zona un’area contraddistinta da za di conoscere nel dettaglio il contenuto delle rapporto fra età del matrimonio e fecondità nu- un’economia stentata e con una crescita della deliberazioni prese da quegli organi, per com- ziale (precoce la prima, relativamente bassa la popolazione contenuta. prendere quali fossero le regole del gioco e gli seconda nelle zone di pianura, a rapporto inver- I risultati della ricerca giungono ad evidenziare attori che, in quelle difficili circostanze, contri- tito per la montagna). diversi modelli di sviluppo ordinati secondo un buirono in maniera sostanziale alla creazione Il dato, in sé comune a molte regioni europee gradiente di progressivo malessere demografico. delle fondamenta democratiche del nostro paese. nel corso dell’800, è in parte sorprendente perché In cima alla scala si situano le zone del Sud- Nelle pagine dei resoconti che da Vicenza veni- coincide, quanto meno nella seconda metà del Tirolo caratterizzate da un accentuato sviluppo vano inviati al CLN regionale “non solo trovano secolo, con una congiuntura economica partico- del terziario e da una rinnovata attività nel settore conferma molte ipotesi già fatte a proposito dei larmente sfavorevole, segnata dalla crisi genera- primario. Lo spopolamento delle zone alpine in CLN come istituti di governo e di autogoverno Ð le dell’agricoltura e da un’industria che stenta a quest’area è ormai arrestato e, dopo la fase inizia- specie da un lato negativo non potendosene tace- decollare. Questa difficile situazione è responsa- le in cui ingenti investimenti sono stati rivolti alla re i limiti, le debolezze e le contraddizioni Ð, ma bile delle massicce ondate migratorie che inte- costruzione delle infrastrutture per la sviluppo riemergono soprattutto i tratti di una transizione ressano un po’ tutto il Veneto e si concentrano della ricettività turistica, gli interventi sono ora faticosa, accidentata e vissuta in modo anche nel periodo più grave della crisi agraria fra il diretti ad una difesa dell’ambiente, attuata anche esistenzialmente tumultuoso”. 1887 e il 1897 mentre, a partire dalla ripresa nell’ottica di una salvaguardia della propria po- Maria Grazia Maino, che ha raccolto e com- economica di inizio secolo, il saldo migratorio sizione di preminenza nel settore dell’industria mentato questi documenti, ricorrendo anche al- torna ad essere attivo. Nel periodo che va dal delle vacanze, puntando sul miglioramento della l’archivio patavino dell’Istituto veneto per la 1881 al 1914 anche le città rappresentano un polo qualità del servizio piuttosto che sullo sfrutta- storia della Resistenza, ricorda come la circolare di attrazione rispetto alla campagna e una meta di mento intensivo delle risorse. del CLNAI del 29 marzo 1945 abbia mutato la flussi migratori interni. Pur non conoscendo fe- Il modello trentino si trova ad un livello inter- qualità e la natura dell’attività dei comitati regio- nomeni di urbanizzazione massiccia paragonabili medio con una presenza rilevante del settore nali e provinciali; in tale documento si racco- a centri come Torino, Milano, Roma, i distretti industriale rispetto ad un terziario comunque mandava la trasformazione dei CLN regionali e cittadini del Veneto mantengono così tassi di significativo, con tassi migratori attivi, ma con la provinciali in “Giunte Consultive”, destinate a crescita demografica percentualmente più alti presenza di zone isolate di malessere demo- collaborare e ad assicurare una pacifica assun- rispetto alle altre zone, seppur con una situazione grafico. L’area veneta appare in netta ripresa zione dei poteri da parte del governo militare interna di mortalità più elevata e fecondità più rispetto un passato recente, trainata da un settore alleato. Il che significava, naturalmente, conse- ridotta. La combinazione di questi fattori com- secondario e terziario in forte crescita, ma segna- gna delle armi e impegno per una pacifica tran- porta un ringiovanimento complessivo della po- ta anch’essa, soprattutto nell’area del bellunese e sizione verso una definizione democratica della polazione veneta che detiene, agli inizi del seco- del vicentino, da zone in cui il saldo migratorio forma di governo italiana. lo, la percentuale più elevata di giovani nei positivo non colma la denatalità sempre più Nel CLN berico, nelle cui fila militò anche lo confronti delle altre regioni italiane. marcata e il costante aumento dell’età media. scrittore Luigi Meneghello (che nel suo “I picco- A riprova dell’assunto iniziale, tutte queste L’area in cui si concentra infine il più alto males- li maestri” narra della lotta clandestina sulle trasformazioni non si attuano in modo diffuso sere demografico è quella del Friuli. Qui ad un montagne vicentine), dovette naturalmente fron- nel Veneto, ma si distribuiscono seguendo deter- terziario in crescita fa riscontro un’attività indu- teggiare, al suo interno, la difficile convivenza minati assi territoriali. Il ringiovanimento della striale e soprattutto un settore primario in forte tra le varie componenti politiche, tant’è che, tra popolazione, ad esempio, segue da un lato la crisi. Da un punto di vista demografico questa la fine del 1945 e l’inizio del ’46, alla vigilia del direttrice Ovest-Est: più elevato nel trevigiano situazione è caratterizzata dalla prevalenza di suo scioglimento, i verbali già parlano di defe- 53 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

zioni o di assenze dei rappresentanti della Dc e dell’Adriatico. Infine una curiosità. Nell’artico- distinzione dei differenti tipi, delle diverse tec- del Pli, che spingevano per un più rapido sciogli- lo Un maestro d’ascia veneziano a Ginevra nologie impiegate e delle varie decorazioni uti- mento di questi organismi paramilitari. intorno al 1600: Jean Cayato detto Barba, viene lizzate. Ciascun esemplare è accompagnato dal- L’ultimo verbale, quello della riunione straor- ricordato che al programma di costruzioni di la ripresa fotografica in bianco e nero, mentre dinaria del 3 luglio 1946 (“presenti: Lievore, navi da guerra attuato tra il XVI e XVII secolo alcuni oggetti in particolare ed alcuni corredi Gallo, Segala, Bubola, Dianese, Guggia, Rumor”) dalla città di Ginevra partecipò nel 1612 come pressoché integri sono presentati anche a colori; sancisce lo scioglimento del CLN vicentino. Pre- capo dei maestri d’ascia un certo Jean Caillato concludono gli apparati critici, costituiti dalle occupazione dei convenuti è erigere una lapide detto Barba nato a Venezia intono al 1536. tabelle delle corrispondenze inventariali, dagli in memoria dei caduti per la lotta di liberazione, Cinzio Gibin indici delle provenienze e delle raccolte, e dal ma soprattutto conservare memoria delle azioni glossario sulle forme, sulle tecniche di lavora- e delle attività del comitato, curandosi di mante- zione e di decorazione, sui termini tecnici legati nere un archivio di tutti i documenti e le deli- alla produzione vetraria. berazioni prodotti. Ed è grazie a questa lungimi- Cinzia Agostini rante decisione che oggi possiamo disporre di questa preziosa fonte storica. Marco Bevilacqua ARCHEOLOGIA

MICHELE DE BELLIS, Cento frammenti di antichi vetri adriesi custoditi nel Rijks Museum van Navi di Legna. Evoluzione tecnica e sviluppo GIROLAMO ZAMPIERI, Vetri antichi del Museo Ci- Oudheden di Leida (Olanda), Adria (RO), Apo- ° della cantieristica nel Mediterraneo dal XVI se- vico Archeologico di Padova, Venezia, Regione geo, 1998, 8 , pp. 123, ill., s.i.p. colo ad oggi, Atti del Convegno internazionale del Veneto, 1998, 8°, pp. 277, ill., L. 75.000 (Grado, 21-25 maggio 1997), a cura di Mario (Corpus delle Collezioni Archeologiche del Ve- In occasione del XIV Congresso dell’Asso- Marzari, Trieste, Lint, 1998, 4°, ill., pp. 364, tro nel Veneto, 3). ciation Internationale pour l’Histoire du Verre L. 45.000. sono temporaneamente tornati ad Adria, ed espo- Il volume, terzo della serie curata dalla Giunta sti in una vetrina loro riservata del Museo Ar- Attraverso le relazioni di quaranta relatori Regionale del Veneto e dal Comitato Nazionale cheologico, cento frammenti vitrei, risalenti al- provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo, Italiano “Association Internationale pour l’Histoi- l’età romana, trovati nel territorio adriese (pro- dalla Romania, dalla Svizzera e dai Paesi Bassi, re du Verre” che si propone lo studio e la pubbli- babilmente nei dintorni della necropoli di Cuora) sono state messe a confronto le differenti espe- cazione dei vetri antichi rinvenuti nella nostra dal prof. Conton. Tali reperti furono poi da questi rienze sul mondo marinaro, cantieristico e sul- regione e conservati nei musei veneti o in colle- venduti, insieme ad altri 439, al collezionista l’evoluzione storico-nautica ed economica dei zioni private, ha come argomento la classifica- olandese van der Meulen, che, nel 1934, li donò popoli. Il volume indubbiamente è uno stimolo zione dei manufatti vitrei di età romana trovati a al Museo van Oudheden di Leida, dove sono per nuove e più approfondite conoscenze sulla Padova e nel territorio padovano. Edito contem- tuttora conservati. Grazie all’interessamento della cultura marinara che tanto ha inciso sulla vita dei poraneamente all’allestimento della mostra sulla stessa associazione e a quello della Soprinten- popoli che si affacciano sul Mediterraneo. stessa classe di materiali nelle sale dei Musei denza Archeologica del Veneto, per la medesima Nel volume viene riportata anche la Dichiara- Civici patavini, ne ha costituito il catalogo. circostanza è stato pubblicato il catalogo che ne zione con la quale il Comitato scientifico ha fatte I reperti considerati provengono tutti da aree a racconta, come appunta l’autore, il “mistero” e le proprie Ð estendendole a tutto il Mediterraneo Ð destinazione funeraria, se si escludono le dona- vicissitudini. le conclusioni espresse nel Convegno svoltosi zioni e i fondi di Museo per i quali non si può Il De Bellis, che scrive in lingua inglese ed in nel 1995 a Dubrovnik. In essa è sottolineata stabilire con certezza la provenienza. Per la mag- italiano, non è un “addetto ai lavori” ma risulta l’importanza di salvaguardare il patrimonio cul- gior parte di essi è sicuro il luogo di rinvenimen- un grande appassionato dei materiali antichi: con turale costituito dalle costruzioni navali tradizio- to, ma raramente se ne conosce lo specifico un linguaggio semplice ma coinvolgente, propo- nali nel Mediterraneo. Che ci sia questa necessità contesto e l’esatta associazione: l’inquadramen- ne all’attenzione dei lettori la storia dei lo ha spiegato Angelo Marzollo dell’UNESCO di to cronologico, quindi, è derivato quasi sempre ritrovamenti e della formazione della collezione, Venezia: “Una cultura che sta ora rapidamente dall’analisi e dai confronti tipologici, cui l’auto- ed in seguito, proseguendo il discorso in paralle- scomparendo: i manufatti in legno si conservano re dedica, per ciascuna morfologia, un’ampia lo, le biografie del Conton e dell’acquirente certamente meno dei monumenti di pietra, e trattazione, volta a delinearne le derivazioni e gli olandese, ed alcuni cenni storici sulle città di sono, d’altra parte, futto di una sapienza artigia- influssi nelle varie parti dell’impero romano. Adria e di Leida. Entrando quindi nel vivo della nale che raramente si è dotata di codici scritti, Il nucleo più cospicuo di manufatti, comples- discussione scientifica, analizza le varie tecnolo- basandosi piuttosto su tradizioni orali, traman- sivamente ascrivibili all’arco di tempo compreso gie utilizzate per la resa decorativa dei frammen- date di generaziane in generazione insieme alle tra la fine del I sec. a.C. - inizi del I sec. d.C. ed ti (preparazione delle canne “a mosaico”, prepa- sue tecniche specifiche. Lo scafo di una barca il IV sec. d.C., è riferibile alla necropoli cittadina razione dei nastri compositi, delle canne spiralate può essere una struttura altamente significativa della stazione ferroviaria, scavata nel secolo “a retorti” o “a reticelli”, delle coppe costolate, dell’irripetibile tecnologia che l’ha prodotta, e le scorso, mentre un secondo gruppo rilevante degli “alabastra” a bande dorate), e lo stato di sue decorazioni possono costituire la rappresen- quantitativamente e qualitativamente, provenien- conservazione delle superfici degli stessi (aventi tazione artistica di importanti tradizioni, creden- te dal territorio, è quello formato dalle tombe di talora pareti con tracce di corrosione, di devi- ze religiose, superstizioni, leggende popolari”. Montegrotto e di Vigorovea, frazione di S. An- trificazione, trattate ad alta temperatura). Per I numerosi articoli contenuti nel volume ri- gelo di Piove. dieci pezzi in particolare sono state inserite foto- guardano la storia, le tecniche di costruzione, i La classificazione è preceduta da un’introdu- grafie di manufatti integri di diversa provenien- metodi di misurazione, l’insegnamento delle tec- zione generale riguardante la formazione della za, riproducenti le possibili forme originarie cui niche di navigazione così come si sono affermate collezione, che si sofferma in modo particolare essi sono riconducibili. Segue la classificazione nel bacino del Mediterraneo. Diversi articoli si sui rinvenimenti della necropoli della stazione di tutti gli oggetti, divisi in due gruppi (vasellame riferiscono specificatamente al Veneto in parti- ferroviaria e sui centri di produzione. Segue il e non vasellame), il primo dei quali ripartito in colare a Venezia e a Chioggia: Un centro di catalogo, basato sulla distinzione delle forme sottoinsiemi in base al criterio cronologico, riqualificazione degli uomini del mare: la Scuo- rappresentate (amphoriskoi, ampolle, aryballoi, tipologico e ornamentale; ciascun reperto viene la Nautica di Venezia; La scuola di “naval archi- balsamari, bastoncini, bicchieri, bottiglie, broc- illustrato con fotografie a colori per la resa dei tettura” nell’arsenale di Venezia; Dall’albero chette, casseruole, coppe, fiale, kantharoi, sky- diversi elementi decorativi, e con il disegno per alla nave; Maestri d’ascia e calafati nei porti phoi, olle e coperchi, ollette, pedine, piatti, rhyta) la ricostruzione morfologica del repertorio rap- adriatici pontifici tra settecento e primo ottocen- ordinate alfabeticamente, e spesso, all’interno presentato. to; Relitti tra XVI e XIX secolo della costa veneta della stessa classificazione morfologica, sulla Cinzia Agostini 54 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Il Baldo-Garda in epoca romana, Atti del Con- Plinio il Vecchio attribuiva ai Veneti il muni- mo riflesso nell’elevata quantità di reperti di vegno (Cavaion, 29 novembre 1997), Verona, cipio di Belluno, ai Reti quello di Feltre e ai Carni fauna domestica. I numerosi resti di pesce rinve- Centro Turistico Giovanile - Associazione quello degli “Iulienses”, che oltre alla Carnia nuti testimoniano l’interesse delle genti di Canàr Archeologica Cavaionese - Comune di Cavaion, comprendeva il Cadore: tripartizione conferma- verso lo sfruttamento delle zone umide vicine 1998, 8°, pp. 95, ill., s.i.p. ta dagli studiosi moderni. I due centri principali all’abitato. La pesca era esercitata prevalente- erano, come oggi, Feltre e Belluno. La topografia mente su tinche, scardole e lucci, pesci tipici del Nell’opuscolo, chiaro nell’impostazione, di di Belluno romana, sorta alla confuenza dell’Ar- metapotamon, ovvero il tratto terminale dei fiu- agevole lettura per quanto dettagliato e rigoroso do nel Piave, è ancora un rebus per gli archeologi, mi caraterizzato da acque lente, torbide e con scientificamente, si raccolgono gli atti dell’omo- non essendo stata identificata con certezza la ricca vegetazione. nimo convegno, promosso dall’Università Am- posizione del Foro. Quanto a Feltre, che la tradi- I dati paleoambientali indicano una originalità biente Monte Baldo del Centro Turistico Giova- zione vuole fondata da Giulio Cesare, I’imponente del sito come sito palafitticolo di ambiente palu- nile, dall’Associazione Archeologica Cavaionese piano lastricato messo in luce dagli scavi in stre planiziario. Questo ambiente deve aver in- e dall’Amministrazione Comunale del centro, piazza Maggiore sembra invece indicare con fluenzato sia le tecniche costruttive della palafitta svoltosi a Cavaion alla fine del 1997. Il convegno sicurezza che il cuore della città odierna corri- sia la struttura dell’insediamento con costruzio- si proponeva una revisione generale delle cono- sponde a quello della città romana. ne di fossati per drenare l’area insediata, con scenze acquisite e dei dati fino ad oggi emersi Se a Belluno e soprattutto a Feltre sono riser- possibili ripercussioni sull’organizzazione e sul- riguardanti l’entroterra gardesano in età romana: vate, come è naturale, le parti più avvincenti del la sistemazione delle superfici agrarie e a pasco- le informazioni derivatene hanno permesso di libro, con l’illustrazione del loro aspetto antico e lo poste nelle vicinanze. caratterizzare lo stesso ambiente geografico e dei ritrovamenti archeologici, molto imeressanti I risultati ottenuti, con i limiti di uno studio che storico per quanto riguarda le condizioni sociali, sono anche le pagine che ricostruiscono la pre- ha il carattere di saggio, dimostrano la notevole economiche e religiose. I contributi, ora confluiti senza romana nel Cadore, che tra le valli dolo- potenzialità del sito per cogliere la interazione nel volume, sono cinque, tutti accompagnati da mitiche è sempre stata la più favorevote agli tra uomo e ambiente nella fase finale del Bronzo un vasto repertorio di confronto bibliografico, da insediamenti e ai trasporti. antico, per i seguenti motivi: esaurienti note critiche, e da un apparato illustra- Utili, infine, le schede dedicate alle strade 1) il sito e l’area che lo circonda offrono reperti tivo esemplificativo. romane, alla navigazione delle zattere sul Piave, abbondanti, diversificati e ben conservati, che Il primo articolo, a cura di Carlo Bovo, analiz- za la rete viaria che interessava la X Regio, alla centuriazione del territorio, alle ville, alle consentono una ricostruzione archeoambientale riportando anche le varie connotazioni assunte attività economiche, ai culti religiosi (come quelli integrata; dalle diverse strade nei secoli, ed in special modo connessi alla fonte sacra di Làgole, presso Calalzo 2) il paesaggio planiziario padano interfluviale il problema della viabilità nella zona compresa di Cadore) e all’organizzazione politica e ammi- che ospita il sito palafitticolo può essere conside- tra l’Adige ed il Garda; nel secondo Margherita nistrativa. rato come tipico per il periodo in questione, Bolla si sofferma sulle svariate tipologie di ma- Giuseppe Sandrini costituito da un mosaico di dossi alluvionali teriali rinvenuti in contesto funerario e rappre- forestati intercalati da stagni e acquitrini; sentanti classi di ceramica fine da mensa, comu- 3) il contesto archeoambientale esaminato ne da dispensa, lucerne, e soprattutto vetri, tra cui appare in larga parte inequivocabilmente natura- i particolari balsamari bollati della tomba 5 di le, ma nello stesso tipo già punteggiato da Cavaion. Nel terzo Ilaria Rossi si occupa del Canar di San Pietro Polesine. Ricerche archeo- inequivocabili segni antropici: questa individua- rituale funerario e delle tipologie sepolcrali pre- ambientali sul sito palafitticolo, a cura di Clau- lità delle due componenti permette di valutare senti e più frequenti nel comprensorio orientale dio Balista e Paolo Bellintani, Rovigo, Centro meglio i processi ecoinsediativi messi in atto dai del Garda, descrivendo le valenze cultuali ed Polesano di Studi storici, archeologici ed etno- primi gruppi palafitticoli che hanno colonizzato escatologiche, oltre che funzionali, degli oggetti grafici, 1998, 4°, pp 190, ill., L. 50.000. l’area di Canàr. formanti il corredo; Alfredo Buonopane, di se- Giovanna Battiston guito, presenta un breve excursus sulla vita eco- Esce nella collana di studi monografici “Pa- nomica, sul quadro sociale e sugli aspetti religio- dusa”, promossa dal “Centro Polesano di Studi si della comunità gardesana antica. Infine Fede- storici, archeologici ed etnografici” di Rovigo, rico Biondani, dopo l’interessante introduzione questo ricco contributo alla conoscenza di un sull’interpretazione della presenza di offerte importante sito preistorico della provincia di monetali nelle tombe come “obolo di Caronte” in Rovigo: Canar in San Pietro Polesine. La discus- riferimento alla tradizione letteraria, tratta delle sione, integrata dei dati emersi dalle analisi fonti numismatiche nelle diverse fasi preim- paleoambientali, valutati alla luce dei dati periale, alto e medio-imperiale, tardoimperiale e archeologici fino ad ora emersi, ha portato a una altomedievale ricostruzione dell’ambiente antropizzato di Canàr Cinzia Agostini nel Bronzo antico che si articola in vari aspetti. Durante la frequentazione dell’insediamento palafitticolo sono documentate, dai pollini e dai macrofossili, le coltivazioni di cereali (orzo, mo- nococco, dicocco, frumento estivo, miglio), la LUISA ALPAGO-NOVELLO, L’età romana nella pro- vincia di Belluno, Verona, Cassa di Risparmio di cura antropica della vite selvatica. Riguardo alla Verona, Vicenza Belluno e Ancona, 1998, 8°, fase terminale, il rinvenimento di un granulo di pp. 191, ill., s.i.p. canapa può far pensare alla coltivazione di que- sta pianta nei dintorni del sito, una ipotesi che Terzo della collana di “Studi sul territorio richiede conferme da ulteriori analisi. Sono do- bellunese”, questo volumetto fa il punto delle cumentate anche raccolte di frutti spontanei conoscenze sull’epoca romana, anche alla luce (ghiande, nocciole, more, mele, frutti di sambu- delle più recenti indagini archeologiche che han- co Ð sambuco nero e ebbio Ð, corniolo, castagna no interessato Belluno, Feltre e altri centri della d’acqua). provincia. Scritto con linguaggio chiaro e taglio Le colture erano probabilmente localizzate tra divulgativo, illustrato con foto, disegni e cartine, la fascia rivierasca della palude e il bosco, senza ci conduce alla scoperta di un passato che spesso escludere la possibilità di coltivazioni su lembi si legge ancora in filigrana nelle città e nei borghi rilevati tra le aree stagnali-palustri, con possibile di oggi. alternanza fra coltivi e prato-pascolo, quest’ulti- 55 ISTITUZIONI E CULTURA

