“D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” , 24 aprile 20 10

Programma - Interventi On. Francesca Martini, Sottosegretario alla Salute —Disciplina delle manifestazioni popolari che prevedono l‘impiego di equidi“ Alessandro Centinaio, responsabile Commissione veterinaria di Legnano —Il veterinario ippiatra œ Il servizio di pronto soccorso veterinario“ Giorgio Guglielmi De Vulci, tecnico Unire —Il tecnico della pista“ Stefano Zanichelli, Presidente ordine dei medici veterinari d —Le patologie traumatiche del cavallo atleta: corse regolari e palii a confronto“ Giuseppe Sedda, Presidente veterinari FISE Sardegna —Stato dell‘arte del cavallo in Sardegna: uso e impiego nelle manifestazioni storiche“

- Dibattito

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On. Francesca Martini —Ho accettato volentieri l‘invito ad essere qui nella città di Legnano, una città carica di storia, che rappresenta, per la Lombardia e per tutto il Paese, un esempio di qualità e capacità di mantenere le tradizioni, nel rispetto della sensibilità e dei parametri di sicurezza che ci impone la società odierna. Innanzitutto mi presento: sono il Sottosegretario alla Salute, il membro del Governo che, nel contesto dell‘azione di governo, ha una delega a cui tiene tantissimo, che è quella della medicina veterinaria e del benessere degli animali. Questo è un ruolo che svolgo a tutto campo per quanto riguarda specificatamente il cavallo. E‘ un mio dovere istituzionale la tutela del cavallo in tutti i contesti, ma è anche una grande passione e un grande amore, da amazzone e da persona che ritiene che il cavallo rappresenti, nella storia e ancora oggi, un valore sociale insostituibile, valore sociale comprovato dalle numerose attività in cui il cavallo oggi è coinvolto, non soltanto per le importanti attività di tipo ippico e le attività equestri in generale in cui il nostro Paese riesce ancora oggi a dare un contributo sul piano agonistico, ma anche per l‘ importanza nel settore dell‘educazione dei giovani, quindi l‘avvicinamento al mondo del cavallo come un percosso formativo della persona. Io dico sempre che un cavaliere e un‘ amazzone hanno una marcia in più rispetto a chi questo mondo non lo conosce, non lo sperimenta quotidianamente e non può vivere questa relazione davvero meravigliosa, che ci impone anche una serie di capacità di gestione, non soltanto del nostro corpo come atto atletico, ma anche come capacità di raggiungere un equilibrio psicofisico, che ci permette di dare il meglio, nel rispetto e nell‘attenzione ai due atleti in gioco: l‘uomo e il cavallo. Questa ordinanza è nata l‘anno scorso una sera in cui, rientrata in albergo a Roma dopo il lavoro parlamentare di governo, il destino volle che il telegiornale trasmettesse le immagini allucinanti del palio di Sedilo in cui un fantino e una serie di cavalli furono coinvolti da un sanguinosissimo incidente in cui perse la vita questo fantino. Le immagini che noi potemmo vedere in quel momento furono di una situazione di assoluta assenza di

1 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” quei parametri di sicurezza a cui ci dobbiamo ispirare: un fondo fatto di pietre sconnesse e addirittura un arco - perché questa corsa si sviluppa all‘interno di un piccolo paese œ in cui i cavalli si ammassavano per passare. Ecco, tutto questo fece sì che io telefonassi immediatamente ai miei uffici ed esprimessi la ferma volontà di intervenire a livello normativo in un settore che fino a quel momento non era stato mai normato. Diversi passi avanti sono stati fatti, perché i medici veterinari non sono stati a guardare, i sindaci responsabili non sono stati a guardare, le persone e le associazioni da tempo denunciavano fatti di sangue, fatti gravissimi che sono avvenuti nel nostro Paese in questi anni e da qui appunto nacque un grosso lavoro, che ho svolto personalmente in collaborazione con i tecnici, per arrivare ad un documento che fosse un vero e proprio strumento operativo per le pubbliche amministrazioni, per le ASL, per tutti i soggetti coinvolti, per tutti i grandi organizzatori di eventi pubblici popolari, che fosse un punto di riferimento, uno strumento a favore della tradizione, a favore della cultura locale, che potesse fare in modo che i comitati organizzatori avessero un supporto, supporto che qualsiasi manifestazione pubblica equestre ha, se si tratta di manifestazioni sotto l‘egida degli enti tecnici (Fise e Unire) e che permettesse di avere anche sancito un principio fondamentale: cioè che è importantissimo e che è un valore da tutelare quello della tradizione, ma questo non può sacrificare la sicurezza dei fantini, dei cavalli e in particolare anche del pubblico, che segue queste manifestazioni e che spesso si trova in situazioni di vero e proprio rischio. Quindi questa ordinanza, alla luce anche delle ottime autoregolamentazioni di alcune pubbliche amministrazioni, ha inteso come punto fondamentale riferire che i fondi dovessero possedere dei parametri che vanno valutati come parametri di sicurezza fondamentali, che allo stesso modo il percorso andasse valutato in termini di possibilità di affievolire, attutire, ridurre, se non eliminare rischi eclatanti che invece alcuni percorsi possiedono e allo stesso modo che le persone che vogliamo che assistano a queste manifestazioni pubbliche siano sempre di più collegate alla tradizione e sentano sempre di più l‘appartenenza ad un popolo e ad una tradizione, potessero assistere davvero in sicurezza a questo tipo di manifestazioni. Per questo con la buona volontà, che a mio avviso contraddistingue tutti quelli che amano i cavalli, e grazie alla collaborazione e all‘aiuto del Marchese Guglielmi, che ricordiamo è mossiere del e all‘amico e tecnico di alto profilo Marco Danese, in rappresentanza di Fise e Unire, abbiamo costituito una task force e, grazie anche alla operatività del Ministero œ saluto la dott.ssa Ferri e la dott.ssa Eleonora Di Giuseppe che è il mio stretto collaboratore sulla materia degli equidi più in generale œ, un percorso che parte dal raccordo con le Prefetture e con la veterinaria pubblica sul territorio o che mira a questo raccordo. L‘Italia non è uguale dappertutto e la collaborazione non è omogenea dovunque, ma questo raccordo ci permetterà di entrare in collaborazione con i comitati organizzatori per dare anche un supporto operativo e qualitativo a quella che è la possibilità di adempiere, applicare questa ordinanza. Ci sono state persone davvero straordinarie che si sono recate in tutta Italia. Ricordo che alcuni palii œ ad esempio in Sicilia œ sono stati oggetto di indagini di commistione con organizzazioni mafiose, per scommesse, situazioni peraltro che, proprio in riferimento ad un mio intervento su un palio siciliano che non sto a citare, hanno fatto sì che io avessi delle minacce di tipo mafioso. Questo per farvi capire come, in alcuni eventi, davvero le situazioni che si innescano siano di una gravità assoluta, su cui l‘intervento delle istituzioni diventa un fattore non soltanto di tutela del cavallo e delle persone, ma anche di moralizzazione del territorio e di attenzione alla correttezza dello svolgimento di alcune attività. Quindi oggi più che mai

2 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” considero un valore aggiunto questo convegno; io veramente ringrazio di cuore il sindaco Lorenzo Vitali e l‘amico e ottimo professionista Sandro Centinaio. Quest‘ultimo peraltro è anche presente come tecnico al tavolo ministeriale sul doping, tavolo attraverso il quale stiamo sviluppando delle linee guida che possono essere anche un punto di riferimento per comprendere la differenza tra doping e utilizzo improprio, magari scorretto, del farmaco e ci permettono di centrare meglio il tema peraltro molto delicato e che continua a far discutere, su cui si misura anche la capacità di valorizzare i nostri cavalieri, di valorizzare i nostri sport ippici e equestri, con consapevolezza tale da far sì che non si creino situazioni in cui ci troviamo ad affrontare delle vere e proprie ipotesi di doping, magari non perfettamente consapevole. Oggi lo strumento dell‘ordinanza diventa uno strumento ovviamente aperto, perché quello che ho pensato di fare è davvero il migliore possibile, però stiamo procedendo anche con l‘istituzione di corsi di formazione per far sì che il plotone, io lo chiamo piccolo esercito, degli amanti dei cavalli, degli amanti della tradizione si possa in qualche maniera rafforzare con persone capaci di valutare fondi, tracciati e misure di sicurezza, che non possono trasfondere immediatamente quelli che sono la valutazione dei fondi e dei tracciati, ad esempio, negli ippodromi, ma devono tenere conto senza dubbio della peculiarità di questa tipologia di manifestazioni, pur non affievolendo quelli che sono i parametri che sono acquisiti come parametri di qualità e come standard di qualità in una società civile. Saluto anche l‘amica on. Frassinetti che mi segue in tutte le mie varie attività e convegni e procedo nel novellare in maniera molto semplice quelle che sono state le iniziative in senso lato a favore del cavallo che ho sviluppato in questi primi due anni con grande passione e, devo dire, trovando una grande collaborazione. Questo è ciò che più mi conforta, cioè il fatto di capire, trovare esplicitata una volontà di avere un punto di riferimento nel Ministero, che sia punto di riferimento super partes, da parte di moltissime persone che operano nella filiera del cavallo, che ricordo è anche una filiera di tipo economico, non soltanto una filiera di tipo culturale e non soltanto un aspetto che rappresenta senza dubbio un valore aggiunto per la nostra società come dimostra ad esempio l‘impiego degli equidi nell‘ippoterapia. Il Ministero ha un ruolo istituzionale, un mandato molto trasparente che è quello di far sì che uomini e cavalli coinvolti in ogni attività vengano tutelati nella loro salute e, in particolare per quanto attiene al benessere animale e alla medicina veterinaria, i cavalli, in qualsiasi contesto essi siano coinvolti, vengano a tutti gli effetti considerati animali degni di protezione e di tutela. Quindi questo ruolo super partes mi permette anche di lavorare in collaborazione con tutti, di farlo con la massima apertura, di farlo con un patrimonio di valori e con dei punti di riferimento etici e con degli stimoli che devono essere mirati ad una ricaduta generale in tutti i settori che coinvolgono il cavallo e, per questo, un altro dei temi su cui sono molto impegnata è lo sviluppo dei sistemi fieristici in Italia, in collaborazione anche con manifestazioni di tipo internazionale che ci permettono di sviluppare la promozione dell‘immagine del cavallo nel nostro Paese. Oltre all‘ordinanza ci sono state iniziative che comunque hanno raccolto un grande interesse, una grande attenzione e tra queste vorrei ricordare la“Carta etica del cavallo“, che peraltro è stata già firmata da due tecnici di due discipline diverse - ricordo Gianluca Laliscia per l‘endurance e Gianluca Bormioli come tecnico della giovanile Fise - e questo significa riuscire ad impostare la vita di un atleta fin dai primi anni di attività con dei principi etici di fondo che riguardino la tutela dell‘animale. Questo è importantissimo. Quando assistiamo a profonde polemiche rispetto a situazioni di doping o utilizzo, sviluppo

