Perché Dire NO Ad Un Inceneritore? Le Motivazioni Generiche Sono
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REGIONE.LAZIO.REGISTRO UFFICIALE.I.1007613.11-12-2019 Perché dire NO ad un inceneritore? Le motivazioni generiche sono facili da trovare: il nostro pianeta non regge più i nostri livelli di inquinamento, i cambiamenti e gli stravolgimenti climatici sono ormai sotto gli occhi di tutti. C’è bisogno di ripensare a tutto il nostro ciclo energetico, dalla produzione di energia puntando sulle rinnovabili alla gestione dei rifiuti, puntando sull’ economia circolare, vale a dire riduzione del rifiuto, riuso, raccolta, riciclo e recupero. La Danimarca sta tassando fortemente l’incenerimento, Svezia, Olanda e Inghilterra stanno abbandonando questa tecnologia, Francia, Belgio, Germania, Stati Uniti e Giappone hanno già spento numerosi termovalorizzatori. Non è un caso. Ma oltre a ciò, che vale per qualsiasi territorio, io voglio elencare i motivi per cui qui è tassativo NON realizzare un inceneritore e qualsiasi altra opera impattante per il nostro ambiente. Innanzitutto comincio con l’elencarvi le ricchezze che sono presenti sul nostro territorio, che vanno curate, valorizzate e protette non solo per una questione di salute, ma anche, perché no, economica. Sicuramente mi sto dimenticando qualcosa, quindi questo elenco è addirittura in difetto rispetto all’immensa ricchezza che possiede! Ecco l’elenco, in ordine sparso: - ZPS e SIC per l’elevata varietà e rarità di flora e fauna - Tarquinia sito UNESCO - Monumento Naturale della Frasca a Civitavecchia - Monumento Naturale della Faggeta di Allumiere - Sito archeologico Terme Taurine di Traiano a Civitavecchia - Bagni termali della Ficoncella a Civitavecchia - Forte Michelangelo a Civitavecchia - Fiume Mignone ed innumerevoli altri corsi d’acqua - Valle del Mignone - Sito della Farnesiana Chiesa neogotica e Borgo - Rovine medievali Città di Cencelle (Leopoli) - Storia dell’impresa mineraria dell’allume con presenza di cave e miniere ad Allumiere - Siti archeologici preistorici: età del bronzo, periodo protovillanoviano, ecc - Cuore della storia etrusca - Numerosi siti archeologici romani - Numerosi siti archeologici medievali e successivi - Necropoli etrusca di Tarquinia, necropoli di Pian della Conserva e del Ferrone a Tolfa - Sito archeologico della Tolfaccia - Ruderi Abbazia di Piantangeli e Grasceta dei Cavallari a Tolfa - Immensa varietà di piatti e prodotti tipici locali, alimentari ed artigianali: Tolfa Città Slow, Pane Giallo di Allumiere, Strada del Vino e dei Prodotti Tipici delle Terre Etrusco Romane, allevamenti allo stato brado gestiti dalle Università Agrarie, produzioni vino DOC, produzione olio e grano Senatore Cappelli, ecc) - Falesia vulcanica di Ripa Maiale tra Allumiere e Tarquinia - Acquedotto Romano a Tarquinia - Bagni Termali del Bagnarello a Tolfa - Rocca di Tolfa - Eremo medievale della SS Trinità risalente all’ XIII secolo, dimora di Sant’Agostino e feudo dei Cavalieri Templari - Castello di Rota a Tolfa - Ferrovia storica Orte-Civitavecchia - Sito archeologico di Luni sul Mignone - Chilometri di litorale marittimo Ampliando ancora un po’ la vista potremmo ricordare anche le Terme di Stigliano, le Caldare di Manziana, l’antica città di Monterano, il lago di Bracciano, il castello di Bracciano, la necropoli della Banditaccia di Cerveteri (altro sito UNESCO), il lago di Martignano, l’Oasi di Macchiagrande, l’Oasi di Palo, le Terme di Saturnia e molto molto altro ancora. Tutto questo ben di Dio invece di essere