REGOLAMENTO DELLE ATTIVITÀ SUI BACINI LACUSTRI DEL LAGO ALBANO DI E DEL LAGO DI

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Deliberazione del Consiglio Direttivo n. 15 del 27 maggio 2008

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a cura del Servizio Agro – Silvo – Pastorale – Flora e Fauna

Regolamento delle attività sui Bacini lacustri del Lago Albano di Castel Gandolfo e del Lago di Nemi

(Deliberazione del Consiglio Direttivo n. 15 del 27 maggio 2008)

PREMESSA NORMATIVA

Il presente Regolamento va inserito nel quadro normativo di seguito elencato:

1. Legge Regione n. 61 del 19 settembre 1974 e successive modifiche e integrazioni “Norme per la protezione della flora erbacea ed arbustiva spontanea”. 2. Direttiva “Uccelli” 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979 e successive modifiche e integrazioni concernente la conservazione degli uccelli selvatici e successive modifiche ed integrazioni. 3. Legge Regione Lazio n. 29 del 30 marzo 1987 e successive modifiche e integrazioni “Disciplina della circolazione fuoristrada dei veicoli a motore”. 4. Legge n. 241 del 7 agosto 1990 e successive modifiche e integrazioni “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi”. 5. Legge Regione Lazio n. 87 del 7 dicembre 1990 e successive modifiche e integrazioni “Norme per la tutela del patrimonio ittico e per la disciplina dell'esercizio della pesca nelle acque interne del Lazio”; 6. Legge n. 157 del 11 febbraio 1992, “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” e successive modifiche ed integrazioni. 7. Direttiva “Habitat” 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 - relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche e successive modifiche ed integrazioni. 8. Legge Regione Lazio n. 17 del 2 maggio 1995 e successive modifiche e integrazioni “Norme per la tutela della fauna selvatica e la gestione programmata dell'esercizio venatorio”. 9. Deliberazione di Giunta Regione Lazio n. 2146 del 19 marzo 1996: “Direttiva 92/43/CEE: approvazione della lista dei siti con valori di importanza comunitaria del Lazio ai fini dell’inserimento nella Rete Ecologica Europea Natura 2000”. 10. Decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 8 settembre 1997 e successive modifiche e integrazioni “Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”. 11. Legge Regione Lazio n. 32 del 5 agosto 1998 e successive modifiche e integrazioni “Disciplina della raccolta e della commercializzazione dei funghi epigei spontanei e di altri prodotti del sottobosco”. 12. Legge Regione Lazio n. 23 del 13 aprile 2000 e successive modificazioni ed integrazioni “Norme per la riduzione e per la prevenzione dell'inquinamento luminoso”. 13. Legge n. 353 del 21 novembre 2000 e successive modificazioni ed integrazioni “Legge quadro in materia di incendi boschivi”. 14. “Regolamento provinciale per la sicurezza della navigazione lacuale” approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale di Roma n. 136 del 26 luglio 2001 e successive modifiche approvate con deliberazione n. 185 del 24 giugno 2002. 15. Legge Regione Lazio n. 18 del 3 agosto 2001 e successive modificazioni ed integrazioni “Disposizioni in materia di inquinamento acustico per la pianificazione ed il risanamento del territorio”. 16. Deliberazione della Giunta Regione Lazio n. 1103 del 2 agosto 2002 “Approvazione delle linee guida per la redazione di piani di gestione e la regolamentazione sostenibile dei SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone di Protezione Speciale), ai sensi delle Direttive nn. 92/43/CEE (habitat) e 79/409/CEE (uccelli) concernenti la conservazione degli habitat naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatiche di importanza comunitaria presenti negli Stati membri, anche per l’attuazione della Sottomisura I.1.2 “Tutela e gestione degli ecosistemi naturali” (Docup Obiettivo 2 2000-2006)”. 2