3 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” di nuovi sistemi di sensibilizzazione degli arti dei cavalli per far sì che il cavallo dia una determinata prestazione atletica per evitare un forte dolore, questo è un concetto che senza dubbio inficia il valore dello sport pulito, non è questo lo sport che noi vogliamo e l‘Italia credo che possa e abbia tutte le caratteristiche, anche per la cultura equestre che la contraddistingue, di riuscire ad ottenere i migliori risultati anche sul piano agonistico, mantenendo dei parametri di attenzione e di eticità del lavoro che viene svolto, sia nella parte della doma, sia per quanto attiene poi all‘allenamento e per quanto attiene poi al posizionamento in gara del cavallo, che fa sì che il nostro Paese non venga coinvolto, come peraltro è successo ad altri Paesi anche in manifestazioni internazionali, ad esempio la Germania, in una macchia vera e propria su quelle che sono le uniformi della squadra, come la macchia del doping, che vuol dire scorretto rapporto con gli altri atleti e soprattutto vuol dire poi, in termini di giustizia sia sportiva che civile e penale maltrattamento vero e proprio dell‘animale. Quindi la —Carta etica“ che ho redatto con i miei collaboratori e con tutta l‘equipe che si occupa di questi temi, è il primo codice in Italia di standard per la gestione del cavallo in qualsiasi contesto, quindi parliamo di parametri molto semplici, ma che non erano mai stati chiariti in Italia in un documento, rispetto alla gestione della scuderizzazione, dei box, come deve essere fatto un box, spazi, diversi contesti in cui il cavallo può essere gestito e si può riferire ad un parametro che si può considerare uno standard di qualità. Questo codice per la gestione del cavallo è stato presentato a Fieracavalli in novembre Altre iniziative che abbiamo messo in atto riguardano davvero l‘obiettivo di coinvolgere i giovani nel mondo del cavallo. Per questo a Fieracavalli Verona, per la prima volta nella storia della Repubblica, il Ministero della Salute è stato presente con due ampi spazi. Il primo spazio era dedicato completamente allo spazio istituzionale, con un riferimento ai nostri medici veterinari che hanno collaborato e hanno risposto a domande, a quesiti e a osservazioni da parte dei frequentatori della Fiera rispetto a quelle che erano valutazioni sia di tipo clinico che di tipo gestionale dei cavalli; il secondo era un enorme spazio dedicato al coinvolgimento dei più piccoli, che ha visto migliaia di bambini provenienti da tutte le scuole elementari del territorio e quello che è stato impostato non è stato il battesimo della sella, che peraltro viene fatto anche da altri soggetti istituzionali, ma un vero e proprio accompagnamento-avvicinamento al cavallo. In regalo a tutti i bambini è stata data una maglietta, che peraltro ho disegnato personalmente con le mie collaboratrici, che lancia un messaggio molto chiaro —io amo i cavalli“. Questa maglietta è stata consegnata e verrà consegnata in tutte le manifestazioni in cui il Ministero collabora dopo un percorso di tipo etologico - educativo relativo alla identità di specie del cavallo rispetto all‘identità di specie umana. Quindi i bambini sono stati accompagnati in un percorso anche visivo molto bello, molto colorato, in cui hanno imparato cosa significa il linguaggio, il modo di esprimersi dell‘uomo, del bambino in particolare e quello del cavallo, quali sono l‘abbigliamento del bambino e i finimenti del cavallo, cosa significa l‘igiene del bambino e l‘igiene del cavallo e l‘alimentazione del bambino e l‘alimentazione del cavallo. Dopodiché abbiamo insegnato, alla fine del percorso, attraverso delle straordinarie animatrici medico-veterinarie o istruttori che collaborano con i bambini e gestiscono l‘attività con i pony, anche a bambini piccolissimi di tre/quattro anni, che cosa significa fare il grooming e li abbiamo avvicinati a dei pony, straordinari che avevamo a disposizione in un recinto, ovviamente tenuti sotto parametri di pieno benessere. Abbiamo avvicinato per la prima volta i bambini ad un cavallo; perché

4 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” mentre ci sono altri animali che fanno parte in maniera diffusa oggi della nostra vita (sono più di 7 milioni le famiglie che hanno un cane in casa e altrettanti i gatti che stanno in famiglia), però non tutti i bambini oggi, nell‘epoca in cui viviamo, hanno la possibilità di entrare in contatto con un cavallo. Tutte queste iniziative, così come quella che si è tenuta l‘anno scorso in piazza di Siena dove ho organizzato un talk show che aveva proprio come stimolo da parte di soggetti diversi il tema della cultura equestre e della corretta gestione dei cavalli e della gestione dello sport pulito, fanno parte di un tassello fondamentale di un mosaico che vuole fare del nostro Paese uno dei Paesi più avanzati del mondo in materia di qualità dell‘attività equestre in qualsiasi contesto e, allo stesso modo, della qualità del benessere animale, un binomio che significa, in una parola molto semplice, civiltà, significa capacità di comprendere l‘importanza della cultura equestre nel nostro Paese, che deve assolutamente essere non solo mantenuta, ma deve essere fortemente incrementata, perché può dare alla vita delle persone la possibilità di godere di situazioni straordinarie che fanno parte della nostra identità e della nostra cultura ed allo stesso modo comprendere che queste tradizioni si possono coniugare con le maggiori acquisizioni in materia di salute degli animali e ovviamente delle persone coinvolte; tutto questo significa essere veramente un paese moderno, un paese che ha e può dare futuro e soprattutto un paese che può investire sulle giovani generazioni per una crescita sociale, una crescita culturale ed una crescita sportiva“

On. Paola Frassinetti —Devo ringraziare il Sottosegretario Martini per il lavoro che sta facendo. Per me è una guida e raramente ho visto così tanto impegno e tanta determinazione e quindi sono veramente felice di attuare questa collaborazione, che va oltre poi il nostro lavoro d‘aula, il nostro lavoro istituzionale e si concretizza anche in manifestazioni come queste. Io ho presentato una proposta di legge dove chiedo che il cavallo venga equiparato agli animali d‘affezione come il cane o il gatto, con conseguente divieto di macellazione. Naturalmente non sono vegetariana, tengo a sottolinearlo, perché ci sono facili semplicismi e demagogia su temi come questo. Io penso che l‘Italia, con la cultura che ha, possa piano piano vincere questa battaglia culturale e credo anche che, nonostante questa proposta di legge abbia fatto molto discutere, sono stati più i riscontri positivi che quelli negativi. Io ritengo che ci siano da approntare delle novità anche dal punto di vista nutrizionistico, per smentire alcuni luoghi comuni come il fatto che la carne di cavallo faccia bene o cose di questo genere soprattutto perché, come sappiamo, dal momento in cui il cavallo inizia ad essere adoperato non si sa mai quale sia il suo percorso e conseguentemente questo è uno dei punti fondamentali. Un altro punto della proposta di legge può essere quello di creare dei ricoveri per cavalli anche nelle zone demaniali dismesse, ne abbiamo tante, soprattutto dell‘Esercito, quindi chiederò anche al Ministro della Difesa se può approntare zone dove i cavalli che finiscono la carriera e che non tengono più i tempi possano andare a passare gli ultimi anni della loro vita. Quindi questa proposta si inserisce in un più ampio discorso a favore del cavallo, che vede sostanzialmente però nel suo benessere, e questa credo che sia la bussola che il Sottosegretario Martini ci ha dato con il —Codice etico del cavallo“, il punto da cui si parte e da cui ognuno sviluppa dei temi. Io ho sviluppato questo anche un po‘ provocatorio, un po‘ spinto pensando sempre al benessere e a questa grande rivoluzione che il Sottosegretario ha fatto,cercando di andare a modificare la mentalità dell‘approccio verso questi meravigliosi animali“

5 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” Sen. Massimo Garavaglia Saluta il sindaco e i presenti.

Dott. Alessandro Centinaio —Esiste un binomio, il cavallo non esiste da solo: il cavallo ha camminato con l‘uomo, ha viaggiato con l‘uomo, ha fatto la guerra con l‘uomo quando era il momento di farla, ha giocato con l‘uomo. Il cavallo c‘è perché c‘è l‘uomo, un cavallo libero in un prato probabilmente non avrebbe fatto la stessa strada. Una definizione del Comitato Olimpico Internazionale definisce il cavallo, in maniera fredda, —una estensione dell‘atleta uomo“, è bellissimo se ci pensate bene, sono due insiemi, è un tutt‘uno. Adesso parlerei delle corse a pelo, figlie di un dio minore, che potranno creare lavoro, professionalità se rimarranno e andranno sempre nella direzione delle regole, come l‘ordinanza impone, non funzioneranno se dovranno essere corse sull‘asfalto. Non voglio riferirmi a regioni in particolare, è facile dire —si corre sull‘asfalto solo in Sicilia“; probabilmente si corre anche in altre parti che noi non sappiano ma è proprio là che dobbiamo andare. Il messaggio che dico anche molto brutalmente agli animalisti è:“ Attenzione, se siete dei veri animalisti, allora ci andiamo tutti insieme, io per primo, col rischio di farmi sparare. Bisogna organizzarsi, bisogna creare un‘organizzazione“. Perché ho detto —figli di un dio minore“? Perché un‘altra cosa che non mi piace è unire le corse regolari con le nostre corse che non sono irregolari, bisogna avere sinergia: un cavallo che corre una corsa a pelo, sicuramente la settimana dopo è giusto che non corra in un ippodromo regolare, ma se è dentro le regole dell‘ordinanza non è figlio di un dio minore. Mi riferisco ad una certa stampa, a qualche giornalista anche di alto rango, proprietario di cavalli da corsa che, se un cavallo si frattura in un ippodromo non dice niente, se un cavallo si frattura in un palio qualcosa dice. Ci sono dei palii in cui l‘emergenza è qualcosa di concreto, l‘emergenza è fatta dagli uomini. Adesso arrivo velocemente a quello che sono state le tappe del palio: - 1935: lo abbiamo visto nelle immagini (ringrazio per queste tutte le contrade e quelli che hanno collaborato)- si correva con la sella - 1971: si comincia a correre a pelo, è un primo passo. Nelle immagini si vedono dei fantini, uno di loro, il sig. Zoni, che viene da Casorate, lo abbiamo voluto qui. Lui aveva il casco, ma qualcun altro non lo aveva. D'altronde quando un giornalista di Rai 3, la prima volta che ci presentammo nel 1992, mi chiese: —ma voi cosa fate per la sicurezza?“ Io gli risposi:“C‘è l‘ambulanza, ci sono i giudici“ e lui ribatté:“ ma per i fantini?“ Non aveva capito che ero un veterinario…e io allora gli dissi:“Io purtroppo certi animali non li curo“. Partendo da quel tipo di immagini, vediamo che si correva con la sella, molto più veloce, senza alcun tipo di protezione. Nel 1974-79 inizia la mia carriera di studente veterinario; nostro padre - mio fratello lo può testimoniare - ci teneva lontano dal palio: noi eravamo figli di un dio maggiore, facevamo equitazione, i palii non entravano in quell‘ottica: si andava a Casorate, la piccola Inghilterra, si montava e noi eravamo tenuti lontani dall‘ambiente del palio. Da studente un certo dott. Recalcati, veterinario condotto, ed il vigile sanitario di allora, sig. Pinciroli, mi dissero:“Oggi si va al palio“. Sapete qual‘era considerata l‘emergenza? Era la pistola. Pinciroli arriva lì e mi dice: se il cavallo si rompe usiamo la pistola. Ë inutile che stiamo qui a raccontarci favole: era così…c‘era l‘abbattimento e chiuso, e da lì siamo andati avanti. Nel 1991 in un Rotary club si verifica a Legnano un brutto incidente: si frattura un cavallo e nasce una