cui la Serenissima salutava autorità e notabili: patriarchi e cancellieri, procuratori e amba- L’EDITORIA sciatori, capitani da mar... La narrazione cerca di individuare le carat- teristiche delle diverse feste e fa riferimento NEL VENETO ad una serie innumerevole di edizioni delle processioni, di occasioni ed avvenimenti par- ticolari, quali si desumono da fonti d’epoca e studi specifici. Le tavole fuori testo riportano 26 tra incisioni e stampe d’epoca inerenti gli della venezianità costituito dalla Biblioteca argomenti trattati. Civica Correr). Si articola in cinque parti che, CULTURA POPOLARE La presentazione di Antonio Niero evidenzia seguendo l’andamento temporale, in senso la partecipazione popolare sia nelle processio- VENETA cronologico e di ritualità annuale, forniscono ni (prese in esame nelle prime tre parti del- un quadro complessivo di un mondo le cui l’opera) come nelle feste dogali (cui si riferi- Pier Giorgio Tiozzo manifestazioni sono estremamente ricche e scono le ultime due), ma soprattutto quel varie, con caratteristiche che tendono a cam- “felice connubio di autorità dogale e di popo- biare nel tempo. lo” che ha caratterizzato tutte le manifestazio- Si parte dalle “Processioni per festività an- ni veneziane. Indubbiamente la presenza del nuali”, dove vengono indicati i momenti più La collana sulla “Cultura popolare veneta”, doge per un verso e del popolo per l’altro, antichi e più sentiti delle solennità veneziane: promossa dalla Regione del Veneto con la costituiscono i due elementi essenziali della i ludi mariani; le leggende e le feste in onore collaborazione della Fondazione Giorgio Cini organizzazione e della fortuna delle proces- di San Marco; i riti contro le scelleratezze del di Venezia e pubblicata nella nuova serie dalla sioni e delle feste veneziane. Nel loro insieme, carnevale; le solennità della Settimana Santa; casa editrice Neri Pozza di Vicenza, si avvale queste costituiscono il momento festivo e gio- la sensa, con lo sposalizio del mare; la proces- di un apposito Comitato scientifico presieduto ioso di un potere oligarchico basato su un sione del Corpus Domini e quella di San da Vittore Branca e coordinato da Ulderico compleso e felice equilibrio di sudditanza e Giorgio. A questo gruppo, che costituisce il Bernardi. Vengono qui presentate le ultime paternalismo, un momento di affermazione e cuore della tradizione, seguono le “Processio- pubblicazioni della collana. di esaltazione della venezianità e del mito di ni annuali di ringraziamento”, relative alle Venezia, verso cui vengono fatti convergere uscite solenni del Doge dal Palazzo Ducale e tutti gli aspetti della società (spirituale, cul- all’andata alla cappella di sant’Isidodro (in LINA URBAN, Processioni e feste dogali. “Ve- turale, istituzionale, economico). Una vene- ricordo della sventata congiura di Marin netia est mundus”, present. di Antonio Niero, zianità che nell’orizzonte dei protagonisti si Faliero) fino alla Madonna della Salute (per la Venezia, Regione Veneto - Vicenza, Neri identifica con l’universo: Venezia è il mondo, salvezza dalla pestilenza del 1630-31), pas- Pozza, 1998, 8°, pp. 276, ill., L. 35.000 (Cul- come recita appunto il complemento del tito- sando per i vari santi e momenti degni di tura popolare veneta, nuova serie, 14). lo. Per noi, oggi, un osservatorio per cogliere memoria di una storia che ha superato diversi aspetti e riferimenti delle caratteristiche e del- frangenti difficili. Quindi le processioni de- Nota studiosa delle feste e dei divertimenti la fortuna di questa civiltà. finite “laico-nazionalistiche”, promosse per veneziani, Lina Urban propone in questo vo- esaltare alleanze, guerre e paci, e le “Feste lume un itinerario sulle manifestazioni cele- dogali” vere e proprie, con le celebrazioni in brative che hanno caratterizzato la Repubbli- occasioni delle elezioni del doge e momenti ca di Venezia in età moderna. Si tratta di un particolari della sua attività. La disamina delle lavoro che intende fornire uno spaccato com- Scartafaccio d’agricoltura. Manoscritto di processioni si conclude con i “Solenni ingres- plessivo su queste manifestazioni, assumendo un contadino di Spinè di Oderzo (1805-1810), si e cerimonie di investiture”, del modo cioè in un carattere divulgativo rispetto a studi più a cura di Luciano Morbiato, Venezia, Regione specifici, con inserimento comunque di ele- Veneto - Vicenza, Neri Pozza, 1998, 8°, pp. menti nuovi. Non manca la materia prima 199, ill., L. 34.000 (Cultura popolare veneta, considerato che “Venezia ebbe in assoluto il nuova serie, 15). maggior numero di processioni e cortei”, ma- nifestazioni che avevano la particolarità di La collana regionale sulla “Cultura popola- creare un intreccio inscindibile tra “culto civi- re veneta” si arricchisce di materiali sul mon- co e celebrazioni religiose”. Sono feste che do contadino con la pubblicazione di un testo trovano la propria esaltazione intorno al cuore sulle tecniche agricole scritto da un contadino marciano (la piazza e la basilica di San Marco, anonimo del territorio opitergino. il Palazzo Ducale), e la cui finalità era il Il manoscritto, che ottiene solo ora gli onori ringraziamento e la esaltazione della potenza della stampa, era stato raccolto sul finire del e ricchezza della Serenissima, la dimostrazio- secolo scorso dal prof. Emilio Teza dell’Uni- ne della sobrietà dell’oligarchia governante, versità di Padova, presentato alla R. Accade- l’ostentazione della sua saggezza, la ricerca mia di scienze, lettere ed arti, e depositato della concordia delle classi sociali urbane, nella biblioteca dell’Orto botanico di Padova. l’attrazione nella sfera dei miti veneziani dei Si tratta di appunti di agricoltura di vario ceti sociali e dei centri marginali. genere, considerazioni tra divulgazione e Il lavoro illustra l’origine e le principali sperimentazione di tecniche agrarie, la cui tradizioni legate alle festività, raccontate sulla parte centrale è costituita da due trattati sulla scorta della ricca memorialistica e letteratura viticultura e sul formento. Il testo è stato veneziana, con riferimento ad alcuni testi Gentile Bellini, Processione in piazza San Marco (part.). scritto all’inizio del secolo scorso da un con- manoscritti (in particolare di quel monumento Venezia, Gallerie dell’Accademia tadino piccolo proprietario rimasto anonimo, 56 ISTITUZIONI E CULTURA

chiamato Maso (con una denominazione con di ‘saggezza contadina’. I Ricordi si snoccio- tutta probabilità di comodo) dal Teza, ed ha il lano uno dietro l’altro, in forma ancora grade- modo di scrivere di chi è senza studi, con vole, toccando i diversi aspetti della gestione composizione dei contenuti in modo indeciso della terra, le modalità tecniche della migliore e in forme continuamente cambianti. L’autore esecuzione dei lavori sui campi, l’equilibrio è un ‘patriarca’ di una comunità rurale che si con il quale devono essere condotti i rapporti scusa per il proprio parlare “rozo”, tipico del interpersonali, tra sudditanza al padrone e “recoltore”, di chi è avvezzo ai lavori manuali comando sui contadini, i riferimenti e i com- e non intellettuali. portamenti necessari per governare i lavorato- Il volume si compone di tre parti, fatte ri dei campi. Vengono posti in evidenza, con precedere da una sintetica premessa di inqua- intento pratico, gli elementi che oggi chiame- dramento di Manlio Cortelazzo. Innanzitutto remo di tecnica agraria, seguendo tutti i pas- un saggio introduttivo sull’opera, scritto dal saggi delle attività del mondo contadino dalla curatore Luciano Morbiato (Le due recolture”, coltivazione al prodotto finito, come ad es. per pp. 17-50). La parte centrale è costutuita dal il vino, e offrendo in modo esplicito uno testo, lo “scartafaccio” appunto, accompa- occulatezza nell’esitarle, avantaggio nello spaccato del modo di comportarsi e di conce- gnato da qualche annotazione, seguito da un spender il denaro del patrone”, recita il com- pire questo mondo, il tutto finalizzato all’ glossario di termini usati e arricchito da un plemento del titolo dell’edizione, e aggiunge ‘operare bene’ e in funzione del padrone. repertorio dei disegni più significativi inseriti ancora: “Opera morale et economica che ser- L’economia e la vita contadine vengono nel manoscritto (13 pagine fuori testo, con 33 ve ad instruttione de’ fattori et ad avvertimen- scandagliate nei loro molteplici aspetti ag- illustrazioni) e da una “Tavola” con gli incipit to de’ patroni”, con in fine “una raccolta di giungendovi in appendice l’indicazione dei dei vari capitoli del testo. In appendice viene rimedij per varie infermità di buoi, cavalli et rimedi per affrontare le malattie degli animali, ripubblicato il testo della comunicazione svolta altri animali”. Condotto sulla editio princeps i mali dei cani e le infermità dei cavalli. da Emilio Teza all’Accademia patavina nel (spiega Susanna Celi) del 1679, il testo occupa In questa messe di informazioni Dematté 1895 e un campione della corrispondenza le pagine 27-270 del volume, e viene opportu- individua nuove partizioni tematiche: 1. I di- intrattenuta, sempre nel 1895, da Teza con il namente integrato dalla prefazione di Ulderico versi tipi di fattoria e la professionalità del Prefetto dell’Orto botanico patavino, il prof. Bernardi e dal saggio e apparato critico di fattore, con l’importanza delle scritture conta- Pier Andrea Saccardo, corrispondenza con- Enrico Dematté. bili per una corretta amministrazione; 2. La servata tra la Marciana di Venezia e la Biblio- L’introduzione di Bernardi richiama il si- varia natura delle possessioni e le diverse teca Vallisnieri dell’Università di Padova, che gnificato del lavoro di Giacomo Agostinetti conduzioni dei fondi in base a località, terreno fa riferimento al manoscritto e che indica la sul mondo contadino veneto come testimo- e coltura; 3. Coltivazione della vite e principi varietà di interessi e di competenze del Teza. nianza di una sapienza popolare che ha saputo di enologia (interesse primario dell’autore), “Maso” stesso dichiara che il volume gli è coniugare in modo eccellente la pratica alla con collocazione dei vigneti, distinzione delle commissariato da un ecclesiastico, con l’ap- teoria, inserisce il lavoro all’interno delle atti- uve, maniere di fare i vini, disporli, conservar- provazione di signori, e questa origine appare vità e delle caratteristiche del paese natio, li e commercializzarli; 4. Criteri per allestire sottolineata dai continui afflati devozionali Cimadolmo di Oderzo, e sottolinea nell’opera gli alberi (del vigneto e di altre qualità), moda- del cristiano che accompagnano le considera- la prima descrizione della coltivazione del lità di impianto, piante di sostegno; 5. Il brolo zioni di filosofia spicciola. mais, di quel formenton, o sorgoturco, che e gli alberi da frutto, che costituisce la sezione Scritta in un delicato momento di passaggio tanta parte avrà nella storia regionale suc- più ricca, con indicazioni sulla tenuta e sulle istituzionale (che vede il susseguirsi di france- cessiva. Dematté offre una lunga ed articolata attrezzature per una migliore produzione, non- si e austriaci dopo la Serenissima e prima che analisi sulle caratteristiche del testo, sull’au- ché “sobri riferimenti gastronomici e com- si possa prospettare concretamente l’unifica- tore e sul mondo nel quale si inserisce, com- merciali”; 6. Orto, siepi e giardino, con riferi- zione all’Italia), la pubblicazione costituisce pletando il volume con una nota sulle 5 diver- mento alla dimora padronale; 7. Sostanze e una testimonianza di un mondo che ci appare se edizioni dell’opera (realizzate tra il 1679 e risorse, con rassegna degli allevamenti, delle lontano, e del quale ci documenta le caratteri- il 1749), un glossario dei termini dialettali e attività e delle produzioni agricole; 8. Caratte- stiche tecniche del mondo agricolo per un gergali, e gli indici di nomi e luoghi. rizzazione culturale del fattore, come figura verso, l’orizzonte culturale e ideologico di un Dopo 45 anni di ‘onorato’ servizio, ormai vicaria; 9. Etica personale e finalità del vivere, piccolo proprietario per un altro verso, ed superati gli ottant’anni, ritiratosi nel paese in una specie di testamento spirituale. inoltre un linguaggio significativo, un italiano nativo, Giovanni o Jacopo Agostinetti si mette Viene così reso accessibile, con inquadra- popolare ricco di elementi dialettali. a scrivere della propria esperienza, racco- mento e strumentazione critica, un testo signi- gliendo 110 trattazioni, chiamate “ricordi”, su ficativo ed esplicativo del mondo culturale ed aspetti e momenti della vita del coltivatore, economico della provincia veneta e friulana di con riferimenti precisi e continui, in particola- tre secoli fa. re, a come deve comportarsi un ‘buon fattore’. GIACOMO AGOSTINETTI, Cento e dieci ricordi Il discorso viene sviluppato con approccio che che formano il buon fattor di villa, a cura di oggi diremmo pluridisciplinare, come sottoli- Ulderico Bernardi e Enzo Dematté, Venezia, nea Bernardi, nel quale viene unito “il pregio Regione Veneto - Vicenza, Neri Pozza, 1998, del saggio scientifico, la minuziosa precisione GIUSEPPE GRAVA - GIOVANNI TOMASI, La fie- 8°, pp. 451, L. 48.000 (Cultura popolare vene del manuale tecnico, e la sapienzalità etica di nagione nelle Prealpi venete, Venezia, Regio- ta, nuova serie, 16). chi non immiserisce l’attività d’impresa nella ne Veneto - Vicenza, Neri Pozza, 1999, 8°, pp. sola ottimizzazione del profitto, ma punta a 156, 8°, L. 50.000 (Cultura popolare veneta, Edizione critica di un testo che “tratta quel- un’armonia di rapporti sociali, per quanto nuova serie, 17). lo e quanto deve sapere un buon fattor di villa, consentito dal proprio tempo, dove si realizzi che consiste principalmente in tener buona al meglio la più generale condizione umana”. Frutto di una articolata ricerca a carattere scritura, intendersi d’agricoltura, diligenza nel Pubblicato per la prima volta nel 1679, il etnografico-linguistico sviluppata in dieci anni riscuoter l’entrate, pratica nel conservarle, lavoro è frutto dunque di conoscenza diretta e (tra il 1988 e il 1998), il volume raccoglie 57 L’EDITORIAISTITUZIONI NEL E CULTURA VENETO

un’ampia serie di materiali e illustrazioni. Lo tradizioni e i vari usi. Vengono illustrati in studio è stato condotto in tutta l’area delle modo specifico le tipologie e caratteristiche Prealpi venete, nella quale, dopo una serie di (oltre alla denominazione) della treggia, la campionamenti e saggi semplificati, sono sta- slitta utilizzata come mezzo tradizionale di ti focalizzati 67 siti d’indagine: località mino- trasporto del fieno fin dai tempi più antichi, ri nell’area che fa da cerniera tra la Pianura prima dello sviluppo della rete viaria e dei padana e le Alpi, scelte sulla base della sistemi, introdotti nel nostro secolo. Le sche- significatività delle fonti individuate. Si tratta de e l’atlante vengono completati da una serie di località periferiche poste intorno alla valle di fotografie documentative (“I colori del fie- del Brenta, prevalentemente nelle province di no”) e dagli apparati di riferimento, con elen- Belluno e Treviso ma con sconfinamenti nelle co dei punti d’indagine, indice dei ‘concetti’ aree contermini. Gli informatori sono per lo (con indicazione degli appellattivi segnalati), più dialettofoni, esperti individuati in loco e indice delle tavole. residenti in villaggi appartati, ma non manca Si tratta di una ricca e precisa documenta- qualche raccoglitore e appassionato di tradi- zione di un mondo antico in un’area specifica, zioni locali. L’indagine ha coinvolto com- dunque, un recupero nato dalla “necessità di plessivamente circa 300 persone, con alcune testimoniare, a futura memoria, un settore delle quali sono stati realizzati approfondi- dell’attività economica su cui per millenni si è menti e ripetuti contatti. etnografiche ed etimologiche, illustrate da basata la vita della popolazione dell’area inve- Principale attività economica tradizionale foto e disegni documentativi. Si delinea in stigata”, come sottolinea nella premessa Gio- di queste aree, la fienagione è stata studiata questo modo la rappresentazione del quadro vanni Tomasi. analiticamente nelle diverse fasi e caratteristi- delle attività della fienagione e la riflessione Un lavoro appassionato e documentato, nel che, individuando 80 ‘concetti’ attorno ai qua- sugli usi linguistici presenti nell’area per i quale il rigore dell’analisi e della presentazio- li è stato realizzato il confronto sull’uso lin- diversi momenti: dalla presentazione e illu- ne scientifica si unisce alla semplicità ed effi- guistico presente nei 67 siti d’indagine. I ‘con- strazione degli attrezzi che venivano usati e cacia delle illustrazioni, nato dal connubio tra cetti’ evidenziati sono stati articolati attorno a del loro utilizzo, ai vari modi di essere (e un “medico umanista” esperto di studi dialettali quattro momenti dell’attività: gli attrezzi della quindi di definizione) del fieno e ai momenti (autore dei testi) ed un artista illustratore, fienagione; i lavori della fienagione; il tra- della raccolta, alle varie tecniche e modalità di Giuseppe Grava (autore dei disegni, fotogra- sporto del fieno; il fienile e la mangiatoia. trasporto a valle, fino alla conservazione nel fie e cartografia), che con il Tomasi ha stabi- Lasciando sullo sfondo altri aspetti (come ad fienile del fieno al consumo. lito un forte sodalizio culturale. esempio il complesso fienile-stalla), il lavoro Al percorso intorno alle 80 schede si affian- Il volume ospita anche una breve presen- individua meticolasamente e analiticamente cano 50 tavole sul modo come i ‘concetti’ tazione di Giovanni Battista Pellegrini, che l’oggetto dell’indagine riportando gli 80 argo- vengono espressi nelle diverse aree e subaree, introduce la ricerca ed entra nel merito del menti/oggetti in schede descrittive dei diversi costituendo in questo modo un atlante lingui- valore scientifico della documentazione rac- termini usati, con considerazioni storiche, stico sulla fienagione, individuando le diverse colta dall’autore.

58 ISTITUZIONI E CULTURA

casione primaria di un periodico incontro tra gli accademici per la reciproca comunicazio- ISTITUZIONI ne delle idee, delle esperienze e dei risultati conseguiti da ciascuno, sia nell’ambito degli studi individuali che di quelli promossi dalla E CULTURA classe di appartenenza. Inoltre vengono orga- nizzati corsi, conferenze e tavole rotonde sui problemi di maggiore interesse locale e nazio- nale, e pubblicati saggi, quaderni, collane di documentazione storica e artistica. Tra le più b) gli Accademici Olimpici Corrisponden- significative pubblicazioni vanno citate la Sto- L’ACCADEMIA OLIMPICA ti, eletti tra coloro che non si trovano nelle ria di Vicenza, in quattro volumi e sei tomi, la condizioni di cui al punto precedente, DI VICENZA Storia dell’Altipiano dei Sette Comuni, in due c) gli Accademici Olimpici Emeriti, e cioè gli volumi, e l’edizione critica di tutte le Opere di Accademici Ordinari e Corrispondenti che abbia- Osvaldo Petrella Giacomo Zanella. no fatto richiesta di essere trasferiti a questa cate- Recentemente è stata avviata, con ricono- goria per motivi di salute od altro impedimento. scimento ufficiale, avvenuto con Decreto del Sono membri di diritto pro tempore: il Ve- Ministero per i Beni Culturali, l’Edizione scovo di Vicenza, il Sindaco di Vicenza, il Nazionale di tutte le Opere di Antonio Fogaz- L’Accademia Olimpica di Vicenza fu fon- Presidente dell’Amministrazione Provinciale zaro; per tale iniziativa è stata costituita, sem- data nel marzo del 1555, in seguito alla fusio- e il Presidente della Camera di Commercio, pre dal precitato Ministero, una Commissione ne dell’Accademia fondata da Gian Giorgio Industria, Artigianato e Agricoltura di Vicenza. Nazionale, presieduta dall’attuale Vice Presi- Trissino con quella dei Conti Gualdo in contrà L’Accademia può conferire la qualifica di dente dell’Accademia, prof. Fernando Bandini. Pusterla. La nuova Accademia assunse “per soci onorari a coloro che siano ritenuti merite- Di Antonio Fogazzaro l’Accademia Olim- impresa” il corso dei carri di Olimpia e “per voli di speciale considerazione o di particola- pica ha, comunque, disposto la ricognizione motto” Hoc opus hic labor est. L’Accademia re onore per il loro eccezionale impegno uma- del carteggio inedito, del quale sono già stati Olimpica accolse uomini dotti della migliore no e per lo straordinario contributo al progres- pubblicati due “Quaderni”, Diario di viaggio nobiltà vicentina e teneva le sue adunanze nel so della civiltà in ogni sua espressione. in Svizzera e Carteggio Fogazzaro-Casciola, salone della Basilica Palladiana, fino alla fu- È negli scopi dell’Accademia promuovere di una serie che comprenderà presumibilmente sione con l’Accademia dei Costanti (1568). mediante pubblicazioni, tornate, celebrazio- una trentina di volumi. Per poter disporre di una sede propria e ni, corsi di insegnamento e manifestazioni Allo scopo di sollecitare e promuovere l’ap- adatta ad ogni tipo di manifestazioni, l’Acca- varie gli studi letterari, storici, filosofici, scien- plicazione allo studio di giovani vicentini e demia Olimpica dette incarico al consocio tifici, tecnici, giuridici, economici, ammini- l’approfondimento di temi che riguardino il Andrea Palladio di avviare una nuova fabbri- strativi e le attività artistiche, con speciale territorio storico della provincia di Vicenza, ca per tenervi stabilmente le riunioni accade- l’Accademia Olimpica bandisce alternativa- miche e ospitarvi le varie attività culturali, mente, uno per ogni anno, i Premi biennali comprese le rappresentazioni teatrali e le ese- “Accademia Olimpica” e “Hoc Opus”. cuzioni musicali. Il Palladio ne approntò il Il primo è riservato a cittadini italiani che disegno, ma non completò il previsto Teatro, risultino nati in provincia di Vicenza o vi che fu portato a termine dal figlio Silla e dallo risiedano da almeno dieci anni consecutivi, e Scamozzi. siano autori di tesi di laurea o di opere prime L’Accademia Olimpica ebbe l’onore di attinenti a qualsiasi disciplina. annoverare nel tempo, fra i suoi membri, per- Il secondo è aperto agli autori, sia italiani sonaggi illustri e, fra questi, il cardinale Giam- riguardo alla cultura, alla vita artistica e al che stranieri, di un’opera prima o di una tesi di battista Castagna, assurto poi al seggio ponti- progresso della Città di Vicenza e del suo laurea che, sotto qualsiasi profilo, riguardino ficio con il nome di Urbano VII, e, in tempi a territorio storico. particolarmente o prevalentemente Vicenza noi più vicini, letterati, scrittori ed economisti Fu per iniziativa dell’Accademia Olimpica ed i territori che facciano o abbiano fatto parte insigni quali Giacomo Zanella, Antonio Fo- che, già nella metà del secolo scorso, fu della sua provincia o della sua diocesi. gazzaro, Fedele Lampertico, Guido Piovene, fondata la benemerita Scuola d’Arte e Me- I Premi sopra citati sono giunti entrambi non senza dimenticare la figura dello statista, stieri, con l’intento di promuovere la forma- alla loro sesta edizione, registrando un note- recentemente scomparso, Mariano Rumor. zione dei giovani a proficuo lavoro. vole successo di partecipazioni, in genere L’Accademia Olimpica è ente morale dal Partecipò successivamente, con altri Enti molto qualificate. 1935 e gode di contributi specifici degli enti vicentini, all’istituzione del Cuoa (Consorzio Viene anche bandito un Premio Triennale pubblici preposti alle attività culturali nazio- Universitario per gli Studi di Organizzazione intitolato a Mariano Rumor, fino al 1990 Pre- nali, regionali e locali. L’attuale statuto, ap- Aziendale) per la formazione alle discipline sidente dell’Accademia, usufruendo della ren- provato nel 1997 con decreto del ministro per dirigenziali di giovani laureati; alla costitu- dita del lascito da lui generosamente destinato i Beni Culturali e Ambientali, prevede tre zione del Centro Internazionale di Studi di all’Istituzione. Secondo la volontà testamen- Classi di Accademici: la Classe di Lettere ed Architettura “Andrea Palladio”, che si occu- taria dell’illustre estinto, il Premio sarà asse- Arti, la Classe di Scienze e Tecnica e la Classe pa, fra l’altro, di organizzare corsi di perfe- gnato ogni tre anni, a conclusione di un con- di Diritto Economia e Amministrazione. zionamento nelle discipline artistiche; men- corso riservato a tesi di laurea vertenti, volta Compongono l’Accademia, a titolo elettivo: tre partecipa ad altre Istituzioni, quale il Cen- per volta, su uno dei seguenti argomenti: a) a) gli Accademici Olimpici Ordinari, eletti tro di cultura e civiltà contadina - Biblioteca storia del movimento politico e sociale cat- tra coloro che risultino nati nella città o pro- internazionale “La Vigna”. tolico nel territorio vicentino a partire dalla vincia di Vicenza o nel suo territorio storico, Il Corpo accademico è convocato in perio- proclamazione della Repubblica, b) sull’ope- o risiedano da almeno tre anni nella Regione diche tornate per la presentazione di memorie ra di Sebastiano Rumor e c) sull’opera di Veneto; e relazioni: dette tornate rappresentano l’oc- Pietro Nardi. 59 ISTITUZIONI E CULTURA