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17. Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio 3 settembre 2002, “Linee guida per la gestione dei siti della Rete Natura 2000”. 18. “Misure di salvaguardia degli acquiferi vulcanici dei Colli Albani e dei monti Sabatini” approvate con atto della Giunta Regione Lazio, di cui al supplemento ordinario n. 4 al B.U.R.L. n. 2 del 20 gennaio 2004 e confermate con deliberazione n. 1/2006 delle Autorità dei Bacini Regionali. 19. Legge n. 189 del 20 luglio 2004 e successive modifiche e integrazioni concernente il divieto di maltrattamento degli animali; 20. Deliberazione della Giunta Regione Lazio n. 651 del 19 luglio 2005 recante “Direttive 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, e 79/409/CEE, concernente la conservazione degli uccelli selvatici. D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 e successive modifiche ed integrazioni di attuazione alla Direttiva 92/43/CEE, Adozione delle limitazioni dei proposti S.I.C. (Siti di Importanza Comunitaria), e delle Z.P.S. (Zone di Protezione Speciale). Integrazione deliberazione Giunta Regione Lazio 19 marzo 1996, n. 2146”. 21. Decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”. 22. Deliberazione della Giunta Regione Lazio n. 785 del 31 ottobre 2006 con oggetto: “Ratifica “Protocollo d’intesa quadro per la tutela del bilancio idrico degli acquiferi vulcanici e costieri, nonché negli acquiferi carbonatici di Tivoli-Guidonia e di quelli ricompresi nel territorio dell’Autorità dei bacini regionali del Lazio”. Ratifica “Protocollo d’intesa stralcio per la tutela del bilancio idrico dei Colli Albani”. Provvedimenti d’emergenza per la tutela dei laghi Albano di Castel Gandolfo e di Nemi. 23. Deliberazione della Giunta Regione Lazio n. 320 del 22 maggio 2007 “Legge Regione Lazio n. 39/2002 art. 64 comma 5 - Programma attività di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi dichiarazione periodo di massimo rischio Campagna Antincendio Boschivo anno 2007”. 24. Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 5 luglio 2007, “Elenco delle zone di protezione speciale (Z.P.S.) classificate ai sensi della direttiva 79/409/CEE”. 25. Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 5 luglio 2007 “Elenco dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE”. 26. Deliberazione del Consiglio Direttivo dell’Ente Parco Regionale dei Castelli Romani n. 29 del 7 agosto 2007 avente per oggetto “Definizione della validità temporale del nulla osta previsto dall’art. 28 della Legge Regionale 6 ottobre 1997, n. 29 e s.m.i.”. 27. Decreto del Ministero dell’Ambiente del 17 ottobre 2007, “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (Z.S.C.) e a Zone di protezione speciale (Z.P.S.)”. 28. Deliberazione della Giunta Regione Lazio n. 363 del 16 maggio 2008 “Rete Europea Natura 2000: misure di conservazione obbligatorie da applicarsi nelle Zone di Protezione Speciale”.

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TITOLO I – AMBITO DI APPLICAZIONE

ARTICOLO 1 Ambito di applicazione e finalità

1. Il presente regolamento è emanato con la finalità di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo fissato dall’art. 1 della Legge Regione Lazio n. 2 del 13 gennaio 1984 istitutiva del Parco dei Castelli Romani, consistente nella tutela dell'integrità delle caratteristiche naturali e culturali del Vulcano Laziale dei monti Albani e nella valorizzazione delle risorse ai fini di una razionale fruizione da parte dei cittadini e per contribuire al riequilibrio territoriale ed allo sviluppo sociale ed economico delle popolazioni interessate. 2. Il presente regolamento disciplina le attività sui bacini lacustri del Lago Albano e di Nemi (Comuni di , Castel Gandolfo, , e Nemi), nel rispetto della vigente normativa comunitaria, nazionale e regionale, al fine di garantire da un lato l’integrità e la funzionalità degli ecosistemi dei due laghi, minimizzando gli impatti sugli stessi, e dall’altro, al fine di permettere una fruizione che rispetti tali finalità.