6 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” discussione molto animata e costruttiva. Norberto Albertalli dice: —Facciamo qualcosa“, e a questo punto si fa qualcosa, nasce la Commissione Veterinaria. Sembrava fantascienza, ma Legnano ed io penso anche tanti altri palii (perché non bisogna essere presuntuosi, ci sono tantissimi palii che l‘hanno fatto), Legnano ci ha seguito ed ha capito che quella era la strada giusta. Più avanti, ci siamo seduti ad un tavolo insieme ad altri colleghi e abbiamo steso la —Carta del palio sicuro“. Non vuole essere presunzione, non vuole mancare di rispetto all‘onorevole; la carta del palio sicuro era concettualmente quello che oggi è l‘ordinanza…era un tentativo…voleva dire che i palii avevano intenzione di seguirci. - 1999: antidoping. Questo è un passaggio importante e bisognava farlo capire ai contradaioli. In quell‘anno abbiamo introdotto importanti novità: l‘antidopping di garanzia; i cavalli vengono testati nel momento della pre-visita, una garanzia già dal 1999, per le contrade, perché spesso a Legnano venivano affittati. Abbiamo poi introdotto l‘antidoping a tutti i cavalli. Quale altro ente fa totalmente l‘antidoping su una manifestazione di quel genere lì? - 2002: si verifica un incidente nella provaccia. Un giornalista esce con la parola —battaglia“. Non era una battaglia, era una corsa, è successo un imprevisto, purtroppo un fantino è caduto ed il cavallo ha preso la mano al contrario. Abbiamo provveduto a cambiare alcune cose nell‘ingresso dei cavalli per esempio, ma questo è quello che mi ha colpito di più. Siamo intervenuti, abbiamo portato via i cavalli, però si sono scontrati e sono morti e questa cosa ti segna, però cerchi di andare avanti per cercare di migliorare. Nel frattempo succede qualche cosa che riguarda il Ministero: noi intervenivamo con le ambulanze (ufficialmente le horse ambulance sono nate nel 2004, ma le ambulanze esistevano già; più che altro erano mezzi idonei per trasportare e portare via un cavallo infortunato), ma prima facevamo trasporto conto terzi, non avevamo l‘autorizzazione, perché la comunità europea ha emanato direttive molto dopo nel 2005 prevedendo che: —sono esclusi dall‘applicazione del regolamento CEE i trasporti effettuati direttamente verso cliniche o gabinetti veterinari o provenienti dagli stessi, purché accompagnati da dichiarazione veterinaria“. Finalmente eravamo riconosciuti, prima eravamo degli illegali. Nel 2009 decidiamo di entrare in protezione civile con l‘emergenza, perché è un dovere non solamente aiutare nei palii, che ci pagano, ma è giusto che ci sia la disponibilità da parte nostra di poter recuperare anche altri tipi di incidente: per strada, nei giardini, ed è un‘altra delle cose che vi invito a fare perché ci devono essere delle persone preparate. Cosa manca a noi oggi? Mancano le persone preparate, ci vuole della gente che possa fare tutto questo e non devono essere, a mio modestissimo parere, solo veterinari; ci vogliono anche i —laici“: la veterinaria purtroppo non prevede gli infermieri. - 2009: arriva la rivoluzione. Gran parte delle piccole lesioni che si potevano presentare derivavano dalla presenza dei ramponi, noi siamo riusciti a togliere i ramponi, perché abbiamo messo la sabbia e questa sabbia ha aiutato a risolvere ovviamente una marea di problemi. La pista non è vero che è più veloce, è vero che è bianca come le spiagge americane o australiane, ma sicuramente ha aumentato la sicurezza: questo è stato il successo! - 2010: dovremmo migliorare lo steccato, sicuramente tutta la gente di cavalli è scaramantica, ed anche io: comunque continuerò a fare quello che la gente del palio sa. Quando si correrà nel 2010 io starò dentro agli spogliatoi perché la corsa non riesco a vederla e per scaramanzia accenderò il sigaro…anche se non fumo, e

7 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” quando tornerò a casa e mia figlia mi chiederà chi ha vinto risponderò: I CAVALLI“

Giorgio Guglielmi De Vulci —Sicuramente il compito che noi tecnici abbiamo avuto dall‘ordinanza del Sottosegretario Martini è particolare: noi siamo l‘occhio che deve controllare e migliorare, come possibile, tutto quello che fa parte della sicurezza, sia dei cavalli, che dei fantini, che del pubblico. Ë un‘esperienza che abbiamo fatto in 9 mesi: siamo partiti a ottobre; anche per noi, che siamo personaggi che vengono dal mondo delle corse e dell‘equitazione e quindi con una esperienza in prima persona di vario genere, è stata una grande novità ed ogni volta ci troviamo davanti ad una realtà diversa. Devo dire che in genere c‘è una grande disponibilità . Ormai è entrato nella mentalità di tutti noi che i tempi sono cambiati, il grado di sensibilità che dobbiamo avere deve aumentare e devo dire che appunto da parte delle amministrazioni ho sempre trovato la massima disponibilità a cercare di cambiare le cose. Il problema maggiore sono gli investimenti, magari nelle piccole realtà e onestamente a volte mi sono trovato un po‘ in imbarazzo, però d‘altra parte è una responsabilità troppo grande quella che ci assumiamo quando mettiamo una firma sotto al verbale di una commissione. La legge prescrive determinate così e vanno fatte. Abbiamo trovato varie realtà: dalle corse nei centri storici, che sono sicuramente quelle più difficili, perché i fondi sono in genere di asfalto o di ciottolato ecc.., a delle mini piste al di fuori, in campagna, che sono sicuramente più semplici, con degli steccati più facili e più a norma, con dei fondi in genere abbastanza buoni. La cosa sicuramente che andrà fatta e la faremo dopo, è il regolamento che deve essere attuato. Ci siamo prefissi che, più o meno a un anno dalla data di inizio, dopo che ci siamo fatti un‘esperienza un po‘ tutti, ci ritroveremo e cercheremo di mettere giù delle regole un po‘ più precise, perché ad esempio ad oggi lo steccato non è normato, quindi devo usare un po‘ il buon senso. Va bene, però è giusto dare dei segnali più precisi all‘Amministrazione, quindi alla fine di quest‘anno credo che metteremo insieme le nostre esperienze e cercheremo di venir fuori con un regolamento più preciso, anche se di massima, ma insomma che possa dare delle indicazioni più concrete alle Amministrazioni. Altro problema, che probabilmente si potrà affrontare, è quello dei cavalli. Voi sapete che i cavalli che corrono i palii oggi non possono correre per almeno due anni nelle corse regolari, che è una cosa abbastanza sentita perché in genere secondo me il bacino dei palii, essendo io uomo di corse, è un bacino di proprietari non indifferenti anche per il mondo delle corse, perché lì nasce proprio la passione vera e quindi il fatto di non poter correre il palio è sicuramente una cosa che alla gente non piace. Io credo che, siccome oggi i cavalli devono essere identificati, perché così dice la normativa, quindi avremo un elenco preciso dei cavalli, anche se a oggi non tutti comunicano poi o al Ministero o all‘ Unire o alla Fise, l‘elenco dei cavalli, ma se questo anche dovesse accadere si potrebbe anche superare il discorso dell‘esclusione, perché dal momento che ognuno potrà inserire nelle prestazioni di un cavallo la corsa del Palio, ufficialmente, al quel punto cadrà il discorso della tutela dello scommettitore, che non sa della forma del cavallo ecc. Ecco quindi un‘altra cosa che potrà essere migliorativa per il futuro. E poi ci sono realtà che abbiamo trovato abbastanza complicate, una che ho fatto io personalmente è stata quella di Ronciglione, che è uno dei Pali più difficili, perché è un palio che si corre con i cavalli scossi, sull‘asfalto, senza protezioni e, per la prima volta devo dire che quest‘anno sono stato lì con loro due o tre volte prima. In genere noi tecnici dei fondiandiamo solo una volta e questa è un‘altra difficoltà che noi abbiamo. Spesso, soprattutto nei circuiti metropolitani, ci chiamano tre giorni prima della corsa, perché

8 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” logicamente stendono la sabbia o il terreno pochi giorni prima, quindi ogni tanto ci si trova in difficoltà, perché a due giorni dalla gara è difficile far cambiare lo steccato ecc..., quindi anche questo è servito quest‘anno di rodaggio. A Ronciglione, che era un palio complicato, con la buona volontà del e del comitato organizzatore, abbiamo iniziato a fare, sicuramente potrà essere migliorato ancora per il prossimo anno, ma già da quest‘anno, un notevole passo avanti è stato fatto. Abbiamo fatto stendere il tufo sull‘asfalto, abbiamo messo delle paratie di contenimento e di indirizzo sulle traiettorie dei cavalli. Ho rivisto dei filmati, e devo dire che è andato, oltretutto con una giornata di gran pioggia per cui anche difficile, molto bene. Sicuramente è stata una grandissima opportunità questa dell‘ordinanza per risistemare questo mondo enorme, perché ci sono mi dicono 400/500 di queste manifestazioni in giro per l‘Italia, e questo potrà sicuramente servire a migliorare, sempre nell‘indirizzo che ci diceva l‘On. Martini, del benessere del cavallo, dei fantini e degli spettatori. Credo che sia poi utile avere domande da parte degli interessati, in modo da poter in pratica dare un valore a questo convegno“.

Sen. Antonio Tomassini —Saluto l‘On. Rappresentante del Governo œSottosegretario, l‘ On. Collega deputato Frassinetti e le istituzioni, il Sindaco di Legnano e tutti voi che siete qui io spero sì per il tema di cui si parla oggi, che è quello dei palii in generale, ma spero ancor di più perché siete amici del cavallo e amici di un cavallo reale, immerso nella società moderna. E‘ questo un po‘ il motivo non proprio precisamente parlamentare, ma politico, che ci ha portato in tanti parlamentari, già da ormai sei anni, ad aver fondato un‘associazione apposta per gli amanti del cavallo e dell‘equitazione e ad esserci segnalati con molte parole, molte iniziative in questi sei anni. Parole e iniziative se ne sono spese molte, ma è solo da quando Francesca Martini è stata eletta sottosegretario che abbiamo avuto dei fatti concreti. Francesca Martini non è solo una bellissima donna, non è solo molto intelligente, ma anche determinata, determinata - lasciatemelo dire - in senso politico, con molta saggezza, perché noi non siamo certo quelli che vogliono fare delle battaglie di visceralità ideologiche o estremiste, però bisogna convincere la gente che i tempi sono cambiati, che esiste un livello diverso di moralità e di attenzione che riguarda certo l‘uomo, ma riguarda anche gli animali, e non serve la legislazione solo perché l‘uomo sia protetto dagli animali, ma serve una legislazione che riconosca i giusti diritti degli animali, nel contesto di quella che è la nostra società. Ora questo problema, a parole, lo si affronta moltissime volte. Io chiedo scusa, oggi arrivo in ritardo, e sarebbe opportuno che chi arriva in ritardo senza aver sentito, non parlasse; purtroppo ciò è legato ad una emergenza sanitaria che io ho dovuto affrontare a Varese. Quello che voglio dire è che noi, in questo contesto, vorremmo veramente - questo mi permette di buttare lì una provocazione - che il mondo di quelli che sono i veri addetti all‘equitazione, non parlino solo di questo, non si rinchiudano nelle torri eburnee per parlarne ma poi cercare di non cambiare o, ancora peggio guidare solo loro le regole. Le regole vanno costruite insieme secondo tutte le esigenze, secondo i passi dei tempi. I Palii sono parte integrante della nostra cultura, della nostra storia. Io siccome vado a cavallo da oltre 50 anni, evidentemente li ho visti dappertutto. Mi ha fatto particolarmente emozione all‘ultima fiera di —Malpensa Cavalli“ sentire l‘Assessore della Sardegna, e sappiamo che i Pali storici lì sono abbastanza œ diciamo - —ruvidi“, che ha assolutamente la volontà di cambiare, di mantenere queste tradizioni nello spirito della cultura, ma lavorando affinché siano sicure, affinché non generino cattiva diseducazione, principi assolutamente contrari allo sport.

