Amministrazione Provinciale di Area Programmazione, Infrastrutture, Ambiente

Piano

Provinciale

di Risanamento

e Tutela

della Qualità

dell’Aria

Parte I QUADRO CONOSCITIVO

Piano Provinciale di Risanamento e Tutela della Qualità dell’Aria Adottato con Atto C.P. n° 106 del 11 Dicembre 2006 Controdedotto con Atto C.P. n° 58 del 17 Settembre 2007 Approvato con Atto C.P. n° 77 del 15 Ottobre 2007

Gruppo di Redazione:

Adalgisa Torselli, Paolo Lega, Gianni , Cesarina Raschiani Amministrazione Provinciale, Servizio Pianificazione Territoriale e Ambientale

Leo Benedusi Amministrazione Provinciale, Servizio Ambiente

Sandro Fabbri, Giuseppe Biasini, Francesca Frigo ARPA Sez. Provinciale di Piacenza

Ermanno Bongiorni, Cristiana Crevani Azienda USL di Piacenza Dipartimento di Sanità Pubblica

Con la collaborazione di: di Piacenza Tempi Agenzia

2 SOMMARIO

1. INQUADRAMENTO GENERALE...... 5 1.1 - L’orografia...... 5 1.2 - Il clima...... 5 1.3 - La popolazione...... 6 1.4 - L’uso del suolo...... 7 1.5 - La viabilità e i trasporti...... 9 1.6 - Le attività economiche...... 10 2. ELEMENTI DI SINTESI: LE FONTI DI EMISSIONE...... 13 2.1 - Sostanze inquinanti con effetti sulla salute e l’ambiente...... 13 2.2 - Attività Produttive...... 21 2.3 - Traffico veicolare...... 37 2.4 - Altre sorgenti mobili – mezzi agricoli ...... 45 2.5 - Riscaldamento ed impianti civili...... 48 2.6 - Emissioni domestiche di solventi...... 53 2.7 - Trattamento di rifiuti e scarichi reflui...... 54 2.8 - Emissioni in atmosfera dalle pratiche agricole...... 56 2.9 - Emissioni in atmosfera da allevamenti...... 62 2.10 - Emissioni di COV da foreste...... 69 2.11 - Emissioni totali provinciali...... 70 2.12 - Condizioni al contorno ...... 79 2.13 - Approfondimenti...... 85 2.14 - Fattori responsabili dei superamenti: trasporto e formazione degli inquinanti...... 86 3. ANALISI DEI DATI METEOCLIMATICI...... 89 3.1 - Il profilo termico...... 89 3.2 - Inversioni termiche, stabilità, strato di rimescolamento...... 90 3.3 - Il regime pluviometrico...... 95 3.4 - Venti e brezze...... 96 4. ELEMENTI DI SINTESI RELATIVI ALLA VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ DELL’ARIA ...... 98 4.1 - La rete di monitoraggio...... 98 4.2 - I dati storici di qualità dell’aria ...... 101 4.3 - Analisi dei dati della rete di monitoraggio: anno 2004 ...... 110 4.4 - Tecniche di valutazione ...... 114 4.5 - Mappe di concentrazione...... 114 5. CARATTERIZZAZIONE DELLE ZONE...... 117 6. BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO...... 120

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4 1. Inquadramento generale.

1.1 - L’orografia. La provincia di Piacenza si estende a Sud del Po nel settore Nord-occidentale della Regione Emilia Romagna, su di un territorio di 2589 kmq, per un terzo pianeggiante e per i restanti due terzi collinare e montagnoso. L’orografia del territorio è ben caratterizzata dalla presenza dei rilievi appenninici e dei corsi d’acqua: a Nord la fascia di pianura si estende ad una altitudine compresa tra i 40 e i 70 mslm tra il fiume Po e i primi rilievi appenninici per una profondità che va dai 10 km sul suo lato occidentale ai 25 km del lato orientale; salendo verso Sud e Sud-Ovest i rilievi si elevano progressivamente fino a raggiungere sul confine meridionale della Provincia le maggiori altitudini del Monte Bue (1777 m.), del Monte Lesima (1724 m.), del Monte Ragola (1710 m.). La frazione di territorio compresa al di sopra dei 300 m. slm costituisce circa il 48% del totale; secondo la ripartizione amministrativa altitudinale dell’Istat, i Fig. 1.1 – L’orografia della provincia di Piacenza. 31 Comuni di ‘collina’ e ‘montagna’ occupano circa il 73% dell’intero territorio provinciale. Il settore collinare e montuoso del territorio è profondamente solcato dalle incisioni vallive dei torrenti appenninici che lo segnano prevalentemente da Sud-Sud-Ovest a Nord-Nord- Est confluendo infine nel fiume Po, dopo un percorso che per i torrenti più lunghi (, Trebbia) supera i 70 km.

1.2 - Il clima. La posizione geografica del territorio provinciale e le sue caratteristiche orografiche ne determinano fondamentalmente il clima. Nella classificazione globale di Koppen, il clima piacentino può essere descritto come un clima temperato di tipo “C” ed in particolare nella sua fascia di pianura e collina Fig. 1.2 – La ripartizione altitudinale amministrativa risulta identificabile con un “clima temperato secondo Istat.. subcontinentale”, mentre il territorio di montagna è caratterizzato da un “clima temperato fresco”. La temperatura media annuale è di 12.2°C a Piacenza, ma scende a 8.5°C nelle località più elevate di fondovalle; il mese più freddo è Gennaio, che fa registrare una temperatura media mensile di 0.8°C a Piacenza e di –1.1°C nelle località di montagna al confine ligure; il mese più caldo è Luglio, con una temperatura media mensile di 22.9°C a Piacenza e di 18.1°C in montagna al confine ligure. La pianura presenta un clima con caratteristiche più spiccatamente continentali, e in particolare con elevate escursioni termiche giornaliere ed annuali, mentre la fascia della prima collina, posizionata al di sopra dello strato medio delle inversioni termiche del fondovalle padano, presenta

5 caratteristiche climatiche più miti, con escursioni termiche inferiori, stagioni estreme più temperate, minore umidità relativa, maggiore instabilità atmosferica e ventosità. Piacenza (Periodo 1958-1983) Soprattutto durante il periodo invernale il clima della pianura si distingue per 120.0 25.0 l’elevata frequenza delle inversioni 100.0 20.0 80.0 termiche da irraggiamento notturno, che 15.0 Pioggia (mm) 60.0 implicano condizioni di grande stabilità Temp. Media (°C) 10.0 dello strato atmosferico superficiale, quasi 40.0 sempre associate a calma di vento e molto 20.0 5.0 spesso anche a nebbie o foschie. 0.0 0.0 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Sotto il profilo pluviometrico, il clima Fig. 1.3 – Piacenza S. Lazzaro. Temperatura media e piacentino è caratterizzato dal tipico regime precipitazione totale mensili. “sublitoraneo appenninico” o padano, con due massimi mensili di precipitazione in primavera e in autunno e due minimi in estate ed in inverno; il totale annuale delle precipitazioni risulta compreso tra gli 850 mm. della pianura distribuiti su 80-85 giorni piovosi, e gli oltre 1700 mm. del crinale, distribuiti su più di 100 giorni piovosi. Il vento presenta velocità molto modeste, come su tutto il territorio della pianura padana: in pianura la velocità media annuale è generalmente compresa tra 1.5 e 1.8 m/s, mentre supera i 2 m/s nella fascia di collina, per poi crescere rapidamente con l’altitudine; le medie risultano leggermente più elevate in Primavera e più basse in Inverno. Le frequenze dominanti di provenienza del vento sono quelle dai quadranti orientali ed occidentali nella fascia centrale della pianura, mentre a queste si sovrappongono le componenti da Sud Ovest e da Nord Est originate dalle brezze appenniniche, via via che ci si avvicina ai rilievi. La fascia della pianura si distingue pertanto per le condizioni climatiche particolarmente favorevoli al ristagno e all’accumulo di inquinanti atmosferici nella stagione invernale, aggravate dalla scarsità di precipitazioni e quindi dalla scarsa capacità di dilavamento delle sostanze depositate al suolo. La pianura presenta inoltre condizioni climatiche favorevoli alla formazione di inquinanti secondari (ozono, smog fotochimico) nella stagione estiva, a causa delle alte temperature, degli elevati tassi di umidità e della limitata ventosità media. Queste condizioni climatiche si attenuano approssimandosi alla fascia pedemontana e collinare, per poi mutare sostanzialmente nella fascia di montagna.

1.3 - La popolazione. La popolazione e le attività produttive si concentrano nella fascia di pianura. Dei 267.224 (dati 2003) abitanti della provincia di Piacenza, 97.295 risiedono nel comune capoluogo, pari quindi al 36%, e nei 17 comuni della pianura risiedono 173.482 abitanti, pari al 65% del totale. I Comuni e i centri urbani che presentano le maggiori concentrazioni di popolazione, dopo il capoluogo, sono collocati comunque nella fascia della pianura lungo i principali assi di comunicazione interni e interprovinciali: a Ovest Fig. 1.4 – Popolazione per Comune (dati anagrafi comunali 2003) di Piacenza sull’asse della SS10 (via Emilia

6 Pavese) si trovano (9.116 abitanti) e Castel S. Giovanni (12.080 ab.), a Sud-Est lungo l’asse della SS9 (via Emilia Parmense) si trova Fiorenzuola (13.584 ab.); sulla SS654 () si trova (7652 ab.) e sulla SP6 (per Castellarquato) si trova Carpaneto (6928 ab.). Anche la maggior parte dei Comuni con oltre 4000 ab. è collocata nella fascia della pianura: , , Castelvetro, Monticelli, , , S. Giorgio, . La densità di popolazione risulta mediamente più elevata nella fascia di pianura e in particolare nel comune capoluogo (832 ab/km2, dati 2003) e nei comuni di Rottofreno (272 ab/km2), Castel S. Giovanni (237 ab/km2), Fiorenzuola (229 ab/km2), Podenzano (175), Pontenure (160). In particolare l’area centrale della pianura piacentina, coperta dal comune di Piacenza e dalle prime due cinture di comuni suburbani (in tutto 17 comuni) risulta caratterizzata da una elevata concentrazione spaziale della popolazione, dei servizi e delle attività economiche. Su una superficie territoriale pari a nemmeno un Fig. 1.5 – Densità di popolazione (dati anagrafi quarto del totale provinciale insistono infatti comunali 2003) quasi i due terzi della popolazione residente e attiva, del patrimonio abitativo occupato, delle unità produttive locali e degli addetti all’economia extra-agricola piacentini. In questa area sono inoltre presenti i servizi di rango più elevato e le strutture direzionali pubbliche e private della provincia, nonchè i servizi nel campo dell’istruzione e della formazione, della sanità, della grande distribuzione. Provincia di Piacenza - Residenti La tendenza demografica negli ultimi decenni in provincia ha visto un progressivo calo dei 300000 295000 residenti fino al 1996, dopodiché si è verificata 290000 285000 Anno una tendenza all’aumento, dovuta esclusivamente 280000 Resi denti 275000 Pr oi ezi one al saldo migratorio fortemente positivo: tra il 270000 265000 1997 e il 2000 infatti il numero degli immigrati è 260000 quasi raddoppiato, e le proiezioni regionali sulla 1981 1990 1995 2000 2004 2010 2015 2020 provincia di Piacenza (nello scenario Fig. 1.6 – Residenti totali e proiezioni 2004-2020 a cura ‘intermedio’) confermano la stessa tendenza della Regione Emilia Romagna, scenario intermedio. almeno per i prossimi 15 anni.

1.4 - L’uso del suolo. L’uso reale del suolo nella provincia di Piacenza si differenzia tipicamente nelle 3 fasce orografiche del territorio: la fascia della pianura, indicativamente compresa al di sotto dei 300 m. di altitudine, caratterizzata da usi prevalentemente agricoli ed in particolare dalla completa dominanza delle colture a seminativo, dalla presenza dei maggiori insediamenti urbani e delle principali infrastrutture; la fascia della collina, indicativamente compresa tra 300 e 600 m. di altitudine, caratterizzata dalla compresenza di zone agricole eterogenee e di aree boscate, con insediamenti urbani minori collocati nei principali fondovalle e attività produttive sostanzialmente marginali; la fascia della montagna al di sopra dei 600 m. di altitudine, caratterizzata dalla quasi completa dominanza della superficie boscata, con marginali aree agricole eterogenee, insediamenti urbani di piccole dimensioni e sostanziale assenza di attività produttive.

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COMUNE SUP POP DENS C.IDR T.AGR T.BOSC T.ARTIF 3588 2041 56.9 0 3333 170 81 ALSENO 5551 4754 85.6 0 5228 103 218 2388 990 41.5 0 2388 0 0 12285 3199 26.0 0 5484 6712 91 10646 3772 35.4 0 4323 6191 99 BORGONOVO 5172 7023 135.8 0 4871 144 152 CADEO 3859 5551 143.8 0 3675 0 180 3730 2359 63.2 377 2908 277 124 CAMINATA 317 299 94.3 0 268 42 0 CAORSO 4095 4555 111.2 250 3193 455 192 6324 7149 113.0 0 5825 367 130 CASTELL'ARQUATO 5222 4606 103.1 0 4594 515 110 CASTEL S.GIOVANNI 4467 12374 237.0 96 3912 7 404 CASTELVETRO 3511 5022 143.0 159 2967 209 166 3151 211 6.7 0 366 2781 0 COLI 7214 1051 14.6 0 1899 5309 0 4632 782 16.9 0 1287 3270 25 CORTEMAGGIORE 3682 4215 114.5 0 3524 0 149 FARINI 11215 1794 16.0 0 4211 7000 0 17957 1888 10.5 0 3187 14646 81 FIORENZUOLA 5974 13706 229.4 0 5524 63 382 GAZZOLA 4413 1800 40.8 0 3839 381 193 3147 4055 128.9 0 2439 493 215 GRAGNANO 3459 3714 107.4 0 3080 244 130 5628 2366 42.0 0 3869 1696 63 LUGAGNANO 5439 4223 77.6 0 3506 1783 145 MONTICELLI 4641 5267 113.5 267 3680 496 179 8378 1307 15.6 22 3297 5052 0 NIBBIANO 4401 2404 54.6 44 3717 461 166 OTTONE 9841 688 7.0 0 984 8700 0 PECORARA 5370 894 16.6 0 3347 1997 7 PIACENZA 11846 98583 832.2 334 7908 1321 2258 PIANELLO 3639 2246 61.7 0 2707 867 65 4357 722 16.6 0 3261 1095 0 PODENZANO 4458 7804 175.1 0 4028 105 318 PONTE DELL'OLIO 4397 4885 111.1 0 2948 1295 143 PONTENURE 3381 5438 160.8 0 3095 48 234 4377 5894 134.7 0 3502 551 320 ROTTOFRENO 3453 9391 272.0 109 2755 109 469 S.GIORGIO 4907 5410 110.3 0 4188 275 440 S.PIETRO IN CERRO 2751 948 34.5 0 2745 0 0 2696 2673 99.1 65 1808 489 324 8039 2017 25.1 0 5037 2958 38 7265 2445 33.7 35 4161 2996 59 4235 3686 87.0 0 3175 819 238 VILLANOVA 3646 1929 52.9 141 2989 433 65 2512 124 4.9 0 89 2394 0 ZIANO 3290 2680 81.4 0 3143 0 133 Provincia 258946 270934 105 1899 162261 85319 8786 Tab. 1.7 - Provincia di Piacenza. Superficie (Ha), popolazione (abit.) e densità di popolazione comunale (abit/km2) al 2003; estensione in Ha dei corpi idrici, territorio agricolo, territorio boscato e territorio modellato artificialmente secondo Corine Land Cover (2000). Fonte: Provincia, Apat.

FASCIA ALTITUDINALE SUP POP DENS C.IDR T.AGR T.BOSC T.ARTIF PIANURA 70717 176200 249 1702 58707 4741 5385 COLLINA 95028 79024 83 175 75081 16526 3097 MONTAGNA 93201 15710 17 22 28473 64052 304 Provincia 258946 270934 105 1899 162261 85319 8786 Tab. 1.8 - Provincia di Piacenza. Superficie (Ha), popolazione (abit.) e densità di popolazione (abit/km2) al 2003 per fascia altitudinale amministrativa secondo Istat; estensione in Ha dei corpi idrici, territorio agricolo, territorio boscato e territorio modellato artificialmente secondo Corine Land Cover (2000). Fonte: Provincia, Apat.

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Con riferimento alla cartografia dell’uso reale del suolo realizzata nell’ambito del progetto Corine Land Cover, aggiornamento dell’anno 2000 (scala 1:100.000, minima unità interpretata 25 Ha) e alla suddivisione altitudinale amministrativa del territorio (secondo Istat), si nota che la fascia della pianura, che occupa il 27% del territorio provinciale, è caratterizzata per l’83% da usi agricoli, per l’8% dall’edificato e per il 7% da aree naturali o boscate; la fascia della collina, che occupa il 37% del territorio provinciale, è caratterizzata per il 79% da usi agricoli, solo per il 3% dall’edificato e per il 17% da aree naturali e boscate. Infine la fascia della montagna, che occupa il 36% del territorio provinciale, è caratterizzata solo dal 31% di usi agricoli e da ben il 69% di territorio boscato o naturale, mentre il territorio edificato non raggiunge l’1% del totale

1.5 - La viabilità e i trasporti. A causa della sua collocazione geografica, l’area centrale della pianura rappresenta il crocevia delle più importanti infrastrutture di comunicazione della pianura padana centro-occidentale: le Autostrade A1 e A21, le linee ferroviarie Milano- e Bologna-Torino, le Statali 9 (Emilia Parmense), 10 (Emilia Pavese e Caorsana), 587 (Cortemaggiore), 45 (Val Trebbia) e 654 (Val Nure), la Provinciale 6 (Castellarquato) e le altre numerose provinciali; in particolare le principali vie di comunicazione stradale intersecano a stella il comune capoluogo, concentrando nell’area centrale della pianura elevati flussi di traffico veicolare. Il tasso di motorizzazione è elevato, seppure attorno alla media regionale: 81 veicoli/100 abit. (dati 2003), e nel corso del decennio precedente è aumentato progressivamente dell’11%.

Fig. 1.9 – Flussi di traffico sui principali tratti stradali della provincia di Piacenza (dati 2003, Studio TRT) Complessivamente circolano in provincia di Piacenza (dati 2003) 220.326 veicoli, di cui 163.110 autovetture, pari al 74% del totale dei veicoli; nel solo comune di Piacenza peraltro circolano 83.218 veicoli, pari al 38% del totale provinciale, di cui 62.184 autovetture. Nel corso degli ultimi 20 anni inoltre la composizione del parco veicoli è mutata, con un aumento relativo dei veicoli per il trasporto delle merci (autocarri e rimorchi) e dei motoveicoli rispetto alle auto: tra il 1980 e il 2003 le autovetture sono passate infatti dall’82% al 74% del numero totale dei veicoli circolanti nella

9 provincia. Per contro risulta in riduzione la percentuale di veicoli adibiti al trasporto collettivo di passeggeri ( gli autobus sono passati nel ventennio dallo 0.4% allo 0.2% del totale). I flussi di traffico che si generano sulle infrastrutture stradali della provincia sono molto elevati: si giunge infatti a valori massimi di 50.000-70.000 veicoli/giorno sulla autostrada A1, 40.000 veicoli/giorno sulla A21, 28.000 veicoli/giorno sulla SS 9 (Emilia Parmense), 38.000 sulla SS 10 direzione Pavia (Emilia Pavese), 21.000 sulla SS 654, 16.000 sulla SS 45, 13.000 sulla SP 6.

1.6 - Le attività economiche. Il sistema produttivo locale (dati del censimento intermedio 1996) si compone di 7.000 imprese occupanti nell’insieme 69.127 addetti e pesa sul totale regionale per il 6,4% in termini di imprese e per il 5,4% per ciò che attiene la loro occupazione. Il sistema è nettamente dominato dalla piccola impresa: il 90% delle imprese ha meno di 6 addetti ed occupa il 43% del totale provinciale, mentre il 18% degli addetti sono occupati presso le imprese con oltre 100 addetti che costituiscono lo 0,3% dell’universo provinciale. L’artigianato costituisce una quota rilevante del sistema: il 37% delle imprese, con una occupazione pari al 26% del totale provinciale, ha carattere artigiano. Tra le attività produttive di maggiore dimensione e impatto sulla qualità dell’aria, Fig. 1.10 – Numero di imprese per Comune (dati occorre ricordare la presenza di ben 3 centrali Censimento 2001) termoelettriche: la centrale Enel di Castel S. Giovanni (turbogas a ciclo combinato, 1520 Mw), la centrale del Consorzio Sarmato a Sarmato (turbogas a ciclo combinato, 140 Mw), la centrale Edipower di Piacenza (in corso di riconversione a turbogas a ciclo combinato da 800 Mw); i due cementifici, a Piacenza (Cementi Rossi) e a Vernasca (Buzzi Unicem); l’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti a Piacenza; le industrie di laterizi a Borgonovo, Lugagnano, Caorso e Pontenure; le industrie agroalimentari a Pontenure, Podenzano e Gragnano. La produzione risulta comunque concentrata nel comune capoluogo e nella fascia della pianura: il 42% delle imprese censite ed il 45% degli addetti si concentrano nel comune di Piacenza. Attorno al capoluogo hanno un certo rilievo anche le aree produttive di Rottofreno, Castel S. Giovanni e Borgonovo a Ovest, Podenzano, S. Giorgio e Carpaneto a Sud, Pontenure e Fiorenzuola a Est, Caorso, Monticelli e Castelvetro a Nord-Est. Tra gli insediamenti produttivi della fascia di collina i più importanti risultano quelli di Lugagnano (cementificio, laterizi), di Vigolzone (piccola industria, artigianato) e di Ponte dell’Olio (piccola industria, artigianato).

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IMPRESE OCCUPATI COMUNE IND COMM SERV TOTALEIND COMM SERV TOTALE AGAZZANO 32 4941 122 475 79 108 662 ALSENO 164 98108 370 803 602 171 1576 BESENZONE 26 1817 61 52 33 27 112 BETTOLA 104 8392 279 283 141 175 599 BOBBIO 78 97135 310 272 165 267 704 BORGONOVO 172 161165 498 894 287 284 1465 CADEO 157 128150 435 951 287 313 1551 CALENDASCO 101 3452 187 756 83 98 937 CAMINATA 6 34 13 18 3 9 30 CAORSO 100 98105 303 807 174 238 1219 CARPANETO PIACENTINO 190 182 217 589 759 458 477 1694 CASTELL'ARQUATO 112 99 116 327 397 177 246 820 CASTEL S.GIOVANNI 282 310 364 956 1409 652 759 2820 CASTELVETRO 118 136122 376 392 359 315 1066 CERIGNALE 6 36 15 9 3 11 23 COLI 19 2639 84 52 42 100 194 CORTE BRUGNATELLA 22 14 20 56 54 14 35 103 CORTEMAGGIORE 91 97110 298 387 194 192 773 FARINI 53 3468 155 77 48 118 243 FERRIERE 23 3652 111 53 65 67 185 FIORENZUOLA 304 440546 1290 2785 1199 1636 5620 GAZZOLA 34 1759 110 97 41 112 250 GOSSOLENGO 109 7294 275 521 152 230 903 GRAGNANO 84 5578 217 580 104 175 859 GROPPARELLO 80 3456 170 394 55 94 543 LUGAGNANO 114 93111 318 785 199 195 1179 MONTICELLI 104 130143 377 441 247 258 946 MORFASSO 23 1737 77 37 25 81 143 NIBBIANO 79 6472 215 235 114 120 469 OTTONE 14 1825 57 26 32 62 120 PECORARA 27 1019 56 44 15 26 85 PIACENZA 1836 27134856 9405 11449 7771 17425 36645 PIANELLO 88 5683 227 354 74 142 570 PIOZZANO 23 1218 53 29 21 27 77 PODENZANO 230 166217 613 3673 542 431 4646 PONTE DELL'OLIO 128 117 155 400 641 201 404 1246 PONTENURE 125 102153 380 1805 437 387 2629 RIVERGARO 123 143150 416 350 335 418 1103 ROTTOFRENO 208 238204 650 1548 775 443 2766 S.GIORGIO 120 89118 327 489 202 281 972 S.PIETRO IN CERRO 26 15 21 62 53 47 40 140 SARMATO 93 4561 199 409 98 134 641 TRAVO 34 2752 113 58 37 88 183 VERNASCA 82 2245 149 171 30 77 278 VIGOLZONE 109 72102 283 898 125 176 1199 VILLANOVA 62 4144 147 444 70 100 614 ZERBA 5 34 12 5 4 8 17 ZIANO 134 2845 207 318 46 66 430 Provincia 6254 65459551 22350 37539 16864 27646 82049 Tab. 1.11 – Comuni della Provincia di Piacenza. Imprese e occupati al Censimento 2001, in totale e nei settori dell’industria, commercio e servizi. Fonte: Istat.

IMPRESE OCCUPATI FASCIA ALTITUDINALE IND COMM SERV TOTALE IND COMM SERV TOTALE PIANURA 3774 45286973 15275 27053 12572 22442 62067 COLLINA 2106 1676 2081 5863 9574 3738 4254 17566 MONTAGNA 374 341497 1212 912 554 950 2416 Provincia 6254 65459551 22350 37539 16864 27646 82049 Tab. 1.12 – Fasce altitudinali della Provincia di Piacenza (secondo Istat). Imprese e occupati al Censimento 2001, in totale e nei settori dell’industria, commercio e servizi. Fonte: Istat.

11 L’industria manifatturiera ha un peso sull’universo produttivo locale pari al 14% in termini di unità produttive e superiore al 30% in termini occupazionali; forte inoltre a livello locale il settore delle costruzioni con una incidenza superiore al 10%. Nell’ambito dell’industria manifatturiera, peso prevalente a livello locale ha il settore della meccatronica, in cui la nostra provincia mostra una chiara specializzazione: opera nel settore il 45% delle unità produttive, che assorbono il 49% dell’occupazione manifatturiera. Considerevole inoltre il peso dell’industria agroalimentare: 12% la percentuale di addetti e 15% delle unità produttive, percentualmente simile a quello che il settore riveste nella regione; segue per rilevanza il settore del tessile abbigliamento, che ha tuttavia nel tessuto produttivo locale un peso nettamente inferiore rispetto alla media regionale. La struttura produttiva locale è caratterizzata poi da una elevata terziarizzazione: svolgono attività Fig. 1.13 – Numero di occupati per Comune (dati di servizio il 72% delle imprese stanziate sul Censimento 2001) nostro territorio, ed esse occupano più della metà della forza lavoro. Le imprese commerciali rappresentano un terzo del sistema produttivo locale, con un peso occupazionale del 22% circa; opera nel campo dei servizi alle imprese (attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, ecc.) il 16% delle imprese, seguono il settore dei trasporti e comunicazioni e quello dei servizi turistici. Allo stato di fatto dei fattori di pressione antropica sul territorio e sulla qualità dell’aria devono infine essere aggiunti anche i nuovi insediamenti produttivi, commerciali e residenziali, e le nuove infrastrutture che sono già in corso di realizzazione o che si prevede verranno realizzate nell’immediato futuro: nuovi insediamenti produttivi e logistici interesseranno i comuni di Piacenza, Monticelli, Castelvetro, Pontenure, Cadeo, Fiorenzuola, Carpaneto, Rottofreno, Castel S. Giovanni; nuovi grandi insediamenti commerciali interesseranno i comuni di Piacenza, Pontenure, Fiorenzuola, Castelvetro, Castel S. Giovanni; il sistema delle infrastrutture stradali vedrà poi la realizzazione o il completamento di diverse tangenziali (Piacenza, Pontenure, Fiorenzuola, S. Giorgio, Lugagnano) e il 2° ponte sul Po, con spostamenti di flussi di traffico ma anche maggiori fluidità e velocità.

12 2. Elementi di sintesi: le fonti di emissione.

2.1 - Sostanze inquinanti con effetti sulla salute e l’ambiente.

Con il termine inquinante s’intende (D. Lgs. 4 agosto 1999, n. 351): “qualsiasi sostanza immessa direttamente o indirettamente dall’uomo nell’aria ambiente che può avere effetti dannosi sulla salute umana o sull’ambiente nel suo complesso”. La rete provinciale di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico, attiva già dagli anni ‘70, è in gran parte di proprietà dell'Amministrazione Provinciale di Piacenza e della Regione Emilia Romagna; è costituita da diverse stazioni distribuite sul territorio provinciale e nei principali centri urbani ed è gestita da Arpa. La rete di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico, per la quale è in corso la richiesta di certificazione di qualità secondo le norme ISO9001, oltre ai principali parametri meteorologici rileva i seguenti inquinanti:

- biossido di zolfo (SO2); - polveri totali sospese e polveri con diametro inferiore a 10 μm (PM10);

- ossidi di azoto (NOx); - monossido di carbonio (CO);

- ozono (O3) - benzene. I dati rilevati tramite la strumentazione installata all’interno delle stazioni sono raccolti ed archiviati presso il centro provinciale Arpa in via XXI Aprile n.48, che a sua volta alimenta la base di dati del Centro di Coordinamento delle reti della Regione Emilia-Romagna. La concentrazione degli inquinanti, nei vari punti dell’atmosfera, è determinata da: - numero e intensità delle sorgenti di inquinamento; - distanza dalle sorgenti; - trasformazioni chimico-fisiche cui vengono sottoposti mentre si trovano nell’atmosfera; - condizioni meteorologiche locali e a grande scala. Per i fenomeni di inquinamento a scala locale l'influenza maggiore sul trasporto e la diffusione atmosferica degli inquinanti è dovuta all'intensità ed alla direzione del vento, alle condizioni di turbolenza (meccanica e termodinamica) degli strati bassi atmosferici ed ad altri effetti meteorologici quali l'incanalamento del vento nelle strade urbane (effetto Street Canyon). Considerando zone urbane a piccola scala a parità di emissione di inquinanti dalle sorgenti, si registra che le concentrazioni in aria sono minori quando il vento è moderato o forte e l'atmosfera è instabile negli strati bassi; le concentrazioni elevate in aria si verificano invece quando vi è un’inversione del gradiente termico verticale, in particolare nelle ore notturne in condizioni di alta pressione e con vento debole, oppure in condizioni di nebbia persistente che determina processi di accumulo. Per capire la distribuzione degli inquinanti è necessario conoscere, oltre alle caratteristiche qualitative, quantitative e temporali delle emissioni, i processi meteorologici che regolano il comportamento dinamico della bassa troposfera (vale a dire di quella parte dell’atmosfera a diretto contatto con la superficie terrestre “spessa” qualche centinaio di metri).

13 Biossido di Zolfo (SO2) Caratteristiche: gas incolore, tossico, dall'odore pungente ed irritante la cui presenza si avverte (soglia olfattiva) per concentrazioni a partire da 800 μg/m³ (0,3 ppm); il fondo naturale è pari a circa 0.0004 ppm (1 μg/m3). Fonti di emissione: questo gas si forma principalmente durante la combustione di sostanze organiche che contengono zolfo, quali ad es. carbone, olio combustibile e gasolio per autotrazione o per riscaldamento che sono tutti prodotti caratterizzati dalla presenza di percentuali di zolfo nell'ordine di 0,1 - 1% o superiori e che, durante la combustione, si trasforma in SO2. L’emissione di anidride solforosa deriva quindi principalmente, in ambito urbano, dai motori alimentati a gasolio, dalla lavorazione di molte materie plastiche e dagli impianti per la produzione di energia, dal riscaldamento domestico. Effetti sulla salute: esposizioni prolungate a questo gas in concentrazioni di 2 ppm (5.200 μg/m3) possono provocare irritazione alle mucose nasali, bronchiti, tracheiti, malattie polmonari in genere e l'aggravamento di malattie cardiovascolari. Il biossido di zolfo in presenza di nebbia amplifica i suoi effetti tossici, infatti si solubilizza velocemente in acqua e associato alle polveri fini può arrivare in profondità nell'apparato polmonare causando bronco-costrizione, irritazione bronchiale e bronchite acuta. L'esposizione a livelli di concentrazione anche bassi, per esempio 0.01 ppm (26 μg/m3), ma protratta per lungo tempo, per esempio circa un anno, comporta un aumento dei ricoveri ospedalieri e delle malattie cardiovascolari. I danni dovuti alla esposizione alla SO2 sono amplificati nei fumatori e negli asmatici.