ARTICOLO 2 Criteri generali

1. Il presente regolamento opera in accordo con quanto disposto dalla normativa di settore citata nella premessa normativa. 2. Il presente regolamento, in ossequio alle finalità di cui all’art. 1, fissa e disciplina le attività consentite sugli specchi lacustri del lago Albano e del lago di Nemi e stabilisce espressamente le attività vietate. 3. Ai fini del presente regolamento, nelle attività di cui al precedente comma sono comprese sia quelle praticate sopra o sotto il livello delle acque lacustri, sia quelle che possano in altro modo avere incidenze sulle stesse acque o sul relativo ecosistema. 4. L’Ente Parco, mediante lo strumento preventivo del nulla osta di cui all’art. 28 della Legge Regione Lazio n. 29 del 6 ottobre 1997 e successive modifiche ed integrazioni “Norme in materia di aree naturali protette regionali”, può consentire espressamente su istanza di parte o d’ufficio, nell’ambito delle prescrizioni di cui agli articoli successivi, tutte le attività che non siano in contrasto con le norme vigenti, principalmente con la speciale tutela a garanzia dei valori naturali e culturali dell’area naturale protetta. Tali attività sono specificate nei successivi articoli.

ARTICOLO 3 Modalità di presentazione delle richieste e termini

1. Qualsiasi attività praticata sopra o sotto il livello delle acque lacustri o che comunque possa avere incidenze sull’ecosistema lacustre considerato nel suo complesso, dovrà essere oggetto di richiesta di nulla osta preventivo, da parte del proponente, ai sensi dell’art. 28 della Legge Regione Lazio n. 29 del 6 ottobre 1997. 2. Tale richiesta dovrà pervenire all’Ente Parco in carta semplice, sottoscritta dal richiedente e completa di tutte le indicazioni utili allo svolgimento dell’istruttoria da parte del preposto ufficio dell’Ente Parco. Dovranno essere precisati i seguenti elementi: A) l’indicazione del soggetto proponente con indirizzo e recapiti ove indirizzare le comunicazioni in risposta;

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B) le finalità dell’attività; C) il giorno/i di svolgimento della attività per cui si propone istanza; D) gli orari di svolgimento; E) le modalità di svolgimento, il numero di persone coinvolte ed i mezzi eventualmente da impiegarsi; F) uno stralcio cartografico leggibile con precisa indicazione del luogo scelto; G) l’ottenimento o la richiesta di altre eventuali autorizzazioni; H) la dichiarazione di presa visione del presente Regolamento e di accettazione di quanto in esso contenuto. 3. La richiesta dovrà pervenire almeno 60 giorni prima della data prescelta di inizio della attività. In caso contrario, l’Ente potrebbe non essere in condizioni di valutare la richiesta nei tempi di legge. Nel caso di richiesta pervenuta senza uno degli elementi di cui al comma precedente, l’Ente Parco chiederà integrazioni che dovranno pervenire entro il termine indicato, pena la esplicita decadenza della richiesta stessa. 4. La validità temporale del nulla osta, salvo quanto previsto dalla Deliberazione del Consiglio Direttivo dell’Ente Parco Regionale dei Castelli Romani n. 29 del 7 agosto 2007, si esaurirà ad attività ultimata; qualsiasi nuova attività necessiterà di ulteriore richiesta e di conseguente nulla osta.