9 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” Quindi io credo che questo serva per creare delle sensibilizzazioni comuni, per aprire quei mondi che sono i più rappresentativi del cavallo, la Federazione Italiana Sport Equestri, l‘Unire,… per capire che bisogna metterci su questo passo per creare veramente qualche cosa che può andare avanti e a favore di tutta la società“.

On. Francesca Martini —Ringrazio tutti i parlamentari che ci hanno raggiunto, e in particolare volevo sottolineare che il Presidente della commissione Sanità del Senato, Senatore Antonio Tommasini è il Presidente del gruppo dei parlamentari —Amici del Cavallo“ e devo dire che io lo ringrazio pubblicamente per avermi, proprio recentemente, nominato Presidente onorario dei parlamentari —Amici del Cavallo“. Lo ringrazio doppiamente, perché l‘ha fatto non due anni fa, perché io avevo la delega al benessere animale, ma dopo due anni in cui ho dimostrato la mia vera amicizia nei confronti del cavallo“.

Dott. Stefano Zanichelli —Come molti colleghi che sono qua, io debbo ringraziare il Sig. Sindaco, il Sottosegretario, e l‘amico Alessandro Centinaio, per avermi invitato a disquisire su questa situazione che -come raccontava Centinaio - è partita da lontano. E‘ partita da un grande amico, Marco Roghi, il quale si è imbarcato nell‘avventura di rigenerare Siena, e c‘è riuscito, e ha in pratica contagiato tutti noi, creando un gruppo di persone che hanno pensato di regolamentare o quanto meno dare una mano agli addetti ai lavori, relativamente alla sicurezza e al benessere del cavallo. Forse siamo riusciti a fare un qualche passettino, siamo molto contenti di questo, siamo contenti che le commissioni veterinarie siano nate, che gli incidenti si siano ridotti, che ci sia una coscienza vera che questa situazione va assolutamente controllata, ma non siamo contenti perché sistematicamente siamo i figli minori di una situazione che è eclatante e ogni tanto serve per fare pubblicità a qualcuno. Alla luce di queste considerazioni, mi è stato chiesto, e io l‘ho fatto molto volentieri, di fare un paragone e una epidemiologia degli incidenti gravi, catastrofici, che si verificano nelle corse cosiddette regolari in tutto il mondo e in quelli che sono i principali palii, cercando di analizzare i dati a disposizione e quindi di proporre quello che potrebbe essere un prosieguo del percorso iniziato 20 anni fa (fine anni 80 inizio anni 90). Il percorso è simile a quello che ha raccontato Alessandro Centinaio, un po‘ in tutti i grandi Palii importanti, sono percorsi condivisi, percorsi che la gente di palio ha accettato con grande intelligenza; non era facile entrare a scardinare completamente quelle che erano- se volete -delle stupide convinzioni, legate alla tradizione equestre non corretta, o ippica se preferite. Il mondo del cavallo è stupendo in tutte le sue sfaccettature, ha un‘elevata spettacolarità qualsiasi sia lo sport. Abbiamo visto prima il filmato che ha prodotto l‘onorevole, in cui c‘era una rassegna stampa di tutti quelle che sono le applicazioni sportive del cavallo, e non solo, anche culturalmente e sanitariamente applicate. Per cui è un mondo affascinante e tutti noi che siamo qua oggi credo che siamo d‘accordo nell‘affermarlo; le parole dette prima non fanno altro che confermare questo. E‘ un mondo altrettanto importante, perché ha un elevato impatto socio-economico, però come tutte le competizioni, tutto quello che riguarda una competizione vera e propria, non fa altro,

10 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” purtroppo, che avere una percentuale di infortuni e questo succede dappertutto. Percentuale di infortuni che però, è bene chiarire subito, deve rientrare, se mi passate il termine, in una percentuale fisiologica, non deve essere lasciato al caso e non deve essere legata a ignoranza e negligenza o quant‘altro ed è quello che noi dovremmo fare. Purtroppo gli incidenti succedono in una percentuale direi bassa, e l‘importante è fare tesoro di quello che succede, perché è quello che ci permette di modificare gli eventuali fattori di rischio, che hanno portato a questa citazione. Gli incidenti succedono dappertutto, ma c‘è un diverso impatto mediatico. A distanza di una settimana da quello che è successo nel 2006 a Ferrara, in cui io sono stato protagonista essendo Presidente della Commissione di Ferrara, si fece male anche Barbero, il più grande purosangue che era in pista, una gravissima lesione. L‘impatto mediatico è stato questo: l‘incidente di Barbero è passato in secondo piano, mentre è stato assolutamente messo in risalto l‘intervento chirurgico fatto, e la notizia che il cavallo è stato salvato. Apro una piccola parentesi, lo stesso incidente è successo a Quebek 15 anni fa a Siena, io facevo parte dell‘equipe che l‘operò e mi permetto di dire senza falsa modestia, che l‘intervento venne anche meglio, però di Quebek ci si ricorda che ha avuto l‘incidente e non di chi l‘ha salvato. A Ferrara, invece, la rassegna stampa parla di questo, quindi di pali crudeli e pericolosi,“mattanza, corse spaccaossa, corse senza controlli, cavalli ripieni di sostanze eccitanti, non parliamo dei cavalieri, di corse notturne, piste di sanpietrini con buche“ e quant‘altro. Credo che questa non sia la verità nel modo più assoluto, quanto meno non sia la verità dei palii e delle competizioni, manifestazioni storiche che hanno recepito il messaggio che è partito nel 1987. Non è giusto e noi ci rimaniamo molto male, rimaniamo disturbati noi che ci occupiamo del benessere animale e della salute animale. Il dott. Centinaio ha avuto prima un momento di commozione, ce l‘ho anch‘io, perché quella domenica lì, anzi quel lunedì mattina a Ferrara, non mi vergogno, ho pianto tornando a Parma, ho pianto per quello che era successo, perché ci siamo trovati assolutamente in difficoltà: tre cavalli sono troppi, è veramente una cosa inaccettabile. E‘ stato detto di tutto su questa cosa. Noi che ci occupiamo dei cavalli siamo le persone che —vanno al rogo“. Sono usciti anche dei dati, non so da dove, ma comunque da una fonte Lav, dove si parla di 28 cavalli morti, non si sa bene di che palii siano e di soppressione di 1,3 cavalli a manifestazione. Sono dati che, comunque, non sono stati smentiti da nessuno. Io ho pensato di verificare se siano veri o non veri. Ho cominciato allora con i miei collaboratori a fare una rassegna bibliografica, una ricerca scientifica di tutte quelle che erano le casistiche in generale. In Italia abbiamo un unico lavoro che è stato prodotto da Paolo De Iuliis e da altri colleghi nel 2005, il quale ci dice che nel galoppo c‘è circa uno 0,34% di infortuni, mentre nel trotto su un numero elevato di cavalli c‘è uno 0,32%. Sono dati - a detta dello stesso autore - incompleti, incompleti perché sono nudi e crudi, vale a dire tot cavali hanno corso, tot sono infortunati, non si sa niente dei cavalli portati fuori dall‘ippodromo con gravi lesioni, quindi per essere curati, trattati, operati, non si sa niente se sono tornati, se sono vivi, se sono andati al pascolo tranquilli; non si sa niente sui terreni di corsa, non si sa niente sullo steeplechase, sulle siepi, siepi dove, vedrete, la percentuale di mortalità è altissima. Nel Grand National 2009 su 40 cavalli partiti cinque sono stati soppressi, però il Grand National va bene, è una grande corsa, caratteristica, bellissima, c‘è tutta la nobiltà inglese e quant‘altro. Sempre Paolo De Iuliis diceva che la principale lesione sono le fratture, seguite dai problemi cardio-respiratori e questo coincide con quanto dicono autorevoli persone, come chi fa l‘ippiatra. Sicuramente una delle principali cause di incidenti catastrofici e quindi di mortalità nei cavalli da corsa sono le fratture degli arti, lasciando in secondo

11 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” piano quelli che sono i problemi cardio-respiratori veri e propri. Un altro lavoro che è stato fatto è stato quello di verificare la tipologia delle lesioni e si vede che la maggior parte riguardano gli arti, in particolare la parte distale, dal carpo in giù (57,5%) e il bacino nei grandi galoppatori, mentre a livello mondiale vediamo come sia assolutamente predominante la frattura del —nodello“. Veniamo alle manifestazioni storiche; la prima cosa da fare è cominciare da un punto d vista traumatologico œ io mi occupo di ortopedia e traumatologia per cui il mio approccio è questo -, distinguere tra un palio e una giostra e vedrete perché. Il palio è una corsa a pelo, tutto quello che un tempo veniva chiamato cavallo scosso, che ricalca molto da vicino quello che è il galoppo e quindi possiamo analizzare i dati del galoppo con quelli dei palii. Solo per intenderci sono Siena, sono Legnano, sono Asti, Ferrara etc.. La giostra quintana è una cosa diversa, in cui la velocità pura è una delle tante componenti della manifestazione, ma nella quale c‘è la precisione e quindi c‘è anche minor possibilità di incidenti catastrofici. In queste competizioni credo che sia molto più importante, visto che il più delle volte è fatta a manches, valutare l‘aspetto cardio-respiratorio, perché molti cavalli vengono ritirati dalla competizione per sopraggiunti eventi che non permettono di proseguire. Questo è un altro aspetto che andrà molto più approfondito nelle giostre rispetto ai palii. Ho preso in considerazione i quattro palii più famosi, più importanti, quelli che œ tra parentesi œ hanno una memoria storica, per cui di questi palii sappiamo tutto, tutti i cavalli che hanno partecipato, quanti hanno partecipato, che cosa è successo, l‘anno in cui è successo. In un paradosso, pertanto, è molto più facile ritrovare i dati di queste corse irregolari che quelli delle regolari. Su 3615 cavalli abbiamo avuto 31 incidenti che è una percentuale dello 0,8%, mentre nella giostra è nettamente inferiore (0,2%). Se ricordate le percentuali di prima, siamo nello stesso numero di idee, né più né meno. Non vuol dire niente questo, sono numeri nudi e crudi, se però io li scompongo e comincio ad analizzare palio per palio, vedo una certa differenza che è legata ovviamente alle caratteristiche della corsa: alcuni palii prevedono tanti cavalli, altri palii prevedono meno cavalli, per cui la differenza dipende dai numeri, è legata al fatto che in un anno possono succedere più incidenti rispetto a quelli che non sono successi per anni e anni. Vi ripeto, a Ferrara l‘ultimo incidente è successo nel 1993, per cui se non ci fosse stato questo disgraziato 2006, saremmo ad una percentuale molto alta e molto inferiore di incidenti. E comunque vedete che ci sono un paio di palii, come Legnano, in cui la percentuale è dello 0,5%, quindi assolutamente normale. Tenete presente che la percentuale di mortalità in un animale sano come nell‘uomo è dello 0,1%. Abbiamo preso in considerazione tre giostre in cui come Università di Perugia partecipiamo a diverso titolo con il Prof. Pepe, Faenza io l‘ho seguita per anni, Foligno la segue sempre il prof. Pepe, Sulmona la segue il dott. Angelone, per cui i dati sono assolutamente certi. Non abbiamo incidenti catastrofici, se non a Foligno, e adesso vedrete perché. Siena aveva una percentuale un po‘ particolare, se ricordate. Ho provato a scomporre il dato di Siena, perché è quella più famosa, è quella che rientra quasi sempre nei mass media per tutto quello che succede. L‘ho diviso di dieci anni in dieci anni. Ho preso in considerazione gli ultimi vent‘anni di tutti i palii, perché è da quel momento che si è presa in considerazione questa cosa. Nel 70-79 c‘erano 2,2 incidenti. Sono aumentati nell‘80-89 a 2,62 e, a lato, vedete tutti i passaggi fatti perché questa cosa si riducesse e questo è solo merito di Marco Roghi e del Sindaco, di chi gli ha dato al possibilità di portare avanti questo discorso. Fino al 1994 le pre-visite non erano obbligatorie, erano volontarie e il Comune dava un incentivo a chi faceva visitare il cavallo; nel 1994 sono diventate obbligatorie e sono stati eliminati altri fattori di rischio: ad esempio sono stati cambiati i materassi,