Per quanto concerne il suo ruolo in atmosfera, il biossido di zolfo (SO2) può facilmente essere ossidato ad SO3 e (con acqua) produrre acido solforico. In tale forma è uno dei principali responsabili dei processi di acidificazione dell’atmosfera (piogge acide), che hanno effetti negativi sia sull’intero ecosistema. Negli ultimi anni, in seguito agli interventi operati sulla qualità dei combustibili, l’emissione di biossido di zolfo nelle aree urbane è stata drasticamente ridotta e, fortunatamente la sua concentrazione è andata diminuendo nel tempo. I limiti dettati dal DM 60 del 2002 prevedono: - 350 μg/m³ valore limite orario per la protezione della salute umana (dal 1 gennaio 2005); - 125 μg/m³ valore limite di 24 ore per la protezione della salute umana da non superare più di 3 volte nell’anno; - 500 μg/m3 (soglia d’allarme) misurati per 3 ore consecutive. Monossido di Carbonio (CO) Caratteristiche: gas tossico, incolore e inodore. Questo gas si forma prevalentemente durante la combustione di idrocarburi o in generale di sostanze organiche in condizioni di carenza di ossigeno. Esso ha un lungo tempo di persistenza nell'aria. Le fonti di rimozione del CO sono l'ossidazione nell'aria a CO2 e l'assorbimento da parte delle piante. Fondo naturale: nell'aria pulita è presente in un intervallo di concentrazione che va da 0.01 a 0.20 ppm (corrispondenti a 0.0115 mg/m3 e 0.23 mg/m3). Fonti emissive: tutte le combustioni di sostanze organiche producono CO. La maggior quantità di questo gas è prodotta dagli autoveicoli (particolarmente per veicoli alimentati a benzina, con avviamento a freddo, mentre in quelli a ciclo Diesel la quantità è minima perché la combustione avviene con eccesso d’aria) e dall'industria (impianti siderurgici e raffinerie di petrolio). Effetti sulla salute: se respiriamo aria contenente il gas CO si ha la produzione della carbossiemoglobina nel sangue. Quando la proporzione di carbossiemoglobina rispetto all’emoglobina è alta il sangue non riesce più a svolgere quella che è la sua funzione principale: il

14 trasporto di ossigeno ai tessuti. Gli effetti dannosi della esposizione al CO sono quindi da imputare a una carenza di ossigeno nel sangue. Molte malattie cardiache sono aggravate da una esposizione al gas CO. Una esposizione a concentrazioni dell'ordine di 2000 ppm (2300 mg/m3) per 15 minuti è mortale. Una esposizione prolungata per diverse ore a concentrazioni dell'ordine di 50 - 100 ppm (57 - 115 mg/m3) causa vertigine, cefalea e indebolimento generale ma non è mortale. Una esposizione prolungata per diverse ore a concentrazioni dell'ordine di 10 - 30 ppm (11 - 34 mg/m3) causa allungamento dei tempi di reazione e difficoltà a svolgere attività fisica impegnativa. Il ruolo del monossido di carbonio nella chimica troposferica delle aree industrializzate è di trascurabile importanza, data la scarsa reattività di questa molecola. Il tempo medio di residenza del CO in atmosfera è abbastanza elevato (circa quattro mesi) e quindi può essere utilizzato come tracciante dell'andamento temporale degli inquinanti primari al livello del suolo. I valori limite imposti dal DM 60/2002 per il monossido di carbonio sono: 10 mg/m³ per la concentrazione media di 8 ore.

Biossido di Azoto (NO2) Caratteristiche: gas di colore rosso-bruno, di odore pungente e soffocante, altamente tossico e forte ossidante. Contribuisce alla formazione dello smog fotochimico. Insieme all'anidride solforosa contribuisce alla formazione delle piogge acide che danneggiano boschi e monumenti. Il gas NO2 è un corrosivo per i metalli e le fibre tessili. Il colore nerastro della cappa di smog presente sopra le aree inquinate, che si può ben vedere guardando dall'alto e da lontano, è dato anche dal biossido di azoto oltre che dalle polveri. Per la precisione il gas NO2 contribuisce con una componente rosso- bruna al colore della cappa di smog. Fondo naturale: nell'aria pulita è presente a concentrazioni che vanno da 0.0002 ppm a 0.005 ppm (da 0.38 a 9.4 μg/m3). La soglia olfattiva è tra 200 μg/m3 e 410 μg/m3 (si deve però tenere presente che si produce subito assuefazione e dopo poco l'odore di NO2 non viene più avvertito anche se è presente alla stessa concentrazione).

Fonti di emissione: Fonte principale di ossidi d’azoto (NOX) è l’azione batterica sul materiale organico. Qualunque tipo di combustione o fiamma che avvenga in presenza di aria produce comunque varie forme di ossidi di azoto (principalmente NO ma anche NO2 e N2O) a causa della reazione dell'azoto (N2) con l'ossigeno (O2) contenuti nell'aria stessa. Successivamente alla combustione continua a formarsi NO2 grazie alla ossidazione di NO nell’atmosfera. Il tempo di permanenza medio degli ossidi di azoto nell'aria è molto breve: circa 3 giorni per NO2 e 4 per NO. Le principali sorgenti di NO2 di natura antropica sono il traffico veicolare, gli impianti di riscaldamento, le centrali termoelettriche e numerose attività produttive.

Effetti sulla salute: come il CO anche NO2 agisce sull'emoglobina, infatti questo gas ossida il ferro dell'emoglobina producendo metaemoglobina che non è più in grado di trasportare ossigeno. Una esposizione a concentrazioni dell'ordine di 500 ppm (950.000 μg/m3) per pochi minuti è mortale. Una esposizione a concentrazioni dell'ordine di 10 - 40 ppm (19.000 - 76.000 μg/m3) per pochi minuti può causare fibrosi ed enfisema polmonare. Esposizioni continuative a concentrazioni dell'ordine di 1000 μg/m3 aumentano la probabilità di contrarre infezioni polmonari ed esasperano i sintomi dei soggetti asmatici. Il biossido d'azoto gioca un ruolo centrale in molti processi inquinanti, ed è l'intermedio fondamentale per la produzione di ozono e dello smog fotochimico in generale. Limiti di legge: - 250 μg/m3 valore limite orario per la protezione della salute umana dal 1 gennaio 2005; - 200 μg/m3 valore limite orario per la protezione della salute umana dal 1 gennaio 2010; - 50 μg/m3 valore limite annuale per la protezione della salute umana dal 1 gennaio 2005; - 40 μg/m3 valore limite annuale per la protezione della salute umana dal 1 gennaio 2010;

15 - 400 μg/m3 (soglie d’allarme) misurati per 3 ore consecutive.

Ammoniaca (NH3) L’ammoniaca è un gas alcalino composto da una parte di azoto e da tre parti di idrogeno; è privo di colore ed è caratterizzato dal tipico odore pungente e da una grandissima solubilità in acqua. Nell’inquinamento atmosferico svolge un’importante ruolo quale precursore di aerosol secondari e, per quanto riguarda la salute umana, ha azione irritante sulle mucose della congiuntiva, delle narici e della faringe a funzione ustionante. La concentrazione massima ammissibile raccomandata nei luoghi di lavoro, con esposizione di 8 ore per 5 giorni alla settimana, è di 25 ppb in volume d’aria. L’ammoniaca viene utilizzata in vari processi industriali (fabbricazione di esplosivi, fibre sintetiche quali nylon e composti plastici) e nella produzione di fertilizzanti. Consistenti emissioni in atmosfera di NH3 sono costituite da allevamenti ed impianti di trattamento di rifiuti (nel caso in esame impianto di compostaggio), ma anche da traffico veicolare. Nella simulazione attuata nel presente lavoro i valori di ammoniaca sono stati calcolati come medie orarie. Composti organici volatili (COV) Con questo termine, COV, si intende un insieme di sostanze di natura organica che si trovano in atmosfera principalmente in fase gassosa. Il numero dei composti organici volatili osservati in atmosfera, sia in aree urbane che rurali, è molto alto e comprende oltre agli idrocarburi (composti contenenti soltanto carbonio e idrogeno) anche specie ossigenate quali chetoni, aldeidi, alcoli, acidi ed esteri. La presenza in atmosfera di queste sostanze è principalmente dovuta a: • combustione incompleta degli idrocarburi; • combustione del legno e della materia organica; • evaporazione di solventi e carburanti; • processi produttivi nelle industrie chimiche di trasformazione. Tra alcuni importanti idrocarburi aromatici, responsabili dell’inquinamento in ambiente urbano, da ricordare sono: benzene, toluene, xileni ed etilbenzene. In particolare il benzene è la specie di maggiore interesse per l’inquinamento urbano: questo oltre ad essere prodotto da processi combustivi (autotrazione, produzione d’energia, riscaldamento domestico), veniva ampiamente utilizzato, prima che fosse riconosciuta la sua potenziale cancerogenicità, come solvente e nella produzione di composti chimici. Il principale ruolo atmosferico dei composti organici volatili è connesso alla formazione di inquinanti secondari.

Benzene (C6H6) Caratteristiche: è un idrocarburo aromatico e viene analizzato a parte. Non esiste una fonte naturale rilevante di benzene; esso ha un'origine industriale di sintesi o di estrazione insieme al petrolio. Il benzene emesso nell'aria ha un tempo di dimezzamento della concentrazione di circa 1 giorno in presenza però non di aria pura ma di aria inquinata da ossidi di azoto e ossidi di zolfo (che fungono da iniziatori della decomposizione). Negli anni '80 la produzione mondiale di benzene era stimata in 14 milioni di tonnellate. Dato l'ampio uso che ne viene fatto il benzene si trova nell'aria in concentrazioni che vanno da 3 a 160 μg/m3. I valori più alti vengono trovati in città. La maggior sorgente di benzene è quella dovuta all'emissione dei motori a benzina e all'evaporazione durante il trasporto e la manipolazione delle benzine o del benzene stesso o di composti che lo contengono. Fondo naturale: praticamente assente. Effetti sulla salute: è una sostanza tossica e cancerogena. E' mortale una dose di 63.800 mg/m3 per 5 - 10 minuti. Causa sintomi neurotossici a concentrazioni maggiori di 3.200 mg/m3. Esposizioni a concentrazioni dell'ordine di 100 mg/m3 causano gravi danni al midollo osseo con conseguente diminuzione nel sangue di leucociti e linfociti e anemia.

16 Il benzene ha effetti cancerogeni. In questo caso non esiste una soglia limite al di sotto della quale non si hanno effetti: qualunque dose con tempi di esposizione più o meno lunghi può causare un tumore. Il cancro indotto dall'esposizione ad agenti tumorali generalmente ha dei tempi di latenza di 15 o 30 anni. Si deve però tenere presente che esiste una relazione dose-effetto, nel senso che esposizioni a dosi sempre più alte aumentano sempre più la probabilità di sviluppare un tumore. E' stato stimato che l'esposizione continua per tutta la durata di vita media alla dose di 1 μg/m3 produce una probabilità di contrarre un tumore di 4x10-6, ovvero se 1 milione di persone fossero esposte durante la loro vita continuamente al benzene con una concentrazione di 1 μg/m3 allora 4 di esse contrarrebbero un tumore dovuto al benzene. Il fumo della sigaretta contiene benzene nella concentrazione variabile da 150.000 a 204.000 μg/m3. Limiti di legge: - 9 μg/m3 come media annuale valore limite per la protezione della salute umana (1/1/2006); - 5 μg/m3 come media annuale valore limite per la protezione della salute umana (1/1/2010).

Ozono (O3) Caratteristiche: gas incolore, dall'odore pungente, fortissimo ossidante (l'odore dell'ozono è quello che si avverte per esempio in vicinanza di scariche elettriche e viene prodotto a partire dall’ossigeno). Nelle aree popolate del pianeta (aree urbane e suburbane ed aree rurali inquinate) interessate dalla presenza di inquinanti primari antropogenici il principale meccanismo di produzione dell’ozono è costituito dal processo chimico fisico che prende il nome di smog fotochimico; di quest’ultimo perciò l’ozono è considerato il principale tracciante. Per smog fotochimico si intende il prodotto di reazioni tra ozono, ossidi di azoto e composti organici volatili catalizzate dalla radiazione solare. L’ozono è un forte ossidante e reagisce chimicamente con una grande quantità di sostanze presenti nell’aria e sul suolo.

Fondo naturale: molto variabile, circa 0.003 - 0.04 ppm (6 - 80 μg/m3). La variabilità del fondo naturale di ozono dipende principalmente dal regime dei venti, i quali talvolta possono portare a livello del suolo l'ozono presente normalmente alle alte altitudini dell'ozonosfera. L'ozonosfera è lo strato dell'atmosfera, di altezza compresa fra 15 e 50 Km circa, che contiene l'ozono formatosi spontaneamente dalla dissociazione radicalica dell'ossigeno ad opera dei raggi UV. Nell'ozonosfera la concentrazione dell'ozono è circa 10 ppm. Fonti di emissione: a livello del suolo l’ozono si forma in presenza di inquinanti precursori, quali ossidi di azoto e composti organici volatili, grazie all’energia solare ed è pertanto un inquinante secondario (con il termine inquinante secondario si indica un inquinante che non è immesso direttamente in atmosfera dalle varie fonti di inquinamento, ma che si forma successivamente grazie a una serie di reazioni chimiche con altri inquinanti presenti nell'aria e/o con altri gas dell'atmosfera). La produzione ha inizio dalla fotolisi del biossido di azoto (scissione di questa molecola da parte della radiazione solare in monossido di azoto ed ossigeno atomico <1>) seguita dalla combinazione dell’ossigeno atomico con l’ossigeno atmosferico <2>: NO2+ radiazione solare → NO+O <1> O+O2 → O3 <2> La sequenza di queste reazioni di per sè genera una quantità molto limitata di ozono in quanto quest’ultimo una volta prodotto può a sua volta reagire con il monossido di azoto formatosi con la prima reazione per riformare il biossido di azoto: O3+NO → NO2+ O2 <3> In atmosfera però sono presenti specie molto reattive chiamate radicali perossialchilici (RO2) prodotte dalla ossidazione degli idrocarburi presenti in atmosfera. Il monossido di azoto reagisce con questi radicali secondo questa reazione:

17 NO+RO2 → NO2+ RO <4> In presenza di radicali perossialchilici la reazione che riforma il biossido di azoto <3> non ha modo di avvenire essendo rimosso il reagente NO da quest’ultima reazione. Pertanto l’ozono si può accumulare in atmosfera a seguito delle reazioni <1> e <2>. Riassumendo, le specie atmosferiche che controllano la produzione di ozono sono gli ossidi di azoto e gli idrocarburi (in generale composti organici volatili). In prossimità di sorgenti emissive di grandi quantità di ossidi di azoto a causa dell’azione riducente del protossido e del monossido di azoto può accadere che la concentrazione dell’ozono sia più bassa nei centri urbani che nelle zone rurali, infatti i venti trasportano l'ozono e i suoi precursori lontano dalle zone urbane e qui, nelle intense giornate di sole, l'ozono si forma ma non viene consumato. Il tempo di persistenza dell'ozono nell'aria è di poche ore in presenza di altri inquinanti atmosferici, in particolare in presenza di monossido di azoto e idrocarburi, mentre nell'aria pulita l'ozono può rimanere anche alcuni mesi. Effetti sulla salute: a concentrazioni di 0.1 ppm (200 μg/m3) provoca bruciore agli occhi, irritazione alla gola e alle vie respiratorie e secchezza delle fauci. A concentrazioni maggiori si ha una menomazione delle funzioni respiratorie e maggiore frequenza di attacchi asmatici. A elevate concentrazioni (oltre 2 ppm - 4.000 μg/m3 e oltre) può provocare la morte per edema polmonare. Studi sugli effetti dell’ozono a breve termine hanno evidenziato, nella stagione estiva, oltre ad un aumento dei ricoveri ospedalieri per problemi respiratori, anche un aumento nelle cause di morte stimabile nello 0,41 % per ogni aumento di 10 μg/m3. Inoltre l'ozono provoca danni sulla vegetazione e quindi anche sui raccolti. Limiti di legge: IL D.Lgs. n. 183 del 21/05/2004 ha introdotto nuove definizioni e nuovi valori per i limiti delle concentrazioni di ozono nell’aria ambiente. Sono state infatti individuate due tipi di soglie, nonché il valore bersaglio per la protezione della salute umana e l’ obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana: • soglia di informazione: concentrazione media oraria superiore a 180 µg/m3 ; • soglia di allarme: concentrazione media oraria superiore a 240 µg/m3 (misurata per tre ore consecutive); • valore bersaglio per la protezione della salute umana: concentrazione massima giornaliera della media di 8 ore consecutive superiore a 120 µg/m3 da non superare per più di 25 giorni per anno civile come media su 3 anni e con verifica dal 2010; • obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana: concentrazione massima giornaliera della media di 8 ore consecutive superiore a 120 µg/m3 da non superare nell’arco di un anno civile, avendo come riferimento per il riesame dei progressi l’anno 2020.

Particolato (PTS, PM10, PM2,5, PM1, ecc.) Caratteristiche: il particolato atmosferico è costituito da una miscela complessa di sostanze organiche ed inorganiche che si trovano sospese nell’aria allo stato solido, liquido e solido/liquido. Queste particelle sospese nell’aria variano in: grandezza, composizione ed origine. Sono in uso diversi modi di classificazione delle particelle sospese, i più comuni sono i seguenti: particelle grossolane (coarse) al di sopra dei 2,5 μm e particelle fini (fine) al di sotto dei 2,5 μm; primarie (quando emesse direttamente dalla sorgente) e secondarie (che si formano in una fase successiva a seguito di processi chimico/fisici). Le particelle secondarie solitamente sono quelle più piccole che si formano ad es. per ricondensazione dei vapori metallici ed organici oppure trasformazione di gas-in-particelle. La frazione fine contiene la maggior parte dell’acidità e dell’attività mutagena del particolato mentre le particelle più grandi contengono le polveri che

18 provengono dal terreno, dalle strade e dalle industrie. Le particelle ultrafini, come numerosità, sono oltre il 90 % del totale mentre contribuiscono solo a qualche percento in termini di massa; in base al diametro: PM10 (particelle con diametro inferiore a 10 μm), PM0,1 (particelle con diametro inferiore a 0,1 μm). La classificazione per diametro è forse la più comune poiché è la dimensione a governare i processi del trasporto, della ricaduta e dell’inserimento nel sistema respiratorio: al di sotto di 0,1 μm le particelle possono terminare negli alveoli e nei bronchi. I diametri delle particelle sospese possono variare da 0,001 μm a 100 μm. Nella fig. 2.1 si può osservare l’immagine di un campione di particelle sospese realizzata con il microscopio elettronico.

Fig. 2.1: Immagine al microscopio elettronico di un particolato atmosferico campionato su un filtro in prossimità di una strada; le sfere scure (scarichi motori diesel) dominano il campione.

La cappa di smog nerastra che vediamo sopra le grandi città è dovuta principalmente alla presenza di polvere aerodispersa e al biossido di azoto. Le polveri possono influire sul clima: insieme alla CO2 contribuiscono al riscaldamento dell'atmosfera per effetto serra. Con il termine "particelle totali sospese - PTS" s’intende l'insieme delle polveri presenti in atmosfera ovvero aventi granulometria fino a 100 μm. Fondo naturale: Il vento alza la polvere e le particelle più piccole (cioè quelle dal diametro minore di circa 0.1 mm) rimangono in aria per diverso tempo. Inoltre sempre il vento sul mare forma spruzzi di acqua salata in cui l'acqua evapora e il sale rimane sotto forma di piccolissime particelle solide. Nei boschi le polveri possono essere costituite solo da pollini in determinati periodi dell'anno. L'eruzione di un vulcano produce immense quantità di polvere che può essere trasportata su lunghissime distanze (più le polveri arrivano alte e più saranno trasportate lontano, al limite un'esplosione di un vulcano può scagliare polveri nella stratosfera e da qui fare il giro del mondo più volte). Le tempeste di polvere nei deserti trasportano polveri su lunghe distanze (la polvere del Sahara può arrivare in Europa e persino nell'Amazzonia). Esiste quindi un fondo naturale di polvere anche se non ben quantificabile in quanto soggetto a notevole variabilità. Fonti di emissione: come si può dedurre da quanto sopra riportato le polveri hanno sia un’origine naturale che una antropica. Per quanto riguarda la seconda si può dire che tutte le combustioni (in particolare di composti organici liquidi e solidi) producono polvere.

19 Effetti sulla salute: gli effetti dannosi delle polveri investono principalmente l'apparato respiratorio ma non solo, studi recenti hanno infatti dimostrato che l’inquinamento da polveri provoca anche gravi danni nel sistema cardiovascolare. Le particelle più grandi, cioè con diametro maggiore a 5-10 μm, si fermano nelle parti meno profonde dell'apparato respiratorio e vengono quindi riespulse insieme al muco dalle cellule ciliate. Sono invece molto più pericolose le particelle del diametro minore di 2,5 μm perché esse possono arrivare sino agli alveoli polmonari e da qui vengono espulse molto più lentamente, dando luogo a un possibile assorbimento nel sangue delle particelle stesse con conseguente intossicazione. Inoltre le particelle che possono essere sia solide che liquide, adsorbono facilmente sostanze inorganiche e organiche e quindi possono agire come vettori per il trasporto di sostanze anche cancerogene, come il benzene, il benzopirene e le diossine. I danni prodotti dalle particelle sospese sono amplificati nei fumatori perché il fumo inibisce e rallenta l'attività di pulizia delle cellule ciliate (che vengono letteralmente bruciate dal calore e dagli acidi del fumo) con conseguente accumulo delle polveri stesse nei polmoni. Limiti di legge: PM10 - 50 μg/m3 valore limite per la protezione umana da non superare più di 35 volte in un anno; - 40 μg/m3 valore limite annuale per la protezione della salute umana; - 50 μg/m3 valore limite per la protezione umana da non superare più di 7 volte in un anno in vigore a partire dal 1 gennaio 2010; - 20 μg/m3 valore limite annuale per la protezione della salute umana in vigore a partire dal 1 gennaio 2010; Nella tabella 2.2 si riportano gli effetti principali – per esposizioni a breve e a lungo termine - sulla salute umana da parte di tre inquinanti molto diffusi: polveri, ozono e biossido d’azoto. A titolo informativo si riportano anche le conclusioni dello studio MISA (Metanalisi italiana degli studi sugli effetti a breve termine dell’inquinamento atmosferico) che ha riguardato 15 città italiane, tra i principali centri urbani del paese per un totale di 9 milioni e centomila abitanti, nel periodo 1996-2002: “…… L'impatto complessivo sulla mortalità per tutte le cause naturali è compreso tra 1'1.4% ed il 4.1% per gli inquinanti gassosi (NO2 e CO). Molto più imprecisa è la valutazione per il PM10, date le differenze delle stime di effetto tra le città in studio (0.1%;3.3%). I limiti fissati dalle direttive europee per il 2010, se applicati, avrebbero contribuito a evitare circa 900 decessi ' ' (1.4%) per il PM10 e 1.400 decessi per l NO2 (1.7%) nell insieme delle città considerate, usando le stime città-specifiche a posteriori.”

EFFETTI CORRELATI AD ESPOSIZIONI A EFFETTI CORRELATI AD ESPOSIZIONI A INQUINANTI BREVE TERMINE LUNGO TERMINE Infiammazioni polmonari Diminuzione della funzionalità/capacità conseguenze sul sistema cardiovascolare polmonare sia nei bambini che negli adulti Diminuzione della funzionalità/capacità Aumento delle bronchiti croniche PARTICELLE SOSPESE polmonare Riduzione della aspettativa di vita per Aumento dei ricoveri ospedalieri l’aumento della mortalità per cause Aumento della mortalità cardiopolmonari e per cancro ai polmoni.

Diminuzione della funzionalità/capacità polmonare Diminuzione della funzionalità/capacità OZONO Infiammazioni polmonari polmonare Aumento dei ricoveri ospedalieri Aumento della mortalità Diminuzione della funzionalità/capacità polmonare in particolare nei confronti dei Diminuzione della funzionalità/capacità sofferenti di asma polmonare BIOSSIDO D’AZOTO Aumento delle infiammazioni delle vie Aumento delle malattie del sistema respiratorie da allergie respiratorio Aumento dei ricoveri ospedalieri Aumento della mortalità Tabella 2.2 : Effetti significativi associati all’esposizione di diversi inquinanti (tratto dal WHO project: “systematic review of health aspects of air pollution in Europe”.)

20 2.2 - Attività Produttive Le emissioni inquinanti in atmosfera originate da attività produttive e di servizio sono attualmente regolamentate dalla Parte V del Dlgs 152/2006 e dalle successive legislazioni regionali (LR 6/2006 dell’Emilia Romagna). La Parte V del Dlgs 152/2006 è entrata in vigore il 29/04/06 ed ha sostituito a tutti gli effetti il DPR 203/1988 e, di conseguenza, le legislazioni regionali pregresse. Poichè il presente Quadro Conoscitivo si riferisce all’anno 2004, le attività produttive prese in considerazione fanno riferimento al DPR 203/1988. Il DPR 203, recante norme in materia di qualità dell’aria relativamente a specifici inquinanti e all’inquinamento prodotto da impianti industriali, all’art. 7 attribuiva alla Regione la competenza al rilascio dell’autorizzazione per le emissioni in atmosfera provenienti da stabilimenti o altri impianti fissi che servono per usi industriali o di pubblica utilità e possano provocare inquinamento atmosferico, ad esclusione delle centrali termoelettriche con potenza maggiore di 300 MW e delle raffinerie sulle quali ha competenza il Ministero delle Attività Produttive. Con LR 23.10.89 n. 36 prima e LR 21.4.99 n. 3 poi, la Regione Emilia Romagna aveva delegato alle Amministrazioni Provinciali le funzioni amministrative inerenti le autorizzazioni per le emissioni in atmosfera. Erano fondamentalmente tre le situazioni in cui il privato faceva ricorso al DPR 203/88: l’autorizzazione alle emissioni per un impianto esistente alla data di entrata in vigore del decreto (Art. 12), l’autorizzazione per un nuovo impianto (art. 6) e l’autorizzazione per una modifica sostanziale o un trasferimento dell’impianto esistente (art. 15); sulla base di queste tre differenti tipologie autorizzative sono stati realizzati a cura del Servizio Ambiente della Provincia due distinte banche dati, per l’archiviazione delle informazioni relative alle sorgenti di emissione e per la gestione del procedimento amministrativo. Attività autorizzate ai sensi del DPR 203/88. Relativamente alle emissioni per impianti nuovi o modificati o trasferiti, le informazioni contenute nel database provinciale sono relative alle caratteristiche fisico – chimiche delle emissioni, alla loro localizzazione geografica e agli eventuali controlli. Con tali dati a disposizione è pertanto possibile stimare con precisione l’entità dell’inquinamento prodotto dalle singole aziende e la sua localizzazione territoriale. Per il calcolo del flusso di massa emesso da ogni sorgente sono stati utilizzati: • i dati relativi agli autocontrolli per le emissioni di cui si disponeva di tali informazioni • i valori autorizzati per le emissioni di cui non erano disponibili misure di emissione; questa assunzione conduce ad una relativa sovrastima delle emissioni di PTS, PM10 e prodotti di combustione (NOx e, soprattutto, SO2). Al fine di minimizzare la stima in eccesso si è ritenuto di procedere in due differenti modi: 1. per il materiale particellare si è tenuto conto del sistema di abbattimento adottato, riducendo pertanto il valore di polveri emesse se è installato un sistema di abbattimento e ponendo invece uguale al limite di concentrazione l’emissione nel caso non vi fosse sistema di abbattimento 2. per le emissioni derivanti da processi di combustione, sulla base della potenza, del tipo di combustibile e della durata, si sono calcolati i flussi di massa emessi applicando fattori di emissione disponibili in bibliografia. Il ricorso ai fattori di emissione di EPA ed ANPA ha consentito di stimare l’emissione da impianti termici di PM10, NOx, SO2, CO, N2O, CO2, TOC, CH4 e NMVOC. Si segnala che la valutazione dell’emissione da impianti termici di CO, N2O, CO2, TOC, CH4 e NMVOC non sarebbe stata possibile utilizzando i valori autorizzati, in quanto sia i decreti attualmente vigenti, sia i criteri CRIAER individuano, quali inquinanti da normare, solo il materiale particellare, gli ossidi di azoto e di zolfo.

Alle emissioni delle attività autorizzate sono state aggiunte inoltre anche quelle delle tre Centrali Termoelettriche autorizzate dal Ministero delle Attività Produttive. Per la centrale di Sarmato sono stati utilizzati i valori autorizzati dal Ministero, ciò porta ad una leggera sovrastima degli inquinanti emessi, in particolare del monossido di carbonio; per la centrale di Castelsangiovanni sono stati

21 utilizzati valori realmente misurati sia per quanto riguarda gli inquinanti espressamente indicati nell’autorizzazione (NOx e CO) sia per quanto riguarda i microinquinanti (tra cui il PM10) comunque riscontrati durante una apposita campagna di monitoraggio prescritta con l’autorizzazione ministeriale. Infine per la centrale di Piacenza, la cui conversione a ciclo combinato è prevista nel corso di un anno, sono stati utilizzati i dati emissivi relativi al funzionamento del 2004. Il calcolo del flusso di massa (massa/tempo) di ogni inquinante per ogni sorgente puntiforme autorizzata e inserita nel database è stato eseguito attraverso la semplice formula Q(kg*t)=P(Nm3/h)*C(mg/Nm3)*t(h)/106 Dove il flusso Q è espresso in kg per il numero t di ore dell’intervallo considerato (mese, anno), la portata P è espressa in normal metri cubi per ora e la concentrazione C dell’inquinante in mg per normal metro cubo. Poiché la durata dell’emissione, così come viene dichiarata e autorizzata, è espressa in ore/giorno o ore/anno, come giorni annui di funzionamento si sono utilizzate le informazioni riportate nelle istanze di autorizzazione, o, in caso di indisponibilità di tale dato, si sono usate durate differenziate a seconda dell’attività esercitata dalle Aziende. Il calcolo dei flussi di massa totali annuali prodotte da 3397 punti di emissione autorizzati sul territorio provinciale (limitatamente ai macroinquinanti) porta ai valori sintetizzati nella seguente tab. 2.3. PTS NO2 SO2 CO COV altre attività 372,06 5.625,88 2.146,75 338,84 1.445,83 Centrali 109,26 3.985,48 1.806,21 314,82 9,58 termoelettriche totale 481,32 9.611,36 3.952,96 653,66 1.455,41

Tab. 2.3 – Emissioni totali annuali autorizzate ai sensi DPR 203/88 in ton/anno.

Nella figura seguente sono riportati graficamente i valori riportati in tab. 2.3.

6.000,00 altre attività Centrali termoelettriche 5.000,00

4.000,00

3.000,00

2.000,00 flussi di massa [t/anno]

1.000,00

- PTS NO2 SO2 CO COV inquinanti

Fig. 2.4. Flusso di massa dei principali inquinanti emessi dalle aziende autorizzate ex D.P.R. 203/88.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle emissioni, la figura 2.5 (in cui si sono rappresentati i flussi di massa di polveri emessi in un anno in kg/anno) evidenzia che la maggior parte delle attività produttive con emissioni in atmosfera è concentrata nel comune di Piacenza e lungo le principali direttrici di traffico, ossia la via Emilia (SS n. 9) e la Padana Inferiore (ex SS n. 10). In blu sono state riportate le emissioni aventi un camino con altezza inferiore a 50 m dal piano campagna, considerabili areali dal punto di vista della diffusione dell’inquinamento prodotto, mentre in rosso sono state evidenziate le emissioni aventi un’altezza superiore o uguale a 50 metri, in grado di diffondere l’inquinamento su un’area superiore a quella circostante il camino.

22 In tab. 2.6 sono riportati i flussi di massa degli inquinanti stimati in emissione da camini autorizzati suddivisi per Comune (i Comuni che non compaiono hanno emissioni nulle).

Fig. 2.5. Ubicazione emissioni autorizzate esplicitamente ex D.P.R. 203/88. Flussi di massa polveri [kg/anno].

I dati comunali riportati in tab. 2.6 sono rappresentati graficamente: nelle figure seguenti (fig. 2.7, 2.8, 2.9, 2.10, 2.11 e 2.12) si sono rappresentati i flussi annui di polveri, PM10, ossidi di azoto, ossidi di zolfo, monossido di carbonio e composti organici volatili. Il ricorso ad un valore di emissione rapportato all’unità di superficie consente di aver un indicatore univoco per i Comuni provinciali. Il maggior carico inquinante di polveri per unità di superficie comunale si registra nei Comuni sede di importanti impianti quali centrali elettriche (Piacenza e Castelsangiovanni), cementifici (Piacenza e Vernasca), impianti di produzione pannelli in truciolati di legno (Caorso), mangimifici ed altre attività manifatturiere (Sarmato e Podenzano). Per quanto riguarda gli ossidi di azoto risulta evidente la differenza tra i Comuni che ospitano le due principali centrali di produzione energia (Piacenza, Sarmato e Castelsagiovanni), i cementifici (Piacenza e Vernasca) o gli impianti di stoccaggio gas (Cortemaggiore), rispetto a tutti gli altri Comuni.