TITOLO II – NORME GENERALI

ARTICOLO 4 Norme generali

1. Prescrizioni e divieti relativi ad entrambi i bacini lacustri:

A) Resta ferma l’applicabilità delle “Misure di salvaguardia degli acquiferi vulcanici dei Colli Albani e dei monti Sabatini” ed in particolare le “Disposizioni straordinarie per la tutela dei laghi Albano e di Nemi”; B) sono valide tutte le prescrizioni stabilite dal “Protocollo d’intesa stralcio per la tutela del bilancio idrico dei Colli Albani”. Provvedimenti d’emergenza per la tutela dei laghi Albano di Castel Gandolfo e di Nemi; C) qualsiasi attività di ricerca scientifica dovrà preventivamente ottenere il nulla osta dall’Ente Parco; D) nel caso di necessità di installare nuovi elettrodotti nelle aree dei bacini lacustri, saranno consentiti solamente quelli “interrati”, e per quanto concerne la manutenzione degli esistenti “aerei” andranno progressivamente sostituiti con quelli “interrati” e andranno smantellate le relative strutture in disuso. E) È obbligatorio che i solventi e le vernici antivegetative utilizzate per la lotta al fenomeno del “bio-fouling” siano compatibili con il mantenimento di un una buona qualità del mezzo idrico. Bisognerà quindi prevedere l’uso biocidi a basso impatto ambientale. F) Qualsiasi manifestazione che abbia ottenuto il nulla osta dall’Ente Parco e qualsiasi altra attività svolta negli invasi lacustri deve essere effettuata nel rispetto della normativa in materia di emissioni sonore e in particolare a quanto stabilito dalla della Legge Regione Lazio n. 18 del 3 agosto 2001 “Disposizioni in materia di inquinamento acustico per la pianificazione ed il risanamento del territorio”. G) Qualsiasi manifestazione che abbia ottenuto il nulla osta dall’Ente Parco e qualsiasi altra attività svolta negli invasi lacustri deve essere effettuata nel rispetto della normativa in 5

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materia di emissioni luminose e in particolare a quanto stabilito dalla della Legge Regione Lazio n. 23 del 13 aprile 2000 “Norme per la riduzione e per la prevenzione dell'inquinamento luminoso”. H) Al fine di ottenere il preventivo nulla osta dall’Ente Parco per qualsiasi manifestazione e ogni altra attività svolta negli invasi lacustri, deve essere depositata all’Ufficio Ragioneria dell’Ente Parco una cauzione. Quanto disposto dalla presente lettera non si applica agli enti pubblici. I) Qualora il personale dell’Ente Parco riscontri attività in difformità alle prescrizioni espresse dal nulla osta preventivo tale somma sarà trattenuta per le spese necessarie al ripristino delle condizioni ambientali precedenti alla manifestazione e/o attività. Se l’importo della cauzione non risulti sufficiente al raggiungimento di tale ripristino, i responsabili saranno tenuti al versamento della differenza. J) È assolutamente vietato scaricare in acqua o sulle sponde residui di combustione di oli lubrificanti, carburante ed in ogni caso qualsiasi sostanza pericolosa o inquinante, anche se diluita. È altresì vietato abbandonare relitti di unità di navigazione nonché oggetti, rifiuti di qualsiasi genere, detriti. K) È fatto obbligo di mantenere in perfetta efficienza i motori elettrici delle unità di navigazione.

2. Divieti relativi al solo Lago Albano:

A) mettere in acqua ed impiegare in navigazione natanti a motore di qualsiasi tipo. Tale divieto non si applica nei casi sotto elencati: A.1) motoscafi ed altri natanti a motore elettrico o a combustione interna appartenenti alla Regione Lazio, alla Provincia di Roma, e agli Organi di Polizia giudiziaria per lo stretto svolgimento dei compiti di istituto ed agli altri servizi di pubblica utilità limitatamente alle operazioni di sicurezza ed ai servizi di salvataggio, previa comunicazione all’Ente Parco (ad esclusione dei servizi di salvataggio urgenti); A.2) natanti con motore elettrico, di proprietà di pescatori professionisti in possesso di di pesca di categoria A, che esercitino l'attività di pescatore in modo professionale ed a titolo principale e che abbiano la residenza nei comuni compresi nel territorio del Parco (Albano Laziale, , Castel Gandolfo, , Genzano di Roma, , , , Marino, , , Nemi, Rocca di Papa, , ); A.3) motoscafi ed altri natanti a motore elettrico in servizio presso la Federazione Italiana Canottaggio e in servizio presso le associazioni di vela riconosciute dal C.O.N.I., con i soli compiti necessari allo svolgimento delle attività di scuola vela organizzate dai circoli riconosciuti dal C.O.N.I. o da enti di promozione sportiva riconosciuti dal C.O.N.I., delle regate e degli allenamenti limitatamente al periodo di svolgimento dei medesimi e previo nulla osta dell’Ente Parco sulla base di un programma annuale; per le modalità relative si rimanda all’art. 6 del presente Regolamento; A.4) natanti a motore elettrico necessari per l'assistenza ed il soccorso durante lo svolgimento delle regate veliche e delle gare di canottaggio, canoa, kayak e di nuoto su distanze superiori ai metri 500, a condizione che le competizioni siano organizzate dalle rispettive Federazioni sportive affiliate o da enti di promozione sportiva riconosciuti dal C.O.N.I.; B) Navigare con i mezzi a motore elettrico nella fascia entro i 200 metri dalla costa, inoltre tali mezzi, per oltrepassare tale fascia, dovranno utilizzare gli appositi corridoi d'ingresso delle imbarcazioni, opportunamente segnalati da boe con bandierine di colore giallo,