12 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” istituito l‘albo dei cavalli da palio, esclusi i purosangue dalla pista, che è stato un coraggioso atto, perché era molto difficile far capire questa cosa e ciò significa che il lavoro fatto era stato fatto bene dal punto di vista culturale. Vedete come drasticamente œ a seguito di queste modifiche - gli incidenti calano. Vedete che l‘ultimo grave incidente c‘è stato nel 2004. Foligno è quella che, tra le giostre, ha la percentuale più alta di incidenti catastrofici, perché fino al 2000 non c‘era una pre-visita, non c‘era un controllo serio sui cavalli, tanto è vero che gli incidenti sono quasi tutti concentrati nel periodo 90-99. Nel 2000 si è organizzata una commissione sanitaria, riportando certe modifiche alle curve paraboliche, prevedendo la pista in sabbia, test antidoping e quant‘altro per cui nel 200… la percentuale si è ridotta molto, un incidente ogni 10 anni. Quindi chiudendo i numeri, volevo solamente dire due cose per proseguire, per dare modo di discutere. Credo che uno studio epidemiologico è quello che dovremmo fare relativamente al fatto di aumentare la sicurezza dei cavalli in queste competizioni. La prima fase è quella dell‘analisi delle lesioni e delle loro incidenze che è già fatta, ma andrebbe fatta meglio, vale a dire, sarebbe importantissimo capire quali sono i tipi di lesione per ogni palio, a cosa sono legate e a quant‘altro, in modo tale da avere poi la possibilità di capire qual è il fattore di rischio e quindi il livello di rischio esistente prima di intervenire, e il risultato una volta intervenuti. Il Dott. Centinaio prima ha fatto vedere in modo assolutamente eclatante il passaggio di anno in anno di quello che è successo a Legnano, individuati i fattori di rischio, modificati i fattori di rischio, con il risultato della riduzione di quelli che sono gli incidenti. Abbiamo tanti fattori, relativamente al cavallo, all‘allenamento, alla gara, al terreno di gara e di allenamento. Forse bisogna che cominciamo a dire che non tutti i cavalli sono in grado di correre un palio; a Siena si è creato l‘albo del cavallo da palio, in cui i cavalli vengono seguiti tutto l‘anno, fanno delle corse di preparazione, vengono individuati i cavalli migliori e quindi si hanno cavalli addestrati per fare questo. E‘ utopistico, non lo so, sicuramente è auspicabile, che i cavalli debbano avere la loro collocazione. Parliamo di malattie professionali, oggi siamo altamente specializzati nel campo dell‘ippiatria, ogni cavallo viene scelto e allevato per fare un certo determinato lavoro e credo che se questo è un lavoro i cavalli da palio devono nascere, quanto meno devono essere identificati. Abbiamo pensato e anche nell‘ordinanza è presente, che i cavalli sotto i quattro anni non possano correre, però dobbiamo tener presente anche una cosa, che quattro anni non vuol dire niente, dipende come è stato allenato per quattro anni. Perché ad esempio questi dati, che sono sempre ricavati dallo studio del professor De Juliis, ci dicono che un cavallo ha molte più possibilità di lesionarsi i tendini più tardi entra in pista, perché i tendini e i legamenti non sono ginnasticati e quindi prima si comincia ad allenare il cavallo, meglio è da un punto di vista della prevenzione di queste lesioni. La percentuale aumenta dopo i 5 anni, e quindi anche questo ci deve fare riflettere su quello che potrebbe essere un range di utilizzo del cavallo e il modo di preparare il cavallo. Sempre i colleghi stranieri che fanno lo studio epidemiologico da 40 anni (quindi non sono novità, sono novità per noi) hanno anche stabilito che i cavalli di tre anni, sono più soggetti a lesioni articolari rispetto a quelli di due, sto parlando di galoppo; lesioni che sono importanti, sono lesioni cosiddette da stress, sono lesioni legate alla grande forza che questi animali sviluppano nel loro compito, nel loro lavoro, su una struttura che forse non è adeguatamente preparata. Questi sono alcuni esempi di lesioni da stress, cioè preventive; un‘attenta analisi dei cavalli può permettere che non succedano queste cose, cioè lesioni che a prima vista sembrano stupide, sembrano inutili e questo è un grande compito nostro, dei medici veterinari evidenziarle, e diventano poi catastrofiche. Quindi

13 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” grande attenzione deve essere data alla diagnostica per immagini e alla visita clinica. Ecco a che cosa serve la pre-visita fatta in un certo modo. Le gare del Palio sono una diversa dall‘altra e quindi bisogna analizzare la tipologia della corsa, la lunghezza della gara, il numero dei partecipanti, se sono tanti per le dimensioni della pista, e soprattutto c‘è un fattore altrettanto importante che sono gli incidenti mortali che vedete che percentuale hanno nei vari paesi che vanno dallo 0,44% all‘1,7%. Sono dati assolutamente corretti, perché raccolti in modo scientifico e quindi ci dobbiamo in qualche modo - non dico rassegnare - ma renderci conto che tutto il mondo è paese e questi incidenti sono nettamente superiori e molto più drammatici. Poi abbiamo la pista, il marchese Guglielmi era molto preoccupato e anch‘io lo sono per le piste, però abbiamo indicazioni relativamente al fatto che sappiamo che le piste dure hanno più possibilità di causare delle lesioni ortopediche importanti, rispetto alle lesioni create sul terreno morbido in cui sono molto più sollecitati i tessuti molli, quindi tendini e legamenti. Purtroppo le piste dei palii vengono create ex novo, quindi non sono piste fisse che tu puoi in un qualche modo gestire, ma è piste estemporanee, che vanno preparate all‘ultimo minuto. Il marchese Gulgielmi si lamentava che i tecnici vengono chiamati all‘ultimo momento, però bisogna che la pista. Piazza Ariostea non è idonea senza la pista e neanche piazza del Campo. Vedete, per lo steeplechase siamo al 2-3% di mortalità con lesioni gravissime, come pure la corsa nello steeplechase ha una percentuale di 9.12% di lesioni a tendini/legamenti. Mi sembra una cosa veramente molto grave. Noi normalmente usiamo piste in erba, in sabbia, in terra o tufo, non abbiamo le piste sintetiche, che richiedono scarsissima manutenzione e costano tantissimo, ma sono autolivellanti, nel senso che questo materiale riesce a risistemarsi man mano che i cavalli passano ed è molto resistente ai problemi atmosferici, quindi pioggia e sole. Per noi è ancora probabilmente una cosa da sogno e poi in base alla superficie abbiamo terreni veloci, lenti, allentati, buoni, morbidi, pesanti e a noi può capitare che da un giorno all‘altro un terreno veloce possa diventare pesante e quindi, dopo la valutazione della pista, che con tanta professionalità è stata fatta dai tecnici al giovedì, alla domenica alle due la pista può essere completamente diversa. Questo è un altro problema che bisognerebbe capire come affrontare. E‘ capitato ad Asti l‘anno scorso; fino a venerdì tutto bene, sabato è piovuto. A Ferrara la pista è metà in ombra, metà al sole, quindi non si può annaffiare quella pista in modo omogeneo, perché una parte diventa pesante e una parte rimane durissima. Qui c‘è una percentuale di rischio di fratture molto più presente nelle piste dure che in quelle morbide e quindi concludo dicendo che la strategia futura per il benessere degli animali e per creare sicurezza e per creare un progetto vero insieme a tutti gli addetti ai lavori, è quella di raccogliere informazioni. Io credo che sia importante l‘album storico di ogni manifestazione per capire il perché è successo, che cavalli si sono fatti male, un‘analisi anatomopatologica, la necroscopia per capire perché un cavallo si è fratturato, se la frattura era preventiva, se è stata occasionale e quant‘altro, sia in competizione che in allenamento. Capisco che in allenamento è difficile, ma è così. Identificate le lesioni più frequenti, i fattori di rischio, i primi segni di patologia, alla fine sarà bene che tutto questo che scientificamente riusciamo a dare da gestire agli addetti ai lavori, si trasformi in un lavoro scientifico applicabile sul campo, in modo tale che credo che nel 2010 e nel futuro sia ora di darci un taglio con una cultura ippiatrica che si rifà ai tempi passatemi il termine di Mario Cotica che non si sa bene chi sia, ma era uno che il nostro professor Pezzoli ci ricordava sempre e che sembra sia stato un personaggio che di cavalli capiva poco. Questi non sono sicuramente situazioni di cultura ippiatrica in generale, anche se riguarda dei palii accettabili oggi.

14 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” L‘ultima cosa: con il Sottosegretario e con il gruppo ministeriale abbiamo già parlato dell‘importanza dell‘anagrafe di queste manifestazioni: per trotto e galoppo già ce l‘abbiamo, per le manifestazioni storiche e i palii no; serve sapere quante sono, dove sono, come si svolgono. Sicuramente l‘intervento fatto sui Questori ci darà una grossa mano; tenete presente che in Emilia Romagna, che è l‘unica delle regioni che ha legiferato sulle manifestazioni storiche ne conoscevamo due, forse tre (Faenza, Ferrara e un‘altra) e abbiamo verificato che ce ne sono 54“.

Dott. Alessandro Centinaio —Quando il prof. Zanichelli prede in considerazione questi dati di 24 pagine di commissione veterinarie e anti-doping, si riferisce a tutti quei 24 Pali di eccellenza, che praticamente hanno preso il discorso dell‘ordinanza Martini o, come ho detto poc‘anzi, che si erano già attrezzati con delle commissioni anti-doping, prelievo di garanzia e quant‘altro. Quindi questo significa che si sta camminando nella direzione giusta, che questa ordinanza ci porta nella direzione giusta. Poi bisognerebbe fare una sotto valutazione, distinguere tra Pali che hanno il regolamento e tutto il resto, Pali che hanno recepito l‘ordinanza, palii che corrono bla bla bla fino ad arrivare alle corse clandestine, dove voglio andare io con il club degli amici del cavallo, se riesco, a fermarli lungo le strade. Mi si permetta ancora questa osservazione, perché io purtroppo sono fatto così: qualsiasi sia la disciplina, il meglio che si deve fare è quello di cercare di non avere neanche lo 0,8%. Dissento soltanto in una cosa, il prof. Zanichelli mi deve seguire un secondo: il terreno che abbiamo testato noi a Legnano non è il terreno migliore del mondo. Quello di cui ha parlato , che si livella, è molto meno pericoloso. La strada è quella di cercare di migliorare il terreno, bisogna investire su quello. Senza soldi non si fa nulla, ma potremmo anche non buttare via soldi in altre situazioni; il terreno è fondamentale, è stata l‘ultima frontiera. Ora, proprio perché la Sardegna è una delle più —incriminate“, ho chiesto al collega Giuseppe Sedda di intervenire e dirci qual è la situazione dei Pali in Sardegna in questo momento“.