23 COMUNE POLV PM10 NO2 SO2 COV_t CO PO4 NH3 HF HCL NA2O ALD AGAZZANO 23,35 19,21 1.024,51 201,38 89,93 - - 0,39 - - 3,82 - ALSENO 916,29 851,35 2.710,78 247,52 3.302,37 219,02 49,60 - - - - - BESENZONE 3.454,04 3.311,73 21.684,00 1.613,64 1.830,80 - 9,20 - - - 87,40 - BETTOLA 787,68 641,36 846,45 80,85 16,00 111,01 ------BOBBIO 22,63 18,10 - - 56,11 ------ 7.139,73 6.878,51 87.988,85 70.074,95 1.210,62 21.043,63 - - 1.146,76 11.167,80 528,00 28,85 CADEO 5.655,96 4.403,65 35.657,16 13.175,90 11.212,54 33.502,89 0,85 752,80 155,16 170,48 4,27 - CALENDASCO 4.271,68 3.619,01 17.884,03 6.684,32 16.507,33 7.558,84 17,44 - 16,72 - 22,33 - CAORSO 34.320,45 30.972,43 85.494,68 31.165,51 12.043,12 1.126,61 - - - 3.237,90 7,04 5.070,51 CARPANETO 7.951,64 7.042,72 33.648,64 36.435,10 36.344,34 2.077,57 13,17 - - - 1,87 - 21.419,64 17.692,70 2.302.945,60 67.449,80 28.099,84 54.692,38 - - - 15.048,00 15,30 - CASTELL'ARQUATO 135,70 123,55 348,48 3.326,40 5,00 31,68 ------CASTELVETRO P.NO 183,88 152,97 2.981,44 295,68 173,89 49,28 ------CORTEMAGGIORE 3.937,84 3.362,99 481.910,77 789,30 8.412,43 51.657,86 - - - 33,00 2,11 - FARINI 452,60 362,08 4.526,00 15.388,40 ------FIORENZUOLA D' 11.306,59 9.225,15 54.155,96 132.269,02 23.022,54 22.874,32 - - - - 43,30 3.340,36 GAZZOLA 773,55 648,77 23.419,41 1.993,40 1.232,00 28,53 - 904,98 52,80 - - - GOSSOLENGO 1.780,62 1.636,16 13.699,28 4.605,57 25.094,24 297,01 - - - 13,20 - - 1.724,56 1.417,80 49.616,90 17.599,44 858,92 25,41 325,00 - - - 325,00 - GROPPARELLO 3.189,74 2.667,09 2.688,24 369,60 62.201,90 44,06 ------LUGAGNANO VAL D'ARDA 4.620,87 3.920,15 26.531,64 19.224,03 5.196,31 133.424,40 102,10 1.202,03 2.082,13 2.758,01 107,92 - MONTICELLI D'ONGINA 1.407,47 1.175,65 26.067,44 8.735,15 5,17 78,68 ------NIBBIANO VAL TIDONE 482,47 400,16 6.270,31 860,97 1.021,09 33,71 0,71 1,84 - - - - PIACENZA 206.318,77 176.413,96 4.373.194,23 2.684.438,50 888.381,42 122.789,82 269,94 5.940,97 16.736,43 100.422,98 351,54 2.316,33 543,20 510,50 2.540,75 252,56 173,14 11,71 - 4,77 - - - - PIOZZANO 1,15 1,11 8,61 0,19 5,54 0,36 ------PODENZANO 30.041,56 25.186,30 257.003,75 469.524,71 55.241,60 3.109,44 94,03 490,26 346,37 468,33 583,60 427,21 PONTE DELL'OLIO 1.897,48 1.689,80 10.108,52 1.018,83 11.959,02 951,64 - - - - 423,96 - PONTENURE 3.928,28 3.505,82 46.468,37 3.888,04 30.798,38 1.625,20 - - - - - 364,92 RIVERGARO 7.878,44 7.264,74 70.439,10 9.802,71 20.487,26 ------ROTTOFRENO 10.968,72 10.052,76 44.971,32 43.670,13 60.512,80 193,19 26,40 251,81 6,51 72,58 618,71 - SAN GIORGIO P.NO 3.754,54 3.333,23 23.687,99 36.632,40 261,35 169,67 ------ 2.411,41 2.338,56 207,90 20,79 7.495,83 ------SARMATO 21.389,77 15.686,36 515.229,85 3.205,19 23.749,19 195.115,99 - - 225,03 - - 134,64 TRAVO 59,84 56,25 739,20 73,92 - 69,70 ------VERNASCA 72.458,32 70.284,57 975.744,00 252.252,00 67.914,00 - - - 4.851,00 29.106,00 - - VIGOLZONE 2.502,54 2.376,58 6.400,20 15.374,30 9.901,80 202,40 ------VILLANOVA SULL'ARDA 1.177,02 1.138,34 298,84 - 4.108,48 542,18 ------ZIANO 31,71 25,37 2.219,84 221,98 ------Totale complessivo 481.321,74 420.407,57 9.611.363,06 3.952.962,17 1.418.926,29 653.658,20 908,44 9.549,85 25.618,91 162.498,29 3.126,17 11.682,82

Tab. 2.6 - Flussi di massa annui [kg/anno] dei principali inquinanti emessi dalle emissioni autorizzate ex D.P.R. 203/88.

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Fig. 2.7. Emissione specifica [kg/ha] di Fig. 2.8 - Emissione specifica [kg/ha] di polveri da attività produttive autorizzate PM10 da attività produttive autorizzate suddivisa per comuni. suddivisa per comuni.

Fig. 2.9 - Emissione specifica [kg/ha] di Fig. 2.10 - Emissione specifica [kg/ha] di ossidi di azoto da attività produttive ossidi di zolfo da attività produttive autorizzate suddivisa per comuni. autorizzate suddivisa per comuni. 25

Fig. 2.11 - Emissione specifica [kg/ha] di Fig. 2.12 - Emissione specifica [kg/ha] di monossido di carbonio da attività produttive sostanze organiche volatili da attività autorizzate suddivisa per comuni. produttive autorizzate suddivisa per comuni.

Attività già presenti al 1988 Poche aziende, tra quelle che dal 1989 al 1990 presentarono istanza ex art. 12 del D.P.R. 203/88, quali titolari di impianti esistenti, sono state esplicitamente autorizzate dall’Amministrazione Provinciale in quanto pervenute in grande numero e contemporaneamente. Si tratta di più di 1800 domande contenenti solamente le generalità essenziali dell’azienda e una generica descrizione della sua attività, senza informazioni tecniche sul ciclo produttivo, sulle emissioni e sulla localizzazione dei punti di emissione. Queste aziende sono considerabili, ai sensi del DPR 203/88, a tutt’oggi “implicitamente” autorizzate, ma le informazioni a disposizione sul loro conto non consentono di stimare il loro effettivo apporto all’inquinamento atmosferico sul territorio. Grazie all’entrata in vigore del D.Lgs. 626/94 alcune di esse, tra le più importanti dal punto di vista produttivo ed emissivo, hanno dovuto effettuare modifiche impiantistiche, per cui sono state nel frattempo autorizzate. Per le rimanenti Ditte si sono effettuati un incrocio con dati della Camera di Commercio e ricognizioni presso gli Uffici Comunali per escludere le Aziende che negli anni hanno cessato la loro attività e, quindi, un capillare lavoro di georeferenziazione delle unità produttive, che ha portato a localizzare sulla Carta Tecnica Regionale ben 816 aziende su 1140 sicuramente attive. Inoltre è stato effettuato un lavoro di stima dei fattori di emissione per attività economica ISTAT, in funzione del numero degli addetti e sulla base dei dati contenuti nelle autorizzazioni rilasciate esplicitamente. Purtroppo lo sviluppo di fattori di emissione non ha consentito di coprire tutte le attività per mancanza di un campione statisticamente rappresentativo; quindi, per disporre, comunque, di una valutazione di massima delle emissioni inquinanti di questo numero di Ditte, si è proceduto ad una stima delle emissioni utilizzando i fattori di emissione in funzione del numero di addetti elaborati da Idroser a Bologna nel 1993.

26 La stima dei carichi inquinanti emessi è stata limitata al materiale particellare, agli ossidi di azoto, agli ossidi di zolfo ed ai composti organici volatili. Va sottolineato che i valori così ottenuti rappresentano una approssimazione di massima, con lo scopo di valutare essenzialmente l’ordine di grandezza di questa categoria di emissioni: sul risultato pesano infatti l’incertezza sull’esistenza effettiva di alcune Ditte, sul numero di addetti, sui fattori di emissione proposti da Idroser. I dati aggregati a livello comunale sono riportati in tab. 2.13. Nella figura 2.14 è riportato il flusso di massa delle polveri stimate in emissione dalle attività titolari di istanza ex art. 12 del D.P.R. 203/88 il cui stabilimento è stato georeferenziato. In particolare si evidenzia che la classificazione del flusso di massa è quella utilizzata per le emissioni espressamente autorizzate, al fine di consentire una valutazione comparativa con quanto riportato in figura 2.5.

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COMUNE Polveri Nox SO2 CO COV Agazzano 1.955 18.127 52.904 4.835 2.068 Alseno 3.207 116.411 15.492 17.597 12.346 Besenzone 351 38.031 4.811 5.777 375 Bettola 1.162 3.362 3.649 8.355 4.098 Bobbio 473 1.011 2.516 196 2.269 Borgonovo Val Tidone 5.425 49.306 152.939 13.587 5.163 Cadeo 2.070 4.313 5.665 11.939 15.641 Calendasco 2.242 3.086 1.591 2.092 4.893 Caorso 1.428 1.788 2.091 3.370 12.729 Carpaneto 5.542 29.142 12.921 14.133 42.197 Castell'Arquato 8.231 118.548 238.241 27.592 7.113 Castelsangiovanni 1.365 7.252 19.016 8.612 12.085 Castelvetro 1.582 7.839 11.921 9.504 7.851 Coli 83 391 144 2.763 1.105 Cortebrugnatella 40 19 - 22 9 Cortemaggiore 4.920 285.752 106.633 50.786 12.464 Farini 448 1.092 1.606 314 654 Ferriere 1.456 1.780 5.799 41 3.192 Fiorenzuola d'Arda 12.998 50.794 96.673 79.822 49.017 Gazzola 817 596 1.652 82 6.123 Gossolengo 3.196 19.299 38.078 7.046 9.175 Gragnano 84.831 960.332 3.008.038 251.850 1.335 Gropparello 291 850 218 6.226 2.484 Lugagnano Val d'Arda 4.282 53.198 35.135 11.707 7.188 Monticelli d'Ongina 5.514 13.069 24.426 10.166 10.002 Morfasso 15 35.174 0 3.707 - Nibbiano 851 1.472 1.489 640 3.862 Pecorara 127 54 - 75 604 Piacenza 56.867 503.267 1.136.125 267.875 173.034 Pianello 103 62 - 86 50 Piozzano 25 15 - 22 9 Podenzano 69.629 829.002 2.123.744 186.993 40.907 Ponte dell'Olio 3.930 2.377 4.136 5.811 7.626 Pontenure 804 36.375 918 10.074 4.047 Rivergaro 3.214 12.102 34.511 6.623 10.485 Rottofreno 9.896 61.009 56.782 30.610 24.830 San Giorgio P.no 721 4.103 8.312 10.934 6.138 San Pietro in Cerro 883 2.912 3.496 3.448 6.958 Sarmato 71 295 421 63 475 Travo 20 - - - 286 Vernasca 192 173 20 2.081 1.444 Vigolzone 1.711 1.872 2.801 1.472 6.259 Villanova sull'Arda 7.355 20.080 33.082 7.986 10.099 Ziano 140 509 731 98 492 totale 310.461 3.296.244 7.248.731 1.087.013 529.183

Tab. 2.13. Flussi di massa annui [kg/anno] derivanti da attività titolari di istanza ex art. 12 del D.P.R. 203/88 aggregate a livello comunale e relative percentuali sul totale di ciascun inquinante.

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Fig. 2.14 - Ubicazione emissioni titolari di istanza ex art. 12 del D.P.R. 203/88 non ancora autorizzate. Flussi di massa polveri [kg/anno]. I flussi di massa delle polveri e, soprattutto, degli ossidi di zolfo trovati con i fattori di emissione sopra descritti sembrano particolarmente elevati. Questo può essere dovuto a fattori di emissione non troppo affinati e, probabilmente, superati. Sicuramente i flussi reali di tali inquinanti sono inferiori a quelli stimati, anche per effetto dell’adozione di sistemi di abbattimento migliorati nel corso degli anni e grazie al continuo miglioramento delle caratteristiche dei combustibili, in cui il tenore di zolfo viene costantemente ridotto grazie ad una normativa sempre più restrittiva. Quindi risulta necessario approfondire gli aspetti emissivi delle attività esistenti ex art. 12 del D.P.R. 203/88 ricorrendo a fattori di emissione basati su indicatori più legati alla produzione piuttosto che al numero degli addetti, che peraltro, al momento, è risultato l’unico indicatore oggettivo. Ciò comporta l’effettuazione di una analisi dettagliata delle istanze ancora da autorizzare espressamente. L’entrata in vigore del D.M. 16.1.2004 n. 44 dovrebbe aiutare in tal senso a raccogliere documenti utili, perché consentirà di conoscere con esattezza il quadro riassuntivo delle emissioni delle attività il cui impiego di composti organici volatili è tale da far ricadere l’attività nell’ambito di applicazione del decreto medesimo. A ciò occorre aggiungere l’importante impegno della locale sezione di ARPA in corso nell’anno 2005, consistente in indagini di settore sulle Aziende che utilizzano solventi. Tuttavia si è reso necessario rettificare i flussi di polveri e SO2 calcolati, ipotizzando che le polveri effettive possano essere pari ad un decimo di quelle stimate (ciò anche grazie alla metanizzazione sempre più diffusa che ha portato alla sostituzione di impianti termici a gasolio, o peggio, ad olio combustibile, caratterizzati da notevoli emissioni di polveri), per cui il flusso totale provinciale di polveri scenderebbe a 31 t/anno. Di conseguenza si potrebbe stimare che il 90% di queste polveri siano PM10, il che porta ad un flusso annuo di 27 t/anno. La rettifica dell’emissione di SO2 risulta più agevole in quanto si può ipotizzare che negli anni ’80 lo zolfo nel combustibile poteva essere pari al 3%, mentre ora il gasolio può avere un massimo di

29 0,2% (DPCM 8.3.2002). Ipotizzando che nessuno usi più olio combustibile e che, la metanizzazione sia stata parziale, si può considerare che mediamente i combustibili usati contengano al massimo uno 0,1% di zolfo, ne consegue che il flusso di SO2 diventa pari a 241 t/anno. In tab. 2.15 sono riportati i flussi di massa annui dovuti alle attività titolari di istanze ex art. 12 del D.P.R. 203/88 non ancora autorizzate. Analogamente a quanto fatto per le attività produttive espressamente autorizzate, si sono evidenziati graficamente i flussi di massa stimati per ogni comune, rapportandoli alla superficie totale comunale. I valori sono stati rappresentati con le stesse classi utilizzate per le attività produttive espressamente autorizzate al fine di consentire un confronto oggettivo tra le due tipologie. I flussi di massa annui in kg per ettaro di superficie sono riportati nelle seguenti figure 2.16-17-18- 19-20-21. L’esame visivo mostra chiaramente flussi per unità di superficie abbastanza elevati per il comune di Gragnano Trebbiense, per cui in occasione della prossima revisione dell’inventario, sarà opportuno verificare più accuratamente le attività produttive presenti sul suo territorio, valutando l’esatta consistenza delle attività ancora titolari di autorizzazione “tacita” ai sensi dell’art. 12 del D.P.R. 203/88.

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COMUNE MP_KGA_rettif PM10 NOX_KGA SO2_KGA_rettif CO_KGA COV_KGA Agazzano 196 176 18.127 1.763 4.835 2.068 Alseno 321 289 116.411 516 17.597 12.346 Besenzone 35 32 38.031 160 5.777 375 Bettola 116 105 3.362 122 8.355 4.098 Bobbio 47 43 1.011 84 196 2.269 Borgonovo Val Tidone 542 488 49.306 5.098 13.587 5.163 Cadeo 207 186 4.313 189 11.939 15.641 Calendasco 224 202 3.086 53 2.092 4.893 Caorso 143 129 1.788 70 3.370 12.729 Carpaneto 554 499 29.142 431 14.133 42.197 Castell'Arquato 823 741 118.548 7.941 27.592 7.113 Castelsangiovanni 137 123 7.252 634 8.612 12.085 Castelvetro 158 142 7.839 397 9.504 7.851 Coli 8 7 391 5 2.763 1.105 Cortebrugnatella 4 4 19 - 22 9 Cortemaggiore 492 443 285.752 3.554 50.786 12.464 Farini 45 40 1.092 54 314 654 Ferriere 146 131 1.780 193 41 3.192 Fiorenzuola d'Arda 1.300 1.170 50.794 3.222 79.822 49.017 Gazzola 82 74 596 55 82 6.123 Gossolengo 320 288 19.299 1.269 7.046 9.175 Gragnano 8.483 7.635 960.332 100.268 251.850 1.335 Gropparello 29 26 850 7 6.226 2.484 Lugagnano Val d'Arda 428 385 53.198 1.171 11.707 7.188 Monticelli d'Ongina 551 496 13.069 814 10.166 10.002 Morfasso 2 1 35.174 0 3.707 - Nibbiano 85 77 1.472 50 640 3.862 Pecorara 13 11 54 - 75 604 Piacenza 5.687 5.118 503.267 37.871 267.875 173.034 Pianello 10 9 62 - 86 50 Piozzano 3 2 15 - 22 9 Podenzano 6.963 6.267 829.002 70.791 186.993 40.907 Ponte dell'Olio 393 354 2.377 138 5.811 7.626 Pontenure 80 72 36.375 31 10.074 4.047 Rivergaro 321 289 12.102 1.150 6.623 10.485 Rottofreno 990 891 61.009 1.893 30.610 24.830 San Giorgio P.no 72 65 4.103 277 10.934 6.138 San Pietro in Cerro 88 79 2.912 117 3.448 6.958 Sarmato 7 6 295 14 63 475 Travo 2 2 - - - 286 Vernasca 19 17 173 1 2.081 1.444 Vigolzone 171 154 1.872 93 1.472 6.259 Villanova sull'Arda 735 662 20.080 1.103 7.986 10.099 Ziano 14 13 509 24 98 492 tot provinciale 31.046 27.942 3.296.244 241.624 1.087.013 529.183

Tab. 2.15 - Flussi di massa annui [kg/anno] rettificati derivanti da attività titolari di istanza ex art. 12 del D.P.R. 203/88 aggregate a livello comunale.

31

Fig. 2.16 - Emissione specifica [kg/ha] di Fig. 2.17 - Emissione specifica [kg/ha] di polveri da attività ex art. 12 del D.P.R. PM10 da attività ex art. 12 del D.P.R. 203/88 203/88 suddivisa per comuni. suddivisa per comuni.

Fig. 2.18 - Emissione specifica [kg/ha] di Fig. 2.19 - Emissione specifica [kg/ha] di ossidi di azoto da attività ex art. 12 del ossidi di zolfo da attività ex art. 12 del D.P.R. D.P.R. 203/88 suddivisa per comuni. 203/88 suddivisa per comuni. 32

Fig. 2.20 - Emissione specifica [kg/ha] di Fig. 2.21 - Emissione specifica [kg/ha] di monossido di carbonio da attività ex art. 12 composti organici volatili da attività ex art. del D.P.R. 203/88 suddivisa per comuni. 12 del D.P.R. 203/88 suddivisa per comuni.

Emissioni totali da attività produttive Nella tabella che segue (tab. 2.22) sono riassunte le emissioni totali delle aziende autorizzate e preesistenti al D.P.R. 203/88 (art. 12) non ancora autorizzate; gli stessi dati sono rappresentati graficamente nell’istogramma di figura 2.23:

PTS NO2 SO2 CO COV Centrali termoelettriche 109,26 3.985,48 1.806,21 314,82 9,58 altre attività autorizzate 372,06 5.625,88 2.146,75 338,84 1.445,83 art. 12 31,05 3.296,20 241,62 1.087,00 529,20 totale 512,37 12.907,56 4.194,59 1.740,66 1.984,61

Tab. 2.22 - Emissioni totali annuali da attività produttive in ton/anno.

33 6.000,00 alt re at t ivit à aut orizzat e Cent rali t ermoelet t riche 5.000,00 art . 12

4.000,00

3.000,00

2.000,00

1.000,00

- PTS NO2 SO2 CO COV

inqui nanti

Fig. 2.23 - Flussi di massa annui [ton/anno] suddivise per tipologia emissiva ex D.P.R. 203/88.

Come si può notare le sole tre centrali termiche da sole comportano emissioni di poco inferiori a quelle delle rimanenti realtà produttive provinciali, che, peraltro, comportano emissioni decisamente significativi per effetto dei processi di combustione che comportano (produzione cemento, laterizi, vetro, termovalorizzazione dei rifiuti…). Nelle figure 2.24-25-26-27-28-29 sono riportati i flussi di massa annui degli inquinanti materiale particellare, PM10, ossidi di azoto, ossidi di zolfo, monossido di carbonio e composti organici volatili rapportati alla superficie del territorio comunale. Il carico emissivo specifico varia a seconda degli inquinanti considerati, in particolare per gli inquinanti derivanti da processi di combustione è maggiore nei Comuni sede di centrali termoelettriche (Piacenza, Castelsangiovanni, Sarmato), di cementifici e di fornaci per la produzione di laterizi o vetro (Piacenza, Vernasca, Lugagnano Val d’Arda, Borgonovo Val Tidone, Cadeo), di attività agroalimentari con processi di trasformazione che necessitano di vapore (Piacenza, Podenzano, Gragnano Trebbiense, Fiorenzuola d’Arda, …), di trasporto e distribuzione metano (Cortemaggiore) mentre per quanto riguarda i composti organici volatili è maggiore particolarmente laddove vi sono importanti impianti che utilizzano vernici o comportano l’impiego di resine (Piacenza, Gropparello, Fiorenzuola d’Arda, Rottofreno e Podenzano).

34

Fig. 2.24 - Emissione specifica [kg/ha] di Fig. 2.25 - Emissione specifica [kg/ha] di materiale particellare da attività produttive PM10 da attività produttive suddivisa per suddivisa per comuni. comuni.

35

Fig. 2.26 - Emissione specifica [kg/ha] di Fig. 2.27 - Emissione specifica [kg/ha] di ossidi di azoto da attività produttive ossidi di zolfo da attività produttive suddivisa suddivisa per comuni. per comuni.

Fig. 2.28 - Emissione specifica [kg/ha] di Fig. 2.29 - Emissione specifica [kg/ha] di monossido di carbonio da attività produttive composti organici volatili da attività suddivisa per comuni. 36 produttive suddivisa per comuni. 2.3 - Traffico veicolare Negli ultimi anni si è registrato un notevole incremento del traffico veicolare, che ha comportato, ovviamente, un incremento delle emissioni in atmosfera prodotte dai motori a ciclo otto e ciclo diesel. In particolare, con l’eliminazione del “superbollo” per i veicoli a gasolio, si è registrato un loro netto incremento. Ciò ha comportato una variazione degli inquinanti emessi, facendo spostare l’attenzione dagli ossidi di azoto (peraltro efficacemente abbattuti da marmitte catalizzatrici) alle polveri fini. Nella figura 2.30 seguente viene riportato il trend delle vendite di prodotti petroliferi per autotrazione registrati in Provincia di Piacenza dal 1990 al 2004 (dati forniti da Unioncamere della Regione Emilia Romagna) in tonnellate equivalenti di petrolio (tep). Non è stato considerato il consumo di metano per autotrazione, in quanto i dati sono disponibili solo per il periodo 1994-1997.

tep benzina tep gasolio motori benzina - gpl - gasolio motori tep gpl autotrazione piacenza tot tep autotrazione

400.000 350.000 300.000 250.000 200.000 tep 150.000 100.000 50.000 0 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 anno

Fig. 2.30 - Andamento vendite prodotti petroliferi in Provincia di Piacenza [tep].

Come si può notare l’incremento delle vendite, pressoché costante per circa 10 anni, è sostanzialmente esploso con una crescita esponenziale nel 2002, facendo registrare nel 2004 un incremento del 70% rispetto al primo anno preso in considerazione. La medesima figura illustra quanto sia sempre più preferito il gasolio per l’autotrazione rispetto altri combustibili. Al fine di valutare l’apporto al carico inquinante determinato dal traffico, è indispensabile l’elaborazione di adeguati fattori di emissione e poter disporre dei flussi di traffico esistenti sulla rete viaria della Provincia. Infatti i carichi inquinanti sono così calcolati: Flusso inquinante = numero veicoli x lunghezza tratto [km] x F.E. [g/veicolo/km] Pertanto è evidente che risulta necessario conoscere il regime di guida, il tipo di veicolo, il tipo di alimentazione del mezzo e il traffico giornaliero e/o annuo. Per quanto riguarda i fattori di emissione si è ritenuto di semplificare la complessità legata al regime di guida assumendo tre sole tipologie: ciclo urbano, extraurbano ed autostradale. In realtà sarebbe più scientifico operare con le reali velocità di percorrenza dei singoli tratti stradali, comunque la procedura di stima scelta è ormai ampiamente riconosciuta in letteratura, tanto che anche i fattori di emissione messi a punto dal CTN-ACE dell’ANPA sono distinti in queste tre tipologie. Il database dei fattori di emissione nazionali del CTN-ACE (http://www.inventaria.sinanet.apat.it/index.php) indica fattori di emissione legati alla combustione

37 differenziati a seconda del tipo di veicoli (automobili, motocicli, veicoli leggeri, veicoli pesanti) dell’alimentazione del motore, del tipo di motore (pree uro, Euro I, …) della sua cilindrata. Per quanto riguarda i fattori di emissione relativi ai veicoli EURO 3 ed EURO 4, in mancanza di un riferimento nazionale si sono estrapolati ricorrendo ai dati resi disponibili su internet dall’inglese CASELLA STANGER, che fornisce fattori di emissione in funzione della velocità: per il ciclo urbano si è ipotizzata una velocità di 30 km/h, per quello extraurbano di 80 km/h e per quello autostradale 130 km/h. I fattori di emissione così individuati sono stati applicati alla composizione della flotta veicolare della Provincia di Piacenza dell’anno 2003 reperita ne sito internet dell’ACI (autoritratto 2003), in modo da poter disporre di un unico fattore di emissione sia per singola categoria (autoveicoli, motocicli, …) sia per veicoli leggeri e pesanti (classificazione utilizzata per computare i flussi di traffico dalle Autostrade e dalla ditta TRT Trasporti e Territorio S.r.l.). I fattori di emissione relativamente agli inquinanti generati dalla combustione sono di seguito riportati: ciclo urbano

numero veicoli % sulla circolanti macrovoce NOx COVNM CO PM10 CH4 SO2 NH3 N2O CO2 automobili 163.110 89,1% 0,880 2,252 15,425 0,060 0,224 0,018 0,026 0,040 254,939 motoveicoli 20.031 10,9% 0,116 2,964 16,103 0,052 0,040 0,200 0,002 0,002 98,068 leggeri (autoveicoli + motoveicoli) 183.141 100,0% 0,796 2,330 15,499 0,059 0,204 0,038 0,023 0,035 237,781

LGV 19.331 68,8% 1,95 0,60 3,93 0,26 0,03 0,06 0,01 0,02 327,75

HGV 8.751 31,2% 10,06 1,81 4,01 0,70 0,13 0,17 0,00 0,03 1064,42 pesanti (LGV+HGV) 28.082 100,0% 4,48 0,97 3,95 0,40 0,06 0,09 0,01 0,02 557,32 ciclo extraurbano

numero veicoli % sulla circolanti macrovoce NOx COVNM CO PM10 CH4 SO2 NH3 N2O CO2 automobili 163.110 89,1% 0,821 0,439 2,961 0,036 0,026 0,010 0,046 0,016 143,244 motoveicoli 20.031 10,9% 0,247 0,801 17,361 0,035 0,200 0,003 0,002 0,002 85,426 leggeri (autoveicoli + motoveicoli) 183.141 100,0% 0,759 0,479 4,536 0,036 0,045 0,009 0,042 0,014 136,920

LGV 19.331 68,8% 0,90 0,12 0,84 0,17 0,01 0,03 0,01 0,02 193,85

HGV 8.751 31,2% 10,06 0,89 2,46 0,40 0,05 0,11 0,00 0,03 688,94 pesanti (LGV+HGV) 28.082 100,0% 3,75 0,36 1,34 0,24 0,02 0,06 0,01 0,02 348,13

38 ciclo autostradale

numero veicoli % sulla circolanti macrovoce NOx COVNM CO PM10 CH4 SO2 NH3 N2O CO2 automobili 163.110 89,1% 1,210 1,098 3,903 0,045 0,018 0,013 0,046 0,024 177,053 motoveicoli 20.031 10,9% 0,42 1,69 24,18 0,03 0,20 0,01 0,00 0,00 112,60 leggeri (autoveicoli + motoveicoli) 183.141 100,0% 1,123 1,163 6,121 0,044 0,038 0,012 0,042 0,022 170,004

LGV 19.331 68,8% 1,22 0,12 1,29 0,23 0,01 0,04 0,01 0,02 272,49

HGV 8.751 31,2% 10,06 0,74 2,30 0,36 0,05 0,12 0,00 0,03 743,97 pesanti (LGV+HGV) 28.082 100,0% 3,97 0,31 1,61 0,27 0,02 0,07 0,01 0,02 419,42

Tab. 2.31. Fattori di emissione [g/veicolo/km] degli inquinanti derivanti dalla combustione.

Oltre agli inquinanti sopra evidenziati, diffusamente studiati, si è ritenuto interessanti affinare le conoscenze sull’emissione di PM10 stimando, con i fattori di emissione resi disponibili da UNECE- CORINAIR e da EPA, il PM10 generato dall’usura di freni, gomme, manto stradale nonché il risollevamento delle polveri depositatesi sulle strade. I fattori di emissione utilizzati sono i seguenti: ciclo urbano PM10 abrasione strade PM10 gomme [g/km] PM10 freni [g/km] [g/km] automobili 0,0089 0,0123 0,0075 motoveicoli 0,0038 0,0061 0,0030 leggeri (autoveicoli + motoveicoli) 0,0084 0,0116 0,0070 LDV 0,0141 0,0191 0,0075 HDV 0,0346 0,0415 0,0380 pesanti (LDV+HDV) 0,0205 0,0261 0,0170 ciclo extraurbano PM10 abrasione strade PM10 gomme [g/km] PM10 freni [g/km] [g/km] automobili 0,0058 0,0024 0,0075 motoveicoli 0,0025 0,0012 0,0030 leggeri (autoveicoli + motoveicoli) 0,0054 0,0022 0,0070 LDV 0,0092 0,0037 0,0075 HDV 0,0249 0,0146 0,0380 pesanti (LDV+HDV) 0,0141 0,0071 0,0170 ciclo autostradale PM10 abrasione strade PM10 gomme [g/km] PM10 freni [g/km] [g/km] automobili 0,0058 0,0014 0,0075 motoveicoli 0,0025 0,0007 0,0030 leggeri (autoveicoli + motoveicoli) 0,0054 0,0013 0,0070 LDV 0,0091 0,0021 0,0075 HDV 0,0225 0,0046 0,0380 pesanti (LDV+HDV) 0,0133 0,0029 0,0170

Tab. 2.32 Fattori di emissione [g/veicolo/km] degli inquinanti derivanti da usura gomme, freni e strade.