L’Accademia Olimpica vuole porsi anche GINO N OGARA, Cronache degli spettacoli nel Teatro ediz. (1790), nota storico-critica di Loredana Olivato, come istituzione attiva per lo studio delle Olimpico di Vicenza dal 1585 al 1970, introd. di 1980,1995 ristampa, pp. 52, L. 20.000. Neri Pozza, 1972, pp. XXIV+420, ill., L. 50.000. problematiche che, nei vari settori, riguardano REMO SCHIAVO, A Guide to the Olympic Theatre, la comunità vicentina, onde portare il proprio GIOVANNI POLI, La commedia degli Zanni, a cura di translated by Patricia Anne Hill, 1981, 1985 ristam- contributo di idee agli Enti istituzionalmente Giovanni Poli, 1973, pp. 100, L. 12.000 (ÇOpere pa, 1987 ristampa, pp. 160, ill., L. 18.000. competenti, al fine della più razionale soluzio- teatrali per l’Olimpico», 2). ne delle stesse. L’iniziativa, che va sotto il Introduzione a ricerche etnografiche nel Veneto, GIOVANNI MANTESE, Memorie storiche della Chiesa coordinaz. di Manlio Cortelazzo, saggi di Luciano nome di “Vicenza verso il 2000”, si è già vicentina, IV: Dal 1563 al 1700, 1974, 1993 ristam- Canepari, Mariantonia Capitanio, Cleto Corrain, concretata in una serie di riunioni di appositi pa, pp. XXXII+1557, due tomi, L. 100.000. Manlio Cortelazzo, Giuseppe De Marzi, Diego gruppi di lavoro, in particolare in materia di Fantuzzo, Loris A. Fontana, Daniela Perco, Bruno cultura in generale, di territorio e di solidarietà Carlo Scarpa, catalogo della mostra (Vicenza, Pianta, Terenzio Sartore, Ugo Sauro, Giuseppe sociale, mentre un quarto gruppo di lavoro è Domus Comestabilis, marzo-luglio 1974), introd. Sebesta, Carlo Vanzetti, 1981, pp. XVI+336, L. preposto ai temi relativi al Piano Particolareg- di Neri Pozza, 1974, pp. 20, , L. 5.000. 35.000. giato per il Centro Storico. é previsto che di GILLES G ÉRARD M EERSSEMANN, L’opera storiografica GIOVANNI MANTESE, Memorie storiche della Chiesa tutti questi incontri vengano redatte apposite di Giovanni Mantese, con rassegna bibliografica a vicentina, V: Dal primo Settecento all’annessione relazioni che si concluderanno con proposte cura di Ermenegildo Reato, 1974, pp. 38, L. 5.000. del Veneto al Regno d’Italia (1700-1866), 1982, pp. operative concrete. Il Teatro italiano del Cinquecento, Guida della XXXVI+1052, due tomi, L. 100.000. Mostra (Vicenza, Teatro Olimpico, 10 giugno-5 EURIPIDE, Le Baccanti, trad. di Umberto Albini, novembre 1974), a cura di Licisco Magagnato, scheda introd. di Margherita Rubino, 1983, pp. 28, Accademia Olimpica 1974, pp. 48, ill. (esaurito). L. 6.000. largo Goethe, 3 - Vicenza AA.VV., Civiltà rurale di una valle veneta. La Val tel. 0444 324376-320396 - fax 0444 321875 REMO SCHIAVO, Il Teatro Eretenio tra cronaca e Leogra, a cura di Mario Bardin, Ugo Barettoni, Pio storia. Nel bicentenario della inaugurazione, 1983, presidente: Lorenzo Pellizzari Bertoli, Maria Grazia Bolfe, Giacomo Collareda, pp. 360, ill., L. 40.000. vice presidenti: Fernando Bandini, Virgilio Gianni Conforto, Antonio Cortese, Maria Cristofari, Bruno Dall’Alba, Luisa De Franceschi, Bepi De JEANNINE G UERIN D ALLE M ESE, Una cronaca vicentina Marzot Marzi, Giando Drago, Stefano Drago, Isabella del Cinquecento, present. di Paolo Preto, 1983, pp. segretario: Osvaldo Petrella Ferraro, Francamaria Galante, Basilio Gasparin, VIII+240, L. 30.000. amministratore: Luigi Cappellari Carlo Geminiani, Germano Gualdo, Bruna Lorato, Ada Losco, Mariano Nardello, Antonio Ranzolin, REMO S CHIAVO, Das ÇThetro OlimpicoÈ von Vicenza: presidente della Classe di lettere e arti: Maria Sartore, Terenzio Sartore, Diana Sperotto, Eine Einfuhrung, trad. di Julia Marini Slataper, Giulio Cattin pref. di G. Cappelletti, cenni storici di G. Mantese, 1984, pp. 160, ill. (esaurito). coordinatore scientifico Terenzio Sartore, 1976, presidente della Classe di diritto economia MARIA TERESA FORTUNA CANIVET, Scritti e memorie, 1977 ristampa, 1986 ristampa, pp. XX+794, ill., con e amministrazione: Lelio Barbieri a cura di Pierre Canivet e Giorgio Oliva, present. di trascrizioni musicali, L. 100.000. Mariano Rumor, 1986, pp. 400, ill., L. 30.000. presidente onorario: Giorgio Oliva REMO SCHIAVO - FRANCAMARIA GALANTE, Olimpico GIANNI A. CISOTTO, Quotidiani e periodici vicentini vivo, catalogo della mostra (Vicenza, Basilica (1811-1926). Profilo bibliografico e cenni storici, Palladiana, 10 settembre-6 novembre 1977), a cura present. di Ermenegildo Reato, 1986, pp. 320, L. di Remo Schiavo e Francamaria Galante, present. di 25.000. Pubblicazioni dell’Accademia Guglielmo Cappelletti, 1977, pp. XII+116, ill. L. 15.000. L’insediamento Neolitico di Molino Casarotto nel- le Valli di Fimon (Colli Berici, Vicenza), Parte I, a OPERE VARIE I Veneti in Brasile. Nel centenario dell’emigrazione cura di Lawrence H. Barfield e Alberto Broglio, (1876-1976), catalogo della mostra (Vicenza, 1977), present. di Bianca Maria Scarfi e Luigi Bernabò GIOVANNI MANTESE, Memorie storiche della Chiesa a cura di Mario Sabatini ed Emilio Franzina, 1977, Brea, contributi di Giorgio Bartolomei, Lawrence vicentina, I: Dalle origini al Mille, 1952, pp. pp. XVI+160, ill. L. 20.000. H. Barfield, Alberto Broglio, Annaluisa Pedrotti, 4+XL+332, ill., in brossura (esaurito). Maria Vittoria Duralite Pasa, Donatello Magaldi, MARIO D E R UITZ, Iscrizioni ed epigrafi di Bartolomeo Antonio Guerreschi, 1986, pp. 118, ill. (esaurito). GIOVANNI MANTESE, Memorie storiche della Chiesa Bressan, present. e discorso commemorativo di vicentina, II: Dal Mille al Milletrecento, 1954, pp. Giovanni Mantese, 1977, pp. XVIII+158, ill. L. REMO SCHIAVO, Guide au Theatre Olympique, trad. XLIII+581, ill., in brossura (esaurito). 15.000. di G.A. Golin e A.C. Darfuille, 1987, pp. 160, ill., L. IOVANNI ANTESE 18.000. G M , Memorie storiche della Chiesa GIOVANNI MANTESE - MARIO DALLA VIA, Il Palazzo vicentina, III/I: Il Trecento, 1958, pp. XL+680, L. Trissi,o al Duomo ora sede della Cassa di Rispar- L’Archivio storico dell’Accademia Olimpica con- 35.000. mio di Vicenza, 1978, pp. VIII+174, ill. L. 20.000. servato presso la Biblioteca Civica Bertoliana (sec. GIOVANNI MANTESE, Memorie storiche della Chiesa XVI-XIX), a cura di Antonio Ranzolin, 1989, pp. ANTONIO CANOVA - GIOVANNI MANTESE, I castelli 176, ill., L. 15.000. vicentina, III/II: Dal 1404 al 1563, Vicenza, Neri medioevali del vicentino, present. di Piero Gazzola Pozza, 1964, pp. XVI+1128, ill. (esaurito). e Giovanni Perbellini, 1979, pp. 288, ill., con schiz- ANTONIO STEFANI, Cronache degli spettacoli nel Kathakali. La storia di Nola Scene del Ramayaha, zi e carte topografiche, L. 40.000. Teatro Olimpico di Vicenza dal 1971 al 1991, 1967, pp. 24, ill., L. 2.000. introd. di Remo Schiavo, 1992, pp. X+162, ill., L. Edipo Re di Sofocle. Nella traduzione di Manara 30.000. J. WOLFGANG GOETHE, Ifigenia in Tauride, introd. e Valgimigli del 1939 per uno spettacolo non rappre- trad. di Diego Valeri, 1968, pp. 112, L. 12.000 sentato nel Teatro Olimpico di Vicenza, a cura di GIOVANNI MANTESE, Memorie storiche della Chiesa («Opere teatrali per l’Olimpico», 1). Antonio Stefani, introd. di Neri Pozza, 1980, pp. vicentina, V: (1700-1866). Dal primo Settecento 212, ill., L. 25.000. all’annessione del Veneto al Regno d’Italia. Appen- ERMENEGILDO REATO, Le origini del movimento cat- dice, 1993, pp. XIV+450, in brossura, L. 50.000. tolico a Vicenza (1860-1891), present. di Giovanni REMO SCHIAVO, Guida al Teatro Olimpico, 1980, Mantese, 1971, pp. XVI+458, ill., (esaurito). 1986 ristampa, pp. 160, ill., L. 18.000. AA.VV., La caccia e gli uccelli nella tradizione vicentina, a cura di Edvige Adda, Bruno Balasso, FRANCO B ARBIERI, Illuministi e Neoclassici a Vicenza, OTTAVIO BERTOTTI SCAMOZZI, L’origine dell’Acca- Pio Bertoli, Antonio Bolfe, Mirella Brojanigo, Pio pref. di Giulio Carlo Argan, 1972, pp. XVI+254, ill. demia Olimpica di Vicenza con una breve descri- Brotto, Gianni Conforto, Silvano Dalla Cà, France- + carte topografiche (esaurito). zione del suo Teatro, ristampa in facsimile della I sco Faccin, Fracamaria Galante, Carlo Geminiani, 60 ISTITUZIONI E CULTURA

Lena Lazzarotto, Francesco Marchesin, Antonio QUADERNI DELL’ACCADEMIA OLIMPICA Ranzolin, Patrizio Rigoni, Dario Rossato, Terenzio Sartore, Laura Scarsi, Paolo Snichelotto, Diana BONAVENTURA TECCHI, Goethe in Italia (e partico- Sperotto, Lino Zaltron, Fernando Zampiva, 1996, larmente a Vicenza). Con le giornate del soggiorno pp. 126, L. 20.000. vicentino, gli appunti per Carlotta von Stein e una postilla di Giacomo Zanella, present. di Mariano REMO SCHIAVO, Shakespeare Olimpico, 1997, pp. Rumor, 1967, pp. XII+66, L. 10.000 (Quaderno, 1). 51, L. 15.000. UMBERTO POTOTSCHNIG, L’unificazione amministra- AA.VV., L’alimentazione nella tradizione vicentina, tiva delle Provincie venete, present. di Giorgio Sala, a cura di E. Adda, B. Balasso, M. Bertacco, P. 1967, pp. XVI+112, in brossura (Quaderno, 2) Bertoli, A. Bolf, M. Brojanigo, R. Conforto, G. Dal (esaurito). Pozzolo, S. Dalla Cà, F. Faccin, F. Galante, C. Geminiani, F. Marchesin, A. Ranzolin, P. Rigoni, ANTONIO M. DALLA POZZA, La cultura vicentina nel D. Rossato, T. Sartore, L. Scarsi, P. Snichelotto, D. primo cinquantesimo della dominazione veneziana, Sperotto, L. Zaltron, F. Zampiva, 1998, pp. 206, L. present. di Giovanna Peruffo Dalla Pozza, 1970, pp. 25.000. 148, ill. (Quaderno, 3) (esaurito).

CATERINA SOPRANA, Un Olimpico “ameno”. Profilo GIOVANNI MANTESE, I mille libri che si leggevano e di Francesco Berlendis, 1998, pp. 259, L. 30.000. vendevano a Vicenza alla fine del secolo XVI, 1968, pp. 116, ill., L. 10.000 (Quaderno, 4).

GIOVANNI M ANTESE, Per una storia dell’Arte medica DOCUMENTI E MONUMENTI in Vicenza alla fine del secolo XVI, con dizionarietto di antichi farmaci a cura di Franco Brunello, 1969, DONATA BATTILOTTI, Vicenza al tempo di Andrea Palladio attraverso i Libri dell’Estimo del 1563- pp. 148, ill., (Quaderno, 5) (esaurito). 1564, pref. di Lionello Puppi, 1980, pp. XII+240, GIUSEPPE FAGGIN, Giuseppe Mazzini nel primo cen- ill., in brossura, L. 25.000. tenario della morte, 1973, pp. 32 (Quaderno, 6) (esaurito). FRANCESCA LOMASTRO, Spazio urbano e potere poli- tico a Vicenza nel XIII secolo. Dal ÇRegestum LIONELLO PUPPI, Scrittori vicentini d’architettura possessionumÈ del 1262, present. di Gabriele De del secolo XVI (G.G. Trissino, O. Belli, V. Scamozzi, Rosa, 1981, pp. VIII+124, ill., L. 25.000. Arnaldo Pizzorusso, Mario Richter e Jean Rousset, 1986, pp. 102, ill., L. 20.000. P. Gualdo), 1973, pp. 140, ill., in brossura, L. 12.000 (Quaderno, 7). 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Michel Delon, Giuseppe Radicchio, Michèle Sajous, ATTI Claudio Meldolesi, Mario Matucci, Manlio Pastore GIUSEPPE FAGGIN, Idealismo classico e civiltà mo- Stocchi, Alessandra Abiuso, Cesare De Michelis, derna. Michelangelo Buonarroti, Johann Joachiin Convegno di Studi sul Teatro Elisabettiano, Vicenza, Giovanni Calendoli, Riccardo Carnesecchi, Alber- Wincklmann, Tommaso d’Aquino e Bonaventura 25-26 marzo 1972, a cura di Agostino Lombardo e to Castoldi, Guido Santato, Emilio Bonfatti, Gior- da Bagnoregio, 1976, pp. 68, L. 10.000 (Quaderno, 10). Gino Nogara, relazioni di Alessandro Fersen, Gior- gio Oliva, 1991, pp. 368, L. 30.000. gio Melchiori, Sergio Perosa, Lorenzo Salveti, GIUSEPPE F AGGIN, Spiritualità medievale e moderna. Randolph Shackelford, discorso introduttivo di Neri Convegno di Studi su Antonio Fogazzaro. Le opere, Francesco d’Assisi - Maestro Eckart - Il misticismo Pozza, 1973, pp. 164, ill., L. 20.000. i tempi, Vicenza, 27-29 aprile 1992, a cura di oggi, 1978, pp. 88, L. 10.000 (Quaderno, 11). Fernando Bandini e Fabio Finotti, relazioni di Vittore GIOVANNI MANTESE, I Mille libri che si leggevano e Convegno di Studi su Shakespeare e il Giulio Cesa- Branca, Alessandro Faedo, Fabio Finotti, Paolo vendevano a Vicenza alla fine del secolo XVIII, re, Vicenza 7-9 settembre 1978, a cura di Agostino Rossi, Giorgio Cavallini, Giorgio Pullini, Enrico 1978, pp. 160, L. 10.000 (Quaderno, 12). Lombardo e Neri Pozza, relazioni di Maurizio Grandesso, Giorgio Bárberi Squarotti, Jean-Jacques Scaparro, Agostino Lombardo, Sergio Perosa, Marchand, Luciano Morbiato, Giovanni Dal Lago, GIUSEPPE FAGGIN, Alla ricerca dell’umano. Beetho- Gennaro Sasso, Marisa Sestito, Odoardo Bertani, Adele Scarpari, Paolo Marangon, Lorenzo Bodeschi, ven, Emerson, Dostoevskij, Van Gogh, 1982, pp. Luigi Squarzina, Neri Pozza, 1980, pp. 160, ill., L. Francesca Petrocchi, Nicola Raponi, Giuseppe Roi, 112, ill., L. 10.000 (Quaderno, 13). 20.000. Emilio Franzina, Alberto Brambilla, Adriana Che- ENRICO NICCOLINI, 3 luglio 1548: mezzogiorno di Convegno di Studi su Giangiorgio Trissino, Vicenza, mello, Umberto Muratore, Gianni Eugenio Viola, Marina Marcolini, Giovanni Bárberi Squarotti, sangue a Vicenza, 1985, pp. 128, ill., L. 10.000 Odeo del Teatro Olimpico, 31 marzo-1 aprile 1979, (Quaderno, 14). a cura di Neri Pozza, relazioni di Franco Barbieri, Franco Fido, Franco Barbieri, Ernesto Guidorizzi, François Livi, Max Milner, 1994, pp. 506, ill., Giulio Cattin, Carlo Dionisotti, Giuseppe Fag- NEVIO QUATTRIN, Nicola Stenone scienziato e Santo gin, Giulio Ferroni, Achille Olivieri, Gilberto Piz- L. 75.000. (1638-1686), nel III centenario di sua morte, 1987, zamiglio, Paolo Preto, Piero Floriani, Amedeo Convegno di Studi su Giacomo Zanella e il suo pp. 170, ill., L. 15.000 (Quaderno, 15). Quondam, 1980, pp. 276, ill., L. 30.000. tempo, Vicenza, 22-24 settembre 1988, a cura di Gilles Gérard Meersseman O.P. Una vita per la Simposio su Lutero e la Riforma, Vicenza, 26-27 Fernando Bandini, relazioni di Carlo Ossola, Gior- storia, Atti della tavola rotonda (Vicenza, 31 marzo novembre 1983, relazioni di Fernando Bandini, gio Bárberi Squarotti, Giorgio Pullini, Manlio Pa- 1989), a cura di Ermenegildo Reato, present. di Giuseppe Faggin, Giovanni Mantese, Domenico store Stocchi, Silvio Pasquazi, Armando Balduino, Franco Barbieri, interventi di Edvige Adda, Agostino Maselli, Carlo Ossola, Nevio Quattrin, Paolo Franco Barbieri, Tullio Motterle, Nicoletta Micoli Paravicini Bagliani, Giovanni Mantese, Gian Piero Simoncelli e Aldo Stella, 1985, pp. 128, L. 20.000. Pasino, Giuseppe Nava, Antonio Piromalli, Mauri- Pacini, Agostino Marchetto, 1989, pp. 84, L. 10.000 zio Perugi, Gilberto Lonardi, Adriana Chemello, (Quaderno, 16). Convegno di Studi su Pierre Corneille, a cura di Paolo Marangon, Ermenegildo Reato, Emilio Fran- Mario Richter, relazioni di Giovanni Calendoli, zina, Aldo Stella, Franco Fortini, Giovanni Giudici, Vita di Lorenzo De’ Medici. Scritta in lingua latina Bernard Dort, Giancarlo Fasano, Marc Fumaroli, Andrea Zanzotto, 1995, pp. 514, L. 70.000. da Niccolò Valori e resa in volgare dal figlio Filip- 61 ISTITUZIONI E CULTURA