Dott. Giuseppe Sedda —In Sardegna abbiamo tante manifestazioni: culturali, carnevalesche e poi tanti Pali. E‘ molto difficile riuscire ad organizzare tutta la materia, però diciamo che ci siamo riusciti, nel senso che le prime due manifestazioni che sono partite per il 2010, vale a dire la Sartiglia, terra da cui io provengo e Sagarela, hanno pienamente accettato l‘ordinanza Martini, e siamo veramente andati bene. Su tutto il resto c‘è da fare. Avremo anche delle immagini, chiaramente dell‘Ardia, che sarà a luglio e speriamo che alcune cose che vedremo non si ripetano nel futuro, non solo lì ma anche un po‘ in tutti i Pali che generalmente troviamo in Italia. La Sardegna è senza dubbio una terra di cavalli, la maggior parte di questi rientra nel registro del cavallo da sella e abbiamo una produzione media annuale di circa 1000 soggetti, che appartengono alle varie tipologie, quali: Sella Italiano, Angloarabo, Angloarabosardo e Arabo. Quindi, gli altri soggetti, che sono circa 100, appartengono generalmente alla linea Corsa, di razza purosangue inglese, e vengono utilizzati anche questi in alcune manifestazioni storiche oppure generalmente negli ippodromi isolani. Tutti questi cavalli chiaramente vengono identificati e microchippati, sottoposti al test di parentela per dna e iscritti alla banca dati nazionale presso l‘UNIRE. Questa è una regola fondamentale,

15 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” perché questi cavalli possano chiaramente partecipare a quelle che sono le manifestazioni culturali e storiche. Questi sono i cavalli che possono partecipare a queste manifestazioni, vanno però aggiunti e considerati anche i cavalli di produzione comune, purché identificati conformemente alla normativa comunitaria e nazionale e di questi in Sardegna ce ne sono veramente tanti. Tutto ciò vale anche per gli asini, perché anche questi vengono utilizzati in Sardegna per fare dei Pali paesani. Una buona parte dei cavalli segue la carriera sportiva e solo dopo averla interrotta si associa agli altri, per l‘impiego nelle manifestazioni storiche. Cerchiamo di capire quali sono queste. Tra le più importanti manifestazioni storiche abbiamo quelle della provincia di , terra da cui vengo io, dove in occasione del carnevale si corrono Sa Sartiglia e Sa Garrela. La Sartiglia è una manifestazione ormai datata; già dal 1546 abbiamo le prime testimonianze di questa giostra equestre che si corre per tradizione l‘ultima domenica il martedì di carnevale ed è guidata dalla corporazione dei —grimi“, dei contadini e dei falegnami. La manifestazione prevede la partecipazione di 120 cavalieri, che corrono in costume, solo un piccolo numero di questi, scelti a caso, da un capo corsa che avrà l‘onore di tentare la sorte e cogliere così la cosiddetta stella con la spada, al galoppo con il proprio destriero. Terminato questo primo atto, si passa ad un secondo atto che sono le pariglie acrobatiche, che sono molto particolari; vedrete ora delle immagini e delle foto. Questa è, per esempio, una corsa alla stella, una foto molto importante, perché nelle manifestazioni storiche, poco frequentemente si vedono le donne. Noi abbiamo fatto un po‘ come il Governo italiano, abbiamo destinato un po‘ di quote rosa a questa manifestazione e quindi questa è una classica foto di una ragazza che corre, che ha avuto la possibilità scendere la cosiddetta stella. Questo invece è il capo corsa, una figura molto particolare e poi, come vi ho detto prima, si passa al secondo atto che sono le pariglie acrobatiche. Ne vediamo un'altra, questa è molto particolare, l‘ho voluta mettere perché è un esempio di una grossissima acrobazia molto, molto difficile. In questa Sartiglia, fatta appunto nel 2010, si sono applicate le norme dell‘ordinanza Martini. Quindi vedete un percorso sicuramente a norma, con della sabbia e delle barriere protettive, in modo che sia rispettato il benessere dei cavalli in primis, dei cavalieri e anche del pubblico. L‘altra manifestazione carnevalesca che si tiene nel centro storico di Sant‘Eustorgio si chiama Sa Garellinanti; in essa i cavalieri si esibiscono, in gruppi di 2 /3, in spericolate corse lungo un percorso insidioso e difficile, nelle strette stradine del borgo che vengono chiamate in sardo carrele mostrando tra l‘altro meravigliosi cavalli che sono appunto dell‘allevamento sardo. Ecco questa foto mostra una stradina molto stretta e queste due immagini sono state fatte quest‘ anno e rivelano l‘adeguamento all‘ ordinanza. Ringrazio il marchese Guglielmi che è venuto gentilmente a Oristano e a Sa Garrelas e il nostro ing. Uras del Comune di Oristano che si occupa dei percorsi e della sicurezza. Questa è un'altra foto di una manifestazione dove si corre sempre apparigliati in due in un borgo strettissimo, la strada è larga circa 3,50m o 4m non di più. Qua susciteremo un po‘ di angoscia nell‘On. Martini: si parla di Ardia di Sedilo che è una manifestazione non carnevalesca, ma di antichissimo valore religioso. Trae le sue origini dalla devozione dei fedeli di San Costantino e si svolge il 6/7 luglio. In questa occasione un‘intera comunità di cavalieri affronta una corsa sfrenata all‘ interno del santuario dedicato al santo imperatore. L‘evento richiama chiaramente qualcosa di storico, la vittoria di Costantino su Massenzio e l‘imperatore è rappresentato da un capo corsa che prende il nome di prima bandiera, scortato dalla seconda e terza (—secunda e terza“). Questi non sono altro che compagni di fiducia che vengono reclutati per evocare la battaglia. La manifestazione chiaramente attira migliaia di turisti in uno dei momenti più

16 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” alti di identità e cultura dei Sardi. Questo è il famoso arco e - come diceva l‘onorevole questa mattina - l‘ingresso dei cavalli avviene attraverso quest‘arco che praticamente ha una larghezza di 2,50m e non di più e spesso passano 3/5 cavalli. Chiaramente quando si parla di utilizzo di cavalli in manifestazioni storiche non si può che parlare dei cavalli e del loro benessere: cosa si fa per il loro benessere ? Bisogna chiaramente riuscire a capire il loro curriculum vitae, cioè tutto quello che il cavallo ha fatto prima di essere impiegato in queste manifestazioni. Noi già da tempo, prima che l‘ordinanza entrasse in vigore, abbiamo costituito a Oristano una commissione veterinaria che svolge questi compiti: • un controllo documentale (corrispondenza dei dati riportati sul passaporto e soggetto presentato); cosa importante perché il cavallo potrebbe essere cambiato per l‘età dei denti • verifica delle vaccinazioni • lettura del micro chip • verifica delle attestazioni sanitarie (Coggins‘ test) • visita veterinaria che prevede un esame obbiettivo generale • valutazione del trotto • eventuali accertamenti diagnostici e chiaramente eventuale esclusione del cavallo qualora non presentasse una certa idoneità . Questa - come dicevo prima - è una procedura che ad Oristano viene attuata già da 3 anni, grazie alla commissione veterinaria fortemente voluta dalla Fondazione Sa Sartiglia. La fondazione vigila sulla manifestazione stabilendo regole precise al fine di tutelare i cavalli, attori principali di questi eventi così importanti per la nostra tradizione e per la nostra cultura sarda . Questo è un momento particolare delle visite; si tratta di fare dei prelievi di sangue; questa è ancora una visita veterinaria con lettura del micro chip; questo è un prelievo di sangue. Qua ci sono immagini cruente tra qui quelle dell‘Ardia, però questo vuol essere un messaggio per dire che sicuramente le cose vanno migliorate e andranno migliorate da maggio in poi, quando verranno fatte la maggior parte delle manifestazioni in Sardegna. Abbiamo però anche delle immagini di Sa Sartiglia e Sa Garrelas, due manifestazioni molto importanti per la Sardegna che sono comunque già state messe in sicurezza in base a quello che l‘Ordinanza ci chiede. Adesso ve le faro vedere. Io vi ringrazio: chiaramente queste sono alcune immagini che rispecchiano un po‘ quelle della vecchia Sartiglia, dove le misure di sicurezza ce le avevamo già, però chiaramente c‘è tanto da fare. Questo deve essere un messaggio; soprattutto bisogna - diciamo così - portare il rischio uguale ha 0 o comunque simile al rischio 0. In provincia di Oristano sono già state applicate le disposizioni dell‘ordinanza e già abbiamo avuto dei buoni risultati; sicuramente c‘è tanto da fare (avete visto le pariglie che venivano fatte ancora con dei terreni o percorsi fatti con delle canne che separano il pubblico dai cavalli). Questo ovviamente va rivisto. Queste manifestazioni vengono fatte nel periodo primaverile-estivo e per tutto il periodo autunnale. Il messaggio è cercare di riuscire a far si che queste immagini che abbiamo visto con queste cadute e queste immagini un po‘ cruente non si debbano più vedere“.

Dott. Alessandro Centinaio —Le immagini sono recenti e fino al 2009 la situazione era quella. E‘ cambiata giusto nel 2010 Adesso passiamo alle domande“

17 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” DIBATTITO

Aldo Ghetti: —Sono del comune di Faenza dove si svolge uno dei pali, anzi per la precisione una giostra con lancia, che avete visto citata prima. Sono lieto di far parte del gruppo di città cosiddette virtuose che applicavano i principi ripresi dall‘ ordinanza e già stabiliti qualche anno fa nell‘ ambito della Federazione Italiana dei Giochi Storici. Io vi parlo in questo momento come rappresentante della Federazione Italiana dei Giochi Storici, anche perché devo portare all‘ Onorevole i saluti del presidente Carlo Capotosti, che per improvvisi impegni familiari non è presente oggi. A nome della Federazione Giochi Storici, che in questo momento ho l‘onore di rappresentare, chiedo alcuni chiarimenti: 1) Il primo problema è la richiesta di una valutazione più semplificata nei confronti delle manifestazioni storiche che si svolgono con asini, perché ci sono diverse problematiche organizzative che ci vengono sottolineate sul fatto che la competitività e la pericolosità degli animali di cui parliamo è ovviamente di lunga inferiore rispetto a quella dei cavalli. Quindi c‘ è la richiesta da parte di molti organizzatori di queste manifestazioni - corse con asini - di trovarsi in grossa difficoltà per far fronte alla esigenze, chieste e esplicitate dalla ordinanza, di interventi sanitari e interventi sui terreni. 2) L‘altro problema riguarda la necessita di procedere con la massima urgenza a quella attività di formazione (quindi in questo caso è un sollecito più che una domanda) dei tecnici di terreni nelle città che organizzano queste manifestazioni, proprio perché si sta rilevando la difficoltà a ricevere tutti quanti i tecnici da fuori. Già prima si faceva il discorso che i tecnici possono arrivare molto spesso all‘ultimo minuto, quando già i terreni di gara sono stati predisposti. Quindi è necessario procedere alla formazione dei tecnici, come è previsto dall‘ordinanza al più presto possibile. 3) L‘ultima cosa che chiedo, sempre per conto della Federazione, è che la lettura dei cortei, delle sfilate e delle mostre, quindi il fatto di essere esenti da tutti gli obblighi dell‘ordinanza, sia estesa a quelle manifestazioni che non hanno carattere competitivo, cioè le manifestazioni dove si fanno solo dimostrazioni con i cavalli. Mi riferisco alle specifiche rievocazioni legate alla living history o al reenacting. Chiedo cioè che siano esentati da questi obblighi, perché in quei casi non parliamo di competizioni con cavalli ma solo di dimostrazioni con cavalli.“

Dott. Guglielmi De Vulci —Ci dovrà essere una differenziazione, tecnicamente, fra gli asini e i cavalli. Quando andremo a definire i regolamenti sarà fatto. Condivido anche il discorso della differenziazione tra i cortei e i palii. Sono cose diverse, sono sicuramente osservazioni sagge“.

Dott. Alessandro Centinaio —La domanda era anche sui tecnici e questo è importante.