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preventivamente concordate con l’Ente Parco, posizionate in maniera tale da non interferire con i mezzi aerei impegnati in interventi di emergenza A.I.B. (Anti Incendio Boschivo). Tale divieto è derogato per le imbarcazione dell’Ente Parco durante lo svolgimento dei compiti d’istituto.

3. Divieti relativi al solo Lago di Nemi:

A) mettere in acqua natanti a motore di qualsiasi tipo. Il divieto non si applica nei casi sotto elencati: A.1) motoscafi ed altre imbarcazioni a motore elettrico appartenenti alla Regione Lazio, alla Provincia di Roma, agli enti ed agli organismi pubblici per lo stretto svolgimento dei compiti di istituto ed agli altri servizi di pubblica utilità limitatamente alle operazioni di sicurezza ed ai servizi di salvataggio; A.2) natanti a motore a ciclo otto o a ciclo diesel non superiore a cinque cavalli vapore, di proprietà di pescatori professionali in possesso di licenza di pesca categoria "A" che esercitino l'attività di pescatore in modo professionale ed a titolo principale, e in possesso di nulla osta rilasciato dall'ente gestore del parco. B) mettere in acqua qualsiasi altro natante non a motore, ivi compresi natanti a vela (anche tavole da wind-surf) e natanti a pedale. Non è consentito l’uso di natanti a pagaia (canoe, kayak). Sarà ammessa solamente l’attività dei centri di canoe che abbiano debitamente acquisito il preventivo nulla osta dell’Ente Parco, che siano in regola con la normativa e, inoltre, regolarmente iscritti e affiliati alla Federazione Nazionale Canoa-Kayak.

4. Sono fatti salvi dai divieti del presente articolo i casi di somma urgenza, come definiti dalla relativa normativa, di pubblica incolumità o che presentino altri caratteri di eccezionalità in relazione a situazioni di pericolo, o di prioritario interesse pubblico che abbiano preventivamente ottenuto il nulla osta dall’Ente Parco.

ARTICOLO 5 Norme di comportamento

1. Sullo specchio lacustre e negli invasi dei due laghi sono attività vietate:

A) i sorvoli da parte di velivoli a motore, salvo l'ammaraggio ed il decollo di aeromobili effettuanti servizi di A.I.B., limitatamente agli interventi di emergenza, nelle aree autorizzate e debitamente segnalate; B) l’arrampicata sportiva svolta sulle pareti rocciose utilizzate da specie ornitiche di interesse conservazionistico, così riconosciute dall’Ente Parco, e i sorvoli degli stessi invasi e di una fascia di 150 metri dai loro confini da parte di qualsiasi velivolo ultraleggero privo di propulsione a motore (parapendio, alianti, deltaplani, ecc.), in ossequio alla Deliberazione della Giunta Regione Lazio n. 363 del 16 maggio 2008 “Rete Europea Natura 2000: misure di conservazione obbligatorie da applicarsi nelle zone di protezione speciale”; C) la circolazione e sosta con mezzi a motore nelle zone boschive e di pascolo ad eccezione dei mezzi di servizio del parco, dei mezzi di enti ed organismi pubblici per lo svolgimento dei compiti di istituto (escluse le esercitazioni) e dei mezzi connessi con l'esercizio delle attività agricole e quant’altro disposto dalla Legge Regione Lazio n. 29 del 30 marzo 1987 “Disciplina della circolazione fuoristrada dei veicoli a motore”; D) le esercitazioni di protezione civile che non abbiano preventivamente ottenuto il nulla osta dall’Ente Parco; 7