39 Il valore di PM10 derivante da risollevamento stradale desumibile dalla documentazione di EPA ammonta a 0,053 g/km.

Per quanto attiene i flussi di traffico, si sono utilizzati i dati georeferenziati delle simulazioni condotte, relativamente all’anno base 2003, dalla TRT Trasporti e Territorio S.r.l. nell’ambito dello “Studio e indagini mirate alla ricostruzione del quadro quantitativo della mobilità passeggeri” per l’“Aggiornamento del piano territoriale di coordinamento provinciale di Piacenza” (novembre 2004). In particolare i dati di traffico riguardano elementi areali (movimenti intrazonali, all’interno dei singoli comuni) e elementi lineari (rappresentati da direttrici di spostamento che, per effetto della scala di lavoro e dell’obiettivo di TRT S.r.l., non sempre corrispondono alla rete viaria esistente). I flussi di traffico indicati nello studio di TRT S.r.l. sono relativi alle due ore di punta (7.00-9.00) per cui è stato necessario estrapolare, tramite un fattore moltiplicativo, un valore di traffico medio giornaliero ed un valore di traffico annuo. In particolare, tramite l’esame di dati di traffico rilevati con apposite spire in Comune di Piacenza, forniti dall’Ente stesso, si è stimato che le due ore di punta corrispondano al 13% del TGM, mentre per il traffico annuo si è tenuto conto dei giorni feriali, per cui il traffico annuo si è ricavato moltiplicando il TGM per 343,681. L’applicazione dei fattori di emissione sopra descritti ai flussi di traffico porta ai flussi totali di seguito riportati:

40

PM10 PM10 PM10 PM10 PM10 tot PM10 Comune NOX COVNM CO combustione CH4 SO2 NH3 N2O CO2 gomme freni Abr. strade primario risollevamento Agazzano 12.850 9.300 61.940916 784 286 190 184 1.965.11374 71 75 1.135 408 Alseno 200.765 114.330 701.944 12.226 7.246 3.486 3.202 2.537 27.238.176 941 508 1.106 14.780 6.020 Besenzone 16.476 11.400 69.869 1.363 925 408 130 203 2.519.536 92 112 81 1.649 388 Bettola 47.019 32.949 238.1122.923 2.861 916 1.067 728 7.231.496278 206 312 3.719 1.878 Bobbio 48.853 56.455 368.0893.668 4.813 1.381 696 961 8.798.006321 374 296 4.660 1.720 Borgonovo 81.783 63.730 442.1375.512 5.466 1.775 1.620 1.295 13.031.878493 436 518 6.959 3.060 Cadeo 284.171 151.841 885.889 17.205 8.346 4.727 4.392 3.403 37.681.882 1.257 589 1.502 20.553 8.089 Calendasco 98.215 43.442 246.1105.942 2.177 1.578 1.299 1.049 12.373.236403 143 498 6.985 2.521 Caminata 407 136 1.00925 11 6 7 4 49.9112 1 2 30 12 Caorso 297.345 144.181 837.874 18.258 7.839 4.919 4.264 3.346 38.623.404 1.287 585 1.544 21.674 8.065 Carpaneto 75.598 82.239 558.4965.248 7.091 1.948 1.539 1.496 13.560.095503 513 499 6.763 3.086 Castel_San_Giovanni 194.773 133.182 834.120 12.746 9.349 3.867 3.109 2.707 28.652.491 992 723 1.084 15.546 6.044 Castell'Arquato 66.748 49.386 349.734 4.297 4.264 1.369 1.421 1.048 10.426.273398 320 434 5.449 2.588 Castelvetro 276.828 144.425 827.489 17.060 7.848 4.677 3.890 3.217 36.334.550 1.206 586 1.427 20.279 7.468 Cerignale 4.237 1.013 7.575 258 83 62 60 37 485.073 19 9 24 311 117 Coli 19.949 22.999 148.6701.589 1.948 582 274 383 3.669.030133 165 117 2.005 680 Corte_Brugnatella 17.227 5.312 36.505 1.081 436 275 199 160 2.007.123 80 46 95 1.301 444 Cortemaggiore 128.358 61.994 385.832 8.022 3.943 2.162 2.004 1.470 16.941.270599 334 701 9.656 3.733 Farini 12.560 13.913 97.576 788 1.216 304 317 264 2.269.869 85 76 90 1.039 583 Ferriere 26.156 13.974 96.341 1.648 1.188 482 383 327 3.499.729 136 95 154 2.033 807 Fiorenzuola_d'Arda 459.143 275.545 1.669.208 28.141 17.062 8.112 7.406 5.944 63.376.368 2.153 1.189 2.508 33.990 13.809 Gazzola 38.458 39.625 267.6992.734 3.401 981 741 723 6.781.177251 261 247 3.493 1.500 Gossolengo 62.689 65.354 440.1624.548 5.598 1.625 1.204 1.180 11.181.515413 440 400 5.801 2.436 Gragnano_Trebbiense 61.231 72.042 495.069 4.222 6.242 1.618 1.447 1.304 11.545.139 427 438 424 5.512 2.740 Gropparello 10.465 9.360 68.658632 823 218 303 196 1.798.20369 53 76 830 501 Lugagnano 32.017 24.745 163.4962.330 2.085 743 461 474 5.015.091187 189 185 2.891 1.015 Monticelli_d'_Ongin 132.065 79.619 479.362 8.371 5.057 2.425 1.946 1.684 18.286.837 623 386 707 10.088 3.805 Morfasso 14.768 11.365 77.285 963 974 318 241 230 2.237.926 85 72 91 1.212 509 Nibbiano 31.551 14.372 107.5251.905 1.239 519 633 384 4.244.831167 99 198 2.369 1.113 Ottone 10.651 6.412 41.729696 540 215 106 136 1.419.05655 43 59 853 288 Pecorara 6.907 4.193 31.368413 366 123 167 101 1.024.32140 26 46 525 281 Piacenza 1.244.389 1.043.383 6.542.742 82.848 76.067 27.143 20.307 19.723 195.300.891 6.746 5.608 7.083 102.285 40.732 Pianello 12.680 7.120 49.265838 603 243 205 162 1.783.82869 53 75 1.035 407 41 Piozzano 9.210 2.640 17.624585 213 148 92 81 1.049.14942 24 49 700 221 Podenzano 126.991 154.116 1.037.0159.126 13.275 3.525 2.571 2.697 23.962.356 880 965 842 11.814 5.292 Pontedell'Olio 40.381 26.013 188.5202.504 2.254 761 880 593 6.024.442233 166 263 3.166 1.558 Pontenure 224.003 127.134 762.233 13.924 7.677 3.918 3.499 2.778 30.535.367 1.038 581 1.204 16.746 6.538 Rivergaro 66.409 67.529 470.4544.444 5.854 1.600 1.575 1.285 11.802.336442 416 455 5.757 2.887 Rottofreno 206.523 121.764 809.348 12.679 8.790 3.688 3.933 2.764 29.449.885 1.047 613 1.220 15.560 6.987 San_Giorgio 67.312 61.391 407.5904.887 5.218 1.663 1.064 1.131 11.191.268415 433 405 6.140 2.319 San_Pietro_in_Cerro 83.910 42.906 250.132 5.472 2.570 1.501 1.069 944 11.121.328 379 236 428 6.516 2.179 Sarmato 126.927 50.275 318.6247.555 2.900 1.933 2.129 1.353 16.117.567560 210 698 9.023 3.739 Travo 29.674 23.422 162.3742.004 2.009 648 590 474 4.751.652180 160 188 2.531 1.115 Vernasca 39.500 21.081 148.1202.505 1.796 723 657 499 5.413.088210 148 238 3.101 1.286 Vigolzone 53.643 56.535 392.4983.655 4.896 1.328 1.283 1.060 9.725.837 363 353 368 4.739 2.353 Villanova_sull'Arda 18.863 7.823 57.294 1.194 662 315 339 211 2.494.358 98 63 113 1.468 614 Zerba 32 92 6152 8 2 1 1 9.4370 0 0 3 2 Ziano_Piacentino 50.620 8.905 53.073 3.258 657 770 311 351 5.212.844 209 112 250 3.829 976 Totale Provinciale 5.171.326 3.580.960 22.704.392 333.214 256.671 102.018 85.220 73.283 760.214.235 26.678 19.229 29.383 408.503 164.911

Tab. 2.33 - Flussi di massa annui da traffico stimati per Comune [kg/anno]

42 Focalizzando l’attenzione sul PM10, si può notare che il 81.6% è rappresentato dalla componente dovuta al processo di combustione, mentre la rimanente percentuale è pressoché equamente distribuita tra le altre componenti: il 6.5% è dovuto all’usura delle gomme, il 4.7% all’usura dei freni ed il 7.2% all’abrasione stradale. Il fattore di risollevamento derivato da EPA porta, invece, ad affermare che ben il 40.4% del PM10 primario generato dal traffico (come somma delle sue componenti – combustione, usura gomme, freni e abrasione stradale) possa risollevarsi e rientrare nel complesso meccanismo di diffusione del particolato fine. Al fine di rappresentare a livello comunale il carico inquinante dovuto al traffico veicolare, si è ritenuto significativo riportare il carico inquinante di PM10 primario che si stima possa venire generato nel corso di un anno, normalizzandolo rispetto alla superficie totale comunale, in modo da poter disporre di un indicatore univoco. Il risultato è riportato in figura 2.34, la quale conferma quanto ci si sarebbe potuto aspettare, ossia che il maggior carico inquinante da traffico sia distribuito nella fascia dei comuni di pianura, attraversati dalle principali arterie di traffico (via Emilia, Padana Inferiore e autostrade, nonché in quelli vicini a Piacenza o Cremona, città con forti caratteristiche centripete. In particolare le autostrade con circa 181.200 kg di PM10 primario, contribuiscono al 44.3% del carico totale provinciale.

In figura 2.35 viene riportata l’emissione dei Composti organici volatili non metanici dovuti al traffico veicolare.

Fig. 2.34 - Flussi di PM10 primario annui Fig. 2.35 - di COVNM annui rapportati per rapportati per unità di superficie unità di superficie [kg/anno/ha]. [kg/anno/ha].

43 Emissioni evaporative da traffico Oltre alle emissioni direttamente legate al movimento dei veicoli, si possono considerare anche quelle derivanti dall’evaporazione di composti organici volatili da veicoli alimentati a benzina. Per una loro stima non esiste una procedura semplificata CORINAIR, dal momento che il fenomeno presenta molte variabili, tra cui le condizioni meteorologiche, per cui si è ritenuto di far riferimento ad un fattore di emissione semplificato proposto da CTN-ACE nel già citato “Manuale dei fattori di emissione nazionali”. Il fattore di emissione adottato è pari a 0,55512 kg/km/1000 veicoli e porta ai seguenti flussi totali (somma delle sorgenti lineari e areali) a livello comunale:

COVNM Comune evaporativi COVNM totali Agazzano 2.400 11.699 Alseno 35.270 149.601 Besenzone 1.850 13.251 Bettola 12.438 45.387 Bobbio 10.923 67.378 Borgonovo 19.823 83.554 Cadeo 46.672 198.512 Calendasco 13.263 56.705 Caminata 68 204 Caorso 44.536 188.716 Carpaneto 21.010 103.249 Castel_San_Giovanni 36.527 169.709 Castell'Arquato 16.949 66.335 Castelvetro 41.360 185.786 Cerignale 576 1.590 Coli 4.319 27.318 Corte_Brugnatella 2.036 7.347 Cortemaggiore 21.205 83.199 Farini 4.146 18.059 Ferriere 4.457 18.431 Fiorenzuola_d'Arda 82.120 357.665 Gazzola 10.037 49.662 Gossolengo 16.347 81.702 Gragnano_Trebbiense 19.494 91.535 Gropparello 3.607 12.967 Lugagnano 6.000 30.745 Monticelli_d'_Ongina 21.927 101.546 Morfasso 3.084 14.449 Nibbiano 6.793 21.165 Ottone 1.400 7.812 Pecorara 1.866 6.059 Piacenza 255.860 1.299.243 Pianello 2.364 9.484 Piozzano 929 3.569 Podenzano 36.623 190.739 Pontedell'Olio 10.106 36.118 Pontenure 38.168 165.302 Rivergaro 20.193 87.722 Rottofreno 43.660 165.424 San_Giorgio 14.480 75.871 San_Pietro_in_Cerro 11.543 54.449 Sarmato 21.395 71.670 Travo 7.240 30.662 Vernasca 7.465 28.547 Vigolzone 16.579 73.114 Villanova_sull'Arda 3.580 11.402 Zerba 17 110 Ziano_Piacentino 2.646 11.551 Totale Provinciale 1.005.352 4.586.312 Tab. 2.36. Flussi di massa annui di COVNM da evaporazione carburante e COVNM totale (da evaporazione e da combustione) [kg/anno].

44 I dati sono rappresentati cartograficamente in figura 2.37, in cui si è fatto ricorso alla medesima classificazione usata per raffigurare i COVNM da combustione (fig. 2.35) onde rendere possibile un confronto immediato tra i due diversi apporti. La stima dimostra che le emissioni evaporative costituiscono il 21.9% delle emissioni totali di COVNM legati al traffico veicolare. Tale percentuale risulta congruente con quanto stimato, per il 1990, dal documento CORINAIR che ha valutato per l’Italia un contributo delle emissioni di COVNM evaporative pari al 23.9% dell’emissione totale di COV da traffico veicolare.

Fig. 2.37. Flussi di COVNM evaporativi da traffico annui rapportati per unità di superficie [kg/anno/ha].

2.4 - Altre sorgenti mobili – mezzi agricoli Un’ulteriore sorgente emissiva legata al movimento veicolare è rappresentata dai mezzi agricoli operanti sul territorio. Le informazioni su tale fonte sono poche, tanto che l’unico dato reperibile al momento riguarda il consumo annuo provinciale di gasolio per uso agricolo pari a 59.859 t per il 2004 (fonte UNIONCAMERE Emilia Romagna). I fattori di emissione proposti dal CORINAIR 2002, di seguito riportati:

NOx NMVOC CH4 CO NH3 N2O PTS 50,3 7,27 0,17 16 0,007 1,29 5,87 Tab. 2.38 - Fattori di emissione da motori diesel per altre sorgenti mobili [g/kg di combustibile]. porterebbero ai seguenti flussi di massa annui:

NMVOC CH4 CO NH3 N2O PM10 2.860.958,27 464.490,99 10.208,59 1.051.485,11 - 71.460,15 454.282,40 Tab. 2.39 - Emissione da motori diesel per altre sorgenti mobili [kg/anno].

Il valore emissivo di PM10 che ne risulta appare decisamente sovrastimato: risulterebbe addirittura superiore a tutto il traffico provinciale. Perciò si è ritenuto indispensabile cercare di ricostruire i

45 fattori di emissione, analizzando i dati che supportano i fattori di emissione sviluppati dal Californiano Air Resource Board (www.arb.ca.gov), il quale presenta, più accuratamente, fattori di emissione in funzione della potenza del motore della trattrice o del mezzo agricolo considerato. I fattori di emissione sono proposti in base all’età del mezzo, e poiché relativamente al parco veicoli provinciale non è stato possibile reperire informazioni circa l’età dei mezzi, si è preso un valore medio. I fattori di emissione così ricavati sono, pertanto, i seguenti:

ROG (reactive CO NOx PTS organic gas)1

1,12 4,87 10,60 0,78 Tab. 2.40 - Fattori di emissione in funzione della potenza [g/kW]

Grazie alle informazioni contenute nel censimento del 2000 dell’Agricoltura è stato possibile stimare la potenza totale dei mezzi agricoli delle nostre aziende, per cui, sulla base dei consumi di gasolio agricolo e del rendimento dei motori diesel, è risultata stimabile una durata media di funzionamento annuo dei veicoli, che ha consentito di ricavare i flussi annui emissivi riportati in tab. 2.41. Per quanto riguarda il PM10, non essendo disponibile un fattore di emissione specifico, si è ipotizzato che questo sia il 95% del particolato totale (PTS).

1 Per semplicità operativa si è ipotizzato ROG=COV. In realtà i ROG sono i composti organici reattivi nei confronti dell’ozono stratosferico. ROG è un termine usato particolarmente in California. 46

Comune P_tot [kW] PTS_a NOX_a CO_a ROG_a PM10_a Agazzano 21.920,00 1044,1 14225,4 6534,8 1497,8 991,9 Alseno 34.400,00 1638,6 22324,6 10255,4 2350,6 1556,7 Besenzone 22.940,00 1092,7 14887,4 6838,9 1567,5 1038,1 Bettola 35.930,00 1711,5 23317,5 10711,5 2455,1 1625,9 Bobbio 24.860,00 1184,2 16133,4 7411,3 1698,7 1125,0 Borgonovo 25.330,00 1206,6 16438,4 7551,4 1730,8 1146,2 Cadeo 37.550,00 1788,7 24368,8 11194,5 2565,8 1699,2 Calendasco 17.310,00 824,5 11233,7 5160,5 1182,8 783,3 Caminata 2.290,00 109,1 1486,1 682,7 156,5 103,6 Caorso 24.630,00 1173,2 15984,1 7342,8 1683,0 1114,6 Carpaneto 45.320,00 2158,8 29411,3 13510,9 3096,7 2050,8 Castel_San_Giovanni 27.830,00 1325,7 18060,9 8296,7 1901,6 1259,4 Castell'Arquato 41.530,00 1978,2 26951,8 12381,0 2837,7 1879,3 Castelvetro 24.970,00 1189,4 16204,8 7444,1 1706,2 1129,9 Cerignale 1.550,00 73,8 1005,9 462,1 105,9 70,1 Coli 19.130,00 911,2 12414,8 5703,1 1307,2 865,7 Corte_Brugnatella 5.510,00 262,5 3575,8 1642,7 376,5 249,3 Cortemaggiore 36.080,00 1718,6 23414,9 10756,3 2465,3 1632,7 Farini 33.880,00 1613,8 21987,1 10100,4 2315,0 1533,1 Ferriere 14.850,00 707,4 9637,2 4427,1 1014,7 672,0 Fiorenzuola_d'Arda 36.020,00 1715,8 23375,9 10738,4 2461,2 1630,0 Gazzola 25.720,00 1225,1 16691,5 7667,7 1757,4 1163,9 Gossolengo 17.740,00 845,0 11512,7 5288,7 1212,2 802,8 Gragnano_Trebbiense 17.110,00 815,0 11103,9 5100,9 1169,1 774,3 Gropparello 22.880,00 1089,9 14848,4 6821,0 1563,4 1035,4 Lugagnano 21.080,00 1004,1 13680,3 6284,4 1440,4 953,9 Monticelli_d'_Ongina 30.890,00 1471,4 20046,7 9209,0 2110,7 1397,8 Morfasso 20.350,00 969,3 13206,6 6066,8 1390,5 920,9 Nibbiano 27.270,00 1299,0 17697,4 8129,8 1863,4 1234,0 Ottone 2.240,00 106,7 1453,7 667,8 153,1 101,4 Pecorara 17.090,00 814,1 11090,9 5094,9 1167,8 773,4 Piacenza 50.160,00 2389,3 32552,4 14953,8 3427,4 2269,8 Pianello 25.700,00 1224,2 16678,5 7661,7 1756,1 1163,0 Piozzano 21.760,00 1036,5 14121,6 6487,1 1486,9 984,7 Podenzano 25.960,00 1236,6 16847,3 7739,3 1773,8 1174,7 Pontedell'Olio 19.980,00 951,7 12966,4 5956,5 1365,2 904,1 Pontenure 31.200,00 1486,2 20247,9 9301,4 2131,9 1411,9 Rivergaro 22.760,00 1084,1 14770,6 6785,3 1555,2 1029,9 Rottofreno 15.110,00 719,7 9805,9 4504,6 1032,5 683,8 San_Giorgio 32.860,00 1565,2 21325,2 9796,3 2245,3 1487,0 San_Pietro_in_Cerro 24.730,00 1178,0 16049,0 7372,6 1689,8 1119,1 Sarmato 13.400,00 638,3 8696,2 3994,8 915,6 606,4 Travo 36.400,00 1733,9 23622,5 10851,7 2487,2 1647,2 Vernasca 33.730,00 1606,7 21889,8 10055,7 2304,8 1526,4 Vigolzone 17.770,00 846,5 11532,2 5297,6 1214,2 804,1 Villanova_sull'Arda 23.090,00 1099,9 14984,7 6883,6 1577,7 1044,9 Zerba 250,00 11,9 162,2 74,5 17,1 11,3 Ziano_Piacentino 35.610,00 1696,2 23109,8 10616,1 2433,2 1611,4 tot provinciale 1.166.670,00 55.573,03 757.134,58 347.810,49 79.718,55 52.794,38 Tab. 2.41 - Potenza totale delle trattrici agricole e flussi di massa annui [kg/anno] per Comune.

Il flusso di massa del PM10 viene rappresentato graficamente il fig. 2.42, in cui i dati sono stati normalizzati rispetto alla superficie comunale per rendere possibile un confronto oggettivo tra i diversi Comuni. La legenda utilizzata è la stessa usata per rappresentare il PM10 totale da traffico veicolare, ciò consente di valutare visivamente che il contributo dei mezzi agricoli è sicuramente inferiore al traffico stradale ed autostradale.

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Fig. 2.42 - Flussi di PM10 annui da mezzi agricoli rapportati per unità di superficie [kg/anno/ha].

2.5 - Riscaldamento ed impianti civili.

Il riscaldamento civile e gli altri usi domestici di combustibili costituiscono una rilevante fonte di inquinamento dell’aria: si pensi che il consumo di metano in questi settori costituiva nel 1998 ben il 32% circa del consumo totale provinciale, con circa 207 milioni di m3 di metano bruciati su un totale di 654 milioni; a questi volumi di metano vanno inoltre aggiunti i volumi – relativamente marginali – di gasolio per riscaldamento (in progressiva diminuzione con l’estendersi della metanizzazione anche ai centri minori e alla montagna) e di GPL, impiegato ormai solo dove la rete dei metanodotti non riesce a giungere. Resta escluso da questo inventario di combustibili l’utilizzo della legna da ardere, il cui consumo globale non è ancora ufficialmente documentato in provincia di Piacenza; la futura disponibilità di dati in questo settore del riscaldamento domestico potrà portare ad una maggiore precisione nella stima delle emissioni inquinanti da combustione soprattutto nel territorio di collina e montagna (Zona B); considerando che il mercato della legna da ardere negli ultimissimi anni ha visto una relativa espansione, ma che comunque coinvolge una frazione del tutto marginale della popolazione provinciale residente nel territorio montano, si può ritenere che la stima delle emissioni da riscaldamento domestico, sopratutto in relazione al particolato totale e fine, possano risultare leggermente sottostimate per i comuni della Zona B. I fattori di emissione utilizzati sono stati ricavati dal “Manuale dei fattori di emissione nazionali” elaborato da ANPA CTN-ACE sulla base della classificazione SNAP 1997 ed impiegando i risultati raggiunti da EMEP-CORINAIR, IPCC, EPA e diverse Associazioni Industriali nazionali. I fattori si riferiscono al macrosettore 2 (“Combustione non industriale”), nei quali risultano compresi gli impianti commerciali ed istituzionali, quelli residenziali (riscaldamento, camini, stufe, cottura, ecc.) e quelli agricoli stazionari (riscaldamento, turbine, motori stazionari, ecc.); per gli impianti di riscaldamento sono stati presi in esame i motori a combustione interna e le caldaie con potenzialità termica < 50 MW. Sono stati considerati l’ossido di Carbonio (CO), gli ossidi di Azoto (NOx), i

48 composti organici volatili non metanici (NMVOC) e il particolato di dimensione inferiore ai 10 μm (PM10). Inquinante Metano Gasolio GPL CO 0.86 g/m3 0.90 g/Kg 0.46 g/Kg NOx 1.72 g/m3 2.25 g/Kg 3.45 g/Kg NMVOC 5 g/GJ 3 g/GJ 2 g/GJ 0.171 g/m3 0.136 g/Kg 0.092 g/Kg PM10 6.7 g/GJ 3.6 g/GJ 2.0 g/GJ 0.230 g/m3 0.163 g/Kg 0.092 g/ Kg Tab. 2.43 – Fattori di emissione secondo ANPA/APAT per Metano, Gasolio e GPL (2002).

Per il calcolo dei flussi di massa emessi annualmente sul territorio provinciale è stato utilizzato l’inventario dei consumi di combustibile per il riscaldamento e gli impieghi domestici già elaborato a scala provinciale nell’ambito del Sistema Informativo provinciale delle emissioni inquinanti in atmosfera realizzato nel 2002; in questo inventario, i consumi annuali di metano, gasolio e GPL sono stati stimati su di un grigliato composto da maglie di lato 1 Km, in funzione dei consumi totali provinciali, della densità di popolazione e di opportune variabili ausiliarie. I dati dell’inventario risalgono al 1998 e pertanto possono risultare leggermente sottostimati rispetto alla realtà attuale. L’inventario stima un consumo annuale provinciale di circa 3800 ton. di gasolio per riscaldamento, circa 14000 ton di GPL e circa 207 milioni di m3 di metano per impieghi civili. Inquinante Metano Gasolio GPL Totale CO 177.9 t/a 3.4 t/a 6.5 t/a 187.8 t/a NOx 355.8 t/a 8.5 t/a 48.6 t/a 412.9 t/a NMVOC 35.37 t/a 0.52 t/a 1.30 t/a 37.19 t/a PM10 47.58 t/a 0.62 t/a 1.30 t/a 49.50 t/a Tab. 2.44 – Emissioni annuali totali provinciali di inquinanti in ton/anno.

Il prodotto dei valori di consumo annuo per i relativi fattori di emissione fornisce la stima delle emissioni annue di inquinanti: sull’intero territorio provinciale si è così ottenuta una stima di emissione annua di NMVOC di 37,2 ton, dovuta per il 95% alla combustione di metano; si è inoltre stimata una emissione annua di 49,5 ton di PM10, dovuta per il 96% al metano. L’aggregazione dei dati di emissione annua per comune porta ai risultati riportati nella tab. 2.45 seguente. Il Comune capoluogo di Provincia presenta i flussi di massa annui più elevati, coerentemente con la propria maggiore densità di popolazione: a Piacenza si stima infatti un’emissione annua di 75786 kg di CO, 154439 kg di NOx, 20212 kg di PM10 e 15057 kg di NMVOC, superiori di quasi 10 volte alle omologhe emissioni degli altri due Comuni maggiori, Fiorenzuolad’Arda e Castel San Giovanni; a Fiorenzuola e a Castel S. Giovanni si rilevano appunto emissioni superiori a 8500 kg/a di CO, 18-20000 kg/a di NOx, 2000 kg/a di PM10 e a 1600 kg/a di NMVOC; emissioni per lo più superiori ai 4000 kg/a di CO, 7500 kg/a di NOx, 1000 kg/a di PM10 e ai 700 kg/a di NMVOC si rilevano a Borgonovo Val Tidone, Cadeo, Carpaneto P.no, Monticelli d’Ongina, Pontenure e Rottofreno, quasi tutti comuni collocati all’interno dell’agglomerato.

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Comune CO NOx PM10 NMVOC AGAZZANO 1280.7 2948.5 334.9 253.0 ALSENO 3279.7 6927.1 869.9 650.6 BESENZONE 691.2 1392.6 184.7 137.4 BETTOLA 1802.4 5902.2 437.0 348.8 BOBBIO 2126.6 6387.6 526.9 414.0 BORGONOVO 4618.3 10051.0 1219.2 914.9 CADEO 3901.6 8014.4 1039.3 774.9 CALENDASCO 1596.4 3240.4 426.0 317.2 CAMINATA 123.2 356.5 30.8 24.0 CAORSO 3332.7 6705.2 890.6 662.5 CARPANETO PIACENTINO 4360.1 9544.3 1149.9 863.5 CASTEL S.GIOVANNI 8508.4 17727.0 2261.6 1688.8 CASTELL'ARQUATO 3015.9 7026.3 787.1 595.5 CASTELVETRO 3634.2 7268.4 971.9 722.6 CERIGNALE 148.7 616.5 33.5 28.2 COLI 546.5 1844.7 131.4 105.5 CORTE BRUGNATELLA 455.1 1532.6 109.5 87.9 CORTEMAGGIORE 3405.7 6886.4 909.4 676.9 FARINI 902.4 4271.1 193.0 169.2 FERRIERE 981.8 4894.2 205.1 183.0 FIORENZUOLA 9820.5 20420.2 2611.1 1949.4 GAZZOLA 984.6 2275.6 257.3 194.5 GOSSOLENGO 1910.1 4011.0 507.1 379.0 GRAGNANO 2315.2 4843.0 615.0 459.5 GROPPARELLO 1504.2 4352.3 375.9 293.5 LUGAGNANO 2563.9 6779.2 653.3 502.9 MONTICELLI 4065.3 8130.7 1087.2 808.3 MORFASSO 730.7 3143.6 162.4 138.3 NIBBIANO 1643.8 4244.7 420.9 322.9 OTTONE 294.7 1700.1 57.0 54.0 PECORARA 668.2 2256.1 160.7 129.0 PIACENZA 75785.7 154438.7 20212.1 15057.1 PIANELLO 1299.3 3206.0 335.6 255.8 PIOZZANO 428.5 1226.6 107.3 83.7 PODENZANO 5101.8 10870.6 1351.4 1011.6 PONTE DELL'OLIO 2637.5 6811.9 675.3 518.0 PONTENURE 3688.3 7576.3 982.5 732.5 RIVERGARO 3172.8 7265.2 830.5 627.0 ROTTOFRENO 5702.3 11674.6 1519.8 1132.7 S.GIORGIO 3201.6 6882.1 846.8 634.6 S.PIETRO IN CERRO 766.9 1540.1 205.0 152.5 SARMATO 1895.6 3902.4 504.8 376.5 TRAVO 1348.0 3544.5 343.9 264.5 VERNASCA 1586.0 4375.7 400.6 310.3 VIGOLZONE 2667.5 6404.5 692.5 526.0 VILLANOVA 1502.3 3004.7 401.8 298.7 ZERBA 51.2 295.3 9.9 9.4 ZIANO 1745.1 4221.8 452.4 344.0 totale 187793.2 412934.5 49491.8 37184.6 Tab.2.45 – Flussi di massa annui per comune in Kg/anno.

50 Provincia di Piacenza

Emissioni civili - Flusso annuo di massa di CO 0 - 1000 Kg/a 1000 - 3000 Kg/a 3000 - 6000 Kg/a 6000 - 10000 Kg/a 10000 - 80000 Kg/a

Fig. 2.46 – Flussi di massa annui per comune di CO da impianti civili in Kg/a.

Provincia di Piacenza Emissioni civili - Flusso annuo di massa di NOx 0 - 2000 Kg/a 2000 - 7000 Kg/a 7000 - 12000 Kg/a 12000 - 20000 Kg/a 20000 - 160000 Kg/a

Fig. 2.47 – Flussi di massa annui per comune di NOx da impianti civili in Kg/a.

51 Provincia di Piacenza Emissioni civili - Flusso di massa annuo di PM10 0 - 500 Kg/a 500 - 1000 Kg/a 1000 - 2000 Kg/a 2000 - 4000 Kg/a 4000 - 21000 Kg/a

Fig. 2.48 – Flussi di massa annui per comune di PM10 da impianti civili in Kg/a.

Provincia di Piacenza Emissioni civili - Flusso di massa annuo di NMVOC 0 - 400 Kg/a 400 - 800 Kg/a 800 - 1600 Kg/a 1600 - 3500 Kg/a 3500 - 16000 Kg/a

Fig. 2.49 – Flussi di massa annui per comune di NMVOC da impianti civili in Kg/a.

52 2.6 - Emissioni domestiche di solventi

Molti dei prodotti utilizzati nelle normali attività domestiche contengono solventi e sono pertanto fonti di emissione di COV: si tratta dei prodotti di cosmetica, di igiene e pulizia della casa, prodotti per la pulizia dell’auto, prodotti impiegati nel bricolage e nel giardinaggio, colle, adesivi, pitture, sverniciatori, solventi, ecc. La stima del consumo medio e dell’emissione media familiare o pro capite è naturalmente molto difficile e dipende dalla composizione della popolazione, dagli stili di vita, dai livelli di consumo, dall’evoluzione dei prodotti e del mercato: in alternativa è possibile produrre un stima statistica sulla base di semplici analogie.

Il Guidebook dell’EEA propone una metodologia semplificata di stima con l’impiego di un fattore di emissione cumulativo pro capite, risultante dalla media dei fattori elaborati in USA, Canada e Gran Bretagna nel periodo 1990-95; il fattore di emissione proposto è pari a 2,59 kg/anno di COV emessi a persona: questo valore risulterà forse leggermente sovrastimato, a causa del livello di consumo più elevato in quei Paesi rispetto ai nostri; una stima analoga eseguita da Idroser tuttavia 12 anni fa, portava ad un fattore di 2,2 kg/anno a persona. Per il calcolo dell’emissione il fattore proposto da EEA è stato moltiplicato per la popolazione residente al 2001 distribuita sulle sezioni censuarie del 1991 in funzione dei dati del Censimento 91. Si ottiene, perciò, una emissione provinciale annuale di 682049 kg/anno di COV dall’impiego domestico di prodotti per la casa, valore non elevato ma niente affatto trascurabile.

In figura 2.50 sono riportati i flussi annui di composti organici volatili attribuibili alle attività domestiche normalizzate per la superficie comunale, al fine di avere un indicatore univoco per la rappresentazione grafica.

Fig. 2.50 - Flussi annui di COV da attività domestiche per unità di superficie [kg/ha/anno].

53

2.7 - Trattamento di rifiuti e scarichi reflui Tra le sorgenti emissive ricadenti nel macrosettore identificato con il codice 9 dalla procedura CORINAIR rientrano emissioni di tipo puntiforme e di tipo areale. Nel nostro territorio le emissioni puntuali sono riconducibili al termovalorizzatore di Piacenza (condotto dalla Società TECNOBORGO S.p.A.) ed alle emissioni derivanti da operazioni di trattamento rifiuti della ENIA S.p.A. di Piacenza e della Ditta FURIA S.r.l. di Caorso. Esse sono state ricomprese tra quelle riportate nel paragrafo 2.2 e precisamente tra le emissioni espressamente autorizzate ai sensi del D.P.R. 203/88. Nel presente paragrafo, invece, sono trattate esclusivamente le emissioni relative al trattamento rifiuti che possono essere considerate di tipo areale, ossia gli impianti di trattamento delle acque reflue e l’impianto di compostaggio di Sarmato. Impianti di depurazione acque reflue Per quanto riguarda gli impianti di depurazione si sono considerati sia quelli domestici sia quelli industriali. In particolare, tra questi ultimi, ricadono gli impianti di depurazione delle acque reflue delle Aziende del comparto agroalimentare che presentano elevati carichi organici biodegradabili, per cui ad essi si sono applicati gli stessi fattori di emissione degli scarichi domestici. Il livello di conoscenza su tali impianti è molto alto, tanto che di quelli autorizzati si dispone di un catasto georeferenziato dei singoli punti di scarico, per cui non occorre procedere ad imprecisi metodi di disaggregazione. I fattori di emissione utilizzati sono principalmente quelli ricavati dalla procedura CORINAIR 2002, SNAP code 091001 e 091002, in cui sono riportati fattori di emissione unitari per gas serra CO2, CH4 e N2O. Da questi, ipotizzando che le proporzioni tra gli inquinanti siano costanti, si è deciso di estrapolare (sulla base della tabella 1 del documento CORINAIR) un fattore di emissione anche per i composti organici non metanici (NMVOC). Per l’ammoniaca si è ritenuto di procedere in due differenti modi in funzione del tipo di impianto di trattamento: per impianti di depurazione di secondo livello si è proceduto come per i NMVOC, mentre per gli impianti di depurazione di primo livello, rappresentati principalmente da fosse Imhoff, si è utilizzato il valore già usato dalla Regione Piemonte nella redazione dell’inventario delle emissioni edizione 1997, ossia 1,6 kg per abitante servito. Per gli impianti civili si è ritenuto più opportuno usare i fattori di emissione per abitante equivalente, poiché questo è il dato più sicuro relativo alla progettazione dell’impianto, mentre per gli impianti industriali si è ricorsi al fattore di emissione per m3 di acqua da depurare. Sintetizzando, i fattori di emissione utilizzati sono i seguenti:

fattore emissione inquinante civili [kg/A.E./anno] industriali [kg/m3/anno] CO2 27,4 339,1 N2O 0,02 0,25 CH4 0,3 3,7 NMVOC 0,06 0,74 NH3 0,12 1,48 Tab. 2.51. Fattori di emissione per impianti di depurazione. Occorre precisare che detti fattori di emissione si riferiscono ad impianti siti in Olanda, per cui sono da intendersi come puramente indicativi per le nostre latitudini; tuttavia sono l’unico riferimento attualmente disponibile e si è ritenuto di applicarli al fine di individuare l’ordine di grandezza delle emissioni dal settore indagato.