Dott. Guglielmi De Vulci —Con l‘On. Martini ci eravamo prefissi un anno di rodaggio, proprio per avere un minimo di esperienza e poi trasmettere quali sono le difficoltà incontrate e suggerire come muoversi. Penso che entro l‘autunno saranno fatti questi corsi“.

18 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” Dott.ssa Gaetana Ferri Direzione generale Sanità animale e farmaco veterinario del Ministero della salute —Vorrei aggiungere che proprio per volontà del Sottosegretario Martini c‘è un tavolo che è un osservatorio sui palii; ovviamente l‘esperienza che è stata fatta finora è piuttosto limitata, perché l‘ordinanza è entrata in vigore nel momento in cui era già passato il periodo della maggior parte delle manifestazioni. Giustamente sia l‘UNIRE che la FISE hanno deciso di farci una relazione completa solamente ad un anno dall‘entrata in vigore dell‘ordinanza. Questo consentirà di fare una valutazione anche sotto un profilo scientifico, perché si farà una valutazione epidemiologica, in modo tale da rettificare o modificare l‘ordinanza in modo da renderla cogente alle situazioni, sempre con l‘obiettivo del benessere degli animali che partecipano alle manifestazioni medesime e dei fantini, nonché del pubblico“.

Dott. Alessandro Centinaio —Sono stato autorizzato ad aggiungere una cosa che riguarda gli asini. Fermo restando che ci sarà un controllo e una verifica, nelle linee guida che stiamo definendo al tavolo ministeriale c‘è stato proprio un distinguo tra quello che riguarda i cavalli e quello che riguarda gli asini, mettendo quindi una serie di livelli. Dovrebbe essere questo il concetto, a seconda del rischio che si può correre, a seconda che sia un palio, una manifestazione storica o una corsa di asini“

Alberto Oldrini —Rappresento il e l‘Associazione Il Barbero che organizza le corse addestrative del Palio. La mia domanda l‘avete un po‘ ripresa voi, sia il dott. Centinaio che il dott. Guglielmi nella sua relazione. Secondo me negli ultimi anni il livello dei cavalli impiegati nei palii più importanti è sicuramente aumentato. La nostra paura è quella che tutta questa normativa, che ha un‘importanza notevole specialmente per cercare di eliminare quelle corse che abbiamo visto fatte su asfalti, strade e altri vari acciottolati, possa abbassare il livello dei cavalli, perché ovviamente ha imposto delle restrizioni verso l‘Unire sul fatto dell‘iscrizione dei cavalli che corrono questi palii. Temiamo che gli amanti di questo —gioco“ che oggi investono sui cavalli, magari cavalli di categoria, di qualità, possano abbassare il livello dei cavalli che non potranno più correre le regolari“.

Dott. Alessandro Centinaio —Prima di rispondere vorrei fare un distinguo. Non parlerei dell‘ordinanza, perché sono due cose diverse, perché altrimenti sembra che l‘ordinanza faccia dei danni sui cavalli. Il discorso welfare del cavallo è una cosa. Sul discorso delle non regolari ti dò ragione al 100%“

Alberto Oldrini —Si rischia che si abbassi il livello e che quindi diventi ancora più pericoloso“.

Dott. Alessandro Centinaio —C‘‘è il rischio di andare a recuperare dei cavalli che œ fatemi dire questa brutta parola œ sono stati —scartati“ da altre manifestazioni, perché non si vogliono togliere i cavalli dalle regolari“

19 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” Dott. Guglielmi De Vulci —Credo che, dal momento che questa ordinanza ha normato i palii, quindi tutte quelle corse extra ippodromo, controlli antidoping e identificazione dei cavalli prima della corsa, io penso, ne avevo già accennato con i vertici dell‘Unire, che non ci sia una grande difficoltà da parte dell‘ente di cambiare la regola. Parlavo prima con alcuni rappresentanti di un palio che mi hanno detto di non aver comunicato all‘Unire l‘elenco dei cavalli per non —autodenunciarsi“ o —autodenunciare“ i cavalli che poi, sappiamo, corrono regolarmente negli ippodromi. E‘ meglio però risolvere queste situazioni e credo che, da parte dell‘Unire,sia una situazione che a breve potrebbe essere cambiata, quindi si può superare il problema dei cavalli —semi nascosti“.

Dott. Alessandro Centinaio —La strada è comunque quella della chiarezza secondo me; non è quella di dover non denunciare e dover fare i sotterfugi. Credo che si venuto il momento che si decida, io non posso, faccio il povero veterinario di Legnano, ma qualcuno più in alto decida che a questo punto i palii che sono stati certificati con l‘ordinanza Martini con questo tipo di cavalli valgano come performance. Chiediamo, quindi, l‘ho detto prima in maniera un po‘ folkloristica, di non essere —figli di un Dio minore“.

Dott.ssa Gaetana Ferri —Volevo sottolineare che uno degli obiettivi dell‘ordinanza è quello di conoscere le situazioni, perché abbiamo parlato, abbiamo visto anche delle presentazioni che parlano di palii che magari anche prima dell‘ordinanza hanno assunto la decisione di applicare dei regolamenti per migliorare la situazione. A noi sfuggono ancora tutta una serie di manifestazioni: è chiaro che questo lavoro serve sia agli enti tecnici sia al Ministero della Salute, perché uno degli obiettivi era anche quello di fare una linea guida, dei regolamenti, che possano essere applicati a tutte le manifestazioni. Per far questo dobbiamo conoscere le diversità, perché altrimenti non possiamo imporre o dare delle linee guida dall‘alto senza tener presente la realtà. Proprio per questo abbiamo sensibilizzato, con una nota specifica, tutte le prefetture, in modo tale che tutti i palii o tutte le manifestazioni che rientrano nel controllo dell‘ordinanza possano essere supervisionate o comunque possano attuare le regole dell‘ordinanza o, nel caso in cui non lo facciano, noi possiamo comunque avere delle comunicazioni. Già da una prima sintetica relazione che ci ha fatto pervenire l‘Unire risulta qualche manifestazione nella quale assolutamente i tecnici non sono presenti“.

Dott. Guglielmi De Vulci —In Sicilia sono assolutamente assenti“

On. Martini —Anche noi abbiamo dei flussi informativi. Ad esempio le associazioni animaliste ci comunicano manifestazioni nelle quali poi dobbiamo intervenire d‘urgenza perché chiaramente non ottemperano all‘ordinanza stessa. Però questo aspetto delle prefetture è molto importante“.

Giuseppe Barolo —Sono il rappresentante del in seno alla Federazione Italiana Giochi Storici, che ho avuto il piacere di presiedere fino al 2003. Mi preme fare due osservazioni iniziali e poi una proposta e passatemi anche l‘aspetto campanilistico. Attenzione a non

20 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” chiamare palii tutte le corse di cavalli. Senza arrivare all‘autarchica decisione del 1935, che impose che palio dovesse chiamarsi solo una certa manifestazione toscana (essendo astigiano capirete il perché di questa diatriba che si perde nella notte dei tempi) e che tutte le altre dovevano chiamarsi —certame cavalleresco“, i palii sono delle manifestazioni con una tipologia specifica. Quelle della Sardegna sono corse, non sono palii. Ho fatto questa precisazione, non per un esercizio di captatio benevolentiae o forse per chiamarlo più pedestremente un esercizio di ruffianeria di circostanza, ma perché il Sottosegretario aveva e abbiamo tutti noi - e mi scuserà l‘amico della Sardegna - un moto di ribellione nel vedere quelle cose, ma due cose più importanti non sono state osservate: bisognava chiedere a quel sindaco come ha fatto a dare il permesso e chiedere lo stesso al veterinario dell‘ASL, soprattutto quello di fascia C che oggi ha il compito per il benessere dell‘animale senza l‘Ordinanza del sottosegretario. Dovrebbero ricordarsene i funzionari. Ha fatto bene l‘ordinanza a ricordarlo, perché è opportuno tutto quello che serve a migliorare, ma spesso e volentieri c‘è questo vizietto italico per cui si fanno delle nuove leggi - non lo dico per criticare - senza ricordare che tante volte basterebbe osservare quelle che esistono. Il sindaco e il veterinario di fascia C avrebbero dovuto impedire una corsa di cavalli di quel tipo. Ben venga l‘ordinanza Martini se serve a porre criteri e oggettività. Mi assumo la responsabilità di rivendicare un diritto del mondo dei palii, perché i palii non sono una corsa scriteriata, ma da tempo si erano mossi per autoregolamentarsi. L‘ordinanza del sottosegretario rispetto alle norme che ci siamo dati come palii è una maglia larga, perché il mondo del Palio a partire dal 1996, quando ci furono le prime indagini del Nas proprio a Siena, cominciò a regolamentarsi e un‘associazione, che è la Federazione Italiana Giochi Storici, fece la Carta dei diritti del cavallo che venne presentata ufficialmente a Narni nel 2003, grazie al lavoro fatto peraltro dal prof. Zanichelli insieme ad altri colleghi dell‘Istituto di Ippologia. Questo per dire che questa attenzione l‘abbiamo sempre avuta. Abbiamo solo due perplessità e questo tavolo tecnico dovrebbe certamente cercare di trovare delle soluzioni e sono di due tipi: 1) ci preoccupa, non in quanto istituzione della figura, ma la reale possibilità di operare da parte del commissario di percorso. E‘ estremamente difficile condividere quelli che sono i tecnici dell‘Unire, perché lì è più facile, ci sono delle norme standard e i percorsi vanno adattati alle norme standard. Come è stato detto da coloro che mi hanno preceduto, le norme o meglio la configurazione delle piste del mondo del palio è diversa. Vista anche la difficoltà della formazione, mi permetto di lanciare un suggerimento che, secondo me, assolve molto di più al problema della sicurezza della pista: perché in tante manifestazioni di palii o di quintane non obbligare, attraverso una nuova ordinanza, la predisposizione della commissione tecnica, perché Siena, Asti che non hanno le piste fisse, come Legnano, fanno la pista in quattro giorni?. La Commissione tecnica ha proprio la possibilità di avere tutte quelle figure professionali per dare un‘idoneità alla pista: il veterinario di fascia C, anche un rappresentante dei fantini, perché l‘indagine sul terreno presuppone lo studio del geologo che nelle nostre manifestazioni viene fatto. Quindi questo è il suggerimento che mi permetto di dare. 2) Un‘ultima annotazione che mi permetto di dare, di origine campanilistica: noi , il mondo dei palii, ha stabilito di fare le visite a tutti i cavalli e ogni commissione veterinaria di dare l‘idoneità o meno a correre, cosa che non si può dire altrettanto, passatemi una battuta, di alcuni veterinari di fascia C. Vorrei vedere come riuscirebbero a dare l‘idoneità di una pista di certi cross completi?. Vogliamo dirci anche questo ? Facciamo anche la

21 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” parità per un esercizio di par condicio. Va benissimo, non criminalizziamo il mondo dei palii. Qualcuno li ha chiamati —figli di un dio minore“; ho paura che in certi aspetti, oltre che figli di un dio minore, siamo figli illegittimi e anche ripudiati di un dio minore. Il mondo dei palii non deve essere considerato tale“.