seppe Maria Pilo, Fernando Bandini, Giovanni Mantese, Gio. Battista Zanazzo, Enrico Niccolini, Leo Maddalena, Alberto Rigobello, Giorgio Bar- tolomei, Benedetto Sala, Alberto Broglio, Giusep- pe Faggin e Antonio M. Dalla Pozza, pp. 268, L. 15.000. Vol. VI (1966-1967). Saggi di Mariano Rumor, Guglielmo Cappelletti, Licisco Magagnato, Giu- seppe Faggin, Sergio Bettini, Aurelio Peretti, Eurialo De Michelis, Piero Nardi, Vittorino Veronese, Fi- lippo Sacchi, Umberto Pototschnig, Tito Berti, Ales- po Valori, a cura di Enrico Niccolini, 1991, pp. 152, sandro Faedo, Ernesto Gresele, Silvio Ceccato, ill., L. 18.000 (Quaderno, 17). Giovanni Mantese e Gio. Battista Zanazzo, pp. 304, Vol. XIX (1983-1986). Saggi di Fernando Bandini, L. 15.000. Franco Barbieri, Aurelio Bernardi, Giuseppe Faggin, ANTONIO FOGAZZARO, Discorsi vicentini, a cura di Germano Gualdo, Egidio Mezzadri, Marcello Peretti, Vol. VII (1968-1969). Saggi di Fausto Franco, Fabio Finotti, 1992, pp. 208, L. 22.000 (Quaderno, Mario Rigoni Stern, Augusto Serafini, Irene Giuseppe Fiocco, Eugenio Battisti, Renato Cevese, 18). Favaretto, Leone Piccioni, Dennis E. Rhodes, Gior- Paola Rossi, Giuseppe Faggin, Piero Nardi, Anto- gio Bartolomei, Franco Brunello, Piero Leanardi, Ricordo di Guglielmo Cappelletti (Vicenza, 1907- nio M. Dalla Pozza, Novello Papafava dei Carraresi, Luigi Massignan, Giovanni Rossi, Renzo Ven- 1991), interventi di Renato Cevese, Alessandro Franz De Biase, Alberto Trentin, Tito Berti, Marcello dramini, Marino Breganze, Danilo Longhi, Virgilio Faedo, Virgilio Marzot, Giorgio Oliva e Achille Peretti, Giovanni Mantese, pp. 324, L. 15.000. Marzot, Umberto Pototschnig, Tiziano Treu, Livio Variati, 1992, pp. 40, L. 5.000 (Quaderno, 19). Vol. VIII (1969-1970). Saggi di Franco Brunello, Paladin, pp. 500, L. 20.000. GIUSEPPE FAGGIN, Simboli. L’albero - Il fuoco - La Lionello Puppi, Gabriele Lombardini, Fernando Vol. XX (1987-1990). Saggi di Giorgio Bartolomei, luce, 1993, pp. 88, ill., L. 15.000 (Quaderno, 20). Bandini, Alberto Broglio, Giovanni Mantese e Gio. Luigi Bottio, Marino Breganze, Lorenza Carlassare, Battista Zanazzo, pp. 264, L. 15.000. Bibliografia di Giovanni Mantese, a cura di Erme- Federico Faggin, Giuseppe Faggin, Giuseppina negildo Reato e Renato Zironda, 1993, pp. 112, L. Vol. IX-X (1970-1973). Saggi di Mariano Rumor, Ghirardini Santinello, Silvio Giuliari, Gaetano 15.000 (Quaderno, 21). Mario Dal Pra, Giovanni Mantese, Augusto Serafini, Malesani, Giuseppe Marchesini, Luigi Meneghello, Lionello Puppi, Franco Brunello, Gino Nogara, Carlo Perrone Carpano, Claudio Povolo, Neri Poz- Diario di viaggio di Antonio Fogazzaro in Svizzera, Maria Teresa Fortuna Canivet e Loredana Olivato, za, Giorgia Pullini, Lionello Puppi, Lorenzo Renzi, a cura di Fabio Finotti, 1996, pp. 135, L. 15.000 pp. 256, L. 15.000. Mario Richter, Mario Rigoni Stern, Sergio Roma- (Quaderno, 22/I - Collana Fogazzaro, diretta da no, Filippo Sacchi, Aldo Stella, 1996, pp. 536, Fabio Finotti); Vol. XI-XII (1974-1976). Saggi di Eurialo De L. 35.000. Michelis, Enrico Niccolini, Stanislaw Wilinski, Carteggio Antonio Fogazzaro - Brizio Casciola Renato Cevese, Giuliano Menato e Aurelio Peretti, Vol. XXI (1991-1994). Saggi di Alberto Broglio e (1904-1910), a cura di Paolo Marangon, 1996, pp. pp. 268, L. 15.000. Aldo Villabruna, Renato Cevese, Giampaolo De 85, L. 15.000 (Quaderno, 22/II - Collana Fogazzaro, Vecchi, Giuseppe Faggin, Giancarlo Ferretto, Sil- diretta da Fabio Finotti). Vol. XIII-XIV (1977-1978). Saggi di Giulio Cattin, vio Giuliari, Aldo Marchi, Luigi Massignan, Gio- Giuseppe Faggin, Augusto Serafini, Mariano vanni B. Pellegrini, Lorenzo Pellizzari, Aurelio GIUSEPPE FAGGIN, Dai Greci a Maometto. Libertà e Nardello, Neri Pozza, Filippo Sacchi, Guglielmo Peretti, Antonio Piromalli, Ermenegildo Reato, dignità dell’uomo nelle grandi visioni del mondo, Cappelletti, Indro Montanelli, Geno Pampaloni, Ruggiero Rizzi, Giuliano Romano, Riccardo 1996, pp. 204, L. 20.000 (Quaderno, 23). Oddone Longo, Gino Pavan, Cirillo Maliani e M. Trevisan, Leonida Rosino, Giorgio Roverato, 1996, ANTONIO STEFANI, Edipo all’Olimpico (1585-1997), Dalle Mole, pp.264, L. 15.000. pp. 364, L. 30.000. 1997, pp. 114, L. 15.000 (Quaderno, 24). Vol. XV-XVI (1979-1980). Saggi di Aurelio Peretti, Vol. XXII (1995-1996). Saggi di Ettore Gallo, Lino ANTONIO STEFANI, Autori veneti al Teatro Olimpico Giorgio Cracco, Remo Schiavo, Renato Cevese, Mattarolo, Francesco Framarin, Gaetano Thiene, (1950-1997), 1997, pp. 154, L. 15.000 (Quaderno, 25). Lionello Puppi, Mario De Ruitz, Egidio Mazzadi, Cristina Basso, Francesca Valente, Armando Gigi Ghirotti, Franco Brunello, Giovanni Mantese, Balduino, Fernando Bandini, Franco A. Gallo, Otto Guglielmo Cappelletti, Giuseppe Faggin, Lorenzo Prokop, Francesco Bertola, Paolo Spezzani, Carlo Pellizzari, Giorgio Faggin, Luigi Meneghello, Gior- Dolcetta, Achille Olivieri, Aldo Stella, Antonio ÇODEO OLIMPICOÈ gio Sala e Giorgio Oliva, pp. 296, L. 15.000. Morsoletto, Lorenzo A. Pinna, Marino Nicolini, MEMORIE DELL’ACCADEMIA OLIMPICAÈ Giovanni L. Fontana, Mariano Nardello, Lucio Pubblicazione periodica ufficiale dell’Accademia Vol. XVII-XVIII (1981-1982). Saggi di Mario Pegoraro, 1998, pp. 346, L. 36.000. Olimpica Rigoni Stern, Fernando Bandini, Aurelio Bernardi, Giorgio Cracco, Michelangelo Muraro, Franco Vol. I (1941). Saggi di Antonio Mosconi, Giulio Barbieri, Aldo Stella, Ettore Gallo, Giovanni Zaupa, Fasolo e Antonio M. Dalla Pozza, pp. 112, L. Cecilia Salmistraro, Angelo e Paolo Valmarana, Pubblicazioni promosse 15.000. Giovanni Chiesa, Giuseppe Mazzariol, Cristoph dall’Accademia Olimpica Vol. II (1942). Saggi di Antonio Mosconi, Piero Luitpold Frommel e Giorgio Oliva, pp. 284, Nardi, Sebastiano Stocchiero, Paolo M. Tua, Giulio L. 15.000. Storia di Vicenza Fasolo, Gellio Ghellini e Antonio M. Dalla Pozza, pp. 274 (esaurito). Comitato scientifico: Girolamo Arnaldi (coordina- tore), Franco Barbieri, Alberto Broglio, Giorgio Vol. III (1943). Saggi di Giorgio Pototschnig, Giu- Cracco, Lellia Cracco Ruggini, Gabriele De Rosa, seppe De Mori, Giovanni da Schio, Alessio De Bon, Paolo Preto Gino Sandri, Giovanni Mantese, Neri Pozza, Giulio Fasolo e Antonio M. Dalla Pozza, pp. 270 (esaurito). Piano dell’Opera: I. Il territorio, La preistoria, L’età romana; II. L’età medievale; III/1-2. L’età Vol. IV (1943-1963). Saggi di Egidio Tosato, Giu- della Repubblica Veneta (1404-1797); IV/1-2. L’età seppe Faggin, Giovanni Mantese, Mario Andreis, contemporanea. Gio. Battista Zanazzo e Antonio M. Dalla Pozza, Il territorio - La Preistoria - L’Età Romana, vol. I, pp. 184, L. 15.000. a cura di Alberto Broglio e Lellia Cracco Ruggini, Vol. V (1964-1965). Saggi di Renato Treu, Licisco contributi di Carmen Loriga Broglio, Luigino Curti, Magagnato, Franco Barbieri, Renato Cevese, Giu- Alessandro Minelli, Alberto Broglio, Giorgio 62 ISTITUZIONI E CULTURA

Bartolomei, Bernardino Bagolini, Leone Fasani, Berracchio, Renata Clerici, Giovanni Luigi Fonta- Storia dell’Altipiano dei Sette Comuni Giulia Fogolari, Elodia Bianchin Citton, Armando na, Franco Bosello, Percy Allum, Ilvo Diamanti, De Guio, Maria Angela Ruta Serafini, Pier Luigi Anna De Angelini, 1991, pp. XVI+474, ill., L. Comitato scientifico: Aldo Stella (coordinatore), Tozzi, Ezio Buchi, Marisa Rigoni, Paolo Visonà, 130.000. Fernando Bandini, Alberto Broglio, Luigino Curti, Lellia Cracco Ruggini, 1987, 1991 ristampa, pp. Manlio Pastore Stocchi, Paolo Preto, Giovanni Zalin, L’Età contemporanea, vol. IV/2, a cura di Franco XVI+328, ill., L. 130.000. Angelo Colla (segretario). Barbieri e Gabriele De Rosa, contributi di Renato L’Età Medievale, vol. II, a cura di Giorgio Cracco, Cevese, Franco Barbieri, Ugo Soragni, Daniele Piano dell’opera: I. Territorio e Istituzioni; II. Eco- contributi di Aldo A. Settia, Andrea Castagnetti, Meledandri, Alessandro Bevilacqua, Giuliano Me- nomia e Cultura. Giovanni Lorenzoni, Giorgio Cracco, Gian Maria nato, Beatrice Rigon Barbieri, Fernando Rigon, Varanini, Franco Barbieri, Girolamo Arnaldi, 1988, Donata Bertoldi, Terenzio Sartore, Anco Marzio Territorio e istituzioni, vol. I, contributi di Aldo pp. XIV+460, ill., L. 130.000. Mutterle, Michela Rusi, Gianni A. Cisotto, Nevio Stella, Giorgio Barbieri, Dario Zampieri, Giovanni Furegon, Giampiero Berti, Gino Benzoni, Giorgio L’Età della Repubblica Veneta (1404-1797), vol. Battista Pellegrini, Ugo Sauro, Luigino Curti, Sil- Sala, 1993, pp. XIV+ 464, ill., L. 130.000. III/1, a cura di Franco Barbieri e Paolo Preto, vio Scortegagna, Andrea Battisti, Alessandro contributi di Giovanni Mometto, Antonio Menniti Minelli, Patrizio Rigoni, Alberto Broglio, Elodia Ippolito, James S. Grubb, Sergio Zamperetti, Lucia- Bianchin Citton, Armando De Guio, Giovanni no Pezzolo, Giovanni Mantese, Renato Zironda, Opere di Giacomo Zanella Leonardi, Angela Ruta Serafini, Luciano Bosio, Mauro Scremin, Aldo Stella, Pier Cesare Ioly Piero Leonardi, Josef Riedmann, Sante Bortolami, Comitato scientifico: Manlio Pastore Stocchi (di- Gian Maria Varanini, Pierantonio Gios, Eugenia Zorattini, Laura Megna, Tiziana Pesenti, Franco rettore), Ginetta Auzzas, Fernando Bandini Brunello, Raffaello Vergani, Natascia L. Carlotto, Bevilacqua, Callisto Giuseppe Carpanese, Raffael- Francesca Meneghetti Casarin, Gherardo Ortalli, Piano dell’opera: 1. Le Poesie; 2. Poesie rifiutate lo Vergani, Walter Panciera, Ivone Cacciavillani, Gino Benzoni, 1989, pp. XVI+420, ill., L. 130.000. disperse postume inedite; 3. Traduzioni poetiche; Piero Del Negro, Mario Rigoni Stern, Giulio Ve- 4/I-II. Saggi critici; 5. Prose e discorsi di argomen- scovi, indice dei nomi a cura di Marina Zanazzo, L’Età della Repubblica Veneta (1404-1797), vol. to religioso e civile; 6. Epistolario. 1994, pp. XII+664, ill., L. 90.000. III/2, a cura di Franco Barbieri e Paolo Preto, contributi di Fernando Bandini, Flavio Fiorese, Le poesie, a cura di Ginetta Auzzas e Manlio Pastore Economia e cultura, vol. II, contributi di Aldo Antonio Daniele Giovanni Pellizzari, Enrico Stocchi, 1988, pp. XX+634, ill., L. 40.000. Stella, Giovan Battista Pellegrini, Maria Hornung, Niccolini, Angelo Colla, Renato Zironda, Liliana Manlio Cortelazzo, Sergio Bonato, Pierantonio Gios, Contin, Giulio Cattin, Bruno Brizi, Franco Barbieri, Saggi critici, a cura di Armando Balduino, 1990, 2 francesco zanocco, Francesco G.B. Trolese, manlio Renato Cevese, Giovanni Zaupa, Elia Bordignon voll., pp. XLII+522+460, L. 65.000. pastore stocchi, Nico Lobbia, Giorgio Zordan, Mar- Favero, Marilla Battilana, Gianfranco Donella, Anna co Brazzale, Giovanni Zalin, Giovanni Luigi Fonta- Poesie rifiutate, disperse, postume, inedite, a cura na, Nerep Stella, Patrizio Paganin, Paolo Sartore, Bellesia, Paolo Preto, 1990, pp. XIV+484, ill., di Ginetta Auzzas e Manlio Pastore Stocchi, 1992, L. 130.000. Eugenia Bevilacqua, Leonida Rosino, indice dei pp. XVIII+530, L. 40.000. nomi e dei toponimi a cura di renato Gaeta, pp. XII- L’Età contemporanea, vol. IV/1, a cura di Franco Prose e discorsi di argomento religioso e civile, a 464, ill., L. 90.000. Barbieri e Gabriele De Rosa, contributi di Gianni cura di Tullio Motterle, 1993, pp. XIV+484, L. A. Cisotto, Ermenegildo Reato, Mariano Nardello, 40.000. Gianni Pieropan, Gabriele De Rosa, Piero Del Ne- gro, Maddalena Guiotto, Ernesto Brunetta, Alba ELIZABETH GREENWOOD, Vita di Giacomo Zanella, Lazzaretto Zanolo, Antonio Lazzarini, Francesco 1990, pp. XVI+304, ill., L. 30.000.

che furono storicamente avverse per le posi- so”. La seconda donazione sarà il cinquecen- I CENT’ANNI zioni anti-austriache di tutti i suoi congiunti, tesco Palazzo Bevilacqua di Verona (disegna- conducendo una vita molto tribolata ma pur to dal Sanmicheli), rivolto a quella municipa- DELLA FONDAZIONE sempre ispirata ad alti principi umanitari e lità per farne la sede di un “Istituto di decoro BEVILACQUA LA MASA filantropici che la portarono Ð non avendo alla città come sale per conferenze, biblioteca, DEDICATA ALLA eredi né lei né il marito – ad elargire ben tre esposizione di opere d’arte”. Entrambe le do- significative donazioni, che lasciò per te- nazioni ebbero un esito limitato: la prima durò GIOVANE ARTE VENETA stamento. La prima sarà l’“Opera Pia Bevi- pochi anni per scarsa avvedutezza ammini- lacqua La Masa”, un asilo di quiete nel Castel- strativa; la seconda divenne poi la sede di una Giorgio Nonveiller lo di Bevilacqua in “favore di coloro che scuola. hanno stancata la vita nello studio e nelle Solo la terza donazione, avvenuta nel 1898, fatiche pel bene dell’umanità senza ritrarne mantenne abbastanza la fisionomia prevista equi compensi dalla società [...] per cui si dalla testatrice, vale a dire l’utilizzazione del- trovano giunti alla sera della vita, sconfortati l’abitazione veneziana della duchessa, il Nel volume Emblemi d’arte da Boccioni a e senza mezzi di sussistenza”, che la duchessa seicentesco Palazzo Pesaro, con le seguenti Tancredi, che considera cent’anni della Fon- non aveva pensato come un istituto di carità destinazioni: “ l’ultimo piano per gli studi di dazione Bevilacqua La Masa, non poteva ma come “un luogo di villeggiatura e di ripo- giovani pittori studenti poveri [...]; il nobile e mancare una ricerca biografica sulla duchessa gli ammezzati dovranno servire in tutto o in Felicita Bevilacqua (Venezia, 1822-1899) la parte ad Esposizione permanente d’arti e di quale, moglie del generale garibaldino Giu- industrie veneziane, a profitto specie dei gio- seppe La Masa, viene da un’antica famiglia di vani artisti, ai quali è spesso interdetto l’in- Ala di Trento, insediatasi nel veronese fin dal gresso nelle grandi mostre, per cui sconosciuti XIII secolo, e fa parte di un ramo che fissò la e sfiduciati non hanno mezzi per farsi avanti, sua permanenza nella città scaligera nel Quat- e sono sovente costretti a cedere i loro lavori trocento, con una posizione sociale ed econo- a rivendiglioli ed intercettatori che sono i loro mica preminente. Felicita Bevilacqua fu una vampiri”. Più volte – anche col senno di poi – donna straordinariamente forte ed attiva an- Umberto Moggioli, Veduta di Burano con vigna, 1912, si è rimarcata la straordinaria lungimiranza di che nel governare le traballanti sorti familiari, olio su tela, Milano, collezione privata Felicita Bevilacqua La Masa che ha creato 63 ISTITUZIONI E CULTURA

di uno spazio espositivo tanto prestigioso, sian, Giuseppe Santomaso o i più anziani usato per finalità preminentemente museali. Fioravante Seibezzi, Marco Novati (che sono Nella prima fase capesarina fu solo l’am- anche gli anni delle giovanili frequentazioni mezzato ad essere usufruito per le esposizioni di un critico come Giuseppe Marchiori), a non collettive che si terranno nell’estate e nell’au- parlare dei primi soggiorni veneziani di Filip- tunno a partire dal 1908. Nel l907 Nino po De Pisis e di Virgilio Guidi. Barbantini vinceva il concorso che lo porterà é interessante rimarcare che Ð sopratutto ad assumere, appena ventiduenne, la direzio- inizialmente – entro le mostre di Ca’ Pesaro ne della Galleria Internazionale d’arte moder- troviamo le proposizioni della tipica pittura na e insieme la carica di segretario dell’Opera veneziana tardo-ottocentesca dei Cesare Bevilacqua La Masa di Ca’ Pesaro, diventan- Laurenti, dei Milesi, dei Fragiacomo, dei Gu- do con Vittorio Pica uno dei rari critici mili- glielmo Ciarmi, per avanzare qualche esem- tanti del primo . pio tra coloro i quali poco avevano a che fare L’anno dopo inizia la fase delle mostre di con gli artisti che abbiamo nominato più sopra Ca’ Pesaro, più famosa e indagata tra il 1908 per certe nette contrapposizioni che ne conse- e il l920, dai ben noti studi di Guido Perocco guiranno successivamente. é indubbio che fino alla mostra di undici anni fa titolata, per tutta la prima fase capesarina ha visto tra i suoi l’appunto, “Venezia: gli anni di Ca’ Pesaro, espositori pittori e scultori che hanno dato un Gino Rossi, Maternità, 1913, olio su cartone, l908-1920”, tenutasi nella città lagunare al rilevante contributo all’avanguardia artistica Venezia, Galleria internazionale d’arte moderna Ca’ Pesaro Museo Correr e all’Ala Napoleonica con si- italiana – che non si può definire ossimori- gnificativi approfondimenti dei numerosi stu- camente un’“avanguardia moderata” (come un’istituzione unica al mondo a favore dei diosi che vi hanno partecipato (se ne veda il si è proposto recentemente), salvo non tener giovani artisti, rivelando una notevole apertu- catalogo edito dalle edizioni Mazzotta di Mi- conto delle coordinate storico-geografiche ra culturale, oltre alla grande sensibilità socia- lano). é la fase che ha visto in primissimo entro una ristretta cerchia di artisti. Dopo il le che tutti le hanno riconosciuto. piano Gino Rossi e Arturo Martini, poi Felice 1920 abbiamo quella svolta che si è profilata Il Consiglio comunale di Venezia accetterà Casorati e Umberto Boccioni. in tutta Europa, caratterizzata dai vari “richia- il lascito dopo la morte della duchessa; l’ela- L’intreccio di varie istanze d’avanguardia è mi all’ordine”, sia come istanze classicheg- borazione dello statuto sarà una vicenda piut- stato abbastanza particolare: da quelle parigi- gianti, sia come riferimento a determinati tosto lunga, dato che non esistevano prece- ne ispirate prevalentemente a Gauguin e al momenti della storia dell’arte. denti a cui rifarsi, ma risulterà, rispettoso per Fauvisme (Rossi, Martini, Cavaglieri), a quel- Negli anni Venti, se si fa eccezione alle la gran parte delle volontà di Felicita Bevi- le di matrice simbolista di un Moggioli, un poche e importanti opere prodotte da Gino lacqua La Masa e sarà varato nella primavera Ugo Valeri o un Guido Marussig; a quelle Rossi nel 1922-24, il clima culturale venezia- del 1906. Nel frattempo i primi studi di pittura ispirate dalla Secessione monacense di un no si orienta in taluni artisti verso il “Realismo erano stati assegnati ai giovani artisti fin dal Martini o di un Teodoro Wolf Ferrari; a quelle magico”: si pesi soprattutto a Cagnaccio di 1901, mentre già nel maggio del 1902 il Co- accostabili alla Secessione viennese di un San Pietro (talora non lontano da certe mune di Venezia aveva accettato il lascito del Guido Cadorin o di uno Zecchin; ai casi più formulazioni di un Casorati), più limitata- principe Alessandro Giovannelli, consistente eccentrici di un Garbari, un Oppi, uno mente a Dino Martens, e per alcune opere nel gruppo di opere d’arte che egli aveva Springolo. E si potrebbero fare parecchi altri intorno al 1924 a Juti Ravenna e in seguito acquistato alla II Esposizione internazionale nomi, indubbiamente un po’ minori. Nel 1919 anche a Leone Minassian; entro questo orien- d’arte di Venezia del 1897, che verranno spo- espone a Ca’ Pesaro Pio Semeghini, una figu- tamento vanno ricordati due artisti che sono state dalla prima sede di Ca’ Foscari al piano ra che connette la prima fase delle mostre alla stati più presenti alle Biennali ch e alle Mostre nobile di Ca’ Pesaro per la costituenda Galle- seconda, attraversando gli anni Venti e Tren- della Bevilacqua La Masa come Astolfo De ria internazionale d’arte moderna. ta, avendo intorno pittori come Juti Ravenna, Maria e Bortolo Sacchi. Le istanze novecen- L’operazione fu indubbiamente accorta da Gabriella Oreffice Sacerdoti, Leone Minas- tistiche in pittura erano rappresentate piutto- parte del Comune, inserendo così Palazzo sto da un Guido Cadorin Ð sebbene i suoi Pesaro nel circuito delle frequentazioni dei dipinti dei primi anni Venti siano ricchi di visitatori italiani e stranieri delle mostre e dei ascendenze secessionistiche Ð mentre in scul- musei veneziani, attenuando certa marginalità tura erano rappresentate da un Napoleone topografica della zona di San Stae, rispetto Martinuzzi. alla centralità di altre strutture museali cittadi- Un po’ a sé va considerata la partecipazione ne, ma fu anche un primo atto di sottrazione futurista: iniziata in maniera clamorosa con il nei confronti dei giovani artisti in quanto non manifesto di Marinetti “Contro Venezia corrisponde allo spazio previsto per le “Espo- passatista” nell’estate del 1910, durante l’im- sizioni permanenti d’arte ed industrie vene- portante mostra di Boccioni a Ca’ Pesaro, con ziane”, ancorché si legga nell’illustrazione dipinti però ancora vicini a un Previati prose- fatta dello statuto nelle sedute del Consiglio gue nelle sporadiche esperienze di Arturo comunale del 1906 un certo carattere di prov- Martini (la Testa di Omero Soppelsa del 1913) visorietà, suscettibile di eventuali altre allo- e in certi spunti nei dipinti di Gino Rossi (si cazioni per la Galleria internazionale d’arte pensi anche alla sua partecipazione alla rivista moderna. Tale scelta, che sarà nel tempo l’an- “I Pazzi”, numero unico uscito a Venezia nel tefatto del cambiamento di destinazione di febbraio del 1915) fino alle tre sfere futuriste Ca’ Pesaro, non verrà mai del tutto adeguata- esposte da Cagnaccio di San Pietro nella mo- mente risarcita dalle Giunte municipali che si stra del 1919. Non vanno dimenticate in que- sono succedute a Venezia, non sentendosi sto contesto l’ampia personale al Lido di Arturo Martini, Fanciulla piena d’amore, esse in obbligo di dare il corrispettivo in 1913, terraglia dorata, Prampolini o la mostra futurista alla Biennale termini di servizi ai giovani artisti in cambio Venezia, Galleria internazionale d’arte moderna Ca’ Pesaro veneziana del 1926 presentata da Marinetti 64 ISTITUZIONI E CULTURA