54 Impianti di compostaggio Per quanto riguarda il compostaggio è stato considerato il solo impianto di Sarmato. Come fattori di emissione si sono usati sia quelli della procedura CORINAIR 2002 codice SNAP 091005 che indica un fattore di emissione di ammoniaca pari a 0,24 kg/ton di rifiuto sottoposto a trattamento sia quelli dell’ENEA riportati nel “Manuale dei fattori di emissione nazionali” del 2002 emesso dal CTN- ACE che prevede un’emissione di metano pari a 0,05 kg/t di rifiuto. Risultati L’applicazione dei fattori di emissione sopra indicati porta ai seguenti carichi complessivi annui di inquinanti distinti per comune:

Comune CH4_at CO2_a_t N2O_at NH3_at NMVOC_at Agazzano 431,4 39401,2 28,76 2300,8 86,28 Alseno 1058,87 96723,46 70,63 5280,91 211,77 Besenzone 231,46 21181,17 15,55 92,58 46,29 Bettola 1041,9 95160,2 69,46 982,12 208,38 Bobbio 2541 232078 169,4 3680,4 508,2 Borgonovo 3943,15 360203,45 263,06 2807,14 788,63 Cadeo 2400,26 219445,18 160,65 1204,3 480,05 Calendasco 596,4 54471,2 39,76 3180,8 119,28 Caminata 371,4 33921,2 24,76 1980,8 74,28 Caorso 50768,24 4652485,16 3429,27 21284,1 10153,65 Carpaneto 1998,73 182642,28 133,51 1487,69 399,75 Castel_San_Giovanni 4721,8 431609,78 315,8 3325,79 944,36 Castell'Arquato 3375,7 308675,6 226,08 1733,6 675,14 Castelvetro 1181,16 107957,37 78,96 1563,22 236,23 Cerignale 135,6 12384,8 9,04 723,2 27,12 Coli 86,7 7918,6 5,78 34,68 17,34 Corte_Brugnatella 687,3 62773,4 45,82 1134,8 137,46 Cortemaggiore 1629,6 148931,3 108,91 1026,28 325,92 Farini 1203,3 109901,4 80,22 3280 240,66 Ferriere 1039,5 94941 69,3 2151,84 207,9 Fiorenzuola_d'Arda 5575,19 509655,79 372,98 2304,08 1115,04 Gazzola 406,8 37154,4 27,12 1962,4 81,36 Gossolengo 1159,6 106023,3 77,63 671,04 231,92 Gragnano_Trebbiense 5083,31 465624,22 342,74 6014,53 1016,66 Gropparello 622,84 56888,62 41,53 1344,33 124,57 Lugagnano 95,1 8685,8 6,34 507,2 19,02 Monticelli_d'_Ongina 1511,78 138122,03 100,92 678,71 302,35 Morfasso 344,7 31482,6 22,98 1757 68,94 Nibbiano 750,8 68594,25 50,11 3646,6 150,16 Ottone 918,9 83926,2 61,26 3050,8 183,78 Pecorara 0 0 0 0 0 Piacenza 2040935,28 187035920,6 137863,79 816374,11 408187,06 Pianello 715,5 65349 47,7 410,52 143,1 Piozzano 110,95 10136,35 7,41 198,3 22,19 Podenzano 12974,77 1188469,61 874,81 5293,5 2594,96 Pontedell'Olio 1953,9 178456,2 130,26 1641,44 390,78 Pontenure 1746,2 159552,27 116,61 831,68 349,24 Rivergaro 2432,74 222228,5 162,29 1505,89 486,54 Rottofreno 3310,94 302468,35 220,93 1324,38 662,19 San_Giorgio 453,69 41580,44 30,65 181,48 90,74 San_Pietro_in_Cerro 1,48 135,64 0,1 0,59 0,3 Sarmato 39321,12 3458699,96 2549,42 22680,01 7548,24 Travo 1009,2 92173,6 67,28 559,08 201,84 Vernasca 612 55896 40,8 3264 122,4 Vigolzone 2053,03 187881,4 137,93 2102,89 410,61 Villanova_sull'Arda 482,89 44130,35 32,26 2170,44 96,58 Zerba 390 35620 26 1628,6 78 Ziano_Piacentino 142,76 13039,68 9,52 746,78 28,55 tot provinciale 2.204.558,94 201.870.700,94 148.766,09 942.105,43 440.595,81 Tab. 2.52. Emissioni da trattamento rifiuti per comune [kg/anno].

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In fig. 2.53 viene riportata la distribuzione annua del carico emissivo di COVNM per comune e per ettaro di superficie, al fine di rendere possibile un confronto tra i diversi comuni.

Fig. 2.53. Flussi annui di COVNM per comune e per unità di superficie [kg/ha/anno].

2.8 - Emissioni in atmosfera dalle pratiche agricole Le principali emissioni inquinanti originate dal settore agricolo provengono dai terreni, dalle colture in campo, dalle pratiche agronomiche e dagli allevamenti zootecnici, e riguardano i composti organici volatili (COV) non metanici, il Metano (CH4), l’Ammoniaca (NH3), il Protossido di Azoto (N2O), gli Ossidi di Azoto (NOx). La maggior fonte europea di NH3 deriva dalla volatilizzazione dei liquami zootecnici; nell’inventario delle emissioni CORINAIR94 stima un contributo di circa il 5% del totale dell’ammoniaca, valore probabilmente sottostimato alla luce delle valutazioni più recenti. L’apporto di composti organici volatili, su scala europea (CORINAIR94), è pari a circa il 4,7% di cui il 4,3% è costituito da metano. L’emissione di NH3 dipende soprattutto dal tipo di fertilizzante applicato, oltre che dal suolo (in particolare dal suo pH), dalle condizioni meteorologiche e dal momento di applicazione al terreno in relazione al livello di crescita della coltura. L’emissione di NH3 derivante dall’uso di fertilizzanti è concentrata soprattutto nei giorni immediatamente successivi all’applicazione, anche se in alcuni casi, ad esempio nel caso di applicazione di urea in condizioni secche, l’emissione può protrarsi anche per più di un mese dopo l’applicazione. Resta, infine, un contributo residuo, di fondo, anche durante la fase di crescita delle piante, basato su cicli diurni. La stima dell’emissione di NH3 derivante dalla decomposizione della parte di raccolto che resta sul terreno è estremamente incerta e variabile. A seconda dell’interpretazione dei risultati delle varie sperimentazioni condotte, le emissioni derivanti dalla crescita vegetazionale e dalla decomposizione della vegetazione possono essere considerate come un’emissione aggiuntiva oppure essere computate insieme all’emissione

56 dei suoli con un unico fattore di emissione. Temporalmente, l’emissione derivante dalla crescita vegetazionale si svolge su cicli diurni. Nel suolo il Protossido di Azoto (N2O) si sviluppa soprattutto per effetto di due processi: nitrificazione (ossia ossidazione di ammonio – NH4+ - a nitrato – NO3-) e denitrificazione (ossia riduzione di nitrato alla forma gassosa: N2O e N2). La quantità di N2O prodotto è strettamente legata alla disponibilità di Azoto minerale nel suolo. Le emissioni massime sono state generalmente riscontrate nelle prime due o tre settimane di applicazione del fertilizzante azotato. L’entità dell’emissione dipende dalla quantità e dalla qualità del fertilizzante applicato al terreno, dal tipo di coltura, dalla temperatura e dall’umidità del suolo. Tuttavia non è possibile individuare un fattore di emissione per le varie condizioni, per cui l’IPCC (International Panel Climate Change)definisce un solo fattore di emissione per tutti i tipi di input di Azoto. Per quanto riguarda l’emissione diretta di N2O, oltre all’emissione prodotta da colture fertilizzate emissioni indotte dall’input di Azoto (sottoforma di fertilizzante, di escremento depositatosi durante il pascolo, fissazione biologica di Azoto e residui dei raccolti), si deve considerare anche quella derivante dalla coltivazione di suoli umidi. L’entità dell’emissione diretta di protossido di Azoto varia in funzione del suolo e delle situazioni ambientali: l’applicazione di fertilizzanti azotati, l’incorporazione di residui di raccolti ricchi di Azoto in suoli che trattengono l’umidità producono più emissioni di quanto non si verificherebbe con le stesse operazioni su terreni secchi e drenanti; le stesse operazioni producono più emissioni su terreni freddi che su terreni caldi (è stato stimato che circa il 50% dell’emissione annua di N2O si verifichi tra novembre e febbraio). Una rapida crescita delle colture, con un’alta domanda di NO3-, ridurrà l’emissione per effetto della riduzione della quantità di Azoto minerale disponibile per la denitrificazione. Un aumento dell’essudazione di carbonio dalle piante può aumentare la denitrificazione. Il suolo ed i fattori ambientali influenzano anche l’emissione di N2O indiretta che si origina per effetto della deposizione atmosferica di ammoniaca ed ossidi di Azoto. Stante la difficoltà di distinguere tra i diversi tipi di fertilizzanti utilizzati (non sono reperibili dati sui consumi di sostanze chimiche utilizzate in agricoltura) si ritiene lecito far riferimento ai fattori di emissione indicati nel “Manuale dei fattori di emissione nazionali” del CTN-ACE, che suggeriscono i seguenti valori:

Tipo di coltivazione Fattore di emissione ammoniaca [kg/t di fertilizzante] Coltivazioni permanenti 22,27 Terreni arabili 22,27 Risaie 22,27 Vivai 22,27 Praterie 22,27 Maggesi 22,27 Fattori di emissione di NH3 indicati nel “Manuale dei fattori di emissione nazionali” del CTN-ACE

Tipo di coltivazione Fattore di emissione protossido di Azoto [kg/t di fertilizzante] Coltivazioni permanenti 5,643 Terreni arabili 5,643 Risaie 5,643 Vivai 5,643 Praterie 5,643 Maggesi 5,643 Fattori di emissione di N2O indicati “Manuale dei fattori di emissione nazionali” del CTN-ACE

Il fattore di emissione dell’ossido nitrico (NO) indicato dalla procedura CORINAIR (non è indicato nella procedura del CTN-ACR) è pari allo 0,3% dell’Azoto aggiunto come fertilizzante.

57 Ovviamente per ricavare il fattore di emissione di NO da quello di Azoto sottoforma di NO occorre moltiplicare per 30 e dividere per 14. Per poter applicare i fattori di emissione sopra individuati é indispensabile poter disporre dei quantitativi di Azoto apportati al terreno. Come metodologia di principio si è ritenuto di calcolare la richiesta di Azoto necessaria per l’accrescimento colturale, procedura, peraltro, seguita anche da Ingegneria Ambientale di ARPA nel “Piano di tutela delle acque” 2004 (PRTA). Per questo scopo 1. si sono raccolti i dati sulle estensione delle colture del Censimento ISTAT dell’agricoltura del 2000 2. si sono aggregate le varie colture secondo uno schema che consentisse di ricondurre le elaborazioni a 19 gruppi di colture; 3. si sono individuate le rese per unità di superficie delle varie classi colturali in corrispondenza delle regioni agrarie (nella nostra provincia si possono individuare sei differenti zone) che rappresentano porzioni di territorio nelle quali, per motivi legati all’altimetria, al regime meteoclimatico ed ad altri fattori, si possono ottenere rese sufficientemente omogenee; 4. sulla base dei dati agronomici relativi alle quantità di nutrienti asportati teoricamente dai vegetali per le proprie funzioni si sono determinati i quantitativi complessivi prelevati dal terreno; 5. si sono stimati, infine, gli apporti teorici da apportare al terreno per ottenere le rese dichiarate nel censimento 2000 tenendo conto della presenza di un certo quantitativo di Azoto presente nel terreno (si è ipotizzata una presenza di Azoto derivante da processi di mineralizzazione della sostanza organica pari a 40 kg/ha/anno, in linea con quanto stimato da PRTA, del fatto che alcune colture non necessitano di apporti esterni di Azoto poiché riescono a fissare quello atmosferico, e di una specie di rendimento delle piante che non riescono ad assimilare il 100% di quanto apportato, per cui si è assunto un rendimento dell’80%.

Il fabbisogno complessivo di Azoto da apportare ai terreni, pari a 10.452 t/anno, è inferiore, pur essendo dello stesso ordine di grandezza, alla stima delle necessità colturali effettuate da PRTA, in cui viene indicato un valore teorico di 14.059 t/anno, da fornire sotto forma di liquami, fanghi di depurazione e fertilizzanti chimici, per cui si ritiene accettabile la stima effettuata nell’ambito degli errori solitamente compresi nell’ambito dell’incertezza inevitabile quando si devono predisporre gli inventari delle emissioni in atmosfera. Questi valori sono inferiori all’Azoto legato a fertilizzanti chimici che sono stati venduti nel corso del 2000: ciò può essere dovuto a pratiche agricole non perfette o a logiche di mercato (flussi interregionali di fertilizzanti chimici). Per ottenere un’ottima disaggregazione territoriale degli apporti di Azoto necessari alle colture sarebbe fondamentale poter disporre di informazioni geroreferenziate circa la superficie destinata alle diverse classi colturali, informazioni a tutt’oggi non disponibili. Ciò che invece è disponibile è la carta dell’uso del suolo elaborata dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito del progetto Corine Land Cover; questa è relativa all’uso del solo del 1996, quindi le superfici in esso cartografate non sono congruenti con quelle del Censimento ISTAT 2000. Dal confronto tra le superfici complessivamente destinate alla coltivazione, seppur definite in classi differenti nella procedura land cover e nel censimento Istat, si nota che in soli quattro anni vi è stato un calo da 228.000 ettari (risultante dalla somma di superficie destinata a seminativi, orti e vivai, vigneti, uliveti, frutteti e vigneti, colture da legno, castagneti da frutto, prati stabili, praterie cacuminali, boschi e zone agricole eterogenee) a 168.554 ettari. Se si focalizza l’attenzione sui seminativi e sugli ortivi, si osserva che attualmente questi costituiscono circa il 60% delle colture complessive, mentre nel 1996 rappresentavano il 61% del totale; quindi dette colture non presentano una sostanziale variazione relativa, cosa che, invece è si è verificata nel corso degli anni per altre colture (quella destinata ai vigneti è più che raddoppiata).

58 Inoltre, le elaborazioni mostrano che queste sono le colture maggiormente esigenti, dal momento che necessitano un apporto di 9.352 t di Azoto annuo, equivalente all’89,5% del fabbisogno totale, per cui risulta importante disaggregare a livello subcomunale il fabbisogno del nutriente in esame almeno per queste due categorie colturali. Per procedere a tale disaggregazione si sono intersecate le superfici comunali con la carta dell’uso del suolo ricavando in tal modo delle aree a diversa destinazione a livello subcomunale: l’apporto di Azoto quale fertilizzante interesserà, ovviamente, solo quelle destinate a pratiche agricole. Come quantitativo di Azoto da applicare per unità di superficie di dette aree si è ritenuto di ricorrere all’apporto specifico di Azoto relativo al fabbisogno calcolato per l’anno 2000 che per i terreni destinati a seminativi ed orticoli è di 66 kg/ha/anno. Questa scelta, incongruente dal punto di vista puramente teorico, poiché moltiplica dati relativi al 1996 a dati relativi al 2000, comporterà un aumento complessivo del fabbisogno di Azoto per i seminativi e per gli orticoli, dal momento che la superficie destinata a seminativi e ortivi nel 1996 era superiore a quella dell’anno 2000. Il valore desunto è pari a 12.077 kg/anno. Tuttavia questo aumento riduce la differenza tra il valore complessivamente stimato (che diventa di 13.177 kg/anno) e quello stimati da PRTA e consente di poter disporre di una buona disaggregazione spaziale della quasi totalità dell’apporto di Azoto ai terreni. Nella tabella seguente sono riportati i dati utilizzati per la disaggregazione dei fabbisogni di Azoto di dette colture. Per tutte le altre colture, considerata la maggiore variabilità della loro superficie nel corso degli anni, si ritiene più opportuno ricorrere ad una disaggregazione uniforme all’interno del territorio di ciascun comune dei fabbisogni di Azoto relativi all’anno 2000.

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Superficie seminativi e fabbisogno di Azoto Superficie seminativi e fabbisogno unitario di Comune ortivi nel 2000 [ha] nel 2000 [kg] ortivi nel 2000 [ha] Azoto [kg/ha/anno] Agazzano 2.196 143.350 3.214 65,3 Alseno 3.371 364.245 5.052 108,0 Besenzone 2.362 250.280 2.340 106,0 Bettola 2.573 42.055 4.250 16,3 Bobbio 1.801 23.740 3.283 13,2 Borgonovo Val Tidone 2.960 283.684 4.606 95,8 Cadeo 3.198 391.045 3.631 122,3 Calendasco 2.377 300.101 2.878 126,3 Caminata 136 1.340 202 9,9 Caorso 2.292 283.265 3.172 123,6 Carpaneto Piacentino 4.554 512.933 5.205 112,6 Castell'Arquato 2.348 186.949 3.838 79,6 Castel San Giovanni 2.409 296.327 3.644 123,0 2.483 353.609 2.700 142,4 Cerignale 41 676 150 16,7 Coli 1.067 8.569 1.204 8,0 Corte Brugnatella 90 1.235 619 13,8 Cortemaggiore 3.260 370.192 3.463 113,6 Farini 1.555 86.258 2.549 55,5 Ferriere 375 6.368 1.258 17,0 Fiorenzuola d'Arda 4.432 513.339 5.431 115,8 Gazzola 2.342 158.417 3.411 67,6 Gossolengo 1.830 243.311 2.498 132,9 Gragnano Trebbiense 2.321 261.475 2.996 112,6 Gropparello 1.207 43.946 3.095 36,4 Lugagnano Val d'Arda 1.649 46.946 2.829 28,5 Monticelli d'Ongina 3.101 415.497 3.380 134,0 Morfasso 475 6.354 2.056 13,4 Nibbiano 1.773 50.580 2.925 28,5 Ottone 53 1.667 285 31,4 Pecorara 1.760 26.945 2.461 15,3 Piacenza 6.003 733.741 7.840 122,2 Pianello Val Tidone 1.927 70.846 2.380 36,8 Piozzano 2.350 90.176 3.009 38,4 Podenzano 3.151 382.034 3.971 121,2 Ponte dell'Olio 1.647 101.569 2.742 61,7 Pontenure 2.944 358.289 3.080 121,7 Rivergaro 2.504 241.579 3.293 96,5 Rottofreno 2.323 278.762 2.815 120,0 3.557 428.645 4.017 120,5 San Pietro in Cerro 2.254 274.858 2.700 121,9 Sarmato 1.457 168.122 2.033 115,4 Travo 2.279 64.320 3.922 28,2 Vernasca 1.483 34.520 3.176 23,3 Vigolzone 1.990 170.490 2.634 85,7 Villanova sull'Arda 2.096 247.066 2.878 117,9 Zerba 7 189 20 26,3 630 32.485 855 51,6 totale 100.994 9.352.388 139.989 92,6 * ricavato dividendo il fabbisogno di N relativo al 2000 per la superficie di seminativi e ortivi del medesimo anno Seminativi e ortivi nel 2000.

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Le emissioni totali derivanti dalle pratiche agricole sono riportate nella seguente tabella.

Comune NH3 N2O NO Agazzano 5.576 1.397 1.596 Alseno 12.620 3.172 3.625 Besenzone 5.387 1.358 1.547 Bettola 5.386 1.323 1.512 Bobbio 3.488 838 967 Borgonovo 11.299 2.847 3.246 Cadeo 9.947 2.501 2.856 Calendasco 7.763 1.953 2.228 Caminata 237 59 67 Caminata 237 59 67 Caorso 8.769 2.207 2.516 Carpaneto 13.748 3.459 3.946 Castel San Giovanni 10.861 2.735 3.118 Castell'Arquato 7.562 1.898 2.166 Castelvetro 8.729 2.199 2.506 Cerignale 2.584 642 733 Coli 4.512 1.108 1.271 Corte Brugnatella 1.802 437 504 Cortemaggiore 8.957 2.257 2.574 Farini 9.889 2.466 2.812 Ferriere 16.977 4.252 4.829 Fiorenzuola d'Arda 14.358 3.622 4.123 Gazzola 5.495 1.374 1.570 Gossolengo 8.132 2.053 2.335 Gragnano Trebbiense 8.644 2.179 2.482 Gropparello 4.507 1.124 1.285 Lugagnano 2.658 654 746 Monticelli d'Ongina 10.119 2.544 2.902 Morfasso 6.695 1.663 1.901 Nibbiano 3.105 773 882 Ottone 2.170 527 574 Pecorara 1.858 449 515 Piacenza 21.849 5.496 6.255 Pianello 2.828 702 803 Piozzano 4.200 1.052 1.197 Podenzano 10.870 2.736 3.122 Pontedell'Olio 4.060 1.016 1.157 Pontenure 8.425 2.124 2.421 Rivergaro 7.849 1.971 2.253 Rottofreno 7.706 1.941 2.212 San_Giorgio 10.772 2.707 3.092 San Pietro in Cerro 7.453 1.882 2.137 Sarmato 6.040 1.520 1.732 Travo 5.896 1.463 1.672 Vernasca 3.342 819 936 Vigolzone 5.721 1.435 1.638 Villanova sull'Arda 7.630 1.920 2.193 Zerba 156 36 39 Ziano_Piacentino 3.011 752 857 totale provinciale 341.881 85.700 97.716 Emissioni Comunali da agricoltura [kg/anno].

Nella figura seguente sono riportate, a titolo esemplificativo, le emissioni totali di ammoniaca derivanti dalle diverse colture praticate. I dati sono stati riportati per Comune, normalizzandoli rispetto alla superficie totale comunale. Da tale figura emerge chiaramente che le emissioni maggiori sono in corrispondenza dei comuni della fascia di pianura, a forte vocazione agricola.

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2.9 - Emissioni in atmosfera da allevamenti I dati utilizzati per la valutazione delle emissioni da allevamenti sono quelli del quinto censimento dell’agricoltura dell’ISTAT del 2000 che suddivide, su base comunale, l’allevamento in sette tipologie principali: avicoli, bovini, caprini, conigli, equini, ovini e suini. I dati ricavati dal censimento dell’agricoltura, aggregati per le varie tipologie, sono riportati nella tabella 2.54. Come si può notare, l’allevamento degli avicoli, dei bovini e dei suini sono quelli più diffusi ed interessano principalmente i comuni di pianura. Per quanto riguarda gli allevamenti avicoli il numero di capi allevati è maggiore nei comuni di Monticelli d’Ongina, Castelvetro, Alseno, Castell’Arquato e Gazzola. Per quanto riguarda i bovini, gli allevamenti sono concentrati soprattutto nei comuni di Carpaneto P.no, Fiorenzuola d’Arda, Cortemaggiore, Castelvetro, Piacenza, Borgonovo Val Tidone, Cadeo e Besenzone. Gli allevamenti di suini sono ubicati prevalentemente nella bassa piacentina e precisamente nei comuni di Fiorenzuola d’Arda, Cortemaggiore, Besenzone, Cadeo, Villanova sull’Arda, San Pietro in Cerro e Carpaneto P.no.

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Allevamenti Bovini Bufalini Caprini Conigli Equini Ovini Suini avicoli Agazzano 1.421 1.779- 7 244 11 -3.488 Alseno 38.246 3.305- 1 711 54 -5.534 Besenzone 4.857 3.461- 38 297 33 3211.132 Bettola 4.493 1.254- 109 1.558 84 1.23319 Bobbio 3.338 826- 89 1.150 29 2124 Borgonovo Val Tidone 4.109 4.002 - 24 277 53 - 11 Cadeo 7.300 3.600- - - 13 1.05011.142 Calendasco 1.234 1.741- 6 3.522 10 7- Caminata 407 32- - 2.094 10 1013 Caorso 548 1.065- 9 198 - -7 Carpaneto Piacentino 7.683 8.025 - 21 317 50 3 8.631 Castell'Arquato 24.046 2.532- - 1.034 62 305.856 Castel San Giovanni 1.040 2.445 - 2 206 14 - 6.822 Castelvetro Piacentino 67.151 4.794 - - 368 - - 5 Cerignale 214 66- 45 111 3 -9 Coli 2.081 391- 52 598 25 14313 Corte Brugnatella 890 418 - 18 692 24 - 23 Cortemaggiore 2.460 5.521- 9 787 16 -13.490 Farini 1.381 1.016- 15 214 93 2835 Ferriere 2.552 74618 96 1.125 98 8412 Fiorenzuola d'Arda 2.913 5.556 - - 496 17 5 22.456 Gazzola 21.855 3.209- 5 359 68 29 Gossolengo 513 2.652- - 99 12 -194 Gragnano Trebbiense 686 2.528 - 5 135 18 - 716 Gropparello 2.512 633- 32 4.582 18 21- Lugagnano Val d'Arda 1.811 1.062 - 7 308 24 - 15 Monticelli d'Ongina 92.240 2.062 - 9 271 3 - 4 Morfasso 3.434 684- 15 1.117 77 2788 Nibbiano 1.918 627- 10 529 21 8236 Ottone 806 335- 43 415 36 356 Pecorara 3.557 737- 8 1.492 13 637 Piacenza 2.863 4.264- 10 867 45 21.314 Pianello Val Tidone 2.088 1.161 - 12 574 20 2 32 Piozzano 1.620 999- 151 234 101 25013 Podenzano 3.210 3.029- 20 181 12 11.443 Ponte dell'Olio 5.752 1.227 - 32 608 13 4 1.453 Pontenure 3.596 792- 13 258 3 -4.653 Rivergaro 4.784 1.570- 19 1.212 19 715 Rottofreno 353 1.438- - 72 22 -- San Giorgio Piacentino 1.893 2.006 - 33 751 22 - 4.566 San Pietro in Cerro 1.595 1.861 - 53 220 - - 8.246 Sarmato 81 999- 7 - 4 -2 Travo 2.557 437- 65 704 34 1.0312 Vernasca 7.872 616- 53 1.073 30 6832.294 Vigolzone 3.432 1.389- 20 701 138 51.454 Villanova sull'Arda 1.523 2.677 - - 86 20 - 8.968 Zerba 81 3- - 36 - -- Ziano Piacentino 729 375 - 7 149 13 - 8 TOTALE 351.725 91.94718 1.170 33.032 1.485 4.730124.490

Tabella 2.54 - Capi allevati in provincia di Piacenza. Dati Censimento agricoltura del 2000.

63 Al fine di valutare i carichi inquinanti annui dovuti all’allevamento di animali, si è fatto ricorso ai fattori di emissione nazionali raccolti nel “Manuale dei fattori di emissione nazionale” del Centro Tematico Nazionale Atmosfera Clima ed Emissioni in Aria (CTN-ACE) con la collaborazione dell’APAT la cui prima e finora unica bozza è stata redatta nel 2002. Alcuni fattori riportati in questo manuale, come si è potuto verificare, derivano da quelli sviluppati nella guida europea “Atmospheric emission inventory guidebook” (EMEP/CORINAIR, 1999), altri sono stati ricavati in ambito internazionale (IPCC), altri ancora provengono dall’EPA degli Stati Uniti d’America. Nel caso specifico il settore dell’agricoltura, a cui ovviamente sono riconducibili gli allevamenti, sono riportate nel macrosettore 10 ed i fattori di emissione specifici derivano dal Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA) con rielaborazioni APAT. I carichi inquinanti annui ricavati sono stati riportati a livello comunale, e sono disaggregabili sulla base di un criterio che tiene in considerazione la popolazione nelle sezioni censuarie (del censimento della popolazione) e la loro superficie. Nello specifico è lecito ritenere che gli allevamenti insistano maggiormente nelle zone con una superficie maggiore e meno densamente abitate, per cui sono stati elaborati dei coefficienti ad hoc per ripartire i carichi medesimi. Gli inquinanti presi in considerazione sono il metano (CH4), le sostanze organiche volatili non metaniche (NMVOC), l’ammoniaca (NH3) e il protossido di Azoto (N2O). Il metano si sviluppa principalmente per effetto della fermentazione enterica, durante la quale i carboidrati sono “demoliti” in molecole più semplici. I NMVOC si sviluppano dai liquami prodotti dagli animali allevati e raccolti sotto forma liquida o solida. L’ammoniaca ed il protossido di Azoto si sviluppano, come gli altri inquinanti, dai liquami derivanti dagli allevamenti, sia liquidi sia solidi. I fattori di emissione utilizzati sono, dunque, i seguenti: Avicoli

FE CH4 FE NH3 FE N2O [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] galline ovaiole 0,078 0,37 0,0225 pollastri 0,078 0,2 0,0279 altri avicoli 0,078 0,334 0,0468

Bovini

FE CH4 FE NH3 FE NMCOV FE N2O [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] fermentazione enterica vacche da latte 117,6

53,6 fermentazione enterica altri bovini composti organici vacche da latte 20 43,72 0,06 composti organici vacche altri bovini 11,8 20,34 0,06 5,0954 composti azotati vacche da latte composti azotati altri bovini 2,2453

64 Caprini

FE CH4 FE NH3 FE NMVOC FE N2O [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] fermentazione 5 enterica composti organici 0,12 0,59 0,005 composti azotati 0,1006 Conigli

FE CH4 FE NH3 FE NMVOC FE N2O [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] fermentazione enterica 0,078 composti organici 0,078 0,326 composti azotati 0,0376 Equini

FE CH4 FE NH3 FE NMCOV FE N2O [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] fermentazione enterica equini 18 fermentazione enterica asini e muli 10 composti organici equini 1,4 5,51 0,031 composti organici asini e muli 0,76 0,031 composti azotati 1,1236 Ovini

FE CH4 FE NH3 FE NMVOC FE N2O [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] fermentazione enterica 8 composti organici 0,19 0,59 0,005 composti azotati 0,1006 Suini

FE CH4 FE NH3 FE NMCOV FE N2O [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] [kg/capo/anno] fermentazione enterica 1,5 composti organici suini 8,24 6,48 0,021 composti organici scrofe 21,3 10,75 0,021 composti azotati scrofe 0,8452 composti azotati altri suini 0,4129

65 Nella tab. seguente sono riportati i flussi totali stimati per i comuni del territorio provinciale.

Comune CH4 NH3 NMVOC N2O Agazzano 198410 80016 180 7364 Alseno 364199 151652 316 14247 Besenzone 469433 203654 440 17755 Bettola 143326 44578 85 5129 Bobbio 70541 23422 52 2615 Borgonovo 377131 119751 242 13670 Cadeo 468833 201783 450 17573 Calendasco 174065 56249 105 6428 Caminata 4370 2104 3 239 Caorso 87904 27874 60 3152 Carpaneto 901921 327992 661 33258 Castel_San_Giovanni 310408 131974 292 11702 Castell'Arquato 305572 132429 275 12349 Castelvetro 390277 136229 288 15732 Cerignale 7542 2484 4 280 Coli 36153 11792 25 1335 Corte_Brugnatella 44686 14661 26 1671 Cortemaggiore 660295 275032 614 24599 Farini 114744 36833 65 4251 Ferriere 80154 26220 49 3007 Fiorenzuola_d'Arda 813717 367534 797 30644 Gazzola 312272 105163 195 12205 Gossolengo 264506 84550 164 9574 Gragnano_Trebbiense 270385 89105 167 9816 Gropparello 64513 22354 39 2532 Lugagnano 109857 35366 65 4037 Monticelli_d'_Ongina 196385 80082 124 9615 Morfasso 73944 25009 45 2820 Nibbiano 47815 16779 43 1750 Ottone 37489 12099 22 1400 Pecorara 72733 24486 45 2758 Piacenza 414221 137962 281 15057 Pianello 93349 30166 71 3365 Piozzano 97975 30700 65 3543 Podenzano 301634 102986 212 11009 Pontedell'Olio 134957 51572 104 5192 Pontenure 121509 62041 145 4753 Rivergaro 155250 50390 94 5768 Rottofreno 138481 43743 87 5001 San_Giorgio 238425 98215 216 8862 San_Pietro_in_Cerro 274702 127611 285 10470 Sarmato 93487 29455 60 3357 Travo 51260 14878 33 1736 Vernasca 95957 42560 90 3762 Vigolzone 152448 55861 117 5729 Villanova_sull'Arda 367566 159816 343 13867 Zerba 280 124 0 13 Ziano_Piacentino 32843 10585 22 1200 totale provinciale 10.237.926 3.917.925 8.164 386.190 Tab. 2.55 . Flussi inquinanti annui da allevamenti [kg/anno].

I dati per singolo settore zootecnico, che si omettono, possono essere rappresentati con i diagrammi successivi che mostrano che l’apporto maggiore è dovuto all’allevamento di bovini e suini, anche se non è trascurabile, per quanto riguarda l’ammoniaca ed, in particolar modo per i comuni direttamente interessati, il contributo dell’allevamento di avicoli.

66 CH4_tot N2O_tot

0,4% 0,3% 2,9% 13,3% 0,1% 0,3% 14,6% 0,4% 0,1% 0,3% 0,1% 0,0%

avicoli avicoli bovini bovini caprini caprini conigli conigli equini equini ovini ovini suini suini

85,6% 81,6%

Figura 2.56. Ripartizione carico inquinante Figura 2.57. Ripartizione carico inquinante metano. protossido di azoto.

NH3_tot NMCOV_t 0,0%

2,4%

26,5% 31,8%

avicoli avicoli bovini bovini caprini caprini conigli conigli 0,1% equini equini 0,2% ovini suini ovini 0,3% 0,3% 67,3% suini 0,0% 0,6% 0,0% 70,5% 0,1%

Figura 2.58. Ripartizione carico inquinante Figura 2.59. Ripartizione carico inquinante ammoniaca. composti organici volatili.

Nelle figure seguenti sono riportate le emissioni complessive comunali rapportate per unità di superficie di metano, ammoniaca e composti organici non volatili.

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Fig. 2.60 - Flussi di massa annui di metano Fig. 2.61 - Flussi di massa annui di da allevamenti [kg/anno/ha] ammoniaca da allevamenti [kg/anno/ha].

Fig. 2.62 - Flussi di massa annui di COV non metanici da allevamenti [kg/anno/ha].

In prospettiva futura sarà importante poter disporre di dati georeferenziati di tipo puntuale, al fine di eliminare l’inevitabile aleatorietà e soggettività legata al criterio adottato per disaggregare le informazioni finora disponibili su scala comunale, pertanto sarà indispensabile disporre del contributo del Servizio Veterinario dell’AUSL, il quale potrebbe fornire anche dati più aggiornati relativi al numero di capi allevati.