On Martini —Io vorrei rispondere per alcune parti che competono direttamente al mio ruolo, che è un ruolo di indirizzo politico e di fissazione dei principi su cui si basa questa normativa e le normative di riferimento sulla tutela del benessere animale. Innanzitutto, vorrei ricordare che l‘ordinanza che, peraltro, verrà riversata in un testo di legge e diventerà poi qualcosa di normativamente stabile nel nostro Paese, non si riferisce specificatamente e unicamente ai palii, ma tratta di manifestazioni pubblico-private nelle quali vengono utilizzati equidi, al di fuori degli impianti e dei percorsi ufficialmente autorizzati. Quindi, la graduazione dei livelli di necessità, di standard essenziali di sicurezza viene poi valutata nell‘ambito della tipologia specifica, individualizzata su quelle che sono le esigenze e sulle modalità in cui la manifestazione pubblica popolare, così come è definitiva, rientra. Volutamente abbiamo ritenuto di lavorare su una normativa-quadro, che poi non diventasse un‘imposizione sul territorio, in termini tout court, per cui sotto certi aspetti sappiate che il fatto di non entrare troppo nel dettaglio è stato un mio sforzo. Ho voluto fissare uno standard essenziale, sul quale le amministrazioni pubbliche virtuose potessero poi innestare dei percorsi culturali, magari già iniziati e quindi dare anche un segnale di qualità amministrativa, nel rispetto della potestà degli enti locali in materia anche di responsabilità pubblica, sia in materia di sicurezza, sia in materia di salute pubblica. Per cui quando più volte mi è stato detto —alcune realtà hanno fatto di più“, bene, questo io volevo, essere un punto di riferimento essenziale entro il quale poi ci potesse essere un impegno specifico del territorio. Quindi, volutamente, ho lavorato per essere meno dispositiva e impositiva possibile nei confronti delle amministrazioni, per rispettare e valorizzare la loro capacità amministrativa. Quindi quelli che trovate nell‘ordinanza sono dei livelli essenziali; in sanità esistono i livelli essenziali di assistenza, i LEA, entro cui si muove il diritto costituzionale del cittadino di accedere al diritto alla salute, poi sono le realtà regionali che attuano a livello organizzativo i livelli essenziali di assistenza; il concetto è lo stesso. Attraverso le linee guida andremo incontro alle esigenze del territorio, fissando e valutando tecnicamente quelli che possono essere e saranno normativamente valutati e anche nel tempo continuamente rivalutati; non a caso esiste un tavolo di lavoro permanente, perché voi sapete meglio di me che in questo settore equestre ci sono continue proposte di tipo scientifico, di tipo tecnico, sulle sabbie, sui preparati, sulle misture, sui miscugli che vengono testati, tutta una serie di valutazioni che nel tempo avranno anche bisogno di essere continuamente aggiornate. In questo senso, credo che il principio che deve informare il mio lavoro, in continuo e costante contatto con il territorio, è quello di pensare a livelli essenziali rispetto a cui non possiamo andare sotto: questi non sono il top, sono il minimo, ma non sono il minimo, sono l‘essenziale, entro cui, sotto cui le situazioni che abbiamo visto sono reato. Vi rendete conto che sono dei reati quelli a cui abbiamo assistito?. Io ho qui anche il comandante dei Nas che mi sostiene e che fa anche molte valutazioni tecniche di situazioni e di standard e parametri. Certe situazioni ravvisano il maltrattamento implicito. E‘ chiaro che non è la coltellata al cavallo, ma è la situazione che per nesso di causalità coinvolge l‘ipotesi di un reato di maltrattamento. Allora, proprio perché io ho anche la radice culturale di un partito che ha molto a

22 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” cuore le manifestazioni pubbliche popolari, l‘identità e la cultura del territorio, vi assicuro che se non ci sarà e c‘è già stato per fortuna un intervento di vera collaborazione, finiremo per perdere alcune tradizioni locali. Per cui, ancora una volta, vorrei sottolineare il principio che questa ordinanza vuole venire incontro alle tradizioni locali, aiutare anche chi ha delle resistenze territoriali, perché ci sono delle situazioni a volte veramente delicatissime che si affrontano. Questi comitati devono sapere che c‘è qualcuno che può controllare, perché veramente si rischia, come in alcune aree del paese, di trovare commistioni malavitose su alcuni comitati. Qui vi parlo di eccessi, ma dobbiamo veramente fare uno sforzo comune culturale. Quello che abbiamo iniziato in questa ordinanza non è lavoro mio, è lavoro nostro, di squadra, di tutti; qui insieme iniziamo un percorso che darà vita a una sollevazione, che non è quella delle associazioni o quella dei cittadini che poi dopo l‘incidente di Arbia dell‘anno scorso hanno mandato, vi dico sinceramente, decine di migliaia di mail (non si trattava di persone che si occupano di palii), ma di persone che dicevano: —fermate i palii“, perché poi il caso grave è quello che distrugge tutta l‘immagine che hanno creato palii virtuosi o manifestazioni popolari pubbliche virtuose. Quindi quello che noi dobbiamo fare, ovviamente io propongo e poi raccolgo e cerco con la grande collaborazione di tutti quelli che sono attorno a questo tavolo di mettere a frutto l‘esperienza che voi quotidianamente sperimentate, è quello di continuare e rafforzare le tradizioni, nel rispetto di quelli che sono dei requisiti che sono ormai irrinunciabili. Poi lascerei ad altri la parola per la parte tecnica, per alcuni aspetti che riguardavano la domanda precedente. La mia era diciamo una visione così filosofico-politica e organizzativa“.

Dott. Guglielmi De Vulci —Per quanto riguarda la commissione terreni, ricordo che già all‘interno della commissione comunale o prefettizia ci sono i tecnici del comune. La figura del tecnico Fise/Unire integra la commissione, per cui c‘è già della gente del luogo che è preposta al controllo del terreno. Il nostro è un apporto ulteriore“

Maurizio Bertolino —Sono un consigliere comunale delegato al Palio di Asti. Più che porre domande volevo dare una conferma di collaborazione a pieno, al 100%, all‘attuazione di questa ordinanza. E‘ stata fatta una cosa giusta e noi siamo stati forse anche i primi ad attuarla, perché il nostro palio si è corso il 5/7 settembre. Pensavamo di avere qualche difficoltà e invece con il marchese Guglielmi che è venuto nella commissione siamo andati bene, perché avevamo già da parecchi anni attuato i regolamenti che abbiamo detto prima; perciò la nostra piena collaborazione continuerà, anche perché io penso che con questa ordinanza si potrà continuare a mantenere queste tradizioni. Se non andiamo dietro a queste ordinanze, ci sono delle manifestazioni più nascoste per colpa delle quali le manifestazioni più regolari, più importanti, più ufficiali che ci sono in Italia possono subire dei danni. Aggiungo solo, se ne è parlato, ne ha parlato anche l‘amico Oldrini che spero che il problema della squalifica dei cavalli, trovi una soluzione perché ne va di tutti i proprietari e di tutti i cavalli che corrono queste manifestazioni“.

Guidolin Mauro —Sono il responsabile dell‘equitazione storica all‘interno del Consorzio Europeo rievocazioni storiche.

23 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” Oggi abbiamo parlato di palii, ma teniamo presente che, come ha detto prima Aldo Ghetti, nel mondo delle tradizioni c‘è quella parte di ricostruzione storica dove due cavalli in un paese, tre cavalli da un‘altra parte sono spesso in situazioni non regolamentate, come avvenuto domenica scorsa in centro a Verona sui sampietrini, con i cannoni che sparavano e 150 archibugi. Si trattava della rievocazione storica delle —Pasque veronesi“. Il nostro e mio compito in particolare è proprio quello di coinvolgere la tradizione del cavallo con animali che siano addestrati a questo rispettando le norme di sicurezza, perché nell‘ordinanza voi avete escluso le sfilate. Faccio per dire che è da completare e, per quanto riguarda la ricostruzione storica, penso di poter dire qualcosa per illustrare i periodi che vanno dai celti fino ad oggi. Francamente a me è successo nel mio paese, a Castelfranco, che tre giorni prima della manifestazione con i cavalli mi è stato detto —non puoi più fare lo spettacolo con i cavalli perché è uscita un‘ordinanza“. In tre giorni io sono riuscito a spiegare, e un po‘ me ne vergogno, che noi facevamo una sfilata e una mostra e me l‘hanno lasciato fare, anche se poi abbiamo fatto lo scontro con le lance sul campo in erba, però non erano chiari i presupposti e, per quanto riguarda il nostro settore, credo non siano chiari ancora, perché basta un qualsiasi sindaco che dice —non si fa“ e la manifestazione non si può fare e non si sa se ha ragione o torto“.

Dott. ssa Gaetana Ferri —Mi sembrava di averlo già prefigurato nel mio intervento precedente, ma è chiaro che l‘intenzione è di fare delle linee guida che risultino dall‘osservatorio, dal tavolo di lavoro che noi abbiamo, come ha detto il Sottosegretario, in maniera permanente. Questo anno di vigenza dell‘ordinanza serve ad avere dal territorio, quindi da chi si trova immerso nelle situazioni pratiche, tutti gli elementi per poi porre rimedio alle situazioni che lei ci ha descritto. Ci saranno le linee guida. Ribadisco il fatto che il contenuto dell‘ordinanza, migliorato, modificato, farà parte di un testo di legge, quindi cerchiamo di lavorare tutti per dare più contributi possibile“.

On. Martini —Vorrei anche ribadire il ruolo del sindaco. Vorrei che intervenisse il sindaco, perché qui non ha parlato nessun sindaco sede di palio. Ritengo indispensabile che il sindaco rivendichi il proprio ruolo di responsabilità nei confronti della sicurezza delle manifestazioni sul territorio, in modo che sia ben chiaro che il Ministero non viene a dire che cosa deve fare il territorio, ma dà lo strumento per fare bene il proprio lavoro“.

Dott. Lorenzo Vitali —Ringrazio l‘On. Martini. L‘ordinanza ci dà sicuramente uno strumento in cui, come diceva prima il Sottosegretario, vengono fissati i requisiti minimi, essenziali. D‘altra parte tutti i sindaci hanno quegli strumenti ordinatori che permettono di verificare se le manifestazioni che avvengono sul territorio possono essere fatte o meno. E‘ facoltà, è potestà del sindaco andare a determinare alcune situazioni particolari, sempre nel rispetto della normativa e delle ordinanze che vengono fatte a livello ministeriale. Io ci terrei, oltre che a ringraziare tutti i presenti, a sollecitare tutti, anche se chi è presente oggi probabilmente è già sufficientemente motivato, a far sì che questa ordinanza venga rispettata. Serve veramente che tutti noi, in ogni ruolo che abbiamo, da chi il palio lo vive come organizzatore, a chi lo vive come spettatore, facciamo uno sforzo perché i cavalli vengano sempre più rispettati e la sicurezza, sia dei cavalli che delle

24 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ” persone, venga sempre più tenuta in considerazione. Mi sembra che ci sia la giusta sensibilità; almeno a Legnano ho trovato il mondo del palio e la gente di palio sensibilizzata a normarsi anche in modo più stretto rispetto all‘ordinanza Martini e a darsi delle sanzioni anche decisamente pesanti. Abbiamo appena rivisto il regolamento antidoping e la proposta che abbiamo fatto assieme al dott. Centinaio è stata accolta, devo dire senza nessuna perplessità, da parte del mondo del palio. Questo mi sembra un segnale giusto, un segnale che permetterà alle nostre manifestazioni di poter vivere ancora nel futuro, sì nel rispetto delle tradizioni, ma anche nel rispetto delle esigenze moderne che tutti noi abbiamo“.

Dott. Alessandro Centinaio —Vorrei aggiungere soltanto œ mi suggeriva l‘onorevole œ di usare me o Legnano, il Comune di Legnano, come catalizzatore se volete inviare richieste, proposte, suggerimenti. Io mi farò portavoce per poi riferirlo al Ministero. Quindi chiunque di voi voglia scrivere può far riferimento al Comune di Legnano, io mi farò premura di portare poi al Ministero richieste e proposte. Non mandate soltanto le considerazioni positive, ma segnalate anche le cose non vanno, sono quelle che ci servono“

25 C onvegno “D A LLA SELLA A LLA SA B B IA – A L G A LO P P O V ER SO IL FU TU R O ”