(senza partecipazioni veneziane o venete), generazione nata intorno al 1940: Paolo Gioli, mentre si forma un “Gruppo futurista venezia- Arabella Giorgi, Franco Costalonga, Nino no” che espone nello stesso anno nelle sale Ovan, Giorgio Nonveiller, Fabrizio Plessi, della Bevilacqua La Masa, tra cui ricorderei Giorgio Teardo, Romano Perusini e qualche Francesco Korompay. Tra il 1933 e il 1935 scultore come Elio Armano, Emilio Baracco e troviamo varie presenze come Magda Fal- Loris Zambon. Ma il ricambio non sarà per chetto, Renato Di Bosso, Alfredo G. Ambrosi, nulla pacifico se nel 1968 si aprirà una vertenza Francesco e Giovanni Korompay, Angelo per il rinnovamento dell’istituzione, portando Maren ed altri ancora. alla redazione di un nuovo statuto tra il 1970 Certamente il ceppo semeghiniano è stato e il 1971 attraverso una commissione paritetica importante sia per il paesaggismo lagunare che da un lato riprenderà la convenzione tra il buranello e veneziano, sia per i pittori verone- Comune di Venezia e il Sindacato regionale si, facendo riferimento a varie ascendenze, degli artisti del 1949 Ð che era stata disatte- basti pensare a Guido Farina, Orazio Pigato, sa – e dall’altro lato cercherà di delineare per Albano Vitturi, Angelo Zamboni o ai venezia- la Fondazione Bevilacqua La Masa strutture ni Juti Ravenna, Fioravante Seibezzi, Carlo Juti Ravenna, Il discepolo, 1924, olio su tavola, e funzioni espositive più consone ai tempi. La Dalla Zorza, Aldo Bergamini, Marco Novati, Treviso, collezione privata battaglia si è protratta fino al 1975, anno nel Eugenio Da Venezia, Gigi Candiani o al quale entra pienamente in funzione il nuovo trevigiano Nino Springolo, per dirne alcuni. artisti del Fronte Nuovo delle Arti come Lu- statuto. Nelle collettive tra il ’75 e l’80 preval- Si tratta di una sorta di tesaurizzazione di varie ciano Gaspari, Ezio Rizzetto, Mario Dinon ed gono orientamenti concettuali, iperrealistici, cifre stilistiche, le quali costituiscono un codi- altri. Né mancheranno successivamente alcu- multimediali o di “nuova pittura” e troviamo ce pittorico di figurazione paesaggistica Ð e ni aspetti del Realismo in gravitazioni affini a artisti come Claudio Ambrosini, Guido Sar- non solo Ð piuttosto stabile (direi fin troppo), quelle di (piuttosto che di torelli, Nino Ovan, Luigi Viola, Sergio Pau- estensibile a tutta una generazione di pittori ) in pittori come Toni Fulgenzi, sig, Mauro Sambo, Renato Pengo, Silvestro che ha avuto il suo momento migliore negli Sandro Diani, Giovanni Pontini e Amedeo Lodi, Marco Nereo Rotelli, Maurizio Pellegrin anni Trenta. Renzini, realismo che poi troverà un prolun- e pochi altri. é tra il 1940 e il 1945 che la situazione gamento nella seconda metà degli anni Cin- L’effettiva ripresa dell’attività della Fonda- artistica veneziana comincia a mutare. Si pen- quanta in Alberto Giaquinto, Vittorio Basaglia zione si avrà negli anni Ottanta, per merito si al magistero di Arturo Martini all’Accade- e Vincenzo Eulisse con riferimenti stilistici delle presidenze di Renato Borsato e poi di mia che è stato fondamentale non solo per la sensibilmente diversi. Toni Toniato, alternando utili ricognizioni scultura; si pensi alla presenza di Virgilio Verso il 1950 intorno ad artisti come Virgi- retrospettive (come La Scultura di Salvatore, Guidi e al suo luminismo speculativo, sempre lio Guidi e Mario De Luigi, critici come Anton Spazialismo a Venezia, Osvaldo Licini, Arturo meno legato a ‘empiriche’ rilevazioni sur le Giulio Ambrosini e Berto Morucchio, si for- Martini. Opere degli anni Quaranta, Alberto motif, apportatore di non poche novità; si merà il Gruppo dello Spazialismo vaneziano Viani. I disegni) a mostre di giovani artisti pensi al soggiorno di Filippo De Pisis che (in concomitanza con quello milanese pro- entro un’attenta considerazione critica, docu- contribuirà ad una moderna e più intensa im- mosso da ) che comprenderà mentate da cataloghi ben redatti e molto curati magine di Venezia. Altri artisti hanno avuto pittori come Edmondo Bacci, Gino Morandis, nella veste grafica e tipografica. Vi sarà anche un ruolo nella promozione di situazioni cultu- Vinicio Vianello, Tancredi e lo scultore Bru- un incremento di scambi nazionali e interna- rali come Giuseppe Cesetti o hanno rappre- no De Toffoli, e artisti collaterali come Lucia- zionali. Si affermeranno meglio artisti come sentato come Bruno Saetti un’istanza pittorica no Gaspari e Bruno Gasparini, o più giovani Mauro Sambo, Luigi Viola, mentre compari- più tellurica, dove un certo suo novecentismo come Ennio Finzi, Saverio Rampin, Riccardo ranno nuove figure come Franco Ruaro, Rug- italiano centro-settentrionale ha trovato nella Licata, Giorgio Zennaro e qualche altro, a cui gero Cortese, Gaetano Mainenti, Cristiano città lagunare notevoli stimoli di rinnovamen- si è affiancata la militanza critica di un Toni Bianchin, Michelangelo Penso, Daniele Bian- to. Ma dobbiamo anche considerare certe si- Toniato. Tutti questi artisti hanno avuto più o chi e altri ancora. tuazioni giovanili: i pochi artisti veneziani che meno tempestivamente qualche riconosci- La Fondazione Bevilacqua La Masa, per hanno partecipato alle mostre milanesi di “Cor- mento dall’Opera Bevilacqua La Masa e quin- molti motivi legati a una certa trascuratezza rente” come Armando Pizzinato, Giuseppe di fanno parte di vari momenti della sua storia. delle Amministrazioni Comunali nei confron- Santomaso ed Emilio Vedova, i soggiorni di Con lo slittamento di qualche anno, intorno al ti sia della cultura artistica, sia delle proprie Renato Birolli a Venezia, le prime sculture 1955, si affermano pittori come Renato Bor- esposte di Alberto Viani, i nuovi sviluppi della sato, Saverio Barbaro, Gustavo Boldrin, Gina pittura di Mario De Luigi, l’attività critica e Roma, Giorgio Dario Paolucci, Alberto Gia- pittorica di Gastone Breddo. Sono presenze quinto, Riccardo Licata, , che l’Opera Bevilacqua La Masa è andata Roul Schultz, Carlo Hollesch, Carmelo Zotti, segnalando tempestivamente (e non sempre inicisori come Cesco Magnolato, Mario Abis adeguatamente), anche se la parte più rag- ed altri ancora, dove prevale una figurazione guardevole della loro carriera si svolgerà al- con valenze che nei vari artisti sono state via trove, nelle Biennali veneziane. via espressioniste, neorealiste, di astrazione Della grande vivacità della situazione vene- naturalistica o più raramente informali che per ziana negli anni di guerra e tra il 1945-46 fino un decennio saranno molto presenti in mostre a tutti gli anni Cinquanta l’istituzione per i collettive e personali della Bevilacqua La giovani artisti rispecchierà abbastanza bene le Masa. Una presenza defilata ma di notevole varie situazioni nelle mostre collettive annuali qualità è quella di Ferruccio Bortoluzzi, di- piuttosto che nelle mostre personali. Trovere- menticata nella mostra cui questo catalogo mo così premiati scultori come Salvatore o pure si riferisce. La situazione andrà cambiando alla metà Bruno De Toffoli (1948), o pittori che hanno Emilio Vedova, Composizione, 1941, olio su tela, presentato qualche affinità linguistica con gli degli anni Sessanta con la comparsa di una Venezia, Galleria internazionale d’arte moderna Ca’ Pesaro 65 ISTITUZIONI E CULTURA

rio dell’istituzione è arricchito da molti studi 1899-1944: LUCA MASSIMO BARBERO, Gli anni di con apporti storici e critici spesso originali, ricerca tra definizione informale e nascita di un utilissimi anche per ricerche future. Peccato secondo realismo. Le collettive dal 1947 al 1959 ¥ che la parte dedicata alle collettive dell’ultimo GIORGIO NONVEILLER, Le mostre collettive. Traccia diciottennio riveli una limitata conoscenza per una storia delle arti visive a Venezia negli anni Sessanta. Appunti suali anni settanta ¥ PAOLO delle vicende della Fondazione, con una fo- CAMPIGLIO, Le annuali collettive della Fondazione calizzazione critica discutibile e molto parzia- Bevilacqua la Masa. 1980-1998 ¥ NICO STRINGA, le, insufficiente a rilevare alcune effettive Sculture alla Fondazione Bevilacqua La Masa dal presenze artistiche. Il volume si presenta con 1908 al 1968: temi e schemi ¥ ENZO DI MARTINO, La un’ottima veste tipografica. Cassa di Risparmio di Venezia e la Fondazione Bevilacqua la Masa. 1912-1960 ¥ ROSA BAROVIER MENTASTI, Il vetro di Murano alla Bevilacqua La Masa. 1912-1960 ¥ GIORGIO TRENTIN, Il contributo Arnaldo Pizzinato, Dragamine e faro, 1947, olio su tavola, Emblemi d’arte da Boccioni a Tancredi. Cen- Venezia, proprietà dell’artista t’anni della Fondazione Bevilacqua La Masa della ricerca legata all’arte incisoria nel secolare impegno culturale svolto dalla Fondazione Bevi- 1899-1999, catalogo della mostra (Venezia, istituzioni, ha rischiato più volte di essere lacqua La Masa. snaturata nella sua effettiva vocazione, se non Galleria Bevilacqua La Masa, S. Marco - Sede addirittusra di scomparire per sempre Ð anche della Fondazione Bevilacqua La Masa, San Barnaba, 6 marzo - 2 maggio 1999), a cura di in tempi non tanto lontani – per cui la ‘naviga- Luca Massimo Barbero, scritti di vari, Mila- zione’ entro i Consigli di Vigilanza (oggi ° Consiglio di Amministrazione, dopo il rego- no, Electa, 1999, 4 , pp. 279, ill., s.i.p. lamento del 1995-96) è sempre stata difficile INDICE: Emblemi d’arte 1899-1944: GIANNI DAL anche a causa della sua imperfetta autonomia MORO, Felicita Bevilacqua. 1822-1899 ¥ FLAVIA istituzionale. E malgrado ciò essa ha dato SCOTTON, Da Barbantini a Perocco, dalla Bevilacqua sicuramente un contributo fondamentale nel a Ca’ Pesaro ¥ ALESSANDRO D EL P UPPO, Una difficile rivelare nuovi talenti e nell’offrire un aiuto a eredità. Le osposizioni delhrzo decennio ¥ SILENO molti artisti che non vivevano e non vivono in SALVAGNINI, Bevilacqua La Masa: gli anni Trenta ¥ FRANCESCO BUTTURINI, Pittori veronesi alle mostre condizioni di agiatezza, segnando alcuni capi- della Bevilacqua La Masa dal 1908 al 1940 ¥ toli importanti della storia dell’arte veneziana GIOVANNI B IANCHI, I futuristi all’Opera ¥ GIUSEPPINA e veneta, attraversando quasi interamente il DAL C ANTON, Le mostre della Bevilacqua degli anni Tancredi, Ricordo armonico, 1952, tecnica mista, nostro secolo. Il catalogo dedicato al centena- di guerra: 1940-1944 ¥ OPERE. Emblemi d’arte Milano, collezione privata

66 RIVISTERIA VENETA

La memoria della deportazione dell’Adria- tisches Küstenland • EMILIO FRANZINA, La RIVISTERIA memoria breve. Fascismo e resistenza nel VENETA “ricordo dell’altro ieri” (1945-1948).

Annuario storico della Valpolicella

governo locale ¥ FILIPPO B ENFANTE, Centraline direttore: Pierpaolo Brugnoli SPOGLIO DEI PERIODICI di rilevamento ¥ CHIARA G IROTTO, Interni in un redazione: Andrea Brugnoli, Cristina Bassi, DI STORIA E ARCHEOLOGIA villino ¥ GABRIELE B ARONI, Veneto senza cultu- Alfredo Buonopane, Giorgio Chelidonio, Bru- ra popolare. no Chiappa, Valeria Chilese, Marianna Ci- STORIA DELLA CHIESA priani, Giuseppe Conforti, Pio Degani, Silvia E RELIGIONE (1997-1999) Ferrari, Maria Paola Guarienti, Stefano Lodi, Renzo Nicolis, Uranio Perbellini, Paolo Rigoli, Annali dell’Istituto Veneto Luciano Rognini, Giuliano Sala, Luciano per la Storia della Resistenza Salzani, Michele Suppi, Sergio Testi, Flavia Il precedente spoglio dei periodici di “storia Ugolini, Gian Maria Varanini, Giovanni e archeologia - storia della chiesa e religione” Viviani, Silvana Zanolli Il periodico non presenta le caratteristiche era stato presentato sul “Notiziario Biblio- periodicità: annuale tecniche della rivista, tuttavia dato il carattere grafico” n. 26 e prendeva in considerazione gli editore: Centro di Documentazione per la miscellaneo e l’attinenza dell’argomento trat- anni 1994-1997. Il presente aggiornamento si Storia della Valpolicella - Fumane (VR) tato, si è ritenuto opportuno riportarne ugual- riferisce quindi alle nuove uscite a partire sede della redazione: Centro di Documenta- mente lo spoglio. dall’ultimo fascicolo segnalato sul “Notizia- zione per la Storia della Valpolicella - via rio” n. 26. Vaio, 17 - 37022 Fumane (VR) aa. 17-18, 1996-1997 Atti del convegno di studi La società Veneta 1997-1998 dalla resistenza alla Repubblica, Padova, 9- PIERPAOLO BRUGNOLI - GIULIANO SALA, Vicen- 11 maggio 1996. STORIA E ARCHEOLOGIA de storiche della chiesa di San Martino a ANGELO VENTURA, Presentazione ¥ GIANNAN- Corrubio di Castelrotto ¥ FEDERICA ARDUINI, TONIO PALADINI, La politica della Resistenza La pieve di San Floriano e l’esazione della veneta ¥ MAURIZIO REBERSCHAK, Le motivazio- decima (1379-1434) ¥ EGIDIO ROSSINI, La ni della Resistenza e l’atteggiamento delle Altrochemestre Valpolicella e gli estimi dei Lari (XIV-XVI popolazioni ¥ MARCO BORGHI, I fascisti repub- Documentazione e storia secolo) ¥ MASSIMO D ONISI, Ancora su Gabriele blicani: uomini e motivazioni della Repubbli- del tempo presente Frisoni lapicida mantovano a Sant’Ambrogio: ca Sociale Italiana ¥ IRENE GUERRINI - MARCO integrazione al regesto di documenti ¥ GIO- PLUVIANO, L’Opera Nazionale Dopolavoro VANNI CASTIGLIONI - FILIPPO LEGNAGHI, Dalla direzione: Piero Brunello, Luca Pes dall’associazionismo al collaborazionismo ¥ redazione: Giulia Albanese, Filippo Benfante, domus seu palacium all’attuale conformazio- GIAMPAOLO V ALLEUIT, Alleati e Resistenza nelle Piero Brunello, Chiara Girotto, Luca Pes ne di villa Della Torre a Fumane ¥ GIUSEPPE Venezie ¥ CARLO GENTILE, La repressione an- CONFORTI, Villa Del Bene a Volargne: storia e periodicità: semestrale tipartigiana tedesca nel Veneto e nel Friuli ¥ editore: Cierre, Verona architettura dalle origini al Cinquecento ¥ ERNESTO BRUNETTA, Geografia e consistenza PIERPAOLO BRUGNOLI, Le origini ambrosiane sede della redazione: Cannaregio, 4533 - delle formazioni partigiane del Veneto e del 30131 Venezia - tel. 041/5228665 dei Ferrini poi Tomezzoli lapicidi e scultori Friuli-Venezia Giulia ¥ MARINA R OSSI, Soldati veronesi ¥ ARTURO SANDRINI, Tra “formale” e sovietici nelle formazioni partigiane del Friuli- n. 6, primavera 1998 “pittoresco”: il giardino Rizzardi a Pojega di Venezia Giulia ¥ GIAN CARLO BERTUZZI, Il Negrar ¥ ANDREA TOMEZZOLI, Per l’attività di SILVIA MARCON, Il pomodoro nella stampa periodo insurrezionale: una comparazione femminile ¥ CHIARA TOSI, Ceto medio ¥ PIETRO Francesco Lorenzi in Valpolicella: la pala di tra diverse realtà ¥ GIORGIO ROVERATO, L’eco- San Pietro in Cariano ¥ PAOLO RIGOLI, Un DI P AOLA, Diana Spencer ¥ FABIO B RUSñ, Ope- nomia veneta nella ricostruzione postbellica ¥ rai alla Fincantieri ¥ IGINIO ROSSI, “Un nego- nuovo documento sulla costruzione della par- OTELLO BOSARI, Economia di guerra e rifles- rocchiale di Pescantina e una nuova ipotesi zio aperto è una strada che vive” ¥ GIANNAROSA sioni sull’agricoltura e i rifornimenti nel VIVIAN, Furti in casa ¥ ELENA ROSA, “Barac- sul progettista ¥ EMANUELE LUCIANI, La fonta- Triveneto tra guerra e dopoguerra ¥ MONICA che” marine ¥ GIULIA ALBANESE, Morti per na della discordia: un episodio di lotta politi- FIORAVANZO, L’élite politica veneta dalla Li- sostanze nocive ¥ GIOVANNA LAZZARIN, Coin ¥ ca a San Giorgio Ingannapoltron (1906-1909) berazione agli anni Sessanta ¥ FRANCESCO DE ELDA GUERRA, Sentirsi dentro o fuori la storia ¥ In memoriam: Gunter Schweikhart. VIVO, La scuola a Padova e nel Veneto tra ¥ PIERO BRUNELLO, Due modi di giocare al Liberazione e ricostruzione ¥ GIULIANO LENCI, calcio ¥ MARIO INFELISE - LIVIO VANZETTO, La situazione epidemiologica nazionale e il Dopo il quinto numero ¥ ANTONIO C ANOVI, “La “Progetto di riforma dell’ordinamento sani- Flavia suonava il basso da dio” intervista a tario” del CLNRV ¥ MARCO PUPPINI, Lotte so- Archeologia Uomo Territorio Ombretta Canovi ¥ LUIGI URETTINI, Il sindaco ciali in Veneto e Friuli tra Liberazione e luglio Rivista dei Gruppi Archeologici d’Italia di Treviso ¥ PAOLO K., Il nuovo mondo di mio 1948 ¥ ALESSANDRO NACCARATO, I processi ai fratello ¥ FABIO PECOCCO, Migrazioni non rac- collaborazionisti. Le sentenze della Corte direttore resp.: Andrea Perin contate ¥ LUCA PES, Leoni alati ¥LUCA PES, d’Assise Straordinaria di Padova e le reazio- consiglio di direzione: Ettore Bianchi (G.A. “La lega come ha fatto?” intervista a Lorenza ni dell’opinione pubblica ¥ GUIDO JESU, I pro- Ligabue), Gino Carraro (G.A. Trevigiano), Tulli ¥ ROBERTO ZANCAN, Tra oligarchia e cessi ai partigiani friulani ¥ MARCO C OSLOVICH, Daniela De Giovanni (Archeologia), Luigi Di 67 RIVISTERIA VENETA

Cosmo (G.A. Rufrium), Alessandro Pratesi ¥ SILVIA CIPRIANO, La necropoli romana di ZASIO, Le “Marighezze” o “Mariganzie” tra (G.A. Mediovaldarno), Ernesto De Carolis piazza de Gasperi a Padova ¥ MARISA RIGONI, 1806 e 1807: fine di un secolare privilegio (G.A. Napoletano), Gianfranco Gazzetti (G.A. L’area archeologica sottostante la piazza del feudale nel feltrino ¥ BRUNO DE DONË, Il Romano), Andrea Perin (G.A. Milanese), Pie- Duomo di Feltre ¥ PAOLO VERGER, Il ritrova- Cadore tra francesi e austriaci nelle testimo- tro Ramella (G.A. Canavesano), Claudio Zicari mento di uno scramasax a Sant’Elena d’Este nianze letterarie ¥ MARCO PERALE, Belluno tra (G.A. del Pollino) (Padova) ¥ MICHELE ASOLATI, Altino tardo- Venezia e Austria: una lirica di Carlo Vienna redazione: Paolo Fassi, Paolo M. Galimberti, antica e bizantina attraverso i ritrovamenti del 1816 dedicata a Francesco I ¥ PAOLO Gianluca Groppelli, Giuseppe Ligato, Fabio monetali ¥ OTTO MAZZUCATO, Il paesaggio CONTE, Commemorazione di Enrico De Nard. Malaspina, Alberto Rovida, Dario Savoia, nella ceramica graffita veneziana. Note bio-bibliografiche. Gianni Zecchini periodicità: annuale nn. XIX-XX, 1996-1997 a. LXIX, n. 304, luglio-settembre 1998 editore: Gruppi Archeologici d’Italia c/o Grup- Lo scavo urbano pluristratigrafico di via C. 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Nuove acquisizioni ¥ Statuto GIOVANNI GRAZIOLI, Gli indici dell’“Archivio CAROLIS, I legni carbonizzati di Ercolano: della Società Archeologica Veneta. storico di Belluno Feltre e Cadore ” e di storia delle scoperte e problematiche con- “Studi Buzzatiani”, prototipi di una nuova servative ¥ SILVIA PASCALE, Rinvenimenti an- bibliografia bellunese.¥ GIORGIO MAGGIONI, foracei nel trevigiano: tipologie e commerci ¥ Ippolito Caffi alla Galleria nazionale d’arte LUIGI DI COSMO, Antichi insediamenti abban- moderna a Roma ¥ GIORGIO MAGGIONI, Pado- donati in area alifano-telesina ¥ PIETRO RA- Archivio Storico va, palazzo Zabarella: Incanto e anatomia del MELLA, Le stele antropomorfe di Tina (Ivrea) di Belluno Feltre e Cadore seno ¥ MARCO PERALE, Per il 175° anniversa- ¥ MARCO GIGLIO - CARLA PERPETUA - NOEMI rio dell’Istituto “Catullo” di Belluno ¥ PAOLO REA, Aggiornamento della carta archeologica direttore resp.: Paolo Conte DA COL, Antonio Miari (1778-1854): la musi- dei Campi Flegrei ¥ GRUPPO ARCHEOLOGICO direzione scientifica: Adriano Alpago Novel- ca ritrovata ¥ ENZO GARBEROGLIO, Belluno: MILANESE - GRUPPO A RCHEOLOGICO T OLERIENSE, lo, Giorgio Maggioni Convegno naturalistico ¥ GABRIELLA DALLA Rossilli-Gavignano (Roma). Campagna di comitato di consulenza scientifica: Luisa VESTRA, Sulle tracce di un’opera dispersa di scavo 1997 ¥ Rivanazzano (Pavia): materiali Alpago-Novello Ferrerio, Ester Cason An- Matteo Cesa. relativi a una villa in località Le Germane, gelini, Orietta Ceiner Viel, Sergio Claut, Clau- scritti di ANNA BRESCIANI, LIVIO GRANCHELLI, dio Comel, Grazioso Fabbiani, Giovanni a. LXIX, n. 305, ottobre-dicembre 1998 DAVIDE MANICA, ALBERTO ROVIDA ¥ Corbetta Grazioli, Cesare Lasen, Carlo Mondini, Giovan CARLO MONDINI - ALDO VILLABRUNA, Nuovi (Milano): “Campo delle Volpi: due tombe a Battista Pellegrini, Ugo Pistoia, Sante Rosset- importanti reperti preistorici donati al Museo embrici”, scritti di FRANCESCA BAUDI, SUSAN- to, Franco Sartori, Bianca Simonato Zasio, Civico di Belluno ¥ MARCO PERALE, La nascita NA BUSINARO, PAOLA MARCHETTI, GIULIA Mario Sintich, Giovanni Tomasi, Aldo Vil- dello stemma di Belluno: dal fronte antiungaro MICCINELLI. labruna, Flavio Vizzutti, Giandomenico Zan- del X secolo alla lega veronese (1164-1167) ¥ derigo Rosolo GIANFRANCO CISILINO, Una lettera inedita di comitato di redazione: Gabriella Dalla Vestra, Tito Livio Burattini all’astronomo di Danzica Silvia Miscellaneo, Paolo Pellegrini, Marco Johannes Hevelius ¥ FLAVIO VIZZUTTI, Paolo Archeologia veneta Perale De Filippi: un pittore tra Settecento e Otto- periodicità: trimestrale cento. Acquisizioni e proposte ¥ GIUSEPPE direttore resp.: Gianpaolo Candiani editore: Archivio Storico di Belluno, Feltre e BILLANOVICH, Petrarca e il primo umanesimo redazione: Simonetta Bonomi, Gian Pietro Cadore ¥ GIOVANNI GRAZIOLI, Londra: battuti all’asta Brogiolo, Gianpaolo Candiani, Francesco sede della redazione: c/o Archivio Storico di alcuni volumi della dispersa biblioteca dei Cozza, Govanni Gorini, Michelangelo Mu- Belluno, Feltre e Cadore - C.P. 34 - 32100 Conti Piloni della villa Casteldardo di Tri- narini, Marisa Rigoni, Angela Ruta, Giovan- Belluno - tel. 0437/941647 - 0347/949210 chiana ¥ GIORGIO MAGGIONI, Un dipinto di Sebastiano Ricci in mostra a Roma ¥ BRUNO na Tosi, Paola Zanovello ° periodicità: annuale a. 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La se- tico bellunese nella seconda metà del Sette- Beltrame”: una bella mostra con scarsa riso- quenza stratigrafica dalla fine dell’età del cento ¥ SERGIO CLAUT, Il furto delle opere nanza. Bronzo al Medioevo, scritti di ELODIA B IANCHIN d’arte nel 1797 e la dispersione del patrimo- LXX CITTON, SILVIA CIPRIANO, STEFANIA MAZZOC- nio artistico. a. , n. 306, gennaio-marzo 1999 CHIN, CARLA PIRAZZINI, ITALO RIERA, ANNA PAOLO CONTE, L’“Archivio” ha settant’anni ¥ NICOLETTA RIGONI ¥ GIOVANNA MARZIANI - a. LXIX, n. 303, aprile-giugno 1998 MARCO PERALE, La nascita dello stemma di ALESSANDRO IANNONE, Analisi dei frammenti RAFFAELLO VERGANI, Una inchiesta del 1801 Belluno: dal fronte antiungaro alla lega vero- di carbone da U.S. 22 (età del Bronzo finale) sulle miniere agordine ¥ BIANCA SIMONATO nese (1164-1167) ¥ ANTONIO LAZZARINI, Uo- 68 RIVISTERIA VENETA