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2.10 - Emissioni di COV da foreste L’emissione di composti organici volatili dalla vegetazione, e in primo luogo dal sistema forestale, è rilevante non già per gli effetti sulla salute (anzi, taluni monoterpeni hanno effetti salutari), bensì per il ruolo che hanno nel ciclo di formazione dell’Ozono troposferico. L’attività fogliare è una sorgente di COV tra cui si rilevano l’isoprene, i monoterpeni ed altri numerosi composti organici. Secondo il programma CORINAIR 90 le foreste, decidue e conifere, contribuivano al 19% del totale di NMCOV ed al 4,4% dell’emissione di metano. Recentemente (Simpson et al., 1995) sono state stimate per l’Italia emissioni di isoprene pari a 53.000 t/anno, di monoterpeni pari a 89.000 t/anno e di altre COV pari a 142.000 t/anno a fronte di un valore di 2.080.000 t/anno dovute all’attività dell’uomo. Quindi quelle dovute alle foreste secondo questo studio ammontano al 12% del totale. L’isoprene è un inquinante di primaria importanza di cui si deve tener conto nella modellazione per la stima dell’Ozono; anche l’emissione dei vari terpeni e importante, anche se presentano maggiori incertezze per quanto riguarda il loro comportamento atmosferico, mentre per quanto riguarda le altre COV vi sono molti dubbi sul loro ruolo nella chimica atmosferica. Per il calcolo dei fattori di emissione si è seguita la procedura CORINAIR 2002 I fattori di emissione sono stati applicati alla carta delle aree boscate prevista dal PTCP vigente, sulla quale sono riportati i terreni in base al loro uso (forestale, agricolo e urbano). Si sono utilizzati i terreni con uso forestale, ad uso agricolo (arboricoltura da legno – pioppeto) nonché i terreni ad uso urbano coperti, però, da parchi o giardini. Non si sono considerati gli arbusteti per mancanza di informazioni sulle essenze arboree in essi presenti. Complessivamente si è stimato che il flusso totale di composti organici volatili annui è pari a circa 5000 t/anno, così composto: isoprene 4414 ton/anno, monoterpeni 251 ton/anno e altri COV 335 ton/anno. Ovviamente le zone in cui l’apporto di COV di origine naturale è maggiore sono quelle di montagna. E’ importante ripetere che le aree boscate sono una fonte di COV assolutamente naturale, che non deve essere considerata inquinante: essa inoltre ha rilevanza solo in presenza di altri inquinanti fotochimici di origine antropica (quali gli ossidi di Azoto), specialmente nel periodo estivo di forte soleggiamento.

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2.11 - Emissioni totali provinciali Nel presente capitolo sono riportate le emissioni totali esaminate nel dettaglio nei capitoli precedenti. Nella figura successiva sono riportati in un istogramma i carichi percentuali dovuti alle varie sorgenti emissive; nelle tabelle seguenti sono riportate le emissioni annue totali in kg per i principali inquinanti considerati, nonchè i carichi inquinanti totali per singolo comune.

100%

90%

80% riscaldamento domestico rifiuti e depuratori 70% aree boscate 60% agricoltura sov domestiche 50% altre attività produttive

40% centrali termoelettriche altre sorgenti mobili - agricoltura 30% allevamenti evaporative da traffico 20% traffico 10%

0% PTS PM10 NOx SO2 CO COV NH3 CH4

Fig. 2.67. Ripartizione dei carichi inquinanti tra le varie fonti.

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settore PTS PM10 NOx SO2 CO COV NH3 CH4 traffico 408.503 408.503 5.171.326 102.018 22.704.392 3.580.960 85.220 256.671 evaporative da traffico 1.005.352 allevamenti 8.164 3.917.925 10.237.926 altre sorgenti mobili - agricoltura 55.573 52.794 757.135 347.810 79.719 centrali termoelettriche 109.260 98.334 3.985.400 1.806.210 314.820 9.580 altre attività produttive 403.108 350.015 8.922.204 2.388.376 1.425.850 1.938.527 9.550 5.222 sov domestiche 682.050 agricoltura 97.649 341.644 aree boscate 4.998.530 rifiuti e depuratori 440.596 942.105 2.204.559 riscaldamento domestico 74.785 48.254 441.821 22.557 188.036 36.263 totale 1.051.230 957.901 19.375.536 4.319.161 24.980.908 12.779.739 5.296.445 12.704.378

Tab. 2.68 . Emissioni annue a scala provinciale ripartite per fonte [kg/anno].

71

Comune MP_tot PM10_tot NOx_tot SO2_tot CO_tot COV_tot NH3_tot CH4_tot Agazzano 2.912 2.657 51.119 2.486 74.614 36.910 88.083 199.626 Alseno 18.989 18.336 353.167 4.464 733.350 194.245 172.754 372.573 Besenzone 6.510 6.208 94.025 2.184 83.169 20.326 209.263 470.613 Bettola 6.973 6.527 83.567 2.519 259.079 666.448 52.014 147.229 Bobbio 6.694 6.371 74.848 2.757 377.816 406.998 31.286 77.895 Borgonovo 17.735 16.691 249.702 77.444 489.065 112.946 135.477 386.546 Cadeo 29.827 27.881 359.826 18.215 946.549 245.665 218.079 479.672 Calendasco 12.956 12.005 135.961 8.343 262.526 106.047 68.492 176.897 Caminata 187 166 2.416 78 1.818 8.994 4.329 4.753 Caorso 58.691 54.774 410.090 36.175 853.138 276.210 62.191 146.516 Carpaneto 19.216 17.505 182.178 39.319 592.695 221.780 344.768 911.081 Castel_San_Giovanni 41.910 36.854 2.544.776 72.379 914.379 227.985 149.270 324.510 Castell'Arquato 9.595 8.980 222.668 13.243 392.829 142.930 143.145 313.233 Castelvetro 23.325 22.672 313.889 5.370 848.232 245.895 150.412 399.321 Cerignale 427 412 6.762 247 8.164 66.148 5.852 7.761 Coli 3.111 3.009 36.381 1.040 157.654 228.686 16.613 38.188 Corte_Brugnatella 1.721 1.662 23.273 649 38.604 155.268 17.797 45.809 Cortemaggiore 17.230 16.004 929.220 6.546 502.550 120.536 287.020 665.896 Farini 3.412 3.167 48.890 17.252 108.825 523.035 50.319 117.234 Ferriere 3.147 3.039 49.139 2.433 101.690 814.106 45.732 82.381 Fiorenzuola_d'Arda 52.385 48.626 613.300 144.079 1.792.772 472.230 391.602 836.374 Gazzola 5.964 5.637 83.285 3.210 276.478 110.003 114.267 316.488 Gossolengo 9.536 9.034 113.818 7.616 454.759 136.442 94.557 271.267 Gragnano_Trebbiense 17.491 15.953 1.089.925 119.610 754.429 107.952 105.211 282.029 Gropparello 5.700 4.935 35.474 1.416 83.258 205.349 28.509 65.959 Lugagnano 9.939 8.804 134.213 22.145 317.513 111.189 40.193 112.040 Monticelli_d'_Ongina 13.518 13.157 194.151 11.974 498.816 189.799 92.826 203.075 Morfasso 2.404 2.295 69.288 1.339 87.748 284.157 33.702 75.263 Nibbiano 4.871 4.499 62.825 2.005 117.986 77.732 24.166 49.816 Ottone 1.030 1.010 15.010 863 42.655 82.576 17.425 38.948 Pecorara 1.579 1.469 21.420 673 37.191 193.182 26.512 73.100 Piacenza 348.235 306.278 6.321.913 2.751.195 7.026.604 3.173.596 1.002.433 2.531.734 Pianello 3.330 3.054 36.467 866 58.342 104.181 33.615 94.674 Piozzano 1.901 1.796 26.050 369 24.560 163.593 35.191 98.299 Podenzano 52.154 45.793 1.244.678 544.245 1.240.108 313.993 122.210 329.890 Pontedell'Olio 7.436 6.789 74.997 2.856 203.917 190.829 58.153 139.172 Pontenure 23.775 22.719 337.520 7.954 787.041 218.739 74.797 131.053 Rivergaro 16.324 15.171 174.082 13.115 487.106 199.193 61.320 163.642 Rottofreno 30.610 28.705 336.809 49.413 850.536 288.781 56.958 150.761 San_Giorgio 12.842 11.872 126.963 38.866 431.776 125.999 110.233 244.746 San_Pietro_in_Cerro 10.511 10.258 106.825 1.641 261.744 73.784 136.133 277.274 Sarmato 31.846 25.827 657.002 5.217 519.750 156.117 60.303 135.820 Travo 4.841 4.581 59.906 1.239 174.660 306.632 21.923 54.282 Vernasca 77.756 75.308 1.043.233 253.679 161.759 397.141 49.823 98.365 Vigolzone 9.321 8.766 82.388 17.449 402.190 150.068 64.967 159.529 Villanova_sull'Arda 5.092 4.704 59.460 1.418 74.217 92.654 169.955 368.711 Zerba 27 24 642 115 735 9.273 1.910 678 Ziano_Piacentino 6.244 5.916 81.992 1.450 65.512 23.396 14.655 33.657 totale 1.051.230 957.901 19.375.536 4.319.161 24.980.908 12.779.739 5.296.445 12.704.378 Tab. 2.69 . Emissioni totali annue a scala comunale [kg/anno].

72 Nelle figure successive sono riportati i flussi di PM10, NOx, COV, CO e NH3 per comune. I carichi inquinanti sono stati normalizzati rispetto alla superficie comunale per consentire un raffronto tra i vari comuni. Tuttavia per sapere quali sono le zone più gravate da emissioni la rappresentazione per comuni non è in grado di evidenziare particolari situazioni locali quali zone fortemente antropizzate o attraversate da importanti vie di traffico o zone industriali. Questa valutazione può essere effettuata solo ricorrendo alla griglia di maglie quadrati di 1 km di lato già usata per la rappresentazione delle singole fonti.

Fig. 2.70 - Emissioni totali di PM10 per Fig. 2.71 - Emissioni totali di NOx per comune e per ettaro [kg/anno/ha]. comune e per ettaro [kg/anno/ha].

73

Fig. 2.72 - Emissioni totali di COV per Fig. 2.73 - Emissioni totali di CO per comune e per ettaro [kg/anno/ha]. comune e per ettaro [kg/anno/ha].

Fig. 2.74 - Emissioni totali di NH3 per comune e per ettaro [kg/anno/ha].

74

I dati fin qui presentati sono sempre aggregati a livello comunale, ma dal momento che l’inventario provinciale delle emissioni deriva da un approccio sostanzialmente di tipo bottom – up, è possibile ricostruire una distribuzione locale delle sorgenti inquinanti. La rappresentazione delle informazioni sul territorio approssima bene la situazione reale sia per la grande mole di informazioni correttamente georeferenziate, sia per la disponibilità a livello comunale della maggior parte dati non georeferenziati che possono, quindi, essere facilmente disaggregati su microscala grazie a variabili surrogate, quali l’uso del suolo, la distribuzione della popolazione, ecc. Nelle figure seguenti (figg. 2.75-76-77) i flussi di massa annui di PM10 e dei precursori dell’ozono, composti organici volatili e ossidi di Azoto, sono rappresentati su maglie quadrate di 1 km di lato. Queste figure non fanno che confermare le criticità emergenti a scala comunale, evidenziando, però, le zone maggiormente gravate da carichi inquinanti, che, ovviamente, sono quelle maggiormente interessate da attività antropiche (industriali, residenziali e lungo le principali arterie di comunicazione).

75

Fig. 2.75 - Flussi di PM10 annui totali per griglia chilometrica [kg/anno].

76

Fig. 2.76 - Flussi di COVNM annui totali per griglia chilometrica [kg/anno].

77

Fig. 2.77 - Flussi di NOx annui totali per griglia chilometrica [kg/anno].

78

2.12 - Condizioni al contorno L’esame della situazione globale a livello di bacino padano diventa indispensabile sia perché gli inquinanti areriformi sono per loro natura trasportati dal vento, sia perché inquinanti prodotti altrove possono generare ulteriori e diversi inquinanti in località molto lontane da quelle in cui sono stati generati, ad esempio per effetto di reazioni fotochimiche. Al fine di rappresentare la situazione che circonda la provincia di Piacenza si sono reperiti i dati degli inventari di emissione della nostra Regione e di quelle circostanti. Ovviamente le quantità emissive sono state calcolate nelle varie Regioni con metodologie differenti e riferite ad anni diversi dal 2004 (anno di riferimento per l’inventario della Provincia di Piacenza), comunque sono tutte fondamentalmente basate sulla procedura CORINAIR, per cui si può fondatamente ritenere che le informazioni siano tra loro pressoché congruenti. Le rappresentazioni grafiche riportate nelle figure 2.78-79-80 sono relative agli inquinanti attualmente più critici: PM10 e ossidi di Azoto e COV; questi ultimi in quanto precursori dell’ozono. Laddove non disponibili i dati per comuni, si è limitata l’analisi ai dati aggregati per provincia (è il caso del Veneto e della Toscana; quest’ultima, pur non essendo nel bacino padano, è stata riportata per avere una più completa visione d’insieme). Come si può vedere (i dati sono stati normalizzati rispetto alla superficie) il bacino padano, fortemente antropizzato, presenta una situazione emissiva piuttosto critica su tutta la pianura, confoermata dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria che fanno registrare diversi superamenti dei limiti di PM10 nel periodi invernale e di ozono durante la stagione calda. Si deve segnalare che in corrispondenza della fascia appenninica l’elevato apporto di COV è dovuto per lo più ad origini naturali, mentre nella zona di pianura il loro contributo è decisamente più basso di quello antropico. Diventa interessante esaminare anche numericamente i risultati riportati dettagliatamente per Provincia in tab. 2.78 in cui sono riportati i carichi emissivi annui stimati espressi in chilogrammi dei seguenti inquinanti: • monossido di carbonio (CO) • composti organici volatili (COV) • ossidi di Azoto (NOx) • particolato fine con diametro inferiore a 10 micron (PM10) • biossido di zolfo (SO2) • ammoniaca (NH3) nonché i carichi emissivi per unità di superficie (ettari) e per abitante.

Il carico inquinante complessivo della nostra provincia per le sostanze prese in considerazione risulta pressoché allineato con quello delle altre province emiliane se si osservano i dati rapportati alla superficie, ma se si considerano i dati rapportati per abitante si trovano valori procapite più alti della media regionale per gli inquinanti COV, NOx, PM10, SO2, NH3 e per alcuni di essi (quali NOx e SO2 derivanti dai processi di combustione) superiori anche alla media di regioni tradizionalmente importanti dal punto di vista emissivo. Ciò trova spiegazione nella particolare conformazione geografica della nostra provincia in cui si ha una notevole concentrazione di insediamenti produttivi, residenziali, attività commerciali e di reti di comunicazione in pianura, su di una superficie ridotta rispetto a quella collinare e montana.

79 Le stesse figure 2.79-80-81 mostrano con evidenza la nostra realtà: i maggiori carichi inquinanti per unità di superficie si registrano nei comuni attraversati dalle principali vie di comunicazione: via Emilia, Padana Inferiore e autostrade. Quali sviluppi futuri sarà importante uniformare gli inventari, in modo da poter confrontare con maggior precisione i contributi delle varie Regioni alla qualità dell’aria della Pianura Padana, ricorrendo a fattori di emissione unificati per tutte le Regioni e ad inventari di tipo bottom-up (realizzati partendo da informazioni puntuali locali) quale è quello della Provincia di Piacenza, piuttosto che a inventari di tipo top-down, in cui la distribuzione sul territorio viene effettuata tramite disaggregazioni di informazioni disponibili a livello provinciale o, nel migliore dei casi a livello comunale.

Inoltre l’evidenza di un inquinamento diffuso su tutta la pianura, rende indispensabile l’adozione di misure congiunte a livello sovraregionale, cosa peraltro recentemente riconosciuta a Torino il 28.10.2005 con la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra le Regioni e le Province Autonome del Nord Italia.

80 Provincia CO COV NOX PM10 SO2 NH3 Bologna 89.449.053 29.273.317 21.302.951 2.029.424 2.312.096 ND Ferrara 33.023.142 11.178.327 12.139.927 1.125.068 4.677.899 ND Forlì-Cesena 35.992.544 14.434.057 8.145.435 915.240 570.698 ND Modena 58.963.804 20.404.632 14.374.319 1.957.717 7.105.552 ND Piacenza 24.980.908 12.779.739 19.375.536 957.901 4.319.161 5.296.445 Parma 29.620.387 16.191.028 12.478.905 1.227.456 1.326.380 ND Ravenna 41.366.626 20.693.783 22.408.782 1.623.487 10.213.351 ND Reggio Emilia 42.676.059 16.860.947 10.196.402 1.117.517 3.114.541 ND Rimini 30.884.429 9.186.685 6.499.902 606.627 975.579 ND Totale Emila Romagna 386.956.953 151.002.515 126.922.157 11.560.438 34.615.258 ND Varese 51.944.281 29.406.141 18.463.861 1.326.130 2.884.981 1.107.737 Como 41.284.617 18.131.905 9.622.055 1.256.881 1.654.266 999.670 Sondrio 27.559.663 10.649.167 2.754.245 791.843 454.775 1.436.697 Milano 156.410.048 85.540.130 52.771.638 6.500.740 10.452.204 6.749.120 Bergamo 68.345.354 33.592.000 28.234.918 3.050.317 4.613.090 8.519.473 Brescia 84.587.894 41.176.115 28.419.041 4.131.768 4.973.961 27.007.105 Pavia 55.984.602 23.609.917 19.298.929 3.018.430 7.372.994 7.124.941 Cremona 21.556.210 11.881.314 8.326.895 1.060.881 3.341.851 15.526.242 Mantova 25.724.291 13.915.810 24.606.180 2.023.405 28.517.636 21.605.858 Lecco 18.505.841 10.289.718 4.899.548 590.746 371.939 575.958 Lodi 15.194.437 5.514.007 7.503.106 569.939 3.179.379 7.073.533 Totale Lombardia 567.097.239 283.706.225 204.900.417 24.321.080 67.817.076 97.726.333 Torino 166.438.147 57.543.257 39.341.050 9.702.016 3.748.744 9.030.332 Vercelli 18.729.037 5.190.928 14.622.262 1.440.967 394.929 1.312.683 Novara 27.562.808 10.818.352 9.425.770 1.404.784 8.206.037 1.867.864 Cuneo 38.943.652 19.581.862 20.444.961 3.847.992 1.625.324 16.487.279 Asti 20.611.573 5.570.442 4.779.314 1.025.325 432.878 2.251.362 Alessandria 33.693.920 12.795.637 11.524.790 2.380.464 909.590 2.382.189 Biella 12.867.752 4.608.992 2.445.360 558.579 213.826 686.284 Verbano C.O. 11.003.572 4.543.869 2.193.177 492.931 433.315 242.298 Totale Piemonte 329.850.461 120.653.339 104.776.684 20.853.058 15.964.643 34.260.291 VICENZA 54.129.362 29.343.920 14.741.890 2.701.474 ND 9.200.263 BELLUNO 11.518.990 8.200.462 4.365.425 602.060 ND 928.779 TREVISO 52.086.050 19.598.432 18.410.324 2.508.581 ND 11.837.460 VENEZIA 82.654.929 27.104.970 29.194.184 3.604.677 ND 7.402.265 PADOVA 52.583.127 18.818.816 22.050.258 2.773.178 ND 11.384.697 ROVIGO 19.819.212 6.337.696 17.948.001 2.262.663 ND 4.105.129 VERONA 63.360.414 20.798.700 18.463.129 2.573.038 ND 16.951.772 Totale Veneto 336.152.084 130.202.996 125.173.211 17.025.671 ND 61.810.365 Prato 17.263.000 6.314.000 3.157.000 309.000 100.000 103.000 Massa Carrara 17.989.000 6.375.000 3.312.000 576.000 308.000 352.000 Lucca 32.777.000 14.083.000 6.877.000 1.053.000 308.000 618.000 Pistoia 22.689.000 9.777.000 4.804.000 728.000 276.000 441.000 Firenze 78.938.000 31.595.000 17.378.000 2.241.000 883.000 1.553.000 Livorno 34.267.000 14.255.000 11.490.000 998.000 2.001.000 720.000 Pisa 31.327.000 19.614.000 5.536.000 908.000 202.000 2.114.000 Arezzo 30.150.000 15.052.000 6.382.000 1.420.000 238.000 2.297.000 Siena 24.690.000 13.022.000 4.709.000 1.408.000 215.000 1.506.000 Grosseto 25.345.000 10.329.000 3.157.000 2.286.000 189.000 1.764.000 Totale Toscana 315.435.000 140.416.000 66.802.000 11.927.000 4.720.000 11.468.000 Genova 67.597.612 4.691.220 12.324.538 1.223.682 2.487.852 505.616 La Spezia 16.244.940 1.924.996 3.524.795 423.264 513.270 271.787 Totale GE+SP 83.842.552 6.616.216 15.849.333 1.646.946 3.001.122 777.403

Tab. 2.78. Emissioni Province e Regioni confinanti [kg/anno].

81 Provincia HECTARES CO/ha COV/ha NOx/ha PM10/ha SO2/ha NH3/ha Bologna 370.216 241,6 79,1 57,5 5,5 6,2 Ferrara 263.286 125,4 42,5 46,1 4,3 17,8 Forlì-Cesena 237.883 151,3 60,7 34,2 3,8 2,4 Modena 268.879 219,3 75,9 53,5 7,3 26,4 Piacenza 258.755 96,5 49,4 74,9 3,7 16,7 20,5 Parma 344.703 85,9 47,0 36,2 3,6 3,8 Ravenna 185.972 222,4 111,3 120,5 8,7 54,9 Reggio Emilia 229.029 186,3 73,6 44,5 4,9 13,6 Rimini 53.474 577,6 171,8 121,6 11,3 18,2 Totale Emilia Romagna 2.212.197 174,9 68,3 57,4 5,2 15,6 Varese 120.174 432,2 244,7 153,6 11,0 24,0 9,2 Como 127.984 322,6 141,7 75,2 9,8 12,9 7,8 Sondrio 319.714 86,2 33,3 8,6 2,5 1,4 4,5 Milano 198.008 789,9 432,0 266,5 32,8 52,8 34,1 Bergamo 274.963 248,6 122,2 102,7 11,1 16,8 31,0 Brescia 478.134 176,9 86,1 59,4 8,6 10,4 56,5 Pavia 297.120 188,4 79,5 65,0 10,2 24,8 24,0 Cremona 177.095 121,7 67,1 47,0 6,0 18,9 87,7 Mantova 234.263 109,8 59,4 105,0 8,6 121,7 92,2 Lecco 81.186 227,9 126,7 60,3 7,3 4,6 7,1 Lodi 78.312 194,0 70,4 95,8 7,3 40,6 90,3 Totale Lombardia 2.386.953 237,6 118,9 85,8 10,2 28,4 40,9 Torino 682.987 243,7 84,3 57,6 14,2 5,5 13,2 Vercelli 208.308 89,9 24,9 70,2 6,9 1,9 6,3 Novara 134.004 205,7 80,7 70,3 10,5 61,2 13,9 Cuneo 689.633 56,5 28,4 29,6 5,6 2,4 23,9 Asti 151.049 136,5 36,9 31,6 6,8 2,9 14,9 Alessandria 356.177 94,6 35,9 32,4 6,7 2,6 6,7 Biella 91.384 140,8 50,4 26,8 6,1 2,3 7,5 Verbano C.O. 226.151 48,7 20,1 9,7 2,2 1,9 1,1 Totale Piemonte 2.539.692 129,9 47,5 41,3 8,2 6,3 13,5 VICENZA 272.320 198,8 107,8 54,1 9,9 33,8 BELLUNO 367.661 31,3 22,3 11,9 1,6 2,5 TREVISO 247.913 210,1 79,1 74,3 10,1 47,7 VENEZIA 246.980 334,7 109,7 118,2 14,6 30,0 PADOVA 214.437 245,2 87,8 102,8 12,9 53,1 ROVIGO 183.431 108,0 34,6 97,8 12,3 22,4 VERONA 309.658 204,6 67,2 59,6 8,3 54,7 Totale Veneto 1.842.400 182,5 70,7 67,9 9,2 33,5 Prato 36.573 472,0 172,6 86,3 8,4 2,7 2,8 Massa Carrara 115.490 155,8 55,2 28,7 5,0 2,7 3,0 Lucca 177.224 184,9 79,5 38,8 5,9 1,7 3,5 Pistoia 96.416 235,3 101,4 49,8 7,6 2,9 4,6 Firenze 351.412 224,6 89,9 49,5 6,4 2,5 4,4 Livorno 119.013 287,9 119,8 96,5 8,4 16,8 6,0 Pisa 244.553 128,1 80,2 22,6 3,7 0,8 8,6 Arezzo 321.780 93,7 46,8 19,8 4,4 0,7 7,1 Siena 382.064 64,6 34,1 12,3 3,7 0,6 3,9 Grosseto 450.090 56,3 22,9 7,0 5,1 0,4 3,9 Totale Toscana 2.294.614 137,5 61,2 29,1 5,2 2,1 5,0 Genova 182.865 369,7 25,7 67,4 6,7 13,6 2,8 La Spezia 87.835 184,9 21,9 40,1 4,8 5,8 3,1 Totale GE+SP 270.701 309,7 24,4 58,5 6,1 11,1 2,9

Tab. 2.78 (segue)

82

Provincia abitanti CO/ab COV/ab NOx/ab PM10/ab SO2/ab NH3/ab Bologna 906716 98,7 32,3 23,5 2,2 2,5 Ferrara 341429 96,7 32,7 35,6 3,3 13,7 Forlì-Cesena 355818 101,2 40,6 22,9 2,6 1,6 Modena 630140 93,6 32,4 22,8 3,1 11,3 Piacenza 261325 95,6 48,9 74,1 3,7 16,5 20,3 Parma 389269 76,1 41,6 32,1 3,2 3,4 Ravenna 344854 120,0 60,0 65,0 4,7 29,6 Reggio Emilia 450835 94,7 37,4 22,6 2,5 6,9 Rimini 270338 114,2 34,0 24,0 2,2 3,6 Totale Emilia Romagna 3.950.724 97,9 38,2 32,1 2,9 8,8 Varese 807125 64,4 36,4 22,9 1,6 3,6 1,4 Como 532953 77,5 34,0 18,1 2,4 3,1 1,9 Sondrio 175160 157,3 60,8 15,7 4,5 2,6 8,2 Milano 3683791 42,5 23,2 14,3 1,8 2,8 1,8 Bergamo 964309 70,9 34,8 29,3 3,2 4,8 8,8 Brescia 1100552 76,9 37,4 25,8 3,8 4,5 24,5 Pavia 488786 114,5 48,3 39,5 6,2 15,1 14,6 Cremona 331936 64,9 35,8 25,1 3,2 10,1 46,8 Mantova 374522 68,7 37,2 65,7 5,4 76,1 57,7 Lecco 308872 59,9 33,3 15,9 1,9 1,2 1,9 Lodi 196150 77,5 28,1 38,3 2,9 16,2 36,1 Totale Lombardia 8.964.156 63,3 31,6 22,9 2,7 7,6 10,9 Torino 2147238 77,5 26,8 18,3 4,5 1,7 4,2 Vercelli 174433 107,4 29,8 83,8 8,3 2,3 7,5 Novara 339885 81,1 31,8 27,7 4,1 24,1 5,5 Cuneo 549859 70,8 35,6 37,2 7,0 3,0 30,0 Asti 205588 100,3 27,1 23,2 5,0 2,1 11,0 Alessandria 413149 81,6 31,0 27,9 5,8 2,2 5,8 Biella 184850 69,6 24,9 13,2 3,0 1,2 3,7 Verbano C.O. 157687 69,8 28,8 13,9 3,1 2,7 1,5 Totale Piemonte 4.172.689 79,0 28,9 25,1 5,0 3,8 8,2 VICENZA 784932 69,0 37,4 18,8 3,4 11,7 BELLUNO 206990 55,6 39,6 21,1 2,9 4,5 TREVISO 787160 66,2 24,9 23,4 3,2 15,0 VENEZIA 803369 102,9 33,7 36,3 4,5 9,2 PADOVA 841185 62,5 22,4 26,2 3,3 13,5 ROVIGO 239752 82,7 26,4 74,9 9,4 17,1 VERONA 817515 77,5 25,4 22,6 3,1 20,7 Totale Veneto 4.480.903 75,0 29,1 27,9 3,8 13,8 Prato 226461 76,2 27,9 13,9 1,4 0,4 0,5 Massa Carrara 196676 91,5 32,4 16,8 2,9 1,6 1,8 Lucca 370221 88,5 38,0 18,6 2,8 0,8 1,7 Pistoia 267440 84,8 36,6 18,0 2,7 1,0 1,6 Firenze 924902 85,3 34,2 18,8 2,4 1,0 1,7 Livorno 323801 105,8 44,0 35,5 3,1 6,2 2,2 Pisa 381671 82,1 51,4 14,5 2,4 0,5 5,5 Arezzo 321665 93,7 46,8 19,8 4,4 0,7 7,1 Siena 249806 98,8 52,1 18,9 5,6 0,9 6,0 Grosseto 209583 120,9 49,3 15,1 10,9 0,9 8,4 Totale Toscana 3.472.226 90,8 40,4 19,2 3,4 1,4 3,3 Genova 869736 77,7 5,4 14,2 1,4 2,9 0,6 La Spezia 214906 75,6 9,0 16,4 2,0 2,4 1,3 Totale GE+SP 1.084.642 77,3 6,1 14,6 1,5 2,8 0,7

Tab. 2.78 (segue)

83

Fig. 2.79. Emissioni da PM10 [kg/ha/anno].

Fig. 2.80. Emissione di ossidi di Azoto [kg/ha/anno].

84

Fig. 2.81. Emissione di COV [kg/ha/anno].

2.13 - Approfondimenti. L’inventario provinciale delle emissioni atmosferiche inquinanti presentato in questo Quadro Conoscitivo necessiterà nel prossimo futuro di ulteriori approfondimenti, soprattutto in merito alla stima della presenza di particolato condensabile e di particolato secondario. Su questi temi in particolare è tuttora in corso una vivace ricerca nell’ambiente scientifico. I fattori di emissione di polveri da sorgenti di combustione spesso derivano da test di monitoraggio che considerano soltanto la frazione filtrabile del particolato, e non considerano la frazione condensabile, ossia il materiale che è in fase di vapore in condizioni di scarico, ma che condensa e/o reagisce durante il raffreddamento e la diluizione nell’aria per formare particolato solido o liquido immediatamente dopo lo scarico dal camino. Così l’inventario potrebbe sottostimare il particolato dalle sorgenti di combustione come caldaie (anche domestiche), forni, motori a combustione interna e turbine, in particolare per combustibili gassosi con emissioni filtrabili molto basse. È d’altra parte oggetto di ricerca la possibilità che nella misura del particolato condensabile possano esserci dei problemi di misura per via della possibile condensazione di solfati in fase gassosa. (Caserini et Al., 2005) Nonostante il particolato secondario, formato in atmosfera principalmente da precursori (NOx, SO2, COV e NH3), sia solitamente determinato tramite modelli, nel rapporto 2003 dell’Agenzia Europea per l’Ambiente sulla qualità dell’aria (EEA, 2003) l’andamento dell’emissione di particolato fine primario e secondario in Europa è espresso come somma di PM10 primario e di PM10 secondario, quest’ultimo calcolato da una somma pesata di emissioni di NOx, SO2e NH3. Usando lo stesso approccio per il contesto emissivo della Lombardia, è stato dimostrato che il particolato primario costituirebbe solo l’8% del particolato totale, dato molto diverso da quanto misurato dalle stazioni di monitoraggio in Lombardia. L’ipotesi utilizzata sulla conversione di azoto e zolfo inPM10

85 (rispettivamente del 60% e del 35%), basata su uno studio modellistico sviluppato su scala europea, non è congruente con i dati rilevati sulla presenza di solfati e nitrati nel particolato fine dell’area milanese, e non può essere usata per la Lombardia (e in generale per la Pianura Padana). Ulteriori ricerche sono quindi necessarie allo scopo di definire il ruolo delle diverse sorgenti nella formazione del particolato secondario, anche per via della non linearità dei processi di formazione del particolato secondario. La quantificazione del potenziale di formazione del particolato fine secondario appare in ogni caso di grande importanza per la definizione dell’effettivo ruolo delle sorgenti nel determinare alti livelli di particolato fine nell’aria. (Caserini et Al., 2005) Tra gli studi recenti su questo argomento va ricordato il progetto PARFIL (Il particolato atmosferico fine nella Regione Lombardia, 2003-2006), che è stato coordinato da ARPA Lombardia e che ha visto coinvolta una molteplicità di istituti di ricerca, i cui esiti finali non sono ancora pubblicati, e lo studio “Caratterizzazione chimico-fisica del particolato atmosferico nelle classi dimensionali tra 10 e 0.4 micron”, (Bologna, Ottobre 2005), condotto da ARPA Emilia Romagna e dall’Università di Bologna e il cui esito è stato reso pubblico nel corso del 2006. Secondo questo studio, le polveri fini nell’atmosfera bolognese sono composte da una componente inorganica insolubile costituita essenzialmente da metalli, e da una componente inorganica solubile costituita da particolato secondario composto essenzialmente da nitrati, solfati ed ammonio derivanti dalla presenza in atmosfera di ossidi di Azoto e altri composti azotati, e di ossidi dello Zolfo; oltre a questi 3 composti principali si riscontrano altresì cloruri e sali di potassio e di calcio ed altri composti non determinati (silicati, carbonio, ecc.). La massa del particolato secondario risulta maggioritaria (50-60% del totale delle polveri fini PM10) rispetto al particolato primario insolubile (metalli, ecc.) nel periodo autunnale-invernale, mentre ha un peso decisamente inferiore nel semestre caldo (35-40%); lo studio evidenzia in particolare che il tenore dei nitrati risulta significativamente più elevato di quello dei solfati nel semestre freddo, mentre diventa più basso solo nel trimestre estivo. Lo studio inoltre evidenzia che il particolato secondario (e in particolare nitrati, solfati e ammonio) è predominante nelle polveri di dimensione inferiore (attorno e al di sotto di 1 micron, il PM1), quelle notoriamente più pericolose per la salute delle vie respiratorie. Se le conclusioni di questo studio saranno confermate anche dalle altre ricerche in corso, anche gli ossidi di Azoto, gli ossidi di Zolfo e l’Ammoniaca, seppur presenti nell’atmosfera piacentina in concentrazioni tali da non superare i limiti di legge, dovranno essere considerati comunque inquinanti di rilievo strategico per la tutela della salute.