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E) lo sci nautico; F) le gare di pesca sportiva (tipo carp-fishing) che siano svolte in contrasto con la regolamentazione provinciale di settore e, in particolare, quelle svolte “da un'ora dopo il tramonto del sole ad un'ora prima dell'alba”, così come sancito dall’art. 14 della Legge Regione Lazio n. 87 del 7 dicembre 1990 e successive modifiche e integrazioni “Norme per la tutela del patrimonio ittico e per la disciplina dell'esercizio della pesca nelle acque interne del Lazio”; G) l’esercizio della pesca in difformità alla normativa vigente (Legge Regione Lazio n. 87 del 7 dicembre 1990 e successive modifiche e integrazioni “Norme per la tutela del patrimonio ittico e per la disciplina dell'esercizio della pesca nelle acque interne del Lazio”); H) la raccolta di prodotti del sottobosco svolta in contrasto con la Legge Regione Lazio n. 32 del 5 agosto 1998 “Disciplina della raccolta e della commercializzazione dei funghi epigei spontanei e di altri prodotti del sottobosco”; I) qualsiasi introduzione di fauna o flora alloctona e qualsiasi reintroduzione di fauna o flora autoctona, o di qualsiasi altra entità biologica; J) è quindi consentito, previo nulla osta dell’ente parco, il ripopolamento; K) l’abbandono di rifiuti o comunque di sostanze solide, liquide o gassose di qualsiasi natura all’interno dell’invaso dei laghi, conformemente a quanto sancito dal Decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”; L) le sagre e le manifestazioni folcloristiche assimilabili che comportino l’uso di animali domestici o selvatici o, comunque, che sia in contrasto con la Legge n. 189 del 20 luglio 2004 concernente il divieto di maltrattamento degli animali; M) l’esercizio di attività estrattiva nelle zone boschive; N) l’apertura di nuove cave o riattivare quelle dimesse; O) il disturbo della quiete naturale e degli animali con schiamazzi e grida, e il disturbo della quiete pubblica e all'ambiente con apparecchi radio o altri strumenti rumorosi che superino i limiti di tollerabilità consentiti dalla normativa vigente; P) arrecare danno agli animali di qualunque specie; Q) distruggere, danneggiare o asportare deliberatamente i rifugi di qualsiasi animale, compresi i nidi e le uova dell’avifauna; R) arrecare danno a qualsiasi specie della flora, con particolare riferimento alle specie elencate nella Legge Regione Lazio n° 61 del 19 settembre 1974 eventualmente presenti nel sito; S) occupare con beni e mezzi la battigia, nella misura stabilita della normativa vigente, che deve essere lasciata libera per il transito dei pedoni e degli eventuali mezzi di soccorso; T) porre in essere qualunque azione determinante anche solo potenzialmente l’innesco di incendio nelle aree e nei periodi a rischio di incendio boschivo di cui al vigente “Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi”; U) il campeggio; V) qualsiasi attività svolta nelle vicinanze o all’interno della vegetazione ripariale che possa arrecare danno alla stessa; W) qualsiasi disturbo ai siti riproduttivi di specie di Anatidi e di specie coloniali appartenenti alle famiglie degli Ardeidi e dei Laridi nel periodo compreso tra il 1° marzo ed il 31 luglio; X) spettacoli pirotecnici all’interno dell’invaso del lago o comunque in vista delle acque; Y) accensione di fuochi a terra o con l’ausilio di fornelli all’interno dell’invaso del lago, salvo quanto permesso dal vigente “Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi” e comunque mai nella vegetazione ripariale o in sua prossimità; Z) pesca subacquea; per le altre attività subacquee si rimanda a quanto stabilito nell’art. 7 del presente Regolamento.

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AA) quanto ulteriormente vietato dalla Deliberazione di Giunta Regione Lazio n. 363 del 16 maggio 2008 “Rete Europea Natura 2000: misure di conservazione e obbligatorie da applicarsi nelle zone di protezione speciale”.