protetto, valorizzato, curato, arricchito è stato ed è tuttora vessato da una miriade di fattori inquinanti e servitù energetiche. Attualmente sono presenti: - Centrale a carbone (10° più inquinante d’ Europa) - Centrale a turbogas - Porto (4° più inquinante d’ Europa) - Centro di smaltimento di armi chimiche - Discarica - Forno crematorio - Alto livello di traffico veicolare e merci - Costruzioni in eternit della Italcementi Fino a pochi anni fa insistevano anche: - Cementificio - Centrale ad olio combustibile di Fiumaretta - Centrale a policombustibile di Montalto di Castro In progetto ci sono anche: - Centrale biogas a Tarquinia - Completamento autostrada Orte-Civitavecchia nel cuore della Valle del Mignone Tutto ciò non deturpa, ovviamente, solo l’ambiente, ma è causa di morte in una popolazione che, visto il luogo, dovrebbe avere nella salubrità uno dei suoi punti di forza. In queste zone abbiamo: - Incidenza della mortalità dovuta a tumori circa l’11% più alta rispetto alla media regionale - 700 morti all’anno circa per tumore nella sola Civitavecchia - 850 morti all’anno circa per malattie cardiorespiratorie nella sola Civitavecchia - 140 morti all’anno circa per malattie respiratorie nella sola Civitavecchia Spesso capita che i malati di AIDS, tumore, leucemia non muoiano per la malattia, ma per complicazioni dovute a patologie non gravi, come polmonite, influenza, febbre, anche un semplice raffreddore, a causa della debolezza del sistema immunitario e del fisico del paziente. Il nostro territorio è malato, un malato grave, a cui basta un raffreddore per rischiare di morire definitivamente. Per questo non possiamo accettare inceneritori, discariche, centrali e quant’altro, neanche quando si parla di “impianti di ultima generazione”. Questa terra va curata, siamo stanchi di piangere cari che muoiono, siamo stanchi di affacciarci dalla finestra e vedere desolati paesaggi industriali. Abbiamo dato, abbiamo pagato a caro prezzo colpe non nostre. Ora basta. Un’ultima cosa: Allumiere e buona parte di Civitavecchia soffrono ormai di cronica mancanza di acqua, tant’è che ad Allumiere Acea rifornisce con circa una decina di autobotti al giorno, che causano, oltre ad un aumento dell’inquinamento, problemi di traffico ed il logoramento del manto stradale della Braccianese Claudia già pericoloso e causa di incidenti da anni. Dai documenti pubblicati sul sito della Regione Lazio riguardo all’impianto di A2A emerge che tale impianto necessiterà di un consumo giornaliero di acqua pari a circa 22l/s, una quantità che coprirebbe ampiamente il fabbisogno di Allumiere e parte di quello di Civitavecchia. Sarebbe una beffa che a pochi chilometri da centri dove manca l’acqua per i fabbisogni più elementari sorga un impianto che ne consuma altrettanta per poter bruciare i rifiuti. Qui non si tratta più di essere considerati cittadini di serie B, ma di terza categoria! Ma cosa vi abbiamo fatto noi cittadini di queste zone per essere trattati così? Come fate a vedere nel nostro territorio non un potenziale gioiello agricolo e turistico a due passi da Roma ma una desolata (e a quanto sembra disabitata…) landa industriale? Però quando è tempo di elezioni vi ricordate che ci siamo anche noi, venite tutti coi vostri proclami e le vostre promesse per prendere i nostri voti. Ma durerà ancora per poco, perché tra chi muore e chi se ne va altrove, fra qualche anno non ne rimarranno molti di votanti da ammaliare. Non ci meritiamo di essere trattati così. Scusate lo sfogo Piero Del Frate, un cittadino, un Vostro cittadino. .