2.14 - Fattori responsabili dei superamenti: trasporto e formazione degli inquinanti.

L’atmosfera è l’ambiente nel quale diffondono gli inquinanti immessi dalle varie sorgenti (in quota ed al suolo). All’interno dell’atmosfera gli inquinanti vengono dispersi e subiscono varie trasformazioni del loro stato fisico e chimico. Al termine del loro ciclo di vita gli inquinanti vengono trasferiti ad altri comparti del sistema attraverso processi di rimozione e di deposizione al suolo o nelle acque. Il territorio del bacino padano (bacino aerologico cui appartiene il nostro territorio provinciale) è caratterizzato da una elevata densità di popolazione e di sorgenti d’inquinamento molto diffuse sul territorio. Per comprendere la dinamica dei fattori che influiscono sui livelli di inquinamento rilevati dalla rete di misura, e dunque sui superamenti dei livelli di riferimento normativo, è necessario analizzare tali fenomeni in funzione delle caratteristiche chimico-fisiche proprie degli inquinanti e delle scale spazio-temporali tipiche dei processi meteorologici dell’area padana. A grandi linee si riconoscono tre tipologie diverse nei fenomeni di inquinamento atmosferico che differiscono tra loro per le caratteristiche degli inquinanti, per il tipo di sorgenti di emissione, per le modalità di rilascio e per le scale spaziali e temporali tipiche dei processi meteorologici correlati.

86 La prima è relativa al periodo invernale, durante il quale si manifestano fenomeni di accumulo di inquinanti quali ossidi di Azoto e polveri, in assenza di venti e bassa altezza dello strato di rimescolamento. La seconda corrisponde all’inquinamento estivo da ozono: data la diffusa ed elevata presenza di precursori, il fattore scatenante o limitante dell’inquinamento da ozono sono le condizioni meteorologiche legate alla persistenza di condizioni anticicloniche sull’area padana, durante le quali la circolazione atmosferica è dominata dalla circolazione locale e dal rimescolamento termico dell’atmosfera. Entrambe le tipologie di inquinamento finora descritte hanno la caratteristica di interessare vaste porzioni del territorio del bacino padano adriatico, in particolare tutta la fascia di pianura, manifestando episodi simultanei in tutta la regione. L’ultima è legata alla presenza di particolari aree industriali caratterizzate da sorgenti d’inquinamento puntuali (centrali termoelettriche, inceneritori, industrie,..): assumono in questo caso particolare rilevanza i fenomeni di diffusione in atmosfera dei pennacchi emessi dai camini, che possono presentare significativi impatti al suolo (fumigazione) in determinati condizioni meteorologiche. Per quanto riguarda i tipi di inquinamento sopra descritti risultano determinanti i fenomeni di stagnazione delle masse d’aria. E’ possibile identificare una massa d’aria come una porzione di atmosfera che essendo stagnante su una particolare area di sorgenti di emissione, ne assume le caratteristiche chimiche. Così ad esempio l’aria che risiede per un certo periodo sull’area padana, ricca di industrie, ad intensa attività umana ed elevato traffico, si arricchisce di sostanze inquinanti quali ossidi di Azoto e composti organici volatili, che, oltre a produrre direttamente inquinamento, rappresentano potenziali precursori dell’inquinamento da ozono. Per la comprensione dei fenomeni di inquinamento sono importanti oltre ai fenomeni di trasporto sul piano orizzontale determinati dal vento, anche i fenomeni di convezione (rimescolamento delle masse d’aria lungo la direzione verticale) e l’altezza dello strato di rimescolamento. Il comportamento di un effluente e le eventuali ricadute al suolo di sostanze inquinanti variano fortemente a seconda che l’atmosfera sia in equilibrio instabile, neutro o stabile. Inoltre la presenza di inversione termica (la temperatura aumenta con la quota anziché diminuire) può modificare sostanzialmente l’abbattimento al suolo degli inquinanti se gli effluenti sono sopra o sotto la quota di inversione.

La conoscenza dell’altezza di rimescolamento (altezza dello strato adiacente alla superficie all’interno del quale un composto viene disperso verticalmente per turbolenza meccanica o convettiva in un tempo pari a un’ora circa e che influenza direttamente la concentrazione degli inquinanti immessi vicino alla superficie) permette di quantificare le dimensioni della porzione di atmosfera influenzata dalla presenza di composti inquinanti. Le variazioni dell’altezza di rimescolamento sono caratterizzate da un andamento giornaliero. La concentrazione degli inquinanti emessi in prossimità della superficie terrestre tende in genere ad essere maggiore nello strato rimescolato che sopra di esso. Il modo con il quale il pennacchio si diffonde e l’eventuale ricaduta al suolo degli inquinanti dipende fortemente dall’altezza di emissione rispetto all’altezza dello strato di rimescolamento. Va sottolineato comunque che gli inquinanti emessi ad una certa altezza, come nel caso di camini elevati, subiscono una maggiore diffusione/diluizione rispetto agli inquinanti emessi a 30/40 cm dal suolo, come nel caso degli autoveicoli; questo spiega la particolare rilevanza del traffico nel determinare la concentrazione al suolo degli inquinanti atmosferici anche quando non è la fonte principale in termini di carico emissivo. Sono tre le principali situazioni tipiche dal punto di vista meteorologico nel nostro territorio. Nel periodo invernale la presenza di una vasta area anticiclonica stabile determina condizioni di inversione termica che talvolta persistono anche nelle ore centrali della giornata; in queste

87 condizioni le dimensioni della massa d’aria chimica sono quelle della massa d’aria degli agglomerati urbani ed il fenomeno dominante è determinato dalla presenza di sorgenti inquinanti che riscaldano questa massa d’aria. In assenza di vento si instaura una circolazione chiusa di origine termica che causa il trasporto al suolo dalle aree circostanti verso il centro dell’agglomerato. In presenza di vento la massa d’aria può essere invece trasportata anche per diversi chilometri. In condizioni tipiche estive caratterizzate da intensa radiazione solare e presenza di un campo anticiclonico consolidato si verificano elevate concentrazioni di ozono su tutta l’area padana, con massimi locali determinati dal trasporto a piccola scala dovuto alle brezze. Nelle stagioni di transizione (primavera ed autunno) e nel periodo invernale sono frequenti le condizioni di tempo perturbato che determinano situazioni favorevoli alla dispersione degli inquinanti.

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3. Analisi dei dati meteoclimatici.

3.1 - Il profilo termico. Il clima del territorio piacentino può essere descritto come un clima temperato o di tipo “C” secondo Köppen (temperatura media del mese più freddo compresa tra -3°C e +18°C); più in particolare il territorio di pianura e collina risulta caratterizzato da un clima temperato subcontinentale (temperatura media annua compresa tra 10°C e 14,4°C, temperatura media del mese più freddo compresa tra -1°C e Temperatura minima, media e massima Piacenza, 1958-1983 +3,9°C, da uno a tre mesi con temperatura media >20°C, escursione annua superiore a 35.0 30.0 19°C), mentre il territorio di montagna è 25.0 caratterizzato da un clima temperato fresco 20.0 Temp media (temperatura media annua compresa tra 15.0 Temp min 10.0 Temp max 6°C e 10°C, temperatura media del mese 5.0 più freddo compresa tra 0°C e +3°C, media 0.0 -5.0 mese più caldo tra 15 e 20°C, escursione Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic annua tra 18 e 20°C). Fig. 3.1 - Piacenza (S. Lazzaro), anni 1958/1983. Temperature Con riferimento alla serie di osservazioni mensili minime, medie e massime (°C) dal 1958 al 1983 pubblicata da Istat, la temperatura media annuale è di 12.2°C a Piacenza, scende a 11.5-12°C nelle località di media collina e di fondovalle (Bettola, Bobbio) e scende a 8.5°C nelle stazioni più elevate di fondovalle (Losso, comune di Ottone, 416 m.)). Il mese più freddo è Gennaio, che fa registrare una media mensile di 0.8°C a Piacenza e di –1.1°C a Losso; il mese più caldo è Luglio, con una temperatura media di 22.9°C a Piacenza e di 18.1°C a Losso.

Fig. 3.2 - Provincia di Piacenza. Temperatura media annuale ed escursione termica annuale (°C). Anni 1958/1983. I fattori geografici che contribuiscono maggiormente a determinare le caratteristiche termiche del clima del territorio piacentino sono essenzialmente due: la sua collocazione nel cuore della Val Padana occidentale (lontano dalle masse d’acqua mediterranee) che determina soprattutto il carattere di continentalità (elevate escursioni termiche giornaliere e annuali); e la presenza del rilievo appenninico il quale, come confine meridionale della Val Padana contribuisce a fornire alla collina le caratteristiche climatiche di “versante”, mentre come spartiacque con il versante ligure fa

89 giungere alla fascia più alta della montagna piacentina l’influenza del clima sublitoraneo e temperato caldo della Liguria. Le conseguenze climatiche di questi fattori geografici, assieme alla configurazione orografica più generale della Valle Padana, sono estremamente rilevanti per il territorio piacentino: il carattere di continentalità è infatti accentuato nella fascia di pianura (a Piacenza si registra un’escursione annua media di 22.1°C e un’escursione giornaliera media in Luglio di 13.0°C), ma si riduce con la diminuzione della latitudine e con l’avvicinamento al crinale ligure (a Losso escursione annua media di 19.2°C e giornaliera in Luglio di 11.6°C); le valli piacentine più prossime alla regione ligure godono pertanto di un clima decisamente più temperato e meno continentale. Si può inoltre ben osservare che la fascia di media collina, indicativamente compresa tra i 200 e i 400 m. di altitudine, collocata al di sopra della sommità media delle inversioni termiche della Valle Padana, gode di un regime termico più temperato e mite sia di quello della pianura che di quello della montagna. In questa fascia infatti si hanno escursioni termiche annuali più ridotte (19.3°C a Castellana di Gropparello, con temperature invernali più elevate rispetto alla pianura, e temperature estive più basse) e più basse escursioni giornaliere medie (9.4°C in Luglio).

3.2 - Inversioni termiche, stabilità, strato di rimescolamento. L’orografia caratteristica della valle Padana favorisce sulla pianura lombardo emiliana l’accentuarsi del fenomeno delle inversioni termiche, soprattutto durante il semestre freddo. Mentre normalmente la temperatura dell’aria decresce con l’altezza con un gradiente di circa -0.5/-1°C ogni 100 m. ( a seconda del suo contenuto di umidità), durante le notti serene e asciutte e con bassa velocità del vento il suolo si raffredda più velocemente dell’atmosfera sovrastante, raffreddando per conduzione anche gli strati d’aria a contatto. Si verifica così il caso in cui la temperatura dell’aria è più bassa a livello del suolo e tende a crescere fino ad una certa quota (in generale, nel nostro caso, qualche centinaio di metri), dopo la quale riprende normalmente a decrescere. Lo strato interessato da questa crescita della temperatura con l’altezza viene chiamato ‘strato di inversione termica’ (si tratta in questo caso di inversione termica da ‘irraggiamento’). Le inversioni termiche costituiscono condizioni climatiche di particolare importanza e pericolo ai fini dell’inquinamento atmosferico, in quanto all’interno di questo strato l’aria risulta particolarmente stabile e tale da ostacolare la dispersione degli inquinanti che vi

Frequenza (%) di casi di gradiente t. vert. >0°C/100m. al vengono immessi (ad es. i fumi di suolo - Milano Linate, 1967-1972 scarico dei veicoli stazionano in prossimità del suolo). Particolarmente 100 93.5 90.3 90 82.1 critica è inoltre la fase di scioglimento 80 dell’inversione termica, prodotto dal 70 60 successivo riscaldamento del suolo da 48.4 ore 1

% 50 parte del sole durante la prima metà 38.8 ore 13 40 della giornata: in questo caso lo strato 30 20 viene eliminato a partire dal basso e 10 3.6 pertanto risulta progressivamente 0 Dic Gen Feb assottigliato ed innalzato, creando una sorta di coperchio momentaneamente Fig. 3.3 – Milano Linate, 1967/1972. Frequenza percentuale di impenetrabile al di sopra di uno strato inversioni termiche con base al suolo. (Dati Reg. Lombardia) d’aria più instabile a contatto del suolo in cui gli inquinanti sono in grado di disperdersi; in questa particolare situazione (chiamata ‘fumigazione’) gli inquinanti emessi a bassa quota (ad es. le emissioni industriali o da riscaldamento civile) si concentrano sempre più nel primo strato a livello del suolo, creando condizioni di elevato pericolo per la salute.

90 Le inversioni termiche sono situazioni climatiche caratteristiche soprattutto delle pianure e dei fondovalle e risultano più frequenti nelle stagioni con minore radiazione solare e con prevalenti condizioni di cielo notturno sereno: è dunque soprattutto nel periodo invernale che caratterizzano la pianura e i fondovalle piacentini così come tutto il territorio della pianura lombardo emiliana; sulla base delle osservazioni storiche condotte a Milano Linate, la frequenza di giorni di inversione notturna al suolo è del 93.5% in Dicembre, del 90.3% in Gennaio e del 82.1% in Febbraio, per poi diminuire significativamente nei mesi primaverili; queste inversioni persistono al suolo fino a metà giornata nel 38.8% dei giorni in Dicembre e addirittura nel 48.4% dei giorni in Gennaio, mentre già in Febbraio tendono a sciogliersi e a rialzarsi nel corso del giorno nella quasi totalità dei casi. Lo spessore dello strato di inversione che si forma nel corso della notte sulla pianura padana mediamente non supera i 300-400 m., come si può vedere dall’innalzamento della base dello strato nel corso della prima metà della Frequenza della altezza della base dell'inversione giornata: alle ore 13 (massima radiazione Semestre freddo - Milano Linate, 1967-1972 solare) si può ritrovare ancora un 12% di

80.0 casi con base dello strato tra 300 e 400 70.0 m. di quota, mentre i casi a quota 60.0 superiore risultano sempre più 50.0 ore 1 trascurabili.

% 40.0 ore 13 30.0 La presenza di questo strato di circa 3- 20.0 400 m. di spessore interessato dalle 10.0 0.0 inversioni termiche soprattutto durante il

100 200 300 400 500 600 700 800 900 periodo invernale come si è già notato è 1000 1100 1200 1300 1400 suolo Altezze m. indirettamente ben documentato sul territorio piacentino proprio dalle Fig. 3.4 – Milano Linate, 1967/1972. Frequenza percentuale caratteristiche di minore continentalità e dell’altezza della base dell’inversione termica. Semestre freddo. (dati Reg. Lombardia) maggiore mitezza e temperamento del clima della fascia collinare collocata al di sopra di esso, e cioè sopra i 2-300 m. di altitudine: in questa fascia, fuori dai fondovalle in cui le inversioni pur si incuneano, le escursioni termiche giornaliere ed annuali risultano sensibilmente inferiori, mentre la stessa qualità dell’aria risulta mediamente migliore a causa della maggiore instabilità e turbolenza atmosferica e della lontananza dalla massa di inquinanti che stazionano nel fondovalle padano. Le condizioni climatiche stagionali influenzano inoltre fortemente la capacità dello strato atmosferico superficiale di disperdere gli inquinanti gassosi e particellari che vi vengono immessi: più è alta l’instabilità dell’aria e la presenza di moti convettivi e turbolenti favoriti dalla radiazione solare, maggiore risulta la dispersione delle sostanze inquinanti in prossimità delle sorgenti (ad es. i fumi emessi da un camino industriale raggiungono più rapidamente il suolo). La statistica delle classi di stabilità dell’atmosfera a livello del suolo (Piacenza - S. Damiano) mostra la prevalenza delle condizioni di instabilità (classi A-B-C secondo Pasquill) nel quadrimestre caldo (Maggio- Giugno-Luglio-Agosto), nonchè la prevalenza delle condizioni stabili (classi E-F-G e nebbie) e delle condizioni neutre (classe D) durante il periodo freddo dell’anno.

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Fig. 3.5 - Provincia di Piacenza. Altezza di rimescolamento media oraria stagionale (m), anno 2004. (Fonte: SIM-ARPA)

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Fig. 3.6 - Piacenza. Altezza di rimescolamento media mensile (m), anni 2003/2004. (Fonte: SIM-ARPA)

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Fig. 3.7 - Provincia di Piacenza. Percentuale stagionale di condizioni stabili, anno 2004 (%). (Fonte: SIM- ARPA)

94 L’altezza media mensile dello strato di rimescolamento calcolata da SIM-ARPA a Piacenza nel periodo 2003-2004 vede i valori più bassi (circa 200 m.) nei mesi di Dicembre e Gennaio, e i valori medi più alti (900-1000 Frequenza (%) delle classi di stabilità m.) nel mese di Luglio: Piacenza S. Damiano, 1951-1977 il periodo invernale si 70.0 conferma così come 60.0 quello più pericoloso

50.0 per l’accumulo e la A+B+C 40.0 concentrazione degli

% D inquinanti atmosferici 30.0 E+F+G+Neb emessi a bassa quota. 20.0 La fascia di pianura 10.0 risulta inoltre la 0.0 porzione di territorio Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic che presenta in ogni Fig. 3.8 - Piacenza S. Damiano. Frequenza mensile delle classi di stagione le altezze più stabilità di Pasquill (%), anni 1951/1977. (Fonte: AM-ENEL) basse dello strato di mescolamento, sia durante le ore di massima insolazione che durante le ore notturne, quando peraltro le differenze di spessore dello strato tra pianura e montagna risultano accentuate.

3.3 - Il regime pluviometrico. Sotto il profilo pluviometrico, il clima del territorio piacentino è caratterizzato dal tipico regime sublitoraneo appenninico o padano, che presenta due valori massimi delle precipitazioni mensili in

Fig. 3.9 - Provincia di Piacenza, anni 1958/1983. Pioggia totale e numero di giorni piovosi annuali. (Dati LLPP) primavera e in autunno, e due minimi in inverno e in estate: di questi, il massimo autunnale e il minimo estivo sono più accentuati degli altri due. L’altezza totale annua delle precipitazioni è pari a circa 850-900 mm nella fascia della pianura piacentina distribuiti su 80-85 giorni piovosi, mentre sale a 1000-1500 mm nella fascia della media collina su circa 100 giorni piovosi, subendo un incremento mediamente proporzionale all’aumento di altitudine; a partire da questa fascia (intorno ai 400-600 m di quota), l’altezza delle precipitazioni subisce a parità di quota un incremento inverso alla latitudine, in quanto fortemente influenzata dai sistemi frontali che traggono origine dalle depressioni che si vanno formando con elevata frequenza sul Mar Ligure e sull’alto Tirreno. Con riferimento al periodo 1958-1983, Luglio è il mese meno piovoso dell’anno, con 45 mm. a Piacenza distribuiti su 4.5 giorni piovosi, e 67 mm. a Losso su 6.3 giorni piovosi; per contro, Ottobre risulta il

95 mese più piovoso con 107 mm. su 7.8 giorni piovosi a Piacenza, e 187 mm. su 9 giorni piovosi a Losso, seguito però a brevissima distanza dal mese di Novembre. Le intensità giornaliere medie di precipitazione vanno da valori minimi di 8-15 mm/g in pianura, fino a 25 mm/g e oltre nelle zone più interne della fascia di montagna; i valori massimi assoluti di pioggia giornaliera vanno invece dai 100-120 mm/g registrati in pianura tra Agosto e Settembre, ai 100-170 mm/g della media collina registrati in Agosto (temporali convettivi estivi), fino ai 150-220 mm/g registrati in montagna tra Settembre e Novembre (prodotti dai fronti freddi autunnali in transito da Ovest). Negli ultimi due decenni tuttavia il regime pluviometrico sembra essersi progressivamente modificato, a favore di una Pioggia stagionale media (mm.) - S. Lazzaro Alberoni (PC). riduzione delle precipitazioni 300 265 265 invernali (in particolare 250 222 217 Febbraio) e di un aumento di 198 200 182 166 1958/83 quelle autunnali (in particolare 155 1984/95 150 Ottobre). L’inverno tende ora a

100 diventare, almeno nella fascia

50 della pianura piacentina, la

0 stagione più asciutta dell’anno, Primav Estate Autunno Inverno portandosi così appresso più Fig. 3.10 - Piacenza (S. Lazzaro), anni 1958/1995. Pioggia stagionale media elevate frequenze di inversioni (Dati Oss. S. Lazzaro Alberoni). termiche e condizioni più sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti. Il bilancio idrico teorico annuale (precipitazioni meno evapotraspirazione potenziale) si chiude con un debole surplus nella fascia di PIACENZA - Anni 1958/83 pianura (30-60 mm.), mentre Temperatura media, precipitazioni, bilancio idrico raggiunge un saldo positivo di 700-1000 mm. nella fascia di 25.0 150.0 montagna (Losso). 20.0 100.0 50.0 Precip 15.0 In pianura il primo mese in cui 0.0 Bil. Idr. °C. 10.0 mm. il saldo del bilancio teorico -50.0 Temp 5.0 -100.0 risulta negativo è Aprile, 0.0 -150.0 mentre in montagna è Maggio; Ott Dic Set Apr Giu viceversa, dopo i mesi estivi in Lug Nov Feb Mar Ago Gen Mag cui il bilancio mensile risulta Fig. 3.11 - Piacenza (S. Lazzaro), anni 1958/1983. Temperature medie costantemente deficitario, il mensili, precipitazioni, bilancio idrico teorico mensile (Dati Oss. S. Lazzaro primo mese in cui ritorna ALberoni) eccedentario è Settembre in montagna e Ottobre in pianura.

3.4 - Venti e brezze. Anche il regime anemologico del territorio piacentino è fortemente influenzato dall’orografia locale e dell’intera valle Padana. Come in tutti i fondovalle, le grandi correnti sinottiche vengono sollevate dai rilievi montuosi circostanti e interessano solo marginalmente gli strati atmosferici di superficie. Nelle località di pianura la velocità media annuale del vento (misurata a 10 m. dal suolo) risulta pertanto compresa tra 1.5 e 1.8 m/sec., leggermente più elevata in prossimità dell’asse centrale della pianura padana (la fascia del Po) e meno nella fascia pedemontana. Stagionalmente si riscontrano velocità medie leggermente più elevate in Primavera e più basse in Inverno, ma la variabilità stagionale risulta comunque molto modesta, con velocità medie generalmente comprese tra 1 e 2 m/sec.

96 La velocità media del vento tende ad aumentare con l’altitudine e già nella fascia della prima collina a 2-300 m. di quota si osservano valori mediamente superiori del 20-30% a quelli della pianura: questa fascia del territorio risulta pertanto non solo termicamente più temperata della pianura, ma anche maggiormente ventilata e di conseguenza più favorevole alla diluizione dell’inquinamento atmosferico. La distribuzione delle frequenze di provenienza del vento vede nella pianura centrale e in prossimità dell’asse del Po una caratteristica distribuzione in cui prevalgono le direzioni orientali (da Est- Nord-Est, Est ed Est-Sud-Est) ed occidentali (da Ovest-Nord-Ovest, Ovest ed Ovest-Sud-Ovest), con una lieve prevalenza delle prime; approssimandosi invece alla fascia pedemontana, la distribuzione di frequenza inizia a risentire del regime delle brezze appenniniche, maggiormente evidente nella stagione estiva. Le brezze di monte e di valle sono venti locali a ciclo giornaliero, originati dall’interazione tra l’orografia montuosa, il riscaldamento solare diurno e il raffreddamento radiativo notturno, che interessano localmente il solo strato atmosferico superficiale; l’aria al suolo, riscaldata dal sole durante il giorno, tende a risalire lungo i versanti più soleggiati e più in generale lungo l’intero asse della valle dando origine ad un vento locale diurno (brezza di valle) di intensità modesta e correlata alla dimensione e all’orientamento della valle stessa. Viceversa, di notte l’aria che si raffredda per irraggiamento del terreno tende a scivolare verso il basso lungo i crinali, ad accumularsi nel fondovalle e quindi a scendere lentamente lungo il suo asse (brezza di monte). La brezza di valle è maggiormente visibile nella stagione estiva, mentre la brezza di monte si osserva chiaramente anche in Inverno.

MONTICELLI - Anno 2004 FIORENZUOLA - Anno 2004 MOCOMERO - Anno 2003 N N 15. 0 N NNO 15. 0 NNO NNE NNE NNO 40.0 NNE 10 . NO 10 . NE NO NE NO 30.0 NE 0 0 ONO ENE 20.0 ONO 5.0 ENE 5.0 ONO ENE 10.0 O 0.0 E O 0.0 E O 0.0 E

OSO OSO ESE ESE OSO ESE SO SE SO SE SO SE SSO SSO SSE SSE Fr eq. % SSO SSE Freq. % S Ser i e1 S S Fig. 3.12 - Provincia di Piacenza. Distribuzione di frequenza di provenienza del vento a Monticelli, Fiorenzuola, Mocomero di Vernasca (Anni 2003-2004, dati Rete Agrometeo e Arpa)

L’influenza dei regimi di brezza è ben visibile dal confronto delle diverse distribuzioni di frequenza che si osservano in situazioni di pianura centrale (Monticelli), di pianura prossima al pedemonte (Fiorenzuola – S. Protaso) e all’interno di una valle appenninica (Mocomero di Vernasca). Mentre a Monticelli è dominante la prevalenza Est-Ovest, già a Fiorenzuola si notano le componenti Nord-Orientali e Sud-Occidentali prodotte dalle brezze di valle e di monte della Val d’Arda, mentre a Mocomero di Vernasca le brezze e l’incanalamento delle correnti sinottiche lungo le sole due direzioni dell’asse della valle risultano del tutto dominanti, fino a ricoprire oltre il 50% dei casi annuali. Nel contesto della pianura piacentina dunque in prossimità della fascia del Po risulteranno prevalentemente sottovento ai punti di emissione inquinante le località posizionate ad Est e ad Ovest di questi, mentre approssimandosi all’area pedemontana risulteranno più a rischio le località posizionate nel quadrante di Sud-Ovest (nelle ore diurne, brezze di valle) rispetto ai punti di emissione, e nel quadrante di Nord-Est (nelle ore notturne, brezze di monte); all’interno delle valli appenniniche infine le località sottovento ai punti di emissione si troveranno prevalentemente lungo i rispettivi assi vallivi.

97 4. Elementi di sintesi relativi alla valutazione della qualita’ dell’aria

4.1 - La rete di monitoraggio Nel territorio della provincia di Piacenza è presente una rete di monitoraggio della qualità dell’aria, di proprietà dell’Amministrazione Provinciale di Piacenza e gestita dalla Sezione Provinciale Arpa Emilia Romagna, costituita da 18 stazioni di rilevamento degli inquinanti e/o dei parametri meteorologici e da due laboratori mobili. Le stazioni sono tutte localizzate in comuni appartenenti alla Zona A. Nella tabella che segue è fornita una descrizione delle postazioni in termini di localizzazione e dotazione strumentale.

RETE PROVINCIALE DI MONITORAGGIO DELLA QUALITÀ DELL'ARIA DELLA PROVINCIA DI PIACENZA

Parametri controllati Comune - Stazione Tipo zona Tipo stazione Chimici Meteorologici

Piacenza - Via Giordani urbana traffico NOX, CO

Piacenza - P.le Medaglie d’Oro urbana traffico NOX, BTX

Piacenza - Via Piatti (*) urbana traffico NOX, CO

SO2, NOX, CO, PTS, PM10, Piacenza - Pubblico Passeggio urbana fondo residenziale O3, BTX

Piacenza - P.le Roma urbana industriale/traffico SO2, NOX, CO, PTS

Piacenza - Torre Telecom urbana meteorologica VV, DV, T

industriale/traffico - Piacenza – Ceno (Tecnoborgo) urbana NOX, CO, PM10 VV, DV meteorologica

Piacenza – Meteo Tecno (Tecnoborgo) urbana meteorologica VV, DV, T, UR, Rad., Prec.

Castel San Giovanni - Centro urbana traffico SO2, NOX, O3

VV, DV, T, UR, Rad., Prec., Castel San Giovanni - Pizzo Po rurale meteorologica Press.

Castel San Giovanni–Pievetta (*) rurale fondo PTS

Sarmato urbana industriale SO2, NOX

Vernasca - Mocomero rurale fondo rurale - meteorologica SO2, NOX, PTS VV, DV, T

Vernasca Casa Segata meteorologica rurale VV, DV, T, UR, Prec., Press. (Buzzi Unicem)

Lugagnano urbana fondo suburbano NOX, PM10 VV, DV, T, UR

Fiorenzuola d'Arda urbana traffico NOX

VV, DV, T, UR, Rad., Prec., Caorso (Sogin S.p.A.) rurale fisico - meteorologica Int. Exp.

Cortemaggiore urbana traffico SO2, NOX, CO, PM10, O3 UR, VV, DV, T, Press.

VV, DV, T, UR, Rad., Prec., Stazione mobile ---- mobile SO2, NOX, CO, PM10, O3 Press.

Stazione mobile NOX, CO, HC, NMHC, ---- mobile (Tecnoborgo) PM10 (*) stazioni di misura che nel corso del 2004 hanno cessato le rilevazioni.

98

Legenda 1. Caorso 2. Castel San Giovanni – centro A. P.le Medaglie d’Oro 3. Castel San Giovanni – Pievetta B. P.le Roma 4. Castel San Giovanni – Pizzo Po C. Pubblico Passeggio 5. Fiorenzuola D. Torre Telecom 6. Lugagnano E. Via Giordani 7. Sarmato F. Via Piatti 8. Vernasca – Casa Segata G. Ceno 9. Vernasca - Mocomero 99 La rete di monitoraggio della qualità dell’aria è composta da stazioni che fanno parte della rete regionale e da stazioni di interesse locale. La Regione Emilia-Romagna ha iniziato il rilevamento sistematico della qualità dell´aria nella prima metà degli anni ´70, con la costituzione della rete regionale di monitoraggio. Nel corso degli ultimi due anni la rete regionale di monitoraggio della qualità dell´aria è stata “ripensata” alla luce della nuova normativa nazionale che ha recepito numerose direttive europee. Il progetto della rete è stato realizzato sulla base della struttura della rete esistente, della suddivisione del territorio in aree caratterizzate da diversi livelli di inquinamento atmosferico (zona A, Agglomerato e zona B), e in relazione alla distribuzione della popolazione e delle attività industriali, dando priorità alle zone in cui vi sono maggiori criticità. La configurazione delle stazioni è stata definita garantendo da un lato le misure in essere e, dall’altro, incrementando i sensori per il monitoraggio degli inquinanti più critici: PM10, PM2,5 e benzene (BTX). Oltre alle stazioni attualmente disponibili all’interno dell’Agglomerato di Piacenza (Pubblico passeggio, Giordani) e Lugagnano si prevede di inserire nella rete regionale una stazione di Fondo urbano a Piacenza nel parco di Montecucco e due stazioni nei Comuni di Besenzone e di Corte Brugnatella come significative per il Fondo rurale della Zona A (la prima) e come Fondo remoto per la Zona B (la seconda). La qualità delle misure e la confrontabilità dei dati sono garantite da un sistema di gestione certificato secondo le norme internazionali ISO 9001:2000. La configurazione definitiva della rete regionale, per la Provincia di Piacenza, è illustrata nella tabella seguente; attualmente le stazioni attive sono: Pubblico Passeggio, Giordani-Farnese e Lugagnano.

Rientrano altresì nella rete provinciale di monitoraggio della qualità dell’aria anche stazioni di interesse locale; tali stazioni sono collocate sul territorio con l’obiettivo di valutare eventuali impatti sulla qualità dell’aria prodotti, nelle aree circostanti, da specifiche fonti di emissione come impianti industriali ed altre infrastrutture. I dati rilevati da queste stazioni sono quindi indicativi della sola realtà locale monitorata, a differenza di quelli rilevati dalle stazioni della rete regionale di monitoraggio, collocate in modo tale da rappresentare l'intero territorio provinciale.

La ristrutturazione della rete ha comportato la disattivazione di diverse stazioni; attualmente quelle attive di interesse locale sono riportate nella tabella successiva.

STAZIONE Agglomerato/zona Tipo zona Tipo stazione Piacenza – Montale Zona A urbana Industriale (polo logistico) Piacenza - Ceno Zona A urbana Industriale (inceneritore) Castelsangiovanni agglomerato suburbana Traffico/industriale Sarmato agglomerato suburbana Traffico/industriale Fiorenzuola agglomerato suburbana Traffico Vernasca - Mocomero Zona A rurale fondo

100

Ad integrazione dei dati rilevati dalle stazioni fisse della rete sono impiegati due laboratori mobili: uno dedicato all’area dell’inceneritore, l’altro per l’intero territorio provinciale. Negli ultimi due anni, utilizzando il laboratorio mobile in diversi comuni presenti sul territorio provinciale, sono state eseguite 25 campagne di misura della qualità dell’aria della durata media di 16 giorni ciascuna.