TITOLO III – ATTIVITA’ SPORTIVE NEL LAGO ALBANO

ARTICOLO 6 Associazioni e Circoli sportivi (Vela, Surf, Canoa e Kayak)

1. Le Associazioni e i Circoli sportivi sono tenuti a: A) rispettare le norme generali di sicurezza riportate nell'apposito regolamento per la navigazione da diporto nonché quelle predisposte dalla Federazione Italiana Vela e dalle Federazioni o enti di promozione sportiva cui aderiscono; B) assicurare il possesso delle dotazioni di sicurezza che i natanti devono avere a bordo per tipo e specie di navigazione, e comunque munirsi almeno di un salvagente per ogni persona imbarcata; C) regolare il natante in modo da non creare situazioni di pericolo o di intralcio alla navigazione e alla balneazione. A tal fine i natanti a vela devono tenere tra loro una distanza di almeno 10 metri; D) predisporre, a proprie spese, appositi corridoi d'ingresso per l'ammaraggio dei natanti, segnalati da boe comprese nei 200 metri di fascia dalla costa, posizionate in maniera tale da non interferire con i mezzi aerei impegnati in interventi di emergenza A.I.B. 2. Le Associazioni e i circoli sono tenuti a consentire l'uso dei corridoi d'ingresso realizzati, anche ai privati muniti di mezzi propri o noleggiati, senza pretendere alcun compenso.

ARTICOLO 7 Attività subacquea

1. Per “attività subacquea” si intende l’attività di immersione assistita dall’utilizzo di bombole. 2. L'attività subacquea può essere svolta solo di giorno con buona visibilità e lago calmo. E' comunque vietata, salvo appositao nulla osta da rilasciarsi a fini scientifici o di ricerca da parte dell'Ente Parco, sentita la Soprintendenza ai Beni Archeologici, nelle aree archeologiche protette, quali: "Le Macine", il "Porticciolo romano" e il "Faro". 3. Nello svolgimento dell'attività subacquea devono essere rispettate le seguenti prescrizioni: A) segnalare la propria presenza mediante boa rossa con striscia diagonale bianca, anche nel caso di immersione con partenza dalla riva; B) non praticare immersioni nelle aree delimitate per specifici usi, quali campi di gara e corridoi di ammaraggio per mezzi di soccorso. C) Individuare i punti di immersione, previo accordo con il di Castel Gandolfo e dell’Ente Parco, che fungeranno da centro di raccolta per le attività subacquee, segnalati a mezzo di bandierine. 4. II Comune di Castel Gandolfo, di concerto con l'Ente Parco, individuerà percorsi subacquei compatibili con l'habitat naturale del Lago Albano, e un calendario annuale di immersioni guidate, curate da istruttori subacquei di provata esperienza e muniti di patentino a norma di legge.

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TITOLO IV – ATTIVITA’ DI NOLEGGIO NEL LAGO ALBANO

ARTICOLO 8 Natanti a remi, a pedali e a vela

1. I noleggianti di natanti a remi, a pedali e a vela, s'impegnano a svolgere le proprie attività secondo le seguenti modalità: A) rispettare le norme di sicurezza secondo le leggi vigenti e le prescrizioni contenute nell'autorizzazione amministrativa da intendersi qui integralmente trascritte; B) mantenere in perfetta efficienza i propri mezzi; C) identificare le proprie imbarcazioni mediante un codice alfabetico corrispondente all'elenco che sarà allegato al presente Regolamento, e numerare su i due lati le imbarcazioni con vernici catarifrangenti di colore nero su fondo bianco e di dimensioni di cm 20 x 25 (es A28 su i due lati a prua dell'imbarcazione). L'elenco con i codici identificati vi delle attività dovrà essere rimesso all'Autorità amministrativa per essere introdotto nella licenza; D) munirsi di corridoi d'ingresso delle imbarcazioni, segnalati da boe con bandierine di colore giallo, compresi nei 200 metri di fascia dalla costa, posizionate in maniera tale da non interferire con i mezzi aerei impegnati in interventi di emergenza A.I.B; E) individuare il limite dei 200 metri dalla costa, oltre il quale i natanti non possono allontanarsi, mediante apposizione di minimo n° 2 boe con bandierina rossa, posizionate in maniera tale da non interferire con i mezzi aerei impegnati in interventi di emergenza A.I.B; F) dotare obbligatoriamente i noleggiatori che non sanno nuotare di un giubbotto salvagente; G) assicurarsi che al momento del noleggio coloro che prendono posto sul natante siano in numero inferiore o uguale a quelli previsti per legge come passeggeri; H) rendere edotti i noleggiatori, mediante avviso ben visibile, di tutte le prescrizioni di cui sopra; I) provvedere alla stipula, con ogni singolo noleggiatore e per singolo natante, di apposito contratto contenente, oltre le prescrizioni di sicurezza cui debbono attenersi, la dichiarazione della capacità di saper nuotare o meno, gli obblighi e le responsabilità derivanti dal noleggio e dalla conduzione del natante; J) munirsi di cassetta di pronto soccorso e di estintore.