dibattito ottocentesco sul teatro dialettale dal periodicità: semestrale Piemonte al Veneto ¥ MARCO CALLEGARI, I editore: Comune di Chioggia - Il Leggio Li- libri di un pubblico perito della città di Pado- breria Editrice - viale Padova, 5 - Sottomari- va: la biblioteca di Giovanni Andrea Pasini na (VE) (†1716 c.) ¥ RENATO GAETA, Carlo Antonio sede della redazione: c/o Biblioteca Civica Pilati e Bolzano. I patrocini per il Magistrato “Cristoforo Sabbadino” - Campo Marconi, mercantile e le autonomie locali tirolesi (1788- 108 - 30015 Chioggia (VE) - tel. 041/5501110 1793). n. 12, giugno 1998 a. CXXIX, vol. CL (1998), n. 185 Una rivista verso la Chioggia del Duemila ¥ DORIT RAINES, Alle origini dell’archivio poli- GIOVANNI SILVANO, La città di Chioggia a fine mini, tecniche, organizzazione: il trasporto tico del patriziato: la cronaca “di consulta- Settecento: l’esperienza democratica ¥ SER- del legname dal bosco del Cansiglio a Vene- zione” veneziana nei secoli XIV-XV ¥ SERGIO GIO PERINI, Clero e autorità politiche a zia fra XVIII e XIX secolo ¥ EMANUELA PERINI, Un fallito accordo commerciale tra la Chioggia tra il tardo Settecento e l’età della ROLLANDINI, Notizie sull’attività giovanile di Repubblica veneta e la Danimarca ¥ ANTONIO Restaurazione ¥ MARTINA MININI, Pesi per Giovanni De Min e sul suo rapporto con LAZZARINI, Boschi e legname. Una riforma bilancia in uso a Venezia nel tardo Medioevo: Antonio Canova ¥ GIULIANO DAL MAS, Due veneziana e i suoi esiti ¥ GIORGIO ZORDAN, Il la libbra di Chioggia ¥ MATTEO DORIA, Arche- disegni inediti di Giovanni De Min ¥ FABIO definirsi del patriziato nell’esperienza giuri- ologia industriale a Chioggia ¥ GINA DUSE, Il BUDEL, Le strade che hanno fatto l’Europa: la dica veneziana (a proposito di una recente Progetto di bonifica del Foresto Superiore via Claudia Augusta ¥ GIORGIO MAGGIONI, Gli pubblicazione) ¥ PIER ANGELO PASSOLUNGHI, dell’ing. Cesare De Lotto ¥ RENATO RAULE, orientalisti italiani. Cento anni di esotismo ¥ Letterati bombardieri a Susegana durante la Suoni di Chioggia ¥ FABRIZIO F ERRARI, I pesca- RENZA FIORI, Calalzo: Convegno e mostra per Grande Guerra ¥ BRUNO BERTOLI, Silvio tori dell’Adriatico dalle lagune alle grandi il centenario dell nascita di Alessio De Bon Tramontin. migrazioni ¥ ALBERTO NACCARI, Due problemi (1898-1957) ¥ DINO BRIDDA, Il 1848 in monta- di numismatica veneziana ¥ ANDREA VARA- gna: convegno a Pieve di Cadore e a Belluno. a. CXXIX, vol. CLI (1998), n. 186 GNOLO, La dimensione temporale “passato- MARIA C HIARA B ILLANOVICH, Una categoria di presente-futuro” nei proverbi ¥ DIEGO TIOZZO a. LXX, n. 307, aprile-giugno 1999 lavoratori poco nota: i “navari dei sassi de NETTI, Una rete civica telematica ¥ DINO CLAUDIO COMEL, Per un inventario dei libri Lipsia” nel Quattrocento ¥ SALVATORE CIRIA- MEMMO, La Chioggia di Angelo Brombo ¥ eretici o sospetti rinvenuti nelle diocesi di CONO, Economia e commerci veneziani in età MARIA GRAZIA BEVILACQUA, Chioggia nella Belluno e di Feltre durante il Cinquecento ¥ moderna. Il caso dell’olio di Corfù ¥ GIOVANNI prima metà del Cinquecento (1508-1550) ¥ SERGIO CLAUT, La famiglia dei pittori Dal ZALIN, La caduta della Repubblica di Vene- RITA SANTAMARIA, L’evoluzione urbanistica Zocco ¥ FALVIO VIZZUTTI, Un dipinto friulano zia e le sue conseguenze sul sistema maritti- di Chioggia nel Medioevo ¥ GINA DUSE, “W di Agostino Ridolfi ¥ GIORGIO MAGGIONI, mo-commerciale dell’alto Adriatico ¥ GIO- Borgo San Giovanni”. Quando la scuola si fa Gregorio XVI e Giovan Battista Piranesi ¥ VANNI NETTO, Maggio 1707 - gennaio 1798: i promotrice del quartiere ¥ FABRIZIO BOSCOLO, PAOLO CONTE, Dipinti e disegni di Ippolito Veneti alle prese anche con il decadario! ¥ L’albero della libertà ¥ FRANCO FRIZZIERO, Caffi e un quadro di Pietro Paoletti al Museo MARIO DE BIASI, La Deputazione veneta di Giuseppe Veronese matematico dell’Univer- Correr di Venezia nella mostra sul 1848-49 ¥ storia patria e le terre redente dopo il primo sità di Padova. LIVIA MAGGIONI, Viterbo: alla mostra di conflitto mondiale ¥ CLAUDIO A ZZARA, Le fonti Domenico Corvi una tela della Certosa di per la storia di Venezia e delle Venezie e la n. 13, dicembre 1998 Vedana ¥ MARCO PERALE, Un fregio a fresco loro edizione. I “Pacta Veneta” ¥ PIERO DEL “L’anno della speranza”. 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Sui passi della conterminazione nel- te), S. Bortolami, N. Mangini, F. Sartori, A. Tiozzo la laguna di Chioggia ¥ GEMMA VIANELLI, Il Stella redazione: Erminio Boscolo Bibi, Fabrizio poeta Riccardo Naccari nel ventennale della periodicità: semestrale Boscolo, Giorgio Boscolo Femek, Luigi De editore: Deputazione di storia patria per le Perini, Franco Frizziero, Luca Merchiori, Al- Venezie berto Naccari, Angelo Padoan, Marina Penzo, sede della redazione: c/o Deputazione di sto- Renzo Ravagnan, Sergio Ravagnan, Anton ria patria per le Venezie - S. Croce, 1583 - Maria Scarpa, Nico Sibour Vianello, Gian- 30125 Venezia - tel. 041/5241009 franco Tiozzo, Loris Tiozzo, Giorgio Vianello comitato scientifico: Ulderico Bernardi, Gior- a. CXXVIII, vol. CXLIX (1997), n. 184 getta Bonfiglio Dosio, Manlio Brusatin, Ennio EGIDIO R OSSINI, Il Garda prima dell’anno Mil- Concina, Manlio Cortelazzo, Dino De’ Antoni, le ¥ LORENZA PERINI, L’epistolario di Elena Pierluigi Fantelli, Jean-Claude Hocquet, Bian- Soranzo Mocenigo (1776-1781) ¥ NICOLA ca Lanfranchi Strina, Elvidio Surian, Marcello MANGINI, Unità politica e unità linguistica: il Zunica 69 RIVISTERIA VENETA

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Ludica n.s., n. 11, giugno-settembre 1998 Annali di storia e civiltà del gioco ANTONIO NAPOLI, Franco Busetto: le ragioni della continuità (Intervista ad un dirigente del direttore: Gherardo Ortalli Materiali di storia del movimento vecchio PCI) ¥ LORENZO UGOLINI, Il maggio- comitato scientifico: Maurice Aymard, Gae- operaio e popolare veneto ritario della discordia. Le elezioni politiche tano Cozzi, Gherardo Ortalli, Bernd Roeck del 1953 (2a parte) ¥ VALTER VANNI, Berto redazione scientifica, segreteria, editing: Pa- direttore resp.: Simonetta Pento Conte (in ricordo di un dirigente politico del trizia Boschiero, Alessandra Rizzi direzione editoriale: Giorgio Roverato movimento operaio veneto) ¥ MARIO FAGGION, periodicità: annuale comitato di redazione: Bianca Bianchi Bal- Gli impiccati di via S. Lucia (1944-1998) ¥ editore: Fondazione Benetton, Treviso - Viella, duino, Vittorio Marangon, Tiziano Merlin, FRANCESCO TONIATO, Uomo e terra: per una Roma Giorgio Roverato, Dario Verdicchio storia di Vigodarzere (1a parte) ¥ Un annale sede della redazione: Fondazione Benetton periodicità: trimestrale del Csel: Sindacato e lotte dei lavoratori a Studi e Ricerche, Onlus - piazza Crispi, 8 - editore: Centro Studi Ettore Luccini - Padova Padova e nel Veneto (1945-1969) ¥ Inventario 31100 Treviso - tel. 0422/579450 - 579719 sede della redazione: via Beato Pellegrino, 16 dei fondi archivistici del Csel: le carte di fax 0422/579483 - 35137 Padova - tel. 049/8755698 Bruno Facchinelli. n. 3, 1997 n.s., n. 10, marzo-giugno 1998 n.s., n. 12, gennaio 1999 HARTMUTH G ALSTERER, Sport und Gesellschaft FRANCA TESSARI, In ricordo di Ettore Luccini FRANCESCO TONIATO, Uomo e terra: per una a in Griechenland ¥ JOSHUA SCHWARTZ, Ball a 20 anni dalla morte: a Treviso la sua col- storia di Vigodarzere (2 parte) ¥ MARCELLO 70 RIVISTERIA VENETA

MALERBA, Nord-Est, leghismo e sinistra ¥ I tombe di Adria del IV-II sec. a.C. a. VI, n. 11, gennaio-giugno 1998 Cinquant’anni della Costituzione: GIOVANNI LUIGI BESSONE, Il troppo bistrattato “Liber NALESSO, Due iniziative del Csel in collabora- Quaderno n. 2, 1998 memoralis” di Lucio Ampelio ¥ CARLA zione con la Provincia, il Comune e il Provve- Considerare il carattere miscellaneo e l’argo- RAVAZZOLO, Clitarco e il suo tempo ¥ NADIA ditorato agli Studi ¥ BIANCA B IANCHI B ALDUINO, mento attinente, viene dato qui di seguito lo ANDRIOLO, Caronda e il problema dell’istru- Un concorso... (e i rimproveri degli studenti) spoglio del secondo “Quaderno di Padusa”. zione pubblica ¥ PAOLO P AIUSCO, L’interpreta- ¥ PAOLO M ASSA, Il patrimonio librario del Csel Canar di San Pietro Polesine. Ricerche ar- zione gentiliana del pensiero storico-politico nel circuito bibliotecario dell’Ateneo di Pa- cheo-ambientali sul sito palafitticolo, a cura di Vincenzo Gioberti ¥ ELENA NECCHI, Nuove dova ¥ BRUNO TRENTIN, L’orazione ai funerali di CLAUDIO BALISTA e PALO BELLINTANI. note biografiche su Johannes Hasenbeyn da di Enrico Galbo ¥ STEFANO CECCONI - ROBERTO P. BELLINTANI, Canàr di San Pietro Polesine. Worms ¥ MICHELE LACALAMITA, Funzione FRANCO, Ricordando Mario Levorato ¥ GIO- Breve sintesi sugli studi archeologici ¥ G. narratologica e drammaturgica di paura e VANNI NALESSO, Paolo Zucchini: un ricordo ¥ CHELIDONIO, Il materiale litico ¥ C. BALISTA pietà in Erodoto ¥ MICHELA ANDREANI, Il nau- L. LOREGGIAN - U. PISANI, Vittorio Wilson Geoarcheologia dell’area palafitticola della fragio nella Storia vera di Luciano ¥ FRANCE- Duse, un compagno. torbiera bassa di Canàr ed evoluzione pedo- SCO ALBERONI, Mediocri e servili? Benvenuti alluvionale delle sequenze di riempimento del alla corte del capo. n.s., n. 13, aprile 1999 suo antico bacino fluvio-palustre ¥ N. MAR- Nel 54° anniversario della Liberazione (1945- TINELLI - M. PAPPAFAVA - O. TINAZZI, Datazio- a. VI, n. 12, luglio-dicembre 1998 1999): MARCO ROSSI, Il conto aperto. ne dendrocronologica dei resti strutturali ¥ GIANCARLO SUSINI, L’età della pietra scritta ¥ L’epurazione ed il caso di Codevigo: appunti E. CASTIGLIONI - S. MOTELLA DE CARLO - R. ACHILLE OLIVIERI, Umberto Corsini e la prati- contro il revisionismo ¥ Gli inventari dei Fon- NISBET, Indagini sui resti vegetali macroscopici ca storiografica: Benedetto Croce e Aldo di archivistici del CSEL: Le carte dell’avv. a Canàr ¥ Analisi pollinica di saggio per Ferrabino nel corso di un dibattito interrotto Giorgio Tosi ¥ SANTO PELI, Prefazione al libro l’insediamento palafitticolo di Canàr - Rovigo, ¥ MONICA FONTANA, Il topos letterario della di Egidio Ceccato, “Resistenza e normalizza- 6.80-7.00 m s.l.m. (antica età del Bronzo), scorza incisa ¥ LUIGI BESSONE, Quomodo zione nell’Alta Padovana” ¥ ANONIMO PADO- scritti di C.A. ACCORSI, M.B. MAZZANTI, A.M. historia conscribenda non sit ¥ SABRINA VANO, Aforismi sulla guerra. MERCURI, C. RIVALENTI, P. TORRI ¥ A. RIEDEL, MENEGHELLO, Da Aristotele a Copernico: le The Bronze Age animal bone deposit of Canàr riflessioni storiografiche di Hans Blumenberg (Rovigo) ¥ J. DE GROSSI MAZZORIN - A.M. sull’origine della modernità ¥ VALERIO C ALDESI FREZZA, Analisi preliminare dell’ittiofauna VALERI, Le assemblee di Mylasa ¥ GIOVANNI dell’insediamento dell’età del Bronzo di Canàr BATTISTA P ELLEGRINI, Ricordo di Massimilano Padusa ¥ Conclusioni. Pavan ¥ LUCIA RONCONI - LISA MARTON, L’olio Bollettino del Centro polesano di studi del sud nell’antichità ¥ GABRIELLA MASO, Un storici archeologici ed etnografici patavino tra razionalismo ed empirismo: An- tonio Conti ¥UMBERTO CURI, In difesa della direttore resp.: Paolo Bellintani tesi di laurea ¥ ALESSANDRA G RAZIOTTIN, Perchè comitato di redazione: Simonetta Bonomi, Patavium tanta emigrazione intellettuale? Pier Luigi Dall’Aglio, Armando De Guio, Rivista veneta di Scienze dell’antichità Giovanna Montanari, Raffaele Peretto, Lu- e dell’Alto Medioevo ciano Salzani, Enrico Zerbinati periodicità: annuale direttore: Giovanni Ramilli editore: Istituti Editoriali e Poligrafici Inter- direttore resp.: Giovanni Battista Lanfranchi Protagonisti nazionali, Pisa redazione: Michela Andreani, Silvia Beltrame, Quadrimestrale di ricerca e informazione sede della redazione: c/o C.P.S.S.A.E. - C.P. Marcella Massari, Alessandra Possamai Vita, 106 - 45100 Rovigo - tel. 0425/25077 Marzia Sartelli direttore resp. : Ferruccio Vendramini comitato scientifico: Luigi Bessone, Ezio condirettore: Agostino Amantia n. XXXII-XXXIII, 1996-1997 [1999] Buchi, Silvana Collodo, Italo Furlan, France- comitato scientifico: Maurizio Busatta, Dino Il sito protostorico di Custoza, scritti di LU- sca Ghedini, Giovanna Gianola Ramat, Da- Bridda, Diego Cason, Silvano Cavallet, CIANO SALZANI, M. BASSETTI, R. NISBET, A. niela Goldin Folena, Antonella Nicoletti, Lu- Gianmario Dal Molin, Vincenzo D’Alberto, RIEDEL ¥ NOELLE PROVENZANO, Per una defini- cia Ronconi, Guido Rosada, Rita Scuderi, Emanuele D’Andrea, Valter Deon, Adriana zione della tecnologia ossea nell’età del Bron- Fabio Turato Lotto, Luciana Palla, Paolo Slongo zo. L’esempio delle Terramare ¥ KATALIN J AN- periodicità: semestrale periodicità: quadrimestrale COVITZ, La presenza di tegami con manico in editore: Imprimitur, Padova editore: Istituto storico bellunese della resi- Italia e nel Bacino dei Carpazi ¥ ALBERTO sede della redazione: c/o Imprimitur Editrice stenza e dell’età contemporanea, Belluno SANCHEZ - MARIA CAÑABATE, Aspetti generali - via P. Canal, 13/15 - 35137 Padova - tel. 049/ sede della redazione: c/o Maria Fanna sull’analisi archeologica degli indicatori chi- 8723730 Costantini - piazza Mercato 26 - 32100 Belluno mici e sulla loro applicazione in un insedia- - tel. e fax 0437/944929 mento iberico della provincia di Jaén (Spa- a. V, n. 10, luglio-dicembre 1997 gna) ¥ TOMMASINA STEFANI, Organizzazione L. HAVAS, Gibt es eine Konzeption der sociale e ideologica funeraria in una necropoli Weltgeschichte bei Florus? ¥ M. DELLA LIBE- a. XVIII, n. 67, agosto 1997 tardo-etrusca: il caso di via Spolverin di Adria RA, Antidosis ¥ G. VIANELLO BOTE, I mosaici LUCIANO SEMERANI, Il buono e il cattivo del ¥ CRISTINA V ALLICELLI, Rinvenimenti di signini pavimentali della Basilica di Santa Giustina ¥ Piano del Vajont ¥ MARIA TURCHETTO, For- e tassellati ad Adria ¥ CECILIA F ORNARI - ANGE- MICHELA ANDREANI, Il naufragio nei poemi dismo e postfordismo. Qualche dubbio su LA MUTTI, La terramara di Vicofertile: prime omerici ¥ L. BRACCESI, Il luccio aponense ¥ alcune “certezze” della sinistra ¥ Il distretto fasi di frequentazione ¥ CARLO BELTRAME, GABRIELLA MASO, Pico della Mirandola, a dell’occhiale: quali politiche locali nella com- Sutiles naves e navigazione per acque interne Padova, nel suo epistolario ¥ M. CAPOZZA, petizione globale, scritti di G. PAT, F. REGALIA, in età romana ¥ MIRELLA ROBINO, Problemi di Garibaldi e la vittoria sannitica a Caudio: G. CIOTTI, M. ARACRI ¥ IVO MATTOZZI, Galli datazione della ceramica a vernice nera nelle antiromanesimo o anticlericalismo? della Loggia e il programma di storia ¥ ENZO 71 RIVISTERIA VENETA

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Maria di Zevio ¥ ADRIANO nifiche con anfore a Padova: distribuzione direzione: Piero Del Negro, Gregorio Piaia MAGGIANI, La protostoria tra Sile e Taglia- topografica e dati cronologici ¥ JACOPO BO- redazione: Maria Chiara Billanovich, Donato mento. Antiche genti tra Veneto e Friuli. NETTO - MARIA STELLA BUSANA, Argini e cam- Gallo, Maria Cecilia Ghetti, Gilda P. Man- pagne nel Veneto romano: i casi del Terra- tovani, Francesco Piovan, Luciana Sitran Rea, n. XIV, 1998 glione di Vigodarzere e dell’“Arzaron” di Emilia Veronese Ceseracciu, Francesca Zen Notiziario degli scavi e dei rinvenimenti. Este ¥ ELODIA BIANCHIN CITTON - EMANUELA Benetti Padova: Este. Lo scavo nell’area dell’Ospe- GILLI, Il sito dell’età del Bronzo recente di periodicità: annuale dale Civile. Cornuda - Case Boschiero ¥ La ceramica ¥ editore: Antenore, Padova ANGELA RUTA SERAFINI, Nota preliminare ¥ Classi ceramiche ¥ EMANUELA GILLI, Elementi sede della redazione: c/o Antenore - via Rusca, VINCENZO STRINO, L’insediamento veneto (IX / tipologici ¥ ELODIA BIANCHIN CITTON, Consi- 15 - 35124 Padova - tel 049/686566 73 RIVISTERIA VENETA