4.2 - I dati storici di qualità dell’aria Nelle pagine che seguono si riportano le elaborazioni statistiche relative agli ultimi cinque anni di dati.

BIOSSIDO DI AZOTO – NO2: Comune di Piacenza

242 Giordani 2000 2001 2002 2003 2004 media 68 45 36 60 55 50° percentile 64 43 31 57 52 95° percentile 118 76 76 103 97 161 98° percentile 136 84 87 121 113 massimo 186 133 146 225 205 200 0003 1 medie orarie > 81 dati validi 8370 8168 7815 8214 8690

0 2000 2001 2002 2003 2004

240 Medaglie d'Oro 2000 2001 2002 2003 2004 media 64 56 55 57 51 200 50° percentile 60 54 52 54 50 95° percentile 114 96 95 99 93 160 98° percentile 132 110 110 115 107 120 massimo 210 169 183 213 187 medie orarie > 200 10030 80 dati validi 7868 8251 7925 8162 8350

40

0 2000 2001 2002 2003 2004

200 Pubblico Passeggio 2000 2001 2002 2003 2004 media 29 32 31 32 35 160 50° percentile 27 30 30 28 33 95° percentile 67 75 71 73 72 120 98° percentile 81 88 85 88 87 massimo 133 152 125 146 170 medie orarie > 200 0 00 0 0 80 dati validi 7609 8231 8363 8337 8101 40

0 2000 2001 2002 2003 2004

101

280 Roma 2000 2001 2002 2003 2004 240 media 51 68 50 50 50 50° percentile 48 62 49 48 49 200 95° percentile 97 130 92 95 93 98° percentile 113 153 107 112 108 160

massimo 229 242 191 193 183 120 medie orarie > 200 1280 00 dati validi 8216 7889 7788 7944 7894 80

40

0 2000 2001 2002 2003 2004

240 Ceno 2000 2001 2002 2003 2004 media 61 49 55 51 200 50° percentile 59 46 51 49 95° percentile 110 96 111 98 160 98° percentile 133 113 131 116 120 massimo 204 185 228 199 200 204 0 medie orarie > 80 dati validi 8034 7643 7965 7971

40

0 2000 2001 2002 2003 2004

BIOSSIDO DI AZOTO – NO2: Comune di Castel San Giovanni 200 Castel San Giovanni 2000 2001 2002 2003 2004 media 34 36 39 37 34 160 50° percentile 32 35 37 36 33 95° percentile 70 69 76 72 65 120 98° percentile 87 79 90 84 75 massimo 153 139 141 156 168 medie orarie > 200 00000 80 dati validi 8269 8203 7922 8228 8040 40

0 2000 2001 2002 2003 2004

BIOSSIDO DI AZOTO – NO2: Comune di Sarmato 200 Sarmato 2000 2001 2002 2003 2004 media 34 33 33 36 38 160 50° percentile 30 29 31 34 35 95° percentile 78 67 61 71 71 120 98° percentile 97 76 71 83 82 massimo 157 138 127 143 133 medie orarie > 200 00000 80 dati validi 8183 7836 7912 7402 8365 40

0 2000 2001 2002 2003 2004

102 BIOSSIDO DI AZOTO – NO2: Comune di Vernasca 160 Mocomero 2000 2001 2002 2003 2004 media 11 12 14 11 13 50° percentile 67978 120 95° percentile 39 42 45 35 41 98° percentile 51 53 60 45 52 80 massimo 98 88 140 73 91 medie orarie > 200 00000 dati validi 7763 7591 8006 8201 7598 40

0 2000 2001 2002 2003 2004

BIOSSIDO DI AZOTO – NO2: Comune di Lugagnano 160 Lugagnano 2000 2001 2002 2003 2004 media 33 32 29 32 34 50° percentile 30 27 25 29 30 120 95° percentile 72 70 66 69 77 98° percentile 84 80 79 80 88 80 massimo 126 115 131 139 138 medie orarie > 200 000 00

dati validi 7806 8238 8200 7986 7677 40

0 2000 2001 2002 2003 2004

BIOSSIDO DI AZOTO – NO2: Comune di Fiorenzuola 280 Fiorenzuola 2000 2001 2002 2003 2004 240 media 47 46 49 47 49 50° percentile 45 45 45 45 46 200 95° percentile 87 83 91 84 92 98° percentile 101 97 102 95 107 160

massimo 198 141 148 156 237 120 medie orarie > 200 000 03 dati validi 8273 5819 8229 8178 7922 80

40

0 2000 2001 2002 2003 2004

BIOSSIDO DI AZOTO – NO2: Comune di Cortemaggiore 240 Cortemaggiore 2000 2001 2002 2003 2004 media 43 46 200 50° percentile 41 43 95° percentile 77 92 160 98° percentile 88 116 120 massimo 140 199 medie orarie > 200 00 80 dati validi 8201 7967

40

0 2000 2001 2002 2003 2004

103

Prendendo in considerazione ogni singola stazione si osserva che la media annuale (il cui valore di riferimento decresce da 60 µg/m3 nel 2000 a 52 µg/m3 nel 2004, per entrare in vigore il 1/1/2010 con un valore limite pari a 40 µg/m3) non presenta grande variabilità nel quinquennio in esame. Nell’area urbana di Piacenza i valori variano dai circa 30 µg/m3 della stazione di fondo di Pubblico Passeggio ai 50-60 µg/m3 della stazione da traffico Giordani; Fiorenzuola e Cortemaggiore registrano medie annue normalmente comprese tra 40 e 50 µg/m3, Castel San Giovanni, Sarmato e Lugagnano al di sotto dei 40 µg/m3, Vernasca Mocomero risulta avere i valori più bassi, pari a circa 10-15 µg/m3. La soglia di allarme (400 µg/m3 riferiti alla media oraria) è in tutte le stazioni ampiamente rispettata, mentre il limite in vigore nel 2010 sulla media oraria di 200 µg/m3 vede qualche sporadico superamento in area urbana e a Fiorenzuola.

104 MONOSSIDO DI CARBONIO – CO: Comune di Piacenza

25,0 Giordani 2000 2001 2002 2003 2004

media 2,0 1,9 2,1 1,5 1,0 20,0 50° percentile 1,7 1,6 1,9 1,4 1,0 95° percentile 4,4 3,7 4,2 3,3 2,1 15,0 98° percentile 5,6 4,5 5,0 4,2 2,7 massimo 14,4 11,1 19,5 9,8 8,7 medie 8 ore > 10 0 000 0 10,0 dati validi 8415 8505 8618 8548 8223 5,0

0,0 2000 2001 2002 2003 2004

10,0

Pubblico Passeggio 2000 2001 2002 2003 2004 9,0

media 0,8 0,7 0,7 0,6 0,5 8,0 50° percentile 0,6 0,5 0,5 0,4 0,4 7,0 95° percentile 1,9 1,7 1,8 1,5 1,3 6,0 98° percentile 2,7 2,3 2,3 2,0 1,7 massimo 8,6 7,3 7,1 6,9 5,5 5,0 medie 8 ore > 10 0 000 0 4,0 dati validi 8184 8475 8378 8513 8282 3,0 2,0

1,0

0,0 2000 2001 2002 2003 2004

16,0 Roma 2000 2001 2002 2003 2004 14,0 media 0,9 0,8 0,9 0,8 0,8 50° percentile 0,6 0,5 0,6 0,5 0,6 12,0

95° percentile 2,7 2,3 2,8 2,4 2,4 10,0 98° percentile 3,7 3,1 3,7 3,5 3,3 massimo 12,8 9,8 14,2 10,6 5,6 8,0 medie 8 ore > 10 0 000 0 6,0 dati validi 8422 8394 8323 7870 7563 4,0

2,0

0,0 2000 2001 2002 2003 2004

8 Ceno 2000 2001 2002 2003 2004 7 media 0,6 0,6 0,6 0,5 50° percentile 0,5 0,5 0,4 0,4 6

95° percentile 1,4 1,5 1,3 1,1 5 98° percentile 1,8 2,0 1,7 1,4 massimo 6,0 7,4 5,2 3,3 4 medie 8 ore > 10 000 0 3 dati validi 8342 8463 8446 8409 2

1

0 2000 2001 2002 2003 2004

105

MONOSSIDO DI CARBONIO – CO: Comune di Cortemaggiore 4 Cortemaggiore 2000 2001 2002 2003 2004 media 0,3 0,5 0,4 3

50° percentile 0,2 0,4 0,3 3 95° percentile 0,5 1,6 1,2 98° percentile 0,9 2,2 1,4 2 massimo 2,0 3,1 2,2 2 medie 8 ore > 10 00 0 dati validi 960 8101 8124 1

1

0 2000 2001 2002 2003 2004

Dalle elaborazioni fatte per ciascuna stazione (5 in ambito urbano, 1 a Cortemaggiore) emerge come questo parametro risulti ormai sotto controllo. Infatti se si confrontano i valori rilevati con il valore limite fissato dalla normativa in vigore dal 1/1/2005 (10 µg/m3 sulla media di 8 ore) se ne osserva un completo rispetto.

POLVERI PM10: Comune di Piacenza 280 Pubblico Passeggio 2000 2001 2002 2003 2004 media 56 41 35 35 31 240 50° percentile 48 33 25 28 25 200 95° percentile 131 96 112 84 75

98° percentile 156 122 139 105 93 160 massimo 237 202 208 145 135 medie 24ore > 50 136 77 68 77 56 120 dati validi 298 267 317 329 302 80

40

0 2000 2001 2002 2003 2004

240 Ceno 2000 2001 2002 2003 2004 media 34 43 39 200 50° percentile 27 36 33 95° percentile 87 95 90 160 98° percentile 118 115 107 massimo 211 163 130 120 medie 24ore > 50 57 114 93 dati validi 283 354 357 80

40

0 2000 2001 2002 2003 2004

106

POLVERI PM10: Comune di Cortemaggiore 120 Cortemaggiore 2000 2001 2002 2003 2004 media 37 39 50° percentile 34 38 95° percentile 64 67 80 98° percentile 71 73 massimo 82 102 medie 24ore > 50 67 90 dati validi 335 346 40

0 2000 2001 2002 2003 2004

In tutte le stazioni i valori medi annuali si mantengono al di sotto del valore limite aumentato del margine di tolleranza, nella sola stazione di Pubblico Passeggio si osserva un trend decrescente della media annuale. Al contrario, in tutto il quinquennio in esame, le medie giornaliere non rispettano il numero di superamenti (35) del valore limite aumentato del margine di tolleranza, unica eccezione Ceno nell’anno 2002, che però ha visto l’avvio della stazione nel mese di marzo.

OZONO – O3: Comune di Piacenza 400 Pubblico Passeggio 2000 2001 2002 2003 2004 media 38 33 35 46 37 350 50° percentile 20 20 19 29 22 300 95° percentile 128 109 118 151 117 250 98° percentile 147 132 136 181 146 massimo 335 173 227 240 207 200 medie orarie > 180 29 0 12 171 36 150 medie 8 ore > 120 325 135 194 708 253 dati validi 8061 8108 8193 8187 8123 100

50

0 2000 2001 2002 2003 2004

OZONO – O3: Comune di Castel San Giovanni 350 Castel San Giovanni 2000 2001 2002 2003 2004 media 41 39 35 44 32 300 50° percentile 23 20 17 25 17 250 95° percentile 138 133 119 146 110 98° percentile 156 163 140 169 133 200 massimo 300 212 198 233 183 medie orarie > 180 56 59 15 93 5 150 medie 8 ore > 120 464 426 186 621 157 dati validi 8129 8264 8086 8319 8283 100

50

0 2000 2001 2002 2003 2004

107

OZONO – O3: Comune di Cortemaggiore 300 Cortemaggiore 2000 2001 2002 2003 2004 media 69 49 42 250 50° percentile 62 30 25 95° percentile 156 159 129 200 98° percentile 174 187 152 massimo 224 265 210 150 medie orarie > 180 28 208 51 medie 8 ore > 120 199 805 351 100 dati validi 1621 8080 8208 50

0 2000 2001 2002 2003 2004

Dalle elaborazioni effettuate emergono nel corso del periodo in esame numerosi superamenti della soglia di comunicazione alla popolazione (180 µg/m3 , media oraria) e del valore bersaglio per la protezione della salute umana (120 µg/m3, media trascinata di otto ore). L’ozono si conferma pertanto un parametro critico.

BIOSSIDO DI ZOLFO – SO2: Comune di Piacenza 300 Pubblico 2000 2001 2002 2003 2004 Passeggio media 7 6 54 5 250 50° percentile 4 3 32 3 95° percentile 21 17 16 15 14 200 98° percentile 44 30 30 22 20 massimo 262 243 180 119 127 150 medie orarie > 380 0 0 00 0 medie 24h > 125 0 0 00 0 100 dati validi 8120 7959 8208 8224 7467

50

0 2000 2001 2002 2003 2004

350 Roma 2000 2001 2002 2003 2004 media 6 6 54 4 300 50° percentile 4 4 32 2 95° percentile 18 17 15 12 12 250

98° percentile 27 27 22 16 18 200 massimo 213 299 234 113 103 medie orarie > 380 0 0 00 0 150 medie 24h > 125 0 0 00 0 dati validi 7939 8080 8004 8046 7768 100

50

0 2000 2001 2002 2003 2004

108

BIOSSIDO DI ZOLFO – SO2: Comune di Castel San Giovanni 160 Castel San Giovanni 2000 2001 2002 2003 2004 media 33 33 2 140 50° percentile 22 21 1 120 95° percentile 12 10 12 11 10 98° percentile 18 14 16 15 15 100 massimo 134 112 85 40 102 80 medie orarie > 380 00 00 0 medie 24h > 125 00 00 0 60 dati validi 7946 8305 8070 7921 7869 40

20

0 2000 2001 2002 2003 2004

BIOSSIDO DI ZOLFO – SO2: Comune di Sarmato 180 Sarmato 2000 2001 2002 2003 2004 160 media 33 22 2 50° percentile 12 11 1 140 95° percentile 12 10 96 6 120 98° percentile 22 16 12 8 8 100 massimo 157 112 70 70 67 medie orarie > 380 00 00 0 80 medie 24h > 125 00 00 0 60 dati validi 8034 7741 7980 7745 8161 40

20

0 2000 2001 2002 2003 2004

BIOSSIDO DI ZOLFO – SO2: Comune di Vernasca 250 Mocomero 2000 2001 2002 2003 2004 media 22 22 2 200 50° percentile 00 00 0 95° percentile 13 9 87 9 98° percentile 21 22 12 11 14 150 massimo 139 212 100 55 24

medie orarie > 380 00 00 0 100 medie 24h > 125 00 00 0 dati validi 5421 7176 7903 7812 7127 50

0 2000 2001 2002 2003 2004

109

BIOSSIDO DI ZOLFO – SO2: Comune di Cortemaggiore 70 Cortemaggiore 2000 2001 2002 2003 2004 media 36 4 60 50° percentile 14 3 95° percentile 13 22 10 50

98° percentile 17 27 13 40 massimo 52 61 31 medie orarie > 380 00 0 30 medie 24h > 125 00 0 dati validi 909 7948 8223 20

10

0 2000 2001 2002 2003 2004

Questo parametro risulta completamente sotto controllo. Infatti nel periodo in esame sono rispettati i valori di riferimento normativi in vigore e di futura applicazione (dal 1/1/2005), riferiti a tutti gli intervalli di mediazione (ora, 24 ore, semestre, anno). Nel quinquennio 2000-2004 nell’area urbana di Piacenza si registrano i valori massimi orari più elevati che seguono però un trend decrescente. Questo comportamento relativo ai massimi orari si osserva anche nelle altre stazioni fatta eccezione per Castel San Giovanni.

4.3 - Analisi dei dati della rete di monitoraggio: anno 2004 Si prendono di seguito in esame gli inquinanti rilevati dalla rete di monitoraggio nell’anno 2004.

BIOSSIDO DI AZOTO

NO2: Piacenza - Giordani NO2: Piacenza - Medaglie d'Oro valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004 valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004

300 300

250 250

200 200 3 3 150 150 g/m g/m μ μ

100 100

50 50

0 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

NO2: Piacenza - Pubblico Passeggio NO2: Piacenza - Roma valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004 valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004

300 300

250 250

200 200 3 3 150 150 g/m g/m μ μ

100 100

50 50

0 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

110 NO2: Piacenza - Ceno NO2: Castel San Giovanni - valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004 valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004

300 300

250 250

200 200 3 3 150 150 g/m g/m μ μ

100 100

50 50

0 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

NO2: Sarmato NO2: Vernasca - Mocomero valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004 valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004

300 300

250 250

200 200 3 3 150 150 g/m g/m μ μ

100 100

50 50

0 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

NO2: Lugagnano NO2: Fiorenzuola valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004 valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004

300 300

250 250

200 200 3 3 150 150 g/m g/m μ μ

100 100

50 50

0 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

NO2: Cortemaggiore valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004 300 Il valore di riferimento per la media annuale di 52 250 µg/m3 è stato superato nella sola stazione Giordani 200

3 (Piacenza). Sono stati registrati alcuni superamenti 150 3 g/m

μ dei 200 µg/m (limite in vigore nel 2010 sulla 100 media oraria) nella stazione di Fiorenzuola (3) e di 50 Giordani (1), mentre è ovunque rispettato il valore 0 3 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic limite più il margine di tolleranza (260 µg/m ).

111

MONOSSIDO DI CARBONIO

CO: Piacenza - Giordani - CO: Piacenza - Pubblico Passeggio - valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004 valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004

20 20

15 15 3 3 10 10 g/m g/m μ μ

5 5

0 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

CO: Piacenza - Roma - CO: Piacenza - Ceno - valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004 valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004

20 20

15 15 3 3 10 10 g/m g/m μ μ

5 5

0 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

CO: Cortemaggiore - valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004 20

15

3 10 g/m

μ

5 I valori registrati nell’anno 2004 risultano in tutte le stazioni al di sotto dei valori di riferimento 0 normativi. gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

POLVERI PM10

PM10: Piacenza - Pubblico Passeggio - valori medi giornalieri PM10: Piacenza - Ceno - valori medi giornalieri anno 2004 anno 2004

160 160

140 140

120 120

100 100 3 3 80 80 g/m g/m μ μ 60 60

40 40

20 20

0 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

PM10: Cortemaggiore - via Mattei - valori medi giornalieri PM10: Lugagnano - via Piacenza - valori medi giornalieri anno 2004 anno 2004

160 160

140 140

120 120

100 100 3 3 80 80 g/m g/m μ μ 60 60

40 40

20 20

0 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

112

Nonostante il rispetto del valore limite annuale per la protezione della salute umana, i dati registrati indicano la criticità di questo parametro: nell’anno 2004 sono stati registrati numerosi superamenti sia dei 50 µg/m3(valore limite di 24 ore per la protezione della salute umana in vigore dal 1/1/2005) sia dei 55 µg/m3(valore limite di 24 ore per la protezione della salute umana aumentato del margine di tolleranza per il 2004). In particolare i superamenti di quest’ultimo valore sono stati 46 a Piacenza - Pubblico Passeggio, 77 a Piacenza - Ceno e 57 a Cortemaggiore. Nel dicembre 2004 è iniziato il monitoraggio delle PM10 anche presso la stazione di Lugagnano, dai primi dati raccolti emerge una sostanziale omogeneità con i dati rilevati dalle restanti stazioni.

OZONO

O3: Piacenza - Pubblico Passeggio - O3: Castel San Giovanni - valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004 valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004

220 220 200 200 180 180 160 160 140 140

3 120 3 120

g/m 100 g/m 100 μ μ 80 80 60 60 40 40 20 20 0 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

O3: Cortemaggiore - valori massimi giornalieri e medi mensili - anno 2004 220 200 I dati rilevati nelle 3 stazioni disponibili 180 160 presentano andamenti molto simili, i massimi 140

3 120 valori orari sono stati registrati nel semestre estivo

g/m 100 μ che ha visto numerosi superamenti della soglia di 80 3 60 comunicazione alla popolazione (180 µg/m , 40 20 media oraria), non è mai stato superata la soglia di 0 3 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic allarme (240 µg/m , media oraria).

BIOSSIDO DI ZOLFO

SO2: Piacenza - Pubblico Passeggio - SO2: Piacenza - Roma - valori medi giornalieri e medi mensili - anno 2004 valori medi giornalieri e medi mensili - anno 2004

50 50

40 40

30 30 3 3 g/m g/m μ 20 μ 20

10 10

0 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

SO2: Castel San Giovanni - SO2: Sarmato - valori medi giornalieri e medi mensili - anno 2004 valori medi giornalieri e medi mensili - anno 2004

50 50

40 40

30 30 3 3 g/m g/m μ 20 μ 20

10 10

0 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

113 SO2: Vernasca - Mocomero - valori medi giornalieri e medi mensili - anno 2004 50 40

30 3 Le concentrazioni rilevate rispettano i valori di g/m μ 20 riferimento normativi in vigore e di futura applicazione (dal 1/1/2005), riferiti a tutti gli 10 intervalli di mediazione (ora, 24 ore, semestre, 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic anno). Il parametro risulta pertanto sotto controllo.

BENZENE

Benzene: Piacenza - Pubblico Passeggio - valori medi giornalieri e medi mensili Benzene: Piacenza - Medaglie d'Oro - valori medi giornalieri e medi mensili anno 2004 anno 2004

10 10

9 9 8 8

7 7

6 6 3 3 5 5 g/m g/m μ 4 μ 4

3 3

2 2

1 1

0 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

In seguito alla installazione di due analizzatori di idrocarburi aromatici nelle stazioni di Medaglie d’Oro (novembre 2003) e Pubblico Passeggio (settembre 2004), nel corso del 2004 è stato possibile rilevare in continuo anche questi parametri. Dai dati disponibili emerge una sostanziale compatibilità con il valore limite per la protezione della salute umana pari a 10 µg/m3 riferito alla media annuale.

4.4 - Tecniche di valutazione

Per tutte le precedenti valutazioni sono stati impiegate le tecniche di misura diretta secondo i metodi di riferimento normativi. Per la costruzione della mappa del paragrafo seguente relativa al parametro PM10 – anno 2004 sono stati utilizzati anche i dati rilevati da misure con il laboratorio mobile in campagne della durata media di due settimane, ricostruendo, tramite fattori di correlazione con le stazione fisse, le serie annuali.

4.5 - Mappe di concentrazione

Sulla base dei dati rilevati negli anni 2003-2004 dalle stazioni fisse e dal laboratorio mobile della rete provinciale di monitoraggio è stata elaborata la mappa provinciale delle concentrazioni di polveri PM10 relativamente all’indicatore di qualità dell’aria media annuale.

114

PM10 – Anno 2004 Isoconcentrazioni della media annuale (µg/m3)

Di seguito si riportano inoltre le elaborazioni effettuate suddividendo il territorio regionale attraverso una griglia di 5 Km per 5 Km e calcolando per ciascuna cella indicatori relativi alla qualità dell'aria. Sono stati usati i dati osservati dalle stazioni della rete regionale nel 2001, interpolati con metodi statistici.

POLVERI PM10 BIOSSIDO DI AZOTO Media annuale (µg/m3) Media annuale dei massimi giornalieri (µg/m3)

115 OZONO Media annuale dei massimi giornalieri (µg/m3)

Per il parametro ozono si riportano anche queste ulteriori elaborazioni relative all’anno 2003.

Mentre le mappe di concentrazione di PM10 e di ossidi di azoto mostrano, ad una prima analisi, una suddivisione provinciale, lungo la direzione est-ovest, in tre fasce: a) pianura con livelli di concentrazione più elevati; b) bassa e media collina con livelli di concentrazione medi; c) media e alta collina con livelli di concentrazione più bassi; lo stesso non si può dire per l’Ozono. In questo caso i picchi di smog fotochimico non si hanno prevalentemente nelle aree dove gli inquinanti vengono emessi, ma in zone distanti anche molte decine di chilometri; infatti, mentre le

116 massa d’aria si muovono, gli inquinanti precursori dell’ozono in esse contenuti, per effetto della radiazione solare continuano a produrre ozono. Se a tale fenomeno si aggiunge il fatto che l’ozono è una sostanza ossidante e che proprio negli agglomerati urbani “incontra” più facilmente sostanze riducenti con cui reagire e dunque trasformarsi, è facile comprendere come mai le concentrazioni mediamente maggiori di ozono si riscontrano lontano dagli agglomerati urbani. Questo non esclude ovviamente la presenza di concentrazioni significative anche nell’agglomerato e nella Zona A.

5. Caratterizzazione delle zone. La L.R. 21.4.1999 n. 3 ed in particolare l’art. 122 ha previsto che le Province, sulla base dei criteri e dei valori limite fissati dalla Regione, individuino le zone per le quali è necessario predisporre un piano finalizzato al risanamento atmosferico idoneo anche a prevenire il verificarsi del superamento dei limiti nonché di episodi acuti; quasi contemporaneamente il D.Lgs. 4.8.1999 n. 351, all’art. 5, ha previsto che le Regioni provvedano ad effettuare misure rappresentative, nonché indagini o stime al fine di valutare preliminarmente la qualità dell’aria ambiente ed ad individuare, in prima applicazione, le zone del proprio territorio nelle quali i livelli di uno o più inquinanti comportano il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme, definendo poi le misure da attuare nel breve periodo affinché sia ridotto il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie d’allarme; una lista di zone e agglomerati in cui i livelli di uno o più inquinanti eccedono il valore limite aumentato del margine di tolleranza, per le quali deve essere adottato un piano o programma per il raggiungimento dei valori limite; le zone e gli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti sono inferiori ai valori limite e tali da non comportare il rischio di superamento degli stessi: per dette aree deve essere adottato un piano di mantenimento della qualità dell’aria al fine di conservare i livelli degli inquinanti al di sotto dei valori limite. Con l’Atto G.R. 15.5.2001 n. 804 la Regione Emilia Romagna ha approvato le linee di indirizzo per l’espletamento delle funzioni degli Enti locali in materia di inquinamento atmosferico; l’allegato tecnico di tale deliberazione riporta una prima zonizzazione effettuata su base comunale, sulla base di particolari indicatori demandando ad una successiva fase la zonizzazione definitiva dell’intero territorio regionale e la delimitazione degli agglomerati; detta zonizzazione di massima, effettuata sulla base del numero di aziende presenti e del numero degli abitanti, individuava tre zone fondamentali: la zona A, composta dai comuni più densamente popolati (collocati nella fascia di pianura e prima collina) e nei quali sono presenti stabilimenti industriali o di servizio che per potenzialità produttiva o numero possono provocare un elevato inquinamento atmosferico; la zona B, composta dai comuni scarsamente popolati (collocati nella fascia di collina) nei quali sono presenti stabilimenti industriali o di servizio che per potenzialità produttiva o numero possono provocare un modesto inquinamento atmosferico; la zona C, composta dai comuni scarsamente popolati (collocati nella fascia di montagna), nei quali sono presenti aree di particolare interesse ambientale, turistico, archeologico o per le quali è previsto lo sviluppo di attività agricolo forestali poco compatibili con l’insediamento di particolari stabilimenti industriali o con insediamenti antropici di particolare rilevanza. Alle 3 zone si aggiunge una ulteriore aggregazione, l’agglomerato, composta dai comuni per i quali, a causa del manifestarsi di condizioni meteorologiche sfavorevoli ed alla presenza di sorgenti fisse o mobili di rilevante potenzialità emissiva, possono verificarsi episodi acuti di inquinamento atmosferico riconducibile al superamento degli stati di attenzione e di allarme. Tali Comuni hanno il compito di predisporre un piano operativo sulla base delle indicazioni regionali, mentre la Provincia ha il compito di uniformare e coordinare i diversi piani di intervento dei Comuni. Successivamente, alla luce delle nuove disposizioni in materia, con Atto G.R. 19.1.2004 n. 43 relativa all’“aggiornamento delle linee di indirizzo per l’espletamento delle funzioni degli Enti Locali in materia di Inquinamento Atmosferico (artt. 121 e 122 L.R. 3/99)”, la Regione Emilia Romagna ha presentato una modifica degli agglomerati e delle zone, in base alla quale la zonizzazione regionale prevede la suddivisione 117 del territorio in sole due zone, A e B, con agglomerati individuati come porzioni di zona A. Ad ogni tipologia di zona e agli agglomerati sono associati piani di gestione della qualità dell’aria a breve o lungo termine, cosi’ come indicato nel D.Lgs. 351/99. Con la sottoscrizione dei 3 Accordi di Programma (2002-2005) tra Regione Emilia Romagna ed Enti Locali, le Province si sono assunte il compito di aggiornare e dettagliare la suddivisione in zone del proprio territorio al fine della elaborazione di un Piano di risanamento della qualità dell’aria. Analizzati i dati di superamento delle soglie di attenzione e di allarme previste dalla legge e visti i risultati delle campagne di monitoraggio condotte da Arpa con mezzo mobile in diversi Comuni del territorio provinciale, e tenuto conto, inoltre, che l’adozione di provvedimenti per il contenimento degli episodi acuti di inquinamento atmosferico può dare buoni risultati solo se incide sulla mobilità su un’area più vasta di quella attualmente individuata e se si affronta unitamente il problema, si è ritenuto di poter considerare alla stessa stregua praticamente quasi tutta la fascia di pianura del territorio provinciale, la quale, sia per il carico inquinante interessante il territorio dei Comuni di pianura, sia per le avverse condizioni meteorologiche che in vari periodi dell’anno non favoriscono la dispersione degli inquinanti medesimi, presenta caratteristiche alquanto simili, come emerge dai rapporti di ARPA, la Provincia di Piacenza ha deliberato la seguente suddivisione del proprio territorio: Zona A: territorio dove c’è il rischio di superamento del valore limite e/o delle soglie di allarme; sono inseriti in questa zona i Comuni precedentemente inclusi nella “ex-zona A” più alcuni della “ex-zona B”, ovvero i territori dei comuni più densamente popolati e nei quali sono presenti stabilimenti industriali o di servizio che, per potenzialità produttiva o numero, possono provocare un elevato inquinamento atmosferico, e i territori dei comuni confinanti con quelli indicati al punto precedente e per i quali è previsto o è prevedibile uno sviluppo industriale od antropico in grado di produrre un notevole inquinamento atmosferico; sono dunque compresi nella Zona A i Comuni di Piacenza, Castelsangiovanni, Fiorenzuola d’Arda, Cadeo, Podenzano, Rottofreno, Pontenure, Castelvetro Piacentino, Caorso, Alseno, Monticelli d’Ongina, Cortemaggiore, Sarmato, Borgonovo Val Tidone, Calendasco, San Pietro in Cerro, Gragnano Trebbiense, Gossolengo, Villanova sull’Arda, Besenzone, Lugagnano Val d’Arda, Vernasca, Gazzola, Rivergaro, Vigolzone, San Giorgio Piacentino, Carpaneto Piacentino, Castell’Arquato, Ponte dell’Olio; per le zone A, il DLgs. 351/99 prevede la definizione di un piano o un programma per il raggiungimento dei valori limite entro i termini stabiliti; nelle zone in cui il livello di piu' inquinanti supera i valori limite, deve essere predisposto un piano integrato per tutti gli inquinanti in questione. Agglomerato: porzione di zona A dove è particolarmente elevato il rischio di superamento del valore limite e/o delle soglie di allarme; sono compresi nell’agglomerato i Comuni di Piacenza, Castelsangiovanni, Fiorenzuola d’Arda, Cadeo, Podenzano, Rottofreno, Pontenure, Castelvetro, Caorso, Alseno, Monticelli d’Ongina, Cortemaggiore, Sarmato, Borgonovo Val Tidone, Gragnano Trebbiense, Gossolengo; per gli agglomerati, il DLgs. 351/99 prevede la definizione di piani d'azione contenenti le misure da attuare nel breve periodo, affinché sia ridotto il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme. Zona B: territorio dove i valori della qualità dell’aria sono inferiori al valore limite; la zona B individuata dai territori dei comuni scarsamente popolati nei quali sono presenti stabilimenti industriali o di servizio che per potenzialità produttiva o numero, possono provocare un modesto inquinamento atmosferico ed i territori dei comuni con essi confinanti per i quali è previsto uno sviluppo industriale ed antropico in grado di provocare un modesto inquinamento atmosferico, e dai territori dei comuni scarsamente popolati nei quali sono presenti aree di particolare interesse ambientale, turistico, artistico archeologico o per le quali è previsto lo sviluppo di attività agricolo forestali poco compatibili con l’insediamento di particolari stabilimenti industriali o con insediamenti antropici di particolare rilevanza. Sono compresi nella Zona B i Comuni di Agazzano,

118 Caminata, Nibbiano Val Tidone, Pianello Val Tidone, Piozzano, Pecorara, Ziano Piacentino, Travo, Gropparello, Morfasso, Bettola, Bobbio, Coli, Farini, Cortebrugnatella, Ferriere, Cerignale, Zerba, Ottone. Per le zone B il DLgs. 351/99 prevede la definizione di un piano di mantenimento della qualità dell'aria al fine di conservare i livelli degli inquinanti al di sotto dei valori limite e di preservare la migliore qualità dell'aria ambiente compatibile con lo sviluppo sostenibile. Come risulta dalla tabella successiva, nella Zona A risiede l’87% della popolazione provinciale, quasi interamente (72%) concentrata nell’agglomerato, mentre di conseguenza nella Zona B risiede solo il 13% della popolazione.

zona n. abitanti % A 234056 87% B 33896 13% totale 267952 100% agglomerato 192120 72% tab. 5.1

La zonizzazione provinciale è stata approvata con Atto G.P. n° 32 del 10/03/04 ed è schematizzata nella fig. seguente:

Fig. 5.2 - Provincia di Piacenza. Caratterizzazione delle Zone ai fini del Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria.

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