TITOLO V – SANZIONI

ARTICOLO 9 Sanzioni

1. Per quanto concerne le violazioni al presente Regolamento, si applicano le sanzioni previste dalla Legge 394/1991 e successive modifiche ed integrazioni e dalla Legge Regione Lazio 2/1984 e successive modifiche ed integrazioni e Legge Regione Lazio 29/1997 e successive modifiche ed integrazioni, nonché le ulteriori sanzioni previste dalla normativa vigente in materia. 2. L'autore della violazione resta comunque obbligato, ai sensi dell’art. 300 e seguenti del Decreto legislativo 152/2006 “Norme in materia ambientale” e successive modifiche ed integrazioni, al risarcimento del danno ambientale nei confronti dell'organismo di gestione dell'area naturale protetta ed al ripristino dello stato dei luoghi.

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(Deliberazione del Consiglio Direttivo n. 15 del 27 maggio 2008)

3. Per quanto non contemplato nelle presenti disposizioni si fa riferimento alle disposizioni relative alle violazioni amministrative contenute nella normativa vigente. 4. I proventi delle sanzioni derivanti dalla inosservanza delle disposizioni contenute nelle leggi, nei piani e nei regolamenti, nonché dei provvedimenti emanati dall'ente di gestione, costituiscono entrate dell’ente di gestione, a norma dell’art. 20, comma 5, della Legge Regione Lazio 29/’97;

ARTICOLO 10 Sorveglianza e soggetti incaricati

1. Il personale di vigilanza dell’Ente Parco – Guardiaparco – sarà incaricato di verificare la validità di tutti gli elementi presentati a corredo della richiesta. Tali controlli, potranno essere effettuati precedentemente alla richiesta oppure, qualora l’attività relativa abbia ottenuto il preventivo nulla osta dall’Ente Parco, contestualmente o successivamente allo svolgimento della stessa. 2. Qualora i Guardiaparco verifichino l’esistenza di difformità tra l’attività praticata e quanto prescritto con nulla osta dall’Ente Parco oppure verifichino la mancanza del nulla osta, si provvederà ad irrogare le sanzioni come previsto dall’articolo 9 del presente regolamento.

TITOLO VI – NORME FINALI

ARTICOLO 11 Disposizioni finali

1. L’Ente Parco si riserva la possibilità di modificare il presente regolamento allo scopo di adeguarlo a sopravvenute esigenze o con la finalità di migliorarlo rispetto ai vincoli di tutela dell’area naturale protetta. Tali modificazioni potranno essere più restrittive anche a fronte di un principio di precauzione derivante da eventuali notizie acquisite dall’Ente Parco in merito allo stato di salute dell’ecosistema lacustre. 2. Il presente regolamento entrerà in vigore dal giorno della affissione all’Albo dell’Ente. 3. I dati personali forniti dagli istanti saranno raccolti e trattati con modalità di tipo cartaceo ed elettronico ai sensi del Decreto legislativo 196/2003. 4. Il presente regolamento dovrà recepire le indicazioni emerse nell’ambito del Piano di gestione e regolamentazione sostenibile dei S.I.C. e Z.P.S. in cui ricade il Lago Albano attualmente in fase di elaborazione.

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