di grammatica Francesco da Lendinara e sul sede della redazione: c/o Istituto per gli Studi medico Pietro da Monselice suo figlio ¥ PAOLA Storici Veronesi - C.P. 180 - 37100 Verona BENUSSI, Fonti archivistiche per la storia del collegio Tornacense di Padova. vol. XLVIII, 1998 GIUSEPPE V ITTORIO P ARIGINO, Il tesoro del Prin- cipe. Il patrimonio della famiglia Medici nel Cinquecento ¥ GIUSEPPE CONFORTI, Miti fami- liari e autoglorificazione domestica: Mar- Studi e ricerche cantonio Serego, Palladio e la Villa di S. Sofia ¥ LISA DELLA GIUSTINA, Erasmo e il Cinque- comitato di redazione: Claudio Beschin, Mat- cento: tracce erasmiane in Alessandro Citolini teo Boscardin, Sergio Pegoraro, Giorgio (1540-1561) ¥ VALERIA CHILESE, La coppia, la n. 30, 1997 Vicariotto famiglia, l’onore nella documentazione di un Carlo Goldoni dottore “in utroque iure” a editore: Comune di Montecchio Maggiore - Tribunale ecclesiastico nel Cinquecento Padova (22 ottobre 1993). Atti. Museo Civico “G. Zannato” - piazza Marconi, Veneto ¥ DANIELA RANCAN, La Fraglia dei PIERO DEL NEGRO, L’Università di Padova 15 - 36075 Montecchio Maggiore (VI) - tel. merciai di Vicenza tra XVII e XVIII secolo ¥ negli anni 1730 ¥ GIORGIO ZORDAN, Il dottora- 0444/698874 ENRICO MARIA GUZZO, Quadrerie barocche a to padovano di Carlo Goldoni tra fonti docu- Verona: le collezioni Turco e Gazzola ¥ MAR- mentarie ed autorappresentazione ¥ GILBERTO numero unico, 1998 CO BOCCI, Costruttori di città: le società per PIZZAMIGLIO, L’avvocato in romanzo ¥ MARIO Lettera del Presidente AMZ e del direttore del azioni immobiliari nell’Italia post-unitaria A. CATTANEO, Carlo Goldoni uomo di legge ¥ Museo Civico “G. Zannato” ¥ CLAUDIO BE- (1861-1894) ¥ GIORGIO BORELLI, Dall’econo- Miscellanea: FRANCESCO P IOVAN, Lauree edite SCHIN, Il Cav. Uff. Giuseppe Zannato fondato- mia-mondo alla globalizzazione ¥ STEFANIA e inedite in un diario padovano della prima re del Museo scolastico di Montecchio Mag- INAMA, Lo sviluppo del borgo intorno alla metà del Cinquecento ¥ JONATHAN WOOLFSON, giore ora Museo Civico “G. Zannato” ¥ EUGE- chiesa SS. Apostoli in Verona nei secoli XII- The Paduan sojourns of Samuel and Simeon NIO RAGAZZI, Ambra: mito e realtà ¥ ANTONIO XIII ¥ PIERPAOLO B RUGNOLI, Famiglie di lapicidi Foxe ¥ CESARE PRETI, L’epistolario di Baldas- DE ANGELI, Gli Albuneidae (Crustacea, di origine lombarda a S. Ambrogio di Val- sarre Labanca e la cultura europea del tardo Hippoidea) del Terziario vicentino (Italia set- policella tra Quattro e Cinquecento ¥ MASSI- Ottocento ¥ KATARINA STULRAJTEROVA, La tentrionale) ¥ DANILO RIZZOTTO, Nuovo esem- MO GALTAROSSA, Rassegna sarpiana (1994- Slovacchia e l’Università di Padova ¥ PRIMO plare di Cyrtorhina globosa nell’Eocene me- 1997) ¥ ANTONIO NOVI, Etica ed economia in GRIGUOLO, I diplomi di laurea in arti (1470) e dio della Valle del Chiampo ¥ LAURA DAL Victor Modeste (Echi di un dibattito nella in medicina (1473) di Giovanni Urri da Cipro POZZO - MARCO VICARIOTTO, Teriofauna fossi- Francia del Secondo Impero) ¥ SILVIO P OZZANI, (tav. I-II) ¥ DANIEL CARPI, Alcune nuove consi- le del Museo del Seminario Vescovile di Un giornale democratico nella Verona di fine derazioni su Lazzaro di Raphael “de Frigiis” Vicenza ¥ ROBERTO BERNARDI, I minerali del Ottocento. ¥ GIULIANA CRISTOFORETTI, I diplomi di laurea giacimento bentonitico di Campotamaso padovani del fondo “Diplomi” della Bibliote- (Valdagno, Vicenza) ¥ LAURA DAL POZZO - ca Civica di Rovereto ¥ Analisi di lavori del- MARCO VICARIOTTO, Nuove segnalazioni sulla l’ultimo decennio ¥ Bibliografia retrospettiva microteriofauna del territorio vicentino ¥ GIU- e corrente dell’Università di Padova. SEPPE T ESCARI, Derephysia sinuatocollis Puton Studi Trevisani 1879 (Insecta, hemiptera, Tingidae) prima n. 31, 1998 segnalazione per l’Italia Nord-Orientale ¥ direzione: Emilio Lippi L’Università di Padova e i primi “Stabilimen- GIUSEPPE BUSNARDO, Il Monte Nero di Mon- direttore resp.: Maurizio Vanin ti” della rivoluzione scientifica (27 giugno tecchio Maggiore: un’isola per la biodiver- periodicità: annuale 1995). Atti. sità ¥ ANDREA CHECCHI - GIOVANNI PELTRIN, editore: Biblioteca Comunale di Treviso GILBERTO MURARO, Inaugurazione delle gior- Rinvenimento di una tomba di epoca tar- sede della redazione: c/o Biblioteca Comuna- nate celebrative dedicate alle Istituzioni scien- doromana nel territorio di Montecchio Mag- le - Borgo Cavour, 18/20 - 31100 Treviso - tel. tifiche a Padova nel XVI secolo ¥ GINO B ENZONI, giore (Vicenza). 0422/545342. La Repubblica di Venezia e l’Università di Padova ¥ ANTONELLO LA VERGATA, Gli stabi- n. 8, 1997 limenti della rivoluzione scientifica ¥ FER- GIAMPAOLO C AGNIN, Il castagno nel paesaggio DINANDO ABBRI, La rivoluzione scientifica: agrario e nell’economia a Treviso nel Medio- laboratori e strumenti ¥ VITTORIO DAL PIAZ, Studi Storici Luigi Simeoni evo ¥ FABIO D’ALESSI, Libri di un trevigiano L’Orto botanico e il Teatro anatomico di tra Riforma e Controriforma. L’inventario di Padova. Indagini e contributi ¥ Miscellanea: direttore: Giorgio Borelli Giovanni Antonio Oliva ¥ GIULIANO GALLETTI, GIUSEPPE SPECIALE, “Libri legales” a Padova: comitato scientifico: Francesco Barbarani, Prime note sui processi dell’Inquisizione a note sul ms. London, British Library, Arundel Giorgio Borelli, Andrea Castagnetti, Tommaso Conegliano (1549-1568) ¥ ELENA SVALDUZ, 433 ¥ LUCIA SAMADEN, Giovanni Tommaso Fanfani, Angela Girelli, Alberto Guenzi, Minadoi (1548-1561): da medico della “na- Pierluigi Laita, Paola Lanaro Sartori, Gian zione” veneziana in Siria a professore univer- Paolo Marchini, Paola Massa Piergiovanni, sitario a Padova ¥ PAOLA BIANCHI, Università Achille Olivieri, Alessandro Pastore, Paolo e riforme: la “Relazione dell’Università di Pecorari, Egidio Rossini, Enrico Stumpo, Padova” di Francesco Filippo Piconio (1712) Lanfranco Vecchiato, Gloria Vivenza, Gio- ¥ ELDA MARTELLOZZO FORIN, Su due maestri di vanni Zalin grammatica condotti dal comune di Monselice redazione: Renzo Nardin nella prima metà del sec. XV. I. La convenzio- periodicità: annuale ne tra il comune di Monselice e il maestro di editore: Istituto per gli Studi Storici Veronesi grammatica Giacomo (1411); II. Sul maestro - Verona 74 RIVISTERIA VENETA

Una fabbrica “fatta a pezzi in vari tempi”: il MILA MANZATTO, Un contraddittorio giudi- Monte di Pietà di Treviso ¥ ANTONIO F ERRACIN, ziario a Este agli inizi del Settecento ¥ LUCIA- Sulla Biblioteca Civica di Treviso: il Fondo NO MORBIATO, Riflessi del caso Dreyfus a Giuseppe Bocchi e il ms. 90. Padova. Echi dell’affaire nella stampa del- l’epoca ¥ DANILO FANTINATO, Pietro Balan, una vita per il Papa-Re ¥ CINZIA T AGLIAFERRRO, Un nuovo Actiacus da Este ¥ ENRICO ZERBINA- TI, Una nuova silloge delle iscrizioni latine di Studi Veneziani Este ¥ ANDREA COLASIO, Tra identità e fe- deralismo: il caso veneto. a cura dell’“Istituto di Storia della Società e dello Stato Veneziano” e dell’“Istituto Ve- a. VII, n. 13, gennaio-giugno 1997 nezia e l’Oriente” della Fondazione Gior- n.s. XXXV (1998) TIZIANO MERLIN, Giovanni Stella, un brigante gio Cini LINDA GUZZETTI, Le donne a Venezia nel XIV della Bassa tra storie e leggenda ¥ CLAUDIO direttore resp.: Vittore Branca secolo: uno studio sulla loro presenza nella GRANDIS, Una villa a Valle San Giorgio. Note direttore scientifico: Gaetano Cozzi società e nella famiglia ¥ GIOVANNI D IQUATTRO, d’archivio su villa Guidotti, Torta, Mantova, Angelo Matteazzi (1535-1601). Un giurista periodicità: semestrale Benavides ¥ LORIS MENEGON, I figli naturali editore: Istituti Editoriali e Poligrafici Inter- “culto” nella Repubblica di Venezia ¥ WILLIAM nell’ambito della famiglia patrizia veneziana L. BARCHAM, Re-examining Federico Cor- nazionali - Pisa-Roma in età moderna. Un primo approccio ¥ DANILO naro’s Retirement to ¥ MARTA TOR- sede della redazione: c/o Fondazione Giorgio FANTINATO, Pietro Balan, una vita per il Papa- TORELLA, “Questa reputata communemente Cini - Isola di San Giorgio Maggiore - 30125 Re ¥ ALDO PETTENELLA, Giustizia per Camillo Venezia - tel. 041/5289900 salutare illuminatione”. Un servizio pubblico Guerra detto Pesce. Una storia monselicense nella Venezia settecentesca ¥ GINO BENZONI, ¥ LUIGI URETTINI, Tra cinema e fotografia. n.s. XXXIII (1997) Prima e dopo: Goethe a Venezia; Wagner a Comisso ne “L’Italiano” di Longanesi ¥ LUIGI WLADIMIRO DORIGO, Leggendo il primo volu- Venezia. URETTINI, Una lettera inedita di Umberto Saba me della nuova “Storia di Venezia” ¥ UGO a Comisso ¥ CARLO CARRË, Benedetto Croce e n.s. XXXVI (1998) TUCCI, Marco Polo: andò veramente in Cina? la monumentomania italiana. ¥ WALTER HABERSTUMPF, La dissoluzione delle GINO BENZONI, La specola lagunare ¥ DENNIS signorie latine in Morea di fronte alla tur- ROMANO, Molto ben sepe guidar la optima cocrazia ¥ GINO BENZONI, Alla ricerca del- constelation sua: Francesco Foscari as l’identità: tra università e accademia ¥ MARION Procurator of San Marco ¥ BERNARD D OUMERC LEATHERS KUNTZ, “Venezia portaua el fuocho LAIRE UDDE E ARIVIERE - C J D L , Le rôle du Venetica in seno”: Guillaume Postel before the council patriciat dans la gestion des galères mar- Annuario degli Istituti per la storia of ten in 1548: priest turned prophet ¥ ANDREA chandes à Venise au début du seizième siècle della Resistenza di Belluno, Treviso, PELLIZZA, La crisi finanziaria degli ospedali ¥ JONAHATAN WALKER, Bravi and Venetian Venezia e Verona maggiori veneziani fra 1777 e 1797 ¥ GIOVAN- Nobles, C. 1550-1650 ¥ TIZIANO ZANATO, NI VIAN, La chiesa del doge al tramonto della Marginalia Philologica su un’edizione dei direttore resp.: Ferruccio Vendramini Repubblica di Venezia ¥ MASSIMO RINALDI, Pensieri sarpiani ¥ GUIDO CANDIANI, Conflitti Alcune indagini sulle orationi di Luigi Groto di intenti e di ragioni politiche, di ambizioni e direzione scientifica: Emilio Franzina, Mario il “Cieco d’Adria” • IRINA ANDREESCU- di interessi nel patriziato veneto durante la Isnenghi, Livio Vanzetto comitato scientifico: Agostino Amantia, TREADGOLD, Moro Salviati, and the mosaics of guerra di Candia ¥ IRINA ANDREESCU- Ernesto Brunetta, Silvio Lanaro, Giannantonio Sant’Ambrogio in . TREADGOLD, The real and the Fake. Two Mo- saics from Venice in American Collections. Paladini, Luca Pes, Maurizio Reberschak, n.s. XXXIV (1997) Giorgio Roverato, Maurizio Zangarini RICHARD MACKENNEY, The Guilds of Venice: periodicità: annuale State and Society in the longue Duree ¥ ATTILIO editore: Cierre Edizioni - via Verona,16 - BARTOLI LANGELI, “Littera clugiensis” e mo- 37060 Caselle di Sommacampagna (VR) delli veneziani. I codici legislativi medievali di Chioggia e Venezia ¥ MICHELE JACOVIELLO, Terra d’Este terza serie 1, n. XII, 1998 La controversa orazione di Antonio Giustiniani Rivista di storia e cultura Per una storia dell’agricoltura veneta. all’imperatore Massimiliano I d’Asburgo nella MICHELE SIMONETTA, L’“inchiesta” Arduino e “Storia d’Italia” del Guicciardini. Una pole- direzione: Francesco Selmin i grandi problemi dell’agricoltura veneta nel mica durata oltre tre secoli ¥ GINO BENZONI, direttore resp.: Enzo Righetti Settecento. La repubblica di Venezia e l’università di comitato di redazione: Luigi Contegiacomo, Processi ai fascisti. 1945-1947. Padova ¥ MAURIZIO SANGALLI, “Venezia non è Felice Gambarin, Claudio Grandis, Tiziano MAURIZIO REBERSCHACK, Epurazioni. Giusti- tera de studii”? Educazione e politica nel Merlin, Claudio Povolo, Francesco Selmin, zia straordinaria, giustizia ordinaria; giusti- secondo Cinquecento. I gesuiti e i procuratori Mauro Vigato zia politica ¥ ALESSANDRO N ACCARATO, La resa di San Marco de supra ¥ MASSIMILIANO ROSSI, periodicità: semestrale dei conti. Desiderio di vendetta e uso della Raffiguazioni e riscritture della Liberata da editore: Gabinetto di Lettura - Este (PD) violenza nel primo processo della Corte stra- Firenze a Venezia: un intervento di Bernardo sede della redazione: c/o Gabinetto di Lettura ordinaria d’Assise di Padova ¥ FEDERICO Castello recuperato ¥ GIGI CORAZZOL, Due di Este - Piazza Maggiore, 12 - 35042 Este MAISTRELLO, La Corte straordinaria d’Assise documenti su Giovanni Battista Barpo ¥ FRAN- (PD) - tel. 0429/2301 di Treviso ¥ ALESSANDRO REBERSCHEGG, La CESCA ZANATTA, L’inventario come fonte per Corte straordinaria d’Assise di Venezia ¥ lo studio della storia della ricchezza privata: a. VI, n. 12, luglio-dicembre 1996 MICHELE C ASSANDRINI, La Corte straordinaria OSSANA LBERTON I Venezia nel 1661 ¥ R D’A V - CLAUDIO POVOLO, Due processi nel Veneto del d’Assise di Verona ¥ FERRUCCIO VENDRAMINI, TALE, La scala di Durazzo negli anni del Sei e Settecento ¥ ALDO PETTENELLA, Altri Cortina d’Ampezzo: una sentenza d’asso- console Rosa (1705-1733). promessi. Storia padovana del secolo XVII ¥ luzione. 75 RIVISTERIA VENETA

a. XX, n. 3, luglio-settembre 1998 STORIA DELLA CHIESA Non solo spirito. Riflessi sulla corporeità. E RELIGIONE RENZO MARCOLONGO, Medici e pazienti: la malattia condivisa ¥ STEFANO TOSCHI, Il segno del corpo ¥ ENRICO SPANIO, Come il sole d’in- verno ¥ GIOVANNA PONS, Vivere a immagine di Dio ¥ LETIZIA TAMASSONE, Corpo e relazione ¥ Esodo ROBERTO DELLA ROCCA, La corporeità nell’ Quaderni di documentazione e dibattito ebraismo ¥ GIANNINO PIANA, “La Parola si sul mondo cattolico fece Carne...” (Gv 1,14) ¥ GIULIANA GRANDO, Tra bisogno e desiderio ¥ GIOVANNI BENZONI, direttore resp.: Carlo Rubini Il corpo mio e quello dei filosofi ¥ MARTINO direttore di redazione: Gianni Manziega MORGANTI, Essere un corpo o avere un corpo? redazione: Giuditta Bearzatto, Carlo Beraldo, ¥ SILVIA VOLTOLINA, Antonio, l’idiota di Dio ¥ Quaderni di storia religiosa Carlo Bolpin, Paola Cavallari, Giorgio Corra- BENEDETTO CALATI, Aforismi monastici sulla dini, Gianni Manziega, Luigi Meggiato, Carlo corporeità ¥ SUOR E MMANUELLE-MARIE, Salute direttore resp.: Maurizio Zangarini Rubini, Lucia Scrivanti e salvezza ¥ MAURIZIO D EL M ASCHIO, Intervista direzione: Giuseppina De Sandre Gasparini, periodicità: trimestrale a D. Cassuto, vice-sindaco di Gerusalemme ¥ Grado Giovanni Merlo, Antonio Rigon sede della redazione: c/o Gianni Manziega - CARLO BERALDO, La conta dei corpi: sussi- periodicità: annuale v.le Garibaldi, 117 - 30174 Venezia - Mestre diarietà e riforma della Costituzione ¥ GIO- editore: Cierre - Verona - tel. e fax 041/5346328 VANNI VIAN, Elementi di continuità e di novità sede della redazione: c/o Cierre Edizioni - via dell’attuale pontificato. Verona, 16 - 37060 Caselle di Sommacam- a. XX, n. 1, gennaio-marzo 1998 pagna (VR) - tel 045/8581575 L’agire. a. XX, n. 4, ottobre-dicembre 1998 VITTORIO FOA, Perché la storia non finisca ¥ Vent’anni di Esodo. a. IV, 1997 NICOLETTA BENATELLI, Dal perdono alla spe- Verso una fede “non politica” ¥ GIANNI Preti nel Medioevo. ranza ¥ FRANCO SOTTOCORNOLA, La via dello MANZIEGA, Introduzione ¥ GIOVANNI BENZONI, COSIMO DAMIANO FONSECA, Riforma ecclesia- Zen ... e dei mistici ¥ CARLO B ERALDO, Azioni di Moderatore ¥ MONI OVADIA - MASSIMO CAC- stica e collegialità del clero. Il caso di Aversa pace, azioni contro la guerra... ¥ PIERO S TEFANI, CIARI, Interventi. (sec. XII) ¥ FERNANDA SORELLI, Il clero secola- Auschwitz e il ritrarsi di Dio ¥ FULVIO F ERRARIO, Verso una politica “non religiosa” ¥ CARLO re a Venezia. Note per i secoli XII e XIII ¥ “Solo nell’azione è la libertà” ¥ GIANCARLO RUBINI, Moderatore ¥ MARCO PAOLINI - SILVANA A NNA B IANCHI, Chierici, ma non sem- GAETA, Passa la scena di questo mondo ¥ ALEX GIANFRANCO BETTIN, Interventi. pre preti. Itinerari clericali nel Veneto tra la ZANOTELLI, “Vedere” per poter agire ¥ GIU- fine del XII e gli inizi del XV secolo ¥ GIAMPAOLO SEPPE GIOISIS, L’agire politico: tre considera- a. XXI, n. 1, gennaio-marzo 1999 CAGNIN, “Ad adiscendum artem et officium zioni ¥ FRANCO BOSELLO, Sviluppo e sottosvi- ENRICO PEYRETTI, Tollerare, cioè farsi carico clericatus”. Note sul reclutamento e sulla luppo ¥ PIERLUIGI D I P IAZZA, La chiesa è fonda- ¥ENZO P ACE, Verso una società multiculturale formazione del clero a Treviso (sec. XIV) ¥ ta sulla “forza dell’amore”? ¥ ROBERTO B ERTIN, ¥ ETTORE P ERRELLA, I pericoli della semplifica- EMANUELE CURZEL, Cappellani e altari nella Azione e relazione: un nuovo incontrarsi. zione ¥ NADIA LUCCHESI, Differenti, grazie a D cattedrale di Trento nel XIV secolo ¥ DANIEL ¥ ANTONIO RIGOPOULOS, “Oriente” ed “Occi- BORNSTEIN, Parish Priests in Late Medieval a. XX, n. 2, aprile-giugno 1998 dente”: un difficile dialogo ¥ PIERO STEFANI, Cortona: The Urban and Rural Clergy ¥ DAVID Dove sei? Riflessioni sulla cura di sé. “Siate fecondi e moltiplicatevi” ¥ PAOLO RIC- S. PETERSON, An Experiment in Diocesan Self- Amici o nemici di se stessi ¥ C. BOLPIN, Tra CA, Presso il pozzo di Giacobbe ¥ ALDO BO- Government: The “universitas cleri” in Early affermazione e negazione di sé ¥ G. BENZONI, DRATO, “Un solo gregge e un solo pastore” ¥ Quattrocento Florence ¥ ELISABETTA C ANOBBIO, “Non so se il riso o la pietà prevale” ¥ P. CARLO MOLARI, La Verità oltre il Cristo stori- Preti di montagna nell’alta Lombardia del BETTIOLO, Cura e dissipazione di sé ¥ P. CA- co ¥ GABRIELLA CARAMORE, La verità della Quattrocento (Como 1444-1445) ¥ VICTORIA VALLARI MARCON, Fecondità, fedeltà a sé nel poesia ¥ ROBERTA DE MONTICELLI, Dal vivo. M. MORSE, The Vita mediocris: The secular patto ¥ G. CARAMORE, La leggerezza dell’ala ¥ Priesthood in the Thought of Opicino de B. BOVO, Il sogno dell’eterna giovinezza ¥ R. a. XXI, n. 2, aprile-giugno 1999 Canistris ¥ ENNIO SANDAL, Preti tipografi. BERTIN, Sguardo d’amore ¥ Mistica e Politica: GIORGIO CORRADINI, Non ci può essere vita né A. DE PERINI, Introduzione ¥ A. BUTTARELLI, pace senza amore ¥ CINZIA MION, Uomini e a. V, 1998 Annarosa Buttarelli ¥ L. MURARO, Luisa Mu- donne: la ricerca dell’identità ¥ MARTINA Le confraternite tra Medioevo e prima età raro ¥ G. GAETA, Giancarlo Gaeta ¥ P. TOR- AMADUZZI, La forza dell’attrazione ¥ GIORGIO feudale. RESAN - M. BETTIOL (a cura di), Simone Weil tra MARCON, Nutrimenti celesti ¥ LAURA GUA- LORENZA PAMATO, Le confraternite medievali. divino e umano. DAGNIN, De-sidero ¥ ENRICHETTA BUCHLI, Le Studi e tendenze storiografiche ¥ LAURA GAF- malattie dell’eros ¥ CARLO BOLPIN, Caro Gio- FURI, Prediche a confraternite ¥ ROSA MARIA vanni ¥ MONI OVADIA, La sessualità nella DESSÌ, Parola, scrittura, libri nelle confra- Bibbia ¥ PIERO STEFANI, La vita coniugale ternite. I laudesi fiorentini di San Zanobi ¥ ebraica ¥ CETTINA M ILITELLO, L’arte di chiede- MARIA TERESA BROLIS - GIOVANNI BREMBILLA, re e di donarsi ¥ PAOLA CAVALLARI, Un invito Mille e più donne in confraternita. Il con- a nozze ¥ MARIA CATERINA JACOBELLI, La sorcium Misericordiae di Bergamo ¥ LUCA fecondità dell’amore ¥ DINO P EZZETTA, “Non è PATRIA, Gli spazi dello Spirito: confrarie e bene che l’uomo sia solo” ¥ LEANDRO ROSSI, comunità in val di Susa (secc. XIII-XV) ¥ MA- Nuove vie dell’etica sessuale ¥ UMBERTO C URI, RINA GAZZINI, Il consortium Spiritus Sancti in Eros e filosofia ¥ TRENTI Z ELINDO, Ripensare la Emilia fra Due e Trecento ¥ ANNA ESPOSITO, relazione con la chiesa ¥ CLAUDIO DONADEL, Amministrare la devozione. Note dai libri Una casa per Vesna. sociali delle confraternite romane (secc. XV- 76 RIVISTERIA VENETA

XVI) ¥ ANNA CAVALLARO, L’Annunciazione Enciclopedia integrale della politica ¥ MARIA Torquemada di Antoniazzo Romano: memo- ANTONIETTA RINALDI, Prassi educativa e reli- ria e celebrazione della carità confraternale ¥ giosa dei Gesuiti: il Real Collegio di Basilicata DANILO ZARDIN, Riforma e confraternite nella (1850-1860) ¥ ANNIBALE ZAMBARBIERI, La sto- Milano di Carlo Borromeo. ria del Vaticano II diretta da G. Alberigo ¥ WALTER PANCIERA, Il 23° congresso dell’In- ternational Committee for the History of Technology (ICOHTEC) ¥ GABRIELE DE ROSA, Don Silvio Tramontin: storia di un sodalizio ¥ Ricerche di Storia Sociale e Religiosa GABRIELE DE ROSA, François Furet e la cultu- ra rivoluzionaria nel XX secolo. direttore resp.: Gabriele De Rosa comitato di consulenza scientifica: Maurice n.s., a. XXVII, n. 53, gennaio-giugno 1998 Aymard, Antonio Cestaro, Giorgio Cracco, GABRIELE DE ROSA, Antonio Rosmini e “Delle caritativa ¥ MASSIMO VIGLIONE, Il problema Emile Goichot, Tullio Gregory, Antonio cinque piaghe della Santa Chiesa” ¥ MI- della crociata dal II concilio di Lione alla Lazzarini, Jacques Le Goff, Rudolf Lill, Emile CHELANGELO MORANO, Tra storia e antropolo- morte di Pio II (1274-1464) con relativa Poulat, Jacques Revel, Michel Vovelle gia: la cultura materiale ¥ RITA DA PONT, bibliografia ¥ VALERIO CASTRONOVO, Le origi- comitato di redazione: Rocchina Abbondan- Municipalità e governo centrale a Belluno nel ni dell’economia distrettuale in Lombardia ¥ za, Filiberto Agostini, Liliana Billanovich, 1797: innovazione e continuità ¥ FILIBERTO CARLA KOWOHL, La pace di Westfalia in una Alba Lazzaretto, Francesca Lomastro, Mi- AGOSTINI, Belluno e il Bellunese dalla caduta mostra del Consiglio d’Europa a Münster ¥ chelangelo Morano, Fulvio Salimbeni, Fran- della Serenissima all’età napoleonica ¥ SER- VALERIA VERRASTRO, I santuari cristiani in cesco Volpe GIO PERINI, Una controversia giurisdizionale Italia. periodicità: semestrale tra vescovo e canonici di Verona nell’età editore: Edizioni di Storia e Letteratura - della Controriforma ¥ VICKO KAPITANOVIC, Roma Fra Andrea Dorotic e la questione croata ¥ sede della redazione: c/o Edizioni di Storia e ANNA O SBAT, “È il perdonar magnanima ven- Letteratura - via Lancellotti, 18 - 00186 Roma detta”: i pacificatori tra bene comune e amor Studia Patavina - tel. 06/68806556 di Dio ¥ SERGIO ROMANO, Saremo mai gover- Rivista di Scienze Religiose La rivista esce a cura dell’Istituto per le Ricer- nati dall’ONU? ¥ NICOLA ANTONIETTI, Stato, che di Storia Sociale e Religiosa di Vicenza regime e partito nella riflessione di Giacomo direttore: Giuseppe Segalla (contrà Mure San Rocco 28 - Vicenza), del- Perticone ¥ Uno storico dell’Italia religiosa: redazione: Enrico Berti, Valerio Bortolin, l’Associazione per la Storia Sociale del Mez- Gabriele De Rosa: Discorso per il con- Celestino Corsato, Giovanni Federspil, Er- zogiorno e dell’Area Mediterranea (Potenza) ferimento della medaglia d’oro della città di minio Gius, Giuseppe Grampa, Marcello e con un contributo dell’Associazione don Vicenza del sindaco MARINO QUARESIMIN ¥ Milani, Enzo Pace, Antonino Poppi, Angelo Giuseppe De Luca. GIORGIO CRACCO, Laudatio per Gabriele De Roncolato, Giuseppe Trentin, Ermanno Ro- Rosa ¥ MARIO S ERAFIN, L’incontro del prof. De berto Tura, Giuseppe Zanon (membri della n.s., a. XXVI, n. 52, luglio-dicembre 1997 Rosa con la città di Vicenza ¥ GABRIELE DE Facoltà Teologica e dell’Università di Padova) LILIANA B ILLANOVICH, Gregorio Barbarigo fra ROSA, Origini e percorsi culturali dell’Istituto periodicità: quadrimestrale antichi e nuovi modelli episcopali ¥ FILIBERTO per le ricerche di storia sociale e religiosa di editore: Seminario Vescovile - Padova AGOSTINI, Il seminario diocesano di Padova Vicenza ¥ GABRIELE DE ROSA, Alcune rifles- sede della redazione: c/o Seminario Vescovile fra antico regime e restaurazione ¥ ANTONIO sioni sui “Tribunali della coscienza” e sulla di Padova - via del Seminario, 29 - 35122 LAZZARINI, Un progetto fallito. Il bosco del “Bibbia al rogo” ¥ ANGELOMICHELE DE SPIRI- Padova - tel. 049/657099 Cansiglio dopo la riforma veneziana del 1792 TO, Ricordando Alfonso Maria Di Nola. ¥ PIERPAOLO MARTUCCI, La “salvifica morte”. a. XLIV, n. 3, settembre-dicembre 1997 Supplizi e tecniche del consenso a Bologna n.s., a. XXVII, n. 54, luglio-dicembre 1998 BRUNO FORTE, La Rivelazione della Parola e dal XVI al XVIII secolo ¥ MIRIAM SIMONETTI, GIACOMO B ECATTINI, Distretti industriali e sto- del Silenzio ¥ HUBERT WINDISCH, Percorsi di Predicatori nel territorio extraurbano della ria dell’industria italiana. Di alcune possibili teologia pastorale. La riflessione in area di diocesi di Verona dal 1736 al 1758 ¥ OTTO implicazioni, per la ricerca storica, di una lingua tedesca: I. Lo sfondo storico; II. WEISS, Chiesa cattolica, religione e società recente “rilettura” dell’industria italiana ¥ Approssimazioni sistematiche ¥ ELENA R OSSINI, nella più recente storiografia tedesca ¥ GIANNI GABRIELE DE ROSA, Genesi e percorsi dell’in- “Come l’ape saggia...”. Storia e fortuna di ZEN, Tra antiperfettismo e principio di giusti- dustrializzazione vicentina dal XIX secolo alla una metafora nei padri ¥ GINO TEMPORIN, R. zia. Appunti sulla ricerca rosminiana di una “globalizzazione” ¥ ALMERIGO A POLLONIO, Tri- Descartes: testimonianze sulla sua religiosità. este fra guerra e pace (1797-1824) ¥ ANTONIO Una filosofia religiosa o l’inizio dell’ateismo TRAMPUS, Da Maria Teresa a Giuseppe II: gli moderno? ¥ MARIA P ASTRELLO, A confronto sul ex gesuiti e la tradizione letteraria degli elogi tema della speranza: Ernst Bloch e Gabriel ¥ FILIPPO MARIA PALADINI, “Se pol far, come Marcel ¥ EDOARDO BEATO, Per un dialogo tra nelle fortezze, acquistando grado a grado” ¥ Buddhismo e Cristianesimo ¥ MARCELLO GENNARO C ASSIANI, L’“esercizio pratico” del- MILANI, La profezia apologetica di epoca per- la carità. I primi vent’anni di vita della società siana ed ellenistica. X Convegno di Studi di S. Vincenzo de Paoli a Roma (1842-1863) Veterotestamentari (Rocca di Papa, 8-10 set- ¥ MARIAN S URDACKI, La vita religiosa nel “Con- tembre 1997) ¥ GIUSEPPE SEGALLA, Tendenze servatorio” dell’ospedale di Santo Spirito in postmoderne al 52° congresso della SNTS Roma, nei secoli XVII-XVIII ¥ COSTANZA L ONGO (Birmingham, 8 agosto 1997) ¥ GIOVANNI TIMOSSI, La Compagnia e l’ospedale del Suf- LEONARDI, Fariseismo e origini cristiane.VII fragio de’ Convalescenti nella Genova del Convegno di Studi Neotestamentari (Rocca di primo Seicento: statuti di fondazioni e attività Papa, 11-13 settembre 1997). 77 RIVISTERIA VENETA

a. XLV, n. 1, gennaio-aprile 1998 ne per un rinnovamento nel Terzo Millennio ¥ plenitudo potestatis ¥ ELVIO A NCONA, La glossa GIUSEPPE SEGALLA, Un Gesù storico incerto e Scritti in onore di Giovanni Leonardi: del cardinale Jean Lemoine all’Antiquorum frammentato: guadagno o perdita per la fede? MARCELLO MILANI, Nota bio-biliografica ¥ habet e l’ecclesiologia del Corpus Mysticum ¥ ALBERTO BONDOLFI, L’uomo di fronte alla CELESTINO CORSATO, Segretario/Direttore di ¥ RICCARDO BATTOCCHIO, Niccolò Cusano e natura e al suo sviluppo sostenibile. Alcune Studia Patavina: 1968-1988 ¥ MARCELLO Martin Lutero: due tedeschi ‘riformatori’ e il linee di fondo della riflessione etico-ecologi- MILANI, Quinta settimana biblica diocesana. giubileo ¥ GREGORIO PIAIA, Modelli di approc- ca in Europa ¥ GIULIANO T REVISIOL, La solleci- Villa Immacolata (Torreglia-Padova) 24-28 cio al Giubileo nell’oratoria sacra francese ¥ tudine pastorale dei presbiteri verso le perso- agosto 1998 ¥ LUIGI SARTORI, Scuole di teolo- ACHILLE OLIVIERI, Il giubileo e l’enciclope- ne in situazioni matrimoniali irregolari ¥ FRAN- gia per laici ¥ GIUSEPPE S EGALLA, Ermeneutica dismo del Settecento: idea religiosa, festa CESCO FRANCO, La verità metaforica: una pro- biblica. Alla ricerca di chiavi per l’interpreta- taumaturgica ¥ GREGORIO P IAIA, Il dibattito sul spettiva su Paul Ricoeur ¥ CARLA MENEGUZZI zione della Sacra Scrittura ¥ MARCELLO M ILANI, giubileo al tempo delle Lumières • GREGORIO ROSTAGNI, Il Veneto e la Rerum Novarum ¥ La produzione sapienziale in Italia negli ulti- PIAIA, Intellettuali dell’Otto-Novecento di fron- JAN-WLADISLAW WOS, Dante in Polonia. La mi 25 anni. Rassegna bibliografica ¥ G. te all’Anno Santo ¥ GIUSEPPE TOFFANELLO, Set- ricezione del poeta italiano nella letteratura BOSCOLO, La parabola del granello di senape te secoli di giubilei. Una lettura teologico- polacca ¥ GIOVANNI LEONARDI, I documenti ¥ PIETRO FAGGIOTTO (a cura di), Una discussio- spirituale ¥ ERMANNO ROBERTO TURA, Due extra-biblici di Qumrân e le origini della ne epistolare inedita fra Ernesto Buonaiuti ed osservazioni sul simposio ¥ CARLO PRANDI, Il comunità essenica (secondo gli studi di Agostino Faggiotto. Il dogma trinitario: pro- giubileo, pellegrinaggio “par excellence” ¥ F.Garcìa Martínez e collaboratori) ¥ CARLO spettiva “economico-biblica” o metafisica? ¥ GIOVANNI LEONARDI, Il pellegrinaggio giubi- SACCONE, Rassegna bibliografica sull’Islam. I GIUSEPPE SEGALLA, LIII Congresso annuale lare in prospettiva cristiana. parte. della Studiorum N.T. Societas, Copenhagen 4- 7 agosto 1998 ¥ GIUSEPPE SEGALLA, Primo a. XLV, n. 2, maggio-agosto 1998 simposio fra studiosi di N.T. ortodossi e non Simposio: Dolore, sofferenza e angoscia: pro- ortodossi. Neamts (Romania) 4-11 settembre spettiva psicologica e teologica 1998. Ermeneutica filosofica ed ermeneutica Studi di Teologia ANDREA T ONIOLO, Introduzione ¥ ERMINIO G IUS, teologica ¥ M. RUGGENINI, La verità dell’even- La ricerca scientifica in ambito psicologico to. L’ermeneutica tra la filosofia e la fede ¥ G. direttore resp.: Pietro Bolognesi sul dolore, sulla sofferenza e sull’angoscia ¥ RUGGIERI, Teologia e filosofie nel contesto periodicità: semestrale PIERANGELO SEQUERI, L’umana psicologia del culturale contemporaneo ¥ A. MILANO, Teolo- editore: I.F.E.D., Istituto di Formazione Evan- dolore. Motivi di fenomenologia della cultura gia cristiana e ragione ermeneutica ¥ M.C. gelica e Documentazione - C.P. 756 - 35100 per l’ermeneutica teologica ¥ GIUSEPPE POR- BARTOLOMEI, Filosofia “versus” teologia? Padova ZIONATO, Storia della psicologia e cura della Ermeneutiche in dialettica? sede della redazione: via Jacopo della Quer- sofferenza ¥ GIUSEPPE SOVERNIGO, Prospettiva cia, 81 - Padova - tel.049/613891 psicologica e teologica a confronto di fronte a. XLVI, n. 1, gennaio-aprile 1999 al dolore/sofferenza ¥ GIUSEPPE M AZZOCATO, Il RICCARDO B ATTOCCHIO, Una lettura teologico- a. 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TURA, Piccole attese deluse ¥ LUCIA N OCENTINI, Lèvinas ¥ MARIA ROBERTA CAPPELLINI, André VALERIO BERNARDI, Vent’anni dopo:una Unità, concordia, pluralismo ecclesiale nella Neher e l’ermeneutica biblica ¥ MASSIMO rivisitazione ¥ GINO C ONTE, Una dignità cultu- Modica theologia di Ugo Grozio ¥ PIETRO GIULIANI, Il Midrash come teologia ebraica rale ¥ GIOELE CORRADINI, Sotto la signoria di ZOVATTO, La seconda piaga della chiesa: l’in- della storia ¥ GIAN P AOLO T ERRAVECCHIA, L’in- Cristo ¥ AUGUSTO LELLA, Una palestra per sufficiente educazione del clero nel pensiero flusso della liturgia sulla formazione della crescere ¥ ANTONINO RAMIREZ, Un impegno di A. Rosmini ¥ ALBERTO GARNIGA, Per una personalità nell’opera di Dietrich von Hilde- per la centralità della Parola di Dio ¥ SERGIO nuova lettura dell’idea di Dio nel pensiero di brand ¥ ANNA FABRIZIANI, Il coraggio di pen- ROSTAGNO, Universalità e laicità nella teolo- Max Scheler: Il Dio che si fa cosmo ed uma- sare: Simone Weil ¥ ROSSELLA TAMBURLINI, gia protestante ¥ ALDO MODA, Che cosa ho nità. II parte ¥ CARLO SCILIRONI, Il “pensare L’inizio delle missioni in Africa. Documenti imparato leggendo “Studi di teologia” ¥ TO- ecumenico”. Nota a margine degli scritti scel- sul vicariato apostolico nell’Africa centrale NINO RACCA, Note per una storia delle riviste ti di Luigi Sartori ¥ AUGUSTA LENA, Storia (1846-1862). evangeliche in Italia (1978-1998) ¥ LEONARDO religiosa dei popoli. Convegno a Villa Cagnola DE CHIRICO, Ad fontes. Le dichiarazioni del di Gazzada (Varese) ¥ TERESA S ALZANO, L’ere- a. XLVI, n. 2, maggio-agosto 1999 movimento evangelicale. dità di Abramo: “In te saranno benedetti tutti Il Giubileo tra storia delle idee e teologia, Atti i popoli della terra” (Genesi 12,3). XVIII Col- del simposio (Padova, Seminario Maggiore, a. XI, n. 21, I semestre 1999 loquio ebraico-cristiano. 15 aprile 1999), a cura di GREGORIO PIAIA e Pietro Martire Vermigli (1499-1562). RICCARDO BATOCCHIO. PHILIP MCNAIR, Pietro Martire Vermigli: un a. XLV, n. 3, settembre-dicembre 1998 RICCARDO BATTOCCHIO, Presentazione ¥ profilo biografico ¥ JOSEPH MC LELLAND, Teo- Bibbia ed ermeneutica. Scritti per i settant’anni GREGORIO PIAIA, La folla, il rito, le idee. Il logia e filosofia in P.M. Vermigli ¥ MARIANO di Giovanni Leonardi. perché di una ricerca ¥ RICCARDO QUINTO, DI GANGI, L’eredità di Vermigli ¥ LEONARDO GIUSEPPE SEGALLA, Per i settant’anni di Gio- L’idea del Giubileo in alcuni commenti me- DE CHIRICO, Biblioteca Vermigliana ¥ PIETRO vanni Leonardi ¥ GIOVANNI L EONARDI, Cristo il dievali al Levitico e nella letteratura teologi- MARTIRE VERMIGLI, Una semplice dichia- servo: modello dei ministeri-servizi nella chie- ca fino al 1250 ¥ FRANCESCO B OTTIN, Premesse razione sopra gli XII articoli della Fede sa. Uno sguardo alle prime comunità cristia- teoriche del giubileo del 1300: indulgenze e Cristiana. 78 RIVISTERIA VENETA

Vita Minorum ne del Signore; é stata arricchita di doni Rivista di spiritualità e formazione straordinari; é vissuta nella perfetta letizia; interfrancescana Ha goduto e gode fama di santità ¥ Attualità della serva di Dio: Aiuta a comprendere che direttore resp.: P. Luigi Secco tutti sono chiamati alla santità; Aiuta ad esse- redazione: P. Gianfranco Zaggia, P. Claudio re fedeli agli impegni del quotidiano; Aiuta a Simioni comprendere l’importanza di operare senza periodicità: bimestrale ostentazione; Aiuta a scoprire il valore sede della redazione: c/o Casa S. Chiara - via salvifico della sofferenza; Aiuta a riscoprire il Mezzavia, 45 - 35036 Montegrotto Terme valore del sacramento della riconciliazione; (PD) - tel. 049/793495 Aiuta a non ricercare doni straordinari. ° a. LXVIII, s. VI (a. 39 ), n. 5, caratteristici dell’Apostolato dell’Ordine dei a. LXVIII, s. VI (a. 39°), n. 6, settembre-ottobre 1997 Frati Minori secondo S. Bonaventura ¥ ANGE- novembre-dicembre 1998 ITALO FORNARO, Due sermoni di Matteo da LA A NNA T OZZI, Sequela in Francesco d’Assisi CTIRAD VACLAV POSPISIL, La misericordia di Acquasparta su S. Chiara.¥ ANGELA ANNA ¥ CORNELIO DEL ZOTTO, Antonio di Padova, Dio come giustizia ¥ FLORINDO REFATTO, Il TOZZI, La “Riconciliazione” nel Magistero di dottore Evangelico primo maestro della scuo- Padre. La fede illuminata da Francesco ¥ Giovanni Paolo II ¥ UGOLINO V AGNUZZI, Padre la francescana ¥ A. QUAGLIA, Sugli “abiti ENZO FORTUNATO, Itinerari formativi ¥ ITALO Pio da Petrelcina un Santo in Anticamera ¥ rattoppati” dei frati minori ¥ LUIGI LATINI, FORNARO, Amore e fede in Alessandro D’Hales GIULIO BASETTI-SANI, San Francesco ha pro- Beati i misericordiosi perché troveranno mi- (III) ¥ O. GIANAROLI, Galvani, fede e scienza ¥ posto l’ordalia al Sultano d’Egitto ¥ FILIPPO sericordia. BOGDAN FAJDEK, Il Collegio S. Bonaventura ¥ DE MARCHIS, A proposito della ricerca delle DAVID FLOOD, Teologi Francescani della fine Relique di S. Giovanni da Capestrano ¥ GIULIO a. LXVIII, s. VI (a. 39°), n. 4, del XIII secolo ¥ LUIGI LATINI, Dio è amore. BASETTI-SANI, Studio Francescano Inter- luglio-agosto 1998 familiare campano-lucano ¥ UGOLINO VA- S.E. MONS. G. CHIARETTI, Ricordati, Poverella! a. LIX, s. VII (a. 40°), n. 1, GNUZZI, Il saluto “Pace e Bene” ¥ GIULIO ¥ CORNELIO D EL Z OTTO, Contemplazione: Espe- gennaio-febbraio 1999 BASETTI-SANI, Presentazione concreta del cor- rienza di comunione trinitaria in S. Chiara CORNELIO DEL ZOTTO, Il Padre - Dio della po mistico di Cristo nel capitolo ventitré della d’Assisi ¥ LINO RANDELLINI, La Minorità nel tenerezza e della consolazione nelle preghie- Regola non Bollata ¥ GIULIO BASETTI-SANI, Nuovo Testamento ¥ FELICE ACROCCA, Lo Spi- re di S. Francesco ¥ ITALO FORNARO, Fede e Quando Iddio ci fa incontrare i Santi. rito Santo ministro generale dell’Ordine ¥ amore in Alessandro D’Hales (III-2) ¥ DAVID DAVID FLOOD, Ammonizione XVI: il linguag- FLOOD, Storie francescane di solidarietà ¥ a. LXVIII, s. VI (a. 39°), n. 6, gio canonico di una politica diversa ¥ LUCIANA LUIGI LATINI, Padre nostro ¥ G. CASONATO, novembre-dicembre 1997 MIRRI, Il Beato Bartolomeo Maria Dal Monte Padre Pio da Pietralcina finalmente beato ¥ SERGIO ANDREOLI, Angela da Foligno peniten- ¥ CELSO VOLCAN, Osservazioni e riflessioni su E. BURGIO, “Un vento, un etere, un soffio” ¥ A. te francescana. alcuni articoli delle Costituzioni Generali ofm. MARTINI, Mons. Settimio Ferazzetta una splen- ° dida “Lettera di Cristo”. a. LXVIII, s. VI (a. 39 ), n. 1, ° gennaio-febbraio 1998 a. LXVIII, s. VI (a. 39 ), n. 5, settembre-ottobre 1998 a. LIX, s. VII (a. 40°), n. 2, ITALO FORNARO, Amore e fede in Alessandro GIOVAMBATTISTA MONTORSO O.F.M., Teresa marzo-aprile 1999 d’Hales ¥ BOGDAN FAJDEK, Francesco alla ricerca della sua “Forma Vitae” alla luce Gardi. Una “santa” per il Giubileo. GABRIEL BARTOSZEWSKI, Sulla croce di Cristo della “Legenda Major” di S. Bonaventura ¥ Il Confessore: Vita del confessore; Sua parti- ¥ DAVID F LOOD, L’impazienza e la rovina della G. TODESCO, La famiglia nella spiritualità colare competenza; Sua eccezionale pruden- comunità ¥ ITALO FORNARO (a cura di), Assun- francescana ¥ DAVID FLOOD, Ammonizione za; Sua assoluta attendibilità ¥ Cronologia.¥ zione della Beata Vergine Maria. Sermone di XIV: La povertà di spirito ¥ Ammonizione XV: Il cammino verso la perfezione: Terziaria Giovanni da Rupella ¥ GIUSEPPE CHIARETTI, La cultura di pace dei Francescani ¥ LUIGI Francescana; Educatrice esemplare; Confes- Veronica:vera icona di Cristo ¥ ENZO FORTU- LATINI, La Fraternità ¥ M.L. VALENTI, Santa sione frequente; Aspra mortificazione; Conti- NATO, Itinerari formativi 2: Educare, formare, Caterina da Bologna e il suo “Trattato delle nua preghiera; Comunione quotidiana; Medi- accompagnare, pazientare e guardare nel sette armi spirituali”. tazione della passione ¥ Esercizio delle virtù: cammino formativo ¥ CARLO C HIURCO, La figu- Ricca di fede; Sicura nella speranza; Sovrab- ra della reductio in Alano di Lilla ed in San a. LXVIII, s. VI (a. 39°), n. 2, bondante nell’amore di Dio; Esemplare nel- Bonaventura ¥ LUIGI L ATINI, Padre Nostro che marzo-aprile 1998 l’amore del prossimo; Prudente in tutte le sei nei cieli. LINO RANDELLINI, La Minorità nel Nuovo Te- circostanze; Giusta con tutti; Forte nelle pro- stamento ¥ BOGDAN F AJDEK, La vita di France- ve; Temperante in ogni cosa; Serena nella sco secondo il Vangelo alla luce della povertà; Angelo in carne; Sempre pronta al- “Legenda Major” ¥ ITALO FORNARO, Amore e l’obbedienza; Umile serva del Signore ¥ fede in Alessandro d’Hales (II) ¥ ANGELA A NNA Purificazioni: Purificazione passiva dei sen- TOZZI, Il Pellegrinaggio dei popoli. Conver- si; Sofferenze; Aridità ¥ Tentazioni Purifi- sione Carità. Verso il Giubileo dell’Anno cazione passiva dello spirito; Interventi di Duemila ¥ FLORINDO REFATTO, Sofferenza in Dio; Interventi degli uomini; Situazioni parti- Dio ¥ LUIGI LATINI, Beati quelli che hanno fame colari della serva di Dio ¥ Vita con Dio: e sete della giustizia perché saranno saziati. Preghiera vocale; Meditazione; Contempla- zione acquisita; Contemplazione infusa; Pre- a. LXVIII, s. VI (a. 39°), n. 3, ghiera di unione; Preghiera di unione estati- maggio-giugno 1998 ca, o fidanzamento spirituale; Preghiera di LINO RANDELLINI, La Minorità nel Nuovo Te- unione trasformante o matrimonio spirituale stamento ¥ BOGDAN FAJDEK, Alcuni aspetti ¥ Grazie straordinarie: Ha rivissuto la passio- 79 periodicità: quadrimestrale Giunta regionale del Veneto - Centro Culturale di Villa Settembrini 30171 Mestre Venezia - Via Carducci 32 spedizione in abb. postale art. 2 comma 20/c Legge 662/96 taxe perçue - tassa riscossa - Filiale di Padova in caso di mancato recapito restituire al mittente